62 Tecnica Testo e foto a cura di Gianluca Macchioni, Maestro Orologiaio, titolare dell’Accademia dell’Orologio di Roma I RUBINI E I SISTEMI ANTIURTO (terza parte) Come abbiamo visto nella precedente puntata, il grande miglioramento apportato dal sistema antiurto, a protezione degli assi di oscillazione del bilanciere, in aggiunta alla possibilità di ottimizzare le operazioni di lubrificazione, ha decretato l’adozione di questo principio da parte di tutti i costruttori di orologi. Sono stati progettati e costruiti decine di dispositivi, ma il suo interno due rubini: il primo è forato, a sua volta, inserito sistema Incabloc, prodotto inizialmente dalla Portescap in un minuto telaio che ne faciliterà la mobilità; il secondo, SA, ha nel tempo soppiantato tutti gli altri ed attualmente senza foro, con una superficie piana e l’altra convessa. equipaggia l’80% degli orologi meccanici sul mercato. I re- Questi rubini prendono il nome, rispettivamente, secondo stanti si avvalgono di sistemi autoprodotti, come la Rolex l’ordine di descrizione, di pietra e contropietra (alcu- con il suo “Paraflex”, oppure dei diversi modelli realizzati ni manuali, più datati, chiamano quest’ultima pietra, di dalla Kif-Parechoc. controperno). Vediamo più nel dettaglio il funzionamento di questo I due rubini combaciano perfettamente tra loro e sono in- piccolo, “grande” dispositivo chiamato Incabloc, che ha seriti nel castone, dove, nella zona perimetrale esterna, in contribuito a salvare migliaia di assi del bilanciere. Il nu- un apposita scanalatura si monta una mollettina dalla mero potrebbe sembrare troppo elevato, ma l’Inca, come tipica forma a “lira” (antico strumento musicale), divenuto, di norma viene chiamato dagli addetti ai lavori, è in atti- successivamente, anche il logo dell’azienda Incabloc SA vità da circa ottanta anni. (creata, dalla Portescap, nel 1988). La funzione della piccola Nel 1933, due ingegneri dell’Istituto Federale Svizzero di molla si dimostra di fondamentale importanza per l’assorbi- Tecnologia di Zurigo, Fritz Marti mento degli urti che e Georges Braunschweig, dan- il bilanciere sostiene. no vita ad un progetto che, oltre Oltre al suo disegno, alla protezione del fragile pivot che dell’asse del bilanciere, mira alla molla di toccare i creazione di una tecnologia mo- rubini solo in alcuni dulare perfettamente adattabile punti strategici, fer- ad ogni calibro: infatti, completa- mandoli saldamente, mente pre-assemblato in fabbri- ma senza impedirne ca, può essere inserito in qualsi- l’eventuale asi platina e ponte del bilanciere. mento, molta della Il blocchetto completo si compo- sua efficacia si deve ne di un castone che alloggia al giugno 201 4 Dispositivo antiurto Incabloc: molletta, pietra e contropietra. consente alla sposta- anche al materiale 63 La Pietra montata nel supporto. Contropietre. che le misure dei suoi componenti oscillano nell’ordine di alcuni decimi di millimetro. Secondo i principi della fisica newtoniana, un corpo è soggetto alla gravità, il che, semplificando notevolmente, si esprime attraverso la formula: “G = 9.8 x P”. In breve, un oggetto, cadendo, moltiplica il suo peso di 9.8 al metro/secondo. Prendendo, per esempio, un orologio sportivo con cassa e bracciale in acciaio, Spaccato del dispositivo Incabloc. il suo peso (con 12 maglie) è di 122.2 grammi: cadendo accidentalmente dalle nostre mani, durante le operazioni impiegato per la sua realizzazione. Si tratta, infatti, di un di settaggio del gioco sfere, si troverebbe, considerando acciaio molto particolare e raffinato, denominato “durni- l’altezza media di una persona, a circa un metro dal suolo; co”: la sua composizione, povera di carbonio, unita ad un al suo arrivo in terra il peso sarà di 1.192.56 grammi, ossia trattamento termico di indurimento a 480°, per tre ore e in ben oltre un chilogrammo. un ambiente con atmosfera neutra e sottovuoto, produce L’azione combinata dell’antiurto, che ovviamente, è mon- un acciaio elastico praticamente indeformabile (il suo nome tato su entrambi gli assi, nel 90% dei casi salva il segna- d’arte - designazione – è “X2NiCoMo18-9-5“). tempo dal gravoso intervento della sostituzione dell’asse L’azione anti-choc del brevetto Incabloc si svolge in due del bilanciere, una pratica che negli orologi non equipag- fasi ben precise: giati da tale dispositivo era in passato molto frequente. 1) L’energia dell’urto non si trasferisce sull’asse ma viene La normativa ISO 1413, che stabilisce quali sono gli completamente assorbita dalla molla; 2) La medesima molla ricolloca le pietre nella corretta posizione iniziale. standard che un orologio deve avere per essere dichiarato “Anti-choc”, prevede dei test molto severi. Il segnatempo viene inserito dentro un contenitore di polimeri morbidi, che a sua volta è collegato ad un braccio mec- Per meglio comprendere l’efficacia straordinaria dell’Inca, canico robotizzato, detto il Martello; tale strumento eseguiamo qualche semplice calcolo, tenendo presente provvederà ad eseguire la prova battendo su un blocco gi ugno 2014 64 Tecnica Bilancieri, montati sul movimento e smontati. in acciaio (3 cicli da cinquanta colpi suddivisi in tutte le posizioni). L’antagonista principale dell’Incabloc è il Kif-Parechoc, presentato nel 1944, oggi partner del gruppo Acrotec. Il principio di funzionamento ed il numero dei componenti risulta in pratica simile all’Inca, ma i punti di contatto con il gruppo delle pietre è minore, rendendo il sistema più elastico ma anche più delicato. Ha utilizzato, nel corso degli anni, mollette di foggia diversa, che producono tensioni differenti, ognuna con un proprio nome identificativo: Trior, Satellor, Flector, Elastor, Ultraflex. Di norma il Kif è montato in esemplari di alta gamma. Come accennato in precedenza, alcune Maison sviluppano e producono tecnologie personali come la Rolex SA, che recentemente ha inserito a protezio- Sequenza di montaggio del sistema Kif. giugno 201 4 Modelli di mollette previste dal sistema antiurto Kif. 65 La ne dei propri bilancieri il “Paraflex”, dotato di una nuova molletta avveniristica che assicura un sensibile miglioramento della resistenza agli choc sul bilanciere del 50%. Giunti a conclusione di un ciclo di articoli, riguardanti alcuni importanti e indispensabili elementi che contribuiscono ad ottimizzare il funzionamento dell’orologio, riprendiamo la nostra virtuale analisi del Solotempo, cominciando ad introdurre quello che probabilmente è in assoluto l’apparato più importante, lo scappamento, vero e proprio cuore di questa affascinante macchina, chiamata orologio. Dispositivo antiurto Kif Flector montato (in alto). Riassumendo, il calibro base si compone di: parato consente al ruotismo di girare libero sugli assi, al Organo di rimessa e carica; Organo motore; Treno di ruo- primo cenno di forza generata dalla molla interna al barilet- te. Tutti gli organi suddetti devono sicuramente esegui- to. Il termine deriva dal francese e sta ad indicare appunto re il proprio lavoro in maniera impeccabile, ma l’Organo il movimento di “far scappare” un dente alla volta, della di Scappamento comunque influisce sulla precisione di ruota di scappamento, con un periodo ben determinato, marcia per il 90%. Ecco la sua definizione: lo Scappamento consentendo così con precisione il calcolo del tempo di è un congegno meccanico che trasforma il moto continuo rotazione di ogni singola ruota e misurando, conseguente- in moto alternato; infatti, un meccanismo privo di tale ap- mente, secondi, minuti ed ore. Analizzando con attenzione l’evoluzione dell’orologio, ci rendiamo subito conto che la sua conformazione nel corso dei secoli non si è trasformata più di tanto. Miglioramenti nenziali sono espo- avvenuti, ovviamente, riguardo ai materiali impiegati ed alle manifatture, ma gli studi e le sperimentazioni che hanno veramente evoluto il segnatempo dipendono direttamente dalle ricerche sullo Scappamento. Dispositivo Kif Trior aperto per la manutenzione. gi ugno 2014
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