La Rassegna Stampa del 16 giugno 2014

Centro Studi C.N.I.
-
16 giugno 2014
INDICE RASSEGNA STAMPA
Centro Studi C.N.I. - 16 giugno 2014
POS
Italia Oggi Sette
16/06/14 P. 1
Una missione imPossibile
Marino Longoni
1
Italia Oggi Sette
16/06/14 P. 4
Pos, è corsa dei professionisti alle convenzioni. Senza fretta
Gabriele Ventura
2
Italia Oggi Sette
16/06/14 P. 4
L'obbligo si scolora e diventa un onere
Antonio Ciccia
4
Italia Oggi Sette
16/06/14 P. 5
Costi per 5 mld su imprese e studi
Sibilla Di Palma
5
16/06/14 P. 5
NUOVA TANGENTOPOLI. AUTORITA' INASCOLTATE E CLASSE DIRIGENTE CON GLI OCCHI
CHIUSI
AVCP
Repubblica Affari Finanza
7
APPALTI PUBBLICI
Sole 24 Ore
16/06/14 P. 34
Appalti aperti, prima dei requisiti si valuta l'offerta
Alberto Barbiero
8
Pompei: ora i soldi ci sono, i lavori ancora no
Sergio Rizzo
9
16/06/14 P. 1
Le troppe norme aiutano i furbi
Michele Ainis
16/06/14 P. 12
Il 4 settembre scattano i test per 30mila ingegneri
12
16/06/14 P. 28
Colap, proposta per agevolare l'avvio di un'attività
13
16/06/14 P. 16
Alimenti. Più sicuri a tavola con un biologo alle spalle
LAVORI PUBBLICI
Corriere Della Sera Corriereconomia
16/06/14 P. 1
SEMPLIFICAZIONI
Corriere Della Sera
10
UNIVERSITÀ
Sole 24 Ore - Guida
COLAP
Repubblica Affari Finanza
BIOLOGI
Corriere Della Sera Corriereconomia
Isidoro Trovato
14
CONSULENTI DEL LAVORO
Corriere Della Sera Corriereconomia
16/06/14 P. 16
Indice Rassegna Stampa
Consulenti e università: patto siciliano
15
Pagina I
Una missione i
sibile
Da luglio tutti i professionisti, i lavoratori autonomi e le pini dovranno accettare
pagamenti con bancomat o carta di debito. _41a non sarà così. Vi spieghiamo perché
DI MARINO LONGDNI
mlongoniC@class. it
Dal 30 giugno professionisti, imprese e
lavoratori autonomi dovranno consentire ai propri clienti di effettuare pagamenti
con il bancomat o altre carte di debito per
importi sopra i 30 cure e dovranno dunque
dotarsi di un Pos. Perché questa disposizione venga rispettata bisognerebbe essere in
grado di installare in pochi giorni oltre 7 milioni di Point of sale. Ma il mercato italiano
è in mano a due sole aziende multinazionali,
Ingenico (con quote del mercato domestico
vicine all'80%) e Veri£one. Da qui al 30 giugno, anche volendo, si potrebbero installare
forse 10 rasila Pos, non di più. 121,3 per mille.
Più che un obbligo, la scadenza del 30 giugno assomiglia quindi a una sollecitazione,
un consiglio, una perorazione. Nei giorni
scorsi mia circolare del Consiglio nazionale
forense e un'altra della Fondazione studi dei
consulenti del lavoro hanno sostenuto la tesi
che anche dal punto di vista giuridico non c'è
nessun obbligo per professionisti o lavoratori autonomi di installare i Pos. Bisognerebbe
parlare piuttosto di un onere. La tesi è stata
avallata da una risposta del sottosegretario
all'economia Enrico Zanetti in commissione
finanze alla camera. La legge prevede solo
che professionisti, lavoratori autonomi, piccole imprese siano in condizioni di accettare
di questi tempi, è già tanto se i clienti
si ricordano di pagare). In conclusione, il 1°luglio non cambierà nulla.
Sostenere centinaia di euro di costi fissi e variabili per effettuare, eventualmente, poche transazioni non ha molto
appeal. Molto più semplice concordare
prima con i propri clienti le modalità
di pagamento, cercando di utilizzare
strumenti alternativi come assegni o
bonifici bancari o il buon vecchio contante, per gli importi minori. D'altra
parte chi ha tipologie di clienti che
richiedono spesso di pagare con carte
di debito molto probabilmente si è già
dotato degli strumenti necessari.
Ma cosa succede se un cliente si impunta per utilizzare la carta di debito/credito? In mancanza di Pos si
determina la cd mora del creditore,
disciplinata dall'articolo 1206 del codice civile. In pratica il debitore può
regolarizzare la sua posizione facendo
un'offerta solenne di pagamento con
la presenza di un ufficiale giudiziario o più
semplicemente con lettera raccomandata. A
questo punto se il creditore non è in possesso
degli strumenti idonei ad accettare il pagamento, il credito/debito rimane in sospeso. In
attesa che le due parti trovino un accordo per
estinguerlo.
ORiproduzéoue rierua.
pagamenti per importi superiori a 30 euro
eventualmente richiesti dai loro clienti con
carta di debito.
La gestione di cm Pos
non è però gratuita.
Mediamente gli istituti di credito addebitano per ogni transazione 1'1,5-2,5%. Poi
c'è il costo di gestione
dell'apparecchio, normalmente concesso in
locazione con un canone che varia tra i 10
e i 25 euro al mese. I
costi sono difficili da
comprimere,
nonostante gli accordi che
quasi tutte le organizzazioni di categoria
stanno facendo con istituti
di credito, a causa delle
elevate commissioni
richieste dai circuiti
internazionali Visa e
Mastercard sui quali circola la gran parte
di queste transazioni. E questo finisce per
mettere in difficoltà soprattutto i venditori
di beni con percentuali di ricarico modeste,
come carburanti, tabaccai, edicolanti' in questi casi il costo della transazione rischia di
essere superiore al margine del venditore.
Infine, la maggior parte dei professionisti e
dei lavoratori autonomi non ha file di clienti
smaniose di pagare con carta di debito (anzi,
Pos
Pagina 1
A poche settimane dall ora X (gli ordini sio.lano accordi ad hoc con. gli istituti bancari
Pos, è corsa dei professionisti
alle convenzioni. Senza fretta
DI GABRIELE VENTURA
rofessionisti a caccia
di convenzioni per installare il Pos in studio. Se da un lato è
vero, infatti, che dal30 giugno
non scatta, di fatto, nessun
obbligo di dotarsi dell'apparecchio per i pagamenti Bancomat e sono escluse sanzioni,
come confermato da ultimo
dal ministero dell'economia
(si veda ItaliaOggi del 12 giugno scorso), dall'altro lato se il
cliente chiede di pagare la parcella tramite carta di debito, il
professionista non si può rifiutare. Proprio per questo, gli ordini professionali, soprattutto
a livello locale, hanno sottoscritto appositi accordi con gli
istituti bancari per permettere
agli iscritti di sottoscrivere contratti di apertura conto corrente, installazione Pos e relativo
canone mensile, a condizioni
agevolate. A livello nazionale,
invece, gli ordini si sono mossi,
con pareri legali e circolari, per
dare indicazioni agli iscritti riguardo l'interpretazione della
normativa, che non introduce
nessun obbligo per i professionisti di dotarsi di Pos, ma semmai l'onere di accettare pagamenti tramite carta di debito
se il cliente lo richiede. Una
ipotesi, tra l'altro, che per professioni come quella del notaio,
dell'architetto o dell'ingegnere
appare quanto mai remota, visto che solitamente gli importi
delle parcelle sono superiori al
limite consentito per i pagamenti Bancomat. Ma anche
per gli avvocati, sottolinea il
Cnf, viste le prassi in uso nei
fori. Vediamo comunque come
deve muoversi il professionista che vuole installare il Pos
in studio, quali sono i relativi
costi e quali le convenzioni a
disposizione.
Istruzioni per il Pos. Il professionista che deve installare
il Pos in studio deve dotarsi anzitutto di apposita connessione
Internet. Il costo del canone
può variare tra i 10 e i 20 euro
al mese, a seconda del limite
Pos
di traffico sostenibile (da quattro Gb a bimestre, fino a 20).
Poi, dovrà scegliere una banca
di appoggio, dove è necessario
aprire apposito conto corrente,
nel caso in cui la banca scelta sia diversa da quella dove
il professionista è già cliente.
Ogni transazione avrà un costo
di circa 20 centesimi, perché
corrisponde a una telefonata
verso un numero automatico a
pagamento. L'istituto di credito, inoltre, applica una spesa a
percentuale sulla transazione,
che mediamente si attesta sul
2% dell'importo transato.
Le convenzioni . Gli ordini professionali, come detto, hanno stipulato apposite
convenzioni per abbassare i
costi agli iscritti. Per fare un
esempio, un commercialista
iscritto all'Odcec di Milano,
ha a disposizione una agevolazione per i sistemi Tlc, mentre
per la banca di appoggio, può
scegliere tra la convenzione
siglata con Banca Fideuram e
quella con Banca Popolare di
Sondrio. Quanto alla connessione Internet, l'agevolazione siglata dall'Odcec Milano
prevede un'offerta, da parte
dell'operatore, di un piano dati
Internet da 15 euro al mese
per un traffico pari a quattro
giga byte a bimestre, o di uno
da 17,50 euro per un traffico
fino a 20 giga a bimestre. Per
quanto riguarda, invece, i servizi bancari, una delle offerte di
conto corrente proposta tramite la convenzione con l'Odcec di
Milano, prevede canone annuo
gratuito, operazioni illimitate,
servizi onlme, libretti assegni,
carta bancomat gratuiti. Per
l'utilizzo del bancomat, le operazioni sono illimitate e gratuite. L'offerta Pos professionisti,
invece, prevede un canone men-
sile «Mobile Pos» pari a 2 euro,
commissioni Pagobancoinat
dello 0,70%, commissioni Moneta dell'1,00%, commissioni
Visa, Mastercard, Maestro pari
all'1,30% e una commissione
Pagobancoinat minima mensile pari a zero. L'altra offerta
messa a disposizione dall'Odcec
Milano, invece, prevede due soluzioni per il professionista: un
apparecchio collegato alla rete
telefonica fissa in grado di trasmettere i dati via modem, e
una soluzione «mobile», con
operazioni eseguite tramite
collegamento bluetooth con lo
smartphone o il tablet di proprietà del professionista associato allo studio. L'ordine degli
avvocati di Milano, invece, ha
stipulato convenzioni per i servizi Pos con Banca Fideuram e
Qui Financial Services.
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Pagina 2
Strumento
Pos
I nternet banking
Bcsffificï
Servizio
Offerta
lnstallazione
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Pos da ir"3terrlet
Commissio ne trarlsato
pagobancoma t
Commissione trï7risato
carte di credito
Con dispositivo
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Grati s
0.80%
1 , 50%
G rati s
OnlEne
0,50 euro
Spese tenuta
conto mensili
Gratis per i primi 12 n-iesi
10 euro in seguito
Spese per operazione
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Operazioni in franchigia
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Conto corrente
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Pos
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Pagina 3
.L1'obbli9o si scolora e diventa un onere
Pos, ma solo ori demand . Anche il
ministero dell'economia e finanze
(Mef) avalla la tesi del Consiglio nazionale forense (Cnf) e l'obbligo di dotarsi di Pos si scolora diventando un
onere. Come dire : la previsione normativa autorizza il cliente a chiedere
di pagare con la carta di debito e se
il professionista rifiuta il pagamento,
l'unica conseguenza sarà unicamente
la messa in mora (la cosiddetta mora
del creditore). Una conseguenza, questa, che comporta che il professionista
non potrà lamentarsi se il pagamento
arriva in ritardo: la responsabilità del
ritardo sarà in capo al professionista,
che non può chiedere gli interessi maturati.
Secondo il Cnf, dunque, la normativa va interpretata nel senso di introdurre un onere , piuttosto che un
obbligo giuridico, il cui campo di applicazione sarebbe limitato al casi nei
quali sarebbero i clienti a richiedere
al professionista la forma di pagamento tramite carta di debito.
Il Mef, nella nota 10 giugno 2014
(elementi di risposta all'interrogazione a risposta orale in Commissione n.
5-02936 del deputato Causi ), citando
la circolare del Cnf, scrive che nel senso indicato dagli avvocati « sembra in
effetti deporre il fatto che non risulta
associata alcuna sanzione a carico dei
professionisti che non dovessero predisporre della necessaria strumentazione a garanzia dei pagamenti effettuabili con moneta elettronica».
Proprio l'assenza di sanzione per
l'omessa dotazione dei Pos giustifica
la derubricazione dell'adempimento
da obbligo a mero onere.
Ma esaminiamo la norma. Si tratta
dell'articolo 15 comma 4 del «decreto
sviluppo bis» (dl 179/2012). La disposizione prevede che «a decorrere dal
30 giugno 2014 , i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche
professionali, sono tenuti ad accettare
anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito».
Una interpretazione letterale mette
in evidenza che il cliente è autorizzato
a proporre il pagamento (superiore a
30 curo) con la propria carta di debito
e che il rifiuto del professionista non
è giustificato. O meglio non è giustificato in base alla legge.
Dal canto sua la previsione norma-
Pos
tiva ha uno scopo chiaro. Lo spiega
sempre il Mef: promuovere la diffusione e l'uso dei pagamenti con carte di
debito e credito su vasta scala.
Ma contemporaneamente, lo stesso
ministero è consapevole dei costi che
vanno a gravare sul professionista,
anche se si affida al confronto con
le banche e con gli altri operatori di
mercato per ridurre i costi legati alla
disponibilità e all'utilizzo dei Pos.
Nel frattempo va gestita la scadenza imminente e ai professionisti
si presentano alcune opzioni.
La prima è naturalmente quella
di dotarsi di Pos e ciò non crea alcun
problema né di adeguamento alla
norma né nei rapporti con la clientela. La seconda è quella di disciplinare le modalità di pagamento con
una apposita clausola da inserire nel
contratto con il cliente.
La circolare Cnf, chiarisce che
la volontà della parti del contratto
d'opera professionale resta ancora
il riferimento principale per la individuazione delle forme di pagamento; il Cnf spiega che, per esempio,
i clienti che sono soliti effettuare i
pagamenti tramite assegno o boni-
fico bancario potranno continuare a
farlo. In effetti la clausola contrattuale dovrà specificare che il cliente
sceglie di pagare per esempio con bonifico bancario. In sostanza si tratta
di una rinuncia a chiedere di pagare
a mezzo Pos. Una tale rinuncia non è
vietata da norme imperative e, quindi, la deroga contrattuale, sostenuta
dal Cnf, appare del tutto legittima.
D'altra parte la prassi di alcune
categorie professionali mette in evidenza che non vi è richiesta della
clientela di pagare con carta di debito. Da un punto di vista generale,
peraltro, bisogna considerare tutte
le variabili, tra cui anche l'eventuale ricarico in parcella dei costi
sostenuti dal professionista per il
Pos, ma anche in prospettiva, come
sostiene il Mef, la convenienza del
pagamento con carta di debito. Secondo il ministero la carta di debito
ha alcuni vantaggi: assicura il buon
fine dell'operazione di pagamento e
richiede minori attività procedurali
e di riconciliazione contabile rispetto
agli altri strumenti elettronici (anche
rispetto al bonifico).
Antonio Ciccia
Pagina 4
Costi p er 5 mid
su imprese e studi
Pagina a cura
DI SIBILLA DI PALMA
e associazioni di categoria stanno stipulando convenzioni ad
hoc con gli istituti di
credito per agevolare il rispetto dell'adempimento da
parte degli associati
I1 30 giugno entrerà in
vigore l'onere di dotarsi di
Pos per professionisti e imprese. Ma tra le aziende, che
pure condividono l'obiettivo
finale, ossia ridurre l'uso
del contante e consentire la
tracciabilità dei pagamenti
per combattere il «nero»,
continuano a tenere banco
le preoccupazioni circa i costi e le difficoltà operative
che un simile obbligo comporterà.
Un onere da 5 miliardi di euro . A oggi non ci
sono dati esatti su quante
imprese hanno già installato il Pos per accettare i
pagamenti con moneta elettronica. Secondo gli ultimi
dati ufficiali, comunque, a
dicembre erano attivi in Italia più di un milione e 200
mila Pos. Mentre secondo
alcune stime si calcola che
a livello nazionale almeno
2,5 milioni di imprese artigiane (forse addirittura 3
milioni) dovranno adeguarsi
per accettare il pagamento
con moneta elettronica. Un
onere finanziario che è stato
calcolato in almeno 2 miliardi per i soli professionisti e
che potrebbe raggiungere
oltre 5 miliardi per l'intera
platea.
Il parere della associazioni di categoria. In
prima linea nell'esprimere
la propria preoccupazione
per i costi legati all'obbligo
di Pos (che spaziano dalla
spesa per il noleggio che si
aggira dai 10 ai 15 euro al
mese fino a una percentuale
per ogni pagamento che può
andare dall'1 al 2% o anche
di più) si schiera Mauro
Bussoni , segretario generale di Confesercenti nazionale. «Un uso più esteso
della moneta elettronica
avrebbe degli innegabili
vantaggi, riducendo costi
e rischi legati alla gestione del contante. L'obbligo
previsto dalla legge, però»,
aggiunge Bussoni, «è troppo netto: non tiene conto
dei costi che una repentina adozione dei sistemi di
pagamento elettronici può
avere sui cittadini e sulle
imprese».
commissioni legate a questo
strumento». Motivo per cui
«siamo favorevoli alla modernizzazione dei sistemi
di pagamento perché meno
contante significa più sicurezza, ma andrebbe ripensato il sistema delle commissioni allo stato attuale
troppo gravoso».
Un parere condiviso anche da Mario Pagani, responsabile del dipartimento delle politiche industriali
della Cna. «Siamo assolutamente a favore dell'obbligo
di Pos, però resta sullo sfondo la questione dei costi».
L'associazione ha per questo presentato una proposta
per innalzare la soglia minima oltre la quale far scattare l'adempimento da 30
a 50 euro. «Insieme a una
gradualità nell'estensione
dell'obbligo con l'esclusione fino al 30 giugno 2015
dei soggetti il cui fatturato
dell'anno precedente sia inferio e ai 500 mila euro_ zier
poi abbassarla a 250 mila
euro, e all'esclusione dal
provvedimento dei settori
di attività a basso margine
di redditività».
Secondo il segretario generale di Confesercenti,
infatti, gli esercizi caratterizzati da pagamenti di
piccola entità, come i gestori carburanti, i tabaccai, gli edicolanti e i bar,
Resta poi aperto il tema
vedranno il proprio margine dimezzarsi o azzerarsi delle sanzioni, non previa causa del costo di ogni ste per chi non si doterà di
singola transazione. «Per Pos, che potrebbe spingere
questo abbiamo chiesto di le imprese a ignorare l'obrivedere l'intervento, ma- bligo. Anche se questo pogari ipotizzando incentivi trebbe portare a contenziosi
fiscali, sotto forma di credi- con il cliente al quale veto d'imposta, per aiutare le nisse negata la possibilità
di pagare tramite moneta
imprese a sostenere gli oneelettronica.
ri del passaggio alla moneta elettronica». Esprime la
Le convenzioni sul
propria preoccupazione per
territorio . Le varie assoi costi legati ai nuovi adem-
pimenti anche Ernesto
Ghidinelli , responsabile
credito di Confcommercio.
«I dati della Banca d'Italia
dicono che nel nostro paese
l'infrastruttura per i Pos è
comparabile a quella degli
altri paesi europei. La differenza è che ci sono meno
transazioni per le elevate
ciazioni
di categoria si sono
comunque organizzate con
convenzioni ad hoc con le
banche per agevolare il
rispetto dell'adempimento
da parte degli associati. E
il caso di Confcommercio
che permette alle imprese
che ne fanno parte di richiedere un Pos Deutsche
Bank a condizioni agevolate senza obbligo di cambiare conto. Con commissioni
Anche la üontesercenti ha
stipulato un accordo con Intesa Sanpaolo che prevede
condizioni particolarmente
favorevoli per gli esercenti
associati e, in particolare,
un canone mensile Pos di
9,90 euro (gratuito per i
primi 12 mesi); una commissione Pagobancomat
dello 0,40% con minimo di
0,25 euro a operazione e di
15 euro mensili; una conimissione Visa, Mastercard,
Maestro dello 1,25%.
Mentre la Cna ha stretto
una convenzione con Unicredit e Intesa Sanpaolo
tramite Rete Imprese Italia
che prevede anche in questo
caso condizioni agevolate
sul Pos per gli esercenti
associati.
Le associazioni si stanno
inoltre organizzando anche
con convenzioni ad hoc a
livello territoriale. La Cna
Liguria, per esempio, ha
stretto una convenzione con
Qui! Group che consentirà
a tutti gli iscritti di dotarsi
di un Pos a condizioni vantaggiose.
L'importo richiesto per
ciascuna transazione sarà
dell'1,2% al quale occorrerà aggiungere il noleggio
dell'apparecchio a 10 euro
al mese. La Confartigianato Imprese Cuneo ha invece
attivato con Artigiancassa
- BnpParibas una convenzione che prevede tra l'altro
la possibilità di usufruire di
un Pos mobile, senza necessità di aprire un nuovo conto corrente.
Infine, la Cna di Massa
Carrara ha stretto un accordo con Vodafone e Intesa
Sanpaolo che consente agli
associati di accettare i pagamenti con il proprio tablet
e il Pos di Satefi (completamente gratuito).
© Riproduzione riservata
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che ammontano a 1,15%
sulle carte di credito Visa
e Mastercard e 0,30% più
0,23 euro a transazione sul
Pagobancomat.
Pos
Pagina 5
I numeri
A oggi non ci sono dati esatti SU quante imprese hanno già
installato il Po. Secondo Th uftlnn dati ufficiali a dicen"ihre
erano attivi in Italia più di un milione e 200 niila Pos.
Seconcio alcune stime si calcola che a livello nazionale
alrneno 2,5 rniliorii di imprese artigiane (forse addirittura
3 milioni) dovranno adeguarsi per accettare il pagamento
con moneta elettronica. Un onere finanziario che ë stato
calcolato in alrneno 2 miliardi peri soli professionisti e che
potrebbe raggiungere oltre 5 miliardi per l'intera platea.
Convenzioni
Confcornrnercio e Deutsche Bank - Perniette alle imprese
associate di richiedere un Pos Deutsche Bank a condizioni
agevolate senza obbligo di camhi< re conto.
Confesercenti e Intesa Sanpaolo - Prevede condizioni
particolarmente favorevoli per gli esercenti associati su
Pos e cornrmssioni per l'uso di Pagol)ancon iat e carta di
credito.
Cria con Intesa Sanpaolo e Unicredit - Prevede condizioni
agevolate per gli esercenti associati sull'uso del Pos.
Cna Liguria e QuiMGroup - Consentirà a tu4ttU gli iscritti dl dotarsi di un Pos a condizioni vantaggiose. L'importo richiesto
per ciascuna transazione sarà dell'1.2% al quale occorrere
a giungere il noleggio del Pos a 10 euro al mese.
Confartigianato Imprese Cuneo e Artigiancassa - BnpParibas. Prevede la possibilità di usufruire di un Pos mobile,
senza necessità di aprire un nuovo conto corrente.
Cna di Massa Carrara - Vodafone e Intesa Sanpaolo. Consente agli associati di accettare i pagamenti con il proprio
1 ablet e il Pro di Satefi U_, ratuito) in mobilità.
Pos
Pagina 6
O LT RE l tâl
(
a
I
NUOVA TANGENTOPOLI
AUTORITAINASCOLTATE
E CLASSE DIRIGENTE
CON GLI OCCHI CHIUSI
embra incredibile, ma la sceneggia tura
dei grandi scandali esplosi nei giorni
scorsi eragià tutta scritta da anni in atti
ufficiali dello Stato, senza che nessuno
S muovesse un dito perbloccare il
malaffare f ïno all'intervento della magistratura.
Il presidente della LombardiaRobertoMaroni,
incarica da più di un anno, si è lagnato ad
esempio perla lentezza de1govern o nel definire le
competenze del commissario anti-corruzione
R affaele Ca n to ne, beccandosi la scoppola di
MatteoRenzi: 'MaroniriOetta sulle
responsabilitàdellaLombardia. Forsesesi fosse
agitato primaavremmo potuto evitaredi
manda reCantonedopo". Sacrosanto, dal
momento che le irregolarità degli appalti per
l'Expo e per legrandi opere infrastrutturali
collegate eranonotefindaquando L4utorità per
la Vigilanzasui ContrattiPubblici trasmiseal
presidente della regione (ancora ilCeleste
RobertoFormigoni) una relazione terrificantesu
Infrastrutture Lombarde, lasocietà regionale pèr
le infrastrutture (comprese quelle dell'Expo). In
Il presidente di
Assolombarda
Gianfelice
Rocca fa
distinzioni tra le
tangenti di
Venezia e Milano
AVCP
una ulteriore ispezione, dedicata
allaPedemontana e agli altri
collegamenti autostradali
dell'Expo, lAutoritàsegnalava,
pur nelsolito linguaggio
burocratese, che "non è stata
opportunamente definita una
coerente analisi dei rischi
associati e una adeguata
valutazione preventiva delle
risorseoccorrenti perla
realizzazione egestione delle
opere; lo scostamen to di alcune
prescrizioni conten u te n egli atti
di gara e quelle contenute in
contratto non appare in linea
coni! principiodi
immodificabilità delle
condizioni negoziali stabilite in
sede di bando; in merito ai costi,
una consistente maggiore
variazione deglistessi rispetto al
contratto principale...'. Ecosì via imbrogliando.
Spulciandogli atti ufficiali, volendosi può anche
fare uncalepinoattendibiledegliscandali
prossimi venturi: l'autostradaBrebemi, la nuova
sede della regione Lombardia, detta "il
Formigone"; l'OspedaleNiguarda; l'Ospedale di
Vimercate. Ecosì via appaltando.
LAutorità degli a ppalti, azzoppata dalla logica
delle opere emergenziali senza controlli
inaugurata dai governi Berlusconi, in realtà
nessunosela è mai filata. E, perdi più, alsuo
interno ci sono stati diversi inquisiti nominati
dallapolitica, percui prevale l'idea di abolirla.
Tra l'altro, come vicepresidente vi siede incredibile dictu - Luciano Berarducci, ex
vicepresidente del Consorzio Venezia Nuova e
amico di quel Gianstefano Frigerio, vecchio
democristiano piccolo dominus degli appalti
Expo. Ma, nonostante tutto, se qualcuno avesse
mai dato rettaa quei rilievi, forse qualche
vergogna si sarebbe potuta evitare, visto che
negli ultimi tre anni sono state20 segnalazioni
alle procure dellaRepubblica, 47alla Corte dei
conti e 9371e sanzioni per false dichiarazioni in
gara. Ma - si sa - leAutorità indipendenti in
Italia servono soprattutto perfarescena e per
dare uno stipendio a molti parassiti al servizio
della politica. Peccato che anche chi avrebbe il
dovere di valutare con realismo ciò che accade
facciaanalisi mediocri. Come quellaappena
illustrata dal presidente diAssolombarda
GianfeliceRoccu: 'Milano non è Venezia - ha
detto -ilMoseè unfatto sistemicó. A Milano, al
contrario, è un fatto specifico". Ma che dice
Rocca?Isistemissi intrecciano. Venezia è come
Milano. Anzi, nulla è più sistemico della
corruzione in Lombardia, dalla sanità alle
nuove infrastrutture, dopo diciotto annidi
governo formigonianoel'ultimoanno
dell'impariMaroni.
Requiescatin pace ogni inutileAutoritàesi
sbrighi Cantone. Ma - perfavore - la classe
dirigente e la cosiddetta società civile la
smettano una buona volta di chiudere gli occhi.
a.statera@ìepubblica.it
Pagina 7
Gare. Le regole introdotte dal Dl di venerdì
Appalti aperti,
prima dei requisiti
si valuta l'offerta
Alberto Barbiero
Nelle gare di appalto con
procedura aperta la stazione
appaltante dovràvalutare prima le offerte e poi procedere
alla verifica dei requisiti di
partecipazione, mentre le irregolarità delle dichiarazioni
sostitutive dei requisiti incidenti negativamente sulla gara saranno sanzionate.
La disposizione prevista
nel decreto di venerdì scorso
non integra il Codice dei contratti, ma definisce una regola
specifica per le operazioni di
gara che integra la disciplina
generale degli appalti.
Il nuovo dato normativo
prevede che nelle procedure aperte il seggio di gara o
la commissione giudicatrice esamini prima l'offerta e
solo successivamente proceda all'accertamento del possesso dei requisiti di partecipazione, sia generali che di
capacità.
La disposizione determina
Nel caso di dichiarazioni
incomplete o irregolari
sui parametri di candidatura
sanzioni fino all'1%
del valore del contratto
Appalti pubblici
pertanto l'abrogazione implicita dell'articolo 48 del Dlgs
163/2oo6, il quale prevede la
verifica dei requisti di capacità prima delle operazioni di
valutazione delle offerte.
La verifica successiva alla
valutazione delle offerte dovrà peraltro essere svolta nei
confronti del soggetto individuato come primo nella graduatoria di merito e del concorrente che lo segue.
Qualora la stazione appaltante rilevi la mancanza di
uno o più requisiti, procederà all'esclusione del concorrente dalla gara, all'escussione della cauzione provvisoria e alla segnalazione del fatto all'Avcp per l'adozione del
provvedimenti di sospensione dell'impresa dalla partecipazione alle gare per un certo periodo.
L'applicazione della nuova
disposizione riguarda le gare
i cui bandi o avvisi siano pub-
blicati in data successiva
all'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
Un secondo intervento volto a responsabilizzare gli operatori economici partecipanti alle gare è l'inserimento nel
codice dei contratti di una
previsione che sanziona la
mancanza, l'incompletezza e
ogni altra irregolarità essenziale delle dichiarazioni sostitutive rese dal concorrente in
ordine ai requisiti di ordine
generale. In tali casi, l'impresa che, ad esempio, non ha
prodotto una dichiarazione,
deve pagare all'amministrazione appaltante una sanzione pecuniaria, determinata
nelbando di gara in una somma non inferiore all'uno per
mille e non superiore all'ido
del valore della gara, comunque con un tetto massimo di
somila euro.
Il versamento della sanzione è peraltro garantito dalla
cauzione provvisoria.
Tuttavia la stazione appaltante in queste situazioni assegna all'operatore economi-
co un termine non superiore
a dieci giorni entro il quale lo
stesso deve rendere, integrare o regolarizzare le dichiarazioni necessarie: se il concorrente non provvede entro il
termine assegnato, è escluso
dalla gara.
Se interviene una pronunzia giurisdizionale rispetto
all'esclusione o alla regolarizzazione, non incide sul calcolo delle medie e sul valore di
riferimento per la soglia di
anomalia.
In caso di irregolarità non
essenziali odi mancanza o incompletezza di dichiarazioni
non indispensabili (ad es. di
una dichiarazione di impegno non inerente i requisiti),
la stazione appaltante non richiede la regolarizzazione né
applica sanzioni
La particolare procedura
di regolarizzazione riguarda
anche i soggetti terzi che devono rendere le dichiarazioni
sostitutive (ad esempio le imprese ausiliarie in caso di avvalimento) e si applica per le
procedure digaraindette successivamente all'entrata in vigore del decreto.
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II grande progetto è stato finanziato nel 2012 con 105 milioni . Ma nulla è stato fatto e a fine 2015 andranno restituiti i fondi
Pompei om sulldí k.1 uno, i avon ancora no
:
DI SERGIO RIZZO
Li aspettavamo come
una manna, dal cielo,
quei soldi per Pompei.
Ricordate le polemiche su
quell'assurdo commissariamento che aveva distribuito
105 mila euro perfino per censire 55 cani randagi e dotare
ciascuno di loro di relativa pagina web mentre il sito archeologico andava in malora?
Censirli, sia chiaro: non farli
traslocare. Tanto che un mese
fa sono dovuti accorrere fra i
turisti gli accalappiacani. E ricordate il coro di indignazione che si levò dalla stampa
mondiale quando venne giù
la famosa scuola dei gladiatori? Ricordate poi il lamento di
esperti e soprintendenti perché non c'erano quattrini, dopo tutti quelli che erano già
stati spesi e sprecati?
Ebbene, i quattrini un gior
no finalmente arrivarono. Il
29 marzo del 2012 l'Unione
europea approvò un finanziamento di 105 milioni per il
Grande Progetto Pompei, un
piano d'interventi che era stato messo a punto quasi un anno prima, nel giugno del 2011
quando al ministero dei Beni
culturali c'era ancora Giancarlo Galan. Tutto scritto, firmato, protocollato. Mai di milioni se n'erano visti tanti. Così, magari per paura di fare indigestione, per due anni
nessuno li ha toccati. Fino a
quando qualcuno ha dato
un'occhiata al calendario realizzando che il tempo passava
velocemente. E la data entro
la quale i fondi comunitari si
sarebbero dovuti tassativamente spendere pena il definanziamento del progetto, il
31 dicembre 2015, si avvicinava a grandi falcate. Al soprintendente degli scavi Massimo
Osanna, arrivato lo scorso
mese di marzo, non è rimasto
dunque che lanciare l'allarme: «Serve una proroga dall'Europa. Sarà impossibile
completare i lavori entro il
prossimo anno».
Ma invece della proroga è
arrivato un decreto legge con
dentro una sorpresina, sotto
forma di una pioggia di deroghe. Un classico, per il nostro
sistema degli appalti. Siccome si è perso un sacco di tempo senza, fare un bel niente e
adesso bisogna fare in fretta,
ecco spuntare le misure straordinarie. Di che tipo? In
questo caso il meccanismo
per accelerare i lavori è stato
l'innalzamento della soglia al
di sotto della quale si può ricorrere alla cosiddetta proce-
dura, negoziata, che assomiglia tanto alla trattativa privata. Più o meno quello che è
stato fatto con il controverso
commissariamento, sfociato
fra l'altro in una inchiesta sui
lavori di restauro del Teatro
Grande, con lo scandaloso
impiego di cemento e mattoni. Inchiesta che ha portato al
rinvio a giudizio della titolare
della ditta che ha eseguito i la
vori, Annamaria Caccavo,
nonché del commissario Marcello Fiori, già stretto collaboratore di Francesco Rutelli,
spedito a Pompei dall'ex ministro Sandro Bondi. e successivamente nominato coordinatore nazionale dei club «Forza Silvio».
Il limite è stato portato dal
Decoro dell'altare dei Lari, a Pompei
decreto «cultura», come quel
provvedimento è stato battezzato, a 3,5 milioni. Risultato:
secondo una stima che hanno
fatto gli esperti dell'associazione costruttori, il 91 per cento delle opere infrastrutturali,
per un importo pari al 75 per
cento del totale, verrà appaltato al di fuori degli ordinari
meccanismi concorrenziali.
Sarà questo il caso dei lavori di restauro della Casa di
Giulia Felice (1.050.071 Bure),
della Casa di Sirico (1.822.990
curo), della Casa del Marinaio (1.589.912 euro) e della Casa dei Dioscuri (1.769.002 euro). Per non parlare della
quasi totalità delle opere di
messa in sicurezza.
Così il copione si ripete, fra
furti di affreschi (tre mesi fa
nella Casa di Nettuno) e di
mosaici («volevo un ricordc >. ha, detto ai carabinieri il
turista georgiano dopo essere
st *o pizzicato), cani randagi
e liquami che escono dai punti di ristoro (l'ha denunciato
la Cisl il 12 giugno), il copione
si ripete. C'è almeno da, sperare, con esiti diversi da quelli
della rappresentazione precedente. Del resto, che cosa
avrebbe potuto fare di tanto
diverso l'attuale governo di
Matteo Renzi per metterci
una pezza? E quello precedente di Enrico Letta, che ci
ha messo dieci mesi per passargli la patata bollente? E
quello ancora precedente di
Mario Monti, che dopo aver
incassato il via libera ai finanziamenti europei ha avuto appena un anno di tempo per
porgere i nostri ringraziamenti a Bruxelles?
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Lavori pubblici
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SC'O,'IyE FORTI Ni:I1LA IxIUNGI1A I1ECNSIlArI'IVA
LE TROPPE NORME
AIUTANO I FURBI
di MICHELE AINIS
n grosso paio di potrà sospendere rami
forbici volteggia d'attività delle aziende,
sulle nostre chio- commissariarli , avviarne
me. Le impugna il una contabilità separata.
presidente del Consiglio,
Funzionerà? Lo sapreche ne ha fatto ancora uso mo presto. Anche se è lecilo scorso venerdì. Tagli alle to nutrire qualche dubbio
prefetture (da 1o6 a 40). Ta- - in termini economici,
gli alle camere di commer- prima ancora che giuridici
cio (ne sopravvivranno - sulla possibilità che
una ventina ). Tagli alle se- un'impresa riesca a camzioni distaccate dei Tar minare con un piede o una
(amputazione totale). E poi caviglia congelati. Anche
sforbiciate sui permessi se bisogna sempre soppesindacali . Sulle propine sare i costi sociali di ogni
degli avvocati dello Stato. misura repressiva, a partiSui gettoni dei segretari re dall 'occupazione : ricorcomunali. Sui doppi inca- diamoci dell'Ilva. Anche se
richi dei magistrati. Sulle 5 l'eccesso di controlli può
scuole della pubblica am- risultare altrettanto perniministrazione . Sui ruoli di- cioso rispetto al vuoto di
rigenziali. Su ogni ufficio controlli, contraddicendo
locale, centrale, interstel- le istanze di semplificaziolare. Risultato : ci era cre- ne che sorreggono quesciuta sulla testa una zaz- st'ultima manovra del gozera leonina, rischiamo di verno Renzi.
finire pelati come un uovo.
Ma un intervento era coPerò l'Italia aveva biso- munque necessario. Magagno d'un barbiere. Non so- ri per renderlo ancora più
lo perché troppi capelli efficace servirebbe allunnon riesci a pettinarli, e in- gare i tempi della prescrifatti il nostro Stato è fin zione , che mandano in futroppo arruffato. Anche mo 130 mila processi l'anperché sotto ogni ricciolo no. E ripristinare il falso in
può ben nascondersi la bilancio, depenalizzato nel
pulce della corruzione. 2002 dal governo BerluscoQuella che negli ultimi ni. Però nessuna norma,
vent'anni ci ha fatto preci- nessuna authority, nessun
pitare dal 33 0 al 690 posto gendarme ci potrà salvare
nella classifica di Transpa- l'anima se noi italiani non
rency International anche sapremo riconciliarci con
in virtù di scandali come la cosa pubblica, con l'etica
quelli del Mose e del- pubblica. Anzi: c'è il ril'Expo. Non a caso la se- schio che la legge diventi
conda lama della forbice un mantello che copre i
s'infila proprio lì, raffor- malfattori. L'ha osservato,
zando i poteri di Cantone d'altronde, anche Cantone:
sugli appalti. Quali? So- gli appalti truccati sono
prattutto uno: l'Autorità
nazionale anticorruzione
Semplificazioni
sempre costruiti sul rispetto formale delle regole, come un abito cucito su misura per questo o quell'imprenditore. E quando le regole si contano a migliaia,
il sarto non ha che da scegliere la stoffa migliore per
accontentare i suoi clienti.
Ecco, qui entra in scena
l'ossimoro, il paradosso
della semplificazione. Sta
di fatto che le forbici di
Renzi fendono l'aria con
due decreti legge omnibus
(vietati dalla Consulta) e
un disegno di legge delega. Totale: 120 articoli, un
centinaio di pagine. il solo
comunicato stampa diramato da Palazzo Chigi inanellava 2.287 parole. Parole che reclamano altre parole di legge per ricevere
attuazione (non prima del
2015). E del resto sono quasi 5oo i provvedimenti attuativi fin qui rimasti in
mezzo al guado. Il governo
lo sa, e infatti aveva predisposto un meccanismo per
rendere in futuro certa l'attuazione delle leggi.
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Pagina 10
LE TROPPE NO
u' MUTANO I CORROTTI
SEGUE DALLA PRIMA
Dopodiché i meccanici (le burocrazie
ministeriali) hanno bloccato il meccanismo, depennandolo dal testo approvato in
Consiglio dei ministri.
Ma che cos'è l'attuazione, se non altro diritto che va ad aggiungersi al boccale del diritto? Nella legislatura in corso abbiamo già
inghiottito 3.917 commi, 55 leggi, 41 decreti.
E il gabinetto Renzi (con una media di 3,33
decreti al mese) ha superato di gran lunga i
Semplificazioni
4 esecutivi precedenti. Ë insomma la loro
quantità che stroppia, non soltanto la loro
qualità, non solo la collezione di norme
astruse o strampalate di cui racconta Gian
Antonio Stella nel suo ultimo volume (Bolli,
sempre bolli, fortissima mente bolli). Da qui
la conclusione: per semplificarci l'esistenza,
nonché per liberarci dai corrotti, serve una
legge in meno, non un decreto in più.
Michele Ainis
m iche le. a in is@ u. niroma3 . it
9 RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il 4 settembre scattano i test
per 30mila ingegneri
Appuntamento i14
settembre per i test
d'ingegneria in una trentina di
università. Un'area
disciplinare per la quale il
numero chiuso può essere
attivato in base alla
programmazione locale, con i
singoli atenei che possono
decidere se introdurre o meno
il "filtro" alle iscrizioni.
La data di settembre, in
realtà, vale per gran parte delle
università che aderiscono al
Cisia (Consorzio
interuniversitario sistemi
integrati per l'accesso), che
predispone una prova di
ammissione uguale per tutti,
mettendo a disposizione dei
consorziati anche un test
alternativo, il Tolc, da
svolgersi online secondo un
calendario stabilito dalle
singole facoltà, con diverse
sessioni (alcune partite ad
aprile, altre che si ripetono fino
Università
a ottobre).
Il quadro delle prove per
accedere ai corsi ingegneria è,
dunque, molto composito, con
date, tipo di test e modalità di
svolgimento che variano di
caso in caso. Ad aderire al Cisia
sono una quarantina di
università, circa l'85% di quelli
che propongono corsi di laurea
per ingegneri. Per questo
gruppo, la prova di
ammissione - sia cartacea che
online - prevede: 8o quesiti
divisi in cinque sezioni (logica,
comprensione verbale,
matematica l e 2, scienze
fisiche e chimiche) e 15o minuti
per rispondere, con mezzora in
più dove è previstala prova
d'inglese. Anche le università
che hanno aderito al Cisia
hanno fatto scelte diverse. C'è,
infatti, chi ha optato per il
numero chiuso con relativo
test di ammissione - cartaceo,
online o entrambi -, e chi ha
invece previsto prove di
orientamento.
Il Politecnico di Milano - a
numero chiuso - perle
ammissioni utilizza sia il Tolc
di Cisia (per
l'immatricolazione anticipata)
che il proprio test online (Tol).
Secondo le stime del Cisia
saranno circa 3omila gli
studenti a sostenere i test nelle
università consorziate, di cui
2omila parteciperanno alla
prova cartacea del4 settembre.
Altri atenei, come detto, si
sono regolati in modo
autonomo e, per sapere i
dettagli, non resta che affidarsi
ai bandi presenti sui siti delle
singole facoltà. Per accedere a
ingegneria al Politecnico di
Torino (numero chiuso), ad
esempio, è ancora possibile
sostenere la prova (Til) a luglio
(22-23) e settembre (2-3-4 e 16
per studenti extra Ue).
CPR I P RODO ZIO NE RISERVATA
Pagina 12
[ IL CASA
Colap, proposta per agevolare l'avvio di un'aüività
Uno statuto delle attività professionali contenente
forme di agevolazione all'avvio dell'attività, promozione del lavoro autonomo (soprattutto femminile),
oltre che regole sui pagamenti, tutela della maternità e
ammortizzatori sociali. E' il contenuto diunapropostadi
legge presentata nei giorni scorsi presso la Camera dei
Deputati su iniziativa del Colap e con la partecipazione
di diversi politici ed esponenti delle associazioni. Il presidente del Coordinamento Libere Associazioni Professionali, EmilianaAlessandrucci, definisce il documento
Colap
"il prodotto di un processo di condivisione, che punta a
valorizzare tutto il lavoro professionale e autonomo". Un
pensiero condiviso daAngelo Deiana, presidente di Confassociazioni, che sottolinea la previsione di sostenere
l'aggiornamento professionale con la deducibilità delle
spese per formazione e l'istituzione di voucher formativi specificiperilavoratoriautonomi. "Una sceltaimportante, considerato che nell'economia dellaconoscenzaè
necessario assicurare continuitàprofessionale". (l.d.o.)
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 13
Verso l'Expo Gli iscritti all'Ordine sono 50 mila, molti dei quali giovani
Più sicuri a tavola
con un biologo alle spalle
Dall'analisi del dna ai controlli per evitare frodi sui cibi:
la categoria sta allargandole proprie competenze
DI ISIDORO TROVATO
J
biologi stanno cambiando
pelle. Una categoria identificata per anni come composta da «topi» da biblioteca
oppure da specialisti di analisi cliniche. Oggi. però, i biologi sono
circa 50 mila, il 509/. dei quali giovani, e si stanno aprendo sempre
di più a nuove professioni.
«Un terzo dei biologi ormai si
occupa di sicurezza degli alimenti», spiega Luciano Atzori, consigliere e segretario dell'Ordine nazionale dei biologi. «Molti gli ara
biti di lavoro: la rintracciabilità,
gli attestati hccp, le scadenze, i
materiali e gli oggetti a contatto
con gli alimenti, solo per citarne
alcuni. E poi c'è l'area di chi si occupa di ambiente e genetica: per
esempio gli esperti che eseguono
la prova del dna nel campo foren
se. A costoro si aggiungono i bio
logi che si occupano di rifiuti. acqua e atmosfera. Siamo una categoria giovane, composta da pubblici dipendenti e liberi
professionisti che stanno operando in ruoli sempre più strategici».
Se è vero che le aree di attività
dei biologi sono empre più ampie e diversifinatr rispetto al pas-
Biologi
sato, quella in cui si concentra la
maggior parte di loro con le migliori prospettive di sviluppo è
l'alimentazione. Non a caso i bio
logi sono attualmente l'unico Ordine professionale accreditato all'Expo di Milano del prossimo anno.
Proprio in occasione dell'evento internazionale milanese, l'Ordine dei biologi ha divulgato una
serie impressionante di dati che
emergono dalla loro attività. Per
esempio, dal 2007 a oggi gli alimenti contraffatti, adulterati o
falsificati in circolazione in Italia
hanno raggiunto un valore di 40
miliardi di euro, con un aumento
del 20% rispetto a 7 anni fa. Questi i dati emersi dall'analisi dei
Nas sui prodotti enogastronomici
del nostro Paese. Gli inganni del
finto made in Italy riguardano 2
prosciutti su 3 venduti come ita
liani, ma provenienti da maiali allevati all'estero. Tre cartoni di latte a lunga conservazione su 4 che
sono stranieri senza indicazione
in etichetta, oltre un terzo della
pasta ottenuta da grano che non è
stato coltivato in Italia e la metà
delle mozzarelle che sono fatte
con latte o addirittura cagliate
straniere.
slativo un aggiornamento delle
norme e dei controlli effettuati
sugli alimenti. Ad esempio, attraverso l'analisi del dna di un pesce
è possibile avere una fotografia
dello stato di conservazione, individuando tutte le possibili anomalie. Purtroppo questa tipologia di analisi oggi non viene ancora attuata per legge. Infine bisognerebbe poter tracciare con
maggior precisione il ciclo dell'alimento, partendo dalla sua
provenienza fino al consumato
re».
«S, , un u bio di mentalità
per gi tire le frodi alimentari avvei te Atzori -. Il biologo è fondamentale sia per le imprese sia
per i cittadini. Le analisi da noi effettuate permettono alle aziende
di migliorare il prodotto finale,
rendendolo più sano e sicuro.
Questo contributo ha lo scopo di
migliorare concretamente la qualità degli alimenti che ogni giorno
gli italiani comprano al supermercato o che ordinano al risto
, . nte. Inoltre serve a livello legi
C RIPRODUZIONE RISERVATA
Un lavoro che incide sulla salute, come sul business del made in
Italy alimentare: nel 2013, in Italia sono stati sequestrati beni e
prodotti per un valore di 441 mi
lioni di euro. La falsificazione, infatti, è un danno irreparabile per
chi produce prodotti di qualità e
per l'immagine del nostro alimentare.
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Consulenti
e università:
patto siciliano
esperimento è partito dalla
Sicilia. Frutto di un innovativo accordo tra la Fondazione
nazionale consulenti per il lavoro
e l'Università di Messina.
Per la prima volta in Italia si
applica un nuovo modello di
«job placement»: i consulenti del
lavoro fanno incontrare la domanda e l'offerta di lavoro, tramite l'individuazione dei fabbisogni di figure professionali delle
aziende clienti. La selezione dei
candidati avviene in un bacino
altamente qualificato e sfruttando gli incentivi a disposizione.
I laureati disoccupati dell'ateneo di Messina, di età inferiore ai
35 anni, hanno partecipato a
una selezione per 22 tirocini formativi presso 19 aziende della
provincia al termine di tre seminari informativi tenuti da Vincenzo Silvestri, vicepresidente
del Consiglio nazionale dei consulenti dei lavoro.
Dopo i tirocini, per i quali le
aziende usufruiranno dei benefici del «Piano giovani » della Regione siciliana , le imprese potranno attivare contratti di lavoro a tempo indeterminato usufruendo delle ulteriori
agevolazioni previste dalla normativa in vigore.
Un esperimento destinato a
ripetersi in Sicilia e nel resto
d'Italia.
i. TRO.
J RfPR00UZlONE RSEéNATA
Consulenti del lavoro
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