LA FIGLIA DI UN SOLDATO NON PIANGE MAI

LA FIGLIA DІ UN SOLDATO NON PIANGE MAI
(A Soldier’s Daughter Never Cries)
di James Ivory
Produzione: GB 1998 – Soggetto: dal romanzo omonimo di Kaylie Jones – Sceneggiatura:
James Ivory, Ruth Prawer Jhabvala – Fotografia: Jean-Marc Fabre – Montaggio: Noelle
Boisson – Musica: Richard Robbins - Scenografia: Jacques Bufnoir (per la Francia); Pat
Garner (per gli Usa) – Costumi: Eve-Marie Arnault – Suono: Ludovic Henault – Interpreti
e Personaggi: Kris Kristofferson (Bill Willis); Barbara Hershey (Marcella Willis); LeeLee
Sobieski (Channe adolescente); Anthony Roth Costanzo (Francis Fortescue); Jane Birkin
(Madame Fortescue); Jesse Bradford (Billy adolescente); Virginie Ledoyen (la madre di
Billy); Dominique Blanc (Candida); Luisa Conlon (Channe bambina); Samuel Gruen
(Benoit/Billy bambino) Harley Cross (Keith Carter ) – Colore – Durata: 120’.
LA STORIA
In una casa in riva al mare una ragazza attende di partorire un bambino che darà in
adozione. Ha soltanto quindici anni, e affida a un diario la speranza che qualcun altro, al
posto suo, sappia offrirgli “tutto l’amore che merita”. Quel bambino, che ora ha sei anni e
si chiama Benoit, scende da un taxi un pomeriggio, accompagnato da un’assistente sociale,
per conoscere la sua famiglia adottiva. Siamo a Parigi, negli anni ’60, ed è così che Benoit
entra a far parte dei Willis, il padre Bill, affermato scrittore e intellettuale dalla personalità
affascinante e carismatica, la madre Marcella, estroversa e sensuale, e la sorella Channe, di
poco più grande, che parla bene il francese, la sola lingua nella quale il bambino si
esprime. Completa il quadro familiare Candida, la cameriera portoghese tutto fare, che
adora la bambina e non vede di buon occhio il nuovo arrivato. I Willis si circondano
spesso di amici, quasi tutti americani come loro, con i quali trascorrono allegre serate a
giocare a carte, a bere e a discutere di politica e di cultura. Benoit non si separa mai da una
piccola valigia dentro alla quale conserva tutte le sue cose, e qualche volta fa la pipì a
letto, ma Channe l’ha rassicurato: nessuno lo sgriderà per questo, e non dovrà più
andarsene da quella che oramai è casa sua. Circondato di amore e di attenzioni, il bambino
poco per volta abbandona le proprie insicurezze, impara l’inglese e si affeziona alla nuova
famiglia, decidendo che si chiamerà Billy, come il papà adottivo. Dopo aver scoperto le
odiose punizioni inflitte al piccolo dalla maestra, Marcella toglie entrambi i figli dalla
scuola pubblica per iscriverli in una privata e internazionale. La madre naturale di Billy
nel frattempo si fa viva per firmare la pratica di adozione del bambino e la definitiva
rinuncia a lui, e consegna a Bill il diario della sua gravidanza, affinché, una volta diventato
grande e soltanto dietro sua esplicita richiesta, egli possa conoscere la verità sulle sue
origini. Nel corso di una vacanza in Normandia, Channe sperimenta le primissime
emozioni sessuali attraverso un intraprendente ragazzino del posto che l’attira sulla
propria casetta costruita sopra un albero. Diventata un’adolescente lunga e magra, fa
amicizia con Francis Fortescue, un compagno di classe dai modi effeminati che vive in un
mondo tutto suo, completamente diverso da quello degli altri coetanei. Non ha padre, e
l’eccentrica madre lo ha cresciuto nell’amore per l’arte e nel disprezzo delle regole
convenzionali. Channe è travolta dalla personalità del ragazzo, con cui stringe un legame
fortissimo di cui Billy, più timido e introverso della sorella e senza amici, è un po’ geloso.
Dopo aver avuto la prima mestruazione, Channe si lamenta con il padre dell’invadenza di
Candida, che continua a confezionarle vestiti da bambina e a trattarla come tale, mentre lei
preferisce gli abiti alla moda e le feste con gli amici. Anche Billy sta crescendo, e Marcella
perde il figlio che stava attendendo. Bill, sofferente di una malformazione cardiaca
ereditaria, ritiene sia oramai giunto il momento di far ritorno negli Stati Uniti, per far
crescere e studiare i figli nella sua patria. Quando Channe comunica questa decisione a
Francis, il ragazzo trova il coraggio di dichiararle il suo amore per lei. L’impatto con il
nuovo mondo è per i fratelli assai difficile e problematico, e ciascuno reagisce a modo
proprio, Channe buttandosi a capofitto con i ragazzi, facendosi la fama di una che “ci sta”,
Billy chiudendosi in casa a divorare cibo e programmi televisivi. A scuola vengono presi in
giro ed emarginati dai compagni, bollati come “francesi”, e Billy si prende pure un pugno
in faccia, difeso da Keith, promettente giocatore di football, che diventa il ragazzo di
Channe. Marcella confida al figlio la sua preoccupazione per le condizioni di salute del
marito, che infatti viene ricoverato in ospedale e teme di non vivere abbastanza a lungo
per finire il suo ultimo romanzo. Una sera, poco dopo essere stato dimesso, l’uomo rivela
alla figlia l’esistenza del diario della madre naturale di Billy e la preoccupazione per le
difficoltà che lui e la moglie stanno attraversando per ottenerne la cittadinanza americana.
Poco dopo le festività natalizie, Bill muore lasciando un vuoto incolmabile. Prima che
Channe parta per il college, Marcella consegna al ragazzo il diario affinché lo legga. Billy
ne sfoglia le prime pagine, ma preferisce non andare oltre: la sua scelta oramai l’ha fatta.
ANALISI CRITICA
Il film si apre e si chiude sull’immagine dell’acqua, quella iniziale del mare e quella finale
di un fiume, forse un lago, e l’oceano, sulle cui sponde opposte si trovano l’Europa e gli
Stati Uniti, lo divide in due parti distinte. L’ondoso mare di fronte al quale la giovanissima
madre di Billy attende la nascita del suo bambino, confidando a un diario la paura e
l’angoscia per il parto imminente e per la separazione da una creatura che non vedrà
crescere, comunica l’idea del divenire e l’incertezza del futuro, mentre le acque tranquille e
piatte del finale quella della stabilità di esistenze consolidate. L’oceano segna non solo
l’abisso culturale e sociale dei due mondi nei quali i protagonisti si trovano a vivere, ma
anche lo stacco fra l’innocenza infantile e la complessità dell’adolescenza. Parigi
rappresenta l’avventura, l’esilio; l’America l’approdo, il ritorno alle radici. Diviso in tre
capitoli, intitolati semplicemente con i nomi di “Billy”, “Francis” e “Daddy”,
corrispondenti alle figure che maggiormente hanno inciso nell’infanzia e nell’adolescenza
della protagonista, il film ripercorre oltre un decennio, a cavallo fra gli anni ’60 e ’70, della
vita della famiglia Willis, attraverso lo sguardo di Channe, che vediamo bambina di circa
otto anni quando fa la conoscenza con il fratellino adottivo Benoit, che dopo l’abbandono
da parte della madre quindicenne aveva vissuto con una governante e quindi in un
orfanotrofio, prima di venire adottato da Bill e Marcella Willis, americani trasferiti a Parigi
come molti intellettuali dell’epoca. Il ricco racconto si apre a molteplici temi, primo fra
tutti quello dell’identità, con la trasformazione di Benoit in Billy e la difficile ricerca di sé
da parte di Channe all’ombra di un padre amatissimo ma dalla personalità sovrastante. Lo
strano destino dei Willis, condannati a essere considerati ovunque stranieri, americani in
Francia e francesi in America, introduce il tema successivo dell’appartenenza e dello
sradicamento, vissuto congiuntamente sia dagli adulti che dai ragazzi: due lingue e due
culture che si fondono anche all’interno della stessa famiglia, con l’arrivo di Benoit/Billy
che dapprima parla solo il francese, e poi lo ripudia. L’amore e l’affettività, in tutte le sue
forme, quello coniugale, appassionato e profondo, fra Bill e Marcella, quello surrogato di
Candida, quello segreto di Francis, quello della giovanissima madre, quello fraterno e
genitoriale, insieme alle scoperte sessuali nelle quali s’inoltra Channe sin da piccola,
attraversano l’intero film, e ne costituiscono lo sfondo, insieme ai temi della separazione e
della perdita: dai luoghi, nel passaggio da un paese all’altro, dalle persone, di cui la più
dura e difficile è rappresentata dalla morte di Bill. Le istanze che premono dall’esterno si
sciolgono sovente, nel corso della narrazione, in abbracci che uniscono i membri della
famiglia nei momenti belli e meno belli della loro esistenza, facendone un corpo solo,
solidale e compatto. Come si vede, un film che si può guardare da molti punti di vista, ma
anche un racconto di formazione in senso classico, un percorso di crescita e di
consapevolezza all’interno del quale i legami e gli affetti familiari assumono
un’importanza particolare. Ciascun capitolo del film contiene alcuni momenti chiave che
segnano e scandiscono le tappe della vita di questa famiglia un po’ speciale, e quelli più
significativi della crescita di Channe e di Billy. Il primo è dedicato all’infanzia dei due
fratelli: il loro primo incontro imbarazzato di fronte a un’assistente sociale dall’aria austera
ed efficiente, il progressivo distacco di Billy dalla sua valigetta, la sua appropriazione del
nome del padre adottivo, che il bambino trascrive a scuola decine di volte, come per
convincersene, la falsificazione della firma paterna da parte di Channe, infine il primo
incontro della bambina con la sessualità, avvenuto sulla casetta sopra un albero dove un
misterioso e malizioso coetaneo l’ha indotta al piacere sconosciuto e sensuale provocato da
una lumaca lasciata strisciare sulla pelle nuda. Channe ne è affascinata e spaventata al
tempo stesso, il suo occasionale e mai più rivisto compagno manifesta sfrontatezza e
malizia, già consapevole, a dispetto dell’età, del carattere trasgressivo e seduttivo del suo
comportamento. Una scena condotta con grande maestria, carica di una tensione quasi
palpabile, volutamente ambigua fra gioco innocente e sopraffazione. I due fratelli crescono
insieme ma il film segue il percorso individuale di entrambi, marcandone la diversità, e
l’evoluzione del loro rapporto viene osservata e descritta nel suo farsi, senza alcuna enfasi.
A unirli è l’affetto ma soprattutto il forte legame con i genitori, in particolare con il padre,
intorno a cui tutto ruota. Il mondo degli adulti e quello dei ragazzi sono divisi nella
quotidianità, ma profondamente uniti nell’intimità. Anche se non perfetti, forse
egocentrici, inclini al bere, Bill e Marcella educano i loro figli nella libertà di pensiero e nel
rispetto dei tempi di evoluzione di ciascuno. Billy ha bisogno di ambientarsi nella nuova
famiglia a modo suo, e nessuno gli mette fretta, né lo forza affinché abbandoni la lingua
materna o si separi dalla sua valigia. Significativo e molto emozionante è infatti il
momento in cui il bambino ne fa dono al padre, il quale lo accoglie come il più bello fra
quelli mai ricevuti. Il secondo capitolo, “Francis”, è imperniato soprattutto sulla pubertà di
Channe, vista attraverso il suo rapporto con lo stravagante amico che “si muove come una
ragazza” e possiede una voce femminile nel canto. Sono gli anni della prima barba di Billy
e della prima mestruazione della protagonista. “Non avere tanta fretta di diventare
grande”, le consiglia il padre in questa occasione, preferendo affrontare ogni argomento,
anche il più scabroso e delicato, direttamente, senza giri di parole. Il senso di un’epoca
rivoluzionaria (il ’68 non si vede, ma “si sente”), è accennato nella scena dell’opera alla
quale Channe e Francis assistono, un’eccentrica “Salomè” riletta in chiave sessuale e
psicanalitica. La macchina da presa, utilizzata sempre in maniera classica, introduce la
figura della direttrice della scuola vestita e truccata come una specie di strega, con una
curiosa carrellata che la mostra scivolare dentro la classe sotto forma di un’apparizione
quasi immateriale, e connota questa seconda parte come la più bizzarra e indefinibile del
film, come lo furono del resto gli stessi anni che rievoca. Il terzo capitolo, “Daddy”, è
quello della consapevolezza e della maturazione, dove ciascuno è chiamato a fare delle
scelte e a confrontarsi con la vita e con la morte. Bill, sentendosi non lontano dalla fine,
desidera che i suoi figli crescano negli Stati Uniti, il suo paese, per non farne degli
sradicati. L’impatto con il nuovo mondo viene descritto attraverso la diversità dello stile di
vita e della mentalità. Il tema della paternità, non solo quella biologica, fa ancora capolino
in quest’ultima parte, laddove rappresenta il ritorno alle origini, il rifiuto di una
condizione perennemente nomade e precaria. Lasciati alle spalle l’infanzia e la pubertà
parigine, e con la malattia di Bill incombente, i ragazzi devono fare i conti con una realtà
nuova e difficile da accettare, contraddistinta da una mentalità più chiusa e conformista
rispetto alla precedente, alla quale tentano di adattarsi. Bill non rimprovera né fa la morale
alla figlia che gli confessa di venire usata sessualmente e poi rifiutata dai ragazzi, ma le
ricorda di essere stato anch’egli come loro, e di aver compreso solo a distanza di tempo
che “una ragazza che faceva l’amore con me non rotolava nel fango, ma mi regalava
qualcosa di prezioso”, invitandola a imparare a dire di no a quei ragazzi “finché non ne
trovi uno che ti piace tanto”. E quando Channe lo trova in Keith, il padre non esita a
chiedere a entrambi se vanno già a letto insieme, e se fanno uso di contraccettivi. Più
discreta del marito, ma in linea con la sua condotta, Marcella obietta che forse è un po’
troppo presto per trattare certi argomenti, ma va ricordato che siamo negli anni ’70, quelli
della rivoluzione sessuale e della contestazione giovanile, di cui il film ci restituisce
l’atmosfera attraverso i costumi, le scenografie e le musiche, ma soprattutto grazie allo
spirito che riesce a trasmettere di un’epoca di grande fermento. “La figlia di un soldato
non piange mai” è un’opera elegante, malinconica e struggente, ironica e delicata, attenta
alle sfumature psicologiche, estremamente sensibile nel toccare la sfera dei sentimenti e
capace di penetrare e far emergere anche situazioni e personaggi secondari, caricandoli di
significato. Il personaggio di Billy è più sfumato rispetto a quello della sorella, ma non per
questo meno importante. Benoit, una volta diventato Billy, con il passare degli anni
confermerà la sua indole docile e casalinga, ritagliandosi all’interno della famiglia un
ruolo preciso, che diventerà decisivo alla scomparsa del padre. E se della sorella ci viene
detto tutto, su di lui il film sembra volutamente mantenere un alone di mistero, o se
vogliamo, una sorta di discrezione che lo rendono un poco inafferrabile. Di questo
bambino orgoglioso e spaventato, man mano che procede il racconto, ci viene restituita
l’immagine di un ragazzo sensibile e sereno, che è stato amato e accettato totalmente, e ha
saputo per questo liberarsi del peso di un abbandono originario. Neppure la figura della
sua giovanissima e tenera mamma risulta negativa, perché guardata con affetto e
comprensione di quindicenne smarrita alle prese con una maternità troppo precoce. Il film
è la storia dell’amore di una figlia per il proprio padre, dentro alla quale ci sono altre
storie, la più importante delle quali racconta di un bambino spaventato che non ha mollato
la sua valigia fino a quando un uomo che ha imparato a chiamare papà non gli ha fatto
capire di essere arrivato a destinazione e di avere trovato il proprio posto nel mondo. Billy
e Channe crescono sotto l’ala maestosa di questo padre straordinario, dal quale si sentono
protetti anche dopo che se n’è andato.
SPUNTI DІ RIFLESSIONE E APPROFONDIMENTO
PER GLI ADULTI
-La vicenda è ispirata al libro autobiografico di Kylie Jones, figlia del famoso scrittore
James Jones (1921-1977), ex combattente e autore di celebri romanzi imperniati sulla
seconda guerra mondiale (“Da qui all’eternità”, “La sottile linea rossa”) il quale, come
Hemingway e Henry Miller, è vissuto per molti anni a Parigi. Anche lo stesso regista,
americano di nascita ed europeo di adozione, ha sempre vissuto fra due mondi diversi e
contraddittori. Lo sradicamento fa da filo conduttore al film, e lo connota profondamente.
-Il film tocca molti temi, alcuni anche estranei al mondo dei ragazzi, che si rifanno allo
scenario politico e culturale di un’epoca ricca e feconda, allusi e percepiti soprattutto
grazie a una raffinata ambientazione e ricostruzione. Accanto ai temi principali della
paternità biologica e adottiva, dei rapporti familiari e della crescita, se ne aggiungono altri
che i ragazzi della scuola media non sono in grado di afferrare ma che tuttavia possono
essere invitati a cogliere e osservare in relazione allo spessore che conferiscono alla
narrazione.
-Il film è la cronaca di una crescita avvenuta su due sponde, e sullo sfondo di una figura
paterna grande e importante. Un film molto complesso, dai significati stratificati. Un
racconto di crescita e di formazione non solo personale, ma anche culturale e
generazionale. In questo senso, oltre a narrare un’esperienza familiare positiva, pone in
luce i valori universali della tolleranza e dell’accettazione.
PER I RAGAZZI
-I personaggi di Billy e di Channe alla luce della loro evoluzione e sviluppo. Quale
rapporto instaurano?
-Il personaggio di Francis è davvero interessante e inclassificabile. Si comporta in modo
eccentrico, subisce il fascino di una madre accentratrice, ma in fondo il tutto si rivela
un’impalcatura sotto alla quale si celano insicurezze e paure comuni a ogni adolescente.
Lo crediamo gay per via degli abiti sgargianti, della voce cristallina, della stravaganza
esibita di continuo in classe, e invece alla fine si rivela innamorato della protagonista, di
cui era diventato il migliore amico soltanto per poterle stare vicino. Cosa pensate di lui?
-Il film mette in luce l’importanza dei rapporti familiari nella crescita e nella maturazione
dell’individuo, e il ruolo dei genitori. Come valutate i rapporti interni alla famiglia Willis?
Cosa pensate di questi genitori e dell’atmosfera familiare?
-Il film evidenzia il mondo adulto e quello dei ragazzi nella loro interazione ma anche
nella loro contrapposizione. In quali momenti del film questi due mondi si incontrano
oppure si scontrano? Quale personaggio adulto vi ha maggiormente colpito, e per quali
ragioni?
-Perché secondo voi la mamma di Benoit/Billy rinuncia definitivamente al bambino?
Come giudicate il suo comportamento e le sue scelte?
-L’episodio delle lumache, che segna l’iniziazione sessuale di Channe, rappresenta una
delle sequenza più affascinanti del film, per la sua carica di seduzione e per il senso di
proibito che evoca. Quali emozioni e pensieri vi hanno suscitato la sua visione?
-Se voi foste stati al posto di Billy, avreste scelto di leggere il diario della madre biologica?
Perché Billy non lo fa?
-Cosa pensate della franchezza con cui il padre tratta con Channe il tema della sessualità?
Ritenete che ci debba essere uno scambio con i genitori su questo argomento, o siete
portati a una maggiore riservatezza?
-Perché a vostro parere Channe, quando arriva negli Stati Uniti, si concede con tanta
facilità ai ragazzi, salvo poi pentirsene? Come reagisce invece suo fratello nell’impatto con
la nuova realtà?
-Quale dei tre capitoli di cui si compone il film vi è maggiormente piaciuto, e perché?
-Quale, fra i molti temi toccati dal film, vi ha interessato maggiormente?
-Il film, pur raccontando una storia adolescenziale, offre una narrazione più approfondita
e raffinata rispetto ad altre opere che trattano lo stesso argomento: vi siete annoiati, avete
trovato il film “pesante”, oppure siete riusciti a farvi catturare dalle sottili emozioni che
offre?
Scheda realizzata da: Lucia Caratti
Progetto: “Educare alla sessualità – Schermi del cuore” – Usl 9 Treviso – Responsabile dott.ssa
Teresa Rando