Mostra “Arte Vera e Gentile”: al Museo del Tessuto la bellezza dei ricami della Collezione Suardi, tra tradizione e contemporaneita’. Comunicato stampa Venerdì 17 ottobre, il Museo del Tessuto apre al pubblico “Arte vera e gentile”, mostra dedicata ad una delle collezioni più preziose custodite nel proprio archivio storico: una selezione di ricami e merletti dalla raccolta appartenuta alla contessa Antonia Ponti Suardi (1860-1938), che ai primi del Novecento fu una delle principali sostenitrici delle Industrie Femminili Italiane e che trascorse una vita d’impegno nella ricerca e nella divulgazione delle raffinate tecniche del ricamo e del merletto. La collezione Suardi conta in totale oltre 1.500 manufatti prodotti tra il XVI ed il XVIII secolo ed è stata oggetto di un complesso progetto conservativo durato circa tre anni, coordinato dal Museo del Tessuto e affidato al Laboratorio Tela di Penelope (in allegato la scheda del progetto). La conclusione di questo notevole lavoro ha permesso al Museo di organizzare un evento che costituisce la prima occasione di ampia visibilità per questo importante nucleo finora mai studiato e che a dispetto della tematica all’apparenza specialistica, permette di cogliere la contemporaneità dei suoi contenuti, confermando quanto il patrimonio custodito nei musei, come nel caso del Museo del Tessuto, possa diventare uno strumento incredibilmente utile, in modo particolare alle aziende, per l’ispirazione e lo sviluppo di tendenze e produzioni contemporanee. Non a caso e in particolare nella moda, si assiste da tempo ad un continuo ritorno a valori, significati e metodi di produzione sempre meno condizionati dalla serialità di massa a favore di un’esclusività materiale e immateriale. Allestita nella suggestiva Sala dei Tessuti Antichi, ambiente dedicato all’esposizione delle collezioni storiche del museo, la mostra “Arte vera e gentile” presenta una selezione di preziosi ricami, trine, manufatti e tessuti dal Rinascimento alle campionature del Novecento, suddivisi a seconda della tecnica prevalente e conservati con l’obiettivo di favorire una nuova prospettiva di emancipazione sociale femminile e mantenere vive le tecniche tradizionali di fronte alla meccanizzazione del settore all’inizio del secolo scorso. Punti e tecniche assolutamente singolari applicate a splendidi manufatti quali ad esempio il modello preparatorio per una borsa da mano, realizzato in India per il mercato inglese, principale committente del prodotto per tutta la seconda metà dell'Ottocento che presenta un incredibile ricamo in applicazione di ali di coleottero, tecnica comparsa per la prima volta all’Esposizione del Padiglione Paxton nel 1851 e particolarmente apprezzata per l’originalità della realizzazione. L’india e non solo, in un corpus di oggetti che oltre all’Italia con Milano, Roma, Firenze e soprattutto Venezia, importante centro per la produzione di ricami, vede riuniti paesi diversi e anche lontani in uno scenario che abbraccia il mediterraneo ad est con la Grecia e l’isola di Creta e ad ovest con la Spagna e ancora l’Asia con le colonie Portoghesi della Costa del Malabar e i centri di produzione di Francia, Olanda e centri del Nord Europa. Di notevole interesse anche il materiale documentario cartaceo e fotografico, che comprende fra gli altri, foto originali di manufatti ricamati, il catalogo fotografico del’Esposizione del 1906, un manoscritto di disegni di ricami del 1570, i quaderni di conto della scuola e, oggetti molto interessanti, i campionari di lavori avviati e le fotografie di esemplari corredati da annotazioni fedeli alle denominazioni dei modelli antichi. Un’insieme che testimonia l’intensa attività didattica e produttiva della scuola istituita dalla contessa dal 1904 al 1930 e la grande passione riversata nell’arte del ricamo e del merletto ad inizio del secolo scorso, come riporta una delle tante descrizioni raccolte, in cui Antonia Suardi è descritta come un’entusiasta e instancabile collezionista “raccoglieva dai musei e dai libri antichi le forme spontanee dell’arte e, con vera passione, scovava campioni qua e là. Tutti gli antiquari di Roma, tutti i piccoli venditori di Campo dei Fiori conoscevano la contessa Suardi e finivano col portarle a casa continuamente ricami, trine, pezzi di stoffe antiche ch’ella comperava a piene mani per poi distribuire campioni” (Bice Antona Traversi Tittoni). Attenzione per quest’arte vera e gentile, così come la definì la stessa Suardi, che si conferma viva e più che mai in fermento anche nella produzione contemporanea, rivelata da singoli oggetti o intere collezioni realizzate dai più affermati brand della moda e del design. Dai ricami in applicazione per abiti di alta moda o pret a porter d’avanguardia, dagli oggetti che arredano le nostre case o dai motivi che ispirano tattoo e decori per il corpo, fino ai trafori al laser nelle architetture urbane, oggi più che mai le antiche arti femminili rappresentano un invito a creare prodotti innovativi e straordinari tradotti in nuove forme e linguaggi. Una tendenza di successo che coinvolge ambiti all’apparenza lontani come l’architettura o il food design e dove l’ispirazione a queste antiche tecniche porta a risultati che mescolano innovazione, eleganza e leggerezza. Questa nuova declinazione viene raccontata in mostra grazie ad un focus tematico al centro del percorso espositivo che affianca una regia di immagini evocative che scorrono illustrando ispirazioni, richiami e veri e proprio omaggi a queste tecniche e l’installazione di tessuti contemporanei provenienti dal distretto di Prato, grazie alla collaborazione con aziende quali Inseta, Linea Tessile Italiana, Marini Industrie e Rifinizione Vignali. Da segnalare la collaborazione con Pizval, azienda di Varese specializzata nella produzione di ricami e pizzi di alta qualità che testimonia la volontà del Museo del Tessuto di aprire a realtà contemporanee attive anche al di fuori del distretto. Declinando i contenuti anche in ambiti e settori non convenzionali, la mostra sarà accompagnata da un nutrito calendario di attività collaterali rivolte alle diverse tipologie di pubblico del museo, organizzando laboratori pratici e lezioni indirizzate alle diverse fasce scolastiche e alle famiglie così come incontri, eventi e attività rivolti ad appassionati e non. Il calendario sarà presentato a breve con un evento stampa dedicato e promosso sui canali social del Museo del Tessuto. Mostra “Arte Vera e Gentile Ricami e merletti dalla collezione Antonia Suardi” Da Martedì a Giovedì 10-15 | Venerdì e Sabato 10-19 | Domenica 15-19 | Lunedì chiuso Ingresso intero 6.00 euro | Ridotto 4.00 euro | Gruppi 5.00 euro Biglietto 11 euro cumulativo con la mostra "Capolavori che si incontrano" organizzata da Palazzo Pretorio a partire dal 5 ottobre. Dedicato al Prof.Carlo Ponzecchi In occasione dell’inaugurazione della mostra “Arte vera e gentile”, la Fondazione Museo del Tessuto, recependo anche gli impulsi provenienti dal consiglio comunale di Prato, annuncia la decisione di intitolare l’Aula Didattica del museo a Carlo Ponzecchi, stimato Professore dell’Istituto Buzzi, recentemente scomparso. Il Professor Ponzecchi è stato una figura fondamentale per il Museo del Tessuto e le sue attività sin dall’istituzione, contribuendo sempre e con passione a promuovere e rafforzare la missione del museo come istituzione al servizio della formazione tecnico specialistica nel tessile e ricoprendo fino alla sua morte la carica di Presidente Onorario dell’Associazione Amici del Museo del Tessuto. La cerimonia ufficiale per l’intitolazione dell’Aula Didattica sarà organizzata a breve con un evento dedicato. Museo del Tessuto di Prato, Via Puccetti 3 – Prato Tel 0574 | 611503 – [email protected] www.museodeltessuto.it | fb/museodeltessuto IN MOSTRA: alcuni tra gli esempi di manufatti più interessanti Merletto ad ago (bordo) Italia, secc. XVI-XVII, fine/inizio Punto tagliato con inserti ad ago e picot in lino L’abbigliamento femminile e maschile del Cinquecento conosce la diffusione di bordi realizzati ad ago o a fuselli caratterizzati da un effetto leggero e trasparente (effetti a giorno). Introdotti nelle cosiddette “vesti da sotto” come le camicie o come ornamenti di biancherie o di accessori come i fazzoletti da mano il loro successo si deve alla circolazione sia in ambito dilettantistico che professionale di libri a stampa (modellari) che permettono di sviluppare disegni con soggetti e stili diversi. Il bordo generalmente si compone di una base ancorata al tessuto e di punte che nel corso del Seicento acquistano maggiore importanza e leggerezza. Coperta Costa del Malabar (Indie portoghesi), sec. XVII Taffetas; Trapunto: imbottitura di fibra vegetale Ricamo: punto filza Dalle colonie portoghesi un oggetto realizzato a trapunto, tecnica molto antica di cui uno degli esempi più antichi e significativi è rappresentata dalla cosiddetta “coperta Guicciardini” della fine del XIV sec. La tecnica impiegata in questo genere di manufatti è oggetto di operazione commerciale condotta dal Portogallo che nel XVI secolo avvia nelle proprie colonie un’attività manifatturiera destinata al mercato europeo. Camiciuola Spagna o Italia, secc XVII, primo quarto | Assemblaggio: sec. XIX Maglia lavorata a ferri in seta e oro filato Fruttto di un riassemblaggio ottocentesco, questo interessante manufatto definito “camiciuola” ricordato anche negli inventari di guardaroba granducali, faceva parte delle vesti da camera ed in genere confezionati dal sarto in lana o lavorati a maglia dagli agucchiatori. Più rari gli esempi in seta e filato metallico come quello presente in mostra. Fichu Francia, sec. XVIII, ultimo quarto Mussola di cotone; Ricamo: catenella a filo continuo, retino ad effetto sfilato in cotone; Merletto a fuselli a fili continui tipo Malines Accessorio dell’abito femminile del tardo Settecento è il fazzoletto da collo di forma triangolare, denominato fichu, confezionato in tessuto leggero e decorato con ricami e merletti di grande raffinatezza. Diventa indispensabile in questa parte di secolo per velare con pudore le generose scollature imposte dai nuovi tagli sartoriali. Borsa da tasca Italia, sec. XVIII, seconda metà Taffetas; Ricamo in applicazione di canutiglie in oro e in argento Si tratta di un tipo di accessorio che asseconda le fogge dell’abito femminile di corte del Settecento. Le fogge abbondanti della gonna erano dotate di aperture di forma semi-circolare che consentivano di contenere oggetti di piccole dimensioni come portamonete. Campionari di bottoni Italia, sec. XX, primo quarto Bottoni fasciati con punti vari di ricamo Due curiose cartelle presentano una campionatura di bottoni I cui effetti decorative sono ottenuti attraverso tecniche diverse di ricamo a fili policromi organizzate partendo da un supporto interno in legno o altro materiale. La varietà del disegno e degli accostamenti cromatici ci fa capire l’importanza di ogni dettaglio nel progetto generale della confezione di un abito in epoca storica. Mostra “Arte Vera e Gentile Ricami e merletti dalla collezione Antonia Suardi” Da Martedì a Giovedì 10-15 | Venerdì e Sabato 10-19 | Domenica 15-19 | Lunedì chiuso Ingresso intero 6.00 euro | Ridotto 4.00 euro | Gruppi 5.00 euro Biglietto 11 euro cumulativo con la mostra "Capolavori che si incontrano" organizzata da Palazzo Pretorio a partire dal 5 ottobre.
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