Resurrezione di gesÚ - Parrocchia Resurrezione di Gesù

La parrocchia
Resurrezione di gesÚ
Compie 40 anni ! ! !
Edizione speciale di PARROCCHIA & FAMIGLIA
N° 929 del 19 gennaio 2014
20099 Sesto San Giovanni (Diocesi di Milano) Via Pisa 37 –tel 0226224697
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1974 - 2014
LA NOSTRA COMUNITA’ COMPIE QUARANT’ANNI ! ! !
- L’importanza della memoria e della storia per progettare il futuro La storia è un grande presente, e mai solamente un passato. (Émile-Auguste Chartier)
Con questa citazione, vogliamo ricordare, brevemente, i primi quarant’anni della nostra comunità parrocchiale, costituita il 20
gennaio 1974, con decreto Arcivescovile del Card. Giovanni Colombo (RDM 1974).
Premettiamo, che sarà molto difficile ripercorrere minuziosamente, in poche righe, la storia di questa comunità parrocchiale: una
storia passata è impossibile riviverla ma, con impegno e volontà, racconteremo i “frutti” di ciò che è stato “seminato” quarant’anni
fa.
Probabilmente, nessun abitante di questo quartiere, denominato negli anni settanta “operaio”, per l’enorme quantità di lavoratori
impiegati nelle grandi industrie, avrebbe immaginato l’evoluzione e i cambiamenti, avvenuti nel tempo, della chiesa e dell’oratorio;
la storia è conosciuta dalla maggioranza dei parrocchiani che frequentano abitualmente la chiesa: alcuni di loro sono stati
promotori dell’edificazione della chiesetta costruita nel 1974; altri sono subentrati, nel corso degli anni, durante la costruzione del
centro parrocchiale, che ha permesso l’ampliamento e l’inserimento di moltissimi individui, soprattutto giovani, che hanno
contribuito e contribuiscono tutt’ora a scrivere le pagine della storia della Resurrezione.
La storia di questa comunità inizia il 21 settembre 1970: due sacerdoti, don Aldo Farina e don Cesare Sommariva, insieme, qualche
tempo dopo, a don Giorgio Bersani, vennero inviati, dall’arcivescovo Giovanni Colombo, nel quartiere, per occuparsi della guida
pastorale e, successivamente, andarono ad abitare in un appartamento del villaggio Ceca. La zona dipendeva dalla parrocchia di
Cascina Gatti, i cui problemi aumentavano con il crescere degli abitanti del rione: era previsto, da una statistica comunale, un
incremento di popolazione che avrebbe raggiunto i 27.000 abitanti. Di fronte a questa esigenza, il cardinale decise di scindere la
parrocchia di Cascina Gatti, edificandone un’altra, per le nuove case, già sorte o in costruzione, intorno a via Pisa.
Le memorie storiche di questi anni, abbondano di svariati scritti e ricordi, che
lasciano trasparire le innumerevoli difficoltà dell’epoca: ad esempio, la mancanza
d'illuminazione nelle strade, oppure le proteste e le lotte per l’edificazione di una
scuola popolare (costruita per iniziativa dei preti e di alcuni attivisti, fu dedicata
a don Milani e Danilo Dolci). Tornando alla storia della Parrocchia, nel 1973
incominciarono i lavori di costruzione della nuova chiesetta, che sarebbe sorta su
un terreno di proprietà della Prepositurale di Sesto, concesso dall’allora prevosto
Mons. Aldo Mauri; nel frattempo, i sacramenti venivano celebrati in un locale in
via Catania.
Un gruppo di persone all'uscita della
'scuola popolare'
Durante questo periodo, secondo quanto riportato in uno scritto del Sig. Franzi, don Aldo, all'epoca non ancora parroco, istituì una
segreteria, per la corrispondenza di documenti ed informazioni, e incominciò a farsi conoscere, insieme a don Cesare e don Giorgio,
da tutti gli abitanti del quartiere, suonando di porta in porta.
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Il 26 gennaio 1974 veniva concelebrata, dai tre sacerdoti, la prima Santa Messa
nel nuovo edificio, dalla struttura prefabbricata e volutamente semplice, limitata
alle linee essenziali; tutti gli arredi erano opera dei parrocchiani, compresi i
quadri, in particolare il dipinto posto sopra l’altare, raffigurante la figura di
Cristo (opere del pittore Giorgio Marangon), dominata dal colore rosso del
sangue, con, in mano, un libro aperto, con la scritta “Non temete, io sono con
voi”, richiamando la decisione della comunità parrocchiale di intitolare la chiesa
“Resurrezione di Gesù” (la scritta è tutt’ora utilizzata come “motto” dalla
comunità).
La chiesa nasce con un’ideologia semplice e aperta a qualsiasi condizione sociale: alla luce di questa situazione si era fatta la scelta,
divenuta, poi, tradizione ancora vigente, di evitare la questua durante la celebrazione delle Sante Messe, affidandosi alle libere
offerte dei fedeli.
Don Aldo Farina, divenne parroco della nuova comunità il 13 giugno 1974 e, nel frattempo, si incominciò ad istituire un piccolo
consiglio pastorale, per le imminenti decisioni da prendere, in merito alle nuove esigenze della comunità.
Una prima esigenza, prospettata da moltissimi genitori del quartiere, fu la costruzione di un edificio per l’aggregazione dei giovani:
il Cardinal Colombo accettò la proposta, inviando don Franco Bernini (1975), che sostituì don Cesare Sommariva; questo giovane
prete, durante un intervista rilasciata nel 2011, dichiarò che la sua presenza non fu ben accolta da molte persone, che vedevano,
nella costruzione dell’oratorio, un elemento di conformazione alle altre parrocchie , cosicché, nel maggio 1975, la proposta di un
progetto pastorale per i giovani non diede parere positivo e don Franco venne trasferito.
“Iniziarono, nel frattempo, i cammini di fede, nelle case private, e i corsi prematrimoniali, diretti da Don Aldo, per non dimenticare
i gruppi di ascolto del vangelo e l’attenzione particolare ai portatori di handicap” (dagli scritti di Don Aldo); intorno a quel periodo,
subentrò don Virginio Colmegna, che fu Parroco dal 1990 al 1993: è dovere ricordare la nascita, in quel periodo, della cooperativa
'Lotta contro l’emarginazione' (Coo.L.C.E).
Gli anni passavano e la piccola chiesa risultò insufficiente nel contenere gli
abitanti: per questo, la comunità espose, in un documento firmato da Mons. Luigi
Olgiati, l’allora prevosto e decano della città, i problemi di spazio (1976), e la
Curia accettò la proposta di ampliare la chiesa esistente, aggiungendo una nuova
ala (il progetto fu eseguito dall’architetto Marzorati), seguendo l’essenzialità della
chiesetta in “povertà, gratuità e semplicità” (don Aldo).
Intorno agli anni ottanta, il terreno della parrocchia comprendeva lo spazio
occupato dall’attuale Istituto Comprensivo Marzabotto e dal centro anziani ed
una parte di esso venne espropriata dal Comune di Sesto, per l’edificazione delle
scuole; alla parrocchia rimase il terreno su cui sorgono, attualmente, la Chiesa ed
il Centro Parrocchiale.
Con l’ampliamento della chiesa, ci fu spazio per il centro d’ascolto e per un piccolo Ufficio Caritas, e continuò incessantemente la
raccolta della carta e del ferro, che venivano, a loro volta, rivenduti, per sostenere le spese parrocchiali (si ricorda il prezioso
operato di Sandro Verdi e Ugo Pelizzoli).
Non vanno di certo dimenticate la costruzione e l’utilizzo delle cosiddette “Baracche” prefabbricate, volute da don Aldo, due
posizionate sul piazzale antistante la chiesa e una, più grande, sul retro: queste servivano sia come aule per le scuole popolari, sia
per le riunioni e per l’insegnamento della catechesi (le baracche furono abbattute prima della costruzione del centro parrocchiale).
Dopo circa un ventennio di lavoro, don Aldo Farina e don Giorgio Bersani vennero trasferiti: il primo, addirittura, andò missionario
in Camerun; loro, che fondarono una comunità missionaria che 'deviava' dalle tradizionali direttive parrocchiali, per entrare nelle
problematiche di quartiere, una Chiesa attenta agli ultimi, credenti o non credenti, indifferentemente, lasciarono il posto al nuovo
Parroco, don Cesare Villa.
Il compito del nuovo parroco e del suo coadiutore, don Tiziano Vimercati, fin da subito, si presentò particolarmente
arduo, soprattutto nei rapporti con il Consiglio Pastorale, che mirava al consolidamento delle basi gettate da don Aldo,
mentre il nuovo parroco mirava ad un nuovo cammino, dopo aver visitato le famiglie ed averne ascoltato le esigenze;
durante la sua permanenza, don Cesare diede inizio alla recinzione del campo sportivo (dove sorge l’attuale centro
parrocchiale) e s'incominciò a coinvolgere la popolazione giovanile.
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Don Cesare venne trasferito il 1° ottobre 1990, dopo soltanto un anno e mezzo dalla sua nomina; il suo successore, terzo parroco in
ordine cronologico, fu don Virginio Colmegna, il quale presentò e fece approvare il progetto di costruzione del centro parrocchiale
(progettato dall’architetto Marzorati).
Nel 1993, don Virginio fu chiamato a dirigere la Caritas Ambrosiana e venne sostituito da don Giuseppe Buraglio, già responsabile,
da un anno, della chiesa di San Giorgio alle Ferriere.
Don Giuseppe (che nel frattempo abitava nella canonica di S. Giorgio), insieme a don Stefano Martin e a don Aurelio Frigerio,
inaugurò il nuovo centro parrocchiale il 1° ottobre 1995, con la visita e la benedizione del Cardinal Martini, il quale, fin da subito,
approvò il nuovo oratorio. I preti vi si trasferirono nel luglio ’95 e iniziarono prontamente il loro ministero nel quartiere.
Negli ultimi tempi, dopo la chiusura delle grandi fabbriche, la parrocchia di S. Giorgio stava subendo un notevole spopolamento;
per questo, nel maggio 1993, si fondò la comunità pastorale “nord-est”, tra la Resurrezione e S. Giorgio.
Dopo cinque anni, i due vicari vennero sostituiti da don Claudio Borghi, che incominciò il suo ministero dedicandosi ai giovani
dell’oratorio; nel periodo della sua permanenza, si ricordano numerosi seminaristi e obiettori di coscienza “carismatici”, che
prestarono il loro servizio per i ragazzi del quartiere. Nel giugno 1998, don Marco Grenci giovane del quartiere, divenne sacerdote
e celebrò la sua prima Messa in Parrocchia; in questo periodo, ricordiamo con gratitudine l’aiuto materiale e spirituale di don
Peppino Cardani.
Nel 1999 don Giuseppe fu trasferito e venne nominato parroco don Gianfranco Zuffada, che dovette affrontare il problema
dell’edificazione di una nuova chiesa parrocchiale.
Durante la sua ultima visita pastorale, avvenuta il 27 gennaio 2002 (vedasi foto a
sinistra), il Cardinal Martini annunciò alla comunità: “Esiste il problema di una
nuova chiesa parrocchiale, che ritengo necessaria, anche se avrete sempre un po’
di nostalgia per la vecchia chiesa, che, ormai, è divenuta insufficiente, per una
città che s'ingrandisce sempre più” (dall'omelia del Card Martini).
Dopo la visita del Cardinale, si constatò l'opportunità di sciogliere l’unità
pastorale, a causa della distanza materiale tra le due parrocchie e, in particolare,
della marcata distinzione che assumevano i parrocchiani delle due Chiese,
nonostante i quasi dieci anni di Unità.
Dopo le dimissioni di don Zuffada da parroco di S. Giorgio, viene nominato un nuovo sacerdote (don Marco Recalcati) nel 2003, e
don Gianfranco Zuffada rimane sedente alla Resurrezione. In questo periodo, si fa memoria di due seminaristi, don Antonio Nastasi
e don Andrea Terruzzi, che aiutarono ad appianare alcune difficoltà dell’oratorio.
Nel 2004, dopo un anno di diaconato, don Graziano Gianola diventa coadiutore della parrocchia, prendendo il posto di don
Claudio Borghi (per la prima volta, nella diocesi di Milano, un diacono diventa coadiutore della parrocchia in cui collaborò in veste
di seminarista).
Nel 2005, viene presentato alla comunità, dal prevosto di Sesto San Giovanni, don Giovanni Brigatti, alla presenza di Mons. Arosio
(responsabile dell’edificazione delle nuove chiese) e di alcuni sacerdoti che, nel corso degli anni, sono stati alla Resurrezione, il
plastico della nuova chiesa parrocchiale, spiegando minuziosamente le linee artistiche dell’edificio e i costi per la sua realizzazione.
L’architetto fu Cino Zucchi, che progettò la nuova chiesa secondo le esigenze
architettoniche del quartiere e seguendo le normative imposte dalla Curia
Arcivescovile; il 10 giugno 2006 si celebrò la messa di ringraziamento per
quella vecchia, che in quell’anno compiva i ventotto anni dall'edificazione e, nel
mese di gennaio 2007 (a partire dal giorno 17), venne abbattuta.
Fu allestita una tensostruttura all’interno dell’oratorio (qui a lato: la demolizione
e la tensostruttura), che rimase efficiente fino alla costruzione della nuova
chiesa parrocchiale (foto in basso), aperta ai fedeli per la prima volta il sabato
Santo e la domenica di Pasqua ed inaugurata solennemente il 16 maggio del
2010, dopo una grande festa, alla presenza dell’architetto Zucchi e di Mons.
Arosio.
Dopo il trasferimento di don Graziano, viene nominato coadiutore, in data 1°
gennaio 2008, don Paolo Cantù; si ricordi che, nel periodo che va da settembre a
dicembre 2007, l’Arcivescovo nominò un sacerdote oblato, don Diego Minoni,
per amministrare l’oratorio in vista del nuovo coadiutore.
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La missione francescana del 2009 permise la creazione dei Gruppi d’Ascolto del Vangelo, inesistenti da molti anni, e coinvolse
moltissimi ragazzi, genitori, adulti ed anziani. Nel dicembre 2012, dopo un periodo di malattia, don Gianfranco Zuffada rassegna le
dimissioni da parroco, rimanendo in parrocchia con altri incarichi; nel periodo da giugno 2012 a settembre 2013, la parrocchia
venne amministrata da Padre Giulio Binaghi, un sacerdote oblato che introdusse nuove direttive e proposte: affrontò, ad esempio, il
problema economico parrocchiale; propose l'introduzione della Messa Vigiliare Vespertina del sabato sera; trovò modo di sollecitare
le offerte straordinarie della III domenica del mese con avvisi, cartelli e così via; sollecitò maggiore attenzione alla Liturgia.
Finché, in data 1° settembre 2013, l'Arcivescovo, Cardinale Scola, nominò parroco don Donato Pastori.
Questa è la storia di un quartiere e di una comunità, semplicemente la storia della Resurrezione.
© Luca Garotta – Referente dell’archivio storico Parrocchiale.
La Prima Messa
Quella fu proprio una giornata indimenticabile, e ogni volta che ripenso a quel sabato del 26 gennaio del ’74 riprovo la stessa gioia,
rivivo la stessa frenesia organizzativa che animava ognuno di noi promotori della parrocchia del nostro quartiere.
Ci eravamo affaccendati per tutto il giorno, ognuno con le proprie capacità, competenze ed esperienze a preparare la chiesa, e
l’entusiasmo era per tutti tangibile e contagiosissimo.
Il luogo scelto, certo dal Signore per la prima assemblea di quella piccola porzione del Suo popolo, ci sembrava perfetto, così al centro
del quartiere, esposto alla vista e al passaggio di tutti. Quel giorno i consigli, suggerimenti, le sinergie si sprecavano, sembrava quasi che
il desiderio di ognuno fosse quello di metterci un tocco personale.
Ricordo che ad un certo punto qualcuno disse ad un altro “ma guarda che non è casa tua” e la risposta fu “io a casa mia faccio così” !
Aveva ragione, era la casa di tutti e di ciascuno.
In gruppo avevamo a lungo discusso il nome da dare alla nostra parrocchia; qualcuno voleva nomi di Madonne, altri di Santi. Alla fine
venne fuori, forse suggerito dallo Spirito Santo, che unisce e non divide, la parola “ Resurrezione” e quasi tutti fummo d’accordo.
Personalmente gli diedi un significato “profetico”, la resurrezione iniziava anche nel nostro quartiere. Gesù Risorto veniva a vivere con
noi e noi con Lui; noi gente così diversa ed eterogenea, provenienti da regioni diverse, con vissuti, e progetti diversi, ma fortemente
sentiti, avevamo ora un punto di riferimento comune.
Quando tutto ci sembrò pronto, ci accorgemmo di aver dimenticato un addobbo floreale degno dell’evento tanto atteso;
provvidenzialmente arrivò una Signora con un mazzo di garofani rossi. Ne disponemmo una parte accanto al tabernacolo, il resto in un
vaso sopra l’altare.
La prima Eucarestia alle ore 20,30 di quel sabato, non poteva, per noi, essere più solenne.
Indicibile l’emozione che provammo, a partire da Don Aldo Farina, il nostro parroco. La sua voce a tratti diventava sottile, quasi un
soffio, lui sì esile, ma energico e risoluto, lo vedevamo detergersi la fronte, che nonostante la stagione fredda continuava ad imperlarsi di
sudore. La sua omelia fece molto riferimento alla parabola del “seminatore”.
Avrei voluto che quella Messa non finisse mai e, soprattutto noi giovani, ci fermammo a lungo a chiacchierare sul sagrato, nessuno aveva
voglia di andarsene, sebbene le nostre riunioni di Collettivo ci attendevano.
Sentivamo, senza dircelo che quella chiesa semplice, povera, voluta così come scelta evangelica ma autenticamente vera ci apparteneva,
ci era entrata nel cuore.
E’ vero sono passati quarant’anni, sono stati fatti tanti sforzi, passi in avanti, e se ne continuano a fare, ma la parrocchia della
Resurrezione di Gesù è stata e continuerà ad essere incarnata nella storia e nelle storie degli abitanti del quartiere.
Quella frase del Vangelo “non temete, io sono con voi” e quel pannello che era all’ingresso della chiesa, che riportava la parabola del
“seminatore” sono l’invito a continuare ad essere una comunità profetica nello Spirito del Cristo Risorto.
Che il Signore ci illumini, ci aiuti e accompagni sempre il cammino di tutti quelli che sono stati, che sono e che verranno. Lo ringraziamo
per la gioia e la forza che ci ha dato e per quella che continuamente ci da giorno per giorno.
Gemma Di Marino
Per tutti coloro che volessero contribuire alla costituzione dell’Archivio Storico Parrocchiale, con memorie, lettere, pensieri e
fotografie, sono pregati di inviare una mail all’indirizzo [email protected] oppure consegnarli ai sacerdoti. È un
impegno molto importante per far sì che la memoria di una comunità tutt’ora in cammino, non vada perduta.
Bibliografia e Documenti consultati
Atti dell’Arcivescovo, Gennaio 1974 – annuario degli atti
Virginio Colmegna, Non per me solo, Milano 2011
Perelli, Coppa, Crippa, Le Chiese a Sesto San Giovanni, 1992
Omelia Card. Carlo Maria Martini ai parrocchiani della Resurrezione, 27 gennaio 2002
Omelia di Don Gianfranco Zuffada, 27 Gennaio 2002
Parrocchia della Resurrezione di Gesù 1974-2004 , a cura del CPP
Parrocchia “ Resurrezione di Gesù – 2011, a cura di Luca Garotta e Armando Negri
Dall’archivio Parrocchiale: Documenti storici; memorie dei Sacerdoti in particolare di Don Aldo Farina, Don Franco Bernini e Don
Gianfranco Zuffada; memorie e scritti dei Laici: Pierangelo Barbanti, Gemma Di Marino, Virgilio Franzi.
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