I SANTI BRILLANO COME LE STELLE! Omelia di mons. Paolo Magnani, vescovo emerito di Treviso, tenuta nella cattedrale di Treviso, in occasione della festa del Patrono della Città e della Diocesi di Treviso, san Liberale, su invito del vescovo diocesano S. Ecc. l’Arcivescovo mons. Gianfranco Agostino Gardin, il 28 aprile 2014. Letture bibliche: Atti degli Apostoli 16,25-34 Dal Salmo 33 I Giovanni 5,1.4-5.13.20-21 Giovanni 20,24-31 Carissimi, sono veramente contento di presiedere la liturgia Eucaristica nella solennità del Patrono san Liberale. Ringrazio il vescovo diocesano mons. Gianfranco Agostino Gardin che mi ha invitato. A lui rivolgo in primis il mio saluto cordiale e fraterno, ringraziandolo anche per le parole che mi ha rivolto all’inizio della Messa. Carissimi sacerdoti e fedeli, sto per parlarvi di san Liberale, Patrono della Città e della diocesi di Treviso, e lo faccio alla presenza di tutti voi, nella condivisione liturgica e pastorale. È da venticinque anni, da quando sono giunto a Treviso, che san Liberale mi accompagna, tanto che nel pastorale che uso in questa santa Messa, opera del professor Rudelli, vi è scolpita la figura di san Liberale: il Patrono è stato per me intercessore, una guida e un confronto. Vi parlerò allora di san Liberale attraverso tre riflessioni. La prima muove dal fatto della presenza di “tutti voi”, qui in questa cattedrale: siamo in tanti, presbiteri e laici. In questo nostro “esserci” vedo un segno di Chiesa e di diocesi, non nella teoria, bensì in una condivisione concreta. Dunque, riconosciamoci qui e oggi cristiani di Treviso, cristiani di parrocchia e di aggregazioni laicali. E qui è per me doveroso segnalare la presenza dell’Azione Cattolica. Ad essa va il merito di aver fatto conoscere un evento tutto di Chiesa trevigiana, di averlo annunciato, di averlo promosso anche con una piccola edicola. Gli aderenti all’Azione Cattolica hanno dedicato un appuntamento annuale, significativo e spiritualmente simbolico, come quello odierno, perché in san Liberale trovano un laico cristiano da imitare e da invocare. La presenza dei presbiteri, in particolare quelli della Città di Treviso, fa parte della grande tradizione di devozione popolare al Santo che risale almeno a otto secoli fa. E oggi è per me motivo di gioia vedere accanto alle reliquie del beato Andrea Giacinto Longhin, quelle di san Liberale. Nella fede penso al Beato che esulta, e celebra con noi la festa del Patrono, lui che lo celebrava sempre con zelo e che voleva fosse celebrato coralmente da tutta la diocesi. A proposito c’è una sua lettera rivolta al clero cittadino, interessante, vivace e polemica. Una celebrazione, quella di oggi, che ci vede uniti, cielo e terra, ma tutti attorno al santo Patrono: san Liberale, oggi noi ti cerchiamo perché siamo alla ricerca della nostra santità! Fratelli e sorelle, passo ora alla seconda riflessione, e, accompagnati dalle mie parole, vi invito ad immaginare una “compositio loci”, cioè a guardare san Liberale attraverso le immagini che si trovano in questa cattedrale. Dove troviamo san Liberale? Davanti all’altare, a destra del Cristo Redentore; se poi saliamo sul presbiterio incontriamo un dipinto di san Liberale che evangelizza Altino. Nella nuova cattedra di bronzo al fianco sinistro è scolpita la figura di san Liberale in veste di soldato. San Liberale lo troviamo dipinto nella cappella dell’Annunziata e nella grande croce accanto all’altare. In questo giorno, poi, viene esposta la statua del santo in argento cesellato e sbalzato, è il frutto della riconoscenza dei fedeli per la liberazione dalla peste, bella e degna di essere posta nelle prime pagine di un giornale. Ma ancora di più: questa cattedrale con la sua Cripta è un grande reliquiario del nostro Patrono, della sua arca, della sua urna e delle sue reliquie ossee. Tutto questo ci dice che per chi prega nella cattedrale san Liberale non è lontano, è presente, è vicino a tutti, è anche la storia della devozione dei trevigiani per il loro e nostro Patrono. Ma oltre alla devozione, possiamo anche affermare che non c’è Eucaristia celebrata su questo altare, senza un riferimento spirituale a san Liberale, come non c’è annuncio cristiano, che parta dalla cattedra del vescovo, senza la presenza del medesimo santo. Tutto ciò richiama l’impossibilità di una assenza del Patrono, oppure l’eventuale assurdità dell’assenza del nostro culto rivolto a lui. Concludo con una terza riflessione. Stiamo celebrando il primo centenario della morte di san Pio X, ed è quasi un obbligo farne cenno. Nella nostra diocesi di Treviso, abbiamo la presenza di un Patrono principale e di un patrono secondario, san Liberale e san Pio X. Ambedue coprono tutto il 1 territorio della diocesi. Ricordo che il Patrono in qualità di protettore ha un senso territoriale. Nella Città di Treviso infatti le chiese anche parrocchiali, compresa la cattedrale, non hanno Patroni, ma solo Santi titolari. Anche i Santi hanno le loro stagioni, e quest’anno è la stagione di san Pio X, e ambedue coinvolgono la diocesi di Treviso. Ma cosa hanno in comune? Rispondo: la santità cristiana! Sono due stelle che brillano di un diverso splendore. Nelle letture bibliche di questa liturgia traspare l’interpretazione della santità di san Liberale: il cristiano della fede cristiana, della divinità di Cristo, del testimonio eroico di questa fede, dell’essere stato tutto e profondamente con Cristo, fino a condividere il cuore aperto di Cristo. La tradizione ne presenta una figura ancora più ampia e cioè laico della diaconia, della parola e della carità. Laico di Cristo, particolarmente in comunione con il suo vescovo. Così in san Liberale incontriamo l’ideale del cristiano delle origini della Treviso cristiana, Santo territoriale e della quotidianità. Per san Pio X la santità, sempre cristiana, sembra concentrarsi nella carità pastorale soprattutto da Papa, con una vita eucaristica, fino al totale dono di sé. Il suo nucleo specifico si trova in una mistica personale di vita eucaristica, protesa ad essere vittima d’amore offerta per la sua Chiesa, come Cristo ha dato la sua vita per la Chiesa sua sposa. In questo modo l’aspetto esistenziale della santità di Pio X si configura nel suo culmine come santità papale ed universale di segno ecclesiale. La Chiesa di Treviso celebra i suoi Santi, le sue stelle luminose, che ci offrono un messaggio di attualità sul piano personale e pastorale. San Liberale ci suggerisce come la qualità di una Chiesa particolare è soprattutto di natura spirituale e cristiana. La programmazione pastorale tende a questo: cioè alla forma di vita cristiana dei suoi credenti. Non è sufficiente impostare una buona organizzazione pastorale se in essa non si immette il lievito della santità, cioè della presenza di Gesù Cristo. E da san Pio X la Chiesa di Treviso riceve l’invito ad un oltre, a non chiudersi in sé stessa ma di aprirsi alla condivisione universale di persone missionarie e memori delle radici del cristianesimo Veneto. Chiediamo anche oggi ai nostri Santi un po’ del loro splendore sulla nostra vita, sulla nostra Città e sulla nostra Diocesi. Così sia. 2
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