Centro Studi C.N.I. - 16 giugno 2014 INDICE RASSEGNA STAMPA Centro Studi C.N.I. - 16 giugno 2014 POS Italia Oggi Sette 16/06/14 P. 1 Una missione imPossibile Marino Longoni 1 Italia Oggi Sette 16/06/14 P. 4 Pos, è corsa dei professionisti alle convenzioni. Senza fretta Gabriele Ventura 2 Italia Oggi Sette 16/06/14 P. 4 L'obbligo si scolora e diventa un onere Antonio Ciccia 4 Italia Oggi Sette 16/06/14 P. 5 Costi per 5 mld su imprese e studi Sibilla Di Palma 5 16/06/14 P. 5 NUOVA TANGENTOPOLI. AUTORITA' INASCOLTATE E CLASSE DIRIGENTE CON GLI OCCHI CHIUSI AVCP Repubblica Affari Finanza 7 APPALTI PUBBLICI Sole 24 Ore 16/06/14 P. 34 Appalti aperti, prima dei requisiti si valuta l'offerta Alberto Barbiero 8 Pompei: ora i soldi ci sono, i lavori ancora no Sergio Rizzo 9 16/06/14 P. 1 Le troppe norme aiutano i furbi Michele Ainis 16/06/14 P. 12 Il 4 settembre scattano i test per 30mila ingegneri 12 16/06/14 P. 28 Colap, proposta per agevolare l'avvio di un'attività 13 16/06/14 P. 16 Alimenti. Più sicuri a tavola con un biologo alle spalle LAVORI PUBBLICI Corriere Della Sera Corriereconomia 16/06/14 P. 1 SEMPLIFICAZIONI Corriere Della Sera 10 UNIVERSITÀ Sole 24 Ore - Guida COLAP Repubblica Affari Finanza BIOLOGI Corriere Della Sera Corriereconomia Isidoro Trovato 14 CONSULENTI DEL LAVORO Corriere Della Sera Corriereconomia 16/06/14 P. 16 Indice Rassegna Stampa Consulenti e università: patto siciliano 15 Pagina I Una missione i sibile Da luglio tutti i professionisti, i lavoratori autonomi e le pini dovranno accettare pagamenti con bancomat o carta di debito. _41a non sarà così. Vi spieghiamo perché DI MARINO LONGDNI mlongoniC@class. it Dal 30 giugno professionisti, imprese e lavoratori autonomi dovranno consentire ai propri clienti di effettuare pagamenti con il bancomat o altre carte di debito per importi sopra i 30 cure e dovranno dunque dotarsi di un Pos. Perché questa disposizione venga rispettata bisognerebbe essere in grado di installare in pochi giorni oltre 7 milioni di Point of sale. Ma il mercato italiano è in mano a due sole aziende multinazionali, Ingenico (con quote del mercato domestico vicine all'80%) e Veri£one. Da qui al 30 giugno, anche volendo, si potrebbero installare forse 10 rasila Pos, non di più. 121,3 per mille. Più che un obbligo, la scadenza del 30 giugno assomiglia quindi a una sollecitazione, un consiglio, una perorazione. Nei giorni scorsi mia circolare del Consiglio nazionale forense e un'altra della Fondazione studi dei consulenti del lavoro hanno sostenuto la tesi che anche dal punto di vista giuridico non c'è nessun obbligo per professionisti o lavoratori autonomi di installare i Pos. Bisognerebbe parlare piuttosto di un onere. La tesi è stata avallata da una risposta del sottosegretario all'economia Enrico Zanetti in commissione finanze alla camera. La legge prevede solo che professionisti, lavoratori autonomi, piccole imprese siano in condizioni di accettare di questi tempi, è già tanto se i clienti si ricordano di pagare). In conclusione, il 1°luglio non cambierà nulla. Sostenere centinaia di euro di costi fissi e variabili per effettuare, eventualmente, poche transazioni non ha molto appeal. Molto più semplice concordare prima con i propri clienti le modalità di pagamento, cercando di utilizzare strumenti alternativi come assegni o bonifici bancari o il buon vecchio contante, per gli importi minori. D'altra parte chi ha tipologie di clienti che richiedono spesso di pagare con carte di debito molto probabilmente si è già dotato degli strumenti necessari. Ma cosa succede se un cliente si impunta per utilizzare la carta di debito/credito? In mancanza di Pos si determina la cd mora del creditore, disciplinata dall'articolo 1206 del codice civile. In pratica il debitore può regolarizzare la sua posizione facendo un'offerta solenne di pagamento con la presenza di un ufficiale giudiziario o più semplicemente con lettera raccomandata. A questo punto se il creditore non è in possesso degli strumenti idonei ad accettare il pagamento, il credito/debito rimane in sospeso. In attesa che le due parti trovino un accordo per estinguerlo. ORiproduzéoue rierua. pagamenti per importi superiori a 30 euro eventualmente richiesti dai loro clienti con carta di debito. La gestione di cm Pos non è però gratuita. Mediamente gli istituti di credito addebitano per ogni transazione 1'1,5-2,5%. Poi c'è il costo di gestione dell'apparecchio, normalmente concesso in locazione con un canone che varia tra i 10 e i 25 euro al mese. I costi sono difficili da comprimere, nonostante gli accordi che quasi tutte le organizzazioni di categoria stanno facendo con istituti di credito, a causa delle elevate commissioni richieste dai circuiti internazionali Visa e Mastercard sui quali circola la gran parte di queste transazioni. E questo finisce per mettere in difficoltà soprattutto i venditori di beni con percentuali di ricarico modeste, come carburanti, tabaccai, edicolanti' in questi casi il costo della transazione rischia di essere superiore al margine del venditore. Infine, la maggior parte dei professionisti e dei lavoratori autonomi non ha file di clienti smaniose di pagare con carta di debito (anzi, Pos Pagina 1 A poche settimane dall ora X (gli ordini sio.lano accordi ad hoc con. gli istituti bancari Pos, è corsa dei professionisti alle convenzioni. Senza fretta DI GABRIELE VENTURA rofessionisti a caccia di convenzioni per installare il Pos in studio. Se da un lato è vero, infatti, che dal30 giugno non scatta, di fatto, nessun obbligo di dotarsi dell'apparecchio per i pagamenti Bancomat e sono escluse sanzioni, come confermato da ultimo dal ministero dell'economia (si veda ItaliaOggi del 12 giugno scorso), dall'altro lato se il cliente chiede di pagare la parcella tramite carta di debito, il professionista non si può rifiutare. Proprio per questo, gli ordini professionali, soprattutto a livello locale, hanno sottoscritto appositi accordi con gli istituti bancari per permettere agli iscritti di sottoscrivere contratti di apertura conto corrente, installazione Pos e relativo canone mensile, a condizioni agevolate. A livello nazionale, invece, gli ordini si sono mossi, con pareri legali e circolari, per dare indicazioni agli iscritti riguardo l'interpretazione della normativa, che non introduce nessun obbligo per i professionisti di dotarsi di Pos, ma semmai l'onere di accettare pagamenti tramite carta di debito se il cliente lo richiede. Una ipotesi, tra l'altro, che per professioni come quella del notaio, dell'architetto o dell'ingegnere appare quanto mai remota, visto che solitamente gli importi delle parcelle sono superiori al limite consentito per i pagamenti Bancomat. Ma anche per gli avvocati, sottolinea il Cnf, viste le prassi in uso nei fori. Vediamo comunque come deve muoversi il professionista che vuole installare il Pos in studio, quali sono i relativi costi e quali le convenzioni a disposizione. Istruzioni per il Pos. Il professionista che deve installare il Pos in studio deve dotarsi anzitutto di apposita connessione Internet. Il costo del canone può variare tra i 10 e i 20 euro al mese, a seconda del limite Pos di traffico sostenibile (da quattro Gb a bimestre, fino a 20). Poi, dovrà scegliere una banca di appoggio, dove è necessario aprire apposito conto corrente, nel caso in cui la banca scelta sia diversa da quella dove il professionista è già cliente. Ogni transazione avrà un costo di circa 20 centesimi, perché corrisponde a una telefonata verso un numero automatico a pagamento. L'istituto di credito, inoltre, applica una spesa a percentuale sulla transazione, che mediamente si attesta sul 2% dell'importo transato. Le convenzioni . Gli ordini professionali, come detto, hanno stipulato apposite convenzioni per abbassare i costi agli iscritti. Per fare un esempio, un commercialista iscritto all'Odcec di Milano, ha a disposizione una agevolazione per i sistemi Tlc, mentre per la banca di appoggio, può scegliere tra la convenzione siglata con Banca Fideuram e quella con Banca Popolare di Sondrio. Quanto alla connessione Internet, l'agevolazione siglata dall'Odcec Milano prevede un'offerta, da parte dell'operatore, di un piano dati Internet da 15 euro al mese per un traffico pari a quattro giga byte a bimestre, o di uno da 17,50 euro per un traffico fino a 20 giga a bimestre. Per quanto riguarda, invece, i servizi bancari, una delle offerte di conto corrente proposta tramite la convenzione con l'Odcec di Milano, prevede canone annuo gratuito, operazioni illimitate, servizi onlme, libretti assegni, carta bancomat gratuiti. Per l'utilizzo del bancomat, le operazioni sono illimitate e gratuite. L'offerta Pos professionisti, invece, prevede un canone men- sile «Mobile Pos» pari a 2 euro, commissioni Pagobancoinat dello 0,70%, commissioni Moneta dell'1,00%, commissioni Visa, Mastercard, Maestro pari all'1,30% e una commissione Pagobancoinat minima mensile pari a zero. L'altra offerta messa a disposizione dall'Odcec Milano, invece, prevede due soluzioni per il professionista: un apparecchio collegato alla rete telefonica fissa in grado di trasmettere i dati via modem, e una soluzione «mobile», con operazioni eseguite tramite collegamento bluetooth con lo smartphone o il tablet di proprietà del professionista associato allo studio. L'ordine degli avvocati di Milano, invece, ha stipulato convenzioni per i servizi Pos con Banca Fideuram e Qui Financial Services. ,, , , ,, ,_ n, t (Omi nnOni. ÿgv. , , Imllu Pagina 2 Strumento Pos I nternet banking Bcsffificï Servizio Offerta lnstallazione Gra"_Es Visuali zzazi one î-novirnenti Pos da ir"3terrlet Commissio ne trarlsato pagobancoma t Commissione trï7risato carte di credito Con dispositivo di sicurezza 0-p Grati s 0.80% 1 , 50% G rati s OnlEne 0,50 euro Spese tenuta conto mensili Gratis per i primi 12 n-iesi 10 euro in seguito Spese per operazione leuro Operazioni in franchigia 30 trEn"1eStrail Conto corrente / Pos ,,..: L, ,rrrli_i i r .,rr, n, ,rl ( 1 ,hl,, ,, „ , 1 ,N4,, 11 i Irrnn vi,li< 1 -li r .ri „i,' i Ir,!ir,iri ,lul Pagina 3 .L1'obbli9o si scolora e diventa un onere Pos, ma solo ori demand . Anche il ministero dell'economia e finanze (Mef) avalla la tesi del Consiglio nazionale forense (Cnf) e l'obbligo di dotarsi di Pos si scolora diventando un onere. Come dire : la previsione normativa autorizza il cliente a chiedere di pagare con la carta di debito e se il professionista rifiuta il pagamento, l'unica conseguenza sarà unicamente la messa in mora (la cosiddetta mora del creditore). Una conseguenza, questa, che comporta che il professionista non potrà lamentarsi se il pagamento arriva in ritardo: la responsabilità del ritardo sarà in capo al professionista, che non può chiedere gli interessi maturati. Secondo il Cnf, dunque, la normativa va interpretata nel senso di introdurre un onere , piuttosto che un obbligo giuridico, il cui campo di applicazione sarebbe limitato al casi nei quali sarebbero i clienti a richiedere al professionista la forma di pagamento tramite carta di debito. Il Mef, nella nota 10 giugno 2014 (elementi di risposta all'interrogazione a risposta orale in Commissione n. 5-02936 del deputato Causi ), citando la circolare del Cnf, scrive che nel senso indicato dagli avvocati « sembra in effetti deporre il fatto che non risulta associata alcuna sanzione a carico dei professionisti che non dovessero predisporre della necessaria strumentazione a garanzia dei pagamenti effettuabili con moneta elettronica». Proprio l'assenza di sanzione per l'omessa dotazione dei Pos giustifica la derubricazione dell'adempimento da obbligo a mero onere. Ma esaminiamo la norma. Si tratta dell'articolo 15 comma 4 del «decreto sviluppo bis» (dl 179/2012). La disposizione prevede che «a decorrere dal 30 giugno 2014 , i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito». Una interpretazione letterale mette in evidenza che il cliente è autorizzato a proporre il pagamento (superiore a 30 curo) con la propria carta di debito e che il rifiuto del professionista non è giustificato. O meglio non è giustificato in base alla legge. Dal canto sua la previsione norma- Pos tiva ha uno scopo chiaro. Lo spiega sempre il Mef: promuovere la diffusione e l'uso dei pagamenti con carte di debito e credito su vasta scala. Ma contemporaneamente, lo stesso ministero è consapevole dei costi che vanno a gravare sul professionista, anche se si affida al confronto con le banche e con gli altri operatori di mercato per ridurre i costi legati alla disponibilità e all'utilizzo dei Pos. Nel frattempo va gestita la scadenza imminente e ai professionisti si presentano alcune opzioni. La prima è naturalmente quella di dotarsi di Pos e ciò non crea alcun problema né di adeguamento alla norma né nei rapporti con la clientela. La seconda è quella di disciplinare le modalità di pagamento con una apposita clausola da inserire nel contratto con il cliente. La circolare Cnf, chiarisce che la volontà della parti del contratto d'opera professionale resta ancora il riferimento principale per la individuazione delle forme di pagamento; il Cnf spiega che, per esempio, i clienti che sono soliti effettuare i pagamenti tramite assegno o boni- fico bancario potranno continuare a farlo. In effetti la clausola contrattuale dovrà specificare che il cliente sceglie di pagare per esempio con bonifico bancario. In sostanza si tratta di una rinuncia a chiedere di pagare a mezzo Pos. Una tale rinuncia non è vietata da norme imperative e, quindi, la deroga contrattuale, sostenuta dal Cnf, appare del tutto legittima. D'altra parte la prassi di alcune categorie professionali mette in evidenza che non vi è richiesta della clientela di pagare con carta di debito. Da un punto di vista generale, peraltro, bisogna considerare tutte le variabili, tra cui anche l'eventuale ricarico in parcella dei costi sostenuti dal professionista per il Pos, ma anche in prospettiva, come sostiene il Mef, la convenienza del pagamento con carta di debito. Secondo il ministero la carta di debito ha alcuni vantaggi: assicura il buon fine dell'operazione di pagamento e richiede minori attività procedurali e di riconciliazione contabile rispetto agli altri strumenti elettronici (anche rispetto al bonifico). Antonio Ciccia Pagina 4 Costi p er 5 mid su imprese e studi Pagina a cura DI SIBILLA DI PALMA e associazioni di categoria stanno stipulando convenzioni ad hoc con gli istituti di credito per agevolare il rispetto dell'adempimento da parte degli associati I1 30 giugno entrerà in vigore l'onere di dotarsi di Pos per professionisti e imprese. Ma tra le aziende, che pure condividono l'obiettivo finale, ossia ridurre l'uso del contante e consentire la tracciabilità dei pagamenti per combattere il «nero», continuano a tenere banco le preoccupazioni circa i costi e le difficoltà operative che un simile obbligo comporterà. Un onere da 5 miliardi di euro . A oggi non ci sono dati esatti su quante imprese hanno già installato il Pos per accettare i pagamenti con moneta elettronica. Secondo gli ultimi dati ufficiali, comunque, a dicembre erano attivi in Italia più di un milione e 200 mila Pos. Mentre secondo alcune stime si calcola che a livello nazionale almeno 2,5 milioni di imprese artigiane (forse addirittura 3 milioni) dovranno adeguarsi per accettare il pagamento con moneta elettronica. Un onere finanziario che è stato calcolato in almeno 2 miliardi per i soli professionisti e che potrebbe raggiungere oltre 5 miliardi per l'intera platea. Il parere della associazioni di categoria. In prima linea nell'esprimere la propria preoccupazione per i costi legati all'obbligo di Pos (che spaziano dalla spesa per il noleggio che si aggira dai 10 ai 15 euro al mese fino a una percentuale per ogni pagamento che può andare dall'1 al 2% o anche di più) si schiera Mauro Bussoni , segretario generale di Confesercenti nazionale. «Un uso più esteso della moneta elettronica avrebbe degli innegabili vantaggi, riducendo costi e rischi legati alla gestione del contante. L'obbligo previsto dalla legge, però», aggiunge Bussoni, «è troppo netto: non tiene conto dei costi che una repentina adozione dei sistemi di pagamento elettronici può avere sui cittadini e sulle imprese». commissioni legate a questo strumento». Motivo per cui «siamo favorevoli alla modernizzazione dei sistemi di pagamento perché meno contante significa più sicurezza, ma andrebbe ripensato il sistema delle commissioni allo stato attuale troppo gravoso». Un parere condiviso anche da Mario Pagani, responsabile del dipartimento delle politiche industriali della Cna. «Siamo assolutamente a favore dell'obbligo di Pos, però resta sullo sfondo la questione dei costi». L'associazione ha per questo presentato una proposta per innalzare la soglia minima oltre la quale far scattare l'adempimento da 30 a 50 euro. «Insieme a una gradualità nell'estensione dell'obbligo con l'esclusione fino al 30 giugno 2015 dei soggetti il cui fatturato dell'anno precedente sia inferio e ai 500 mila euro_ zier poi abbassarla a 250 mila euro, e all'esclusione dal provvedimento dei settori di attività a basso margine di redditività». Secondo il segretario generale di Confesercenti, infatti, gli esercizi caratterizzati da pagamenti di piccola entità, come i gestori carburanti, i tabaccai, gli edicolanti e i bar, Resta poi aperto il tema vedranno il proprio margine dimezzarsi o azzerarsi delle sanzioni, non previa causa del costo di ogni ste per chi non si doterà di singola transazione. «Per Pos, che potrebbe spingere questo abbiamo chiesto di le imprese a ignorare l'obrivedere l'intervento, ma- bligo. Anche se questo pogari ipotizzando incentivi trebbe portare a contenziosi fiscali, sotto forma di credi- con il cliente al quale veto d'imposta, per aiutare le nisse negata la possibilità di pagare tramite moneta imprese a sostenere gli oneelettronica. ri del passaggio alla moneta elettronica». Esprime la Le convenzioni sul propria preoccupazione per territorio . Le varie assoi costi legati ai nuovi adem- pimenti anche Ernesto Ghidinelli , responsabile credito di Confcommercio. «I dati della Banca d'Italia dicono che nel nostro paese l'infrastruttura per i Pos è comparabile a quella degli altri paesi europei. La differenza è che ci sono meno transazioni per le elevate ciazioni di categoria si sono comunque organizzate con convenzioni ad hoc con le banche per agevolare il rispetto dell'adempimento da parte degli associati. E il caso di Confcommercio che permette alle imprese che ne fanno parte di richiedere un Pos Deutsche Bank a condizioni agevolate senza obbligo di cambiare conto. Con commissioni Anche la üontesercenti ha stipulato un accordo con Intesa Sanpaolo che prevede condizioni particolarmente favorevoli per gli esercenti associati e, in particolare, un canone mensile Pos di 9,90 euro (gratuito per i primi 12 mesi); una commissione Pagobancomat dello 0,40% con minimo di 0,25 euro a operazione e di 15 euro mensili; una conimissione Visa, Mastercard, Maestro dello 1,25%. Mentre la Cna ha stretto una convenzione con Unicredit e Intesa Sanpaolo tramite Rete Imprese Italia che prevede anche in questo caso condizioni agevolate sul Pos per gli esercenti associati. Le associazioni si stanno inoltre organizzando anche con convenzioni ad hoc a livello territoriale. La Cna Liguria, per esempio, ha stretto una convenzione con Qui! Group che consentirà a tutti gli iscritti di dotarsi di un Pos a condizioni vantaggiose. L'importo richiesto per ciascuna transazione sarà dell'1,2% al quale occorrerà aggiungere il noleggio dell'apparecchio a 10 euro al mese. La Confartigianato Imprese Cuneo ha invece attivato con Artigiancassa - BnpParibas una convenzione che prevede tra l'altro la possibilità di usufruire di un Pos mobile, senza necessità di aprire un nuovo conto corrente. Infine, la Cna di Massa Carrara ha stretto un accordo con Vodafone e Intesa Sanpaolo che consente agli associati di accettare i pagamenti con il proprio tablet e il Pos di Satefi (completamente gratuito). © Riproduzione riservata ,i, po ., ,,,,d - , ),,, , , .1,A che ammontano a 1,15% sulle carte di credito Visa e Mastercard e 0,30% più 0,23 euro a transazione sul Pagobancomat. Pos Pagina 5 I numeri A oggi non ci sono dati esatti SU quante imprese hanno già installato il Po. Secondo Th uftlnn dati ufficiali a dicen"ihre erano attivi in Italia più di un milione e 200 niila Pos. Seconcio alcune stime si calcola che a livello nazionale alrneno 2,5 rniliorii di imprese artigiane (forse addirittura 3 milioni) dovranno adeguarsi per accettare il pagamento con moneta elettronica. Un onere finanziario che ë stato calcolato in alrneno 2 miliardi peri soli professionisti e che potrebbe raggiungere oltre 5 miliardi per l'intera platea. Convenzioni Confcornrnercio e Deutsche Bank - Perniette alle imprese associate di richiedere un Pos Deutsche Bank a condizioni agevolate senza obbligo di camhi< re conto. Confesercenti e Intesa Sanpaolo - Prevede condizioni particolarmente favorevoli per gli esercenti associati su Pos e cornrmssioni per l'uso di Pagol)ancon iat e carta di credito. Cria con Intesa Sanpaolo e Unicredit - Prevede condizioni agevolate per gli esercenti associati sull'uso del Pos. Cna Liguria e QuiMGroup - Consentirà a tu4ttU gli iscritti dl dotarsi di un Pos a condizioni vantaggiose. L'importo richiesto per ciascuna transazione sarà dell'1.2% al quale occorrere a giungere il noleggio del Pos a 10 euro al mese. Confartigianato Imprese Cuneo e Artigiancassa - BnpParibas. Prevede la possibilità di usufruire di un Pos mobile, senza necessità di aprire un nuovo conto corrente. Cna di Massa Carrara - Vodafone e Intesa Sanpaolo. Consente agli associati di accettare i pagamenti con il proprio 1 ablet e il Pro di Satefi U_, ratuito) in mobilità. Pos Pagina 6 O LT RE l tâl ( a I NUOVA TANGENTOPOLI AUTORITAINASCOLTATE E CLASSE DIRIGENTE CON GLI OCCHI CHIUSI embra incredibile, ma la sceneggia tura dei grandi scandali esplosi nei giorni scorsi eragià tutta scritta da anni in atti ufficiali dello Stato, senza che nessuno S muovesse un dito perbloccare il malaffare f ïno all'intervento della magistratura. Il presidente della LombardiaRobertoMaroni, incarica da più di un anno, si è lagnato ad esempio perla lentezza de1govern o nel definire le competenze del commissario anti-corruzione R affaele Ca n to ne, beccandosi la scoppola di MatteoRenzi: 'MaroniriOetta sulle responsabilitàdellaLombardia. Forsesesi fosse agitato primaavremmo potuto evitaredi manda reCantonedopo". Sacrosanto, dal momento che le irregolarità degli appalti per l'Expo e per legrandi opere infrastrutturali collegate eranonotefindaquando L4utorità per la Vigilanzasui ContrattiPubblici trasmiseal presidente della regione (ancora ilCeleste RobertoFormigoni) una relazione terrificantesu Infrastrutture Lombarde, lasocietà regionale pèr le infrastrutture (comprese quelle dell'Expo). In Il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca fa distinzioni tra le tangenti di Venezia e Milano AVCP una ulteriore ispezione, dedicata allaPedemontana e agli altri collegamenti autostradali dell'Expo, lAutoritàsegnalava, pur nelsolito linguaggio burocratese, che "non è stata opportunamente definita una coerente analisi dei rischi associati e una adeguata valutazione preventiva delle risorseoccorrenti perla realizzazione egestione delle opere; lo scostamen to di alcune prescrizioni conten u te n egli atti di gara e quelle contenute in contratto non appare in linea coni! principiodi immodificabilità delle condizioni negoziali stabilite in sede di bando; in merito ai costi, una consistente maggiore variazione deglistessi rispetto al contratto principale...'. Ecosì via imbrogliando. Spulciandogli atti ufficiali, volendosi può anche fare uncalepinoattendibiledegliscandali prossimi venturi: l'autostradaBrebemi, la nuova sede della regione Lombardia, detta "il Formigone"; l'OspedaleNiguarda; l'Ospedale di Vimercate. Ecosì via appaltando. LAutorità degli a ppalti, azzoppata dalla logica delle opere emergenziali senza controlli inaugurata dai governi Berlusconi, in realtà nessunosela è mai filata. E, perdi più, alsuo interno ci sono stati diversi inquisiti nominati dallapolitica, percui prevale l'idea di abolirla. Tra l'altro, come vicepresidente vi siede incredibile dictu - Luciano Berarducci, ex vicepresidente del Consorzio Venezia Nuova e amico di quel Gianstefano Frigerio, vecchio democristiano piccolo dominus degli appalti Expo. Ma, nonostante tutto, se qualcuno avesse mai dato rettaa quei rilievi, forse qualche vergogna si sarebbe potuta evitare, visto che negli ultimi tre anni sono state20 segnalazioni alle procure dellaRepubblica, 47alla Corte dei conti e 9371e sanzioni per false dichiarazioni in gara. Ma - si sa - leAutorità indipendenti in Italia servono soprattutto perfarescena e per dare uno stipendio a molti parassiti al servizio della politica. Peccato che anche chi avrebbe il dovere di valutare con realismo ciò che accade facciaanalisi mediocri. Come quellaappena illustrata dal presidente diAssolombarda GianfeliceRoccu: 'Milano non è Venezia - ha detto -ilMoseè unfatto sistemicó. A Milano, al contrario, è un fatto specifico". Ma che dice Rocca?Isistemissi intrecciano. Venezia è come Milano. Anzi, nulla è più sistemico della corruzione in Lombardia, dalla sanità alle nuove infrastrutture, dopo diciotto annidi governo formigonianoel'ultimoanno dell'impariMaroni. Requiescatin pace ogni inutileAutoritàesi sbrighi Cantone. Ma - perfavore - la classe dirigente e la cosiddetta società civile la smettano una buona volta di chiudere gli occhi. a.statera@ìepubblica.it Pagina 7 Gare. Le regole introdotte dal Dl di venerdì Appalti aperti, prima dei requisiti si valuta l'offerta Alberto Barbiero Nelle gare di appalto con procedura aperta la stazione appaltante dovràvalutare prima le offerte e poi procedere alla verifica dei requisiti di partecipazione, mentre le irregolarità delle dichiarazioni sostitutive dei requisiti incidenti negativamente sulla gara saranno sanzionate. La disposizione prevista nel decreto di venerdì scorso non integra il Codice dei contratti, ma definisce una regola specifica per le operazioni di gara che integra la disciplina generale degli appalti. Il nuovo dato normativo prevede che nelle procedure aperte il seggio di gara o la commissione giudicatrice esamini prima l'offerta e solo successivamente proceda all'accertamento del possesso dei requisiti di partecipazione, sia generali che di capacità. La disposizione determina Nel caso di dichiarazioni incomplete o irregolari sui parametri di candidatura sanzioni fino all'1% del valore del contratto Appalti pubblici pertanto l'abrogazione implicita dell'articolo 48 del Dlgs 163/2oo6, il quale prevede la verifica dei requisti di capacità prima delle operazioni di valutazione delle offerte. La verifica successiva alla valutazione delle offerte dovrà peraltro essere svolta nei confronti del soggetto individuato come primo nella graduatoria di merito e del concorrente che lo segue. Qualora la stazione appaltante rilevi la mancanza di uno o più requisiti, procederà all'esclusione del concorrente dalla gara, all'escussione della cauzione provvisoria e alla segnalazione del fatto all'Avcp per l'adozione del provvedimenti di sospensione dell'impresa dalla partecipazione alle gare per un certo periodo. L'applicazione della nuova disposizione riguarda le gare i cui bandi o avvisi siano pub- blicati in data successiva all'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Un secondo intervento volto a responsabilizzare gli operatori economici partecipanti alle gare è l'inserimento nel codice dei contratti di una previsione che sanziona la mancanza, l'incompletezza e ogni altra irregolarità essenziale delle dichiarazioni sostitutive rese dal concorrente in ordine ai requisiti di ordine generale. In tali casi, l'impresa che, ad esempio, non ha prodotto una dichiarazione, deve pagare all'amministrazione appaltante una sanzione pecuniaria, determinata nelbando di gara in una somma non inferiore all'uno per mille e non superiore all'ido del valore della gara, comunque con un tetto massimo di somila euro. Il versamento della sanzione è peraltro garantito dalla cauzione provvisoria. Tuttavia la stazione appaltante in queste situazioni assegna all'operatore economi- co un termine non superiore a dieci giorni entro il quale lo stesso deve rendere, integrare o regolarizzare le dichiarazioni necessarie: se il concorrente non provvede entro il termine assegnato, è escluso dalla gara. Se interviene una pronunzia giurisdizionale rispetto all'esclusione o alla regolarizzazione, non incide sul calcolo delle medie e sul valore di riferimento per la soglia di anomalia. In caso di irregolarità non essenziali odi mancanza o incompletezza di dichiarazioni non indispensabili (ad es. di una dichiarazione di impegno non inerente i requisiti), la stazione appaltante non richiede la regolarizzazione né applica sanzioni La particolare procedura di regolarizzazione riguarda anche i soggetti terzi che devono rendere le dichiarazioni sostitutive (ad esempio le imprese ausiliarie in caso di avvalimento) e si applica per le procedure digaraindette successivamente all'entrata in vigore del decreto. Pagina 8 II grande progetto è stato finanziato nel 2012 con 105 milioni . Ma nulla è stato fatto e a fine 2015 andranno restituiti i fondi Pompei om sulldí k.1 uno, i avon ancora no : DI SERGIO RIZZO Li aspettavamo come una manna, dal cielo, quei soldi per Pompei. Ricordate le polemiche su quell'assurdo commissariamento che aveva distribuito 105 mila euro perfino per censire 55 cani randagi e dotare ciascuno di loro di relativa pagina web mentre il sito archeologico andava in malora? Censirli, sia chiaro: non farli traslocare. Tanto che un mese fa sono dovuti accorrere fra i turisti gli accalappiacani. E ricordate il coro di indignazione che si levò dalla stampa mondiale quando venne giù la famosa scuola dei gladiatori? Ricordate poi il lamento di esperti e soprintendenti perché non c'erano quattrini, dopo tutti quelli che erano già stati spesi e sprecati? Ebbene, i quattrini un gior no finalmente arrivarono. Il 29 marzo del 2012 l'Unione europea approvò un finanziamento di 105 milioni per il Grande Progetto Pompei, un piano d'interventi che era stato messo a punto quasi un anno prima, nel giugno del 2011 quando al ministero dei Beni culturali c'era ancora Giancarlo Galan. Tutto scritto, firmato, protocollato. Mai di milioni se n'erano visti tanti. Così, magari per paura di fare indigestione, per due anni nessuno li ha toccati. Fino a quando qualcuno ha dato un'occhiata al calendario realizzando che il tempo passava velocemente. E la data entro la quale i fondi comunitari si sarebbero dovuti tassativamente spendere pena il definanziamento del progetto, il 31 dicembre 2015, si avvicinava a grandi falcate. Al soprintendente degli scavi Massimo Osanna, arrivato lo scorso mese di marzo, non è rimasto dunque che lanciare l'allarme: «Serve una proroga dall'Europa. Sarà impossibile completare i lavori entro il prossimo anno». Ma invece della proroga è arrivato un decreto legge con dentro una sorpresina, sotto forma di una pioggia di deroghe. Un classico, per il nostro sistema degli appalti. Siccome si è perso un sacco di tempo senza, fare un bel niente e adesso bisogna fare in fretta, ecco spuntare le misure straordinarie. Di che tipo? In questo caso il meccanismo per accelerare i lavori è stato l'innalzamento della soglia al di sotto della quale si può ricorrere alla cosiddetta proce- dura, negoziata, che assomiglia tanto alla trattativa privata. Più o meno quello che è stato fatto con il controverso commissariamento, sfociato fra l'altro in una inchiesta sui lavori di restauro del Teatro Grande, con lo scandaloso impiego di cemento e mattoni. Inchiesta che ha portato al rinvio a giudizio della titolare della ditta che ha eseguito i la vori, Annamaria Caccavo, nonché del commissario Marcello Fiori, già stretto collaboratore di Francesco Rutelli, spedito a Pompei dall'ex ministro Sandro Bondi. e successivamente nominato coordinatore nazionale dei club «Forza Silvio». Il limite è stato portato dal Decoro dell'altare dei Lari, a Pompei decreto «cultura», come quel provvedimento è stato battezzato, a 3,5 milioni. Risultato: secondo una stima che hanno fatto gli esperti dell'associazione costruttori, il 91 per cento delle opere infrastrutturali, per un importo pari al 75 per cento del totale, verrà appaltato al di fuori degli ordinari meccanismi concorrenziali. Sarà questo il caso dei lavori di restauro della Casa di Giulia Felice (1.050.071 Bure), della Casa di Sirico (1.822.990 curo), della Casa del Marinaio (1.589.912 euro) e della Casa dei Dioscuri (1.769.002 euro). Per non parlare della quasi totalità delle opere di messa in sicurezza. Così il copione si ripete, fra furti di affreschi (tre mesi fa nella Casa di Nettuno) e di mosaici («volevo un ricordc >. ha, detto ai carabinieri il turista georgiano dopo essere st *o pizzicato), cani randagi e liquami che escono dai punti di ristoro (l'ha denunciato la Cisl il 12 giugno), il copione si ripete. C'è almeno da, sperare, con esiti diversi da quelli della rappresentazione precedente. Del resto, che cosa avrebbe potuto fare di tanto diverso l'attuale governo di Matteo Renzi per metterci una pezza? E quello precedente di Enrico Letta, che ci ha messo dieci mesi per passargli la patata bollente? E quello ancora precedente di Mario Monti, che dopo aver incassato il via libera ai finanziamenti europei ha avuto appena un anno di tempo per porgere i nostri ringraziamenti a Bruxelles? RIPRODUZIONE RISERVATA Lavori pubblici Pagina 9 SC'O,'IyE FORTI Ni:I1LA IxIUNGI1A I1ECNSIlArI'IVA LE TROPPE NORME AIUTANO I FURBI di MICHELE AINIS n grosso paio di potrà sospendere rami forbici volteggia d'attività delle aziende, sulle nostre chio- commissariarli , avviarne me. Le impugna il una contabilità separata. presidente del Consiglio, Funzionerà? Lo sapreche ne ha fatto ancora uso mo presto. Anche se è lecilo scorso venerdì. Tagli alle to nutrire qualche dubbio prefetture (da 1o6 a 40). Ta- - in termini economici, gli alle camere di commer- prima ancora che giuridici cio (ne sopravvivranno - sulla possibilità che una ventina ). Tagli alle se- un'impresa riesca a camzioni distaccate dei Tar minare con un piede o una (amputazione totale). E poi caviglia congelati. Anche sforbiciate sui permessi se bisogna sempre soppesindacali . Sulle propine sare i costi sociali di ogni degli avvocati dello Stato. misura repressiva, a partiSui gettoni dei segretari re dall 'occupazione : ricorcomunali. Sui doppi inca- diamoci dell'Ilva. Anche se richi dei magistrati. Sulle 5 l'eccesso di controlli può scuole della pubblica am- risultare altrettanto perniministrazione . Sui ruoli di- cioso rispetto al vuoto di rigenziali. Su ogni ufficio controlli, contraddicendo locale, centrale, interstel- le istanze di semplificaziolare. Risultato : ci era cre- ne che sorreggono quesciuta sulla testa una zaz- st'ultima manovra del gozera leonina, rischiamo di verno Renzi. finire pelati come un uovo. Ma un intervento era coPerò l'Italia aveva biso- munque necessario. Magagno d'un barbiere. Non so- ri per renderlo ancora più lo perché troppi capelli efficace servirebbe allunnon riesci a pettinarli, e in- gare i tempi della prescrifatti il nostro Stato è fin zione , che mandano in futroppo arruffato. Anche mo 130 mila processi l'anperché sotto ogni ricciolo no. E ripristinare il falso in può ben nascondersi la bilancio, depenalizzato nel pulce della corruzione. 2002 dal governo BerluscoQuella che negli ultimi ni. Però nessuna norma, vent'anni ci ha fatto preci- nessuna authority, nessun pitare dal 33 0 al 690 posto gendarme ci potrà salvare nella classifica di Transpa- l'anima se noi italiani non rency International anche sapremo riconciliarci con in virtù di scandali come la cosa pubblica, con l'etica quelli del Mose e del- pubblica. Anzi: c'è il ril'Expo. Non a caso la se- schio che la legge diventi conda lama della forbice un mantello che copre i s'infila proprio lì, raffor- malfattori. L'ha osservato, zando i poteri di Cantone d'altronde, anche Cantone: sugli appalti. Quali? So- gli appalti truccati sono prattutto uno: l'Autorità nazionale anticorruzione Semplificazioni sempre costruiti sul rispetto formale delle regole, come un abito cucito su misura per questo o quell'imprenditore. E quando le regole si contano a migliaia, il sarto non ha che da scegliere la stoffa migliore per accontentare i suoi clienti. Ecco, qui entra in scena l'ossimoro, il paradosso della semplificazione. Sta di fatto che le forbici di Renzi fendono l'aria con due decreti legge omnibus (vietati dalla Consulta) e un disegno di legge delega. Totale: 120 articoli, un centinaio di pagine. il solo comunicato stampa diramato da Palazzo Chigi inanellava 2.287 parole. Parole che reclamano altre parole di legge per ricevere attuazione (non prima del 2015). E del resto sono quasi 5oo i provvedimenti attuativi fin qui rimasti in mezzo al guado. Il governo lo sa, e infatti aveva predisposto un meccanismo per rendere in futuro certa l'attuazione delle leggi. CONTINUA A PAGINA 27 Pagina 10 LE TROPPE NO u' MUTANO I CORROTTI SEGUE DALLA PRIMA Dopodiché i meccanici (le burocrazie ministeriali) hanno bloccato il meccanismo, depennandolo dal testo approvato in Consiglio dei ministri. Ma che cos'è l'attuazione, se non altro diritto che va ad aggiungersi al boccale del diritto? Nella legislatura in corso abbiamo già inghiottito 3.917 commi, 55 leggi, 41 decreti. E il gabinetto Renzi (con una media di 3,33 decreti al mese) ha superato di gran lunga i Semplificazioni 4 esecutivi precedenti. Ë insomma la loro quantità che stroppia, non soltanto la loro qualità, non solo la collezione di norme astruse o strampalate di cui racconta Gian Antonio Stella nel suo ultimo volume (Bolli, sempre bolli, fortissima mente bolli). Da qui la conclusione: per semplificarci l'esistenza, nonché per liberarci dai corrotti, serve una legge in meno, non un decreto in più. Michele Ainis m iche le. a in is@ u. niroma3 . it 9 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 11 Il 4 settembre scattano i test per 30mila ingegneri Appuntamento i14 settembre per i test d'ingegneria in una trentina di università. Un'area disciplinare per la quale il numero chiuso può essere attivato in base alla programmazione locale, con i singoli atenei che possono decidere se introdurre o meno il "filtro" alle iscrizioni. La data di settembre, in realtà, vale per gran parte delle università che aderiscono al Cisia (Consorzio interuniversitario sistemi integrati per l'accesso), che predispone una prova di ammissione uguale per tutti, mettendo a disposizione dei consorziati anche un test alternativo, il Tolc, da svolgersi online secondo un calendario stabilito dalle singole facoltà, con diverse sessioni (alcune partite ad aprile, altre che si ripetono fino Università a ottobre). Il quadro delle prove per accedere ai corsi ingegneria è, dunque, molto composito, con date, tipo di test e modalità di svolgimento che variano di caso in caso. Ad aderire al Cisia sono una quarantina di università, circa l'85% di quelli che propongono corsi di laurea per ingegneri. Per questo gruppo, la prova di ammissione - sia cartacea che online - prevede: 8o quesiti divisi in cinque sezioni (logica, comprensione verbale, matematica l e 2, scienze fisiche e chimiche) e 15o minuti per rispondere, con mezzora in più dove è previstala prova d'inglese. Anche le università che hanno aderito al Cisia hanno fatto scelte diverse. C'è, infatti, chi ha optato per il numero chiuso con relativo test di ammissione - cartaceo, online o entrambi -, e chi ha invece previsto prove di orientamento. Il Politecnico di Milano - a numero chiuso - perle ammissioni utilizza sia il Tolc di Cisia (per l'immatricolazione anticipata) che il proprio test online (Tol). Secondo le stime del Cisia saranno circa 3omila gli studenti a sostenere i test nelle università consorziate, di cui 2omila parteciperanno alla prova cartacea del4 settembre. Altri atenei, come detto, si sono regolati in modo autonomo e, per sapere i dettagli, non resta che affidarsi ai bandi presenti sui siti delle singole facoltà. Per accedere a ingegneria al Politecnico di Torino (numero chiuso), ad esempio, è ancora possibile sostenere la prova (Til) a luglio (22-23) e settembre (2-3-4 e 16 per studenti extra Ue). CPR I P RODO ZIO NE RISERVATA Pagina 12 [ IL CASA Colap, proposta per agevolare l'avvio di un'aüività Uno statuto delle attività professionali contenente forme di agevolazione all'avvio dell'attività, promozione del lavoro autonomo (soprattutto femminile), oltre che regole sui pagamenti, tutela della maternità e ammortizzatori sociali. E' il contenuto diunapropostadi legge presentata nei giorni scorsi presso la Camera dei Deputati su iniziativa del Colap e con la partecipazione di diversi politici ed esponenti delle associazioni. Il presidente del Coordinamento Libere Associazioni Professionali, EmilianaAlessandrucci, definisce il documento Colap "il prodotto di un processo di condivisione, che punta a valorizzare tutto il lavoro professionale e autonomo". Un pensiero condiviso daAngelo Deiana, presidente di Confassociazioni, che sottolinea la previsione di sostenere l'aggiornamento professionale con la deducibilità delle spese per formazione e l'istituzione di voucher formativi specificiperilavoratoriautonomi. "Una sceltaimportante, considerato che nell'economia dellaconoscenzaè necessario assicurare continuitàprofessionale". (l.d.o.) 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 13 Verso l'Expo Gli iscritti all'Ordine sono 50 mila, molti dei quali giovani Più sicuri a tavola con un biologo alle spalle Dall'analisi del dna ai controlli per evitare frodi sui cibi: la categoria sta allargandole proprie competenze DI ISIDORO TROVATO J biologi stanno cambiando pelle. Una categoria identificata per anni come composta da «topi» da biblioteca oppure da specialisti di analisi cliniche. Oggi. però, i biologi sono circa 50 mila, il 509/. dei quali giovani, e si stanno aprendo sempre di più a nuove professioni. «Un terzo dei biologi ormai si occupa di sicurezza degli alimenti», spiega Luciano Atzori, consigliere e segretario dell'Ordine nazionale dei biologi. «Molti gli ara biti di lavoro: la rintracciabilità, gli attestati hccp, le scadenze, i materiali e gli oggetti a contatto con gli alimenti, solo per citarne alcuni. E poi c'è l'area di chi si occupa di ambiente e genetica: per esempio gli esperti che eseguono la prova del dna nel campo foren se. A costoro si aggiungono i bio logi che si occupano di rifiuti. acqua e atmosfera. Siamo una categoria giovane, composta da pubblici dipendenti e liberi professionisti che stanno operando in ruoli sempre più strategici». Se è vero che le aree di attività dei biologi sono empre più ampie e diversifinatr rispetto al pas- Biologi sato, quella in cui si concentra la maggior parte di loro con le migliori prospettive di sviluppo è l'alimentazione. Non a caso i bio logi sono attualmente l'unico Ordine professionale accreditato all'Expo di Milano del prossimo anno. Proprio in occasione dell'evento internazionale milanese, l'Ordine dei biologi ha divulgato una serie impressionante di dati che emergono dalla loro attività. Per esempio, dal 2007 a oggi gli alimenti contraffatti, adulterati o falsificati in circolazione in Italia hanno raggiunto un valore di 40 miliardi di euro, con un aumento del 20% rispetto a 7 anni fa. Questi i dati emersi dall'analisi dei Nas sui prodotti enogastronomici del nostro Paese. Gli inganni del finto made in Italy riguardano 2 prosciutti su 3 venduti come ita liani, ma provenienti da maiali allevati all'estero. Tre cartoni di latte a lunga conservazione su 4 che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere. slativo un aggiornamento delle norme e dei controlli effettuati sugli alimenti. Ad esempio, attraverso l'analisi del dna di un pesce è possibile avere una fotografia dello stato di conservazione, individuando tutte le possibili anomalie. Purtroppo questa tipologia di analisi oggi non viene ancora attuata per legge. Infine bisognerebbe poter tracciare con maggior precisione il ciclo dell'alimento, partendo dalla sua provenienza fino al consumato re». «S, , un u bio di mentalità per gi tire le frodi alimentari avvei te Atzori -. Il biologo è fondamentale sia per le imprese sia per i cittadini. Le analisi da noi effettuate permettono alle aziende di migliorare il prodotto finale, rendendolo più sano e sicuro. Questo contributo ha lo scopo di migliorare concretamente la qualità degli alimenti che ogni giorno gli italiani comprano al supermercato o che ordinano al risto , . nte. Inoltre serve a livello legi C RIPRODUZIONE RISERVATA Un lavoro che incide sulla salute, come sul business del made in Italy alimentare: nel 2013, in Italia sono stati sequestrati beni e prodotti per un valore di 441 mi lioni di euro. La falsificazione, infatti, è un danno irreparabile per chi produce prodotti di qualità e per l'immagine del nostro alimentare. Pagina 14 Consulenti e università: patto siciliano esperimento è partito dalla Sicilia. Frutto di un innovativo accordo tra la Fondazione nazionale consulenti per il lavoro e l'Università di Messina. Per la prima volta in Italia si applica un nuovo modello di «job placement»: i consulenti del lavoro fanno incontrare la domanda e l'offerta di lavoro, tramite l'individuazione dei fabbisogni di figure professionali delle aziende clienti. La selezione dei candidati avviene in un bacino altamente qualificato e sfruttando gli incentivi a disposizione. I laureati disoccupati dell'ateneo di Messina, di età inferiore ai 35 anni, hanno partecipato a una selezione per 22 tirocini formativi presso 19 aziende della provincia al termine di tre seminari informativi tenuti da Vincenzo Silvestri, vicepresidente del Consiglio nazionale dei consulenti dei lavoro. Dopo i tirocini, per i quali le aziende usufruiranno dei benefici del «Piano giovani » della Regione siciliana , le imprese potranno attivare contratti di lavoro a tempo indeterminato usufruendo delle ulteriori agevolazioni previste dalla normativa in vigore. Un esperimento destinato a ripetersi in Sicilia e nel resto d'Italia. i. TRO. J RfPR00UZlONE RSEéNATA Consulenti del lavoro Pagina 15
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