REPUBBLICA-GENOVA-APPALTIù

Del 07 Novembre 2014
Estratto da pag. IX
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Appalti e tangenti per Expo 2015 anche Genova apre un’inchiesta
GIUSEPPE FILETTO UN FALDONE di atti, di interrogatori che i pm milanesi hanno stralciato dall’inchiesta
madre e spedito a Genova, da 24 ore è sulla scrivania del procuratore capo Michele Di Lecce. Che conferma la
notizia, ma dice che «deve ancora vederlo». Da Palazzo di Giustizia, però, trapela qualcosa di più: il
procuratore aggiunto Vincenzo Calia (coordinatore del pool reati contro la pubblica amministrazione) avrebbe
assegnato il fascicolo al pm Paola Calleri.
Secondo fonti investigative, gli stralci racconterebbero, fra le altre cose, un retroscena tutto genovese, di un
presunto illecito penale compiuto sotto la Lanterna: l’aggiudicazione dell’appalto delle pulizie per la sede della
Fondazione Ansaldo di Villa Cattaneo. Nel corso di un lungo e teso interrogatorio, l’ex segretario Udc parla
dei rapporti con i dirigenti di Finmeccanica, salta fuori la “Lot Cooperativa Global Service”, creata da lui alla
fine del 2012, appositamente per aggiudicarsi l’appalto. Una commessa che Cattozzo sarebbe riuscito ad
ottenere attraverso le conoscenze con Pierfranco Guarguaglini, l’ex presidente della società pubblica,
nonostante la sua cooperativa non avesse i requisiti necessari.
Un contratto da 82 mila euro, sotto certi aspetti modesto, ma sufficiente a far lavorare il figlio. Lo ha
dichiarato Cattozzo ai magistrati. Tra i nomi che compaiono nella cooperativa c’è anche quello di Giovanni
Battista Raggi, di 40 anni, commercialista genovese, azionista per un terzo. Ma ciò che più imbarazza, è il suo
ruolo di tesoriere regionale del Pd. Un’amicizia che Raggi non rinnega, ma che lui stesso adesso ammette che
gli sta procurando dei guai.
I pm milanesi sospettano che quel contratto sarebbe stato dato, con procedura di affidamento diretto, tramite
l’ex senatore Grillo. E suppongono pure che la cooperativa potesse servire da “cavallo di Troia” per mettere le
mani su altri appalti. Da non dimenticare che Cattozzo avrebbe presentato Raggi a Primo Greganti, al
“Compagno G” finito ancora in carcere per le mazzette Expò. La prima volta era entrato in cella per il Pio
Albergo Trivulzio, la Tangentopoli milanese che lo ha reso noto per non avere mai svelato a chi andavano i
soldi, coprendo così il Partito.
Nelle carte spedite a Genova ci sono i colloqui tra Cattozzo e l’imprenditore Enrico Maltauro. In una
intercettazione della Guardia di Finanza pare di capire che vogliano mettere le mani anche sul porto: “...
Genova dovrà unirsi a Savona... e qui stanno facendo un investimento straordinario, la piattaforma Nexos...”.
Ce n’è abbastanza perché la Procura di Genova si occupi dell’inchiesta Expò. Non ultimi i legami tra Grillo,
Cattozzo e Riccardo Casale (fino al luglio 2013 presidente di Amiu) attuale amministratore delegato della
Sogin Spa, la società che ha indetto gli appalti per gli impianti tecnologici della fiera, vinti dalla Maltauro
Costruzioni.
Dalle indagini emerge pure uno spaccato riguardante la Final, la società che ha in mano il progetto dei
parcheggi sotterranei di Piazza Dante, un’opera da 15 milioni di euro. Si tratta della stessa start-up che
dovrebbe svolgere la propria attività sul settore gestione delle soste a Milano, il cui amministratore delegato
Filippo Lodetti è finito anche lui indagato. E sempre nelle intercettazioni la “cricca” parla di Walter Lupi, ex
Provveditore alle Opere Pubbliche della Liguria ed attuale commissario dell’alta velocità Genova-Milano,
come “l’impiegato di Grillo”.