N° 1 - 15 Giugno - 15 Luglio 2014 - Rivista Gratuita ale 014 i c e p S diali 2 30 p. 27- monRTO STACCABILE INSE SCONTI trova gli SCONTI ALL'INTERNO trova gli ALL'INTERNO LA VOCE DEGLI ITALIANI magazine ..................................... Editore: Fuerteitalia SCP Direttore responsabile: Stefano Ferrero Responsabile pubblicitario: Marco Gandino Impaginazione e grafica: M.Chiara Nicotra, Giulia Poggi Collaboratori: Graziana Morcaldi, Laura Sanna, Alessandro Grande, Cecilia Contessa, Paolo Cane, Alessandro Bovaro, Filippo Bionda, Ernesto Frefora. Fotografi: OceanSoul Photo Tipografia: Imprenta Maxorata Redazione: c/ Punta Prieta 3/5, Corralejo (La Oliva) – Fuerteventura Telefono: +34666285365 Mail: [email protected] Deposito legal n° GC 447-2014 © 2014 Todos los derechos reservados Furteitalia no se hace responsable de las opiniones vertidas por los colaboradores, al igual que no se hace responsable ni de las cartas ni de las ofertas realizadas por los anunciantes. Cualquier reproducciòn total o parcial de textos, fotografias o ilustraciones que aparecen en la revista està prohibida, salvo acuerdo con los editores. Fuerteitalia es una publicaciòn independiente de cualquier marca comercial. ...e lo Spagnolo? Quando si fa partire un progetto nuovo c’è sempre la paura che possa non piacere. Il confronto con il pubblico è il termometro. Fuerteitalia, fortunatamente, è piaciuta. E non potete immaginare quanto ne siamo contenti. Sì, perché questo è un prodotto che vuole soddisfare voi lettori! C’è solo una cosa che ci chiedono in tanti e così abbiamo deciso di chiarirla qui. “Perché la rivista non è anche in spagnolo?” Domanda corretta, perché noi italiani qui siamo ospiti e non ce ne dimentichiamo. La risposta è molto semplice: far partire un nuovo progetto editoriale non è facile e quindi abbiamo pensato in questa prima fase di renderci le cose meno complicate possibili. Spesso chi parte con progetti faraonici chiude ancor prima di inziare. Noi vogliamo fare un passo per volta. E non pensiate che l’idea di rendere Fuerteitalia quantomeno bilingue non ci sia venuta. Tempo al tempo però. Appena saremo pronti lo faremo. Ci auguriamo il prima possibile! Stefano Ferrero PAG 44 NEWS NEWS NEWS 5 Paseando por LAS ISLAS BONITA Comincia il nostro viaggio alla scoperta delle bellezze di Fuerteventura. Si parte da Corralejo, direzione isola di Lobos: un luogo incantato in cui la natura ha preservato ancora tutte le sue caratteristiche. di Laura Sanna & Graziana Morcaldi Giorno uno. La sveglia suona che il sole è già alto. Sono le otto e il caldo delle lenzuola comincia già a soffocare. È fine aprile. È tempo di meduse. Temperature alte e vento basso. Luglio in Italia, praticamente. Pasqua ci ha appena lasciati e, come la Befana, si porta via la baldoria, le mangiate, le orde di turisti. Anche la marea si svuota più del solito. Viene quasi da fare yoga in spiaggia, ma oggi abbiamo un altro appuntamento: si va in catamarano per il northshore, a scoprire quel fazzoletto azzurro che solo con le sbavature di china sulla seta puoi riprodurre. Un ventaglio di azzurri diversi, perché tutto è limpido: l’aria, l’acqua, il fondale. Rapido check al bagaglio: solare c’è, pareo c’è, macchina fotografica c’è. Piroette in bagno, colazione al bar italiano e saladilla (pane-pizza) alla porta accanto, “Provate a immaginare che queste due persone si trovino su due barche diverse, distanti fra loro. Il centro della corda sarà immerso nell’acqua, ma i due capi della corda saranno ben visibili sulle due barche. Queste sono Fuerteventura e Lanzarote, si tengono per mano sott’acqua, nascoste e indisturbate, a suggellare un legame che le accompagna da secoli. Stesso malpais (pietra vulcanica), casette sparse, ampi spazi aperti, onde famose in tutto il mondo. Come vedere mamma e figlia: stessi geni.” “ Se mai è esistito il paradiso terrestre, non deve trovarsi lontano da qui”. panetteria majorera. Il porticciolo si trova due traverse dopo e il nostro bolide galleggiante ci aspetta al primo molo tra un veliero e un altro. Ricapitoliamo: un catamarano, buona musica, bella gente. Caratteristiche dell’imbarcazione: Lagoon 380, di proprietà di un imprenditore edile scozzese che si è stufato della pioggia, ha intravisto il paradiso e si è costruito il suo spazio. Navighiamo a motore all’andata, direzione Nord-Est, e ci lasciamo affascinare dalle vele che domano il vento in poppa al ritorno. Toilette donne, toilette uomini, schermo piatto e coppe di champagne: non ci si sente proprio all’avventura. Tranne quando ci tuffiamo tra le meduse, mai viste tante specie tutte insieme. A farci compagnia Strauss, classico pomposo, azzeccato mentre siamo in balia delle onde. Crew italo-canaria ma il curioso è ciò che segue: Repubblica Dominicana, Algeria, Slovacchia, Francia, Inghilterra, Spagna, Italia, sono gli ospiti di questa gita. Corralejo è proprio una metropoli con la “M” maiuscola. È il canario a raccontarci la storia della piccola isola di Lobos. Innanzitutto il suo nome, Lobos, si riferisce al lobo marino, il leone marino o meglio la foca monaca, che qui risiedeva e che si è estinta una volta che l’uomo è entrato nel suo habitat. Andia- mo incontro a Lobos saltellando come una bustina di the nell’oceano. Il fondale è basso e l’acqua è cristallina per tutto il tragitto. L’impressione è quella di trovarsi ancora nella baia, a due passi dal porto, invece siamo già in mare aperto. Questo perché la profondità massima fra le due isole è di appena 15 metri, e il fondale che separa Lobos da Lanzarote non supera i 30. Un’isola è la continuazione dell’altra, hanno il fondale in comune e si sviluppano in linea retta. In realtà le tre non sono altro che la stessa isola. Immaginate di avere una corda e due persone, ognuna tiene in mano un capo della corda. Provate a immaginare che queste due persone si trovino su due barche diverse, distanti fra loro. Il centro della corda sarà immerso nell’acqua, ma i due capi della corda saranno ben visibili sulle due barche. Queste sono Fuerteventura e Lanzarote, si tengono per mano sott’acqua, nascoste e indisturbate, a suggellare un legame che le accompagna da secoli. Stesso malpais (pietra vulcanica), casette sparse, ampi spazi aperti, onde famose in tutto il mondo. Come vedere mamma e figlia: stessi geni. Però Fuerte ha tante spiagge perché in migliaia di anni tanto l’ha erosa il vento che ha generato tanta sabbia. Per esempio, El Hierro, che è più giovane, non ha spiagge, la roccia è ancora solida. Insom- 6 NEWS NEWS ma, come gli anelli marcati su un tronco d’albero, datiamo un’isola dal numero delle sue spiagge. Qui sono bianche perché perlopiù si tratta di conchiglie ritornate alla nuda terra. Ma se accarezzo la sabbia con una calamita raccoglieró tutti quei granelli neri, peletti minerali che ricordano l’ingrediente vulcanico più comune: il ferro. L’isola è magnetica nel vero senso della parola. Ferro e conchiglie mescolati dal vento. In principio il massiccio vulcanico di Fuerte raggiungeva i 3000 metri, alto quanto il Teide a Tenerife per intenderci, ora invece non supera i 600. Il vento l’ha letteralmente affettato. Peraltro, considerate che le terre emerse stanno alla crosta terrestre e, più giù, al mantello, come voi state al materassino in vacanza: più pesate, più sprofondate in esso. Lo stesso accadde a Fuerte: scrollatasi di dosso tutto quel peso, si alleggerì e si sollevò sul pelo dell’acqua, rendendo visibili quei fondali trasformati poi dal vento in spiagge bianchissime. Se Fuerteventura è l’isola più antica, di contro Lobos è la più giovane, vantando “solo” 50000 anni di storia. È figlia di Fuerteventura che un tempo aveva le sue coste all’altezza del Tamaragua, fuori Corralejo, e Lajares. Poi, come margherite primaverili, di passeggiare nel passato, nel deserto roccioso, ai piedi del vulcano. Un villaggio di pescatori, grande la metà di Piazza del Popolo a Roma, è l’unico punto abitato, e non stabilmente, con case costruite in pietra e pochi mattoni. Con generatori elettrici per la luce, quelli che siamo abituati a vedere alle feste di paese. Qualcuno ha già optato per i pannelli solari e Sky, secondo fonti attendibili, è ufficialmente approdata in loco. L’acqua dolce è completamente assente, i majoreri fanno scorta a Fuerteventura. Ma torniamo all’oceano: la baia di Corralejo è a ferro di cavallo, il che rende le sue acque abbastanza tranquille per i natanti, ancor più da quando si costruì il porto sulla sinistra, che l’abbraccia. Dando un’occhiata su Google Maps possiamo vedere Fuerteventura, a nord Lanzarote, e a nordest Lobos. Tra di loro l’acqua dell’oceano scorre spinta dalle correnti provenienti da est, dall’Africa. Tra di loro creano un limite a questa massa d’acqua, come gli argini di un fiume. L’acqua prende forza e il “Rio” appunto, come viene chiamato qui, è costantemente caratterizzato da onde medio-alto. Sul catamarano si balla. Il posto più azzeccato è la prua perché, nonostante il salto, la sua forma simmetrisbocciarono sulla costa il Bayuyo, il Calderon Hondo e gli altri vulcani che, eruttando, diedero forma a 120 km² in più di isola, nonché a Lobos. Per questo, le dune di Corralejo proseguono fino a Lajares, ultime testimonianze dell’antica costa. In particolare, le dune non provengono dal Sahara, come si potrebbe pensare, in quanto il vento va in direzione Sud-Ovest e non lambirebbe nemmeno l’isola. Andiamo incontro a questo ritaglio di Terra nell’oceano e il vulcano, imponente, sembra caderci addosso. La musica si spegne. Ci sono solo i gabbiani, che si rincorrono sulla vetta del vulcano, e poi si tuffano in acqua in cerca di cibo. Il catamarano lentamente si avvicina alla costa, il silenzio rimbomba assordante e la quiete travolge lo stato d’animo di tutti. Viene alla mente la frase di Amerigo Vespucci: “ Se mai è esistito il paradiso terrestre, non deve trovarsi lontano da qui”. Saziamoci di tanta pace. Il primo impatto con Lobos, effettivamente, ha il sapore di antichità che risale al lontano periodo di Vespucci e dei suoi viaggi. Il tempo sull’isolotto (4,5/ 5 km²) sembra essersi fermato. Lobos ha scelto di restare autentica, rifiutando ogni tipo di modernizzazione. Attraccando sull’Isola si sceglie 7 ca attutisce i colpi e vale il biglietto dell’acquapark. Son tuffi e pelle salata distesa al sole. Son scatti-ricordo da cartolina. Bell’ambiente. Delicatessen e bevande più o meno alcoliche. Ma è soprattutto un’immersione nella coppia d’assi canaria: l’oceano e i vulcani. In questo fazzoletto di mare, con i suoi 15 metri di profondità massima, il traffico è incessante, sopra e sotto il pelo dell’acqua. Balene pilota (calderones), mante, tartarughe, squali, tonni rossi. Saraghi e orate si avvicinano numerosi, vengono a raccogliere l’offerta del turista fedele, che così paga pegno per visitare il paradiso. 8 NEWS NEWS 9 gli anni d’oro, alle canarie di Graziana Morcaldi Sono sempre di più i pensionati italiani, ma non solo, che hanno deciso di trasferirsi a Fuerteventura. Il mare, il clima e la natura offrono una qualità di vita superiore. Il sole è ancora basso, si specchia nell’oceano e il suo riflesso ravviva le barche che dondolano nell’acqua. Il suono del traghetto ci fa da sveglia: l’Armas è pronta a lasciare il porto, direzione Lanzarote. Sono le otto del mattino. I ristoranti e i bar sul passeo del mare si svegliano lentamente. I camerieri tirano fuori sedie e tavolini e spazzano il pavimento con il silenzioso rispetto di chi non vuole disturbare la pace del mattino. Inizia una nuova giornata a Corralejo. Passa un gruppo di corridori sudati e sorridenti. Fra di loro alcuni pensionati italiani. Salutano e proseguono costeggiando il mare. Il loro è un rito quotidiano e sacrosanto. “L’ARIA DI FUERTE FA BENE ALLA SALUTE” “L’aria di Fuerteventura fa bene alla mia salute ed è indubbiamente più salutare” dice Mara, pensionata milanese. “Io soffro di tiroide e ho necessità di fare movimento e il clima di qui è più favorevole di quello di Milano, perché posso fare attività fisica all’aria aperta tutto l’anno”. Mara e suo marito Vittorio fanno parte del Club Deportivo Guisa Action con base virtuale su Facebook. E’ un gruppo di persone di nazionalità ed età diverse, accomunati dall’amore per lo sport all’aria aperta. Si riuniscono per correre e fare ginnastica: appuntamento al porto alle nove del mattino dal lunedì al venerdì. Organizzano o partecipano a gare di corsa, di Kayak, nuoto ed escursioni. “NON SI VIVE DA NABABBI” Per Mara, Vittorio e tanti altri il modo migliore per vivere gli anni d’oro su un isola nell’Atlantico: mantenersi in forma, stare all’aria aperta e stringere nuovi legami di amicizia. “Mi sono sbloccato anche con lo spagnolo frequentando il gruppo” dice Vittorio, che racconta della sua scelta di venire a vivere alle Canarie dicendo che “..molti pensano che i pensionati a Fuerteventura vengono a fare la vita dei nababbi. Non è così, c’è molta disinformazione al riguardo. Sicuramente la vita è meno cara,ma le spese ci sono anche qui e anche qui chi ha mille euro al mese deve ridimensionarsi. Noi, per esempio, abbiamo scelto di non comprare la macchina, che fa bene alla salute e al portafoglio”. IL RITORNO A SCUOLA Sull’isola i pensionati hanno trovato quello che cercavano, una vita sana e semplice, ma anche completamente nuova e lontana dalle abitudini di una vita intera, multietnica anche. Hanno dovuto fare i conti, molti di loro per la prima volta, con culture e modi di vivere differenti. Molti di loro sono tornati a scuola dopo oltre cinquant’anni, puntuali e attenti in classe per imparare lo spagnolo e stare fra compaesani. Si riuniscono a bordo piscina a fare barbecue nelle domeniche assolate e chiacchierano di canoe e maree, di escursioni ai vulcani e dei compiti di spagnolo per casa e la politica e il calcio sono argomenti sempre più lontani e distaccati, qualcosa che non gli appartiene più. I pensionati che hanno scelto Fuerteventura per il loro meritato riposo dopo una vita di lavoro e sacrifici lo hanno fatto con un obiettivo specifico: rigenerarsi. L’aria pulita e sana, l’eterna primavera e la tranquillità. Dopo una vita segnata dall’orologio e i ritmi frenetici della società hanno spento l’interruttore e si sono regalati la libertà. 10 NEWS NEWS I rituali della notte di San Juan sono legati al solstizio d’estate, al ciclo della natura. La terra. L’acqua. Ma soprattutto il fuoco, elemento purificatore e magico. Il fuoco brucia quei ricordi materiali che vogliamo dimenticare, ce ne libera. Saltare il fuoco assicura fortuna e salute per l’anno a venire. E’ SAN JUAN, SI ACCENDANO I FALO’! di Laura Sanna Si avvicina il giorno di San Giovanni, San Juan in Spagna, e la tradizione vuole che per festeggiare si accendano dei grandi falò. Ma non solo falò: le tradizioni per questa festa sono molteplici. “Quando eravamo ragazzini, qui non c’era nulla”. Raul è stato “pensato” tra i vergini paesaggi de La Graziosa, è nato sull’isola di Gran Canaria, ed è cresciuto nella little metropolis di Corralejo, Fuerteventura. Quando era un ragazzino, il pueblo era molto differente. Poche case, basse e addossate, si trovavano distanti tra loro sparse sul malpais, la terra nera e vulcanica che ricopre l’isola. La zona del “Molino”, che oggi è costellata di palazzine di due- tre piani, era aperta campagna, fatta eccezione per il mulino stesso. IL RITO DEL FALO’ “Noi ragazzi cominciavamo tre settimane prima a raccogliere legna, e la immagazzinavamo nel mulino. Ne aggiungevamo costantemente, perché l’obbiettivo era avere il falò più grosso di tutti”. Il falò si accende tutt’oggi. Si celebra San Juan, San Giovanni, tra il 24 e il 26 di giugno, in tutta Spagna, “a lo grande”. Le tradizioni sono diverse, ma il falò si mantiene costante. Si accende a sera, e quando sarà ridotto in braci, una bella rincorsa e lo si salta, come un ostacolo. Dicono che porti bene. Non è solo questione di alcool. È invece tradizione. Così come farsi il bagno in mare subito dopo, in segno di purificazione. Se ne deduce che lo scenario sia la spiaggia, e, come dubitare, accanto ai fuochi esplode la festa: parranda, gare di pesca, grigliate di sardine, e ambiente fiestero. Un fritto misto di Sant’Antonio e Ferragosto nostrani. SAN JUAN A FUERTE Fuerteventura vive in modo molto speciale la festa di San Juan Bautista. Per quattro giorni si organizza qualsiasi tipo di attività diurna e notturna, ma la “notte di San Juan” è la regina indiscussa e tanto attesa. Ogni isola ha le sue tradizioni: Tenerife festeggia con le “bolas de fuego”, per esempio. Fuerteventura fa l’esoterica stavolta, e ci invita a riti ancestrali e misteriosi.. ovviamente a Pozo Negro, Antigua, che, a giudicare dalla mole di feste e sagre che ospita, doveva essere la City By Night, la Montecarlo, di Fuerteventura ai tempi che furono. Abbiamo chiesto ai vecchietti majoreri in giro per Corralejo di regalarci un souvenir dei loro ricordi in proposito. “La festa in sé non rientra nella nostra tradizione, da Gran Canaria è approdata al pueblo di Vallebron, dove tuttora si tengono le celebrazioni religiose principali”, dice Don Carmelo, che ricorda le fogaleras, i falò, e quando ci si cimentava a saltare le fiamme con gli amici. Gli stessi che ora prendono un “botellin” di birra e un “lechileche” con lui ora. ALTRI RITUALI E qui saltano in ballo le signore, che stendono un prontuario di riti, immerso in un cantilenante chiacchiericcio. Un rametto di alloro appeso in casa attrae la fortuna. Scrivere i propri desideri su un foglietto e bruciarlo a mezzanotte fa che si avverino. Una che la sa lunga è la signora Maribel: per sapere come andrà il prossimo anno economicamente parlando, “prima di andare a dormire, tutti gli anni metto sotto al letto tre patate: una pelata, una pelata a metà, e una intera. La mattina dopo, appena sveglia, senza guardare, cerco le patate con la mano. Ne prendo una..”. Considerato che se è la pelata, ci saranno problemi, auguri a tutti di trovare quella intera. Felice San Juan. 11 Cultura Cultura MADE IN CANARIA: SAN BORONDON Lo sapevate che...? Le isole delle Canarie sono ufficialmente sette: Lanzarote, Fuerteventura, El Hierro, La Palma, Tenerife, Gran Canaria e Gomera. Eppure c’è chi giura sull’esistenza di un’ottava isola di Graziana Morcaldi Canarie, isole dal sapore misterioso e attraente, ricche di storia e di storie. Sette piccole isole vulcaniche accanto alle coste africane, come macchie di caffè sulla camicia bianca. Poggiate nell’oceano Atlantico come calamite al frigorifero. Sette per l’appunto, con piccoli isolotti emersi negli anni, come Lobos, figlia adolescente di Fuerteventura, o la Graziosa, figlia di Lanzarote. Sette le principali, per intenderci, oppure otto? Nella conta, facendo ricerche più approfondite, compare e poi scompare un’ottava isola: San Borondón. Nei secoli c’è chi ha giurato di averla incontrata nel suo navigare nell’Atlantico, di aver toccato con mano la sabbia nera che la caratterizza o c’è chi giura di averla vista comparire all’orizzonte passeggiando sulla spiaggia di Gran Canaria o di El Hierro, o ancora di La Palma. Sta di fatto che, osservando attentamente il mappamondo, cercare San Borondón è fatica sprecata: non la troverete. Perché San Borondón è un’isola fantasma. Oppure no? LE ORIGINI DELLA LEGGENDA Tutto ha inizio nel VI secolo quando un monaco irlandese, San Brandan de Clonfert, in viaggio nell’Atlantico approda su un’isola e, insieme ai suoi compagni di viaggio, ci resta sette anni. Si tratta dell’isola di San Borondón. Dopo di lui, tanti altri conquistatori sono andati alla ricerca della misteriosa isola che non c’è. Alcuni hanno raggiunto la sua costa, si sono cibati del cibo che la ricca vegetazione produceva, hanno bevuto l’acqua che scorreva dal fiume che l’attraversa, hanno riposato all’ombra dei suoi alberi rigogliosi. Altri hanno parlato di uccelli che popolavano l’isola e che si lasciavano accarezzare senza paura. Altri ancora hanno descritto impronte giganti nella sabbia. C’è chi San Borondón l’ha cercata per tutta la vita senza mai trovarla e chi dal suo viaggio non è mai tornato. L’altra isola Canaria, secondo legenda, si presenta ogni volta in un diverso punto dell’orizzonte, nascosta da un fitto cerchio di nubi che lasciano intravedere le cime dei suoi due monti, alti (a quanto pare) più del Teide, e separati da una fitta vegetazione, ma diventa schiva e si nasconde quando qualcuno cerca di raggiungerla. Trattandosi di legenda, ci sono varie versioni al riguardo, eppure, l’altra isola, resta punto di discussione per i più romantici. SAN BORONDON PER I MAJORERI San Borondón è rimasta viva nella memoria collettiva dei canari, come fosse la ricerca intangibile di un mondo migliore e per questo compare all’orizzonte, come a voler ricordare che il mondo utopico forse esiste per davvero, bisogna solo crederci e continuare a cercare. Passeggiando per Calle Iglesias, nel pueblo di Corralejo nel tardo pomeriggio, quando il sole è ancora caldo ma si appresta verso il Cotillo dove darà il suo spettacolo di colori migliori, regalando uno dei tramonti più belli al mondo, incontro i vecchi majoreri. Il cappello a ripararsi dal sole, il bastone poggiato sulla panca, sotto una tettoia di legno. Sono tutti lì i majoreri di una volta, gli anziani, quelli che hanno negli occhi i colori e i silenzi di un tempo antico, a noi sconosciuti. Faccio un cenno di saluto come ogni giorno, ma questa volta parcheggio la mia bicicletta e li raggiungo. Uno di loro mi invita a sedermi sulla panchina, accanto a lui. Gli domando cosa sa di San Borondón. Lui mi guarda stupito e resta in silenzio un pò. Poi dice soltanto: “Perché, vuoi compare una casa lì?”. E in una sola frase il sapore amaro di un’invasione di turisti e nuovi abitanti che li ha colti impreparati, loro che erano cresciuti nel deserto di sabbia, dimenticati dal mondo, che da bambini correvano tra le poche case costruite con le pietre e parlavano di un isola fantasma che appariva di tanto in tanto all’orizzonte e si domandavano cosa ci fosse oltre l’oceano. 14 CULTURA CULTURA ITALIANO-SPAGNOLO... CUGINI MA NON TROPPO! di Graziana Morcaldi Fuerteventura, Canarie, Spagna. L’isola che ci ha accolto e che ci ha scelti. Lo spagnolo, la nostra nuova lingua. E allora, giochiamoci e apprendiamolo insieme. HACE MUCHO TIEMPO... Un errore frequente che noi italiani facciamo spessissimo all’inizio del nostro approccio con lo spagnolo è il seguente: HACE MUCHO TIEMPO. Questa è la forma corretta per dire TANTO TEMPO FA. Però, come spesso accade, siamo propensi a tradurre parola per parola, con il risultato che diciamo: MUCHO TIEMPO ANTES. Sbagliato! Il verbo FARE in spagnolo, al contrario dell’italiano, in questo caso apre la frase e quindi: due anni fa diventa ”hace dos años” e una settimana fa si traforma in hace una semana e così via.. TIO Tio si traduce in zio, ma lo sentirete pronunciare spesso anche se nelle vicinanze non c’è lo zio di nessuno. Tio gli spagnoli lo usano anche per dire “il tale”; “il tizio”; “quello” che sta passando in questo momento. Quindi, in una conversazione non è inusuale sentire frasi del tipo “el tio allì que estás sentado” che tradotto è il tipo che è seduto lì o ancora: “Voy hacer windsurf con tres tios” che significa: “vado a fare windsurf con tre persone/compagni/amici”. 15 16 CULTURA CULTURA FEM, EL COTILLO SI PREPARA ALL’EVENTO di Laura Sanna A El Cotillo il 4 e 5 luglio arriva “Fuerteventura En Musica”, l’evento musicale più importante e atteso sull’isola. Siamo all’undicesima edizione e anche quest’anno non mancheranno ospiti d’eccezione. L’estate sta ufficialmente arrivando. Qui a Fuerte partiamo avvantaggiati, diciamolo. Comunque sia, la movida cambia completamente, in tutti i centri abitati del mondo ci si sposta all’aperto. Fuerte già sta all’aperto in dicembre. Avvantaggiati. La festa, però, si anima di più anche qui. Sarà per via dell’overbooking nelle strutture hoteliere e private, sarà per via degli eventi che ac- compagnano quest’estate 2014. Come ogni anno ormai, parte il Fuerteventura En Musica, ormai festival per eccellenza “della musica dal vivo” dell’arcipelago. Ormai perché è da ben undici anni che l’evento si progetta e si porta al successo, attraverso il Cabildo di Fuerteventura e l’Ayuntamiento de La Oliva, tanto da rappresentare oggi un appuntamento importante in cui convergono artisti di buon calibro e appassionati di musica. L’ACCOGLIENZA Per accogliere questa mole di gente ci si basa su due punti fondamentali: in primis un servizio di autobus continuo 24/24 h, di modo da contribuire efficacemente a evitare la mortalità stradale in un weekend di locura. Inoltre, si destina un’area a zona camping, per cui è possibile godere al 100% della festa e dormire al lato. A ospitare la festicciola è El Cotillo, frazione de La Oliva, affacciato sull’Atlantico (costa nord-ovest) in maniera pittoresca: anche se si tratta di un villaggio di pescatori e si mantiene tale, è cresciuto parecchio, un poco per il turismo, molto per 17 l’immigrazione tranquilla, di molti di quelli che apprezzano la pace che quest’isola può dare e hanno deciso di stabilircisi, farne la propria realtà. Ciononostante, non meno di venti nazionalità differenti convivono con semplicità. Sulla destra del pueblo compare la Playa de la Concha, scenario perfetto per un susseguirsi di note musicali e spazio tende al lato. L’idea potrebbe essere quella di una sorta di rave polveroso, ma sarebbe completamente scorretta. A dimostrare che il rispetto per la natura e un festival possono convivere. GLI OSPITI DI FEM Normalmente, nonostante il FEM si tenga tra il 4, venerdì, e il 5 luglio, sabato, i canari arrivano il giovedì con i loro accampamenti familiari da trenta posti ciascuno, quindi se volete portare la vostra igloo da due posti, non prendetevela con calma. La festa non comincia il venerdì. Comincia prima. Quest’anno, poi, si fa il botto: grande ospite, Calle 13, che non ha bisogno di presentazioni. Come per lui, il FEM è una tappa del proprio tour per molti degli artisti partecipanti. La lista è lunga, ma spicca l’eterogeneità di nazionalità, un richiamo all’integrazione tra le culture. Anche gli stili sono diversi, accomunati però dall’esecuzione dal vivo. Non solo, sono mossi anche dallo stesso credo: si protesta contro le attività e gli insediamenti militari, si invita a provare un modello economico ecosostenibile, basato sulle energie rinnovabili. In particolare, vista l’attualità del tema, si protesta contro lo sfruttamento petrolifero del mare tra Fuerteventura e la costa africana: si rischia l’accordo tra il Governo e la Repsol, nonostante la zona sia “Riserva della biosfera” dal 2009 per ordine dell’UNESCO. Ma vediamo chi viene a cena: Esckrzo, Dub Pistole, Noha, Sonido Vegetal, Freedonia, Dinamo, Ohara and The Southfish, Tropico 28, Mister Paradise & Friends, La Sonrisa del Guirre, Moombastic, questi ultimi majoreri. Dalla cumbia al rock, se vi piace la musica dal vivo e potete, accorrete. Fuerteventura En Musica 2014 vi aspetta. COLTIVAZIONI VARIE VARIE IN GIARDINO CON LA PAPAYA! La papaya, frutto esotico conosciuto in particolare per il suo succo molto buono, ha anche delle proprietà curative importanti e ultimamente ne è stata introdotta la coltivazione anche a Fuerteventura, nel sito di Pozo Negro. di Cecilia Contessa La papaya viene definito l’albero dell’eterna gioventù grazie alle sue spiccate proprietà benefiche nella prevenzione di numerose malattie e al contenuto in sostanze nutritive favorevoli per una dieta ricca di antiossidanti, vitamina C ed elementi minerali che aiutano a mantenerci in forma, combattendo l’invecchiamento cellulare. Inoltre, il frutto contiene la papaina, enzima utile nei problemi digestivi e dell’apparato gastrico in genere. La combinazione di tutte queste sostanze sono la miscela perfetta per combattere obesità, diabete, malattie cardiache, ipertensione, migliorare la fertilità, la vista e la circolazione…insomma, l’elenco delle proprietà della papaya pare non finire mai. e nel combattere lo scorbuto, malattia diffusa anticamente tra i marinai durante le lunghe navigazioni. LA PAPAYA A FUERTE Pozo Negro è un sito molto interessante, che ospita non solo fiere ed eventi tipo Feaga, ma si occupa soprattutto di progetti di coltivazione sperimentale: a partire da giugno 2012, per esempio, si studia l’adattamento della papaya alle condizioni specifiche dell’isola, progetto sostenuto sia da imprese private sia dal governo locale. Questo studio si concentra su cinque varietà in particolare, diverse per caratteristiche e finalità di utilizzo. Le condizioni ambientali di Fuerteventura sono, infatti, propizie alla sua coltivazione, dato che, a partire da una temperatura di 27 gradi, si favorisce il processo di trasformazione degli amidi in zuccheri, dando così vita a un frutto molto dolce. 19 I PRIMI RACCONTI Le prime notizie sul carnoso frutto vengono riportate da Hermàn Cortès nel racconto della conquista del Messico. Gli atzechi, credendolo una divinità, gli offrirono un banchetto al termine del quale lo invitarono a mangiare uno strano frutto dalla buccia dorata che lo aiutò a smaltire il troppo cibo ingerito. Cristoforo Colombo e Marco Polo nei loro appunti di viaggio, annotarono l’uso della papaya come alimento chiave nella dieta degli aborigeni, efficace nel prevenire problemi digestivi DOVE SI TROVA La pianta della papaya è originaria delle zone tropicali del centro America, ma è diffusa in tutte le regioni comprese tra i due tropici. In queste zone la papaya cresce rapidamente, fiorisce e fruttifica durante tutto l’anno, con la raccolta concentrata tra novembre e giugno. La vita media della pianta è, però, di soli dieci anni e la produttività massima viene raggiunta il secondo anno di vita. La papaya è estremamente esigente nei confronti del suolo, concimazioni e temperatura: predilige terreni ben concimati e sciolti per evitare ristagni idrici che porterebbero marciumi radicali e non tollera temperature sotto i 0°C. Le piante non richiedono operazioni di potatura, ma possono essere capitozzate e rinnovate con uno dei tanti germogli. In genere sono coltivati due tipi di papaya: uno a polpa arancione e l’altro a polpa gialla. 20 VARIE VARIE ritorno alle origini partorire a fuerteventura di Graziana Morcaldi Partorire a Fuerteventura o tornare in Italia? Se qualcuno può pensare che per un evento così importante sia meglio rientrare nella terra d’origine si sbaglia di grosso: anche il parto a Fuerteventura è una splendida esperienza. Dare alla luce un bambino è l’esperienza più straordinaria nella vita di una donna, ma è soprattutto la natura che esplode, una vita che dà vita. A Fuerteventura il parto torna ad essere effettivamente un evento naturale, “fa una pausa di riflessione” e torna alle origini. Pochi ricorderanno i parti in casa con le levatrici, solitamente donne anziane, che accorrevano in casa della futura mamma per assisterla nel parto. Questa pratica, come altre, il progresso l’ha portata via in silenzio e senza rimpianti. D’altronde conoscete qualche nostalgico che rimugina sulla perdita dei tempi in cui non c’era acqua corrente e bisognava andare a fare rifornimento fino al pozzo? Ma a differenza dei pozzi, che lentamente si prosciugano e vengono nascosti dalle erbacce, la naturalezza del parto ha fatto ritorno e lentamente sta riaffermando i suoi diritti. L’ATTENZIONE PER IL PARTO NATURALE Si chiama Plan de Parto ed è una Strategia Nazionale di attenzione al parto naturale. Non si torna a partorire nelle case, o almeno non nel caso in questione, dato che anche il parto in casa sta tornando di prepotenza alla luce. Il parto di cui parliamo viene fatto in ospedale, ma con un attenzione maggiore alla naturalezza dell’evento, lasciando solo ai margini e per casi di necessità, la medicalizzazione a cui siamo abituati. “Per mesi mi sono chiesta senza sosta: Torno in Italia per partorire, o faccio nascere mio figlio sull’isola?” ci racconta Claudia, giovanissima mamma di Alessandro, nato a gennaio di quest’anno. “Alla fine mi sono decisa per Fuerteventura. Ad oggi sono felicissima della mia scelta, lo rifarei senza dubbio, e lo consiglio a tutte”. COS’E’ IL PLAN DE PARTO Ma che cos’è il Plan de Parto? Non è altro che un questionario a cui rispondere con un sì o un no o mettendo una crocetta. Le mamme compilano il questionario poche settimane prima della data tanto attesa e lo consegnano all’ospedale, affinché il giorno del grande evento il personale sanitario sappia quali attenzioni la futura mamma desidera ricevere. Le domande sono le più svariate, sia propriamente tecniche in cui la mamma specifica se vuole l’epidurale o meno, o chi vuole nella stanza con sé, o se vuole gli siano somministrati alcuni tipi di farmaci ecc, sia di carattere più personale. Infatti, quello che è realmente curioso è che la mamma pianifica lei stessa in quale ambiente suo figlio debba venire alla luce. Può quindi scegliere se ascoltare musica, se vuole incensi o candele per rendere l’ambiente più soft, e in quale posizione partorire. Sì perché il Plan de Parto ha lo scopo di mettere completamente a suo agio la futura mamma, anche nella posizione da adottare per partorire. Può infatti partorire sdraiata di lato o sulla “sedia parto” invece che sdraiata. LA FIGURA DELLE “MATRONE” “Le matrone che mi hanno seguito in quelle ore sono state fantastiche. Mi massaggiavano le gambe e la pancia, mi lasciavano camminare e sedermi su una palla di gomma. Si comportavano come delle mamme” dice Norma, mamma di Lucy, dieci mesi e un sorriso dolcissimo. “Con una di loro sono rimasta in contatto. Ci scriviamo e ci vediamo” aggiunge Claudia. “Le ricordo con grande affetto”.Le matrone non sono altro che le ostetriche e sono loro che stanno in sala travaglio e sono sempre loro che fanno nascere il bambino. Il ginecologo interviene solo se necessario. E qui torna dolce il ricordo antico, e per molti di noi 21 mai conosciuto delle vecchie levatrici, che aiutavano le donne a partorire in casa. IL CONTATTO CON LA MADRE “Una cosa importante” ci dice Margarita, matrona di stanza all’Urgenzia di Corralejo, sulla Calle Juan Carlos I “è che il bambino deve sentire subito il contatto con la mamma e per questa ragione, appena nato, prima ancora di essere lavato e visitato viene poggiato sul ventre nudo della mamma. ‘Piel con piel’, il più a lungo possibile. Il bambino che nasce prematuro, per esempio, a contatto con la mamma crediamo che sia la medicina più efficace affinché cresca sano e forte”. Il neonato non viene mai allontanato dalla madre dopo il parto, affinché permanga quel contatto durato per nove mesi di gestazione, ovviamente se le condizioni di salute della madre e del neonato lo permettono. Il Plan de Parto è un modo effettivo per rendere davvero speciale e unico la nascita di una nuova vita così come la natura ha stabilito, e lentamente sta tornando in tutta Europa. Fuerteventura c’è! 22 VARIE VARIE circuito bagnoasciuga 30 cm d’acqua ADDOMINALI BASSI 23 1 In posizione supina, ci saldiamo al suolo con i gomiti/le braccia a 90˚ dal piano. Le gambe sono leggermente flesse, pronte a prendere a sforbiciate l’acqua. Assicurandoci di tenere l’ombelico in superficie per tutto l’esercizio, ci garantiamo un lavoro a norma: schiena dritta e zona “core” in azione. 4 serie da 8 sforbiciate, in verticale e in orizzontale WELLNESS, TRE ESERCIZI IN RIVA AL MARE 2 di Laura Sanna Il “circuito bagnasciuga” propone tre esercizi per addominali bassi, alti e lombari e glutei, da eseguire comodamente in riva al mare per mantenere sempre la forma migliore. L’estate. Mare, sapore di mare. La temperatura sale. E noi distesi sulla sabbia non ci sappiamo stare. Benissimo. Diamo sfogo alle endorfine. E al menù. Al diavolo i mesi anteriori a base di dieta e palestra. Il segreto è accelerare il metabolismo: un po’ di movimento ogni giorno, dieta variegata e diluita in tutta la giornata, fanno sì che il corpo GLUTEI Ripetiamo lo stesso esercizio da proni, tenendo i glutei sul pelo dell’acqua, mentre le gambe sforbiciano. 4 serie da 8, in verticale e in orizzontale richieda sempre più energie, consumando delle riserve sempre nuove. E qui torniamo alla spiaggia, che è ricca di proposte allettanti: beachvolley, racchettoni, calcetto, nuoto, passeggiate epiche e, per gli “atrevidos”, gli impavidi dell’avventura, le bocce. Tutto vale per spendere energie. E per ricaricarsi. ADDOMINALI BASSI Torniamo alla posizione supina e alle braccia perpendicolari al suolo. Classico esercizio del vogatore: stendiamo le gambe in avanti fino a formare una tavola dal collo in giù, ritraendole poi quanto possibile fino a farci a “pallina”. 4 serie da 8. Ripetere con il bacino in diagonale a destra e a sinistra 3 24 VARIE VARIE 25 IL DIZIONARIO DEL RISPARMIATORE… GLI ITALIANI E LA PENSIONE ALL’ESTERO di Palo Cane Sono sempre di più gli italiani che, arrivata l’età della pensione, lasciano il Bel Paese per trasferirsi in luoghi caldi e dove la la vita è meno cara. La domanda più ricorrente? “Come faccio a farmi inviare la pensione?” Ecco le risposte. Cambiare vita e lasciare il proprio Paese per andare a vivere all’estero, raggiungendo una meta sempre sognata o, più concretamente, alla ricerca di un luogo dove condurre uno stile di vita più aderente alle proprie aspirazioni. No, non stiamo parlando solamente di ambiziosi cervelli in fuga e giovani attratti da nuove esperienze in paesi pronti ad offrire allettanti opportunità di crescita professionale e personale. Sono sempre più, infatti, gli intraprendenti pensionati italiani che decidono di abbandonare il Bel Paese, alla caccia di un buen retiro low cost. Il trend Il loro numero è in costante aumento, come confermano i dati Istat: su 16 milioni di prestazioni pensionistiche erogate, circa mezzo milione vanno a beneficiari residenti all’estero. Tra le ragioni principali che spingono sempre più anziani a cambiare vita ci sono, ovviamente, le pensioni troppo leggere, che non permettono di avere una vita dignitosa in Italia (nel nostro Paese la metà dei pensionati vive con meno di 1000 euro al mese). Allora, meglio tardi che mai: si migra verso paesi lontani ma caldi e accoglienti, dove il proprio vitalizio consente di vivere da benestanti, magari in infradito e in riva al mare. Le Isole Canarie: meta attraente Ma dove andare? Vicino a noi le isole Canarie, in quanto territorio spagnolo, godono dell’appartenenza all’Unione Europea, beneficiando inoltre di un regime fiscale agevolato. I pensionati Inps italiani che risiedono nell’arcipelago ricevono la pensione italiana contributiva lorda (non quella complementare o integrativa) senza la decurtazione delle imposte regionali, comunali (con esclusione di eventuale Imu su immobili detenuti in Italia) e Irpef. Qui si compra un bilocale con 80mila euro. Una villetta nel campo da golf costa 200mila euro. Il clima è sempre tra i 20 e i 30 gradi, e non esiste riscaldamento in casa. Il costo della vita? Il diesel costa circa 1 euro, 1,1 euro la benzina, l’Iva è al 7%, ma più bassa sui generi alimentari, il carrello della spesa costa il 30% in meno che in Italia. Pensione all’estero, come fare? Ma come fare per riscuotere direttamente la propria pensione nello Stato nel quale si è deciso di risiedere? In primo luogo, il pensionato residente all’estero deve compilare e trasmettere all’Inps, in modalità esclusivamente telematica, l’apposita domanda, indicando tutti i dati relativi alla riscossione all’estero. È molto importante considerare che, per quanto concerne il trattamento fiscale dei redditi da pensione, il governo italiano ha stipulato accordi bilaterali con un gran numero di paesi esteri (tra i quali la Spagna) per un trattamento fiscale agevolato. Le informazioni sulle singole convenzioni internazionali in vigore le offre il sito Agenzia delle Entrate che ha pubblicato i testi delle convenzioni. In relazione alle modalità di versamento, i pensionati italiani residenti in uno dei paesi dell’Unione Europea possono richiedere il percepimento della pensione in una delle seguenti modalità: su un conto corrente bancario estero, indicando le coordinate bancarie; su un conto corrente postale estero, indicando le coordinate del conto corrente postale; tramite l’emissione di un assegno bancario in euro. Le detrazioni per carichi di famiglia La legge finanziaria 2007 ha inoltre esteso ai pensionati residenti all’estero il diritto a usufruire delle detrazioni per carichi di famiglia. I requisiti per ottenere le detrazioni sono i seguenti: le persone per cui si richiedono le detrazioni non devono possedere un reddito complessivo superiore a 2.840,51 euro (al lordo degli oneri deducibili); il richiedente non deve godere nel paese di residenza di benefici fiscali connessi ai carichi di famiglia. I residenti in Paesi membri dell’Unione europea o in Paesi aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo possono utilizzare l’apposito modulo di autocertificazione per attestare i requisiti richiesti ai fini delle Detrazioni fiscali. Per maggiori informazioni si suggerisce di consultare i siti internet dell’Inps (www.inps.it) e dell’Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate. gov.it). Per qualsiasi informazione ulteriore sulle pensioni pagate all’estero, il pensionato può contattare via e-mail l’Ufficio Pensioni Estero – Sportello informatico - [email protected]. MONDIALE! di Stefano Ferrero Si parte. Quattro anni di attesa ed ora finalmente riecco il Mondiale di calcio! Dal Sudafrica al Brasile sono cambiate molte cose, ma non la favorita numero uno che resta di diritto la Spagna. Basti pensare alla recente finale di Champions che ha visto proprio due formazioni iberiche sfidarsi. Inultile nascondersi: i più forti in questo momento sono loro. Un passo indietro l’Argentina, trascinata dal quattro volte Pallone d’Oro, Lionel Messi. Non solo lui, però. Perchè se il ct Sabella può permettersi di lasciare a casa uno come Carlitos Tevez per antipatie personali, lo fa anche perché al suo posto ha comunque potuto convocare attaccanti come Palacio, Higuain, Aguero e Lavezzi. Il problema può essere il reparto arretrato. Se si parla di fenomeni non si può dimenticare il Portogallo di Cristiano Ronaldo, squadra però storicamente allergica alle grandi competizioni. E poi come non citare il Brasile padrone di casa e la sua stella Neymar. La forza dei verdeoro quest’anno potrebbe però essere la difesa, mai così forte con Dani Alves e Thiago Silva su tutti. E l’Italia? Staremo a vedere, non parte favorita, ma può diventare una bella sorpresa. di Prandelli LE OUTSIDERS BELGIO Hazard, Januzaj, Lukaku e Mertens. Già un attacco così fa venire i brividi, ma se poi ci aggiungi alle spalle gente come Fellaini e Witsel, in difesa l’eterno Van Buyten e in porta Courtois, ecco che il Belgio non può che essere considerata l’outsider numero uno. COLOMBIA Non ci sarà il più forte, Falcao, non ancora a posto dopo il brutto infortunio. Brutta tegola per i cafeteros che però restano una mina vagante. Martinez e Bacca fanno paura. E che dire degli “italiani” Guarin e Cuadrado? SVIZZERA Nessun talento incredibile, ma la forza sta nel gruppo. Un gruppo che noi italiani conosciamo bene visto che annovera gente come Lichtsteiner, Inler e Behrami. Nel girone di qualificazione si sono coportati molto bene. 12 SIRIGU SALVATORE Portiere 1 BUFFON GIANLUIGI Portiere 13 PERIN MATTIA Portiere 2 DE SCIGLIO MATTIA Difensore 14 AQUILANI ALBERTO Centrocampista 3 CHIELLINI GIORGIO Difensore 15 BARZAGLI ANDREA Difensore 4 DARMIAN MATTEO Difensore 16 DE ROSSI DANIELE Centrocampista 5 MOTTA THIAGO Centrocampista 17 IMMOBILE CIRO Attaccante 6 CANDREVA ANTONIO Centrocampista 18 PAROLO MARCO Centrocampista 7 ABATE IGNAZIO Difensore 19 BONUCCI LEONARDO Difensore 8 MARCHISIO CLAUDIO Centrocampista 20PALETTA GABRIEL Difensore 9 BALOTELLI MARIO Attaccante 21 PIRLO ANDREA Centrocampista 10 CASSANO ANTONIO Attaccante 22 INSIGNE LORENZO Attaccante 11 CERCI ALESSIO Attaccante 23VERRATTI MARCO Centrocampista Speciale mondiali 2014 SPORT SPOR i è L’ORA DEL... Gli orari delle partite in Canaria sono 1 ora prima!! * SPORT Speciale mondiali 2014 LE AVVERSARIE DEGLI AZZURRI NEL GIRONE dUE Canari... AL MONDIALE! 31 David Silva e Pedro Rodriguez saranno i due rappresentanti delle Isole Canarie ai Mondiali di calcio di Brasile 2014. Toccherà anche a loro cercare di portare la Spagna al secondo titolo consecutivo. di Stefano Ferrero Inghilterra, Uruguay e Costarica sono le tre avversarie dell’Italia nel girone. Un inizio impegnativo per gli Azzurri che però ce la possono fare. L’importante è partire con il piede giusto. C’è anche un po’ di Isole Canarie ai Mondiali di calcio di Brasile 2014. Se gli occhi degli italiani saranno puntati infatti su Buffon e compagni, qui a Fuerteventura non si può fare a meno di tenere d’occhio anche la “Roja”, a caccia del suo secondo titolo mondiale consecutivo. E andando a leggere la rosa dei 23 convocati dal ct Del Bosque, non possiamo non soffermarci su due giocatori nati e cresciuti nelle vicine Tenerife e Gran Canaria. Si tratta di Pedro Rodriguez e David Silva, due di quelli da cui ci si attende di più. Non poteva capitare un girone più difficile all’Italia che si ritrova a combattere per uno dei due posti che qualificano agli ottavi di finale con Inghilterra, Uruguay e Costarica. Sulla carta solo il Costarica è inferiore e presumibilmente terminerà al quarto posto, ma potrebbe comunque togliere punti importanti a qualcuno. Nei Mondiali poi, non bisogna mai dare nulla per scontato, basti pensare al Camerun nel ‘90 o anche solo a ciò che accadde quattro anni fa proprio all’Italia, fuori in un girone che sembra superato già prima di iniziare. Stare sulla corda fin dall’inizio potrebbe anche far bene agli Azzurri, che sanno di dover affrontare tutte le sfide come fossero già da “dentro o fuori”. URUGUAY Sulla carta l'avversario più temibile è l'Uruguay. Squadra gloriosa, capace di vincere i Mondiali del '30 e del '50, quest'ultimo proprio in casa del Brasile, ha poi vissuto un periodo opaco. Tornata grande ma non vincente a cavallo tra gli anni '80 e '90, trascinata dal “Principe” Enzo Francescoli, ha avuto poi di nuovo un calo, fino all'ultimo Mondiale, chiuso al quarto posto grazie soprattutto a Diego Forlan. Ora torna ancora più forte, con un attacco atomico composto dallo stesso Forlan, Cavani e Suarez. Centrocampo di sostanza con l'aggiunta di quel Gaston Ramirez, vecchia conoscenza del calcio italiano per aver militato fino allo scorso anno nel Bologna. Solida anche la difesa, che si basa sul centrale dell'Atletico Madrid, Godin. INGHILTERRA L'Inghilterra fa più paura nel nome che nei fatti. I Tre Leoni non sono più la bellissima squadra di qualche anno fa, comandata da Ferdinand, Terry e Bevckham, e anche i vari Gerrard e Lampard cominciano ad accusare il peso degli anni. L'attacco è tutto centrato su Wayne Rooney e Sturridge con Welbeck pronto a subentrare. A centrocampo, oltre ai già citati Gerrard e Lampard, occhio a Wilshere e Barkley, sorpresa dell'anno nel suo Everton dove ha messo a segno sei gol a soli vent'anni. Il ct Hodgson ha puntato su una squadra giovane, escludendo alcuni senatori come Carrick e Ashley Cole. L'ex allenatore dell'Inter ha le idee chiare: “Veniamo in Brasile per vincere”. Ad essere onesti sarebbe già una bella impresa passare il primo turno. COSTARICA Come si diceva, la più debole del girone, almeno sulla carta. Nessun nome di spicco e le squadre più rappresentate sono proprio le locali Herediano e Saprissa con tre giocatori a testa. Nessun giocatore “italiano” convocato, tra i militanti nelle formazioni europee spiccano i centrocampisti Duarte (Brugge) e Diaz (Mainz) e gli attaccanti Ruiz (PSV Eindhoven) e Campbell (Olympiacos). Costarica anche sfortunato perché mancherà per infortunio il suo miglior giocatore ovvero Alvaro Saborio, terzo miglior marcatore della storia della nazionale centro americana. Non dimentichiamoci però che già nel Mondiale di Italia '90 il Costarica arrivò senza credenziali per poi dimostrarsi un osso duro, tanto da superare il girone battendo Svezia e Scozia. PEDRO, EL GUANCHE BLAUGRANA SILVA, UN CANARIO A MANCHESTER Pedro Eliezer Rodriguez Ledesma, conosciuto da tutti semplicemente come Pedro, nasce a Santa Cruz de Tenerife e diventa calciatore sull’isola nel Club Deportivo Raqui San Isidro, squadra dilettantistica di Granadilla de Abona. Attaccante piccolo ma veloce e molto dotato tecnicamente, a 17 anni vede la svolta della sua carriera: passa alla cantera del Barcellona, dove debutta giovanissimo in prima squadra. Da lì un’escalation di successi tra cui un Mondiale e un Europeo con la maglia della Spagna, quattro volte campione della Liga, due Champions League e due Mondiali per Club con la casacca del Barça. La chicca? E il primo giocatore giocatore ad aver segnato nello stesso anno in tutte e sei le competizioni cui ha partecipato. Niente male! David Silva, “El Chino” per tutti visto il taglio degli occhi all’orinetale, nasce invece ad Arguineguín, paesino di pescatori di Gran Canaria, noto per aver dato i natali anche ad un altro fasomo calciatore, Juan Carlos Valeron. Notato giovanissimo dal Valencia, si trasferisce in penisola e comincia il suo cammino verso il successo. Due anni in prestito all’Eibar (Seconda Divisione) e al Celta Vigo (Prima Divisione), prima di tornare al Valencia dove si consacra definitivamente, tanto che nell’estate del 2010 il Manchester City per averlo versa ben 30 milioni di euro. Soldi ben spesi perché El Chino trascina gli Sky Blues alla conquista di due Premier League. Con la maglia della Nazionale, invece, vince due Europei e un Mondiale. La Spagna è ai suoi piedi: può essere la scheggia impazzita in grado di far saltare qualunque difesa. 32 SPORT SPORT Si arriva così al 2014 e Rossi, ormai trentacinquenne, si ripresenta al via con tanta voglia di dimostrare di esserci ancora e di poter lottare per le prime posizioni. Il problema è che adesso c’è un altro Valentino Rossi. Si chiama Marc Marquez e l’anno scorso, alla prima stagione in MotoGP, ha vinto subito il titolo. E’ il famoso “ricambio generazionale”. Ma se né Pedrosa né Lorenzo sono mai sembrati imbattibili per il “Dottore”, Marquez pare proprio di un altro pianeta. Come lo è sembrato lui per anni. Questo Rossi, nonostante i 35 anni compiuti, lotta alla pari con tutti. Ma Marquez ha davvero qualcosa in più. ROSSI C’è di Ernesto Frefora Dopo tre anni di difficoltà, quest’anno è tornato il Valentino Rossi che dal ‘97 al 2010 ha stregato tutta Italia con le sue magie sulle moto. Ma davanti a lui c’è sempre il nuovo fenomeno delle due ruote: Marc Marquez. “Rossi c’è”. La voce di Guido Meda che esalta le imprese del Valentino nazionale è ben impressa in tutti noi. Quella voce che per tre anni non abbiamo più sentito. Perché Valentino Rossi non c’era più. O almeno “quel” Valentino Rossi. Quello che dal 1997 al 2010 ha dominato prima in 125, successivamente in 250 e quindi in 500, diventata poi MotoGP. In tutto 9 titoli mondiali, di cui 7 nella classe regina, conditi da tre secondi e due terzi posti. Per più di dieci anni è l’autentico dominatore delle due ruote, con la sua classe infinita sulla sella e quella capacità di fare cose che gli altri nemmeno riescono a pensare. Aprilia, Honda, Yamaha: qualunque moto gli venga affidata, lui la porta al successo. IL DECLINO Il 2010 è uno spartiacque. Il suo compagno di squadra in Yamaha, Jorge Lorenzo, vince il titolo, lui chiude terzo. Non essere più il numero uno nella scuderia gli fa pensare di cambiare aria. Così arriva il passaggio in Ducati e l’improvviso crollo. Un feeling mai nato quello con la “rossa” di Borgo Panigale. Un’unione che invece avrebbe dovuto sancire un successo italiano a tutto tondo. Niente da fare. Sulla Desmosedici il “Dottore” colleziona appena tre podi in due anni e nemmeno una vittoria, chiudendo i due mondiali rispettivamente al settimo e sesto posto.Sembra finito. Le grane con il fisco danno anche una mano ai suoi detrattori e così Rossi, da idolo incontrastato delle folle, si ritrova ad essere osteggiato, invitato a lasciar perdere, definito ormai “vecchio” e “bollito”. Ma è proprio in questi momenti che la stoffa del campione viene fuori. Anzi, quella del fuoriclasse. Perché non si diventa brocchi da un giorno all’altro. E Valentino lo vuole dimostrare. Ma con i mezzi giusti, perché in Ducati proprio non è possibile. LA RINASCITA IN YAMAHA E allora ecco il ritorno in Yamaha e improvvisamente qualcosa cambia. Il suo compagno di squadra è ancora Lorenzo, campione del mondo in carica. Valentino parte con un secondo posto in Qatar, poi qualche gara incolore e finalmente il ritorno al successo sul circuito amico di Assen (ottava vittoria in Olanda in carriera). Rimane l’unica vittoria stagionale, ma è già un buon segno e a fine anno Rossi chiude al quarto posto in classifica generale. IL “NUOVO” VALENTINO Valentino inizia con un secondo posto in Qatar, come l’anno precedente, poi è ottavo in Texas e quarto in Argentina. Intanto Marquez vince, vince e vince ancora. Si arriva in Spagna e a Jerez de la Frontera, Rossi se la gioca fino alla fine. Sta davanti a Pedrosa di un decimo, ma deve ancora inchinarsi a Marquez. Due settimane dopo a Le Mans è l’unico a provare a 33 tener testa al giovane spagnolo, ma ancora una volta deve cedere: secondo. Arriva il GP di casa: Mugello. I sette successi consecutivi dal 2002 al 2008 sono un ricordo. L’altro ricordo, da cancellare però, è la caduta al primo giro dello scorso anno che lo ha costretto troppo presto al ritiro. C’è tanta voglia di tornare sul gradino più alto del podio proprio in Italia e Valentino ce la mette tutta, anche perché deve festeggiare al meglio la trecentesima gara in carriera nel motomondiale. Partito molto, troppo indietro in griglia (decimo), Rossi rimonta, rimonta, rimonta fino ad arrivare al terzo posto. Di più non si può fare. Davanti Marquez e Lorenzo si danno battaglia e, manco a dirlo, ancora una volta la spunta il catalano. Ma è l’ennesima iniezione di fiducia. Se per il titolo sembra non esserci storia, Valentino può ambire a chiudere al secondo posto: primo degli umani. Una volta erano gli altri a contendersi questo posto perché l’extraterrestre era lui. Ma oggi va bene così. L’importante è tornare a dire: “Rossi c’è”. RENè EGLI: UN’IDEA... MONDIALE Pioniere del windsurf, arrivato a Fuerteventura nell’ormai lontano 1984, Renè Egli ha trasformato la Playa di Sotavento nel paradiso dei kiters e dei windsurfer: una storia bellissima. E a fine luglio arriva anche una tappa della World Cup di kite e windsurf. di Stefano Ferrero Anno 1984. Fuerteventura è un angolo di paradiso, ancora di più di quanto non lo sia adesso. Il turismo è agli albori e all e spalle della laguna di Sotavento da poco è stato costruito l’Hotel Gorriones. Un pioniere del windsurf, lo svizzero Renè Egli, scopre questo luogo incantato e soprattutto il fatto che questa spiaggia, questa laguna, è un posto con delle condizioni climatiche uniche per il vento. LA TOBERA DI SOTAVENTO La posizione geografica della spiaggia, infatti, permette l’intensificazione dell’aliseo nord-orientale attraverso due catene montuose. Inoltre l’aria ascendente dell’isola, scaldata dal sole, rimane circoscritta e soggetta alla diversa pressione degli alisei, tendenzialmente meno caldi. Quando la corrente raggiunge la lagina di Il 18 luglio alla Playa di Sotavento arrivano i mondiali di kitesurf prima (dal 18 al 24 luglio) e di windsurf poi (dal 25 luglio al 2 agosto). Un appuntamento ormai classico che, per quanto riguarda il windsurf, va in scena addirittura dal 1986 ed è giunto alla 29esima edizione. Attesi in media 1500 spettatori al giorno: durante la giornata tutti a guardare il mare ma la sera non mancheranno le feste e la musica ad animare ancora di più questi 15 giorni di divertimento. Dai veterani Bjorn Dunkerbeck e Antoine Albeau, al giovane italiano Matteo Iachino e il ventinovenne Alberto Menegatti, il windsurf assicura delle belle battaglie. Nel kite c’è attesa per Christophe Tack, Marc Jacobs e Alexandre Neto. Toccherà invece ad Alberto Rondina difendere i colori dell’Italia in questa disciplina. Spettacolo garantito: vietato mancare. 35 PHOTO: JHON CARTER Surf Surf SURF Sotavento per tornare al mare, la pressione si dissolve ridando nuova vita ai venti. Questo duplice effetto è responsabile della presenza costante di venti forti in questo luogo, più che in qualsiasi altra parte dell’isola, e prende il nome di “Tobera” di Sotavento. Renè Egli è un passo avanti a tutti. Comprende da subito che queste condizioni sono ideali per il windsurf e così acquisisce i diritti esclusivi per questa disciplina dell’Hotel Gorriones e inizia l’attività con 8 tavole e 30 vele. IL PRIMO MONDIALE DI WINDSURF L’inizio è frenetico. L’obiettivo è quello di sviluppare un turismo in loco interamente dedicato al windsurf e nell’86 ad appena due anni dalla sua installazione, organizza e partecipa al primo Campionato del Mondo di velocità con il windsurf sull’isola di Fuerteventura. Pascal Maka relizza un nuovo record del mondo, toccando i 38,86 nodi e contribuendo così ad aumentare la popolarità di Fuerte tra gli amanti di questo sport. E’ veramente l’inizio di un’escalation senza fine. Fuerteventura e la Playa di Sotavento da allora diventano tappa fissa del mondiale di windsurf, ma non solo. Ogni anno c’è una novità. Nel ‘95 apre il Fuerte Action Bar, un punto di incontro alla moda che mette insieme sport e abbigliamento e a dieci anni dalla sua nascita, l’attività conta ora 200 tavole e 600 vele. L’AVVENTO DEL KITE Il 2000 è un altro anno fondamentale per Renè Egli. Comincia a diffondersi nel mondo una nuova disciplina: il kitesurf. A Sotavento la “Tobera” rende ideale questo tratto di oceano anche per questo sport e così apre il primo Kite Center e la prima scuola di kite sull’isola di Fuerteventura. Appena un anno più tardi, Renè Egli organizza la Kite World Cup, prima manifestazione nel suo genere al mondo e anche questa volta, così come accadde con il windsurf, arria un record del monod. A stabilirlo è Sebastien Cattelan, che con il tempo di 8,87 secondi realizza il nuovo primato di Hangtime.Da allora Sotavento si divide quindi tra windsurf e kite, trovando il modo per far convivere pacificamente queste due discipline e i suoi praticanti. LA STRUTTURA OGGI Annika Ingwersen, General Manager e Responsabile Marketing per Renè Egli, traccia un profi- 36 SURF lo di ciò che è oggi la struttura, cresciuta tanto ma ancora in espansione: “Ora ci sono due Windsurf Center e un Kite Center, ma il progetto è quello di creare un nuovo centro di classe superiore su 1100 metri quadri completo di ogni confort: docce, bar, fisioterapisti: insomma, per una vacanza all’insegna del kite e del windsurf che possa però anche garantire relax tra una sessione e l’altra”. Già oggi il centro Renè Egli è un’oasi per chi vuole praticare questi sport. “Abbiamo una tipologia di clienti diversa rispetto al resto dell’isola – prosegue Annika Ingwersen – perché noi proponiamo molti servizi che da altre parte non ci sono. Tutto ciò che cerca un appassionato di kite o windsurf, da noi lo trova. Le migliori comodità, perché la pratica di questi sport possa essere vissuta anche come una vera e propria vacanza, e il cliente non debba preoccuparsi di nulla, se non di divertirsi facendo l’attività che ama”. Un centro capace di servire anche 400 persone nei giorni di punta e di accogliere durante l’anno oltre 30mila clienti. Numeri da capogiro. I MONDIALI DI WINDSURF E KITE Il 18 luglio alla Playa di Sotavento arrivano i mondiali di kitesurf prima (dal 18 al 24 luglio) e di windsurf poi (dal 25 luglio al 2 agosto). Un appuntamento ormai classico che, per quanto riguarda il windsurf, va in scena addirittura dal 1986 ed è giunto alla 29esima edizione. Per due settimane il centro di Renè Egli sarà letteralmente preso d’assalto. Non è cosa da tutti i giorni vedere i migliori in assoluto sfidarsi fra le onde e soprattutto farlo in uno degli spot con le migliori condizioni di vento al mondo. Attesi in media 1500 spettatori al giorno: durante la giornata tutti a guardare il mare ma la sera non mancheranno le feste e la musica ad animare ancora di più questi 15 giorni di divertimento. Dai veterani Bjorn Dunkerbeck e Antoine Albeau, al giovane italiano Matteo Iachino e il ventinovenne Alberto Menegatti, il windsurf assicura delle belle battaglie. Nel kite c’è attesa per Christophe Tack, Marc Jacobs e Alexandre Neto. Toccherà invece ad Alberto Rondina difendere i colori dell’Italia in questa disciplina. Spettacolo garantito: vietato mancare. 38 SURF 39 UN’ONDATA DI EMOZIONI di Graziana Morcaldi Una tavola da surf e l’oceano, in cerca di “buena onda” con una sola chiara regola da rispettare per tutti: il rispetto. Il surf è per molti uno stile di vita e, come un gioco di colori, si amalgama ogni aspetto della quotidianità alla tavola e all’oceano. I surfisti si perdono guardando l’orizzonte e si rigenerano cavalcando l’onda. Quali sono le regole da rispettare? In realtà ce n’è solo una da tenere a mente, breve, concisa e sacrosanta: il rispetto. “Il surf è tutta questione di sensazioni ed emozioni, se disturbi l’emozione altrui manchi di rispetto verso il più alto dei sentimenti” racconta Emanuele, tavola da surf in mano, pronto a scendere alla spiaggia del Cotillo, vasta e selvaggia, e remare verso il mare aperto. Nel surf non si guarda solo la bravura e la destrezza nel domare le onde, ma scrutare il modo in cui ci si approccia alla natura. “E’ lo sport che più di ogni altro crea il legame con la natura. Sei solo tu, una tavola e l’oceano” dice Nicola. “Ci sono tanti surfisti migliori dei più grandi campioni del mondo, ma scelgono di restare all’ombra, vivere nell’intimità l’emozione che gli regala questo sport” prosegue Emanuele.“La prima volta che sono entrato in un tubo è stato come rinascere, una sensazione fortissima”. Ci racconta con enfasi Nicola “quando il tubo si è chiuso sopra la mia testa è diventato buio e io sapevo che dovevo surfare l’onda prendendola più in alto possibile per andare più veloce e non essere travolto. Così ho fatto, e ho visto la luce in fondo al tunnel e le sono andata incontro, ho finito l’onda e l’ho sentita rompersi alle mie spalle, il rumore più bello del mondo”. I surfisti, quelli veri, sono quelli che accarezzano la propria tavola prima di entrare in acqua, che la cavalcano nell’oceano con devozione aspettando l’onda. Sono quelli che, pur essendo in dieci nella stessa superficie d’acqua non si perdono in chiacchiere fra loro. C’è un silenzio che è musica, tutti con lo sguardo fermo e disteso verso il mare aperto, nel contatto più intenso con l’universo. Sono in dieci ma ognuno è solo con le sue emozioni. E allora ecco che nel surf, come nella vita, il rispetto del prossimo è fondamentale. E’ sufficiente, come ha detto Emanuele, approcciarsi con amore e umiltà, rispettare l’emozione che regala agli altri, godersi la propria. E poi finalmente l’onda arriva e regala l’adrenalina più estrema. Quei pochi attimi appagano dell’attesa, fino al prossimo giro di giostra. “E’ nel volteggiare della tua anima che ritrovo me stesso” aggiunge Emanuele prima di entrare in acqua. “Il surf per me è racchiuso in questa frase”. Cucina Cucina CUCINA insalata di... PAPAYA Difficolta : 8/10 x 8 40 m Ingredienti: 1 papaya di medie dimensioni 4 cucchiai di concentrato di tamarindo 3 pomodori 4 spicchi di aglio 3 peperoncini 2 cucchiai di salsa di pesce di Laura Sanna Preparazione: Tagliate la papaya pelata a julienne. Mettetela in una terrina e cospargetela di sale, perché così ne esca il liquido. Fatela riposare 30 minuti. Nel frattempo lavate e pulite i fagiolini, decapitatene le estremità e fateli bollire in acqua salata. Scolateli prima del tempo, quindi tagliateli a pezzettini. A listarelle, o a fiocchi, tagliamo anche l’insalata e la lasciamo riposare. I 30 minuti son trascorsi: sul fondo della ciotola si è depositata la parte acquosa della papaya. Schiacciatela con le mani per far uscire tutto il restante liquido dal frutto e separatelo.Trasferite la papaya in un robot da cucina, aggiungete i peperoncini (senza semi, né calotta) e tritate azionando il robot “a scatti”. Unite quindi l’aglio, il concentrato di tamarindo, la salsa di pesce e tritate nuovamente fino a quando tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati. Versate nella ciotola l’insalata, il “tritato”, e guarnite con il pomodoro a fettine e i fagiolini. OCCHIO!!! Per preparare questa ricetta, è preferibile utilizzare della papaia ancora acerba. 250 gr. di fagiolini Insalata verde Sale q.b. LO SAPEVATE CHE.. ●L’insalata di papaya si accompagna perfettamente al riso glutinoso. ●Una delle varianti di questa ricetta prevede che i fagiolini vengano frullati. ●Provate ad aggiungere una carota grattugiata. 41 42 CUCINA COCKTAIL RUM-PAPAYA CUCINA Un cocktailito alcolico, fresco, e dolce. Assicuratevi di avere già il costume addosso, la sdraio in posizione, un pareo rosso con le lucertole accuratamente sgualcito sopra, perché è davvero di facilissima preparazione. In soli 10 minuti. E va servito fresco. Quindi, mettiamoci all’opera. di Laura Sanna INGREDIENTI 30 cl. di Ron Arehucas 15 cl. di succo di papaya 2 cucchiaiate di zucchero 3 cubetti di ghiaccio 2 foglie di menta Preparazione Il cocktail alla papaya si prepara con il tipico rum locale e la papaya come ingredienti fondamentali. Entrambi devono essere molto freddi. Si comincia dal succo di papaya, frullatela senza paura di lasciare un po’ di polpa al composto. Per il nostro supercocktail, mixiamo due parti di rum con una di succo di papaya, abbondando un poco con quest’ultimo volendo. È l’ora dello zucchero: due cucchiaiate a pioggia, una bella mescolata, e quasi ci siamo. Distruggiamo i cubetti di ghiaccio fino a ottenere una granita. Aggiungiamo tutti gli ingredienti alla “cocktelera”, shakeriamo e versiamo nei bicchieri. Abbiamo precedentemente preparato la decorazione per i bicchieri: a bocca in giù, bagnamo il bordo prima con l’acqua e poi con lo zucchero a granelli. A gusto, foglie di menta, ombrellini & co. 43 44 L’incubo sembra diventare realtà. Alla fine ha vinto la linea del ministero dell’industria José Manuel Soria contro il governo locale delle isole che si opponeva alle trivellazioni. La Marea nera A FUERTEVENTURA La chiamata in tutte e sette le isole è all’unisono: si scende in piazza per dire No alle trivellazioni di Repsol in acque Canarie, tra Lanzarote e Fuerteventura. E Fuerteventura si è fatta sentitre. Sono le 18.30 di sabato 7 Luglio quando davanti alla sede del Cabildo Insular, nel cuore di Puerto del Rosario, si iniziano a vedere le prime magliette nere mentre suona “l’Inno contro il petrolio”. Sono gli abitanti di tutta l’isola, majoreri, tedeschi, inglesi, francesi, russi... non manca nessuno all’appello. Vengono da Morro Jable, Tefia, Antigua, Corralejo, Cotillo...ed in pochi istanti l’educata, vivace ma contemporaneamente arrabbiata, “marea nera” umana invade il capoluogo al grido di “No al petrolio, Si alle energie rinnovabili”. Una manifestazione pacifica, piena di momenti emozionanti, lunghi applausi. “La loro indifferenza ci ha reso più uniti, oggi siamo un’unico popolo che chiede solo di essere ascoltato da chi dovrebbe rappresentarci invece di venderci” racconta Nereida, majorera settantenne, preoccupata per il futuro della sua terra e dei suoi nipoti. Dopo una breve marcia sul lungo mare, i manifestanti si raggruppano nuovamente davanti alla sede del Cabildo Insular, “ i colpevoli” secondo gli organizzatori della manifestazione. E restiamo colpiti dall’educazione di questo nuovo popolo che attende, su invito degli organizzatori, la fine della messa prima di dare voce a due giovani studenti, emozionati ed emozionanti, per leggere il manifesto che simultaneamente viene proclamato nelle altre sei isole. PRECEDENTI La minaccia dei pozzi petroliferi in acque canarie non è una novità. Già nel 2002 il Governo tentò di imporre la propria volontà e iniziare le trivellazioni. Ma in quell’occasione l’incubo venne sventato dall’intervento del Tribunale Supremo di Giustizia perchè mancava la relazione sull’impatto medioambientale. Successivamente l’argomento venne usato come merce di scmabio nelle politiche nazionali. La manifestazione del 22 marzo de 2012, dopo l’approvazione dei trivellamenti, ha sorpreso tutti. Il popolo canario aveva deciso di lottare. Negli ultimi dodici anni Repsol è riuscita a “correggere” tutti gli errori progettuali ottenendo così l’approvazione allo sviluppo della sua campagna canaria. I POZZI I trivellamenti tra Fuerteventura e Lanzarote preoccupano tutti, principalmente pescatori e operatori del settore turistico. E poi c’è il problema dell’acqua: non bisogna dimenticarci che qui sull’isola dipende interamente dagli impianti desalinizzatori che smetteranno di funzionare con l’inizio degli scavi. I pozzi saranno a circa nove chilometri dalla spiaggia di Castillo ed a circa ventiquattro dalle Dune di Corralejo e da Puerto del Camen a Lanzarote. speciale petrolio Eventi 15 LAJARES GIUGNO San Antonio de Padua ------------------------------- 17 centro bibliotecario peninsulare, Puerto del Rosario GIUGNO 20.30 IBERTIGO ITINERANTE Si chiude, con quest’ultimo film, il minifestival sulla Muestra de cine Hispano- americano celebratosi a Gran Canaria: dopo “Efectos especiales”, “El árbol de las fresas”, “Papirosen”, l’ultimo capolavoro. FINO AL 21 GIUGNO CENTRO CULTURAL RAIZ, LA OLIVA 26/28 GIUGNO 4, 5 LUGLIO, EL COTILLO, 4/5 LUGLIO h. 17.00/21.00 HUELLAS DE LOS MAHOHS, esposizione di Federica Occhi e Francisco Aurelio Suárez Fuentes 26, 27, 28 FINO AL 29 GIUGNO VALLEBRON, ANTIGUA Festeggiamenti in onore di SAN JUAN BAUTISTA Vedere articolo! ------------------------------AUDITORIUM MUNICIPAL DE CORRALEJO 21 GIUGNO ALICIA EN EL PAÌS DE LAS MARAVILLAS Musical per grandi e piccini, il classico della Disney arriva a Corralejo. 5€ prevendita, 7€ botteghino giugno, Pza Calero, Corralejo 80’s FESTIVAL CORRALEJO Cinema all’aperto, hairstylers, giochi tipici: direttamente dall’epoca in cui molti di noi erano bimbi o poco più che ragazzi, vi accenniamo solo alcune delle idee che spiccano da questo programma diurno e notturno FEM, FUERTEVENTURA EN MUSICA Torna l’appuntamento annuale del Festival più atteso sull’isola... tanti nomi tra cui l’irriverente Calle 13.... Fuerteventura En Musica, la playa, la gente, un botellín e, naturalmente, tanta, tanta musica. ------------------------------- ANTIGUA 13 LUGLIO ROMERÌA IN ONORE A NUESTRA SEÑORA DEL CARMEN Musica, gastronomia tipica, danze folkloristiche, e un po’ di tradizione religiosa, sono gli ingredienti di una romería. Volete saperne di più? Vi aspettiamo ad Antigua. Per ricevere assistenza sanitaria è sufficiente avere con sè la tessera magnetica del Sistema Sanitario Nazionale, con la quale si ha il diritto di ricevere assistenza negli ospedali pubblici dell’isola con rimborso della quasi totalità delle spese sostenute. Centri di Salute Puerto del Rosario: 928 531029 Corralejo: 928 535969 Gran Tarajal: 928 162243 Costa Calma: 928 872112 Morro Jable: 928 545071 Pájara: 928 161563 Croce Rossa Corralejo: 928 860000 Caleta De Fuste: 928 851376 Grand Tarajal: 928 16 52 59 Consolato Onorario d’Italia Las Palmas de Gran Canaria Circoscrizione: Fuerteventura, Gran Canaria, Lanzarote Console Onorario: Sig. José Carlos DE BLASIO C/. Reyes Catolicos n. 44 - 35001 Las Palmas de Gran Canaria Fax: 928.244.786 e-mail: [email protected] Attenzione telefonica prestata dalla società “Innovatel Europe s.l” al numero 807.505.883 Per chi chiama da fuori dalla Spagna: +34 902.502.512 Si riceve il pubblico su esclusivamente appuntamento. Orario al pubblico: lunedì e mercoledì, dalle 9.30 alle 13.00; venerdì dalle 9.30 alle 11.30 Ufficio del Turismo Corralejo: 928 866235 Caleta De Fuste: 928 163286 Jandia: 928 540776 Varie Aeroporto Fuerteventura : + 34 928 860500 Duty Free: 200 sigarette; 100 sigarini; 50 sigari; 250g di tabacco. 60ml di profumo. 2 litri di vino 2 litri di liquore sotto il 22% di volume. 1 litro di liquore oltre 22% di volume. NB: i minori di anni 17 non possono portare alcool e tabacco nel bagaglio. Autobus (alle Canarie si chiama Guagua) orari delle linee principali gli orari sono validi per i giorni lavorativi. Per sabato, domenica e festivi consultare il sito: www.maxoratabus.com Il biglietto si paga direttamente al conducente alla salita Per trasportare biciclette, tavole da surf e altre attrezzature sportive chiedere prima al conducente Linea 1: Puerto del Rosario – Morro Jable (passa per Antigua) 06.30 07.30 08.30 09.30 10.00 10.30 11.30 12.00 12.30 13.30 14.30 15.00 15.30 16.30 17.00 17.30 19.00 20.00 21.00 22.30 Morro Jable – Puerto del Rosario 05.45 07.00 07.30 08.00 09.00 10.00 10.30 11.00 12.00 12.30 13.00 14.00 15.00 15.30 16.30 17.00 18.15 19.00 20.00 22.30 Linea 3: Puerto del Rosario – Caleta de Fuste 06.30 07.00 07.30 08.30 09.00 09.30 10.00 10.30 11.00 11.30 12.00 12.30 13.00 13.30 14.00 14.30 15.30 16.00 16.30 17.00 18.00 18.30 19.00 19.30 20.00 20.30 21.00 21.30 22.00 22.30 23.00 00.00 Caleta de Fuste – Puerto del Rosario 07.00 07.45 08.15 08.45 09.15 10.00 10.30 11.00 11.30 12.00 12.30 13.00 13.30 14.00 14.30 15.0015.30 16.00 16.30 17.00 17.30 18.00 18.45 19.00 19.15 19.45 20.15 20.45 21.15 21.45 22.15 23.15 23.45 00.30 Linea 6: Puerto del Rosario – Corralejo 07.00 07.30 08.30 09.00 09.30 10.00 10.30 11.00 11.30 12.00 12.30 13.00 13.30 14.00 14.30 15.00 15.30 16.00 16.30 17.00 17.30 18.00 18.30 19.00 20.00 21.00 22.00 23.00 Corralejo – Puerto del Rosario 07.00 07.30 08.30 09.00 09.30 10.00 10.30 11.00 11.30 12.00 12.30 13.00 13.30 14.00 14.30 15.00 15.30 16.00 16.30 17.00 17.30 18.00 18.30 19.00 20.00 21.00 22.00 23.00 00.00 Linea 8: Corralejo – el Cotillo 09.00 10.00 11.00 14.00 15.00 16.00 19.00 20.00 21.00 El Cotillo - Corralejo 08.00 09.00 10.00 13.00 15.00 16.00 19.00 20.00 12.00 13.00 17.00 18.00 11.00 12.00 17.00 18.00 Taxi Aereoporto +34 928 850 216 Antigua – Betancuria +34 928 87 80 11 Caleta de Fuste +34 928 87 80 11 Corralejo +34 928 53 74 41 Costa Calma +34 928 541 257 Gran Tarajal +34 928 870 059 Morro Jable +34 928 541 257 Puerto del Rosario +34 928 850 216 Traghetti per Lanzarote (Plaja Blanca) dal porto di Corralejo ARMAS da Corralejo 08.00 10.00 14.00* 16.00 18.00 20.00 da Lanzarote 07.00 09.00 11.00 15.00* 17.00 19.00 * Domenica e festivi esclusi. FRED OLSEN da Corralejo 07.45 09.00 12.00 13.30* 15.00 17.00 19.00 da Lanzarote 07.10* 08.30 10.00 12.30* 14.00 16.00 18.00 * Sabato,Domenica e festivi esclusi. QUI LA TUA PUBBLICITÀ +34 928 563 563 Emergenze: Numero unico: 112 Polizia, Pompieri, Pronto Soccorso Le Maree Giorno Domenica10:01 0,65 m Mercoledì 6:33 0,50 m 16:24 2,31 m 12:49 2,41 m 1 22:36 0,62 m 11 19:01 0,46 m Sabato 21 Lunedì 2 Domenica10:32 2,01 m 16:49 0,79 m 22 22:54 2,11 m GIUGNO 2014 Giorno OraAltezza Giorno OraAltezza 4:50 2,05 m Giovedì 7:16 0,41 m 10:38 0,75 m 13:33 2,53 m 17:03 2,22 m 12 19:45 0,34 m Ora Altezza 9:26 2,05 m 15:39 0,84 m 21:48 2,11 m Martedì 5:33 1,96 m Venerdì 11:18 0,84 m 3 17:47 2,12 m 13 7:59 0,35 m 14:16 2,61 m 20:30 0,27 m Lunedì 23 5:15 0,67 m 11:29 2,18 m 17:47 0,71 m Mercoledì 6:22 1,89 m Sabato 12:06 0,93 m 4 18:38 2,03 m 14 8:42 0,33 m 15:01 2,65 m 21:15 0,25 m Martedì 6:05 0,63 m 12:019 2,27 m 24 18:36 0,63 m Giovedì 7:20 1,84 m Domenica 9:27 0,35 m 13:05 1,00 m 15:47 2,64 m 5 19:37 1,97 m 15 22:03 0,27 m Mercoledì 6:47 0,59 m 13:01 2,34 m 25 19:18 0,56 m Venerdì 6 8:23 1,83 m Lunedì 14:17 1,02 m 20:41 1,95 m 16 4:18 2,38 m 10:14 0,42 m 16:36 2,58 m Giovedì 7:25 0,57 m 13:40 2,40 m 26 19:56 0,51 m Sabato 7 9:28 1,89 m Martedì 5:10 2,30 m 15:31 0,98 m 11:04 0,53 m 21:45 1,99 m 17 17:28 2,48 m Venerdì 8:01 0,55 m 14:17 2,43 m 27 20:32 0,49 m Domenica10:26 1,99 m Mercoledì6:206 2,20 m 16:35 0,88 m 12:00 0,65 m 8 22:44 2,06 m 18 18:25 2,35 m Sabato 28 Lunedì 9 Domenica 9:07 0,57 m 15:27 2,42 m 29 21:39 0,52 m 5:02 0,72 m Giovedì 7:08 2,10 m 11:18 2,12 m 13:05 0,77 m 17:28 0,74 m 19 19:29 2,24 m Martedì 5:49 0,61 m Venerdì 12:05 2,27 m 10 18:16 0,60 m 20 8:16 2,05 m 14:21 0,84 m 20:38 2,15 m Lunedì 30 Il sole sorge alle 07:05 e tramonta alle 20:53 8:34 0,55 m 14:52 2,44 m 21:06 0,49 m 9:40 0,60 m 16:02 2,37 m 22:13 0,56 m COTILLO 53 CORRALEJO OROSCOPO GIUGNO 2014 ARIETE LEONE SAGITTARIO TORO VERGINE CAPRICORNO GEMELLI BILANCIA ACQUARIO CANCRO SCORPIONE PESCI Venere prosegue la sua opera di stabilizzazione e premia la vostra costanza e perseveranza. Dal 24, il suo ingresso nel segno dei Gemelli vi faciliterà nuove conoscenze. Sentirete un calo della sensualità: pazientate fino ai primi di luglio quando avrete una nuova ripresa. Anche la salute non sarà dalla vostra a fine giugno, ma con il cambio del mese vi sentirete meglio. Sul lavoro non cercate di strafare. La congiunzione di Venere esalta le vostre qualità affettive. La terza decade gode anche del sestile di Giove che stimola nuove amicizie. Attenzione all'alimentazione e alla cura della vostra persona: in questo mese dovrete essere regolari per sfruttare al meglio i benefici di Giove. Sul lavoro sarete poco concentrati invece: ritagliatevi del tempo per pensare a nuove proposte.Nessun problema rilevante per quanto riguarda il denaro. Mese importante dal punto di vista erotico, dove vivrete una stagione gratificante. La seconda decade, grazie al sestile di Urano, troverà persone con grandi affinità mentali. L'inizio di luglio sarà molto spumeggiante. Venere nel dodicesimo campo vi porterà a praticare discipline naturali per rilassare mente e corpo. Grazie all'energico trigono in Marte, non avrete problemi nelle attività creative. I primi giorni di luglio potrebbero portare soldi inattesi. E' il vostro mese fortunato. Mercurio, Venere e Giove sono dalla vostra e le sintonie d'amore procederanno arminiose. Temprati dalla lunga quadratura di Marte sapre affrontare anche i momenti difficili. Anche dal punto di vista fisico, l'influenza dei pianeti avrà un effetto benefico. Saturno vi permette di stare in piedi anche lavorativamente. Tenderete a sviluppare le vostre idee da soli. Attenti agli investimenti finanziari. La quadratura di Venere raffredda i vostri slanci sentimentali, ma dall'inizio di luglio lo scenario migliorerà. Anche dal punto di vista della salute, la seconda parte di giugno non sarà il massimo, con problemi a pelle e articolazioni. Saturno rallenta il volume d'affari, ma Marte supporta il desiderio di nuovi contatti lavorativi che si renderanno concreti a partire da luglio. Tenete duro anche dal punto di vista economico. Venere e Mercurio vi renderanno più attraenti nei confronti del partner e di eventuali nuovi incontri. I Vergine di seconda decade avranno dalla loro anche Saturno e Giove: avrete solo l'imbarazzo della scelta. Venere in trigono dal nono settore vi darà del dinamismo in più. Il vostro stato di salute sarà eccellente. Sul lavoro sfoderate una professionalità di prim'ordine, ma che non sarà monetizzata nell'immediato. Venere nel segno del Toro e nell'ottavo campo è un invito a vivere la sensalità in modo più coinvolgente. A cavallo tra giugno e luglio darete maggiore importanza a affinità culturali e intellettive. L'orbita di Venere favorisce la risoluzione di problematiche riproduttive. A fine giugno iniziano importanti variazioni in ambito lavorativo che si concretizzeranno a luglio. In questo periodo rientrate di qualche credito passato. La regolarità di Venere in Toro non si sposa al meglio con il vostro essere nomadi e inquieti. Se ci tenete a un rapporto, attenti a non far scappare il vostro partner. Cercato di passare più tempo all'aria aperta per darvi più carica e vitalità. Venere opposta potrebbe scalfire qualche rapporto lavorativo, ma a inizio luglio tutto si appianerà. Tenete un regime di “spending review” anche se il quadro economico generale è buono. Venere nel sesto campo potrebbe causare qualche conflittualità in amore. Tenete duro: da metà luglio cambierà tutto. Il vostro atteggiamento mentale pacato potrà aiutarvi a risolvere qualche problema psicofisico. Vivete a contatto con la natura. Sul lavoro dedicatevi al controllo dei conti e delle scadenze per non incorrere in brutte sorprese. Non vi è ancora chiaro come mantenere intatto il vostro capitale e farlo fruttare. L'opposizione di Giove vi ha fatto trascorrere mesi all'insegna del pessimismo in amore. Il trigono di Venere vi ridà un po' di energia positiva e vi aiuterà anche con la salute. Vi farà infatti distendere e rilassare, consentendovi un recupero anche estetico. La fine dell'opposizione di Giove vi aiuterà da inizio luglio sul lavoro, aiutando la relazione con i soci. Non disdegnate i piani di risparmio o di investimento: vi daranno soddisfazioni nei prossimi mesi. Il sostegno di Marte da inzio anno vi ha portato conquiste a ripetizione e buone relazioni dal punto di vista passionale. Questo mese non farà eccezione. Il vostro sistema immunitario è a prova di bomba, potete cimentarvi in exploit sportivi. Tanti impegni burocratici da adempiere lasceranno poi spazio a gratificanti prospettive in campo lavorativo. Gestite il denaro in maniera oculata e ispirata, attenti alla gestione del bilancio quotidiano. L'appoggio di Venere dal terzo settore vi permette di dialogare al meglio ed esprimere nel modo giusto il vostro sentimento. La salute si fa più robusta e la lunga sosta di Marte nel vostro settore vi rende più consapevoli nell'utilizzo delle energie. Negli ultimi mesi avete registrato un incremento del volume d'affari e questo mese sarà la continuazione di questo periodo fortunato. Questo giova anche alla vostra situazione finanziaria.
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