Demo n. 572/14

Anno
XIII
n. 572 Venerdì 18 Luglio 2014 Settimanale in pdf
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VANTABLACK,
IL “SUPER NERO”
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CARDIOPATIE
ISCHEMICHE
CHE NON FA PASSARE
NEPPURE LA LUCE
ARCHEOLOGI RESTAURANO
IL PRIMO ARCO DELLA STORIA
E LA ZIQQURAT DI UR
Abbonamento annuale € 17,00 ISSN 1720 - 366X
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In copertina, ai piedi della grande Ziqqurat di Ur in Iraq (foto uniroma1.it )
Andrea Pivatello
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Sommario
PRIMO PIANO
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SCOPERTI CORALLI BIANCHI VIVI NEL MAR LIGURE
ATTUALITÀ
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6
VERSO L’ UNIONE ENERGETICA: “OCCORRE COLMARE IL DIVARIO TRA RICERCA
E INDUSTRIA”
“DIGNITÀ E FUNZIONALITÀ PER LA RICERCA SCIENTIFICA E LE UNIVERSITÀ”
AMBIENTE
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8
AGRICOLTURA SOSTENIBILE: IL PROGETTO EUROPEO LIFE-AGRICARE
I VANTAGGI ECONOMICI DELLA SILVICOLTURA SOSTENIBILE
TECNOLOGIA
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9
10
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CLOUDCATALYST, STRATEGIA PER ATTRARRE NELLA “NUVOLA” AZIENDE
E CITTADINI EUROPEI
VANTABLACK, IL “SUPER NERO” CHE NON FA PASSARE NEPPURE LA LUCE
SCIENZE
12
13
MARE, VULCANI E TERREMOTI: INFN E INGV RAFFORZANO LA COLLABORAZIONE
IL DOPPIO GIOCO DI UNA PROTEINA SCATENA IL DIABETE GIOVANILE
SALUTE
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Settimanale di scienze politica cultura
Direttore responsabile Umberto Pivatello
Aut. Tr. Verona n°1258 -7 Marzo 1997
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LA MELA SIMBOLO DI PECCATO ADESSO DIVENTA AFRODISIACA PER LE DONNE
SI CAMMINA MEGLIO MANGIANDO CIOCCOLATO FONDENTE
CARE-MI, NUOVA TERAPIA CON CELLULE STAMINALI PER CARDIOPATIE ISCHEMICHE
SPAZIO
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SCOPERTA TRA DUE GALASSIE UNA CATENA DI STELLE LUNGA 100.000 ANNI LUCE
L’INDUSTRIA SPAZIALE E L'INDIPENDENZA TECNICO-SCIENTIFICA DELL’UE
FOCUS
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ARCHEOLOGI RESTAURANO IL PRIMO ARCO DELLA STORIA E LA ZIQQURAT DI UR
INNOVAZIONE E SICUREZZA “IN RITARDO DI DUE ANNI”
WEEKEND
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VERMIGLIO, DOVE FINIVA L’AUSTRIA E INIZIAVA LA LOMBARDIA
CULTURA
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TEMPLARI: STORIA E LEGGENDA DEI CAVALIERI DEL TEMPIO
2 - n. 572 | Venerdì 18 Luglio 2014
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PRIMO PIANO
REGALIAMOCI UN LIBRO
CORRUZIONE
A NORMA DI LEGGE
SCOPERTI CORALLI BIANCHI
VIVI NEL MAR LIGURE
La lobby delle grandi
opere che affonda l'Italia
di Francesco Giavazzi Giorgio Barbieri Rizzoli Editore Luglio 14 pp 238 € 15,00 A
Venezia, già nel XIV secolo, la figura dell’Avogador aveva una funzione precisa: controllare che non venissero effettuate ruberie ai danni del bene pubblico. Poteva svolgere questo ruolo sola‐
mente chi non avesse alcun conflitto di inte‐
resse con ciò che doveva controllare. Con la vicenda Mose, i veneziani dei tempi d’oro non ci avrebbero pensato due volte: ogni colpevole sarebbe stato portato dopo la condanna a San Marco, legato mani e piedi a quattro cavalli che con un colpo di frusta sarebbero schizzati via in direzioni opposte, squartandoli. La Serenissima era terribile e implacabile sul furto e lo spreco di soldi pubblici. Più ancora era rigida nella difesa del delicato equilibrio della laguna. Immaginiamo quindi la collera che sarebbe esplosa alla scoperta che il Mose, senza avere ancora dato prova se funzionerà o meno, è già costato, a prezzi aggiornati grazie a preziose ricostruzioni storiche, trenta volte più della grandiosa e costosissima deviazione del Piave compiuta mezzo millennio fa dai no‐
stri bisnonni con mezzi tecnici immensamente inferiori a quelli di oggi. LE VICENDE GIUDIZIARIE che hanno coinvolto il MOSE, la “grande opera” ideata per risolvere il problema dell’acqua alta a Venezia, dimostra‐
no invece il fitto intreccio che legava controllo‐
ri e controllati, con conseguenze nefaste per la città, la regione e il bene comune. In questo libro Francesco Giavazzi e Giorgio Barbieri rico‐
struiscono la palude che per due decenni ha pervaso non solo il MOSE, ma anche l’Alta Ve‐
locità, l’Expo di Milano e altre grandi opere italiane. Dal libro emerge un sottile ma resistente filo rosso che collega la Tangentopoli degli anni Novanta al Sistema MOSE. Corruzione delle leggi prima ancora che violazione delle leggi. Spetta alla politica trovare l’antidoto affinché casi del genere non si ripetano più. Perché, il vero drammatico guaio come spie‐
gano Barbieri e Giavazzi, non sono le mazzette, della corruzione e del passaggio di denaro tra imprese e funzionari o politici disposti a oliare gl'ingraggi. Ci sono le leggi votate dietro com‐
missione delle imprese dedite al saccheggio delle risorse pubbliche per sancire il malaffare. S
coperte formazioni di co‐
ralli bianchi vivi apparte‐
nenti alla specie Madrepo‐
ra oculata a 560 metri di profondità (nella foto) nei fondali davanti Punta Mesco alle Cinque Terre (La Spezia). È il risultato del lavoro della campagna oceanografi‐
ca condotta dai ricercatori del Centro Ricerche Ambiente Marino dell’ENEA di S. Teresa (La Spezia) e dalla Marina Militare. L’attività di ricerca è stata condotta a bordo della nave “Leonardo”, unità poli‐
valente di ricerca costiera della Marina Militare, con l’impiego del Remoted Operative Vehicle (ROV) “Pegaso” del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed Incursori (COMSUBIN). OLTRE AD AGGIORNARE LA DISTRIBUZIONE dei coralli bianchi nei mari italiani, tale ritrovamento offre un punto di partenza per ulteriori indagini nell’area, dove sono state segnalate altre formazioni ma‐
dreporiche, e pone le basi per l’identificazione di appropriate misure di salvaguardia di questi ecosistemi di elevata biodiversità ma molto vulnerabili. I coralli bianchi possono essere paragonati a delle vere e proprie oasi nel deserto, in quanto offrono riparo e alimentazione a molte specie. Si è infatti stimato che i reef di coralli bianchi ospitano una diversità biologica tre volte più elevata di quella dell’ambiente circostante. (Red) SULL’ANTICA VIA DELLA SETA
U
na ragazzina siede su un lato del suo divano nell’altopiano di Suu-Samyr,
a 2.500 metri di quota, nei pressi dell'antica Via della Seta, antica rete di
strade commerciali tra Oriente e Occidente, a circa 200 km da Bishkek, capitale del Kirghizistan (foto VYACHESLAV OSELEDKO/AFP/Getty Images http://
www.independent.co.uk/)
4 - n. 572 | Venerdì 18 Luglio 2014
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ATTUALITÀ
VERSO L’ UNIONE
ENERGETICA: “OCCORRE
COLMARE IL DIVARIO
TRA RICERCA E INDUSTRIA”
L
a tecnologia avrà un ruolo importante per garantire l'in‐
dipendenza energetica dell'UE. Secondo Dominque Ristori, direttore generale per l'energia in Ue, le tecnologie stanno maturando per permettere una vera rivoluzione energetica, ma occorre ancora colmare il divario tra ricerca e industria. Ristori ha parlato di questo punto nel conte‐
sto delle attività dell'UE per trasfor‐
marsi in una “Unione energetica” in occasione di un briefing del Centro di politica europea (CPE) a Bruxelles. IN PARTICOLARE alla luce della crisi in Ucraina, l'energia è al centro delle pre‐
occupazioni geopolitiche dell'UE. La nostra dipendenza energetica e i suoi costi sono innegabili: importiamo il 53% di tutta l'energia consumata a un costo di oltre 1 miliardo di euro al gior‐
no. Questo comprende l'88% del pe‐
trolio greggio e il 66% del gas natura‐
le. Sei Stati membri dell'UE dipendono completamente dalla Russia per il gas naturale. Altri tre Stati membri ‐ Esto‐
gia. Anche se i programmi dell'UE co‐
me Orizzonte 2020 sono importanti per aiutarci a mettere in pratica la stra‐
tegia, sostiene Ristori, la maggior parte dei finanziamenti dovrebbe arrivare dal settore privato: «Il ritorno di inve‐
stimento per i progetti per l'energia è buono, migliore rispetto ad altri settori come per esempio i trasporti. Il settore privato dovrebbe essere la fonte prin‐
cipale del finanziamento». QUANDO SI TRATTA di trasformarsi in una “Unione energetica”, Ristori ha insistito che la tecnologia è abbastanza matura da permetterlo. Secondo Risto‐
ri, nei prossimi tre o quattro anni, si raggiugeranno le condizioni per pro‐
durre un sistema che darà a ogni citta‐
dino il pieno controllo del consumo di energia. «Le tecnologie sono abbastan‐
za mature. Non ci sono ostacoli che ci impediscano di entrare rapidamente in quella fase e di produrre 3‐4 milioni di case intelligenti nei prossimi anni». (Red) nia, Lettonia e Lituania ‐ dipendono da un solo operatore esterno per il funzio‐
namento e l'equilibratura della loro rete elettrica. Nel tentativo di risolvere il problema, la Commissione europea ha pubblicato alla fine di maggio una Strategia euro‐
pea di sicurezza energetica. Sviluppare tecnologie energetiche diventa uno degli obiettivi più importanti a medio/
lungo termine della strategia. Il docu‐
mento specifica l'intenzione della Com‐
missione di “integrare la sicurezza e‐
nergetica nell'applicazione delle priori‐
tà del programma Orizzonte 2020”. Tra gli altri aspetti legati alla ricerca ci sono il lancio di una rete europea di scienza e tecnologia sull'estrazione non convenzionale di idrocarburi e la pro‐
mozione dello sviluppo di tecnologie per l'energia rinnovabile in negoziati multilaterali e bilaterali. Vedi Parlando al pubblico che partecipava http://ec.europa.eu/energy/
al briefing CPE, Ristori ha osservato che security_of_supply_en.htm almeno 6 miliardi di euro del budget di Orizzonte 2020 sono dedicati all'ener‐
RASSEGNA STAMPA. LA VIGNETTE DELLA SETTIMANA
Corriere.it 18 Luglio
Corriere.it 17 Luglio
http://vauro.globalist.it/
http://vauro.globalist.it/
5 - n. 572 | Venerdì 18 Luglio 2014
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Italiaoggi.it 18 Luglio
Una collaborazione internazionale chiarisce le cause scatenanti del dia‐
bete di tipo 1. Attesi passi avanti ver‐
so la progettazione di un vaccino tera‐
peutico. scatenare il diabete autoim‐
mune di tipo 1, che si manife‐
sta p r e v a l e n t e m e n t e nell’infanzia e nell’adolescenza, sembra partecipare il “voltafaccia” di GAD65, proteina alta‐
mente flessibile. Pubblicata sulla rivista PNAS, la ricerca apporta un contributo essenziale per progettare vaccini tera‐
peutici efficaci contro la malattia. La scoperta è il frutto di una collaborazio‐
ne internazionale tra un gruppo di ri‐
cercatori australiani guidati da Ashley Buckle (Monash University; attualmen‐
te professore visitatore di Sapienza) e, tra gli altri, il gruppo di ricerca di Da‐
niela De Biase (Istituto Pasteur e Dip. di Scienze e Biotecnologie Medico‐
Chirurgiche Sapienza Università Sa‐
pienza, Latina) e Alessandro Paiardini (Dipartimento di Scienze Biochimiche, Università Sapienza). IL DIABETE DI TIPO 1 è causato da auto‐
anticorpi che inducono il sistema im‐
munitario ad aggredire e distruggere le cellule del pancreas produttrici di insu‐
lina. GAD65 è uno dei maggiori “autoantigeni” che scatenano la pato‐
logia e, negli anni passati, è stato utiliz‐
zato nel tentativo di insegnare al siste‐
ma immunitario dei pazienti a tollerare la proteina, per evitare la reazione autoimmune. Gli studi clinici tuttavia non hanno avuto il successo sperato; A
UNO STUDIO CONDOTTO DA RICERCATORI ITALIANI,
AUSTRALIANI E FRANCESI
IL DOPPIO GIOCO
DI UNA PROTEINA SCATENA
IL DIABETE GIOVANILE
oggi, però, lo studio del team interna‐
zionale indica la direzione da seguire per migliorare l’approccio terapeutico. «GAD65 ‐ spiega Daniela De Biase ‐ è una proteina dai due volti: la forma “on” (attiva) e quella “off” (spenta). Per adempiere correttamente e al mo‐
mento opportuno alle proprie funzioni (cioè produrre GABA, un neurotra‐
smettitore necessario al controllo del‐
la trasmissione degli impulsi nervosi), GAD65 passa da un “volto” all’altro, attraverso forme intermedie, e nel fare ciò può causare dei danni. I nostri studi suggeriscono che sia proprio il suo continuo “voltafaccia” a rendere GAD65 irriconoscibile, un estraneo suscettibile agli attacchi del sistema immunitario». CON QUESTO STUDIO i ricercatori hanno evidenziato le differenze sostanziali tra i volti “on” e “off” di GAD65. Continua De Biase: «In laboratorio abbiamo ana‐
lizzato la proteina a livello biochimico, studiandone i cambiamenti di forma in vitro. Inoltre, l’esperienza ventennale sulla GAD (e su enzimi che appartengo‐
no alla stessa famiglia) si è rivelata fondamentale per isolare i due volti della proteina, permettendo così di eseguire altri importanti esperimenti in vitro in Australia e in Francia. Il risulta‐
to è stato a dir poco entusiasmante: tutti gli approcci utilizzati, dalla dina‐
mica molecolare, che richiede sofisti‐
cati computer, agli esperimenti in vitro, hanno portato alla stessa conclu‐
sione». OGGI LA RICERCA va avanti speditamen‐
te: il passo successivo è fotografare GAD65 “in flagrante”, assieme agli anticorpi, e comprendere così perché ne diventa il bersaglio. Un passo im‐
portante verso la progettazione di un approccio terapeutico efficace. Il con‐
tributo al lavoro del gruppo di Daniela De Biase (Dipartimento di Scienze e Biotecnologie Medico Chirurgiche – Sapienza – sede di Latina) è stato pos‐
sibile grazie al sostegno dell’Istituto Pasteur – Fondazione Cenci Bolognetti. (Red) Vedi www.istitutopasteur.it www.uniroma1.it Informazioni commerciali
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