seconda edizione 2014 versione website PROGRAMMA “SALAMANDRA” 2006 Questa ricerca è stata eseguita su commissione di un gruppo produttore di cavi da utilizzare in tunnel o in scenari in cui è importante che il cavo continui a trasmettere i segnali durante un tempo prolungato, mentre l’incendio continua a produrre energia. Il segnale, infatti, ha continuato a essere ricevuto fino a pochi secondi dallo spegnimento della fiamma dei due bruciatori lineari, dalle quali era avvolto il cavo. Si è interrotto quando le fibre di vetro, raffreddandosi, si sono spezzate L.S.F. – Fire Laboratories : ricerca Al programma “Salamandra 2006” partecipano Silvio Messa, direttore della ricerca Dario Rosa, ricercatore senior Maddalena Pezzani, ricercatore senior Mario Riccioli, realizzazione tecnica copyright by L.S.F. – Fire Laboratories 2 PROGRAMMA “SALAMANDRA” 2006 Scopo Produrre uno standard che permetta di verificare la continuità dell’efficienza in servizio dei cavi coinvolti in un incendio per un tempo prolungato (30 -120 min [90]) Presentazione L’attività di ricerca è rivolta alla messa a punto di un metodo standardizzato per verificare la funzionalità di un cavo resistente all’incendio, in grado cioè di assicurare la continuità del sevizio in caso di incendio durante il quale il cavo è immerso nelle fiamme per una lunghezza considerevole, da 30 a 120 minuti. L’intensità dell’attacco termico è stabilita dalla temperatura delle fiamme di propano con le quali è a contatto, che devono raggiungere gli 830°C (temperatura minima, variabile lungo il percorso del cavo fino a un massimo di 870°C). L’effetto è ottenuto premiscelando propano e aria, nelle condizioni prodotte da un bruciatore progettato ad hoc, in modo da poter regolare, agendo sulle quantità di gas e di aria rispettivamente, la combustione e di conseguenza la temperatura agendo sul “colore” (l’emissività) delle fiamme. Il controllo dell’attacco termico avviene attraverso un pacchetto di termocoppie che accertano , con una registrazione della durata di 10 minuti , la stabilizzazione delle fiamme in 5 punti del percorso, e il monitoraggio durante la prova, per mezzo di 2/4 termocoppie in posizioni da determinare. Dette misure debbono essere studiate nel corso di prove in bianco e con un cavo “cavia”, ripetute un numero sufficiente di volte per raggiungere una ragionevole affidabilità. La prova avviene in una camera di combustione chiusa e ventilata a sufficienza per permettere la combustione del propano e del cavo. La camera usata (3×3×3 m) è quella del metodo EN 50268-1, opportunamente modificata e attrezzata. L’alimentazione del bruciatore, della larghezza di 60 mm (da verificare l’opportunità di utilizzare dimensioni maggiori per cavi di diametro superiore a 50 mm) avverrà per mezzo del flusso di propano controllato da un mass flow (del range da 0 a 100 kW) e premiscelato con aria. L’afflusso di aria è regolato per mezzo di un appropriato rotametro di precisione, attraverso il quale verrà fatto passare il flusso di aria compressa in quantità sufficiente ad ottenere la fiamma della altezza e temperatura stabilita, Il controllo della temperatura delle fiamme avviene attraverso una rastrelliera di termocoppie tipo K (diametro 1.5 mm), che si presentano alle fiamme tenute in posizione attraversando un blocco di vermiculite delle dimensioni di un rettangolo di 100 mm di spessore e 50 mm di altezza , inserito in un supporto, regolabile in altezza. copyright by L.S.F. – Fire Laboratories 3 Fasi per la realizzazione FASE I: Studio e progettazione del bruciatore Premesse A) I cavi devono essere attaccati da fiamme della temperatura di 830 +−40 0 °C (immersi nelle fiamme) B) per un percorso variabile da 1.25 m a 2.5 m (la temperatura della fiamma del bruciatore può variare al massimo di 40 °C) C) per un tempo da 30 a 120 min D) Gas da utilizzare: propano + aria premiscelata in quantità da ottenere il risultato della temperatura voluta, con fiamma stabile e ben distribuite su tutto il percorso E) durante la prova, l’attacco termico si applica su tutta la lunghezza del bruciatore: 1250 mm × 2, tot 2500 mm Dimensioni del bruciatore Per quanto riguarda le dimensioni finali del bruciatore, bisognerà attendere i risultati dalla sperimentazione, che sola potrà fornire indicazioni sulle misure ideali. Se per quanto riguarda la larghezza sarà sufficiente avere un bruciatore che ripartisca sull’intero diametro del cavo. L’effetto dell’attacco delle fiamme che simulano l’incendio e la lunghezza della zona di attacco molto probabilmente produrrà effetti diretti sulla diminuzione del segnale man mano che si allungheranno i tempi di prova. Sarà quindi necessario, in rapporto agli effetti voluti e allo stato dell’arte delle produzioni, valutare con oculatezza la lunghezza delle zone da sottoporre allo stress dell’incendio. copyright by L.S.F. – Fire Laboratories 4 FASE II: Costruzione di un prototipo della lunghezza di 1250 mm, larghezza 60 mm Problemi premiscelazione aria-gas distribuzione uniforme su tutta la lunghezza alimentazione controllata dell’aria alimentazione del propano con mass flow stabilizzazione dell’altezza delle fiamme potenza dal bruciatore (kW) Calibrazione della temperatura Monitoraggio temperature durante il test FASE III: Collaudo nell’SBI: A) misura del rilascio di calore (RHR) necessario a raggiungere le condizioni richieste B) distribuzione uniforme della temperatura lungo tutto il fronte di fiamme C) il mantenimento delle condizioni per un tempo prolungato Standardizzazione della calibrazione: Definizione dettagliata della procedura di calibrazione. Raccolta dati Caratterizzazione del modello d’incendio ai fini della standardizzazione delle misure di prova Per stabilire con precisione le caratteristiche del bruciatore, in modo da poter ottenere in futuro buoni valori di ripetibilità e riproducibilità secondo gli standards ISO, si deve conoscere la potenza effettiva del bruciatore misurandola per mezzo della calorimetria. Le misura sono state effettuate nell’apparecchiature SBI EN 13823. L’alimentazione del bruciatore per quanto riguarda il gas (propano) e aria compressa, è stata perciò monitorata per lunga durata, in modo da ottenere una potenza stabile, e con essa, una stabile temperatura della fiamma. Il risultato è che ora si conoscono con precisione le portate sia del combustibile che del comburente, che possono essere assicurare dal mass flow per il propano e dal rotametro per l’aria. È anche necessario, a questo punto, definire con la stessa precisione la geometria del sistema – cioè le posizioni relative bruciatore/termocoppie per la calibrazione e bruciatore/cavo per il test. Anche le altre variabili che possono influire sulla forma delle fiamme e quindi sull’applicazione dell’attacco termico diretto al cavo durante la prova (distanza da parete e pavimento, disposizione delle bocche di aerazione, ventilazione ed estrazione, forzata o naturale) dovranno essere definite e riprodotte, nei laboratori, come prescrivono le buone regole di standardizzazione. copyright by L.S.F. – Fire Laboratories 5 FASE IV: Definizione della procedura di prova Il bruciatore è montato su un supporto mobile (su binari) che verrà portato in 3 diverse posizioni: Posizione 1: dopo l’accensione, per un periodo di stabilizzazione di 10 minuti rimarrà a una distanza sufficiente per non influenzare né le termocoppie né il cavo montato per la prova Posizione 2: a stabilizzazione avvenuta, viene movimentato in modo da raggiungere il pacchetto delle termocoppie e verificare te temperature delle fiamme per un periodo (registrato) di 5 minuti Posizione 3: verificato il raggiungimento del livello di attacco termico prescritto viene spostato in questa posizione sotto il cavo fissato all’altezza in cui si verificano le condizioni di attacco termico prescritte, per il tempo della prova Durante il periodo di prova, si effettuano le misure di attenuazione del segnale, elettrico o ottico, predetti dall’attacco temico. Posizione 1: bruciatore portato a combustione stabilizzata Posizione 2: bruciatore avanzato per misura di temperatura delle fiamme Posizione 3: bruciatore posizionato in modo da attaccare il cavo con le fiamme nel punto prescelto copyright by L.S.F. – Fire Laboratories 6 PROVE Montaggio nella camera di prova: camera 3×3×3 a) Posizionamento della parete b) Posizionamento del gruppo di termocoppie di calibrazione c) Posizionamento del carrello porta bruciatore d) Posizionamento del sistema di monitoraggio del cavo e) Montaggio del sistema di ventilazione (alla base) per assicurare il ricambio d’aria f) Sistema di estrazione Prove in bianco I. Test di durata per 3 ore, con monitoraggio ogni 10 minuti per 2/3 minuti di Temperatura nel punto di attacco del cavo Potenza del bruciatore corrispondente a 40 kW Qburner Misura con il pirometro a radiazione totale II. Test con cavo in posizione per il tempo di 2 ore Temperatura nel punto di attacco del cavo Potenza del bruciatore corrispondente a 40 kW Qburner Misura con il pirometro a radiazione totale Prove con cavo in posizione a) Verifica dell’attacco termico in corso di prova b) Verifica del funzionamento per tempi prolungati (90 min) c) Monitoraggio dell’aumento di temperatura nella camera copyright by L.S.F. – Fire Laboratories 7 Bruciatore ST 2006 SAL/2, visione complessiva Bruciatore ST 2006 SAL/2, visione trasversale della fiamma copyright by L.S.F. – Fire Laboratories 8 Programma Salamandra L.S.F. s.r.l. LABORATORI DI STUDI E RICERCHE SUL FUOCO Via Garibaldi, 28/A MONTANO LUCINO (CO) – Italy tel. +39-031-471221 fax +39-031-471346 [email protected] – www.lsfire.it Programma Salamandra L.S.F. s.r.l. 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