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Subject: UNICOBAS:RIUSCITOscioperoGENERALEdiBASEeMANIFESTAZIONI
Date: Fri, 24 Oct 2014 17:00:10 +0200
UNICOBAS:RIUSCITOscioperoGENERALEdiBASEeMANIFESTAZIONI
- COMUNICATO STAMPA 24.10.2014 –
RIUSCITO LO SCIOPERO GENERALE DEL SINDACALISMO DI BASE. CENTOMILA
LAVORATORI IN PIAZZA NELLE 30 MANIFESTAZIONI IN ITALIA DA ROMA A MILANO,
DA A VENEZIA A CATANIA
Confederazione Italiana di Base Unicobas
Sede Nazionale: Via Casoria, 16 – 00182 Roma
Tel. 06/70302626 - Fax 06/62209306
Il sindacalismo di base respinge al mittente il JOBS-ACT ed il PIANO SCUOLA di Renzi.
Forte presenza in tutte le piazze italiane alle manifestazioni organizzate dall’Unione
Sindacale di Base, dall’Unicobas e dall’ORSA: 15.000 manifestanti hanno bloccato la
capitale, 10.000 in piazza a Napoli e Milano, 9.000 a Torino e Bologna, 6.000 a Firenze,
4000 a Catania e Venezia (solo per citare i primi dati). Migliaia in piazza anche a Cagliari,
Palermo, Vicenza, Alessandria, Campobasso, Terni, Trento, Potenza, Catanzaro.
La lotta continua.
JOBS-ACT. L’eliminazione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, vecchio ‘pallino’ di
Berlusconi (e che ora i Confederali, con la solita prassi dilatoria, demagogica e attendista,
contrastano solo a parole o con innocue ‘passeggiate’ come quella organizzata per
domani dalla Camusso), renderà deboli e ricattabili tutti i lavoratori. L’Unicobas non può
accettare questa precarizzazione di massa in nessuno dei settori nei quali è impegnato,
dai Portuali che oggi hanno bloccato il porto di Livorno, agli LSU-LPU presenti in massa
insieme a docenti ed ata nel nostro settore della manifestazione di Catania, dalla Sanità
alla Formazione Professionale e, naturalmente, alla Scuola, dove siamo presenti in tutta la
penisola e dove abbiamo spuntato un’adesione allo sciopero pari almeno al 10%.
SCUOLA. 1) Renzi promette 150.000 assunzioni, come ‘generosa concessione’. In realtà,
il Governo è obbligato ad assumere i precari da una sentenza della Corte di Giustizia
Europea, che minaccia per l’Italia 4 miliardi di multa. Gli unici ‘beneficiari’ sarebbero i
precari delle GAE (pure quelli che rifiutano incarichi da anni): tutti gli altri (anche con più
anni di servizio), dovrebbero semplicemente cambiare lavoro. Ma gli assunti risulteranno
infine molti di meno anche rispetto alle GAE (e verranno ‘regolarizzati’, però saranno
sempre licenziabili, senza l’articolo 18), perché il Governo ha deciso di far “sparire” i posti
vacanti ed alla fine assumerà solo sul turnover dei pensionati, obbligando il personale di
ruolo a sostituire gratis gli assenti (calcolo a debito dei giorni di chiusura delle scuole).
Quando le scuole non saranno aperte agli alunni entreranno in quella che Renzi chiama
“banca delle ore”: così ogni docente dovrà restituirli integralmente lavorando in più
(prevalentemente supplenze gratuite) in periodi decisi dal Dirigente o, se serve, anche
durante le vacanze natalizie, pasquali ed estive, con mansioni diverse da quelle didattiche
(La buona scuola, pp. 51 ss.). 2) Tutti i docenti perderanno la titolarità sull’istituto: con l’
‘organico funzionale’ si verrà assegnati ad “una rete di scuole”, e uno dei Dirigenti di
queste deciderà in quale si lavorerà e con che mansioni. Se necessario, il dirigente potrà
obbligare il docente a sostituire gli assenti, anche in scuole diverse (La buona scuola, pp.
14 ss.). 3) Si potrà essere spostati su di un piano interprovinciale, oppure su cattedre
relative a materie diverse dalla propria (purché “affini”!) (La buona scuola, pp. 27 ss.). Un
gruppo di “esperti” del Governo definirà (in tre mesi - sic!) le “competenze dei docenti” (La
buona scuola, pp. 45 ss.). 4) Gli insegnanti passeranno la vita a raccogliere ‘crediti’ da
inserire in un PORTFOLIO “vagliato” discrezionalmente dal ‘Nucleo di Valutazione’ di ogni
scuola, che potrà operare in modo diverso dai ‘nuclei’ delle altre (La buona scuola, pp. 51
ss.). 5) Aboliti tutti gli scatti di anzianità, rimarrà solo lo stipendio-base. Ogni 3 anni, se
‘graditi ai superiori’, avremmo (ammesso che ci siano i fondi) una mancia di €. 60 (meno
per Medie e Primaria). Altrimenti, nemmeno quella. Infatti, solo 2 Docenti su 3 ne
avrebbero diritto. Verrebbe stilata una classifica pubblicata on-line e solo i primi due terzi
della classifica avrebbero quella mancia (La buona scuola, pp. 51 ss.). 6) Per premiare i
“meritevoli” non viene stanziato un euro: è tutto autofinanziato con lo scippo degli scatti
automatici. Il primo scatto di ‘merito’ si avrebbe solo nel 2018 grazie al recupero di quelli
non pagati nel frattempo (La buona scuola, pp. 55 ss.). 7). Il Dirigente avrebbe fidati
esecutori e controllori, chiamati mentor, scelti solo fra chi risultasse ‘meritevole’ per 3
‘volte’ consecutive (ottenendo la ‘elargizione’ dei 60 € per 9 anni). I ‘mentor’ sarebbero al
massimo il 10% della categoria, e guadagnerebbero una “indennità di posizione”, oltre agli
scatti di merito (La buona scuola, pp. 57 ss.). 8) Cosa che non succede in nessun paese
del mondo, il dirigente (che non ha i requisiti di terzietà richiesti) avrà mano totalmente
libera nello scegliere fra docenti ed ata, premiando o penalizzando come meglio crede. 9)
Le scuole private avranno più soldi e con più facilità. 10) Le Scuole Statali riceverebbero
soldi da “Enti Locali, famiglie e privati”, che ne determinerebbero la linea educativa. 11) Il
dirigente chiamerebbe nella propria scuola i docenti che vuole, scegliendoli dal Registro
nazionale senza vincolo di graduatoria o diritti acquisiti, esattamente come nelle scuole
private. 12) I Decreti Delegati, che nel 1974 hanno introdotto la democrazia elettiva nella
scuola, verrebbero aboliti. Il Collegio dei Docenti diverrebbe un Consiglio meramente
consultivo, adibito solo alla programmazione didattica. Tutto il potere andrebbe al
Dirigente e al “Consiglio dell’Istituzione scolastica”, al quale parteciperebbero con diritto di
voto i finanziatori privati. Insomma, esattamente quanto era già previsto dal disegno di
legge Aprea di Forza Italia. Nella scuola, l’eliminazione dell’art. 18 per i neo-assunti
s’incastra perfettamente con il piano di gestione privatistica che vuole Renzi, tutto
incentrato sullo strapotere dei dirigenti, eliminando di fatto libertà d’insegnamento e
d’apprendimento.
Stefano d’Errico (Segretario nazionale)
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