(Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: Comune di Priolo Gargallo 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: NZ05439 Regione Sicilia CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: Meglio sensibilizzare 2014 – Garanzia giovani 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Protezione Civile, Ricerca e monitoraggio zone a rischio B04 4ª 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: Il comune di Priolo Gargallo geograficamente è collocato sulla costa orientale della Sicilia, bagnata dal mar Ionio, nel tratto compreso tra le province di Catania e Siracusa. E' uno dei comuni della provincia di Siracusa, di forma ellissoide con una protuberanza geomorfologica a forma di "T" fisicamente rappresentata dalla penisola Magnisi, con il suo lato orientale si affaccia per intero sulla fascia costiera Ionica, quest'ultima distante dalla sua parte più interna circa 10Km. dal mare Ionio. Fino al 1979 frazione dei comuni di Melilli e Siracusa e sin da allora cioè dalla raggiunta autonomia comunale con l'unificazione dei territori giurisdizionalmente ibridi confina a Nord con il comune di Melilli, a Nord - Ovest con il comune di Sortino, ad Ovest con il comune di Solarino, a Sud - Ovest con il comune di Floridia, a Sud con un isola amministrativa di Melilli (Città Giardino Fraz. di Melilli) e lo stesso capol. di prov. Siracusa. Il centro abitato trovasi 14Km. a N.W. del capoluogo, bagnato anch'esso dal mar Ionio, ha una popolazione residente di 11.862 abitanti con una densità pari a 198 ab/Kmq, proveniente da ogni provincia regionale della Sicilia, ma anche interregionale, dislocata per la quasi totalità nel centro abitato, il quale, essendo di forma allungata, è disposto longitudinalmente da Ovest verso Est secondo il viale principale che lo delinea, la cui ubicazione trovasi a N.O. del proprio territorio. Il territorio comunale ha un'estensione di 57,59 Kmq di cui circa 1/3 pari all'incirca a 16 Kmq sono destinati alle industrie di tipo chimiche, petrolifere, meccaniche ed elettriche. Esse sono dislocate lungo tutta la costa comunale per utilizzare direttamente sia la linea ferroviaria sia gli sbocchi sul mare Ionio, essendo una preziosa via marittima per il trasporto e lo scambio di merci grezze e lavorate. I rimanenti 2/3 di territorio sono destinati al centro abitato e ai rispettivi servizi, alle strutture civili e militari presenti, alle strutture di giacenza di produzione e trasporto delle sorgenti energetiche di tipo idrauliche, elettriche e gassose. In quest'ultima parte del territorio più estesa vi si trova anche una considerevole presenza di insediamenti produttivi che rappresentano l'indotto del polo industriale. Sono costituiti essenzialmente dalle piccole e medie imprese, le quali forniscono azioni di supporto tecnico-manutentivo alle industrie ivi presenti. Infine, un'altra parte di territorio, sempre ricadente nei 2/3 suddetti, viene destinato alle colture stanziali per ottenere principalmente una discreta produzione di ortaggi, agrumi, frutta e cereali. Il territorio di Priolo Gargallo presenta un andamento piuttosto regolare, esso ricade in una piattaforma continentale degradante verso mare con progressiva diminuzione delle quote procedendo da Ovest verso Est. Dalla particolare conformazione orografica, si nota che i monti Climiti rappresentano un altopiano strutturale sia per la valle dell'Anapo ubicata ad Ovest di essi, che per la pianura "dell'Agro Priolese" invece sita ad Est. La pianura suddetta inoltre risulta ulteriormente delimitata ad Est dall'alto strutturale della penisola Magnisi, sul quale pianoro, insiste quasi tutto il territorio comunale e vi è adagiato anche il centro abitato, la zona agricola e quella industriale. Questa catena naturale dei monti Climiti forma un tavolato di protezione tra la fascia costiera del territorio priolese e l'entroterra. La quota altimetrica più bassa del territorio è ovviamente rappresentata da quelli che si trovano lungo il litorale priolese sul livello del mare convenzionalmente pari a 0 (zero) metri, mentre il punto più alto si trova sui monti Climiti allineato al centro abitato, adiacente al confine comunale, a ridosso della strada provinciale per Sortino, pari a 476 m.s.l.m., avente coordinate geografiche nel sistema Gauss-Boaga Lat.37° 08' 58'', Long. 15° 07' 8''.A parte la barriera dei monti Climiti, che hanno un oscillazione altimetrica compresa fra i 300 m. e i 476 m. la quasi totalità del territorio, come già detto, è pianeggiante con una pendenza media ad andamento decrescente verso Est, partendo dalle pendici dei monti, del 4%. Il torrente Bondifè, scorrendo da Ovest verso Est, rappresenta il confine comunale naturale a Nord di esso. A distanza di 1,3 Km. circa più a Sud da quest'ultimo, scorre parallelamente il torrente Canniolo, che insieme al torrente Priolo, posto più sotto, lambiscono superiormente ed inferiormente il centro abitato, il quale è attraversato da un altro torrente però a superficie chiusa artificialmente di nome Mostringiano. La roccia di questi monti è litologicamente ricca di magnesio, un elemento chimico allo stato naturale, che gli conferisce la tipica colorazione bianca a grana fine. Sulla fascia costiera il terreno e di varia natura, che va dall'argillosa alla rocciosa. Procedendo da Sud lungo il litorale, la spiaggia è formata da una serie di insenature naturali rocciose e dal golfo sabbioso di Fondaconuovo, che anticamente era il porto della città greca Trogilo. Il confine Nord del golfo è segnato dall'istmo sabbioso che unisce la terra ferma alla penisola Magnisi. Oltre l'istmo c'è il bassopiano delle saline, dove la spiaggia diventa paludosa bassa ed algosa fino alla foce del torrente Priolo, oltrepassando la foce spiaggia diventa una scogliera fino a punta girotta. Il territorio appena descritto, nel quale insiste il Comune di Priolo Gargallo, è particolarmente interessato da quattro diversi rischi, che andremo di seguito ad analizzare: Rischio industriale Priolo Gargallo a partire dagli anni ’50 cambia totalmente la sua fisionomia e da paese a carattere agricolo, in seguito all’insediamento dei primi stabilimenti industriali, quali la Rasiom, ne assume uno tipicamente industriale. L’industria per i priolesi e per molti cittadini della provincia di Siracusa diventa la prima forma di reddito, ma se questo apparentemente può sembrare un aspetto positivo, poiché motivo di benessere economiche per tutte le famiglie i cui componenti percepiscono un guadagno grazie a questi colossi industriali, immediatamente ci si rende conto che, anche stavolta, l’uomo ha forse esagerato e se ci soffermiamo ad ammirare il panorama di questo paese, ci ritroviamo davanti immagini, come queste: A conferma dell’alto rischio industriale, possiamo menzionare i diversi incidenti avvenuti a partire dagli anni ’50 ad oggi: Il 25 gennaio 1959 presso la RA.SI.O.M. muore un operaio per le ustioni riportate durante i lavori di manutenzione di una colonna. Il 29 settembre 1965 alla S.IN.CAT esplode un serbatoio di acido solforico provocando la morte di due lavoratori. Il 4 agosto 1971 durante una fase di carico di benzina si incendiano due navi al pontile ESSO. Moriranno sei persone e diversi feriti, il pontile verrà distrutto. Il 23 novembre 1971 alla raffineria ESSO durante una bonifica sei operai rimangono intossicati dal piombo tetraetile. Alcuni di essi moriranno in ospedale. Nella notte tra il 23 e il 24 novembre 1971 alla S.IN.CAT un incendio causa quattro feriti. Il 7 agosto 1973 nello stabilimento della Liquichimica un operaio muore intossicato dai vapori di acido solforico. Nella notte del 12 novembre 1979 alla Montedison un'esplosione causa tre morti e due feriti. Il 19 maggio 1985 l'esplosione all'ICAM di due serbatoi di etilene causò un grave incidente, 2 feriti ed un morto (da infarto, a causa dello shock). Il 25 maggio 1985 durante i lavori di manutenzione di una colonna alla RA.SI.O.M muore un operaio per le ustioni riportate. Il 19 gennaio 1988 un incendio allo stabilimento Enichem causa un morto. Il 30 aprile 2006 un grave incendio si verifica alla raffineria ERG ISAB Impianti Nord di Priolo per la fuoriuscita di idrocarburi. L'incendio di vaste proporzioni provocherà il ferimento di diversi vigili del fuoco. L'area della raffineria verrà sottoposta a sequestro su iniziativa della Procura della Repubblica di Siracusa per accertare le cause dell'incendio. Il 13 ottobre 2008 esplosione in un turbogas presso la Isab Energy, un operaio ferito. Si tratta di un operaio di 31 anni, di Siracusa, che stava lavorando nell'impianto il quale è stato sbalzato dall'onda urto procurandosi qualche contusione alla spalla e alla caviglia. Il 5 novembre 2008 una fuga di acido solforico all'ERG provoca l'intossicazione di venti operai. Il 7 novembre 2008 durante le operazioni di carico in una nave cisterna, centinaia di litri di olio combustibile finiscono in mare nel pontile 19 della raffineria ISAB ERG nord. Il 9 giugno 2011 presso l'impianto TAS della ERG Nord avviene un'esplosione e un conseguente incendio di una vasca di deoleazione. L'esplosione ferisce in maniera non grave tre operai di una ditta esterna. Il 20 dicembre 2011 incendio di un serbatoio di oli pesanti presso ISAB Impianti Nord. L'incendio ha prodotto una nuvola di fumo nero, ma nessun danno a persone. Il 17 dicembre 2011 una nave cargo perde al largo della Gorgona 200 fusti contenenti materiale proveniente da Priolo. Il 22 maggio 2013 presso lo stabilimento Isab Nord impianto CR27 muore un operatore tecnico. Il 26 febbraio 2014 presso lo stabilimento Isab Sud, impianto 500 power former, intorno alle ore 18:00, è scoppiato un compressore con forte boato. La visione di alte fiammate ha allarmato gli abitanti dei centri abitati più vicini: Priolo Gargallo, Città Giardino, Belvedere, Siracusa. I vigili del fuoco sono riusciti a domare le fiamme. L'impianto è stato fermato; la magistratura ha aperto un'inchiesta per capire la dinamica dell'esplosione. Ad ulteriore conferma dell’elevato rischio inquinante del sito in esame, vogliamo fornire i dati di tutti gli sfiaccolamenti registrati negli ultimi due anni: Anno 2012 Air liquide: 4 Isab energy: 14 Isab sud: 9 Isab nord: 3 Versailles: 2 Anno 2013 Air liquide: 2 Isab energy: 56 Isab sud: 8 Isab nord: 9 Priolo servizi: 1 Versailles: 34 A tal riguardo, diventa esigenza prioritaria per la salvaguardia dell’incolumità della popolazione avviare delle attività informative e formative sul rischio industriale e sulle norme comportamentali da adottare in caso di incidente rilevante come da Decreto Legislativo n°334 del 17/08/1999 e s.m.i., con particolare riferimento all’allegato V “scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini ed i lavoratori”, nonché una periodica rilevazione degli agenti inquinanti, usufruendo di specifica strumentazione. L’area d’incidenza in questo tipo di rischio coincide con l’intero territorio comunale, ed ha un'estensione di 57,59 Km2. Fra le attività che i giovani volontari svolgeranno in merito al progetto ci sarà quella di ricerca e di monitoraggio di queste zone a rischio, con l’obiettivo di salvaguardare il territorio e l’ambiente, destinatari, quindi, di quest’azione. A tal fine, i giovani volontari, in sinergia con l’Ufficio di protezione civile, con gli strumenti di rilevazione forniti dall’Ente, terranno sotto osservazione la zona industriale, comunicando immediatamente all’ufficio eventuali sfiaccolamenti nei camini degli impianti. Ma in tale contesto, fondamentale sarà anche una attività di informazione e di sensibilizzazione rivolta ai cittadini, considerati diretti beneficiari di questa azione, perché un cittadino informato sarà anche un cittadino consapevole degli atteggiamenti e delle azioni che dovrà mettere in atto in caso di emergenza, a beneficio di tutti. Rischio idrogeologico: Al fine di poter meglio individuare la posizione di Priolo Gargallo a livello regionale e il relativo rischio idrogeologico connesso alla zone in questione, inseriamo la mappa delle piogge intense regionalizzate: Trovandosi nella parte sud – orientale della Sicilia possiamo constatare come tutta la zona sia particolarmente esposta a precipitazioni piovose non indifferenti: ne è testimonianza l’ultima alluvione imponente che segnò il nostro territorio il 17 settembre del 2003, della quale forniamo un’immagine simbolo del panorama che Priolo Gargallo ed i paesi limitrofi si trovarono davanti quella mattina. Immagine di una cava sita a poche centinaia di metri dal centro abitato durante l’alluvione avvenuta nel settembre 2003 L'Appennino Calabro/Siculo è una delle aree a più alto rischio di dissesto idrogeologico a livello Euro-Mediterraneo, a causa di una conformazione geologica giovane e di un'orografia tormentata. Pur partendo dal presupposto che si tratta di fenomeni naturali, bisogna anche capire quali possono essere le possibili soluzioni senza lasciarsi abbandonare al corso degli eventi e al destino con atteggiamenti fatalisti: enti, istituzioni e autorità competenti (Protezione Civile in primis) esistono anche per questo, per evitare cioè che disastri naturali abbiamo gravi ripercussioni sulla popolazione. E' impossibile bloccare le frane, naturali movimenti delle montagne. Così come è impossibile far smettere di piovere. Ma è possibile salvaguardare la popolazione. E se da un lato si deve agire con la prevenzione e la strategia, quali vere soluzioni al problema di dissesto, evitando di aggravare con le attività umane, le già precarie condizioni del territorio, dall’altro lato si può cercare di “proteggere” i cittadini con attività di sensibilizzazione, preparandoli ad avere quegli atteggiamenti corretti da tenere in caso di emergenza. Anche in questo tipo di rischio l’area d’incidenza coincide con l’intero territorio. Ma in questo caso, destinatari e beneficiari del progetto coincideranno, in quanto tutte le attività svolte dai giovani volontari, quindi di monitoraggio, di ricerca e di prevenzione e sensibilizzazione saranno rivolte a tutti i cittadini di Priolo Gargallo. Rischio sismico Il territorio del comune di Priolo Gargallo è ubicato in una delle aree italiane a più elevato rischio sismico, in quanto sede di numerosi terremoti di elevate intensità, tra quelli successivi all’anno mille alcuni terremoti più significativi hanno raggiunto intensità superiore al IX grado MCS: 4 febbraio 1169 (XI grado MCS); 10 dicembre 1542 IX-X grado MCS); 3 ottobre 1642 IX-X grado MCS); 11 gennaio 1693 (XI grado MCS). Altri terremoti di intensità inferiore sono stati registrati nell’area, come il terremoto del 7 agosto 1849 (V grado MCS) e il terremoto del 13 dicembre 1990 (VII grado MCS). Quest’ultimo rappresenta l’unica testimonianza strumentale disponibile per l’area esaminata. L’area oggetto di studio fa parte del settore nord-orientale Ibleo, geologicamente essa risulta zona di avampaese indisturbata, non coinvolta da meccanismi della catena Appenninico Magrebide. L’assetto geologico strutturale si colloca nel quadro della complessa tettonica del bacino del Mediterraneo, dominata da un regime comprensivo, per la collisione tra la placca Africana e quella Eurasiatica. Questo processo dà luogo a situazioni tettoniche molto complesse a causa dell’esistenza di microplacche che agiscono da “cuscinetto” tra gli opposti margini continentali, rendendo cosi indiretto lo scontro tra i due continenti. La regione è strutturalmente caratterizzata da quattro distinte unità i cui rapporti attuali sono il riflesso delle fasi orogenetiche mio - plioceniche. Esse sono da sud verso nord: l’avampaese ibleo, l’avanfossa esterna, l’avanfossa interna e la catena appenninico - magrebide. In particolare l’avanfossa Ibleo è costituito da una potente serie di calcari cretaceo - miocenici con ripetute intercalazioni di vulcaniti basiche. I sedimenti pliocenici sono distribuiti in maniera discontinua lungo il bordo dell’altopiano Ibleo. Nel settore nord-orientale, da Siracusa ad Agnone, mancano totalmente, oppure sono rappresentati soltanto da sporadiche lenti sabbiose intercalate da potenti colate basiche. La successione stratigrafica pleistocenica comprende due cicli sedimentari principali. Il primo ciclo, riferito al Pleistocene inferiore, si depositano principalmente calcareniti e sabbie fossilifere trasgressive sul substrato carbonatico miocenico o sulle vulcaniti. Il secondo ciclo è costituito da sabbie e calcareniti grossolane “Panchina” spesso terrazzata alla sommità che costituiscono il ciclo Protonico (Pleistocene medio), sono stati riscontrati fino a sei ordini di terrazzi marini medio - pleistocenici. Superfici terrazzate a quote più alte di probabile origine marina, sono attribuite al Pleistocene inferiore. I depositi recenti sono costituiti da sabbie, calcareniti e conglomerati fossiliferi di età tirreniana, anch’essi terrazzati, diffusi lungo la costa tra Augusta e Siracusa. L’Avampaese Ibleo è un’area stabile debolmente deformata durante l’orogenesi alpina e soggetta fino in epoca attuale a moderati sollevamenti e ad una tettonica prevalentemente di tipo distensivo. Una suddivisione basata sulle caratteristiche strutturali e sull’evoluzione tettonico sedimentaria dell’intervallo Miocene superiore – Quaternario distingue un settore occidentale in cui i fenomeni pensionali possono essere considerati la risposta superficiale ad un generale regime comprensivo, ed un settore orientale o settore Ionico caratterizzato da moti distensivi forse in parte trascorrenti lungo il sistema di faglie orientato NNO-SSE, che interessa il bordo ionico della Sicilia e la piattaforma continentale maltese. Le indagini riguardanti questo settore contribuiscono a migliorare le conoscenze sul bacino ionico ritenuto uno dei più importanti fattori cinematica nel periodo in cui l’interazione Africa Europa produceva le maggiori deformazioni durante il Terziario e il Quaternario. I lineamenti morfologici della zona sono in stretta relazione con il diverso grado di erodibilità delle rocce affioranti, ma su di essi assumono importanza determinante i lineamenti tettonici generali della zona per la presenza di strutture determinate da sistemi di faglie, di cui il principale risulta orientato NE-SW. L’idrografia superficiale appare, infatti, decisamente controllata dai lineamenti tettonici (faglie e diaclasi), sede preferenziale dell’erosione ad opera degli agenti esogeni, ed è caratterizzata da valli fluviali (cave) profondamente incassate nelle rocce calcaree, con tipiche pareti subverticali, che hanno isolato colline più o meno ampie e piatte; l’intero reticolo idrografico che si sviluppa sull’altipiano calcareo assume queste caratteristiche. La stabilità generale della parte medio - inferiore dei pendii sembrerebbe assicurata dalla natura morfologica cioè con pendenza bassa; nelle parti morfologicamente più elevate, laddove affiorano i termini sommitali calcareo - calcarenitici della successione miocenica, la presenza di balze a morfologia assai ripida e la frequenza di piani subverticali di fratturazione possono dare luogo a limitati fenomeni franosi per crollo. Ulteriori fenomeni di instabilità gravitativa possono verificarsi in corrispondenza dei bordi degli impluvi sia di natura calcarea che vulcanica, caratterizzati da elevata densità di fratturazione e da una copertura più o meno stabile di materiale detritico alterato ed incoerente, costituito da grossi blocchi e/o da elementi medi e piccoli in matrice sabbioso - limosa. Ad ulteriore conferma dell’elevato rischio sismico che caratterizza il territorio in cui ci troviamo, anche se già ben conosciuto da tutti, inseriamo la mappa delle massime intensità macrosismiche della Sicilia e la relativa tabella per la provincia di Siracusa, Priolo compreso quindi, che ci dà anche il grado d’intensità: Massime intensità macrosismiche osservate nella provincia di Siracusa Comune AUGUSTA AVOLA BUCCHERI BUSCEMI CANICATTINI BAGNI CARLENTINI CASSARO FERLA FLORIDIA FRANCOFONTE LENTINI MELILLI NOTO PACHINO PALAZZOLO ACREIDE ROSOLINI SIRACUSA SOLARINO SORTINO Re 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 Pr 89 89 89 89 89 89 89 89 89 89 89 89 89 89 89 89 89 89 89 Com 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Lat 37.23134 36.90838 37.12514 37.08502 37.03346 37.27446 37.10596 37.11859 37.08170 37.22966 37.28460 37.17884 36.89035 36.71501 37.06198 36.82041 37.08227 37.10001 37.15646 Lon 15.22060 15.13494 14.85121 14.88484 15.06205 15.01533 14.94858 14.93987 15.15265 14.88053 14.99854 15.12753 15.07040 15.09057 14.90334 14.94878 15.28524 15.11923 15.02673 Imax >=10 >=10 >=10 >=10 >=10 >=10 >=10 >=10 >=10 >=10 >=10 >=10 >=10 9 >=10 >=10 >=10 >=10 >=10 PORTOPALO DI CAPO PASSERO PRIOLO GARGALLO 19 19 89 89 20 21 36.68177 37.15694 15.13495 15.18575 9 >=10 Come è chiaramente espresso sia dalla mappa che dalla tabella, trattasi di un territorio con un’intensità elevatissima, cioè >=10. Da ciò si evince palesemente come diventa fondamentale intervenire a favore della popolazione con attività di informazione e sensibilizzazione in maniera costante e massiccia, in modo da diffondere a tutti la cultura dell’autocontrollo, che evita situazioni di panico in caso di evento sismico. È chiaro, quindi, che in questo tipo di rischio, gli 11.862 abitanti del comune di Priolo Gargallo diventano sia i destinatari che i beneficiari del progetto. Rischio incendi: Il massiccio fenomeno dell’industrializzazione e del progressivo abbandono delle aree marginali a destinazione agricola, ha portato alla mancanza di quelle figure, gli agricoltori ed allevatori, che presidiavano costantemente il territorio preservandolo dall’abbandono, ovvero dal prevalere della macchia mediterranea su manufatti, come ad esempio i muri in pietra, tratturi e mulattiere, che costituiscono delle vere e proprie barriere all’incendio. Possiamo affermare che il territorio totale a rischio incendio ha un’estensione di 5.759 ettari. Nel 2013 i roghi, che per la quasi totalità possono essere considerati di origine dolosa e per lo più a ridosso della rete viaria, sono stati 77 e rappresentano l’attività in cui l’Ufficio di Protezione Civile ed il Gruppo comunale di Protezione Civile sono stati maggiormente impegnati, così come si vede dal grafico qui di seguito: Interventi Anno 2012 Totale Interventi 340 Interventi Anno 2013 Totale Interventi 249 Nello specifico, al fine di avere un’analisi dettagliata sulle emergenze più frequenti, abbiamo voluto elencare della tipologia e dei numeri d’interventi effettuati dal gruppo di protezione civile comunale: Interventi Protezione Civile Priolo Gargallo Anno 2012 Tipologia d’intervento Numero d’interventi Pericolo viabilità Incendi Rappresentanza Assistenza alla popolazione Fuga di gas Servizio nautico di prevenzione Esercitazioni nelle scuole Esercitazioni Assistenza alle forze dell'ordine Servizio di prevenzione Incolumità pubblica Informazione alla popolazione 22 108 33 15 1 11 1 4 12 110 11 12 Interventi Protezione Civile Priolo Gargallo Anno 2013 Tipologia d’intervento Numero d’interventi Esercitazioni nelle scuole Informazione alla popolazione Emergenza migranti Servizio nautico di prevenzione Incolumità pubblica Assistenza UN comunale Rappresentanza Servizio di prevenzione Incendi Assistenza alle forze dell'ordine Assistenza alla popolazione Sopralluogo Pericolo viabilità 5 3 8 30 6 4 23 59 77 8 9 7 10 Dal momento, che a causa della vastità del territorio, i volontari del Gruppo comunale non riescono sempre a far fronte alle situazioni d’emergenza, l’inserimento dei giovani volontari contribuirebbe a mantenere un servizio di ricerca e monitoraggio, soprattutto durante la stagione estiva, che fungerebbe da deterrente contro i piromani, nonché un valido supporto in caso di emergenza. Dai dati fornitici dall’Ufficio di Protezione Civile, risulta che il gruppo comunale di Protezione Civile sia stato impegnato nell’arco del 2012 in 340 interventi, e nel 2013 in 249, sviluppati per settori e percentuali nella tabella su esposta. Il gruppo, a causa della vastità del territorio in rapporto al numero dei volontari, e soprattutto all’entità dei rischi presenti nel territorio non riesce a svolgere tutti gli interventi richiesti, e soprattutto ad attuare il monitoraggio e le attività di prevenzione necessarie a prevenire i rischi. C’è da dire, inoltre, che l’importantissima attività di sensibilizzazione e di informazione ai cittadini non è massiccia, come dovrebbe essere in una zona sottoposta a dei rischi così gravi. Si calcola, infatti, che si riesce a fare solo una simulazione di evacuazione l’anno e circoscritta alle scuole. Ci si rende conto che ciò risulta decisamente insufficiente se si vuole infondere quella cultura della prevenzione che dovrebbe essere propria di una cittadina caratterizzata da una così delicata situazione territoriale. L’inserimento dei giovani volontari contribuirebbe ad intensificare questa attività di informazione, tramite brochure, convegni e stand presenti durante le principali manifestazioni ed eventi di Priolo Gargallo. In quest’ottica diventerà rilevante il confronto e la collaborazione con i partner informali presenti in questa realtà locale, e di quelli formali che hanno firmato l’accordo per la realizzazione di tale progetto, con i quali si riuscirà ad interagire nelle attività previste (vedi punti 8.1 e 24). Quindi oltre i partner formali, che sono meglio specificati al punto 24, i giovani volontari di Servizio civile potranno essere supportati da altre realtà locali, quali ad esempio “La Misericordia” e gli “Scout”, che potrebbe intervenire, insieme ai volontari dell’Ente, nell’organizzazione di simulazioni ed esercitazioni sia nelle scuole che rivolte a tutta la cittadinanza. Si potrebbero, inoltre, coinvolgere le imprese locali per la fornitura di attrezzature e materiali vari utili nelle esercitazioni. Sarà fondamentale, inoltre, coinvolgere le attività commerciali, soprattutto, nella fase di sensibilizzazione rivolta alla popolazione. Attivare questo tipo d’interventi, quindi di monitoraggio delle zone rischio, contribuirebbe, decisamente, alla prevenzione del rischio di incendio, evitando che ettari di terreno possano andare in fumo, come purtroppo la cronaca passata ci ha insegnato; in questo modo diventa destinatario del progetto l’ambiente e beneficiari i cittadini stessi, con particolare riferimento ai proprietari terrieri. (Fonte: Ufficio di Protezione Civile Comunale e Piano Comunale di Protezione Civile) 7) Obiettivi del progetto: Obiettivi per i volontari: Fornire alle giovani generazioni, che scelgono la possibilità del Servizio Civile, un’importante opportunità formativa, progettata fin da subito come momento di orientamento alla crescita, educazione alla cittadinanza attiva ed alla solidarietà; Offrire un’occasione istituzionalmente riconosciuta di formazione civica attraverso un’esperienza scelta volontariamente. Nel quadro delle finalità proprie del Servizio Civile Volontario, inteso come strumento rivolto a far acquisire ai volontari una coscienza civica, una sensibilità sociale, un’attenzione per l’altro e per il diverso, obiettivo fondamentale di tale progetto è permettere l’acquisizione da parte dei giovani volontari di una educazione e di una conoscenza delle tematiche legate alla Protezione Civile; Offrire ai giovani l’occasione per confrontarsi in una nuova dimensione organizzativa e comunitaria, sperimentando da una parte l’esperienza dell’autonomia e della responsabilità personale, dall’altra la relazione e la responsabilità condivisa e legata al contesto e al gruppo di lavoro; Far vivere ai volontari un’esperienza di volontariato che sia al contempo strumento di crescita morale e opportunità di realizzazione professionale; Promuovere una cultura della cittadinanza attiva che veda i volontari di servizio civile come soggetti appartenenti a un contesto, capaci di influenzarlo positivamente; Consentire ai giovani volontari del Servizio Civile di svolgere le diverse attività previste, in modo tale da ottenere al termine del servizio, un bagaglio esperienziale significativamente valido sia dal punto di vista etico e civico, sia dal punto di vista tecnico-operativo; Promuovere in tal modo una cultura della cittadinanza che veda i volontari come soggetti in grado di assumere e incentivare comportamenti culturali, etici ispirati ai principi fondamentali di una società civile, che superi i confini delle esigenze personali per pensare alle generazioni future; Favorire nei giovani operatori di servizio civile l’acquisizione di una coscienza civica e sociale che possa contribuire al miglioramento della conoscenza della cultura, della comunicazione per la tutela del territorio e della salvaguardia dell’ambiente; Promuovere una cultura della cittadinanza che veda i volontari di servizio civile come soggetti appartenenti a un contesto, capaci di influenzarlo positivamente rendendolo più rispondente in principi della nostra costituzione repubblicana; Obiettivi del progetto: Sviluppare delle capacità di coordinamento e orientamento tra i cittadini e gruppi di protezione civile, istituire un regime di collaborazione attiva tra tutti gli enti pubblici e privati; La sensibilizzazione delle giovani generazioni alle problematiche della protezione civile quali previsione e prevenzione dei rischi nonché a quelle di tutela del territorio e della salvaguardia dell’ambiente, con particolare riferimento alle scuole dove verranno organizzati incontri sul tema; Realizzare interventi di monitoraggio e studio del territorio, in riferimento al rischio di calamità naturali e alla difesa civile, in modo di informare la popolazione sulle procedure da seguire in fase di emergenza prevenendo così comportamenti non idonei alle circostanze; Attivare una rete delle associazioni di volontariato antincendio boschivo (AIB) che operano sul territorio provinciale al fine di coordinarne e monitorarne le attività, nonché di favorire lo scambio di esperienze, la diffusione delle buone pratiche e di evitare il sovrapporsi e il ripetersi di iniziative sul territorio provinciale che non siano tra loro integrate; Diminuire la frequenza degli incendi e salvaguardare le zone a rischio anche tramite il decespugliamento e, aumentare attraverso il monitoraggio, la tempestività dell’intervento; Rilevare e aggiornare i dati utili alla pianificazione comunale di protezione civile, in merito al rischio sismico ed industriale; Procedere ad una revisione con conseguente aggiornamento ed inserimento nel database, di tutti i dati mancanti o da aggiornare e per i quali saranno necessari sopralluoghi o incontri specifici; La redazione di un opuscolo, distribuito a tutte le famiglie residenti, contenente inoltre indicazioni sui comportamenti da tenere da parte dei cittadini per i vari scenari di rischio; La partecipazione alle varie manifestazioni organizzate sul territorio al fine di diffondere il più possibile le conoscenze circa i rischi a cui è soggetto il territorio e la cultura della Protezione Civile fra la popolazione, con ulteriore finalità di favorire l’ingresso di nuovi volontari nel Gruppo; Avviare un monitoraggio dei piani di emergenza al fine di verificare la presenza di procedure e strumenti per il soccorso e l’allertamento dei disabili; Individuare esempi di “buone pratiche” nell’ambito delle iniziative già realizzate da enti pubblici e privati per il soccorso e la riduzione dei rischi per disabili in emergenza, realizzando a tale scopo esercitazioni specifiche; Creare dei database con i dati raccolti durante l’attività; Redazione e Aggiornamento dei piani comunali di protezione, anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni operanti nel territorio, seguendo i criteri del metodo Augustus. 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi Come precedentemente indicato, il progetto riguarda l’impiego di volontari in servizio civile in alcuni ambiti dell’attività di Protezione Civile. Il progetto avrà inizio con l’accoglienza dei volontari a cui saranno fornite le informazioni utili a muoversi all’ interno della struttura in modo da svolgere le loro mansioni in affiancamento agli altri operatori; fatto questo avrà inizio il percorso formativo e l’ inizio delle seguenti attività volte al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Fasi Accoglienza e formazione dei volontari Raccolta dati e monitoraggio Attività -Presentazione ed Accoglienza tra giovani volontari del Servizio civile, OLP e dipendenti dell’Ente; -Conoscenza tra i volontari del servizio civile, i dipendenti e i partners coinvolti nel progetto: dopo una prima accoglienza, al fine di costituire una vera equipe saranno organizzati degli incontri di gruppo per condividere obiettivi ed attività del progetto; -Formazione generale dei giovani volontari: tramite incontri tematici come da punto 32-33; -Formazione specifica dei giovani volontari: tramite incontri tematici come da punto 39-40; -Sistematica raccolta di dati relativi ai principali fenomeni di dissesto avvenuti sul territorio nel recente passato, numero di abitanti e nuclei familiari, numero di infrastrutture pubbliche e private coinvolte nelle aree inondabili, instabili, a rischio sismico, a rischio industriale ed alla successiva informatizzazione dei dati acquisiti; -Inventario del patrimonio storico e artistico da salvaguardare in caso di calamità; -Ricognizione nel territorio degli utenti non autosufficienti che in caso di calamità di ogni genere, necessitano Elaborazione dati Sensibilizzazione Analisi dei dati prioritariamente di un aiuto per lasciare la propria abitazione; -Censimento dei data base disponibili presso il Servizio Protezione Civile e la Regione, utili per le attività della Sala Operativa; -monitoraggio del territorio per le zone a rischio di incendi; -Pianificazione degli incontri con i volontari dell’Ente: i giovani volontari pianificheranno gli incontri con il gruppo comunale di Protezione Civile per l’organizzazione di attività comuni; -Redazione del materiale informativo: Predisposizione delle procedure di comunicazione, anche mediante l'uso di strumenti multimediali e telematici; - Predisposizione di un sintetico indice e delle procedure di accesso ai data base implementati; -Implementazione dei data base sulle attrezzature informatiche della Sala Operativa; -Integrazione del data base attuale con ulteriori informazioni riguardanti le risorse del sistema delle associazioni regionali di volontariato di protezione civile; -Elaborazioni cartografiche; -Aggiornamento del piano di Protezione Civile; -Sensibilizzazione dei cittadini con organizzazione di evacuazione per vari tipi di rischio e con l’attuazione dei piani di emergenza con la costruzione di scenari di rischio; -Attivazione per la pianificazione e l’attuazione di esercitazione che in un primo momento coinvolgeranno gli alunni delle scuole insistenti nel territorio, in un secondo momento se possibile si effettuerà una esercitazione nella quale i genitori saranno invitati ad intervenire per simulare il prelievo dei figli come durante un’emergenza; -distribuzione del materiale informativo realizzato per la promozione delle attività da realizzare tramite porta a porta, posta e posta elettronica. -Organizzazione di un convegno finale con il coinvolgimento della cittadinanza: verifica e confronto tra le esperienze vissute dai volontari, attraverso il quale rappresentare le attività realizzate territorialmente grazie all’impiego dei volontari ed i risultati conseguiti con riferimento alle specifiche attività progettuali. 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 6 10) Numero posti con vitto e alloggio: 0 11) Numero posti senza vitto e alloggio: 6 12) Numero posti con solo vitto: 0 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo: 1400h annuali al netto delle giornate di permesso previste, con un minimo di 12 ore settimanali obbligatorie. 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 5 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: Disponibilità a trasferimenti temporanei di sede per formazione, sensibilizzazione, visite guidate ed eventuali missioni per servizio; Rispetto delle direttive impartite, dell’orario previsto, delle mansioni da svolgere, comportamento rispettoso delle regole e massima riservatezza. Flessibilità oraria, impegno nei giorni festivi 16) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L’Ente, ha previsto un piano articolato di diffusione dell’iniziativa progettuale, che sarà finalizzato alla valorizzazione dei progetti, alla promozione, alla sensibilizzazione, alla creazione di sinergie fra gli enti accreditati e gli attori locali, al sostegno alla formazione, nonché alla verifica e al riconoscimento del Servizio Civile sul territorio Regionale. 17) Criteri e modalità di selezione dei volontari: La selezione dei candidati sarà effettuata sulla base dei criteri stabiliti dal Decreto n. 173 dell’11 giugno 2009 del Capo dell’Ufficio Nazionale per il servizio civile. 18) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto: Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato dall’Ufficio Nazionale in sede di accreditamento, acquisito da ente di 1^ classe. 19) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI A.S.SO.D. NZ00806 CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 20) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Le attività previste dal progetto assicureranno acquisizioni utili alla crescita individuale umana, tecnico ed esperienziale del volontario con reale possibilità di una qualificata preparazione psico- attitudinale e teorico- pratico con acquisizione di competenze e le professionalità utili ai fini del curriculum vitae con particolare riferimento a: - Condurre campagne d’informazione; Ideare e realizzare conferenze, seminari e dibattiti; Utilizzo di tecniche informatiche; Formazione generale dei volontari 21) Sede di realizzazione: Locali dell’ente o locali messi a disposizione da altri enti accreditati al SCN. 22) Modalità di attuazione: In proprio, presso l’ente con servizi acquisiti dall’A.S.SO.D. 23) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI A.S.SO.D. NZ00806 24) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione generale dei volontari in servizio, coerentemente con il dettato delle Nuove Linee Guida emanate dall’Ufficio Nazionale, avverrà secondo tecniche e metodologie diversificate; in particolare saranno adottate le metodologie della lezione frontale per circa il 50% delle ore complessive previste, attraverso moduli frontali d’aula con l’impiego di uno o più docenti o esperti in conformità al dettato normativo citato, supportate da sussidi audiovisivi ed informatici, distribuzione di dispense e testi attinenti i contenuti della formazione svolta e l’attuazione di dinamiche non formali per circa il 50% delle ore complessive previste, tra le quali si segnalano in via non esaustiva: simulazioni ed esercitazioni sia individuali che di gruppo, role-playing, studio di casi, sotto la supervisione del formatore, lavori di gruppo, lettura e commento di documenti, esercitazioni teorico-pratiche. I moduli formativi sono raccolti in un registro sul quale sono annotate le presenze degli allievi volontari con firma del docente formatore ed indicazioni circa l’argomento trattato. 25) Contenuti della formazione: Il percorso formativo è costituito da una serie di moduli raggruppati all’interno di macroaree tematiche: una sorta di percorso logico e di viaggio nel mondo del servizio civile. Come previsto dalle nuove linee guida per la formazione generale. Macroaree e moduli formativi 1 “Valori e identità del SCN” 1.1 L’identità del gruppo in formazione e patto formativo (3 ore) Al fine di trasmettere l’identità di gruppo, i volontari in servizio civile, esprimeranno le loro idee sul servizio civile, le proprie aspettative, le motivazioni e gli obiettivi individuali. Il volontario prenderà consapevolezza attraverso i concetti di “Patria”, “difesa senza armi”, “difesa non violenta” che questo è il contesto che legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di servizio civile. 1.2 Dall’obiezione di coscienza al SCN (6 ore) Partendo dalla narrazione dei primi casi di obiezione di coscienza in Italia, si arriverà ad argomentare sull’attuale configurazione del Servizio Civile Nazionale come come difesa civile della Patria con mezzi ed attività non militari, attraverso l’intervento e l’impegno sociale. 1.3 Il dovere di difesa della Patria – difesa civile non armata e nonviolenta (6 ore) 1.3.a Ai volontari verrà trasmesso il concetto di Patria e di difesa civile della Patria i principi costituzionali della solidarietà e dell’uguaglianza, dello sviluppo della cultura, della tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della Nazione e della pace tra i popoli. 1.3.b Si presenteranno le forme attuali di difesa popolare nonviolenta sul piano istituzionale,di movimento e della società civile e in riferimento al diritto internazionale si potranno inoltre approfondire le tematiche di prevenzione della guerra di peacekeeping, peace-enforcing e peacebuilding, oltre alle tematiche concernenti la pace ed i diritti umani. 1.4 La normativa vigente e la Carta di impegno etico (3 ore) Verranno illustrate le norme legislative che regolano il sistema del servizio civile. In particolare si evidenzierà l’importanza della sottoscrizione della Carta di Impegno Etico dall’Ente: un patto tra l’UNSC e l’Ente, con cui essi si impegnano reciprocamente al rispetto dei valori posti alla base della cultura e dell’identità del servizio civile nazionale. 2 “La cittadinanza attiva” 2.1 La formazione civica (3 ore) Tra le finalità del SCN vi è la formazione civica dei giovani tramite corso di formazione civica, con alla base la conoscenza della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e della Carta costituzionale e dell’insieme dei principi, dei valori, delle regole e dei diritti e doveri che costituiscono la base della civile convivenza, indispensabile affinché i giovani volontari possano diventare cittadini attivi, ricollegando i principi teorici ad azioni pratiche ed insegnando ai volontari a tradurre in comportamenti ed azioni le idee e i valori sanciti dalla Carta costituzionale. 2.2 Le forme di cittadinanza (3 ore) Si illustreranno in questo modulo le forme di partecipazione, individuali e collettive, tramite esempi concreti che possono essere illustrati e discussi nell’impostazione, nell’azione e nelle conseguenze, invitando i ragazzi a proporre ed elaborare, anche tramite le metodologie non formali e la logica progettuale, un percorso di azione. 2.3 La protezione civile (4 ore) Il tema della protezione civile, che si integra perfettamente nel concetto di difesa della Patria come difesa dell’ambiente, del territorio e delle persone, verrà affrontato non solo attraverso propedeutici cenni tecnici e operativi, ma soprattutto dal punto di vista culturale. Si illustrerà, inoltre, come il territorio/comunità possa essere colpito da eventi naturali ed antropici, in grado di metterne a dura prova l’esistenza. A tal scopo, si mostrerà come la protezione civile agisce attraverso la previsione e prevenzione dei rischi e l’intervento in emergenza, sottolineando lo stretto rapporto tra prevenzione, tutela ambientale e legalità. Verranno, inoltre, illustrate le norme di comportamento da seguire nei confronti delle popolazioni colpite da eventi calamitosi. 2.4 La rappresentanza dei volontari nel servizio civile (2 ore) In questo modulo verrà illustrata ai volontari un’ulteriore forma di cittadinanza attiva, qual è quella di partecipare e di candidarsi alle Elezioni per i Rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in SCN, inserita nel contesto della cittadinanza attiva, spiegandone il suo funzionamento e la sua importanza visto come ruolo di responsabilità. 3 “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile” 3.1 Presentazione dell’ente (2 ore) Ai volontari verranno presentate la storia, le caratteristiche specifiche e le modalità organizzative ed operative dell’Ente accreditato, presso il quale presteranno servizio. 3.2 Il lavoro per progetti (2 ore) Il lavorare per progetti è un metodo nato e sviluppato per consentire la governabilità dei processi complessi, nel rispetto degli obiettivi prefissati e dei vincoli temporali. Il progetto viene suddiviso in fasi e compiti che vengono assegnati ad un team di persone, ciascuno secondo le proprie competenze. L’integrazione del team, volontari in servizio civile compresi, è il risultato della capacità di comunicazione, coordinamento e cooperazione delle varie figure. 3.3 L’organizzazione del servizio civile e le sue figure (2 ore) Per la buona riuscita del progetto è fondamentale una buona conoscenza dello stesso nel suo insieme e quindi un’attenta conoscenza delle diverse figure e dei loro ruoli. A sua volta, lo stesso ente è collocato all’interno di una sovrastruttura più grande , che costituisce “il sistema di servizio civile”. E’ importante che il volontario conosca “tutte” le figure che operano all’interno dello stesso ente per il raggiungimento degli obiettivi. 3.4 Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale (3 ore) In tale modulo verrà presentato e illustrato ai volontari il “Prontuario concernente la disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale. 3.5 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti (3 ore) Verrà trasmesso ai volontari l’importanza della comunicazione, sia nei rapporti fra singoli individui, sia a livello di gruppi. A tal proposito si prenderanno in esame elementi costitutivi quali il contesto, l'emittente, il messaggio, il canale comunicativo, il destinatario e la ricezione del messaggio da parte di quest'ultimo. Ai giovani, inoltre, si prospetterà il sorgere di possibili conflitti, analizzando l'interazione con gli altri soggetti e la loro risoluzione in modo costruttivo. 26) Durata: 42 ore da erogare e certificare entro e non oltre 180 gg dall’avvio del progetto. Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 27) Sede di realizzazione: Locali dell’ente. 28) Modalità di attuazione: In proprio, presso l’Ente con formatori dell’ente e con enti terzi 29) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: L’intero progetto formativo sarà articolato in tre “fasi” di attività interconnesse ed interagenti, ognuna delle quali è dotata di una sua caratterizzazione specifica quanto a contenuti tecnici ed operazionali. La prima fase si esplicita nell’azione tecnica di “preparazione” e costituisce il punto di inizio del processo progettuale; qui confluiscono (da precedenti contatti con l’ambiente sociale, culturale ed organizzativo) e vengono elaborate ed organizzate tutte quelle informazioni di base che danno forma e struttura all’intera attività. La suddetta fase si concretizza attraverso: - analisi del contesto; - rilevazione del fabbisogno di formazione; - pianificazione del progetto di dettaglio per l’utenza specifica. La seconda fase si esplicita nell’azione tecnica di “realizzazione” e costituisce l’implementazione del progetto formativo. In questa fase si svolgono le operazioni didattiche previste controllando gli eventi che tali operazioni producono grazie ad opportuni interventi di verifica in progress. La terza fase si esplicita nell’azione tecnica della “valutazione” e prevede: una verifica in itinere, per monitorare la realizzazione ed operare eventuali modifiche in corso d’opera, una valutazione della qualità e dell’efficacia/efficienza del processo formativo; 30) Contenuti della formazione: Modulo n° 0 “PRESENTAZIONE CORSO” Modulo n° 1 “AREA SICUREZZA” Modulo n° 2 “AREA LEGISLATIVA” Modulo n° 3 “AREA TECNICO-OPERATIVA” Modulo n° 4 “AREA INFORMATICA” Modulo n° 5 “AREA LEADERSHIP” Modulo n° 6 “AREA AUTOIMPRENDITORIALITA’” Modulo n° 7 “AREA COMMERCIALE” 31) Durata: 98 ore da erogare e certificare entro e non oltre 90 gg dall’avvio del progetto. Altri elementi della formazione 32) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Si richiama al riguardo il sistema di monitoraggio verificato dall’Ufficio Nazionale in sede di accreditamento, acquisito da ente di 1^ classe. Priolo Gargallo, 29/07/2014 Il Sindaco Antonello Rizza
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