LA CHIESA È COME UNA NAVE SENZA TIMONE Card

Movimento d'Amore San Juan Diego
MONOS-Unico - Ricerche Scientifiche e Umanistiche
Maria Santissima, Nostra Signora di Guadalupe
Trasposizione della Tilma sul Planisfero di Brown
che assume la forma di una conchiglia.
LA CHIESA È COME UNA NAVE SENZA TIMONE
Card. Raymond Leo Burke,
Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica
______________
BERGOGLIO VUOLE FARE CASINO.
MISSIONE COMPIUTA;
RILASSATEVI, DIO È ANCORA IN CARICA
Bishop. + Thomas Tobin
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Trasposizione della Tilma sul Planisfero di Brown
che assume la forma di una conchiglia.
LA CHIESA È COME UNA NAVE SENZA TIMONE
Card. Raymond Leo Burke,
Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica
______________
BERGOGLIO VUOLE FARE CASINO.
MISSIONE COMPIUTA;
RILASSATEVI, DIO È ANCORA IN CARICA
Bishop. + Thomas Tobin
Cronaca
Il porporato americano è uno dei sostenitori della riabilitazione della messa in latino e tra i principali
oppositori della linea aperturista verso i divorziati risposati e i gay. Ma non è l'unico "principe"
statunitense "anti bergoglista"
di Francesco Antonio Grana
“La Chiesa è come una nave senza timone”. Affondo durissimo del cardinale statunitense Raymond
Leo Burke, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, la “Cassazione vaticana”,
contro Papa Francesco. Burke, creato cardinale nel 2010 da Benedetto XVI che lo ha chiamato da
Saint Louis in Missouri a Roma e principale sostenitore della riabilitazione della messa in latino a
cui sono legati i lefebvriani, è stato tra i principali oppositori al Sinodo dei vescovi della linea
aperturista di Bergoglio verso i divorziati risposati e i gay.
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La stessa critica mossa dal prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e curatore dell’opera
omnia di Joseph Ratzinger, Gerhard Ludwig Müller, che ha ricevuto la berretta rossa proprio da
Francesco nel concistoro del febbraio 2014 e che dopo il dibattito sinodale si è presentato come
difensore “della sacra e sana dottrina, che sono chiamato a tutelare”. Quasi come se Papa Francesco non
fosse il principale custode della dottrina della Chiesa cattolica.
Dopo aver denunciato manipolazioni e censure al Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia, il
porporato americano che presto, come da lui stesso dichiarato, sarà rimosso da Bergoglio per l’incarico
onorifico di patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, ha alzato il tiro contro Francesco criticandolo
con toni sempre più forti, ma nello stesso tempo sostenendo di non voler “sembrare una voce contraria
al Papa”. “Molti mi hanno manifestato preoccupazione – ha confessato Burke – in un momento così
critico, nel quale c’è una forte sensazione che la Chiesa sia come una nave senza timone, non importa
per quale motivo; la cosa più importante è studiare la nostra fede, avere una guida spirituale sana e dare
una forte testimonianza della fede”. Su Bergoglio il porporato tiene a precisare che “ho tutto il rispetto
per il ministero petrino e non voglio sembrare di essere una voce contraria al Papa. Vorrei essere un
maestro della fede con tutte le mie debolezze, dicendo la verità che oggi molti avvertono. Soffrono un
po’ di mal di mare perché secondo loro la nave della Chiesa ha perso la bussola. Bisogna mettere da
parte la causa di questo disorientamento perché non abbiamo perso la bussola. Abbiamo la costante
tradizione della Chiesa, gli insegnamenti, la liturgia e la morale. Il catechismo non cambia”.
Parole durissime alle quali Francesco aveva già risposto nel discorso conclusivo del Sinodo
condannando duramente e con molta chiarezza la “tentazione dell’irrigidimento ostile”, quella che
“dal tempo di Gesù è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti, oggi,
‘tradizionalisti’ e anche degli intellettualisti”. Una tentazione alla quale si affianca quella “di trasformare
il pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati cioè di trasformarlo in fardelli
insopportabili”. Ma a Burke non è bastato e ha sottolineato che “il Papa giustamente parla della
necessità di andare nelle periferie e la risposta della gente è stata molto calorosa. Però non possiamo
andare alle periferie con le mani vuote. Andiamo con la parola di Dio, con i sacramenti, con la vita
virtuosa dello Spirito Santo. Non dico che il Papa lo faccia, però c’è il rischio di interpretare male
l’incontro con la cultura. La fede non può adeguarsi alla cultura, ma deve richiamarla alla conversione.
Siamo un movimento ‘contro culturale’, non popolare”.
Una critica contro il grandissimo consenso che Bergoglio, fin dall’elezione al pontificato, sta suscitando
in tutto il mondo, anche al di là della stretta geografia cattolica. Affermazioni, quelle di Burke, che
richiamano quanto aveva dichiarato Benedetto XVI confessando di aver sempre “messo nel conto”, fin
dall’elezione dopo la morte di Giovanni Paolo II, le difficoltà che avrebbe incontrato nel corso del suo
pontificato chiedendo però di non essere giudicato finché è “ancora in vita”. Nel suo terzo e ultimo libro
intervista con il suo biografo, il giornalista tedesco Peter Seewald, Luce del mondo, Ratzinger aveva
affermato che “bisognerebbe essere molto cauti con la valutazione di un Papa, se sia significativo o
meno, quando è ancora in vita. Solo in un secondo momento – aggiungeva Benedetto XVI – si può
riconoscere quale posto, nella storia nel suo insieme, ha una determinata cosa o persona”. “Ma – precisò
Ratzinger – che l’atmosfera non sarebbe stata sempre gioiosa era evidente in considerazione dell’attuale
costellazione mondiale, con tutte le forze di distruzione che ci sono, con tutte le contraddizioni che in
essa vivono, con tutte le minacce e gli errori. Se avessi continuato a ricevere soltanto consensi, avrei
dovuto chiedermi se stessi veramente annunciando tutto il vangelo”.
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Trasposizione della Tilma sul Planisfero di Brown
che assume la forma di una conchiglia.
Tra i vescovi “anti Bergoglisti” che hanno criticato il Papa dopo il Sinodo c’è anche lo statunitense
Thomas Tobin, che ha sempre accusato Francesco di avere una scarsa attenzione alle tematiche pro life
come l’aborto. “Il concetto di avere un corpo rappresentativo della Chiesa che vota su applicazioni
dottrinali e soluzioni pastorali mi colpisce come qualcosa piuttosto protestante”. Tobin è convinto che
“nel tentare di accomodare i bisogni dell’epoca, come Papa Francesco suggerisce, la Chiesa rischia il
pericolo di perdere la propria voce coraggiosa, ‘contro culturale’ e profetica, una voce che il mondo ha
bisogno di sentire”. Il presule, che ha espresso grande stima nei confronti del cardinale Burke, ha
concluso le sue riflessioni con due slogan abbastanza eloquenti: “Papa Francesco vuole ‘fare casino’.
Missione compiuta”; “rilassatevi, Dio è ancora in carica”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/31/papa-francesco-lattacco-cardinale-burke-chiesa-nave-timone/1183352/
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