RTAntis - Artantis.info

Da vedere.Viste
le mostre in Italia
HENRI MATISSE
Vettor Pisani
ARTAntis
www.artantis.info
TRIMESTRALE D’ARTE 17
gennaio febbraio marzo duemilaquattordici
info
distribuzione gratuita
Speciale Regioni
EMILIA ROMAGNA
Profili
Sergio Ceccotti
Foto di Gruppo
A proposito di NARCISO ARTE
Cinema
La grande bellezza
Racconti ...
La Valle dell’Apocalisse
In copertina
CARLA ACCARDI
FULGEN SABATIER
Abundancia
acrylic on linen
cm 122x99
contact
e-mail: [email protected] - phone: 787.473.5081 italy: 333.89.20.759
ARTAntis
TRIMESTRALE D’ARTE 17
gennaio febbraio marzo duemilaquattordici
info
distribuzione gratuita
Artantis.info
Trimestrale d’arte
www.artantis.info
[email protected]
EDITORIALE
www.artantis.info
Direttore responsabile
Beniamino Daniele
Direttore artistico
Vincenzo Silvano
[email protected]
Ufficio stampa
Grazia Nuzzi, Francesca Silvano, Luigia Silvano
Hanno collaborato a questo numero
Ignazio Apolloni, Carmen De Stasio, Giorgio Di Genova,
Aldo Gerbino, Massimiliano Alberico Grasso,
Araxi Ipekjian, Pasquale Lettieri, Monica Pellegrini,
Federica Pera, Anna Sorrentino,Vincenzo Silvano,
Maria Rosaria Vado
Progetti promozionali per gli artisti
Arpinè Sevagian
Progetto grafico e impaginazione
www.zeroottounografica.it, Napoli
[email protected]
Editore
Artantis.Associazione Culturale, Napoli
www.artantis.it - [email protected]
Stampa
Officine Grafiche
Francesco Giannini & Figli S.p.a, Napoli
In vista del mese di marzo e della primavera, era
nei nostri intenti dedicare la copertina del numero
in preparazione ad una grande artista italiana;
Carla Accardi era naturalmente tra le favorite ma
mai avremmo pensato che questo omaggio potesse
coincidere con la sua scomparsa. L’intensa attività
della pittrice, di cui già c’eravamo recentemente
occupati in occasione della sua mostra presso la
Fondazione Puglisi Cosentino di Catania, non faceva
certo presagire alla sua dolorosa dipartita che, certo,
lascia un grande vuoto nel mondo artistico. Viene a
mancare non solo una grande artista, ma una donna
tenace e coraggiosa, che ha cambiato il corso dell’arte
non solo nazionale. Artantis.info, offre il suo spazio
al ricordo e alla riflessione su quanto ci ha lasciato.
Così come offre il suo spazio a diversi redazionali su
eventi ed artisti, alcuni nel pieno della loro fama, altri
in attesa di un giusto riconoscimento. In particolare,
questo numero, si segnala per il corposo redazionale
sul “gruppo” Narciso che, come scrive giustamente
Giorgio Di Genova, ha caratterizzato un significativo
versante della produzione italiana degli anni Sessanta,
Settanta e Ottanta. Non manca l’ampio spazio dedicato
ai numerosi artisti soci di Artantis: in particolare
si segnala un interessante “speciale” sugli artisti
dell’Emilia Romagna, anche in virtù del fatto che la
rivista verrà presentata in anteprima a “Vernice Art
Fair”, a Forlì, dove numerosi lettori ci attendono, come
ogni anno. La rivista sarà nuovamente protagonista,
in aprile, a Carrara, in occasione di “Giorni d’Arte”.
Buona lettura dallo staff di Artantis.info!
Artantis.Associazione Culturale
Vincenzo Silvano
La collaborazione ad Artantis.info è da considerasi del tutto gratuita e non
retribuita. In nessun caso si garantiscono la restituzione dei materiali giunti
in redazione. Gli scritti pubblicati impegnano solo la responsabilità
dell’autore. Senza preventiva autorizzazione è vietata ogni riproduzione
integrale e parziale di testi ed immagini.
Anno 4, Numero 17. Registrazione: Tribunale di Napoli, n. 48 del 26.7.2011
© 2014 Artantis.Associazione Culturale, Napoli
In copertina
Carla Accardi
Virgole, 1981
sicofoil su legno dipinto, sette elementi, cm 35x35 ciascuno
courtesy Ezio Pagano
Museum-Osservatorio per l’Arte Contemporanea in Sicilia, Bagheria
www.museum-bagheria.it
a cura di AgendArte Studio.it
www.agendartestudio.it
4
In copertina
Carla Accardi
Matisse
Figura, linea, colore
Dicotomia cosmica
Rosario Genovese
Eroica / Antieroica
Vettor Pisani
di Pasquale Lettieri
di Massimiliano Alberico Grasso
di Federica Pera
di Pasquale Lettieri
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8
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Foto di gruppo
A proposito di Narciso Arte
Le Metamorfosi
e il simbolo animale
Di Ceccotti
della fissità
Racconti ...
La Valle dell’Apocalisse
di Giorgio Di Genova
di Maria Rosaria Vado
di Aldo Gerbino
di Ignazio Apolloni
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15
Cinema
La grande bellezza
Vernice Art Fair
La grande manifestazione per gli artisti
di Anna Sorrentino
a cura della Redazione
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SOMMARIO
Mostre
18
22
Artantis.info.Gallery
27/48
Primo Piano
Maurizia D’Ippolito
di Paolo Tricase
23
Artisti in Vetrina
Speciale Emilia Romagna
Artisti Italiani Contemporanei
Espressioni 2013.2014
Proposte
a cura di Araxi Ipekjian
Artisti Contemporanei
Artisti e Tecniche
Artist from the Wold
a cura della Redazione
5
MOSTRE
a cura di AgendArte Studio.it
www.agendartestudio.it
AOSTA
Universo Depero
MAR-Museo Archeologico Regionale
fino all’11 maggio 2014
L’Informale in Italia
A Modena in mostra le opere su carta
CATANZARO
Agostino Bonalumu
di Monica Pellegrini
MARCA-Museo delle Arti Catanzaro
Fino al 31 maggio 2014
|Agostino Bonalumi
FIRENZE
Il cappello fra arte e stravaganza
Palazzo Pitti
Fino al 18 maggio 2014
MILANO
Piero Manzoni 1933-1963
Palazzo Reale
Fino al 2 giugno 2014
Decise linee che si mescolano al colore e al gesto dell’incisione.Questo è l’Informale, una maniera di dipingere del tutto
priva di vincoli tecnici o espressivi. La prima cosa che colpisce
l’osservatore è il disegno impulsivo degli autori, alcuni legati più alla macchia, altri più al segno, ma tutti accomunati
da una grandissima libertà compositiva dove lo spazio delle
opere, in particolare quelle di Lucio Fontana risulta ambiguo
e indeciso. Sino al 13 aprile, alla Galleria Civica di Modena,
una mostra di disegno su gli artisti informali italiani: tra questi
vi troviamo Afro, Fontana, Burri e Vedova. In uno scritto del
1954 quest’ultimo evidenziava la poetica caratterizzante della
loro arte ossia che “tutto deve essere messo in discussione”,
dall’utilizzo del segno alla libera possibilità di creare una opera
in cui il soggetto viene occultato dalla piena espressione del
gesto. All’interno della mostra, una sala è dedicata alle opere
di Fontana, in particolare ai suoi Concetti spaziali realizzati anche mediante la tecnica dell’incisione e diversi disegni
eseguiti in sette periodi diversi e un’altra ad Alberto Burri,
autore di moltissime sperimentazioni materiche. L’Informale,
nato negli anni ‘50 come reazione alla sfiducia della ragione,
ha messo in discussione il concetto del fare arte portando gli
artisti alla sperimentazione dei materiali e il segno, senza un
apparente significato, diventa protagonista dei loro lavori su
carta. L’Informale, movimento artistico nato come conseguenza del rifiuto dei concetti tradizionali della pittura affonda le
sue radici nel surrealismo (come ricerca dell’inconscio), al dadaismo (come rifiuto della cultura) e all’espressionismo, da cui
deriva il nome di espressionismo astratto attribuitogli allora.
La loro poetica essendo la diretta conseguenza del rifiuto della
forma e dei classici concetti della pittura, è incentrata sulla
coordinazione spaziale dei segni che rimandano a una ricerca
sull’esistenzialismo e l’arte diventa un atto di dipingere fine a
sé stesso concentrandosi tutto su quel gesto.
|Piero Manzoni
MODENA
L’informale in Italia. Opere su carta
Galleria Civica
Fino al 13 aprile 2014
VENEZIA
Léger. La visione della città 1910 - 1930
Museo Correr
Fino al 2 giugno 2014
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|Alberto Burri
ROCCOGENOVESE
moduli e miti
a cura di Marco Meneguzzo
Agrigento FABBRICHE CHIARAMONTANE
28 marzo - 11 maggio 2014
WWW.OTTOCENTOSICILIANO.IT
FABBRICHE CHIARAMONTANE
PIAZZA S. FRANCESCO, 1
AGRIGENTO - TEL. 0922 27729
MARTEDI’ - DOMENICA
10.00 / 13.00 - 16.00 / 20.00
LUNEDI’ CHIUSO - INGRESSO GRATUITO
Trapani, 9 ottobre 1924 - Roma, 23 febbraio 2014
di Pasquale Lettieri
dall’alto
Carla Accardi nel proprio studio
Concentrico blu, 1960
caseina su tela, cm 176x203
Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York
E’ morta a Roma, all’età di 89 anni, Carla Accardi, artista
italiana che con la sua pittura ha contribuito all’affermazione dell’avanguardia in Italia.
“L’
interesse per me era la trasparenza, infatti si vedeva
il telaio. Volevo rendere trasparente quello che era intorno a
noi”. Il credo di Carla Accardi: trovare la trasparenza, in tutto. Uscire anche dalla gabbia della pittura, pur di lasciar galleggiare la libertà del pensiero e dei suoi meccanismi analitici
annodati. Anche politicamente, persino con il Partito-Moloch,
preoccupandosi poco delle rampogne di Trombadori e le scomuniche di Togliatti-Roderigo de Castro. Che faceva pure il
critico d’arte zdanoviano, e tuonava contro l’astrattismo
borghese. “No, non eravamo preoccupati delle scomuniche”,
condannati perché il popolo non poteva seguire il linguaggio
elitario delle avanguardie astratte. “Eravamo arrabbiati”,
proprio come gli Irascibili americani, che facevano scuola,
Rotkho, Franz Kline e il Pollock da lei molto amato. “Arrabbiati. Perché volevamo rinnovare, volevamo fare una cosa”.
“Fare”. E fare il “sogno” di una cosa, in senso pasolininano:
IN COPERTINA
CARLA ACCARDI
la rivoluzione, ma sotto una bandiera impregnata di pittura.
L’Astrattismo (mondiale) come stella cometa: Klee con Fontana, Mondrian con Magnelli, sirena parigina. Epigoni, forse,
ma reattivi, indomiti, inconciliati. “Noi pensavamo che non si
può avere un’arte che ha come contenuto sempre l’uomo, la
figura dell’uomo. L’arte può essere e deve essere come la musica”. Come per Matisse, su tutti. Con i suoi racemi bicolori, i
suoi arabeschi che annullano gli sfondi cancellando le figure,
la geometria del cuore. Lei lo sapeva, ma non voleva troppo
ammetterlo: non tollerava padri. Volitiva, vitale, simpatica.
L’’incontro decisivo è con l’altro siciliano, che è scappato
dall’isola contemporaneamente a lei, il geniale ed influente Antonio Sanfilippo, che presto diventerà suo marito (ma
tenuto alle redini). E di cui certo lei non può, posteriormente, negare l’influsso -sia pur sottolineandolo, sempre, come
pianeta parallelo. “Avevamo stesse idee ma con caratteri diversi. Avevamo anche due studi diversi. Come studente era
più avanti di tutti noi, ognuno aveva il suo modo di pensare e
di lavorare. Certo che ci può esser stata della competizione,
ma ognuno ha seguito la sua strada, che a un certo punto
sì è completamente separata. Diverso il modo di lavorare,
le amicizie, i galleristi”. Con Sanfilippo, Turcato, Ugo Attardi
(che tralignerà di nuovo verso il figurativo) Dorazio, Perilli e
Consagra, fondano insieme Forma 1 che è la risposta astrattogeometrico e soprattutto segnica all’engangement comunista
di Guttuso. Lei soprattutto, penelope riottosa, cerca di evadere dalle forme chiuse della pittura, convinta che: “Non si
può stabilire alcuna ricetta per fare un quadro”. Legata al coraggio spaziale di Fontana e Burri, rovescia la
tela, mostrando il telaio ed infrange la sicurezza della cornice. Crea delle tende trasparenti e degli ombrelli, che influenzano l’Arte Povera di Merz e di Gilardi. In fondo è rimasta la
ragazza ribelle d’una storico scatto di Mulas, distesa a terra
come un’odalisca di Matisse, con un chiassoso abito stampato
e qualcosa d’antonioniano addosso, in una posa molto silvanamangano. Accasciata sulla stuoia dello studio-salotto, mentre rannuvola a terra la sua jamensiana “cifra nel tappeto”.
“Questi grandi quadri li facevo per terra, come tutti i miei
quadri, sì, erano lunghi da fare, ripetitivi, come delle stoffe,
come fare un tappeto”. Questo è quanto mi ha detto in un
mattino di ottobre del 2005, con particolare pazienza e attenzione. Ma è proprio quella riottosa “pazienza” sovversiva,
che ha riempito la sua vita di segni e di gesti indecifrabili. Ma
disperatamente, golosamente comunicativi.
9
VISITA GUIDATA
M AT I S S E
la figura, la forza della linea, l’emozione del colore
L’alchimista del colore
e la rivoluzione della figurazione moderna
di Massimiliano Alberico Grasso
U
na stagione ricca e fiorente quella italiana del 2014. Come
la primavera ormai alle porte, che timidamente si affaccia
con le sue temperature miti dopo un lungo torpore invernale,
preludio di un’estate prossima, così l’arte, in questo periodo,
in punta di piedi, lentamente si appresta a riempire le sale
dei meravigliosi palazzi, musei, istituzioni, locati su tutto il
territorio nazionale. Non a caso Palazzo dei Diamanti, affascinante sede storica ferrarese, ospita fino al 15 giugno 2014 una
delle più intriganti mostre visitabili al momento. Una retrospettiva, “Matisse, La Figura. La forza della linea, l’emozione del colore”, unica e generosa, incentrata sul tema della
figura e sulla sua rappresentazione in pittura. Una piacevole
parentesi organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalle
Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e curata da Isabelle Monod-Fontaine, già vicedirettrice del Centre
Pompidou e tra i massimi esperti dell’arte di Matisse.
Il genio di Matisse ha cambiato il corso dell’arte del Novecento, imprimendo la sua visione nuova ad ogni genere artistico.
È questo il tema attorno a cui si sviluppa l’esposizione che
Palazzo dei Diamanti dedica ad un gigante della storia dell’arte moderna, evocando il suo percorso creativo e, al tempo
stesso, mettendo in luce le strette relazioni tra la sua produzione pittorica, scultorea e disegnativa. Con questa rassegna,
l’Organizzazione propone un ritratto a tuttotondo e non scontato del maestro francese, che mette in risalto le sue doti di
alchimista del colore, ma anche il suo grande talento grafico
e scultoreo. Un centinaio di opere provenienti da musei e collezioni private di ogni parte del mondo, racconta l’avventura
attraverso la quale Matisse, al pari di Picasso, si è ispirato al
più classico dei temi, quello della figura, e ne ha sovvertito la
rappresentazione tradizionale.
Odalisca con i pantaloni grigi, 1926-27
olio su tela, cm 54x65
Parigi, Musée de l’Orangerie, Collection Jean Walter et Paul Guillaume
© Succession H. Matisse, by SIAE 2013
Quel che più mi interessa non è né la natura morta,
né il paesaggio, ma la figura. La figura mi permette ben più degli altri temi di esprimere il sentimento, diciamo religioso, che ho della vita Henri Matisse, 1908
Ad accogliere il visitatore è il magnetico Autoritratto del
1900 (Parigi, Centre Pompidou) assieme a giovanili e potenti prove di studio sul modello. La gioiosa vitalità della stagione fauve viene poi rievocata da un dipinto raggiante di
colori puri, quale il Ritratto di André Derain (1905, Londra,
Tate), e dalle creazioni nate sotto la suggestione della pittura di Cézanne e della scultura africana, come il fondamentale bronzo Nudo disteso (1907, Centre Pompidou) e
la tela Nudo in piedi (1907, Tate), entrambi sorprendenti per la scansione delle forme e il potenziale espressivo.
La mostra mette quindi il visitatore di fronte a tre pietre miliari del 1909: il bronzo La serpentina, la tela Nudo con sciar-
10
Natura morta con donna addormentata o
Donna addormentata con tavolo violetto, 1940
olio su tela, cm 82,5x100,7
Washington, National Gallery of Art, Collection of Mr. and Mrs. Paul Mellon
© Succession H. Matisse, by SIAE 2013
Jazz, 1947
cm 42,5x32,5, 152 pagine
Tériade Editeur, Parigi
Riproduzione a stampino delle gouaches découpées: Edmond Vairel
Copertina e pagine manoscritte: Fratelli Draeger
Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale
© Succession H. Matisse, by SIAE 2013
pa bianca, provenienti dallo Statens Museum for Kunst di Copenaghen, e la Bagnante del Museum of Modern Art di New
York, opere che testimoniano uno dei più alti raggiungimenti
matissiani, nell’arabesco dei corpi capace di interpretare le
contrastanti aspirazioni all’espressività e all’armonia. A nutrire l’immaginario dell’artista è soprattutto la presenza di una
modella nel suo atelier, l’emozione che essa risveglia in lui
e il piacere stesso di ritrarla. Negli anni della prima guerra
mondiale, la figura femminile è al centro di un lavoro quasi
ossessivo con cui Matisse cerca di metterne a nudo l’essenza,
come dimostrano le effigi di Laurette con il loro fascino misterioso (ad esempio Le due sorelle, 1917, Denver Art Museum,
e Nudo seduto di schiena, 1917, Philadelphia Museum of Art).
Una svolta radicale è segnata dalle opere del dopoguerra che
riflettono l’incantesimo della Costa Azzurra e la riscoperta di
Ingres e Renoir (Ragazze in giardino, 1919, La Chaux-de-Fonds, Musée des Beaux-Arts). Matisse si lascia ora sedurre dai
riflessi di luce sulla figura della modella e sugli arredi esotici di
cui la circonda, come mostrano due opere straordinarie quali
il bronzo Grande nudo seduto (1922-29, Philadelphia Museum
of Art), in cui la maestosa figura dispiega le sue forme nello spazio, o l’Odalisca con i pantaloni grigi (1926-27, Parigi,
Musée de l’Orangerie), in cui appare immersa in un sontuoso
mosaico di motivi decorativi. All’inizio degli anni venti risale
anche uno spettacolare costume che testimonia la collaborazione di Matisse con Stravinsky e la compagnia dei Balletti Russi. La monumentale Ninfa nella foresta (1935-42/43, Nizza,
Musée Matisse), un capolavoro come Natura morta con donna
addormentata (1940, Washington, National Gallery of Art) e
magnifici disegni (Nudo disteso, 1938, The Museum of Modern
Art; Giovane donna seduta con abito a rete, 1939, RiehenBasilea, Fondation Beyeler) incarnano il nuovo cambiamento
di rotta seguito al prestigioso incarico decorativo per la Barnes
Foundation negli Stati Uniti e alle illustrazioni delle poesie di
Mallarmé. La musa del pittore viene qui evocata in uno spazio
intriso di luce dove il suo corpo, la vegetazione e gli oggetti,
compongono un fregio lirico ed essenziale. A chiudere la mostra sono le testimonianze della stupefacente vitalità e dell’inesauribile forza d’immaginazione dell’anziano maestro: gli
interni d’atelier pulsanti di toni vivi (Giovane donna in bianco,
sfondo rosso, 1946, Lione, Musée des Beaux-Arts; Interno blu
con due ragazze, 1947, University of Iowa Museum of Art) o
ancora opere rivoluzionarie come il celebre Libro Jazz (1947,
Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale) e la serie degli Acrobati (1952, Centre Pompidou). Queste creazioni incarnano
l’essenza dell’arte di Matisse, capace con pochi segni di toccare le corde più profonde dell’animo e di infondere un senso
di perfetta armonia, esercitando una straordinaria influenza
sugli artisti del suo tempo e delle generazioni a venire.
fino al 15 giugno 2014
Palazzo dei Diamanti
FERRARA
www.palazzodiamanti.it
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DA VEDERE
Dicotomia cosmica
Rosario
Genovese
di Federica Pera
da sinistra
L’
arte di Rosario Genovese idolatra la duplicità: quella dei
soggetti, binati e speculari sin dai tempi in cui vie catanesi
rimirano se stesse componendo unica simmetrici; della tecnica, che stabilisce sinergie tra la componente manuale delle
immagini in acrilico e quella più meccanica nelle corrispettive
stampe fotografiche; infine della poetica, che instaura dialoghi
tra arte e scienza, tra decorativismo e rigore geometrico, tra
l’astrofisica e la poiesis artistica. Lo studio astronomico e la
passione per i corpi eterei generano opere dalle forme cosmogoniche, che in epoche antiche e pagane rivelano l’armonia
dell’uomo con le leggi dell’universo; in quelle forme astrali riconosciamo i motivi ornamentali più disparati: visioni al microscopio di ingorghi di protoctisti, mappe di placche tettoniche,
organismi eucarioti diploidi allo stato embrionale, ideogrammi primordiali da grotte di Lascaux, animali araldici (Albireo
A+B), semihomines, striature e grovigli di boccioli da Art Nouveau, mascheroni grotteschi come i “cagnoli” dell’architettura
barocca in Sicilia e figure incorporee talora timidamente profilate, altre volte annidate e accatastate come anime in un
oltretomba ipogeo da Grecia antica o come misteriose creature
fluttuanti in fondali marini (Sheliak Beta Lyre A+B). Come nella
miniatura medievale de Il mappamondo di Enrico di Magonza
sono annullate le profondità spaziali e la descrittività dei luoghi, evocati e concentrati su un’unica, piatta e totalizzante superficie, e come in altri mappamondi medievali possono comparire esseri fantastici o mostruosi; si tratta di rappresentazioni
extratemporali e animistiche del mondo, mappe-strumenti di
meditazione trasognata, pitture di superficie che attuano moti
interiori, visionari e irrazionali come quelli che galleggiano
nell’immaginario mironiano, qui carichi di pulsioni mitologiche
e culturali associate liberamente, quasi con automatismo. Ogni
corpo celeste si affolla di decorazioni minuziose che rivelano
un horror vacui che dispensa frammenti di visioni personali e
immaginifiche nutrite da racconti, leggende e allegorie, come
indica l’aggettivo possessivo “mio” accostato ai titoli di molte
opere. E’ così che allora nel calderone alchemico di Genovese
il dualismo arte-scienza diviene triplice se non quadruplice,
perché ribollono in esso mito e letteratura. La passione per
gli astri in Genovese è ubertosa di energia e anima un parto
artistico gemellare, quello delle stelle “binarie a contatto”,
tangenti alla periferia in virtù del Lobo di Roche. L’artista dà
volto e identità alla pura luce mediante un processo creativo
manuale, che genera un corpo dal colore rigorosamente monocromo, mentre l’opera adiacente riproduce la luce medesima
attraverso una stampa fotografica su tela, necessaria per una
riproduzione esatta. Così le stelle si fanno duplici come i dittici
che le ospitano e come le fasi del giorno e i generi umani. Sono
diverse per la materia utilizzata e il colore, ma accomunate dal
lavoro coordinato e simultaneo del “genitore” che interviene
manualmente anche sulla foto stampata fungendo come corpo
calloso in congiunzione tra due emisferi cerebrali similari: la
12
Installazione virtuale dell’opera La croce del Sud, 2012
Installazione virtuale dell’opera Il triangolo di primavera, 2013
simulazione di Saverio Genovese
Ae Aquarii A + B, 2014
Tecnica: A - supporto ligneo, acrilico e matita su tela;
B - supporto ligneo, acrilico e matita su stampa diretta inkjet UV su tela
cm 170x85
crescita dei due gemelli è così concomitante. Lo spostamento
dell’atto creativo da un supporto all’altro è anche un viaggio
temporale, in cui il presente è di volta in volta l’opera su cui si
sta operando e il passato quella su cui si è già operato. Passato
e presente si fanno dimensioni fluide e indistinguibili. Le stelle
sono accompagnate anche da componimenti poetici, doppi per
ogni opera: uno la precede, l’altro si lega al suo svolgimento.
Infine l’artista raggruppa le stelle in costellazioni-installazioni:
Il triangolo di primavera e La croce del sud. Sia che si tratti di
opere più grafiche o più volumetriche, esse corrono lontano da
noi, verso un altrove trascorso, forse mai esistito e in gran parte letterario, ove tutto è possibile. Dettano domande che non
possono nascere dalla ricerca di un significato, quanto dalla
consapevolezza che esso non va cercato e che si debba semmai
cercare di avvertire “un centesimo della scossa” che l’artista
vuole trasmettere. Per questo le opere di Genovese rifuggono
dalla contemporaneità (anche per l’utilizzo di materiali ritenuti disusati nel pensiero comune) ma al contempo la richiamano:
sono i portavoce di quell’arte contemporanea che si disancora
dal riconoscibile per divenire apparente nonsense, oggetto di
molteplici interpretazioni e meta di inesplicabili quanto fascinosi viaggi interiori.
Le opere di Rosario Genovese saranno esposte presso il museo-galleria
permanente d’arte moderna “La Vite” di Mauro Lombardo, a Catania,
dal 28 marzo al 13 aprile 2014, in occasione della mostra personale
Alpha/Beta.Corrispondenze, a cura di Giuseppe Frazzetto.
fino al 13 aprile 2014
Museo Galleria La Vite
CATANIA
EROICA/ANTIEROICA
di Pasquale Lettieri
Elevazione della Vergine, 1972-2011
Courtesy Elisabetta Catalano
Photo © Elisabetta Catalano
A due anni dalla scomparsa di Vettor Pisani, figura intensa e assolutamente unica del panorama artistico italiano,
il Madre di Napoli ospita una grande mostra in suo onore:
Eroica / Antieroica è la prima e più completa retrospettiva,
per ampiezza e completezza, mai dedicata all’artista. Colta,
eclettica, complessa, stratificata, visionaria, originale ed inquieta, la ricerca di Vettor Pisani sfugge agli incasellamenti,
ai cliché e alle tendenze più facilmente identificabili, per
puntare a un’estetica combinatoria assolutamente plurale.
S
i è suicidato il 22 agosto 2011, come un escluso, come un
emarginato, soffocandosi con le stringhe delle scarpe, inscenando tragicamente una morte povera, abissale nel copione
della malattia che modifica molecolarmente le visioni della
vita e rende il futuro, pauroso, nero, scrivendo la parola fine,
per la propria coscienza dilatata del mondo, da lui condiviso,
sempre, con Mimma, poesia in forma di donna, di compagna
della propria vita: un suo doppio fatto di suggestioni, di parole, di spinte ad andare oltre e cercare altro, per un insaziabile
destino, più che voglia, ad indagare, a scandagliare fra le pieghe del linguaggio nelle ammaccature del dolore. Ed è proprio
questo che lo ha portato a raggiungere la propria frontiera e
non lasciarla mai, inseguendola come una inarrestabile linea
d’ombra che si sposta, si sposta, come attratta da una cognizione astratta, ermetica, assurda, ma dotata di un magnetismo fascinoso, fino alla fine. Perché Vettor Pisani è stato un
giocoliere, un funambolico, che ha nella sua sanguignità psicologica, la molla dei dionisiaci, di quelli che hanno una valenza
di trasgressione inscritta nel proprio codice genetico, che gli
ha visto attraversare i decenni, senza invecchiare mai, senza
subire le ingiurie del tempo, fatte di rughe e di capelli bianchi, con un aspetto da lottatore sempre in forma. Ho in mente
un mare di disegni, un monte di opere, un fiume di pensieri,
che affollano la mia mente, mentre lo vedo appeso ad una
cordicella, come un sacrificale oggetto impossibile sogno e mi
rendo conto che il suo genio è, in grandissima parte, da scopri-
DA VEDERE
vettor PISANI
re, coperto dalle sue tante opere, senza limiti di ispirazione e
di commissione ed ogni pretesto, suo o di altri, era buono per
mettersi al lavoro, per fare, col nulla, mettersi in discussione,
cambiare passo, con materiali poveri, per confermare la sua
ideologia anarcoide, con quelli ricchi, per interpretare la sua
napolitanità insulare, la sua barocchità interiore. A pensarci
bene, in tutta la sua opera c’è la prefigurazione della propria
tragedia personale, con le redini del destino, tenute sempre
in mano, per evitare che, il caso o la necessità, prendessero il
sopravvento e dissipassero di colpo le opere di una vita e fra
queste, in posizione assolutamente non secondaria, la propria
esistenza fisica e mentale, accumulata in una stratificazione
di opere irriverenti e devote alla propria religione personale,
alla propria monacazione, nel suo monologo interiore e nel suo
incessante dialogare con Mimma. Uno che si divide in due e poi
anche in tanti, se volete, ma con la tensione a recuperare se
stesso, il fanciullo del primo tempo ischitano, rimasto sempre
presente, a volte scugnizzo circolante, a volte filosofo alla finestra, con i propri idoli, sbilanciati dai venti e dalle bonacce,
quelli che fanno il punto di vista, la singolarità che nessuno
può cambiare. Un rammarico rimane, quello di averlo lasciato
troppo solo e non avere compreso, appieno, la ricchezza che
circolava tra di noi e questo deve spingere tutti a saltare le
commemorazioni, le retoriche, entrando subito in argomento, scrivendo la sua storia, come ha pensato Andrea Viliani al
Madre, facendo il percorso dei suoi percorsi, dando alle sue
opere quel rilievo che meritano e che fino a questo momento
(è inutile negarlo) non hanno avuto, affatto.
Barca dei sogni, 2001
Courtesy Galleria Umberto Di Marino, Napoli
Collezione Ovidio Jacorossi, Roma
fino al 24 marzo 2014
Museo MADRE. Fondazione Donnaregina
NAPOLI
www.madrenapoli.it
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FOTO DI GRUPPO
a proposito di
NARCISO ARTE
di Giorgio Di Genova
Da sinistra: Rogolino, T. Brancato, Patella, Giorgio Di Genova, Biagi,
Floriani, Genovese, N. Brancato; in basso al centro: Cossyro.
Istituto Italo-Latino Americano, Roma, 29 gennaio 1982
“L’
arte sta tornando al Narciso originario, cioè alle sue
stesse origini, che, appunto, come attesta il mito di Narciso,
sono il rispecchiamento del sé nell’altro da sé. L’opera d’arte, infatti, è sempre uno stagno di Narciso, in cui l’io dell’artista si rispecchia e riscopre la centralità esistenziale del proprio essere: Sua Maestà l’io nell’autorispecchiamento artistico, che non va inteso come esclusivamente visivo, bensì sostanzialmente psicologico, manifesta e realizza appieno il
segreto profondo dell’esistenza, cioè l’identità tra io e mondo. Per ogni uomo l’io è il mondo, il suo unico, vero e possibile mondo cosicché la propria immagine (e non soltanto psicologica, come stanno a testimoniare gli innumerevoli autoritratti che popolano la storia dell’arte) è il centro del mondo,
e antropologicamente umbilicus dell’umanità”. Così scrivevo
nell’incipit del mio testo per la mostra Narcissus, inauguratasi a Roma il 29 gennaio 1982 nelle sale dell’Istituto Italo-Latino Americano di Roma. Dopo aver indicato gli altri “investimenti sostitutivi del Narciso primario”, da cui è “determinato
il Narciso secondario, proprio all’arte di tanti e tanti secoli, e
tuttora ancora in atto”, precisavo che ormai si andava “facendo emergente un ritorno al Narciso originario, un ritorno
che senza dubbio rimarrà la caratteristica connotativa dell’arte di questo ultimo scorcio di secolo”. Quindi in questo saggio, utile a spianare la comprensione delle opere del gruppo
di artisti che avevo raccolto in prima istanza, e cioè Giuseppe
Biagi, che uscì presto, i gemelli Antonio e Tano Brancato (vero
e proprio Narciso biologico), Michele Valenza (in arte Cossyro),
Sergio Floriano, Luca Patella Giuseppe Rogolino, prima di analizzare la loro produzione, esplicitavo - senza trascurare i precedenti narcisiani di Michelangelo Pistoletto, Giulio Paolini e
Carlo Alfano - i diversi aspetti della poetica a cui mi rifacevo,
insistendo su taluni, utili per il proseguimento futuro dell’indagine. E alcuni aspetti retrospettivamente tornano utili, per
cui li ripropongo estrapolandoli dal contesto. “La metafora
dello specchio diviene un altro da sé, in cui viene concentrata
l’immaginazione dell’io che, nel riflettere il sé/es nell’altro
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Luca Maria Patella
Scrittura enantiodromica, 1982
incisione su cristallo e specchio
diametro cm 98,5
Sergio Floriani
Columna Exagona, 1985
tecnica mista
cm 228x228x189
Rosario Genovese
N° 19, 1983
acrilico e matita su tela (A) - stampa fotografica su tela (B), dittico, cm 60x120
Michele Cossyro
Lo stagno di Narciso, 1982-83
olio su tela e specchio, istallazione
Giuseppe Rigolino
Miraggio, 1982
base in argilla di San Sepolcro e lati inclinati in cristallo Palladium, cm 40x40x40
da sé, vi si riflette, facendo contemporaneamente riflettere
l’altro da sé in se stesso. L’eau froide (Mallarmé) dello specchio diviene specchio dello specchio, oggettivamente il Narciso di Narciso, topos canonico di riflessi(one), circolarità assoluta della creatività, attuata attraverso la visualità visualizzata col farla ruotare intorno al proprio asse, al proprio centro,
senza spostamenti verso il fuori o con l’introiezione di esso”.
“L’opera, in quanto particolare, un particolare della totalità
dell’io, si fa momento parvente dell’autosimbolismo puro,
spodestando il tutto, di cui prende il posto, senza tuttavia
mai poterlo sostituire. Allora da replica del sé nell’altro da sé
si fa semplicemente replica, obbligata perciò a sottostare alla
legge, propria dell’inconscio, della coazione a ripetere, che
sovente s’identifica nella coazione a ripetersi, perché, come
insegna il mito, a Narciso è interdetto il possesso del proprio
simulacro ed ogni tentativo di abbracciarsi è destinato al fallimento”.Infine: “Vedere è un transfert, amare è un transfert. L’arte stessa è un transfert del pensare, vedere e amare il proprio io. Non esistono rapporti, non è possibile alcuna
comunicazione al di fuori del transfert. Il fuori è una serie di
situazioni transferali del dentro. La vera dialettica dell’esistere poggia su fondamenta transferali (…) Volendo parafrasare, in piena libertà, un altro concetto, questa volta di Lacan,
rintracciabile nel famoso Seminario su ‘La lettera rubata’,
ogni opera narcisiana è una verità che abita la finzione e allo
stesso tempo una funzione che prende il posto della verità, in
quanto l’io diviene significante, visibilmente significante solo
nel suo doppio, che è immagine dell’immagine che l’io ha di
sé: infatti, sempre e comunque on voit son Ange, jamais l’Ange d’un altre (Rimbaud) (…) Ma l’estroversione è soltanto apparente, una sorta di gioco a rimpiattino del Narciso che va a
nascondersi (mimetizzarsi) nel Narciso di un altro, per ribadire che in definitiva la contemplazione narcisiana nel suo
aspetto più profondo supera l’identificazione dell’io nell’altro
da sé e mira ad un traguardo che va ben oltre all’identikit
dell’io, ossia quello dell’identità come essenza ontologicamente autonoma, per cui lo specchio, più che il topos dell’autoriconoscimento, è virtualmente esso stesso un’identità”.
Nelle successive sortite espositive (Mestre, Bari, Basilea,
1982; Bagheria, Como, Erice, Borgomanero, Anagni, 1983; Macerata, Fabriano, 1984) aggiunsi altri artisti: nel 1982 Rosario
Genovese, nel 1983 Franco Giuli, nel 1984 Antonella Cappuccio, Fernando Rea ed alcuni ospiti, quali William Xerra, Giuseppe Di Napoli, Shu Takahashi e Luciano Ventrone. Degli artisti che avevano esposto all’Istituto Italo-Latino Americano lo
specchio era usato da Patella, il quale spesso scriveva direttamente su esso e con esso otteneva la doublure ribaltata
dell’immagine, ma anche di scritte (Ut ima ames/Ma ami tu?,
1974-78), da Nino Brancato, il quale lo utilizzava per rispecchiare, come in una stagno, i suoi disegni elaboratissimi e
fortemente allegorici (La fionda si fa motivo d’arpa se l’incanto precede lo stupore – specchio permanente del due che
ritorna ad essere uno-D-io, 1981), da Floriani, il quale, dopo
i rispecchiamenti dei leucofili dittici con vedute della serie
Lago d’Orta del 1981, ha cominciato ad inserire specchi in
Iside e Speculum II (1983), per moltiplicarli circolarmente
(Colonna esagona/colorare in circolo (verde, giallo, arancio,
1984-85), da Cossyro, che tuttavia nell’installazione Lo stagno di Narciso (1982-83) ne frantumò uno circolare, ponendolo sul pavimento, per ottenere il rispecchiamento dell’ovate
tela che sulla parte si frantumava in basso, a simbolizzare gli
abbracci di Narciso nell’acqua, frantumazione che poi si trasferì nelle installazioni con gocce e divenne iterativa nella
serie delle opere a organetto. Rogolino utilizzava, invece, i
cristalli trasparenti per ottenere rispecchiamenti (L’occhio
dello specchio dell’anima), anche mescolati a giochi di riflessi di trasparenze (Museo d’arte occidentale di Tokyo 1958…
resti), ambedue opere del 1984, in cui invertiva il rapporto
cristallo-terracotta: nella prima l’oblò del riflettente cristallo
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Fernando Rea
Rebis in rebus, 1983
tecnica mista
Gaetano Brancato
Bosco sacro, 1979
gesso, cm 48x59
Franco Giuli
Senza titolo, 1983
acrilico su juta e collage, cm 60x80
era al centro della circolare terracotta, nella seconda la terracotta era all’interno della piramide di cristallo, come poi in
Miraggio. E se Xerra inseriva uno specchio su una lapide cimiteriale al posto della foto del defunto, in modo che il fruitore
in esso si riflettesse, Di Napoli utilizzava specchi spezzati per
costruire le sue opere, tipo Autoritratto di Narciso (1982) e
Autoritratto (1983). La doublure senza specchio era praticata
da Cossyro, Floriani Rogolino, Patella, il quale la ottenne in
vasi con profili umani, ed inoltre da Tano Brancato, che nel
bassorilievo in gesso Bosco sacro (1979) duplicò le sue scene
relative al fanciullo divino e al cavallo solare. Dal suo canto
Genovese, sulla base di scatti fotografici, utilizzava la doublure di angoli urbani della sua Catania, ovviamente con
eniantomorfismi d’immagine e di scritte delle targhe stradali,
in “dittici” visivi, nei quali inizialmente accorpava positivo e
negativo, creando un ribaltamento di senso, in seguito slittato sul piano della differenziazione dell’esecuzione pittorica.
Alla stessa soluzione era giunto nei suoi dittici oggettuali anche Fernando Rea, allorché aveva affidato alla sola pittura il
suo iconismo simbolico incentrato sul Rebis (= res bis, cosa 2
volte) di alcuni archetipi (il Cane, l’Albero, il Cavallo, la
Casa), e dico oggettuali, in quanto egli in schiacciati bassorilievi contrapponeva, anche cromaticamente, la stessa immagine enantiomorfica, p.es. il Cane (Rebus in rebis, Corps bleu,
corps jaune). Né l’uno né l’altro giungevano alla commistione
dell’eniantomorfosi delle immagini, come invece faceva nelle
sue rivisitazione delle opere di museo Antonella Cappuccio,
ottenendo effetti di deformazione mostruosa, ma davvero
inaspettati, quanto suggestivi, il cui apice fu il trittico La bella giardiniera (1984), ispirato da Raffaello. Ben diversa era la
deformazione che Luciano Ventrone otteneva nel ciclo di
quella sorta di autoritratti, in cui su lampadine tenute da una
sua mano si riflettevano, opportunamente curvate, tele di Caravaggio (Caravagg-io n. 1, 1980; Caravagg-io n. 2, 1982; Caravagg-io n. 3, 1982-83), opere in cui va individuato il seme
delle sue successive anamorfosi. Giuli e Takahashi indagavano
doppi enantomorfici nell’ambito dell’astrazione geometrica.
Se il giapponese optava per un assoluto minimalismo nelle sue
doublures di superfici monocrome, Giuli era molto più vario
nelle sue policrome declinazioni costruttiviste dell’esprit de
géométrie, giocate su schisi di morfologie specularmente
contrapposte e realizzate sia pittoricamente che collagisticamente, talora su formato romboidale. La Narciso arte è stato
un significativo versante della produzione italiana degli anni
Sessanta, Settanta e Ottanta. E per tale motivo, nel 1984,
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Antonio Brancato
La fionda si fa motivo d’arpa
se l’incanto precede lo stupore. Specchio permanente del
due che ritorna ad essere uno
D-io, 1981
disegno a matita su carta,
installazione, misure variabili
Antonella Cappuccio
La bella giardiniera, 1984
olio su tavola, cm 70x140
quando ero commissario al Padiglione Italiano della XLI Biennale, la proposi attraverso opere di Cossyro, Floriani e Rogolino. Ma purtroppo, come riferisco estesamente nel II tomo di
Generazione anni Quaranta (pp. 907-910), Calvesi, che giunse
a titolare la sua sezione Arte allo specchio, fece sì che i tre
fossero esclusi. Anche da Aperto 84. Tuttora alcuni dei protagonisti qui considerati hanno continuato a seguire sentieri
narcisiani, seppur con modalità differenti (p.es., Cappuccio,
dipingendo su superfici specchianti, e Genovese, duplicando i
suoi tondi ispirati a stelle). Da qualche tempo ho maturato
l’idea che sarebbe importante documentare, anche a risarcimento dell’esclusione dalla XLI Biennale, tale filone. E pertanto ho progettato la mostra La Narciso arte trent’anni
dopo, in cui metterei a confronto opere degli anni Ottanta
con opere degli anni 2000.
di Maria Rosaria Vado
Danilo Bucchi
Vettor Pisani
Yo Akao
Franco Menolascina
Giovedì 13 marzo 2014 alle 18,30 inaugura la mostra “Le metamorfosi e il simbolo animale” a cura di Graziano Menolascina
presso Spazio Nea. Nel centro storico di Napoli, quattordici Star
del panorama artistico internazionale.
D
DA VEDERE
Le Metamorfosi e il
simbolo animale
ue poli, una continua danza tra progresso e regressione; è
qui che si colloca il paesaggio delle metamorfosi umane, osservate e sperimentate dagli artisti in mostra con varie tecniche
e linguaggi, dalla pittura alla fotografia, dalla scultura al video sino all’installazione. In Andrea Fogli, tramite un simbolismo evocativo, mondo naturale e psichico, sacro e profano, si
fondono nella composizione di paesaggi lirici. Stessa tensione
nei lavori fotografici di Matteo Basilè, incentrati sui temi della
diversità di genere, del travestitismo, della dialettica corporeità-potere. Mentre l’indagine su corpo e anima emerge dalle
sculture di Isabella Nurigiani, uomini manichino abitanti di una
terra perduta. In sintonia con le leggi primigenie della natura la
ricerca di Yo Akao impiega materiali prevalentemente atossici
ed eco-compatibili, secondo un progetto di salvaguardia della
natura dalla contaminazione umana. Archetipo e mitologia sono
il ponte che Vettor Pisani getta tra mondo arcaico e il nonsense
delle avanguardie storiche. La dialettica tra origine e trasformazione è centrale in Matthew Barney che, attraverso l’illusione ottica dello strumento filmico, arriva al mistero della creazione, o a una spiritualità incarnata nelle cellule stesse. Opere
da cui emerge una condizione post-umana in cui l’uomo, tanto
naturale quanto elettronico, appare lanciato nel superamento dei propri limiti fisici. Sullo stesso sentiero Robert Gligorov,
partendo dal corpo e dalle sue metamorfosi reali e futuribili,
estende la riflessione all’identità: il suo uomo-asino che mangia
le rose - novello Lucio - e vomita nuovi fiori, si libera a livello
viscerale dalla contaminazione del mondo in un rito catartico
di rinascita. L’eterno fluttuare tra dubbio filosofico e certezze
momentanee è affrontato per mezzo dell’autoritratto e dello
sdoppiamento d’identità da Urs Lüthi. Travestimento e perdita
di identità anche in Yasumasa Morimura, impegnato a recuperare le origini e le tradizioni del popolo giapponese soffocato
dall’occidentalizzazione. L’omologazione degli individui è il
mostro contro cui combatte il “realismo cinico” di Yue Minjun,
le cui maschere ridenti moltiplicate all’infinito inquietano proprio per l’assenza di consapevolezza. Esseri deformati emergono dalle tele di Danilo Bucchi, volti abnormi su corpi esilissimi,
a evidenziare l’attenzione per l’indagine psicologica di individui
partecipi di un’umanità impazzita. Immerso in una quotidianità
tragica e alienante è anche l’uomo di Franco Menolascina che
tenta di ristabilire una comunicabilità ormai interrotta. Un confronto tra dimensione interiore ed esteriore caratterizza la poetica di Felice Levini, in un dialogo libero ma serrato tra forme,
contenuto e materia. Nell’opera di Jan Van Oost l’arte è l’unico
gancio tra l’uomo e il suo essere umano grazie alla capacità che
essa ha di operare un taglio nella contemporaneità globalizzata
lasciando intravedere la dimensione naturale dell’individuo e
la sua capacità emozionale rispetto alla vita. Quattordici artisti raccontano le metamorfosi dell’“uomo umano”, a rischio di
estinzione - se non ci fosse l’arte a tenerne vivo il senso sacro
dell’origine.
fino al 15 aprile 2014
NEA Artgallery
NAPOLI
www.neartgallery.it
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Di Ceccotti
PROFILI
della fissità
di Aldo Gerbino
I
l pulsare sonoro del tempo sembra con pienezza condividere
lo stesso tessuto biologico di Sergio Ceccotti: che è tessuto
creativo, fantasia e concretezza di luogo. E il luogo in questo
pregevole artista si trasforma nella pedana del suo consistere con la stoffa perenne dell’universo. E se tale universo è
la città, esso si condensa di colpo nel chiuso di una stanza
d’albergo o nella casa in cui abitano suoni e frange oscillanti
della memoria; oppure se tale universo si camuffa nell’ineluttabile tinnire delle navi in corsa verso l’abisso o in quello
degli aerei mentre feriscono il cielo, allora lo si può accogliere ovunque: dal perimetro di un museo alla costruzione di
opere inesistenti, le quali nel loro fluttuante consistere hanno
catturato parte della vita per poi, da essa, trasformarsi verso una rinnovata e immaginifica fissità. ‘Musei immaginari’,
come il Musée imaginaire VIII del 1992 visitato in tutta la sua
pienezza da Ceccotti e oggi compreso nella “Quadreria Mediterranea” dell’Università degli Studi di Palermo (Complesso
monumentale dello Steri di Chiaramonte, sede del Rettorato).
Eppure Sergio, – dai suoi umori hopperiani appena toccati dalle ampiezze surreali d’un Delvaux o di un Demuth fino a comprendere i non temuti marchi delle sorelle Giussani, – distilla
con cura i suoi camminamenti, mirando, deciso, al bersaglio
previsto, già prefigurato nei suoi sogni alimentatori e insistendo in quella apparente fissità che è, invece, attesa del lancio,
tremore dello scatto, limen di accesso alla spirale del personale racconto nel quale egli, trascinando noi tutti, vi scorge i
tanti volti del mondo. Sergio, per chi lo incrocia nella penombra d’una camera o nel livore diffuso da una luce stradale,
o nel fulgido pulviscolo di autunnali marine, tra sollecitanti
vassoi colmi di dolci o coppe luminescenti di gelati, sembra
essersi auto-dipinto nel perentorio quadro del giorno, nella
scena dei luoghi prescelti, sospintosi alla conquista dell’orizzonte, permeato da un vento sibillino: così trascina altrove
lo sguardo, il fuoco stesso delle sue edificazioni creative,
delle sue pause solenni poste tra scarne, misurate parole.
18
Gotico romano VI, 2008
olio su tela, cm 50x35
Piccola malinconia italiana, 2006
olio su tela, cm 50x35
a sinistra
Lumières d’une chambre d’hôtel, 2007
olio su tela, cm 35x50
L’azione creativa, interpretativa, votata alla misura del tempo, a quelle sollecitazioni plasmate nel modello intimo delle
cose e in ogni possibile oggetto capace di attraversare la percezione della nostra quotidianità, traccia un percorso invisibile inserito nell’anima soltanto in apparenza dormiente, e
incidendo a pieno la materia intellettuale di Sergio Ceccotti,
quel suo modello profondamente impresso nella catena degli
avvenimenti esistenziali. Perché, certo, v’è un succedersi armonico di scatti, di fuorvianti immobilità lunari, di avvolgenti
dimore, d’incise alternanze espresse nel bianco delle pagine
visive, di memorie tramate da fuochi simbolici e scardinanti le quali, proprio nella disciolta anacronia, quietamente
si distendono in onirici vassoi alle prese con una realtà perennemente tesa alla tenebrale, larvale, dissipazione della
materia. Una materia resa concretamente e ponderalmente
palpabile da Sergio, disposta all’evanescenza, alla ironia e
all’assunzione di uno spleen pervadente come accade in Lumières d’une chambre d’hôtel (2007). Ecco che allora spazi
aperti, interni, si mostrano impressi in fogli confezionati per
“piccole malinconie italiane”, lungo pervadenti vapori parigini appena sublimati in solitarie voci affiorate dalla Senna, dalle sponde del Tevere, o dalle onde tirreniche in movimento,
quindi nel transito e nell’approdo. Dunque: nella partenza,
nel naufragio.
Piccola composizione notturna, 2007
olio su tela, cm 50x35
Sergio Ceccotti
vive ed opera tra Roma e Parigi
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RACCONTI ...
LA VALLE
DELL’APOCALISSE
di Ignazio Apolloni
S
e il mondo è un sistema di segni, come da qualche tempo a
questa parte si va sempre più sostenendo, non pare dubbio che
Nicolò D’Alessandro ne faccia parte. Cosa diversa darebbe se il
mondo fosse tutt’altra cosa perché fuori dal segno grafico egli
non vede altro. È attraverso la scansione del gesto, la scalfittura
del bianco operata con l’inchiostro di china, l’evocazione di immagini dal profondo cui dare vita, che egli si esprime. Abita nelle
profondità marine del pensiero o dell’amnios indifferentemente,
e da lì affiorano le figure che danno corpo e forma ai suoi incubi.
Cosa faccia di un uomo un artista non è domanda cui sia stata
data definitivamente una risposta. Per la verità non si sa neanche esattamente cosa faccia, di un uomo, un uomo fuori della
sua dimensione carnale. È piuttosto ai valori che egli esprime,
alla scala dei valori che egli ha espresso attraverso il suo poiein
che dovrebbe darsi preminenza. Se un’operazione del genere
sull’essere (e non sull’avere o l’apparire) si compie si scoprirà
come il mondo sia più ricco di quanto non si pensi. E come la
popolazione degna di far parte di una specifica categoria di intellettuali o artisti sia più numerosa.
Nicolò D’Alessandro ha la fortuna di operare su un campo praticato da pochi. Ha per maestri i fiamminghi e per allievi nessuno
che si sappia. Difficile infatti seguirlo quando attinge dagli inferi
mostri; molto meno quando accarezza delicatamente il volto di
una donna cui voglia dare sembianze di angelo. In quest’ultima
frequentazione ha potenti e poderosi rivali, in Italia ed all’estero contemporaneamente; nella ricerca fantasmatica e ossessiva
di mostruosità invece non lo segue nessuno. Con Bruegel, Dürer
o Cranak il medioevo ha esaurito il suo sforzo creativo. Epigoni
di quei grandi si sono avuti persino in Sicilia (si pensi alla villa
Palagonia di Bagheria). Con il razionalismo francese e il positivismo inglese la Storia ha voltato l’ultima pagina di quello spaventoso periodo. È iniziata l’era dell’ottimismo, della costruzione
sistematica di un futuro più duraturo, di un gigantismo retorico
e un uso sfrenato dei mass media.
Più nessun posto dunque per i cani della coscienza, per i guardiani del bene da porre a difesa delle porte del paradiso per
impedirne l’ingresso alle forze del male? Difficile dirlo, ancora
più difficile sperare se solo si pensi alla catastrofe che ha colpito
l’intera umanità durante l’ultimo conflitto mondiale. L’ecatombe dei valori che si è realizzata tra il bombardamento aereo
di Guernica e l’edificazione mostruosa di un monumento alla
morte (il cui simbolo è tuttora espresso efficacemente dal portone, dalle torrette e dai binari che conducevano all’inferno di
Auschwitz) è ancora lì a ricordarci che all’artista è dato solo di
rappresentare. Altrove risiedono le forze capaci di sconfiggere
nuove e ulteriori tentazioni di quel genere.
Cosa può fare però l’artista perché chi guardi abiuri, si carichi
di senso morale, uccida dentro di sé il demone della distruzione e prorompa in un impeto di giocosità e fervore operativo?
Nient’altro se non ciò che ha fatto Nicolò D’Alessandro con il disegnare in ottanta metri una ipotetica Valle dell’Apocalisse. Tra
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vulcani che vomitano fiele; frotte di questuanti e beceri; animali
antropomorfizzati a dire di come l’uomo talvolta non si sia ancora evoluto, in quel disegno c’è un via vai di tensioni etiche ed
esistenziali di molte generazioni aduse a stigmatizzare il male.
Io non so se egli abbia letto “L’Opera al nero” di Marguerite
Yourcenar. Tutto però mi induce a pensarlo, e soprattutto ciò mi
dice il suo racconto dall’omonimo titolo La valle dell’Apocalisse
da cui sembra abbia tratto lo spunto per l’esplosione di tristezza, rabbia e rancore che è dato cogliere nell’opera grafica.
Ma non solo di questo è impregnato il disegno perché è dato rilevare qua e là un’ironia da capestro (quando mette il capestro
a personaggi illustri del nostro tempo da sbeffeggiare, da irridere) o un’ironia da metempsicosi (quando immagina una forma di
redenzione attraverso un semplice travestimento dei sullodati
personaggi). Con la precisione dei tratti o la vaghezza dell’accenno all’uno o all’altro di uomini che pretendono di avere fatto
la Storia, il Nicolò ne delinea sufficientemente la piccineria. Ben
altri furono i Grandi: dell’Arte, della Poesia, della Letteratura.
In politica, dopo Alessandro il macedone o Federico II forse ci
sarà posto soltanto per Napoleone Bonaparte.
Conosco questo perennemente giovane artista da almeno venticinque anni. Ammirato di lui e delle cose che andava creando
l’ho sentito spesso popolare i miei sogni. Non so se fosse sempre
lui a tracciare le linee tortuose del mio pensiero ma sono certo
che ogni volta mi sia apparso alla mente un suo disegno era
come se dietro ci fosse un grande Disegno. Quel suo procedere
per velocissime e nervose abrasioni della carta (con l’inevitabile
graffio che vi lasciava la punta del pennino intinto nella china)
acceleravano a tal punto i miei battiti cardiaci da farmi entrare
in queste pagine
Nicolò D’Alessandro
particolari dall’opera “La Valle dell’Apocalisse”
subito in sintonia con lui. Fossi stato un grafico avrei anch’io
segnato sulla carta miliardi di macchie longilinee e puntiformi,
quasi tutte arcuate. Dovendo invece usare la scrittura alfabetica
(sia pure nelle sue illimitate capacità combinatorie) ero costretto a una produzione più lenta. Dentro tuttavia mi rimaneva l’angoscia del non riuscire a dire: quella che trasforma un qualsiasi
autore in una sorta di cavaliere dimezzato, se non addirittura in
un cavaliere inesistente a causa delle molte cose che non hanno
avuto lo sfogo della creazione.
C’è però qualcosa di cui deliberatamente non ho mai scritto, e
cioè la morte. Non l’avevo fatto prima, ancor meno pensai di
farlo allorché per un puro caso mi trovai, dentro il Museo Abatellis di Palermo, a guadare il suo Trionfo, rappresentato - su una
parete affrescata di quel museo - da uno scheletro e tanti cavalli
pronti a schizzare via dalle tenebre (forse come atto liberatorio
e forse per paura). Ero terrorizzato. Non tremavo solo perché
avrei avuto vergogna di farlo. Accanto a me un asciutto signore,
poco più che un ragazzo mi dichiara la sua irresistibile attrazione per la trasfigurazione della carne in ossa, per il biancore delle
ossa ben tornite contro il nero di fondo. Solo entrando nello
Yad Vashem di Gerusalemme e percorrendo silenziosamente i
corridoi segnalati dalla fioca luce delle candele accese (mentre
una voce femminile e una maschile scandiscono i nomi di milioni
di vittime del nazismo) ho provato un orrore più grande. Quella
visione in me ha bloccato il processo dissociativo (per il quale
ad una certa età si comincia a parlare della fine). In Nicolò avrà
invece svolto una funzione esorcistica ed ecco perché - a partire dal ritrovamento del bucranio a Godrano - ha cominciato a
evocare i mostri altrui cui dare diversa e più moderna parvenza.
Il giardino delle delizie e La nave dei folli sono tra le massime
espressioni della sua genialità, al limite di una follia controllata
perché corretta da un intervento evolutivo del subconscio. Le
frammentazioni, le segmentazioni, la costante vivisezione che
egli aveva fatto prima di allora di figure o di composizioni nate
corali finalmente si organizzano e si compongono. Nasce così, e
finalmente, l’opera compiuta. Non più gesti isolati ma poemi. È
qui che egli comincia a rivelare la maestosa grandiosità, la prorompente vitalità, l’acutezza visionaria che fanno del racconto
La Valle dell’Apocalisse un grande racconto; e dei corrispettivi
ottanta metri un grande poema, a volte un tantino farsesco.
C’è comunque dell’altro nella sua enciclopedia, non solo il thanatos dunque. Da qualche tempo spazia sempre più spesso sul
terreno muliebre per apprezzarne il fascino e il piacere di figure
tra oniriche e reali. Coltiva l’eros intellettualistico con la stessa
intensità di un George Bataille o Michel Foucault; disegna donne
sdraiate e un tantino lascive come soleva fare Paul Delvaux. Il
massimo della grazia tuttavia lo esprime quando lascia assorbire dal mistero gli occhi di una donna o quando ne ricopre il
capo di una capigliatura densa di rimandi alla magia cabalistica.
Non conoscendo alcun limite la sua fantasia può spaziare dalla
concupiscenza alla icastica, dalla guillarata alla favolistica, dal
misticismo all’epica. Una menzione a parte meritano i turbanti
e le acconciature delle sue donne, più simili a quelle di Giotto
che a creature terrestri.
C’è un ricordo, ormai lontano nel tempo, che ci accomuna. Cinque mie poesie illustrate con tale maestria da denotare già da
allora il futuro maestro. Che si sappia è ineguagliato. Affermo
con assoluta certezza che è ineguagliabile.
Mite; più spesso sorridente e molto spesso sornione; multiforme
nella creatività e uniforme nella vita (per il culto degli affetti
profondi e sinceri che nutre per alcuni vecchi amici come me o
Nat Scammacca).
Disposto a dire il bene del meglio, o viceversa (come è il caso
di Michele Perriera, grande regista teatrale di Palermo cui egli
spesso ha offerto il meglio della sua sapienza scenografica o grafica) Nicolò D’Alessandro è molto meglio conosciuto all’estero
che non in patria. Sarà perché l’inusuale attrae più frequentemente coloro che non si trovano a loro agio nelle regioni che
abitano o da cui dovrebbe trarre linfa la loro cultura ma è sicuramente così. Chi è pacificato con il proprio ego, chi riceve il
calore - sia pure tiepido a tratti - del sole mediterraneo (e anche
Trieste è bagnata dall’uno e dall’altro) non sente l’urgenza spaventosa degli anfratti o dei crepacci. Cosa faccia di un artista
come lui, vissuto tra la Libia e Agrigento, un demone anarchico,
un irripetibile eccentrico rispetto alle forme più conosciute è
davvero un mistero. Se l’estetica può spiegare il divenuto solo la
genetica avrebbe potuto dire del divenire.
Ambivalente e ambidestro (per l’uso indifferente che può fare
dell’una o dell’altra mano); polivalente ma omogeneo in ciascuna disciplina della quale si occupa; rivoluzionario senza cedimenti nei confronti dei massimi e minimi sistemi ripudia le
ideologie come ossificazione delle idee. Il fluire delle sue parole
è un torrente che in mancanza di sbocco al mare (le finestre di
casa sua vengono tenute rigorosamente chiuse durante le visite
di amici o estimatori) sembra trasformarsi in pioggia torrenziale, e quindi in una sorta di inondazione da monsone. Si esce da
quell’oasi di cultura e sapere sapendo di saperne di più per ciò
che si è visto e udito ma... udite udite, con l’udito desideroso di
riposo. Può parlare per ore, può tacere per non più di due minuti: giusto il tempo di andare a prendere un album di originali (nel
duplice senso di esemplari unici o inimitabili) o altri originali
estratti da un cassetto. Frattanto l’occhio avrà spaziato da una
collezione di bicchierini di rosolio a una di cucchiaini d’argento
da caffè. Alle pareti - inopinatamente - qualche dipinto a olio
di un santo o sfrangiate riproduzioni di celebrazioni liturgiche
sotto vetro. Con un busto di Pirandello a fare la guardia a tanto
ben di Dio.
Se la funzione di uno scritto come questo serve a fare conoscere
un artista spero di esserci riuscito (almeno in parte). Se non ci
sono riuscito spero di avere suscitato sufficiente curiosità da desiderare di approfondirne la sua conoscenza. Cosa possibile se si
riesce a stargli vicino per un quarto di secolo. Tanti sono infatti
gli anni che conosco ed ammiro Nicolò D’Alessandro.
La Valle dell’Apocalisse di Nicolò D’Alessandro è Il disegno più
lungo del mondo. Misura metri 83,50 x metri 1,50. È un grande
racconto allegorico dei problemi del nostro tempo. Due guerrieri stanno a guardia della grande Valle, dandosi le spalle. Uno
dei due annota ciò che avviene per riferirlo ai Suoi superiori.
21
CINEMA
la grande
bellezza
di Anna Sorrentino
Paolo Sorrentino
riceve il Golden Globe
La grande bellezza è un film del 2013 diretto da Paolo Sorrentino. È stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2013. Ha vinto il Premio Oscar come miglior film in lingua straniera, il Golden Globe come miglior film straniero,
il BAFTA come miglior film in lingua straniera, quattro European Film Awards, cinque Nastri d’Argento e numerosi altri premi internazionali. Ideato e scritto dallo stesso
Sorrentino con Umberto Contarello, il film è ambientato e
interamente girato a Roma. D
ame dell’alta società, parvenu, politici, criminali d’alto
bordo, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti
e intellettuali veri o presunti tessono trame di rapporti inconsistenti, fagocitati in una babilonia disperata che si agita nei
palazzi antichi, le ville sterminate, le terrazze più belle della
città. Ci sono dentro tutti. E non ci fanno una bella figura.
Jep Gambardella, 65 anni, scrittore e giornalista, dolente e
disincantato, gli occhi perennemente annacquati di gin tonic,
assiste a questa sfilata di un’umanità vacua e disfatta, potente e deprimente. Tutta la fatica della vita, travestita da capzioso, distratto divertimento. Un’atonia morale da far venire
le vertigini. E lì dietro, Roma, in estate. Bellissima e indifferente. Come una diva morta. La dimensione politica de La
Grande Bellezza è, per certi versi, inconsapevole e agisce a
un livello molto più profondo, che si collega a cosa rappresenta oggi Paolo Sorrentino. Vale a dire l’icona del cineasta dal
respiro internazionale, praticamente onnipotente, che vive la
situazione italiana con un mix di distacco e compiacimento.
È l’Italia della locura: il Paese delle musichette mentre fuori
c’è la morte. Per questo funziona così bene come descrizione
della bolla finzionale in cui il Paese si è in qualche modo incagliato (e che “il politico” non fa niente per dissipare). Per
questo riesce a descriverla perfettamente nella sua maniera
esagerata, più grande della vita, e per certi versi di un didascalismo programmatico e fuori fuoco. A livello di costruzione
cinematografica, molte parti sono talmente banali da credere
che lo stesso Sorrentino le abbia messe apposta per farsi dire
“ma quanto sei stato banale»” (tutta la parte della Santa, ad
esempio). Paolo Sorrentino, come molti registi dalla sicura
ambizione, cade nella tentazione fatale di raccontare Roma
e lo fa affondando le mani nel suo cuore nero, scoperchiandone il sarcofago da dove fuoriescono i fantasmi della città
eterna, esseri notturni che spariscono all›alba, all›ombra di
un colonnato, di un palazzo nobiliare, di una chiesa barocca. Un carnevale escheriano, mai realmente tragico ma solo
miseramente grottesco, una ronde impietosa ritratta con altrettanta mancanza di pietà. A nessun personaggio di questa Grande bellezza è dato di evadere, e anche chi fugge lo
fa per morte sicura o per sparizione improvvisa (ad esclusione
22
Toni Servillo
in una scena del film
del personaggio di Verdone, una sorta di Moraldo laziale, che
si ritrae dal gioco al massacro tornando nella provincia da
cui è venuto). Le figure di Sorrentino non hanno vita propria,
sono burattini comandati da mangiafuoco, eterodiretti da una
scrittura tirannica, verticale, sempre giudicante. Non hanno
spazio di manovra, sembrano non respirare. Come fossero terrorizzati di non piacere al loro demiurgo, sembrano creature
soprannaturali, evanescenti, eterne macchiette bidimensionali, schiacciate dall›imperativo letterario che le ha pensate.
Con l›eccezione di quei personaggi cui è dedicato uno spazio
più congruo come la Ramona di Sabrina Ferilli (davvero notevole) e il Romano di Carlo Verdone, gli altri animatori di questo circo hanno diritto a pochi concisi passaggi. Il domatore
Jep Gambardella li doma tutti dispensando frusta e carota.
La crisi di cui si dice portatore è senza convinzione, come i
trenini delle sue feste, non porta da nessuna parte. Ma questa
condanna sconfortata che cade su tutto e tutti, alla fine è
assolutoria; e il ritratto di questa società decadente che si
nasconde dentro i palazzi romani, mai visibile agli occhi di un
comune mortale, sempre staccata dalla realtà, diventa solamente pittoresca. La grande bellezza sembra essere un film
geologico, come fosse l’affioramento improvviso di una stratificazione con i suoi tanti livelli sovrapposti e confusi; sembra essere un film archeologico, come fosse il ritrovamento
di un’antica stanza romana con i suoi patrizi e le sue vestali.
Sembra essere un film senile, come fosse la lettura postuma
del diario di un vecchio dandy che ha vissuto nella Roma degli
anni duemila.
GIOVANNIMANGIACAPRA.ITl’artista sarà presente a
XII VERNICE ART FAIR
Forlì, Quartiere Fieristico
21.22.23 marzo 2014
FIERE D’ARTE
La grande manifestazione per gli artisti
Vernice Art Fair
a cura della Redazione
Elena Hamerski
Cristina D’Alberto
Giacomo Cossio
Ignazio Fresu
V
enerdì 21 marzo alle ore 16,30 alla Fiera di Forlì, apre la
dodicesima edizione di Vernice art fair, mostra mercato d’Arte
contemporanea, la fiera riservata agli artisti più conosciuta, più
consolidata, più longeva in Italia. Un momento di scambio culturale con i colleghi, il raffronto diretto con il pubblico, l’incontro
con il collezionisti, le gallerie d’arte, gli appassionati. Da dodici
anni è un punto fermo; la fiera da non perdere, sia per chi ha alle
spalle una carriera artistica consolidata e di indiscusso valore,
sia per chi è ancora un giovane emergente e sta cercando un
posto sulle scene dell’arte contemporanea. Il pubblico che visita
la manifestazione è numeroso, abituato all’arte, interessato e
attende annualmente questo appuntamento. Oltre alla vasta panoramica di artisti, una delle costanti che ricorre di edizione in
edizione è la ricerca di ulteriori e intensi stimoli sul visitatore. Da
menzionare la mostra “Protagonisti” a cura di Rodolfo Bertozzi e
Francesca Caldari. Un tributo ai giovani emergenti che hanno già
ricevuto numerosi riconoscimenti nel mondo dell’arte. Desterà
stupore, incuriosendo il pubblico, “Cenere”, l’installazione di
Ignazio Fresu. “Cosa succede quando un tronco di legno brucia?
Si distrugge e al suo posto rimane un cumulo di cenere. L’idea
che una cosa che è, che esiste, possa d’un tratto scomparire
nel nulla, applicata agli esseri umani, riempie la vita di terrore
per il niente che li aspetterebbe dopo la morte. La risposta al
trauma del divenire sta nel fatto che la scomparsa delle cose
non può contraddire la legge fondamentale dell’ontologia: l’impossibilità che l’essere diventi nulla. Lo svanire del tronco sotto
il lavorio delle fiamme, piuttosto, determinerà il suo trasferirsi
altrove, poiché la legna, che non è cenere, non può diventarlo. La visione nichilista dell’Occidente, connessa al divenire, è
la disperazione dell’uomo che nella precarietà e nell’effimero,
vive la sua esistenza. Il divenire inteso come nichilismo pesa sulla nostra esistenza e sulla nostra coscienza come un macigno, influenza il nostro agire, il nostro pensiero, celando l’essenza
della vera Bellezza. Il senso di questo mio lavoro s’incentra nel
riconoscimento dell’intrinseca “bellezza” di ciò che è effimero,
nel momento in cui non è più al vertice del suo apparire. Cenere ripercorre i ricordi, gli oggetti e le persone che mi sono
appartenute, sono state parte della mia infanzia ma che ora
sono cenere nell’illusione del mondo a cui apparteniamo. È la
ricerca di una consapevolezza che le cose che non vediamo più
non sono improvvisamente entrate nel nulla, ma sono semplicemente scomparse dall’orizzonte degli eventi, ma continuano ad
esistere in una dimensione che non è quella apparente. Ed è in
questo divenire che risiede l’eternità di tutto.”
Per rappresentare al meglio la continuità con le altre edizioni, lo
spazio quattroxquattro.com a cura di Oscar Dominguez, sempre
accorto nel presentare in spazi scevri da finalità commerciali,
opere di artisti attenti quasi a priori alla loro unicità.
24
Vittorio Sgarbi,
Il tesoro d’Italia. La lunga avventura dell’arte
Bompiani
Tra le varie collaterali si segnala ancora il concorso d’arte per
scuole primarie e secondarie “10, 100, 1000 libri” a cura di
C. Irmi, G. Maldini e L. Medri, da anni presenti a Vernice Art
Fair con tematiche sempre diverse, ma con la costante volontà
di incentivare la creatività dei giovanissimi e creare un legame
con il territorio, affinché l’arte possa diventare promotrice di
talento, ma nel contempo di crescita culturale e professionale
per i giovani.
Tra le conferenze e presentazioni, da non perdere quella di sabato 22 alle ore 15, in cui Vittorio Sgarbi presenterà il suo ultimo
libro: “Tesori d’Italia. La lunga avventura dell’arte”.
21,22,23 marzo 2014
Forlì Fiera, Quartiere Fieristico
FORLI’
TERRA PROMESSA
FABLÒ-VINZELA
www.fablovinzela.it
[email protected]
VERNICE ART FAIR XII EDIZIONE
21.22.23 MARZO 2014
FORLI’ QUARTIERE FIERISTICO
WWW.VERNICEARTFAIR.IT
PRIMO PIANO
MAURIZIA
D’IPPOLITO
di Paolo Tricase
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Sperimentale ma senza eccessi, sempre attenta alle necessità
comunicative del fare arte, la ricerca di Maurizia D’Ippolito
prende origine da una forte esigenza narrativa - mai didascalica - per approdare ad una figurazione stilizzata e concisa in
cui condensa tecnica e messaggio. Stagnole, carte argentate, dorate o di genere variopinto, scelte tra le molte di uso
quotidiano (incarti vari), trovate e raccolte con la passione
del collezionista, sono il “colore” di cui si compone la produzione dell’artista: affiancate e sovrapposte, queste “carte”
che diventano tasselli mosaicali, riempiono lo spazio, tessono
una trama, formano scene di vita, paesaggi, ritratti, composizioni geometrizzanti in cui la delicata luminescenza narra
26
in alto
Luna caduta, 2014
acrilico e collage di stagnole multicolore su tavola, cm 49x21
a sinistra
Com’è profondo il mare, 2014
acrilico e collage di stagnole multicolore su tavola
Città, 2012
collage di stagnole multicolore su tavola, cm 61x61
Farfalle, 2012
collage di stagnole multicolore su tavola, cm 61x61
L’inizio della fine!, 2011
acrilico e collage di stagnole multicolore su tavola, cm 60x71
Il mio paese, 2011
collage di stagnole multicolore su tavola, cm 66,5x60
della natura emozionale che genera ogni immagine. Maurizia
D’Ippolito è un’artista colta e sensibile: i suoi collage sfuggono alla casualità di molta pittura d’occasione, rivelando
la certosina passione che li anima. I colori, anche quando
squillanti, non fanno il verso ad una “bigiotteria visiva” utile
solo come specchio per le allodole. Tutt’altro: queste opere,
soprattutto quando più scintillanti, alludono a situazioni di
apparenza oltre le quali si cela il malcontento di una quotidianità asfissiante, la tragicità dell’inquinamento ambientale
e tutti quei problemi che assillano la nostra ottusa realtà.
Siamo dunque di fronte ad opere che sono nello stesso tempo “monile” e “monito”, capaci, davanti alla bellezza della
composizione, di spalancare sincere oasi di riflessione. Non
mancano, certamente, nella svariata produzione di Maurizia
D’Ippolito, opere di rilassata poesia, spazi di trasognata libertà in cui l’osservatore può perdersi alla ricerca di un desiderio
di armonia che dovrebbe spingere - tutti - verso quel lido
di purezza troppo presto smarrito nell’adolescenza. Maurizia
D’Ippolito, sulle orme di Picasso, cerca nelle sue opere quel
“ritorno” alle origini che è il fine più vero non solo di ogni
artista, ma di ogni uomo.
Maurizia D’Ippolito
328.0374414
[email protected]
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ARTISTI CONTEMPORANEI
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LUCIA BALZANO
Erme lunari, 2013
terrecotte, ferro saldato e materiali vari, misure teste cm 30x30x40
Repertum, 2013
terracotta dipinta, plexiglass, cm 120x50
Il mondo femminile di Lucia Balzano è soprattutto popolato da donne che cambiano pelle,
o si presentano con il volto celato da burka,o deturpato dall’acido, oppure con la bocca
chiusa da cerniere, perché non possano urlare il loro dolore, recluse e ingabbiate in una
società che le rifiuta in quanto potrebbero diventare simboli di emancipazione e di libertà,
di una libertà che può essere eversiva. Queste creature, che portano impressi nei volti e
nel corpo i segni della violenza subita, sembrano vivere di vita autonoma nelle sculture
dell’artista, che mette volutamente in evidenza il volto e soprattutto lo sguardo di questo
mondo femminile colto in una fissità senza tempo. Tutte uguali nei tratti somatici ,attestano un presente fatto di dolore e di barbarie. Disposte in circolo con il viso rivolto verso
l’esterno, collocate su piedistalli quasi fossero arcaiche ed enigmatiche erme, denunciano
il loro tragico destino in una società che le oltraggia e da cui la Balzano vorrebbe proteggerle, diventate per lei materia vivente. Maria Elvira Ciusa
Contatti
[email protected]
www.luciabalzano.com
These creatures that carry imprinted on the faces or in the body, the signs of violence are
brought to life by the industrious hands of Lucia Balzano. The artist deliberately highlight
the face and the look caught in a timeless stillness, in ways that seem to emerge from the
distant past. All equal in the physical evidencing this fact of pain and barbarism.
ARTISTI CONTEMPORANEI
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CLAUDIO SIRECI
Angelo. Paura di volare, 2007
acrilico e collage su tela, cm 70x50
Female, 2008
acrilico e collage su tela, cm 100x70
Claudio Sireci è nato a Viterbo nel 1962. Pittore autodidatta, si è formato alla scuola
del maestro Enzo Maria Mattioli, frequentando assiduamente il suo studio “Il Paradosso”.
Da ormai molti anni è presente sulla scena artistica nazionale ed internazionale, partecipando assiduamente a mostre e concorsi d’arte, ottenendo premi e riconoscimenti.
Ha partecipato alla scorsa edizione della Triennale di Parigi. Ha inoltre allestito diverse
mostre personali. Vasta la sua bibliografia, in cataloghi e riviste d’arte, con recensioni e
note critiche firmate, tra gli altri, da Lelia Burroni, Elisa Cristiano, Cristina Madini, Mario
Napoli, Francesco Caparrucci, Maria Rosaria Belgiovine, Francesco M. Scorsone, Loredana
Trestin, Guendalina Patrizi, Barbara Vincenzi, Daniel Buso, Anna Maria Ferrari, Alfredo
Pasolino. Vive ed opera a Viterbo.
Contatti
[email protected]
sites.google.com/site/claudiosireci
Personalità artistica, riconoscibile nella sensibilità da coniugare con “nuova e comprensivo-capiente situazione”. L’immaginario-reale è condivisione nelle curve dissuasive. Nella
sfericità silente fremono desideri di tattilità nell’icona
mobile di sogno. Carmen De Stasio
ARTISTS FROM THE WORLD
Unleashing the Talent of Women
Medium: Digital - Size: 24x24 (inches)
This is a woman. She is aware of her brilliant intelligence. She knows how to wire her path
to success. She uses the colors of her soul. The universal energy from the higher realm
feeds her mind. She is calm and sits strong in her power.
She is showing women the way to success. She is opening the way to the collective brilliance of women around the world. Women, unleash your talents, it is time!
All rights reserved. © 2013 Fabiola Addamo
Contatti
[email protected]
fabioladdamo.com
fabiart.wazala.com
Techwomen
Medium: Oil on Canvas - Size: 11x14 (inches)
I joined a mentorship program named Techwomen. I meet women in the tech world from
North Africa and the Middle East. For a few weeks I breathe their stories; I look at their
realities and I feel their lives. I summarize my feelings in one image: a wise woman with an
intricate brain. This brain produces intense beauty of thinking (the flowers).
If you learn to actively listen to women, you will touch the real beauty of their intellect.
All rights reserved. © 2013 Fabiola Addamo
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ANTONIO MAGNOTTA / TECNO ART / INCISIONE SU CERAMICA
Venere
stucchi e smalti, cm 50x100
Antonio Magnotta è nato a San Martino Valle Caudina (AV); vive e lavora a Beltiglio di
Ceppaloni (BN). Sin dall’infanzia il suo percorso creativo è stato caratterizzato dalla forte
componente artigianale. Nella sua ricerca continua la precisione dei segni e l’impostazione dell’opera, evidenziano una ritrattistica ben definita nelle sue linee e nelle sue forme.
Ha partecipato a varie mostre, tra cui si segnalano: Benevento, Rocca dei Rettori, “Dialoghi: Cultura e Confronto”; Salerno, Castello Arechi, “La Ricciarda”; Napoli, San Severo al
Pendino, “L’Eterno Femminino”; Benevento: “I° Bene Biennale”.
Contatti
339.6939863 - 328.9531566
[email protected]
Noli Timere
acrilico e smalto, cm 90x90
ARTISTI e TECNICHE
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FABIOLA ADDAMO
Forze in campo, 2005
acquerello e penna su carta, cm 25x35
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Antonello Atzori che, con la sua
poetica intimistica, vuole avvicinarsi alla natura per carpirne i segreti e svelarne
il rapporto che ha con l’uomo sin dalle origini. Tutto questo attraverso l’arte e la
sua storia, le varie correnti che si sono susseguite e che l’hanno caratterizzata,
reinterpretandola in chiave personale e autonoma.
The poetics of Antonello Atzori is expressed through images researched, refined,
representing nature and history. Araxi Ipekjian
Contatti
340.2353086
[email protected]
Crystallized, 2013
olio su tela, cm 140x90
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Leonardo Julian Rossi che con
la sua poetica della fragilità, dove emergono i limiti della condizione umana continuamente vincolata da influenze esterne, ci porta in un mondo fatto di immagini
che non vengono definite nella loro accezione comune, ma in forme che oltrepassano l’oggettività per una visione diversa.
The poetics of Leonardo Julian Rossi is expressed through images that go beyond
the pure form to get to a real imaginary representation. Araxi Ipekjian
Contatti
[email protected]
www.leonardojulianrossi.com
ARTISTI ITALIANI CONTEMPORANEI
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FABRIZIO PIA
Sindrome della Tourette, 2013
olio su tela, cm 70x100
In the flesh, la pesantezza, 2013
olio su tela, cm 50x70
L’arte contemporanea italiana, nella sua vasta e complessa varietà di forme e manifestazioni,
ci presenta diverse realtà espressive che la caratterizzano, dandole un’impronta specifica.
con leggerezza. Le opere di Pia sono un omaggio alla natura e alla sua essenza, che va
oltre la forma in cui si manifesta quotidianamente, e ci inducono a riflettere sulla parte
più intima delle cose, quella che è celata, segreta, nascosta e che sfugge all’osservazione diretta, ma che ne rappresenta la vera sostanza.
Inserita in questo contesto troviamo l’opera di Fabrizio Pia, che con la sua poetica
ispirata, pensata, ricercata, e con la sua analisi intima dell’animo umano, rappresenta
la natura in maniera emozionale. Le idee, le sensazioni, le percezioni dell’artista,
entrano con forza e determinazione nelle sue opere e ne escono trionfanti. Il colore, la
linea, la forma, narrano un universo romantico, sensibile e delicato che viene svelato
Contatti
331.6445136
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ARTISTI IN VETRINA
LEONARDO JULIAN ROSSI
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ARTISTI IN VETRINA
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ANTONELLO ATZORI
The poetics of Fabrizio Pia is expressed through images dedicated to the delicate and
sensitive nature and its secrets. Araxi Ipekjian
ANNA CICCOTTI
Contatti
393.6791473
[email protected]
ADALGIZA DE ALCANTARA
THEFT - Il furto, 2013
collage, cm 45x75
Contatti
339.2580393
[email protected]
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
ADELE ARATI
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
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339.4826441
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www.nicolettacasali.it
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SPECIALE EMILIA ROMAGNA
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Incanto, 2014
fotografia, cm 220x150
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Solo, 2011
olio su tela, cm 60x40
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
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NICOLETTA CASALI
L’origine umana, 2014
acrilico, aerografo su tela, cm 80x120
Contatti
338.5638720
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Le Monde Diplomatique, 2013
fotografia in bianco/nero, eseguita con reflex Nikon D 90, stampata su carta fotografica baritata
Hahnemühle Fine Art e applicata su pannello, cm 75x50x2,5
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
di un mondo indagato e scrutato nella sua essenza, nel contenuto, più che nella forma
con cui ci appare. Attraverso i suoi scatti Corazza vuole raccontare una storia, la sua, la
nostra; quella personale, quindi, ma allo stesso tempo anche collettiva, dove ognuno di
noi che guarda si può riconoscere, può individuare un luogo, una circostanza, un’immagine già acquisita o ancora da assimilare. Donne, uomini, manichini, palazzi, vetrine,
ma anche fiori, frutta, sono tutti soggetti che comunicano l’“Io” narrante dell’artista
e lo fanno con eleganza e raffinatezza.
In questo quadro entra la figura di Sergio Maria Corazza che con la sua poetica libera,
indipendente, autonoma, porta avanti un percorso di ricerca che lo vede camminare
lungo vie che si distanziano dall’ordinario vivere quotidiano e si immergono all’interno
Contatti
349.1311487
[email protected]
WALTER RICCI
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SPECIALE EMILIA ROMAGNA
Femme avec lunettes, 2013
fotografia in bianco/nero, eseguita con reflex Nikon D 90, stampata su carta fotografica baritata
Hahnemühle Fine Art e applicata su pannello, cm 75x50x2,5
Modulo 4 (Linee), 2013
acrilico e smalto su tela, cm 100x150
a fianco, dall’alto
Modulo 5 (Particelle), 2014
acrilico e smalto su tela, cm 100x150
Modulo 3 (Blu Perlato), 2013
acrilico e smalto su tela, cm 60x100
Contatti
329.7507950
[email protected]
walter-ricci-dipinti.webnode.it/
The poetics of Sergio Maria Corazza is expressed through images linked to the urban
reality that surrounds us and which are stopped by his delicate shots. Araxi Ipekjian
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
Artantis.info trimestrale d’arte | Artantis.info gallery | www.artantis.info | www.artantis.it
SERGIO MARIA CORAZZA
The poetics of Franco Chiappetta is expressed through three-dimensional works
rich in colors and lights. Araxi Ipekjian
Contatti
339.8631439
[email protected]
www.roc-art.it
Cose che ti segnano, 2010
olio su tela, cm 100x100
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di P-54. L’artista con la sua poetica impegnata, fatta di riflessioni profonde e con la sua ricerca di analisi della natura, del
tempo, della vita nel suo scorrere inesorabile, attraverso le sue opere ci parla di
solitudine e di attesa di quell’equilibrio/armonia, che tanto si cerca e che si può
trovare nell’arte.
The poetics of P-54 is expressed through images linked to issues such as time,
solitude and does so with images full of meaning and passion. Araxi Ipekjian
Contatti
339.7211122
[email protected]
www.facebook.com/P.FIFTYFOUR
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
Turkish super girls, 2009
immagine analogica scattata con “Holga”- illustrazione vettoriale a computer
dittico, cm 50x100
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Marina Lodi che con la sua poetica onirica,
visionaria, e con la sua ricerca di una realtà che va oltre l’oggettività del quotidiano, indagandone le sottili sfumature che spesso sfuggono ad un’ordinaria e
comune visione, ci porta nel suo mondo. Un universo rivolto al femminile nella
sua complessità.
The poetics of Marina Lodi is expressed through visionary and dreamlike images
that lead us to an alternate world. Araxi Ipekjian
Contatti
348.3155442
[email protected]
DANILO FIORE (EROIF)
Bolle di oro evanescente, 2013
tecnica mista, tempere e matite acquerellate, cm 18x24 c.a.
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Eroif. L’artista con la sua poetica piena di
voglia di libertà, e con la sua ricerca di evasione dalla realtà odierna spesso opprimente, ci porta nel suo mondo fatto di colori e di forme che vivono una vita
propria e che anelano una leggerezza dell’essere eterea e impalpabile, quasi
celestiale.
The poetics of Eroif is expressed through images made of light and airy colors and
forms to read and full of balanced harmony. Araxi Ipekjian
Contatti
347.9080555
[email protected]
bellearti.amicucci.it/it/artista/2350.aspx
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
In questo contesto entra la figura di Franco Chiappetta. L’artista con la sua
poetica ricercata, sperimentale, e con la sua indagine sugli effetti dell’arte,
attraverso l’uso di luci, colori, forme, dà vita a composizioni dinamiche che
interagiscono con lo spettatore, al fine di comunicare sensazioni che nascono
da percezioni visive.
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L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
MARINA LODI
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Scultura luminosa realizzata con lastre di plexiglass trasparenti sovrapposte e distanziate tra di loro, incise
in settori sequenziali con segni verticali e punti, illuminate da LED (smd rgb) collocati nella base e pilotati da
controller elettronico. Base in ceramica in tecnica Raku. Misure: cm 160x28x20. La finalità dell’opera consiste
nel trasmettere serenità attraverso la continua e soffusa dissolvenza di luci e colori.
P-54
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SPECIALE EMILIA ROMAGNA
Totem, 2013
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
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FRANCO CHIAPPETTA
Contatti
339.6917285
[email protected]
loredanasansavini.myblog.it
Eilidh - Black Angel, 2013
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Nicola Zanichelli. L’artista, con la sua poetica delicata e sensibile, fatta di analisi e osservazione della natura che ci
circonda e dell’uomo, con la sua ricerca di ispirazione, coglie dalla realtà urbana
e dalla quotidianità l’essenza che va oltre la forma, rivelando la vera espressione
di quello che ne è il contenuto.
The poetics of Nicola Zanichelli is expressed through images from the past, from
the retro presenting lyrical and delicate. Araxi Ipekjian
Contatti
[email protected]
www.nubierocce.it
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
Astratto urbano, 2013
fotografia digitale, stampa fine art su Hahnemuhle matt., cm 30x30
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Erika Sereni. L’artista con la sua poetica fragile, emotiva, che trasmette il senso di impressionabilità che spesso la realtà che
è intorno a noi ci comunica, con i suoi scatti ferma gli angoli di quella urbanità
che rasenta l’astrazione andando oltre la semplice rappresentazione oggettiva
del reale.
The poetics of Erika Sereni is expressed through images linked to the urban reality
that surrounds us and which are stopped by his delicate shots. Araxi Ipekjian
Contatti
338.5830949
[email protected]
www.gaer.ws/Erika-Sereni/
VALENTINA CICOGNANI
Il Corpo del Gigante #18,2012
fotografia, cm 40x60
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Valentina Cicognani. L’artista, con la sua
poetica riflessiva e comunicativa, vede l’arte come uno strumento per esprimere pensieri, emozioni, idee, sensazioni. Attraverso i suoi scatti ci presenta la sua
visione personale della vita, dell’uomo e delle cose inseriti nel contesto reale,
con tutti i suoi aspetti diversi.
The poetics of Valentina Cicognani is expressed through photographic images
that explore life in the deep. Araxi Ipekjian
Contatti
333.4015880
[email protected]
www.valentinacicognani.com
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
The poetics of Loredana Sansavini is expressed through images linked to the world
around us and her singing with lyrical and delicate. Araxi Ipekjian
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In questo contesto entra la figura di Loredana Sansavini. L’artista con la sua poetica delicata, sensibile, che va oltre il tangibile e che cerca l’essenza delle cose,
attraverso la fotografia ci porta dentro il suo punto di vista personale e ogni
scatto rappresenta la sua visione del mondo che lei racconta con totale garbo e
disinvoltura.
ERIKA SERENI
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L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
NICOLA ZANICHELLI
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SPECIALE EMILIA ROMAGNA
Il buio che rivela, 2014
tecnica digitale
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
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LOREDANA SANSAVINI
Contatti
393.3304047
[email protected]
www.matteonanni.it
La parte animale - S, 2014
tecnica mista su carta, cm 60x33
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Alice Padovani. L’artista con la sua poetica
essenziale e diretta, che è la sintesi di una riflessione sulla natura primordiale
dell’uomo, sulla sua parte bestiale, ci conduce verso un mondo fatto di immagini
sintetiche, sostanziali, che assurgono a simbolo di un concetto, di un pensiero,
di un’idea.
The poetics of Alice Padovani takes place through direct and essential images that
represent a summary of his idea of bestial nature. Araxi Ipekjian
Contatti
www.alicepadovani.com
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
Seaside Town, 2013
fotografia, cm 30x40
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Gianluca Drudi. L’artista con la sua poetica
attenta e impegnata, per mezzo dei suoi scatti cerca gli aspetti più profondi
che caratterizzano l’ambiente urbano, soprattutto le immagini del quotidiano,
vissute da ciascuno di noi, ma che a volte non si riesce a cogliere nella loro
complessità di forme.
The poetics of Gianluca Drudi is expressed through photographic images that
explore the urban reality in the deep. Araxi Ipekjian
Contatti
349.0578881
[email protected]
www.gianlucadrudi.com
MILENA CORVINI
Marilyn sulla mia pelle, 2012, olio su tela, cm 120x120
Cornice in legno con applicazione a collages di immagini di tatuaggi raffiguranti Marilyn. L’opera è stata esposta
in occasione della mostra “Marilyn Monroe 1962-2012. L’arte e il mito”, Forlì , Palazzo Albertini, aprile 2012.
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Milena Corvini. L’artista, con la sua poetica
e ricerca di indagine della realtà, ci introduce in un mondo fatto di ricordi e di
rimandi alla storia e al passato, che viene riletto e rivisitato in chiave intima e
personale con un approccio di tipo progettuale e artigianale, legato all’ordine e
all’armonia.
The poetics of Milena Corvini is expressed through images from the past that returns to the present with lyrical and nostalgic. Araxi Ipekjian
Contatti
339.1319153
[email protected]
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
The poetics of Matteo Nanni is expressed through free photographs that give us a
delicate and poetic world of harmonious forms. Araxi Ipekjian
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In questo contesto entra la figura di Matteo Nanni. L’artista con la sua poetica
raffinata e dai toni delicati e sensibili, e con la sua ricerca di indagine del corpo
come mezzo per esprimere altri concetti, ci conduce nel suo mondo fatto di scatti che fermano immagini che vivono una dimensione propria autonoma, libera,
indipendente.
GIANLUCA DRUDI
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L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
ALICE PADOVANI
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SPECIALE EMILIA ROMAGNA
Infinito, 2009
stampa a getto d’inchiostro su iuta intelaiata, cm 120x120
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
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MATTEO NANNI
Contatti
339.4893624
[email protected]
www.gigarte.com/nicolettaspinelli
L’amorosa, 2013
acrilico su supporto in legno, cm 60x80x1,6
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Albyrocchio. L’artista, con la sua poetica
sperimentale, fatta di analisi tecnica e sentimento, e con la sua ricerca, coglie
la natura nell’essenza delle sue forme e dei suoi colori, con attenta partecipazione, con una passione che traspare da ogni singolo elemento che compone la
sua opera.
The poetics of Albyrocchio is expressed through images related to nature that
takes shape through warm colors and full of feeling. Araxi Ipekjian
Contatti
331.3726851
[email protected]
www.gigarte.com/albyrocchio
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
Psiche, 2007
acrilico, cm 40x40
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Elena Vignoli. L’artista con la sua poetica
del colore, con la sua ricerca di una materia consistente e di un segno forte e
incisivo, ci traghetta attraverso le sue opere in un mondo fatto di immagini figurative che rasentano l’astrattismo e che esprimono dualità concettuali di impronta
psicologica.
The poetics of Elena Vignoli is expressed through images linked to the concept
that becomes shape and color in a triumph of harmony. Araxi Ipekjian
Contatti
349.1867602
[email protected]
www.almacattleya.blogspot.it
REGINA DI ATTANASIO
Profumo di fiori, 2012
resina e acrilico su tela, cm 40x40
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Regina Di Attanasio. L’artista con la sua
poetica delicata, dai toni leggeri, tenui, sottili, attraverso la sua ricerca di indagine della natura nella sua infinità di forme e di colori, ci regala una visione intima, evocativa, dove l’immagine non è altro che la rappresentazione di
un’idea-concetto.
The poetics of Regina Di Attanasio is expressed through images linked to the nature and color that lives through lyrical and delicate. Araxi Ipekjian
Contatti
338.2176557
[email protected]
www.paintingclouds.it
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
The poetics of Nicoletta Spinelli is expressed through monochrome images from
the past which are a sensitive natureh. Araxi Ipekjian
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In questo contesto entra la figura di Nicoletta Spinelli. L’artista, con la sua poetica delicata e sensibile, indaga la natura nei suoi vari aspetti, e lo fa attraverso
la pittura in diverse espressioni: astratto, materico, figurativo, fino ad arrivare
ad una sintesi che ben esprime la volontà di raccontare un’intenzione che in
questo modo prende vita.
ELENA VIGNOLI
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L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
ALBERTO NERI (ALBYROCCHIO)
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SPECIALE EMILIA ROMAGNA
... anela e strugge ... (part.), 2013
olio su supporto misto, cm 80x150
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
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NICOLETTA SPINELLI
Contatti
348.6000702
[email protected]
tiromancino-aliceinwonderlart.blogspot.it
Sguardi, 2014
matite colorate policromos su bristol verde, cm 35x50
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Emanuela Gigli che con la sua poetica delicata e sensibile e con la sua ricerca di colori tenui e linee gentili e armoniose,
ci conduce nel suo mondo. Un universo rivolto alla natura e alle creature che
la caratterizzano, ognuna con la propria particolarità, con il proprio essere e
mutare nell’essenza.
The poetics of Emanuela Gigli is expressed through images that represent the
delicate and sensitive nature in its essence. Araxi Ipekjian
Contatti
327.1092514
[email protected]
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
Scultura/Elaborazione di ciotola
ceramica raku
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo quadro s’inserisce la figura di Maria Elena Boschi. L’artista, con la sua
poetica delicata e sensibile, ci porta in un mondo, quello delle ceramiche Raku,
attraverso il quale esprime tutte le sue emozioni e sensazioni. Con le mani plasma la materia infondendo il suo essere di artista e di donna nel nuovo quadro
artistico contemporaneo, ottenendo stupefacenti esiti formali.
The poetics of Maria Elena Boschi is expressed through images linked to the
nature and color that lives delicate. Araxi Ipekjian
Contatti
338.2572805
[email protected]
www.elenaboschi.com
MICOL FORNAI
Nereide appena uscita dal lago ghiacciato della montagna, 2014
olio su tela, cm 40x30
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Micol Fornai. L’artista con la sua poetica del
sogno, delicata, sensibile, sensuale ci apre le porte del suo mondo alla ricerca
del bello, dove i colori, le forme, i suoni, gli odori della natura evocano immagini eleganti e armoniose, dai toni leggeri e in perfetto equilibrio cromatico e
compositivo.
The poetics of Micol Fornai is expressed through images elegant and harmonious
where the colors and shapes are perfectly balanced. Araxi Ipekjian
Contatti
329.2026078
[email protected]
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
The poetics of Alice Zuccheri is expressed through images dreamy but realistic
at the same time and in perfect harmony. Araxi Ipekjian
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In questo contesto entra la figura di Alice Zuccheri. L’artista con la sua poetica
del sogno che non dimentica il reale, ci racconta il suo mondo affidato al caso,
non pensato, non troppo indagato, ma vissuto al momento e riveduto attraverso
idee e suggestioni che prendono corpo e vita nelle sue opere dipinte a tecnica
mista.
MARIA ELENA BOSCHI
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L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
EMANUELA GIGLI
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SPECIALE EMILIA ROMAGNA
Vita immobile, 2005
tecnica mista (olio, gessetto, acquerello, pastello, foglia d’oro) su tavole e parquet, cm 110x98
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
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ALICE ZUCCHERI
Senza titolo in verde, 2013
smalto e acrilico su tela, cm 100x50
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Loberg. L’artista, con la sua poetica fanciullesca, dai toni puri, incorrotti e con la sua ricerca di indagine del suo posto nel mondo, ci trasporta attraverso le sue opere in una dimensione intima,
personale, dove emerge tutto il suo modo di essere e di divenire di artista e di
uomo d’oggi.
The poetics of Loberg is expressed through images linked to his inner world that
emerges with all his own sincerity. Araxi Ipekjian
Contatti
349.1683824
[email protected]
lobergarte.blogspot.it
Apotropaic Magic 4, 2013
tecnica mista su tela, cm 80x80
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed
espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Yatii. L’artista con la sua poetica vivace e
vitale che è la massima espressione di un mondo immaginario fatto di fantasia,
sogno, ma anche di gioia, energia, dinamismo, ci conduce verso un astrattismo personale e autonomo ricco di colori accesi e forme armoniose in perfetto
equilibrio.
The poetics of Yatii is expressed through abstract images with bright colors and
harmonious shapes in perfect harmony. Araxi Ipekjian
Contatti
[email protected]
www.carlottaschiavio.com
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
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ROBERTO RE
Il canto delle sirene, 2013
tecnica mista, cm 60x80
L’Emilia Romagna, terra ricca e fiorente, nella sua varietà e complessità di forme ed espressioni, vede il manifestarsi di diverse realtà artistiche contemporanee.
In questo contesto entra la figura di Roberto Re che con la sua poetica del colore e
della linea che danno vita a forme uniche e originali, ci conduce in un mondo intimo e
profondo. Sin dalla tenera età in Re si è manifestato l’amore, la passione ed il trasporto, verso la pittura, che nel corso degli anni è cresciuta e si è sviluppata evolvendosi,
fino a diventare parte integrante e fondamentale della sua vita. La pittura è così per
Re esigenza vitale, esternazione e materializzazione della propria interiorità. Il mondo
Contatti
345.4557606
[email protected]
www.reroberto.eu
SPECIALE EMILIA ROMAGNA
YATII
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SPECIALE EMILIA ROMAGNA
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LOBERG
Solchi di strada, 2014
tecnica mista, trittico, 3 x cm 30x90
artistico di Re è un universo di percezioni, sensazioni, emozioni che si trasformano in
colori intensi e comunicativi e in linee incisive, in forme armoniose ed equilibrate che
parlano per l’artista.
The poetics of Roberto Re is expressed through images with bright colors and abstract
shapes balanced and harmonious. Araxi Ipekjian
Contatti
349.6710435
[email protected]
www.facebook.com/mariagiovanna.morgera
Incanto perduto, 2007
acrilico e gesso su tela, cm 40x40
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Marco Alberto Mengarelli che con
la sua poetica delicata e sensibile ne entra a far parte senza incertezze né esitazioni. L’arte di Mengarelli è l’espressione di un gesto leggero e armonioso che si sposa
ad un cromatismo caldo e allo stesso tempo freddo che dà vita ad un universo di
immagini in continua e costante evoluzione.
The poetics of Marco Alberto Mengarelli is expressed through colorful images full of
impulse and passion for art and its manifestations. Araxi Ipekjian
Contatti
327.9731764
[email protected]
ARTISTI IN VETRINA
Azzam, 2013
acrilico, cm 70x100x3,5
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Alberto Gargiulo che con la sua
poetica istintiva e gestuale, piena di vivacità e di volontà di esprimersi attraverso
la forma e il colore, ne entra a far parte con uno stile semplice e spontaneo. L’arte
di Gargiulo è l’espressione di un cromatismo moderno che unito alla linea e al
segno ci conduce in un mondo personale e unico.
The poetics of Alberto Gargiulo is expressed through gestural images of shapes and
colors and full of passion and love for art and its manifestations. Araxi Ipekjian
Contatti
348.8220308
[email protected]
gaeloff.yolasite.com
ANTONINO GAMBINO
Il pollo spennato, 2009
tarsia lignea, cm 100x130
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Antonino Gambino che con la
sua poetica ironica e dissacrante, piena di metafore e allusioni, ne entra a far
parte con garbo e gentilezza. L’arte di Gambino, è l’espressione di un desiderio di
sperimentazione che, attraverso la tarsia lignea (di cui è maestro), rappresenta un
reale che va oltre la semplice forma con cui si mostra nel quotidiano.
The poetics of Antonino Gambino is expressed through colorful images full of irony
and delicate harmony and passion for art and its manifestations. Araxi Ipekjian
Contatti
338.7375115
[email protected]
www.gambinointarsio.it
ARTISTI IN VETRINA
The poetics of Mariagiovanna Morgera is expressed through images instinctive, passionate, related to the impulse of the moment and full of strength. Araxi Ipekjian
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In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Mariagiovanna Morgera che con
la sua poetica istintiva, passionale, e con il suo trasporto, la veemenza, l’impeto,
e con la forza del suo gesto ci porta verso un mondo fatto di colori e forme che nascono dalle sensazioni del momento e che fermano in un istante senza fine un’idea
che in questo modo può prendere vita.
ALBERTO GARGIULO (GAEL)
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Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
MARCO ALBERTO MENGARELLI
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ARTISTI IN VETRINA
Ondeggiare, 2014
astratto materico, tecnica mista su tela, cm 100x80
ARTISTI IN VETRINA
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MARIAGIOVANNA MORGERA
Contatti
334.5200504
[email protected]
www.andreagranchi.it
The new Judith, 2014
tecnica mista su tavola, cm 70x70
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Ezio Ranaldi che, con la sua
poetica della fantasia, che spazia e oltrepassa i limiti delle tecniche tradizionali
con l’ausilio delle nuove tecnologie digitali, crea un mondo fatto di sogni, visioni,
solitudine, tristezza e desolazione tipiche della società odierna, diventandone in
questo modo portavoce attraverso le sue opere uniche.
The poetics of Ezio Ranaldi is expressed through images imaginative, visionary,
related to dream a reality desired and through technology. Araxi Ipekjian
Contatti
338.2562352
[email protected]
www.ezioranaldi.com
ARTISTI IN VETRINA
Donne, 2012
tecnica mista su tela e rete, cm 90x90
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Alba D’Alpaos che con la sua
poetica sensuale ed elegante, piena di fascino e di raffinatezza, ne entra a far
parte con uno stile ricercato. L’arte di D’Alpaos è l’espressione di una volontà di
superare la semplice raffigurazione del reale per raggiungere una rappresentazione
visionaria del suo più intimo “Io” di artista donna.
The poetics of Alba D’Alpaos is expressed through sensual and elegant images full
of passion and love for art and its manifestations. Araxi Ipekjian
Contatti
328.2664887
[email protected]
www.dalpaosalba.it
ROMEO BATTISTI
Meditazione
tecnica mista su pannello, cm 120x90
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Romeo Battisti che, con la sua
poetica onirica, visionaria, liberatoria, piena di desiderio di esternazione del proprio essere, ne entra a far parte con intensità espressiva. L’arte di Battisti è suggestione, comunicazione, attraverso uno stile unico e personale che ci conduce in un
mondo fatto di mito e storia, uniti all’immaginazione.
The poetics of Romeo Battisti is expressed through dream imagery and visionary
where history and myth combine imagination. Araxi Ipekjian
Contatti
347.2991677
[email protected]
www.battistiromeo.it
ARTISTI IN VETRINA
The poetics of Andrea Granchi is expressed through colorful images full of delicacy
and harmony and love for art and its manifestations. Araxi Ipekjian
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In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Andrea Granchi che con la sua
poetica nostalgica, intima e personale, ne entra a far parte con eleganza e partecipazione. L’arte di Granchi è l’espressione di un mondo, quello che ci circonda e
che egli stesso quotidianamente vive, che entra nelle sue opere riletto e reinterpretato, uscendone protagonista.
ALBA D’ALPAOS
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Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
EZIO RANALDI
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ARTISTI IN VETRINA
Urbanscape 03, 2013
acrilico su tela, cm 50x60
ARTISTI IN VETRINA
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ANDREA GRANCHI
Contatti
346.6662761
[email protected]
bellearti.amicucci.it/it/artista/2382.aspx
Nicchia di marmo con vaso stilizzato di uva fragola, 1998 (opera e particolare)
acrilico su pannello mediodenso, cm 40x170
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Alessandra Casetta che con la
sua poetica raffinata, ricercata, sottile e sofisticata e con la sua volontà di inganno
visivo attraverso il trompe l’oeil, ci presenta una natura che è illusione, apparenza,
miraggio e che è una chimera che ci immerge in un mondo fatto di colori e forme
dall’equilibrio cromatico armonioso, lirico ed intenso.
The poetics of Alessandra Casetta is expressed through images researched, refined,
representing nature as an illusion. Araxi Ipekjian
Contatti
366.4858414
[email protected]
alessandracasettaartistaedecoratrice.wordpress.com
ARTISTI IN VETRINA
Anarchia, 2009
acrilico su tela, cm 70x70
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce la ricerca di Ringo Sarro, artista di formazione accademica, laureato in Pittura e Decorazione, che sperimenta diverse forme espressive, indirizzando il proprio interesse verso la contaminazione, la trasformazione e il nomadismo linguistico; pittura-scultura-decorazione e design, unite tra loro, danno vita
ad un linguaggio nuovo. Alla base di tutto c’è l’immaginazione, una realtà “altra”.
The poetics of Ringo Sarro is expressed through images linked to the imagination
that creates. Araxi Ipekjian
Contatti
347.6225768
[email protected]
CINZIA TOMASSINI
Natura viva, 2007 (opera e particolare)
arazzo, tecnica mista, cm 200x100
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Cinzia Tomassini che con la sua
poetica delicata e sensibile, piena di sentimento e di calore umano, ne entra a
far parte con uno stile semplice ed essenziale. L’arte di Tomassini è l’espressione
di una volontà di andare oltre il concetto ordinario di natura e rappresentare una
realtà più intima e personale, dolce e gradevole.
The poetics of Cinzia Tomassini is expressed through images of nature delicate and
sensitive. Araxi Ipekjian
Contatti
339.5468124
[email protected]
www.cinziatomassini.it
ARTISTI IN VETRINA
The poetics of Nicola Bull Dreossi in art is expressed through images direct and
spontaneous full of passion and love for art and its manifestations. Araxi Ipekjian
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In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Nicola Dreossi che con la sua
poetica sincera e spontanea, piena di entusiasmo e di desiderio di esternazione, ne
entra a far parte con uno stile diretto ed essenziale. L’arte di Dreossi è l’espressione di una volontà di esprimersi attraverso il medium della pittura e lasciare un
segno di sé nel complesso mondo dell’arte odierna.
RINGO SARRO
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Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
ALESSANDRA CASETTA
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ARTISTI IN VETRINA
Radici, 2013
acrilico con incisione, cm 70x50
ARTISTI IN VETRINA
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NICOLA DREOSSI (BULL)
Contatti
329.8150225
[email protected]
www.terrenotrie.it
In search of light, 2013
fotografia digitale, cm 40x60
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Maurizio Travani che con la sua
poetica della forma, concettuale, mentale, che evoca senza manifestare, segreta,
nascosta, vuole presentarci l’ambiente urbano secondo il suo punto di vista. Così la
realtà che ci circonda assume i connotati, la fisionomia, i tratti che lui vuole dare
attraverso l’obbiettivo della macchina fotografica.
The poetics of Maurizio Travani is expressed through images of urban life that becomes something more than reality itself. Araxi Ipekjian
Contatti
348.7930899
[email protected]
www.mauriziotravani.com
ARTISTI IN VETRINA
La danza della sirena, 2000
terra refrattaria smaltata con oro zecchino a 3° fuoco, h cm 25
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Paolo Bacchio che con la sua
poetica semplice ed essenziale, piena di sincerità e di spontaneità, ne entra a
far parte con uno stile naturale. L’arte di Bacchio è l’espressione di una volontà
di esprimere attraverso la materia plastica, plasmata dalle sue mani, un mondo
personale intimo dove emerge il suo “Io” di artista d’oggi.
The poetics of Paolo Bacchio is expressed through simple images and essential full
of passion and love for art and its manifestations. Araxi Ipekjian
Contatti
340.2470987
[email protected]
www.sculturedautore.it
ROBERTO MINELLI
Il cavallo meccanico, 1988
china, cm 80x110
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Roberto Minelli che con la sua
poetica razionale ma allo stesso tempo passionale, dove la ragione si manifesta
nella perizia tecnica, in uno stile quasi calligrafico che però non trascura l’aspetto
emozionale dell’opera, ci regala un’arte dai toni lirici e delicati dove ogni segno
esprime il desiderio di rappresentare con sentimento.
The poetics of Roberto Minelli is expressed through images with delicate and sensitive lyricism with signs that draw an imaginary reality. Araxi Ipekjian
Contatti
335.7674220
[email protected]
www.facebook.com/roberto.minelli.31
ARTISTI IN VETRINA
The poetics of Benedetto Ferraro is expressed through images explored where nature goes beyond to represent the notion of a concept. Araxi Ipekjian
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In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Benedetto Ferraro che con la sua
poetica ricercata, raffinata, attenta all’analisi della materia nella sua essenza, dà
vita ad una rappresentazione dell’immagine che oltrepassa la sua manifestazione
quotidiana e diventa espressione di un’idea, di un concetto che prende forma e si
mostra nella sua interezza.
PAOLO BACCHIO
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Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
MAURIZIO TRAVANI
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ARTISTI IN VETRINA
Scoliosi, 2013
argilla refrattaria, cm 70x40
ARTISTI IN VETRINA
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BENEDETTO FERRARO
Contatti
342.1445715
[email protected]
www.gigarte.com/stefanoinvernizzi
Portone sullo sfondo di Sant’Orso, 2013
olio su cartone telato, cm 50x40
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Giancarlo Muzzolon che con la
sua poetica semplice e sincera, piena di delicatezza e leggerezza, ne entra a far
parte con naturalezza e sobrietà. L’arte di Muzzolon è l’espressione di una natura
legata ai colori, alle forme con cui si presenta ai nostri occhi ogni giorno, nel quotidiano vivere che ognuno di noi sogna.
The poetics of Giancarlo Muzzolon is expressed through colorful images full of sincerity and spontaneity delicate and love for art and its manifestations. Araxi Ipekjian
Contatti
328.6642245
[email protected]
www.ioarte.org/artisti/Giancarlo-Muzzolon/
ARTISTI IN VETRINA
Le amiche, 2014
olio su tela, cm 80x100
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Carmela Cafaro che con la sua
poetica delicata e sensibile, percettibile, reale ed emotiva, ci conduce in un mondo sottile, semplice e lineare, dedicato all’universo femminile e a tutto ciò che lo
circonda e che ne fa da pura cornice, con le sue linee, i suoi colori, i suoi suoni e
odori tradotti attraverso il medium della pittura.
The poetics of Carmela Cafaro is expressed through images delicate, sensitive,
dedicated to the woman and the nature that surrounds it. Araxi Ipekjian
Contatti
[email protected]
GRAZIANO MANETTA
The creation of the universe, 2014
action painting and dripping, smalti su tela, cm 100x120
Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Graziano Manetta che con la sua
poetica del “qui e ora”, dove l’istinto, il gesto, l’impeto e il trasporto diventano
protagonisti dell’azione pittorica, ci accompagna in un mondo fatto di colori e
forme legate al caso, come nell’arena di Pollock, dove la confusione dominava un
contesto che era alla ricerca di equilibrio.
The poetics of Graziano Manetta is expressed through gestural images of shapes
and colors and full of passion and love for art and its manifestations. Araxi Ipekjian
Contatti
[email protected]
www.ioarte.org/artisti/Manetta/
ARTISTI IN VETRINA
The poetics of Stefano Invernizzi is expressed through images surreal, symbolic,
metaphysical, linked to a quotidian that goes beyond that. Araxi Ipekjian
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In questo quadro s’inserisce l’opera e la ricerca di Stefano Invernizzi che con la
sua poetica simbolica, metafisica, surreale, trasforma un semplice oggetto di uso
quotidiano in un qualcosa che esprime un concetto legato ad un’idea. L’ordinario
diventa in questo modo un pretesto, uno spunto, un punto di partenza per una
figurazione concettuale moderna e dinamica.
CARMELA CAFARO
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Se è vero che una “Vetrina” espone e mostra, alla stessa maniera l’arte contemporanea
ci presenta le sue diverse realtà.
GIANCARLO MUZZOLON
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ARTISTI IN VETRINA
La lavanderia delle anime, 2013
olio su tela, cm 80x100
ARTISTI IN VETRINA
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STEFANO INVERNIZZI
ARTISTI ITALIANI CONTEMPORANEI
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EASYPOP
Meeting Schifano
acrilico su tela, cm 90x120x5
L’arte contemporanea italiana, nella sua vasta e complessa varietà di forme e manifestazioni,
ci presenta diverse realtà espressive che la caratterizzano, dandole un’impronta specifica.
Inserita in questo contesto troviamo l’opera di Easypop, che con la sua poetica dissacrante e ironica, e con la sua ricerca di decontestualizzazione dell’immagine stereotipata, ci porta in un mondo fatto di domande e provocazioni, come provocatoria è parte
dell’arte contemporanea. I collage di immagini pop, riconoscibili, popolari, famose,
Contatti
392.7280454
[email protected]
www.gigarte.com/easypop
Metaphysical experience
acrilico su tela, cm 70x80x4
conosciute dalla massa, hanno lo scopo di creare un’opera dove l’obiettivo principale
è la riconoscibilità, dove tutti gli elementi (compreso il logo) che la compongono, sono
parte del comune, banale, ordinario quotidiano dell’individuo medio, che ponendosi di
fronte all’opera può dire “... ma guarda chi c’è lì, ma io lo so? ...” e a questo punto
l’obiettivo è raggiunto e l’opera è perfettamente riconoscibile.
The poetics of Easypop is expressed through ironic and provocative images where the
pop icon becomes something else. Araxi Ipekjian
ARTISTI ITALIANI CONTEMPORANEI
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ANGELO VINCIGUERRA
Legione straniera
olio su tela, cm 50x70
L’arte contemporanea italiana, nella sua vasta e complessa varietà di forme e manifestazioni,
ci presenta diverse realtà espressive che la caratterizzano, dandole un’impronta specifica.
Inserita in questo contesto troviamo l’opera di Angelo Vinciguerra, che con la sua poetica delicata e sensibile, e con la sua analisi del senso della natura e dell’uomo, ci
accompagna in un percorso di scoperta che svela una realtà celata all’occhio spesso
distratto dell’uomo, ma che rappresentata dall’artista con intenso trasposto e coinvolgimento, viene fuori con forza e determinazione dominando le sue opere. Ai colori, alle
linee e alla forma è affidato il compito di esprimere le emozioni, sensazioni, percezioni
dell’artista di fronte alla realtà che lo circonda e che interpreta in maniera autonoma
e personale, rileggendo e rivisitando anche l’arte del passato ma senza dimenticare il
suo “Io” nel presente.
La poétique de Angelo Vinciguerra est exprimé à travers des images liées à la nature
et à l’homme et réinterprétées dans un style moderne et personnelle. Araxi Ipekjian
Contatti
348.1861423
[email protected]
www.ioarte.org/artisti/Ar-te-Di-Vinciguerra/
Colori della vita
olio su tela, cm 60x40
ARTANTIS PRESENTA GLI ARTISTI
FRANCESCO ANTONELLI
MARIE-ROSE ATCHAMA
ALESSANDRA CASETTA
LEONARDO CIUCCI
SERGIO MARIA CORAZZA
STEFANO INVERNIZZI
MATTEO LAMA
DONATO LOTITO
MATTIA MARANGONI
AGNESE MASUCCI
MARCO ALBERTO MENGARELLI
ENNIO MONTARIELLO
FRANCESCA PANICO
MARGHERITA RANCURA
WALTER RICCI
SERGIO RUOCCO
LUIGI SETTEMBRINI
ARPINE’ SEVAGIAN
ELENA VIGNOLI
ENZA VOGLIO
ARTAntis
www.artantis.info
TRIMESTRALE D’ARTE
info
WWW.ARTANTIS.IT
VERNICE ART FAIR XII EDIZIONE
21.22.23 MARZO 2014
Roberto Sgrosso, in arte Metamorphoseon, vive ed opera ad Avellino. Artista fantasioso e creativo, utilizzando materiali poveri e di recupero (guscio d’uovo, schegge
di vetro, carta alluminio), realizza piccole opere in cui la fusione di elementi diversi dà vita ad “oggetti unici”. Queste creazioni, a cavallo tra la decorazione e la
scultura, ci presentano una realtà ricca di forme e colori all’interno della quale si
può volare con l’immaginazione.
Contatti
328.1133202
[email protected]
metamorphoseon.altervista.org/gallery/
PROPOSTE
SERGIO CAMPAILLA
foto.disegni.dipinti
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METAMORPHOSEON
Sergio Campailla vive ed opera a Ispica (RG). Artista poliedrico, attualmente si
dedica con passione alla realizzazione di caricature, disegni fumettistici, ritratti a
matita e copie d’autore. La sua produzione artistica è presente su riviste e pubblicazioni d’arte specializzate.
Contatti
Via Bellini 20 - 97014 Ispica (RG)
Cell. 340.4097193
[email protected]
sergiocampailla.jimdo.com/
PROPOSTE
FORLI’ QUARTIERE FIERISTICO
Apocalisse, 2014
tecnica mista su tela, cm 100x100
La pittura di Anna De Rosa è stata definita “realistico naif”. La sua musa ispiratrice
è Frida Kahlo, ma i suoi riferimenti sono anche a Paul Gauguin, Vincent Van Gogh,
Francis Bacon, Lucian Freud, Henri Rousseau, Joaquin Sorolla. La pittrice afferma:
“Disegno e dipingo di getto come faccio per lo scrivere! E’ la tela o il muro (sono
muralista … mi piace molto dipingere su ampie dimensioni) a donarmi le forme,
le proporzioni, le prospettive, il cromatismo. E’ istintivo … scelgo di dipingere
in forma empirica e diretta ciò che è già in me, conosco le tecniche ma mi piace
sperimentare e utilizzare materiali di riciclo, come cosmetici dismessi!” L’artista,
oltre che pittrice è anche scrittrice.
Contatti
335.5330742
[email protected]
www.premioceleste.it/annaderosa
Blu+rosso+giallo
acrilico su tela, cm 80x120
Nato a Napoli nel 1944, si è diplomato in Scenografia all’Accademia di Belle Arti
nel 1969. Dal 1971 al 2004 ha insegnato presso i Licei Artistici di Napoli, Salerno
ed Eboli. Ha al suo attivo numerose mostre personali e collettive in svariate città
italiane, tra cui Napoli, Brescia, Salerno, Castel San Giorgio, Eboli, Milano. Tra le
mostre più recenti si segnalano la personale “Imagination”, Complesso Monumentale Sant’Antonio, Eboli, 2011; la bi-personale “Il tempo ... le immagini”, dipinti e
ceramiche di G. Massarelli e V. Perinzano, MOA (Museum of Operation Avalanche),
Eboli 2013. Vive ed opera ad Eboli (SA).
Contatti
[email protected]
ARTISTI CONTEMPORANEI
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PIETRO SARANDREA
Gioco concentrico, 2009
tecnica mista su tela, diametro cm 100
Pietro Sarandrea nasce a Roma nel 1954. Dopo aver vissuto nella capitale per oltre un trentennio, si trasferisce prima nella provincia e successivamente a Bracciano, dove attualmente
vive ed opera. Autodidatta, le sue competenze artistiche sono maturate attraverso numerose
esperienze in Italia e all’estero, trascorrendo alcuni periodi in Inghilterra (1976), Stati Uniti
(1980), Svizzera (1983), Germania (1990). Ha al suo attivo numerose mostre personali (Anguillara, Bracciano, Capranica, Ladispoli, Roma) e collettive (Bologna, Ferrara, Frosinone, Roma,
Siracusa, Spoleto, etc.) ed ha ottenuto significativi riconoscimenti in concorsi e premi d’arte
contemporanea.
Contatti
Via Santa Lucia, 1 - 00062 Bracciano (RM)
335.6162835
[email protected]
ARTISTI CONTEMPORANEI
GIUSEPPE MASSARELLI
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ARTISTI CONTEMPORANEI
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ANNA DE ROSA
Senza titolo, 2009
tecnica mista su tela, diametro cm 100
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ARPINE’
Organizzazione:
ARTAntis
www.artantis.info
Donna con ombrello, 2013
fotografia, cm 80x60
Ogni artista ha una sua personale forma di “espressione” che lo rende unico nel suo
percorso di ricerca nel vasto e complesso panorama dell’arte contemporanea che vede
stili e maniere diverse.
Sergio Maria Corazza si inserisce all’interno di questo contesto con una ricerca libera, un percorso che lo vede distante da modelli e tipizzazioni precostituiti. La passione per la fotografia si esprimere attraverso immagini spontanee e dirette, prive di
complicati simboli e sovrapposizioni di significati, semplici nella loro poesia e delicatezza qualunque sia il soggetto rappresentato e colto dallo scatto. Araxi Ipekjian
Contatti
349.1311487
[email protected]
“ Espressioni 2013.2014 ”
speciale
Ogni artista ha una sua personale forma di “espressione” che lo rende unico nel suo
percorso di ricerca nel vasto e complesso panorama dell’arte contemporanea che vede
stili e maniere diverse.
Federica Berner in questo contesto rivolge la sua indagine verso la vita nella sua
complessità di forme e colori e lo fa attraverso gli animali, i cani, che assurgono,
nelle sue opere, a simbolo di quella varietà di manifestazioni che è la vita stessa,
intima e allo stesso tempo riflessiva, e che comunica attraverso gesti e sguardi, e
non ha bisogno di parole, così come fa da sempre la pittura. Araxi Ipekjian
Contatti
www.federicaberner.net
GABRIELLA DE FILIPPIS
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speciale
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SERGIO MARIA CORAZZA
“ Espressioni 2013.2014 ”
info
Mostra Itinerante d’Arte Contemporanea La Spezia .Taranto.Benevento.Napoli
TRIMESTRALE D’ARTE
Attila, 2013
acrilico su tela, cm 85x100
speciale
NAPOLI febbraio 2014
“ Espressioni 2013.2014 ”
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LA SPEZIA ottobre
TARANTO novembre
BENEVENTO dicembre 2013
Mostra Itinerante d’Arte Contemporanea La Spezia .Taranto.Benevento.Napoli
Mostra Itinerante d’Arte Contemporanea La Spezia . Taranto . Benevento . Napoli
Mostra Itinerante d’Arte Contemporanea La Spezia .Taranto.Benevento.Napoli
Espressioni 2013.2014
FEDERICA BERNER GHEZZI
L’arresto della suffragetta, 2013
tecnica mista, acrilico e carta di giornale su compensato, cm 55x41
Ogni artista ha una sua personale forma di “espressione” che lo rende unico nel suo
percorso di ricerca nel vasto e complesso panorama dell’arte contemporanea che vede
stili e maniere diverse.
Gabriella de Filippis entra in questa realtà artistica attuale con la sua creatività
ricca di entusiastico calore cromatico, forme armoniose e gioiose, piene di stimolo,
slancio, impulso, impeto, ardore. La sua fantasiosa gamma di immagini è originale,
personale e autonoma, nella sua bilanciata commistione di tecniche diverse che ci
presentano una sua atipica visione dell’uomo, della natura. Araxi Ipekjian
Contatti
www.gabrielladefilippis.it
“ Espressioni 2013.2014 ”
speciale
speciale
Mostra Itinerante d’Arte Contemporanea La Spezia .Taranto.Benevento.Napoli
Paesaggio forte, 2010
tecnica mista su tela, cm 60x75
Android, 2013
tecnica mista, olio su tela, cm 60x60
Ogni artista ha una sua personale forma di “espressione” che lo rende unico nel suo
percorso di ricerca nel vasto e complesso panorama dell’arte contemporanea che vede
stili e maniere diverse.
CiroboArte si inserisce in questo contesto con una ricerca poetica che parte da una
profonda analisi dei segni, delle immagini, delle allegorie e delle similitudini che il
mondo che ci circonda ci presenta in varie forme e colori. La realtà che viviamo, la
natura arcana ed enigmatica, che annuncia ed evoca aspettando di essere tradotta
ed elogiata, è protagonista delle sue opere sensibili e delicate. Araxi Ipekjian
Nunzia Ciccarelli si muove all’interno di questa realtà con una ricerca artistica che la
vede, soprattutto negli ultimi anni, rivolgere l’interesse verso un tipo di pittura che
a mano a mano che si evolve cerca di prendere ispirazione dalla crisi moderna per
approdare a forme di una “archeologia informatica” che descrive un’umanità senza
spessore ridotta quasi ad una sorta di fumetto neo-dark. Araxi Ipekjian
GENNARO FALCONE
Ogni artista ha una sua personale forma di “espressione” che lo rende unico nel suo
percorso di ricerca nel vasto e complesso panorama dell’arte contemporanea che vede
stili e maniere diverse.
Maurizia D’Ippolito entra in questo contesto attraverso una poetica intrisa di amore
per segno e colore che si fondono in un’unica opera d’arte, frutto di una ricerca che
vede la commistione di diversi linguaggi e tecniche, quali: collage, tempera, acquerello, incisione. Le stagnole policrome, poi, sono il materiale più congeniale alle sue
esigenze espressive e che meglio si presta ad esse. Araxi Ipekjian
Contatti
328.0374414
[email protected]
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speciale
Attimi ... promesse, 2012
collage di stagnole e cartoni su tavola, cm 61x61
speciale
MAURIZIA D’IPPOLITO
Mostra Itinerante d’Arte Contemporanea La Spezia .Taranto.Benevento.Napoli
Contatti
[email protected]
“ Espressioni 2013.2014 ”
Contatti
333.3254114
[email protected]
“ Espressioni 2013.2014 ”
Ogni artista ha una sua personale forma di “espressione” che lo rende unico nel suo
percorso di ricerca nel vasto e complesso panorama dell’arte contemporanea che vede
stili e maniere diverse.
Mostra Itinerante d’Arte Contemporanea La Spezia .Taranto.Benevento.Napoli
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Artantis.info trimestrale d’arte | Artantis.info gallery | www.artantis.info | www.artantis.it
Mostra Itinerante d’Arte Contemporanea La Spezia .Taranto.Benevento.Napoli
NUNZIA CICCARELLI
“ Espressioni 2013.2014 ”
CIRO BORRELLI (CIROBOARTE)
Salmo 136,1, 2014
tecnica mista su tela, cm 70x100
Ogni artista ha una sua personale forma di “espressione” che lo rende unico nel suo
percorso di ricerca nel vasto e complesso panorama dell’arte contemporanea che vede
stili e maniere diverse.
Gennaro Falcone si inserisce in questo scenario con un’arte spirituale affidata ai
fondi oro che evocano la luce, il divino, il trascendentale. Alla foglia oro si aggiungono, poi, la pasta di legno, il bitume giudaico, i colori acrilici, le tessere di vetro,
la tela grezza di sacco, il materiale plastico, tutti elementi che hanno il compito di
rappresentare il legame tra ciò che è mistico e ciò che è empirico. Araxi Ipekjian
Contatti
347.5041441
[email protected]
www.gennarofalcone.it
Ogni artista ha una sua personale forma di “espressione” che lo rende unico nel suo
percorso di ricerca nel vasto e complesso panorama dell’arte contemporanea che vede
stili e maniere diverse.
Annadora Mingiano entra in questa cornice, ricca di manifestazioni artistiche di vario
genere, attraverso la pittura e il disegno, sperimentando il colore e i suoi effetti sul
supporto e dandogli il compito di rappresentare la natura dell’uomo insieme a quella
più vasta che lo circonda. La natura diventa, così, il medium ideale per esprimere il
suo essere di artista e di donna contemporanea. Araxi Ipekjian
“ Espressioni 2013.2014 ”
speciale
Mostra Itinerante d’Arte Contemporanea La Spezia .Taranto.Benevento.Napoli
Ogni artista ha una sua personale forma di “espressione” che lo rende unico nel suo
percorso di ricerca nel vasto e complesso panorama dell’arte contemporanea che vede
stili e maniere diverse.
Roberta Maola ci introduce in questo vasto scenario attraverso la sua ricerca che
la vede impegnata in una indagine acuta, incisiva, di quelle che sono le peculiarità che caratterizzano l’animo umano nella sua soggettività. Così il soggetto
diviene, per l’artista, oggetto d’analisi e allo stesso tempo veicolo mediatico che
ci traghetta dentro un universo di forme e colori in evoluzione. Araxi Ipekjian
“ Espressioni 2013.2014 ”
Contatti
www.robertamaola.it
speciale
Mostra Itinerante d’Arte Contemporanea La Spezia .Taranto.Benevento.Napoli
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speciale
Sant’Andrea, 2013
olio su tela, cm 50x80
Scienza e Fede, 2011
acrilico su tela, cm 50x70
ARPINE’ SEVAGIAN
“ Espressioni 2013.2014 ”
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Valentina Gagliano si inserisce in questa cornice con lavori che nascono da fotografie
da lei realizzate. Gli scatti sono un punto di partenza per l’artista, un imprinting figurale intorno al quale elaborare la sua personale interpretazione pittorica della realtà
che la circonda. La natura in questo modo viene rivisitata e riportata sul supporto
pittorico in maniera sensibile, intima, delicata e poetica. Araxi Ipekjian
Contatti
333.8177629
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ROBERTA MAOLA
“ Espressioni 2013.2014 ”
speciale
Ogni artista ha una sua personale forma di “espressione” che lo rende unico nel suo
percorso di ricerca nel vasto e complesso panorama dell’arte contemporanea che vede
stili e maniere diverse.
ANNADORA MINGIANO
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Mostra Itinerante d’Arte Contemporanea La Spezia .Taranto.Benevento.Napoli
Mamma Afrika,2012
olio su tela, cm 60x120
Mostra Itinerante d’Arte Contemporanea La Spezia .Taranto.Benevento.Napoli
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VALENTINA GAGLIANO
Immensità (Allegoria dell’Armenia), 2004
tecnica mista su carta, cm 20x30
Ogni artista ha una sua personale forma di “espressione” che lo rende unico nel suo
percorso di ricerca nel vasto e complesso panorama dell’arte contemporanea che vede
stili e maniere diverse.
Arpinè Sevagian entra con forza e determinazione in questo difficile e complesso
scenario artistico contemporaneo e con impegno e costanza ci presenta il suo mondo fatto di forme e colori caldi e intensi. Come è profonda la sua passione per l’arte
che diventa vita e speranza, così è incisiva la sua pittura che indaga scalfendola la
natura più intima dell’animo umano e le sue varie manifestazioni. Araxi Ipekjian
Contatti
327.4963206
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ITINERA 2013|2014
UNA MOSTRA VENTINOVE ARTISTI CONTEMPORANEI DIECI CITTA’ D’ARTE III EDIZIONE
benevento.caprese michelangelo.forlì.gubbio.la spezia.fabriano.perugia.napoli.rapolano terme.taranto
KATIA ANASTASI
MARCELLO ASTUTI
FERDINANDO BIANCO
MARIA ELENA BOSCHI
SILVIA CAITI
ELISA CASERINI
LUCA CASTELLANO
SILVANO CHELLINI
SERGIO DI MATTIA
AMALIA DI SANTE
BREDA CATHERINE ENNIS
GIACOMO FERRARIO
EMANUELA FRANCHIN
RENATO LIPARI
GIOVANNI MANGIACAPRA
DONATELLA MASCIARRI
LUCIO MONACO
DINA MONTESU
LEYLA AYSEL MUNTEANU
MATILDE ORSINI “REGINA”
FRANCESCA PANICO
ARNALDO PAUSELLI
ERMES RICCI
DAYSE RODRIGUES
FRANCESCO RUSSO
DONATELLA SALADINO
CLAUDIO SIRECI
JESSICA SODI
FEDERICA VEGGIATO
Organizzazione:
ARTAntis
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TRIMESTRALE D’ARTE
info
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www.associazionenautartis.it