Italians Do It Better! Spitfire Mk.IXc dal kit Eduard in scala 1/48.

Italians Do It Better! Spitfire Mk.IXc dal kit Eduard in scala
1/48.
ModelingTime
Leonardo ‘thunderjet’ F.
Potrei parlarvi della sua storia ,delle leggendarie battaglie ,degli assi che lo hanno pilotato,
della poesia del suo raccordo Karman o dell’eleganza delle sue ali ellittiche ..ma …non lo farò!
Dello “Sputafuoco” britannico si è parlato molto. Sono state scritte fiumi di pagine, scattate
migliaia di foto. E’ stato studiato, sviscerato ,smontato dal primo all’ultimo rivetto .Posso io,
piccolo ed insignificante modellista, competere con tutto ciò e darvi un’ idea di uno dei più
eleganti e prestazionali aerei della Seconda Guerra Mondiale?? Certo che no.
Per questa volta, quindi, salterò la solita l’introduzione storica e parlerò subito della nostra
amata plastica… in fondo è una macchina che non ha bisogno di presentazioni!
Il modello:
Allo stesso modo, potrebbe benissimo non aver bisogno di presentazioni il kit da me utilizzato:
lo Spitfire mk IXc 1/48 della Eduard, in versione Profipack. Immesso da poco sul mercato,
questo kit è probabilmente la scelta migliore per riprodurre un Mk. IX: linee e dimensioni ben
rispettate, bordi di uscita dell’ala e dell’elica sottilissimi, cockpit dettagliatissimo (quasi
all’altezza del relativo aftermarket Brassin in resina) e, infine, superfici di governo orientabili.
Se avesse avuto in dotazione anche il motore (come nella scatola profipack del Bf.109 E)
sarebbe stato davvero il kit perfetto!
La mia intenzione iniziale era di riprodurre un esemplare inglese così come proposto sulla
box art.
Poi, però, spinto dai ragazzi della community, ho tirato fuori dal cassetto le decal
Modeling Time Production dedicate agli Spit tricolori, orientando la mia scelta su un esemplare
mimetico. Pronto sul nastro di partenza con colla e colori in mano, Il buon Valerio Starfighter84
ha interrotto i miei sogni di gloria facendomi notare che lo stampo Eduard per la variante Mk.
IX “late” non è, purtroppo, adatto a riprodurre uno tra gli esemplari mimetici proposti nel foglio
decalcomanie sopra citato (già oggetto di un articolo apparso su queste pagine.
E perché? vi chiederete…
Osservando attentamente le ottime istruzioni allegate alle decal, noterete che tutti gli
esemplari con mimetica continentale avevano il cannone e la relativa bugna del portellone del
vano armi in posizione esterna; lo Spit Eduard, al contrario, è predisposto per il montaggio
dell’arma in posizione interna!! Fermato in tempo prima di commettere un sacrilegio storico, la
mia scelta è ricaduta quasi obbligatoriamente su un esemplare completamente verniciato nella
famosa “alluminata” (più che altro una vernice protettiva color alluminio).
Quando ho iniziato questo modello non era ancora in commercio la scatola dedicata alla
variante Mk.IX E. Nella confezione, infatti, è prevista l’ala dotata di bugne in posizione
corretta; basterà solamente aprire i fori per le armi da 12,7 mm in posizione esterna. Volendo,
la Eduard ha previsto anche una versione “Over Trees” che fornisce la sola stampata delle ali
“E” ad un prezzo davvero vantaggioso!basterà acquistarla ed eseguire quello che in gergo si
chiama “kit bash”, l’unione dei pezzi per ottenere una perfetta riproduzione in scala di uno
Spitfire Mk.IX C con cannoni in posizione esterna, in dotazione alla neonata Aeronautica
Militare Italiana.
Il montaggio:
Sul montaggio c’è veramente poco da dire… mi è bastato agitare la scatola ed il kit è andato a
posto da solo!
A parte gli scherzi, questa volta dimenticate grandi lavori di scratch-building. Come vi ho già
detto il cockpit è già dettagliatissimo, e le fotoincisioni comprese danno un ulteriore tocco di
realismo che non guasta mai. L’intervento più importante è stato aprire i fori del rack per le
cartucce dei razzi segnalatori posti alla base del sedile. Una volta montato tutto, pareti laterali
comprese, potete anche accantonare la bellissima vasca del “pit” e passare alla fusoliera
(l’abitacolo potrete, poi, inserirlo comodamente dal basso).
Mi raccomando, fate sempre qualche prova a secco prima di incollare tutto! Anche un
piccolo errore di montaggio potrebbe creare problemi che potevano essere risolti con una
semplice limatura delle pareti laterali. Per completezza di informazione, il colore usato per gli
interni è un mix di 60 gocce di Verde F.S.34227 (Gunze H-312) più 6 gocce di Medium Sea
Grey XF-83 Tamiya.
Le semi fusoliere si allineano bene e senza fatica; stesso discorso per la cofanatura motore
superiore
e
inferiore
del
Merlin,
forse
già
separati
in
vista
dell’eventuale
utilizzo
dell’aftermarket dedicato al propulsore. Anche in questo caso prestate particolare attenzione
agli allineamenti:evitando un eventuale lavoro di carteggio sul cofano,salverete i dettagli in
rilievo presenti su tutta la zona.
Passiamo poi alle splendide ali, caratteristica inconfondibile dell Spit. Le loro estremità,
come per il cofano motore, sono da montare a parte poiché il kit offre la possibilità di
realizzare anche la variante “Clipped Wing” – con terminali alari tronchi. Gli Spit Mk.IX forniti
all’A.M.I. avevano tutti le estremità ellittiche che ho montato nella loro sede senza particolati
problemi . La scomposizione del vano carrelli è, a mio avviso, eccessivamente cervellotica ma
immagino che la Eduard abbia avuto i suoi buoni motivi facendo questa scelta. Per questo
motivo bisogna prestare molta attenzione durante il montaggio dei pezzi,
soprattutto
nell’innesto dei carrelli con le ali. Attenzione!
A questo punto la fusoliera è pronta… le ali anche…. basta unire il tutto per ottenere uno
Spitfire! la degna conclusione di un montaggio facile e veloce passa, però, dal raccordo
Karman (il raccordo ala/fusoliera). In tutti i kit dedicati al caccia inglese è questo il punto più
debole e che necessita di maggiori attenzioni ma, anche in questo caso, con poche prove a
secco e allineamenti mirati l’uso dello stucco si riduce praticamente a zero. Altro punto a
favore nella scala della qualità dello stampo Eduard. Un vero gioiello!
Cosa manca ora? I trasparenti! Nel kit trovate sia una versione con la parte scorrevole
separata dalla cupolino posteriore fisso, sia una versione stampata in un sol pezzo se preferite
tenere il cockpit chiuso. Personalmente ho deciso di lasciarlo aperto..un vero peccato
nascondere tutto quel bel vedere! Prima del fissaggio, ho bagnato i trasparenti nella famosa
cera Future per donare lucentezza e proteggerli dai fumi della colla cianoacrilica. Per chi non lo
sapesse, la Future è cera per pavimenti venduta principalmente in America, ma reperibile
anche in negozi di modellismo online, visto il largo uso che se ne fa nel nostro ambito
(ovviamente ad un costo maggiore). L’equivalente migliore reperibile in Italia è la Livax 100
Carati.
Per quanto riguarda il montaggio di quest’ultimi..beh ,vale quanto detto per il resto del
modello. Lo stucco è rimasto silente sul suo scaffale. La mascheratura dei vetrini è stata un
gioco da ragazzi, grazie alle comode Express Mask adesive e pre-tagliate già fornite.
La verniciatura:
A questo punto è tutto pronto .Spostate la levetta del compressore su “ON” e.. mano
all’aerografo!
Come detto qualche riga sopra, per questa volta niente pre-shading o post-shading. Non ci
sarà nemmeno bisogno di impazzire nel trovare la tinta giusta dell’Ocean Grey! Per ottenere un
ottima resa, praticamente uguale al vero, basteranno solo due vernici: smalto Humbrol 21
Nero Lucido e, rullo di tamburi, Alclad White Alluminium!
Qual è lo scopo del nero lucido?
Più di uno: oltre a fornire una base liscia, splendente ed uniforme grazie al suo potere auto
livellante ed alla sua lentissima asciugatura, il fondo scuro dona maggiore profondità e
brillantezza al metallizzato che vi si aggrapperà sopra. Trascorsi tre giorni per l’asciugatura
dell’Humbrol
(il
modellismo
è
fatto
anche
di
attese
e
pazienza!),
tocca
finalmente
all’Alclad…senza dubbio la scelta migliore per finiture metalliche . Il colore è già pronto per
l’uso e non occorre diluirlo. Unica precauzione, quando adoperate questi tipi di colore indossate
sempre mascherine con filtro e lavorate in ambienti ventilati!
Pongo, ora, l’accento sul pannello antiriflesso,ossia quella zona anteriore al blindovetro dipinta
in verde scuro opaco per evitare che un riflesso del sole disturbi la visuale del pilota.
Osservando le foto del velivolo reale con le nostre insegne ,noterete che tale pannello può
assumere forme diverse in prossimità del cockpit. In questo caso particolare, dovrete
verniciare quasi fin sotto il frames del vetro frontale vero e proprio,lasciando solo una
sottilissima striscia in alluminio. La parte in rosso nella foto sottostante indica la zona da
colorare:
Detto questo,la verniciatura vera e propria si può definire conclusa. Facile eh?? Effettivamente
l’ottima qualità del kit e la semplicità della colorazione lo rendono un ottimo modello da
“decompressione”… pregio che fino a poco tempo fa era a appannaggio dei solo Tamiya o di
qualche Hasegawa ben riuscito. Completata, quindi, questa fase, ogni dubbio riguardo
l’Alluminata è svanito. Indubbiamente la mimetica continentale ha il suo fascino, ma la finitura
metallica sposa perfettamente con le pannellature e i rivetti finemente incisi del kit Ceco
esaltandone ogni minimo particolare!
Le decal:
Ora tocca al foglio decal firmato Modeling Time. Dato che l’aftermarket è stato già
abbondantemente recensito su queste pagine, non mi dilungherò oltre.
Mi limiterò a basilari considerazioni tecniche, ovviamente super partes: nonostante la finitura
già lucida del modello, è bene passare qualche mano di trasparente acrilico anche in
considerazione dei successivi lavaggi ad olio. In ogni caso non ho registrato alcun tipo di
silvering ed, inoltre, le insegne reagiscono bene ad ammorbidenti specifici aggressivi come i
Mr.
Mark
Softer
della
Gunze.Da
non
sottovalutare,
poi,
i
colori
delle
coccarde
italiane..finalmente perfetti! In sintesi,un ottimo prodotto!
Ho scelto l’esemplare numero 7 tra gli esemplari proposti, uno Spitfire Mk.IXc del 155°
Gruppo, 51°Stormo caratterizzato da uno spicchio nero sull’ogiva dell’elica.
Una volta applicate le decalcomanie, gli interventi di “weathering” si limitano al sopra
citato lavaggio ad olio eseguito con un grigio molto scuro (Nero più Bianco d’Avorio diluiti con
acqua ragia) ed alla riproduzione ad aerografo dei fumi delle mitragliatrici e degli scarichi
motore. Mentre i primi saranno appena accennati, i secondi saranno abbastanza pesanti e
mirati alla riproduzione di un colore tendente al nocciola. Questo perché i motori dei nostri Spit
erano già stati ampiamente sfruttati nel corso del Secondo Conflitto Mondiale, per cui le
infiltrazioni di olio nelle camere di combustione erano all’ordine del giorno. La verniciatura dei
fumi è stata eseguita con pressioni bassissime del compressore e con il colore diluitissimo,
circa 80-90% di diluente, in modo da procedere con velature leggere e controllare meglio
l’effetto che pian piano si definisce.
Generalmente a questo punto vi direi di passare l’opaco e mettere il modello in vetrina. In
questo caso, al contrario, vi sconsiglio di farlo.
Opacizzando il metallizzato, infatti ,vi ritrovereste uno Spit in grigio chiaro. Molto meglio una
finitura finale semi-lucida ottenibile mescolando al 50% l’X-22 Clear Tamiya e l’H-20 Flat Clear
Gunze. Così facendo non perderete l’effetto metallico e, allo stesso tempo, non attenuerete
neanche gli effetti usura.
Ora si… il modello è, finalmente, concluso!
Spero di non avervi annoiato troppo con questo Spitfire tricolore praticamente costruito da
scatola. Di certo non è colpa mia se la Eduard ha tirato fuori dal cilindro un kit che si monta
praticamente da solo!
Ringraziandovi per l’attenzione, saluto e auguro a tutti..Buon Modellismo!!