BOLLETTINO SALESIANO

BOLLETTINO
SALESIANO
ORGANO DEI- COOP
ANNO X
Spediz.n
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IN QUESTO NUMERO :
• Il più vasto e vivo incontro di laici che la Chiesa ricordi
• Cosa vuol dire credere ? Rispondono i giovani
• l Cardinali Carpino e de Furstenberg prendono possesso del loro Titolo
San Francesco di Sales modello nell'apostolato stampa
Una "grande pianta" divenuta realtà
Monsignor Cimatti ritorna . . .
Visita d'eccezione a tribù primitive dell'Alto Orinoco
a
Pranzo con cinghiale per tutti: il gran capo si è fatto cristiano
IN COPERTINA :
Roma • Lo storico Presepio di Santa Maria in Aracoeli, una delle chiese più antiche di Roma,
al Campidoglio, sul luogo dove la Sibilla avrebbe predetto ad Augusto la venuta del Redentore .
In essa si conserva questa veneratissima statua del Bambino Gesù, davanti alla quale i fanciulli
romani nel periodo natalizio si avvicendano a recitare il —sermone'
Roma • L'Auditorium Pio gremito di congressisti
rappresentanti i laici di tutto il mondo, durante la
seduta conclusiva del terzo Congresso mondiale
per l'apostolato dei laici
T
IL PIU VASTO
E VIVO INCONTRO
DI LAICI
CHE LA CHIESA RICORDI
« Ci siamo avvicinati di più al mondo, siamo penetrati maggiormente nella Chiesa . . . » . Queste parole furono pronunciate nell'ultima seduta del Congresso
mondiale per l'apostolato dei Laici, tenutosi a Roma
dall'11 al 18 ottobre, da una giovane donna che non
si esprimeva in italiano . Non importavano del resto
i lineamenti del volto, il colore della pelle, la provenienza di coloro che si susseguivano ai microfoni
dell'Auditorio di palazzo Pio, a qualche decina di
metri dalla cupola di Michelangelo . Essi parlavano
in rappresentanza di milioni di altri cristiani ai delegati dei laici del mondo intero .
Quella "voce" ha in qualche modo riassunto ciò
che è stata la grande assemblea di cattolici militanti
(2987, per l'esattezza storica, tra delegati nazionali e
internazionali, osservatori . consulenti, esperti, uditori, giornalisti ; questi ultimi ben 531) : il più vasto,
il più vivo incontro che la Chiesa ricordi, dopo le assise del Concilio Vaticano II .
Questo fronte di laici in prima linea per la diffusione
del regno di Dio, sotto tutti i paralleli del globo, vestiva in costumi delle più diverse nazioni della terra,
parlava gli idiomi di tutti i popoli . Soprattutto era
portatore dei desideri, delle speranze, delle ansie e delle
aspirazioni dei propri fratelli : un'immagine reale del
Popolo di Dio, che è parte integrante e vivente della
Chiesa.
APPASSIONANTE ANALISI
DELLE NECESSITA DEL POPOLO DI DIO
Indubbiamente il III Congresso mondiale per l'apostolato dei Laici ha avuto nel Concilio Vaticano II
la sua alta premessa storica e religiosa . Quell'aggiornamento, voluto da papa Giovanni XXIII, ha fatto
molta presa su questa élite di laici impegnati nella
Chiesa ; di coloro cioè che, secondo le parole di Paolo. VI,
non intendono « essere cristiani di second'ordine, di
dubbia fedeltà o di scadente osservanza negli impegni
sacrosanti del loro battesimo ». Nel Vaticano II, per
la prima volta negli annali della cristianità, la più
alta assemblea si chinava con sollecitudine a studiare
il posto e il ruolo dei laici nella Chiesa .
Le voci dei congressisti, rappresentanti dei vari
continenti, sono state un chiaro, squillante impegno
di apertura al mondo, nel solco tracciato dal Concilio . Questi uomini e queste donne si sentono pastoralmente orientati alla ricerca dei mezzi e dei modi
per aiutare i loro fratelli a raggiungere la propria
salvezza, mentre si affaticano per condurre gli altri
alla stessa confortante realtà.
L'analisi delle necessità del popolo di Dio nell'itinerario degli uomini (come diceva il tema generale
del congresso) è stata franca e appassionante . Mai
finora la Chiesa aveva avuto a disposizione tanti
mezzi per un bilancio chiaro e impegnativo che è,
nello stesso tempo, un segno dell'amore profondo che
essa porta verso questi suoi figli che si sono interrogati .
Non è- stato un esame di coscienza relativo soltanto
alla teologia, alla maniera di diffondere la parola di
Dio; ma anche la sociologia, l'economia, la scienza,
la politica sono state chiamate in causa, quali "strumenti" nelle mani degli uomini, per il bene degli altri
uomini .
I congressisti hanno vagliato con crescente interesse
la vita concreta dei propri simili ; quella di ciascuno
di noi, inserita nel tempo e nel luogo che è il suo, ma
nell'unità profonda della sua presenza attiva e responsabile nel mondo .
La comunità cattolica sente l'assillo di non essere
inoperante in problemi che incidono sulla vita d'ogni .
giorno e soprattutto sul futuro delle generazioni . I
temi ricorrenti del congresso si sono inseriti nella realtà 1
IL PIU VASTO
E VIVO INCONTRO
DI LAICI
CHE LA CHIESA RICORDI
quotidiana del mondo intero o di qualche parte di
esso : l'aridità, la meccanizzazione, la materializzazione ;
la fame, l'ignoranza, l'isolamento, l'arretratezza sociale ; la guerra, la segregazione, il razzismo, l'odio . . .
Di tutto questo si è parlato dai rappresentanti di
ogni lingua, di ogni classe sociale e culturale .
Più specificatamente si è discusso delle offerte della
scienza all'uomo di fede, della situazione alimentare
e dell'esplosione demografica, della guerra, della famiglia, dei rapporti fra uomo e donna, della dignità
di quest'ultima e della salvaguardia della sua vita
affettiva .
Un rappresentante dell'America latina poneva l'accento sui trenta milioni di contadini senza lavoro,
senza casa, senza istruzione, mentre minaccia la guerriglia .
Un delegato americano di colore, Stanley Hebert,
affermava : « Fino a quando il problema dell'immoralità, delle ingiustizie raziali rimane insoluto, noi saremo distratti dal nostro sforzo di portare lo spirito
di rinnovamento nel popolo di Dio » .
Un asiatico prospettava lo spettro di milioni di fanciulli «che non potranno mai essere nutriti a sufficienza . . . » .
I
A rivolgere uni ndirizzodiomaggio
a Paolo VI, è stato un rappresentante delle nuove generazioni,
Rienzie Rupasinghe, presidente
della JOC internazionale
La Famiglia Salesiana ha preso
parte al Congresso con una rappresentanza internazionale delle
sue organizzazioni, quali i Cooperatori, gli Exallievi, la Gioventù
Salesiana
PERCHÉ LA GIOVENTÙ
APì .NOONA !! !'R!STiANFS!MO
La Famiglia Salesiana ha preso parte al Congresso
con una nutrita rappresentanza di delegati nazionali
e internazionali delle sue organizzazioni, quali i giovani, i cooperatori, gli exallievi . Essi hanno visto
con viva soddisfazione trattare nelle "lezioni" ufficiali
temi che sono la forza delle sue istituzioni .
Non solo sono stati presenti tra i delegati ufficiali
(il prof. Augusto Vanistendael, deputato belga, exallievo, membro della commissione Justitia et pax, ha
trattato della disorieutazione dei cristiani d'oggi e
dell'esasperazione delle masse di fronte agli squilibri
economici e sociali), ma si sono sentiti a casa loro
quando, in un incontro ad altissimo livello dedicato
all'insegnamento cristiano scolastico ed extrascolastico,
si è indicata l'urgenza di tracciare nuove strade per
l'educazione cristiana degli adolescenti .
Anche nelle riunioni più ristrette dei carrefours i
nostri rappresentanti hanno preso parte attiva alle
discussioni e hanno presentato una mozione perchè
fossero messi in più chiara evidenza i problemi dei
giovani .
A rivolgere un indirizzo di omaggio a Paolo VI,
al termine della imponente funzione in S . Pietro, è
stato un rappresentante delle nuove generazioni,
Rienzie Rupasinghe, presidente dello JOC internazionale .
Sui giovani ha parlato, il primo giorno del congresso,
l'olandese Thom Kerstiens . L'oratore, padre di quattro
bambini, dopo aver affermato che non vi è nulla di
più penoso che il trovarsi di fronte a un laico arrivato
a un alto grado nella vita professionale, ma che nella
sua cultura religiosa è rimasto al livello di un ele
mentarista, citava una parola del teologo Danielou,
che ben si inserisce nel contesto del lavoro salesiano
nel mondo : « La proclamazione del messaggio evangelico
esige tipografie, stampa, radio, cinema. La formazione
dei cristiani esige collegi, movimenti di gioventù, gruppi
di adulti . Il tutto per avere un posto nel mondo delle
idee : oggi e domani» .
Rivolgendosi ai tremila congressisti, Thom Kerstiens affermava poi con vigore che oggi i giovani
sono meglio formati che non nel passato, si nutrono
meglio, hanno meno problemi economici . Tuttavia
- dichiarava testualmente - « i giovani si allontanano
dal cristianesimo non perchè lo trovano troppo esigente,
ma perchè lo trovano troppo "borghese", non abbastanza
esigente, incapace di galvanizzare la loro generosità con
ideali validi ».
Parole che ogni educatore, ogni amico di Don Bosco
dovrebbe meditare .
Dall'alto:
Cordiale, fraterno incontro
tra un congressista negro e uno bianco :
provenienze e razze diverse,
ma lo stesso ardore di fede operante
Commovente
la preghiera comune
all'inizio e al termine delle adunanze :
su una melodia conosciuta
ciascuno pronunziava il testo
nella propria lingua,
a voce spiegata
UN FATTO NUOVO
NELLA STORIA DELLA CHIESA
Quali le conclusioni, gli impegni duraturi del terzo
Congresso mondiale dei Laici? Oltre quanto si è detto,
emergono altri elementi di conforto dalle grandi giornate romane .
Anzitutto si è rafforzato un clima di apertura totale,
di leale e reciproca stima tra clero e laicato . Sono
stati significativi a questo proposito gli incontri dei
delegati dei Laici con i membri del Sinodo episcopale
e la partecipazione di questi ultimi - c'era anche il
a una seduta plenaria
nostro Rettore Maggiore
dei lavori del Congresso .
È risaltato vivo, inoltre, il compito del «popolo di
Dio », animato dallo Spirito Santo, a interpretare i
segni dei tempi, nel desiderio di portare il messaggio
evangelico al mondo : un compito che è intriso di quell'ansia per le anime che deve essere di ogni battezzato .
Esaltante inoltre e confortantissimo il fatto che
mai nella storia della Chiesa si è avuto tanto vasto e
profondo interesse per le realtà religiose .
I laici nel desiderio intenso di partecipare all'elaborazione degli orientamenti e di essere effettivamente
associati alle responsabilità inerenti all'evangelizzazione del mondo, devono, per usare una parola del
cardinal Suhard, « non più seguire, ma precedere ; non
più imitare, ma inventare » . Anche in questo caso il
congresso ha detto una parola chiara : ha invitato cioè
a portare nel mondo uno stile cristiano che si differenzi,
nelle linee di condotta, dalle strutture degli uomini
che nulla posseggono del fermento umano e spirituale .
c
« E n« mUNUU
CHE VOI
DOVETI
Commoventi, stimolanti le liturgie che hanno ritmato i lavori del congresso : le celebrazioni eucaristiche,
quelle penitenziali ed ecumeniche . Di particolare valore i canti all'inizio e al termine di ogni adunanza,
dove su una melodia conosciuta ciascuno "proclamava"
il testo nella propria lingua a voce dispiegata, convinta .
Di estrema efficacia e impegno le parole che rivolgeva ai congressisti Paolo VI, fatto vertice e tramite
del colloquio che i laici intendono allacciare con la
Chiesa nel mondo . Non aveva affermato l'avvocato
Vittorino Veronese, parlando ai vescovi del Sinodo
in rappresentanza della delegazione dei laici e citando
Jean Guitton : « Unicamente vicino al Pontefice, i
pionieri, i battistrada, gli audaci, i laici di punta possono sentirsi maggiormente compresi? » .
Dopo aver detto che « il mondo è il campo d'azione
dei Laici » e che è necessario portare al « mondo d'oggi
le energie che gli permetteranno di avanzare sui sentieri del progresso e della libertà e di risolvere i suoi
grandi problemi : la fame, la giustizia internazionale,
la pace », Paolo VI dichiarava : « Voi non siete eremiti
ritirati dal mondo, per meglio dedicarvi a Dio . È nel
mondo, nell'azione stessa, che voi dovete santificarvi . . .
Solo la vostra unione personale, profonda con Cristo
assicurerà la fecondità al vostro apostolato, qualunque
esso sia. Cristo, voi lo incontrate nella Scrittura, nella
partecipazione attiva sia alla liturgia della Parola sia
alla liturgia Eucaristica . Voi lo incontrate nella preghiera
personale e silenziosa, insostituibile per assicurare il
contatto dell'anima col Dio vivo, fonte di ogni grazia » .
E nell'udienza generale che seguì il Congresso mondiale dei Laici, ritornando sul tema, il Papa dichiarava che la lezione del Congresso data a tutti i membri
della Chiesa è questa : « Non basta essere cattolici di
nome, di abitudine, di professione, di appartenenza tradizionale o sociologica ; bisogna essere cattolici operanti,
cattolici militanti, cattolici apostoli » .
In questo appassionante appello alla sincerità, all'autenticità, del successore di Pietro riecheggia il
pensiero di Don Bosco, che desiderava formare giovani e adulti per collocare sulle loro spalle la responsabilità di far avanzare il regno di Dio tra i fratelli,
o come si dice dopo il Concilio, consacrare il mondo
a Cristo .
Oggi si parla molto di sviluppo, di promozione, di
elevazione dei popoli . Ma tutto ciò per il battezzato
deve essere congiunto con l'impegno di diffondere il
messaggio cristiano . L'ha affermato il Congresso
mondiale dei Laici : « Come cristiano, io promuovo
lo sviluppo ; poiché sono cristiano, io evangelizzo . . . » .
Oggi - il III Congresso dei Laici l'ha ancora una
volta proclamato - questo è il compito di tutti i
cristiani al proprio posto di lavoro, purché credano
nel regno di Dio . « E nel regno di Dio può credere - ha
scritto Dietrich Bonhtiffer, morto nei campi di concentramento nazisti - soltanto colui che va pellegrino
per i sentieri dell'umanità ; colui che ama il mondo e
Dio nello stesso tempo » .
Dall'alto:
L'incontro della fede con la scienza .
L'astronauta americano Mc Divitt
offre al Papa
una riproduzione della "Gemini 4"
Un sacerdote
con rappresentanti di vari popoli della terra
(un africano, un'indiana,
una giapponese, un'italiana) :
anche nel lavoro dei laici è indispensabile
la guida amorevole
dei membri della gerarchia
5
Cosa
vuol dire
credere?
« Cosa vuol dire credere ? » . Questa
domanda, già di per sè appassionante,
è diventata di grande attualità con
la proclamazione dell'Anno della Fede .
Potremmo chiedere la risposta ai teologi, ma forse non è meno interessante
rivolgerla ad altri, a coloro che la
possono ricavare spontaneamente dalla
loro stessa esperienza personale . La
vita può farci intuire certe realtà più
luminosamente di quanto avvenga attraverso una matura riflessione .
A tale intento la nostra rivista
Dimensioni, delle cui ricerche ci
siamo valsi in un articolo precedente,
si è indirizzata ai suoi lettori, in
gran parte giovani che vanno verso
i vent'anni o li hanno da poco superati . Le risposte sono state numerose
e seriamente impegnate . Ed è sufficiente leggerne alcune, scelte tra
centinaia di interventi, per convincerci
di una confortante realtà, che il problema della fede è robustamente sentito e interpretato dai giovani .
Certo non sono tutte affermazioni
da inserire nei trattati di teologia
quelle che questi giovani dedicano
con tanta passione e spontaneità a
questo "loro" problema vitale ; ma
ciò non toglie che siano ricolme di
uno straordinario senso cristiano, che
denota con quanta immediatezza e
profondità i giovani di oggi vivono
l'appassionante ricerca della verità .
La fede
è una conquista personale
Cosa vuol dire, dunque, credere
per tanti giovani con cui dividiamo,
nel lavoro negli uffici nelle scuole, le
gioie e le delusioni della vita quotidiana ?
Ecco alcune riflessioni in proposito,
frutto talora di sofferta meditazione .
« Dopo parecchio tempo di ricerca
- scrive un giovane - ho avuto la
gioia di ritrovare la mia fede ; una fede
diversa, più matura, diventata veramente personale . . .
RisDiuliloilo i DIOuani
Non so se riuscirò a esprimere ciò
che ho scoperto, anche perchè sono
convinto che la fede è frutto di una
conquista personale e che non la si
può capire che trasformandola in vita .
Io vedo la fede come un rapporto
vitale tra la mia persona e un'altra
persona : Cristo . È in questo rapporto
di amicizia che si esprime la mia
fede. . . ».
Giuliano - così si chiama lo scrivente - accanto al nome aggiunge :
« un giovane studente ventenne, felice di
vivere » e al termine della sua lettera
afferma : « Per concludere vorrei citare
una frase scritta da una mia amica
tedesca incontrata in Francia, tra un
gruppo di giovani di cui ho fatto parte
questa estate : "Sorridere è vedere gli
altri con gli occhi di Cristo" » .
Credere è amare
Il nome e la persona del Salvatore
ritornano con crescente insistenza tra
questi giovani che parlano di fede .
Stupendo ciò che scrive uno di Forlì :
«Sto convincendomi che per poter credere è necessario entrare, non fermarsi
sulla soglia e rimpiangere ciò che si
lascia fuori; entrare con impeto in
Cristo » .
Un altro di Desenzano del Garda :
« Per me credere vuol dire che un Uomo
è nato un giorno sulla terra, è vissuto,
ha detto e fatto grandi cose, è stato
ucciso e poi è ritornato vivo : cioè ha
dimostrato di essere qualche cosa di
più di un uomo. . . ».
Non è detto che il dubbio non assalga talvolta anche questi adolescenti che hanno così vivo il senso
cristiano .
Una signorina di Massa Marittima scrive che è forse il mondo
contemporaneo che porta ad avere
tante incertezze, in quanto si tende
ad abolire i vecchi valori e i vecchi
ideali, senza averne trovati dei nuovi.
Ma prosegue : « L'incertezza, il dubbio,
l'attesa fanno parte di noi ; anche
perchè non c'è vera fede là dove non
si pongono domande » .
Per le nuove generazioni - lo documenta l'inchiesta a cui ci riferiamo - non ha più valore una fede
folcloristica, tradizionale - come annota un giovane di Aviano (Udine) « ma quella sofferta e plasmata in continuazione » . È lo stesso che sottolinea :
« Credere non è un pensiero, ma Un'azione ; non è una preghiera, ma una vita » .
Per alcuni la fede è «uno sguardo
sul mondo, conforme allo sguardo di
Dio, uno sguardo nuovo, preciso, vero »
(una signorina di Albese, Como) ; e
il cristianesimo è « la risposta esauriente, più piena, più feconda alla perenne attesa, alla sete inesauribile dell'umanità di ogni tempo e di ogni
luogo, alla sete e all'attesa dell'Amore
infinito» (una ragazza di Vittorio Veneto) .
Per molti la fedi in Cristo e nei
fratelli è un atto di amore . Scrive
uno da Catania : «Per me credere,
oltre esse è una grazia, è un impegno
con l'Altro » . E uno da Mantova : « Si
possono fare tanti discorsi, ma alla fine
mi trovo sempre solo davanti a Dio
che mi chiama» .
Questi giovani manifestano il loro
disagio per dover vivere « tra gente che
pensa solo a star bene, a vivere tranquillamente, senza una responsabilità,
senza un dovere di fronte agli altri» ;
e traducono nella realtà di ogni giorno
il dono della fede : «L'unica condotta
ragionevole di vita perchè la mia esistenza possa avere importanza, è sapere se essa vale per gli altri, se io
faccio qualche cosa per migliorare gli
altri, per dar loro maggior libertà
spirituale, culturale, fisica . . . Io ho
scelto medicina per questo » ( un giovane
di Torre Quartesolo, Vicenza) .
È lo stesso giovane che si chiede
come sia possibile, dopo tanti anni
di cristianesimo, veder gente che si
ammazza, che soffre la fame, che fa
le guerre . . .
Molti elementi di queste nuove leve
si scrutano e si "auscultano" per verificare se la fede «che si son trovata
sulle spalle - come scrive uno di
loro - sia autentica, e valga la pena
di dare ad essa il pieno e deliberato
consenso» . Si chiedono «se sia giusto
restare sempre soli, con il proprio
mondo interiore . . . » . Ma gridano al nostro mondo che la fede - come annotò
Dunan - « non è nè teoria, nè deduzione, ma avvenimento, brusca e imprevedibile invasione di una esistenza
da parte di Dio che la conquista tutta
quanta » .
Date un significato
alla vostra vita
Un giovane di Comacchio lancia
un appello ai suoi coetanei, dopo aver
confessato che sente un irrefrenabile
bisogno di dare una risposta valida
ai suoi interrogativi e alla sua vita .
Scrive : « Vorrei lanciare . un messaggio
a quell'immensa massa di giovani che
non vive, ma vegeta nella civiltà del
benessere, senza porsi il problema religioso : svegliatevi dal vostro torpore e
guardate il mondo intorno a voi; date
un significato alla vostra esistenza .
Non giungete alla fine della vostra
vita scoprendo irrimediabilmente di
averla sprecata e ingiuriata nella sola
ricerca ossessiva di un progressivo benessere e di una mera felicità, basata
sul denaro e sull'egoismo . . . » .
È confortante che i nostri giovani
siano giunti a queste affermazioni
sulla fede come vita oltre che come
atto di intelligenza, e che ancora una
volta possiamo cogliere in loro degli
interessi che ci fanno bene sperare .
Noi li rileviamo perchè prima di
tutto questi giovani non siano delusi
dalle nostre incoerenze e poi perchè
si sappia su quali solide basi possiamo
contare per aiutarli a risolvere i loro
problemi .
E vogliamo anche essere loro riconoscenti per la lezione che ci danno :
essi ci ricordano che la fede è soprattutto rapporto personale con Dio
nell'amore .
7
Il Cardinale
Carpino
prende possesso
del nuovo titolo
di S. Maria
Ausiliatrice
La domenica 15 ottobre, l'Em .mo
Cardinale Francesco Carpino, Arcivescovo di Palermo, ha preso
possesso del suo "Titolo" della
chiesa di S . Maria Ausiliatrice al
Tuscolano . Il bel tempio mariano,
elevato ora a Titolo Cardinalizio,
era gremito di fedeli a ricevere degnamente l'Em .mo Titolare, accolto
dal Rettore Maggiore don Luigi
Ricceri, dal Parroco don Giuseppe
Piemontese e da altre personalità .
Dopo che il Protonotario Apostolico mors . Giuseppe Del Ton
ebbe letto la Bolla pontificia di
nomina, il Rettor Maggiore rivolse
al Porporato un devoto indirizzo di
omaggio, rilevando che il tempio,
nell'accogliere l'Arcivescovo di Palermo quale primo Cardinale di
Santa Maria Ausiliatrice, viveva
uno dei suoi fasti .
L'idea di affiancare all'Istituto
Pio XI una chiesa parrocchiale
- ha aggiunto - sebbene la nuova opera sorgesse in estrema periferia, fu dello stesso Pio XI, che
con squisita delicatezza aveva detto : « La dedicheremo a Maria Ausiliatrice » .
Recentemente il pittore salesiano don Giuseppe Melle ne affrescava le pareti, le volte, la cupola,
ispirandosi alle grandezze di Maria
e ai trionfi di Maria Ausiliatrice
nella Chiesa e nel mondo .
Don Ricceri rilevava come la
grande bontà verso i figli di Don
Bosco e la devozione al santo
Fondatore di Sua Eminenza avevano realizzato un comune desiderio . Infatti l'efficace interessamento del card . Carpino impetrava
l'elevazione del tempio a Titolo
cardinalizio ; e Sua Santità si compiaceva di assegnarlo a chi con
letizia salesiana veniva ora accolto
nella sua chiesa, quale primo Cardinale del titolo di Santa Maria
Ausiliatrice .
,LI cardinale Carpino ringraziava
per una così fervida accoglienza,
evocava « il ricordo del caro e venerato Don Bosco», inneggiava a
Maria, Madre di Dio e degli uomini, e si compiaceva di dichiarare : « Ho scelto questa chiesa
quale Titolo cardinalizio, perchè
scegliendo/a ho inteso eleggere
quale stella della mia missione pastorale nel 'Archidiocesi di Palermo la Madonna di Don Bosco, la
Madonna Ausiliatrice, la Madonna
Mediatrice di grazia » .
Il Cardinale
De Furstenberg
prende possesso
del nuovo titolo
dei Sacro Cuore al
Castro Pretorio
Il 22 ottobre ('Em .mo Cardinale Massimiliano de Furstenberg
ha preso possesso del suo Titolo
Presbiteriale del Sacro Cuore al
Castro Pretorio .
Il Porporato, all'entrata della
Basilica, è stato accolto dal Rettor
Maggiore don Ricceri, dal Parroco
don Stefano Giua, da altre personalità e da numerosi salesiani .
Fatto l'ingresso nel tempio affollato di fedeli, il Cardinale adorava il Santissimo, quindi, dopo la
lettura della Bolla pontificia di nomina fatta dal Protonotario Apostolico mons . Gioachino Sormanti,
riceveva l'obbedienza della famiglia salesiana .
Successivamente il Rettor Maggiore ha rivolto al Porporato un
devoto indirizzo di omaggio, esprimendo l'esultanza dei figli di Don
Bosco per l'elevazione a Titolo car-
dinalizio della Basilica, eretta per
incarico di Leone XIII dallo stesso
santo Fondatore .
Don Ricceri aggiungeva anche
i sentimenti di ammirazione e di
gratitudine dei salesiani per il Porporato, che nel corso delle sue
missioni diplomatiche e pastorali
in Giappone, in Australia e in Portogallo, sostenne sempre e incoraggiò validamente la loro opera .
Rispondendo al Rettor Maggiore, il cardinale de Furstenberg
rinnovava i suoi sentimenti di gratitudine al Vicario' di Cristo per
averlo chiamato nel Collegio Cardinalizio e per avergli assegnato
quale titolo la fiorente Basilica del
Sacro Cuore, un tempio - egli
ha detto - che pur non avendo
un lungo passato, nei suoi ottanta
anni di vita ha già una sua storia
piena di significato . Molto sapien-
temente Leone XIII aveva invitato
Don Bosco a costruire il tempio,
che in soli sette anni fu un fatto
compiuto, e il Santo potè celebrarvi la prima Messa tra lacrime
di commozione e di gioia . « Noi
oggi - ha esclamato il Cardinale
de Furstenberg - abbiamo il privilegio di trovarci in un tempio eretto
da un Santo e da quale Santo!» .
« È per me motivo di consolazione - ha soggiunto - ritrovare
qui i salesiani dopo averli conosciuti, ammirati e amati in Giappone sotto l'egida del venerato
monsignor Cimatti, poi in Australia
e in Portogallo . La loro fedeltà alla
missione educatrice della gioventù
popolare è una grazia : dappertutto
nel mondo la formazione cristiana
unita a una seria formazione artigianale e tecnica della gioventù è
una missione della Chiesa che non
potrà essere loro tolta » .
SAN FRANCESCO
DI SALES
MODELLO
N ELL APOSTOLATO
STAMPA
Il Rettor Maggiore don Luigi Ricceri negli « Atti del Consiglio Superiore» diretti a tutti i Salesiani
in occasione del IV centenario della
nascita del nostro Patrono, dopo
aver presentato S . Francesco di
Sales come « Maestro di spiritualità e modello di educazione in
clima di libertà, di dialogo, di amorevolezza », propone alla imitazione
il suo esempio e quello di Don
Bosco in un apostolato sempre più
attuale : la stampa .
10
Chi, entrando nel santuario di
Maria Ausiliatrice, guarda alla seconda cappella a sinistra, dedicata
una volta a San Francesco di Sales,
vede in un grande affresco il nostro
Santo Patrono in una stamperia
tutto intento a correggere una bozza,
mentre uno stampatore è in atto
di presentargliene un'altra . Sotto
l'affresco, intorno all'arco che separa la cappella da quella del Sacro
Cuore, corre la seguente scritta in
latino : Francesco di Sales per difendere e promuovere la fede cattolica
con la pubblicazione di buoni libri
aperse una stamperia e per questo
viene riconosciuto come protettore dell'arte della stampa .
Si direbbe che tale scritta posta
sotto l'affresco del Rollini abbia sapore di profezia . L'artista ha certamente voluto presentare S . Francesco di Sales quale modello di Don
Bosco nell'apostolato della stampa ;
non per nulla ha messo attorno al
Santo dei giovani al lavoro . E così
l'artista ha quasi anticipato ciò che
Pio XI e Pio XII avrebbero fatto
più tardi dichiarando S . Francesco
patrono degli scrittori cattolici e
Don Bosco patrono degli editori cattolici .
L'accostamento dei nostri due
Santi in questo settore ha elementi
profondi . All'inizio della sua missione nel Chiablese 5 . Francesco,
che non riusciva a ottenere uditori
mentre predicava la parola di Dio,
trovò il modo di far arrivare, per
così dire, la sua predica a domicilio .
Affidò a fogli volanti, da lui preparati, le verità principali della fede
cattolica . In quei fogli, semplici ma
perspicui, chiariva precisi punti controversi ; rispondeva alle obiezioni,
scopriva calunnie e metteva bene
in chiaro l'eresia . I fogli accuratamente stampati venivano distribuiti
gratuitamente e in larghissima copia, e, penetrando dappertutto, illuminavano le menti, scioglievano
dubbi ed ebbero tanta influenza
nelle conversioni .
Non diversamente Don Bosco, affrontando una situazione analoga,
cominciò con gli Avvisi ai Cattolici,
la stampa delle Letture Cattoliche
e svolgendo man mano i tratti di
una apologetica popolare e pratica
venne a formare Il Cattolico istruito,
appunto come S . Francesco di Sales
aveva, quasi senza avvedersene, composto le Controversie .
La genialità del Fondatore, messa
a servizio delle anime, non si fermò
qui . Sappiamo infatti quanto il nostro Padre, sulla scia del suo santo
esemplare, abbia lavorato e sofferto
intendo caldamente raccomcgndare è
la diffusione dei buoni libri . Io non
esito a chiamare divino questo mezzo,
poichè Dio stesso se ne giovò a rigenerazione dell'uomo . Furono i libri
da esso ispirati che portarono in tutto
il mondo la retta dottrina . . .
Tocca adunque a noi imitare l'opera del celeste Padre . I libri buoni
diffusi nel popolo sono uno dei mezzi
atti a mantenere il regno del Salvatore in tante anime . . .
Fu questa una delle precise imprese che m'affidò la Divina Provvidenza, e voi sapete come io dovetti
occuparmene con instancabile lena, nonostante le mille altre mie occupazioni . . .
Questa diffusione dei buoni libri è
uno dei fini principali della nostra Congregazione. . . Le nostre pubblicazioni
tendono a formare un sistema ordinato
che abbraccia su vasta scala tutte le
classi che formano l'umana società . . .» .
San Francesco di Sales
patrono degli scrittori cattolici
(affresco del Reffo
nella Basilica di Maria Ausiliatrice
in Torino)
per dare incremento e allargare al
massimo l'apostolato della stampa .
Col suo intuito geniale e apostolico, comprese l'enorme potenza di
questo strumento di comunicazione
sociale e capì che sarebbe sempre più
cresciuta in concomitanza con l'evoluzione sociale nel mondo . E appunto perchè consapevole di questa
potente influenza della stampa nella
società, lasciò in eredità ai suoi figli
questo apostolato, consacrandolo nelle Costituzioni come uno dei fini
specifici della Congregazione ; non
solo, ma volle integrare questa con-
segna lasciata ai salesiani dandoo alla
sua terza Famiglia, ai Cooperatori,
come esercizio di apostolato primario
la diffusione della stampa (Regolamento dei Cooperatori, e . II, n . 3) .
Ma sentiamo le parole del Padre
nella lettera del 1885, che potremmo
chiamare il suo testamento-programma su questo argomento . Sono
parole vive e appassionate, di palpitante attualità, ancor più dopo il
Decreto conciliare sugli strumenti di
comunicazione sociale .
« Fra i mezzi, per la gloria di Dio
e la salute delle anime, quello che io
Questi pensieri del Padre ci fanno
apprezzare la sua antiveggenza e la
sua eccezionale sensibilità apostolica
(pensiamo che furono scritti più di
80 anni fa), ma in pari tempo ci richiamano con grande autorevolezza il
dovere di non lasciar decadere questo
apostolato nella Congregazione . . .
Sarò tanto lieto se la celebrazione di questa ricorrenza "salesiana" servirà a svegliare in ogni
ambiente della Congregazione la sensibilità e l'apprezzamento concreto
per questo apostolato . Paolo VI
nella citata lettera apostolica Sabaudiae Gemma, naturalmente per
una cerchia più ampia, si augura
appunto che l'esempio del santo Vescovo di Ginevra sia un efficace richiamo a rendere operanti le preziose
direttive del decreto conciliare sugli
strumenti di comunicazione sociale .
Sono sicuro che il nostro Padre
farebbe a noi oggi lo stesso invito
con parole e sentimenti non meno
appassionati di quelli espressi nella
storica lettera del 1885 . A noi rispondere con filiale apertura a tanti
pressanti e autorevoli appelli .
il
La Madonna visitava spesso
Don Bosco nei sogni . E Don
Bosco li raccontava ai suoi
ragazzi per entusiasmarli, durante i primi anni difficili del
suo apostolato giovanile, quando non aveva ancora una casa
fissa in cui raccoglierli e gli
toccava spesso sloggiare da
un posto all'altro .
« Non temete, miei cari figliuoli, - diceva ; - è già
preparato un edificio, bellissimo, per voi ; presto ne verremo in possesso . Avremo una
bella chiesa, una grande casa,
spaziosi cortili ; e un numero
sterminato di ragazzi verranno
a ricrearsi, a pregare e a lavorare » .
I giovani gli credevano e gli
si affezionavano sempre di
più . Molti anni dopo, ricordando i primi tempi belli e
travagliati degli inizi, Don Bosco a chi gli chiedeva una ricetta sicura per attirare i giovani rispondeva con espressioni che si possono sintetizzare così : allegria, espansione, entusiasmo.
• II filosofo pagano Platone
diceva : Il giovane deve vivere in un clima di entusiasmo . Niente di grande fu
mai compiuto senza entusiasmo . L'entusiasmo è una virtù
magica : stimola ad agire, ban12
disce lo scoraggiamento e lo
sconforto, vince la pigrizia .
• L'entusiasmo è comunicativo . Se ne accorgevano i ragazzi quando sentivano
Don Bosco parlare del Paradiso o della Madonna . Ne
parlava in termini così incandescenti che il suo entusiasmo li contagiava . L'entusiasmo è la condizione per appassionarsi a qualche cosa, e
per appassionarvisi veramente .
Quando voi parlate con entusiasmo ai ragazzi di una determinata cosa, state certi che ne
fate sprizzare scintille .
• Per vivere nell'entusiasmo, occorre immergersi
anima e corpo in quello
che si sta facendo . Occorre essere tutto lì, nel presente. I bimbi istintivamente
vivono immersi nel loro presente . Crescendo, essi perdono questa magnifica dote ;
occorre rieducarli . Schopenhauer, il filosofo del pessimismo, era solito dire che
quasi tutti gli uomini perdono
il loro entusiasmo perchè sono
dei "taglialegna" . E spiegava :
«Succede agli uomini quello
che succede ai taglialegna .
Quando attraversano una bella
foresta pensano : Quanto può
rendermi quest'albero? Quanti
metri cubi di legname potrà
fornire? L'anno scorso ho
guadagnato tanto : quest'anno
devo guadagnare di più . Vivono sempre nel passato o
nel futuro, mai nel presente» .
• Dice un educatore moderno :
L'entusiasmo ha bisogno
di essere continuamente
attizzato . E dove i ragazzi attizzano il loro entusiasmo? Alla
vita divina della grazia . Un
ragazzo che viva in grazia di
Dio è sempre allegro ed entusiasta . Un ragazzo che non
ha la grazia di Dio, è triste e
scontento . « Chi vive nell'entusiasmo, vive nell'aurora dell'eternità » .
• Ricche fonti inesplorate
di energia esistono in ognuno di noi . Di tanto in tanto
si entra in contatto con queste
misteriose riserve : e allora si
sentono scaturire slanci di fiducia, di bontà, di forza creativa . Poi bruscamente il circuito si interrompe e ci si
sente trascinati all'indolenza e
alla pigrizia . Occorre tenere
sempre aperto il circuito dell'entusiasmo . I ragazzi entusiasti sono più vitali, più dinamici, più fattivi e più vivi
degli altri . Raramente sono
stanchi ; quasi mai scoraggiati . Il loro segreto? L'entusiasmo che nasce dall'anima in
grazia .
L'ADDIO AI MISSIONARI PARTENTI
UNA "GRANDE PIANTA"
DIVENUTA REALTA
L'arma del missionario,
il crocifisso,
simbolo insieme
di olocausto e di vittoria
er la novantatreesima volta, la domenica 8 ottobre,
p si è rinnovata nella Basilica di Maria Ausiliatrice la
commovente cerimonia dell'addio ai missionari partenti .
La prima volta - l' i i novembre 1875 - Don Bosco
aveva detto : <, Noi diamo principio a una grande opera,
non perchè si abbiano pretensioni, no ; ma chi sa che non
sia questa partenza come un seme da cui abbia a sorgere
una grande pianta.. . » .
Oggi la "grande pianta" è una realtà e ha esteso i
suoi rami in tutti i continenti .
I ricordi speciali che Don Bosco, dopo l'abbraccio
paterno, aveva consegnato per iscritto a ciascuno dei
partenti si aprivano con un invito in cui vibrava tutto
il suo zelo di apostolo : « Cercate anime, ma non danaro
nè onori nè dignità » . Parole che si sono tramandate come
patrimonio sacro tutti i missionari salesiani e che for-
mano ancora oggi il programma dei generosi partiti
l'8 ottobre scorso .
Il Rettor Maggiore, trattenuto a Roma dai lavori
del Sinodo Episcopale, delegò il suo vicario don Albino Fedrigotti a compiere la cerimonia di addio, che
si svolse con la consueta solennità, presenti i Superiori
Maggiori in sede, molti parenti dei missionari, i giovani
della casa madre e numerosi fedeli . Tenne il discorso
di circostanza don Oreste Paviotti, già ispettore dei
salesiani dell'India Nord, che con efficace sintesi rievocò i fasti missionari della Chiesa e l'apporto umile
ma ardente della Congregazione Salesiana .
I figli di Don Bosco che quest'anno si recano oltre
oceano, tra sacerdoti, chierici e coadiutori, sono cinquantasette . A questi si aggiungono ventinove Figlie 13
di Maria Ausiliatrice . Provengono da diversi Paesi
europei : Italia, Spagna, Irlanda, Germania, Jugoslavia,
Inghilterra . . . e sono destinati all'America latina (Patagonia, Terra del Fuoco, Brasile, Cile, Ecuador, Messico,
Paraguay, Venezuela), all'Asia (Hong Kong, Filippine,
Corea, Timor), all'Africa (Congo, Ruanda), all'Australia .
Nelle vacanze che precedettero la partenza della
prima spedizione missionaria, Don Bosco aveva convocato i prescelti nel collegio di Varazze, affinchè attendessero allo studio della lingua spagnola e alla loro preparazione specifica di evangelizzatori qualificati .
Anche quest'anno, la preparazione per l'inserimento
rapido ed efficace di questi giovani missionari nel
"mondo" che sarà il loro, è stata curata conforme alle
esigenze dell'epoca postconciliare mediante un corso
di lezioni organizzato per loro a Bagnolo Piemonte.
Le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno atteso alla loro
preparazione frequentando l'Istituto Internazionale di
Pedagogia e Scienze religiose che ha sede in Torino .
Oggi ai salesiani sono assegnati sedici territori di
missione vera e propria : nove nell'America latina, sei
in Asia e uno in Africa . Sono in tutto 135 "residenze",
disseminate in territori di oltre un milione e mezzo di
chilometri quadrati, con una popolazione complessiva
di oltre 25 milioni di abitanti . Ma i missionari salesiani
svolgono il loro apostolato anche in altre regioni, specie
in Paesi asiatici, con altri 164 centri . Complessivamente
sono 2617 i figli di Don Bosco che lavorano oltre oceano
come portatori della Buona Novella . Le Figlie di Maria
Ausiliatrice completano questa attività missionaria con
altri 126 centri di missione e 959 suore nelle missioni
propriamente dette .
Dall'alto:
II prefetto generale don Albino Fedrigotti
consegna il crocifisso
a un giovane missionario coadiutore
L'abbraccio dei Superiori Maggiori
ai missionari partenti .
In primo piano il catechista generale
don Modesto Bellido
Ogni anno all'apostolato dei missionari salesiani
si affianca l'opera preziosa
delle missionarie Figlie di M . Ausiliatrice
14
Monsignor
Cimato
ritorna ...
Sotto il busto di mons . Cimatti
(opera del salesiano don Paolo Faroni)
sostano il Pro-Nunzio Apostolico mons. Bruno Wustenberg (al centro),
l'Ausiliare di Tokyo mons . Pietro Shirayanagi,
e il direttore dello studentato don Alfonso Crevacore
6 ottobre scorso segnava il seI 1condo
anniversario della morte di
quell'ardente e infaticabile missionario che fu mons . Vincenzo Cimatti,
fondatore delle Opere salesiane in
Giappone .
Due anni sono trascorsi, ma per
mons . Cimatti il tempo non è stato
nemico come per la maggior parte
degli uomini, e non ha fatto affievolire il ricordo di questa figura
straordinaria di uomo, di studioso, di
missionario e di santo ; anzi, come per
i santi e per gli eroi, il tempo è stato
come una lente potente che ha messo
a fuoco le opere di bene, il cuore
vasto, le virtù religiose e civili che
in mons . Cimatti eccelsero, ma che
durante la vita erano rimaste velate
dalla sua umiltà .
Don Cimatti, come desiderava essere chiamato, in questo anniversario
della sua nascita al cielo, è tornato
tra i suoi figli con le sue spoglie
mortali, esumate dal cimitero comune, per riposare o meglio, per continuare a comunicare loro colla sua
presenza quella carità che fu il suo
insegnamento- e il suo esempio di
ogni giorno .
Il 5 ottobre u . s ., la sua venerata
salma rientrava nel Seminario di
Chofu-Tokyo . Dopo le esequie officiate
da mons . Pietro Shirayanagi, vescovo
ausiliare di Tokyo, a cui a ssistette . il
Pro-Nunzio Apostolico mons . Bruno
Wustenberg con un folto gruppo di
salesiani, di Figlie di Maria Ausiliatrice, di Suore della Carità di Miyazaki e di rappresentanti di tante con-
gregazioni maschili e femminili della
capitale, venne murata nella cripta
della nuova chiesa .
Questa chiesa che gli amici, allievi
e benefattori di don Cimatti, sparsi
nel mondo, per l'interessamento del
direttore del Seminario salesiano di
Chofu don Alfonso Crevacore, hanno
voluto fosse eretta in sua memoria,
è bella nella semplicità delle sue linee
moderne . Nel loculo accanto alla
bara è stata posta una pergamena
che dice : «Questa chiesa è stata edificata dagli amici e ammiratori di
mons. Vincenzo Cimatti per ricordare
le sue virtù e dimostrargli la loro riconoscenza . Mons . Cimatti nacque a
Faenza il 16 luglio 1879 . A tre anni,
in braccio alla mamma, vide Don Bosco .
Come salesiano, fu ripieno dello spirito 15
Estratto dal Comunicato A .N.S.A .
Tokyo, ottobre 6 . - « . . . un santo, lo ripeto, un vero
santo - ci ha detto l'ex ufficiale della Marina Militare
Italiana Giuseppe Bonati, che fu internato in Giappone
subito dopo l'8 settembre ed è attualmente impiegato
presso l'Ambasciata d'Italia in Tokyo - . Infatti se non
ci fosse stato mons . Cimatti a sfamarci di nascosto con
gravissimo rischio per la sua vita e la sua libertà personale, nonostante fosse oberato di analogo pesante onere
per provvedere a tutti i Salesiani e Missionari, i militari
e i marittimi della Mercantile Italiani internati in Tokyo
subito dopo l'armistizio dei 1943 sarebbero tutti morti
di stenti, ma soprattutto di fame . Quello che ha fatto
mons . Cimatti per tutti noi ha dei sovrumano ed è assolutamente indimenticabile : gli dobbiamo tutti la nostra vita » .
del Fondatore e dedicò tutta la vita
all'educazione e cura delle anime . Nel
1926 venne in Giappone e per 4o anni
con ardore indomabile lavorò per la
gloria di Dio e la salvezza delle anime,
finchè si consumò in olocausto per l'amato Paese di adozione . Voi tutti che
pellegrinate a questa chiesa, vogliate
richiamare alla mente la sua soave
figura e rinnovate il proposito d'imitarlo. "Siate miei imitatori come io
di Cristo" » (I Cor ., 4, i6) .
Ne seguì la Messa celebrata da
mons . Shirayanagi con la partecipazione del Pro-Nunzio mons . Bruno Wu-
Tokyo . La facciata della nuova chiesa .
A sinistra l'entrata alla cripta
che custodisce la salma venerata
di mons . Cimatti
stenberg . Alla fine il Padre Kawaguci,
uno dei primi allievi di mons . Cimatti nel Piccolo Seminario di Miyazaki, volle rendergli pubblica testimonianza del bene che da lui aveva
ricevuto . Disse tra l'altro : « Il Padre
lwashita dice che più si sale il monte
Fuji, e più ci si accorge della sua altezza ; ora, dopo tanti anni di cammino
e con un po' di esperienza, ho potuto
capire a quale altezza sia arrivato
questo Servo di Dio . Ho sempre
cercato di scoprire in lui delle debolezze, ma devo confessare che mai
ci sono riuscito . "Kan wo òte, Noto
sadamaru", dice un proverbio cinese,
e cioè "dopo la morte si conosce
l'uomo" . La figura di mons . Cimatti
appare ora, dopo la sua morte, nella
giusta realtà e balza imponente e
grande nella grandezza della carità .
"Se il chicco di grano, caduto in terra,
non muore, resta esso solo ; ma se
muore porta molto frutto" . Monsignore, come il chicco di frumento,
ora porta molto più frutto di quando
era in vita » .
Il 6 ottobre, alla presenza di un
folto gruppo d'invitati tra cui si notavano molte autorità civili e religiose,
mons . Wustenberg consacrò la nuova
Chiesa e concelebrò con mons . Shirayanagi e una quindicina di salesiani .
Alla funzione religiosa seguì la
commemorazione ufficiale .
Il primo discorso fu tenuto dal
Nunzio Apostolico, che presentò
don Cimatti come il prototipo del
Missionario . « Don Cimatti - disse -vide tutte le sue opere in funzione
della predicazione, dell'apostolato eri-
stiano, e le sue opere non furono nè
poche nè piccole ; per accennare solo
a qualcuna, pensò subito all'erezione
di un piccolo seminario per le vocazioni indigene, aprì la prima Scuola
professionale a Tokyo e a Miyazaki,
quella che in seguito divenne la
Tanki Daigaku, la vostra Università
di Miyazaki . Alle opere di educazione seguirono quelle sociali a favore
dei più poveri, che sono sempre stati
una delle preoccupazioni principali
della Famiglia Salesiana, e che rendono sempre attuale la vostra opera » .
Sua Eccellenza accennava quindi agli
Oratori, alle preoccupazioni di don Cimatti per l'apostolato della stampa,
alla sua elezione a Prefetto Apostolico
di Miyazaki . Il Nunzio concludeva :
«Questo apostolo così generoso, questo
lavoratore instancabile e modesto, questo prototipo di Missionario assurge a
simbolo, esempio e monito per tutti noi
che lavoriamo in Giappone come missionari » .
Il Governo Italiano era rappresentato dal Ministro d'Italia dott . Aldo
Conte Marotta, che ringraziando la
Famiglia salesiana a nome del Governo per il contributo di civiltà e
di fede dei missionari salesiani sparsi
nel mondo, accostò l'umile don Cimatti alla serafica figura del Poverello
d'Assisi, ambedue geni ed eroi dell'amore cristiano.
Il deputato Aikawa Katsuroku, non
cristiano, ex prefetto di Miyazaki, ricordava con parole commosse l'amore
di don Cimatti per il Giappone e per
i Giapponesi e tra l'altro diceva :
« Ricordo la suonata per piano che
mons . Cimatti compose io anni fa
per il 26oo ° anniversario della fondazione dell'Impero giapponese, suonata
che fu trasmessa per radio a tutta la
nazione . Quella musica aveva profondamente scosso il cuore di noi giapponesi . Colui che aveva saputo intenerire il cuore dei Giapponesi, non
poteva non amare profondamente il
Giappone e i Giapponesi ».
Il senatore Kuroki Toshikatsu,
anche lui non cristiano, nativo di
Miyazaki, confessava che tutto il suo
lavoro per le Opere sociali aveva avuto
inizio nel suo cuore di adolescente
4
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Nella luminosa chiesa eretta dagli amici di mons . Cimatti,
dopo la consacrazione, il Nunzio mons . Wustenberg
concelebrò con mons . Shirayanagi e numerosi salesiani
per i ragazzi
Duemila
per il contatto che aveva avuto con
mons. Cimatti . Perciò ora con commozione ringraziava questo suo grande
benefattore, che gli era stato maestro
nella scienza più necessaria all'uomo :
la carità .
Il senatore Kuroki, benché non
cristiano, è un'anima naturalmente
cristiana . Ha come suo consigliere il
salesiano don Emi . Il senatore è un
grande benefattore di tutte le Opere
sociali cattoliche ed è stato recentemente insignito dalla Santa Sede
della Commenda con placca di S . Silvestro .
Infine l'Ispettore salesiano don Stefano Dell'Angela ringraziava tutti per
l'amore e la stima che avevano dimostrato all'indimenticabile monsignore
e terminava con una frase che
mons . Cimatti amava ripetere : Scòmodati sempre per gli altri .
La sera del 6 ottobre la compagnia
musicale del sig . Jigunji volle presentare in uno dei grandi teatri di
Tokyo l'opera Gracia Fujin, musicata
da mons . Cimatti più di 25 anni fa
su libretto di un altro conosciutissimo
missionario, il P . Herman Heuvers,
gesuita . Fu un successo e nello stesso
tempo una dimostrazione del genio
di colui che della musica aveva fatto
uno strumento per amare e far amare
Dio .
A sintesi di tutto ecco uno stralcio
della lettera che il Rettor Maggiore
don Luigi Ricceri inviò per l'occasione ai salesiani del Giappone : « La
venerazione per il grande patriarca
scomparso supera oggi l'ammirazione
di cui fu circondato per tutta la vita .
La profonda religiosità della sua anima,
unita alla cordiale bontà verso tutti,
la dedizione infaticabile alla causa del
regno di Dio, l'ardimento e la originalità della sua impresa missionaria,
fanno apparire più luminosamente in
Lui, col procedere del tempo, una delle
figure più complete e alte fra quanti
hanno abbracciato l'ideale salesiano » .
DON G . MANTEGAZZA
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17
NEL MONDO
SALESIANO
Realizzando
la « Populorum Progressio »
Un
centrc
socia
a
Belém
nel
Rr!2c :l
Nel numero di ottobre, sotto il titolo « Oggi a Belém come
ieri a Valdocco», abbiamo presentato la « Scuola Salesiana
del Lavoro » sorta nel sobborgo « Sacramenta » alla periferia
di Belém do Parà nel Brasile, per togliere dall'abbandono e
dall'ozio la gioventù maschile di quel popoloso sobborgo,
segnato dalla miseria materiale e morale .
Abbiamo anche fatto cenno all'Opera creata dalle Figlie di
Maria Ausiliatrice per la gioventù femminile . E il provvidenziale « Centro Sociale Auxilium» di cui oggi possiamo dare
maggiori notizie .
Già da qualche anno le suore del collegio « S . G . Bosco »
di Belém vi si recavano al sabato per i Catechismi e l'Oratorio e vi si trattenevano fino al lunedì, tornando sempre
col cuore stretto per non poter fare di più .
Due anni fa, in una riunione di Religiose, l'Arcivescovo,
presentando il quadro lacrimevole delle periferie, invitava
ogni Congregazione a prendersi cura d'un sobborgo, facendovi sorgere un'opera adatta .
Le Figlie di Maria Ausiliatrice pensarono subito al sobborgo « Sacramenta », il più misero di tutti ; e accogliendo
nella parola dell'Arcivescovo l'invito stesso di Dio, si dettero d'attorno e riuscirono, con l'appoggio dei salesiani, ad
acquistarvi un appezzamento di terreno . Bussando poi a
tutte le porte, con l'aiuto del Governatore, delle altre Autorità e della benefica fondazione « Giovanni XXIII», misero
mano alla costruzione di un vasto padiglione .
Non pensarono a un pur modesto alloggio per sè, poichè
potevano bastare le due povere casette di legno nelle quali
avevano trovato rifugio fin dagli inizi, ma ai bisogni immensi
della popolazione . Più urgente si presentava quello della
scuola per la massa di ragazze sui quindici, sedici anni e
più, che avendo lasciato la scuola troppo presto, non potevano continuarla per le leggi scolastiche, che determinano per ogni classe un limite di età . Quindi, ignoranza e
ozio, con tutte le conseguenze di facile via al vizio .
18 Appena aperta la scuola nell'ampio padiglione in muratura,
affluirono oltre 500 ragazze dalla 3a alla 6a classe . Si dovettero organizzare tre turni al giorno per accoglierle tutte,
e pensare alle maestre impegnandosi a farle retribuire dal
Governo . Presentemente vi insegnano diciassette studentesse
universitarie, delle quali parecchie exallieve .
I turni scolastici si alternano con quelli di laboratorio, di
taglio e cucito, che completano la formazione delle allieve .
Alla domenica si contano a centinaia le ragazze piccole e
grandi che accorrono all'Oratorio, e con esse non meno di
duecento mamme povere e ignoranti, felici di avere l'insegnamento catechistico adatto a loro.
Apposite riunioni per i genitori del primo centinaio di neocomunicande rivelarono il grande numero di famiglie fondate
senza il matrimonio cristiano, e quindi la necessità di una delicata opera per illuminare e portare a Dio tanta povera gente .
A tutte queste Opere, sorte in meno di un anno, si sono aggiunti i Corsi professionali o di artigianato, che si possono
dire impiantati dalla Provvidenza . Un signore ha offerto
spontaneamente per un anno cinque grandi telai e tutta
l'attrezzatura e il necessario avviamento per fabbricare in
fibra di palma cizal amache, tappeti, borse e altri oggetti .
Un bel gruppo di ragazze vi si sono già addestrate, rendendosi capaci di confezionare, dopo le ore di scuola, cinque
reti per amache al giorno, mentre altre seguono i corsi di
maglieria e di ricamo, e altre ancora sono indirizzate a mansioni agricole .
Così tutte trovano lavoro ; e sono più di 700 tolte dalla strada
che passano l'intera giornata in quella che è divenuta ormai la loro casa .
«Saper leggere e scrivere, acquistare una formazione professionale, è riprendere fiducia in se stessi e scoprire che
si può progredire insieme agli altri . . . » . Le parole del Santo
Padre nella « Populorum Progressio » hanno nel « Centro Sociale Auxilium » di Belém una risposta e una conferma dallo
stesso sorriso di gioia e di speranza che fiorisce in tutte
quelle giovinezze aperte cristianamente alla vita .
Roma
Conferenza stampa
sul volume
« L'ateismo
contemporaneo »
Martedì, 17 ottobre, nella Sala dei Cavalieri del Santo Sepolcro, è stato presentato in una conferenza stampa il volume
L'ateismo contemporaneo edito dalla Società Editrice Internazionale (SEI) . Erano presenti i cardinali Marella, Garrone e Silva, Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede,
il Rettor Maggiore dei Salesiani don Luigi Ricceri, numerosi Docenti universitari e un vasto pubblico . Dopo un indirizzo di saluto del comm . Pagliassotti, Consigliere Delegato
della SEI, il Segretario del cardinale Kónig, arcivescovo di
Vienna, ha letto la presentazione del volume redatta dal Cardinale stesso . Il Rettor Magnifico dell'Università Gregoriana,
P . Hervé Carrier, ha commentato l'opera definendola una delle
manifestazioni culturali più importanti del nostro tempo . Successivamente don Giulio Girardi, direttore dell'opera, ha risposto ai
numerosi interventi dei giornalisti . Ci ripromettiamo di presentare in seguito taluni problemi prospettati dal volume edito dalla
SEI, mentre plaudiamo all'intento pastorale, oltre che scientifico,
perseguito con riconosciuto successo dagli autori dell'opera .
Incoronazione di Maria Ausiliatrice al Castello di Monte Gridolfo (Forlì)
La domenica 17 settembre scorso al Castello di Monte Gridolfo (Forlì) il vescovo di Rimini mons. Emilio Biancheri incoronava solennemente l'Immagine della Vergine Ausiliatrice .
La devozione a Maria Ausiliatrice a Monte Gridolfo fu portata nel 1922 dal salesiano don Giulio Parazzini, nativo del
Castello . La devozione andò crescendo fino a diventare in
questi ultimi anni la festa religiosa più importante della
zona . Quest'anno si è voluto incoronare l'Immagine della
Madonna con corone d'oro offerte -dalla popolazione, con
a capo lo zelante parroco . L'incoronazione si dovette fare
nella piazza, perchè la chiesa non avrebbe contenuto la
folla . Benedette le corone, il vescovo le imponeva sulla
testa del Bambino Gesù e della Madonna e adornava la
sacra effigie con lo scettro e il fermaglio del manto, pure d'oro .
Quando la folla vide brillare sulla fronte dell'Ausiliatrice e
del Bambino le due corone, scoppiò in un delirante applauso
e in grida di Evviva Maria Ausiliatrice . Molti piangevano
di gioia . Il vescovo, visibilmente commosso, tenne un
vibrante discorso sul significato della cerimonia e presiedette la Processione di chiusura . A sera il Castello appariva
tutto un mare di luce a onore della Vergine Ausiliatrice .
I nostri volontari
con i ragazzi di Poxoreu,
in una breve sosta
dal lavoro
che sia loro conferito in forma solenne
il diploma di Cooperatori Salesiani,
Cosa dice un veterano delle Missioni sulla
(jrUa=
MATO GROSSI
In attesa di intervistare i trenta volontari reduci da Poxoreu, pubblichiamo queste riflessioni di un veterano delle Missioni dei Mato Grosso .
Don G . B . Duroure è stato fino all'anno scorso parroco a Poxoreu, è
quindi più di ogni altro in grado di valutare l'opera dei giovani protagonisti della "Operazione Mato Grosso" . Don Duroure è membro dell'Istituto Storico del Mato Grosso (Brasile) e attualmente sta scrivendo
la storia delle Missioni del Mato Grosso .
un gesto cristiano di amor di
Dio e del prossimo, tanto nelle
dimensioni della « Populorum Progressio » quanto nella tradizione salesiana,
questo : fare dei giovani non solamente dei cristiani, ma anche degli
20 apostoli .
L'essere stata la prima a suscitare,
in tali proporzioni, l'ideale e la realizzazione di un così stupendo programma apostolico, è una gloria per
la nostra Congregazione .
Al loro ritorno i giovani dell'« Operazione Mato Grosso» meritano
poichè lo sono di fatto . Ben guidati,
essi saranno nostri collaboratori preziosi .
L'« Operazione Mato Grosso » serve
a far meglio conoscere le Missioni e
a suscitare simpatia per esse . Penso
all'esempio che ci offre l'Ospedale che
ospita don Ugo : tutti, indistintamente, medici, infermieri, suore, ammalati, pregano, offrono il loro lavoro, le loro elemosine, le loro sofferenze per la Missione. Don Bosco
deve sorridere di compiacenza nel
vedere giovani che fanno sbocciare
sui loro passi tali fiori di amore
cristiano .
I giovani della « Operazione » torneranno essi stessi arricchiti di una
esperienza che inciderà profondamente sulla loro vita .
Il missionario, questo sconosciuto
che tante volte ha l'impressione - e
non soltanto l'impressione - di essere abbandonato, ritrova il suo entusiasmo a contatto con giovani che
comprendono e condividono con tanto
amore la sua vita di sacrificio e di
donazione .
E i giovani di Poxoreu ? Quale impressione vedere giovani distinti, più
istruiti di loro, che vengono da così
lontano per lavorare gratuitamente
per loro, vivendo in pieno e senza rispetto umano la loro vita cristiana!
In fine si realizza per la Missione
un vecchio sogno, fino a ieri irrealizzabile : « A Casa da crianFa » (la
Casa della gioventù) .
Come vecchio missionario che conosce le difficoltà e le sofferenze della
vita di missione, oso aprire rispettosamente un dialogo con i Superiori
responsabili . Chiedo a Dio di illuminarli perchè questa « Operazione »
si rinnovi e si moltiplichi - e non
soltanto nel Mato Grosso - ; ma ciò
avvenga sotto la direzione di sacerdoti
come don Ugo e don Luigi, affinchè
un'opera intrapresa per amore di Dio
e del prossimo non diventi un'impresa di turismo o di avventure.
DON G. B. DUROURE
Visita d'eccezione
a tribù primitive
dell'Alto Orinoco
.
-_.__._-m .i
Due membri del Consiglio Superiore, l'Economo generale don Ruggiero Pilla e il Consigliere per la
pastorale giovanile don Gaetano
Scrivo, nella loro visita ai Wuaicas
nella Missione dell'Alto Orinoco
(Venezuela) hanno vissuto ore di
profonde esperienze, in mezzo a
nuclei umani tra i più primitivi di
quanti ancora esistono sul nostro
globo, e hanno ammirato l'opera
che tra quelle tribù svolgono i missionari in condizioni d'ambiente
durissime e con una carica di serenità, di sacrificio e di abnegazione
che solo la carità di Cristo può dare .
a. M1111
_doma
Tre Superiori Maggiori in visita ai Wuaicas .
Da sinistra : don Rosalio Castillo,
recentemente eletto membro del Consiglio Superiore ;
don Ruggiero Pilla, Economo generale ;
don Gaetano Scrivo, Consigliere generale
per la pastorale giovanile
all'aeroporto cittadino di Caracas il piccolo bimotore si sollevò
come una rondine nell'aria tersa e
fresca del mattino . Il bravo pilota
con' la carta del Venezuela sotto
gli occhi drizzava la rotta verso San
Ferdinando, uno degli ultimi scali
aerei di quell'immensa e disabitata
regione meridionale in grado di offrire una qualche assistenza al volo
di piccoli apparecchi . Qui fu fatto
un provvidenziale pieno, che avrebbe
consentito la massima autonomia di
volo, e furono meglio registrati i
freni, che proprio in quel primo at-
D
terraggio non avevano troppo soddisfatto il pilota . Egli pensava a
quello che il velivolo avrebbe dovuto
affrontare in un corto campo di
fortuna, aperto alla meglio nella
selva sconfinata .
Eravamo diretti a visitare la Missione salesiana dell'Alto Orinoco,
che si articola in quattro residenze,
nell'estremo sud dell'Amazzonia venezuelana incuneata in quella brasiliana .
Lo scopo della nostra presenza
nell'America latina non era questa
visita, ma un programma di lavoro
già esaurito . Prima a Buenos Aires
e poi a Caracas avevo convocato
gli Economi ispettoriali salesiani
delle due Americhe, e tra l'una e
l'altra riunione avevo visitato nostre Opere del Brasile, dell'Argentina, del Cile, della Colombia e del
Venezuela .
Il Consigliere generale per la pastorale giovanile, don Gaetano Scrivo,
compiuto nel Cile un ciclo di conferenze e di riunioni tra il vivo
interesse di quei confratelli, era
giunto il giorno innanzi a Caracas .
Rimaneva solo una puntata nella 21
Don Pilla
distribuisce caramelle ai Wuaicas .
« Tutti tendevano la mano
con sguardo amico ;
ma, tranne i ragazzetti
che ci venivano intorno,
nessuno lasciava la sua posizione »
Ispettoria di New York, ove ci
avrebbe accompagnato l'economo
ispettoriale don Perozzi, rimasto
con noi .
Nessuna radio rispondeva
22
« Non si può partire dal Venezuela - aveva detto l'ispettore
don Rosalio Castillo, oggi membro
del Consiglio Superiore, - senza una
visita alla Missione tra i Wuaicas,
anche per rendere omaggio al sacrificio eroico di quei missionari,
così soli in tante privazioni e disagi, e per portare loro una parola
di incoraggiamento » .
Detto e deciso . La sera innanzi,
via radio, era stato avvertito don
Cocco, l'apostolo dei Wuaicas, che
aveva subito dato l'allarme ai quattro gruppi missionari, scaglionati
lungo le più alte anse dell'Orinoco .
Ed ora eravamo lì don Scrivo,
don Castillo, don Perozzi e io, imbarcati in quel guscio di noce, che
sfrecciava nel cielo sempre più infuocato . Sotto, pianeggiante, compatta, d'un cupo verde variegato,
si perdeva, in tutto il giro dell'orizzonte, la foresta, solcata qua e là
da sinuosi nastri d'argento . Ogni
tanto c'ingoiavano densi strati di
nubi . E fu proprio in uno di questi
strati che vedemmo all'improvviso,
a un centinaio di metri sulla nostra
destra, due irte cime di monti, che
si alzavano quasi verticalmente dalla
selva . Il pilota sgranò gli occhi e
noi ci sentimmo accapponare la
pelle . Se le avessimo avute di fronte,
sarebbe stato impossibile evitarle .
Da un rapido sguardo alla carta
deducemmo di essere ormai non
lontani dalla catena del Duida, che
doveva indicarci una pronunziata
ansa dell'Orinoco con il piccolo
campo di Esmeralda, la prima delle
quattro residenze . Di qui dirottando a est e seguendo il fiume,
avremmo incontrato, dopo una diecina di minuti, il campo di fortuna
creato da don Cocco .
Ma non fu così . Avvistammo
l'Orinoco, lo raggiungemmo, dirottammo a sinistra, ma dopo quasi
un'ora eravamo ancora alla ricerca di
Esmeralda . Consultammo l'orologio :
era già passato mezzogiorno . Si
pregò, mentre una celata inquietudine invadeva gli animi di tutti .
Il pilota chiamava insistentemente
per radio, ma nessuna stazione rispondeva . La scorta di carburante
non ci permetteva di tornare indietro. In caso disperato bisognava
tentare la discesa sul fiume : non
c'era altra via d'uscita . Si pensò
per un attimo ai voracissimi piranas,
che in mezz'ora spolpano un bue!
Ma ecco finalmente profilarsi, lontano innanzi a noi, tra il grigiore
d'una cortina di nubi, un gruppo di
monti con la cima più alta prospiciente l'Orinoco . « Non c'è più dubbio » esclama il pilota in vigoroso
castigliano « è quello il Duida e di
fronte Esmeralda, che credevamo di
aver lasciata alle spalle » . Ormai
dalla voce rinfrancata di tutti si
capiva che ognuno respirava a pieni
polmoni .
In men di mezz'ora fummo sul
campo dei Wuaicas, che si scorgevano ai margini, intorno a due vesti
bianche di missionari .
Tra gli esseri umani
più primitivi
Dopo un'ardita planata a suolo
radente per misurare la pista, il
pilota ci fa prendere contatto con
la terra che, sebbene tra sobbalzi,
salutiamo gioiosamente . Il caro don
Cocco, il volto riarso e ruvido, scapigliato e arruffato nell'ampia barba
paglierina, ci abbraccia : gli occhi
sprizzano lampi di felicità . Assieme
a lui don Berno, venuto apposta
dalla residenza vicina, più contenuto
come la sua barba brizzolata, ma
profondamente commosso, ci saluta con effusione . Anche le Figlie
di Maria Ausiliatrice, che affiancano l'opera dei missionari, ci accolgono lietamente .
In un attimo il gruppo degli
Indios è intorno a noi e con la massima disinvoltura, specie i bambini,
ci porgono la mano . « Como te
llamas? » è la domanda dei bambini, che sotto la paziente guida
delle suore incominciano a imparare
lo spagnolo . È una vera presentazione, che continua mentre ci avviamo verso le misere capanne .
Tutti avevano qualche "cosa"
addosso, forse per la presenza del
missionario e per il nostro arrivo .
Più tardi, dopo esserci rifocillati
con cacciagione della selva, pesce
dell'Orinoco e frutta tropicale, preparati dalle suore, restituimmo la
visita alle loro capanne . Queste sono
molto ampie, perchè accolgono parecchi nuclei familiari, ognuno dei
quali occupa determinati spazi, senza
alcuna divisione tra di loro . Hanno
le pareti di staccionata piantata sulla
nuda terra, che fa da pavimento,
• la copertura quasi sempre di larghe foglie della flora tropicale . L'aria
• la luce penetrano solo dalle fessure della staccionata . L'interno è
del tutto spoglio e quando i Wuaicas
si spostano portando con sè le amache, gli archi, le lunghe frecce,
qualche arnese e il fuoco alimentato
da un legno speciale, la capanna
appare vuota e abbandonata .
Le amache, sospese a meno di un
metro da terra, formano dei triangoli, tra i quali durante la notte
arde per terra il fuoco, che illumina
• riscalda . Qua e là qualche recipiente di legno e in alto, appesi a
corde orizzontali di liana, qualche
grappolo di banane e qualche pezzo
di selvaggina . Null'altro .
Passammo da una capanna all'altra accompagnati da don Cocco,
che si comportava come uno di famiglia e aveva per tutti una parola,
che noi, dal tono e da come veniva
accolta, interpretavamo di incoraggiamento e di saluto . Uomini, donne,
bambini erano chi accoccolato, chi
seduto per terra, chi, ed erano i
più, si cullava adagiato nella propria amaca .
Distribuimmo le caramelle . Tutti
tendevano la mano con uno sguardo
amico, ma, tranne i ragazzetti che
ci venivano intorno e ci seguivano,
nessuno lasciava la sua posizione .
I Wuaicas, sparsi in questa immensa selva dell'Alto Orinoco, sono
poche migliaia e non tutti i gruppi,
che prendono varie denominazioni,
hanno avuto contatti con il missionario o con i bianchi in generale .
Frazionati in piccole tribù, spesso
molto distanti tra loro, di un cen-
« Si perforano i lobi
delle orecchie,
e le donne anche
il setto nasale e le guance
intorno alla bocca .
Nei fori infilano
delle cannucce ben
levigate »
tinaio ciascuna, vivono alla giornata,
di pesca, di caccia (scimmie, tapiri,
serpenti, rospi . . .) e di frutta tropicale . Della banana, che è il cibo
abituale, curano anche una rudimentale coltivazione .
La loro razza e i loro costumi
sono gli stessi di quelli che vivono
lungo il Rio Negro nel Brasile : i
Yanoama. Sono tra i nuclei umani
più primitivi di quanti ancora esistono sul nostro globo ignari dell'odierna civiltà. Figli della selva
amano una vita quasi nomade e
spostano di tanto in tanto la loro
residenza . Questa, dove non c'è
stata l'influenza del missionario, è
costituita da un'unica palizzata circolare con uno o due ingressi dall'esterno e con una copertura di
foglie spiovente solo verso l'esterno
a mo' di pagliaio e completamente
aperta verso lo spiazzo rotondo
dell'interno, che è la piazza della
piccola tribù . Tutto intorno è fitta
foresta, perchè la residenza è ricavata col taglio circolare dell'intricata vegetazione . Dall'aereo appare
come una chierica sulla folta capigliatura d'un prete .
La pittoresca toeletta
dei Wuaicas
I Wuaicas hanno il senso dell'orientamento e raggiungono le mete
che si prefiggono . Camminano nella
selva anche per parecchie settimane,
senza mai perdere la giusta direzione .
Non hanno bisogno di portare scorte :
lungo il percorso si nutrono di frutta
selvatica, di cacciagione, uccisa con
frecce a volte avvelenate di curaro,
e si dissetano ai numerosi corsi
d'acqua, che incontrano lungo il
cammino . Durante le soste, specie
notturne, si riparano con piccole tettoie di foglie (tapiri), allestite rapidamente, e sotto le quali tendono
alte le loro amache .
I Wuaicas sentono molto vivi
i vincoli di parentela e di sangue,
fino a portare per mesi e mesi cosparsa sul volto la cenere rappresa
di lacrime, che esprime il dolore
per un parente scomparso ; fino a
mangiarne le ossa triturate in un
impasto di banane, durante la cerimonia del rearo, a cui partecipano
tutti i componenti della tribù e invitano altre tribù amiche . Ma sono
altrettanto spietati nella vendetta e
inesorabili contro le tribù nemiche,
fino a distruggersi . Una delle cause
più frequenti che porta all'insorgere
di un odio profondo e insanabile è
il rapimento delle giovani donne,
che i rapitori prendono per mogli .
Non c'è una vera poligamia, ma
non pochi, specie i più valorosi (i
waiteri), hanno più di una moglie .
Il nucleo familiare è quasi stabile
e duraturi sono i legami che con
questo si creano .
L'amicizia tra le tribù porta a
frequenti scambi d'inviti a feste,
alle quali gli invitati intervengono,
affrontando faticose giornate di sgu- 23
Non è facile avere un'idea del
loro patrimonio intellettuale e religioso, perchè non se ne conosce a
fondo la lingua, di cui tuttavia sono
già stati catalogati circa cinquemila
vocaboli . Scarseggiano le idee astratte
• prevalgono i concetti concreti e
pratici .
I Wuaicas credono che lo spirito
del defunto non ha pace finché non
se ne consumano le ossa . Praticano
una certa forma di stregoneria con
la invocazione degli hekurà, spiriti
che invadono gli individui per liberarli dalle malattie, dar loro gioie
• piaceri e difenderli dai mali .
« Presentano il labbro inferiore
molto prominente, perchè tengono abitualmente
una foglia di tabacco arrotolata
intorno alla corona inferiore dei denti»
24
sciamenti tra le intricate maglie
della vegetazione tropicale e i pericoli delle belve . In prossimità della
meta si fermano e sfoggiano acconciature e ornamenti di gran gala
con una toletta non di abiti, ma di
lucidi corpi pittorescamente striati
di vari colori ricavati da succhi di
piante e con cannucce piumate infilate in fori praticati nelle orecchie
e sul volto . Quando invece gli uomini muovono all'attacco di una
tribù, hanno il corpo tinto tutto di
nero, che è il colore della sfida e
della guerra .
I Wuaicas, dalla pelle fortemente
abbronzata e rossiccia, hanno una
statura più bassa della media, ma un
fisico robusto e ben formato . Sono
imberbi . Si radono i capelli lisci e
nerissimi alla foggia di un frate
minore con un filo tagliente di canna .
Occhi lievemente a mandorla . Presentano il labbro inferiore molto
prominente, perchè tengono abitualmente una foglia di tabacco arrotolata intorno alla corona inferiore
dei denti . Si perforano i lobi delle
orecchie, e le donne anche il setto
nasale e le guance intorno alla bocca .
Nei fori, che hanno cura di allargare progressivamente, infilano per
ornamento delle cannucce ben levigate e sormontate da piume variopinte .
Una forza che Dio solo
può dare
Sono dieci anni che i nostri missionari hanno agganciato alcuni nuclei di questi selvaggi, ma ancora
non si possono misurare i frutti del
loro lavoro . Le difficoltà che si incontrano sono inimmaginabili : difficoltà di organizzazione, di mezzi,
di lingua . di ambiente e di carattere
psicologico . Si richiede un sacrificio e una costanza senza limiti e
che solo l'amore di Dio può alimentare .
Recentemente don Cocco ci comunicava la sua gioia per le visite
eccezionali ricevute in quest'ultimo
tempo, tra cui quella dell'Ambasciatore d'Italia nel Venezuela prima
della nostra, e poco dopo quella
del Nunzio Apostolico .
Egli ci aveva già fatto leggere in
missione con visibile soddisfazione
la lettera dell'Ambasciatore, che è
una vera testimonianza dell'opera dei
salesiani in quest'angolo isolato della
terra, ove la Chiesa è presente,
come ovunque, a estendere l'azione
redentrice di Cristo .
« Sono stato veramente felice di aver
fatto questo viaggio - scriveva • di aver passato quei due giorni
assieme a lei . Sono stati momenti
ricchi, come pochi altri, di profonde
esperienze quali raramente avviene
di viverne . L'opera che svolgete in
condizioni di ambiente così dure e
nei confronti di tribù così primitive
non può che essere ispirata da una
Carità, cui Dio solo può dare tanta
forza, tanta serenità e tanta abnegazione nel sacrificio .
Come italiano, e che per di più ho
l'onore di rappresentare l'Italia in
questo paese, mi sono sentito orgoglioso : perchè non è di tutti i popoli
esprimere queste virtù e portare nel
mondo così alto contributo missionario . Ho sentito che laggiù battevano dei cuori italiani, la cui vita
dedicata ad un ideale di carità cristiana si richiama però anche e sempre alla patria, alle sue virtù migliori, in un felice binomio di alto
valore, sul piano spirituale e su
quello umano . È, come lei ben ricordava, l'esempio tracciato da San
Giovanni Bosco, cui si ispira la sua
grande Famiglia spirituale » .
Leggevamo queste righe e ne sperimentavamo con immediatezza la
commovente verità, mentre in quello
stesso pomeriggio con due fuoribordo solcavamo il placido letto dell'Orinoco per recarci a visitare altre
due residenze, ove si ripeterono le
scene del primo incontro . Tornammo
a notte fonda, quando il letto del
fiume si confondeva con l'oscurità
della foresta addensata e straripante
lungo le sponde e mentre una pioggia
persistente ci batteva sul viso e ci
inzuppava i leggeri indumenti, rinfrescandoci e alleviando la nostra
stanchezza .
All'indomani, prima di spiccare il
volo di ritorno, concelebrammo nella
modesta cappella della missione .
presenti alcuni Indios e tra il gironzolare ordinato e premuroso di parecchi indietti, felici di indossare le
rosse vesti del piccola clero, anche se
non ancora in grado di comprendere
il significato del rito e del loro servizio . Fu certo la prima concelebrazione sotto quel remoto lembo di
cielo, in prossimità dell'equatore .
Lì, in unione di menti e di cuori .
chiedemmo al Signore di far presto
germogliare i semi gettati dai missionari . Pregammo che l'immolazione di Gesù sulla croce, rinnovata
quotidianamente anche in quella
terra, diventi fonte di salvezza anche
per quei poveri Indios .
Pranzo con cinghiale per tutti:
il gran capo si è fatto cristiano
Si chiama Kiniama, ha novant'anni e i libri dì storia parlano di lui ; ma
il suo maggior merito è di aver accolto la prima missione salesiana
nel Congo . Il Signore ora lo ha premiato con il dono della fede
circa
120 chilometri da LubumbaA shi, dové
il fiume Kafubu si getta
nel Luapula, si estende una pianura
verdeggiante di culture e di boschi :
è la terra di Kiniama, sede della
prima missione salesiana di Sakania .
Questa terra era in altri tempi il
fiorente regno dei fieri Baushi e del
loro sovrano, il grande capo Kiniama
Mofya . Egli era ancora un giovanotto quando i primi europei penetrarono nel Katanga meridionale . Oggi
ha 9o anni .
Quando nel 1914 don Sak, il futuro
prefetto e vicario apostolico di Sakania venne per la prima volta a
Kiniama per studiare la posizione in
vista della fondazione della prima
missione salesiana del Congo, il
grande capo lo ricevette assai cordialmente e con tutti i segni di rispetto
25
Dall'alto:
"Entra nel tempio di Dio. . ."
L'illustre neofita entra nella chiesa, sorretto da Mo
e dal suo padrino, il catechista Alfonso Matandikc
'Alberto, io ti battezzo
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Sai
II grande Capo volle prendere il nome di Alberto
in memoria di re Alberto I del Belgio
destra:
26
i grande folla, soprattutto di uomini
suoi uomini no assistito al Battesimo del gran capo
orto Kiniama Mofva
riservati ai visitatori importanti . E
quando il missionario definì il luogo
della missione, il capo mise il terreno
a disposizione dei missionari .
S'imponeva il problema del trasporto dei materiali : bisognava portare
a spalla d'uomo legno da costruzione,
lamiere ondulate, porte e finestre . A
quei tempi la strada carrozzabile Elisabethville-Kiniama non esisteva ancora: non vi era che una pista indigena che serpeggiava attraverso pianure e foreste per oltre cento chilometri . Ma non ci fu da preoccuparsi :
il grande capo diede ordine al suo
intendente di convocare cento uomini tra i più robusti . Quindi invitò
don Sak a venirli a vedere e gli disse :
« Ecco i miei uomini : sono ai vostri
ordini » . Di fatto cento uomini gagliardi stavano allineati davanti al
missionario .
Il giorno dopo partivano per Elisabethville, l'attuale Lubumbashi . Impiegarono tre giorni per andare e tre
giorni per tornare, portando ciascuno
sul capo chi una porta, chi una finestra, chi una lamiera . Così si potè
fondare la prima missione salesiana
nel Congo .
Il capo Kiniama fu uno dei più
assidui uditori dei missionari . Da
anni egli desiderava il battesimo, ma
i costumi pagani nei quali egli si
trovava impigliato per la sua posizione di capo, in particolare la poligamia, gli impedivano di riceverlo .
Finalmente ebbe il coraggio di superare tutte le difficoltà .
Quando, preparandolo al Battesimo,
gli domandai se rinunziava veramente
ai suoi feticci, il gran capo rispose
che non ci credeva più affatto e che
non aveva fede che in Dio, Creatore
di tutte le cose . Egli stesso convocò
tutti i notabili per discutere sull'abbattimento dei piccoli templi eretti
presso la sua casa . Questi templi
agli occhi dei pagani sono come dei
monumenti innalzati agli antenati :
sono l'incarnazione della tribù, tanto
dal punto di vista nazionale quanto
da quello religioso . La conversione
di Kiniama è tanto più meritoria per
lui, che era il grande sacerdote pagano
della sua tribù . La sua autorità morale sulla popolazione è rimasta indiscussa nonostante l'età avanzata .
Effettivamente nel volume Baluba
et Balubaises du Katanga (ediz . Verhulpen, p . 392) si legge : a L'antenato
dei Baushi è Makumba . Makumba
giunse con due capi : Mirambo e
Kiniama, che dovevano essere i suoi
grandi sacerdoti : Mirambo rimase
nella Rodesia (Zambia) e Kiniama si
stabilì nel Congo con la sua tribù,
i Bena Mumba . I Bena Mumba
della Rodesia del nord (Zambia) pagarono già tributo al capo Kiniama
e, sebbene ora siano divenuti indipendenti, essi lo riconoscono ancora
sempre come loro gran capo» .
Grande fu quindi il concorso e la
partecipazione del popolo di Kiniama
quando il gran capo ricevette il battesimo . Anche la Zambia era rappresentata da una forte delegazione di
Baushi condotti dal loro capo Matanda. Come di rito, la prima parte
delle cerimonie battesimali si svolse
nel vestibolo della chiesa, fino al momento in cui il vescovo presentò il
lembo della sua stola al venerando
neofita . Sostenuto dal suo padrino,
il più anziano catechista della missione, Alfonso Matandiko, egli fece
il suo ingresso nel santuario, mentre
tutta l'assemblea recitava il Credo e
il Padre Nostro. Egli avanzò così fino
al presbiterio, dove doveva aver
luogo il battesimo davanti all'assemblea . Una cattedra era stata eretta
per lui di fronte al trono del vescovo .
Nonostante l'età avanzata e la vista
debole, il capo seguì tutto con calma
e piena lucidità . Momento emozionante fu quello in cui l'acqua battesimale scese sulla sua fronte . Egli
volle prendere il nome di Alberto in
memoria di re Alberto I del Belgio,
che aveva conosciuto nel Congo .
Dopo il battesimo, mons . Lehaen
celebrò la Messa, assistito dal superiore
della missione don Frans Goossens.
Fu una messa dialogata in Cibemba,
accompagnata da canti appropriati,
eseguiti in parte dai fedeli venuti
dalla lontana Zambia . Dopo l'omelia il vescovo conferì la cresima
al novello battezzato . Quando la messa
giunse alla comunione, il nuovo cristiano Alberto Kiniama Mofya fece
la sua prima comunione . La moglie,
Elisabetta Kifita, cristiana da vari
anni, si accostò alla sacra mensa dopo
di lui, seguita da una grande folla
di fedeli, desiderosi di comunicarsi
col loro capo divenuto discepolo di
Cristo .
All'uscita dalla chiesa il gran capo
ricevette gli omaggi e i doni che la
sua gente gli offerse . Erano presenti
con la massa di popolo tutte le autorità locali, che assistettero al ricevimento . In esso le felicitazioni, i di-
scorsi, i complimenti si fusero felicemente con i canti di circostanza .
Nella sua risposta il capo ebbe la
delicatezza di ricordare i missionari
della prima ora, i pionieri, citandoli
per nome, e li ringraziò insieme con
tutti i missionari per il bene fatto
al suo popolo in più di mezzo secolo .
« I missionari - concluse - sono stati
veramente i miei padri nel Signore .
E così debbono considerarli i Baushi » .
Qualche giorno prima un cacciatore aveva ucciso un ippopotamo e
ne aveva regalato una buona parte alla
tribù . La missione aggiunse altra
caccia abbondante, sicchè si mangiò
e si bevve con molta allegria fino a
tarda sera.
Il rappresentante dei Baushi, parlando a nome di tutti, aveva detto :
« Ora il nostro paese è veramente cristiano perchè il nostro gran capo Kiniama è battezzato! » . C'è da crederlo :
l'esempio di quest'uomo, rappresentante di una civiltà ormai tramontata,
ma alla quale egli aveva dato l'ultimo
splendore, trascinerà i più giovani su
di una via sempre più degna, più
umana e più recettiva dei valori di
cui solo Cristo è la sorgente .
Kiniama (Katanga)
P. JEAN-BAPTISTE ANTOINE
27
,,
L'apparecchio
aveva preso fuoco
Sono di ritorno da Huanuco, dove
la nostra Ausiliatrice volle darci una
prova sensibile della sua protezione .
L'aereo su cui viaggiavamo, al momento di atterrare, prese fuoco . I
passeggeri non se n'erano accorti ;
si sentiva solo un gran caldo, e non
si sapeva spiegare come, toccando
qua e là, tutto scottasse . Ma ce ne
accorgemmo al campo di atterraggio
dove la direttrice e un gruppo di
alunne che stavano aspettandomi,
videro sgomente che l'aereo di sotto
era avvolto dalle fiamme . Impressionatissime, invocarono con gran
fede Maria Ausiliatrice, prevedendo
con angoscia che, toccando terra,
l'apparecchio si sarebbe incendiato
del tutto . Invece, grazie alla bontà
di Maria Ausiliatrice, avvenne il
contrario : radendo il suolo le fiamme
si spensero, e tutti potemmo uscire
completamente illesi, rendendoci conto del gravissimo pericolo da cui,
in modo cosí prodigioso, eravamo
stati preservati . Fu unanime perciò
un sentimento di profonda riconoscenza alla nostra Ausiliatrice .
Lima (Perù)
SUOR ANTONIETTA BH05M
Ispettrice delle Figlie di M . Ausiliatrice
agito anni fa
Il 9 dicembre 1867 Don Bosco giungeva a Mornese ricevuto al suono
festivo delle campane dal parroco, dal municipio e dall'intera popolazione,
memore della visita che il Santo vi aveva fatto nel 1864 . Nei tre giorni
che vi passò fu una festa di gioia e di pubblica esultanza . Don Bosco appariva profondamente commosso per l'affetto e la generosità delle offerte
di quella buona gente dei campi . Il giorno 10, sotto i portici del collegio
che Don Bosco era andato a inaugurare per le Figlie dell'immacolata (le
future Figlie di Maria Ausiliatrice), si radunò una grande assemblea . Tutti
Io accolsero con grandi applausi e gli offrirono abbondanti doni in natura,
mentre un notabile del paese ne dava questa spiegazione :
Noi siamo debitori di grandi cose alla santa Vergine Ausiliatrice . L'anno
scorso molti di questo paese, dovendo andare a/la guerra, si posero tutti
sotto alla protezione di María Ausiliatrice mettendosi per lo più una medaglia al collo, andarono coraggiosamente, e dovettero affrontare i più
gravi pericoli, ma niuno restò vittima di quel flagello del Signore. Inoltre
nei paesi confinanti fu strage di colera, della grandine, della siccità, e noi
fummo affatto risparmiati . Quasi nulla è la vendemmia dei nostri vicini,
e noi siamo stati benedetti con tale abbondanza che da venti anni non
si è più vista . Per questi motivi noi siamo lieti di poter manifestare in tal
modo la incancellabile nostra gratitudine verso la grande Protettrice del
genere umano . Credo essere fedele interprete dei miei concittadini asserendo che quanto abbiamo fatto ora, lo faremo anche in avvenire, persuasi così di renderci sempre più degni delle celesti benedizioni .
Don Bosco ringraziò a nome della Madonna, benedisse la generosità dei
loro cuori, promise Che avrebbe pregato per loro .
(Mem . Biogr. VIII, p . 1012)
alle cure dei medici, hanno scongiurato questa disgrazia, portandola in tempo brevissimo alla guario ne . Quanto sopra dichiaro a gloria
Ni
io .
n
Era in pericolo grave di cecità
Premetto che la nostra devozione
a Maria Ausiliatrice ha le sue radici
in quella di mia madre . Sento inoltre
il dovere di sottolineare che la mia
salvezza morale e fisica durante e
dopo l'ultimo conflitto (le mie traversie hanno del miracoloso) è dovùta alle preghiere che mia madre
rivolge costantemente a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco di cui, lo
dico con orgoglio, sono exallievo
e cooperatore .
Mia moglie, lo scorso luglio, venne
colpita improvvisamente da una uveite acuta che i sanitari ritenevano
pericolosissima per la conseguenza
estrema : la cecità .
L'intercessione di Maria Ausi28 liatrice e di Don Bosco, unitamente
Bolzano
GIAN FRANCO VILLANI
dovuto fracassarsi ; invece rimase
intatto ; e quando provai a metterlo
in marcia funzionò perfettamente .
Attribuisco questa grazia a Maria
Ausiliatrice, la cui immagine porto
e venero nel veicolo, e a San Giovanni
Bosco, di cui sono fervente Cooperatore .
Madrid (Spagna)
TOMMASO MARTÍN
Il camion precipita
dall'altezza di dieci metri
Ho un camion col quale qualche
volta trasporto materiale per la casa
salesiana di S . Fernando . Un giorno,
dopo aver scaricato un carico di
paglia, salimmo io con i miei due
aiutanti . Nel metterlo in moto, per
una distrazione, invece di fare marcia in avanti, feci marcia indietro,
precipitando da un'altezza quasi verticale di dieci metri . Vista la mala
parata, saltammo giù dal camion
tutti e tre senza farci la minima
scalfittura . Ma la cosa più singolare
fu che il camion nel cadere avrebbe
« Tutti siamo convinti che è stata
Maria Ausiliatrice a salvarci »
Eravamo andati a Cesarò per
passare alcune ore con la nonna .
Messici in cammino col buio inoltrato, cercammo di guadagnare tempo
per non arrivare molto tardi a Catania, ma in un rettilineo chi guidava,
per una momentanea distrazione, non
ebbe il tempo di abbordare la curva,
sicchè andammo a schiantarci contro
un pilone di cemento che, volando
per l'urto, ci mandava fuori strada
con la macchina tutta sconquassata .
Visto il pericolo, invocai subito Maria
Ausiliatrice ed ella mi ha maternamente ascoltato . Tutti abbiamo faticato a uscire dalla macchina, ma
eravamo salvi e solo con qualche
graffio e ammaccatura . Siamo convinti che la Madonna ci ha salvata
la vita . II giorno dopo abbiamo fatto
celebrare una Messa in ringraziamento per attestarle la nostra filiale
riconoscenza .
Catania
CH . ANTONIO
TRECCARICHI
«Se il miracolo lo vuoi fare,
perchè non lo fai subito? »
Da tre anni affetta da stenosi
mitralica, pur essendo consigliata
dai dottori di evitare nuove maternità, nel gennaio del I96o attendevo
la nascita dell'ottavo figlio . Ero fermamente decisa a dare la mia vita
per quella del nascituro, viste le
serie preoccupazioni dei medici . La
notte precedente l'entrata in ospe-
dale, ove sarei rimasta sotto attento
controllo di specialisti cardiologi,
quasi presentendo la grazia, mi
rivolsi alla Madonna attraverso l'intercessione di San Domenico Savio
e le dissi : « Maria Ausiliatrice, il
bambino che deve nascere sarà certamente frutto di un miracolo . Se
dunque il miracolo lo vuoi fare,
perchè non lo fai subito, evitandomi
la degenza all'ospedale? » . Era mezmanotte e mi addormentai . Alle 2
di notte mi svegliai . Alle 2,30 il
bambino era nato in casa mia . Il
dottore, chiamato d'urgenza, osservò :
# Il suo cuore, signora, è come se
non avesse partecipato alla fatica di
questo evento » .
Dopo sette anni mi decido ad
adempiere la promessa fatta di rendere pubblica la grazia, mentre assicuro che da allora il cuore mi ha
permesso di adempiere i miei doveri
di madre .
Delia
(Caltanissetta)
CONIUGI GRAZIA E GIUSEPPE BAUCHERI
La Madonna
fu pronta a intervenire
La mia cara mamma, fervente
devota di Maria Ausiliatrice, sofferente da vari mesi di calcoli renali,
andava soggetta a dolori lancinanti .
Nessun rimedio era valso a calmare
i suoi spasimi . Il medico curante
aveva consigliato il ricovero in ospedale per un eventuale intervento
chirurgico, ma le precarie condizioni della degente non ne permettevano l'esecuzione . Ci rivolgemmo
allora con piú fede alla Vergine
Ausiliatrice, e la Madonna fu pronta
a intervenire . Un calcolo, causa, di
tanti dolori, venne espulso senza la
temuta operazione e da quel giorno
i dolori cessarono d'incanto . La
mamma e noi tutti di famiglia diciamo
di cuore grazie all'Ausiliatrice e
inviamo una modesta . offerta.
Molfetta
(Bari)
ROSA TATULLI
CI HANNO PURE SEGNALATO GRAZIE
Abramo. Angela - Achini Franco - Agnelli Ferdinanda -. Alberico Bucci Rosa - Alfano Carmela Alloisio Irma - Altare Gemma - Amodio Arcangela Amparone Cristina - Ansaldi Maria - Arana
Gemma - Ariis Giuseppina - Armand Beatrice Armitano Valeriano - Auditore Concetta - Bado
Francesca - Baietta Agnese - Baldi Carmela Balistreri Salvatore - Ballarati Cinzia - Baracch
Carlo - Barbagallo Prospero - Barbetti Felicita Barbieri Mercedes - Baroli Luciano e Rina Battistella Maria - Bazzarone Rita - Begelle Rita Benedetto Virginia - Berlendis Cesira - Bertarini
Alessandra - Bertoldi Maria - Berzano Ida - Bess
Giovanni - Bianchi suor Linda - Bianco Anna
- Bielli Guido - Bifilco Maria - Biscetti Eugenia Bochicchio Grisorio Maria - Boga Fausto e Luigina - Bonacina Enrico - Bonfanti Vicenza Borello Antonietta - Borello Vera - Borreani
Giuditta - Boscardin Elena - Bottini Maria Brignone Maddalena - Bruno Anna Maria - Burgio
Calogero - Busillo Teresa - Buttafuoco Caterina
- Cagnolaro Maria - Cai Teresa - Calcagno Cecilia
- Calderoni Vittorio - Calvi Teresa - Camana
Guido - Candelo Enrichetta - Canterzani Natale Capellenti Nicoletta - Capra Angiolina - Caputo
Maria - Cardoni Rosa - Carone Anna - Carraro
Maggiorina - Casanova Barbara - Castellano
Renna - Castiglioni Galeazzi Elvira - Casurei
Anna - Carri Domenica - Cavalcato Fratta Geltrude - Cerri Luciano - Cesconetto Luigi - Cherubini Maria - Chiarabelli Elide - Chierichetti
Luigia - Ciccausi Angela - Cinquemani can . d . Salvatore - Coldani Dorina - Coltri Giovanni - Comin
Poletti Cecilia - Comollo Giuseppe - Coppola
Adalgisa - Corgiolu Fortunata - Corso Lucia Costa Benedetto - Curatolo Lucia - Dagna Franca
- Dal Bello Franco - Dal Mut Fabriani - Damiani
Eledis - Da Ros Argene - De Battista Francesca De Caria Rosina - Del Gaudio Giovanni - Della-
role Mauro - Del Prete Maria - Demichelis fam .
- De Sessa Emma - Diemoz Monica - Di Marco
Rosalia - Di Prima Franca - Di Stefano Chiara Donini Tullia - Durante Rina - Duranti Alice Falletto Margherita - Fanton Italia - Farald
Gino - Fasciano Teresa - Fattori Maurizio Favre Adolfo - Ferrari Margherita - Ferrarotti
Sandrina - Ferretti Teresa - Ferro Maria - Fiore
Vito - Floreanini Enore - Fornero Tilde - Frattale
Carlo - Fusco Carla - Gaggioli Stefano - Galante
Giovanni e Anna - Gallone Ersilia - Gamba
Francesca - Gandolfi Domenica - Garda Giovanni
- Garrone Giuseppina e Libero - Gastaldi Giuseppe - Gavina Santino - Gentini Carolina Gervaso Luigina - Ghiazza Scavino Aurelia Ghisleri Rosa - Giambelluca fam . - Giarrusso
Angela Lucia - Gilandini Alfonso - Gilli Domenica - Ginepro Clotilde - Gioia Claudia - Giovenzana Luigia - Giuntoli Teresa - Gogliazzi
Giuseppe - Goldoni Giulia - Graziadei Zuech
Enrica - Graziano Vincenza - Gregori Pia Greppi Secondo - Grilli Resta Caterina - Guala
Alessandro - Guarra Girolamo - Guaggione
Filippa - Gusella Betti Francesca - Iacopino
Anna Maria - Infranta Angelo - Labriolo Enza Laddo Giovannina - Lanati Luigina - La Russa
Annetta e Lucia - Lazzari Giovanni e Maria Lembo Tina - Leveque Maria - Liotti Grazia
Lo Jacono Giuseppe - Longo Tirolese Maria Lucchi Licinio - Magno Ausilia - Malcotti Marina
- Maggiora Cesare e Angelo - Maionoli Calderio
Maria - Manassi Adolfo - Manfredi Overda
Caterina - Maniero Olga - Marasini Luciano Marchesotti Maria Grazia - Mardegan Evelina Marino Agostino - Maritano Vincenzo - Martini
Margherita - Marucco Domenica - Masni Rodolfo - Masuelli Giuseppina - Meaggia Francesca
- Medica Luisa - Mercenari Silvie - Merlo Pietro
- Messina Francesca - Micheletti Veronica -
Milanese Felicita - Millo Anzilla - Minetti Filomena - Mistretta Lina e Nino - Monterisi Francesco - Morandini mons. Andrea - Moriondo
Angela M . - Moscatelli Laura - Muglialdo Rosa Musuraca Franco - Negro Elide ed Antonietta Nuti Margherita - Oliveri Carolina - Orrù Annamaria - Palazzini Laura - Palmieri Elvira - Pani
Antonio - Papaleo Ulrica - Parodi Teresa - Patier
Rita - Pavesi Teresa - Pecollo Nuccia - Peila
Dorma e Ugo - Pellitteri Angela - Penna Luisa Pergola Giuseppa - Perin Giordano - Perrei
Emilio - Petrone Jole - Pia Pasqualina - Piantino
Mauro Margherita - Picot Bruvier Faustina Pilia Amina - Pilloni Concu Giuseppina - Piombo
Giuditta - Pisoni Ettore - Pividori Aldiva - Poggio
Armide - Pollini Giustina - Porazzi Maria - Portagioia Pasqua - Pozzi Felice - Pozzoni Rita - Pratesi famiglia - Presciuttini Francesco - Prudenza
Rosa - Raider Flora - Ballo Maria Concetta
- Rapacciuolo Minina - Ratti Gaggia Pia - Rech
Edoardo - Repetti Linda - Ribizzi Caterina Rieser Juliana - Riganti Carlo - Rinaldi Maria
Luisa - Riolo Dott. Antonino - Rivellino Lucia
- Ronsecco Guglielma - Rossi Lisetta - Rossi
Valentina - Rosso Alcine - Rota Maria Gemma
- Rovella Edvige - Rubbo Antonietta - Russo
Maria - Saetta Rosa - Sales Rina - Salierno Angelo
- Sandri Del Tetto Rita - Sanna Francesca Sartori M . Rita - Savio Ida - Scalisi Alfio - Scheda
Teresa - Selva Caterina ved . Rossi - Serena
cav. Luigi Carlo e Sandra - Simoncelli Alba Sirocchi Carolina - Spagolla Angela - Speranza
Savina - Spinelli Maria - Sudano Angelica Tarcelli Rosa ved . Gangeni - Tavaselli Annamaria - Termignoni Maddalena - Terragni Regina
- Testa Annunziata - Timo Bruna - Tiranza
Cristina. .- Tomasi Maria - Torre Anna - Tosa
Adelaide - Toselli Giovanni - Trabona Zina Trentin Cleto Pietro - Tripoldi Vincenzo .
29
DI
Mamme felici
Sono molte le mamme che dichiarano di dovere all'intercessione di
S . Domenico Savio la grazia di stringere tra le loro braccia un figlio, e
che desiderano rendere pubblica la
loro riconoscenza .
La signora Paola Scarcella di
Masone (Genova) scrive che, nell'attesa, a causa del diabete, andò
in coma e che a detta dei professori
il bimbo non sarebbe sopravvissuto .
Ma, indossata la reliquia di S . Domenico Savio e fatte da molti fervide
preghiere, il bimbo nacque felicemente e ora gode ottima salute .
La signora Delia Dotti in Fumagalli di Melzo (Milano) si trovava in
gravissime condizioni e i medici disperavano di salvarla . Nel frangente
indossò l'abitino di S . Domenico
Savio e lo pregò con piena fiducia .
Con meraviglia di tutti ogni cosa si
risolvette nel migliore dei modi e
oggi stanno bene madre e figlio .
I coniugi Giuseppe e Albina Rota
di Bagnatica (Bergamo) avevano tentato ogni mezzo presso i medici per
avere la gioia di un figlio, ma inutilmente . Una conoscente li consigliò
di indossare l'abitino e di invocare
S . Domenico Savio . Ebbero cosí la
gioia immensa di una figlia che chiamarono Mariella Domenica .
La signora Rosanna Zanone Falla
di Ronco Biellese (Vercelli), a causa
di una emorragia e conseguente
collasso, era ridotta agli estremi e
aveva già ricevuto l'Unzione dei
malati ; ma l'invocazione di S . Domenico Savio ha salvato lei e il suo
piccolo .
La signora Paola Rubagotti di
Palazzolo (Brescia) dichiara : « Mi
erano già morti due bambini e la
previsione era che sarebbe morto
anche il terzo . I medici e i professori
disperavano di salvarlo . Io portai
l'abitino in tutto il periodo dell'attesa
e confidai pienamente in S . Domenico
Savio e tutto riuscí felicemente » .
La signora Deana Allegri di Falconara (Ancona) scrive : « Per la
mia piccola creatura non si presen30 tava ormai piú nessuna speranza .
Quando la suora m'invitò a baciare
per l'ultima volta il mio bambino,
mi venne l'idea di metter sotto il
suo corpicino l'abitino di S . Domenico Savio e di chiedergli il miracolo .
Avvenne l'imprevidibile : il bambino cominciò a riprendersi e tra
la viva meraviglia di tutti, ne è
uscito sano e salvo» .
Facciamo nostro l'invito di quest'ultima mamma : « Vorrei che tante
altre mamme confidassero nell'aiuto
portentoso di S. Domenico Savio, e
con nel cuore la certezza di tale aiuto,
affrontassero con tranquillità anche i
casi più difficili» .
A tre giorni di vita
operato e spedito dai medici
Il mio nipotino Marco è stato
operato al terzo giorno di vita per
occlusione intestinale dal prof. Scolari di Brescia . Dopo 12 giorni fu
nuovamente operato per aderenze .
Il caso fu definito "disperato" . Io
portai l'abitino di San Domenico
Savio al bambino, pregando umilmente e con tanta fede . Il neonato
si riprese e, dopo aver superato
anche una polmonite, è ritornato a
casa . Ora ha sette mesi, cresce bene e
ha raggiunto il peso di un bimbo normale . San Domenico Savio gli ottenga
di continuare a crescere sano e buono .
Vicenza
IDA LOVISETTO
Non volle più lasciare l'abitino
Mario, il nostro bambino di 6
anni, era stato colto da un improvviso e strano malore con febbre
altissima e gonfiore in tutto il corpo .
Il medico per oltre un mese gli prodigò tutte le cure del caso, ma purtroppo sembrava che si trattasse di
infezione che dovesse portarlo alla
tomba . Desolati ma fiduciosi, rivolgemmo le nostre preghiere a San Domenico Savio, di cui una nostra
cugina, Figlia di Maria Ausiliatrice,
ci aveva procurato l'abitino . Nell'indossarlo sembrò che il nostro
Mario avesse trovato la certezza della
guarigione : non volle piú lasciarlo un
istante e insieme con noi fece una
fervorosa novena al piccolo Santo .
La febbre da quel giorno cominciò a scemare, i disturbi a poco a
poco cessarono e Mario, dopo qualche mese di convalescenza, ritornò
vispo e lieto, in buona salute e persino in grado di presentarsi agli
esami e di essere promosso .
Altofonte (Palermo)
GIUSEPPE E ANGELINA VASSALLO
Ottiene di giungere al sacerdozio
Per motivi gravi di salute nel
1963 dovetti interrompere gli studi
teologici senza alcuna speranza di
poterli riprendere. Per invito del
Confessore mi rivolsi con fede a
San Domenico Savio, promettendo
di pubblicare la grazia qualora mi
avesse ottenuto di diventare sacerdote . Oggi, sacerdote, adempio con
viva riconoscenza la mia promessa .
Bagnolo Piemonte DON ENRICO MARINONI
Vittorio e Pina Congiu (Arzachena - SS)
sono riconoscenti a S . D . S . per la protezione
manifestatasi per sei mesi fino alla nascita
del bimbo .
Lucia Trucco (Rivalta - TO) sente viva riconoscenza a S . D . S . per l'assistenza avuta
alla nascita del piccolo Bruno Domenico .
Giuseppe e Rosa Caro (Piossasco - TO)
sentono il dovere di ringraziare S . D . S . per
la protezione accordata al loro figliuolo
durante un'operazione .
Margherita Proglio (Montelupo Albese - CN)
attribuisce a S . D . S . la guarigione del figlio
da bronchite capillare e da sospetta affezione
meningea .
Maria Rossi (Acireale - CT) ringrazia S . D . S .
che fu suo potente protettore in un difficile
parto .
Giovannina Canoni (Novara) invia offerta
a S . D . S . per la continua protezione avuta .
Maria Resta (Taranto) preoccupata per una
caduta e gravi dolori che potevano essere
dannosi alla sua maternità, si raccomandò a
S . D . S . e fu pienamente esaudita .
Coniugi Vai (Chivasso - TO) ringraziano
S . D . S. per la felice nascita di un bel bambino, nonostante due rovinose cadute della
madre .
Valter Berzieri (Castell'Arquato - PC) cadde
in una febbre perniciosa con sospetta meningite e perdita della parola . Si fecero per lui
preghiere ferventi a S . D . S . e guarì in breve
tempo .
PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFUNTI
COOPERATORI DEFUNTI
Don Giovanni Gasbarrí t a Lima (Perù) a 81 anni .
Per la sua carità verso i carcerati la stampa del Perù lo ha definito
t El Angel de los presos i ( l'Angelo dei carcerati) .
In questo apostolato don Gasbarri è stato veramente eroico . Nonostante
la sua età di quasi 81 anni e le raccomandazioni dei medici e dei confratelli, continuò a visitare i suoi cari carcerati sino a pochi giorni
prima della morte .
Erano vent'anni che si consacrava a questo apostolato con una carità
pastorale che gli faceva condividere le sofferenze fisiche e morali di
quegli infelici, fino a sentirle sue . Li visitava ogni settimana nei diversi
reclusori e tutti lo rispettavano e gli volevano bene perchè vedevano
in lui il più grande amore e disinteresse . Godeva quando poteva riconciliarli con Dio e portare loro il Signore . A tantissimi adulti diede la
gioia di fare la prima Comunione . Le feste di Maria Ausiliatrice e della
Madonna del Carmine erano celebrate nelle carceri con grande solennità .
Andava sovente dal Cardinale Arcivescovo e dalle altre autorità a perorare la loro causa . Non si stancava di girare per avvicinare amici,
benefattori e persone facoltose per muoverli a compassione a favore
dei poveri reclusi, e sempre otteneva . Così tutte le volte che entrava
nelle carceri, aveva la possibilità di alleviare tante necessità materiali
e morali . Si preoccupava anche che i suoi assistiti avessero possibilità
di fare buone letture . A questo fine raccoglieva libri e riviste, utilizzando
pure le stampe buone che rimanevano giacenti nelle poste per indirizzo
errato o incompleto .
Sposava talmente la causa dei detenuti che con santa importunità spingeva i giudici e gli avvocati ad accelerare le fasi dei processi, ed era
felice quando qualche carcerato era assolto e veniva a ringraziarlo della
sua carità .
Nei primi anni il carcere centrale si trovava nel territorio della parrocchia di Maria Ausiliatrice ; ma nel 196o fu portato al Callao e ne fu
costruito un altro lontano da Lima . Cosi la fatica di don Gasbarri
crebbe di molto, senza che diminuisse in lui lo zelo ; anzi tante volte
per arrivare in tempo sacrificava il pranzo .
In due occasioni la sua figura fu messa in risalto da tutta la stampa
nazionale. Si trattava di due condannati a morte, uno nel ig58 e l'altro
nel 1966 . Tutti misero in rilievo la carità premurosa di don Gasbarri
nel voler restare vicino ai condannati per disporli ad accettare la pena
in espiazione dei loro peccati . E realmente ottenne che tutti e due
morissero pienamente rassegnati e riconciliati con Dio .
Alla sua morte la stampa, la radio, la televisione ne hanno esaltato la
carità eroica, dicendolo emulo di San Giuseppe Cafasso, onore della
Famiglia salesiana e gloria del sacerdozio cattolico . Il Presidente della
Repubblica mandò un rappresentante personale a portare le sue condoglianze ai salesiani e ad assistere alle estreme onoranze .
Don Gasbarri era nato a Lanuvio (Roma) nel 1886, chierico era stato
compagno a Valsalice del r ev.mo don Renato Ziggiotti, Rettor Maggiore emerito, e nel 1gso era partito per il Perù . Nel '32 tornò in Italia
e vi rimase come zelante parroco di S . Maria Ausiliatrice in Roma
fino al 1946, quando ottenne di ritornare nel suo caro Perù .
Don Gasbarri non era un timido . Lo dice, tra i tanti, un episodio di
quando era parroco di S . Maria Ausiliatrice. Il giorno dopo la canonizzazione di Don Bosco, avvenuta il io aprile 1934, si presentò al segretario particolare di Pio XI e gli chiese per la sua chiesa nientemeno
che il grande reliquiario e il quadro di Don Bosco che il Rettor Maggiore aveva offerto in dono al Papa . Pio XI, in risposta, ordinò che un
camion del Vaticano portasse a don Gasbarri il grande reliquiario e il
quadro con un suo biglietto personale . Anche quest'anno è tornato a Roma
il 15 gennaio e due giorni dopo era già in udienza particolare dal Santo
Padre Paolo VI .
i Per fare il bene - soleva ripetere Don Bosco - ci vuole un po' di coraggio a . Don Gasbarri ne ebbe molto e potè salvare tante anime soprattutto perchè al coraggio associava la carità di Cristo .
Don Giacomo Jeronimo t a Montevideo (Uruguay) a 82 anni .
Mons. Gaetano Alfonso Vinci t ad Agrigento a 9o anni .
Si è spento nell'affettuosa ospitalità della famiglia salesiana di Agrigento, dove dimorava dal i96o . In quell'anno aveva fatto donazione
di quanto possedeva ai salesiani ed era rimasto ospite d'onore dei
figli di Don Bosco, Novant'anni di vita totalmente consacrati al Signore ; sessantaquattro di sacerdozio operoso e intemerato ; sessantatrè di servizio corale in cattedrale con una fedeltà scrupolosa ; venti
d'insegnamento in seminario ; quaranta di apostolato nell'Istituto
Schifano, varie borse di studio per i seminari e per i missionari Gesuiti, Lazzarìsti e Salesiani : sono i titoli di gloria e di merito che raccomandano l'anima di mons . Vinci alla misericordia del Signore e
alla gratitudine degli uomini .
Don Eugenio Cavallo t a Genova-Quarto a 8o anni .
Don Raffaele Cerda t a Matarò (Spagna) a 74 anni .
Don Giovanni Bonifacino t a Montevideo (Uruguay) a 68 anni .
Don Giuseppe Riba t a Salta (Argentina) a 66 anni .
Don Ladislao Barton t a Rzaska (Polonia) a 61 anni .
Don Stanislao Domino t a Oswiecim (Polonia) a 6o anni .
Don Edoardo Swider t Przemysl (Polonia) a 53 anni .
Coad . Stanislao Lingg t a Helenenberg (Germania) a 8z anni .
Coad . Michele Cusíni t a Napoli a 56 anni .
Don Mariano Guggino t a Caltavuturo (Palermo) a 66 anni .
Dopo soli cinque anni dalla sua ordinazione sacerdotale, per obbedienza
al suo Vescovo dovette assumersi la responsabilità della Chiesa Madre
come Arciprete, carica che tenne con grande umiltà e zelo . Fu anche
Cooperatore e Decurione affezionato alle Opere salesiane . Nel 1944,
conosciuto il desiderio delle benemerite signorine Emilia e Giuseppina
Giuffrè di voler istituire in paese un'opera a beneficio della gioventù
femminile, le consigliò di chiamare le Figlie di Maria Ausiliatrice,
che ancora oggi vi svolgono un fruttuoso apostolato tra le oratoriane,
i bimbi dell'asilo, delle scuole elementari e dei corsi di addestramento
professionale . Tempra di apostolo, il compianto Arciprete Guggino
mai volle prendersi vacanze, seguendo l'esempio di San Giovanni Bosco,
che ripeteva di volersi riposare in Paradiso .
Don Benedetto Ruggiero, Arciprete di Maranola (Latina) .
Lascia nel clero e nella popolazione dell'archidiocesi di Gaeta vero
rimpianto, perchè fu un ministro del Signore generoso, pio, tutto dedito
al servizio della Chiesa . Cooperatore da lunga data, amava avere cordiali rapporti con i figli di Don Bosco, e partecipava assiduamente
ai convegni per i sacerdoti della Terza Famiglia Salesiana .
Giuseppe Podestà t a Sampierdarena a 77 anni .
Era un assiduo, affezionato ed esemplare fedele della parrocchia di
San Giovanni Bosco. Lascia la sorella Maria nel pianto e nella preghiera,
con la sacra consegna di destinare tutti i loro beni all'amata Famiglia
Salesiana, con particolare intenzione di aiuto alle Missioni lontane e
più bisognose .
Italo Forestí f
Esemplare figura
generosamente al
salesiana e suor
a Chiari (Brescia) a 72 anni .
di padre di famiglia e di fervente cristiano, donò
Signore due figli, don Luciano nella Congregazione
Enrichetta nelle Ancelle della Carità .
Ades Migliorati t a Iseo (Brescia) a 53 anni .
Il fervore della pietà e la Comunione quotidiana la rendevano intraprendente nelle iniziative di apostolato e attiva Cooperatrice Salesiana
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI
Aoronzo Luigia - Baucia Olimpia - Bianchini Rosa - Boccignone Lidia
ved. Torchio - Bonelli Gian Battista - Boscaglia Antonietta - Capella
Pietro - Caruso comm. prof. Giacomo - Casazza Assunta ved . Piccoli
- Casiraghi Luisita - Castelli doti . Leopoldo - Cecchetti Giampieri
Angelina - Ciambrone dott. Raffaella - Collamarini Olina - Coppola
mons . Antonino - Corsellini mons . can . Domenico - De Bernardi Felicina ved . Sasso - Di Santi Michele - Fagioli Quadrio - Grasso Grazia
- Impellizzeri bar.ssa Caterina - Lanteri d . Giovanni Battista - Leoncini Carlo - Lodici Olimpieri Savina - Lusa Augusta ved . Cassol Matteo cav . Mario - Mendia Orsola - Metallo Raffaele - Molinari
doti . Umberto - Monteggia Cesare - Morelli Bedini Ida - Nattero
Anna - Orgetti Giovanna - Perego Maddalena - Perignine Provvida Perrone Giuseppina - Pesce Angelo - Plescia Teresa - Porcella Rossi
Chiara - Poretti Delfina - Rapetti Giovanna - Reilla Anna Maria Rissotto Gina - Romagnone don Innocenzo - Romolo don Camillo Rossi don Antonio - Russo don Santo - Sancioli Antonio - Scandurra
don Giuseppe - Scicali Oreste - Scuderi Gaetano - Stagnoli Panacea
fu Bernardo - Stella Carmelina - Tiezzi Barti Teresa - Turco Teresa Ugoni Montaguti Laura - Valerio Giuseppe - Vecchio cav. avv . Cesare Veneziano ab . Bernardo - Vento don Francesco - Zagara Concetta Zara c .ssa Giuseppina .
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n . 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità . Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule :
Se trattasi d'un legato : «. .« lascio all'istituto Salesiano per le
sito in .. .» .
Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire .. . (oppure) l'immobile
Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe essere questa :
«. . .Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomino mio erede universale
lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo» .
(luogo e data)
l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino,
(firma per esteso)
31
fv11p11VI
32
Aggiornamento : intervista di x La Croix u al Rettor Maggiore : v, 5 .
Alluvioni : trionfa la carità : i, 12 .
Anno della Fede : articoli : vi, 1 ; xi, 1 ; xII, 6.
America Latina : articolo : vii, 12 - viaggio Rettor Maggiore : vici, 11 varie : lii, 22 .
Antal don Giovanni : articolo in morte : vili, 19.
Argentina : visita Rettor Maggiore : vili, 16 - varie : i, 23 ; li, 18 e 21 ; III, 22 ;
x, 22.
Australia : varie : n, 20 ; iv, 23 .
Austria : un raro giubileo: v, 17 .
Belgio : 75° dei Salesiani : Ix, 7 - varie : li, 21 ; IV, 23 .
Beltrami ven. Andrea : articolo per la venerabilità: li, 1 - commemorazione
a Omegna: Ix, 23 - grazie: li, 31 ; vi, 31 .
Beran card . Giuseppe : visita a Valdocco : vi, 20.
Berruti don Pietro : grazie: 1, 31 ; iv, 30 ; vili, 30 ; x1, 31 .
Bertolucci don Amilcare : storia sua vocazione : x, 15.
Bestemmia : UNA (Unione Nazionale Antiblasfema) : v, 10 .
Bhutan : cosa pensa il Re, dei salesiani : li, 21 .
Bolivia : articolo : i, 24 - varie : vi, 22 .
Bollettino Salesiano : articolo per il 90° : vili, 8 .
Bosco San Giovanni : Don Bosco in Germania : li, 7 - maestro del dialogo:
III, 1 - 13 lettere inedite: III, 19 - in dialogo con i ragazzi : IV, 1 - festa
a Valdocco : IV, 19 ; ad Alessandria d'Egitto : IV, 17 - nuove parrocchie:
Iv, 23 - Don Bosco tra Chiesa e Stato : v, 2 - in una Scuola di Roma : v,
15 - onorato dagli apprendisti : v, 17 - Paolo VI al Tempio di S .G .B . :
vii, 5 - monumento in S . Giusto C. : vii, 21 - culto a Favara: viti, 23 monumento al sogno due colonne : x, 19 .
Brasile : visita del Rettor Maggiore : VIII, 16 - le opere di P. Miguel a Corumbà : ix, 16 - la Scuola del Lavoro a Belém: X, 23 - a Operazione Mato
Grosso ~: xi, 6 - Mato Grosso : artic. mons . Faresin: n, 25 ; artic . don Duroure : x, 24 - Porto Velho : artic . mons. Costa : ili, 23 - varie : Iv, 23.
Campi Scuola : settanta Campi Scuola in Italia : x, 11 .
Carpino card . Francesco : prende possesso del titolo di Maria Ausiliatrice :
xii, 8.
Centenari : di S . Pietro : artic . : vi, 1 - della visita di Don Bosco a Fermo :
vi, 21 ; a Caramagna : vi1, 21 .
Ceylon : i salesiani e loro attività : li, 19 .
Cile : visita Rettor Maggiore : vili, 15 - il Presidente a Pervenir : x, 20 varie : ix, 20.
Cimatti mons . Vincenzo : parla il suo medico : III, 17 - traslaz . salma:
XII, 15 .
Cinema : cinema e ragazzi : Iv, 4 - corso per educatori : IV, 22 .
Concilio : inchiesta su s i Laici e il Concilio n : vii, 10 .
Conferenza Episcopale Italiana (CEI) : assemblea plenaria: vi, 4 .
Colle Don Bosco : invito al Colle : IV, 8.
Colombia : visita Rettor Maggiore : vili, 12.
Congo : artic. don Valente : IX, 24 - conversione Gran Capo : XII, 25.
Cooperatori : «Pia Unione,> : perchè? : II, 13 - incontro di Cooperatori
a Buenos Aires: 11, 18 - dirigono una Scuola a Hongkong : 111, 15 - III Congresso mondiale Laici : iv, 13 ; IX, 5 ; XII, 1 - Cooperatori di Guayaquil :
iv, 17 - in preghiera con i protestanti : iv, 19 - I convegno Centri giovanili di Roma : IV, 21 - viaggio in India : V, 16 ; VII, 23 ; x, 21 - Convegno
naz . Consiglieri ispett . : vi, 19 - inchiesta sui Laici e il Concilio : VII, 10 varie : vi, 22 ; ix, 19 ; Ix, 22 ; x, 2a di copertina .
Czartoryski don Augusto : Congreg . antepreparatoria eroicità virtù :
li, 12 .
Da Costa Alessandrina : aperto processo beatificazione : iv, 23 .
De Furstenberg card . Massimiliano : prende possesso del Titolo : xii, 9.
Ecuador : varie : i, 23 - v, 16 (Messa d'Oro don Crespi) - Ix, 20 (visita del
Nunzio) .
Educazione : rubrica a Educhiamo come Don Bosco i: 1, 17 (umiltà) li, 14 (gioia) - III, 14 (preghiera) - IV, 12 (saper pregare) - v, 9 (Rosario)
- vi, 7 (amore al Papa) - VII, 12 (tempo libero) - IX, 15 (malinconia) x, 14 (riconoscenza) - xI, 4 (pregare per i morti) - XII, 12 (entusiasmo)
- Convegno insegnanti a Chiari: Vi, 23 - (vedi anche Giovani) .
Esercizi Spirituali : elenco corsi 1967: 111, 12 - articoletto: III, 13 .
Exallievi : varie : III, 22 ; Iv, 18 ; Iv, 23 ; vi, 23 (nuova presidenza nazionale) ;
VIII, 23 ; IX, 12 (nel Vietnam) ; IX, 20 (exallievo eroe) ; xi, 22 (Consiglio
nazionale) .
Fagnano mons . Giuseppe : nel 50° della morte : I, 21 .
Fatima : nel 50° delle apparizioni : x, 10.
Figlie di Maria Ausiliatrice : nuove fondazioni: 1, 4 - fondaz . di Riesi:
v, 17 - in Giappone : v, 27 - in Thailandia vii, 22 - nuova Opera a Belém
(Brasile) : xii, 18 - varie : 1, 23 ; li, 20 ; li, 21 ; 111, 20 ; iv, 23 .
Fondazioni : dei salesiani : 1, 2 - delle Figlie di Maria Ausiliatrice : 1, 4.
Fumetti neri : articolo contro: 1, 4 - 111, 16 .
Giovani : articoli vari sui : fumetti neri: 1, 4 - cinema e ragazzi : iv, 4 - figli
che protestano: VII, 1 - corsi di orientamento : Vili, 17 - giovani « puliti e
x, 6 - campi scuola : x, 11 - e Operazione Mato Grosso a : xi, 6 - i giovani
e la fede: xii, 6 .
Germania : visita del Rettor Maggiore e 50° dei salesiani : 1, 10.
Giappone : 40° dei salesiani in Giappone : v, 23 - varie : 111, 20 (vedi anche
Cimatti) .
Giovanni XXIII : si propone a modello San Francesco di Sales : x, 1 .
Goa : articolo sugli oratori : li, 22.
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Hamilton Neil : i Il mio amico Don Bosco s : Ili, 9.
Hongkong : una Scuola diretta dai Cooperatori : III, 15 - varie: I, 23 ;
111, 21 ; X, 21 .
India : interviste su Opere sociali in India: vi, 24 ; VIII, 24 - India-Shillong:
varie: li, 19 - India-Krishnagar : le Suore di Maria Immacolata (artic.) :
iv, 24 - varie: v, 14 .
Italia : varie : i, 23 ; il, 17 ; li, 18, 21 ; III, 20, 22 ; iv, 20, 21, 22 ; vi, 21, 22,
23 ; vii, 19 (nuova Opera a Milano) ; vii, 21 ; vii, 22 (nuova Opera nelle
Puglie) ; viti, 22 ; Ix, 19 (Forlì) ; IX, 20 (campionato naz . sportivo) ; ix,
22, 23 ; x, 18 (cappella sul Rosa) ; x, 20 ; xI, 20 (Arese) ; xI, 21 .
Jugoslavia : visita del Rettor Maggiore: i, S.
Laici : 3° Congresso mondiale: iv, 13 - Ix, 5 ; xii, 1 (resoconto) .
Macau : chiesa a Coloane : v, 16 - concerto al Liceo naz . : xr, 22 .
Mantovani don Orfeo : artic . i n morte: vii, 24.
Maria Ausiliatrice : santuario naz . di West Haverstraw (USA): iv, 20 preannuncio centenario santuario: v, 1 ; vili, 22 - festa a Valdocco: vii,
18 - monumento a Bari: Ix, 22 - una fraz . intitolata a M. A. : Ix, 23 - incoronata a Monte Gridolfo (Forlì) : XII, 20 - grazie : vedi pag. 28 e 29 di
ogni numero. .
Maule madre Nilde : in morte : vii, 31 .
Mauro mons. Antonio : eletto Segregarlo S .C. dei Religiosi: x, 18 .
Mazzarello Santa Maria : grazie: v, 30.
Medio Oriente : visita on. Fanfani a Cremisan: vi, 21 .
Missioni : Dame P . e Coop. per le Miss . : vili, 22 ; Ix, 22 - interviste sulle
Miss. dell'India : vi, 24 ; vili, 24 - addio ai Miss. : Xii, 13 - Borse Miss . :
alla fine di ogni numero (vedi anche le Nazioni dove sorgono Missioni) .
Morano madre Maddalena : introduz . Causa : 11, 12 e x, 31 - grazie : x, 31 .
Morti : vedi ultima pagina di ogni numero .
Namuncurà Zeffirino : grazie: 1, 31 .
Olivares mons . Luigi : grazie : 2, 31 ; vi, 31 ; vili, 31 .
Pacini card . Alfredo : eletto cardinale : x, 19 .
Padre Lardo : mendicante dei tempi moderni: IV, 10 .
Paolo VI : vuole bene ai salesiani : art. per il 70° di età: Ix, 1 - lezione sulla
fede: XI, 1 .
Perù : 75° Opera salesiana : 1, 22 - visita Rettor Maggiore : vili, 12 - varie :
II, 21 ; III, 20, 22 .
Portogallo : visita del Rettor Maggiore : vi, 8 - varie: ti, 21 ; iv, 23 ; v, 14 .
Pueri Cantores : congresso internazionale : x, 22 .
Religione : corso di pedagogia catechistica : xI, 12 - corso di catechetica per
coadiutori : xI, 21 .
Rettor Maggiore : lettera ai cooperatori : 1, 1 - visita in Iugoslavia e Germania : I, 8 - intervista di La Croix: v, 5 - visita Spagna e Portogallo :
VI, 8 - festa onomastica: vii, 17 - viaggio nell'America Latina : vili, 11 visita il Belgio : ix, 7 - partecipa al Sinodo Episcopale : xi, 5 - propone
San Francesco di Sales modello stampa : XI1, 10 .
Rinaldi don Filippo : grazie: III, 31 ; IV, 31 ; vii, 31 ; ix, 31 .
Rosario : educare i figli a dirlo : V, 9.
Rua ven. don Michele : grazie: li, 30 ; IV, 30 ; vi, 30 ; vili, 30 ; xI, 30.
Sales San Francesco : articoli per il centenario : v, 12 ; VI, 13 ; vii, 6 ; VIII, 1 ;
x, 1 ; XII, 10 - pellegrinaggio ad Annecy : x, 15 .
Salmon Jean-Auguste : Cooperatore modello (articolo) : li, 10 .
Savio San Domenico : in una Scuola di Roma : v, 15 - culto a Favara :
VIII, 23 - una parrocchia a Milano : VII, 19 - grazie : 1, 30 ; III, 30 ; v, 31 ;
vii, 30 ; Ix, 30 ; xi, 30 ; XII, 30.
Sinodo Episcopale : il Rettor Maggiore vi partecipa : xi, 5 .
Spagna : il Rettor Maggiore nella Spagna : VI, 8 - varie: IV, 23 ; v, 17 .
Srugi servo di Dio Simone : chiuso il processo informativo : li, 17 - grazie :
il, 31 ; vi, 31 ; vin, 31 ; x, 31 .
Stampa : fumetti neri : 1, 4 - art . di Barraco : vili, 5 - San Francesco di Sales
modello : XII, 10 - presentazione voi . sull'ateismo : xII, 20 .
Stati Uniti : varie : III, 9, 22 ; iv, seconda di copertina: iv, 20 .
Svizzera : varie : i1, 21 .
Thaiwan (Formosa): le Figlie di Maria Ausiliatrice : I, 23 - i salesiani:
xI, 23 .
Televisione : articolo televisione e ragazzi : Ili, 5.
Thailandia : artic . mons . Carretto : v, 19 - varie : 1, 23 ; II, 21 ; vii, 22 ; ix,
21 ; x, 20, 21 .
Torello don Carlo : articolo: v1, 16 .
Torino-Valdocco : Madre Teresa a Valdocco : v, 14 - festa Don Bosco :
IV, 19 - Ordinazione diaconi di Bollengo : v, 15 - visita card. Beran : vi,
20 - vestizione: v1, 20 - festa Rettor Maggiore : vii, 17 - festa Maria Ausiliatrice : vii, 18 .
Ugetti Giambattista : articolo : iv, 15 .
Uguccioni don Rufillo : articolo in morte : 1, 18 .
Valletta prof . Vittorio : articolo in morte: x, 16 .
Valsè suor Teresa : grazie: x, 31 .
Vaula don Luigi : articolo in morte: li, 15 .
Venezuela : Visita Rettor Maggiore : vili, 11 - visita don Pilla e don Scrivo
all'Alto Orinoco: xii, 21 - varie: iv, 22, 23 .
Vietnam : gli exallievi nel Vietnam : IX, 12 - varie : li, 20 ; v, 18 ; vili, 23 .
Vicuiia Laura : grazie : 1, 31 .
Vocazioni : ordinazioni a Valdocco : v, 15 ; a Salerno : vi, 22 - vestizione
a V. : vi, 20 - vocazioni adulte : vi, 30 ; ix, 23 ; x, 9 - storia di una vocazione: xi, 15 .
TOTALE MINIMO PER BORSA L . 50 .000
• Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa incompleta si effettua
quando il versamento iniziale raggiunge la somma di L . 25 .000, ovvero
quando tale somma viene raggiunta con offerte successive
Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma
•
a completare Borse già fondate
CROCIATA
MISSIONARIA
BORSE COMPLETE
Borsa: Pietro Maranzana, in memoria e suffragio, a cura della famiglia Maranzana (Casalcermelli - Alessandria) .
Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Santi
Salesiani, invocando protezione sul mio nipotino Gian Paolo, a cura di Mortarino Annibale (Borgo Cavezzaro - Novara) . L . 50 .000 .
Borsa : Annunziata Roma, in memoria e suffragio, a cura di M .A .R . (Napoli) . L . 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e Santi
salesiani, pregate per me e per tutti i miei cari
vivi e defunti, a cura di Argenteri Mignolli
Mercedes (Bussoleno - Torino) . L . 50 .000.
Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Rinaldi, in
memoria di Giacomo Simona, a cura dei
figli, M . A . (Locarno - Svizzera) . L. 50 .000 .
Borsa : Divina Provvidenza, a cura di Boglione Francesco (Torino) . L . 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice, pregate per noi!,
a cura di Giachino Camilla (Quincinetto Torino) . L . 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco, S . D .
Savio e Don Michele Rua, per grazie ricevute e
implorandone altre, a cura di Ansaldi Lucia
ved. Avataneo (Poirino - Torino) . L . 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco,
salvate la mia anima!, a cura di Chirico
Bello Assunta (Reggio Calabria). L . 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco e
S. D . Savio, aiutateci e proteggeteci!, a cura
di Mariani Maria (Seregno) . L . 50 .000 .
Borsa : Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Don Cimatti, a cura di
F . F . (Savona) . L . 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e
S. D . Savio, in ringraziamento, a cura di
Maria Ornato (Cuneo) . L . 50.000 .
Borsa : Cardinal Cagliero, a cura di un exallievo, (Torino) . L . 50 .000 .
Borsa : San Giovanni Bosco, in memoria del
dottor cav. Stefano Mione, a cura della vedova
(Torino) . L. 50 .000 .
Borsa : Gioanola Pio e Maria Teresa Ricaldone
Gioanola, fondata da Comm . Luigi Amelio
(Torino) . L . 50 .000.
Borsa : Luigi Cravino, a ricordo e suffragio,
a cura di Cravino Giuseppina (Acqui Terme) .
L . 50 .000.
Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, in
suffragio di Deberti Ponzio e famiglia, a cura
dei sigg . Ruspini Giuseppe e Teresa (Cocquio
- Varese) . L . 50 .000 .
Borsa : Don Michele Rua, in suffragio defunti
Ruspini Francesco e famiglia, a cura dei
sigg . Ruspini Giuseppe e Teresa (Cocquio Varese) . L. 50 .000 .
Borsa : Studentato missionario di Tokyo, in memoria di Mons. Cimatti, a cura dei sigg . Ruspini
Giuseppe e Teresa (Cocquio-Varese) . L . 50 .000 .
Borsa : Sacro Cuore di Gesù e Maria Ausiliatrice, a cura della famiglia Zanone A . (Torino) .
L. 50 .000 .
Borsa : Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice,
S . G . Bosco e anime del Purgatorio, invocando benedizioni, a cura di Rosalba Gaglione
(Torre del Greco - Napoli) . L. 50 .000 .
Borsa : Maria SS. Ausiliatrice, S . G . Bosco e
S . D . Savio, proteggete e aiutate i nostri nipoti,
a cura di N . N . (Vercelli) . L . 50 .000 .
Borsa : San Francesco di Sales, a cura delle
Sorelle Macchi (Varese) . L . roo .ooo .
Borsa : Fratelli Spada, a cura della madre,
(Faenza) . L . 50 .000 .
Borsa : Gesù, Giuseppe e Maria Ausiliatrice,
in suffragio dei genitori, delle sorelle e invocando protezione per la famiglia, a cura di
Giovanni Vignoli (La Spezia) . L . 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, p . g. r .,
a cura di Nicholas Intrieri (Sapri - Salerno) .
L . 50 .000 .
Borsa: Maria Ausiliatrice e tutti i Santi salesiani, aiutateci! a cura di Camilla Carobbio
(Bergamo) . L . 50 .000.
Borsa: Rota A . e M ., a cura di Rota Angelo
(Borgo S . Martino) . L . 50 .000 .
Borsa: Don Filippo Rinaldi, a suffragio dell'anima di Fausto Meschini, a cura del nipote
Benvenuto Motta (Basilea - Svizzera) .
L . 50 .000 .
Borsa: Teresina, Giovanni e Maria Ravasenga,
in memoria e suffragio, a cura di Ravasenga
Giovanna (Torino) . L . 50 .000 .
Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice, Don Rinaldi e Santi salesiani, a cura
di N . N . (Torino) . L. 50 .000 .
Borsa: Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco e
S . D. Savio, in suffragio di Ravelli Federico,
a cura della moglie Moretti Ravelli Luigia
(Milano) . L. 50 .000 .
Borsa : San Giovanni Bosco, a cura di Scaramucci Egle, cooperatrice salesiana, (Perugia) .
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Borsa: Maria Ausiliatrice, prega per noi e per
i nostri cari!, a suffragio dei nostri defunti,
a cura di Filippeschi (Firenze) . L . 50 .000 .
Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, in
Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G . Bosco, a
suffragio dei miei cari defunti e a protezione
mia e dei miei parenti, a cura di Leonardelli
Caterina ved . Zanoni (Campodenno - Trento) .
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Borsa: Don Bosco e D. F . Rinaldi, in ringraziamento e implorando grazie in suffragio dei
genitori, a cura di N . N . (Varazze - Savona) .
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Borsa: San Giovanni Bosco e S . D . Savio,
a cura di F . D. (Cuneo) . L . 50 .000 .
Borsa: Santa Gemma Galgani, a cura di N . N .
(Milano) . L. 50 .000 .
Borsa: Maria Ausiliatrice ci protegga nella
vita e nella morte, a cura di N. N. (Torino) .
L . 50 .000 .
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a
cura di Verra Giuseppe (Torino) . L . 50 .000 .
Borsa : Ven . Don Michele Rua e servo di Dio
Don Filippo Rinaldi, invocando grazie e
protezione, a cura di Re Assunta (Pavia) .
L . 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice e S. D . Savio,
proteggete i miei nipoti e mio marito, a cura
di Maria Rollino Ribaldone (Omegna Novara) . L . 50 .000 .
Borsa : Maria Feyles, in memoria e suffragio
a cura di Maria Savelli Feyles (Genova Sestri) . L . 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a
cura del dottor Panizzi Carlo, Exallievo di
Alassio (Badalucco - Imperia) . L . 200 .000 .
Borsa : Don Angelo Amadei, a cura di Zucca
Italo (Torino) . L . 50 .000 .
Borsa : Tognetti Eugenia, a cura di Don Archimede Chiapponi (La Spezia) . L . 50 .000 .
Borsa : Monsignor Cimatti, a cura delle sorelle
Beiso-Menzani Angelica, Negro Laura, Scaramuzza A. L . D . - L . 50 .000 .
Borsa: Sacro Cuore di Gesù e Maria SS . Immacolata, a cura e intenzione di N . N .
L . 50 .000 .
Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, in
suffragio dei miei cari defunti e a protezione
mia in vita e in morte, a cura di N . N . (Cuneo) .
L . 50 .000 .
Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco,
ringraziamento e implorando continua protezione, a cura della famiglia Domenico Gallenca (Torino) . L . 50 .000 .
perchè proteggano la piccola Graziana, a cura
Borsa: Per una buona morte, a cura di Nigris
Maria (Ampezzo - Udine). L . 50 .000 .
Borsa: San Giovanni Bosco e Papa Pio XII,
a cura del Cav . Silvio Trenti (Riva del Garda) .
L . 50 .000 .
Borsa: Don Bosco guidi mio figlio Mario
nella scelta dello stato, a cura di N . N .
L . 50 .000 .
ringraziamento e invocando grazie e protezione,
di Luigi Pellerino (Savona) . L . 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, in
a cura di Norma Poletti Grassi (Venezia) .
L . 50 .000 .
Borsa : Maria Ausiliatrice, a cura di Bruschi
Lina (Torino) . L . 50 .000 .
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cura dei coniugi Bertone, (Rivalta - Torino) .
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