Meglio sensibilizzare - Comune di Priolo Gargallo

(Allegato 1)
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
Comune di Priolo Gargallo
2) Codice di accreditamento:
3) Albo e classe di iscrizione:
NZ05439
Regione Sicilia
CARATTERISTICHE PROGETTO
4) Titolo del progetto:
Meglio sensibilizzare 2014 – Garanzia giovani
5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):
Protezione Civile, Ricerca e monitoraggio zone a rischio B04
4ª
6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza
il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori
misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:
Il comune di Priolo Gargallo geograficamente è collocato sulla costa orientale della Sicilia,
bagnata dal mar Ionio, nel tratto compreso tra le province di Catania e Siracusa. E' uno dei
comuni della provincia di Siracusa, di forma ellissoide con una protuberanza geomorfologica a
forma di "T" fisicamente rappresentata dalla penisola Magnisi, con il suo lato orientale si
affaccia per intero sulla fascia costiera Ionica, quest'ultima distante dalla sua parte più interna
circa 10Km. dal mare Ionio. Fino al 1979 frazione dei comuni di Melilli e Siracusa e sin da
allora cioè dalla raggiunta autonomia comunale con l'unificazione dei territori
giurisdizionalmente ibridi confina a Nord con il comune di Melilli, a Nord - Ovest con il
comune di Sortino, ad Ovest con il comune di Solarino, a Sud - Ovest con il comune di Floridia,
a Sud con un isola amministrativa di Melilli (Città Giardino Fraz. di Melilli) e lo stesso capol. di
prov. Siracusa. Il centro abitato trovasi 14Km. a N.W. del capoluogo, bagnato anch'esso dal mar
Ionio, ha una popolazione residente di 11.862 abitanti con una densità pari a 198 ab/Kmq,
proveniente da ogni provincia regionale della Sicilia, ma anche interregionale, dislocata per la
quasi totalità nel centro abitato, il quale, essendo di forma allungata, è disposto
longitudinalmente da Ovest verso Est secondo il viale principale che lo delinea, la cui
ubicazione trovasi a N.O. del proprio territorio.
Il territorio comunale ha un'estensione di 57,59 Kmq di cui circa 1/3 pari all'incirca a 16 Kmq
sono destinati alle industrie di tipo chimiche, petrolifere, meccaniche ed elettriche. Esse sono
dislocate lungo tutta la costa comunale per utilizzare direttamente sia la linea ferroviaria sia gli
sbocchi sul mare Ionio, essendo una preziosa via marittima per il trasporto e lo scambio di merci
grezze e lavorate. I rimanenti 2/3 di territorio sono destinati al centro abitato e ai rispettivi
servizi, alle strutture civili e militari presenti, alle strutture di giacenza di produzione e trasporto
delle sorgenti energetiche di tipo idrauliche, elettriche e gassose. In quest'ultima parte del
territorio più estesa vi si trova anche una considerevole presenza di insediamenti produttivi che
rappresentano l'indotto del polo industriale. Sono costituiti essenzialmente dalle piccole e medie
imprese, le quali forniscono azioni di supporto tecnico-manutentivo alle industrie ivi presenti.
Infine, un'altra parte di territorio, sempre ricadente nei 2/3 suddetti, viene destinato alle colture
stanziali per ottenere principalmente una discreta produzione di ortaggi, agrumi, frutta e cereali.
Il territorio di Priolo Gargallo presenta un andamento piuttosto regolare, esso ricade in una
piattaforma continentale degradante verso mare con progressiva diminuzione delle quote
procedendo da Ovest verso Est. Dalla particolare conformazione orografica, si nota che i monti
Climiti rappresentano un altopiano strutturale sia per la valle dell'Anapo ubicata ad Ovest di
essi, che per la pianura "dell'Agro Priolese" invece sita ad Est. La pianura suddetta inoltre
risulta ulteriormente delimitata ad Est dall'alto strutturale della penisola Magnisi, sul quale
pianoro, insiste quasi tutto il territorio comunale e vi è adagiato anche il centro abitato, la zona
agricola e quella industriale. Questa catena naturale dei monti Climiti forma un tavolato di
protezione tra la fascia costiera del territorio priolese e l'entroterra. La quota altimetrica più
bassa del territorio è ovviamente rappresentata da quelli che si trovano lungo il litorale priolese
sul livello del mare convenzionalmente pari a 0 (zero) metri, mentre il punto più alto si trova sui
monti Climiti allineato al centro abitato, adiacente al confine comunale, a ridosso della strada
provinciale per Sortino, pari a 476 m.s.l.m., avente coordinate geografiche nel sistema Gauss-Boaga Lat.37° 08' 58'', Long. 15° 07' 8''.A parte la barriera dei monti Climiti, che hanno un
oscillazione altimetrica compresa fra i 300 m. e i 476 m. la quasi totalità del territorio, come già
detto, è pianeggiante con una pendenza media ad andamento decrescente verso Est, partendo
dalle pendici dei monti, del 4%.
Il torrente Bondifè, scorrendo da Ovest verso Est, rappresenta il confine comunale naturale a
Nord di esso. A distanza di 1,3 Km. circa più a Sud da quest'ultimo, scorre parallelamente il
torrente Canniolo, che insieme al torrente Priolo, posto più sotto, lambiscono superiormente ed
inferiormente il centro abitato, il quale è attraversato da un altro torrente però a superficie
chiusa artificialmente di nome Mostringiano. La roccia di questi monti è litologicamente ricca
di magnesio, un elemento chimico allo stato naturale, che gli conferisce la tipica colorazione
bianca a grana fine. Sulla fascia costiera il terreno e di varia natura, che va dall'argillosa alla
rocciosa.
Procedendo da Sud lungo il litorale, la spiaggia è formata da una serie di insenature naturali
rocciose e dal golfo sabbioso di Fondaconuovo, che anticamente era il porto della città greca
Trogilo. Il confine Nord del golfo è segnato dall'istmo sabbioso che unisce la terra ferma alla
penisola Magnisi. Oltre l'istmo c'è il bassopiano delle saline, dove la spiaggia diventa paludosa
bassa ed algosa fino alla foce del torrente Priolo, oltrepassando la foce spiaggia diventa una
scogliera fino a punta girotta.
Il territorio appena descritto, nel quale insiste il Comune di Priolo Gargallo, è particolarmente
interessato da quattro diversi rischi, che andremo di seguito ad analizzare:

Rischio industriale
Priolo Gargallo a partire dagli anni ’50 cambia totalmente la sua fisionomia e da paese a
carattere agricolo, in seguito all’insediamento dei primi stabilimenti industriali, quali la Rasiom,
ne assume uno tipicamente industriale.
L’industria per i priolesi e per molti cittadini della provincia di Siracusa diventa la prima forma
di reddito, ma se questo apparentemente può sembrare un aspetto positivo, poiché motivo di
benessere economiche per tutte le famiglie i cui componenti percepiscono un guadagno grazie a
questi colossi industriali, immediatamente ci si rende conto che, anche stavolta, l’uomo ha forse
esagerato e se ci soffermiamo ad ammirare il panorama di questo paese, ci ritroviamo davanti
immagini, come queste:
A conferma dell’alto rischio industriale, possiamo menzionare i diversi incidenti avvenuti a
partire dagli anni ’50 ad oggi:
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
Il 25 gennaio 1959 presso la RA.SI.O.M. muore un operaio per le ustioni riportate
durante i lavori di manutenzione di una colonna.
Il 29 settembre 1965 alla S.IN.CAT esplode un serbatoio di acido solforico provocando
la morte di due lavoratori.
Il 4 agosto 1971 durante una fase di carico di benzina si incendiano due navi al pontile
ESSO. Moriranno sei persone e diversi feriti, il pontile verrà distrutto.
Il 23 novembre 1971 alla raffineria ESSO durante una bonifica sei operai rimangono
intossicati dal piombo tetraetile. Alcuni di essi moriranno in ospedale.
Nella notte tra il 23 e il 24 novembre 1971 alla S.IN.CAT un incendio causa quattro
feriti.
Il 7 agosto 1973 nello stabilimento della Liquichimica un operaio muore intossicato dai
vapori di acido solforico.
Nella notte del 12 novembre 1979 alla Montedison un'esplosione causa tre morti e due
feriti.
Il 19 maggio 1985 l'esplosione all'ICAM di due serbatoi di etilene causò un grave
incidente, 2 feriti ed un morto (da infarto, a causa dello shock).
Il 25 maggio 1985 durante i lavori di manutenzione di una colonna alla RA.SI.O.M
muore un operaio per le ustioni riportate.
Il 19 gennaio 1988 un incendio allo stabilimento Enichem causa un morto.
Il 30 aprile 2006 un grave incendio si verifica alla raffineria ERG ISAB Impianti Nord
di Priolo per la fuoriuscita di idrocarburi. L'incendio di vaste proporzioni provocherà il
ferimento di diversi vigili del fuoco. L'area della raffineria verrà sottoposta a sequestro
su iniziativa della Procura della Repubblica di Siracusa per accertare le cause
dell'incendio.
Il 13 ottobre 2008 esplosione in un turbogas presso la Isab Energy, un operaio ferito. Si
tratta di un operaio di 31 anni, di Siracusa, che stava lavorando nell'impianto il quale è
stato sbalzato dall'onda urto procurandosi qualche contusione alla spalla e alla caviglia.
Il 5 novembre 2008 una fuga di acido solforico all'ERG provoca l'intossicazione di venti
operai.
Il 7 novembre 2008 durante le operazioni di carico in una nave cisterna, centinaia di litri
di olio combustibile finiscono in mare nel pontile 19 della raffineria ISAB ERG nord.
Il 9 giugno 2011 presso l'impianto TAS della ERG Nord avviene un'esplosione e un
conseguente incendio di una vasca di deoleazione. L'esplosione ferisce in maniera non
grave tre operai di una ditta esterna.
Il 20 dicembre 2011 incendio di un serbatoio di oli pesanti presso ISAB Impianti Nord.
L'incendio ha prodotto una nuvola di fumo nero, ma nessun danno a persone.
Il 17 dicembre 2011 una nave cargo perde al largo della Gorgona 200 fusti contenenti
materiale proveniente da Priolo.
Il 22 maggio 2013 presso lo stabilimento Isab Nord impianto CR27 muore un operatore
tecnico.
Il 26 febbraio 2014 presso lo stabilimento Isab Sud, impianto 500 power former, intorno
alle ore 18:00, è scoppiato un compressore con forte boato. La visione di alte fiammate
ha allarmato gli abitanti dei centri abitati più vicini: Priolo Gargallo, Città Giardino,
Belvedere, Siracusa. I vigili del fuoco sono riusciti a domare le fiamme. L'impianto è
stato fermato; la magistratura ha aperto un'inchiesta per capire la dinamica
dell'esplosione.
Ad ulteriore conferma dell’elevato rischio inquinante del sito in esame, vogliamo fornire i dati
di tutti gli sfiaccolamenti registrati negli ultimi due anni:
Anno 2012
Air liquide: 4
Isab energy: 14
Isab sud: 9
Isab nord: 3
Versailles: 2
Anno 2013
Air liquide: 2
Isab energy: 56
Isab sud: 8
Isab nord: 9
Priolo servizi: 1
Versailles: 34
A tal riguardo, diventa esigenza prioritaria per la salvaguardia dell’incolumità della popolazione
avviare delle attività informative e formative sul rischio industriale e sulle norme
comportamentali da adottare in caso di incidente rilevante come da Decreto Legislativo n°334
del 17/08/1999 e s.m.i., con particolare riferimento all’allegato V “scheda di informazione sui
rischi di incidente rilevante per i cittadini ed i lavoratori”, nonché una periodica rilevazione
degli agenti inquinanti, usufruendo di specifica strumentazione.
L’area d’incidenza in questo tipo di rischio coincide con l’intero territorio comunale, ed ha
un'estensione di 57,59 Km2.
Fra le attività che i giovani volontari svolgeranno in merito al progetto ci sarà quella di ricerca e
di monitoraggio di queste zone a rischio, con l’obiettivo di salvaguardare il territorio e
l’ambiente, destinatari, quindi, di quest’azione. A tal fine, i giovani volontari, in sinergia con
l’Ufficio di protezione civile, con gli strumenti di rilevazione forniti dall’Ente, terranno sotto
osservazione la zona industriale, comunicando immediatamente all’ufficio eventuali
sfiaccolamenti nei camini degli impianti.
Ma in tale contesto, fondamentale sarà anche una attività di informazione e di sensibilizzazione
rivolta ai cittadini, considerati diretti beneficiari di questa azione, perché un cittadino informato
sarà anche un cittadino consapevole degli atteggiamenti e delle azioni che dovrà mettere in atto
in caso di emergenza, a beneficio di tutti.
 Rischio idrogeologico:
Al fine di poter meglio individuare la posizione di Priolo Gargallo a livello regionale e il
relativo rischio idrogeologico connesso alla zone in questione, inseriamo la mappa delle piogge
intense regionalizzate:
Trovandosi nella parte sud – orientale della Sicilia possiamo constatare come tutta la zona sia
particolarmente esposta a precipitazioni piovose non indifferenti: ne è testimonianza l’ultima
alluvione imponente che segnò il nostro territorio il 17 settembre del 2003, della quale
forniamo un’immagine simbolo del panorama che Priolo Gargallo ed i paesi limitrofi si
trovarono davanti quella mattina.
Immagine di una cava sita a poche centinaia di metri dal centro abitato durante l’alluvione avvenuta nel
settembre 2003
L'Appennino Calabro/Siculo è una delle aree a più alto rischio di dissesto idrogeologico a
livello Euro-Mediterraneo, a causa di una conformazione geologica giovane e di un'orografia
tormentata. Pur partendo dal presupposto che si tratta di fenomeni naturali, bisogna anche capire
quali possono essere le possibili soluzioni senza lasciarsi abbandonare al corso degli eventi e al
destino con atteggiamenti fatalisti: enti, istituzioni e autorità competenti (Protezione Civile in
primis) esistono anche per questo, per evitare cioè che disastri naturali abbiamo gravi
ripercussioni sulla popolazione. E' impossibile bloccare le frane, naturali movimenti delle
montagne. Così come è impossibile far smettere di piovere. Ma è possibile salvaguardare la
popolazione.
E se da un lato si deve agire con la prevenzione e la strategia, quali vere soluzioni al problema
di dissesto, evitando di aggravare con le attività umane, le già precarie condizioni del territorio,
dall’altro lato si può cercare di “proteggere” i cittadini con attività di sensibilizzazione,
preparandoli ad avere quegli atteggiamenti corretti da tenere in caso di emergenza.
Anche in questo tipo di rischio l’area d’incidenza coincide con l’intero territorio.
Ma in questo caso, destinatari e beneficiari del progetto coincideranno, in quanto tutte le
attività svolte dai giovani volontari, quindi di monitoraggio, di ricerca e di prevenzione e
sensibilizzazione saranno rivolte a tutti i cittadini di Priolo Gargallo.

Rischio sismico
Il territorio del comune di Priolo Gargallo è ubicato in una delle aree italiane a più elevato
rischio sismico, in quanto sede di numerosi terremoti di elevate intensità, tra quelli successivi
all’anno mille alcuni terremoti più significativi hanno raggiunto intensità superiore al IX grado
MCS:




4 febbraio 1169 (XI grado MCS);
10 dicembre 1542 IX-X grado MCS);
3 ottobre 1642 IX-X grado MCS);
11 gennaio 1693 (XI grado MCS).
Altri terremoti di intensità inferiore sono stati registrati nell’area, come il terremoto del 7 agosto
1849 (V grado MCS) e il terremoto del 13 dicembre 1990 (VII grado MCS).
Quest’ultimo rappresenta l’unica testimonianza strumentale disponibile per l’area esaminata.
L’area oggetto di studio fa parte del settore nord-orientale Ibleo, geologicamente essa risulta
zona di avampaese indisturbata, non coinvolta da meccanismi della catena Appenninico
Magrebide.
L’assetto geologico strutturale si colloca nel quadro della complessa tettonica del bacino del
Mediterraneo, dominata da un regime comprensivo, per la collisione tra la placca Africana e
quella Eurasiatica.
Questo processo dà luogo a situazioni tettoniche molto complesse a causa dell’esistenza di
microplacche che agiscono da “cuscinetto” tra gli opposti margini continentali, rendendo cosi
indiretto lo scontro tra i due continenti.
La regione è strutturalmente caratterizzata da quattro distinte unità i cui rapporti attuali sono il
riflesso delle fasi orogenetiche mio - plioceniche.
Esse sono da sud verso nord: l’avampaese ibleo, l’avanfossa esterna, l’avanfossa interna e la
catena appenninico - magrebide. In particolare l’avanfossa Ibleo è costituito da una potente serie
di calcari cretaceo - miocenici con ripetute intercalazioni di vulcaniti basiche.
I sedimenti pliocenici sono distribuiti in maniera discontinua lungo il bordo dell’altopiano Ibleo.
Nel settore nord-orientale, da Siracusa ad Agnone, mancano totalmente, oppure sono
rappresentati soltanto da sporadiche lenti sabbiose intercalate da potenti colate basiche. La
successione stratigrafica pleistocenica comprende due cicli sedimentari principali.
Il primo ciclo, riferito al Pleistocene inferiore, si depositano principalmente calcareniti e sabbie
fossilifere trasgressive sul substrato carbonatico miocenico o sulle vulcaniti.
Il secondo ciclo è costituito da sabbie e calcareniti grossolane “Panchina” spesso terrazzata alla
sommità che costituiscono il ciclo Protonico (Pleistocene medio), sono stati riscontrati fino a sei
ordini di terrazzi marini medio - pleistocenici.
Superfici terrazzate a quote più alte di probabile origine marina, sono attribuite al Pleistocene
inferiore. I depositi recenti sono costituiti da sabbie, calcareniti e conglomerati fossiliferi di età
tirreniana, anch’essi terrazzati, diffusi lungo la costa tra Augusta e Siracusa.
L’Avampaese Ibleo è un’area stabile debolmente deformata durante l’orogenesi alpina e
soggetta fino in epoca attuale a moderati sollevamenti e ad una tettonica prevalentemente di tipo
distensivo.
Una suddivisione basata sulle caratteristiche strutturali e sull’evoluzione tettonico sedimentaria
dell’intervallo Miocene superiore – Quaternario distingue un settore occidentale in cui i
fenomeni pensionali possono essere considerati la risposta superficiale ad un generale regime
comprensivo, ed un settore orientale o settore Ionico caratterizzato da moti distensivi forse in
parte trascorrenti lungo il sistema di faglie orientato NNO-SSE, che interessa il bordo ionico
della Sicilia e la piattaforma continentale maltese.
Le indagini riguardanti questo settore contribuiscono a migliorare le conoscenze sul bacino
ionico ritenuto uno dei più importanti fattori cinematica nel periodo in cui l’interazione Africa Europa produceva le maggiori deformazioni durante il Terziario e il Quaternario.
I lineamenti morfologici della zona sono in stretta relazione con il diverso grado di erodibilità
delle rocce affioranti, ma su di essi assumono importanza determinante i lineamenti tettonici
generali della zona per la presenza di strutture determinate da sistemi di faglie, di cui il
principale risulta orientato NE-SW.
L’idrografia superficiale appare, infatti, decisamente controllata dai lineamenti tettonici (faglie e
diaclasi), sede preferenziale dell’erosione ad opera degli agenti esogeni, ed è caratterizzata da
valli fluviali (cave) profondamente incassate nelle rocce calcaree, con tipiche pareti subverticali,
che hanno isolato colline più o meno ampie e piatte; l’intero reticolo idrografico che si sviluppa
sull’altipiano calcareo assume queste caratteristiche.
La stabilità generale della parte medio - inferiore dei pendii sembrerebbe assicurata dalla natura
morfologica cioè con pendenza bassa; nelle parti morfologicamente più elevate, laddove
affiorano i termini sommitali calcareo - calcarenitici della successione miocenica, la presenza di
balze a morfologia assai ripida e la frequenza di piani subverticali di fratturazione possono dare
luogo a limitati fenomeni franosi per crollo.
Ulteriori fenomeni di instabilità gravitativa possono verificarsi in corrispondenza dei bordi degli
impluvi sia di natura calcarea che vulcanica, caratterizzati da elevata densità di fratturazione e
da una copertura più o meno stabile di materiale detritico alterato ed incoerente, costituito da
grossi blocchi e/o da elementi medi e piccoli in matrice sabbioso - limosa.
Ad ulteriore conferma dell’elevato rischio sismico che caratterizza il territorio in cui ci
troviamo, anche se già ben conosciuto da tutti, inseriamo la mappa delle massime intensità
macrosismiche della Sicilia e la relativa tabella per la provincia di Siracusa, Priolo compreso
quindi, che ci dà anche il grado d’intensità:
Massime intensità macrosismiche
osservate nella provincia di Siracusa
Comune
AUGUSTA
AVOLA
BUCCHERI
BUSCEMI
CANICATTINI BAGNI
CARLENTINI
CASSARO
FERLA
FLORIDIA
FRANCOFONTE
LENTINI
MELILLI
NOTO
PACHINO
PALAZZOLO ACREIDE
ROSOLINI
SIRACUSA
SOLARINO
SORTINO
Re
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
Pr
89
89
89
89
89
89
89
89
89
89
89
89
89
89
89
89
89
89
89
Com
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Lat
37.23134
36.90838
37.12514
37.08502
37.03346
37.27446
37.10596
37.11859
37.08170
37.22966
37.28460
37.17884
36.89035
36.71501
37.06198
36.82041
37.08227
37.10001
37.15646
Lon
15.22060
15.13494
14.85121
14.88484
15.06205
15.01533
14.94858
14.93987
15.15265
14.88053
14.99854
15.12753
15.07040
15.09057
14.90334
14.94878
15.28524
15.11923
15.02673
Imax
>=10
>=10
>=10
>=10
>=10
>=10
>=10
>=10
>=10
>=10
>=10
>=10
>=10
9
>=10
>=10
>=10
>=10
>=10
PORTOPALO DI CAPO PASSERO
PRIOLO GARGALLO
19
19
89
89
20
21
36.68177
37.15694
15.13495
15.18575
9
>=10
Come è chiaramente espresso sia dalla mappa che dalla tabella, trattasi di un territorio con
un’intensità elevatissima, cioè >=10. Da ciò si evince palesemente come diventa fondamentale
intervenire a favore della popolazione con attività di informazione e sensibilizzazione in
maniera costante e massiccia, in modo da diffondere a tutti la cultura dell’autocontrollo, che
evita situazioni di panico in caso di evento sismico. È chiaro, quindi, che in questo tipo di
rischio, gli 11.862 abitanti del comune di Priolo Gargallo diventano sia i destinatari che i
beneficiari del progetto.
 Rischio incendi:
Il massiccio fenomeno dell’industrializzazione e del progressivo abbandono delle aree marginali
a destinazione agricola, ha portato alla mancanza di quelle figure, gli agricoltori ed allevatori,
che presidiavano costantemente il territorio preservandolo dall’abbandono, ovvero dal prevalere
della macchia mediterranea su manufatti, come ad esempio i muri in pietra, tratturi e mulattiere,
che costituiscono delle vere e proprie barriere all’incendio.
Possiamo affermare che il territorio totale a rischio incendio ha un’estensione di 5.759 ettari.
Nel 2013 i roghi, che per la quasi totalità possono essere considerati di origine dolosa e per lo
più a ridosso della rete viaria, sono stati 77 e rappresentano l’attività in cui l’Ufficio di
Protezione Civile ed il Gruppo comunale di Protezione Civile sono stati maggiormente
impegnati, così come si vede dal grafico qui di seguito:
Interventi Anno 2012
Totale Interventi 340
Interventi Anno 2013
Totale Interventi 249
Nello specifico, al fine di avere un’analisi dettagliata sulle emergenze più frequenti, abbiamo
voluto elencare della tipologia e dei numeri d’interventi effettuati dal gruppo di protezione
civile comunale:
Interventi Protezione Civile Priolo Gargallo Anno 2012
Tipologia d’intervento
Numero d’interventi
Pericolo viabilità
Incendi
Rappresentanza
Assistenza alla popolazione
Fuga di gas
Servizio nautico di prevenzione
Esercitazioni nelle scuole
Esercitazioni
Assistenza alle forze dell'ordine
Servizio di prevenzione
Incolumità pubblica
Informazione alla popolazione
22
108
33
15
1
11
1
4
12
110
11
12
Interventi Protezione Civile Priolo Gargallo Anno 2013
Tipologia d’intervento
Numero d’interventi
Esercitazioni nelle scuole
Informazione alla popolazione
Emergenza migranti
Servizio nautico di prevenzione
Incolumità pubblica
Assistenza UN comunale
Rappresentanza
Servizio di prevenzione
Incendi
Assistenza alle forze dell'ordine
Assistenza alla popolazione
Sopralluogo
Pericolo viabilità
5
3
8
30
6
4
23
59
77
8
9
7
10
Dal momento, che a causa della vastità del territorio, i volontari del Gruppo comunale non
riescono sempre a far fronte alle situazioni d’emergenza, l’inserimento dei giovani volontari
contribuirebbe a mantenere un servizio di ricerca e monitoraggio, soprattutto durante la stagione
estiva, che fungerebbe da deterrente contro i piromani, nonché un valido supporto in caso di
emergenza.
Dai dati fornitici dall’Ufficio di Protezione Civile, risulta che il gruppo comunale di Protezione
Civile sia stato impegnato nell’arco del 2012 in 340 interventi, e nel 2013 in 249, sviluppati per
settori e percentuali nella tabella su esposta.
Il gruppo, a causa della vastità del territorio in rapporto al numero dei volontari, e soprattutto
all’entità dei rischi presenti nel territorio non riesce a svolgere tutti gli interventi richiesti, e
soprattutto ad attuare il monitoraggio e le attività di prevenzione necessarie a prevenire i rischi.
C’è da dire, inoltre, che l’importantissima attività di sensibilizzazione e di informazione ai
cittadini non è massiccia, come dovrebbe essere in una zona sottoposta a dei rischi così gravi. Si
calcola, infatti, che si riesce a fare solo una simulazione di evacuazione l’anno e circoscritta
alle scuole. Ci si rende conto che ciò risulta decisamente insufficiente se si vuole infondere
quella cultura della prevenzione che dovrebbe essere propria di una cittadina caratterizzata da
una così delicata situazione territoriale.
L’inserimento dei giovani volontari contribuirebbe ad intensificare questa attività di
informazione, tramite brochure, convegni e stand presenti durante le principali manifestazioni
ed eventi di Priolo Gargallo.
In quest’ottica diventerà rilevante il confronto e la collaborazione con i partner informali
presenti in questa realtà locale, e di quelli formali che hanno firmato l’accordo per la
realizzazione di tale progetto, con i quali si riuscirà ad interagire nelle attività previste (vedi
punti 8.1 e 24).
Quindi oltre i partner formali, che sono meglio specificati al punto 24, i giovani volontari di
Servizio civile potranno essere supportati da altre realtà locali, quali ad esempio “La
Misericordia” e gli “Scout”, che potrebbe intervenire, insieme ai volontari dell’Ente,
nell’organizzazione di simulazioni ed esercitazioni sia nelle scuole che rivolte a tutta la
cittadinanza. Si potrebbero, inoltre, coinvolgere le imprese locali per la fornitura di attrezzature
e materiali vari utili nelle esercitazioni.
Sarà fondamentale, inoltre, coinvolgere le attività commerciali, soprattutto, nella fase di
sensibilizzazione rivolta alla popolazione.
Attivare questo tipo d’interventi, quindi di monitoraggio delle zone rischio, contribuirebbe,
decisamente, alla prevenzione del rischio di incendio, evitando che ettari di terreno possano
andare in fumo, come purtroppo la cronaca passata ci ha insegnato; in questo modo diventa
destinatario del progetto l’ambiente e beneficiari i cittadini stessi, con particolare riferimento
ai proprietari terrieri.
(Fonte: Ufficio di Protezione Civile Comunale e Piano Comunale di Protezione Civile)
7) Obiettivi del progetto:
Obiettivi per i volontari:
 Fornire alle giovani generazioni, che scelgono la possibilità del Servizio Civile,
un’importante opportunità formativa, progettata fin da subito come momento di
orientamento alla crescita, educazione alla cittadinanza attiva ed alla solidarietà;
 Offrire un’occasione istituzionalmente riconosciuta di formazione civica attraverso
un’esperienza scelta volontariamente. Nel quadro delle finalità proprie del Servizio Civile
Volontario, inteso come strumento rivolto a far acquisire ai volontari una coscienza civica,
una sensibilità sociale, un’attenzione per l’altro e per il diverso, obiettivo fondamentale di
tale progetto è permettere l’acquisizione da parte dei giovani volontari di una educazione e di
una conoscenza delle tematiche legate alla Protezione Civile;
 Offrire ai giovani l’occasione per confrontarsi in una nuova dimensione organizzativa e
comunitaria, sperimentando da una parte l’esperienza dell’autonomia e della responsabilità
personale, dall’altra la relazione e la responsabilità condivisa e legata al contesto e al gruppo
di lavoro;
 Far vivere ai volontari un’esperienza di volontariato che sia al contempo strumento di
crescita morale e opportunità di realizzazione professionale;
 Promuovere una cultura della cittadinanza attiva che veda i volontari di servizio civile come
soggetti appartenenti a un contesto, capaci di influenzarlo positivamente;
 Consentire ai giovani volontari del Servizio Civile di svolgere le diverse attività previste, in
modo tale da ottenere al termine del servizio, un bagaglio esperienziale significativamente
valido sia dal punto di vista etico e civico, sia dal punto di vista tecnico-operativo;
 Promuovere in tal modo una cultura della cittadinanza che veda i volontari come soggetti in
grado di assumere e incentivare comportamenti culturali, etici ispirati ai principi
fondamentali di una società civile, che superi i confini delle esigenze personali per pensare
alle generazioni future;
 Favorire nei giovani operatori di servizio civile l’acquisizione di una coscienza civica e
sociale che possa contribuire al miglioramento della conoscenza della cultura, della
comunicazione per la tutela del territorio e della salvaguardia dell’ambiente;
 Promuovere una cultura della cittadinanza che veda i volontari di servizio civile come
soggetti appartenenti a un contesto, capaci di influenzarlo positivamente rendendolo più
rispondente in principi della nostra costituzione repubblicana;
Obiettivi del progetto:
 Sviluppare delle capacità di coordinamento e orientamento tra i cittadini e gruppi di
protezione civile, istituire un regime di collaborazione attiva tra tutti gli enti pubblici e
privati;
 La sensibilizzazione delle giovani generazioni alle problematiche della protezione civile
quali previsione e prevenzione dei rischi nonché a quelle di tutela del territorio e della
salvaguardia dell’ambiente, con particolare riferimento alle scuole dove verranno organizzati
incontri sul tema;
 Realizzare interventi di monitoraggio e studio del territorio, in riferimento al rischio di
calamità naturali e alla difesa civile, in modo di informare la popolazione sulle procedure da
seguire in fase di emergenza prevenendo così comportamenti non idonei alle circostanze;
 Attivare una rete delle associazioni di volontariato antincendio boschivo (AIB) che operano
sul territorio provinciale al fine di coordinarne e monitorarne le attività, nonché di favorire lo
scambio di esperienze, la diffusione delle buone pratiche e di evitare il sovrapporsi e il
ripetersi di iniziative sul territorio provinciale che non siano tra loro integrate;
 Diminuire la frequenza degli incendi e salvaguardare le zone a rischio anche tramite il
decespugliamento e, aumentare attraverso il monitoraggio, la tempestività dell’intervento;
 Rilevare e aggiornare i dati utili alla pianificazione comunale di protezione civile, in merito
al rischio sismico ed industriale;
 Procedere ad una revisione con conseguente aggiornamento ed inserimento nel database, di
tutti i dati mancanti o da aggiornare e per i quali saranno necessari sopralluoghi o incontri
specifici;
 La redazione di un opuscolo, distribuito a tutte le famiglie residenti, contenente inoltre
indicazioni sui comportamenti da tenere da parte dei cittadini per i vari scenari di rischio;
 La partecipazione alle varie manifestazioni organizzate sul territorio al fine di diffondere il
più possibile le conoscenze circa i rischi a cui è soggetto il territorio e la cultura della
Protezione Civile fra la popolazione, con ulteriore finalità di favorire l’ingresso di nuovi
volontari nel Gruppo;
 Avviare un monitoraggio dei piani di emergenza al fine di verificare la presenza di procedure
e strumenti per il soccorso e l’allertamento dei disabili;
 Individuare esempi di “buone pratiche” nell’ambito delle iniziative già realizzate da enti
pubblici e privati per il soccorso e la riduzione dei rischi per disabili in emergenza,
realizzando a tale scopo esercitazioni specifiche;
 Creare dei database con i dati raccolti durante l’attività;
 Redazione e Aggiornamento dei piani comunali di protezione, anche attraverso il
coinvolgimento delle associazioni operanti nel territorio, seguendo i criteri del metodo
Augustus.
8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le
attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in
servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo
che quantitativo:
8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
Come precedentemente indicato, il progetto riguarda l’impiego di volontari in
servizio civile in alcuni ambiti dell’attività di Protezione Civile.
Il progetto avrà inizio con l’accoglienza dei volontari a cui saranno fornite le
informazioni utili a muoversi all’ interno della struttura in modo da svolgere le loro
mansioni in affiancamento agli altri operatori; fatto questo avrà inizio il percorso
formativo e l’ inizio delle seguenti attività volte al raggiungimento degli obiettivi
prefissati.
Fasi
Accoglienza e formazione dei
volontari
Raccolta dati e monitoraggio
Attività
-Presentazione ed Accoglienza tra
giovani volontari del Servizio civile,
OLP e dipendenti dell’Ente;
-Conoscenza tra i volontari del servizio
civile, i dipendenti e i partners coinvolti
nel progetto: dopo una prima
accoglienza, al fine di costituire una
vera equipe saranno organizzati degli
incontri di gruppo per condividere
obiettivi ed attività del progetto;
-Formazione generale dei giovani
volontari: tramite incontri tematici
come da punto 32-33;
-Formazione specifica dei giovani
volontari: tramite incontri tematici
come da punto 39-40;
-Sistematica raccolta di dati relativi ai
principali fenomeni di dissesto avvenuti
sul territorio nel recente passato,
numero di abitanti e nuclei familiari,
numero di infrastrutture pubbliche e
private coinvolte nelle aree inondabili,
instabili, a rischio sismico, a rischio
industriale
ed
alla
successiva
informatizzazione dei dati acquisiti;
-Inventario del patrimonio storico e
artistico da salvaguardare in caso di
calamità;
-Ricognizione nel territorio degli utenti
non autosufficienti che in caso di
calamità di ogni genere, necessitano
Elaborazione dati
Sensibilizzazione
Analisi dei dati
prioritariamente di un aiuto per lasciare
la propria abitazione;
-Censimento dei data base disponibili
presso il Servizio Protezione Civile e la
Regione, utili per le attività della Sala
Operativa;
-monitoraggio del territorio per le zone
a rischio di incendi;
-Pianificazione degli incontri con i
volontari dell’Ente: i giovani volontari
pianificheranno gli incontri con il
gruppo comunale di Protezione Civile
per l’organizzazione di attività comuni;
-Redazione del materiale informativo:
Predisposizione delle procedure di
comunicazione, anche mediante l'uso di
strumenti multimediali e telematici;
- Predisposizione di un sintetico indice
e delle procedure di accesso ai data
base implementati;
-Implementazione dei data base sulle
attrezzature informatiche della Sala
Operativa;
-Integrazione del data base attuale con
ulteriori informazioni riguardanti le
risorse del sistema delle associazioni
regionali di volontariato di protezione
civile;
-Elaborazioni cartografiche;
-Aggiornamento
del
piano
di
Protezione Civile;
-Sensibilizzazione dei cittadini con
organizzazione di evacuazione per vari
tipi di rischio e con l’attuazione dei
piani di emergenza con la costruzione
di scenari di rischio;
-Attivazione per la pianificazione e
l’attuazione di esercitazione che in un
primo momento coinvolgeranno gli
alunni delle scuole insistenti nel
territorio, in un secondo momento se
possibile si effettuerà una esercitazione
nella quale i genitori saranno invitati ad
intervenire per simulare il prelievo dei
figli come durante un’emergenza;
-distribuzione del materiale informativo
realizzato per la promozione delle
attività da realizzare tramite porta a
porta, posta e posta elettronica.
-Organizzazione di un convegno finale
con
il
coinvolgimento
della
cittadinanza: verifica e confronto tra le
esperienze vissute dai volontari,
attraverso il quale rappresentare le
attività
realizzate
territorialmente
grazie all’impiego dei volontari ed i
risultati conseguiti con riferimento alle
specifiche attività progettuali.
9)
Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
6
10) Numero posti con vitto e alloggio:
0
11) Numero posti senza vitto e alloggio:
6
12) Numero posti con solo vitto:
0
13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:
1400h annuali al netto delle giornate di permesso previste, con un minimo di 12 ore
settimanali obbligatorie.
14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :
5
15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
Disponibilità a trasferimenti temporanei di sede per formazione, sensibilizzazione,
visite guidate ed eventuali missioni per servizio;
Rispetto delle direttive impartite, dell’orario previsto, delle mansioni da svolgere,
comportamento rispettoso delle regole e massima riservatezza.
Flessibilità oraria, impegno nei giorni festivi
16) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:
L’Ente, ha previsto un piano articolato di diffusione dell’iniziativa progettuale,
che sarà finalizzato alla valorizzazione dei progetti, alla promozione, alla
sensibilizzazione, alla creazione di sinergie fra gli enti accreditati e gli attori locali,
al sostegno alla formazione, nonché alla verifica e al riconoscimento del Servizio
Civile sul territorio Regionale.
17) Criteri e modalità di selezione dei volontari:
La selezione dei candidati sarà effettuata sulla base dei criteri stabiliti dal Decreto
n. 173 dell’11 giugno 2009 del Capo dell’Ufficio Nazionale per il servizio civile.
18) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del
progetto:
Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato dall’Ufficio Nazionale in sede di
accreditamento, acquisito da ente di 1^ classe.
19) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
SI
A.S.SO.D. NZ00806
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
20) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del
servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:
Le attività previste dal progetto assicureranno acquisizioni utili alla crescita
individuale umana, tecnico ed esperienziale del volontario con reale possibilità di
una qualificata preparazione psico- attitudinale e teorico- pratico con acquisizione di
competenze e le professionalità utili ai fini del curriculum vitae con particolare
riferimento a:
-
Condurre campagne d’informazione;
Ideare e realizzare conferenze, seminari e dibattiti;
Utilizzo di tecniche informatiche;
Formazione generale dei volontari
21) Sede di realizzazione:
Locali dell’ente o locali messi a disposizione da altri enti accreditati al SCN.
22) Modalità di attuazione:
In proprio, presso l’ente con servizi acquisiti dall’A.S.SO.D.
23) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:
SI
A.S.SO.D. NZ00806
24) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La formazione generale dei volontari in servizio, coerentemente con il dettato delle
Nuove Linee Guida emanate dall’Ufficio Nazionale, avverrà secondo tecniche e
metodologie diversificate; in particolare saranno adottate le metodologie della
lezione frontale per circa il 50% delle ore complessive previste, attraverso moduli
frontali d’aula con l’impiego di uno o più docenti o esperti in conformità al dettato
normativo citato, supportate da sussidi audiovisivi ed informatici, distribuzione di
dispense e testi attinenti i contenuti della formazione svolta e l’attuazione di
dinamiche non formali per circa il 50% delle ore complessive previste, tra le quali si
segnalano in via non esaustiva: simulazioni ed esercitazioni sia individuali che di
gruppo, role-playing, studio di casi, sotto la supervisione del formatore, lavori di
gruppo, lettura e commento di documenti, esercitazioni teorico-pratiche.
I moduli formativi sono raccolti in un registro sul quale sono annotate le presenze
degli allievi volontari con firma del docente formatore ed indicazioni circa
l’argomento trattato.
25) Contenuti della formazione:
Il percorso formativo è costituito da una serie di moduli raggruppati all’interno di
macroaree tematiche: una sorta di percorso logico e di viaggio nel mondo del
servizio civile. Come previsto dalle nuove linee guida per la formazione generale.
Macroaree e moduli formativi
1 “Valori e identità del SCN”
1.1 L’identità del gruppo in formazione e patto formativo (3 ore)
Al fine di trasmettere l’identità di gruppo, i volontari in servizio civile,
esprimeranno le loro idee sul servizio civile, le proprie aspettative, le motivazioni e
gli obiettivi individuali. Il volontario prenderà consapevolezza attraverso i concetti
di “Patria”, “difesa senza armi”, “difesa non violenta” che questo è il contesto che
legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di servizio civile.
1.2 Dall’obiezione di coscienza al SCN (6 ore)
Partendo dalla narrazione dei primi casi di obiezione di coscienza in Italia, si
arriverà ad argomentare sull’attuale configurazione del Servizio Civile Nazionale
come come difesa civile della Patria con mezzi ed attività non militari, attraverso
l’intervento e l’impegno sociale.
1.3 Il dovere di difesa della Patria – difesa civile non armata e nonviolenta (6 ore)
1.3.a Ai volontari verrà trasmesso il concetto di Patria e di difesa civile della Patria i
principi costituzionali della solidarietà e dell’uguaglianza, dello sviluppo della
cultura, della tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della Nazione
e della pace tra i popoli.
1.3.b Si presenteranno le forme attuali di difesa popolare nonviolenta sul piano
istituzionale,di movimento e della società civile e in riferimento al diritto
internazionale si potranno inoltre approfondire le tematiche di prevenzione della
guerra di peacekeeping, peace-enforcing e peacebuilding, oltre alle tematiche
concernenti la pace ed i diritti umani.
1.4 La normativa vigente e la Carta di impegno etico (3 ore)
Verranno illustrate le norme legislative che regolano il sistema del servizio civile. In
particolare si evidenzierà l’importanza della sottoscrizione della Carta di Impegno
Etico dall’Ente: un patto tra l’UNSC e l’Ente, con cui essi si impegnano
reciprocamente al rispetto dei valori posti alla base della cultura e dell’identità del
servizio civile nazionale.
2 “La cittadinanza attiva”
2.1 La formazione civica (3 ore)
Tra le finalità del SCN vi è la formazione civica dei giovani tramite corso di
formazione civica, con alla base la conoscenza della Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani e della Carta costituzionale e dell’insieme dei principi, dei valori,
delle regole e dei diritti e doveri che costituiscono la base della civile convivenza,
indispensabile affinché i giovani volontari possano diventare cittadini attivi,
ricollegando i principi teorici ad azioni pratiche ed insegnando ai volontari a
tradurre in comportamenti ed azioni le idee e i valori sanciti dalla Carta
costituzionale.
2.2 Le forme di cittadinanza (3 ore)
Si illustreranno in questo modulo le forme di partecipazione, individuali e collettive,
tramite esempi concreti che possono essere illustrati e discussi nell’impostazione,
nell’azione e nelle conseguenze, invitando i ragazzi a proporre ed elaborare, anche
tramite le metodologie non formali e la logica progettuale, un percorso di azione.
2.3 La protezione civile (4 ore)
Il tema della protezione civile, che si integra perfettamente nel concetto di difesa
della Patria come difesa dell’ambiente, del territorio e delle persone, verrà affrontato
non solo attraverso propedeutici cenni tecnici e operativi, ma soprattutto dal punto di
vista culturale. Si illustrerà, inoltre, come il territorio/comunità possa essere colpito
da eventi naturali ed antropici, in grado di metterne a dura prova l’esistenza. A tal
scopo, si mostrerà come la protezione civile agisce attraverso la previsione e
prevenzione dei rischi e l’intervento in emergenza, sottolineando lo stretto rapporto
tra prevenzione, tutela ambientale e legalità. Verranno, inoltre, illustrate le norme di
comportamento da seguire nei confronti delle popolazioni colpite da eventi
calamitosi.
2.4 La rappresentanza dei volontari nel servizio civile (2 ore)
In questo modulo verrà illustrata ai volontari un’ulteriore forma di cittadinanza
attiva, qual è quella di partecipare e di candidarsi alle Elezioni per i Rappresentanti
regionali e nazionali dei volontari in SCN, inserita nel contesto della cittadinanza
attiva, spiegandone il suo funzionamento e la sua importanza visto come ruolo di
responsabilità.
3 “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile”
3.1 Presentazione dell’ente (2 ore)
Ai volontari verranno presentate la storia, le caratteristiche specifiche e le modalità
organizzative ed operative dell’Ente accreditato, presso il quale presteranno servizio.
3.2 Il lavoro per progetti (2 ore)
Il lavorare per progetti è un metodo nato e sviluppato per consentire la governabilità
dei processi complessi, nel rispetto degli obiettivi prefissati e dei vincoli temporali.
Il progetto viene suddiviso in fasi e compiti che vengono assegnati ad un team di
persone, ciascuno secondo le proprie competenze. L’integrazione del team, volontari
in servizio civile compresi, è il risultato della capacità di comunicazione,
coordinamento e cooperazione delle varie figure.
3.3 L’organizzazione del servizio civile e le sue figure (2 ore)
Per la buona riuscita del progetto è fondamentale una buona conoscenza dello stesso
nel suo insieme e quindi un’attenta conoscenza delle diverse figure e dei loro ruoli.
A sua volta, lo stesso ente è collocato all’interno di una sovrastruttura più grande ,
che costituisce “il sistema di servizio civile”. E’ importante che il volontario
conosca “tutte” le figure che operano all’interno dello stesso ente per il
raggiungimento degli obiettivi.
3.4 Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale (3 ore)
In tale modulo verrà presentato e illustrato ai volontari il “Prontuario concernente la
disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale.
3.5 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti (3 ore)
Verrà trasmesso ai volontari l’importanza della comunicazione, sia nei rapporti fra
singoli individui, sia a livello di gruppi. A tal proposito si prenderanno in esame
elementi costitutivi quali il contesto, l'emittente, il messaggio, il canale
comunicativo, il destinatario e la ricezione del messaggio da parte di quest'ultimo.
Ai giovani, inoltre, si prospetterà il sorgere di possibili conflitti, analizzando
l'interazione con gli altri soggetti e la loro risoluzione in modo costruttivo.
26) Durata:
42 ore da erogare e certificare entro e non oltre 180 gg dall’avvio del progetto.
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
27) Sede di realizzazione:
Locali dell’ente.
28) Modalità di attuazione:
In proprio, presso l’Ente con formatori dell’ente e con enti terzi
29) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
L’intero progetto formativo sarà articolato in tre “fasi” di attività interconnesse ed
interagenti, ognuna delle quali è dotata di una sua caratterizzazione specifica quanto
a contenuti tecnici ed operazionali.
La prima fase si esplicita nell’azione tecnica di “preparazione” e costituisce il
punto di inizio del processo progettuale; qui confluiscono (da precedenti contatti con
l’ambiente sociale, culturale ed organizzativo) e vengono elaborate ed organizzate
tutte quelle informazioni di base che danno forma e struttura all’intera attività.
La suddetta fase si concretizza attraverso:
- analisi del contesto;
- rilevazione del fabbisogno di formazione;
- pianificazione del progetto di dettaglio per l’utenza specifica.
La seconda fase si esplicita nell’azione tecnica di “realizzazione” e costituisce
l’implementazione del progetto formativo. In questa fase si svolgono le operazioni
didattiche previste controllando gli eventi che tali operazioni producono grazie ad
opportuni interventi di verifica in progress.
La terza fase si esplicita nell’azione tecnica della “valutazione” e prevede:
una verifica in itinere, per monitorare la realizzazione ed operare eventuali
modifiche in corso d’opera, una valutazione della qualità e dell’efficacia/efficienza
del processo formativo;
30) Contenuti della formazione:
Modulo n° 0 “PRESENTAZIONE CORSO”
Modulo n° 1 “AREA SICUREZZA”
Modulo n° 2 “AREA LEGISLATIVA”
Modulo n° 3 “AREA TECNICO-OPERATIVA”
Modulo n° 4 “AREA INFORMATICA”
Modulo n° 5 “AREA LEADERSHIP”
Modulo n° 6 “AREA AUTOIMPRENDITORIALITA’”
Modulo n° 7 “AREA COMMERCIALE”
31) Durata:
98 ore da erogare e certificare entro e non oltre 90 gg dall’avvio del progetto.
Altri elementi della formazione
32) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:
Si richiama al riguardo il sistema di monitoraggio verificato dall’Ufficio Nazionale
in sede di accreditamento, acquisito da ente di 1^ classe.
Priolo Gargallo, 29/07/2014
Il Sindaco
Antonello Rizza