Rettorato, inizia la ricerca degli elettori

Trento
22 martedì 21 ottobre 2014
l'Adige
L’economista Zambelli corteggiato. E il rettore vicario
La sua nomina a giudice della Corte Suprema
Paolo Collini, non ancora candidato ma favorito,
accende il motore della lunga campagna elettorale
per la guida dell’Università. Si ridiscute della biblioteca potrebbe essere insidiato dai colleghi di Economia
UNIVERSITÀ
Rettorato, inizia la ricerca degli elettori
Imminenti dimissioni di de Pretis. Futuro con meno risorse e più precari
ANDREA TOMASI
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L’Università si preparara per il «dopo Daria». Dopo l’addio anticipato al
rettorato da parte della rettrice Daria de Pretis - nominata giudice della
Corte Costituzionale - il mondo accademico si prepara a nuove elezioni.
Il mandato extralarge previsto dal
nuovo statuto (sei anni, non ripetibili) si è trasformato di un mandatino,
da febbraio 2013 a ottobre 2014: troppo poco per permettere alla docente
di diritto amministrativo di indicare,
con il giusto orgoglio, «ecco che cosa ho lasciato». Per sua stessa ammissione, l’elenco dei progetti incompiuti sarebbe troppo lungo. Durante l’infuocata campagna elettorale che alla fine l’ha vista vincitrice, de Pretis
aveva parlato della necessità di cambiamento (si veniva da un lungo periodo di contrasti con il rettore Davide Bassi impegnato nella fase di riforma in chiave provinciale dell’ateneo).
Con la sua candidatura a sorpresa,
era riuscita a compattare anime accademiche eterogenee, conquistando sia una fetta di elettori critici verso la provincializzazione (promossa
da Bassi, assieme all’allora governatore Lorenzo Dellai e al, tuttora in carica, presidente dell’ateneo Innocenzo Cipolletta) sia quella più filo-governativa.
Ora, con la sua nomina a giudice della Consulta, salta tutto. Saltano gli
equilibri che si erano creati. C’è chi
dice che alle prossime elezioni ci sarà il candidato unico: Paolo Collini,
che de Pretis aveva scelto come vicario. Per lui, dicono gli amici, si tratterebbe di un passaggio naturale, senza lacerazioni. Ma la strada a senso
unico, con un regnante individuato
in partenza, pare difficile da percorrere perché l’Università è, per natura, spazio collettivo e perché non
mancano gli «spazi di movimento» per
i non-contenti degli effetti della provincializzazione. Dopo la notizia delle imminenti dimissioni della rettrice, in molti hanno chiesto la disponibilità di Stefano Zambelli. In fondo
era stato lui il principale protagonista, assieme all’amico Giovanni Pascuzzi, della contestazione all’impianto promosso da Bassi. E, a urne aperte, è stato Zambelli l’unico ad insidare - seppure con uno stacco notevole (98 voti contro 292 - l’avvocatessa,
che a breve diventerà giudice. Lui non
dice di sì, ma neanche di no. E c’è chi
lo sta «lavorando ai fianchi». L’ala degli «incendiari» - come erano stati definiti un anno fa gli accademici critici - vuole farsi sentire e, a quasi due
anni dall’avvio della nuova «macchi-
na», potrebbe catalizzare l’attenzione (e i voti) di chi ha visto calare le
risorse a disposizione dell’Università di Trento e aumentare la precarizzazione dei posti di lavoro.
Sullo sfondo c’è la partita della biblioteca di ateneo che - dopo l’affossamento del progetto Botta (l’architetto ticinese Mario Botta che avrebbe
dovuto edificarla in piazzale Sanseverino) - si dovrebbe costruire (il via
libera del rettorato c’è) nel quartiere delle Albere. Il «caso biblioteca» che per ora è solo sulla carta - potrebbe diventare uno dei nodi della nuova campagna elettorale. Il prorettore
vicario Collini, che non ha ancora ufficializzato la candidatura - rischia di
vedere arrivare il «pericolo» dal suo
dipartimento. Se Zambelli decidesse
di non candidarsi, ci potrebbero essere altri nomi. In questi giorni si parla anche di Mariangela Franch, docente di marketing aziendale, molto
diversa da lui ma altrettanto energica e combattiva.
Ma la collina,dove si trova il polo
scientifico, difficilmente rimarrà inerte. Nel 2013 si era candidato il matematico, ex preside di Scienze, Marco
Andreatta, presidente del Muse. Vedremo se tenterà la doppietta. Certo
è che questa potrebbe essere la volta buona anche per gli ingegneri di
Mesiano. Il nome che viene fatto sempre è quello di Marco Tubino, ingegnere idraulico, direttore di dipartimento: un ever green.
La rettrice Daria de Pretis
tra il presidente della Provincia
Ugo Rossi e l’assessore provinciale
alla ricerca Sara Ferrari. Nella foto
a fianco il prorettore vicario Paolo
Collini. In questi giorni, dopo la
notizia della nomina di de Pretis
alla Corte Costituzionale, Collini
viene indicato quale candidato
favorito alla carica che la collega
dovrà abbandonare.
La notizia dell’interruzione del
mandato extralarge ha colto
quasi tutti di sorpresa.
Realisticamente si andrà al voto
nei primi mesi dell’anno prossimo
Polemica | «Tutti sanno che è al Casteller dal 2011 e lì resterà: solo un modo per attaccarci dopo Daniza»
La vertenza | Cgil e Uil incontrano de Pretis
La Lav: «Dj3 libera». E Rossi sbotta
«Garantire l’occupazione attuale
nelle biblioteche dell’ateneo»
Dopo Daniza, un’altra orsa si
appresta a diventare il
vessillo degli animalisti nella
crociata contro il Trentino.
Si tratta di Dj3 che, tra
l’altro, era stata data alla
luce qualche anno fa proprio
dall’animale morto nei
boschi della Rendena nel
corso del tentativo di
cattura. Un esemplare, Dj3,
di cui molto si scrisse, giusto
tre anni fa: nel maggio 2011
venne infatti catturata e
trasferita al Casteller, a
seguito di numerose
incursioni nei centri abitati.
Ora, la Lav nazionale ne
chiede a gran voce la
liberazione, con il caso che
ha già trovato spazio sui
quotidiani e nei tg nazionali.
Dj3 nei mesi antecedenti alla
sua cattura, ne combinò
praticamente di tutti i colori,
aggirandosi per svariati
abitati e mietendo vittime a
ripetizione tra capre e galline
innocenti, oltre che
minacciando la laboriosa
quotidianità di altre
creature, devastando apiari e
alveari.
Il personale del Servizio
foreste e fauna tentò svariate
volte, più di una decina, di
dissuaderla dall’avvicinarsi
ai centri abitati, ma senza
successo. Venne così
disposta la cattura. Di cui,
come detto, molto si disse e
si scrisse, anche perché
l’operazione sollevò dubbi di
legittimità e dell’esistenza di
eventuali conflitti Provincua
- Ministero. Dubbi che
vennerò ampiamente fugati,
«Garantire i posti di lavoro
nella gestione delle
biblioteche dell’Università
di Trento». È questo
l’intento di Filcams Cgil e
Uiltucs, decisamente
preoccupate per il futuro
occupazionale di queste
professionalità, ora a rischio
dopo l’aggiudicazione
dell’appalto per il servizio a
una nuova società.
Per questo ieri pomeriggio
si è svolto un vertice tra le
organizzazioni sindacali e
l’Università di Trento in
merito alla gestione
dell’appalto per il servizio
prestito delle biblioteche di
ateneo per la quale la ditta
aggiudicataria, Euro &
Promos di Udine, non
intenderebbe più avvalersi
del personale impiegato fino
ad oggi nel servizio.
All’incontro hanno
partecipato i rappresentanti
sindacali, la rettrice
dell’Università di Trento,
professoressa Daria de
Pretis e il direttore generale
dell’ateneo, Giancarla Masè.
«Anche l’Università –
spiegano Roland Caramelle
(Filcams Cgil) e Stefano
Picchetti (Uiltucs Uil) – è
preoccupata dell’evoluzione
del cambio di appalto ed in
particolare dei risvolti
occupazioni che sarebbero
generati dalla mancata
riassunzione del personale
impiegato fino ad oggi nelle
biblioteche dell’ateneo.
Pende però al Tar di Trento
un ricorso da parte
dell’azienda seconda
sancendo la piena legittimità
della cattura.
Ora, la Lav torna alla carica.
La Lega anti vivisezione
parla del caso di Dj3 sul
proprio profilo Facebook
come di un caso scoppiato di
fresco («Esiste una terza
“cucciola” di Daniza, lo
sapevate? DJ3, questo il suo
freddo nome in codice, vive
imprigionata da ben 3 anni.
“È troppo pericolosa”, dice il
dirigente dell’ufficio foreste
e fauna della Provincia di
Trento, e “non ci sono le
condizioni per liberarla”.»),
ma l’utilizzo di un caso del
quale venne dato al tempo
ampio risalto - tanto che al
riguardo non mancarono
polemiche - per accendere
un nuovo scontro sul tema
dell’orso in Trentino, ha fatto
spazientire il presidente
della Provincia Ugo Rossi.
Che non le ha mandate a
dire, facendo intendere come
ai suoi occhi questo non
possa che essere un
tentativo di rispolverare il
passato facendolo passare
per nuovo del tutto
strumentale a fornire nuove
«armi» ai contestatori del
Trentino ora che gli echi del
caso Daniza si stanno
spegnendo.
«Credo che questo sia
soltanto un ennesimo
rigurgito della questione
relativa a Daniza. In
mancanza di altri argomenti,
adesso ci si ricorda che dal
2011 un’orsa è presso la
struttura del Casteller. Noi
abbiamo investito tanto
L’orsa Dj3 al momento della sua cattura: era il maggio del 2011
perché quella collocazione
possa essere il più rispettosa
possibile della naturalità,
evidentemente in una logica
di cattività che però
vogliamo confermare,
perché quella decisione fu
una decisione anch’essa vorrei ricordare - non
impugnata da nessuno,
assolutamente legittima e
ormai acquisita. Quindi non
tiriamo fuori cose vecchie
per rinfocolare polemiche
che si stanno spegnendo».
Un Rossi durissimo che - al
pari peraltro della
stragrande maggioranza
dell’opinione pubblica in
provincia - è dunque stufo di
sentire additare i trentini
come nemici del’ambiente e
degli animali.
Soprattutto se questo
accade attraverso polemiche
create o risollevate ad arte
come - ha spiegato Rossi appare nel caso in questione.
La Lav ha lamentato poi una
scarsa trasparenza da parte
della Provincia per quel che
riguarda la gestione del
centro del Casteller:
«Abbiamo spesso chiesto di
poterlo visitare, ma invano»,
spiega il presidente Lav
Felicetti, ma Rossi replica:
«Noi siamo disponibili a far
vedere tutto quello che c’è
da far vedere».
Libri in biblioteca
classificata nel bando per il
rinnovo dell’appalto. Il 23
ottobre il Tar dovrebbe
pronunciarsi su questi
ricorso e fino ad allora
l’Università non può
assumere una posizione».
«La nostra richiesta –
proseguono Caramelle e
Picchetti – è che se il Tar
dovesse accordare una
sospensiva, allora bisognerà
celermente provvedere ad
una proroga dell’appalto in
corso. Se il Tar la negasse è
indispensabile che Euro &
Promos torni sui propri
passi e garantisca la
riassunzione del personale
attualmente impiegato».