Read More - fuerteitalia magazine

N° 1 - 15 Giugno - 15 Luglio 2014 - Rivista Gratuita
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monRTO STACCABILE
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SCONTI
trova gli SCONTI ALL'INTERNO
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ALL'INTERNO
LA VOCE
DEGLI ITALIANI
magazine
.....................................
Editore:
Fuerteitalia SCP
Direttore responsabile:
Stefano Ferrero
Responsabile pubblicitario:
Marco Gandino
Impaginazione e grafica:
M.Chiara Nicotra, Giulia Poggi
Collaboratori:
Graziana Morcaldi, Laura Sanna,
Alessandro Grande, Cecilia Contessa,
Paolo Cane, Alessandro Bovaro,
Filippo Bionda, Ernesto Frefora.
Fotografi:
OceanSoul Photo
Tipografia:
Imprenta Maxorata
Redazione: c/ Punta Prieta 3/5, Corralejo
(La Oliva) – Fuerteventura
Telefono: +34666285365
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Fuerteitalia es una publicaciòn independiente de cualquier marca comercial.
...e lo Spagnolo?
Quando si fa partire un progetto nuovo c’è sempre la paura che possa non piacere. Il confronto con il pubblico è il termometro. Fuerteitalia,
fortunatamente, è piaciuta. E non potete immaginare quanto
ne siamo contenti. Sì, perché questo è un prodotto che vuole soddisfare voi
lettori! C’è solo una cosa che ci chiedono in tanti e così abbiamo deciso di
chiarirla qui. “Perché la rivista non è anche in spagnolo?” Domanda corretta,
perché noi italiani qui siamo ospiti e non ce ne dimentichiamo. La risposta è
molto semplice: far partire un nuovo progetto editoriale non è facile e quindi abbiamo pensato in questa prima fase di renderci le cose meno complicate possibili. Spesso chi parte con progetti faraonici chiude ancor prima
di inziare. Noi vogliamo fare un passo per volta. E non pensiate che l’idea
di rendere Fuerteitalia quantomeno bilingue non ci sia venuta. Tempo al
tempo però. Appena saremo pronti lo faremo. Ci auguriamo il prima possibile!
Stefano Ferrero
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Paseando por
LAS ISLAS BONITA
Comincia il nostro viaggio alla scoperta delle bellezze
di Fuerteventura. Si parte da Corralejo, direzione isola
di Lobos: un luogo incantato in cui la natura ha
preservato ancora tutte le sue caratteristiche.
di Laura Sanna & Graziana Morcaldi
Giorno uno.
La sveglia suona che il sole è già alto. Sono
le otto e il caldo delle lenzuola comincia già a
soffocare. È fine aprile. È tempo di meduse.
Temperature alte e vento basso. Luglio in
Italia, praticamente. Pasqua ci ha appena lasciati e, come la Befana, si porta via la baldoria, le mangiate, le orde di turisti. Anche la
marea si svuota più del solito. Viene quasi da
fare yoga in spiaggia, ma oggi abbiamo un
altro appuntamento: si va in catamarano per
il northshore, a scoprire quel fazzoletto azzurro che solo con le sbavature di china sulla
seta puoi riprodurre. Un ventaglio di azzurri
diversi, perché tutto è limpido: l’aria, l’acqua,
il fondale. Rapido check al bagaglio: solare
c’è, pareo c’è, macchina fotografica c’è.
Piroette in bagno, colazione al bar italiano e
saladilla (pane-pizza) alla porta accanto,
“Provate a immaginare che queste
due persone si
trovino su due
barche diverse,
distanti fra loro. Il
centro della corda
sarà immerso
nell’acqua, ma
i due capi della
corda saranno ben visibili
sulle due barche.
Queste sono
Fuerteventura
e Lanzarote, si
tengono per mano
sott’acqua, nascoste e indisturbate, a suggellare
un legame che
le accompagna
da secoli. Stesso
malpais (pietra
vulcanica), casette
sparse, ampi
spazi aperti, onde
famose in tutto
il mondo. Come
vedere mamma e
figlia: stessi geni.”
“ Se mai è esistito
il paradiso
terrestre,
non deve trovarsi
lontano da qui”.
panetteria majorera. Il porticciolo si trova due traverse dopo e il nostro bolide galleggiante ci aspetta al primo molo tra un veliero e un altro.
Ricapitoliamo: un catamarano, buona musica, bella gente. Caratteristiche dell’imbarcazione: Lagoon
380, di proprietà di un imprenditore edile scozzese
che si è stufato della pioggia, ha intravisto il paradiso e si è costruito il suo spazio. Navighiamo a
motore all’andata, direzione Nord-Est, e ci lasciamo affascinare dalle vele che domano il vento in
poppa al ritorno. Toilette donne, toilette uomini,
schermo piatto e coppe di champagne: non ci si
sente proprio all’avventura. Tranne quando ci tuffiamo tra le meduse, mai viste tante specie tutte
insieme. A farci compagnia Strauss, classico pomposo, azzeccato mentre siamo in balia delle onde.
Crew italo-canaria ma il curioso è ciò che segue:
Repubblica Dominicana, Algeria, Slovacchia, Francia, Inghilterra, Spagna, Italia, sono gli ospiti di
questa gita. Corralejo è proprio una metropoli con
la “M” maiuscola.
È il canario a raccontarci la storia della piccola isola
di Lobos. Innanzitutto il suo nome, Lobos, si riferisce al lobo marino, il leone marino o meglio la foca
monaca, che qui risiedeva e che si è estinta una
volta che l’uomo è entrato nel suo habitat. Andia-
mo incontro a Lobos saltellando come una bustina
di the nell’oceano. Il fondale è basso e l’acqua è
cristallina per tutto il tragitto. L’impressione è quella di trovarsi ancora nella baia, a due passi dal porto, invece siamo già in mare aperto. Questo perché
la profondità massima fra le due isole è di appena
15 metri, e il fondale che separa Lobos da Lanzarote non supera i 30. Un’isola è la continuazione
dell’altra, hanno il fondale in comune e si sviluppano in linea retta. In realtà le tre non sono altro che la
stessa isola. Immaginate di avere una corda e due
persone, ognuna tiene in mano un capo della corda. Provate a immaginare che queste due persone
si trovino su due barche diverse, distanti fra loro. Il
centro della corda sarà immerso nell’acqua, ma i
due capi della corda saranno ben visibili sulle due
barche. Queste sono Fuerteventura e Lanzarote, si
tengono per mano sott’acqua, nascoste e indisturbate, a suggellare un legame che le accompagna
da secoli. Stesso malpais (pietra vulcanica), casette sparse, ampi spazi aperti, onde famose in tutto il
mondo. Come vedere mamma e figlia: stessi geni.
Però Fuerte ha tante spiagge perché in migliaia di
anni tanto l’ha erosa il vento che ha generato tanta
sabbia. Per esempio, El Hierro, che è più giovane,
non ha spiagge, la roccia è ancora solida. Insom-
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NEWS
ma, come gli anelli marcati su un tronco d’albero,
datiamo un’isola dal numero delle sue spiagge. Qui
sono bianche perché perlopiù si tratta di conchiglie
ritornate alla nuda terra. Ma se accarezzo la sabbia
con una calamita raccoglieró tutti quei granelli neri,
peletti minerali che ricordano l’ingrediente vulcanico più comune: il ferro. L’isola è magnetica nel vero
senso della parola. Ferro e conchiglie mescolati dal
vento. In principio il massiccio vulcanico di Fuerte raggiungeva i 3000 metri, alto quanto il Teide
a Tenerife per intenderci, ora invece non supera i
600. Il vento l’ha letteralmente affettato. Peraltro,
considerate che le terre emerse stanno alla crosta
terrestre e, più giù, al mantello, come voi state al
materassino in vacanza: più pesate, più sprofondate in esso. Lo stesso accadde a Fuerte: scrollatasi
di dosso tutto quel peso, si alleggerì e si sollevò
sul pelo dell’acqua, rendendo visibili quei fondali
trasformati poi dal vento in spiagge bianchissime.
Se Fuerteventura è l’isola più antica, di contro Lobos è la più giovane, vantando “solo” 50000 anni di
storia. È figlia di Fuerteventura che un tempo aveva
le sue coste all’altezza del Tamaragua, fuori Corralejo, e Lajares. Poi, come margherite primaverili,
di passeggiare nel passato, nel deserto roccioso, ai
piedi del vulcano. Un villaggio di pescatori, grande
la metà di Piazza del Popolo a Roma, è l’unico punto abitato, e non stabilmente, con case costruite in
pietra e pochi mattoni. Con generatori elettrici per
la luce, quelli che siamo abituati a vedere alle feste
di paese. Qualcuno ha già optato per i pannelli solari e Sky, secondo fonti attendibili, è ufficialmente
approdata in loco. L’acqua dolce è completamente
assente, i majoreri fanno scorta a Fuerteventura.
Ma torniamo all’oceano: la baia di Corralejo è a
ferro di cavallo, il che rende le sue acque abbastanza tranquille per i natanti, ancor più da quando si costruì il porto sulla sinistra, che l’abbraccia.
Dando un’occhiata su Google Maps possiamo vedere Fuerteventura, a nord Lanzarote, e a nordest
Lobos. Tra di loro l’acqua dell’oceano scorre spinta dalle correnti provenienti da est, dall’Africa. Tra
di loro creano un limite a questa massa d’acqua,
come gli argini di un fiume. L’acqua prende forza e il
“Rio” appunto, come viene chiamato qui, è costantemente caratterizzato da onde medio-alto. Sul catamarano si balla. Il posto più azzeccato è la prua
perché, nonostante il salto, la sua forma simmetrisbocciarono sulla costa il Bayuyo, il Calderon Hondo e gli altri vulcani che, eruttando, diedero forma
a 120 km² in più di isola, nonché a Lobos. Per questo, le dune di Corralejo proseguono fino a Lajares,
ultime testimonianze dell’antica costa. In particolare, le dune non provengono dal Sahara, come si
potrebbe pensare, in quanto il vento va in direzione
Sud-Ovest e non lambirebbe nemmeno l’isola. Andiamo incontro a questo ritaglio di Terra nell’oceano e il vulcano, imponente, sembra caderci addosso. La musica si spegne. Ci sono solo i gabbiani,
che si rincorrono sulla vetta del vulcano, e poi si
tuffano in acqua in cerca di cibo. Il catamarano lentamente si avvicina alla costa, il silenzio rimbomba
assordante e la quiete travolge lo stato d’animo di
tutti. Viene alla mente la frase di Amerigo Vespucci:
“ Se mai è esistito il paradiso terrestre, non deve
trovarsi lontano da qui”. Saziamoci di tanta pace.
Il primo impatto con Lobos, effettivamente, ha il
sapore di antichità che risale al lontano periodo
di Vespucci e dei suoi viaggi. Il tempo sull’isolotto (4,5/ 5 km²) sembra essersi fermato. Lobos ha
scelto di restare autentica, rifiutando ogni tipo di
modernizzazione. Attraccando sull’Isola si sceglie
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ca attutisce i colpi e vale il biglietto dell’acquapark.
Son tuffi e pelle salata distesa al sole. Son scatti-ricordo da cartolina. Bell’ambiente. Delicatessen
e bevande più o meno alcoliche. Ma è soprattutto
un’immersione nella coppia d’assi canaria: l’oceano e i vulcani. In questo fazzoletto di mare, con
i suoi 15 metri di profondità massima, il traffico è
incessante, sopra e sotto il pelo dell’acqua. Balene
pilota (calderones), mante, tartarughe, squali, tonni
rossi. Saraghi e orate si avvicinano numerosi, vengono a raccogliere l’offerta del turista fedele, che
così paga pegno per visitare il paradiso.
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gli anni d’oro,
alle canarie
di Graziana Morcaldi
Sono sempre di più i pensionati italiani, ma non solo, che hanno deciso di trasferirsi a Fuerteventura.
Il mare, il clima e la natura offrono una qualità di vita superiore.
Il sole è ancora basso, si specchia nell’oceano
e il suo riflesso ravviva le barche che dondolano
nell’acqua.
Il suono del traghetto ci fa da sveglia: l’Armas
è pronta a lasciare il porto, direzione Lanzarote.
Sono le otto del mattino. I ristoranti e i bar sul
passeo del mare si svegliano lentamente. I camerieri tirano fuori sedie e tavolini e spazzano
il pavimento con il silenzioso rispetto di chi non
vuole disturbare la pace del mattino. Inizia una
nuova giornata a Corralejo.
Passa un gruppo di corridori sudati e sorridenti.
Fra di loro alcuni pensionati italiani. Salutano e
proseguono costeggiando il mare. Il loro è un rito
quotidiano e sacrosanto.
“L’ARIA DI FUERTE FA BENE ALLA SALUTE”
“L’aria di Fuerteventura fa bene alla mia salute ed è indubbiamente più salutare” dice Mara,
pensionata milanese. “Io soffro di tiroide e ho necessità di fare movimento e il clima di qui è più
favorevole di quello di Milano, perché posso fare
attività fisica all’aria aperta tutto l’anno”. Mara e
suo marito Vittorio fanno parte del Club Deportivo Guisa Action con base virtuale su Facebook.
E’ un gruppo di persone di nazionalità ed età diverse, accomunati dall’amore per lo sport all’aria
aperta. Si riuniscono per correre e fare ginnastica: appuntamento al porto alle nove del mattino
dal lunedì al venerdì. Organizzano o partecipano
a gare di corsa, di Kayak, nuoto ed escursioni.
“NON SI VIVE DA NABABBI”
Per Mara, Vittorio e tanti altri il modo migliore
per vivere gli anni d’oro su un isola nell’Atlantico:
mantenersi in forma, stare all’aria aperta e stringere nuovi legami di amicizia. “Mi sono sbloccato anche con lo spagnolo frequentando il gruppo” dice Vittorio, che racconta della sua scelta di
venire a vivere alle Canarie dicendo che “..molti
pensano che i pensionati a Fuerteventura vengono a fare la vita dei nababbi. Non è così, c’è
molta disinformazione al riguardo. Sicuramente
la vita è meno cara,ma le spese ci sono anche
qui e anche qui chi ha mille euro al mese deve ridimensionarsi. Noi, per esempio, abbiamo scelto
di non comprare la macchina, che fa bene alla
salute e al portafoglio”.
IL RITORNO A SCUOLA
Sull’isola i pensionati hanno trovato quello che
cercavano, una vita sana e semplice, ma anche
completamente nuova e lontana dalle abitudini di
una vita intera, multietnica anche. Hanno dovuto
fare i conti, molti di loro per la prima volta, con culture e modi di vivere differenti. Molti di loro sono
tornati a scuola dopo oltre cinquant’anni, puntuali
e attenti in classe per imparare lo spagnolo e stare
fra compaesani. Si riuniscono a bordo piscina a
fare barbecue nelle domeniche assolate e chiacchierano di canoe e maree, di escursioni ai vulcani
e dei compiti di spagnolo per casa e la politica
e il calcio sono argomenti sempre più lontani e
distaccati, qualcosa che non gli appartiene più.
I pensionati che hanno scelto Fuerteventura per
il loro meritato riposo dopo una vita di lavoro e
sacrifici lo hanno fatto con un obiettivo specifico:
rigenerarsi. L’aria pulita e sana, l’eterna primavera
e la tranquillità. Dopo una vita segnata dall’orologio e i ritmi frenetici della società hanno spento
l’interruttore e si sono regalati la libertà.
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NEWS
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I rituali della notte di San Juan sono legati al solstizio d’estate, al ciclo della natura. La terra. L’acqua. Ma soprattutto il fuoco, elemento purificatore
e magico. Il fuoco brucia quei ricordi materiali che
vogliamo dimenticare, ce ne libera. Saltare il fuoco
assicura fortuna e salute per l’anno a venire.
E’ SAN JUAN,
SI ACCENDANO I FALO’!
di Laura Sanna
Si avvicina il giorno di San Giovanni, San Juan in Spagna, e la tradizione vuole che per festeggiare
si accendano dei grandi falò. Ma non solo falò: le tradizioni per questa festa sono molteplici.
“Quando eravamo ragazzini, qui non c’era nulla”.
Raul è stato “pensato” tra i vergini paesaggi de La
Graziosa, è nato sull’isola di Gran Canaria, ed è
cresciuto nella little metropolis di Corralejo, Fuerteventura. Quando era un ragazzino, il pueblo era
molto differente. Poche case, basse e addossate,
si trovavano distanti tra loro sparse sul malpais, la
terra nera e vulcanica che ricopre l’isola. La zona
del “Molino”, che oggi è costellata di palazzine di
due- tre piani, era aperta campagna, fatta eccezione per il mulino stesso.
IL RITO DEL FALO’
“Noi ragazzi cominciavamo tre settimane prima a
raccogliere legna, e la immagazzinavamo nel mulino. Ne aggiungevamo costantemente, perché
l’obbiettivo era avere il falò più grosso di tutti”.
Il falò si accende tutt’oggi. Si celebra San Juan,
San Giovanni, tra il 24 e il 26 di giugno, in tutta
Spagna, “a lo grande”. Le tradizioni sono diverse,
ma il falò si mantiene costante. Si accende a sera,
e quando sarà ridotto in braci, una bella rincorsa
e lo si salta, come un ostacolo. Dicono che porti
bene. Non è solo questione di alcool.
È invece tradizione. Così come farsi il bagno in
mare subito dopo, in segno di purificazione. Se ne
deduce che lo scenario sia la spiaggia, e, come
dubitare, accanto ai fuochi esplode la festa: parranda, gare di pesca, grigliate di sardine, e ambiente fiestero. Un fritto misto di Sant’Antonio e
Ferragosto nostrani.
SAN JUAN A FUERTE
Fuerteventura vive in modo molto speciale la festa
di San Juan Bautista. Per quattro giorni si organizza qualsiasi tipo di attività diurna e notturna, ma la
“notte di San Juan” è la regina indiscussa e tanto attesa. Ogni isola ha le sue tradizioni: Tenerife
festeggia con le “bolas de fuego”, per esempio.
Fuerteventura fa l’esoterica stavolta, e ci invita a
riti ancestrali e misteriosi.. ovviamente a Pozo Negro, Antigua, che, a giudicare dalla mole di feste
e sagre che ospita, doveva essere la City By Night, la Montecarlo, di Fuerteventura ai tempi che
furono. Abbiamo chiesto ai vecchietti majoreri in
giro per Corralejo di regalarci un souvenir dei loro
ricordi in proposito. “La festa in sé non rientra nella nostra tradizione, da Gran Canaria è approdata
al pueblo di Vallebron, dove tuttora si tengono le
celebrazioni religiose principali”, dice Don Carmelo, che ricorda le fogaleras, i falò, e quando ci
si cimentava a saltare le fiamme con gli amici. Gli
stessi che ora prendono un “botellin” di birra e un
“lechileche” con lui ora.
ALTRI RITUALI
E qui saltano in ballo le signore, che stendono
un prontuario di riti, immerso in un cantilenante
chiacchiericcio. Un rametto di alloro appeso in
casa attrae la fortuna. Scrivere i propri desideri
su un foglietto e bruciarlo a mezzanotte fa che
si avverino. Una che la sa lunga è la signora
Maribel: per sapere come andrà il prossimo
anno economicamente parlando, “prima di andare a dormire, tutti gli anni metto sotto al letto
tre patate: una pelata, una pelata a metà, e una
intera. La mattina dopo, appena sveglia, senza guardare, cerco le patate con la mano. Ne
prendo una..”. Considerato che se è la pelata,
ci saranno problemi, auguri a tutti di trovare
quella intera. Felice San Juan.
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Cultura
Cultura
MADE IN CANARIA:
SAN BORONDON
Lo sapevate che...? Le isole delle Canarie sono ufficialmente sette: Lanzarote, Fuerteventura, El Hierro,
La Palma, Tenerife, Gran Canaria e Gomera. Eppure
c’è chi giura sull’esistenza di un’ottava isola
di Graziana Morcaldi
Canarie, isole dal sapore misterioso e attraente, ricche di storia e di storie. Sette piccole
isole vulcaniche accanto alle coste africane,
come macchie di caffè sulla camicia bianca.
Poggiate nell’oceano Atlantico come calamite
al frigorifero. Sette per l’appunto, con piccoli
isolotti emersi negli anni, come Lobos, figlia
adolescente di Fuerteventura, o la Graziosa,
figlia di Lanzarote. Sette le principali, per intenderci, oppure otto? Nella conta, facendo ricerche più approfondite, compare e poi
scompare un’ottava isola: San Borondón. Nei
secoli c’è chi ha giurato di averla incontrata
nel suo navigare nell’Atlantico, di aver toccato
con mano la sabbia nera che la caratterizza
o c’è chi giura di averla vista comparire all’orizzonte passeggiando sulla spiaggia di Gran
Canaria o di El Hierro, o ancora di La Palma.
Sta di fatto che, osservando attentamente il
mappamondo, cercare San Borondón è fatica
sprecata: non la troverete. Perché San Borondón è un’isola fantasma. Oppure no?
LE ORIGINI DELLA LEGGENDA
Tutto ha inizio nel VI secolo quando un monaco irlandese, San Brandan de Clonfert, in viaggio nell’Atlantico approda su un’isola e, insieme ai suoi compagni di
viaggio, ci resta sette anni.
Si tratta dell’isola di San Borondón. Dopo di lui, tanti altri conquistatori sono andati alla ricerca della misteriosa
isola che non c’è.
Alcuni hanno raggiunto la sua costa, si sono cibati del
cibo che la ricca vegetazione produceva, hanno bevuto
l’acqua che scorreva dal fiume che l’attraversa, hanno
riposato all’ombra dei suoi alberi rigogliosi.
Altri hanno parlato di uccelli che popolavano l’isola e
che si lasciavano accarezzare senza paura. Altri ancora
hanno descritto impronte giganti nella sabbia.
C’è chi San Borondón l’ha cercata per tutta la vita senza mai trovarla e chi dal suo viaggio non è mai tornato.
L’altra isola Canaria, secondo legenda, si presenta ogni
volta in un diverso punto dell’orizzonte, nascosta da un
fitto cerchio di nubi che lasciano intravedere le cime dei
suoi due monti, alti (a quanto pare) più del Teide, e separati da una fitta vegetazione, ma diventa schiva e si
nasconde quando qualcuno cerca di raggiungerla.
Trattandosi di legenda, ci sono varie versioni al riguardo, eppure, l’altra isola, resta punto di discussione per
i più romantici.
SAN BORONDON PER I MAJORERI
San Borondón è rimasta viva nella memoria collettiva dei
canari, come fosse la ricerca intangibile di un mondo migliore e per questo compare all’orizzonte, come a voler
ricordare che il mondo utopico forse esiste per davvero,
bisogna solo crederci e continuare a cercare. Passeggiando per Calle Iglesias, nel pueblo di Corralejo nel tardo
pomeriggio, quando il sole è ancora caldo ma si appresta
verso il Cotillo dove darà il suo spettacolo di colori migliori, regalando uno dei tramonti più belli al mondo, incontro
i vecchi majoreri. Il cappello a ripararsi dal sole, il bastone
poggiato sulla panca, sotto una tettoia di legno. Sono tutti
lì i majoreri di una volta, gli anziani, quelli che hanno negli
occhi i colori e i silenzi di un tempo antico, a noi sconosciuti. Faccio un cenno di saluto come ogni giorno, ma
questa volta parcheggio la mia bicicletta e li raggiungo.
Uno di loro mi invita a sedermi sulla panchina, accanto a
lui. Gli domando cosa sa di San Borondón. Lui mi guarda
stupito e resta in silenzio un pò. Poi dice soltanto: “Perché,
vuoi compare una casa lì?”. E in una sola frase il sapore
amaro di un’invasione di turisti e nuovi abitanti che li ha
colti impreparati, loro che erano cresciuti nel deserto di
sabbia, dimenticati dal mondo, che da bambini correvano
tra le poche case costruite con le pietre e parlavano di un
isola fantasma che appariva di tanto in tanto all’orizzonte
e si domandavano cosa ci fosse oltre l’oceano.
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CULTURA
CULTURA
ITALIANO-SPAGNOLO...
CUGINI MA NON TROPPO!
di Graziana Morcaldi
Fuerteventura, Canarie, Spagna.
L’isola che ci ha accolto e che ci ha scelti. Lo spagnolo, la nostra nuova lingua.
E allora, giochiamoci e apprendiamolo insieme.
HACE MUCHO TIEMPO...
Un errore frequente che noi italiani facciamo
spessissimo all’inizio del nostro approccio con lo
spagnolo è il seguente: HACE MUCHO TIEMPO.
Questa è la forma corretta per dire TANTO
TEMPO FA. Però, come spesso accade, siamo
propensi a tradurre parola per parola, con il risultato che diciamo: MUCHO TIEMPO ANTES.
Sbagliato! Il verbo FARE in spagnolo, al contrario
dell’italiano, in questo caso apre la frase e quindi: due anni fa diventa ”hace dos años” e una
settimana fa si traforma in hace una semana e
così via..
TIO
Tio si traduce in zio, ma lo sentirete pronunciare
spesso anche se nelle vicinanze non c’è lo zio
di nessuno. Tio gli spagnoli lo usano anche per
dire “il tale”; “il tizio”; “quello” che sta passando
in questo momento. Quindi, in una conversazione non è inusuale sentire frasi del tipo “el tio allì
que estás sentado” che tradotto è il tipo che è
seduto lì o ancora: “Voy hacer windsurf con tres
tios” che significa: “vado a fare windsurf con tre
persone/compagni/amici”.
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CULTURA
CULTURA
FEM,
EL COTILLO SI PREPARA ALL’EVENTO
di Laura Sanna
A El Cotillo il 4 e 5 luglio arriva “Fuerteventura En Musica”, l’evento musicale più importante e atteso
sull’isola. Siamo all’undicesima edizione e anche quest’anno non mancheranno ospiti d’eccezione.
L’estate sta ufficialmente arrivando.
Qui a Fuerte partiamo avvantaggiati, diciamolo. Comunque sia, la movida cambia
completamente, in tutti i centri abitati del
mondo ci si sposta all’aperto. Fuerte già sta
all’aperto in dicembre. Avvantaggiati. La festa, però, si anima di più anche qui. Sarà per
via dell’overbooking nelle strutture hoteliere
e private, sarà per via degli eventi che ac-
compagnano quest’estate 2014. Come ogni
anno ormai, parte il Fuerteventura En Musica, ormai festival per eccellenza “della musica dal vivo” dell’arcipelago.
Ormai perché è da ben undici anni che l’evento si progetta e si porta al successo,
attraverso il Cabildo di Fuerteventura e
l’Ayuntamiento de La Oliva, tanto da rappresentare oggi un appuntamento importante in
cui convergono artisti di buon calibro e appassionati di musica.
L’ACCOGLIENZA
Per accogliere questa mole di gente ci si
basa su due punti fondamentali: in primis
un servizio di autobus continuo 24/24 h, di
modo da contribuire efficacemente a evitare
la mortalità stradale in un weekend di locura.
Inoltre, si destina un’area a zona camping,
per cui è possibile godere al 100% della festa e dormire al lato. A ospitare la festicciola
è El Cotillo, frazione de La Oliva, affacciato
sull’Atlantico (costa nord-ovest) in maniera
pittoresca: anche se si tratta di un villaggio
di pescatori e si mantiene tale, è cresciuto
parecchio, un poco per il turismo, molto per
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l’immigrazione tranquilla, di molti di quelli
che apprezzano la pace che quest’isola può
dare e hanno deciso di stabilircisi, farne la
propria realtà. Ciononostante, non meno di
venti nazionalità differenti convivono con
semplicità. Sulla destra del pueblo compare la Playa de la Concha, scenario perfetto
per un susseguirsi di note musicali e spazio
tende al lato. L’idea potrebbe essere quella
di una sorta di rave polveroso, ma sarebbe
completamente scorretta.
A dimostrare che il rispetto per la natura e un
festival possono convivere.
GLI OSPITI DI FEM
Normalmente, nonostante il FEM si tenga
tra il 4, venerdì, e il 5 luglio, sabato, i canari
arrivano il giovedì con i loro accampamenti familiari da trenta posti ciascuno, quindi se volete portare la vostra igloo da due
posti, non prendetevela con calma. La festa
non comincia il venerdì. Comincia prima.
Quest’anno, poi, si fa il botto: grande ospite,
Calle 13, che non ha bisogno di presentazioni. Come per lui, il FEM è una tappa del
proprio tour per molti degli artisti partecipanti. La lista è lunga, ma spicca l’eterogeneità
di nazionalità, un richiamo all’integrazione
tra le culture. Anche gli stili sono diversi, accomunati però dall’esecuzione dal vivo. Non
solo, sono mossi anche dallo stesso credo:
si protesta contro le attività e gli insediamenti militari, si invita a provare un modello economico ecosostenibile, basato sulle energie
rinnovabili. In particolare, vista l’attualità
del tema, si protesta contro lo sfruttamento petrolifero del mare tra Fuerteventura e
la costa africana: si rischia l’accordo tra il
Governo e la Repsol, nonostante la zona sia
“Riserva della biosfera” dal 2009 per ordine
dell’UNESCO. Ma vediamo chi viene a cena:
Esckrzo, Dub Pistole, Noha, Sonido Vegetal,
Freedonia, Dinamo, Ohara and The Southfish, Tropico 28, Mister Paradise & Friends, La
Sonrisa del Guirre, Moombastic, questi ultimi majoreri. Dalla cumbia al rock, se vi piace
la musica dal vivo e potete, accorrete.
Fuerteventura En Musica 2014 vi aspetta.
COLTIVAZIONI
VARIE
VARIE
IN GIARDINO CON
LA PAPAYA!
La papaya, frutto esotico conosciuto in particolare per il suo
succo molto buono, ha anche delle proprietà curative importanti e ultimamente ne è stata introdotta la coltivazione
anche a Fuerteventura, nel sito di Pozo Negro.
di Cecilia Contessa
La papaya viene definito l’albero dell’eterna
gioventù grazie alle sue spiccate proprietà
benefiche nella prevenzione di numerose
malattie e al contenuto in sostanze nutritive
favorevoli per una dieta ricca di antiossidanti,
vitamina C ed elementi minerali che aiutano
a mantenerci in forma, combattendo l’invecchiamento cellulare. Inoltre, il frutto contiene
la papaina, enzima utile nei problemi digestivi
e dell’apparato gastrico in genere.
La combinazione di tutte queste sostanze
sono la miscela perfetta per combattere obesità, diabete, malattie cardiache, ipertensione, migliorare la fertilità, la vista e la circolazione…insomma, l’elenco delle proprietà
della papaya pare non finire mai.
e nel combattere lo scorbuto, malattia diffusa
anticamente tra i marinai durante le lunghe navigazioni.
LA PAPAYA
A FUERTE
Pozo Negro è un
sito molto interessante, che ospita
non solo fiere ed
eventi tipo Feaga,
ma si occupa
soprattutto di progetti di coltivazione sperimentale: a
partire da giugno
2012, per esempio, si studia l’adattamento della
papaya alle condizioni specifiche
dell’isola, progetto
sostenuto sia da
imprese private
sia dal governo
locale. Questo
studio si concentra su cinque
varietà in particolare, diverse per
caratteristiche e
finalità di utilizzo.
Le condizioni ambientali di Fuerteventura sono,
infatti, propizie
alla sua coltivazione, dato che,
a partire da una
temperatura di 27
gradi, si favorisce
il processo di trasformazione degli
amidi in zuccheri,
dando così vita
a un frutto molto
dolce.
19
I PRIMI RACCONTI
Le prime notizie sul carnoso frutto vengono riportate da Hermàn Cortès nel racconto della conquista del Messico. Gli atzechi, credendolo una
divinità, gli offrirono un banchetto al termine del
quale lo invitarono a mangiare uno strano frutto
dalla buccia dorata che lo aiutò a smaltire il troppo
cibo ingerito. Cristoforo Colombo e Marco Polo
nei loro appunti di viaggio, annotarono l’uso della papaya come alimento chiave nella dieta degli
aborigeni, efficace nel prevenire problemi digestivi
DOVE SI TROVA
La pianta della papaya è originaria delle zone
tropicali del centro America, ma è diffusa in tutte le regioni comprese tra i due tropici. In queste
zone la papaya cresce rapidamente, fiorisce e fruttifica durante tutto l’anno, con la raccolta concentrata tra novembre e giugno. La vita media della
pianta è, però, di soli dieci anni e la produttività
massima viene raggiunta il secondo anno di vita.
La papaya è estremamente esigente nei confronti
del suolo, concimazioni e temperatura: predilige
terreni ben concimati e sciolti per evitare ristagni
idrici che porterebbero marciumi radicali e non tollera temperature sotto i 0°C. Le piante non richiedono operazioni di potatura, ma possono essere
capitozzate e rinnovate con uno dei tanti germogli.
In genere sono coltivati due tipi di papaya: uno a
polpa arancione e l’altro a polpa gialla.
20
VARIE
VARIE
ritorno alle origini
partorire a fuerteventura
di Graziana Morcaldi
Partorire a Fuerteventura o tornare in Italia?
Se qualcuno può pensare che per un evento così importante sia meglio rientrare nella terra d’origine
si sbaglia di grosso: anche il parto a Fuerteventura è una splendida esperienza.
Dare alla luce un bambino è l’esperienza più straordinaria nella vita di una donna, ma è soprattutto la
natura che esplode, una vita che dà vita. A Fuerteventura il parto torna ad essere effettivamente un evento
naturale, “fa una pausa di riflessione” e torna alle origini. Pochi ricorderanno i parti in casa con le levatrici,
solitamente donne anziane, che accorrevano in casa
della futura mamma per assisterla nel parto. Questa
pratica, come altre, il progresso l’ha portata via in silenzio e senza rimpianti. D’altronde conoscete qualche nostalgico che rimugina sulla perdita dei tempi
in cui non c’era acqua corrente e bisognava andare
a fare rifornimento fino al pozzo? Ma a differenza dei
pozzi, che lentamente si prosciugano e vengono nascosti dalle erbacce, la naturalezza del parto ha fatto
ritorno e lentamente sta riaffermando i suoi diritti.
L’ATTENZIONE PER IL PARTO NATURALE
Si chiama Plan de Parto ed è una Strategia Nazionale
di attenzione al parto naturale.
Non si torna a partorire nelle case, o almeno non nel
caso in questione, dato che anche il parto in casa sta
tornando di prepotenza alla luce.
Il parto di cui parliamo viene fatto in ospedale, ma con
un attenzione maggiore alla naturalezza dell’evento,
lasciando solo ai margini e per casi di necessità, la
medicalizzazione a cui siamo abituati. “Per mesi mi
sono chiesta senza sosta: Torno in Italia per partorire, o faccio nascere mio figlio sull’isola?” ci racconta
Claudia, giovanissima mamma di Alessandro, nato a
gennaio di quest’anno. “Alla fine mi sono decisa per
Fuerteventura. Ad oggi sono felicissima della mia
scelta, lo rifarei senza dubbio, e lo consiglio a tutte”.
COS’E’ IL PLAN DE PARTO
Ma che cos’è il Plan de Parto? Non è altro che un
questionario a cui rispondere con un sì o un no o mettendo una crocetta. Le mamme compilano il questionario poche settimane prima della data tanto attesa
e lo consegnano all’ospedale, affinché il giorno del
grande evento il personale sanitario sappia quali attenzioni la futura mamma desidera ricevere. Le domande sono le più svariate, sia propriamente tecniche
in cui la mamma specifica se vuole l’epidurale o meno,
o chi vuole nella stanza con sé, o se vuole gli siano
somministrati alcuni tipi di farmaci ecc, sia di carattere
più personale.
Infatti, quello che è realmente curioso è che la mamma
pianifica lei stessa in quale ambiente suo figlio debba
venire alla luce. Può quindi scegliere se ascoltare musica, se vuole incensi o candele per rendere l’ambiente più soft, e in quale posizione partorire. Sì perché il
Plan de Parto ha lo scopo di mettere completamente
a suo agio la futura mamma, anche nella posizione da
adottare per partorire. Può infatti partorire sdraiata di
lato o sulla “sedia parto” invece che sdraiata.
LA FIGURA DELLE “MATRONE”
“Le matrone che mi hanno seguito in quelle ore sono
state fantastiche. Mi massaggiavano le gambe e la
pancia, mi lasciavano camminare e sedermi su una
palla di gomma. Si comportavano come delle mamme” dice Norma, mamma di Lucy, dieci mesi e un
sorriso dolcissimo. “Con una di loro sono rimasta in
contatto. Ci scriviamo e ci vediamo” aggiunge Claudia. “Le ricordo con grande affetto”.Le matrone non
sono altro che le ostetriche e sono loro che stanno in
sala travaglio e sono sempre loro che fanno nascere il
bambino. Il ginecologo interviene solo se necessario.
E qui torna dolce il ricordo antico, e per molti di noi
21
mai conosciuto delle vecchie levatrici, che aiutavano
le donne a partorire in casa.
IL CONTATTO CON LA MADRE
“Una cosa importante” ci dice Margarita, matrona di
stanza all’Urgenzia di Corralejo, sulla Calle Juan Carlos I “è che il bambino deve sentire subito il contatto
con la mamma e per questa ragione, appena nato, prima ancora di essere lavato e visitato viene poggiato
sul ventre nudo della mamma. ‘Piel con piel’, il più a
lungo possibile. Il bambino che nasce prematuro, per
esempio, a contatto con la mamma crediamo che sia
la medicina più efficace affinché cresca sano e forte”.
Il neonato non viene mai allontanato dalla madre dopo
il parto, affinché permanga quel contatto durato per
nove mesi di gestazione, ovviamente se le condizioni
di salute della madre e del neonato lo permettono.
Il Plan de Parto è un modo effettivo per rendere davvero speciale e unico la nascita di una nuova vita così
come la natura ha stabilito, e lentamente sta tornando
in tutta Europa. Fuerteventura c’è!
22
VARIE
VARIE
circuito bagnoasciuga
30 cm d’acqua
ADDOMINALI BASSI
23
1
In posizione supina, ci saldiamo al suolo
con i gomiti/le braccia a 90˚ dal piano.
Le gambe sono leggermente flesse,
pronte a prendere a sforbiciate l’acqua.
Assicurandoci di tenere l’ombelico in superficie per
tutto l’esercizio, ci garantiamo un lavoro a norma:
schiena dritta e zona “core” in azione.
4 serie da 8 sforbiciate, in verticale e in orizzontale
WELLNESS,
TRE ESERCIZI IN RIVA AL MARE
2
di Laura Sanna
Il “circuito bagnasciuga” propone tre esercizi per addominali bassi, alti e lombari e glutei, da eseguire
comodamente in riva al mare per mantenere sempre la forma migliore.
L’estate. Mare, sapore di mare. La temperatura sale. E
noi distesi sulla sabbia non ci sappiamo stare. Benissimo.
Diamo sfogo alle endorfine. E al menù. Al diavolo i mesi
anteriori a base di dieta e palestra. Il segreto è accelerare
il metabolismo: un po’ di movimento ogni giorno, dieta
variegata e diluita in tutta la giornata, fanno sì che il corpo
GLUTEI
Ripetiamo lo stesso esercizio da proni,
tenendo i glutei sul pelo dell’acqua,
mentre le gambe sforbiciano.
4 serie da 8,
in verticale e in orizzontale
richieda sempre più energie, consumando delle riserve
sempre nuove. E qui torniamo alla spiaggia, che è ricca
di proposte allettanti: beachvolley, racchettoni, calcetto,
nuoto, passeggiate epiche e, per gli “atrevidos”, gli impavidi dell’avventura, le bocce. Tutto vale per spendere
energie. E per ricaricarsi.
ADDOMINALI BASSI
Torniamo alla posizione supina e alle braccia
perpendicolari al suolo.
Classico esercizio del vogatore:
stendiamo le gambe in avanti fino a formare
una tavola dal collo in giù,
ritraendole poi quanto possibile fino a farci a “pallina”.
4 serie da 8.
Ripetere con il bacino in diagonale
a destra e a sinistra
3
24
VARIE
VARIE
25
IL DIZIONARIO DEL RISPARMIATORE…
GLI ITALIANI E LA PENSIONE ALL’ESTERO
di Palo Cane
Sono sempre di più gli italiani che, arrivata l’età della pensione, lasciano il Bel Paese
per trasferirsi in luoghi caldi e dove la la vita è meno cara. La domanda più ricorrente?
“Come faccio a farmi inviare la pensione?” Ecco le risposte.
Cambiare vita e lasciare il proprio Paese per
andare a vivere all’estero, raggiungendo una
meta sempre sognata o, più concretamente, alla
ricerca di un luogo dove condurre uno stile di vita
più aderente alle proprie aspirazioni.
No, non stiamo parlando solamente di ambiziosi
cervelli in fuga e giovani attratti da nuove esperienze in paesi pronti ad offrire allettanti opportunità di crescita professionale e personale. Sono
sempre più, infatti, gli intraprendenti pensionati
italiani che decidono di abbandonare il Bel Paese, alla caccia di un buen retiro low cost.
Il trend
Il loro numero è in costante aumento, come confermano i dati Istat: su 16 milioni di prestazioni
pensionistiche erogate, circa mezzo milione vanno a beneficiari residenti all’estero. Tra le ragioni principali che spingono sempre più anziani a
cambiare vita ci sono, ovviamente, le pensioni
troppo leggere, che non permettono di avere
una vita dignitosa in Italia (nel nostro Paese la
metà dei pensionati vive con meno di 1000 euro
al mese). Allora, meglio tardi che mai: si migra
verso paesi lontani ma caldi e accoglienti, dove il
proprio vitalizio consente di vivere da benestanti,
magari in infradito e in riva al mare.
Le Isole Canarie: meta attraente
Ma dove andare? Vicino a noi le isole Canarie,
in quanto territorio spagnolo, godono dell’appartenenza all’Unione Europea, beneficiando inoltre
di un regime fiscale agevolato. I pensionati Inps
italiani che risiedono nell’arcipelago ricevono la
pensione italiana contributiva lorda (non quella
complementare o integrativa) senza la decurtazione delle imposte regionali, comunali (con
esclusione di eventuale Imu su immobili detenuti
in Italia) e Irpef. Qui si compra un bilocale con
80mila euro. Una villetta nel campo da golf costa
200mila euro. Il clima è sempre tra i 20 e i 30
gradi, e non esiste riscaldamento in casa. Il costo
della vita? Il diesel costa circa 1 euro, 1,1 euro la
benzina, l’Iva è al 7%, ma più bassa sui generi
alimentari, il carrello della spesa costa il 30% in
meno che in Italia.
Pensione all’estero, come fare?
Ma come fare per riscuotere direttamente la propria pensione nello Stato nel quale si è deciso di
risiedere?
In primo luogo, il pensionato residente all’estero
deve compilare e trasmettere all’Inps, in modalità
esclusivamente telematica, l’apposita domanda,
indicando tutti i dati relativi alla riscossione all’estero.
È molto importante considerare che, per quanto concerne il trattamento fiscale dei redditi da
pensione, il governo italiano ha stipulato accordi
bilaterali con un gran numero di paesi esteri (tra
i quali la Spagna) per un trattamento fiscale agevolato. Le informazioni sulle singole convenzioni
internazionali in vigore le offre il sito Agenzia delle
Entrate che ha pubblicato i testi delle convenzioni. In relazione alle modalità di versamento, i pensionati italiani residenti in uno dei paesi dell’Unione Europea possono richiedere il percepimento
della pensione in una delle seguenti modalità:
su un conto corrente bancario estero, indicando
le coordinate bancarie;
su un conto corrente postale estero, indicando le
coordinate del conto corrente postale;
tramite l’emissione di un assegno bancario in
euro.
Le detrazioni per carichi di famiglia
La legge finanziaria 2007 ha inoltre esteso ai
pensionati residenti all’estero il diritto a usufruire
delle detrazioni per carichi di famiglia. I requisiti
per ottenere le detrazioni sono i seguenti:
le persone per cui si richiedono le detrazioni non
devono possedere un reddito complessivo superiore a 2.840,51 euro (al lordo degli oneri deducibili); il richiedente non deve godere nel paese di
residenza di benefici fiscali connessi ai carichi di
famiglia.
I residenti in Paesi membri dell’Unione europea o
in Paesi aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo possono utilizzare l’apposito modulo di autocertificazione per attestare i requisiti
richiesti ai fini delle Detrazioni fiscali.
Per maggiori informazioni si suggerisce di consultare i siti internet dell’Inps (www.inps.it) e
dell’Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate.
gov.it).
Per qualsiasi informazione ulteriore sulle pensioni pagate all’estero, il pensionato può contattare
via e-mail l’Ufficio Pensioni Estero – Sportello informatico - [email protected].
MONDIALE!
di Stefano Ferrero
Si parte. Quattro anni di attesa ed ora finalmente
riecco il Mondiale di calcio!
Dal Sudafrica al Brasile sono cambiate molte
cose, ma non la favorita numero uno che resta
di diritto la Spagna. Basti pensare alla recente finale di Champions che ha visto proprio due formazioni iberiche sfidarsi. Inultile nascondersi: i
più forti in questo momento sono loro. Un passo
indietro l’Argentina, trascinata dal quattro volte
Pallone d’Oro, Lionel Messi. Non solo lui, però.
Perchè se il ct Sabella può permettersi di lasciare a casa uno come Carlitos Tevez per antipatie
personali, lo fa anche perché al suo posto ha
comunque potuto convocare attaccanti come
Palacio, Higuain, Aguero e Lavezzi.
Il problema può essere il reparto arretrato.
Se si parla di fenomeni non si può dimenticare
il Portogallo di Cristiano Ronaldo, squadra però
storicamente allergica alle grandi competizioni.
E poi come non citare il Brasile padrone di casa
e la sua stella Neymar. La forza dei verdeoro
quest’anno potrebbe però essere la difesa, mai
così forte con Dani Alves e Thiago Silva su tutti.
E l’Italia? Staremo a vedere, non parte favorita,
ma può diventare una bella sorpresa.
di Prandelli
LE OUTSIDERS
BELGIO
Hazard, Januzaj,
Lukaku e Mertens.
Già un attacco
così fa venire i
brividi, ma se poi
ci aggiungi alle
spalle gente come
Fellaini e Witsel, in
difesa l’eterno Van
Buyten e in porta
Courtois, ecco che
il Belgio non può
che essere considerata l’outsider
numero uno.
COLOMBIA
Non ci sarà il più
forte, Falcao, non
ancora a posto
dopo il brutto infortunio. Brutta tegola
per i cafeteros
che però restano
una mina vagante.
Martinez e Bacca
fanno paura. E che
dire degli “italiani”
Guarin e Cuadrado?
SVIZZERA
Nessun talento incredibile, ma la forza sta nel gruppo.
Un gruppo che noi
italiani conosciamo
bene visto che annovera gente come
Lichtsteiner, Inler e
Behrami. Nel girone di qualificazione
si sono coportati
molto bene.
12 SIRIGU SALVATORE Portiere
1 BUFFON GIANLUIGI Portiere
13 PERIN MATTIA Portiere
2 DE SCIGLIO MATTIA Difensore
14 AQUILANI ALBERTO Centrocampista
3 CHIELLINI GIORGIO Difensore
15 BARZAGLI ANDREA Difensore
4 DARMIAN MATTEO Difensore
16 DE ROSSI DANIELE Centrocampista
5 MOTTA THIAGO Centrocampista
17 IMMOBILE CIRO Attaccante
6 CANDREVA ANTONIO Centrocampista
18 PAROLO MARCO Centrocampista
7 ABATE IGNAZIO Difensore
19 BONUCCI LEONARDO Difensore
8 MARCHISIO CLAUDIO Centrocampista
20PALETTA GABRIEL Difensore
9 BALOTELLI MARIO Attaccante
21 PIRLO ANDREA Centrocampista
10 CASSANO ANTONIO Attaccante
22 INSIGNE LORENZO Attaccante
11 CERCI ALESSIO Attaccante
23VERRATTI MARCO Centrocampista
Speciale
mondiali 2014
SPORT
SPOR
i
è L’ORA DEL...
Gli orari delle partite in Canaria sono 1 ora prima!!
*
SPORT
Speciale
mondiali 2014
LE AVVERSARIE
DEGLI AZZURRI
NEL GIRONE
dUE Canari...
AL MONDIALE!
31
David Silva e Pedro Rodriguez saranno i due rappresentanti delle Isole Canarie ai Mondiali di calcio
di Brasile 2014. Toccherà anche a loro cercare di
portare la Spagna al secondo titolo consecutivo.
di Stefano Ferrero
Inghilterra, Uruguay e Costarica
sono le tre avversarie dell’Italia nel girone.
Un inizio impegnativo per gli Azzurri che però ce la possono fare.
L’importante è partire con il piede giusto.
C’è anche un po’ di Isole Canarie ai Mondiali di calcio di Brasile 2014. Se gli occhi degli italiani saranno puntati infatti su Buffon e compagni, qui a Fuerteventura non si può fare a meno di tenere d’occhio anche la “Roja”, a caccia
del suo secondo titolo mondiale consecutivo. E andando a leggere la rosa dei 23 convocati dal ct Del Bosque, non
possiamo non soffermarci su due giocatori nati e cresciuti nelle vicine Tenerife e Gran Canaria.
Si tratta di Pedro Rodriguez e David Silva, due di quelli da cui ci si attende di più.
Non poteva capitare un girone più difficile all’Italia che si ritrova a combattere per uno dei due posti
che qualificano agli ottavi di finale con Inghilterra, Uruguay e Costarica.
Sulla carta solo il Costarica è inferiore e presumibilmente terminerà al quarto posto, ma potrebbe
comunque togliere punti importanti a qualcuno. Nei Mondiali poi, non bisogna mai dare nulla per
scontato, basti pensare al Camerun nel ‘90 o anche solo a ciò che accadde quattro anni fa proprio
all’Italia, fuori in un girone che sembra superato già prima di iniziare.
Stare sulla corda fin dall’inizio potrebbe anche far bene agli Azzurri, che sanno di dover affrontare
tutte le sfide come fossero già da “dentro o fuori”.
URUGUAY
Sulla carta l'avversario più temibile è l'Uruguay.
Squadra gloriosa, capace di vincere i Mondiali
del '30 e del '50, quest'ultimo proprio in casa del
Brasile, ha poi vissuto un periodo opaco. Tornata
grande ma non vincente a cavallo tra gli anni '80 e
'90, trascinata dal “Principe” Enzo Francescoli, ha
avuto poi di nuovo un calo, fino all'ultimo Mondiale,
chiuso al quarto posto grazie soprattutto a Diego
Forlan. Ora torna ancora più forte, con un attacco
atomico composto dallo stesso Forlan, Cavani e
Suarez. Centrocampo di sostanza con l'aggiunta di
quel Gaston Ramirez, vecchia conoscenza del calcio italiano per aver militato fino allo scorso anno
nel Bologna. Solida anche la difesa, che si basa
sul centrale dell'Atletico Madrid, Godin.
INGHILTERRA
L'Inghilterra fa più paura nel nome che nei fatti. I
Tre Leoni non sono più la bellissima squadra di
qualche anno fa, comandata da Ferdinand, Terry
e Bevckham, e anche i vari Gerrard e Lampard
cominciano ad accusare il peso degli anni. L'attacco è tutto centrato su Wayne Rooney e Sturridge con Welbeck pronto a subentrare. A centrocampo, oltre ai già citati Gerrard e Lampard,
occhio a Wilshere e Barkley, sorpresa dell'anno nel suo Everton dove ha messo a segno sei
gol a soli vent'anni. Il ct Hodgson ha puntato su
una squadra giovane, escludendo alcuni senatori come Carrick e Ashley Cole. L'ex allenatore
dell'Inter ha le idee chiare: “Veniamo in Brasile
per vincere”. Ad essere onesti sarebbe già una
bella impresa passare il primo turno.
COSTARICA
Come si diceva, la più debole del girone, almeno
sulla carta. Nessun nome di spicco e le squadre
più rappresentate sono proprio le locali Herediano e Saprissa con tre giocatori a testa. Nessun
giocatore “italiano” convocato, tra i militanti nelle formazioni europee spiccano i centrocampisti
Duarte (Brugge) e Diaz (Mainz) e gli attaccanti
Ruiz (PSV Eindhoven) e Campbell (Olympiacos).
Costarica anche sfortunato perché mancherà per
infortunio il suo miglior giocatore ovvero Alvaro
Saborio, terzo miglior marcatore della storia della
nazionale centro americana.
Non dimentichiamoci però che già nel Mondiale di
Italia '90 il Costarica arrivò senza credenziali per
poi dimostrarsi un osso duro, tanto da superare il
girone battendo Svezia e Scozia.
PEDRO, EL GUANCHE BLAUGRANA
SILVA, UN CANARIO A MANCHESTER
Pedro Eliezer Rodriguez Ledesma, conosciuto da
tutti semplicemente come Pedro, nasce a Santa
Cruz de Tenerife e diventa calciatore sull’isola nel
Club Deportivo Raqui San Isidro, squadra dilettantistica di Granadilla de Abona. Attaccante piccolo
ma veloce e molto dotato tecnicamente, a 17 anni
vede la svolta della sua carriera: passa alla cantera del Barcellona, dove debutta giovanissimo in
prima squadra. Da lì un’escalation di successi tra
cui un Mondiale e un Europeo con la maglia della
Spagna, quattro volte campione della Liga, due
Champions League e due Mondiali per Club con
la casacca del Barça. La chicca? E il primo giocatore giocatore ad aver segnato nello stesso anno
in tutte e sei le competizioni cui ha partecipato.
Niente male!
David Silva, “El Chino” per tutti visto il taglio degli occhi
all’orinetale, nasce invece ad Arguineguín, paesino di
pescatori di Gran Canaria, noto per aver dato i natali
anche ad un altro fasomo calciatore, Juan Carlos Valeron. Notato giovanissimo dal Valencia, si trasferisce
in penisola e comincia il suo cammino verso il successo. Due anni in prestito all’Eibar (Seconda Divisione)
e al Celta Vigo (Prima Divisione), prima di tornare al
Valencia dove si consacra definitivamente, tanto che
nell’estate del 2010 il Manchester City per averlo versa ben 30 milioni di euro. Soldi ben spesi perché El
Chino trascina gli Sky Blues alla conquista di due Premier League. Con la maglia della Nazionale, invece,
vince due Europei e un Mondiale. La Spagna è ai suoi
piedi: può essere la scheggia impazzita in grado di far
saltare qualunque difesa.
32
SPORT
SPORT
Si arriva così al 2014 e Rossi, ormai trentacinquenne,
si ripresenta al via con tanta voglia di dimostrare di
esserci ancora e di poter lottare per le prime posizioni. Il problema è che adesso c’è un altro Valentino
Rossi. Si chiama Marc Marquez e l’anno scorso, alla
prima stagione in MotoGP, ha vinto subito il titolo.
E’ il famoso “ricambio generazionale”. Ma se né Pedrosa né Lorenzo sono mai sembrati imbattibili per il
“Dottore”, Marquez pare proprio di un altro pianeta.
Come lo è sembrato lui per anni.
Questo Rossi, nonostante i 35 anni compiuti, lotta
alla pari con tutti. Ma Marquez ha davvero qualcosa
in più.
ROSSI C’è
di Ernesto Frefora
Dopo tre anni di difficoltà, quest’anno è tornato il Valentino Rossi che dal ‘97 al 2010 ha stregato tutta Italia
con le sue magie sulle moto. Ma davanti a lui c’è sempre il nuovo fenomeno delle due ruote: Marc Marquez.
“Rossi c’è”. La voce di Guido Meda che esalta le
imprese del Valentino nazionale è ben impressa in
tutti noi. Quella voce che per tre anni non abbiamo
più sentito. Perché Valentino Rossi non c’era più. O
almeno “quel” Valentino Rossi. Quello che dal 1997
al 2010 ha dominato prima in 125, successivamente
in 250 e quindi in 500, diventata poi MotoGP. In tutto
9 titoli mondiali, di cui 7 nella classe regina, conditi
da tre secondi e due terzi posti. Per più di dieci anni
è l’autentico dominatore delle due ruote, con la sua
classe infinita sulla sella e quella capacità di fare cose
che gli altri nemmeno riescono a pensare.
Aprilia, Honda, Yamaha: qualunque moto gli venga
affidata, lui la porta al successo.
IL DECLINO
Il 2010 è uno spartiacque. Il suo compagno di squadra in Yamaha, Jorge Lorenzo, vince il titolo, lui chiude terzo. Non essere più il numero uno nella scuderia
gli fa pensare di cambiare aria. Così arriva il passaggio in Ducati e l’improvviso crollo. Un feeling mai nato
quello con la “rossa” di Borgo Panigale. Un’unione
che invece avrebbe dovuto sancire un successo italiano a tutto tondo.
Niente da fare. Sulla Desmosedici il “Dottore” colleziona appena tre podi in due anni e nemmeno una
vittoria, chiudendo i due mondiali rispettivamente al
settimo e sesto posto.Sembra finito.
Le grane con il fisco danno anche una mano ai suoi
detrattori e così Rossi, da idolo incontrastato delle
folle, si ritrova ad essere osteggiato, invitato a lasciar
perdere, definito ormai “vecchio” e “bollito”. Ma è
proprio in questi momenti che la stoffa del campione
viene fuori. Anzi, quella del fuoriclasse. Perché non
si diventa brocchi da un giorno all’altro. E Valentino
lo vuole dimostrare. Ma con i mezzi giusti, perché in
Ducati proprio non è possibile.
LA RINASCITA IN YAMAHA
E allora ecco il ritorno in Yamaha e improvvisamente
qualcosa cambia. Il suo compagno di squadra è ancora Lorenzo, campione del mondo in carica. Valentino parte con un secondo posto in Qatar, poi qualche
gara incolore e finalmente il ritorno al successo sul
circuito amico di Assen (ottava vittoria in Olanda in
carriera). Rimane l’unica vittoria stagionale, ma è già
un buon segno e a fine anno Rossi chiude al quarto
posto in classifica generale.
IL “NUOVO” VALENTINO
Valentino inizia con un secondo posto in Qatar, come
l’anno precedente, poi è ottavo in Texas e quarto in
Argentina. Intanto Marquez vince, vince e vince ancora. Si arriva in Spagna e a Jerez de la Frontera,
Rossi se la gioca fino alla fine. Sta davanti a Pedrosa
di un decimo, ma deve ancora inchinarsi a Marquez.
Due settimane dopo a Le Mans è l’unico a provare a
33
tener testa al giovane spagnolo, ma ancora una volta
deve cedere: secondo.
Arriva il GP di casa: Mugello.
I sette successi consecutivi dal 2002 al 2008 sono un
ricordo. L’altro ricordo, da cancellare però, è la caduta al primo giro dello scorso anno che lo ha costretto
troppo presto al ritiro.
C’è tanta voglia di tornare sul gradino più alto del
podio proprio in Italia e Valentino ce la mette tutta,
anche perché deve festeggiare al meglio la trecentesima gara in carriera nel motomondiale.
Partito molto, troppo indietro in griglia (decimo), Rossi rimonta, rimonta, rimonta fino ad arrivare al terzo
posto. Di più non si può fare. Davanti Marquez e Lorenzo si danno battaglia e, manco a dirlo, ancora una
volta la spunta il catalano. Ma è l’ennesima iniezione
di fiducia. Se per il titolo sembra non esserci storia,
Valentino può ambire a chiudere al secondo posto:
primo degli umani. Una volta erano gli altri a contendersi questo posto perché l’extraterrestre era lui.
Ma oggi va bene così. L’importante è tornare a dire:
“Rossi c’è”.
RENè EGLI:
UN’IDEA... MONDIALE
Pioniere del windsurf, arrivato a Fuerteventura nell’ormai lontano
1984, Renè Egli ha trasformato la Playa di Sotavento nel paradiso dei kiters e dei windsurfer: una storia bellissima. E a fine luglio
arriva anche una tappa della World Cup di kite e windsurf.
di Stefano Ferrero
Anno 1984. Fuerteventura è un angolo di paradiso, ancora di più di quanto non lo sia adesso.
Il turismo è agli albori e all e spalle della laguna
di Sotavento da poco è stato costruito l’Hotel
Gorriones.
Un pioniere del windsurf, lo svizzero Renè Egli,
scopre questo luogo incantato e soprattutto il
fatto che questa spiaggia, questa laguna, è un
posto con delle condizioni climatiche uniche
per il vento.
LA TOBERA DI SOTAVENTO
La posizione geografica della spiaggia, infatti,
permette l’intensificazione dell’aliseo nord-orientale attraverso due catene montuose.
Inoltre l’aria ascendente dell’isola, scaldata dal
sole, rimane circoscritta e soggetta alla diversa
pressione degli alisei, tendenzialmente meno
caldi. Quando la corrente raggiunge la lagina di
Il 18 luglio alla
Playa di Sotavento
arrivano i mondiali
di kitesurf prima (dal
18 al 24 luglio) e di
windsurf poi (dal 25
luglio al 2 agosto).
Un appuntamento
ormai classico che,
per quanto riguarda
il windsurf, va in
scena addirittura dal 1986 ed è
giunto alla 29esima
edizione.
Attesi in media 1500
spettatori al giorno:
durante la giornata
tutti a guardare il
mare ma la sera
non mancheranno
le feste e la musica
ad animare ancora
di più questi 15
giorni di divertimento. Dai veterani
Bjorn Dunkerbeck
e Antoine Albeau,
al giovane italiano
Matteo Iachino
e il ventinovenne
Alberto Menegatti,
il windsurf assicura
delle belle battaglie.
Nel kite c’è attesa
per Christophe
Tack, Marc Jacobs
e Alexandre Neto.
Toccherà invece ad
Alberto Rondina
difendere i colori
dell’Italia in questa
disciplina.
Spettacolo garantito: vietato mancare.
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PHOTO: JHON CARTER
Surf
Surf
SURF
Sotavento per tornare al mare, la pressione si
dissolve ridando nuova vita ai venti.
Questo duplice effetto è responsabile della presenza costante di venti forti in questo luogo, più
che in qualsiasi altra parte dell’isola, e prende il
nome di “Tobera” di Sotavento.
Renè Egli è un passo avanti a tutti. Comprende
da subito che queste condizioni sono ideali per
il windsurf e così acquisisce i diritti esclusivi per
questa disciplina dell’Hotel Gorriones e inizia
l’attività con 8 tavole e 30 vele.
IL PRIMO MONDIALE DI WINDSURF
L’inizio è frenetico. L’obiettivo è quello di sviluppare un turismo in loco interamente dedicato al
windsurf e nell’86 ad appena due anni dalla sua
installazione, organizza e partecipa al primo
Campionato del Mondo di velocità con il windsurf sull’isola di Fuerteventura.
Pascal Maka relizza un nuovo record del mondo, toccando i 38,86 nodi e contribuendo così
ad aumentare la popolarità di Fuerte tra gli
amanti di questo sport.
E’ veramente l’inizio di un’escalation senza fine.
Fuerteventura e la Playa di Sotavento da allora
diventano tappa fissa del mondiale di windsurf,
ma non solo. Ogni anno c’è una novità.
Nel ‘95 apre il Fuerte Action Bar, un punto di
incontro alla moda che mette insieme sport e
abbigliamento e a dieci anni dalla sua nascita,
l’attività conta ora 200 tavole e 600 vele.
L’AVVENTO DEL KITE
Il 2000 è un altro anno fondamentale per Renè
Egli. Comincia a diffondersi nel mondo una nuova disciplina: il kitesurf. A Sotavento la “Tobera”
rende ideale questo tratto di oceano anche per
questo sport e così apre il primo Kite Center e la
prima scuola di kite sull’isola di Fuerteventura.
Appena un anno più tardi, Renè Egli organizza la Kite World Cup, prima manifestazione nel
suo genere al mondo e anche questa volta, così
come accadde con il windsurf, arria un record
del monod. A stabilirlo è Sebastien Cattelan,
che con il tempo di 8,87 secondi realizza il nuovo primato di Hangtime.Da allora Sotavento
si divide quindi tra windsurf e kite, trovando il
modo per far convivere pacificamente queste
due discipline e i suoi praticanti.
LA STRUTTURA OGGI
Annika Ingwersen, General Manager e Responsabile Marketing per Renè Egli, traccia un profi-
36
SURF
lo di ciò che è oggi la struttura, cresciuta tanto ma
ancora in espansione: “Ora ci sono due Windsurf
Center e un Kite Center, ma il progetto è quello
di creare un nuovo centro di classe superiore su
1100 metri quadri completo di ogni confort: docce, bar, fisioterapisti: insomma, per una vacanza
all’insegna del kite e del windsurf che possa però
anche garantire relax tra una sessione e l’altra”.
Già oggi il centro Renè Egli è un’oasi per chi
vuole praticare questi sport. “Abbiamo una tipologia di clienti diversa rispetto al resto dell’isola
– prosegue Annika Ingwersen – perché noi proponiamo molti servizi che da altre parte non ci
sono. Tutto ciò che cerca un appassionato di kite
o windsurf, da noi lo trova. Le migliori comodità, perché la pratica di questi sport possa essere
vissuta anche come una vera e propria vacanza,
e il cliente non debba preoccuparsi di nulla, se
non di divertirsi facendo l’attività che ama”.
Un centro capace di servire anche 400 persone
nei giorni di punta e di accogliere durante l’anno
oltre 30mila clienti. Numeri da capogiro.
I MONDIALI DI WINDSURF E KITE
Il 18 luglio alla Playa di Sotavento arrivano i
mondiali di kitesurf prima (dal 18 al 24 luglio)
e di windsurf poi (dal 25 luglio al 2 agosto). Un
appuntamento ormai classico che, per quanto
riguarda il windsurf, va in scena addirittura dal
1986 ed è giunto alla 29esima edizione. Per due
settimane il centro di Renè Egli sarà letteralmente preso d’assalto. Non è cosa da tutti i giorni
vedere i migliori in assoluto sfidarsi fra le onde e
soprattutto farlo in uno degli spot con le migliori
condizioni di vento al mondo.
Attesi in media 1500 spettatori al giorno: durante
la giornata tutti a guardare il mare ma la sera non
mancheranno le feste e la musica ad animare ancora di più questi 15 giorni di divertimento.
Dai veterani Bjorn Dunkerbeck e Antoine Albeau,
al giovane italiano Matteo Iachino e il ventinovenne Alberto Menegatti, il windsurf assicura delle
belle battaglie. Nel kite c’è attesa per Christophe
Tack, Marc Jacobs e Alexandre Neto. Toccherà
invece ad Alberto Rondina difendere i colori
dell’Italia in questa disciplina.
Spettacolo garantito: vietato mancare.
38
SURF
39
UN’ONDATA DI EMOZIONI
di Graziana Morcaldi
Una tavola da surf e l’oceano, in cerca di “buena onda”
con una sola chiara regola da rispettare per tutti: il rispetto.
Il surf è per molti uno stile di vita e, come
un gioco di colori, si amalgama ogni aspetto
della quotidianità alla tavola e all’oceano. I
surfisti si perdono guardando l’orizzonte e si
rigenerano cavalcando l’onda.
Quali sono le regole da rispettare? In realtà
ce n’è solo una da tenere a mente, breve,
concisa e sacrosanta: il rispetto.
“Il surf è tutta questione di sensazioni ed
emozioni, se disturbi l’emozione altrui manchi di rispetto verso il più alto dei sentimenti”
racconta Emanuele, tavola da surf in mano,
pronto a scendere alla spiaggia del Cotillo,
vasta e selvaggia, e remare verso il mare
aperto.
Nel surf non si guarda solo la bravura e la
destrezza nel domare le onde, ma scrutare il
modo in cui ci si approccia alla natura. “E’ lo
sport che più di ogni altro crea il legame con
la natura. Sei solo tu, una tavola e l’oceano”
dice Nicola.
“Ci sono tanti surfisti migliori dei più grandi
campioni del mondo, ma scelgono di restare
all’ombra, vivere nell’intimità l’emozione che
gli regala questo sport” prosegue Emanuele.“La prima volta che sono entrato in un tubo
è stato come rinascere, una sensazione fortissima”.
Ci racconta con enfasi Nicola “quando il tubo
si è chiuso sopra la mia testa è diventato buio
e io sapevo che dovevo surfare l’onda prendendola più in alto possibile per andare più
veloce e non essere travolto.
Così ho fatto, e ho visto la luce in fondo al
tunnel e le sono andata incontro, ho finito
l’onda e l’ho sentita rompersi alle mie spalle,
il rumore più bello del mondo”.
I surfisti, quelli veri, sono quelli che accarezzano la propria tavola prima di entrare in acqua, che la cavalcano nell’oceano con devozione aspettando l’onda. Sono quelli che, pur
essendo in dieci nella stessa superficie d’acqua non si perdono in chiacchiere fra loro.
C’è un silenzio che è musica, tutti con lo
sguardo fermo e disteso verso il mare aperto,
nel contatto più intenso con l’universo. Sono
in dieci ma ognuno è solo con le sue emozioni.
E allora ecco che nel surf, come nella vita, il
rispetto del prossimo è fondamentale.
E’ sufficiente, come ha detto Emanuele, approcciarsi con amore e umiltà, rispettare l’emozione che regala agli altri, godersi la propria.
E poi finalmente l’onda arriva e regala l’adrenalina più estrema.
Quei pochi attimi appagano dell’attesa, fino
al prossimo giro di giostra.
“E’ nel volteggiare della tua anima che ritrovo me stesso” aggiunge Emanuele prima di
entrare in acqua. “Il surf per me è racchiuso
in questa frase”.
Cucina
Cucina
CUCINA
insalata di...
PAPAYA
Difficolta : 8/10
x 8
40 m
Ingredienti:
1 papaya di
medie dimensioni
4 cucchiai di
concentrato di
tamarindo
3 pomodori
4 spicchi di aglio
3 peperoncini
2 cucchiai di
salsa di pesce
di Laura Sanna
Preparazione:
Tagliate la papaya pelata a julienne.
Mettetela in una terrina e cospargetela di sale,
perché così ne esca il liquido.
Fatela riposare 30 minuti.
Nel frattempo lavate e pulite i fagiolini, decapitatene
le estremità e fateli bollire in acqua salata. Scolateli
prima del tempo, quindi tagliateli a pezzettini. A listarelle, o a fiocchi, tagliamo anche l’insalata e la lasciamo riposare. I 30 minuti son trascorsi: sul fondo della
ciotola si è depositata la parte acquosa della papaya.
Schiacciatela con le mani per far uscire tutto il restante liquido dal frutto e separatelo.Trasferite la papaya in un robot da cucina, aggiungete i peperoncini
(senza semi, né calotta) e tritate azionando il robot
“a scatti”. Unite quindi l’aglio, il concentrato di tamarindo, la salsa di pesce e tritate nuovamente fino a
quando tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati.
Versate nella ciotola l’insalata, il “tritato”, e guarnite
con il pomodoro a fettine e i fagiolini.
OCCHIO!!!
Per preparare questa ricetta, è preferibile utilizzare
della papaia ancora acerba.
250 gr. di fagiolini
Insalata verde
Sale q.b.
LO SAPEVATE CHE..
●L’insalata di papaya si accompagna perfettamente al
riso glutinoso.
●Una delle varianti
di questa ricetta prevede che i fagiolini
vengano frullati.
●Provate ad aggiungere una carota
grattugiata.
41
42
CUCINA
COCKTAIL
RUM-PAPAYA
CUCINA
Un cocktailito alcolico, fresco, e dolce.
Assicuratevi di avere già il costume addosso, la
sdraio in posizione, un pareo rosso con le lucertole
accuratamente sgualcito sopra, perché è davvero
di facilissima preparazione. In soli 10 minuti.
E va servito fresco. Quindi, mettiamoci all’opera.
di Laura Sanna
INGREDIENTI
30 cl. di Ron Arehucas
15 cl. di succo di papaya
2 cucchiaiate di zucchero
3 cubetti di ghiaccio
2 foglie di menta
Preparazione
Il cocktail alla papaya si prepara con il tipico rum
locale e la papaya come ingredienti fondamentali. Entrambi devono essere molto freddi.
Si comincia dal succo di papaya, frullatela senza
paura di lasciare un po’ di polpa al composto.
Per il nostro supercocktail, mixiamo due parti di
rum con una di succo di papaya, abbondando un
poco con quest’ultimo volendo.
È l’ora dello zucchero: due cucchiaiate a pioggia,
una bella mescolata, e quasi ci siamo.
Distruggiamo i cubetti di ghiaccio fino a ottenere
una granita. Aggiungiamo tutti gli ingredienti alla
“cocktelera”, shakeriamo e versiamo nei bicchieri. Abbiamo precedentemente preparato la decorazione per i bicchieri: a bocca in giù, bagnamo il
bordo prima con l’acqua e poi con lo zucchero a
granelli. A gusto, foglie di menta, ombrellini & co.
43
44
L’incubo sembra diventare realtà. Alla fine ha vinto la linea del ministero dell’industria José Manuel Soria contro
il governo locale delle isole
che si opponeva alle trivellazioni.
La
Marea nera
A FUERTEVENTURA
La chiamata in tutte e sette le isole è all’unisono:
si scende in piazza per dire No alle trivellazioni di
Repsol in acque Canarie, tra Lanzarote e Fuerteventura. E Fuerteventura si è fatta sentitre.
Sono le 18.30 di sabato 7 Luglio quando davanti
alla sede del Cabildo Insular, nel cuore di Puerto
del Rosario, si iniziano a vedere le prime magliette nere mentre suona “l’Inno contro il petrolio”.
Sono gli abitanti di tutta l’isola, majoreri, tedeschi, inglesi, francesi, russi... non manca nessuno all’appello. Vengono da Morro Jable, Tefia,
Antigua, Corralejo, Cotillo...ed in pochi istanti
l’educata, vivace ma contemporaneamente arrabbiata, “marea nera” umana invade il capoluogo al grido di “No al petrolio, Si alle energie
rinnovabili”. Una manifestazione pacifica, piena
di momenti emozionanti, lunghi applausi.
“La loro indifferenza ci ha reso più uniti, oggi siamo un’unico popolo che chiede solo di essere
ascoltato da chi dovrebbe rappresentarci invece
di venderci” racconta Nereida, majorera settantenne, preoccupata per il futuro della sua terra e
dei suoi nipoti. Dopo una breve marcia sul lungo
mare, i manifestanti si raggruppano nuovamente
davanti alla sede del Cabildo Insular, “ i colpevoli” secondo gli organizzatori della manifestazione.
E restiamo colpiti dall’educazione di questo nuovo popolo che attende, su invito degli organizzatori, la fine della messa prima di dare voce a due
giovani studenti, emozionati ed emozionanti, per
leggere il manifesto che simultaneamente viene
proclamato nelle altre sei isole.
PRECEDENTI
La minaccia dei pozzi petroliferi in acque canarie
non è una novità. Già nel 2002 il Governo tentò
di imporre la propria volontà e iniziare le trivellazioni. Ma in quell’occasione l’incubo venne sventato dall’intervento del Tribunale Supremo di Giustizia perchè mancava la relazione sull’impatto
medioambientale. Successivamente l’argomento
venne usato come merce di scmabio nelle politiche nazionali. La manifestazione del 22 marzo
de 2012, dopo l’approvazione dei trivellamenti,
ha sorpreso tutti. Il popolo canario aveva deciso
di lottare.
Negli ultimi dodici anni Repsol è riuscita a “correggere” tutti gli errori progettuali ottenendo così
l’approvazione allo sviluppo della sua campagna
canaria.
I POZZI
I trivellamenti tra Fuerteventura e Lanzarote preoccupano tutti, principalmente pescatori e operatori del settore turistico. E poi c’è il problema
dell’acqua: non bisogna dimenticarci che qui
sull’isola dipende interamente dagli impianti desalinizzatori che smetteranno di funzionare con
l’inizio degli scavi.
I pozzi saranno a circa nove chilometri dalla
spiaggia di Castillo ed a circa ventiquattro dalle Dune di Corralejo e da Puerto del Camen a
Lanzarote.
speciale petrolio
Eventi
15
LAJARES
GIUGNO
San Antonio
de Padua
-------------------------------
17
centro bibliotecario
peninsulare,
Puerto del Rosario
GIUGNO
20.30
IBERTIGO ITINERANTE
Si chiude, con quest’ultimo film, il minifestival sulla
Muestra de cine Hispano- americano celebratosi a
Gran Canaria: dopo “Efectos especiales”,
“El árbol de las fresas”, “Papirosen”,
l’ultimo capolavoro.
FINO AL 21 GIUGNO
CENTRO CULTURAL RAIZ,
LA OLIVA
26/28
GIUGNO
4, 5
LUGLIO,
EL COTILLO,
4/5
LUGLIO
h. 17.00/21.00
HUELLAS DE LOS MAHOHS,
esposizione di Federica Occhi
e Francisco Aurelio Suárez Fuentes
26, 27, 28
FINO AL 29 GIUGNO
VALLEBRON,
ANTIGUA
Festeggiamenti in onore di
SAN JUAN BAUTISTA
Vedere articolo!
------------------------------AUDITORIUM MUNICIPAL
DE CORRALEJO
21
GIUGNO
ALICIA EN EL PAÌS
DE LAS MARAVILLAS
Musical per grandi e piccini,
il classico della Disney
arriva a Corralejo.
5€ prevendita,
7€ botteghino
giugno,
Pza Calero,
Corralejo
80’s FESTIVAL CORRALEJO
Cinema all’aperto, hairstylers, giochi tipici:
direttamente dall’epoca in cui molti di noi erano
bimbi o poco più che ragazzi, vi accenniamo solo
alcune delle idee che spiccano da questo
programma diurno e notturno
FEM, FUERTEVENTURA EN MUSICA
Torna l’appuntamento annuale del Festival più
atteso sull’isola... tanti nomi tra cui l’irriverente
Calle 13.... Fuerteventura En Musica, la playa, la
gente, un botellín e, naturalmente, tanta, tanta musica.
-------------------------------
ANTIGUA
13
LUGLIO
ROMERÌA IN ONORE
A NUESTRA SEÑORA
DEL CARMEN
Musica, gastronomia tipica, danze folkloristiche, e
un po’ di tradizione religiosa, sono gli ingredienti di
una romería. Volete saperne di più?
Vi aspettiamo ad Antigua.
Per ricevere assistenza sanitaria è
sufficiente avere con sè la tessera
magnetica del Sistema Sanitario Nazionale, con la quale si ha il diritto di ricevere assistenza negli ospedali pubblici dell’isola con rimborso della quasi
totalità delle spese sostenute.
Centri di Salute
Puerto del Rosario: 928 531029
Corralejo: 928 535969
Gran Tarajal: 928 162243
Costa Calma: 928 872112
Morro Jable: 928 545071
Pájara: 928 161563
Croce Rossa
Corralejo: 928 860000
Caleta De Fuste: 928 851376
Grand Tarajal: 928 16 52 59
Consolato Onorario
d’Italia
Las Palmas de Gran Canaria Circoscrizione: Fuerteventura,
Gran Canaria, Lanzarote
Console Onorario:
Sig. José Carlos DE BLASIO C/. Reyes Catolicos n. 44 - 35001
Las Palmas de Gran Canaria Fax: 928.244.786
e-mail: [email protected]
Attenzione telefonica prestata dalla
società “Innovatel Europe s.l” al numero 807.505.883
Per chi chiama da fuori dalla Spagna: +34 902.502.512 Si riceve il pubblico su esclusivamente appuntamento.
Orario al pubblico:
lunedì e mercoledì, dalle 9.30 alle
13.00; venerdì dalle 9.30 alle 11.30
Ufficio del Turismo
Corralejo: 928 866235
Caleta De Fuste: 928 163286
Jandia: 928 540776
Varie
Aeroporto Fuerteventura :
+ 34 928 860500
Duty Free:
200 sigarette;
100 sigarini;
50 sigari; 250g di tabacco.
60ml di profumo.
2 litri di vino
2 litri di liquore
sotto il 22% di volume.
1 litro di liquore
oltre 22% di volume.
NB: i minori di anni 17 non possono
portare alcool e tabacco nel bagaglio.
Autobus
(alle Canarie si chiama Guagua)
orari delle linee principali
gli orari sono validi per i giorni lavorativi.
Per sabato, domenica e festivi consultare il sito:
www.maxoratabus.com
Il biglietto si paga direttamente
al conducente alla salita Per trasportare biciclette, tavole da surf
e altre attrezzature sportive chiedere prima al conducente
Linea 1:
Puerto del Rosario – Morro Jable
(passa per Antigua)
06.30 07.30 08.30 09.30 10.00
10.30 11.30 12.00 12.30 13.30
14.30 15.00 15.30 16.30 17.00
17.30 19.00 20.00 21.00 22.30
Morro Jable – Puerto del Rosario
05.45 07.00 07.30 08.00 09.00
10.00 10.30 11.00 12.00 12.30
13.00 14.00 15.00 15.30 16.30
17.00 18.15 19.00 20.00 22.30
Linea 3:
Puerto del Rosario – Caleta de Fuste
06.30 07.00 07.30 08.30 09.00
09.30 10.00 10.30 11.00 11.30
12.00 12.30 13.00 13.30 14.00
14.30 15.30 16.00 16.30 17.00
18.00 18.30 19.00 19.30 20.00
20.30 21.00 21.30 22.00 22.30
23.00 00.00
Caleta de Fuste – Puerto del Rosario
07.00 07.45 08.15 08.45 09.15
10.00 10.30 11.00 11.30 12.00
12.30 13.00 13.30 14.00 14.30
15.0015.30 16.00 16.30 17.00
17.30 18.00 18.45 19.00 19.15
19.45 20.15 20.45 21.15 21.45
22.15 23.15 23.45 00.30
Linea 6:
Puerto del Rosario – Corralejo
07.00 07.30 08.30 09.00 09.30
10.00 10.30 11.00 11.30 12.00
12.30 13.00 13.30 14.00 14.30
15.00 15.30 16.00 16.30 17.00
17.30 18.00 18.30 19.00 20.00
21.00 22.00 23.00
Corralejo – Puerto del Rosario
07.00 07.30 08.30 09.00 09.30
10.00 10.30 11.00 11.30 12.00
12.30 13.00 13.30 14.00 14.30
15.00 15.30 16.00 16.30 17.00
17.30 18.00 18.30 19.00 20.00
21.00 22.00 23.00 00.00
Linea 8:
Corralejo – el Cotillo
09.00 10.00 11.00
14.00 15.00 16.00
19.00 20.00 21.00
El Cotillo - Corralejo
08.00 09.00 10.00
13.00 15.00 16.00
19.00 20.00
12.00 13.00
17.00 18.00
11.00 12.00
17.00 18.00
Taxi
Aereoporto +34 928 850 216
Antigua – Betancuria
+34 928 87 80 11
Caleta de Fuste
+34 928 87 80 11
Corralejo +34 928 53 74 41
Costa Calma +34 928 541 257
Gran Tarajal +34 928 870 059
Morro Jable +34 928 541 257
Puerto del Rosario
+34 928 850 216
Traghetti per Lanzarote
(Plaja Blanca)
dal porto di Corralejo
ARMAS
da Corralejo
08.00 10.00 14.00* 16.00 18.00
20.00
da Lanzarote
07.00 09.00 11.00 15.00* 17.00
19.00
* Domenica e festivi esclusi.
FRED OLSEN
da Corralejo
07.45 09.00 12.00 13.30* 15.00
17.00 19.00
da Lanzarote
07.10* 08.30 10.00 12.30* 14.00
16.00 18.00
* Sabato,Domenica
e festivi esclusi.
QUI
LA TUA
PUBBLICITÀ
+34 928 563 563
Emergenze:
Numero unico: 112
Polizia, Pompieri, Pronto Soccorso
Le
Maree
Giorno
Domenica10:01 0,65 m
Mercoledì 6:33 0,50 m
16:24 2,31 m
12:49 2,41 m
1
22:36 0,62 m
11
19:01 0,46 m
Sabato
21
Lunedì
2
Domenica10:32 2,01 m
16:49 0,79 m
22
22:54 2,11 m
GIUGNO 2014
Giorno
OraAltezza
Giorno
OraAltezza
4:50 2,05 m
Giovedì
7:16 0,41 m
10:38 0,75 m
13:33 2,53 m
17:03 2,22 m
12
19:45 0,34 m
Ora Altezza
9:26 2,05 m
15:39 0,84 m
21:48 2,11 m
Martedì
5:33 1,96 m
Venerdì
11:18 0,84 m
3
17:47 2,12 m
13
7:59 0,35 m
14:16 2,61 m
20:30 0,27 m
Lunedì
23
5:15 0,67 m
11:29 2,18 m
17:47 0,71 m
Mercoledì 6:22 1,89 m
Sabato
12:06 0,93 m
4
18:38 2,03 m
14
8:42 0,33 m
15:01 2,65 m
21:15 0,25 m
Martedì 6:05 0,63 m
12:019 2,27 m
24
18:36 0,63 m
Giovedì
7:20 1,84 m
Domenica 9:27 0,35 m
13:05 1,00 m
15:47 2,64 m
5
19:37 1,97 m
15
22:03 0,27 m
Mercoledì 6:47 0,59 m
13:01 2,34 m
25
19:18 0,56 m
Venerdì
6
8:23 1,83 m
Lunedì
14:17 1,02 m
20:41 1,95 m
16
4:18 2,38 m
10:14 0,42 m
16:36 2,58 m
Giovedì 7:25 0,57 m
13:40 2,40 m
26
19:56 0,51 m
Sabato
7
9:28 1,89 m
Martedì
5:10 2,30 m
15:31 0,98 m
11:04 0,53 m
21:45 1,99 m
17
17:28 2,48 m
Venerdì 8:01 0,55 m
14:17 2,43 m
27
20:32 0,49 m
Domenica10:26 1,99 m
Mercoledì6:206 2,20 m
16:35 0,88 m
12:00 0,65 m
8
22:44 2,06 m
18
18:25 2,35 m
Sabato
28
Lunedì
9
Domenica 9:07 0,57 m
15:27 2,42 m
29
21:39 0,52 m
5:02 0,72 m
Giovedì
7:08 2,10 m
11:18 2,12 m
13:05 0,77 m
17:28 0,74 m
19
19:29 2,24 m
Martedì
5:49 0,61 m
Venerdì
12:05 2,27 m
10
18:16 0,60 m
20
8:16 2,05 m
14:21 0,84 m
20:38 2,15 m
Lunedì
30
Il sole sorge alle 07:05 e tramonta alle 20:53
8:34 0,55 m
14:52 2,44 m
21:06 0,49 m
9:40 0,60 m
16:02 2,37 m
22:13 0,56 m
COTILLO
53
CORRALEJO
OROSCOPO GIUGNO 2014
ARIETE
LEONE
SAGITTARIO
TORO
VERGINE
CAPRICORNO
GEMELLI
BILANCIA
ACQUARIO
CANCRO
SCORPIONE
PESCI
Venere prosegue la sua opera di
stabilizzazione e premia la vostra
costanza e perseveranza. Dal 24, il
suo ingresso nel segno dei Gemelli
vi faciliterà nuove conoscenze. Sentirete un calo della sensualità: pazientate fino ai primi di luglio quando avrete una nuova ripresa. Anche
la salute non sarà dalla vostra a fine
giugno, ma con il cambio del mese
vi sentirete meglio. Sul lavoro non
cercate di strafare.
La congiunzione di Venere esalta le
vostre qualità affettive. La terza decade gode anche del sestile di Giove
che stimola nuove amicizie. Attenzione all'alimentazione e alla cura della vostra persona: in questo mese
dovrete essere regolari per sfruttare
al meglio i benefici di Giove. Sul lavoro sarete poco concentrati invece:
ritagliatevi del tempo per pensare a
nuove proposte.Nessun problema rilevante per quanto riguarda il denaro.
Mese importante dal punto di vista
erotico, dove vivrete una stagione gratificante. La seconda decade, grazie al
sestile di Urano, troverà persone con
grandi affinità mentali. L'inizio di luglio
sarà molto spumeggiante. Venere nel
dodicesimo campo vi porterà a praticare discipline naturali per rilassare
mente e corpo. Grazie all'energico trigono in Marte, non avrete problemi nelle
attività creative. I primi giorni di luglio
potrebbero portare soldi inattesi.
E' il vostro mese fortunato. Mercurio, Venere e Giove sono dalla vostra
e le sintonie d'amore procederanno arminiose. Temprati dalla lunga
quadratura di Marte sapre affrontare anche i momenti difficili. Anche
dal punto di vista fisico, l'influenza
dei pianeti avrà un effetto benefico.
Saturno vi permette di stare in piedi
anche lavorativamente. Tenderete a
sviluppare le vostre idee da soli. Attenti agli investimenti finanziari.
La quadratura di Venere raffredda i vostri slanci sentimentali, ma
dall'inizio di luglio lo scenario migliorerà. Anche dal punto di vista
della salute, la seconda parte di giugno non sarà il massimo, con problemi a pelle e articolazioni. Saturno
rallenta il volume d'affari, ma Marte
supporta il desiderio di nuovi contatti
lavorativi che si renderanno concreti
a partire da luglio. Tenete duro anche
dal punto di vista economico.
Venere e Mercurio vi renderanno più
attraenti nei confronti del partner e
di eventuali nuovi incontri. I Vergine
di seconda decade avranno dalla
loro anche Saturno e Giove: avrete
solo l'imbarazzo della scelta. Venere in trigono dal nono settore vi
darà del dinamismo in più. Il vostro
stato di salute sarà eccellente. Sul
lavoro sfoderate una professionalità di prim'ordine, ma che non sarà
monetizzata nell'immediato.
Venere nel segno del Toro e nell'ottavo campo è un invito a vivere la
sensalità in modo più coinvolgente.
A cavallo tra giugno e luglio darete
maggiore importanza a affinità culturali e intellettive. L'orbita di Venere
favorisce la risoluzione di problematiche riproduttive. A fine giugno iniziano importanti variazioni in ambito
lavorativo che si concretizzeranno a
luglio. In questo periodo rientrate di
qualche credito passato.
La regolarità di Venere in Toro non si
sposa al meglio con il vostro essere
nomadi e inquieti. Se ci tenete a un
rapporto, attenti a non far scappare
il vostro partner. Cercato di passare
più tempo all'aria aperta per darvi
più carica e vitalità. Venere opposta
potrebbe scalfire qualche rapporto
lavorativo, ma a inizio luglio tutto
si appianerà. Tenete un regime di
“spending review” anche se il quadro
economico generale è buono.
Venere nel sesto campo potrebbe causare qualche conflittualità in
amore. Tenete duro: da metà luglio
cambierà tutto. Il vostro atteggiamento mentale pacato potrà aiutarvi
a risolvere qualche problema psicofisico. Vivete a contatto con la natura. Sul lavoro dedicatevi al controllo dei conti e delle scadenze per non
incorrere in brutte sorprese. Non vi
è ancora chiaro come mantenere intatto il vostro capitale e farlo fruttare.
L'opposizione di Giove vi ha fatto
trascorrere mesi all'insegna del pessimismo in amore. Il trigono di Venere vi
ridà un po' di energia positiva e vi aiuterà anche con la salute. Vi farà infatti
distendere e rilassare, consentendovi
un recupero anche estetico. La fine
dell'opposizione di Giove vi aiuterà da
inizio luglio sul lavoro, aiutando la relazione con i soci. Non disdegnate i piani di
risparmio o di investimento: vi daranno
soddisfazioni nei prossimi mesi.
Il sostegno di Marte da inzio anno vi
ha portato conquiste a ripetizione e
buone relazioni dal punto di vista passionale. Questo mese non farà eccezione. Il vostro sistema immunitario
è a prova di bomba, potete cimentarvi in exploit sportivi. Tanti impegni
burocratici da adempiere lasceranno
poi spazio a gratificanti prospettive in
campo lavorativo. Gestite il denaro in
maniera oculata e ispirata, attenti alla
gestione del bilancio quotidiano.
L'appoggio di Venere dal terzo settore vi permette di dialogare al meglio ed esprimere nel modo giusto il
vostro sentimento. La salute si fa più
robusta e la lunga sosta di Marte nel
vostro settore vi rende più consapevoli nell'utilizzo delle energie. Negli
ultimi mesi avete registrato un incremento del volume d'affari e questo
mese sarà la continuazione di questo
periodo fortunato. Questo giova anche alla vostra situazione finanziaria.