Conferenza stampa del 4 novembre 2014. Ufficio di Dario Braga in rettorato. Articolo di Ilaria Venturi pubblicato mercoledì 5 novembre 2014 da la Repubblica - Bologna. Braga fa il rottamatore: "Con me discontinuità, sarà un ateneo di lotta" Il prorettore alla ricerca ci riprova e si candida per il dopo-Dionigi. "Di rado mi è stato chiesto un parere, spesso ero in disaccordo". "Una campagna porta a porta che coinvolgerà i giovani, anche quelli che sono rimasti fuori" «Un ateneo di lotta, capace di dire dei no a Roma quando arrivano norme che ci danneggiano». Dario Braga apre ufficialmente la campagna elettorale. E sceglie un passo battagliero, la cifra del rottamatore accademico («Sono un innovatore», dice di sé) per caratterizzare una candidatura che sarà depositata a tempo debito, a un mese dal voto previsto a fine giugno, con le 150 firme di sostegno volute dal nuovo regolamento elettorale. In corsa per la poltrona da Magnifico dell'Alma Mater c'è già l'economista Maurizio Sobrero. Ora la sfida ufficiale diventa a due, anche se la pattuglia dei concorrenti è destinata a infoltirsi. Dario Braga è il chimico che ha già tentato di diventare rettore nel 2009 e che ora ci riprova. Un percorso cominciato con i 651 voti presi allora al terzo turno elettorale che lo portarono a siglare un accordo con il più forte e favorito Ivano Dionigi: quest'ultimo divenne rettore. Braga entrò nella sua squadra come prorettore alla ricerca, il primo in questo dicastero nella storia dell'Alma Mater. «Fu un accordo alla luce del sole, frutto di una convergenza». Cinque anni vissuti fianco a fianco, da leali separati in casa. Allo scadere del mandato di Dionigi, Braga, 61 anni, torna in pista. Il sogno di diventare numero uno non l'ha mai abbandonato, coltivandolo con un blog e una mailing list da 600 iscritti. Non lascerà il prorettorato. «Lavorerò sino all'ultimo giorno o almeno sino a quando il rettore riterrà di mantenere la delega perché è un impegno che ho preso con i miei elettori». E infatti, la presentazione della campagna l'ha fatta ieri dal suo studio a Palazzo Poggi. «Non rinnego nulla di quanto fatto. E poi sulla ricerca ho avuto mano libera». Però. «Quando la mia opinione è stata chiesta su altro, raramente, l'ho data e spesso non era concorde. Ad esempio non ho partecipato alla formazione dello statuto». Per Braga la discontinuità con Dionigi sarà in «una università più battagliera, più propositiva e sfidante, in grado di combattere, negoziare le posizioni con il ministero e l'agenzia di valutazione nazionale». Insomma, «un Ateneo di lotta perché il paese ha bisogno di questo oggi». Il professore ha presentato il suo progetto «Futuro@Unibo», che discuterà in Ateneo con incontri a tema. Il primo, il 21 novembre, sarà sulla valutazione. «Farò una campagna porta a porta, con il coinvolgimento di tutti, soprattutto i giovani, quelli che sono entrati e quelli che sono fuori dalla porta, il nostro grande cruccio». Braga vuole mettere mano allo Statuto d'Ateneo, con operazioni chirurgiche: «Avere 33 dipartimenti di cui solo una parte rappresentata in senato è un problema, come sarebbe meglio avere i tecnici e amministrativi in cda». Dodici le priorità e i convincimenti elencati. Braga punta alla lotta alla precarietà (106 ricercatori a tempo rischiano di andare a casa) e alla burocrazia, a contrastare la frammentazione dell'università, anche con un taglio di Scuole laddove «queste non servono agli studenti». E poi, carichi didattici sostenibili, la parità di genere, la lotta alle lauree fracassone, la selezione delle matricole («Il loro aumento non è indice di qualità se poi non ci sono gli spazi»). Sulla Romagna dice: «Dobbiamo specializzare i poli, la festa dell'uva è finita, la Romagna non è più un moltiplicatore di posti». E nel rapporto con i collettivi? «Dialogo, ma l'università non è un self service dove chi ha bisogno di qualcosa se lo prende». Confronto e innovazione, promette Braga. «La mia forza? La passione per l'università». Articolo di Marina Amaduzzi pubblicato mercoledì 5 novembre 2014 da Il Corriere di Bologna. Rettore, Braga in campo «per un Ateneo di lotta» Con Dionigi si è occupato di ricerca, ora punta a succedergli. Il candidato Sobrero: ma si dimetta da prorettore Vuole coinvolgere i colleghi, rivedere lo Statuto, riconsiderare scuole e dipartimenti così come dare una vocazione ai poli della Romagna. Non è per i numeri chiusi ma per filtri negli accessi «perché non voglio vedere gli studenti seduti per terra». Si presenta come «innovatore», rivendica i risultati ottenuti nella ricerca, vuole un Ateneo «di lotta, aperto verso le imprese, gli enti locali e i ministeri, perché è questo che il Paese ci chiede». Dario Braga, chimico, 61 anni, apre così la sua campagna elettorale per candidarsi a rettore dell'Alma Mater. Forte dei 651 voti ottenuti al terzo turno delle precedenti elezioni che l'hanno poi portato a convergere su Ivano Dionigi, Braga lancia il suo programma senza dimettersi da prorettore alla Ricerca. «Questo incarico è frutto della convergenza trasparente che feci su Dionigi — spiega —, è un impegno che ho preso con i miei elettori, per questo resto qui fino all'ultimo giorno». Una scelta che attira subito le rimostranze dell'altro sfidante già in campo, l'economista prodiano Maurizio Sobrero: «Sarebbe più chiaro se facesse una scelta — dice —. L'Ateneo deve svolgere le sue funzioni indipendentemente dalla campagna elettorale». Continuare nel governo e al contempo promuovere la propria candidatura «non è la cosa più elegante», affonda Sobrero. Braga va avanti e rivendica quanto fatto finora nella ricerca, «in accordo con il rettore Dionigi, con cui la collaborazione è stata molto fruttuosa, abbiamo tessuto un'ampia rete di ricerca e acquisito molti finanziamenti». Il suo apporto al rettorato attuale non è andato oltre, «sulla ricerca ho avuto carta bianca — riconosce —, ma fuori dalla mia area la mia opinione raramente è stata chiesta e spesso non ero concorde con le scelte fatte». Non ha partecipato ad esempio alla stesura del nuovo Statuto a cui ora vuole mettere mano «con un processo condiviso». «I 33 dipartimenti solo in parte rappresentati in Senato, non va bene — spiega —, e le scuole che talvolta si sovrappongono ai dipartimenti vanno riconsiderate. Ci vuole un'opera di revisione sfruttando l'esperienza maturata in questi anni». È questo uno dei punti del suo programma Futuro(@)Unibo, scandito in dodici punti, che ora sottoporrà alla consultazione dell'accademia attraverso il suo sito Internet e in una serie di incontri. Il primo è fissato per il 21 novembre nell'aula magna del dipartimento di Chimica Ciamician, per parlare di valutazione. «Parleremo con i medici di sanità e di rapporto tra attività accademica e assistenza — anticipa —, affronteremo i temi della Romagna, della didattica, dello Statuto, del Collegio dei direttori». Le elezioni per il rettore si terranno tra il 22 giugno e il 2 luglio. Sobrero e Braga non saranno gli unici in campo. Attesi il prorettore Gianluca Fiorentini e un ingegnere tra Francesco Ubertini ed Enrico Sangiorgi. Articolo di Francesco Pandolfi pubblicato mercoledì 5 novembre 2014 da Il Resto del Carlino - Bologna. Braga corre per diventare Magnifico: «Un ateneo di lotta che sappia dire no» Alma Mater, il prorettore alla ricerca: «Rivedere lo Statuto» Università di lotta, che sappia dire no ai tagli del governo, attenta alle esigenze di docenti e studenti, rivedendo l'offerta formativa e la selezione in ingresso delle matricole. A otto mesi dalle votazioni per l'elezione del nuovo rettore dell'Alma Mater, il prorettore per la ricerca Dario Braga, ieri ha aperto la campagna elettorale, presentando ufficialmente il programma 'Futuro@unibo'. Con cui ambisce a diventare il successore di Ivano Dionigi. Agire è la parola d'ordine, ponendo l'attenzione sulla necessità che «all'interno dell'ateneo si ricrei un tessuto di collaborazione tra le Scuole, docenti e studenti, che la legge Gelmini ha demolito. Per riuscirci - ha spiegato il prorettore Braga -, l'università deve lottare contro le imposizioni di Miur e governo». Un percorso di rinnovamento che passa anche dalla riduzione della burocrazia e dal numero delle Scuole. «Abbiamo creato più Scuole di quante ce ne fosse bisogno - ha detto Braga. Visto che alcune non hanno apportato i vantaggi sperati, diminuirne il numero potrebbe essere una soluzione». Come le Scuole, anche la revisione dell'offerta formativa e del numero delle immatricolazioni sono un punto centrale di 'Futuro@unibo'. «Per valutare la qualità dell'università non bisogna guardare al numero di iscrizioni - ha continuato Braga -. Non ha senso avere tanti studenti se poi non possiamo offrire gli spazi dove fare lezione. Vanno posti dei filtri sugli accessi, per selezionare il numero di studenti in base alle risorse a disposizione. Per questo, bisogna rivedere anche l'offerta formativa, mantenendo solo quella sostenibile». Sostenere i corsi di studio che rappresentano l'eccellenza dell'Alma Mater, quindi, riconoscendo le differenze che esistono tra le varie discipline. «I corsi di studio non sono tutti uguali - ha dichiarato il Prorettore -. Insegnare a 450 studenti in aule sovraffollate è diverso da fare lezione a 40 ragazzi. Bisogna abbandonare l'idea che siamo tutti uguali. Ci sono dei corsi che hanno bisogno di più risorse rispetto ad altri». Tra i punti del programma c'è anche la modifica dello Statuto d'ateneo che «deve essere rivisto in maniera mirata, perché non è possibile che su 33 dipartimenti solo alcuni siano rappresentati in Senato accademico» e l'importanza della ricerca. «Ci sono circa 106 ricercatori che rischiano di non poter rinnovare il contratto conclude Braga -. In Italia abbiamo bisogno di un'università che investa soprattutto sui giovani e sulla ricerca». Poi c'è la Romagna. «Dobbiamo rafforzare la nostra presenza in Romagna specializzando i poli sostiene il prorettore - la festa dell'uva è finita, la Romagna non è più un moltiplicatore: dobbiamo ragionare in modo strategico».
© Copyright 2024 ExpyDoc