15/09/2014 Dott.ssa Paola.Guglielmino Logopedista-Psicopedagogista-Esperta in difficoltà scolastiche e disturbi dell’apprendimento Vicepresidente Coordinatore e Docente Corso di Laurea in Logopedia Università degli Studi di Torino SCHEDA DI COLLABORAZIONE TRA ISTITUZIONI SCOLASTICHE, ISTITUZIONI FORMATIVE E FAMIGLIA, DESCRITTIVA DELLE AZIONI DIDATTICO-PEDAGOGICHE E DELLA ABILITÀ SCOLASTICHE Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO: LE CAUSE CONCETTO DI BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE DSA A ben guardare, non si tratta di un concetto innovativo, dato che il riconoscimento di situazioni di difficoltà fa parte della professione del Docente espressione “BISOGNI“ sposta la prospettiva dell’educatore da una posizione statica/esterna - constatare le difficoltà presentate dallo studente nel raggiungimento degli standard ad una posizione più dinamica/coinvolta: rispondere alle necessità della persona in formazione. Ritardo intellettivo medio-lieve ADHD DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO Svantaggio pedagogico – didattico Svantaggio socio-culturale Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO: I QUADRI PICCOLO GLOSSARIO Difficoltà di Apprendimento (DA) = qualsiasi tipo di difficoltà incontrata da uno studente durante la sua carriera scolastica e che è causa di scarso rendimento. Quando ciò è causato da fattori esterni (l’ambiente socioculturale degradato, problemi familiari, ecc.), da fattori interni (la (l motivazione, i i la l distraibilità di ibili à sociale, i l ecc.), ) da d un funzionamento intellettivo limite o è una causa secondaria di patologie di tipo emotivo–comportamentali, si parla di Disturbo Aspecifico di Apprendimento o Difficoltà di Apprendimento DSA DA Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 1 15/09/2014 PERCHE’ NASCE E COME SI E’ ARRIVATI ALLA DGR 16-7072 ? I DSA Difficoltà nella lettura DISLESSIA Difficoltà nell’ortografia DISORTOGRAFIA Disturbi specifici delle prassie della scrittura DISGRAFIA Deficit del sistema di elaborazione dei numeri e del calcolo DISCALCULIA DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTO Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Difficoltà nell’ordinare, associare, gerarchizzare le informazioni all’interno di un testo. Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino PERCHE’ NASCE E COME SI E’ ARRIVATI ALLA DGR 16-7072 ? PERCHE’ NASCE E COME SI E’ ARRIVATI ALLA LA DGR 16-7072 ? INTENTI DEL GRUPPO DI LAVORO a. Approccio “sufficientemente corretto” pp b. Proposta di un percorso comune per tutte le scuole e le ASL del territorio che ha come fine ultimo la certificazione di DSA entro 6 mesi dalla presentazione degli allegati al DGR Rispettare la tempestività diagnostica per i DSA. (Linee guida Scuola e Sanità……..) L’osservazione guidata dello studente può essere utile e metacognitiva per chi la esegue (STRUMENTO DIDATTICO EDUCATIVO) Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino STRUMENTO DIDATTICO EDUCATIVO Si suddivide in 2 parti. Nella parte A vengono condotte delle osservazioni sul percorso scolastico del bambino sulle attività svolte . In particolare si pone attenzione alle attività di recupero e potenziamento messe in atto per capire se la difficoltà era o meno recuperabile. Nella parte B si descrivono le difficoltà scolastiche più significative rimaste dopo il percorso di recupero/potenziamento. Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino INTENTI DEL GRUPPO DI LAVORO Evidenziare il ruolo della scuola nel percorso di individuazione e di azione didattica di potenziamento da parte dei docenti come passaggio prioritario per l’attivazione dell’iter dell iter diagnostico Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino Documento INTER-ISTITUZIONALE, INTERDISCIPLINARE E INTERPROFESSIONALE TRASVERSALE MULTIVALENZIALE e MULTIFUNZIONALE a garanzia della complessità dei fenomeni che si propone di esplorare e sistematizzare. STRUMENTO DIDATTICO EDUCATIVO La PARTE B attraverso esempi concreti permette di rendere il documento trasparente e facilmente fruibile da tutti gli operatori in gioco per la presa in carico del bambino. Le difficoltà vengono “fotografate” fotografate in modo esplicito e concreto dipingendo il quadro completo delle abilità del bambino, dei suoi punti di forza e di difficoltà. Questa parte dovrebbe aiutare gli specialisti a capire verso quale direzione indagare meglio il possibile disturbo. Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino 2 15/09/2014 IN SINTESI In particolare, la scheda consente le seguenti azioni didatticopedagogiche: OSSERVAZIONE per facilitare la riflessione sui tipi di “difficoltà scolastiche” che può incontrare un singolo alunno/a; ATTIVAZIONE , in accordo con la famiglia, g di azioni di Recupero E Potenziamento delle abilità scolastiche strumentali e la descrizione degli esiti del potenziamento attivato (parte A); la compilazione della parte B “Descrizione delle significative difficoltà persistenti dopo l’intervento di potenziamento effettuato” (selezionando gli ambiti ritenuti specifici per l’alunno) Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino Legge 170/2010 8 OTTOBRE 2010 Documenti di riferimento Circolare Ministeriale N°8 Prot 6 marzo 2013: Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica. Istruzioni operative Accordo Stato-Regioni: Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali per le attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA in ambito scolastico (25 luglio 2012) Direttiva MIUR del 27 Dicembre 2012: Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per ll’inclusione inclusione scolastica scolastica. Accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano su "Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA) del 25 luglio 2012". Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento Legge 8 ottobre 2010 n 170 Consensus Conference Istituto Superiore di Sanità 2011 Raccomandazioni Cliniche sui DSA Documento d’intesa, PARCC,2011;www.lineeguidadsa.it, Bologna 1 febbraio 2011 Raccomandazioni per la pratica clinica DSA 2007 Milano DECRETO E LINEE GUIDA 2011 NUOVE NORME IN MATERIA DI DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO IN AMBITO SCOLASTICO Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Legge 170/2010 8 OTTOBRE 2010 PRIMA Interesse ma molto meno codificato DOPO Maggiore codificazione del problema Grande importanza alla scuola infanzia ed agli indici predittivi Codificazione delle attività (dallo screening al potenziamento con indicazioni più precise) Intreccio tra Scuola e Sanità Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino D.M.5669 del 12 luglio 2011 LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DISTURBO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Legge 170/2010 8 OTTOBRE 2010 PRIMA Interesse ma molto meno codificato DOPO Formazione adeguata dei docenti Sensibilizzazione dei dirigenti scolastici Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 3 15/09/2014 Legge 170/2010 8 OTTOBRE 2010 DECRETO E LINEE GUIDA 2011 PERCHE’ NASCE E COME SI E’ ARRIVATI ALLA DGR 167072 ? La scuola risulta l’attivatrice di tutto l’iter diagnostico-certificatorio che sfocia successivamente in ambito sanitario attraverso g dei primi p quattro q passaggi: p gg la gestione a. identificazione precoce dei rischi e dei sospetti b. attività di recupero didattico mirato; c. rilevazione delle difficoltà persistenti; d. comunicazione alla famiglia Nell’articolo 2 (LG diritto allo studio….) il richiamo alla pratica dell’osservazione in classe si declina nella capacità dei docenti di sapere individuare le prestazioni atipiche e gli stili di apprendimento dei propri allievi, finalizzata alla costruzione di percorsi di didattica personalizzata e individualizzata documentati…….. Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Il successivo Accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)”,……. ribadisce gli elementi e i passaggi-chiave per l’attivazione del “percorso diagnostico integrato” scuola-famiglia-sanità e articola le reciproche competenze: ART 1. il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministero della salute, le Regioni ele Province autonome di Trento e di Bolzano convengono e raccomandano d che h la l diagnosi di i di DSA debba d bb essere tempestiva e che il percorso diagnostico debba essere attivato solo dopo la messa in atto da parte della scuola degli interventi educativo-didattici previsti dall’articolo 3, comma 2, della legge n. 170/2010, ……………………………….. ART 2. le Regioni e le Aziende sanitarie si impegnano ad adottare le misure organizzative che consentono di attivare tempestivamente la consultazione per DSA (…)….. Le Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali per l’individuazione precoce dei casi sospetti di DSA Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Art 4.3 Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento La scuola secondaria richiede agli studenti la piena padronanza delle competenze strumentali ((lettura,, scrittura e calcolo), ), l’adozione di un efficace metodo di studio e prerequisiti adeguati all’apprendimento di saperi disciplinari sempre più complessi;…………. Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Per ciò che riguarda il punto a) con il decreto 17 aprile 2013 prot. n. 297, a firma congiunta Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Ministero della salute si completa il quadro atteso. Le linee guida si compongono di * * Decreto con un articolato relativo all all’approvazione approvazione delle Linee Guida, l’indicazione che entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore del Decreto le Regioni e gli Uffici Scolastici Regionali debbano stipulare protocolli regionali per lo svolgimento delle attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA, senza nuovi o maggiori oneri e con le risorse strumentali, umane e finanziarie previste a legislazione vigente. 4.3.1. Disturbo di lettura Nel caso di studenti con dislessia, la scuola secondaria dovrà mirare a promuovere la capacità di comprensione del testo. La decodifica, ossia la decifrazione del testo, e la sua comprensione sono processi cognitivi differenti e pertanto devono essere considerati separatamente nell’attività didattica………… Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 4 15/09/2014 4.3.2. Disturbo di scrittura 4.3.1. Disturbo di lettura …….insistere sul passaggio alla lettura silente piuttosto che a voce alta, in quanto la prima risulta generalmente più veloce e più efficiente insegnare allo studente modalità di lettura che, anche sulla base delle caratteristiche tipografiche e dell’evidenziazione di parole chiave, consenta di cogliere il significato generale del testo, all’interno del quale poi eventualmente avviare una lettura più analitica. l’ articolo prosegue focalizzando l’attenzione su strumenti compensativi e misure dispensative …..Gli studenti con disortografia o disgrafia possono avere necessità di compiere una doppia lettura del testo che hanno scritto: la prima per l’autocorrezione degli errori ortografici, la seconda per la correzione degli aspetti sintattici e di organizzazione complessiva del testo. Di conseguenza, tali studenti avranno bisogno di maggior tempo nella realizzazione dei compiti scritti. In via generale,comunque, la valutazione si soffermerà soprattutto sul contenuto disciplinare piuttosto che sulla forma ortografica e sintattica…… Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino DA CHE COS’E’ COSTITUITA LA DGR? E ANCORA Area del calcolo Didattica per le lingue straniere ……………. ALLEGATO 1 = protocollo d’intesa tra Stato/Regioni e definizione delle modalità uniformi su tutta la Regione per l’effettuazione della diagnosi e il rilascio della certificazione per DSA ALLEGATO 2= 2 scheda h d di collaborazione ll b i scuola/famiglia ad uso della scuola primaria ALLEGATO 3 = scheda di collaborazione tra istituzioni scolastiche, istituzioni formative e famiglia, descrittiva delle azioni didatticopedagogiche e della abilità scolastiche Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino ALLEGATO 1 Ufficio Scolastico Regionale per il Regione Piemonte Assessorato alla Piemonte Tutela della Salute e Sanità, Edilizia sanitaria, Politiche sociali e per la famiglia,Assessorato all’Istruzione, Sport e Turismo e Assessorato al Lavoro e alla Formazione Professionale ALLEGATO 1 Protocollo di intesa di recepimento dell’accordo Stato/Regioni del 25 ottobre 2012 e definizione delle modalità uniformi su tutto il territorio regionale per l’effettuazione della diagnosi ed il rilascio della certificazione diagnostica per i soggetti sospetti di DSA, di cui alla legge 170/2010 Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino Vista la legge 170/2010, “Nuove norme in materia di disturbi specifici dell’apprendimento in ambito scolastico” ed in particolare l’art. 3, comma 1 Visto l’accordo Stato-Regioni del 25 luglio 2012 “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione diagnostica dei disturbi specifici di apprendimento Visto il d.lgs. d lgs 17 17.10.2005, 10 2005 nn.226, 226 e successive modificazioni, recante “Norme generali e livelli essenziali delle prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, a norma dell’art.2 della legge 28 marzo 2003, n.53”, ….. Considerato che occorre definire modalità uniformi su tutto il territorio regionale per l’effettuazione della diagnosi ed il rilascio della certificazione diagnostica per i soggetti sospetti di DSA; Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino 5 15/09/2014 ALLEGATO 1 Dato atto che a tal fine in data 18/01/2013 prot. 546/U è stato a tal fine costituito presso l’Ufficio Scolastico Regionale un gruppo di lavoro composto di rappresentati dell’Ufficio Scolastico Regionale e della Regione, Regione Direzioni Sanità, Sanità Istruzione, Istruzione Formazione professionale e lavoro, che ha provveduto a predisporre una scheda di collaborazione scuola e famiglia descrittiva delle abilità scolastiche, utile ad attestare gli interventi posti in essere da parte della scuola; ALLEGATO 1 Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino 1 SCREENING/INDIVIDUAZIONE 1.1 Strumento di indagine per evidenziare alcuni fattori di rischio e segni critici di una determinata patologia o disturbo. E’ l’applicazione su larga scala alla popolazione scolastica di strumenti di valutazione 1.2 E’ una procedura indispensabile soprattutto durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia ed i primi anni della scuola primaria Richiedono una attività di formazione e di costruzione condivisa degli strumenti Si possono effettuare attraverso test specifici delle relative abilità rivolte direttamente agli studenti, attraverso questionari osservativi rivolti agli adulti di riferimento (genitori ed insegnanti) 1.3 1.4 Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Ritenuto di stabilire che la richiesta di diagnosi presentata dalla famiglia al Servizio Sanitario Nazionale deve essere accompagnata dalla sottoscrizione congiunta da parte di scuola e famiglia della scheda di cui al punto precedente. La presentazione della scheda costituisce il presupposto per garantire l’avvio ed il completamento del percorso diagnostico entro 6 mesi. ………… Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Indici predittivi Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 6 15/09/2014 NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA Art 4.1 Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento (scuola Indici p predittivi dell’infanzia) E’ importante identificare PRECOCEMENTE le possibili difficoltà di apprendimento e riconoscere i segnali di rischio già nella scuola dell’infanzia non si possono fare diagnosi di DSA ma… Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 1 1.1 2 SCREENING7INDIVIDUAZIONE ATTIVITA’ METAFONOLOGICHE E FONOLOGICHE SCUOLA MATERNA Strumento di indagine per evidenziare alcuni fattori di rischio e segni critici di una determinata patologia o disturbo. E’ l’applicazione su larga scala alla popolazione scolastica di strumenti di valutazione POTENZIAMENTO 1.2 E’ una procedura indispensabile soprattutto durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia ed i primi anni della scuola primaria 1.3 Richiedono una attività di formazione e di costruzione condivisa degli strumenti 2.1 1.4 Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Nella letteratura psicopedagogica indica un intervento in grado di favorire il normale sviluppo di una funzione che sta emergendo Si possono effettuare attraverso test specifici delle relative abilità rivolte direttamente agli studenti, attraverso questionari osservativi rivolti agli adulti di riferimento (genitori ed insegnanti) 2.2 Un buon ppotenziamento deve migliorare g l’evoluzione del p processo in misura maggiore rispetto alla sua evoluzione naturale. 2.3 Le LG p 5 ….”quando un docente osserva caratteristiche atipiche nelle prestazioni scolastiche predispone attività specifiche di recupero e potenziamento….” 2.4 “………se anche a seguito di tali interventi, l’atipia permane, sarà necessario comunicare alla famiglia quanto riscontrato , consigliandola di ricorrere ad uno specialista per accertare la presenza o meno di un DSA” Quando le parole fanno gli “scherzetti” Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA” luglio 2011 ART 4.2.1 Osservazioni in classe della scuola primaria la prevenzione delle difficoltà di apprendimento rappresenta uno degli obiettivi più importanti della continuità educativa,……… che si deve realizzare attraverso ….. …… Indici predittivi Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino ……..All’inizio Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino 7 15/09/2014 IMPORTANTE Per individuare un alunno con un potenziale DSA non necessariamente si deve ricorrere a strumenti appositi ma può bastare, almeno in una prima fase, far riferimento all’osservazione delle prestazioni nei varii ambiti biti di apprendimento di t interessati i t ti dal d l disturbo di t b di lettura, scrittura e calcolo ( da “Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA” luglio 2011) Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino SCHEDA DI COLLABORAZIONE SCUOLA E FAMIGLIA DESCRITTIVA DELLE ABILITA’ SCOLASTICHE PER LA A SCUO SCUOLA A PRIMARIA OSSERVAZIONE DELLE PRESTAZIONI ATIPICHE Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino ALLEGATO 3 = scheda di collaborazione tra istituzioni scolastiche, istituzioni formative e famiglia, descrittiva delle azioni didattico-pedagogiche e della abilità scolastiche Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino La scheda può costituire: a) nel caso di un allievo/a già certificato con Disturbo Evolutivo delle Abilità Scolastiche (DSA):…………. b) nel caso di un allievo con difficoltà scolastiche, frequentante la scuola secondaria o le Istituzioni Formative del Sistema IeFP Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino CHI E’ IL NOSTRO RAGAZZO SCUOLA SECONDARIA DI (PRIMO) SECONDO GRADO????? VARIABILI: TIPO DIAGNOSI? SI NO ESPERIENZE PREGRESSE Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 8 15/09/2014 CARATTERISTICHE DELL’ATTO DI LETTURA DELL’ADULTO Accesso attraverso la via lessicale (processamento linguistico) nella maggior parte delle parole. (Socdno una riccrea dlel’Unvrsetiià di Carbmdgie ll’oidrne oidrne dlele lertete all’iternno all iternno diuna praloa non ha imprtzaona a ptato che la pimra e l’ulimta saino nllea gusita psoizoine. ) Accesso attraverso la via fonologica nelle parole di lessico specialistico (molte nelle scuole secondarie). Caratteristiche dell’atto di lettura dell’adulto Rilettura attraverso la via fonologica quando emergono ambiguità o incoerenze. Velocità di lettura media 6/7 sill./sec. Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino+ Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Evoluzione della dislessia evolutiva in età adolescente/adulta 1. IN MERITO ALLA TIPOLOGIA DEL PROBLEMA Compensati (45% ca.) Velocità di lettura >3 sillabe /sec Recuperati (20% ca.) Persistenti (35%ca ) Velocità di lettura < 3 sillabe /sec. Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino DISLESSIA COMPENSATA Dislessia recuperata Le prestazioni del soggetto con pregressa diagnosi di DE sono comparabili in tutti gli ambiti a quelle dei normolettori Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Netto miglioramento nella lettura di materiale significativo (testo e parole) che è abbastanza fluente anche se lenta (> 3 sill/sec) ma sempre faticosa Persistenza di SCORRETTEZZA E LENTEZZA nelle parole a bassa frequenza (lessici specialistici ) nella lettura di materiale non significativo (nonparole) Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 9 15/09/2014 DISLESSIA COMPENSATA CONSEGUENZE FUNZIONALI • Difficoltà di comprensione e di studio (l’attenzione è tutta sulla decifrazione) Difficoltà con la lettura delle lingue straniere Si affatica. ff ti Cefalee; bruciori agli occhi. Vissuto di debolezza cognitiva. Vissuti di scarsissima autostima. Dislessia persistente Tutti i parametri di lettura, in tutti i tipi di stimoli (testo, parole e non-parole) sono significativamente sotto-soglia per rapidità e accuratezza • Lettura molto stentata, lenta (< 3 sill/sec) • Lettura inaccurata (< 5° centile) Impossibilità a studiare senza aiuto Spesso rifiuto della scolarizzazione Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino DSA NELLA SCUOLA SECONDARIA Per entrambi Pur migliorando, resta ad una distanza significativa dal livello di sviluppo atteso per l’età e il ggrado di scolarizzazione La velocità tende a migliorare maggiormente nella lettura di brano e parole, rispetto alla lettura di non-parole e di parole a bassa frequenza d’uso • • La letteratura sull’argomento ci dice che: Nell’adolescenza il sintomo più evidente è la LENTEZZA l’ACCURATEZZA migliora con la scolarità e con l’esposizione al testo scritto. il miglioramento i li in i correttezza e velocità l i à è correlato l con il livello di gravità del disturbo rilevato in età infantile (Lami et al., 2008). - studenti dislessici adulti necessitano di tempi più lunghi per compiti di lettura e scrittura (e.g. situazioni accademiche, Hatcher et al. 2002). Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino DSA NELLA SCUOLA SECONDARIA LO STUDIO - difficoltà di organizzazione - di manipolazione dell’informazione - difficoltà di organizzare il lavoro scritto • Gli studenti con questi problemi sentono un alto livello di frustrazione e dubbi rispetto al proprio livello intellettivo (specialmente se non diagnosticati) ◌ৣ • Ne conseguono difficoltà di relazione Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Lo studio nel dislessico Lo studio disciplinare Viene effettuato quasi esclusivamente attraverso la lettura Richiede continui processi di controllo (comprensione) I processi di controllo si realizzano attraverso la rilettura La ri-lettura utilizza la via fonologica Tendenza a leggere solo una volta Utilizzo quasi esclusivo della via lessicale Tendenza a “riparare” le incongruenze senza ricorrere alle verifiche attraverso la ri-lettura Difficoltà a sviluppare tecniche di analisi testuale (parole chiave, sintesi..) Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 10 15/09/2014 Caratteristiche dell’atto di scrittura dell’adulto disortografico Necessità di costante mobilitazione attentiva all’ortografia (il processo non è automatizzato). Può contenere numerosi errori e cancellature Nelle disgrafie evolutive si aggiunge la costante mobilitazione bili i attentiva i alle ll prassie i del d l gesto grafof motorio. Possono esserci errori a carico dei gruppi ortografici più complessi (ad es. gn, gli, doppie, c/q...) e/o omissioni di lettere e/o inversioni di lettere speculari (b/d...) PRODUZIONE DEL TESTO SCRITTO Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino LINGUE STRANIERE Lingue straniere ad ortografia complessa, quali l'inglese e il francese, sono dette opache in quanto isomorfe nella conversione fonema-grafema. La scrittura e lettura in tali lingue g può p comportare p pertanto maggiori difficoltà per lo studente dislessico e penalizzarlo nella verifica scritta. CALCOLO Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Le difficoltà di lettura, memoria e automatizzazione possono influenzare seriamente le abilità matematiche e comportare in particolare: difficoltà nel ricordare formule e procedure di calcolo difficoltà nella lettura dei termini matematici usati nei problemi errori nella copia di numeri, lettere e simboli carenze nel calcolo veloce a mente Strategia di calcolo immature (dita) Mancato immagazzinamento e recupero dei fatti artimetici Comorbidità con disgrafia NELLO STUDIO Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 9 Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino MATEMATICA Cominciare un elaborato scritto può richiedere più tempo Può esservi grande discrepanza tra comunicazione verbale e scritta. Gli studenti potrebbero non utilizzare un vocabolario sofisticato nel lavoro scritto a causa delle difficoltà di scrittura e/o di lettura Le frasi possono essere costruite in maniera eccessivamente semplice e le idee non organizzate in modo chiaro, dando l'impressione che il lavoro manchi di una struttura organica Gli studenti possono perdere il filo del discorso e andare fuori tema Gli studenti possono non essere in grado di rileggere i propri scritti per correggerli Disturbo dell’attenzione Disturbo della memoria a breve termine Difficoltà di esposizione orale Lessico di base assai ridotto e difficoltà a memorizzare il lessico specifico delle discipline Difficoltà a ricordare le date Difficoltà a costruire e utilizzare organizzatori spazio/temporali Difficoltà ad esprimersi attraverso strutture sintattiche complesse Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 11 15/09/2014 ALTRE CARATTERISTICHE NEL COMPORTAMENTO Distraibilità Grande lentezza Mancanza di impegno Demotivazione Disordine Irrequietezza Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino In Sintesi CARATTERISTICHE DELL’ALUNNO CON DSA Lentezza complessiva (lettura, esecuzione di compiti e verifiche…) Errori ortografici nella scrittura Capacità di attenzione piuttosto breve/distraibilità Affaticamento (tempi di lavoro ridotti rispetto alla media) Memorizzazione difficoltosa di tabelline, sequenze numeriche, giorni della settimana, mesi… Vocabolario non ricco Motricità fine non perfetta (grafia illeggibile, diff. nell’allacciarsi le scarpe, prensione della penna non corretta) Gli studenti potrebbero non essere in grado di seguire la lezione e contemporaneamente prendere appunti (NON RIESCONO a svolgere più compiti associativi contemporaneamente.) l'esposizione orale può risultare poco chiara e organizzata, con difficoltà a ricordare termini tecnici possono esserci difficoltà di recupero lessicale possono esserci difficoltà di memoria a breve termine verbale, in particolare nel ricordare nomi e numeri di telefono e nel memorizzare e interpretare istruzioni verbali complesse gli studenti possono avere problemi nel consultare e costruire un elenco ordinato alfabeticamente (per es. elenco bibliografico, dizionario, ...) In Sintesi CARATTERISTICHE DELL’ALUNNO CON DSA m2 Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Organizzazione spaziale difettosa (sul foglio, orientamento interno e stradale, confusione tra destra e sinistra) Organizzazione temporale difettosa (impara a leggere ll’orologio orologio tardi tardi, spesso non sa in quale mese si trova o la data del suo compleanno) A volte problemi comportamentali ………………………………… Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA” luglio 2011 ART 4.3 Scuola secondaria di I e II grado MA COSA PUO’ SUCCEDERE IN QUESTO MOMENTO SCOLASTICO? 2. IN MERITO ALLA DIAGNOSI? Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Si parla già di studenti con diagnosi e di procedure di individuazione di strategie e di strumenti compensativi o di misure dispensative Ma se non c’è una diagnosi????? g Ovviamente non siamo più nell’ambito della individuazione precoce o dello screening!!!! Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 12 Diapositiva 69 m2 mbessone; 06/11/2012 15/09/2014 Cosa può succedere? Se non ha una diagnosi cosa devo osservare? 1) Il ragazzo ha già una diagnosi 2) Il ragazzo è in difficoltà ma non ha ancora una diagnosi per svariati motivi…………… Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Quali elementi in particolare? CHI E’ IL NOSTRO RAGAZZO All’inizio della scuola secondaria il problema può essere “mascherato” da: - demotivazione allo studio - comportamenti di reattività - atteggiamenti di sfiducia Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino NELLO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITà (LETTURA (LETTURA…..)) Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Università degli Studi di Torino Se non ha una diagnosi MA SOPRATTUTTO LENTEZZA Difficoltà a memorizzare le procedure delle operazioni aritmetiche Difficoltà a ricordare i termini specifici delle discipline, le epoche storiche, le date degli eventi Difficoltà espositive Difficoltà di pianificazione Difficoltà nel metodo di studio Errori di scrittura Fatica nella gestione del diario Ha un accesso lessicale rallentato soprattutto pèr i lessici specificiNelle verifiche scritte ha una riuscita inferiore che nelle interrogazioni orali. Nelle verifiche scritte ha una riuscita inferiore che nelle interrogazioni orali ………………………………. Dott.ssa Paola Guglielmino Avere a disposizione strumenti per l’INDIVIDUAZIONE dei pproblemi anche se è tardi!!!!! Per poter inviare il soggetto ai Servizi Sanitari Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 13 15/09/2014 ALLEGATO 3 Servizio Sanitario Nazionale Ufficio Scolastico Regionale Regione Piemonte SCHEDA DI COLLABORAZIONE TRA ISTITUZIONI SCOLASTICHE, ISTITUZIONI FORMATIVE DEL SISTEMA IeFP E FAMIGLIA, DESCRITTIVA DELLE AZIONI DIDATTICO-PEDAGOGICHE E DELLE ABILITA’ SCOLASTICHE (DSA) b) nel caso di un allievo con difficoltà scolastiche, frequentante la scuola secondaria d i o lle Istituzioni I tit i i F Formative ti d dell Si Sistema t IIeFP, FP la l scheda h d costituisce tit i uno strumento didattico-pedagogico per favorire i processi di apprendimento e di partecipazione e per rendere maggiormente funzionale la comunicazione tra la scuola e la famiglia (come indicato dall’ Art. 2 comma 1 del DM 5669/2011 e D.M. 297 del 17/04/2013). In particolare, la scheda consente di documentare il percorso personalizzato attivato dalla scuola (PARTE A) e di descrivere le abilità scolastiche (PARTE B). La scheda compilata sarà condivisa e consegnata alla famiglia. Si rammenta che la compilazione della presente scheda “non costituisce attività di screening” (Legge n. 21/07 Regione Piemonte;…. ) SCHEDA DI COLLABORAZIONE TRA ISTITUZIONI SCOLASTICHE, ISTITUZIONI FORMATIVE DEL SISTEMA IeFP E FAMIGLIA, DESCRITTIVA DELLE AZIONI DIDATTICO-PEDAGOGICHE E DELLE ABILITA’ SCOLASTICHE (DSA) Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino SCHEDA DI COLLABORAZIONE TRA ISTITUZIONI SCOLASTICHE, ISTITUZIONI FORMATIVE DEL SISTEMA IeFP E FAMIGLIA, DESCRITTIVA DELLE AZIONI DIDATTICO-PEDAGOGICHE E DELLE ABILITA’ SCOLASTICHE (DSA) PARTE B Descrizione delle abilita’ scolastiche dell’alunno/studente Vedere scheda PARTE B Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino PARTE B Descrizione apprendimento geometria compilare se significativo rispetto all’età) Descrizione utilizzo memorie compilare se significativo rispetto all’età) compilare se significativo rispetto all’età) Descrizione orientamento spazio-temporale Descrizione dell’abilita’ e della motivazione allo studio (compilare se significativo per ll’alunno/a) alunno/a) Descrizione di attivita’ e contesti che facilitano la concentrazione e l’apprendimento Comportamenti riscontrabili a scuola (compilare se significativo per l’alunno/a) In classe come si riesce a motivare maggiormente lo studente? Quali sono le abilità’ evidenziabili dello studente? Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino PARTE A 1. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI EDUCATIVODIDATTICI ATTIVATI DALLA SCUOLA Quadro riassuntivo degli strumenti compensativi, delle misure dispensative, p delle strategie g metodologiche g e didattiche attivate per l’allievo/a. Selezionare e barrare le azioni svolte per favorire l'apprendimento dell'allievo/a nelle diverse materie scolastiche, indicandone l'esito: (F) FACILITANTE/ (O) OSTACOLANTE Vedere scheda DESCRIZIONE DELLE SIGNIFICATIVE DIFFICOLTA’ SCOLASTICHE CHE SI SONO RIVELATE PERSISTENTI DOPO GLI INTERVENTI DI POTENZIAMENTO EFFETTUATI Descrizione del linguaggio orale Descrizione livello di apprendimento letto letto-scrittura scrittura Descrizione della produzione di un testo scritto (compilare se significativo rispetto all’età) Grafia della scrittura Descrizione dell’apprendimento della lingua straniera Descrizione dell’apprendimento delle abilità aritmetiche (compilare se significativo rispetto all’età) Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino IN SINTESI LA SCHEDA COMPILATA SARÀ CONDIVISA E CONSEGNATA ALLA FAMIGLIA. Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino 14 15/09/2014 Se il ragazzo ha già una diagnosi… 1) DOMANDE Cosa fa la famiglia? 1. collabora con la scuola nella condivisione delle azioni di recupero (condivide le metodologie e gli eventuali strumenti) 2 presenta ll’ allegato 2 all 2. all’A A.S.L. S L per l’attivazione del percorso diagnostico Quando è stata effettuata? E’ stato affrontato un percorso di riabilitazione? Quale? Utilizza strumenti compensativi? Come? Ha utilizzato misure dispensative? Come? Quale continuità con il grado scolastico precedente? ………………… Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino QUINDI SCHEDA DI COLLABORAZIONE TRA ISTITUZIONI SCOLASTICHE, ISTITUZIONI FORMATIVE DEL SISTEMA IeFP E FAMIGLIA, DESCRITTIVA DELLE AZIONI DIDATTICO-PEDAGOGICHE E DELLE ABILITA’ SCOLASTICHE a) nel caso di un allievo/a già certificato con Disturbo Evolutivo delle Abilità Scolastiche (DSA): -uno strumento di condivisione sull’andamento scolastico, da utilizzarsi per il passaggio da un ordine di scuola all’altro (ad esempio, gli insegnanti d ll’ l i dell’ultimo anno della d ll scuola l primaria i i potranno compilarla il l a favore f dei d i futuri docenti della scuola secondaria di primo grado ed i docenti della scuola secondaria di I grado la compileranno a favore dei colleghi della scuola secondaria di II grado o delle istituzioni formative del sistema IeFP), finalizzata ad evidenziare gli interventi pedagogico-didattici della scuola di provenienza e le abilità scolastiche acquisite dall’allievo/a con Disturbi evolutivi delle abilità scolastiche (DSA); - uno strumento per evidenziare gli interventi pedagogico-didattici della scuola di provenienza e le abilità scolastiche acquisite dall’allievo/a con Disturbi evolutivi delle abilità scolastiche (DSA) al fine di richiedere il rinnovo della certificazione diagnostica di DSA (non prima di tre anni dalla precedente). Dott.ssa Paola Guglielmino • Se la diagnosi viene posta tardivamente risulta più difficile lavorare sulle abilità e un intervento tardivo produce risultati limitati Dott.ssa Paola Guglielmino Università Dott.ssa degli Paola Studi Guglielmino di Torino Università degli Studi di Torino Università degli Studi di Torino Come deve essere una diagnosi? Deve rispondere alle necessità di comprensione del tipo, grado e complessità del disturbo a tutti i care giver Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Se il disturbo è stato diagnosticato durante la scuola primaria è stato possibile mettere in atto un intervento precoce intensivo centrato sulle abilità con possibilità di collaborazione tra riabilitatori e insegnanti Accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)”, siglato, ai sensi dell’articolo 4, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 .del 25 luglio 2012 Le Regioni e le Aziende sanitarie si impegnano ad adottare le misure organizzative che consentono di attivare tempestivamente la consultazione per DSA (…) La diagnosi g di DSA deve essere prodotta p in tempo p utile per p l’attivazione delle misure didattiche e delle modalità di valutazione previste, quindi, di norma, non oltre il 31 marzo per gli alunni che frequentano gli anni terminali di ciascun ciclo scolastico, in ragione degli adempimenti connessi agli esami di Stato. Fa eccezione la prima certificazione diagnostica, che è prodotta al momento della sua formulazione, indipendentemente dal periodo dell’anno in cui ciò avviene. Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino 15 15/09/2014 Accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)”, siglato, ai sensi dell’articolo 4, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 .del 25 luglio 2012 La certificazione di DSA deve evidenziare che il percorso diagnostico è stato effettuato secondo quanto previsto dalla Consensus Conference e deve essere articolata e formalmente chiara. E’necessario il riferimento ai codici nosografici (attualmente, tutti quelli compresi nella categoria F81: Disturbi evolutivi Specifici delle Abilità Scolastiche dell’ICD-10) e alla dicitura esplicita del DSA in oggetto (della Lettura e/o della Scrittura e/o del Calcolo) Accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)”, siglato, ai sensi dell’articolo 4, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 .del 25 luglio 2012 La certificazione di DSA contiene le informazioni necessarie per stilare una programmazione educativa e didattica che tenga conto delle difficoltà del soggetto e preveda l’applicazione mirata delle misure previste dalla legge. La menzione della categoria diagnostica non è infatti sufficiente p per la definizione di quali q misure didattiche siano appropriate per il singolo soggetto. A tal fine è necessario che la certificazione di DSA contenga anche gli elementi per delineare un profilo di funzionamento (che definisce più precisamente le caratteristiche individuali con le aree di forza e di debolezza). Tale descrizione deve essere redatta in termini comprensibili e facilmente traducibile in indicazioni operative per la prassi didattica. Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino REGIONE PIEMONTE REGIONE PIEMONTE (GDSAp) Individuazione dei soggetti riconosciuti e abilitati ad effettuare la diagnosi e la certificazione di Disturbo Evolutivo Specifico delle Abilità Scolastiche; per la RegionePiemonte trattasi del Gruppo Disturbi Specifici dell’Apprendimento (GDSAp) composto p da figure g sanitarie e istituito presso p ciascuna ASL. E’ prevista l’attivazione di più gruppi, su valutazione delle singole Aziende, qualora il territorio di competenza risultasse troppo esteso. Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino REGIONE PIEMONTE (GDSAp) REGIONE PIEMONTE (GDSAp) accoglie e registra le schede di collaborazione (Allegati: 2-3) che costituiscono il presupposto per garantire l’avvio dell’iter diagnostico (o rivalutazione); garantisce l’avvio ed il completamento dell’iter diagnostico e Il GDSAp si impegna a rilasciare entro sei mesi dalla ricezione, da parte della famiglia, delle schede di comunicazione scuola-famiglia in allegato (Allegati 2 e 3), la certificazione di Disturbo Evolutivo Specifico delle Abilità Scolastiche, se necessaria. Tale impegno è reso sostenibile proprio grazie alla realizzazione dei passaggi preliminari da parte della scuola (con la compilazione delle schede a seguito delle attività di osservazione e potenziamento in classe) e della famiglia (con la presentazione di tali schede alle ASL). di certificazione ifi i entro i 6 mesii previsti i i dall’accordo d ll’ d StatoS Regioni del 25 luglio 2012 (art. 1 comma 4); acquisisce la competenza precedentemente attribuita all’ UMVD minori relativamente alle diagnosi formulate da professionisti sanitari privati di fiducia della famiglia secondo le indicazioni contenute nella DD n. 547 del 21 luglio 2011. Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino Il GDSAp valuta altresì completezza e coerenza della documentazione relativa ai maggiorenni con sospetto DSA e redatta da operatori privati o pubblici dell'età adulta, e conseguentemente rilascia la certificazione. In ogni ASL va pertanto individuato il professionista che ha competenza sull'età adulta (psicologo/psichiatra con competenze in neuropsicologia) che integrerà il GDSAp per quanto di competenza. Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino 16 15/09/2014 Diagnosi classificatoria Diagnosi funzionale REGIONE PIEMONTE (GDSAp) In difetto della presentazione degli allegati 2 e 3 NON sarà possibile l’avvio del percorso diagnostico e di certificazione con le modalità precedentemente indicate indicate. rende facilmente conto della variabilità che caratterizza i diversi quadri accomuna all’interno di una stessa categoria condizioni cliniche eterogenee Importante per il “cosa fare” DSM-IV o ICD-10 Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino Importanza di una diagnosi analisi dei punti di debolezza Diagnosi classificatoria ma anche i punti di forza Diagnosi Di i classificatoria Diagnosi funzionale Diagnosi funzionale (o qualificazione) importanti per costruire delle strategie di apprendimento individualizzate e più funzionali per quel singolo bambino LA RELAZIONE CLINICA Il processo clinico di “classificazione diagnostica” nei DSA consiste in una valutazione guidata dalla ricerca dei criteri che intercettano il quadro secondo i manuali diagnostici di riferimento per la comunità scientifica Una “classificazione diagnostica” assegna il problema di un individuo ad una determinata categoria Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino LA RELAZIONE CLINICA Il processo clinico di “formulazione diagnostica” ha l’obiettivo di evidenziare ciò che l’individuo presenta come caratteristica “particolare” e dovrebbe essere correlata ad un “profilo di abilità” finalizzato alla progettazione ottimale per gli aiuti, gli ausili…del soggetto Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 17 15/09/2014 DIAGNOSI Codici che devono comparire nella diagnosi di “Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche” comprendono: F81.0 Disturbo specifico delle lettura (Dislessia) F81.1 Disturbo specifico della scrittura (Disortografia) F81.2 Disturbo specifico delle abilità aritmetiche (Discalculia) F81 3 Disturbi misti delle abilità F81.3 scolastiche (la parola”specifici” è sottintesa, usato per i disturbi che soddisfano due o più criteri dei codici F81.2, F81.0,F81.1.) F81.8 Altri disturbi evolutivi delle abilità scolastiche ( è incluso il “disturbo evolutivo espressivo della scrittura) ( da Organizzazione Mondiale della Sanità, codici ICD10, PARTICOLARITA’ F81.9 Disordine evolutivo delle abilità scolastiche non meglio specificato. Questo codice fa riferimento ai disturbi non specifici dove sono presenti significative disabilità nell’apprendimento non dovute a deficit cognitivi, neurologici, sensoriali o ad inadeguata istruzione scolastica (limitato ai disturbi non specifici nei quali c’è una significativa disabilità nell’apprendimento che non può essere spiegata soltanto con un ritardo mentale, con problemi di acutezza visiva o con un’inadeguata istruzione scolastica) Disordine evolutivo non vuol dire disturbo specifico Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino DIAGNOSI INTEGRAZIONE VISUOMOTORIA - Risultati VMI, CIFRARIO, PROVE DI GRAFISMO……. • MEMORIA VERBALE A BREVE TERMINE O DI LAVORO (digit span prove di ripetizione, listening span test………) ad es difficoltà di copia alla lavagna Difficoltà nel calcolo mentale, scrittura del numero, dettato ortografico esposizione orale ,recupero del lessico specialistico Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino abilità di LETTURA, SCRITTURA e CALCOLO: perché sono le abilità di base di tutti gli apprendimenti ABILITA’ LINGUISTICHE LINGUISTICHE: indispensabili per la comprensione e la verifica degli apprendimenti FUNZIONI ESECUTIVE: utili a capire le capacità di pianificare le attività QUOZIENTE INTELLETTIVO (QI): per capire il potenziale di apprendimento CONTENTUTI DIAGNOSI PRASSIE: perché anche la scuola richiede la capacità di eseguire movimenti finalizzati Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino QUANDO E’ DIAGNOSI? QUANDO LA PRESTAZIONE NEL TEST INTELLETTIVO QUANDO LA PRESTAZIONE NELLE E’ NELLA NORMA O PROVE DI LETTURA POCO AL DI SOTTO COMPITAZIONE ( FUSIONESEGMENTAZIONE…)) E CALCOLO SEGMENTAZIONE HA UN VALORE INFERIORE A -2DS RISPETTO AL VALORE MEDIO DELL’ETA’ CORRISPONDENTE (O SOTTO IL 5° PERCENTILE) ASSENZA DI ALTRI ELEMENTI DI GRAVITA’ Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino MEMORIA (a lungo termine, breve termine e di lavoro ) ATTENZIONE: per valutare l’attenzione sostenuta, selettiva, … la distraibilità e l’affaticabilità nello svolgimento dei compiti, p ,… CANALI SENSORIALI preferenziali: per conoscere le sue modalità di apprendimento PERCEZIONI: perché qualsiasi informazione da apprendere passa prima dai canali percettivi Accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)”, siglato, ai sensi dell’articolo 4, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 .del 25 luglio 2012 La certificazione di DSA deve evidenziare che il percorso diagnostico è stato effettuato secondo quanto previsto dalla Consensus Conference e deve essere articolata e formalmente chiara. E’necessario il riferimento ai codici nosografici (attualmente, tutti quelli compresi nella categoria F81: Disturbi evolutivi Specifici delle Abilità Scolastiche dell’ICD-10) e alla dicitura esplicita del DSA in oggetto (della Lettura e/o della Scrittura e/o del Calcolo) Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino 18 15/09/2014 PASSAGGIO CHIAVE DEL MOMENTO VALUTATIVO PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO ATTIVITA’ DI RECUPERO INDIVIDUALIZZAT O STRUMENTI COMPENSATIVI nel quale dovrebbero trovare spazio: la definizione degli obiettivi formativi calibrati sui bisogni dei singoli i li allievi lli i l’indicazione delle misure dispensative e/o compensative utili nei diversi ambiti disciplinari l’esplicitazione dei criteri e delle modalità di valutazione per i diversi ambiti disciplinari e/o educativi la definizione dei criteri di valutazione personalizzati l’indicazione di prove e strumenti di rilevazione differenziati. FORME DI VERIFICA E DI AUTOVALUTAZIO NE PDP MODALITA’ DIDATTICHE PERSONALIZZAT E MISURE DISPENSATIVE MODALITA’ DIDATTICHE PERSONALIZZATE Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino PDP Permette di creare “su misura” una personalizzazione del percorso formativo dell’alunno Permette di monitorare ll’andamento andamento Favorisce il lavoro collegiale (condivisione nel programmare, insegnamento, valutazione…) Facilita il passaggio di notizie al cambio del docente/ciclo scolastico insieme alla scheda PDP • Dalla diagnosi • Incontri con i tecnici • Incontri con la famiglia • Dalle osservazioni degli insegnanti Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino «Il PDP non può più essere inteso come mera esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA, esso è bensì lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazioni didattico - educative calibrate sui l ll minimi attesi per le livelli l competenze in uscita (di (d cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didattico-strumentale.» (CM n. 8 - 6/3/13) Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Descrizione del funzionamento delle abilità strumentali (lettura, scrittura e calcolo Modalità del processo di apprendimento (memorizzare, automatizzare, attenzione…..) Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino PDP livelli minimi Le caratteristiche del soggetto con D.S.A si evincono: PDP E’ importante identificare anche i livelli massimi attesi (la cosa migliore che immagino possa riuscire a fare quest’anno) quest anno), così da poter definire anche i livelli intermedi. Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 19 15/09/2014 Paola Guglielmino Universita degli Studi di Torino COSA DOBBIAMO ABBANDONARE??? STILI DI APPRENDIMENTO E STILI DI INSEGNAMENTO Le ricerche effettuate in relazione al rapporto tra stili di pensiero degli insegnanti e quelli degli alunni, hanno evidenziato che gli studenti hanno prestazioni migliori e vengono valutati più positivamente dagli insegnanti, quando i loro stili sono in sintonia con quelli degli insegnanti. insegnanti. Per far si che gli studenti mostrino quel che sono veramente in grado di fare, la congruenza dell’insegnamento e della valutazione con i loro stili è essenziale. Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino CARATTERISTICHE La conoscenza dei principali stili cognitivi degli alunni (permette la pianificazione degli interventi e la creazione di ambienti più adatti) + INDIVIDUALI MOTIVAZIONI Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino COSA E’ VINCENTE? STRATEGIE STILI COGNITIVI Secondo Poláček e La Marca (2002) occorre che gli Insegnanti siano preparati sull’esistenza e sull’utilizzazione degli stili nell’insegnamento. nell’insegnamento. A stili distinti di utilizzo da p parte degli g studenti, dovrebbero corrispondere da parte degli insegnanti differenti metodi di insegnamento e di valutazione Promozione dell’apprendimento in gruppo, gruppo, perché gli alunni possano rendersi conto che esistono stili differenti che vengono utilizzati dai loro compagni ed arricchirsi reciprocamente oltre che e imparare a tollerare tali differenze. Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino CONOSCENZE ABILITA’ COGNITIVE La riflessione sulle caratteristiche proprie personali, del proprio metodo di insegnamento Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 20 15/09/2014 MA COS’E’ LO STILE ? QUINDI Adattare l’insegnamento allo stile di apprendimento degli alunni Promuovere negli alunni la consapevolezza del proprio stile Promuove l’efficacia di qualsiasi intervento didattico specialmente in prospettiva di una educazione personalizzata e per un effettivo sviluppo dell'intelligenza e della competenza metacognitiva Lo stile è una combinazione delle attitudini con alcune componenti della personalità. È una modalità di risposta alla stimolazione ambientale, mentre l’abilità si riferisce al contenuto ( quindi l’abilità condiziona il rendimento, mentre lo stile riguarda il processo cognitivo) ii ) E’ una variazione individuale nel modo di percepire, ricordare, pensare, apprendere, immagazzinare, trasformare e utilizzare le informazioni provenienti dall’ambiente. E’il modo personale di percepire ed elaborare stimoli ambientali in strutture coerenti e significative in base alle quali poi si interagisce con l’ambiente. Assumono particolare importanza nell’apprendimento scolastico e nella scelta e nell’esercizio della professione (Poláček, 2004) Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino QUINDI? MA COS’E’ LO STILE ? Dallo stile cognitivo dipende lo stile di apprendimento che consiste nel modo individuale e abituale di acquisizione del sapere nell sapere, nell’utilizzazione utilizzazione di destrezze, destrezze nell nell’uso uso di atteggiamenti verso le materie scolastiche durante tutto l’apprendimento scolastico Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Come rispondere agli stili degli apprendimenti degli studenti rimanendo se stessi???? - Acquisire consapevolezza che esistono stili cognitivi differenti che non si identificano con l’intelligenza e con le abilità - riflettere sulle proprie modalità di insegnamento-apprendimento perché influiscono molto sull’interazione e sul rendimento degli alunni - riconoscere e valorizzare le strategie preferite dagli studenti e far sì che ognuno di loro ne possano sperimentare altre Dopo aver osservato e compreso lo stile preferito degli alunni della propria classe è importante che gli insegnanti revisionino le aspettative adattando differenti stili di insegnamento Sarà importante (ad es attraverso attività di gruppo) far sì che lo studente si renda consapevole del proprio stile di apprendimento e di studio e si confronti con gli stili dei compagni (metacognizione) Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino Come rispondere agli stili degli apprendimenti degli studenti rimanendo se stessi?? Variare ed incrementare il proprio repertorio di metodi di insegnamento fornendo una molteplicità di situazioni-stimolo che permettano allo studente sia di utilizzare il proprio stile sia di poterne sperimentare altri…. E ALLORA????? FLESSIBILITA’ Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 21 15/09/2014 FLESSIBILITA’ Tutti i docenti, in base alla loro personalità preferiscono una strategia rispetto ad un’altra però Scegliere una strategia diversa a seconda dell’obiettivo che ci si pone Allo stesso modo scegliere delle strategie diverse per le valutazioni Dott.ssa Paola Guglielmino Università degli Studi di Torino 22
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