Un nemico insidioso: la NEVRALGIA POST-ERPETICA

“Amici della Fondazione di Ricerca sul Dolore - ISAL”
sezione territoriale di Benevento
Nevralgia Post Erpetica
La nevralgia post-erpetica è una condizione patologica caratterizzata da dolore
neuropatico. Rappresenta la complicanza più frequente dell'Herpes Zoster , una
malattia virale caratterizzata dalla comparsa di eruzioni cutanee vescicolari che
compaiono nelle aree di distribuzione delle radici spinali colpite dal virus, lo stesso
che provoca la varicella.
L'Herpes zoster, comunemente chiamato fuoco di Sant'Antonio (o fiamme di
Satana), è una malattia a carico della cute e delle terminazioni nervose, causata dal
virus della varicella infantile. Il suo nome deriva da due parole greche, "serpente" e
"cintura", che descrivono in modo appropriato la malattia , come un serpente di fuoco
che si annida all'interno del corpo e che a volte ha strascichi lunghi e invalidanti. La
patologia, infatti, si manifesta come un’eruzione cutanea dolorosa e presenza di
vescicole; è solitamente limitata ad un lato del corpo, spesso in una striscia.
Una volta placata la fase acuta, contraddistinta dall’eruzione cutanea, il dolore può
persistere o ripresentarsi, in singole aree del corpo ben definite, per mesi, anni e
persino per tutta la vita.
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La nevralgia zosteriana rientra tra le patologie definite ‘dolore neuropatico
localizzato’ (localized neuropathic pain, LNP). Le lesioni periferiche del sistema
nervoso hanno la caratteristica di essere superficiali, e sono quindi aggredibili con
trattamenti "localizzati", ossia topici.
Cause
L'herpes zoster è una riattivazione dell'infezione latente provocata dal virus della
varicella, e questo significa che lo zoster può verificarsi solo in individui che hanno
già avuto tale malattia virale. Il sistema immunitario è in grado di eliminare il virus
nella maggior parte dei luoghi del corpo, ma esso rimane inattivo (o latente) nel
corpo delle cellule nervose e meno frequentemente nelle cellule non neuronali
satellite del ganglio dorsale, dei nervi cranici o del sistema nervoso autonomo, senza
provocare alcun sintomo.
Per cui, il virus che provoca la varicella resta all’interno del corpo per il resto della
vita. Anni dopo, esso può riattivarsi, provocando l'herpes zoster. Questo succede
spesso quando il corpo è debilitato da traumi, interventi chirurgici, altre infezioni,
oppure quando vengono assunti farmaci che possono sopprimere in parte il nostro
sistema immunitario, come i cortisonici e gli antiblastici. La riattivazione porta alla
manifestazione dello zoster. Gli anticorpi contro il virus sviluppati al primo incontro
con la varicella, fanno sì che i sintomi non si diffondano.
Le manifestazioni restano confinate solo nelle aree della cute dove arrivano i nervi in
cui si è annidato e riattivato il virus. La successiva nevralgia è dovuta alla distruzione
dei nervi durante lo sfogo della malattia.
I nervi danneggiati non riescono a trasmettere i messaggi dalla cute al cervello come
fanno abitualmente. I messaggi diventano confusi e caotici provocando un dolore
spesso gravissimo, che può persistere per mesi o anni.
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Complessivamente, dall’8 al 19% dei pazienti colpiti da herpes zoster sviluppa la
nevralgia posterpetica, che si osserva più frequentemente negli anziani. Di
conseguenza, in ragione del progressivo invecchiamento medio della popolazione
mondiale, ci si aspetta un aumento della prevalenza di questa malattia nei prossimi
anni.
Il rischio di sviluppare una nevralgia post-erpetica incrementa con l'età, interessando
soprattutto le persone con più di 50 anni. Al di sotto di questa soglia l'incidenza della
nevralgia post-erpetica è inferiore al 20%, mentre aumenta progressivamente dopo i
60 anni accompagnandosi ad una riduzione delle probabilità di risoluzione spontanea.
Si stima, per esempio, che la nevralgia post-erpetica interessi rispettivamente il 27, 47
e 77% degli adulti non trattati di età superiore ai 55, 60 e 70 anni.
Sintomi
Come la maggior parte delle condizioni di dolore neuropatico, la nevralgia
posterpetica si manifesta attraverso numerose tipologie di sintomi dolorosi locali o
periferici, ad esempio: sensazioni di bruciore costante, dolore lancinante, dolore
intermittente, allodinia e iperalgesia.
Le condizioni di dolore neuropatico, come la nevralgia posterpetica, possono avere
un notevole impatto negativo sulla vita dei pazienti e sulla morbidità psicologica, con
conseguenti ricadute sul piano sociale e socioeconomico. Gli effetti sulla qualità della
vita sono il primo problema per i pazienti affetti da PHN, che diventano spesso
apprensivi, si isolano e soffrono d’insonnia a causa del dolore. Il dolore severo può
avere ricadute anche sulle attività della vita quotidiana e sulla resa lavorativa.
Fino al 90% dei pazienti con PHN soffre di allodinia, che può avere un impatto
ancora maggiore sulla qualità della vita e condurre alla depressione. Più il dolore è
severo, più grave è la menomazione delle funzioni fisiche, della salute emotiva e
delle performance lavorative.
Nella peggiore delle ipotesi, il dolore che caratterizza la nevralgia post-erpetica è
continuo, superficiale, urente (bruciore) e tipicamente localizzato in un'area ben
precisa ed ipersensibile; il dolore viene spesso esacerbato violentemente da contatti,
anche lievi, dell'area lesa, quindi percepito in maniera esplosiva per un periodo di
tempo superiore alla norma; ad esempio, il semplice contatto coi vestiti, i movimenti
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notturni o addirittura sbalzi di temperatura, rumori improvvisi o stress emotivi,
possono scatenare un dolore violento e lancinante che può compromettere seriamente
la qualità di vita, rendendo il paziente invalido, recluso nella propria casa.
L'intensità del dolore è comunque variabile e altamente soggettiva, per cui la
sintomatologia può presentarsi anche in maniera assai più lieve e limitarsi ad un
leggero prurito con sensazione di intorpidimento.
La nevralgia post-erpetica può permanere a lungo (mesi o addirittura anni) dopo la
guarigione delle lesioni cutanee.
Terapia
Per pazienti di età superiore ai 60 anni può essere consigliabile la vaccinazione.
Nel caso la nevralgia post-erpetica sia già manifesta, viene in genere utilizzata una
combinazione di trattamenti utili a ridurre il dolore:
Trattamenti topici: applicazione di gel, o meglio ancora cerotti, a base di Lidocaina
5% nell'area interessata. Nella maggior parte dei casi questo trattamento offre un
sollievo continuativo del dolore. Meno efficaci ma potenzialmente utili le
applicazioni topiche di pomate a base di capsaicina 0,025-0,075%, o aspirina in
dietiletere.
Trattamenti sistemici: il trattamento d'elezione è rappresentato dagli antidepressivi
triciclici (desipramina, amitriptilina, nortriptilina, maprotilina), da assumere in
piccole dosi serali da incrementare nel corso della terapia secondo le indicazioni
mediche. Potenzialmente utili anche i farmaci antidolorifici, come il paracetamolo e
gli oppioidi ossicodone e tramadolo. Alcuni farmaci utilizzati nel trattamento
dell'epilessia (anticonvulsivanti o antiepilettici, quali gabapentin o pregabalin)
possono ridurre il dolore associato alla nevralgia posterpetica.
In alcuni selezionati e non rispondenti alla terapia farmacologica, si può ricorrere a
trattamenti invasivi intervenendo sulle strutture nervose responsabili della
conduzione del dolore.
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