2. Studio preliminare ambientale - Urbanistica

STUDIO PRELIMINARE
AMBIENTALE
Art. 48 c. 1 della L.R. 10/2010
POTENZIAMENTO DI UNO STABILIMENTO DI
PRODUZIONE (TERMO-ELETTRICA) A COMBUSTIONE
INTERNA ALIMENTATO A GAS DI DISCARICA
FINO A 1,248 MW ELETTRICI
UNIONE DEI COMUNI
Circondario dell’Empolese Valdelsa
COMUNE DI MONTESPERTOLI
Polo Tecnologico di Casa Sartori
studio preliminare ambientale
Il tecnico
Ing. Massimo Castellani
_____________________
Autorizzazione Unica L.R. 39/2005
Motore Biogas II//Polo Sartori
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Resp. IPPC: Ing. F. Tiezzi
Resp. Impianti: Ing. P. Daddi
Resp. Gestione: D.ssa V. Cantelli
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AMBIENTALE
Art. 48 c. 1 della L.R. 10/2010
POTENZIAMENTO DI UNO STABILIMENTO DI
PRODUZIONE (TERMO-ELETTRICA) A COMBUSTIONE
INTERNA ALIMENTATO A GAS DI DISCARICA
FINO A 1,248 MW ELETTRICI
INDICE
Premessa .......................................................................................................................................... 3
1. Quadro conoscitivo del sistema biogas della discarica ........................................... 11
2. Conformità del progetto alle norme ambientali e paesaggistiche...................... 17
Classificazione urbanistica ...........................................................................................................17
Vincolistica presente .....................................................................................................................17
Inquadramento rispetto al piano stralcio assetto idrogeologico .................................................18
3. Studio sull’impatto ambientale ........................................................................................ 19
Atmosfera.......................................................................................................................................19
Ambiente idrico .............................................................................................................................29
Suolo ..............................................................................................................................................33
Sottosuolo ......................................................................................................................................34
Vegetazione....................................................................................................................................34
Flora ..............................................................................................................................................34
Fauna.............................................................................................................................................35
Ecosistemi......................................................................................................................................35
Salute pubblica ..............................................................................................................................35
Rumore ..........................................................................................................................................36
Vibrazioni ......................................................................................................................................36
Radiazioni ionizzati .......................................................................................................................36
Radiazioni non ionizzanti .............................................................................................................36
Paesaggio.......................................................................................................................................36
Rifiuti .............................................................................................................................................37
Viabilità .........................................................................................................................................38
4. Conservazione degli habitat, della flora e della fauna selvatiche....................... 40
5. Motivazioni, finalità ed alternative di localizzazione ............................................... 41
6. Conclusioni .............................................................................................................................. 43
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FINO A 1,248 MW ELETTRICI
Premessa
Presso il Polo impiantistico di Casa Sartori (impianto TMB di selezione e compostaggio e discarica
controllata di RSU e RSA) è ad oggi presente un impianto di cogenerazione con una potenza elettrica di 624 kW(p), la cui attività è stata iscritta al n. 453 del registro di cui all’ex Art.33 del D.Lgs. n.
22/1997, per la gestione in forma semplificata di rifiuti non pericolosi – attività di recupero R1 del
biogas, allegato 2, sub-allegato 1, punto 2 del D.M. 05/02/1998. Per tale attività è stata rinnovata
l’iscrizione al n. 14 del registro del Circondario Empolese Valdelsa di cui all’Art. 216 del D.Lgs. n.
152/2006.
Ad oggi si è resa necessaria e conveniente l’installazione di un nuovo impianto per la produzione di
una potenza elettrica – di taglia analoga all’attuale motore e pari a circa 624 kW(p) - per la combustione del biogas attualmente inviato alla torcia di emergenza ed alla torcia provvisoria allestita sul
corpo discarica pari a circa 250-300 NM3/h. Il nuovo impianto sarà predisposto per il collegamento
con lo scambiatore termico (già presente sul sito in questione ed operante in tandem con l’impianto
esistente a favore del processo di pretrattamento del percolato di discarica) per poter recuperare il
calore messo a disposizione dal motore endotermico, ed in particolare dai fumi di scarico e dal circuito di raffreddamento del motore stesso. Si tratta in sintesi di un recupero termico in cascata ottenuto mediante un fluido vettore (acqua calda di rete) che di ritorno dalle utenze termiche a circa
40°C attraversa in serie prima uno scambiatore di calore a piastre e poi uno scambiatore a tubi di
fumo. Nel primo apparecchio il riscaldamento del vettore termico (fino a circa 62°C) è dovuto
all’acqua di raffreddamento dei circuiti interni del motore endotermico che cede il proprio calore;
nel secondo apparecchio il recupero termico avviene a discapito del contenuto entalpico dei fumi di
scarico del motore. All’uscita del secondo scambiatore il vettore termico (acqua calda) si trova a
circa 90°C. La configurazione proposta permette allo scambiatore di operare in tandem o con il
nuovo impianto o (in alternativa) con l’impianto esistente, permettendo quindi una produzione praticamente continua di acqua calda di rete anche in caso di fermo di uno dei due motori termici.
Tutto ciò premesso, in data 26-06-2013, fu richiesta dalla Publiambiente Spa l’autorizzazione unica
ai sensi della L.R. n. 39/2005 (Disposizioni in materia di energia), per la costruzione e l’esercizio di
un nuovo impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili alla Direzione Ambiente e
Gestione Rifiuti dell’Amministrazione provinciale di Firenze. Detta richiesta (pratica n. 236.13.27),
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era relativa al solo nuovo impianto in questione poiché l’impianto esistente, già autorizzato, era da
considerarsi completamente indipendente dall’ampliamento, in quanto afferente a porzioni di discarica ben distinte.
In data 17-10-2013, in sede di conferenza dei servizi convocata a seguito della suddetta richiesta di
autorizzazione, è invece emerso “che l’impianto debba essere trattato nel suo complesso, come polo
per la produzione di energia dove saranno presenti due motori a combustione interna, anche in relazione al fatto, che la verifica del superamento di valori soglia per l’applicazione di un determinato
regime autorizzativo è effettuata sulla base della potenzialità complessiva dell’impianto stesso”.
È stato quindi ritenuto che lo stabilimento per la produzione energetica e il trattamento del gas di
discarica, dovesse essere considerato nel suo complesso, e che pertanto la potenzialità dovesse essere quella risultante dalla somma delle singole potenze dei due motori endotermici (mutuando dalla
disciplina relativa alla parte V, titolo I, Art. 268, c. 1 lettere h) e l) del D.Lgs. n. 152/2006).
Si è quindi reso necessario attivare la presente procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A. ai
sensi dell’Art. 48 della L.R. n. 10/2010 e dell’Art. 20 del D.Lgs. n. 152/2006 per il potenziamento
di uno stabilimento di produzione (termo-elettrica) a combustione interna alimentato a gas di discarica fino a 1,248 MW(p) elettrici.
Si fa tuttavia presente come lo stabilimento per la produzione energetica e il trattamento del gas di
discarica in questione, anche nella sua configurazione di progetto, composto da due motori endotermici con una capacità di trattamento complessiva superiore a 10 t/g di gas di discarica ma inferiore a 100 t/g (CER 19 05 99 per il quale sono previste le procedure di gestione semplificate di cui
all’Art. 216 del D.Lgs. n. 152/2006 per l’operazione di recupero R1, secondo le modalità indicate al
punto 2, dell’allegato 2, suballegato 1 del D.M. 05-02-1998), sia in linea con il D.Lgs. n. 36/2006 e
costituisca un miglioramento ai fini ambientali, rispetto alla semplice combustione in torcia.
-o-o-o-o-o-o-o-oIn riferimento alla L.R. 12-02-2010 n. 10, nel preambolo si legge tra l’altro: “per quanto attiene alla
VIA, le finalità della presente legge sono costituite, essenzialmente, da un nucleo di disposizioni di
carattere strumentale che consente di conseguire, attraverso la previsione di meccanismi e modalità procedurali improntate a snellezza procedimentale la più efficace, rigorosa ed indefettibile tutela
ambientale, unitamente alla necessaria semplificazione. Tali disposizioni hanno lo scopo di evitare
qualunque appesantimento procedurale foriero di inutili duplicazioni di attività e valutazioni...”.
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Proprio in ragione degli obiettivi di semplificazione a cui mira la normativa regionale di settore, si
richiama la procedura di valutazione d’impatto ambientale iniziata in data 08/05/2005 che si è conclusa con il pronunciamento positivo di compatibilità ambientale e con il successivo Atto Dirigenziale del Circondario Empolese Valdelsa n. 446 del 22/05/2007 con oggetto l’approvazione ed autorizzazione alla realizzazione, ai sensi dell’Art. 208, comma 3 del D.Lgs. n. 152/2006 del progetto di
completamento delle volumetrie disponibili, messa in sicurezza, recupero ambientale e paesaggistico della discarica di rifiuti solidi urbani ed assimilati di Casa Sartori, nonché l’Atto Dirigenziale del
Circondario Empolese Valdelsa n. 928 del 30/10/2007 con oggetto l’autorizzazione integrata ambientale, ai del D.Lgs. n. 59/2005, per l’impianto di discarica di rifiuti non pericolosi di Casa Sartori
ubicato nel Comune di Montespertoli.
Si richiama in particolare la studio di impatto ambientale prodotto all’interno della suddetta procedura di cui si riportano di seguito sinteticamente i contenuti:
STATO ATTUALE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI:
•
ATMOSFERA
o CLIMATOLOGIA E METEOROLOGIA
Regime Anemologico
Regime Termico
Regime Pluviometrico
Regime Igrometrico
Stabilità Atmosferica
o QUALITÀ DELL’ARIA
•
Riferimenti Normativi della Qualità dell’Aria
Monitoraggio atmosferico
Classificazione del territorio regionale
Biomonitoraggio dell’ozono – Campagna del 1998
SUOLO E SOTTOSUOLO
o QUADRO GEOLOGICO E STRATIGRAFICO
o QUADRO GEOMORFOLOGICO
•
AMBIENTE IDRICO
o AMBIENTE IDRICO SUPERFICIALE
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o AMBIENTE IDROGEOLOGICO
•
Parametri idraulici
Litotipi argillosi
Orizzonti permeabili
Rete piezometrica di monitoraggio e direzioni di flusso
Qualità delle acque sotterranee
FLORA E VEGETAZIONE
Boschi misti a prevalenza di cerro
Arbusteti e cespuglieti
Rimboschimenti a conifere
Vegetazione igrofila e riparia
Praterie ed incolti erbacei
Valore della flora e della vegetazione dell’area e confronto con gli elenchi
della Legge Regionale 06-04-2000, n. 56
•
FAUNA E HABITAT
o INQUADRAMENTO FAUNISTICO
Molluschi terricoli
Insetti
Anfibi e rettili
Uccelli
Mammiferi
Confronto con gli elenchi della Legge Regionale 06.04.2000, n. 56
o VALORE ECOSISTEMICO DEGLI HABITAT PRESENTI
•
RUMORE
Zonizzazione acustica del territorio
Clima acustico allo stato attuale
•
SALUTE PUBBLICA
•
TRAFFICO E VIABILITÀ
•
PAESAGGIO
o DESCRIZIONE DEL PAESAGGIO E STIMA DEL VALORE PAESAGGISTICO
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Sistemazione a verde esistente all’interno del perimetro della discarica
o PERCETTIBILITÀ VISIVA DELLA DISCARICA
INTERFERENZE DELLA DISCARICA CON L’AMBIENTE:
•
CONSUMO DI MATERIE PRIME
o MATERIALI TECNICI AUSILIARI
•
CONSUMO IDRICO
•
Monitoraggio
Monitoraggio
CONSUMI E PRODUZIONE DI ENERGIA
Monitoraggio
•
USO DEL TERRITORIO
•
EMISSIONI IN ATMOSFERA
o PRODUZIONE DI BIOGAS
Generazione di gas da discariche
Fattori che influenzano la Produzione di Biogas
Condizioni ambientali
Composizione dei rifiuti
Stima della produzione di biogas
Sottomodello chimico-fisico
Sottomodello biochimico
Il contributo della Frazione Organica Stabilizzata alla produzione di biogas
Scenario autorizzato: attuale utilizzazione
Scenario di Progetto: Ampliamento
Composizione del Biogas
Effetti sull’Ambiente e sulla Salute umana dell’Idrogeno Solforato
Caratteristiche dell’Idrogeno Solforato
Effetti sulla Salute dell’Idrogeno Solforato
Limiti di Legge e Criteri Guida
o EMISSIONI DIFFUSE DI POLVERI
o FUMI DI COMBUSTIONE
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•
•
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SCARICHI IDRICI
Stima della produzione di percolato
Produzione massima giornaliera
Produzione media annua di percolato
Sistema di smaltimento del percolato
Caratteristiche dello scarico
PRODUZIONE RIFIUTI
STIMA QUANTITATIVA E QUALITATIVA DEGLI IMPATTI:
•
ATMOSFERA
o FASE DI CANTIERE
o FASE DI ESERCIZIO DELLA DISCARICA
Dispersione del biogas non captato
Scenario emissivo simulato
Inquadramento territoriale e recettori sensibili
Dati meteorologici utilizzati
Risultati delle Simulazioni
Risultati del Modello Climatologico
Scenario 1: Situazione Attuale
Scenario 2: Ampliamento
Risultati del Modello Short Term
Dispersione delle polveri nell’ambiente
Dispersione dei fumi di combustione del biogas
Quadro Emissivo Simulato
Risultati della Simulazione
Risultati del Climatologico
Risultati del Short Term
Considerazioni Finali
o POTENZIALE IMPATTO FASE POST-ESERCIZIO DELLA DISCARICA
•
SOTTOSUOLO ED AMBIENTE IDROGEOLOGICO
•
FLORA E VEGETAZIONE
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•
•
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Criteri di valutazione di impatto su flora e vegetazione
Analisi degli impatti dell’ipotesi di progetto su flora e vegetazione ed habitat
Criteri di valutazione di impatto su fauna ed habitat
Analisi degli impatti dell’ipotesi di progetto su fauna ed habitat
Criteri di valutazione d’impatto sui suoli
Analisi degli impatti dell’ipotesi di progetto sui suoli
SUOLI
AGRICOLTURA ED ATTIVITÀ CONNESSE
Criteri di valutazione d’impatto su agricoltura ed attività connesse
Analisi degli impatti dell’ipotesi di progetto su agricoltura ed attività connesse
•
•
RUMORE
Sorgenti significative rilevate all’interno del sito
Potenziali recettori sensibili
Livelli di rumore ambientale ai singoli recettori
Fase di cantiere
SALUTE PUBBLICA
Inquinamento Idrico
Inquinamento Atmosferico
•
VIABILITÀ
•
PAESAGGIO
Stima dell’impatto paesaggistico
Analisi della percezione visiva del progetto
Le interferenze tra produzione di gas di discarica, emissioni diffuse, emissioni convogliate dei fumi
di combustione per la presenza di un impianto di produzione termo-elettrica con motore endotermico, così come la ricognizione delle componenti ambientali complessive del sito sono quindi già state condotte in maniera ben più esaustiva nella procedura richiamata (i cui principali argomenti sono
stati riassunti nell’elenco precedente) rispetto a quanto richiesto dal più semplice percorso di verifica di assoggettabilità.
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Del resto il proposto potenziamento dello stabilimento di produzione energetica deve intendersi
come un complessivo miglioramento dello stato ante-operam in quanto il gas di discarica è prodotto
indipendentemente dall’intervento, quindi l’attuale biogas in eccesso (rispetto all’attuale potenzialità di trattamento nel motore esistente) deve essere bruciato in torcia, che rappresenta comunque un
presidio ambientale di più basso profilo tecnologico rispetto al sistema motore endotermico e postcombustore, come chiaramente riconosciuto da tutta la normativa tecnica di settore.
Pertanto proprio in ragione della richiamata necessità di evitare “inutili duplicazioni di attività e valutazioni” il presente studio preliminare ambientale affronterà nel dettaglio solo gli aspetti più strettamente connessi con l’intervento di potenziamento dello stabilimento di produzione termo-elettrica
in questione, rimandando invece al richiamato studio di impatto ambientale per le valutazioni condotte sul contesto ambientale più generale.
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PRODUZIONE (TERMO-ELETTRICA) A COMBUSTIONE
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AMBIENTALE
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1.
Quadro conoscitivo del sistema biogas della discarica
Al fine di precisare il quadro conoscitivo del sistema composto dalla discarica controllata e dallo
stabilimento per la valorizzazione energetica del biogas prodotto, viene di seguito riportato il quadro pregresso e presunto dei conferimenti dei rifiuti solidi urbani presso la discarica stessa.
Durata temporale discarica di Casa Sartori (dati ipotetici per gli anni dal 2013 al 2017)
tonnellate conferire annualmente
124 331
122 580
2009
2010
32 000
36 000
44 000
50 000
64 001
51 478
42 616
75 000
59 000
79 221
96 000
111 660
2004
109 607
111 640
2003
107 479
67 526
100 000
100 274
89 099
125 000
114 857
133 260
150 000
2017
2016
2015
2014
2013
2012
2011
2008
2007
2006
2005
2002
2001
2000
1999
1998
1997
0
0
25 000
Il quadro riassume il programma dei conferimenti pregressi e quelli presunti in conformità all’autorizzazione integrata ambientale vigente, nonché delle condizioni al contorno proposte nel rinnovo
dell’ultima AIA in corso presso gli Uffici competente dell’Unione dei Comuni del Circondario
dell’Empolese Valdelsa. Questi dati sono stati elaborati con il noto modello previsionale di produzione di gas da discarica denominato LANDGEM e messo a punto dall’Agenzia per la protezione
ambientale statunitense (US EPA). Detto modello propone due differenti curve di generazione calibrate sulla base di ipotesi più o meno conservative, denominate [CAA]1 e [AP-42]2. Sulla base dei
dati conoscitivi ad oggi disponibili, per le modalità di conferimento e per la tipologia di rifiuto conferito, è stato verificato che la curva di previsione più adatta a rappresentare la realtà della discarica
di Casa Sartori è quella più conservativa. Pertanto di seguito vengono riportate le curve di produzione previsionali considerando una presenza di metano nel biogas prodotto pari al 50% in volume.
1
2
U.S. Federal Regulations for MSW Landfills laid out by the Clean Air Act (CAA).
U.S. EPA’s Compilation of Air Pollutant Emission Factors (AP-42).
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PRODUZIONE (TERMO-ELETTRICA) A COMBUSTIONE
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FINO A 1,248 MW ELETTRICI
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AMBIENTALE
Art. 48 c. 1 della L.R. 10/2010
METANO - DISCARICA DI CASA SARTORI - MODELLO LANDGEM-EPA
5,00E+06
4,50E+06
4,00E+06
3,00E+06
2,50E+06
2,00E+06
1,50E+06
1,00E+06
5,00E+05
anno
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57
20
55
20
53
20
51
20
49
20
47
20
45
20
43
20
41
20
39
20
37
20
35
20
33
20
31
20
29
20
27
20
25
20
23
20
21
20
19
20
17
20
15
20
13
20
11
20
09
20
07
20
05
20
03
20
01
20
99
0,00E+00
19
NMc/y prodotti
3,50E+06
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AMBIENTALE
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Dalla curva precedente (CH4 espresso in NMc/y) è possibile determinare una analoga (per forma)
curva relativa al gas di discarica prodotto dalla discarica (in NMc/h).
GAS DI DISCARICA PRODOTTO
1 200
1 000
NMc/h
800
600
portata normalizzata
400
200
0
1999
2004
2009
2014
2019
2024
2029
2034
2039
2044
2049
2054
2059
2064
anno
Ai fini della verifica di assoggettabilità a V.I.A. o meno della proposta di potenziamento dell’esistente stabilimento di valorizzazione energetica del gas di discarica, viene di seguito proposta la
stessa curva considerando una capacità media della discarica di intercettazione del gas pari al 75%
ed un peso specifico dello stesso pari a 1,18 kg/NMc.
GAS DI DISCARICA EFFETTIVAMENTE CAPTATO
25
20
t/g
15
portata massica
10
5
0
1999
2004
2009
2014
2019
2024
2029
2034
2039
2044
2049
2054
2059
2064
anno
Autorizzazione Unica L.R. 39/2005
Motore Biogas II//Polo Sartori
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Resp. IPPC: Ing. F. Tiezzi
Resp. Impianti: Ing. P. Daddi
Resp. Gestione: D.ssa V. Cantelli
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POTENZIAMENTO DI UNO STABILIMENTO DI
PRODUZIONE (TERMO-ELETTRICA) A COMBUSTIONE
INTERNA ALIMENTATO A GAS DI DISCARICA
FINO A 1,248 MW ELETTRICI
STUDIO PRELIMINARE
AMBIENTALE
Art. 48 c. 1 della L.R. 10/2010
Per una più agevole rappresentazione del potenziale elettrico intrinseco del gas intercettato, ed un
suo confronto con le potenze relative allo stato attuale ed allo stato di progetto dello stabilimento di
valorizzazione energetica, viene proposta la stessa curva di produzione considerando:
-
p.c.i. gas di discarica pari a 17,58 MJ/NMc;
-
rendimento elettrico al netto degli autoconsumi pari al 34,2% del potenziale termico del gas
di discarica intercettato.
POTENZA ELETTRICA DISPONIBILE
1400
1 400
1200
1 200
1000
1 000
600
600
400
400
200
200
impianto potenziato
kW
800
kW
800
0
1999
impianto attuale
potenza disponibile
0
2004
2009
2014
2019
2024
2029
2034
2039
2044
2049
2054
2059
2064
anno
Nello stesso grafico vengono riportate le soglie di potenza installata allo stato attuale e di potenza
proposta a seguito del potenziamento dello stabilimento di valorizzazione energetica del biogas.
Dalla comparazione dei grafici si evince che il superamento della potenza installata allo stato attuale
presuppone un trattamento complessivo di oltre 10 t/g di gas di discarica (CER 19 05 993 [rifiuti
non specificati altrimenti, prodotti dal trattamento aerobico dei rifiuti solidi]).
Poiché sono sottoposti a procedura di verifica di assoggettabilità di competenza provinciale le operazioni di recupero di cui all’allegato C, lettera R1, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile
2006 n. 152, nel caso di impianti che trattino rifiuti non pericolosi con capacità superiore a 10
t/giorno (ma inferiore a 100 t/giorno) come riportato all’Allegato B2 della legge regionale n.
10/2010, lettera bl), nel seguito viene redatto il presente documento che si riferisce allo procedura di
3
Utilizzando la stessa classificazione indicata dal D.M. 05/02/1998. Norme tecniche per l’utilizzazione dei rifiuti non
pericolosi come combustibili o come altro mezzo per produrre energia (Allegato 2, Suballegato 1).
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verifica di assoggettabilità alla procedura di V.I.A., redatto ai sensi dell’art. 48 della legge regionale
12 febbraio 2010 n. 10, per l’attività di recupero R1 [utilizzazione principale come combustibile o
come altro mezzo per produrre energia] del gas di discarica intercettato dalla discarica controllata e
convogliato allo stabilimento di valorizzazione energetica potenziato.
Il presente studio preliminare ambientale, in considerazione di quanto riportato in premessa, ha comunque preso in esame:
-
la conformità del progetto con le norme ambientali e paesaggistiche, nonché con i vigenti
piani e programmi aventi valenza ambientale;
-
lo studio degli effetti ambientali prevedibili in relazione messa in esercizio e le relative misure necessarie per l’inserimento territoriale ed ambientale del progetto stesso;
-
le motivazioni, finalità, nonché le alternative di localizzazione e di intervento ipotizzabili.
Nel dettaglio sono stati analizzati i seguenti aspetti:
-
caratteristiche del progetto, in cui sono stati definiti le potenzialità della linea produttiva, utilizzo e consumo di materie prime, produzione di rifiuti, inquinamento e disturbi ambientali,
rischio di incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le tecnologie utilizzate;
-
localizzazione del progetto, in cui è stata analizzata la sensibilità ambientale dell’area interessata dal progetto stesso in termini di:
•
uso del suolo,
•
capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona,
•
capacità di carico dell’ambiente naturale interessato dagli impatti con particolare attenzione alle zone umide, zone costiere, zone boscate, riserve e parche ZPS e SIC, zone con
standard di qualità ambientale già superati, zone a forte densità demografica, siti di importanza storico-archeologica e culturale paesaggistica, territori con produzioni agricole
di particolare qualità;
-
motivazioni e finalità nonché alternative di localizzazione e di intervento ipotizzabili;
-
caratteristiche degli impatti potenzialmente significativi tenendo conto della portata
dell’impatto, dell’ordine di grandezza e della sua complessità, della probabilità di accadimento e della durata, frequenza e reversibilità di accadimento. È stato riportato uno specifico studio degli effetti ambientali prevedibili in relazione alla realizzazione e messa in eser-
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cizio del progetto e sulle misure necessarie per l’inserimento territoriale ed ambientale del
progetto stesso.
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Conformità del progetto alle norme ambientali e paesaggistiche
Classificazione urbanistica
L’area del Polo Impiantistico di Casa Sartori è classificata come zona F2 - aree per attrezzature di
interesse comune (art. 25 - norme tecniche di attuazione aree urbanizzate), che rappresentano le aree
indicate con la lettera “b” dal D.M. 02-04-1968 n. 1444. In particolare si precisa che l’area F2 in località Botinaccio perimetrata nella tavola del P.R.G. approvato dal Consiglio Comunale n. 4 del
25/02/2007 è destinata a Discarica Comunale per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani con sigla
D.R.S.U. Gli interventi ammissibili sono quelli permessi dalle norme vigenti in materia con possibilità di ampliamento della discarica attuale, sulla base di un progetto di impatto ambientale e di attento esame dei suoli secondo le normative vigenti, sottoposte all’approvazione del C.C. e degli organi competenti in materia. Inoltre come riportato l’area di intervento è inserito nel subsistema B2.3
di Coeliaula (art. 29 - norme tecniche di attuazione-territorio extraurbano zone agricole), all’interno
del quale sono comprese tre Unità Organiche, tra cui la U.O.15 - Discarica controllata di Botinaccio
con impianto di compostaggio.
Nell’area interessata dall’intervento inoltre, non sussistono particolari vincoli di carattere edilizio ed
urbanistico, per cui sia necessario ottenere autorizzazioni e/o concessioni da altri Enti.
Vincolistica presente
L’area in cui verrà installato l’impianto di cogenerazione non risulta ricompresa in zona:
soggetta alla disciplina di cui al D.Lgs. n. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio);
soggetta alla disciplina di cui alla Legge n. 394/1991 (Legge quadro sulle aree protette);
soggetta alla disciplina di cui alla L.R. n. 49/1995 (Norme sui parchi, le riserve naturali e le aree naturali protette di interesse locale);
soggetta ad autorizzazione all’attraversamento e/o occupazione fasce di rispetto stradale;
soggetta a rispetto ferroviario, acque pubbliche, elettrodotto, condotta forzata, demaniale, gasdotto, cimiteriale;
sottoposta a vincolo idrogeologico, ai sensi del R.D. n. 3267/1923 e della L.R. n 39/2000.
Si richiama a proposito il verbale della conferenza dei servizi del 17-10-2013 citato in premessa, ed
in particolare il parere favorevole (rif. prot. n. 0352574 del 28-08-2013), rilasciato dal Comune di
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Montespertoli ed acquisito nella suddetta sede, riguardo ai profili edilizi ed urbanistici connessi
all’intervento.
Inquadramento rispetto al piano stralcio assetto idrogeologico
L’area del Polo Impiantistico di Casa Sartori presso la quale verrà realizzato l’intervento, non è stata perimetrata dall’Autorità di bacino del Fiume Arno tra quelle soggette a pericolosità idraulica.
La stessa area non è stata neanche perimetrata dall’Autorità di bacino del Fiume Arno tra quelle con
pericolosità da frana (si veda la figura precedente) se non per il versante destro del Polo Tecnologico, comunque esterno alla discarica e non interferente con l’area destinata allo stabilimento per la
produzione energetica da gas di discarica.
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Studio sull’impatto ambientale
La verifica riguarda alcuni strumenti e procedure che le legislazioni nazionale e regionale, hanno
messo in atto per determinare quanto, alcune tipologie di progetti, pubblici o privati che siano, possano gravare sull’ambiente ed il territorio a seguito della loro realizzazione.
La finalità di queste attività, è assicurare che nei processi decisionali di approvazione di particolari
progetti, vengano perseguiti i seguenti obiettivi fondamentali:
tutela della salute;
miglioramento della qualità della vita umana;
conservazione della varietà delle specie;
conservazione dell’equilibrio dell’ecosistema e della sua capacità di riproduzione;
garanzia della pluralità dell’uso delle risorse e della biodiversità.
La procedura di verifica di assoggettabilità è pertanto una procedura preliminare finalizzata a verificare se il progetto ha possibili impatti ambientali negativi e significativi sull’ambiente e può riguardare sia nuovi impianti e/o opere, che modifiche degli stessi, anche nei casi in cui gli stessi siano già
stati oggetto di verifica ambientale.
Atmosfera
Il sistema di abbattimento delle emissioni in atmosfera del nuovo impianto di produzione, così come quello già installato nel sito, è caratterizzato da un unico punto di convogliamento dello scarico
(per ogni impianto), che si trova a valle di un sistema di post-combustione che permette l’abbattimento di tutte quelle parti incombuste e/o inquinanti ancora residue nei gas di scarico del motore.
Il sistema post-combustore (termoreattore rigenerativo) è costituito da:
uno scambiatore di calore a due camere (rigenerativo);
materiale refrattario;
camera di reazione;
sistema di commutazione.
I gas di scarico del motore seguono questo flusso all’interno del post-combustore:
entrano nel sistema a circa 550 °C nella prima camera;
sono portati in postcombustione ad una temperatura di circa 740-780 °C;
a tale temperatura, CH4 e CO reagiscono con l’O2 residuo presente formando CO2 e vapore;
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passano nella seconda camera dove cedono calore al materiale refrattario che isola le pareti;
lasciano il sistema a circa 570 °C;
il sistema di controllo automatico provvede ogni 2-3 minuti a invertire il flusso dei gas di scarico, si ha quindi il passaggio prima nella camera 2 preriscaldata nel ciclo precedente e di cui
si recupera parte del calore accumulato dal materiale refrattario, poi nella camera 1.
Il sistema è completamente coibentato e necessita, solo all’avviamento a freddo dell’ausilio di
scaldiglie elettriche per portare in temperatura il sistema.
Gli autoconsumi del postcombustore a regime sono circa 5 kWe e circa 10 Nm3/h di biogas che
viene spillato a valle dei vari lavaggi e raffreddamenti, in modo che sia il più pulito possibile. Le
emissioni di NOx e CO vengono in questo modo ridotte al minimo. Per quanto riguarda altri eventuali inquinanti che potrebbero essere presenti nei gas di scarico, ad esempio HCl e HF, il rispetto
dei limiti è garantito dalla naturale bassa concentrazione nel biogas di alimentazione di tali componenti. Inoltre tali composti vengono efficacemente abbattuti (circa 85%) a monte nel passaggio
del biogas nello scrubber refrigerato che realizza la condensazione delle tracce degli acidi HCl e
HF (fortemente idrosolubili). La condensazione ha inoltre grande efficacia nella cattura delle polveri. Infatti, per il contenimento delle emissioni inquinanti, questo tipo di motori a combustione interna, si avvalgono di differenti tecnologie, considerate le migliori disponibili sul mercato tecnologico. La prima riguarda la prevenzione della formazione di sostanze inquinanti mediante un sistema di regolazione sulla combustione, un’altra riguarda l’abbattimento del monossido di carbonio
generato durante la combustione mediante un termoreattore come scambiatore di calore rigenerativo. Il sistema di regolazione della combustione consiste nel mantenimento in camera di combustione di un eccesso di aria comburente tale da limitare le emissioni entro i limiti per NOx (<450
mg/Nm3), mentre la concentrazione di CO è mantenuta a ca. 1000 mg/Nm3. Poiché per motori alimentati a biogas la legge prescrive al punto 2.3 lettera a) dell’allegato 2, suballegato 1 del D.M.
5/2/1998 un limite di CO di 500 mg/Nm3, viene installato sulla linea fumi allo scarico del motore,
un termoreattore rigenerativo (precedentemente descritto) che abbatte ulteriormente il CO sotto
500 mg/Nm3, e quindi con un’efficienza di abbattimento superiore al 50%.
Tutti i valori citati sono riferiti ad una concentrazione di ossigeno del 5% nei fumi secchi.
Il sistema di regolazione della combustione, si basa sulla combustione magra della miscela gas-aria
di alimentazione del motore. Un segnale proveniente dal generatore indica al regolatore la potenza
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meccanica istantanea, mentre un trasduttore di pressione e di temperatura comunicano al regolatore
la quantità di miscela alla combustione. Il regolatore è quindi in grado di modulare tramite una valvola motorizzata la quantità d’aria in ingresso per mantenere la miscela aria-combustibile in un
range che garantisca concentrazioni inquinanti ridotte al minimo. Tale regolazione viene sempre
mantenuta nella fascia di potenza di utilizzo del modulo di cogenerazione (50%/100%). Se il motore inizia a perdere colpi per mancata accensione della miscela troppo magra, interviene un sistema
di controllo ad arricchire la miscela al superamento di 4 colpi nell’arco di 12’’. Il regolatore si riporta poi automaticamente nel range impostato. Per rendere idoneo il motore alla combustione
magra è stata data una funzionale configurazione della camera di combustione e del cielo del pistone, un sistema di accensione particolarmente efficiente e candele appositamente studiate e un
circuito di raffreddamento della miscela di combustione particolarmente performante. In caso di
malfunzionamento del sistema di regolazione della combustione, il quadro di comando del modulo
di cogenerazione indica l’avaria istantaneamente tramite display alfanumerico ed è in grado di
fermare l’impianto entro pochi minuti. Il monitoraggio delle sostanze inquinanti avviene tramite
tronchetto filettato normalizzato montato sulla linea fumi.
Di seguito si riporta il layout impiantistico per la produzione di acqua calda in assetto cogenerativo
con il dettaglio delle condizioni di funzionamento. Entrambi i motori potranno lavorare in assetto
cogenerativo con recupero di calore da destinare alla adiacente piattaforma di trattamento del percolato anche se ciò non sarà possibile in contemporanea in quanto verrà usato lo stesso scambiatore di calore.
Lo scambiatore a recupero fumi (caldaia) è utilizzato per poter recuperare il calore messo a disposizione dal motore di cogenerazione, sia dai fumi di scarico che dal circuito di raffreddamento del
motore stesso. Si tratta in sostanza di un recupero termico in cascata ottenuto mediante un fluido
vettore (acqua calda di rete) che di ritorno dalle utenze termiche (impianto trattamento percolato) a
circa 40°C attraversa in serie prima uno scambiatore di calore a piastre e poi uno scambiatore a tubi di fumo. Nel primo apparecchio il riscaldamento del vettore termico (fino a circa 62°C) è dovuto
all’acqua di raffreddamento dei circuiti interni del motore endotermico che cede il proprio calore;
nel secondo apparecchio il recupero termico avviene a discapito del contenuto entalpico dei fumi
di scarico del motore. All’uscita del secondo scambiatore il vettore termico si trova a circa 90°C.
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Layout funzionale
Produzione combinata di
energia elettrica ed acqua calda
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L’impianto attigua di trattamento percolato utilizza infatti acqua calda a 90°C per tutta una serie di
pretrattamenti sul percolato quale in particolare lo strippaggio dell’ammoniaca.
L’efficienza di combustione intesa come rapporto tra CO2/CO2+CO è superiore al 99,9%.
Il camino di combustione è realizzato con lamiera in acciaio inossidabile per alta temperatura ed è
provvisto di presa di campionamento eseguita nel rispetto delle norme UNI EN di riferimento a
circa 4,50 metri e raggiungibile mediante scala e piano di lavoro conforme alla Delib. G.R.T. n.
528/2013 e utilizzabile nel rispetto del D.Lgs. n. 81/2008.
I fumi di scarico vengono emessi ad una temperatura di circa 550°C nel caso venga bypassata la
caldaia per la produzione di acqua calda (qualora ad esempio l’impianto di trattamento non richieda acqua calda a 90°C). I fumi di scarico vengono invece raffreddati ed emessi ad una temperatura
di circa 180°C considerando lo scambio termico con l’acqua in circolo richiesta dall’impianto di
trattamento percolato (circa 13 mc/h) nel caso di produzione di acqua calda in caldaia attiva.
Vista la premessa al presente paragrafo e la descrizione dei sistemi di abbattimento e contenimento
delle emissioni che sono stati descritti si ritiene plausibile – in analogia con quanto avviene per
l’impianto di produzione esistente – poter indicare come parametri da verificare sulle emissioni
quelli indicati nell’allegato 2, suballegato 1, punto 2 del D.M. 05/02/1998 così come modificato
dal D.M. 05/04/2006.
In seguito alla messa in funzione dell’impianto si intende perciò procedere ad un monitoraggio almeno semestrale dei parametri di seguito elencati:
Polveri;
Composti inorganici del cloro espressi come HCl;
Composti inorganici del fluoro espressi come HF;
TOC;
CO;
NOx.
Il motore a combustione in questione ha una portata nominale di biogas di circa 350-400
NM3/h, di cui il 50% costituito da CH4, il 5-10% da O2 e N2, mentre la restante parte da CO2
ed altri inquinati in tracce con un potere calorifico inferiore di circa 17-18 MJ/NM3.
L’impianto di combustione e recupero energetico dal biogas nella sua configurazione di progetto è
dotato di un impianto di combustione ausiliario - torcia di emergenza (la stessa a servizio
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dell’impianto esistente) - con la funzione di bruciare il biogas in caso di fermo impianto del gruppo
di generazione, garantendo un tempo di permanenze superiore a 0,3 secondi e temperatura superiore a 900 °C, ed una concentrazione di ossigeno superiore al 3% (a norma di quanto previsto dal
D.Lgs. n. 36/2003 e dal p.to 4.5 della D.C.R.T. n. 88/1998). Il bruciatore garantisce l’elevata efficienza di combustione con un rapporto tra CO2/CO2+CO superiore al 99% consentendo un valore
di ossigeno residuo superiore al 6%. La torcia è del tipo ad accensione e spegnimento automatico:
viene mantenuta in condizioni operative 24 ore/giorno ed in caso di fermata/esubero gas verso gli
impianti di produzione, il biogas che giunge alla stazione di aspirazione e che non può essere valorizzato nel motore, viene convogliato alla torcia la quale è in grado di trattare fino a 500 NM3/h.
Con l’installazione di un nuovo impianto di produzione, il quadro delle sorgenti emissive si modifica come di seguito (n.b. le sigle identificative richiamano la nomenclatura utilizzata per l’A.I.A.
del Polo Impiantistico di Trattamento e Smaltimento Rifiuti di Casa Sartori e le successive comunicazioni e/o integrazioni):
camino di emissione della torcia d’emergenza (E6), la cui emissione avverrà solo in caso di
fermo impianto di uno dei due impianti di produzione (potendosi ragionevolmente escludere la
fermata contemporanea) dovuto a malfunzionamento o a manutenzione ordinaria/straordinaria.
Tale emissione può quindi ritenersi poco significativa.
camino di emissione posto a valle del post-combustore e della caldaia di recupero termico
se non bypassata (E3 – impianto esistente), dei fumi di emissione della combustione. Il recupero del biogas proveniente da discarica in motori fissi a combustione interna è una operazione di recupero dei rifiuti non pericolosi individuata dal D.M. 5 febbraio 1998, sottoposta alle procedure semplificate di recupero ai sensi del Capo V della Parte IV del D.Lgs. 3 aprile
2006, n. 152. Per tale emissione sono stati previsti i valori limite definiti nel D.M. 05/02/1998,
così come modificato dal D.M. n. 186/2006, All. 2, sub. All. 1, punto 2, riportati nelle seguenti
schede.
camino di emissione posto a valle del post-combustore e della caldaia di recupero termico
se non bypassata (E9 – nuovo impianto oggetto della istanza in questione), sui fumi di emissione della combustione. Tale emissione è del tutto analoga all’emissione E3.
Di seguito viene fatta una valutazione di massima del contenuto dei principali inquinanti prodotti
dalla combustione del biogas in torcia, prendendo in riferimento la composizione tipica del biogas
summenzionata.
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L’ossidazione del biogas avviene in una torcia che funziona a temperatura di circa 900-1000°C, con
un tempo di ritenzione di fiamma superiore a 0,3 secondi e ossigeno residuo nei fumi maggiore di
6%. La termodistruzione del biogas avviene in eccesso d’aria del 25-30% per garantire l’ossidazione di tutte le specie chimiche presenti. La portata di biogas massima stimata verso la torcia (da 500
NM3/h) in caso di fermo di uno dei due impianto di produzione è pari a circa 350-400 NM3/h ritenendo improbabile un fermo impianto contemporaneo dei due impianti di produzione.
Per una valutazione di massima del contenuto di inquinanti prodotti dalla combustione del biogas, si
può ipotizzare un fattore (calcolato secondo la metodologia indicata dall’EPA “Municipal Solid
Waste Landfill, Solid Waste Disposal” AP-42 fifth edition, 1998) delle sostanze prodotte dalla
combustione di biogas in funzione del quantitativo di metano conferito in torcia.
I risultati di tale valutazione sono riportati di seguito.
Stima di massima della composizione dei fumi prodotti dalla combustione del biogas in una torcia dinamica da 500 Nm3/h
di un gas di discarica con il 50% di metano
Sostanze
Ossidi di azoto (NO2)
Fattore di emissione
(kg/106 m3 di CH4)*
650
Max flusso di massa
emesso (grammi/hr)
162,5
Max concentrazione
nei fumi (mg/Nm3)
25
Ossidi di zolfo (SO2)
250
62,5
9,615
Acido cloridrico
125
31,25
4,8
Polveri
270
67,5
10,385
* Fonte: EPA, AP-42 fifth edition “Municipal Solid Waste Landfill, Solid waste disposal”, 1998
L’efficienza di combustione in torcia delle specie contenute nel biogas sono indicate nella seguente
tabella (“Municipal Solid Waste Landfill, Solid Waste Disposal” AP-42 Fifth Edition, 1998).
Efficienza di combustione di biogas in torcia
COMPONENTI
EFFICIENZA DI COMBUSTIONE*
Composti organici volatili (non metanici)
99,2 %
Specie alogenate
98 %
Specie non alogenate
99,7 %
* Fonte: EPA, AP-42 fifth edition “Municipal Solid Waste Landfill, Solid waste disposal”, 1998
Dalla stima sopra riportata risulta che anche nelle condizioni di massimo esercizio della torcia (500
NM3/h), l’emissione di fumi presenta un impatto ambientale trascurabile, con concentrazioni di inquinanti teorici stimati irrilevanti rispetto ai limiti previsti per tali impianti dal D.M. 05/02/1998 così come modificato dal D.M. 186/2006 di seguito riportati.
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PRODUZIONE (TERMO-ELETTRICA) A COMBUSTIONE
INTERNA ALIMENTATO A GAS DI DISCARICA
FINO A 1,248 MW ELETTRICI
QUADRO DI RIFERIMENTO DELLE EMISSIONI
Sigla
Origine
Portata
Sezione
Velocità
Temperatura
Altezza
3
m2
m/s
°C
m
Nm /hr
Durata
h/g
g/anno
Impianto di
abbattimento
Inquinanti emessi
mg/Nm3
NOX
CO
HCl
HF
TOC
PTS
(*)
450
500
10
2
150
10
450
500
10
2
150
10
(**)
E3
Emissione derivante
dall’impianto di combustione interna del
biogas esistente
E9
Emissione derivante
dall’impianto di combustione interna del
biogas per il quale si
chiede l’autorizzazione
nella presente istanza
26606
0,059
12,5
550
180
7
24
365
Combustore
termico
NOX
CO
HCl
HF
TOC
PTS
E6
Emissione derivante
dalla torcia – impianto
di emergenza
65007
(****)
1,00
1,8
900
6
(***)
(***)
Combustore
termico
(**)
2660
0,059
12,5
5504
1805
7
24
365
Combustore
termico
(*) Tali limiti sono quelli definiti dal D.M. 05/02/1998 così come modificato dal D.M. 186/2006, Allegato 2, Suballegato 1, punto 2.
(**) Non sono previsti limiti di emissione.
(***) Emissione straordinaria – impianto di emergenza.
(****) Emissione massima in condizioni di fermata di un motore a combustione interna (potendo ragionevolmente escludersi la fermata contestuale degli impianti di produzione).
4
Emissione che bypassa lo scambiatore a recupero fumi.
Emissione per la quale è stato recuperato calore per la produzione di acqua calda.
6
Si presume che per un gas di discarica con il 50% di CH4 da utilizzare in un motore da 624 kW con un rendimento al netto degli autoconsumi del 34,2% un consumo fino a circa 380 NM3/h di gas.
Il dato in questione è stato quindi determinato sulla base di un rapporto stechiometrico “gas/aria” pari a 1/6. Si presume, nel periodo 2015-2024, una produzione media di 362 NM3/h di gas.
7
Il dato in questione è stato quindi determinato sulla base di un rapporto stechiometrico “gas/aria” pari a 1/12 tipico delle torce dinamiche ad alta temperatura.
5
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PRODUZIONE (TERMO-ELETTRICA) A COMBUSTIONE
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MONITORAGGIO DELL’EMISSIONE
Sigla
Inquinanti
Origine
Prelievo
Frequenza
Metodica
Limite
Prese campione*
Trimestrale
(in gestione operativa della discarica)
-oSemestrale
(in gestione postoperativa della
discarica)
UNI EN 14792:2006
All. 1, D.M. 25/08/2000
450 mg/Nm3
UNI EN 15058:2006
oppure metodo equivalente con
analizzatore a celle elettrochimiche
500 mg/Nm3
UNI EN 12619:2013
150 mg/Nm3
UNI EN 13284-1:2003
10 mg/Nm3
HCl
UNI EN 1911:2010
All. 2, D.M. 25/08/2000
10 mg/Nm3
HF
All. 2, D.M. 25/08/2000
2 mg/Nm3
UNI EN 14792:2006
All. 1, D.M. 25/08/2000
450 mg/Nm3
UNI EN 15058:2006
oppure metodo equivalente con
analizzatore a celle elettrochimiche
500 mg/Nm3
UNI EN 12619:2013
150 mg/Nm3
UNI EN 13284-1:2003
10 mg/Nm3
HCl
UNI EN 1911:2010
All. 2, D.M. 25/08/2000
10 mg/Nm3
HF
All. 2, D.M. 25/08/2000
2 mg/Nm3
NOX
CO
E3
Emissione derivante
dall’impianto di combustione
interna del biogas esistente
COT
Polveri
NOX
E9
E6
Emissione derivante
dall’impianto di combustione
interna del biogas per il quale si
chiede l’autorizzazione nella
presente istanza
Prese campione*
CO
COT
Polveri
Trimestrale
(in gestione operativa della discarica)
-oSemestrale
(in gestione postoperativa della
discarica)
Emissione derivante dalla torcia
(nota 1)
(*) Sul camino di emissione del motore è previsto il controllo analitico dell’emissione attraverso prese per il campionamento dei fumi di combustione realizzate in base alle norme
EN UNI 15259:2008, EN UNI 16911-1:2013 e EN UNI 13284-1:2003.
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PRODUZIONE (TERMO-ELETTRICA) A COMBUSTIONE
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(nota 1) Per quanto riguarda il monitoraggio dell’emissione della torcia di combustione, in considerazione del fatto che funzionerà solo in caso di emergenza e in considerazione della stima fatta
sui principali inquinanti emessi, si ritiene sufficientemente cautelativo il monitoraggio sia quantitativo che qualitativo effettuato sul biogas estratto, previsto nel piano di monitoraggio e controllo
della discarica controllata, approvato in sede di autorizzazione integrata ambientale. Infatti, in
base alle stime suddette il monitoraggio sul biogas garantisce il non superamento dei limiti di emissione previsti in condizioni di normale funzionamento della torcia di combustione.
Lo stabilimento di produzione energetica nel suo complesso quindi emette in atmosfera non più di
18.000 kg/anno di NOx inferiore al valore soglia di 100.000 kg/anno e non più di 20.000 kg/anno
di CO inferiore al valore soglia di 500.000 kg/anno per i complessi IPPC dove si svolgono le attività elencate nell’allegato I del D.Lgs. n. 372/1999.
Per quanto riguarda le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria che comportano la
fermata del gruppo di generazione di energia queste comprendono principalmente:
Operazioni di manutenzione (*)
Tempi e frequenza
- controllo/sostituzione filtri olio
- controllo/sostituzione filtri aria
5-15 ore/mese
- controllo livelli olio, aggiunta/cambio olio
- controllo/pulizia/registrazione valvole e candele
- controllo e manutenzione soffianti
- controllo e manutenzione alternatore
5-10 ore/mese
- controllo e manutenzione chiller
- controllo e manutenzione termoreattore
- pulizia teste e pistoni
- pulizia dissipatore acqua
30-50 ore/anno
- sostituzione parti usura
(*) Tali operazioni oltre agli eventuali malfunzionamenti saranno annotati nel registro di gestione
dell’impianto.
Si tratta quindi di limitate interruzioni temporali sugli impianti di produzione che comportano la
combustione nella torcia d’emergenza del biogas non trattabile nel motore in manutenzione per il
solo tempo strettamente necessario.
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PRODUZIONE (TERMO-ELETTRICA) A COMBUSTIONE
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FINO A 1,248 MW ELETTRICI
Ambiente idrico
L’impianto sarà installato presso l’area in cui è presente l’attuale motore, su una soletta in cemento
armato di circa 575 mq. Per la gestione delle acque meteoriche che cadono sulla pavimentazione
industriale è presente una rete idrica di raccolta acque, che convoglia alla rete idrica di gestione
delle acque meteoriche esistente presso il sito di Casa Sartori.
L’area non è infatti soggetta al passaggio di mezzi, in quanto l’accesso è solo pedonale, inoltre tutte le apparecchiature sono montate in strutture chiuse (moduli skid tipo container), o posizionate
sotto una tettoia metallica. Lo scarico idrico prodotto dal sistema di pretrattamento (condensatore/essiccatore e scrubber di lavaggio ad acqua glicolata), costituito da condense ed acque di lavaggio sarà invece convogliato nella vasca di accumulo del percolato denominata VSP.
Al fine di individuare un idoneo sistema di gestione delle acque meteoriche si farà riferimento al
D.P.G.R. 08-09-2008 n. 46/R.
La Tabella 5 dell’Allegato 5 del suddetto D.P.G.R. individua al punto 5 “i depositi e le attività soggetti ad autorizzazione o comunicazione ai sensi della vigente normativa in materia di gestione dei
rifiuti e non rientranti nelle attività di cui al punto 1” come attività dalle quali vengono prodotte
acque meteoriche contaminate (AMC). Tuttavia come prevede l’Art. 39, comma 3 del D.P.G.R.
08-09-2008 n. 46/R “qualora sia dimostrato che non sono presenti superfici impermeabili o parzialmente permeabili che diano oggettivo rischio di trascinamento di sostanze inquinanti le attività
di cui all’allegato 5, tabella 5 sono escluse dall’applicazione del presente articolo” è possibile
quindi escludere questa tipologia di impianto da quelle attività dalle quali vengono prodotte AMC.
Nel seguito quindi si procede con la descrizione delle componenti dell’impianto, al fine di dimostrare la mancata produzione di acque meteoriche di dilavamento contaminate (AMC).
1) Giranti di aspirazione
La linea di aspirazione del biogas, alla quale sono collegati i pozzi realizzati nella discarica, arriva
alla zona dell’impianto e qui è collegata a una girante (più una girante di riserva) che mantiene in
depressione l’intera linea a monte e spinge il biogas a valle verso l’impianto di produzione. Tale
macchina è molto semplice in quanto composta da un motore elettrico a secco e da una girante centrifuga. L’accoppiamento del motore con la girante può essere diretto o tramite cinghia, ma in entrambi i casi le parti in movimento sono protette da carter di sicurezza. Tutta l’area di arrivo/aspirazione del biogas all’impianto è coperta da una tettoia che protegge le componenti dagli eAutorizzazione Unica L.R. 39/2005
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venti meteorici. Non si rilevano pertanto particolari condizioni che possano dare origine a inquinamento delle acque meteoriche. Anche il lubrificante utilizzato per gli organi in movimento delle giranti (cuscinetti, pulegge, alberi di trasmissione) è generalmente costituito da grasso che si consuma
nel tempo senza rilasciare particolari residui, risultando comunque tutte queste macchine collocate
al di sotto di una tettoia metallica. È pertanto possibile ritenere che da questa sezione impiantistica
non ci sia fonte di contaminazione delle acque meteoriche.
2) Lavaggio
Il gas aspirato dalla discarica sopra sarà poi sottoposto ad un trattamento di lavaggio (abbattimento
condense e silossani). Questo permette di abbattere molte delle sostanze trascinate dal gas, in particolare silossani ma anche eventuali tracce di ammoniaca e di solfuri. Il trattamento avviene mediante lavaggio in equicorrente del gas con dell’acqua. Questa viene costantemente ricircolata in testa al
lavaggio e solo una minima parte (stimata in circa 10 mc/settimana per l’intero impianto di produzione potenziato) viene spurgata e ripristinata con acqua fresca. Lo spurgo viene inviato mediante
conduttura metallica fuori terra alle vasche di stoccaggio/raccolta percolato adiacenti all’area
dell’impianto. Tutto questo processo avviene in una colonna in acciaio chiusa, nella quale non esistono sfiati né altre cause che possano comportare uscite di liquidi in maniera incontrollata. Tutti i
collegamenti sono eseguiti con tubazioni in metallo o in HDPE che garantiscono tenute idrauliche
ben superiori a quelle di esercizio di questa tipologie di macchine.
Da quanto indicato è ragionevole ritenere che le acque meteoriche anche entrando in contatto con la
struttura esterna di questi componenti non diano origine a nessun genere di trascinamento, in quanto
non sono presenti anomale sostanze che possono dare origine a inquinamento. Si ritiene perciò che
le acque meteoriche dilavanti che si originano da questa sezione impiantistica siano tutte non contaminate.
3) Raffreddamento
Il gas trattato nel lavaggio viene contestualmente raffreddato in modo da ottenere due effetti positivi
per la successiva fase di combustione: il primo è una forte riduzione volumetrica, che permette
l’inserimento di una maggior quantità di combustibile all’interno dei cilindri del motore endotermico, aumentando anche la potenza sviluppata dallo stesso, il secondo è la riduzione della temperatura
che permette l’eliminazione dell’umidità contenuta nel gas mediante condensazione (essiccazione),
inoltre si ha anche l’ulteriore vantaggio di un effetto di trascinamento che tali condense esercitano
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su eventuali polveri o altre sostanze potenzialmente presenti nel gas. Le condense saranno a loro
volta scaricate nelle vasche del percolato insieme alle acque di spurgo del lavaggio tramite condotte
metalliche fuori terra.
Il raffreddamento del biogas viene realizzato facendolo passare attraverso uno scambiatore di calore
in controcorrente con un gas refrigerante (scambiatori allestiti direttamente sulle macchine per il
trattamento/affinamento/lavaggio del biogas). Quest’ultimo sarà sottoposto a tutti i passaggi di un
normale ciclo frigorifero quindi con compressione, raffreddamento in chiller, successiva espansione
e invio allo scambiatore. Da quanto fino a ora descritto si evince che le macchine sono tutte completamente chiuse e carenate, nessun gas o liquido viene a contatto con l’esterno ma rimane contenuto
nelle tubazioni previste o nei circuiti propri delle macchine.
Non è previsto l’utilizzo di lubrificanti per nessuna di questa tipologia di macchine. Anche in questo
processo le acque meteoriche che vengono a contatto con le macchine risultano non contaminate e
non necessitano perciò né di particolari sistemi di raccolta né di particolari trattamenti.
4) Combustione
Il motore, collegato con l’alternatore, costituisce il cuore dell’impianto. Come ogni motore a combustione interna è dotato di tutti i sistemi ausiliari: raffreddamento per l’olio motore, filtrazione e
raffreddamento dell’aria comburente e raffreddamento acqua del motore.
La parte motore e alternatore sono confinati in un ambiente chiuso a causa del necessario abbattimento del rumore, questo garantisce anche la completa protezione dagli agenti atmosferici e quindi
l’impossibilità di dare origine ad acque meteoriche dilavanti contaminate.
Le parti a contatto con l’esterno sono i vari scambiatori di calore (indicati nelle tavole grafiche sopra i moduli skid) i quali ovviamente, per loro natura, non danno origine a nessun tipo di contatto
fra liquidi da refrigerare e acque meteoriche.
Anche in questo caso, per questa sezione impiantistica, le acque meteoriche dilavanti risultano essere tutte non contaminate.
5) Post-combustione
I gas di scarico del motore prima di essere emessi in atmosfera hanno necessità di subire un ulteriore trattamento di post combustione allo scopo di distruggere completamente le sostanze inquinanti
eventualmente presenti e realizzare la completa combustione dei gas di scarico con conseguente riduzione di CO2 equivalente emessa.
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Tale trattamento avviene in camere chiuse all’interno di un sistema coibentato e quindi senza punti
di contatto con l’esterno fino a quando non si arriva al camino. Quest’ultimo è il punto di emissione
dell’impianto da dove escono i fumi combusti che si disperdono in atmosfera.
L’intera struttura che costituisce il post combustore è chiusa e quindi nessun potenziale inquinante
può entrare in contatto con le acque meteoriche. Anche in questo caso perciò si ritiene che le acque
meteoriche dilavanti siano da considerare tutte non contaminate.
6) Torcia
Qualora l’impianto debba essere fermato per una manutenzione ordinaria o straordinaria, entra in
funzione il presidio di emergenza per la combustione del biogas che consiste in una torcia dinamica
ad alte temperature. La torcia consiste in un filtro rompi fiamma a cui segue un bruciatore, il tutto
all’interno di una camera di combustione. Anche in questo caso è possibile dire che le acque meteoriche che entrano in contatto con la struttura esterna della torcia non daranno origine a trascinamenti
di materiale inquinante e perciò potranno essere considerate come acque meteoriche dilavanti non
contaminate.
7) Stoccaggio oli
È necessario tenere nell’area dell’impianto di produzione un deposito di oli motore che permetta di
gestire sia il ricambio necessario che lo stoccaggio del lubrificante esausto prima che venga allontanato dagli appositi mezzi del consorzio di recupero. Tale deposito sarà realizzato mediante una
struttura coperta, aperta ai lati e dotata di una vasca di contenimento del liquido contenuto nei fusti
fino ad 1/3 del volume complessivo stoccato. Trattandosi comunque di una struttura completamente
coperta, predisposta in modo tale che in caso di necessità si può prevedere l’installazione anche di
pareti, si ritiene che nessuna parte di ciò che vi è depositato entri in contatto con l’acqua meteorica
dilavante. Nel caso specifico è ragionevole pensare che venga raccolta nella vasca di contenimento
la quale in tal caso dovrà esser opportunamente svuotata per essere destinata allo smaltimento come
rifiuto. È perciò ragionevole supporre che anche in questo caso l’acqua meteorica dilavante verso le
caditoie sia tutta non contaminata.
8) Scarico delle condense/acque nel sistema di stoccaggio percolati della discarica
Dall’analisi storica condotta sulla qualità del biogas estratto dalla discarica è emersa una umidità
media - variabile in base alla stagione ed alle condizioni atmosferiche - pari a circa 5-50 g/NM3 rilevata con il metodo MP/C/669.
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Considerando poi un ingresso al motore endotermico con un biogas (circa 250-325 NM3/h) trattato
fino all’ottenimento di una umidità non superiore a 5 g/NM3, si stima, su base annua, una produzione media di condense pari a circa 60-70 mc/anno. Pari quindi a massimo 140 mc/anno di condense
per l’intero stabilimento di produzione potenziato.
Questo volume di condense, estratte dal biogas di discarica, verrà scaricato nella vasca VSP di raccolta e stoccaggio percolato insieme alle acque di lavaggio per le operazioni di pretrattamento/valorizzazione gas.
Si tratta di scarichi liquidi che hanno la stessa origine del percolato di discarica e rappresentano una
quota non significativa (circa 660 mc/anno complessivi), pari a circa il 3-4% dei volumi complessivi di percolato prodotto dalla discarica stessa.
9) Conclusione
Dalla descrizione dettagliata dell’impianto in tutte le sue parti principali e dalla verifica puntuale
che nessuna di queste può dare origine durante il suo normale funzionamento a sostanze inquinanti
che possano a loro volta essere dilavate dalle acque di pioggia, si ritiene che le acque meteoriche
provenienti da questo impianto siano tutte di tipo non contaminato (AMDNC) e non si ritiene perciò
necessario inserire vasche di prima pioggia o altri dispositivi di trattamento. Pertanto le acque meteoriche saranno convogliate verso il reticolo superficiale del sito così come avviene tutt’oggi.
Suolo
L’impianto in questione sarà realizzato presso il Polo tecnologico di Casa Sartori in un area già realizzata e pavimentata. Si inserirà in contesto industriale-tecnologico già consolidato, in adiacenza
all’attuale impianto di produzione in funzione dal 2008, non è quindi da prevedersi alcun impatto
sulla matrice suolo.
Anche dal punto di vista delle emissioni (fumi e scarichi idrici) non sono apprezzabili significativi
impatti sul suolo.
Si richiamano poi le premesse, ed in particolare lo Studio d’impatto ambientale prodotto nella procedura di Valutazione d’impatto ambientale condotta per l’ampliamento della discarica RSU di Casa Sartori, in quanto il progetto in questione è ubicato nella stessa area presa in considerazione dalla
suddetta VIA e non ha significative incidenze né modifica in modo sostanziale le valutazioni svolte
all’epoca su questa matrice ambientale.
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Resp. Impianti: Ing. P. Daddi
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Sottosuolo
L’impianto in questione sarà realizzato presso il Polo tecnologico di Casa Sartori in un area già realizzata e pavimentata. Si inserirà in contesto industriale-tecnologico già consolidato, in adiacenza
all’attuale impianto di produzione in funzione dal 2008, non è quindi da prevedersi alcun impatto
sulla matrice sottosuolo.
Anche dal punto di vista delle emissioni (fumi e scarichi idrici) non sono apprezzabili significativi
impatti sul sottosuolo.
Si richiamano poi le premesse, ed in particolare lo Studio d’impatto ambientale prodotto nella procedura di Valutazione d’impatto ambientale condotta per l’ampliamento della discarica RSU di Casa Sartori, in quanto il progetto in questione è ubicato nella stessa area presa in considerazione dalla
suddetta VIA e non ha significative incidenze né modifica in modo sostanziale le valutazioni svolte
all’epoca su questa matrice ambientale.
Vegetazione
L’impianto in questione si inserirà in un contesto già consolidato, in adiacenza all’attuale motore
già presente presso il sito, su un area già realizzata e pavimentata, non è quindi da prevedersi alcun
impatto significativo sulla vegetazione.
Si richiamano poi le premesse, ed in particolare lo Studio d’impatto ambientale prodotto nella procedura di Valutazione d’impatto ambientale condotta per l’ampliamento della discarica RSU di Casa Sartori, in quanto il progetto in questione è ubicato nella stessa area presa in considerazione dalla
suddetta VIA e non ha significative incidenze né modifica in modo sostanziale le valutazioni svolte
all’epoca su questa matrice ambientale.
Flora
L’impianto in questione verrà realizzato su una area già esistente e pavimentata, in parte già utilizzata per il trattamento/valorizzazione del biogas da discarica, pertanto non si prevede alcun effetto
significativo sulla flora.
Anche dal punto di vista delle emissioni (fumi e scarichi idrici) non sono apprezzabili significativi
impatti sulla flora locale.
Autorizzazione Unica L.R. 39/2005
Motore Biogas II//Polo Sartori
15/05/2014
Resp. IPPC: Ing. F. Tiezzi
Resp. Impianti: Ing. P. Daddi
Resp. Gestione: D.ssa V. Cantelli
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FINO A 1,248 MW ELETTRICI
Si richiamano poi le premesse, ed in particolare lo Studio d’impatto ambientale prodotto nella procedura di Valutazione d’impatto ambientale condotta per l’ampliamento della discarica RSU di Casa Sartori, in quanto il progetto in questione è ubicato nella stessa area presa in considerazione dalla
suddetta VIA e non ha significative incidenze né modifica in modo sostanziale le valutazioni svolte
all’epoca su questa matrice ambientale.
Fauna
L’impianto in questione verrà realizzato su una area già esistente e pavimentata, in parte già utilizzata per il trattamento/valorizzazione del biogas da discarica, pertanto non si prevede alcun effetto
significativo sulla fauna.
Anche dal punto di vista delle emissioni (fumi e scarichi idrici) non sono apprezzabili significativi
impatti sulla fauna locale.
Si richiamano poi le premesse, ed in particolare lo Studio d’impatto ambientale prodotto nella procedura di Valutazione d’impatto ambientale condotta per l’ampliamento della discarica RSU di Casa Sartori, in quanto il progetto in questione è ubicato nella stessa area presa in considerazione dalla
suddetta VIA e non ha significative incidenze né modifica in modo sostanziale le valutazioni svolte
all’epoca su questa matrice ambientale.
Ecosistemi
Si richiamano poi le premesse, ed in particolare lo Studio d’impatto ambientale prodotto nella procedura di Valutazione d’impatto ambientale condotta per l’ampliamento della discarica RSU di Casa Sartori, in quanto il progetto in questione è ubicato nella stessa area presa in considerazione dalla
suddetta VIA e non ha significative incidenze né modifica in modo sostanziale le valutazioni svolte
all’epoca su queste matrici ambientali.
Salute pubblica
Gli effetti sulla salute pubblica connessi alla messa in esercizio dell’impianto in questione sono migliorativi quant’anche trascurabili. Infatti con l’introduzione di un nuovo impianto di produzione
viene considerevolmente ridotta la quota parte di biogas trattata con la torcia di combustione. Poiché il biogas inviato all’impianto di produzione, rispetto a quello inviato in torcia di combustione,
subisce trattamenti preparatori di pulizia più spinti (funzionali al miglior rendimento del motore enAutorizzazione Unica L.R. 39/2005
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dotermico) e trattamenti termici nel post-combustore più efficienti, si può dedurre un miglioramento
indiretto della qualità dell’emissione in atmosfera.
Non sono apprezzabili altri impatti sulla salute pubblica.
Si richiamano comunque le premesse, ed in particolare lo Studio d’impatto ambientale prodotto nella procedura di Valutazione d’impatto ambientale condotta per l’ampliamento della discarica RSU
di Casa Sartori, in quanto il progetto in questione è ubicato nella stessa area presa in considerazione
dalla suddetta VIA e non ha significative incidenze né modifica in modo sostanziale le valutazioni
svolte all’epoca su questa matrice ambientale.
Rumore
Si faccia riferimento all’elaborato della valutazione previsionale di impatto acustico.
Vibrazioni
L’impianto in questione è allestito con componenti elettromeccaniche di tipo sostanzialmente statico, pertanto non sono apprezzabili significativi effetti su cose e persone dovuti a vibrazioni o altre
azioni dinamiche.
Anche in fase di cantiere non è prevedibile alcun impatto dovuto alle vibrazioni in ragione della limitatezza delle operazioni di scavo. Non sono nemmeno previsti corpi di fabbrica interrati, sottoservizi o tanto meno opere di sostegno terre da mettere in opera per infissione.
Radiazioni ionizzati
Si faccia riferimento all’elaborato della valutazione previsionale di impatto elettromagnetico.
Radiazioni non ionizzanti
Si faccia riferimento all’elaborato della valutazione previsionale di impatto elettromagnetico.
Paesaggio
L’area oggetto dell’intervento non ricade tra quelle per le quali è necessario presentare specifica istanza per l’autorizzazione paesaggistica ai sensi dell’Art. 146 del D.Lgs. 42/2004.
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L’impianto si inserirà comunque in contesto già consolidato, in adiacenza all’attuale impianto di
produzione già presente in sito, non è quindi da prevedersi alcun impatto significativo sul paesaggio.
Si richiamano poi le premesse, ed in particolare lo Studio d’impatto ambientale prodotto nella procedura di Valutazione d’impatto ambientale condotta per l’ampliamento della discarica RSU di Casa Sartori, in quanto il progetto in questione è ubicato nella stessa area presa in considerazione dalla
suddetta VIA e non ha significative incidenze né modifica in modo sostanziale le valutazioni svolte
all’epoca su queste matrici ambientali.
Rifiuti
I rifiuti che si producono con il funzionamento dell’impianto in questione sono essenzialmente:
l’acqua di lavaggio del gas e derivante dalla condensazione;
filtri ed assorbenti utilizzati nella conduzione ordinaria del motore;
l’olio che si utilizza per il motore endotermico.
Il biogas aspirato dalla discarica è ricco di umidità raccolta durante il contatto con i rifiuti. Tale umidità condensa già in buona parte durante il tragitto che il gas compie dall’estrazione dei pozzi fino alle giranti. Durante tale percorso infatti il contatto del gas con le pareti dei tubi, che risultano
normalmente più freddi, provoca la formazione di condense. L’acqua così prodotta viene in parte
raccolta nelle sottostazioni di collegamento dei pozzi, da dove poi viene inviata tramite tubazione
per caduta alla vasca del percolato, la parte che arriva all’aspirazione viene raccolta nel collettore/essiccatore dell’impianto e inviata a sua volta per caduta alla rete del percolato (vasca VSP) posta
in prossimità dell’area destinata al trattamento biogas.
Alla stessa vasca di raccolta e stoccaggio percolato saranno convogliate le acque di spurgo provenienti dal lavaggio (in scrubber chimico) del gas stesso. La stessa vasca raccoglie anche le acque
provenienti dallo scarico delle condense prodotte nella fase di essiccamento del gas nel condensatore che completa il pretrattamento del biogas prima della sua combustione nel motore endotermico.
L’acqua di lavaggio sarà utilizzata più volte ricircolandola in testa al circuito di lavaggio. Durante
tale ciclo una parte verrà allontanata dall’impianto inviandola nella vasca di raccolta del percolato
della discarica (VSP) adiacente all’area di intervento, per le operazioni di trattamento in sito. La
nuova acqua con cui reintegrare quella eliminata sarà presa direttamente dalla rete interna del sito.
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Le acque di lavaggio sono assimilabili per composizione a quelle delle condense, per le quali il
D.Lgs. n. 36/2003 prevede al punto 2.5 dell’allegato 1 che possano essere reinserite in discarica.
La gestione proposta per queste acque è quella di un allontanamento diretto verso il sistema di raccolta e stoccaggio percolato della discarica controllata.
L’olio motore, sia nuovo che esausto, sarà stoccato in appositi contenitori (fusti metallici da circa
160 litri), posti a loro volta su una bacino di contenimento che eviti eventuali sversamenti. La griglia sarà dotata di una tettoia che la proteggerà dalle piogge e da altre intemperie. Lo smaltimento
dell’olio esausto sarà effettuato attraverso il consorzio nazionale oli esausti che provvederà a propria cura al ritiro trasporto e smaltimento del rifiuto presso impianti adibiti al recupero oli.
Altri rifiuti derivanti dalle operazioni di manutenzione dell’impianto saranno smaltimenti conformemente alla norma, ed in particolare:
i filtri dell’olio e dell’aria (CER 160107*, CER 150203);
i contenitori dell’olio, che dovranno essere smaltiti ad impianto di recupero autorizzato (CER
150110*);
gli stracci e gli assorbenti contenenti sostanze pericolose, utilizzati durante la fase di pulizia o
per il tamponamento di eventuali sversamenti accidentali, che saranno inviati ad impianti di
smaltimento autorizzati (CER 150202*).
Tutti i rifiuti saranno stoccati – presso l’area pavimentata del motore di combustione – in big-bags
di contenimento chiusi, del volume di 1 mc, mentre gli oli stoccati in fusti, permarranno sopra le
rispettive griglie di contenimento fino al momento del ritiro.
Viabilità
Non ci sono sostanziali aggravi alla viabilità locale per effetto del potenziamento dello stabilimento
di produzione in questione. I soli approvvigionamenti periodici sono quelli relativi ai lubrificanti ed
al ritiro degli oli esausti e degli altri materiali di consumo che tra l’altro saranno per lo più concomitanti con quelli relativi all’impianto di selezione e compostaggio del Polo Tecnologico potendosi
nella maggior parte dei casi far riferimenti agli stessi fornitori che operano a servizio delle altre sezioni impiantistiche del Polo.
Si richiamano quindi le premesse, ed in particolare lo Studio d’impatto ambientale prodotto nella
procedura di Valutazione d’impatto ambientale condotta per l’ampliamento della discarica RSU di
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PRODUZIONE (TERMO-ELETTRICA) A COMBUSTIONE
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Casa Sartori, in quanto il progetto in questione è ubicato nella stessa area presa in considerazione
dalla suddetta VIA e non ha significative incidenze né modifica in modo sostanziale le valutazioni
svolte all’epoca su queste matrici ambientali.
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Conservazione degli habitat, della flora e della fauna selvatiche
Su questi aspetti sii richiama lo Studio d’impatto ambientale prodotto nella procedura di Valutazione d’impatto ambientale condotta per l’ampliamento della discarica RSU di Casa Sartori, in quanto
il progetto in questione è ubicato nella stessa area presa in considerazione dalla suddetta VIA e non
ha significative incidenze né modifica in modo sostanziale le valutazioni svolte all’epoca su queste
matrici ambientali.
Per la caratterizzazione degli aspetti faunistici generali dell’area infatti, fu fatto riferimento principalmente ad informazioni bibliografiche, integrate da alcune osservazioni dirette e da informazioni
raccolte in zona. Furono attinti i dati disponibili al pubblico relativi agli istituti faunistici che interessano l’area e, in assenza di dati specifici per la zona, fu fatto riferimento a studi di carattere più
generale o relativi ad aree contermini caratterizzate dalla presenza delle medesime tipologie di
habitat. Per quanto riguarda le specie a rischio fu fatto riferimento prioritariamente alle informazioni georeferenziate presenti, per il comune di Montespertoli, nella banca dati RENATO (Repertorio
Naturalistico Toscano), nata proprio allo scopo di raccogliere le segnalazioni esistenti sul territorio
regionale delle specie vegetali ed animali e degli habitat caratterizzati da un particolare interesse
conservazionistico.
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Motivazioni, finalità ed alternative di localizzazione
Gli interventi alternativi alla realizzazione del progetto possono riguardare:
1) alternative strategiche: misure per prevenire la domanda e misure diverse per raggiungere lo stesso obiettivo;
2) alternative di processo o strutturali e delle soluzioni tecnologiche adottate;
3) alternative di compensazione e mitigazione;
4) alternative di localizzazione;
5) alternativa zero.
Non sono pensabili allo stato attuale alternative strategiche che consentano di prevenire la domanda
(1). La produzione di gas di discarica può essere “controllata” con le attuali misure di “riduzione”
del conferimento dei rifiuti e di incentivazione delle raccolte differenziate finalizzate al riutilizzo,
riciclo e recupero di tutti i rifiuti (specialmodo quelli) biodegradabili. Queste buone pratiche sono
tra l’altro già spinte al massimo essendo la Publiambiente già molto avanti con il percorso di raccolta differenziata porta a porta, avendo raggiunto nel proprio territorio di riferimento livelli di raccolta
differenziata ragguardevoli, tra i migliori anche a livello nazionale.
Per quanto riguarda le alternative riguardanti la soluzione impiantistica del trattamento/valorizzazione del gas di discarica o le soluzioni tecnologiche (2), si richiama il fatto che
l’utilizzo di motori per la combustione del gas è il sistema consigliato nel D.Lgs. n. 36/2003, indicato come BAT per le AIA, per l’abbattimento dell’impatto che la discarica ha sull’ambiente. Inoltre
l’impianto in questione è coerente con gli obiettivi del Piano Energetico Provinciale per le discariche di RSU.
Anche le soluzioni di mitigazione (3) progettuali e gestionali adottate per il trattamento fumi sono
conformi con quelle previste dalla vigente normativa ed indicate come BAT all’interno della direttiva discariche e il D.Lgs. n. 36/2003.
Per quanto riguarda possibili alternative di localizzazione (4), non appare localizzazione più idonea
che quella del potenziamento in esame che prevede l’utilizzo della stessa area dello stabilimento esistente (addirittura la stessa piazzola pavimentata) e la stessa caldaia per lo sfruttamento termico in
assetto cogenerativo, non compromettendo così un’ulteriore porzione di territorio, sia dal punto di
vista di uso del suolo che dell’influenza con l’ambiente esterno.
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Allo stesso modo l’alternativa zero (5) è realizzabile solo in assenza di gas di discarica, scenario
non reale in quanto i processi di digestione anaerobica che producono gas all’interno del corpo discarica procedono a prescindere dagli interventi che possono essere messi in campo dall’uomo per
ridurne la produzione e continueranno per anni anche dopo la chiusura della discarica stessa. La gestione del gas di discarica è pertanto un aspetto non eludibile a prescindere dall’alternativa zero.
L’intervento proposto risponde quindi a criteri di fattibilità ambientale: si tenga conto che qualsiasi
scenario alternativo dovrebbe prendere in considerazione comunque la realizzazione di nuovi stabilimenti di produzione energetica o il mantenimento dello status quo, con impatti sociali, ambientali
ed economici ben superiori a quelli relativi al potenziamento dello stabilimento esistente.
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6.
POTENZIAMENTO DI UNO STABILIMENTO DI
PRODUZIONE (TERMO-ELETTRICA) A COMBUSTIONE
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Conclusioni
Il presente studio preliminare ambientale non ha riscontrato la presenza di particolari criticità di impatto dal punto di vista ambientale: infatti l’intervento proposto si colloca in una realtà in cui esiste
già uno stabilimento di produzione energetica da gas di discarica che presenta analoghe caratteristiche processuali e gestionali.
Di fatto il progetto in questione prevede l’installazione di un secondo motore endotermico di produzione energetica analoga a quello esistente, e pertanto non può comportare effetti che vanno ad impattare significativamente un quadro attuale che si presenta sostanzialmente similare a quello futuro. Pertanto lo scopo di questa analisi è stato più quello di valutare gli aspetti ambientali legati a
questo tipo di attività nel contesto della discarica di Casa Sartori, ovvero la riduzione dell’emissione
diffusa del biogas e il recupero energetico dalla combustione di questo. L’attuazione di questo aspetto coinvolge sia l’introduzione di un secondo motore a combustione interna ma anche l’incremento della rete di captazione a pozzi verticali e l’introduzione di un sistema di captazione superficiale nelle zone esaurite.
Pertanto la realizzazione degli interventi proposti nonché l’attuazione delle procedure gestionali ipotizzate permette di prevedere un contributo positivo in termini ambientali che coinvolge tutto
l’ambito territoriale di interesse.
Al fine di una sintetica visione dei risultati qualitativi della valutazione ambientale, si riporta di seguito la matrice degli impatti relativa ad ogni componente ambientale analizzata in ogni fase del
progetto.
Matrice di sintesi
Componenti Ambientali
Consumo di materie prime
Consumo idrico
Consumo di energia
Uso del territorio
Sottosuolo ed ambiente idrogeologico
Qualità dell’aria
- emissioni di polveri
- fumi di combustione
Scarichi idrici
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Realizzazione del progetto
(cantiere)
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Esercizio progetto
(gestione)
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AMBIENTALE
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Produzione dei rifiuti
Flora e vegetazione
Fauna ed habitat
Suolo
Agricoltura e attività connesse
Rumore
Salute pubblica
Viabilità
Paesaggio e percezione visiva
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PRODUZIONE (TERMO-ELETTRICA) A COMBUSTIONE
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FINO A 1,248 MW ELETTRICI
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Legenda:
Impatto alto :
A
Impatto medio :
M
Impatto basso :
B
Impatto nullo o trascurabile :
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