C.01.00 - Provincia Monza Brianza

PROVINCIA
MONZA BRIANZA
SETTORE TERRITORIO
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, INTERVENTI STRATEGICI
LAVORI PER LA REALIZZAZIONE
DEL COMPLETAMENTO DELLA VARIANTE
LUNGO LA SP 6 "MONZA - CARATE BRIANZA"
PROGETTO ESECUTIVO
AGGIORNAMENTI :
01
10.10.2013
INTEGRAZIONE INDAGINI GEOGNOSTICHE 2013
ES
DT
MM
00
24.06.2013
PRIMA EMISSIONE
ES
DT
MM
DATA
OGG. REVISIONE
DIS.
CONTR.
APPR.
RESPONSABILE GEOLOGIA :
TITOLO ELABORATO :
C.01.00
SCALA :
R.T.I. AFFIDATARIO PROGETTAZIONE :
Capogruppo mandataria
F.to
GEOLOGIA E GEOTECNICA
RELAZIONE GEOLOGICA
PROGETTISTA E RESPONSABILE
INTEGRAZIONE PRESTAZIONI SPECIALISTICHE :
F.to
DATA :
NUM. PROGETTO :
Giugno 2013
NOME FILE :
145913ERMC01001
Mandante (Geologia)
1459-13-E
CAD :
AutoCad2010
IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO :
F.to
Arch. Antonio INFOSINI
progetto esecutivo elaborato C.01.00
Srl
SOMMARIO
SOM M ARIO ......................................................................................................................... 1
PREM ESSA .......................................................................................................................... 2
NORM ATIVA GEOLOGICA E GEOTECNICA DI RIFERIM ENTO ........................................ 2
INQUADRAM ENTO GENERALE DELL’AREA ...................................................................... 2
INQUADRAM ENTO GEOLOGICO DELL’AREA ................................................................... 5
INQUADRAM ENTO IDROGEOLOGICO DELL’AREA .......................................................... 8
SEQUENZA STRATIGRAFICA DEI TERRENI .................................................................... 16
INQUADRAM ENTO SISM ICO (M ACROSISM ICA) ............................................................. 16
ALLEGATI ......................................................................................................................... 20
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Premessa
Su incarico del Committente, Provincia di Monza Brianza, viene redatto il presente
elaborato
geologico
e
idrogeologico
che
tratta
in
merito
alle
caratteristiche
litologiche,
morfologiche, tettoniche ed idrogeologiche dei terreni interessati dalla galleria artificiale facente
parte del completamento della variante per il Centro ospedaliero di Monza - 2° lotto, lungo la S.P.
6 "Monza - Carate Brianza", che connetterà la S.S. 36 con l'opera connessa T RMI10del sistema APL
e con la storica S.P. 6. Oltre a tali informazioni vengono fornite indicazioni relative sismicità
dell’area in esame.
Lo studio è stato condotto in accordo con la Normativa in vigore che é descritta al
paragrafo che segue. Gli elementi di natura geologica presi in esame per l’espletamento del
presente lavoro derivano da rilievi geologici di superficie, da un attento esame della bibliografia
geologica e stratigrafica resasi disponibile.
Normativa geologica e geotecnica di riferimento
Il presente lavoro è stato condotto in accordo alle norme in vigore ed in particolare:
- DGR n. 2616/2011 (Serie Ordinaria BURL n. 50 del 15 dicembre 2011)
- D.G.R. n. 8/1566 del 22 dicembre 2005 “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente
geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del T erritorio,
- Legge Regionale 11 marzo 2005 n. 12”;
- Piano di Governo del T erritorio del comune di Monza approvato con Del. CC. n. 71/2007;
- Piano di Governo del T erritorio del comune di Lissone approvato con Del. CC. n. 19/2012.
Inquadramento generale dell’area
Il presente studio riguarda nello specifico il progetto di completamento della Variante per il
Centro ospedaliero di Monza - 2° lotto, lungo la S.P. 6 "Monza - Carate Brianza", che interesserà i
Comuni di Monza e di Lissone. In particolare il progetto prevede la realizzazione di una galleria
artificiale di lunghezza pari a 356.58 m.
In merito a quanto indicato dal PGT (Piano di Governo del T erritorio) del comune di
Monza, si riporta in seguito un estratto della carte dei vincoli e della fattibilità geologica del
territorio in esame.
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T av A1 vincoli in atto sul territorio
T av A2 carta della fattibilità geologica
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Alla luce di quanto indicato dalla carta
della fattibilità geologica si evince che l’area
interessata dal tracciato della galleria risulta a fattibilità con consistenti limitazioni causate ( vedi
T av 3 “ caratterizzazione geologica tecnica” che segue) dalla presenza di orizzonti soggetti a
compressione e/o cavità.
Nello specifico le porzioni nord-occidentali del territorio comunale sono interessate da un
fenomeno particolare definito comunemente come “occhi pollini”. Si tratta di cavità di grandezze
variabili da pochi centimetri ad alcuni metri, subsferiche , generalmente a fondo piatto e volta a
cupola rivestiti da sedimenti fini argillosi, che si possono manifestare a profondità comprese tra
pochi decimetri sotto il piano campagna sino a 20 m circa. Queste cavità si formano
prevalentemente in depositi alterati antichi, quali quelli costituenti l’alloformazione di Binago, e il
meccanismo genetico è legato ad erosione sotterranea dovuta a fenomeni di piping, favorito anche
dalle variazioni del livello di falda sia per cause naturali che antropiche. Gli ultimi stadi
dell’erosione sotterranea portano al manifestarsi di sprofondamenti (doline di crollo) e voragini
dovuti al collasso della volta dell’”occhio pollino”. In genere, la presenza di un “occhio pollino”
nel sottosuolo non comporta particolari manifestazioni superficiali; inoltre, non essendo associabili
a strutture e morfologie ben definite, difficilmente è possibile riconoscere un areale interessato da
“occhi pollini” nel sottosuolo. Da un punto di vista geotecnico, possono essere individuati tramite
indagini geognostiche, quali prove penetrometriche o sondaggi, e scavi che ne intercettano le
cavità, anche se le prove stesse, in quanto indagini puntuali, non consentono di definire
puntualmente lo sviluppo del reticolo degli “occhi pollini”.
Le problematiche legate alla loro presenza sono dovute a cedimenti differenziali anche di
notevole importanza dei terreni, che si possono generare anche successivamente alla realizzazione
delle opere. Ulteriori indagini che potenzialmente possono fornire maggior definizione del
sottosuolo
soggetto
a
tali
problematiche
risultano
essere
le
tomografie
da
svolgersi
in
corrispondenza del piano di sedime delle fondazioni. Si raccomanda pertanto che durante la fase
esecutiva dei lavori vengano svolte tali indagini ed eventualmente si adottino metodologie di
costipazione profondo del terreno soggetto ad “occhi pollini”.
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T av A3 caratterizzazione geologica tecnica
Inquadramento geologico dell’area
La Pianura Padana è costituita da una successione plio-quaternaria di ambiente marino e
continentale, con spessori dell'ordine delle migliaia di metri, ricoprente in discordanza un substrato
deformato, costituito da rocce carbonatiche e terrigene mesozoico-eoceniche e da depositi oligomiocenici. Essa comincia a delinearsi alla fine del Pliocene, quando nel braccio di mare Adriatico,
che allora giungeva a lambire i piedi delle Alpi occidentali, si accumulano, su un complesso
prevalentemente argilloso di origine marina, materiali provenienti attraverso i fiumi, dalle catene di
neoformazione. A partire dal Pleistocene, e durante tutto il Quaternario, l'evoluzione geologica
dell'area, è il risultato dei fenomeni di sollevamento che hanno comportato il passaggio da
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condizioni ambientali marine a quelle continentali con la deposizione di sedimenti via via più
grossolani. Le fasi di espansione e regressione dei ghiacciai succedutesi in età quaternaria, oltre
che l'azione di erosione, trasporto e deposizione da parte di corsi d'acqua hanno determinato la
formazione di depositi morenici nella parte alta della pianura padana e fluvioglaciali nella sua
parte centrale.
Durante le fasi di espansione, i ghiacciai hanno originato le grandi cerchie moreniche che
man mano si sono accumulate ai piedi dei rilievi prealpini; nelle fasi di ritiro, i torrenti e le
fiumare hanno invece eroso buona parte di questi accumuli, trasportando a valle grandi quantità di
materiale, dai ciottoli più grandi al limo più fine, colmando progressivamente il bacino padanoadriatico. Ad ogni stadio interglaciale, la forza erosiva dei corsi d'acqua ha causato l'incisione e la
rimozione dei sedimenti fluviali precedentemente deposti con la formazione di sistemi di terrazzi in
corrispondenza dei nuovi percorsi fluviali all'interno della pianura.
Dal punto di vista geomorfologico il territorio di Monza è compreso tra 200 m s.l.m. (limite
settentrionale del Parco) e 145 m (limite meridionale della valle del Lambro). I principali elementi
morfologici sono rappresentati da:
1) terminazione del terrazzo pre-LGM (LGM= Last Glacial Maximum= Würm Auct.) di
Villa Reale;
2) superficie modale della pianura (Livello Fondamentale della Pianura Auct.), suddivisa a
sua volta in sub-unità morfologiche di scarsa evidenza (e localmente di definizione problematica);
3) depressione della valle del Lambro, che assume carattere di forra all’interno del Parco.
L’area
interessata
dal
tracciato
della
galleria
si
colloca
a
circa
180
m.s.l.m.
e
geomorfologicamente appartiene alla superficie modale della pianura.
Dal punto di vista geologico, alla luce dello stralcio del Foglio “118 Milano” riportato in
seguito, l’area di indagine ricade nell’ambito di affioramento dei depositi di origine fluvioglaciale
appartenenti all’unità di Guanzate (Pleistocene Medio- Pleistocene Superiore).
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SINTEMA DI BESNATE
L’unità è costituita da depositi fluvioglaciali di natura ghiaioso-sabbiosa: ghiaie a supporto
clastico, con matrice sabbiosa e sabbioso limosa, da massive a grossolanamente stratificate.
Le ghiaie formano l’ossatura della pianura in tutta l’area di affioramento dell’unità, ma
supportano differenti sequenze sommitali:
T ra i limite settentrionale del Foglio “118 Milano” ed il limite dell’urbanizzato della città
di Milano e, più a E, fino all’altezza di Brugherio, le ghiaie arrivano alla superficie; possono
essere discontinuamente presenti sedimenti sabbioso-ghiaiosi, completamente pedogenizzati, con
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spessore medio di circa 0,5 m che poggiano con limite netto su esse. In tutto il settore
settentrionale sono presenti, molto discontinuamente, depositi limosi rubefatti, a contenuto
variabile di sabbie e argilla, con clasti sparsi; presentano tipicamente geometrie nastiformi di
lunghezza decametrica, a sezione concava, con spessori massimi osservati di circa 2 m. Questi
materiali sono interpretati come sedimenti di suolo fluitati in un reticolo di drenaggio secondario
inciso nelle ghiaie. Questi depositi sono stati osservati solo puntualmente ed essendo privi di
espressione morfologica, non è stato possibile tracciarne i limiti cartografici. Il limite inferiore è
una superficie erosionale che taglia il sintema di Binago (parco della Villa Reale di Monza). Il
limite superiore coincide in parte con la superficie topografica, in parte con una superficie
erosionale su cui giacciono i depositi di piana alluvionale del sintema di Cantù di provenienza
Seveso e del sintema del Po (unità postglaciale). Inoltre, nel settore settentrionale del Foglio,
l’unità poggia a profondità di 5-6 m circa su orizzonti profondi (CB) di un suolo sepolto, di
attribuzione incerta (Binago?).
Alla luce della componente geologica dei documenti di piano del PGT del Comune di Monza
riportiamo in seguito la carta geologica e geomorfologica:
T av 3 caratterizzazione geologico tecnica
T ale carta mette in luce il substrato costituito da ghiaie sabbiose, localmente sabbie e
sabbie ghiaiose con copertura costituita da depositi recenti all’interno dell’unità geomorfologica
del livello fondamentale della pianura.
Inquadramento idrogeologico dell’area
Il servizio di acquedotto della città di Monza è gestito dal 1986 dalla Agam Spa di Monza,
che si occupa di captazione, trattamento, stoccaggi e/o distribuzione dell’acqua potabile, mentre
per quanto riguarda il comune di Lissone la gestione è affidata a BrianzAcque. Da bibliografia,
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precisamente dal Sistema Informativo Falda della Provincia di Monza Brianza è stato possibile
reperire sia l’ubicazione che le stratigrafie dei pozzi pubblici e privati posizionati in aree limitrofe
alla galleria (si vedano stratigrafie pozzi in allegato). Segue un’immagine che riporta i pozzi presi
in esame:
Nello specifico per i pozzi 151230037 e 151230038 situati nel Comune di Lissone l’autorità
competente ci ha fornito le variazioni della falda misurate dal 2003 al 2013, riportate in allegato.
T ali pozzi si trovano ad una quota compresa tra 186,7 e 187,9 m s.l.m.; le misure mostrano un
soggiacenza dinamica della falda compresa tra un minimo di -33,5 m dal p.c. e un massimo di -48,9
m da p.c.
La Società Agam Spa che si occupa dei pozzi all’interno del comune di Monza per i pozzi
82-13-31 limitrofi all’area di interesse e ubicati anche nella tavola 5 “punti di captazione idrica e
rete dell’acquedotto” del PGT del Comune di Monza riportata nel seguito, ci ha fornito la
planimetria che segue nonchè le misure della soggiacenza della falda risalenti a settembre 2012:
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Come si può osservare le misure variano tra 34,5 e -36,00 m dal p.c.
L'andamento delle unità idrogeologiche costituenti il sottosuolo è visualizzato nelle sezioni
di T av. 3 del PGT del Comune di Monza. T ali sezioni sono orientate secondo direzioni E-W e N-S
in modo da definire la distribuzione orizzontale e verticale dei corpi litologici nonché l'andamento
della superficie piezometrica dell'acquifero superficiale superiore.
Nello specifico si riporta la Sezione A:
Alla base della caratterizzazione idrogeologica degli acquiferi presenti nell’area in esame, è
stata adottata la suddivisione delle unità idro-stratigrafiche, dall’alto verso il basso, secondo la
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classifica della Regione Lombardia, Eni Divisione Agip, 2002, nelle seguenti unità: Gruppo
Acquifero A, gruppo Acquifero B, gruppo Acquifero C, gruppo Acquifero D.
Gruppo Acquifero A (Olocene-Pleistocene Medio); costituita da una netta predominanza di
litotipi ghiaioso-sabbiosi con ciottoli, con subordinate intercalazioni di livelli limoso-argillosi di
limitata estensione areale, più frequenti nel settore SE. La geometria dell’unità è lenticolare con
spessori molto variabili, da pochi metri dal piano campagna nelle porzioni settentrionali (Biassono;
Vedano al Lambro, Lissone, Monza nord – sez. 1,2,3) a circa 50 m nelle porzioni sud-occidentali
(Sesto San Giovanni – sez. 1, ) e sud-orientali (Brugherio – sez. 2). L’unità si presenta priva di
circolazione idrica o caratterizzata da falde sospese a ridotta potenzialità.
Gruppo Acquifero B (Pleistocene Medio); costituita prevalentemente da conglomerati di
origine fluviale variamente cementati con intercalazioni sabbioso ghiaiose ad elevata trasmissività.
All’interno dell’unità sono localmente presenti orizzonti a bassa permeabilità rappresentati da
sabbie limose, limi e argille, generalmente caratterizzati da una limitata estensione laterale.
L’unità, presente con continuità in tutto il territorio con spessori minimi di 10-20 m (settore
centrale di Monza) e massimi di 50-60 m (settore settentrionale e settore occidentale) in
corrispondenza di paleoalvei sepolti, è sede dell’acquifero principale di tipo libero, caratterizzato
da una elevata permeabilità data dalla porosità, dalla fratturazione e dal carsismo; l’alimentazione
è legata oltre che alla ricarica a monte, alle perdite per infiltrazione del T . Lambro e del Canale
Villoresi. La soggiacenza varia da <10 a oltre 35 m dal piano campagna in funzione delle
oscillazioni stagionali e pluriannuali del livello piezometrico (fonti bibliografiche in seguito
riportate e pozzi posti in aree limitrofe riportati in allegato mostrano all’interno dell’area in
oggetto una soggiacenza della falda tra -30,00 e -35,00 dal p.c.). L’elevata vulnerabilità intrinseca
di tale falda è generalmente testimoniata dalle scadenti caratteristiche qualitative delle acque, che
presentano talora elevati valori di nitrati.
Gruppo Acquifero C (Pleistocene Medio); costituita da potenti successioni di argille grigie
e gialle, talora fossilifere e torbose, caratterizzate da una discreta continuità laterale,a cui si
alternano subordinati livelli di sabbie, ghiaie sabbiose ad alto contenuto argilloso e livelli di
conglomerati. Nei livelli più grossolani e permeabili sono presenti falde idriche intermedie e
profonde di tipo confinato, captate dai pozzi pubblici presenti sul territorio comunale. Dall’esame
delle stratigrafie dei pozzi insistenti in Monza e dall'interpretazione generale delle sezioni
idrogeologiche, il tetto dell'unità viene mediamente individuato alle profondità minime di circa 20
m e massime di circa 80 m da p.c. ed è delimitato da una superficie erosionale irregolare ed
ondulata costituita dalla comparsa dei primi livelli limosi e argillosi aventi continuità areale in
tutto il territorio in esame.
Gruppo Acquifero D (Pleistocene Inf.); costituita da potenti successioni di argille grigie e
gialle, talore fossilifere e torbose, caratterizzate da una discreta continuità laterale, a cui si
alternano subordinati livelli di sabbie, ghiaie sabbiose ad alto contenuto argilloso e livelli di
conglomerati. Nei livelli più grossolani e permeabili sono presenti falde idriche intermedie e
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profonde di tipo confinato, captate dai pozzi pubblici presenti sul territorio comunale. Dall’esame
delle stratigrafie dei pozzi insistenti in Monza e dall'interpretazione generale delle sezioni
idrogeologiche, il tetto dell'unità viene mediamente individuato alle profondità minime di circa 20
m e massime di circa 80 m da p.c. ed è delimitato da una superficie erosionale irregolare ed
ondulata costituita dalla comparsa dei primi livelli limosi e argillosi aventi continuità areale in
tutto il territorio in esame.
La zona della Valle del Lambro tra Lambrugo e Briosco costituisce una depressione
interessata fino a notevoli profondità (80-100 m dal piano campagna) dalla presenza di depositi
glaciolacustri prevalentemente limoso-argillosi che comprendono con ogni probabilità verso il
basso anche le argille plio-pleistoceniche. Nel complesso, nonostante alcuni serbatoi idrici
sotterranei locali, la zona può considerarsi poco produttiva come testimoniano le ricerche
idrogeologiche sterili condotte nel passato.
La zona del terrazzo di Monza è caratterizzata dalla presenza a piccola profondità dei
conglomerati tipo ceppo e da uno scarso spessore di questa unità. Infatti a piccola profondità dal
piano campagna si hanno le argille plio-pleistoceniche che risalgono bruscamente procedendo verso
W dove si trovano a 25-30 m di profondità, costituendo quindi un alto strutturale di probabile
origine tettonica. In quanto caratterizza una vasto settore che si estende fino all'Adda. Ciò
determina una differenza di sfruttamento delle risorse idriche in quanto i pozzi posti ad E del
terrazzo talora captano anche le acque contenute nell’acquifero dei conglomerati, mentre tale
acquifero è di ridottissimo spessore verso W e quindi la captazione avviene all’interno degli
orizzonti sabbiosi delle argille plio-pleistoceniche presenti fino a circa 140 m di profondità, il cui
spessore è stato indagato localmente fino ad oltre 250 m di profondità, ritrovandosi talora facies
idrochimiche negative.
Nella zona ad W del terrazzo di Monza l’acquifero dei conglomerati tipo ceppo è di ridotto
spessore e potenzialità (qualche l/s/m), mentre sono captate le falde più profonde contenute nelle
lenti di sabbie delle argille plio-plesitoceniche fino a circa 140 m di profondità. T ali lenti
permeabili non sono state individuate più in profondità fino circa 200 m.
Per quanto riguarda la permeabilità, come si evince dalle note illustrative della carta
geologica d’Italia, foglio 118 Milano; il sottosuolo monzese è costituito da materiali alluvionali
caratterizzati da alti valori di permeabilità (10 - 5 m/sec); valori di permeabilità più elevati sono
spesso riconducibili alla presenza di occhi pollini
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A livello regionale i dati di conducibilità idraulica inseriti nel data-base idrogeologico sono
per lo più riferiti al I e II Acquifero, oppure alla combinazione dei due (Acquifero T radizionale).
Sulla base di tali dati è stato ricostruito con un buon grado di dettaglio l’andamento della
permeabilità nel dominio in esame. Nella porzione settentrionale del Foglio 118 Milano, come a
causa della notevole eterogeneità dell’acquifero, i valori medi della permeabilità si presentano
piuttosto articolati. La permeabilità diminuisce poi procedendo verso Sud, in particolare nel settore
centro-orientale.
A partire dai valori di conducibilità idraulica ed utilizzando lo spessore dell’acquifero
ricavato in base alle sezioni eseguite, è stato possibile procedere ad una valutazione della
trasmissività del II Acquifero (non riportata nella cartografia).
I valori ottenuti variano da un minimo di 5*10 - 4 m 2 /s ad un massimo di 7*10 - 2 m 2 /s e
risultano particolarmente elevati nel settore occidentale. In queste zone, infatti, sono prevalenti le
ghiaie, e la frazione fine presente nella matrice o in lenti è più ridotta rispetto al settore orientale.
Inoltre, è proprio qui che il II Acquifero raggiunge i valori massimi di spessore, pari a circa 64 m (
si vedano note illustrative della carta geologica d’Italia, foglio 118 Milano).
Alla luce del PGT del Comune di Monza, A16 componente geologica, idrogeologica e
sismica, vengono qui riportati gli stralci delle carte idrogeologiche di riferimento:
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T av 5 punti di captazione idrica e rete dell’acquedotto
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T av 6 isopiezometriche e soggiacenza
T ali carte elaborate nell’ottobre 2003, mettono in luce una soggiacienza della falda
all’interno dell’area di progetto, che varia da – 28,65- 32,05 metri dal p.c..
Alla luce di tutti i dati raccolti resi disponibili dai vari enti competenti e lo studio eseguito
in tale elaborato sui pozzi limitrofi dal 2003 ad oggi, è possibile concludere che la soggiacenza
della falda all’interno dell’area di interesse non sia superiore al minimo dato registrato, pari a circa
- 28,60 m dal p.c..
Alla
luce
sia
delle
ultime
tendenze
di
mutamento
climatico
e
di
piovosità,
con
tropicalizzazione delle stesse, che della tendenza all’uso più appropriato delle risorse idriche
mediante impianti di irrigazione a goccia, le sopra indicate misure di falda potrebbero presentare
variazioni anche di notevole entità mettendo in luce un innalzamento dei livelli.
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Sequenza stratigrafica dei terreni
Il rapporto sulle indagini geotecniche integrative del 14 marzo 2007 a firma del dott. Geol.
Alessandro Rebonato, per quanto riguarda i sondaggi del 2004(stratigrafie riportate in allegato alla
relazione geotecnica elaborato C.02.00), indica:
•
in superficie una sequenza stratigrafica costituita fondamentalmente da due unità
geotecniche sabbiose, ghiaiose e limose;
•
in profondità una sequenza costituita da ghiaie e sabbie più grossolane e cementate.
Le prove CPT svolte dallo stesso professionista confermano le indicazioni stratigrafiche
sopra indicate.
Nel settembre 2013 è stata svolta una campagna di indagine ambientale che prevede, lungo la rampa
di accesso alla galleria,in prossimità della rotatoria della Birona, n° 2 sondaggi uno di profondità
pari a circa 3,00 m e uno di profondità pari a circa 6,00 m. e n°4 saggi con profondità pari a circa 2
m dal p.c.. Inoltre,lungo l’asse della galleria artificiale, n° 1 sondaggio con profondità pari a circa
10 m disposto lungo il tracciato. Le stratigrafie dei sondaggi e trincee dell’anno 2013 sono
riportate nell’elaborato N.02.00. “Piano di Utilizzo”.
Nel seguito viene riportata la sequenza stratigrafica del sottosuolo da noi elaborata:
Unità stratigrafiche
Sabbia fine ghiaiosa debolmente limosa
Limo sabbioso
Ghiaia
Sabbia
Per quanto riguarda la stratigrafia del sottosuolo, si raccomanda il lettore di prendere
visione del profilo geotecnico tracciato lungo l’asse della galleria, elaborato C.04.00.
Inquadramento sismico (macrosismica)
Per la definizione delle azioni sismiche di progetto, in base alle quali valutare il rispetto
dei diversi stati limite considerati, è necessario conoscere la “pericolosità sismica di base” del sito
di costruzione. Secondo la normativa sismica indicata nel D.M. 14.01.2008 si deve far riferimento
alle locazioni delle opere riferite ai vertici sismici del reticolo nazionale.
Mediante Google Earth si sono ricavate le coordinate del punto relativo all’intervento in
progetto. Per tale punto viene indicata la pericolosità sismica sui suoli rigidi tramite i parametri di
ag, F0, T c* per vari tempi di ritorno (T R). Introducendo i valori delle coordinate all’interno della
sottostante tabella, si ricavano i sopra detti parametri.
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Considerando un tempo di ritorno pari a 475 anni, si individua un’accelerazione sismica ag
pari a 0,053 g. Come da indicazioni dell’Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) che
esprime i valori di ag (accelerazione sismica) in riferimento al O.P.C.M. del 28 aprile 2006, n.
3519 all. 1b, il comune di Verona ricade nell’intervallo compreso tra 0,050 e 0,075.
Sulla base di quanto contenuto nel D.M. 14.01.2008, la valutazione delle azioni sismiche in
fase di progettazione è specifica per ogni sito; la D.G.R. 8/7373 del 28.05.08 riporta che la
suddivisione del territorio in zone sismiche omogenee ai sensi della O.P.C.M, 3519/06 individua
unicamente l’ambito di applicazione dei vari livelli di approfondimento in fase pianificatoria.
Qui di seguito si riporta - secondo quanto contenuto nel testo integrato “Norme tecniche per
le Costruzioni” del D.M. 14.01.2008 ed in mancanza di una caratterizzazione sismica - una
valutazione qualitativa della categoria di terreno corrispondente al sito esaminato.
Categoria Definizione C : depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a
grana fina mediamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale
miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 180 e
360 m/s (ovvero 15 < NSPT ,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu, 30 < 250 kPa nei terreni a
grana fina).
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Le Norme T ecniche dell’Ordinanza 3431/2005 forniscono un ulteriore elemento utile per la
progettazione costituito da 4 valori dell’accelerazione orizzontale di picco del suolo (ag) sulla base
dei quali applicare le norme progettuali e costruttive fornite dalla normativa. Sulla base dei valori
di accelerazione orizzontale, il territorio nazionale è stato suddiviso nelle seguenti zone:
Come riportato nell’elenco allegato al testo dell’Ordinanza, i territori comunali di Monza e
Lissone ricadono in zona 4.
Secondo quanto contenuto nel P.G.T . comunale, l’area di intervento, come rappresentato in
Figura, ricade parzialmente in una zona con scenario di pericolosità sismica locale S6, definita
come zone terrazzate, a depositi fluviali e fluvioglaciali alterati, con coperture loessiche in genere
inferiori a 1 m; presenza di cavità e piccole falde sospese. Per tali zone sono possibili cedimenti
(Z2) ed è prevista la realizzazione del secondo livello di approfondimento.
La banca dati della Regione Lombardia riporta, per ciascun Comune, un valore di soglia da
raffrontare al Fattore di amplificazione (Fa) della risposta sismica dei terreni. Gli intervalli di
tempo in cui è calcolato tale parametro sono scelti in funzione del periodo proprio delle tipologie
edilizie presenti sul territorio: in particolare l’intervallo 0.1÷0.5 s è riferito a strutture
relativamente basse, regolari e piuttosto rigide, mentre per strutture più alte e flessibili si considera
l’arco di tempo 0.5÷1.5 s
Per l classe di appartenenza C, il valore di soglia per il periodo compreso tra 0.1-0.5 s è di
1.9, mentre il valore di soglia per il periodo compreso tra 0.5-1.5 s è di 2.4.
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Ai sensi della Deliberazione Giunta Regionale 28 maggio 2008 – n. 8/7374: Aggiornamento
dei “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del
Piano di Governo del T erritorio, in attuazione dell’art. 57, comma 1, della l.r. 11 marzo 2005, n.
12”, approvati con d.g.r. 22 dicembre 2005, n. 8/1566, per i criteri ricaduti in zona sismica 4 non
sono previsti ulteriori approfondimenti.
Verona 10.10.2013
editing grafico
Diretto re Tecn ico
Dott. geol. Pier Luigi Pezzo
Dott.ssa Cecilia Raimondo
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Allegati
•
Planimetria pozzi;
•
Stratigrafia pozzo 151230012;
•
Stratigrafia pozzo 1080330322;
•
Stratigrafia pozzo 151490030;
•
Stratigrafia pozzo 151490151;
•
Stratigrafia pozzo 1080330315;
•
Variazioni della falda pozzi 151230037-38,
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LISSONE
Pozzi registrati al SIF in
Provincia di Monza e Brianza
Aprile 2013
scala 1:10.000
152160003
151290026
151290003
151230026
1080410020
152080036
151290002
152080008
151230023
151290007
1080290030
151290005
151230005
151290017
151290004
151290016
151290008
151290006
151230011
151000033
151000043
150230024
151230042
150230022 150230023
151230034 151230035
150230004
151230008
150230010
151000004
151230013
151230032 151230033
151230019
151230007
151230001
151230006
152320002
151230004
151230010
151230024
151230018
152320013 152320014
151230027
151230014
151230020
151000006
151230037 151230038
152320003
151230022
152320012
151230009
1080330315
151230021
151230017
151230015 151230016
151230012
151230025 151230029
151230028
1080330322
151490030
151490245
151490151
151490152
151490244
151490150
151490212
151490246
151490049
1080330320
151520003
151520006
151520012
152340015
151520008 151520009
151520005
151520013
151490047
151490037
151490068
151490067
151490069
L. Casadei
Codice Manufatto
PozzoRepubblicaLissone
Elemento 0151230037
Data
Altezza
Statica
Altezza
dinamica
02/08/2004
0
36,36
20/04/2005
0
38,33
27/04/2006
40,39
41,13
30/04/2006
0
0
16/05/2006
40,5
41,19
18/05/2006
0
41,26
19/05/2006
0
41,26
23/05/2006
40,53
41,24
26/05/2006
40,54
41,26
31/05/2006
40,58
41,29
08/06/2006
0
41,34
21/06/2006
0
41,34
02/08/2006
0
44,16
08/08/2006
0
41,65
19/08/2006
0
41,63
19/09/2006
0
41,75
20/10/2006
0
41,81
17/11/2006
0
41,94
14/12/2006
0
42
03/01/2007
0
42,15
09/01/2007
0
42,13
30/01/2007
0
42,21
08/02/2007
0
42,29
18/02/2007
0
42,39
12/03/2007
0
42,48
29/03/2007
0
42,62
04/04/2007
0
42,68
05/04/2007 9.00
41,97
0
05/04/2007 13.00
41,97
0
05/04/2007 13.01
42
0
05/04/2007 17.00
0
43,6
06/04/2007
0
43,7
19/04/2007
0
43,73
28/04/2007
0
43,93
08/05/2007
0
43,91
11/05/2007
0
43,91
13/05/2007
0
44,07
07/06/2007
0
44,02
28/06/2007
0
44,26
02/07/2007
0
44,33
03/07/2007
42,76
44,36
04/07/2007
0
44,27
12/07/2007
42,79
0
01/08/2007
43,39
44,88
06/08/2007
43,35
0
12/08/2007
43,32
44,59
26/08/2007
0
44,63
30/08/2007
0
44,63
31/08/2007
43,3
44,63
22/09/2007
0
44,96
01/10/2007
0
44,82
28/12/2007 10.45
0
45
29/02/2008 10.30
0
44,8
07/03/2008 14.30
0
44,76
29/04/2008
0
44,8
30/05/2008 11.00
0
43
20/06/2008 10.30
0
44,37
30/06/2008 10.05
0
44,35
01/08/2008
0
44,35
28/08/2008 8.00
0
44,35
28/08/2008 14.00
0
44,35
01/09/2008
0
44,35
30/09/2008
0
44,35
30/10/2008
0
44,35
25/03/2009
0
41,39
29/01/2010
34,01
36,22
30/09/2011
31,6
33,5
01/02/2012
33,15
35,15
28/09/2012
34,65
36,35
31/01/2013
34,88
36,77
Data
Altezza
Statica
Altezza
dinamica
27/04/2006
41,2
41,2
26/07/2006
45,7
51,4
02/08/2006
0
41,69
08/08/2006
0
43,9
19/08/2006
0
43,44
19/09/2006
0
43,86
20/10/2006
0
43,75
17/11/2006
0
43,64
14/12/2006
0
43,58
03/01/2007
0
43,31
09/01/2007
0
43,66
30/01/2007
0
43,59
08/02/2007
0
43,41
18/02/2007
0
43,54
12/03/2007
0
44,06
29/03/2007
0
44,6
04/04/2007
0
44,34
04/04/2007 0.01
0
44,34
05/04/2007 9.00
43,99
0
05/04/2007 17.00
43,86
44,2
06/04/2007
0
45
19/04/2007
0
45,85
28/04/2007
0
45,9
08/05/2007
0
46,07
11/05/2007
0
46,28
13/05/2007
0
46,88
07/06/2007
0
48,43
28/06/2007
0
49
Elemento 0151230038
02/07/2007
0
48,5
03/07/2007
48,76
49,07
04/07/2007
0
48,06
12/07/2007
48,3
0
01/08/2007
48,61
48,91
06/08/2007
47,78
0
12/08/2007
47,06
47,18
26/08/2007
0
46,94
30/08/2007
0
47,11
31/08/2007
46,85
47,05
22/09/2007
46,97
47,1
01/10/2007
46,68
46,8
28/12/2007 10.45
45,44
0
29/02/2008 10.30
0
46,58
07/03/2008 14.30
0
46,31
29/04/2008
0
46,58
30/05/2008 11.00
0
44,72
20/06/2008 10.30
0
46,66
30/06/2008 10.05
0
46,9
01/08/2008
0
46,9
01/09/2008
0
46,9
30/09/2008
0
46,9
30/10/2008
0
46,9
25/03/2009
0
45,29
30/12/2009
35,43
35,83
30/09/2011
35,65
36,05
01/02/2012
35,9
36,35
28/09/2012
37,55
37,9
31/01/2013
35,19
35,52