BOLLETTINO SALESIANO ORGANO DEI- COOP ANNO X Spediz.n in a r a n i IN QUESTO NUMERO : • Il più vasto e vivo incontro di laici che la Chiesa ricordi • Cosa vuol dire credere ? Rispondono i giovani • l Cardinali Carpino e de Furstenberg prendono possesso del loro Titolo San Francesco di Sales modello nell'apostolato stampa Una "grande pianta" divenuta realtà Monsignor Cimatti ritorna . . . Visita d'eccezione a tribù primitive dell'Alto Orinoco a Pranzo con cinghiale per tutti: il gran capo si è fatto cristiano IN COPERTINA : Roma • Lo storico Presepio di Santa Maria in Aracoeli, una delle chiese più antiche di Roma, al Campidoglio, sul luogo dove la Sibilla avrebbe predetto ad Augusto la venuta del Redentore . In essa si conserva questa veneratissima statua del Bambino Gesù, davanti alla quale i fanciulli romani nel periodo natalizio si avvicendano a recitare il —sermone' Roma • L'Auditorium Pio gremito di congressisti rappresentanti i laici di tutto il mondo, durante la seduta conclusiva del terzo Congresso mondiale per l'apostolato dei laici T IL PIU VASTO E VIVO INCONTRO DI LAICI CHE LA CHIESA RICORDI « Ci siamo avvicinati di più al mondo, siamo penetrati maggiormente nella Chiesa . . . » . Queste parole furono pronunciate nell'ultima seduta del Congresso mondiale per l'apostolato dei Laici, tenutosi a Roma dall'11 al 18 ottobre, da una giovane donna che non si esprimeva in italiano . Non importavano del resto i lineamenti del volto, il colore della pelle, la provenienza di coloro che si susseguivano ai microfoni dell'Auditorio di palazzo Pio, a qualche decina di metri dalla cupola di Michelangelo . Essi parlavano in rappresentanza di milioni di altri cristiani ai delegati dei laici del mondo intero . Quella "voce" ha in qualche modo riassunto ciò che è stata la grande assemblea di cattolici militanti (2987, per l'esattezza storica, tra delegati nazionali e internazionali, osservatori . consulenti, esperti, uditori, giornalisti ; questi ultimi ben 531) : il più vasto, il più vivo incontro che la Chiesa ricordi, dopo le assise del Concilio Vaticano II . Questo fronte di laici in prima linea per la diffusione del regno di Dio, sotto tutti i paralleli del globo, vestiva in costumi delle più diverse nazioni della terra, parlava gli idiomi di tutti i popoli . Soprattutto era portatore dei desideri, delle speranze, delle ansie e delle aspirazioni dei propri fratelli : un'immagine reale del Popolo di Dio, che è parte integrante e vivente della Chiesa. APPASSIONANTE ANALISI DELLE NECESSITA DEL POPOLO DI DIO Indubbiamente il III Congresso mondiale per l'apostolato dei Laici ha avuto nel Concilio Vaticano II la sua alta premessa storica e religiosa . Quell'aggiornamento, voluto da papa Giovanni XXIII, ha fatto molta presa su questa élite di laici impegnati nella Chiesa ; di coloro cioè che, secondo le parole di Paolo. VI, non intendono « essere cristiani di second'ordine, di dubbia fedeltà o di scadente osservanza negli impegni sacrosanti del loro battesimo ». Nel Vaticano II, per la prima volta negli annali della cristianità, la più alta assemblea si chinava con sollecitudine a studiare il posto e il ruolo dei laici nella Chiesa . Le voci dei congressisti, rappresentanti dei vari continenti, sono state un chiaro, squillante impegno di apertura al mondo, nel solco tracciato dal Concilio . Questi uomini e queste donne si sentono pastoralmente orientati alla ricerca dei mezzi e dei modi per aiutare i loro fratelli a raggiungere la propria salvezza, mentre si affaticano per condurre gli altri alla stessa confortante realtà. L'analisi delle necessità del popolo di Dio nell'itinerario degli uomini (come diceva il tema generale del congresso) è stata franca e appassionante . Mai finora la Chiesa aveva avuto a disposizione tanti mezzi per un bilancio chiaro e impegnativo che è, nello stesso tempo, un segno dell'amore profondo che essa porta verso questi suoi figli che si sono interrogati . Non è- stato un esame di coscienza relativo soltanto alla teologia, alla maniera di diffondere la parola di Dio; ma anche la sociologia, l'economia, la scienza, la politica sono state chiamate in causa, quali "strumenti" nelle mani degli uomini, per il bene degli altri uomini . I congressisti hanno vagliato con crescente interesse la vita concreta dei propri simili ; quella di ciascuno di noi, inserita nel tempo e nel luogo che è il suo, ma nell'unità profonda della sua presenza attiva e responsabile nel mondo . La comunità cattolica sente l'assillo di non essere inoperante in problemi che incidono sulla vita d'ogni . giorno e soprattutto sul futuro delle generazioni . I temi ricorrenti del congresso si sono inseriti nella realtà 1 IL PIU VASTO E VIVO INCONTRO DI LAICI CHE LA CHIESA RICORDI quotidiana del mondo intero o di qualche parte di esso : l'aridità, la meccanizzazione, la materializzazione ; la fame, l'ignoranza, l'isolamento, l'arretratezza sociale ; la guerra, la segregazione, il razzismo, l'odio . . . Di tutto questo si è parlato dai rappresentanti di ogni lingua, di ogni classe sociale e culturale . Più specificatamente si è discusso delle offerte della scienza all'uomo di fede, della situazione alimentare e dell'esplosione demografica, della guerra, della famiglia, dei rapporti fra uomo e donna, della dignità di quest'ultima e della salvaguardia della sua vita affettiva . Un rappresentante dell'America latina poneva l'accento sui trenta milioni di contadini senza lavoro, senza casa, senza istruzione, mentre minaccia la guerriglia . Un delegato americano di colore, Stanley Hebert, affermava : « Fino a quando il problema dell'immoralità, delle ingiustizie raziali rimane insoluto, noi saremo distratti dal nostro sforzo di portare lo spirito di rinnovamento nel popolo di Dio » . Un asiatico prospettava lo spettro di milioni di fanciulli «che non potranno mai essere nutriti a sufficienza . . . » . I A rivolgere uni ndirizzodiomaggio a Paolo VI, è stato un rappresentante delle nuove generazioni, Rienzie Rupasinghe, presidente della JOC internazionale La Famiglia Salesiana ha preso parte al Congresso con una rappresentanza internazionale delle sue organizzazioni, quali i Cooperatori, gli Exallievi, la Gioventù Salesiana PERCHÉ LA GIOVENTÙ APì .NOONA !! !'R!STiANFS!MO La Famiglia Salesiana ha preso parte al Congresso con una nutrita rappresentanza di delegati nazionali e internazionali delle sue organizzazioni, quali i giovani, i cooperatori, gli exallievi . Essi hanno visto con viva soddisfazione trattare nelle "lezioni" ufficiali temi che sono la forza delle sue istituzioni . Non solo sono stati presenti tra i delegati ufficiali (il prof. Augusto Vanistendael, deputato belga, exallievo, membro della commissione Justitia et pax, ha trattato della disorieutazione dei cristiani d'oggi e dell'esasperazione delle masse di fronte agli squilibri economici e sociali), ma si sono sentiti a casa loro quando, in un incontro ad altissimo livello dedicato all'insegnamento cristiano scolastico ed extrascolastico, si è indicata l'urgenza di tracciare nuove strade per l'educazione cristiana degli adolescenti . Anche nelle riunioni più ristrette dei carrefours i nostri rappresentanti hanno preso parte attiva alle discussioni e hanno presentato una mozione perchè fossero messi in più chiara evidenza i problemi dei giovani . A rivolgere un indirizzo di omaggio a Paolo VI, al termine della imponente funzione in S . Pietro, è stato un rappresentante delle nuove generazioni, Rienzie Rupasinghe, presidente dello JOC internazionale . Sui giovani ha parlato, il primo giorno del congresso, l'olandese Thom Kerstiens . L'oratore, padre di quattro bambini, dopo aver affermato che non vi è nulla di più penoso che il trovarsi di fronte a un laico arrivato a un alto grado nella vita professionale, ma che nella sua cultura religiosa è rimasto al livello di un ele mentarista, citava una parola del teologo Danielou, che ben si inserisce nel contesto del lavoro salesiano nel mondo : « La proclamazione del messaggio evangelico esige tipografie, stampa, radio, cinema. La formazione dei cristiani esige collegi, movimenti di gioventù, gruppi di adulti . Il tutto per avere un posto nel mondo delle idee : oggi e domani» . Rivolgendosi ai tremila congressisti, Thom Kerstiens affermava poi con vigore che oggi i giovani sono meglio formati che non nel passato, si nutrono meglio, hanno meno problemi economici . Tuttavia - dichiarava testualmente - « i giovani si allontanano dal cristianesimo non perchè lo trovano troppo esigente, ma perchè lo trovano troppo "borghese", non abbastanza esigente, incapace di galvanizzare la loro generosità con ideali validi ». Parole che ogni educatore, ogni amico di Don Bosco dovrebbe meditare . Dall'alto: Cordiale, fraterno incontro tra un congressista negro e uno bianco : provenienze e razze diverse, ma lo stesso ardore di fede operante Commovente la preghiera comune all'inizio e al termine delle adunanze : su una melodia conosciuta ciascuno pronunziava il testo nella propria lingua, a voce spiegata UN FATTO NUOVO NELLA STORIA DELLA CHIESA Quali le conclusioni, gli impegni duraturi del terzo Congresso mondiale dei Laici? Oltre quanto si è detto, emergono altri elementi di conforto dalle grandi giornate romane . Anzitutto si è rafforzato un clima di apertura totale, di leale e reciproca stima tra clero e laicato . Sono stati significativi a questo proposito gli incontri dei delegati dei Laici con i membri del Sinodo episcopale e la partecipazione di questi ultimi - c'era anche il a una seduta plenaria nostro Rettore Maggiore dei lavori del Congresso . È risaltato vivo, inoltre, il compito del «popolo di Dio », animato dallo Spirito Santo, a interpretare i segni dei tempi, nel desiderio di portare il messaggio evangelico al mondo : un compito che è intriso di quell'ansia per le anime che deve essere di ogni battezzato . Esaltante inoltre e confortantissimo il fatto che mai nella storia della Chiesa si è avuto tanto vasto e profondo interesse per le realtà religiose . I laici nel desiderio intenso di partecipare all'elaborazione degli orientamenti e di essere effettivamente associati alle responsabilità inerenti all'evangelizzazione del mondo, devono, per usare una parola del cardinal Suhard, « non più seguire, ma precedere ; non più imitare, ma inventare » . Anche in questo caso il congresso ha detto una parola chiara : ha invitato cioè a portare nel mondo uno stile cristiano che si differenzi, nelle linee di condotta, dalle strutture degli uomini che nulla posseggono del fermento umano e spirituale . c « E n« mUNUU CHE VOI DOVETI Commoventi, stimolanti le liturgie che hanno ritmato i lavori del congresso : le celebrazioni eucaristiche, quelle penitenziali ed ecumeniche . Di particolare valore i canti all'inizio e al termine di ogni adunanza, dove su una melodia conosciuta ciascuno "proclamava" il testo nella propria lingua a voce dispiegata, convinta . Di estrema efficacia e impegno le parole che rivolgeva ai congressisti Paolo VI, fatto vertice e tramite del colloquio che i laici intendono allacciare con la Chiesa nel mondo . Non aveva affermato l'avvocato Vittorino Veronese, parlando ai vescovi del Sinodo in rappresentanza della delegazione dei laici e citando Jean Guitton : « Unicamente vicino al Pontefice, i pionieri, i battistrada, gli audaci, i laici di punta possono sentirsi maggiormente compresi? » . Dopo aver detto che « il mondo è il campo d'azione dei Laici » e che è necessario portare al « mondo d'oggi le energie che gli permetteranno di avanzare sui sentieri del progresso e della libertà e di risolvere i suoi grandi problemi : la fame, la giustizia internazionale, la pace », Paolo VI dichiarava : « Voi non siete eremiti ritirati dal mondo, per meglio dedicarvi a Dio . È nel mondo, nell'azione stessa, che voi dovete santificarvi . . . Solo la vostra unione personale, profonda con Cristo assicurerà la fecondità al vostro apostolato, qualunque esso sia. Cristo, voi lo incontrate nella Scrittura, nella partecipazione attiva sia alla liturgia della Parola sia alla liturgia Eucaristica . Voi lo incontrate nella preghiera personale e silenziosa, insostituibile per assicurare il contatto dell'anima col Dio vivo, fonte di ogni grazia » . E nell'udienza generale che seguì il Congresso mondiale dei Laici, ritornando sul tema, il Papa dichiarava che la lezione del Congresso data a tutti i membri della Chiesa è questa : « Non basta essere cattolici di nome, di abitudine, di professione, di appartenenza tradizionale o sociologica ; bisogna essere cattolici operanti, cattolici militanti, cattolici apostoli » . In questo appassionante appello alla sincerità, all'autenticità, del successore di Pietro riecheggia il pensiero di Don Bosco, che desiderava formare giovani e adulti per collocare sulle loro spalle la responsabilità di far avanzare il regno di Dio tra i fratelli, o come si dice dopo il Concilio, consacrare il mondo a Cristo . Oggi si parla molto di sviluppo, di promozione, di elevazione dei popoli . Ma tutto ciò per il battezzato deve essere congiunto con l'impegno di diffondere il messaggio cristiano . L'ha affermato il Congresso mondiale dei Laici : « Come cristiano, io promuovo lo sviluppo ; poiché sono cristiano, io evangelizzo . . . » . Oggi - il III Congresso dei Laici l'ha ancora una volta proclamato - questo è il compito di tutti i cristiani al proprio posto di lavoro, purché credano nel regno di Dio . « E nel regno di Dio può credere - ha scritto Dietrich Bonhtiffer, morto nei campi di concentramento nazisti - soltanto colui che va pellegrino per i sentieri dell'umanità ; colui che ama il mondo e Dio nello stesso tempo » . Dall'alto: L'incontro della fede con la scienza . L'astronauta americano Mc Divitt offre al Papa una riproduzione della "Gemini 4" Un sacerdote con rappresentanti di vari popoli della terra (un africano, un'indiana, una giapponese, un'italiana) : anche nel lavoro dei laici è indispensabile la guida amorevole dei membri della gerarchia 5 Cosa vuol dire credere? « Cosa vuol dire credere ? » . Questa domanda, già di per sè appassionante, è diventata di grande attualità con la proclamazione dell'Anno della Fede . Potremmo chiedere la risposta ai teologi, ma forse non è meno interessante rivolgerla ad altri, a coloro che la possono ricavare spontaneamente dalla loro stessa esperienza personale . La vita può farci intuire certe realtà più luminosamente di quanto avvenga attraverso una matura riflessione . A tale intento la nostra rivista Dimensioni, delle cui ricerche ci siamo valsi in un articolo precedente, si è indirizzata ai suoi lettori, in gran parte giovani che vanno verso i vent'anni o li hanno da poco superati . Le risposte sono state numerose e seriamente impegnate . Ed è sufficiente leggerne alcune, scelte tra centinaia di interventi, per convincerci di una confortante realtà, che il problema della fede è robustamente sentito e interpretato dai giovani . Certo non sono tutte affermazioni da inserire nei trattati di teologia quelle che questi giovani dedicano con tanta passione e spontaneità a questo "loro" problema vitale ; ma ciò non toglie che siano ricolme di uno straordinario senso cristiano, che denota con quanta immediatezza e profondità i giovani di oggi vivono l'appassionante ricerca della verità . La fede è una conquista personale Cosa vuol dire, dunque, credere per tanti giovani con cui dividiamo, nel lavoro negli uffici nelle scuole, le gioie e le delusioni della vita quotidiana ? Ecco alcune riflessioni in proposito, frutto talora di sofferta meditazione . « Dopo parecchio tempo di ricerca - scrive un giovane - ho avuto la gioia di ritrovare la mia fede ; una fede diversa, più matura, diventata veramente personale . . . RisDiuliloilo i DIOuani Non so se riuscirò a esprimere ciò che ho scoperto, anche perchè sono convinto che la fede è frutto di una conquista personale e che non la si può capire che trasformandola in vita . Io vedo la fede come un rapporto vitale tra la mia persona e un'altra persona : Cristo . È in questo rapporto di amicizia che si esprime la mia fede. . . ». Giuliano - così si chiama lo scrivente - accanto al nome aggiunge : « un giovane studente ventenne, felice di vivere » e al termine della sua lettera afferma : « Per concludere vorrei citare una frase scritta da una mia amica tedesca incontrata in Francia, tra un gruppo di giovani di cui ho fatto parte questa estate : "Sorridere è vedere gli altri con gli occhi di Cristo" » . Credere è amare Il nome e la persona del Salvatore ritornano con crescente insistenza tra questi giovani che parlano di fede . Stupendo ciò che scrive uno di Forlì : «Sto convincendomi che per poter credere è necessario entrare, non fermarsi sulla soglia e rimpiangere ciò che si lascia fuori; entrare con impeto in Cristo » . Un altro di Desenzano del Garda : « Per me credere vuol dire che un Uomo è nato un giorno sulla terra, è vissuto, ha detto e fatto grandi cose, è stato ucciso e poi è ritornato vivo : cioè ha dimostrato di essere qualche cosa di più di un uomo. . . ». Non è detto che il dubbio non assalga talvolta anche questi adolescenti che hanno così vivo il senso cristiano . Una signorina di Massa Marittima scrive che è forse il mondo contemporaneo che porta ad avere tante incertezze, in quanto si tende ad abolire i vecchi valori e i vecchi ideali, senza averne trovati dei nuovi. Ma prosegue : « L'incertezza, il dubbio, l'attesa fanno parte di noi ; anche perchè non c'è vera fede là dove non si pongono domande » . Per le nuove generazioni - lo documenta l'inchiesta a cui ci riferiamo - non ha più valore una fede folcloristica, tradizionale - come annota un giovane di Aviano (Udine) « ma quella sofferta e plasmata in continuazione » . È lo stesso che sottolinea : « Credere non è un pensiero, ma Un'azione ; non è una preghiera, ma una vita » . Per alcuni la fede è «uno sguardo sul mondo, conforme allo sguardo di Dio, uno sguardo nuovo, preciso, vero » (una signorina di Albese, Como) ; e il cristianesimo è « la risposta esauriente, più piena, più feconda alla perenne attesa, alla sete inesauribile dell'umanità di ogni tempo e di ogni luogo, alla sete e all'attesa dell'Amore infinito» (una ragazza di Vittorio Veneto) . Per molti la fedi in Cristo e nei fratelli è un atto di amore . Scrive uno da Catania : «Per me credere, oltre esse è una grazia, è un impegno con l'Altro » . E uno da Mantova : « Si possono fare tanti discorsi, ma alla fine mi trovo sempre solo davanti a Dio che mi chiama» . Questi giovani manifestano il loro disagio per dover vivere « tra gente che pensa solo a star bene, a vivere tranquillamente, senza una responsabilità, senza un dovere di fronte agli altri» ; e traducono nella realtà di ogni giorno il dono della fede : «L'unica condotta ragionevole di vita perchè la mia esistenza possa avere importanza, è sapere se essa vale per gli altri, se io faccio qualche cosa per migliorare gli altri, per dar loro maggior libertà spirituale, culturale, fisica . . . Io ho scelto medicina per questo » ( un giovane di Torre Quartesolo, Vicenza) . È lo stesso giovane che si chiede come sia possibile, dopo tanti anni di cristianesimo, veder gente che si ammazza, che soffre la fame, che fa le guerre . . . Molti elementi di queste nuove leve si scrutano e si "auscultano" per verificare se la fede «che si son trovata sulle spalle - come scrive uno di loro - sia autentica, e valga la pena di dare ad essa il pieno e deliberato consenso» . Si chiedono «se sia giusto restare sempre soli, con il proprio mondo interiore . . . » . Ma gridano al nostro mondo che la fede - come annotò Dunan - « non è nè teoria, nè deduzione, ma avvenimento, brusca e imprevedibile invasione di una esistenza da parte di Dio che la conquista tutta quanta » . Date un significato alla vostra vita Un giovane di Comacchio lancia un appello ai suoi coetanei, dopo aver confessato che sente un irrefrenabile bisogno di dare una risposta valida ai suoi interrogativi e alla sua vita . Scrive : « Vorrei lanciare . un messaggio a quell'immensa massa di giovani che non vive, ma vegeta nella civiltà del benessere, senza porsi il problema religioso : svegliatevi dal vostro torpore e guardate il mondo intorno a voi; date un significato alla vostra esistenza . Non giungete alla fine della vostra vita scoprendo irrimediabilmente di averla sprecata e ingiuriata nella sola ricerca ossessiva di un progressivo benessere e di una mera felicità, basata sul denaro e sull'egoismo . . . » . È confortante che i nostri giovani siano giunti a queste affermazioni sulla fede come vita oltre che come atto di intelligenza, e che ancora una volta possiamo cogliere in loro degli interessi che ci fanno bene sperare . Noi li rileviamo perchè prima di tutto questi giovani non siano delusi dalle nostre incoerenze e poi perchè si sappia su quali solide basi possiamo contare per aiutarli a risolvere i loro problemi . E vogliamo anche essere loro riconoscenti per la lezione che ci danno : essi ci ricordano che la fede è soprattutto rapporto personale con Dio nell'amore . 7 Il Cardinale Carpino prende possesso del nuovo titolo di S. Maria Ausiliatrice La domenica 15 ottobre, l'Em .mo Cardinale Francesco Carpino, Arcivescovo di Palermo, ha preso possesso del suo "Titolo" della chiesa di S . Maria Ausiliatrice al Tuscolano . Il bel tempio mariano, elevato ora a Titolo Cardinalizio, era gremito di fedeli a ricevere degnamente l'Em .mo Titolare, accolto dal Rettore Maggiore don Luigi Ricceri, dal Parroco don Giuseppe Piemontese e da altre personalità . Dopo che il Protonotario Apostolico mors . Giuseppe Del Ton ebbe letto la Bolla pontificia di nomina, il Rettor Maggiore rivolse al Porporato un devoto indirizzo di omaggio, rilevando che il tempio, nell'accogliere l'Arcivescovo di Palermo quale primo Cardinale di Santa Maria Ausiliatrice, viveva uno dei suoi fasti . L'idea di affiancare all'Istituto Pio XI una chiesa parrocchiale - ha aggiunto - sebbene la nuova opera sorgesse in estrema periferia, fu dello stesso Pio XI, che con squisita delicatezza aveva detto : « La dedicheremo a Maria Ausiliatrice » . Recentemente il pittore salesiano don Giuseppe Melle ne affrescava le pareti, le volte, la cupola, ispirandosi alle grandezze di Maria e ai trionfi di Maria Ausiliatrice nella Chiesa e nel mondo . Don Ricceri rilevava come la grande bontà verso i figli di Don Bosco e la devozione al santo Fondatore di Sua Eminenza avevano realizzato un comune desiderio . Infatti l'efficace interessamento del card . Carpino impetrava l'elevazione del tempio a Titolo cardinalizio ; e Sua Santità si compiaceva di assegnarlo a chi con letizia salesiana veniva ora accolto nella sua chiesa, quale primo Cardinale del titolo di Santa Maria Ausiliatrice . ,LI cardinale Carpino ringraziava per una così fervida accoglienza, evocava « il ricordo del caro e venerato Don Bosco», inneggiava a Maria, Madre di Dio e degli uomini, e si compiaceva di dichiarare : « Ho scelto questa chiesa quale Titolo cardinalizio, perchè scegliendo/a ho inteso eleggere quale stella della mia missione pastorale nel 'Archidiocesi di Palermo la Madonna di Don Bosco, la Madonna Ausiliatrice, la Madonna Mediatrice di grazia » . Il Cardinale De Furstenberg prende possesso del nuovo titolo dei Sacro Cuore al Castro Pretorio Il 22 ottobre ('Em .mo Cardinale Massimiliano de Furstenberg ha preso possesso del suo Titolo Presbiteriale del Sacro Cuore al Castro Pretorio . Il Porporato, all'entrata della Basilica, è stato accolto dal Rettor Maggiore don Ricceri, dal Parroco don Stefano Giua, da altre personalità e da numerosi salesiani . Fatto l'ingresso nel tempio affollato di fedeli, il Cardinale adorava il Santissimo, quindi, dopo la lettura della Bolla pontificia di nomina fatta dal Protonotario Apostolico mons . Gioachino Sormanti, riceveva l'obbedienza della famiglia salesiana . Successivamente il Rettor Maggiore ha rivolto al Porporato un devoto indirizzo di omaggio, esprimendo l'esultanza dei figli di Don Bosco per l'elevazione a Titolo car- dinalizio della Basilica, eretta per incarico di Leone XIII dallo stesso santo Fondatore . Don Ricceri aggiungeva anche i sentimenti di ammirazione e di gratitudine dei salesiani per il Porporato, che nel corso delle sue missioni diplomatiche e pastorali in Giappone, in Australia e in Portogallo, sostenne sempre e incoraggiò validamente la loro opera . Rispondendo al Rettor Maggiore, il cardinale de Furstenberg rinnovava i suoi sentimenti di gratitudine al Vicario' di Cristo per averlo chiamato nel Collegio Cardinalizio e per avergli assegnato quale titolo la fiorente Basilica del Sacro Cuore, un tempio - egli ha detto - che pur non avendo un lungo passato, nei suoi ottanta anni di vita ha già una sua storia piena di significato . Molto sapien- temente Leone XIII aveva invitato Don Bosco a costruire il tempio, che in soli sette anni fu un fatto compiuto, e il Santo potè celebrarvi la prima Messa tra lacrime di commozione e di gioia . « Noi oggi - ha esclamato il Cardinale de Furstenberg - abbiamo il privilegio di trovarci in un tempio eretto da un Santo e da quale Santo!» . « È per me motivo di consolazione - ha soggiunto - ritrovare qui i salesiani dopo averli conosciuti, ammirati e amati in Giappone sotto l'egida del venerato monsignor Cimatti, poi in Australia e in Portogallo . La loro fedeltà alla missione educatrice della gioventù popolare è una grazia : dappertutto nel mondo la formazione cristiana unita a una seria formazione artigianale e tecnica della gioventù è una missione della Chiesa che non potrà essere loro tolta » . SAN FRANCESCO DI SALES MODELLO N ELL APOSTOLATO STAMPA Il Rettor Maggiore don Luigi Ricceri negli « Atti del Consiglio Superiore» diretti a tutti i Salesiani in occasione del IV centenario della nascita del nostro Patrono, dopo aver presentato S . Francesco di Sales come « Maestro di spiritualità e modello di educazione in clima di libertà, di dialogo, di amorevolezza », propone alla imitazione il suo esempio e quello di Don Bosco in un apostolato sempre più attuale : la stampa . 10 Chi, entrando nel santuario di Maria Ausiliatrice, guarda alla seconda cappella a sinistra, dedicata una volta a San Francesco di Sales, vede in un grande affresco il nostro Santo Patrono in una stamperia tutto intento a correggere una bozza, mentre uno stampatore è in atto di presentargliene un'altra . Sotto l'affresco, intorno all'arco che separa la cappella da quella del Sacro Cuore, corre la seguente scritta in latino : Francesco di Sales per difendere e promuovere la fede cattolica con la pubblicazione di buoni libri aperse una stamperia e per questo viene riconosciuto come protettore dell'arte della stampa . Si direbbe che tale scritta posta sotto l'affresco del Rollini abbia sapore di profezia . L'artista ha certamente voluto presentare S . Francesco di Sales quale modello di Don Bosco nell'apostolato della stampa ; non per nulla ha messo attorno al Santo dei giovani al lavoro . E così l'artista ha quasi anticipato ciò che Pio XI e Pio XII avrebbero fatto più tardi dichiarando S . Francesco patrono degli scrittori cattolici e Don Bosco patrono degli editori cattolici . L'accostamento dei nostri due Santi in questo settore ha elementi profondi . All'inizio della sua missione nel Chiablese 5 . Francesco, che non riusciva a ottenere uditori mentre predicava la parola di Dio, trovò il modo di far arrivare, per così dire, la sua predica a domicilio . Affidò a fogli volanti, da lui preparati, le verità principali della fede cattolica . In quei fogli, semplici ma perspicui, chiariva precisi punti controversi ; rispondeva alle obiezioni, scopriva calunnie e metteva bene in chiaro l'eresia . I fogli accuratamente stampati venivano distribuiti gratuitamente e in larghissima copia, e, penetrando dappertutto, illuminavano le menti, scioglievano dubbi ed ebbero tanta influenza nelle conversioni . Non diversamente Don Bosco, affrontando una situazione analoga, cominciò con gli Avvisi ai Cattolici, la stampa delle Letture Cattoliche e svolgendo man mano i tratti di una apologetica popolare e pratica venne a formare Il Cattolico istruito, appunto come S . Francesco di Sales aveva, quasi senza avvedersene, composto le Controversie . La genialità del Fondatore, messa a servizio delle anime, non si fermò qui . Sappiamo infatti quanto il nostro Padre, sulla scia del suo santo esemplare, abbia lavorato e sofferto intendo caldamente raccomcgndare è la diffusione dei buoni libri . Io non esito a chiamare divino questo mezzo, poichè Dio stesso se ne giovò a rigenerazione dell'uomo . Furono i libri da esso ispirati che portarono in tutto il mondo la retta dottrina . . . Tocca adunque a noi imitare l'opera del celeste Padre . I libri buoni diffusi nel popolo sono uno dei mezzi atti a mantenere il regno del Salvatore in tante anime . . . Fu questa una delle precise imprese che m'affidò la Divina Provvidenza, e voi sapete come io dovetti occuparmene con instancabile lena, nonostante le mille altre mie occupazioni . . . Questa diffusione dei buoni libri è uno dei fini principali della nostra Congregazione. . . Le nostre pubblicazioni tendono a formare un sistema ordinato che abbraccia su vasta scala tutte le classi che formano l'umana società . . .» . San Francesco di Sales patrono degli scrittori cattolici (affresco del Reffo nella Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino) per dare incremento e allargare al massimo l'apostolato della stampa . Col suo intuito geniale e apostolico, comprese l'enorme potenza di questo strumento di comunicazione sociale e capì che sarebbe sempre più cresciuta in concomitanza con l'evoluzione sociale nel mondo . E appunto perchè consapevole di questa potente influenza della stampa nella società, lasciò in eredità ai suoi figli questo apostolato, consacrandolo nelle Costituzioni come uno dei fini specifici della Congregazione ; non solo, ma volle integrare questa con- segna lasciata ai salesiani dandoo alla sua terza Famiglia, ai Cooperatori, come esercizio di apostolato primario la diffusione della stampa (Regolamento dei Cooperatori, e . II, n . 3) . Ma sentiamo le parole del Padre nella lettera del 1885, che potremmo chiamare il suo testamento-programma su questo argomento . Sono parole vive e appassionate, di palpitante attualità, ancor più dopo il Decreto conciliare sugli strumenti di comunicazione sociale . « Fra i mezzi, per la gloria di Dio e la salute delle anime, quello che io Questi pensieri del Padre ci fanno apprezzare la sua antiveggenza e la sua eccezionale sensibilità apostolica (pensiamo che furono scritti più di 80 anni fa), ma in pari tempo ci richiamano con grande autorevolezza il dovere di non lasciar decadere questo apostolato nella Congregazione . . . Sarò tanto lieto se la celebrazione di questa ricorrenza "salesiana" servirà a svegliare in ogni ambiente della Congregazione la sensibilità e l'apprezzamento concreto per questo apostolato . Paolo VI nella citata lettera apostolica Sabaudiae Gemma, naturalmente per una cerchia più ampia, si augura appunto che l'esempio del santo Vescovo di Ginevra sia un efficace richiamo a rendere operanti le preziose direttive del decreto conciliare sugli strumenti di comunicazione sociale . Sono sicuro che il nostro Padre farebbe a noi oggi lo stesso invito con parole e sentimenti non meno appassionati di quelli espressi nella storica lettera del 1885 . A noi rispondere con filiale apertura a tanti pressanti e autorevoli appelli . il La Madonna visitava spesso Don Bosco nei sogni . E Don Bosco li raccontava ai suoi ragazzi per entusiasmarli, durante i primi anni difficili del suo apostolato giovanile, quando non aveva ancora una casa fissa in cui raccoglierli e gli toccava spesso sloggiare da un posto all'altro . « Non temete, miei cari figliuoli, - diceva ; - è già preparato un edificio, bellissimo, per voi ; presto ne verremo in possesso . Avremo una bella chiesa, una grande casa, spaziosi cortili ; e un numero sterminato di ragazzi verranno a ricrearsi, a pregare e a lavorare » . I giovani gli credevano e gli si affezionavano sempre di più . Molti anni dopo, ricordando i primi tempi belli e travagliati degli inizi, Don Bosco a chi gli chiedeva una ricetta sicura per attirare i giovani rispondeva con espressioni che si possono sintetizzare così : allegria, espansione, entusiasmo. • II filosofo pagano Platone diceva : Il giovane deve vivere in un clima di entusiasmo . Niente di grande fu mai compiuto senza entusiasmo . L'entusiasmo è una virtù magica : stimola ad agire, ban12 disce lo scoraggiamento e lo sconforto, vince la pigrizia . • L'entusiasmo è comunicativo . Se ne accorgevano i ragazzi quando sentivano Don Bosco parlare del Paradiso o della Madonna . Ne parlava in termini così incandescenti che il suo entusiasmo li contagiava . L'entusiasmo è la condizione per appassionarsi a qualche cosa, e per appassionarvisi veramente . Quando voi parlate con entusiasmo ai ragazzi di una determinata cosa, state certi che ne fate sprizzare scintille . • Per vivere nell'entusiasmo, occorre immergersi anima e corpo in quello che si sta facendo . Occorre essere tutto lì, nel presente. I bimbi istintivamente vivono immersi nel loro presente . Crescendo, essi perdono questa magnifica dote ; occorre rieducarli . Schopenhauer, il filosofo del pessimismo, era solito dire che quasi tutti gli uomini perdono il loro entusiasmo perchè sono dei "taglialegna" . E spiegava : «Succede agli uomini quello che succede ai taglialegna . Quando attraversano una bella foresta pensano : Quanto può rendermi quest'albero? Quanti metri cubi di legname potrà fornire? L'anno scorso ho guadagnato tanto : quest'anno devo guadagnare di più . Vivono sempre nel passato o nel futuro, mai nel presente» . • Dice un educatore moderno : L'entusiasmo ha bisogno di essere continuamente attizzato . E dove i ragazzi attizzano il loro entusiasmo? Alla vita divina della grazia . Un ragazzo che viva in grazia di Dio è sempre allegro ed entusiasta . Un ragazzo che non ha la grazia di Dio, è triste e scontento . « Chi vive nell'entusiasmo, vive nell'aurora dell'eternità » . • Ricche fonti inesplorate di energia esistono in ognuno di noi . Di tanto in tanto si entra in contatto con queste misteriose riserve : e allora si sentono scaturire slanci di fiducia, di bontà, di forza creativa . Poi bruscamente il circuito si interrompe e ci si sente trascinati all'indolenza e alla pigrizia . Occorre tenere sempre aperto il circuito dell'entusiasmo . I ragazzi entusiasti sono più vitali, più dinamici, più fattivi e più vivi degli altri . Raramente sono stanchi ; quasi mai scoraggiati . Il loro segreto? L'entusiasmo che nasce dall'anima in grazia . L'ADDIO AI MISSIONARI PARTENTI UNA "GRANDE PIANTA" DIVENUTA REALTA L'arma del missionario, il crocifisso, simbolo insieme di olocausto e di vittoria er la novantatreesima volta, la domenica 8 ottobre, p si è rinnovata nella Basilica di Maria Ausiliatrice la commovente cerimonia dell'addio ai missionari partenti . La prima volta - l' i i novembre 1875 - Don Bosco aveva detto : <, Noi diamo principio a una grande opera, non perchè si abbiano pretensioni, no ; ma chi sa che non sia questa partenza come un seme da cui abbia a sorgere una grande pianta.. . » . Oggi la "grande pianta" è una realtà e ha esteso i suoi rami in tutti i continenti . I ricordi speciali che Don Bosco, dopo l'abbraccio paterno, aveva consegnato per iscritto a ciascuno dei partenti si aprivano con un invito in cui vibrava tutto il suo zelo di apostolo : « Cercate anime, ma non danaro nè onori nè dignità » . Parole che si sono tramandate come patrimonio sacro tutti i missionari salesiani e che for- mano ancora oggi il programma dei generosi partiti l'8 ottobre scorso . Il Rettor Maggiore, trattenuto a Roma dai lavori del Sinodo Episcopale, delegò il suo vicario don Albino Fedrigotti a compiere la cerimonia di addio, che si svolse con la consueta solennità, presenti i Superiori Maggiori in sede, molti parenti dei missionari, i giovani della casa madre e numerosi fedeli . Tenne il discorso di circostanza don Oreste Paviotti, già ispettore dei salesiani dell'India Nord, che con efficace sintesi rievocò i fasti missionari della Chiesa e l'apporto umile ma ardente della Congregazione Salesiana . I figli di Don Bosco che quest'anno si recano oltre oceano, tra sacerdoti, chierici e coadiutori, sono cinquantasette . A questi si aggiungono ventinove Figlie 13 di Maria Ausiliatrice . Provengono da diversi Paesi europei : Italia, Spagna, Irlanda, Germania, Jugoslavia, Inghilterra . . . e sono destinati all'America latina (Patagonia, Terra del Fuoco, Brasile, Cile, Ecuador, Messico, Paraguay, Venezuela), all'Asia (Hong Kong, Filippine, Corea, Timor), all'Africa (Congo, Ruanda), all'Australia . Nelle vacanze che precedettero la partenza della prima spedizione missionaria, Don Bosco aveva convocato i prescelti nel collegio di Varazze, affinchè attendessero allo studio della lingua spagnola e alla loro preparazione specifica di evangelizzatori qualificati . Anche quest'anno, la preparazione per l'inserimento rapido ed efficace di questi giovani missionari nel "mondo" che sarà il loro, è stata curata conforme alle esigenze dell'epoca postconciliare mediante un corso di lezioni organizzato per loro a Bagnolo Piemonte. Le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno atteso alla loro preparazione frequentando l'Istituto Internazionale di Pedagogia e Scienze religiose che ha sede in Torino . Oggi ai salesiani sono assegnati sedici territori di missione vera e propria : nove nell'America latina, sei in Asia e uno in Africa . Sono in tutto 135 "residenze", disseminate in territori di oltre un milione e mezzo di chilometri quadrati, con una popolazione complessiva di oltre 25 milioni di abitanti . Ma i missionari salesiani svolgono il loro apostolato anche in altre regioni, specie in Paesi asiatici, con altri 164 centri . Complessivamente sono 2617 i figli di Don Bosco che lavorano oltre oceano come portatori della Buona Novella . Le Figlie di Maria Ausiliatrice completano questa attività missionaria con altri 126 centri di missione e 959 suore nelle missioni propriamente dette . Dall'alto: II prefetto generale don Albino Fedrigotti consegna il crocifisso a un giovane missionario coadiutore L'abbraccio dei Superiori Maggiori ai missionari partenti . In primo piano il catechista generale don Modesto Bellido Ogni anno all'apostolato dei missionari salesiani si affianca l'opera preziosa delle missionarie Figlie di M . Ausiliatrice 14 Monsignor Cimato ritorna ... Sotto il busto di mons . Cimatti (opera del salesiano don Paolo Faroni) sostano il Pro-Nunzio Apostolico mons. Bruno Wustenberg (al centro), l'Ausiliare di Tokyo mons . Pietro Shirayanagi, e il direttore dello studentato don Alfonso Crevacore 6 ottobre scorso segnava il seI 1condo anniversario della morte di quell'ardente e infaticabile missionario che fu mons . Vincenzo Cimatti, fondatore delle Opere salesiane in Giappone . Due anni sono trascorsi, ma per mons . Cimatti il tempo non è stato nemico come per la maggior parte degli uomini, e non ha fatto affievolire il ricordo di questa figura straordinaria di uomo, di studioso, di missionario e di santo ; anzi, come per i santi e per gli eroi, il tempo è stato come una lente potente che ha messo a fuoco le opere di bene, il cuore vasto, le virtù religiose e civili che in mons . Cimatti eccelsero, ma che durante la vita erano rimaste velate dalla sua umiltà . Don Cimatti, come desiderava essere chiamato, in questo anniversario della sua nascita al cielo, è tornato tra i suoi figli con le sue spoglie mortali, esumate dal cimitero comune, per riposare o meglio, per continuare a comunicare loro colla sua presenza quella carità che fu il suo insegnamento- e il suo esempio di ogni giorno . Il 5 ottobre u . s ., la sua venerata salma rientrava nel Seminario di Chofu-Tokyo . Dopo le esequie officiate da mons . Pietro Shirayanagi, vescovo ausiliare di Tokyo, a cui a ssistette . il Pro-Nunzio Apostolico mons . Bruno Wustenberg con un folto gruppo di salesiani, di Figlie di Maria Ausiliatrice, di Suore della Carità di Miyazaki e di rappresentanti di tante con- gregazioni maschili e femminili della capitale, venne murata nella cripta della nuova chiesa . Questa chiesa che gli amici, allievi e benefattori di don Cimatti, sparsi nel mondo, per l'interessamento del direttore del Seminario salesiano di Chofu don Alfonso Crevacore, hanno voluto fosse eretta in sua memoria, è bella nella semplicità delle sue linee moderne . Nel loculo accanto alla bara è stata posta una pergamena che dice : «Questa chiesa è stata edificata dagli amici e ammiratori di mons. Vincenzo Cimatti per ricordare le sue virtù e dimostrargli la loro riconoscenza . Mons . Cimatti nacque a Faenza il 16 luglio 1879 . A tre anni, in braccio alla mamma, vide Don Bosco . Come salesiano, fu ripieno dello spirito 15 Estratto dal Comunicato A .N.S.A . Tokyo, ottobre 6 . - « . . . un santo, lo ripeto, un vero santo - ci ha detto l'ex ufficiale della Marina Militare Italiana Giuseppe Bonati, che fu internato in Giappone subito dopo l'8 settembre ed è attualmente impiegato presso l'Ambasciata d'Italia in Tokyo - . Infatti se non ci fosse stato mons . Cimatti a sfamarci di nascosto con gravissimo rischio per la sua vita e la sua libertà personale, nonostante fosse oberato di analogo pesante onere per provvedere a tutti i Salesiani e Missionari, i militari e i marittimi della Mercantile Italiani internati in Tokyo subito dopo l'armistizio dei 1943 sarebbero tutti morti di stenti, ma soprattutto di fame . Quello che ha fatto mons . Cimatti per tutti noi ha dei sovrumano ed è assolutamente indimenticabile : gli dobbiamo tutti la nostra vita » . del Fondatore e dedicò tutta la vita all'educazione e cura delle anime . Nel 1926 venne in Giappone e per 4o anni con ardore indomabile lavorò per la gloria di Dio e la salvezza delle anime, finchè si consumò in olocausto per l'amato Paese di adozione . Voi tutti che pellegrinate a questa chiesa, vogliate richiamare alla mente la sua soave figura e rinnovate il proposito d'imitarlo. "Siate miei imitatori come io di Cristo" » (I Cor ., 4, i6) . Ne seguì la Messa celebrata da mons . Shirayanagi con la partecipazione del Pro-Nunzio mons . Bruno Wu- Tokyo . La facciata della nuova chiesa . A sinistra l'entrata alla cripta che custodisce la salma venerata di mons . Cimatti stenberg . Alla fine il Padre Kawaguci, uno dei primi allievi di mons . Cimatti nel Piccolo Seminario di Miyazaki, volle rendergli pubblica testimonianza del bene che da lui aveva ricevuto . Disse tra l'altro : « Il Padre lwashita dice che più si sale il monte Fuji, e più ci si accorge della sua altezza ; ora, dopo tanti anni di cammino e con un po' di esperienza, ho potuto capire a quale altezza sia arrivato questo Servo di Dio . Ho sempre cercato di scoprire in lui delle debolezze, ma devo confessare che mai ci sono riuscito . "Kan wo òte, Noto sadamaru", dice un proverbio cinese, e cioè "dopo la morte si conosce l'uomo" . La figura di mons . Cimatti appare ora, dopo la sua morte, nella giusta realtà e balza imponente e grande nella grandezza della carità . "Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, resta esso solo ; ma se muore porta molto frutto" . Monsignore, come il chicco di frumento, ora porta molto più frutto di quando era in vita » . Il 6 ottobre, alla presenza di un folto gruppo d'invitati tra cui si notavano molte autorità civili e religiose, mons . Wustenberg consacrò la nuova Chiesa e concelebrò con mons . Shirayanagi e una quindicina di salesiani . Alla funzione religiosa seguì la commemorazione ufficiale . Il primo discorso fu tenuto dal Nunzio Apostolico, che presentò don Cimatti come il prototipo del Missionario . « Don Cimatti - disse -vide tutte le sue opere in funzione della predicazione, dell'apostolato eri- stiano, e le sue opere non furono nè poche nè piccole ; per accennare solo a qualcuna, pensò subito all'erezione di un piccolo seminario per le vocazioni indigene, aprì la prima Scuola professionale a Tokyo e a Miyazaki, quella che in seguito divenne la Tanki Daigaku, la vostra Università di Miyazaki . Alle opere di educazione seguirono quelle sociali a favore dei più poveri, che sono sempre stati una delle preoccupazioni principali della Famiglia Salesiana, e che rendono sempre attuale la vostra opera » . Sua Eccellenza accennava quindi agli Oratori, alle preoccupazioni di don Cimatti per l'apostolato della stampa, alla sua elezione a Prefetto Apostolico di Miyazaki . Il Nunzio concludeva : «Questo apostolo così generoso, questo lavoratore instancabile e modesto, questo prototipo di Missionario assurge a simbolo, esempio e monito per tutti noi che lavoriamo in Giappone come missionari » . Il Governo Italiano era rappresentato dal Ministro d'Italia dott . Aldo Conte Marotta, che ringraziando la Famiglia salesiana a nome del Governo per il contributo di civiltà e di fede dei missionari salesiani sparsi nel mondo, accostò l'umile don Cimatti alla serafica figura del Poverello d'Assisi, ambedue geni ed eroi dell'amore cristiano. Il deputato Aikawa Katsuroku, non cristiano, ex prefetto di Miyazaki, ricordava con parole commosse l'amore di don Cimatti per il Giappone e per i Giapponesi e tra l'altro diceva : « Ricordo la suonata per piano che mons . Cimatti compose io anni fa per il 26oo ° anniversario della fondazione dell'Impero giapponese, suonata che fu trasmessa per radio a tutta la nazione . Quella musica aveva profondamente scosso il cuore di noi giapponesi . Colui che aveva saputo intenerire il cuore dei Giapponesi, non poteva non amare profondamente il Giappone e i Giapponesi ». Il senatore Kuroki Toshikatsu, anche lui non cristiano, nativo di Miyazaki, confessava che tutto il suo lavoro per le Opere sociali aveva avuto inizio nel suo cuore di adolescente 4 Vi presentiamo le quattro riviste mensili per la famiglia per tutta la famiglia Meridiano 12 La rivista per la famiglia moderna : la rivista di coloro che vogliono arricchire il proprio spirito con una lettura sana Abbonamento annuo L . 2000 Estero annuo L . 3000 Un fascicolo L . 200 per i giovani Dimensioni La rivista per i giovani che vogliono vivere «da protagonisti» e sentono il bisogno di formarsi « un'opinione» sui problemi più attuali Abbonamento annuo L . 1000 Estero annuo L . 1800 Un fascicolo L . 120 Nella luminosa chiesa eretta dagli amici di mons . Cimatti, dopo la consacrazione, il Nunzio mons . Wustenberg concelebrò con mons . Shirayanagi e numerosi salesiani per i ragazzi Duemila per il contatto che aveva avuto con mons. Cimatti . Perciò ora con commozione ringraziava questo suo grande benefattore, che gli era stato maestro nella scienza più necessaria all'uomo : la carità . Il senatore Kuroki, benché non cristiano, è un'anima naturalmente cristiana . Ha come suo consigliere il salesiano don Emi . Il senatore è un grande benefattore di tutte le Opere sociali cattoliche ed è stato recentemente insignito dalla Santa Sede della Commenda con placca di S . Silvestro . Infine l'Ispettore salesiano don Stefano Dell'Angela ringraziava tutti per l'amore e la stima che avevano dimostrato all'indimenticabile monsignore e terminava con una frase che mons . Cimatti amava ripetere : Scòmodati sempre per gli altri . La sera del 6 ottobre la compagnia musicale del sig . Jigunji volle presentare in uno dei grandi teatri di Tokyo l'opera Gracia Fujin, musicata da mons . Cimatti più di 25 anni fa su libretto di un altro conosciutissimo missionario, il P . Herman Heuvers, gesuita . Fu un successo e nello stesso tempo una dimostrazione del genio di colui che della musica aveva fatto uno strumento per amare e far amare Dio . A sintesi di tutto ecco uno stralcio della lettera che il Rettor Maggiore don Luigi Ricceri inviò per l'occasione ai salesiani del Giappone : « La venerazione per il grande patriarca scomparso supera oggi l'ammirazione di cui fu circondato per tutta la vita . La profonda religiosità della sua anima, unita alla cordiale bontà verso tutti, la dedizione infaticabile alla causa del regno di Dio, l'ardimento e la originalità della sua impresa missionaria, fanno apparire più luminosamente in Lui, col procedere del tempo, una delle figure più complete e alte fra quanti hanno abbracciato l'ideale salesiano » . DON G . MANTEGAZZA missionario salesiano Il rotocalco per il ragazzo moderno Abbonamento annuo L . 1200 Estero annuo L . 1800 Un fascicolo L . 120 per le ragazze Primavera La simpatica rivista quindicinale che porta un'ondata di luce alle ore di svago delle adolescenti di ""stile"" Abbonamento annuo L . 2300 Estero annuo L . 3500 Per abbonamenti a Meridiano 12, a Dimensioni e a Duemila scrivere a: Meridiano 12 Piazza M. Ausiliatrice, 9 10152 Torino Per abbonamenti a Primavera scrivere a : Rivista Primavera 20092 Cinisello Balsamo (Milano) Via Laura Vicuna, 1 17 NEL MONDO SALESIANO Realizzando la « Populorum Progressio » Un centrc socia a Belém nel Rr!2c :l Nel numero di ottobre, sotto il titolo « Oggi a Belém come ieri a Valdocco», abbiamo presentato la « Scuola Salesiana del Lavoro » sorta nel sobborgo « Sacramenta » alla periferia di Belém do Parà nel Brasile, per togliere dall'abbandono e dall'ozio la gioventù maschile di quel popoloso sobborgo, segnato dalla miseria materiale e morale . Abbiamo anche fatto cenno all'Opera creata dalle Figlie di Maria Ausiliatrice per la gioventù femminile . E il provvidenziale « Centro Sociale Auxilium» di cui oggi possiamo dare maggiori notizie . Già da qualche anno le suore del collegio « S . G . Bosco » di Belém vi si recavano al sabato per i Catechismi e l'Oratorio e vi si trattenevano fino al lunedì, tornando sempre col cuore stretto per non poter fare di più . Due anni fa, in una riunione di Religiose, l'Arcivescovo, presentando il quadro lacrimevole delle periferie, invitava ogni Congregazione a prendersi cura d'un sobborgo, facendovi sorgere un'opera adatta . Le Figlie di Maria Ausiliatrice pensarono subito al sobborgo « Sacramenta », il più misero di tutti ; e accogliendo nella parola dell'Arcivescovo l'invito stesso di Dio, si dettero d'attorno e riuscirono, con l'appoggio dei salesiani, ad acquistarvi un appezzamento di terreno . Bussando poi a tutte le porte, con l'aiuto del Governatore, delle altre Autorità e della benefica fondazione « Giovanni XXIII», misero mano alla costruzione di un vasto padiglione . Non pensarono a un pur modesto alloggio per sè, poichè potevano bastare le due povere casette di legno nelle quali avevano trovato rifugio fin dagli inizi, ma ai bisogni immensi della popolazione . Più urgente si presentava quello della scuola per la massa di ragazze sui quindici, sedici anni e più, che avendo lasciato la scuola troppo presto, non potevano continuarla per le leggi scolastiche, che determinano per ogni classe un limite di età . Quindi, ignoranza e ozio, con tutte le conseguenze di facile via al vizio . 18 Appena aperta la scuola nell'ampio padiglione in muratura, affluirono oltre 500 ragazze dalla 3a alla 6a classe . Si dovettero organizzare tre turni al giorno per accoglierle tutte, e pensare alle maestre impegnandosi a farle retribuire dal Governo . Presentemente vi insegnano diciassette studentesse universitarie, delle quali parecchie exallieve . I turni scolastici si alternano con quelli di laboratorio, di taglio e cucito, che completano la formazione delle allieve . Alla domenica si contano a centinaia le ragazze piccole e grandi che accorrono all'Oratorio, e con esse non meno di duecento mamme povere e ignoranti, felici di avere l'insegnamento catechistico adatto a loro. Apposite riunioni per i genitori del primo centinaio di neocomunicande rivelarono il grande numero di famiglie fondate senza il matrimonio cristiano, e quindi la necessità di una delicata opera per illuminare e portare a Dio tanta povera gente . A tutte queste Opere, sorte in meno di un anno, si sono aggiunti i Corsi professionali o di artigianato, che si possono dire impiantati dalla Provvidenza . Un signore ha offerto spontaneamente per un anno cinque grandi telai e tutta l'attrezzatura e il necessario avviamento per fabbricare in fibra di palma cizal amache, tappeti, borse e altri oggetti . Un bel gruppo di ragazze vi si sono già addestrate, rendendosi capaci di confezionare, dopo le ore di scuola, cinque reti per amache al giorno, mentre altre seguono i corsi di maglieria e di ricamo, e altre ancora sono indirizzate a mansioni agricole . Così tutte trovano lavoro ; e sono più di 700 tolte dalla strada che passano l'intera giornata in quella che è divenuta ormai la loro casa . «Saper leggere e scrivere, acquistare una formazione professionale, è riprendere fiducia in se stessi e scoprire che si può progredire insieme agli altri . . . » . Le parole del Santo Padre nella « Populorum Progressio » hanno nel « Centro Sociale Auxilium » di Belém una risposta e una conferma dallo stesso sorriso di gioia e di speranza che fiorisce in tutte quelle giovinezze aperte cristianamente alla vita . Roma Conferenza stampa sul volume « L'ateismo contemporaneo » Martedì, 17 ottobre, nella Sala dei Cavalieri del Santo Sepolcro, è stato presentato in una conferenza stampa il volume L'ateismo contemporaneo edito dalla Società Editrice Internazionale (SEI) . Erano presenti i cardinali Marella, Garrone e Silva, Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, il Rettor Maggiore dei Salesiani don Luigi Ricceri, numerosi Docenti universitari e un vasto pubblico . Dopo un indirizzo di saluto del comm . Pagliassotti, Consigliere Delegato della SEI, il Segretario del cardinale Kónig, arcivescovo di Vienna, ha letto la presentazione del volume redatta dal Cardinale stesso . Il Rettor Magnifico dell'Università Gregoriana, P . Hervé Carrier, ha commentato l'opera definendola una delle manifestazioni culturali più importanti del nostro tempo . Successivamente don Giulio Girardi, direttore dell'opera, ha risposto ai numerosi interventi dei giornalisti . Ci ripromettiamo di presentare in seguito taluni problemi prospettati dal volume edito dalla SEI, mentre plaudiamo all'intento pastorale, oltre che scientifico, perseguito con riconosciuto successo dagli autori dell'opera . Incoronazione di Maria Ausiliatrice al Castello di Monte Gridolfo (Forlì) La domenica 17 settembre scorso al Castello di Monte Gridolfo (Forlì) il vescovo di Rimini mons. Emilio Biancheri incoronava solennemente l'Immagine della Vergine Ausiliatrice . La devozione a Maria Ausiliatrice a Monte Gridolfo fu portata nel 1922 dal salesiano don Giulio Parazzini, nativo del Castello . La devozione andò crescendo fino a diventare in questi ultimi anni la festa religiosa più importante della zona . Quest'anno si è voluto incoronare l'Immagine della Madonna con corone d'oro offerte -dalla popolazione, con a capo lo zelante parroco . L'incoronazione si dovette fare nella piazza, perchè la chiesa non avrebbe contenuto la folla . Benedette le corone, il vescovo le imponeva sulla testa del Bambino Gesù e della Madonna e adornava la sacra effigie con lo scettro e il fermaglio del manto, pure d'oro . Quando la folla vide brillare sulla fronte dell'Ausiliatrice e del Bambino le due corone, scoppiò in un delirante applauso e in grida di Evviva Maria Ausiliatrice . Molti piangevano di gioia . Il vescovo, visibilmente commosso, tenne un vibrante discorso sul significato della cerimonia e presiedette la Processione di chiusura . A sera il Castello appariva tutto un mare di luce a onore della Vergine Ausiliatrice . I nostri volontari con i ragazzi di Poxoreu, in una breve sosta dal lavoro che sia loro conferito in forma solenne il diploma di Cooperatori Salesiani, Cosa dice un veterano delle Missioni sulla (jrUa= MATO GROSSI In attesa di intervistare i trenta volontari reduci da Poxoreu, pubblichiamo queste riflessioni di un veterano delle Missioni dei Mato Grosso . Don G . B . Duroure è stato fino all'anno scorso parroco a Poxoreu, è quindi più di ogni altro in grado di valutare l'opera dei giovani protagonisti della "Operazione Mato Grosso" . Don Duroure è membro dell'Istituto Storico del Mato Grosso (Brasile) e attualmente sta scrivendo la storia delle Missioni del Mato Grosso . un gesto cristiano di amor di Dio e del prossimo, tanto nelle dimensioni della « Populorum Progressio » quanto nella tradizione salesiana, questo : fare dei giovani non solamente dei cristiani, ma anche degli 20 apostoli . L'essere stata la prima a suscitare, in tali proporzioni, l'ideale e la realizzazione di un così stupendo programma apostolico, è una gloria per la nostra Congregazione . Al loro ritorno i giovani dell'« Operazione Mato Grosso» meritano poichè lo sono di fatto . Ben guidati, essi saranno nostri collaboratori preziosi . L'« Operazione Mato Grosso » serve a far meglio conoscere le Missioni e a suscitare simpatia per esse . Penso all'esempio che ci offre l'Ospedale che ospita don Ugo : tutti, indistintamente, medici, infermieri, suore, ammalati, pregano, offrono il loro lavoro, le loro elemosine, le loro sofferenze per la Missione. Don Bosco deve sorridere di compiacenza nel vedere giovani che fanno sbocciare sui loro passi tali fiori di amore cristiano . I giovani della « Operazione » torneranno essi stessi arricchiti di una esperienza che inciderà profondamente sulla loro vita . Il missionario, questo sconosciuto che tante volte ha l'impressione - e non soltanto l'impressione - di essere abbandonato, ritrova il suo entusiasmo a contatto con giovani che comprendono e condividono con tanto amore la sua vita di sacrificio e di donazione . E i giovani di Poxoreu ? Quale impressione vedere giovani distinti, più istruiti di loro, che vengono da così lontano per lavorare gratuitamente per loro, vivendo in pieno e senza rispetto umano la loro vita cristiana! In fine si realizza per la Missione un vecchio sogno, fino a ieri irrealizzabile : « A Casa da crianFa » (la Casa della gioventù) . Come vecchio missionario che conosce le difficoltà e le sofferenze della vita di missione, oso aprire rispettosamente un dialogo con i Superiori responsabili . Chiedo a Dio di illuminarli perchè questa « Operazione » si rinnovi e si moltiplichi - e non soltanto nel Mato Grosso - ; ma ciò avvenga sotto la direzione di sacerdoti come don Ugo e don Luigi, affinchè un'opera intrapresa per amore di Dio e del prossimo non diventi un'impresa di turismo o di avventure. DON G. B. DUROURE Visita d'eccezione a tribù primitive dell'Alto Orinoco . -_.__._-m .i Due membri del Consiglio Superiore, l'Economo generale don Ruggiero Pilla e il Consigliere per la pastorale giovanile don Gaetano Scrivo, nella loro visita ai Wuaicas nella Missione dell'Alto Orinoco (Venezuela) hanno vissuto ore di profonde esperienze, in mezzo a nuclei umani tra i più primitivi di quanti ancora esistono sul nostro globo, e hanno ammirato l'opera che tra quelle tribù svolgono i missionari in condizioni d'ambiente durissime e con una carica di serenità, di sacrificio e di abnegazione che solo la carità di Cristo può dare . a. M1111 _doma Tre Superiori Maggiori in visita ai Wuaicas . Da sinistra : don Rosalio Castillo, recentemente eletto membro del Consiglio Superiore ; don Ruggiero Pilla, Economo generale ; don Gaetano Scrivo, Consigliere generale per la pastorale giovanile all'aeroporto cittadino di Caracas il piccolo bimotore si sollevò come una rondine nell'aria tersa e fresca del mattino . Il bravo pilota con' la carta del Venezuela sotto gli occhi drizzava la rotta verso San Ferdinando, uno degli ultimi scali aerei di quell'immensa e disabitata regione meridionale in grado di offrire una qualche assistenza al volo di piccoli apparecchi . Qui fu fatto un provvidenziale pieno, che avrebbe consentito la massima autonomia di volo, e furono meglio registrati i freni, che proprio in quel primo at- D terraggio non avevano troppo soddisfatto il pilota . Egli pensava a quello che il velivolo avrebbe dovuto affrontare in un corto campo di fortuna, aperto alla meglio nella selva sconfinata . Eravamo diretti a visitare la Missione salesiana dell'Alto Orinoco, che si articola in quattro residenze, nell'estremo sud dell'Amazzonia venezuelana incuneata in quella brasiliana . Lo scopo della nostra presenza nell'America latina non era questa visita, ma un programma di lavoro già esaurito . Prima a Buenos Aires e poi a Caracas avevo convocato gli Economi ispettoriali salesiani delle due Americhe, e tra l'una e l'altra riunione avevo visitato nostre Opere del Brasile, dell'Argentina, del Cile, della Colombia e del Venezuela . Il Consigliere generale per la pastorale giovanile, don Gaetano Scrivo, compiuto nel Cile un ciclo di conferenze e di riunioni tra il vivo interesse di quei confratelli, era giunto il giorno innanzi a Caracas . Rimaneva solo una puntata nella 21 Don Pilla distribuisce caramelle ai Wuaicas . « Tutti tendevano la mano con sguardo amico ; ma, tranne i ragazzetti che ci venivano intorno, nessuno lasciava la sua posizione » Ispettoria di New York, ove ci avrebbe accompagnato l'economo ispettoriale don Perozzi, rimasto con noi . Nessuna radio rispondeva 22 « Non si può partire dal Venezuela - aveva detto l'ispettore don Rosalio Castillo, oggi membro del Consiglio Superiore, - senza una visita alla Missione tra i Wuaicas, anche per rendere omaggio al sacrificio eroico di quei missionari, così soli in tante privazioni e disagi, e per portare loro una parola di incoraggiamento » . Detto e deciso . La sera innanzi, via radio, era stato avvertito don Cocco, l'apostolo dei Wuaicas, che aveva subito dato l'allarme ai quattro gruppi missionari, scaglionati lungo le più alte anse dell'Orinoco . Ed ora eravamo lì don Scrivo, don Castillo, don Perozzi e io, imbarcati in quel guscio di noce, che sfrecciava nel cielo sempre più infuocato . Sotto, pianeggiante, compatta, d'un cupo verde variegato, si perdeva, in tutto il giro dell'orizzonte, la foresta, solcata qua e là da sinuosi nastri d'argento . Ogni tanto c'ingoiavano densi strati di nubi . E fu proprio in uno di questi strati che vedemmo all'improvviso, a un centinaio di metri sulla nostra destra, due irte cime di monti, che si alzavano quasi verticalmente dalla selva . Il pilota sgranò gli occhi e noi ci sentimmo accapponare la pelle . Se le avessimo avute di fronte, sarebbe stato impossibile evitarle . Da un rapido sguardo alla carta deducemmo di essere ormai non lontani dalla catena del Duida, che doveva indicarci una pronunziata ansa dell'Orinoco con il piccolo campo di Esmeralda, la prima delle quattro residenze . Di qui dirottando a est e seguendo il fiume, avremmo incontrato, dopo una diecina di minuti, il campo di fortuna creato da don Cocco . Ma non fu così . Avvistammo l'Orinoco, lo raggiungemmo, dirottammo a sinistra, ma dopo quasi un'ora eravamo ancora alla ricerca di Esmeralda . Consultammo l'orologio : era già passato mezzogiorno . Si pregò, mentre una celata inquietudine invadeva gli animi di tutti . Il pilota chiamava insistentemente per radio, ma nessuna stazione rispondeva . La scorta di carburante non ci permetteva di tornare indietro. In caso disperato bisognava tentare la discesa sul fiume : non c'era altra via d'uscita . Si pensò per un attimo ai voracissimi piranas, che in mezz'ora spolpano un bue! Ma ecco finalmente profilarsi, lontano innanzi a noi, tra il grigiore d'una cortina di nubi, un gruppo di monti con la cima più alta prospiciente l'Orinoco . « Non c'è più dubbio » esclama il pilota in vigoroso castigliano « è quello il Duida e di fronte Esmeralda, che credevamo di aver lasciata alle spalle » . Ormai dalla voce rinfrancata di tutti si capiva che ognuno respirava a pieni polmoni . In men di mezz'ora fummo sul campo dei Wuaicas, che si scorgevano ai margini, intorno a due vesti bianche di missionari . Tra gli esseri umani più primitivi Dopo un'ardita planata a suolo radente per misurare la pista, il pilota ci fa prendere contatto con la terra che, sebbene tra sobbalzi, salutiamo gioiosamente . Il caro don Cocco, il volto riarso e ruvido, scapigliato e arruffato nell'ampia barba paglierina, ci abbraccia : gli occhi sprizzano lampi di felicità . Assieme a lui don Berno, venuto apposta dalla residenza vicina, più contenuto come la sua barba brizzolata, ma profondamente commosso, ci saluta con effusione . Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice, che affiancano l'opera dei missionari, ci accolgono lietamente . In un attimo il gruppo degli Indios è intorno a noi e con la massima disinvoltura, specie i bambini, ci porgono la mano . « Como te llamas? » è la domanda dei bambini, che sotto la paziente guida delle suore incominciano a imparare lo spagnolo . È una vera presentazione, che continua mentre ci avviamo verso le misere capanne . Tutti avevano qualche "cosa" addosso, forse per la presenza del missionario e per il nostro arrivo . Più tardi, dopo esserci rifocillati con cacciagione della selva, pesce dell'Orinoco e frutta tropicale, preparati dalle suore, restituimmo la visita alle loro capanne . Queste sono molto ampie, perchè accolgono parecchi nuclei familiari, ognuno dei quali occupa determinati spazi, senza alcuna divisione tra di loro . Hanno le pareti di staccionata piantata sulla nuda terra, che fa da pavimento, • la copertura quasi sempre di larghe foglie della flora tropicale . L'aria • la luce penetrano solo dalle fessure della staccionata . L'interno è del tutto spoglio e quando i Wuaicas si spostano portando con sè le amache, gli archi, le lunghe frecce, qualche arnese e il fuoco alimentato da un legno speciale, la capanna appare vuota e abbandonata . Le amache, sospese a meno di un metro da terra, formano dei triangoli, tra i quali durante la notte arde per terra il fuoco, che illumina • riscalda . Qua e là qualche recipiente di legno e in alto, appesi a corde orizzontali di liana, qualche grappolo di banane e qualche pezzo di selvaggina . Null'altro . Passammo da una capanna all'altra accompagnati da don Cocco, che si comportava come uno di famiglia e aveva per tutti una parola, che noi, dal tono e da come veniva accolta, interpretavamo di incoraggiamento e di saluto . Uomini, donne, bambini erano chi accoccolato, chi seduto per terra, chi, ed erano i più, si cullava adagiato nella propria amaca . Distribuimmo le caramelle . Tutti tendevano la mano con uno sguardo amico, ma, tranne i ragazzetti che ci venivano intorno e ci seguivano, nessuno lasciava la sua posizione . I Wuaicas, sparsi in questa immensa selva dell'Alto Orinoco, sono poche migliaia e non tutti i gruppi, che prendono varie denominazioni, hanno avuto contatti con il missionario o con i bianchi in generale . Frazionati in piccole tribù, spesso molto distanti tra loro, di un cen- « Si perforano i lobi delle orecchie, e le donne anche il setto nasale e le guance intorno alla bocca . Nei fori infilano delle cannucce ben levigate » tinaio ciascuna, vivono alla giornata, di pesca, di caccia (scimmie, tapiri, serpenti, rospi . . .) e di frutta tropicale . Della banana, che è il cibo abituale, curano anche una rudimentale coltivazione . La loro razza e i loro costumi sono gli stessi di quelli che vivono lungo il Rio Negro nel Brasile : i Yanoama. Sono tra i nuclei umani più primitivi di quanti ancora esistono sul nostro globo ignari dell'odierna civiltà. Figli della selva amano una vita quasi nomade e spostano di tanto in tanto la loro residenza . Questa, dove non c'è stata l'influenza del missionario, è costituita da un'unica palizzata circolare con uno o due ingressi dall'esterno e con una copertura di foglie spiovente solo verso l'esterno a mo' di pagliaio e completamente aperta verso lo spiazzo rotondo dell'interno, che è la piazza della piccola tribù . Tutto intorno è fitta foresta, perchè la residenza è ricavata col taglio circolare dell'intricata vegetazione . Dall'aereo appare come una chierica sulla folta capigliatura d'un prete . La pittoresca toeletta dei Wuaicas I Wuaicas hanno il senso dell'orientamento e raggiungono le mete che si prefiggono . Camminano nella selva anche per parecchie settimane, senza mai perdere la giusta direzione . Non hanno bisogno di portare scorte : lungo il percorso si nutrono di frutta selvatica, di cacciagione, uccisa con frecce a volte avvelenate di curaro, e si dissetano ai numerosi corsi d'acqua, che incontrano lungo il cammino . Durante le soste, specie notturne, si riparano con piccole tettoie di foglie (tapiri), allestite rapidamente, e sotto le quali tendono alte le loro amache . I Wuaicas sentono molto vivi i vincoli di parentela e di sangue, fino a portare per mesi e mesi cosparsa sul volto la cenere rappresa di lacrime, che esprime il dolore per un parente scomparso ; fino a mangiarne le ossa triturate in un impasto di banane, durante la cerimonia del rearo, a cui partecipano tutti i componenti della tribù e invitano altre tribù amiche . Ma sono altrettanto spietati nella vendetta e inesorabili contro le tribù nemiche, fino a distruggersi . Una delle cause più frequenti che porta all'insorgere di un odio profondo e insanabile è il rapimento delle giovani donne, che i rapitori prendono per mogli . Non c'è una vera poligamia, ma non pochi, specie i più valorosi (i waiteri), hanno più di una moglie . Il nucleo familiare è quasi stabile e duraturi sono i legami che con questo si creano . L'amicizia tra le tribù porta a frequenti scambi d'inviti a feste, alle quali gli invitati intervengono, affrontando faticose giornate di sgu- 23 Non è facile avere un'idea del loro patrimonio intellettuale e religioso, perchè non se ne conosce a fondo la lingua, di cui tuttavia sono già stati catalogati circa cinquemila vocaboli . Scarseggiano le idee astratte • prevalgono i concetti concreti e pratici . I Wuaicas credono che lo spirito del defunto non ha pace finché non se ne consumano le ossa . Praticano una certa forma di stregoneria con la invocazione degli hekurà, spiriti che invadono gli individui per liberarli dalle malattie, dar loro gioie • piaceri e difenderli dai mali . « Presentano il labbro inferiore molto prominente, perchè tengono abitualmente una foglia di tabacco arrotolata intorno alla corona inferiore dei denti» 24 sciamenti tra le intricate maglie della vegetazione tropicale e i pericoli delle belve . In prossimità della meta si fermano e sfoggiano acconciature e ornamenti di gran gala con una toletta non di abiti, ma di lucidi corpi pittorescamente striati di vari colori ricavati da succhi di piante e con cannucce piumate infilate in fori praticati nelle orecchie e sul volto . Quando invece gli uomini muovono all'attacco di una tribù, hanno il corpo tinto tutto di nero, che è il colore della sfida e della guerra . I Wuaicas, dalla pelle fortemente abbronzata e rossiccia, hanno una statura più bassa della media, ma un fisico robusto e ben formato . Sono imberbi . Si radono i capelli lisci e nerissimi alla foggia di un frate minore con un filo tagliente di canna . Occhi lievemente a mandorla . Presentano il labbro inferiore molto prominente, perchè tengono abitualmente una foglia di tabacco arrotolata intorno alla corona inferiore dei denti . Si perforano i lobi delle orecchie, e le donne anche il setto nasale e le guance intorno alla bocca . Nei fori, che hanno cura di allargare progressivamente, infilano per ornamento delle cannucce ben levigate e sormontate da piume variopinte . Una forza che Dio solo può dare Sono dieci anni che i nostri missionari hanno agganciato alcuni nuclei di questi selvaggi, ma ancora non si possono misurare i frutti del loro lavoro . Le difficoltà che si incontrano sono inimmaginabili : difficoltà di organizzazione, di mezzi, di lingua . di ambiente e di carattere psicologico . Si richiede un sacrificio e una costanza senza limiti e che solo l'amore di Dio può alimentare . Recentemente don Cocco ci comunicava la sua gioia per le visite eccezionali ricevute in quest'ultimo tempo, tra cui quella dell'Ambasciatore d'Italia nel Venezuela prima della nostra, e poco dopo quella del Nunzio Apostolico . Egli ci aveva già fatto leggere in missione con visibile soddisfazione la lettera dell'Ambasciatore, che è una vera testimonianza dell'opera dei salesiani in quest'angolo isolato della terra, ove la Chiesa è presente, come ovunque, a estendere l'azione redentrice di Cristo . « Sono stato veramente felice di aver fatto questo viaggio - scriveva • di aver passato quei due giorni assieme a lei . Sono stati momenti ricchi, come pochi altri, di profonde esperienze quali raramente avviene di viverne . L'opera che svolgete in condizioni di ambiente così dure e nei confronti di tribù così primitive non può che essere ispirata da una Carità, cui Dio solo può dare tanta forza, tanta serenità e tanta abnegazione nel sacrificio . Come italiano, e che per di più ho l'onore di rappresentare l'Italia in questo paese, mi sono sentito orgoglioso : perchè non è di tutti i popoli esprimere queste virtù e portare nel mondo così alto contributo missionario . Ho sentito che laggiù battevano dei cuori italiani, la cui vita dedicata ad un ideale di carità cristiana si richiama però anche e sempre alla patria, alle sue virtù migliori, in un felice binomio di alto valore, sul piano spirituale e su quello umano . È, come lei ben ricordava, l'esempio tracciato da San Giovanni Bosco, cui si ispira la sua grande Famiglia spirituale » . Leggevamo queste righe e ne sperimentavamo con immediatezza la commovente verità, mentre in quello stesso pomeriggio con due fuoribordo solcavamo il placido letto dell'Orinoco per recarci a visitare altre due residenze, ove si ripeterono le scene del primo incontro . Tornammo a notte fonda, quando il letto del fiume si confondeva con l'oscurità della foresta addensata e straripante lungo le sponde e mentre una pioggia persistente ci batteva sul viso e ci inzuppava i leggeri indumenti, rinfrescandoci e alleviando la nostra stanchezza . All'indomani, prima di spiccare il volo di ritorno, concelebrammo nella modesta cappella della missione . presenti alcuni Indios e tra il gironzolare ordinato e premuroso di parecchi indietti, felici di indossare le rosse vesti del piccola clero, anche se non ancora in grado di comprendere il significato del rito e del loro servizio . Fu certo la prima concelebrazione sotto quel remoto lembo di cielo, in prossimità dell'equatore . Lì, in unione di menti e di cuori . chiedemmo al Signore di far presto germogliare i semi gettati dai missionari . Pregammo che l'immolazione di Gesù sulla croce, rinnovata quotidianamente anche in quella terra, diventi fonte di salvezza anche per quei poveri Indios . Pranzo con cinghiale per tutti: il gran capo si è fatto cristiano Si chiama Kiniama, ha novant'anni e i libri dì storia parlano di lui ; ma il suo maggior merito è di aver accolto la prima missione salesiana nel Congo . Il Signore ora lo ha premiato con il dono della fede circa 120 chilometri da LubumbaA shi, dové il fiume Kafubu si getta nel Luapula, si estende una pianura verdeggiante di culture e di boschi : è la terra di Kiniama, sede della prima missione salesiana di Sakania . Questa terra era in altri tempi il fiorente regno dei fieri Baushi e del loro sovrano, il grande capo Kiniama Mofya . Egli era ancora un giovanotto quando i primi europei penetrarono nel Katanga meridionale . Oggi ha 9o anni . Quando nel 1914 don Sak, il futuro prefetto e vicario apostolico di Sakania venne per la prima volta a Kiniama per studiare la posizione in vista della fondazione della prima missione salesiana del Congo, il grande capo lo ricevette assai cordialmente e con tutti i segni di rispetto 25 Dall'alto: "Entra nel tempio di Dio. . ." L'illustre neofita entra nella chiesa, sorretto da Mo e dal suo padrino, il catechista Alfonso Matandikc 'Alberto, io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Sai II grande Capo volle prendere il nome di Alberto in memoria di re Alberto I del Belgio destra: 26 i grande folla, soprattutto di uomini suoi uomini no assistito al Battesimo del gran capo orto Kiniama Mofva riservati ai visitatori importanti . E quando il missionario definì il luogo della missione, il capo mise il terreno a disposizione dei missionari . S'imponeva il problema del trasporto dei materiali : bisognava portare a spalla d'uomo legno da costruzione, lamiere ondulate, porte e finestre . A quei tempi la strada carrozzabile Elisabethville-Kiniama non esisteva ancora: non vi era che una pista indigena che serpeggiava attraverso pianure e foreste per oltre cento chilometri . Ma non ci fu da preoccuparsi : il grande capo diede ordine al suo intendente di convocare cento uomini tra i più robusti . Quindi invitò don Sak a venirli a vedere e gli disse : « Ecco i miei uomini : sono ai vostri ordini » . Di fatto cento uomini gagliardi stavano allineati davanti al missionario . Il giorno dopo partivano per Elisabethville, l'attuale Lubumbashi . Impiegarono tre giorni per andare e tre giorni per tornare, portando ciascuno sul capo chi una porta, chi una finestra, chi una lamiera . Così si potè fondare la prima missione salesiana nel Congo . Il capo Kiniama fu uno dei più assidui uditori dei missionari . Da anni egli desiderava il battesimo, ma i costumi pagani nei quali egli si trovava impigliato per la sua posizione di capo, in particolare la poligamia, gli impedivano di riceverlo . Finalmente ebbe il coraggio di superare tutte le difficoltà . Quando, preparandolo al Battesimo, gli domandai se rinunziava veramente ai suoi feticci, il gran capo rispose che non ci credeva più affatto e che non aveva fede che in Dio, Creatore di tutte le cose . Egli stesso convocò tutti i notabili per discutere sull'abbattimento dei piccoli templi eretti presso la sua casa . Questi templi agli occhi dei pagani sono come dei monumenti innalzati agli antenati : sono l'incarnazione della tribù, tanto dal punto di vista nazionale quanto da quello religioso . La conversione di Kiniama è tanto più meritoria per lui, che era il grande sacerdote pagano della sua tribù . La sua autorità morale sulla popolazione è rimasta indiscussa nonostante l'età avanzata . Effettivamente nel volume Baluba et Balubaises du Katanga (ediz . Verhulpen, p . 392) si legge : a L'antenato dei Baushi è Makumba . Makumba giunse con due capi : Mirambo e Kiniama, che dovevano essere i suoi grandi sacerdoti : Mirambo rimase nella Rodesia (Zambia) e Kiniama si stabilì nel Congo con la sua tribù, i Bena Mumba . I Bena Mumba della Rodesia del nord (Zambia) pagarono già tributo al capo Kiniama e, sebbene ora siano divenuti indipendenti, essi lo riconoscono ancora sempre come loro gran capo» . Grande fu quindi il concorso e la partecipazione del popolo di Kiniama quando il gran capo ricevette il battesimo . Anche la Zambia era rappresentata da una forte delegazione di Baushi condotti dal loro capo Matanda. Come di rito, la prima parte delle cerimonie battesimali si svolse nel vestibolo della chiesa, fino al momento in cui il vescovo presentò il lembo della sua stola al venerando neofita . Sostenuto dal suo padrino, il più anziano catechista della missione, Alfonso Matandiko, egli fece il suo ingresso nel santuario, mentre tutta l'assemblea recitava il Credo e il Padre Nostro. Egli avanzò così fino al presbiterio, dove doveva aver luogo il battesimo davanti all'assemblea . Una cattedra era stata eretta per lui di fronte al trono del vescovo . Nonostante l'età avanzata e la vista debole, il capo seguì tutto con calma e piena lucidità . Momento emozionante fu quello in cui l'acqua battesimale scese sulla sua fronte . Egli volle prendere il nome di Alberto in memoria di re Alberto I del Belgio, che aveva conosciuto nel Congo . Dopo il battesimo, mons . Lehaen celebrò la Messa, assistito dal superiore della missione don Frans Goossens. Fu una messa dialogata in Cibemba, accompagnata da canti appropriati, eseguiti in parte dai fedeli venuti dalla lontana Zambia . Dopo l'omelia il vescovo conferì la cresima al novello battezzato . Quando la messa giunse alla comunione, il nuovo cristiano Alberto Kiniama Mofya fece la sua prima comunione . La moglie, Elisabetta Kifita, cristiana da vari anni, si accostò alla sacra mensa dopo di lui, seguita da una grande folla di fedeli, desiderosi di comunicarsi col loro capo divenuto discepolo di Cristo . All'uscita dalla chiesa il gran capo ricevette gli omaggi e i doni che la sua gente gli offerse . Erano presenti con la massa di popolo tutte le autorità locali, che assistettero al ricevimento . In esso le felicitazioni, i di- scorsi, i complimenti si fusero felicemente con i canti di circostanza . Nella sua risposta il capo ebbe la delicatezza di ricordare i missionari della prima ora, i pionieri, citandoli per nome, e li ringraziò insieme con tutti i missionari per il bene fatto al suo popolo in più di mezzo secolo . « I missionari - concluse - sono stati veramente i miei padri nel Signore . E così debbono considerarli i Baushi » . Qualche giorno prima un cacciatore aveva ucciso un ippopotamo e ne aveva regalato una buona parte alla tribù . La missione aggiunse altra caccia abbondante, sicchè si mangiò e si bevve con molta allegria fino a tarda sera. Il rappresentante dei Baushi, parlando a nome di tutti, aveva detto : « Ora il nostro paese è veramente cristiano perchè il nostro gran capo Kiniama è battezzato! » . C'è da crederlo : l'esempio di quest'uomo, rappresentante di una civiltà ormai tramontata, ma alla quale egli aveva dato l'ultimo splendore, trascinerà i più giovani su di una via sempre più degna, più umana e più recettiva dei valori di cui solo Cristo è la sorgente . Kiniama (Katanga) P. JEAN-BAPTISTE ANTOINE 27 ,, L'apparecchio aveva preso fuoco Sono di ritorno da Huanuco, dove la nostra Ausiliatrice volle darci una prova sensibile della sua protezione . L'aereo su cui viaggiavamo, al momento di atterrare, prese fuoco . I passeggeri non se n'erano accorti ; si sentiva solo un gran caldo, e non si sapeva spiegare come, toccando qua e là, tutto scottasse . Ma ce ne accorgemmo al campo di atterraggio dove la direttrice e un gruppo di alunne che stavano aspettandomi, videro sgomente che l'aereo di sotto era avvolto dalle fiamme . Impressionatissime, invocarono con gran fede Maria Ausiliatrice, prevedendo con angoscia che, toccando terra, l'apparecchio si sarebbe incendiato del tutto . Invece, grazie alla bontà di Maria Ausiliatrice, avvenne il contrario : radendo il suolo le fiamme si spensero, e tutti potemmo uscire completamente illesi, rendendoci conto del gravissimo pericolo da cui, in modo cosí prodigioso, eravamo stati preservati . Fu unanime perciò un sentimento di profonda riconoscenza alla nostra Ausiliatrice . Lima (Perù) SUOR ANTONIETTA BH05M Ispettrice delle Figlie di M . Ausiliatrice agito anni fa Il 9 dicembre 1867 Don Bosco giungeva a Mornese ricevuto al suono festivo delle campane dal parroco, dal municipio e dall'intera popolazione, memore della visita che il Santo vi aveva fatto nel 1864 . Nei tre giorni che vi passò fu una festa di gioia e di pubblica esultanza . Don Bosco appariva profondamente commosso per l'affetto e la generosità delle offerte di quella buona gente dei campi . Il giorno 10, sotto i portici del collegio che Don Bosco era andato a inaugurare per le Figlie dell'immacolata (le future Figlie di Maria Ausiliatrice), si radunò una grande assemblea . Tutti Io accolsero con grandi applausi e gli offrirono abbondanti doni in natura, mentre un notabile del paese ne dava questa spiegazione : Noi siamo debitori di grandi cose alla santa Vergine Ausiliatrice . L'anno scorso molti di questo paese, dovendo andare a/la guerra, si posero tutti sotto alla protezione di María Ausiliatrice mettendosi per lo più una medaglia al collo, andarono coraggiosamente, e dovettero affrontare i più gravi pericoli, ma niuno restò vittima di quel flagello del Signore. Inoltre nei paesi confinanti fu strage di colera, della grandine, della siccità, e noi fummo affatto risparmiati . Quasi nulla è la vendemmia dei nostri vicini, e noi siamo stati benedetti con tale abbondanza che da venti anni non si è più vista . Per questi motivi noi siamo lieti di poter manifestare in tal modo la incancellabile nostra gratitudine verso la grande Protettrice del genere umano . Credo essere fedele interprete dei miei concittadini asserendo che quanto abbiamo fatto ora, lo faremo anche in avvenire, persuasi così di renderci sempre più degni delle celesti benedizioni . Don Bosco ringraziò a nome della Madonna, benedisse la generosità dei loro cuori, promise Che avrebbe pregato per loro . (Mem . Biogr. VIII, p . 1012) alle cure dei medici, hanno scongiurato questa disgrazia, portandola in tempo brevissimo alla guario ne . Quanto sopra dichiaro a gloria Ni io . n Era in pericolo grave di cecità Premetto che la nostra devozione a Maria Ausiliatrice ha le sue radici in quella di mia madre . Sento inoltre il dovere di sottolineare che la mia salvezza morale e fisica durante e dopo l'ultimo conflitto (le mie traversie hanno del miracoloso) è dovùta alle preghiere che mia madre rivolge costantemente a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco di cui, lo dico con orgoglio, sono exallievo e cooperatore . Mia moglie, lo scorso luglio, venne colpita improvvisamente da una uveite acuta che i sanitari ritenevano pericolosissima per la conseguenza estrema : la cecità . L'intercessione di Maria Ausi28 liatrice e di Don Bosco, unitamente Bolzano GIAN FRANCO VILLANI dovuto fracassarsi ; invece rimase intatto ; e quando provai a metterlo in marcia funzionò perfettamente . Attribuisco questa grazia a Maria Ausiliatrice, la cui immagine porto e venero nel veicolo, e a San Giovanni Bosco, di cui sono fervente Cooperatore . Madrid (Spagna) TOMMASO MARTÍN Il camion precipita dall'altezza di dieci metri Ho un camion col quale qualche volta trasporto materiale per la casa salesiana di S . Fernando . Un giorno, dopo aver scaricato un carico di paglia, salimmo io con i miei due aiutanti . Nel metterlo in moto, per una distrazione, invece di fare marcia in avanti, feci marcia indietro, precipitando da un'altezza quasi verticale di dieci metri . Vista la mala parata, saltammo giù dal camion tutti e tre senza farci la minima scalfittura . Ma la cosa più singolare fu che il camion nel cadere avrebbe « Tutti siamo convinti che è stata Maria Ausiliatrice a salvarci » Eravamo andati a Cesarò per passare alcune ore con la nonna . Messici in cammino col buio inoltrato, cercammo di guadagnare tempo per non arrivare molto tardi a Catania, ma in un rettilineo chi guidava, per una momentanea distrazione, non ebbe il tempo di abbordare la curva, sicchè andammo a schiantarci contro un pilone di cemento che, volando per l'urto, ci mandava fuori strada con la macchina tutta sconquassata . Visto il pericolo, invocai subito Maria Ausiliatrice ed ella mi ha maternamente ascoltato . Tutti abbiamo faticato a uscire dalla macchina, ma eravamo salvi e solo con qualche graffio e ammaccatura . Siamo convinti che la Madonna ci ha salvata la vita . II giorno dopo abbiamo fatto celebrare una Messa in ringraziamento per attestarle la nostra filiale riconoscenza . Catania CH . ANTONIO TRECCARICHI «Se il miracolo lo vuoi fare, perchè non lo fai subito? » Da tre anni affetta da stenosi mitralica, pur essendo consigliata dai dottori di evitare nuove maternità, nel gennaio del I96o attendevo la nascita dell'ottavo figlio . Ero fermamente decisa a dare la mia vita per quella del nascituro, viste le serie preoccupazioni dei medici . La notte precedente l'entrata in ospe- dale, ove sarei rimasta sotto attento controllo di specialisti cardiologi, quasi presentendo la grazia, mi rivolsi alla Madonna attraverso l'intercessione di San Domenico Savio e le dissi : « Maria Ausiliatrice, il bambino che deve nascere sarà certamente frutto di un miracolo . Se dunque il miracolo lo vuoi fare, perchè non lo fai subito, evitandomi la degenza all'ospedale? » . Era mezmanotte e mi addormentai . Alle 2 di notte mi svegliai . Alle 2,30 il bambino era nato in casa mia . Il dottore, chiamato d'urgenza, osservò : # Il suo cuore, signora, è come se non avesse partecipato alla fatica di questo evento » . Dopo sette anni mi decido ad adempiere la promessa fatta di rendere pubblica la grazia, mentre assicuro che da allora il cuore mi ha permesso di adempiere i miei doveri di madre . Delia (Caltanissetta) CONIUGI GRAZIA E GIUSEPPE BAUCHERI La Madonna fu pronta a intervenire La mia cara mamma, fervente devota di Maria Ausiliatrice, sofferente da vari mesi di calcoli renali, andava soggetta a dolori lancinanti . Nessun rimedio era valso a calmare i suoi spasimi . Il medico curante aveva consigliato il ricovero in ospedale per un eventuale intervento chirurgico, ma le precarie condizioni della degente non ne permettevano l'esecuzione . Ci rivolgemmo allora con piú fede alla Vergine Ausiliatrice, e la Madonna fu pronta a intervenire . Un calcolo, causa, di tanti dolori, venne espulso senza la temuta operazione e da quel giorno i dolori cessarono d'incanto . La mamma e noi tutti di famiglia diciamo di cuore grazie all'Ausiliatrice e inviamo una modesta . offerta. Molfetta (Bari) ROSA TATULLI CI HANNO PURE SEGNALATO GRAZIE Abramo. Angela - Achini Franco - Agnelli Ferdinanda -. Alberico Bucci Rosa - Alfano Carmela Alloisio Irma - Altare Gemma - Amodio Arcangela Amparone Cristina - Ansaldi Maria - Arana Gemma - Ariis Giuseppina - Armand Beatrice Armitano Valeriano - Auditore Concetta - Bado Francesca - Baietta Agnese - Baldi Carmela Balistreri Salvatore - Ballarati Cinzia - Baracch Carlo - Barbagallo Prospero - Barbetti Felicita Barbieri Mercedes - Baroli Luciano e Rina Battistella Maria - Bazzarone Rita - Begelle Rita Benedetto Virginia - Berlendis Cesira - Bertarini Alessandra - Bertoldi Maria - Berzano Ida - Bess Giovanni - Bianchi suor Linda - Bianco Anna - Bielli Guido - Bifilco Maria - Biscetti Eugenia Bochicchio Grisorio Maria - Boga Fausto e Luigina - Bonacina Enrico - Bonfanti Vicenza Borello Antonietta - Borello Vera - Borreani Giuditta - Boscardin Elena - Bottini Maria Brignone Maddalena - Bruno Anna Maria - Burgio Calogero - Busillo Teresa - Buttafuoco Caterina - Cagnolaro Maria - Cai Teresa - Calcagno Cecilia - Calderoni Vittorio - Calvi Teresa - Camana Guido - Candelo Enrichetta - Canterzani Natale Capellenti Nicoletta - Capra Angiolina - Caputo Maria - Cardoni Rosa - Carone Anna - Carraro Maggiorina - Casanova Barbara - Castellano Renna - Castiglioni Galeazzi Elvira - Casurei Anna - Carri Domenica - Cavalcato Fratta Geltrude - Cerri Luciano - Cesconetto Luigi - Cherubini Maria - Chiarabelli Elide - Chierichetti Luigia - Ciccausi Angela - Cinquemani can . d . Salvatore - Coldani Dorina - Coltri Giovanni - Comin Poletti Cecilia - Comollo Giuseppe - Coppola Adalgisa - Corgiolu Fortunata - Corso Lucia Costa Benedetto - Curatolo Lucia - Dagna Franca - Dal Bello Franco - Dal Mut Fabriani - Damiani Eledis - Da Ros Argene - De Battista Francesca De Caria Rosina - Del Gaudio Giovanni - Della- role Mauro - Del Prete Maria - Demichelis fam . - De Sessa Emma - Diemoz Monica - Di Marco Rosalia - Di Prima Franca - Di Stefano Chiara Donini Tullia - Durante Rina - Duranti Alice Falletto Margherita - Fanton Italia - Farald Gino - Fasciano Teresa - Fattori Maurizio Favre Adolfo - Ferrari Margherita - Ferrarotti Sandrina - Ferretti Teresa - Ferro Maria - Fiore Vito - Floreanini Enore - Fornero Tilde - Frattale Carlo - Fusco Carla - Gaggioli Stefano - Galante Giovanni e Anna - Gallone Ersilia - Gamba Francesca - Gandolfi Domenica - Garda Giovanni - Garrone Giuseppina e Libero - Gastaldi Giuseppe - Gavina Santino - Gentini Carolina Gervaso Luigina - Ghiazza Scavino Aurelia Ghisleri Rosa - Giambelluca fam . - Giarrusso Angela Lucia - Gilandini Alfonso - Gilli Domenica - Ginepro Clotilde - Gioia Claudia - Giovenzana Luigia - Giuntoli Teresa - Gogliazzi Giuseppe - Goldoni Giulia - Graziadei Zuech Enrica - Graziano Vincenza - Gregori Pia Greppi Secondo - Grilli Resta Caterina - Guala Alessandro - Guarra Girolamo - Guaggione Filippa - Gusella Betti Francesca - Iacopino Anna Maria - Infranta Angelo - Labriolo Enza Laddo Giovannina - Lanati Luigina - La Russa Annetta e Lucia - Lazzari Giovanni e Maria Lembo Tina - Leveque Maria - Liotti Grazia Lo Jacono Giuseppe - Longo Tirolese Maria Lucchi Licinio - Magno Ausilia - Malcotti Marina - Maggiora Cesare e Angelo - Maionoli Calderio Maria - Manassi Adolfo - Manfredi Overda Caterina - Maniero Olga - Marasini Luciano Marchesotti Maria Grazia - Mardegan Evelina Marino Agostino - Maritano Vincenzo - Martini Margherita - Marucco Domenica - Masni Rodolfo - Masuelli Giuseppina - Meaggia Francesca - Medica Luisa - Mercenari Silvie - Merlo Pietro - Messina Francesca - Micheletti Veronica - Milanese Felicita - Millo Anzilla - Minetti Filomena - Mistretta Lina e Nino - Monterisi Francesco - Morandini mons. Andrea - Moriondo Angela M . - Moscatelli Laura - Muglialdo Rosa Musuraca Franco - Negro Elide ed Antonietta Nuti Margherita - Oliveri Carolina - Orrù Annamaria - Palazzini Laura - Palmieri Elvira - Pani Antonio - Papaleo Ulrica - Parodi Teresa - Patier Rita - Pavesi Teresa - Pecollo Nuccia - Peila Dorma e Ugo - Pellitteri Angela - Penna Luisa Pergola Giuseppa - Perin Giordano - Perrei Emilio - Petrone Jole - Pia Pasqualina - Piantino Mauro Margherita - Picot Bruvier Faustina Pilia Amina - Pilloni Concu Giuseppina - Piombo Giuditta - Pisoni Ettore - Pividori Aldiva - Poggio Armide - Pollini Giustina - Porazzi Maria - Portagioia Pasqua - Pozzi Felice - Pozzoni Rita - Pratesi famiglia - Presciuttini Francesco - Prudenza Rosa - Raider Flora - Ballo Maria Concetta - Rapacciuolo Minina - Ratti Gaggia Pia - Rech Edoardo - Repetti Linda - Ribizzi Caterina Rieser Juliana - Riganti Carlo - Rinaldi Maria Luisa - Riolo Dott. Antonino - Rivellino Lucia - Ronsecco Guglielma - Rossi Lisetta - Rossi Valentina - Rosso Alcine - Rota Maria Gemma - Rovella Edvige - Rubbo Antonietta - Russo Maria - Saetta Rosa - Sales Rina - Salierno Angelo - Sandri Del Tetto Rita - Sanna Francesca Sartori M . Rita - Savio Ida - Scalisi Alfio - Scheda Teresa - Selva Caterina ved . Rossi - Serena cav. Luigi Carlo e Sandra - Simoncelli Alba Sirocchi Carolina - Spagolla Angela - Speranza Savina - Spinelli Maria - Sudano Angelica Tarcelli Rosa ved . Gangeni - Tavaselli Annamaria - Termignoni Maddalena - Terragni Regina - Testa Annunziata - Timo Bruna - Tiranza Cristina. .- Tomasi Maria - Torre Anna - Tosa Adelaide - Toselli Giovanni - Trabona Zina Trentin Cleto Pietro - Tripoldi Vincenzo . 29 DI Mamme felici Sono molte le mamme che dichiarano di dovere all'intercessione di S . Domenico Savio la grazia di stringere tra le loro braccia un figlio, e che desiderano rendere pubblica la loro riconoscenza . La signora Paola Scarcella di Masone (Genova) scrive che, nell'attesa, a causa del diabete, andò in coma e che a detta dei professori il bimbo non sarebbe sopravvissuto . Ma, indossata la reliquia di S . Domenico Savio e fatte da molti fervide preghiere, il bimbo nacque felicemente e ora gode ottima salute . La signora Delia Dotti in Fumagalli di Melzo (Milano) si trovava in gravissime condizioni e i medici disperavano di salvarla . Nel frangente indossò l'abitino di S . Domenico Savio e lo pregò con piena fiducia . Con meraviglia di tutti ogni cosa si risolvette nel migliore dei modi e oggi stanno bene madre e figlio . I coniugi Giuseppe e Albina Rota di Bagnatica (Bergamo) avevano tentato ogni mezzo presso i medici per avere la gioia di un figlio, ma inutilmente . Una conoscente li consigliò di indossare l'abitino e di invocare S . Domenico Savio . Ebbero cosí la gioia immensa di una figlia che chiamarono Mariella Domenica . La signora Rosanna Zanone Falla di Ronco Biellese (Vercelli), a causa di una emorragia e conseguente collasso, era ridotta agli estremi e aveva già ricevuto l'Unzione dei malati ; ma l'invocazione di S . Domenico Savio ha salvato lei e il suo piccolo . La signora Paola Rubagotti di Palazzolo (Brescia) dichiara : « Mi erano già morti due bambini e la previsione era che sarebbe morto anche il terzo . I medici e i professori disperavano di salvarlo . Io portai l'abitino in tutto il periodo dell'attesa e confidai pienamente in S . Domenico Savio e tutto riuscí felicemente » . La signora Deana Allegri di Falconara (Ancona) scrive : « Per la mia piccola creatura non si presen30 tava ormai piú nessuna speranza . Quando la suora m'invitò a baciare per l'ultima volta il mio bambino, mi venne l'idea di metter sotto il suo corpicino l'abitino di S . Domenico Savio e di chiedergli il miracolo . Avvenne l'imprevidibile : il bambino cominciò a riprendersi e tra la viva meraviglia di tutti, ne è uscito sano e salvo» . Facciamo nostro l'invito di quest'ultima mamma : « Vorrei che tante altre mamme confidassero nell'aiuto portentoso di S. Domenico Savio, e con nel cuore la certezza di tale aiuto, affrontassero con tranquillità anche i casi più difficili» . A tre giorni di vita operato e spedito dai medici Il mio nipotino Marco è stato operato al terzo giorno di vita per occlusione intestinale dal prof. Scolari di Brescia . Dopo 12 giorni fu nuovamente operato per aderenze . Il caso fu definito "disperato" . Io portai l'abitino di San Domenico Savio al bambino, pregando umilmente e con tanta fede . Il neonato si riprese e, dopo aver superato anche una polmonite, è ritornato a casa . Ora ha sette mesi, cresce bene e ha raggiunto il peso di un bimbo normale . San Domenico Savio gli ottenga di continuare a crescere sano e buono . Vicenza IDA LOVISETTO Non volle più lasciare l'abitino Mario, il nostro bambino di 6 anni, era stato colto da un improvviso e strano malore con febbre altissima e gonfiore in tutto il corpo . Il medico per oltre un mese gli prodigò tutte le cure del caso, ma purtroppo sembrava che si trattasse di infezione che dovesse portarlo alla tomba . Desolati ma fiduciosi, rivolgemmo le nostre preghiere a San Domenico Savio, di cui una nostra cugina, Figlia di Maria Ausiliatrice, ci aveva procurato l'abitino . Nell'indossarlo sembrò che il nostro Mario avesse trovato la certezza della guarigione : non volle piú lasciarlo un istante e insieme con noi fece una fervorosa novena al piccolo Santo . La febbre da quel giorno cominciò a scemare, i disturbi a poco a poco cessarono e Mario, dopo qualche mese di convalescenza, ritornò vispo e lieto, in buona salute e persino in grado di presentarsi agli esami e di essere promosso . Altofonte (Palermo) GIUSEPPE E ANGELINA VASSALLO Ottiene di giungere al sacerdozio Per motivi gravi di salute nel 1963 dovetti interrompere gli studi teologici senza alcuna speranza di poterli riprendere. Per invito del Confessore mi rivolsi con fede a San Domenico Savio, promettendo di pubblicare la grazia qualora mi avesse ottenuto di diventare sacerdote . Oggi, sacerdote, adempio con viva riconoscenza la mia promessa . Bagnolo Piemonte DON ENRICO MARINONI Vittorio e Pina Congiu (Arzachena - SS) sono riconoscenti a S . D . S . per la protezione manifestatasi per sei mesi fino alla nascita del bimbo . Lucia Trucco (Rivalta - TO) sente viva riconoscenza a S . D . S . per l'assistenza avuta alla nascita del piccolo Bruno Domenico . Giuseppe e Rosa Caro (Piossasco - TO) sentono il dovere di ringraziare S . D . S . per la protezione accordata al loro figliuolo durante un'operazione . Margherita Proglio (Montelupo Albese - CN) attribuisce a S . D . S . la guarigione del figlio da bronchite capillare e da sospetta affezione meningea . Maria Rossi (Acireale - CT) ringrazia S . D . S . che fu suo potente protettore in un difficile parto . Giovannina Canoni (Novara) invia offerta a S . D . S . per la continua protezione avuta . Maria Resta (Taranto) preoccupata per una caduta e gravi dolori che potevano essere dannosi alla sua maternità, si raccomandò a S . D . S . e fu pienamente esaudita . Coniugi Vai (Chivasso - TO) ringraziano S . D . S. per la felice nascita di un bel bambino, nonostante due rovinose cadute della madre . Valter Berzieri (Castell'Arquato - PC) cadde in una febbre perniciosa con sospetta meningite e perdita della parola . Si fecero per lui preghiere ferventi a S . D . S . e guarì in breve tempo . PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI SALESIANI DEFUNTI COOPERATORI DEFUNTI Don Giovanni Gasbarrí t a Lima (Perù) a 81 anni . Per la sua carità verso i carcerati la stampa del Perù lo ha definito t El Angel de los presos i ( l'Angelo dei carcerati) . In questo apostolato don Gasbarri è stato veramente eroico . Nonostante la sua età di quasi 81 anni e le raccomandazioni dei medici e dei confratelli, continuò a visitare i suoi cari carcerati sino a pochi giorni prima della morte . Erano vent'anni che si consacrava a questo apostolato con una carità pastorale che gli faceva condividere le sofferenze fisiche e morali di quegli infelici, fino a sentirle sue . Li visitava ogni settimana nei diversi reclusori e tutti lo rispettavano e gli volevano bene perchè vedevano in lui il più grande amore e disinteresse . Godeva quando poteva riconciliarli con Dio e portare loro il Signore . A tantissimi adulti diede la gioia di fare la prima Comunione . Le feste di Maria Ausiliatrice e della Madonna del Carmine erano celebrate nelle carceri con grande solennità . Andava sovente dal Cardinale Arcivescovo e dalle altre autorità a perorare la loro causa . Non si stancava di girare per avvicinare amici, benefattori e persone facoltose per muoverli a compassione a favore dei poveri reclusi, e sempre otteneva . Così tutte le volte che entrava nelle carceri, aveva la possibilità di alleviare tante necessità materiali e morali . Si preoccupava anche che i suoi assistiti avessero possibilità di fare buone letture . A questo fine raccoglieva libri e riviste, utilizzando pure le stampe buone che rimanevano giacenti nelle poste per indirizzo errato o incompleto . Sposava talmente la causa dei detenuti che con santa importunità spingeva i giudici e gli avvocati ad accelerare le fasi dei processi, ed era felice quando qualche carcerato era assolto e veniva a ringraziarlo della sua carità . Nei primi anni il carcere centrale si trovava nel territorio della parrocchia di Maria Ausiliatrice ; ma nel 196o fu portato al Callao e ne fu costruito un altro lontano da Lima . Cosi la fatica di don Gasbarri crebbe di molto, senza che diminuisse in lui lo zelo ; anzi tante volte per arrivare in tempo sacrificava il pranzo . In due occasioni la sua figura fu messa in risalto da tutta la stampa nazionale. Si trattava di due condannati a morte, uno nel ig58 e l'altro nel 1966 . Tutti misero in rilievo la carità premurosa di don Gasbarri nel voler restare vicino ai condannati per disporli ad accettare la pena in espiazione dei loro peccati . E realmente ottenne che tutti e due morissero pienamente rassegnati e riconciliati con Dio . Alla sua morte la stampa, la radio, la televisione ne hanno esaltato la carità eroica, dicendolo emulo di San Giuseppe Cafasso, onore della Famiglia salesiana e gloria del sacerdozio cattolico . Il Presidente della Repubblica mandò un rappresentante personale a portare le sue condoglianze ai salesiani e ad assistere alle estreme onoranze . Don Gasbarri era nato a Lanuvio (Roma) nel 1886, chierico era stato compagno a Valsalice del r ev.mo don Renato Ziggiotti, Rettor Maggiore emerito, e nel 1gso era partito per il Perù . Nel '32 tornò in Italia e vi rimase come zelante parroco di S . Maria Ausiliatrice in Roma fino al 1946, quando ottenne di ritornare nel suo caro Perù . Don Gasbarri non era un timido . Lo dice, tra i tanti, un episodio di quando era parroco di S . Maria Ausiliatrice. Il giorno dopo la canonizzazione di Don Bosco, avvenuta il io aprile 1934, si presentò al segretario particolare di Pio XI e gli chiese per la sua chiesa nientemeno che il grande reliquiario e il quadro di Don Bosco che il Rettor Maggiore aveva offerto in dono al Papa . Pio XI, in risposta, ordinò che un camion del Vaticano portasse a don Gasbarri il grande reliquiario e il quadro con un suo biglietto personale . Anche quest'anno è tornato a Roma il 15 gennaio e due giorni dopo era già in udienza particolare dal Santo Padre Paolo VI . i Per fare il bene - soleva ripetere Don Bosco - ci vuole un po' di coraggio a . Don Gasbarri ne ebbe molto e potè salvare tante anime soprattutto perchè al coraggio associava la carità di Cristo . Don Giacomo Jeronimo t a Montevideo (Uruguay) a 82 anni . Mons. Gaetano Alfonso Vinci t ad Agrigento a 9o anni . Si è spento nell'affettuosa ospitalità della famiglia salesiana di Agrigento, dove dimorava dal i96o . In quell'anno aveva fatto donazione di quanto possedeva ai salesiani ed era rimasto ospite d'onore dei figli di Don Bosco, Novant'anni di vita totalmente consacrati al Signore ; sessantaquattro di sacerdozio operoso e intemerato ; sessantatrè di servizio corale in cattedrale con una fedeltà scrupolosa ; venti d'insegnamento in seminario ; quaranta di apostolato nell'Istituto Schifano, varie borse di studio per i seminari e per i missionari Gesuiti, Lazzarìsti e Salesiani : sono i titoli di gloria e di merito che raccomandano l'anima di mons . Vinci alla misericordia del Signore e alla gratitudine degli uomini . Don Eugenio Cavallo t a Genova-Quarto a 8o anni . Don Raffaele Cerda t a Matarò (Spagna) a 74 anni . Don Giovanni Bonifacino t a Montevideo (Uruguay) a 68 anni . Don Giuseppe Riba t a Salta (Argentina) a 66 anni . Don Ladislao Barton t a Rzaska (Polonia) a 61 anni . Don Stanislao Domino t a Oswiecim (Polonia) a 6o anni . Don Edoardo Swider t Przemysl (Polonia) a 53 anni . Coad . Stanislao Lingg t a Helenenberg (Germania) a 8z anni . Coad . Michele Cusíni t a Napoli a 56 anni . Don Mariano Guggino t a Caltavuturo (Palermo) a 66 anni . Dopo soli cinque anni dalla sua ordinazione sacerdotale, per obbedienza al suo Vescovo dovette assumersi la responsabilità della Chiesa Madre come Arciprete, carica che tenne con grande umiltà e zelo . Fu anche Cooperatore e Decurione affezionato alle Opere salesiane . Nel 1944, conosciuto il desiderio delle benemerite signorine Emilia e Giuseppina Giuffrè di voler istituire in paese un'opera a beneficio della gioventù femminile, le consigliò di chiamare le Figlie di Maria Ausiliatrice, che ancora oggi vi svolgono un fruttuoso apostolato tra le oratoriane, i bimbi dell'asilo, delle scuole elementari e dei corsi di addestramento professionale . Tempra di apostolo, il compianto Arciprete Guggino mai volle prendersi vacanze, seguendo l'esempio di San Giovanni Bosco, che ripeteva di volersi riposare in Paradiso . Don Benedetto Ruggiero, Arciprete di Maranola (Latina) . Lascia nel clero e nella popolazione dell'archidiocesi di Gaeta vero rimpianto, perchè fu un ministro del Signore generoso, pio, tutto dedito al servizio della Chiesa . Cooperatore da lunga data, amava avere cordiali rapporti con i figli di Don Bosco, e partecipava assiduamente ai convegni per i sacerdoti della Terza Famiglia Salesiana . Giuseppe Podestà t a Sampierdarena a 77 anni . Era un assiduo, affezionato ed esemplare fedele della parrocchia di San Giovanni Bosco. Lascia la sorella Maria nel pianto e nella preghiera, con la sacra consegna di destinare tutti i loro beni all'amata Famiglia Salesiana, con particolare intenzione di aiuto alle Missioni lontane e più bisognose . Italo Forestí f Esemplare figura generosamente al salesiana e suor a Chiari (Brescia) a 72 anni . di padre di famiglia e di fervente cristiano, donò Signore due figli, don Luciano nella Congregazione Enrichetta nelle Ancelle della Carità . Ades Migliorati t a Iseo (Brescia) a 53 anni . Il fervore della pietà e la Comunione quotidiana la rendevano intraprendente nelle iniziative di apostolato e attiva Cooperatrice Salesiana ALTRI COOPERATORI DEFUNTI Aoronzo Luigia - Baucia Olimpia - Bianchini Rosa - Boccignone Lidia ved. Torchio - Bonelli Gian Battista - Boscaglia Antonietta - Capella Pietro - Caruso comm. prof. Giacomo - Casazza Assunta ved . Piccoli - Casiraghi Luisita - Castelli doti . Leopoldo - Cecchetti Giampieri Angelina - Ciambrone dott. Raffaella - Collamarini Olina - Coppola mons . Antonino - Corsellini mons . can . Domenico - De Bernardi Felicina ved . Sasso - Di Santi Michele - Fagioli Quadrio - Grasso Grazia - Impellizzeri bar.ssa Caterina - Lanteri d . Giovanni Battista - Leoncini Carlo - Lodici Olimpieri Savina - Lusa Augusta ved . Cassol Matteo cav . Mario - Mendia Orsola - Metallo Raffaele - Molinari doti . Umberto - Monteggia Cesare - Morelli Bedini Ida - Nattero Anna - Orgetti Giovanna - Perego Maddalena - Perignine Provvida Perrone Giuseppina - Pesce Angelo - Plescia Teresa - Porcella Rossi Chiara - Poretti Delfina - Rapetti Giovanna - Reilla Anna Maria Rissotto Gina - Romagnone don Innocenzo - Romolo don Camillo Rossi don Antonio - Russo don Santo - Sancioli Antonio - Scandurra don Giuseppe - Scicali Oreste - Scuderi Gaetano - Stagnoli Panacea fu Bernardo - Stella Carmelina - Tiezzi Barti Teresa - Turco Teresa Ugoni Montaguti Laura - Valerio Giuseppe - Vecchio cav. avv . Cesare Veneziano ab . Bernardo - Vento don Francesco - Zagara Concetta Zara c .ssa Giuseppina . L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n . 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità . Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule : Se trattasi d'un legato : «. .« lascio all'istituto Salesiano per le sito in .. .» . Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire .. . (oppure) l'immobile Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe essere questa : «. . .Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomino mio erede universale lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo» . (luogo e data) l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino, (firma per esteso) 31 fv11p11VI 32 Aggiornamento : intervista di x La Croix u al Rettor Maggiore : v, 5 . Alluvioni : trionfa la carità : i, 12 . Anno della Fede : articoli : vi, 1 ; xi, 1 ; xII, 6. America Latina : articolo : vii, 12 - viaggio Rettor Maggiore : vici, 11 varie : lii, 22 . Antal don Giovanni : articolo in morte : vili, 19. Argentina : visita Rettor Maggiore : vili, 16 - varie : i, 23 ; li, 18 e 21 ; III, 22 ; x, 22. Australia : varie : n, 20 ; iv, 23 . Austria : un raro giubileo: v, 17 . Belgio : 75° dei Salesiani : Ix, 7 - varie : li, 21 ; IV, 23 . Beltrami ven. Andrea : articolo per la venerabilità: li, 1 - commemorazione a Omegna: Ix, 23 - grazie: li, 31 ; vi, 31 . Beran card . Giuseppe : visita a Valdocco : vi, 20. Berruti don Pietro : grazie: 1, 31 ; iv, 30 ; vili, 30 ; x1, 31 . Bertolucci don Amilcare : storia sua vocazione : x, 15. Bestemmia : UNA (Unione Nazionale Antiblasfema) : v, 10 . Bhutan : cosa pensa il Re, dei salesiani : li, 21 . Bolivia : articolo : i, 24 - varie : vi, 22 . Bollettino Salesiano : articolo per il 90° : vili, 8 . Bosco San Giovanni : Don Bosco in Germania : li, 7 - maestro del dialogo: III, 1 - 13 lettere inedite: III, 19 - in dialogo con i ragazzi : IV, 1 - festa a Valdocco : IV, 19 ; ad Alessandria d'Egitto : IV, 17 - nuove parrocchie: Iv, 23 - Don Bosco tra Chiesa e Stato : v, 2 - in una Scuola di Roma : v, 15 - onorato dagli apprendisti : v, 17 - Paolo VI al Tempio di S .G .B . : vii, 5 - monumento in S . Giusto C. : vii, 21 - culto a Favara: viti, 23 monumento al sogno due colonne : x, 19 . Brasile : visita del Rettor Maggiore : VIII, 16 - le opere di P. Miguel a Corumbà : ix, 16 - la Scuola del Lavoro a Belém: X, 23 - a Operazione Mato Grosso ~: xi, 6 - Mato Grosso : artic. mons . Faresin: n, 25 ; artic . don Duroure : x, 24 - Porto Velho : artic . mons. Costa : ili, 23 - varie : Iv, 23. Campi Scuola : settanta Campi Scuola in Italia : x, 11 . Carpino card . Francesco : prende possesso del titolo di Maria Ausiliatrice : xii, 8. Centenari : di S . Pietro : artic . : vi, 1 - della visita di Don Bosco a Fermo : vi, 21 ; a Caramagna : vi1, 21 . Ceylon : i salesiani e loro attività : li, 19 . Cile : visita Rettor Maggiore : vili, 15 - il Presidente a Pervenir : x, 20 varie : ix, 20. Cimatti mons . Vincenzo : parla il suo medico : III, 17 - traslaz . salma: XII, 15 . Cinema : cinema e ragazzi : Iv, 4 - corso per educatori : IV, 22 . Concilio : inchiesta su s i Laici e il Concilio n : vii, 10 . Conferenza Episcopale Italiana (CEI) : assemblea plenaria: vi, 4 . Colle Don Bosco : invito al Colle : IV, 8. Colombia : visita Rettor Maggiore : vili, 12. Congo : artic. don Valente : IX, 24 - conversione Gran Capo : XII, 25. Cooperatori : «Pia Unione,> : perchè? : II, 13 - incontro di Cooperatori a Buenos Aires: 11, 18 - dirigono una Scuola a Hongkong : 111, 15 - III Congresso mondiale Laici : iv, 13 ; IX, 5 ; XII, 1 - Cooperatori di Guayaquil : iv, 17 - in preghiera con i protestanti : iv, 19 - I convegno Centri giovanili di Roma : IV, 21 - viaggio in India : V, 16 ; VII, 23 ; x, 21 - Convegno naz . Consiglieri ispett . : vi, 19 - inchiesta sui Laici e il Concilio : VII, 10 varie : vi, 22 ; ix, 19 ; Ix, 22 ; x, 2a di copertina . Czartoryski don Augusto : Congreg . antepreparatoria eroicità virtù : li, 12 . Da Costa Alessandrina : aperto processo beatificazione : iv, 23 . De Furstenberg card . Massimiliano : prende possesso del Titolo : xii, 9. Ecuador : varie : i, 23 - v, 16 (Messa d'Oro don Crespi) - Ix, 20 (visita del Nunzio) . Educazione : rubrica a Educhiamo come Don Bosco i: 1, 17 (umiltà) li, 14 (gioia) - III, 14 (preghiera) - IV, 12 (saper pregare) - v, 9 (Rosario) - vi, 7 (amore al Papa) - VII, 12 (tempo libero) - IX, 15 (malinconia) x, 14 (riconoscenza) - xI, 4 (pregare per i morti) - XII, 12 (entusiasmo) - Convegno insegnanti a Chiari: Vi, 23 - (vedi anche Giovani) . Esercizi Spirituali : elenco corsi 1967: 111, 12 - articoletto: III, 13 . Exallievi : varie : III, 22 ; Iv, 18 ; Iv, 23 ; vi, 23 (nuova presidenza nazionale) ; VIII, 23 ; IX, 12 (nel Vietnam) ; IX, 20 (exallievo eroe) ; xi, 22 (Consiglio nazionale) . Fagnano mons . Giuseppe : nel 50° della morte : I, 21 . Fatima : nel 50° delle apparizioni : x, 10. Figlie di Maria Ausiliatrice : nuove fondazioni: 1, 4 - fondaz . di Riesi: v, 17 - in Giappone : v, 27 - in Thailandia vii, 22 - nuova Opera a Belém (Brasile) : xii, 18 - varie : 1, 23 ; li, 20 ; li, 21 ; 111, 20 ; iv, 23 . Fondazioni : dei salesiani : 1, 2 - delle Figlie di Maria Ausiliatrice : 1, 4. Fumetti neri : articolo contro: 1, 4 - 111, 16 . Giovani : articoli vari sui : fumetti neri: 1, 4 - cinema e ragazzi : iv, 4 - figli che protestano: VII, 1 - corsi di orientamento : Vili, 17 - giovani « puliti e x, 6 - campi scuola : x, 11 - e Operazione Mato Grosso a : xi, 6 - i giovani e la fede: xii, 6 . Germania : visita del Rettor Maggiore e 50° dei salesiani : 1, 10. Giappone : 40° dei salesiani in Giappone : v, 23 - varie : 111, 20 (vedi anche Cimatti) . Giovanni XXIII : si propone a modello San Francesco di Sales : x, 1 . Goa : articolo sugli oratori : li, 22. ' w\ .VV L'IVI r1 &L.4Irw 1J V 4 Hamilton Neil : i Il mio amico Don Bosco s : Ili, 9. Hongkong : una Scuola diretta dai Cooperatori : III, 15 - varie: I, 23 ; 111, 21 ; X, 21 . India : interviste su Opere sociali in India: vi, 24 ; VIII, 24 - India-Shillong: varie: li, 19 - India-Krishnagar : le Suore di Maria Immacolata (artic.) : iv, 24 - varie: v, 14 . Italia : varie : i, 23 ; il, 17 ; li, 18, 21 ; III, 20, 22 ; iv, 20, 21, 22 ; vi, 21, 22, 23 ; vii, 19 (nuova Opera a Milano) ; vii, 21 ; vii, 22 (nuova Opera nelle Puglie) ; viti, 22 ; Ix, 19 (Forlì) ; IX, 20 (campionato naz . sportivo) ; ix, 22, 23 ; x, 18 (cappella sul Rosa) ; x, 20 ; xI, 20 (Arese) ; xI, 21 . Jugoslavia : visita del Rettor Maggiore: i, S. Laici : 3° Congresso mondiale: iv, 13 - Ix, 5 ; xii, 1 (resoconto) . Macau : chiesa a Coloane : v, 16 - concerto al Liceo naz . : xr, 22 . Mantovani don Orfeo : artic . i n morte: vii, 24. Maria Ausiliatrice : santuario naz . di West Haverstraw (USA): iv, 20 preannuncio centenario santuario: v, 1 ; vili, 22 - festa a Valdocco: vii, 18 - monumento a Bari: Ix, 22 - una fraz . intitolata a M. A. : Ix, 23 - incoronata a Monte Gridolfo (Forlì) : XII, 20 - grazie : vedi pag. 28 e 29 di ogni numero. . Maule madre Nilde : in morte : vii, 31 . Mauro mons. Antonio : eletto Segregarlo S .C. dei Religiosi: x, 18 . Mazzarello Santa Maria : grazie: v, 30. Medio Oriente : visita on. Fanfani a Cremisan: vi, 21 . Missioni : Dame P . e Coop. per le Miss . : vili, 22 ; Ix, 22 - interviste sulle Miss. dell'India : vi, 24 ; vili, 24 - addio ai Miss. : Xii, 13 - Borse Miss . : alla fine di ogni numero (vedi anche le Nazioni dove sorgono Missioni) . Morano madre Maddalena : introduz . Causa : 11, 12 e x, 31 - grazie : x, 31 . Morti : vedi ultima pagina di ogni numero . Namuncurà Zeffirino : grazie: 1, 31 . Olivares mons . Luigi : grazie : 2, 31 ; vi, 31 ; vili, 31 . Pacini card . Alfredo : eletto cardinale : x, 19 . Padre Lardo : mendicante dei tempi moderni: IV, 10 . Paolo VI : vuole bene ai salesiani : art. per il 70° di età: Ix, 1 - lezione sulla fede: XI, 1 . Perù : 75° Opera salesiana : 1, 22 - visita Rettor Maggiore : vili, 12 - varie : II, 21 ; III, 20, 22 . Portogallo : visita del Rettor Maggiore : vi, 8 - varie: ti, 21 ; iv, 23 ; v, 14 . Pueri Cantores : congresso internazionale : x, 22 . Religione : corso di pedagogia catechistica : xI, 12 - corso di catechetica per coadiutori : xI, 21 . Rettor Maggiore : lettera ai cooperatori : 1, 1 - visita in Iugoslavia e Germania : I, 8 - intervista di La Croix: v, 5 - visita Spagna e Portogallo : VI, 8 - festa onomastica: vii, 17 - viaggio nell'America Latina : vili, 11 visita il Belgio : ix, 7 - partecipa al Sinodo Episcopale : xi, 5 - propone San Francesco di Sales modello stampa : XI1, 10 . Rinaldi don Filippo : grazie: III, 31 ; IV, 31 ; vii, 31 ; ix, 31 . Rosario : educare i figli a dirlo : V, 9. Rua ven. don Michele : grazie: li, 30 ; IV, 30 ; vi, 30 ; vili, 30 ; xI, 30. Sales San Francesco : articoli per il centenario : v, 12 ; VI, 13 ; vii, 6 ; VIII, 1 ; x, 1 ; XII, 10 - pellegrinaggio ad Annecy : x, 15 . Salmon Jean-Auguste : Cooperatore modello (articolo) : li, 10 . Savio San Domenico : in una Scuola di Roma : v, 15 - culto a Favara : VIII, 23 - una parrocchia a Milano : VII, 19 - grazie : 1, 30 ; III, 30 ; v, 31 ; vii, 30 ; Ix, 30 ; xi, 30 ; XII, 30. Sinodo Episcopale : il Rettor Maggiore vi partecipa : xi, 5 . Spagna : il Rettor Maggiore nella Spagna : VI, 8 - varie: IV, 23 ; v, 17 . Srugi servo di Dio Simone : chiuso il processo informativo : li, 17 - grazie : il, 31 ; vi, 31 ; vin, 31 ; x, 31 . Stampa : fumetti neri : 1, 4 - art . di Barraco : vili, 5 - San Francesco di Sales modello : XII, 10 - presentazione voi . sull'ateismo : xII, 20 . Stati Uniti : varie : III, 9, 22 ; iv, seconda di copertina: iv, 20 . Svizzera : varie : i1, 21 . Thaiwan (Formosa): le Figlie di Maria Ausiliatrice : I, 23 - i salesiani: xI, 23 . Televisione : articolo televisione e ragazzi : Ili, 5. Thailandia : artic . mons . Carretto : v, 19 - varie : 1, 23 ; II, 21 ; vii, 22 ; ix, 21 ; x, 20, 21 . Torello don Carlo : articolo: v1, 16 . Torino-Valdocco : Madre Teresa a Valdocco : v, 14 - festa Don Bosco : IV, 19 - Ordinazione diaconi di Bollengo : v, 15 - visita card. Beran : vi, 20 - vestizione: v1, 20 - festa Rettor Maggiore : vii, 17 - festa Maria Ausiliatrice : vii, 18 . Ugetti Giambattista : articolo : iv, 15 . Uguccioni don Rufillo : articolo in morte : 1, 18 . Valletta prof . Vittorio : articolo in morte: x, 16 . Valsè suor Teresa : grazie: x, 31 . Vaula don Luigi : articolo in morte: li, 15 . Venezuela : Visita Rettor Maggiore : vili, 11 - visita don Pilla e don Scrivo all'Alto Orinoco: xii, 21 - varie: iv, 22, 23 . Vietnam : gli exallievi nel Vietnam : IX, 12 - varie : li, 20 ; v, 18 ; vili, 23 . Vicuiia Laura : grazie : 1, 31 . Vocazioni : ordinazioni a Valdocco : v, 15 ; a Salerno : vi, 22 - vestizione a V. : vi, 20 - vocazioni adulte : vi, 30 ; ix, 23 ; x, 9 - storia di una vocazione: xi, 15 . TOTALE MINIMO PER BORSA L . 50 .000 • Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa incompleta si effettua quando il versamento iniziale raggiunge la somma di L . 25 .000, ovvero quando tale somma viene raggiunta con offerte successive Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma • a completare Borse già fondate CROCIATA MISSIONARIA BORSE COMPLETE Borsa: Pietro Maranzana, in memoria e suffragio, a cura della famiglia Maranzana (Casalcermelli - Alessandria) . Borsa : Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Santi Salesiani, invocando protezione sul mio nipotino Gian Paolo, a cura di Mortarino Annibale (Borgo Cavezzaro - Novara) . L . 50 .000 . Borsa : Annunziata Roma, in memoria e suffragio, a cura di M .A .R . (Napoli) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e Santi salesiani, pregate per me e per tutti i miei cari vivi e defunti, a cura di Argenteri Mignolli Mercedes (Bussoleno - Torino) . L . 50 .000. Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Rinaldi, in memoria di Giacomo Simona, a cura dei figli, M . A . (Locarno - Svizzera) . L. 50 .000 . Borsa : Divina Provvidenza, a cura di Boglione Francesco (Torino) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, pregate per noi!, a cura di Giachino Camilla (Quincinetto Torino) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco, S . D . Savio e Don Michele Rua, per grazie ricevute e implorandone altre, a cura di Ansaldi Lucia ved. Avataneo (Poirino - Torino) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, salvate la mia anima!, a cura di Chirico Bello Assunta (Reggio Calabria). L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco e S. D . Savio, aiutateci e proteggeteci!, a cura di Mariani Maria (Seregno) . L . 50 .000 . Borsa : Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Don Cimatti, a cura di F . F . (Savona) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e S. D . Savio, in ringraziamento, a cura di Maria Ornato (Cuneo) . L . 50.000 . Borsa : Cardinal Cagliero, a cura di un exallievo, (Torino) . L . 50 .000 . Borsa : San Giovanni Bosco, in memoria del dottor cav. Stefano Mione, a cura della vedova (Torino) . L. 50 .000 . Borsa : Gioanola Pio e Maria Teresa Ricaldone Gioanola, fondata da Comm . Luigi Amelio (Torino) . L . 50 .000. Borsa : Luigi Cravino, a ricordo e suffragio, a cura di Cravino Giuseppina (Acqui Terme) . L . 50 .000. Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, in suffragio di Deberti Ponzio e famiglia, a cura dei sigg . Ruspini Giuseppe e Teresa (Cocquio - Varese) . L . 50 .000 . Borsa : Don Michele Rua, in suffragio defunti Ruspini Francesco e famiglia, a cura dei sigg . Ruspini Giuseppe e Teresa (Cocquio Varese) . L. 50 .000 . Borsa : Studentato missionario di Tokyo, in memoria di Mons. Cimatti, a cura dei sigg . Ruspini Giuseppe e Teresa (Cocquio-Varese) . L . 50 .000 . Borsa : Sacro Cuore di Gesù e Maria Ausiliatrice, a cura della famiglia Zanone A . (Torino) . L. 50 .000 . Borsa : Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e anime del Purgatorio, invocando benedizioni, a cura di Rosalba Gaglione (Torre del Greco - Napoli) . L. 50 .000 . Borsa : Maria SS. Ausiliatrice, S . G . Bosco e S . D . Savio, proteggete e aiutate i nostri nipoti, a cura di N . N . (Vercelli) . L . 50 .000 . Borsa : San Francesco di Sales, a cura delle Sorelle Macchi (Varese) . L . roo .ooo . Borsa : Fratelli Spada, a cura della madre, (Faenza) . L . 50 .000 . Borsa : Gesù, Giuseppe e Maria Ausiliatrice, in suffragio dei genitori, delle sorelle e invocando protezione per la famiglia, a cura di Giovanni Vignoli (La Spezia) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, p . g. r ., a cura di Nicholas Intrieri (Sapri - Salerno) . L . 50 .000 . Borsa: Maria Ausiliatrice e tutti i Santi salesiani, aiutateci! a cura di Camilla Carobbio (Bergamo) . L . 50 .000. Borsa: Rota A . e M ., a cura di Rota Angelo (Borgo S . Martino) . L . 50 .000 . Borsa: Don Filippo Rinaldi, a suffragio dell'anima di Fausto Meschini, a cura del nipote Benvenuto Motta (Basilea - Svizzera) . L . 50 .000 . Borsa: Teresina, Giovanni e Maria Ravasenga, in memoria e suffragio, a cura di Ravasenga Giovanna (Torino) . L . 50 .000 . Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice, Don Rinaldi e Santi salesiani, a cura di N . N . (Torino) . L. 50 .000 . Borsa: Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco e S . D. Savio, in suffragio di Ravelli Federico, a cura della moglie Moretti Ravelli Luigia (Milano) . L. 50 .000 . Borsa : San Giovanni Bosco, a cura di Scaramucci Egle, cooperatrice salesiana, (Perugia) . L . 50 .000 . Borsa: Maria Ausiliatrice, prega per noi e per i nostri cari!, a suffragio dei nostri defunti, a cura di Filippeschi (Firenze) . L . 50 .000 . Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, in Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G . Bosco, a suffragio dei miei cari defunti e a protezione mia e dei miei parenti, a cura di Leonardelli Caterina ved . Zanoni (Campodenno - Trento) . L . 50 .000 . Borsa: Don Bosco e D. F . Rinaldi, in ringraziamento e implorando grazie in suffragio dei genitori, a cura di N . N . (Varazze - Savona) . L . 50 .000 . Borsa: San Giovanni Bosco e S . D . Savio, a cura di F . D. (Cuneo) . L . 50 .000 . Borsa: Santa Gemma Galgani, a cura di N . N . (Milano) . L. 50 .000 . Borsa: Maria Ausiliatrice ci protegga nella vita e nella morte, a cura di N. N. (Torino) . L . 50 .000 . Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura di Verra Giuseppe (Torino) . L . 50 .000 . Borsa : Ven . Don Michele Rua e servo di Dio Don Filippo Rinaldi, invocando grazie e protezione, a cura di Re Assunta (Pavia) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e S. D . Savio, proteggete i miei nipoti e mio marito, a cura di Maria Rollino Ribaldone (Omegna Novara) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Feyles, in memoria e suffragio a cura di Maria Savelli Feyles (Genova Sestri) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura del dottor Panizzi Carlo, Exallievo di Alassio (Badalucco - Imperia) . L . 200 .000 . Borsa : Don Angelo Amadei, a cura di Zucca Italo (Torino) . L . 50 .000 . Borsa : Tognetti Eugenia, a cura di Don Archimede Chiapponi (La Spezia) . L . 50 .000 . Borsa : Monsignor Cimatti, a cura delle sorelle Beiso-Menzani Angelica, Negro Laura, Scaramuzza A. L . D . - L . 50 .000 . Borsa: Sacro Cuore di Gesù e Maria SS . Immacolata, a cura e intenzione di N . N . L . 50 .000 . Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, in suffragio dei miei cari defunti e a protezione mia in vita e in morte, a cura di N . N . (Cuneo) . L . 50 .000 . Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, ringraziamento e implorando continua protezione, a cura della famiglia Domenico Gallenca (Torino) . L . 50 .000 . perchè proteggano la piccola Graziana, a cura Borsa: Per una buona morte, a cura di Nigris Maria (Ampezzo - Udine). L . 50 .000 . Borsa: San Giovanni Bosco e Papa Pio XII, a cura del Cav . Silvio Trenti (Riva del Garda) . L . 50 .000 . Borsa: Don Bosco guidi mio figlio Mario nella scelta dello stato, a cura di N . N . L . 50 .000 . ringraziamento e invocando grazie e protezione, di Luigi Pellerino (Savona) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, in a cura di Norma Poletti Grassi (Venezia) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, a cura di Bruschi Lina (Torino) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a cura dei coniugi Bertone, (Rivalta - Torino) . L. So .ooo . (CONTINUA) Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2' - 11 quindicina UN CONTRIBUTO DI ALTISSIMO VALORE E UNICO NEL SUO GENERE SUL PIANO INTERNAZIONALE L'ATEISMO CONTEMPORANEO Enciclopedia diretta da Giulio Girardi, alla quale hanno collaborato eminenti studiosi di fama mondiale Volume primo L'ateismo nella vita e nella cultura contemporanea Pagine XXIV-776 rilegatura in piena tela con impressioni in oro e pastello L . 10 .000 Volume secondo L'ateismo nella filosofia contemporanea: correnti e pensatori (marzo 1968) Volume terzo L'ateismo nella filosofia contemporanea : i grandi problemi (ottobre 1968) Volume quarto /l Cristianesimo di fronte all'ateismo (marzo 1969) BOLLETTINO SALESIANO Alcuni giudizi: « Per la ricchezza della sua impostazione e tematica scientifica, l'opera può interessare gli studiosi delle più diverse discipline, ed è abitualmente accessibile e interessante per tutte le persone colte» . S . E . il Card . F,anziskus Kónig, Arcivescovo di Vienna . « Un'enciclopedia quanto mai opportuna . Nessun argomento è più grave e più attuale e al tempo stesso più uniforme . Nessun argomento s'impone alla coscienza cristiana del nostro tempo con maggior peso » . Henri De Lubac S . J. « L'apparizione di questo libro sull'Ateismo contemporaneo è un avvenimento scientifico di grande importanza nella Chiesa di oggi e direi più generalmente nel mondo culturale di oggi » . Prof. Hervé Carrier, Rettore Magnifico della Pontificia Università Gregoriana « Questa enciclopedia non trova l'eguale nel campo editoriale del mondo intero » . Paolo Vicentin ne « L'Osservatore Romano » Nelle migliori Librerie e direttamente presso la Società Editrice Internazionale, Corso Regina Margherita, 176 - 10152 Torino Si pubblica: il 1- del mese per i Cooperatori Salesiani il 15 del mese per i Dirigenti dei Cooperatori S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Benefattori e Amici delle Opere Don Bosco Direzione e amministrazione : via Maria Ausiliatrice, 32 10152 Torino - Telef . 48 .29 .24 Direttore responsabile Don Pietro Zerbino Autorizzazione del Trib . di Torino n . 403 del 16 febbraio 1949 Per inviare offerte servirsi del conto corrente postale n. 2-1355 intestato a : Direzione Generale Opere Don Bosco - Torino Per cambio d'indirizzo inviare anche l'indirizzo precedente Officine Grafiche SEI - Torino
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