Morfologia, attività e classificazione dei vulcani Lic. Scientifico “A. Meucci” Aprilia Quarta parte Prof. Rolando Neri 10. La forma degli edifici vulcanici La forma degli edifici vulcanici dipende dal tipo di frattura da cui è risalito il magma e dal materiale eruttato. 2 10. La forma degli edifici vulcanici Basalti colonnari: strutture a fessurazione verticale associate a emissioni di lave basaltiche; si formano in seguito al rapido raffreddamento e alla conseguente contrazione della lava. 3 10. La forma degli edifici vulcanici Plateau basaltici: edifici di vulcani a eruzione lineare dall’aspetto di grandi distese laviche pianeggianti; derivano da attività effusiva, e sono caratteristici dei fondi oceanici. 4 10. La forma degli edifici vulcanici Plateau basaltici: edifici di vulcani a eruzione lineare dall’aspetto di grandi distese laviche pianeggianti; derivano da attività effusiva, e sono caratteristici dei fondi oceanici. Altopiano basaltico del Deccan: si osservi la cima piatta (plateau) e le numerose colate sovrapposte che simulano una stratificazione 5 10. La forma degli edifici vulcanici vulcani-strato : edifici di vulcani a eruzione centrale di forma conica con fianchi abbastanza ripidi; derivano dall’alternanza di attività effusiva (lava) ed esplosiva (piroclasti). Il Vulcano Albano, nella sua fase iniziale, era un vulcano-strato. Poi ha avuto una evoluzione complessa , fino a conseguire una struttura particolare detta campo lavico 6 10. La forma degli edifici vulcanici Stromboli: uno vulcani-strato 7 10. La forma degli edifici vulcanici I vulcani-strato si formano quando fasi di effusioni laviche si alternano con periodi di emissioni esplosive di frammenti sminuzzati di lava, che si depositano poi intorno al cratere, dando origine alle piroclastiti (scorie, lapilli, ceneri). L’edificio che ne risulta, chiamato anche vulcano composto, assume la forma di un cono. Schema di un vulcano-strato (o vulcano composto). L’edificio è costituito da un’alternanza di colate di lava e di strati di piroclastiti. Parte della lava può solidificare entro fratture del cono in collegamento con il condotto centrale, originando una specie di «nervatura» che rafforza l’edificio (dicchi o filoni radiali). In alto, un famoso vulcano-strato: il Monte Fuji, in Giappone. (J. Mori/Image Bank) 8 10. La forma degli edifici vulcanici Vulcani a scudo: edifici di vulcani a eruzione centrale di forma conica con fianchi poco ripidi e base larga; derivano da attività effusiva di lava basaltica estremamente fluida. 9 10. La forma degli edifici vulcanici Vulcani a scudo: Mauna Kea (isola di Hawaii) View of the mountain from Mauna Loa Observatory 10 10. La forma degli edifici vulcanici I vulcani a scudo, come quelli delle Hawaii e dell’Islanda, hanno invece una forma appiattita, dovuta alla notevole fluidità delle lave eruttate (lave basiche, molto calde, che solidificano come basalti). Queste lave sono in grado di scorrere per molti kilometri in larghe colate, anche di modesto spessore, prima di consolidarsi; gli episodi esplosivi sono molto ridotti. Tra i vulcani a scudo si annoverano i vulcani più grandi della Terra. Il maggiore tra essi, il Mauna Loa, nell’Isola Hawaii, si alza per oltre 4 km sopra il livello del mare, ma la sua base è sul fondo dell’oceano, a oltre 5 km di profondità, per cui in definitiva il suo edificio è alto più di 9 km, con un diametro alla base di circa 250 kilometri. TORNA Schema di un vulcano a scudo. Questo tipo di rilievo si forma per l’accumularsi di migliaia di sottili colate basaltiche, molto fluide, che si espandono prima di solidificarsi in coltri. Alla sommità si può formare, per collasso, una caldera, all’interno della quale il condotto può aprirsi con un cratere a pozzo, dalle pareti verticali. A destra, un’immagine aerea dell’immenso vulcano a scudo Mauna Loa, nell’isola Hawaii. (S. Lee) 11 10. La forma degli edifici vulcanici Cupole di ristagno: accumuli a forma di focaccia che ristagnano all’interno di un cratere fungendone da tappo; si formano in presenza di lave sialiche a viscosità molto elevata. 12 10. La forma degli edifici vulcanici Cupola di ristagno: St Helen (Stati Uniti) E’ un vulcano strato. Le cupole di ristagno si sono formate all’interno del cratere durante l’ultima eruzione (1980), nel corso della quale una parte del cratere sommitale è franata. 13 10. La forma degli edifici vulcanici Guglie: edifici di vulcani a eruzione centrale; derivano da lave molto viscose che solidificano all’interno del condotto vulcanico e vengono spinte in alto a formare strutture colonnari. 14 10. La forma degli edifici vulcanici Guglie: la Spina delle Pelee (isola Martinica); formatasi durante l’eruzione del 1902. 15 10. La forma degli edifici vulcanici Coni di scorie o cenere: edifici di vulcani a eruzione centrale conici, di piccole dimensioni e con fianchi ripidi; derivano da attività esplosiva e sono costituiti esclusivamente da piroclasti. 16 10. La forma degli edifici vulcanici I Coni di cenere e scorie dei Monti Silvestri, Etna (eruzione del 1892). Foto: J. Alean; 17 10. La forma degli edifici vulcanici Anche Monte Cavo è un Cono di cenere e scorie. La foto lo riprende dal Lago di Albano 18 10. La forma degli edifici vulcanici Caldere: vaste depressioni originatesi dall’esplosione e dal collasso di un intero edificio vulcanico; al loro interno può formarsi un altro vulcano o, se cessa l’attività eruttiva, un lago. 19 10. La forma degli edifici vulcanici Caldere: sui Colli Albani sono presenti diverse caldere, le due più grandi sono quelle del lago di Albano e di Nemi; I Colli Albani in una foto satellitare: si notino l'altura di Monte Cavo con il lago Albano ed il lago di Nemi e la cinta calderica di M. Artemisio. 20 10. La forma degli edifici vulcanici Diatremi: edifici di vulcani a eruzione centrale; sono brecce di riempimento di camini vulcanici, formatesi in seguito a eruzioni esplosive, messe a nudo dall’erosione dell’apparato vulcanico. 21 10. La forma degli edifici vulcanici Diatremi: edifici di vulcani a eruzione centrale; sono brecce di riempimento di camini vulcanici, formatesi in seguito a eruzioni esplosive, messe a nudo dall’erosione dell’apparato vulcanico. 22 11. Tipi di eruzione La classificazione dei vulcani in base al tipo di eruzione cui sono associati presenta dei limiti, dovuti al fatto che in un medesimo vulcano possono alternarsi o succedersi nel tempo tipi di attività diversi. Attività effusiva dominante (magma fluido e contenuto in acqua variabile ma ridotto): – eruzioni di tipo hawaiiano; – eruzioni di tipo islandese. Attività effusiva prevalente (magma meno fluido e modesto contenuto in acqua): – eruzioni di tipo stromboliano. Attività mista (effusiva-esplosiva) (magma viscoso e contenuto in gas e acqua elevato): – eruzioni di tipo vulcaniano; – eruzioni di tipo pliniano; – eruzioni di tipo peléeano. Attività solo esplosiva (interazione tra magma e acqua): – eruzioni di tipo idromagmatico 23 11. Tipi di eruzione In base al grado di esplosività, le eruzioni si distinguono in: hawaiiane vulcaniane islandiche stromboliane peleane pliniane 24 11. Tipi di eruzione Le eruzioni hawaiiane sono caratterizzate da alte fontane di lava e da lunghe colate di lava basaltica molto fluida; formano vulcani a scudo. 25 11. Tipi di eruzione Le eruzioni di tipo hawaiiano sono caratterizzate da abbondanti effusioni di lave molto fluide, che danno origine ai tipici vulcani a scudo (V. Figura). In tali edifici la sommità è spesso occupata da un’ampia depressione, chiamata caldera (dallo spagnolo, «pentolone»), formatasi per collasso del tetto della camera magmatica, rimasto senza sostegno a seguito del drenaggio verso la superficie di grandi quantità di lava. Dalle lave fluide i gas si liberano in genere tranquillamente, ma nella loro fuga possono trascinare per un tratto getti di lava fusa: si innalzano allora spettacolari fontane di lava, alte più di 100 m (si riveda la). I volumi di materiale fuso emesso sono enormi: fino a 2 milioni di m3 all’ora di lava. Fontana di lava. Lava incandescente che erompe in superficie insieme a gas e vapori. (L. A. Thomas) 26 11. Tipi di eruzione Le eruzioni islandiche sono eruzioni di tipo lineare caratterizzate da colate molto fluide e fontane di lava; tendono a formare plateau basaltici. 27 11. Tipi di eruzione Caratteristiche simili alle eruzioni hawaiiane presentano le eruzioni di tipo islandese, nelle quali, però, la lava, sempre molto fluida, fuoriesce da lunghe fessure invece che da un edificio centrale. Il ripetersi di tali eruzioni dalla stessa fessura porta alla formazione di vasti espandimenti lavici basaltici quasi orizzontali (plateaux basaltici), di spessore relativamente modesto, ma estesi per centinaia di migliaia di km2. A volte l’attività effusiva è accompagnata da modesta attività esplosiva, con formazione di coni di scorie. Eruzione di tipo islandese. La lava, molto fluida, risale da lunghe fessure aperte nella crosta e si espande in vaste coltri, dando origine a giganteschi espandimenti (o plateaux) basaltici, estesi per centinaia di migliaia di km. 28 11. Tipi di eruzione Le eruzioni stromboliane sono caratterizzate da colate di lava, alternate a frequenti ma modeste esplosioni; formano strato-vulcani. 29 11. Tipi di eruzione Nelle eruzioni di tipo stromboliano (dall’Isola di Stromboli, nelle Eolie) predomina un’attività esplosiva più o meno regolare. La lava, abbastanza fluida, ma meno che nei casi precedenti (a Stromboli produce un tipo di basalto), ristagna periodicamente nel cratere, dove inizia a solidificare. Si forma così una crosta solida, al di sotto della quale si vanno accumulando i gas che continuano a liberarsi dal magma: nel giro di un’ora o anche solo di pochi minuti, la pressione di questi gas cresce fino a far saltare la crosta con modeste esplosioni, che lanciano in aria brandelli di lava fusa. Esaurita la spinta dei gas, la lava torna a ristagnare sul fondo del cratere e si forma una nuova crosta solida, fino al ripetersi del fenomeno. Eruzione di tipo stromboliano. Con periodicità e intensità molto variabili, dal cratere vengono lanciati brandelli di lava fusa che, durante la traiettoria, si rivestono di una crosta plastica e assumono una forma affusolata (bombe); insieme, vengono espulsi frammenti del materiale solido che, ostruendo la parte sommitale del condotto, avevano fatto salire la pressione dei gas, fino all’esplosione con cui è iniziata l’eruzione. La colonna eruttiva si innalza per qualche centinaio di metri. 30 11. Tipi di eruzione Le eruzioni vulcaniane sono caratterizzate da esplosioni anche violente, seguite da colate di lava viscosa; formano strato-vulcani. 31 11. Tipi di eruzione Le eruzioni di tipo vulcaniano (dall’Isola Vulcano, sempre nelle Eolie) sono caratterizzate da un meccanismo simile a quello stromboliano, solo che in questo caso la lava è molto più viscosa (lave acide, da andesiti a rioliti). Perciò i gas si liberano con più difficoltà, e la lava solidifica nella parte alta del condotto, dove forma un «tappo» di grosso spessore. I gas impiegano quindi tempi più lunghi per raggiungere pressioni sufficienti a vincere l’ostruzione; quando ciò avviene, l’esplosione è violentissima. Le eruzioni di tutti i grandi vulcani, se il loro cratere è ostruito (anche solo per l’accumulo di detriti caduti in esso dalle pareti), avvengono di regola con una fase iniziale di violenta attività vulcaniana. Eruzione di tipo vulcaniano. Le eruzioni sono di tipo esplosivo e molto violente, in quanto la lava, acida e fortemente viscosa, si consolida facilmente alla sommità del camino bloccando le vie d’uscita ai gas intrappolati, che raggiungono pressioni sempre più elevate. A differenza di quello stromboliano, il tipo vulcaniano è caratterizzato generalmente da attività non continuata; essendo infatti molto elevata la quantità di materiale eruttato in una singola eruzione, deve passare un certo intervallo di tempo prima che nella camera si accumuli magma a sufficienza per rinnovare l’attività eruttiva. 32 11. Tipi di eruzione Le eruzioni pliniane sono caratterizzate da violente esplosioni che producono grandi quantità di ceneri; formano strato-vulcani, caldere, coni di scorie o di cenere. 33 11. Tipi di eruzione Il termine vesuviano indica un’attività vulcanica caratterizzata dall’estrema violenza dell’esplosione iniziale, che svuota un gran tratto del condotto superiore. Il magma, molto ricco in gas, può allora risalire con grande velocità da zone profonde, fino a espandersi in maniera esplosiva uscendo dal cratere, dissolvendosi in una gigantesca nube di minutissime goccioline. Quando tali esplosioni raggiungono il loro aspetto più violento vengono definite eruzioni di tipo pliniano (da Plinio il Giovane, che per primo ne descrisse una nell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.). La colonna di vapori e gas fuoriesce dal condotto con tale forza e velocità da salire diritta verso l’alto per alcuni km, prima di perdere energia ed espandersi in una grande nuvola, che assume così una caratteristica forma che ricorda un pino marittimo. Dalla nuvola ricadono grandi quantità di frammenti di lava vetrificata, sotto forma di pomici. Eruzione di tipo pliniano. Il magma risale con estrema violenza dalla camera magmatica e viene letteralmente «sparato» verso l’esterno attraverso il condotto, che opera come una canna di fucile. La colonna di vapori, gas e lava polverizzata sale diritta con velocità iniziale superiore a quella del suono, e può raggiungere i 30 km di altezza prima di collassare. 34 11. Tipi di eruzione Le eruzioni peleane sono caratterizzate da pericolose esplosioni capaci di generare nubi ardenti; formano strato-vulcani, caldere, guglie. 35 11. Tipi di eruzione Nelle eruzioni di tipo peléeano (dalla Montagna Pelée, sull’isola della Martinica) la lava ad altissima viscosità e a temperatura relativamente bassa (600-800 °C) viene spinta fuori dal condotto già quasi solida e forma cupole o torri alte qualche centinaio di metri. Dalla base sfuggono grandi nuvole di gas e vapori, roventi e molto dense (nubi ardenti discendenti), che scendono come valanghe lungo le pendici del vulcano e si espandono su vaste aree con grande velocità, anche oltre i 100 km/h. Eruzione idi tipo peléeano. Una nube ardente scende lungo il fianco del vulcano chiamato Montagna Pelée: mentre una grande nube sale vorticosamente verso l’alto, una valanga di densi vapori, che trascina anche materiali solidi, ha raggiunto la costa (è la striscia più chiara, alla base della nube). Questo fenomeno avvenne alcuni mesi dopo l’eruzione che, nel 1902, aveva distrutto , con un meccanismo analogo, la cittadina di Saint-Pierre. (Mmusée National d’istoire Natural, Laboratoire de Minéralogie, Parigi). 36 11. Tipi di eruzione Un cenno a parte merita il vulcanismo idromagmatico, dovuto all’interazione tra magma (o rocce riscaldate da un magma) a modesta profondità (fino a qualche km) e l’acqua che permea le rocce (acqua di falda). Un fenomeno analogo si verifica anche nel corso di eruzioni sottomarine a modeste profondità. Il brusco passaggio dell’acqua allo stato di vapore genera enormi pressioni che possono far saltare l’intera colonna di rocce sovrastanti, aprendo un condotto verso l’esterno. Dal cratere esce con grande violenza una colonna di vapore che trascina con sé frammenti di rocce e, se c’è stato contatto con il magma, lava finemente polverizzata. Dalla base di tale colonna parte una specie di onda d’urto concentrica, tipica di esplosioni violente, che dà origine a una densa nuvola di vapore e materiali solidi, a forma di anello, chiamata base-surge; la nube si espande a grande velocità (oltre 150 km/h), lasciando accumuli piroclastici con forme tipiche. Eruzione idromagmatica. Il magma in risalita scalda e frattura rocce in prossimità di una falda acquifera. Il vapore acqueo che si produce si accumula in ogni cavità e frattura, finché la sua pressione diventa sufficiente a far saltare la copertura di rocce e ad aprire un varco fino in superficie. Le rocce preesistenti vengono frantumate dall’esplosione e lanciate all’esterno. Dalla base della colonna, espulsa verso l’alto, si allarga ad altissima velocità una specie di densa nube anulare, formata di vapore e materiali solidi (base-surge). Particolarmente intensa è stata anche l’attività idromagmatica del Vulcano Albano, in particolare durante l’ultima fase, che viene detta proprio per questo Fase Freato-magmatica, e che portò alla formazione delle numerose caldere che caratterizzano questo vulcano. 37 Conclusione Le trattazioni riguardanti gli edifici vulcanici, i tipi di eruzioni e, nella prossima presentazione i prodotti vulcanici hanno un’impostazione prettamente didattica, e quindi molto schematica. Ma un vulcano ha una sua origine ed evoluzione che lo rende da un certo punto di vista unico. Per renderci conto di questo basta prendere in esame la storia del Vulcano Laziale, che si trova a pochi chilometri dalla nostra città, Aprilia. 38
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