GENNAIO 2015

IL CERVINO
(PH ROBERTO MOIOLA
WWW.CLICKALPS.COM)
GENNAIO
2015
1
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Venerdì
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Domenica
5
Lunedì
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Martedì
7
Mercoledì
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Giovedì
9
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Sabato
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Domenica
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쐡
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Martedì
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Mercoledì
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Giovedì
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Venerdì
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Sabato
킌
쐠 Luna piena - 쐡 Ultimo quarto o calante - 쐞 Luna nuova - 킌 Primo quarto o crescente
La vetta - Le cime
MONTAGNE…!!
Verdi…bianche…dorate…incantate
…di pascoli fioriti… trapuntate.
Cattedrali maestose…
piramidi austere…chimere!!
Torrioni arroccati… guglie cesellate
proiettate verso cieli infiniti…
tramonti incandescenti.
Vertiginose muraglie di ghiaccio opalescente
sospese sul mondo distante…evanescente.
Pareti levigate…
strigliate dalla furia dei venti
…scivolano lente… nell’abisso sottostante.
Creste frastagliate… pizzi cristallini
…lucenti… ricamano il filo dell’orizzonte
nel limpido universo azzurrino.
Sotto un candido velo…di vaghe nuvole
a manto disteso come tante spose.
Spose amanti di principi arditi…
ultima dimora dei suoi eroi traditi.
Magnetica dimensione verticale verso l’Assoluto.
Sublime anelito di alti ideali col sangue scolpiti…
sulle sacre pietre degli antri…
per sempre custoditi.
Silenti testimoni della storia…di vita e passioni
di lunga memoria…
rocce intrise di umana gloria.
Nell’animo conteso…forte è il richiamo
dell’ invicta cima…ma ancor più sofferta è la salita
verso l’ insormontabile vetta della rinuncia
e… conquistare alfine col cuor compresso…
il traguardo più arduo
...ma assai più prezioso… LA VITA !!!
di Giovanna Zawadski
26
Il Richiamo delle Vette
«… Comunque, il richiamo delle vette va molto
al di là di ogni qualifica essendo un sentimento le
cui radici sono tanto profonde quanto il mistero
della vita umana. Un sentimento d’amore che è infinitamente semplice e nello stesso tempo infinitamente complesso, come è infatti ogni vero
amore, perché l’amore è il potere che muove il
mondo, ossia la Divinità nel senso evangelico.
Così il richiamo delle vette è come un dono di
origine divina che mantiene in noi il ricordo e la
nostalgia di tale misteriosa origine.
Va da sè che chi ama unicamente le proprie
egoistiche vanità non ama la montagna, non ha
mai sentito il richiamo delle vette, e non saprà mai
cosa sia un vero incontro con la montagna in cui
accadono le grandi cose.
… Ma quando tu hai sentito il richiamo delle
vette, quando hai trovato dentro il tuo cuore l’ispi-
razione dell’amore per la montagna, quando hai
imparato dove ti conduce tale ispirazione, e
quando sei riuscito ad esprimere il tuo amore nel
modo più nobile e veritiero, allora l’incontro con la
montagna può diventare un avvenimento prodigioso. Qualcosa di immensamente più importante
della realizzazione materiale di un percorso e del
raggiungimento tecnologico di qualsiasi cima.
… Quando tu senti che le vette non ti richiamano per farti rinnegare la terra e disperdere la
tua anima in sogni di cieli troppo ignoti e troppo
lontani, e di fughe nelle infinite solitudini degli
spazi senza vita e senza amore, ma per farti ritrovare la verità delle origini là dove tutte le cose –
secondo l’espressione di un poeta indiano – “sono
contemplate come dal loro creatore”.».
Domenico Rudatis
da “ALPINISMO - n. 93”, 1991 (Selezione di U.S.)
A VALSAVARENCHE, VALLE D'AOSTA (PH FRANCESCO SISTI - WWW.CLIKALPS.COM)
Vetta e Fatica
«Sono ancora solo nella mia fatica. Gli sforzi
di tutti questi giorni e l’aria sempre più rarefatta
rendono il sacco pesante come il piombo. Mi sembra di essere un personaggio biblico condannato
per i suoi peccati a salire eternamente. Verso le
15, quando mi trovo soltanto a cinquanta metri
dalla vetta, improvvisa e splendente mi appare la
Croce. Pare incandescente per il sole che la illumina da sud. La luce che sembra emanare mi abbaglia. Penso alle aureole dei santi. Gli aerei che
fino a pochi momenti prima mi assordavano con il
loro rombo paiono intuire ciò che stava per accadere: quasi per un senso di pudore si allontanano
e mi lasciano solo. E così, come ipnotizzato, stendo
le braccia alla Croce finché sento stretto al mio
corpo il suo corpo metallico. Allora mi si piegano
le gambe e piango.».
Walter Bonatti
(Epoca – Marzo 1965) da “Alpinismo e Alpinisti”, 2003
(Selezione di U.S.)
MONTE PIANA (PH U.S.)
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«Per me la meta non è arrivare in cima, sono
un superficiale. Arrivare in cima non è il punto finale, il punto finale per me di una scalata è il punto
di partenza, è riuscire a tornare indietro esattamente al punto di partenza.
Arrivare a casa, tornare a casa. La cima è solo
un punto di sutura fra la salita e l’inizio della discesa. È un pretesto, anche , per innescare la linea
di salita e per aver poi la voglia di tornare indietro.
Ecco, la cima non è il mio obiettivo finale. Là
dove c’è solo aria intorno, dove la terra è finita,
dove il suolo è finito, quello non è il mio punto di
arrivo, quello è semplicemente il punto più lontano da cui sono partito e quindi è il punto da cui
devo staccarmi al più presto per ritornare dentro
i miei panni e dentro il mio punto di partenza.».
Erri De Luca
da “Intraisass - 1”, 2002 (Selezione di U.S.)
«La cima è quasi sempre il terminale delle tue emozioni in montagna, ma non è tutto. Per me la montagna significa anche l’ambiente che mi circonda, il luogo in cui esprimere la mia fisicità, sentire un benessere interiore, trovare un’armonia, una pace con me stesso e gli altri.».
Giuliano De Marchi
(Selezione di U.S.)
«…striati d’argento e traboccanti
di mille rivoli, alti contro il sole
i volti del monte maestoso splendono
sopra le valli.».
Alfred Tennyson
da “The Islet”, cit. in: D. W. Freshfield,
“La traversata delle Alpi”, 2014
(Selezione di G.B.)
DOLOMITI, CRODA DA LAGO (PH M.C.)
La Vetta
«...La vetta! Ogni vetta salita è una sensazione nuova che s’imprime nell’animo! Gli occhi
percorrono veloci l’orizzonte quasi per racchiudere
in una sola visione gli svariati aspetti del panorama; il cuore batte forte per lo sforzo e per la
gioia; il corpo si abbandona maggiormente alla
terra da cui emanano forze vivificatrici.».
Ninì Pietrasanta
da ”Pellegrina delle Alpi”, 1934
(Selezione di A.S.)
L'ARRIVO IN VETTA (PH M.G. - WWW.CLICKALPS.COM)
DOLOMITI - RIF. PRINCIPE VERSO LE TORRI DEL VAJOLET (PH D.G.)
Meta
28
Sentimento della Vetta
«Inusitata sensazione che l’alpinista prova
una volta raggiunto l’acme della montagna.
Appagamento, distensione, felicità… Tutti termini che illustrano solo parzialmente questo particolarissimo moto dell’anima. Che non può neppure trovare logica spiegazione. Perché, come giustificare razionalmente la gioia, spesso molto intensa, prodotta dal raggiungimento di un sito, che
non ti procura vantaggi, che in particolari condizioni climatiche ti può addirittura provocare malessere e pericolo? E da cui, in ogni caso – come
dice Mauro Corona – dovrai ridiscendere?
Pure la particolarità di questa sensazione è
tale per cui in genere viene accettata senza esser
analizzata. Pochissimi scrittori hanno tentato di
farlo, ricorderò Rey, Mazzotti e Gervasutti.
In realtà non può venire sviscerata col metro
usato solitamente. Infatti, appartiene a un’altra
dimensione che prescinde dalla semplice località
raggiunta.
Perché il nostro atto, oltre che fisico, è stato
anche e specialmente ideale. Ed ha rappresentato
simbolicamente la nostra questua di elevazione.».
Spiro Dalla Porta Xidias
da “I grandi amori per la montagna”, 2011
(Selezione di U.S.)
VERSO LA TORRE DELL'EMMELE - PICCOLE DOLOMITI (PH M. CABBIA)
Morfologia della Vetta
«La conquista di una montagna è più bella
quando la vetta si presenta appuntita e contornata di vuoto. Hai lottato ore e ore con le sue
pareti, sei fuggito alla morsa di camini e fessure,
hai superato strapiombi che ti hanno stremato, e
ora non vedi più questi freddi nemici, che stanno
assopiti giù in basso ai tuoi piedi. Intorno a te è
aria e luce, e della grande montagna non scorgi
che un’aerea pietra che ti lancia verso il sole.».
Severino Casara
da” Al sole delle Dolomiti”, 1947 (Selezione di U.S.)
BERNINA (PH A.L. - WWW.CLIKALPS.COM)
Le Foto in Vetta
«Alle cinque della sera giungemmo in vetta.
Trovammo lassù il portatore che aveva perduto la speranza di rivederci e già pensava di mettersi in salvo. Fu un trionfo silenzioso e magro il
nostro; non v’erano provviste; dividemmo colla signorina gli ultimi sorsi di vino rimasti in fondo alla
fiaschetta. Era mestieri partire subito; ma prima
volli ritrarre il gruppo dei miei compagni.
Odio i consueti gruppi fotografici fatti durante
un’allegra scampagnata o dopo il tripudio di un banchetto, ma il ritrarre un gruppo perduto su un’altissima vetta, di gente che ha pur ora salito la parete
sud della Marmolada, non mi parve cosa volgare.
È bello il poter ricordare di poi com’erano fatti
i volti umani quando uscirono da quel baratro.».
Guido Rey
da “Alpinismo acrobatico”, 2001 (Selezione di U.S.)
ALPI GIULIE VISTE DALLA CIMA DEL JOF DI MONTASIO (PH MARCO CABBAI)
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In Vetta al Campanile di Val Montanaia
per la prima volta V.W. von Glanvell e G. von Saar – 17 Settembre 1902
«... Ora tocca a lui (Von Glanvell) sentire, man
mano che sale, l’ansia che lo divora internamente,
che continua a crescere, che fa quasi male...
Ancora una lunghezza di corda, un ultimo passaggio impegnativo superato di slancio, un tratto
delicato... Victor Wolf von Glanvell può finalmente
drizzarsi in piedi. Sopra di lui, soltanto il cielo in cui
le nubi grige si rincorrono veloci.
“... La posizione isolata della guglia provoca in
noi una strana sensazione; la stessa, penso, che
deve provare un aviatore il quale voli libero nel
cielo, senza punti di contatto con la Madre Terra”.
Sospesi, tra la terra e il cielo. Sensazione
unica, che forse nessun’altra cima delle Alpi può
conferire con tanta intensità. Ed essi sono i primi
a provarla, i primi a calcare quella piccola vetta che
pare un ponte alato miracolosamente postato nell’aria.
Un momento irripetibile nella loro vita, una
conquista alpina senza uguali...”
Primi, primi in cima al meraviglioso Campanile
che non ha paragoni in tutta la cerchia alpina. Una
felicità senza pari... Che forse Cozzi e Zanutti non
avrebbero demeritato di condividere con loro.».
Spiro Dalla Porta Xidias
da “In lotta per la vetta” , 1993
(Selezione di U.S.)
DALLA VETTA DEL CAMPANILE (PH P.S.)
Basta un Colle
«Basta un colle, una vetta, una costa. Che
fosse un luogo solitario e che i tuoi occhi risalendo
si fermassero in cielo. L’incredibile spicco delle
cose nell’aria oggi ancora tocca il cuore. Io per me
credo che un albero, un sasso profilati sul cielo,
fossero dei, fin dall’inizio.».
Cesare Pavese
da “I dialoghi di Leuco”, 1947
(Selezione di A.B.)
CIMA SAPPADA (PH D.G.)
Guardare la Vetta
«Le montagne insegnano in modo esemplare
a guardare. Il giro d’orizzonte che si fa in vetta elimina l’ansia della fretta. L’occhio si protende verso
il mondo che riposa e s’allarga nello spazio. L’altitudine presenta scorci panoramici su valli e declivi,
su lontananze velate dalla nebbia, su profili azzurri e spazi silenziosi che ogni mattino si riempiono di luce e dai quali ogni sera il sole
lentamente, dolcemente si congeda.
… Lo sguardo dall’alto non si disperde in mille
dettagli insignificanti. Esso abbraccia il mondo e
il cielo.».
Reinhold Stecher
da “Il messaggio delle montagne”, 1995
(Selezione di U.S.)
DISGRAZIA (PH A.L - WWW.CLICKALPS.COM)
Vetta
eterne sul piano e vedono ai loro piedi, per secoli
e secoli, le generazioni passare e sperdersi, per la
prima volta sentiamo l’indifferenza di tutto
quanto ci è intorno per le nostre passioni e pensiamo alla vanità di tanti nostri sogni di conquista,
che sembrano riempire tutta la nostra vita e sono
piccoli e inutili di fronte alla vita dell’universo (...).».
Giuseppe Mazzotti
da “Introduzione alla montagna “, 1946
(Selezione di U.S.)
Centralità della Vetta
«La vetta è un luogo unico e perfetto. È il
luogo dove convergono tutti i punti e le linee,
dove si fondono le creste, le pareti e i canaloni.
Un centro di raccolta, unione e perfezione.
L’energia della vita, il moto del cosmo, l’essenza dell’essere, si trovano concentrati su quei
pochi metri quadrati di neve e roccia.
Per me ha sempre rappresentato un luogo
speciale nel quale le domande non esistono. Dove
i dubbi si sciolgono, dove lo scopo della vita non
deve più essere rincorso.
Non ho mai avvertito l’arrivo sulla vetta di qualunque montagna come una vittoria o una conquista. Come un’affermazione o un successo
personale. È il raggiungimento della pace interiore, della tranquillità. L’unico momento in cui il
fuoco che ribolle nell’animo si spegne e, per po-
chissimi istanti, ti senti parte dell’universo.
Quando tu stesso sei il freddo, la neve, il
vento, il sole».
Marco Bianchi
da “Montagne con la vetta”, 1998
(Selezione di U.S.)
SULLA PICCOLA CIMA - VALLE SOANA, PIEMONTE (PH FRANCESCO SISTI)
«Giungo su una vetta, un piccolo ripiano di roccia o di neve, sotto l’azzurro aperto, e mi pare all’improvviso di uscire dopo una prova audace, in un
mondo nuovo, fatto di purezza e di immensità, libero da ogni malinconia amara del piano.
E guardo, in uno stupore attonito: vette
brune e bianche che salgono e sembrano unite
in un solo pensiero verso lassù – e qualche cosa
di quella immobile grandezza, che dice un’eterna
parola profonda, di quella forza semplice e smisurata, mi scende nell’anima, componendola a
una pace grave e solenne.
Non ho più pensieri di laggiù: solo una purezza, che nulla mi può turbare, per cui il mio pensiero può vivere a lungo di luce, di colori, di forme,
senza nessuna immagine umana e la mia anima
sperdersi all’infinito, senza sentir più la sua insufficienza.
(...) quando in vetta a una montagna guardiamo all’orizzonte aperto e alle cime che vegliano
CASTORE E POLLUCE (PH A.C. - WWW.CLICKALPS.COM)
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«(...) Saper ideare la via più logica ed elegante
per attingere una vetta, disdegnando il versante
più comodo e più facile, e percorrere questa via in
uno sforzo cosciente di tutti i nervi, di tutti i tendini disperatamente tesi per vincere l’attrazione
del vuoto e il risucchio della vertigine, è una vera
e qualche volta stupenda opera d’arte: vale a dire
il prodotto dello spirito e dell’estetica, che scolpita
sulla muraglia rocciosa durerà eternamente, finche le montagne esisteranno (...).».
Emilio Comici
da “Alpinismo eroico”, 2013 (Selezione di U.S.)
MONDEVAL (PH M.C.)
La Vetta
31
«(...) Ogni uomo che effettua un’ascensione
compie sempre un’opera d’arte. Oggettivamente
più o meno bella. Più o meno importante. Ma sempre soggettivamente valida e reale. Per cui non
esistono limiti alla creazione.
‘Quando arrampico, mi accade lo stesso fenomeno di quando scolpisco (lo scultore è Marcello
Mascherini, N.d.R.): sono preso come da una febbre che mi obbliga a buttarmi da invasato nell’attività, in un clima di concentrazione assoluta. Che
mi fa dimenticare il tempo, la fame, la sete, la
stanchezza, e si placa solo quando ho terminato
l’opera e raggiunto la vetta’.
Forma d’arte l’alpinismo, opera d’arte la singola
via. Di queste, naturalmente, ci sono innumerevoli esempi e tipi – quante persone disegnano,
scrivono, compongono, senza mai esibire le loro
creazioni?
Esiste quindi la nuova via, la grande ripetizione e le tante salite anonime che vengono effettuate giornalmente sulle montagne del mondo.
Esistono le opere d’arte importanti – tali per la
loro difficoltà e per la bellezza estetica della cima
e della parete su cui vengono effettuate – quelle
più semplici.
(...) Un itinerario risulta sempre più estetico se
aperto in ‘libera’ che se compiuto con notevole uso
– o abuso – di mezzi artificiali. E qui naturalmente
entra in gioco la capacità soggettiva dell’artista,
cioè dello scalatore.
Ma anche una ripetizione, è un’opera d’arte.
Perché, la via è in noi e la montagna ci serve per
realizzarla. Gli esecutori di una composizione musicale compiono sempre un’opera d’arte suonando
creazioni di altri. Anche se la loro esecuzione è
meno importante della prima.».
Spiro Dalla Porta Xidias
da “Oh come è bello...”, 1985
(Selezione di U.S.)
Verso la Vetta
Sibila duro il vento
tagliente e gelato
estenuante.
Turbinare di aguzzi cristalli
espandersi di luce fredda
da un cielo diamante inciso.
Corro su rampe ghiacciate
verso la vetta scabra
deserto spalancato di abissi
scoperto regno di raffiche.
Mi sferza anelito urgente
di veder oltre.
A nord crolla un baratro d’ombra
su valli impervie e inanimate
rilucono a sud nell’aria fluida
lontane immobili onde di neve.
Ovunque attorno scintillante
l’ orizzonte curvo si staglia
estrema e inesorabile quinta
al mio sguardo rapace.
L’immenso incombe terribile
senza annientare.
Franco Bulli
da “Annuario GISM”, 2000-2001
(Selezione di U.S.)
MARMOLADA - Punta Rocca
(PH ALBERTO PERER)
SULLA VIA STEGER ALLA PUNTA EMMA - CATINACCIO (PH F.L.)
La Vetta (La Salita come Opera d’Arte)
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La Cima - La Vetta
«... il cuore è appoggiato al cuore della Montagna, lo senti pulsare dentro di te, senti sussurrare
parole d’amore, ti senti all’improvviso grande perché Lei ti ha permesso di accarezzarla, di salire – al
passo di una danza antica come l’uomo sui suoi
fianchi e di arrivare a riposare nel caldo ed invitante grembo sulla CIMA ...».
Antonella Fornari
«…seduta sulla CIMA di un Monte, con lo
sguardo perso nella infinità di guglie e di torrioni,
visione apocalittica della Natura, molti anni fa ho
cominciato a pensare e forse capire il perché della
Montagna, il fascino del silenzio, l’essere messi a
nudo solo con noi stessi, con la nostra piccolezza
di esseri umani. E mi sono trovata a pensare a Lei,
alla Montagna, come ad una maestra di vita. Ed è
per questo che, appena posso, prendo lo zaino dei
miei pensieri e vado da Lei, vado a cercarne il
cuore per farmi amare ...».
Antonella Fornari
da “La Voce del Silenzio”, 2008
(Selezione di A.F.)
da “La Voce del Silenzio”, 2008
(Selezione di A.F.)
SU GIOCO ESTIVO, ALLA BASE DELLA TORRE DELL’EMMELE (PH M. CABBIA)
«… la CIMA è lassù, in alto, là da dove vengono
odio e amore, bene e male, gioia e dolore … Luogo
dove si provano fasci quasi inestricabili di particolari sentimenti che si è soliti definire il “senso della
Vetta”.».
Antonella Fornari
da “Basta aprire le ali”, 2008
(Selezione di A.F.)
«CIMA, timido sentimento di possesso come
quando si torna da un lungo viaggio e si ritrovano
i muri consueti dove scorre la nostra vita, le piccole cose che danno sicurezza, la tranquillità del
cuore, la certezza dei sentimenti ...».
Antonella Fornari
da “La Voce del Silenzio”, 2008
(Selezione di A.F.)
Le CIME erano già vincenti perché erano al di
sopra delle leggi che regolano il mondo sottostante … erano un sogno? No. Solo un amore a cui
regalare la propria vita...».
Antonella Fornari
da “La Voce del Silenzio”, 2008
(Selezione di A.F.)
«… salita furtiva, dotata di vita propria: si
perde in dedali e cunicoli, in frammenti di cielo, in
brevi passaggi dove ali misteriose salgono da fondovalle portando gelidi soffi… È un mondo recondito, segreto. Ad ogni passo si aprono arcani
portali. Raggiungere la cima è quasi una libera-
zione. E quassù apro le braccia, come fossero ali,
mentre il vento cattura i miei sogni per il cielo …>>
«… m’arrampicavo sulla scoscesa tua cima, o
montagna di Morven, per contemplare il torrente
che scendeva fragoroso, o i vapori della tempesta
che si accumulavano sotto i miei piedi; senza
guida, straniero alla paura, selvaggio come le rupi
fra cui trascorrevo l’infanzia… Sento ancora le
emozioni che mi agitavano allora in quelle valli
rocciose …
Mi alzavo con l’aurora, percorrevo le montagne
… le montagne sono scomparse, la giovinezza
svanì; come l’ultimo di mia schiatta, languirò nella
solitudine, né altro diletto avrò che la mia ricordanza nel passato…
Pur verrà giorno in cui le montagne ricompariranno di nuovo ai miei occhi con mantelli di neve;
esse si slanceranno ancora verso il cielo, e il loro
aspetto non sarà per nulla cambiato...».
Antonella Fornari
da “La Voce del Silenzio”, 2008
(Selezione di A.F.)
Lord Byron
da “Ore d’ozio”, 1809
(Selezione di A.F.)
33
La Cima - La Vetta
«…la mia casa è quassù: fra lo sconfinare delle
vette e le favole del vento…
La mia casa è quassù fra misteriosi silenzi ed
altere pareti.
La mia casa è quassù fra garrule acque e dolcissimi ricordi.
Qui sono io.
Qui è la mia casa.
Qui sono le mie Montagne.
Difficile è capire cosa si prova se prima non lo
si è duramente conquistato.
Ma, alla fine, non cambierei nulla di questo
mondo così strano se avessi la certezza che nel
mare del cielo e nelle scogliere delle “mie “ Montagne, gli opposti coincidono.
E sarà il più perfetto degli equilibri perché
quassù non c’è mai troppo azzurro, né troppo
vento, né troppa roccia, né troppo silenzio, ma
tutto è nelle giuste proporzioni, nella più travolgente delle emozioni.
E credo che anche solo per arrivare a sfiorare,
seppur per un piccolo infinitesimo attimo questo
incanto, valga la pena di vivere.
La fine di un giorno è l’alba di quello successivo.
Sempre e comunque…
E quando sarà il momento, non ci sarà dolore,
né distacco, ma sarà come aprire le ali, prendere il
volo, alzarsi verso il cielo e diventare tutt’uno con
i pensieri delle Nuvole ...».
Antonella Fornari
«… più su, più su ancora è scomparso ogni filo
di verde, le pietre sono coperte di licheni di vari colori, saltella qualche ragno, qualche dittero semivivo sta come un punticino nero portato dalla
bufera sul bianco della neve e procedete affannosamente sulla neve e sui rottami delle rocce
sgretolate dal sole e dal gelo e sfuggenti ad ogni
passo sotto i vostri piedi; vi pare che il petto per il
grande ansare stia per scoppiarvi, vi sentite fiacchi i lombi e ricusanti le gambe l’ufficio usato, vi
piegate sul bastone, vi attaccate alla guida e salite, finché sulla cima trovate il compenso di ogni
ben sopportata fatica. Il cielo d’un azzurro incomparabile vi ride maestosamente sul capo; una
selva di creste, di cupole, di punte, di guglie, di culmini frastagliati di ogni maniera si spiega interminabilmente sotto i vostri occhi; spiccano fra le
immense masse brune i campi abbaglianti di neve
immacolata; una natura selvaggia, grandiosa, terribile, immensa e sublime è là che vi affascina; il
vostro cuore batte, i vostri muscoli si contraggono,
la vostra mente si innalza, il vostro pensiero corre
vertiginosamente attraverso alle età passate ...».
CERVINO (PH A.L. - WWW.CLICKALPS.COM)
da “Pensieri delle nuvole”, 2005
(Selezione di A.F.)
Michele Lessona
da ” Movimento Letterario Italiano”, II, 23, 1880
(Selezione di A.F.)
La Cima
«Candide cime, grandi nel cielo forme solenni cui le nubi notturne
stanno sommesse come la gregge al pastore, ed i Vegli inclinati su l’urne
profonde danno eterne parole, e fanno corona le stelle taciturne ….
… Montagne madri, sacre scaturigini delle Forze Pure, quando non era
L’Uomo; donde gioiosa alla cieca tenebra sparsa Balzò l’alba primiera
E alle vergini valli guidando le torme dei fiumi Scese la primavera ...».
Gabriele D’Annunzio
da “Alle Montagne”, 1903
(Selezione di A.F.)
GENNAIO 2015
Note:
34
MONTE BADILE (PH ALBERTO LOCATELLI - WWW.CLICKALPS.COM)
1
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GENNAIO 2015
35
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Giovedì
Maria Madre di Dio 1 . 1 - 364 7,38 - 16,49
2
Venerdì
S. Basillio vescovo 1 . 2 - 363 7,38 - 16,50
3
Sabato
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17
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8
S. Genoveffa 1 . 3 - 362 7,38 - 16,51
9
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11
12
13
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GENNAIO 2015
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S. Ermete 1 . 4 - 361 7,38 - 16,52
DOMENICA
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CEVEDALE, SCIALPINISTI IN CIMA (PH ROBERTO MOIOLA - WWW.CLICKALPS.COM)
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GENNAIO 2015
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Lunedì
6
Martedì
Epifania Nostro Signore 2 . 6 - 359 7,38 - 16,54
7
Mercoledì
S. Luciano - S. Raimondo 2 . 7 - 358 7,37 - 16,55
S. Amelia 2 . 5 - 360 7,38 - 16,53
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GENNAIO 2015
38
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Giovedì
S. Massimo - S. Severino 2 . 8 - 357 7,37 - 16,56
9
Venerdì
S. Giuliano martire 2 . 9 - 356 7,37 - 16,57
10
Sabato
8
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8
S. Aldo eremita 2 . 10 - 355 7,37 - 16,58
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GENNAIO 2015
39
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S. Igino papa 2 . 11 - 354 7,37 - 16,58
DOMENICA
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MONTE PORE LIBRO DI VETTA (PH MORENO GEREMETTA - WWW.CLICKALPS.COM)
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GENNAIO 2015
40
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Lunedì
13
Martedì
14
Mercoledì
S. Modesto M. 3 . 12 - 353 7,37 - 17,00
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S. Ilario 3 . 13 - 352 7,36 - 17,01
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8
S. Felice m. - S. Bianca 3 . 14 - 351 7,36 - 17,02
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GENNAIO 2015
41
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Giovedì
S. Mauro abate 3 . 15 - 350 7,35 - 17,04
16
Venerdì
S. Marcello papa 3 . 16 - 349 7,35 - 17,05
17
Sabato
S. Antonio abate 3 . 17 - 348 7,34 - 17,06
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GENNAIO 2015
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S. Liberata 3 . 18 - 347
DOMENICA
7,34 - 17,07
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VAL MONTANAIA, ULTIME LUCI (PH MORENO GEREMETTA - WWW.CLICKALPS.COM)
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GENNAIO 2015
43
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Lunedì
20
Martedì
21
Mercoledì
S. Mario martire 4 . 19 - 346 7,33 - 17,08
8
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S. Sebastiano 4 . 20 - 345 7,33 - 17,09
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S. Agnese 4 . 21 - 344 7,32 - 17,11
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GENNAIO 2015
44
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Giovedì
S. Vincenzo martire 4 . 22 - 343 7,31 - 17,12
23
Venerdì
S. Emerenziana 4 . 23 - 342 7,31 - 17,13
24
Sabato
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S. Francesco di Sales 4 . 24 - 341 7,30 - 17,14
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GENNAIO 2015
45
25
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Conversione di S. Paolo 4 . 25 - 340 7,29 - 17,16
DOMENICA
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DOLOMITI, TRE CIME DI LAVAREDO - GIOCO DI LUCI (PH DARIO GASPARO)
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GENNAIO 2015
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Lunedì
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Martedì
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Mercoledì
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S. Tito - S. Timoteo - S. Paola 5 . 26 - 339 7,28 - 17,17
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S. Angela Merici 5 . 27 - 338 7,28 - 17,18
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S. Tommaso d’Aq. - S. Valerio 5 . 28 - 337 7,27 - 17,19
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GENNAIO 2015
47
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Giovedì
S. Costanzo - S. Cesario 5 . 29 - 336 7,26 - 17,21
30
Venerdì
S. Martina - S. Savina 5 . 30 - 335 7,25 - 17,22
31
Sabato
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S. Giovanni Bosco 5 . 31 - 334 7,24 - 17,23
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