Revisione Lst: un sì per riprenderci il territorio - ALRA

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ALRA
OPINIONE LIBERALE
OPINIONE LIBERALE
Revisione Lst: un sì per riprenderci il territorio
INIZIATIVA FAIF:
la Svizzera
sul binario giusto
— Antoine Turner—
membro di comitato ALRA
Nei prossimi giorni la Commissione pianificazione del Gran Consiglio sarà chiamata a esprimersi sul messaggio governativo concernente la Legge sullo sviluppo territoriale (Lst). Si tratta di uno
strumento che la revisione della legge federale sulla pianificazione
del territorio – votata pochi mesi fa – ha reso obbligatorio e più
vincolante e sancisce l’obbligo dei Cantoni a prevedere un’adeguata compensazione tra vantaggi e svantaggi rilevanti, derivanti da
pianificazioni. Ad oggi esistono le esperienze decennali e positive
di Basilea, Turgovia, Neuchâtel e Ginevra che fungono da base per
il modello ticinese
La pianificazione del territorio e una politica fondiaria attiva sono compiti inderogabili dello Stato, ma in Ticino la mancanza
di volontà politica e di strumenti efficaci
ha portato a una devastazione del territorio abitabile che non ha analoghi confronti in Svizzera. Si tratta dunque di agire
per arginare il degrado laddove sia ancora
possibile. Anche nel nostro Cantone, uno
tra i più densamente abitati (escludendo le
zone impervie), la legge è stata accettata: i
legislatori devono implementare questa
volontà popolare, evitando di svuotarla da
ogni contenuto.
La revisione della Legge federale recita
essenzialmente: «I vantaggi derivanti da
pianificazioni sono compensati con un aliquota del 20% almeno. La compensazione diventa esigibile se il fondo è edificato
o alienato. Il diritto cantonale imposta la
compensazione in modo da comprendere quantomeno il plusvalore derivante
dall’assegnazione durevole del terreno ad
una zona edificabile».
Nella fase di consultazione della revisione
della Lst ben 46 Comuni si sono espressi a favore del principio di compensare
anche i vantaggi rilevanti; il Consiglio
comunale di Lugano, approvando il
NQC (Nuovo Quartiere Cornaredo), auspica la compensazione dei vantaggi.
Il messaggio, che è più ambizioso, riprende comunque un compromesso tra
quanto già applicato con successo da
altri Cantoni e contiene le seguenti disposizioni. Si considera solo il plusvalore
superiore a 50’000 franchi generato da:
• nuovi azzonamenti in zona edificabile (esempio zona agricola che diventa
edificabile) che pagherebbero il 40% del
plusvalore;
• densificazioni con aumento dell’indice di
sfruttamento di almeno 0,2, che pagherebbero il 30% del plusvalore;
• cambiamenti di destinazione (esempio:
zona industriale che diventa residenziale)
che pagherebbero il 30% del plusvalore.
Il contributo diventa esigibile al momento della vendita, della costruzione o dopo
15 anni dall’approvazione della pianificazione e i proventi sono ripartiti a metà tra
Comune e Cantone. Per evitare la doppia
imposizione il contributo di plusvalore è
dedotto, quale costo di investimento, dal
calcolo dell’utile imponibile.
E’ importante ricordare che in Ticino i casi
in cui ciò sarà applicabile sono essenzialmente quelli di grandi progetti quali il NQC
di Lugano, Valera a Mendrisio e quelli di
superfici industriali/commerciali dove
gli indici e le altezze aumentano in modo
massiccio. In queste fattispecie i proprietari usufruiscono di un sostanziale aumento
del valore del terreno, mentre l’Ente pubblico è chiamato a ridisegnare infrastrutture e spazi pubblici: è normale quindi che
i proprietari partecipino ai costi sostenuti
dell’ente pubblico. I proprietari di case
private, invece, non sarebbero colpiti in
In Ticino ci saranno
ben pochi aumenti
di zone edificabili
mentre prevarranno
le densificazioni
e i cambiamenti
di destinazione
quanto aumenti di indice non sono solitamente nei limiti inclusi dalla legge.
Obiezioni e risposte alla Lst
La riscossione del plusvalore dopo 15 anni dall’approvazione della pianificazione
è una norma pensata per combattere la
tesaurizzazione, ma è ritenuta ingiusta dai
detrattori perché colpisce chi non ha ancora realizzato alcun guadagno. Non rappresenta, comunque, un punto fondamentale
della legge.
La Lst non colpisce la proprietà del cittadino comune, ad esempio la proprietà che
tiene per i figli: i limiti posti sulla densificazione assicurano che non sono le zone
residenziali a essere colpite, ma le grandi
superficie commerciali-artigianali.
L’applicazione dei vantaggi alle densificazioni ed ai cambiamenti di destinazione
sono estremamente importanti perché in
Ticino saranno la maggioranza. Nel nostro
cantone ci saranno ben pochi aumenti
di zone edificabili mentre prevarranno
le densificazioni ed i cambiamenti di destinazione. Esempio: un terreno di 1’000
mq con IS di 1,2 che diventa 1,6, permette
l’aumento da 1’200 mq a 1’600 mq di SUL
che rappresenta un guadagno importante.
Calcolando 5’000 fr/mq si avrebbe un guadagno di 2 milioni di franchi senza far nulla! Idem per un terreno in zona industriale
che diventa residenziale o un terreno a destinazione esclusivamente artigianale che
diventa misto artigianale-commerciale.
Per quanto concerne le aliquote del 30%
e 40% e il livello di esenzione di 50mila
franchi, è importante segnalare che non
si tratta di una nuova tassa ma di un contributo che il privato è chiamato a versare
per un vantaggio rilevante che riceve senza far nulla. Si tratta dunque da una parte
di una questione di equità di trattamento,
e dall’altra di un contributo alla gestione
del territorio derivante da questi cambiamenti. Abbassare i parametri svuota di
contenuto lo strumento: oggi lo Stato capisce finalmente il suo ruolo ma si trova
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di fronte a ovvie difficoltà finanziarie. La
Lst proposta contribuisce, anche se solo
parzialmente, a risolvere il problema. Si
ricorda che se le aliquote del 30 e 40% verranno accolte si prevede di ottenere circa
47 milioni di franchi in quattro anni da
suddividere in parti uguali tra Cantone e
Comuni. Percentuali e parametri più bassi vanificherebbero almeno parzialmente
questo strumento.
E’ dunque importante agire con rapidità
per non lasciarsi sfuggire interventi importanti. Il risvolto politico ed elettorale del
tema non è da sottovalutare.
Sarà anche fondamentale distanziarsi dagli interessi degli immobiliaristi e dai loro
rappresentanti legali, ancora ben presenti
in Gran Consiglio. L’atteggiamento in commissione e in parlamento adottato dai deputati del PLR sarà la cartina di tornasole
per indicare quanto, effettivamente, il partito ritenga importante, se non fondamentale, una migliore gestione del territorio
ticinese.
L’iniziativa «finanziamento e ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria» è
il controprogetto all’iniziativa dell’ATA
che risponde alle maggiori necessità
finanziarie della ferrovie.
L’accresciuta mobilità degli Svizzeri ha
fatto sviluppare negli ultimi decenni
numerose importanti opere infrastrutturali, affiancate da due opere enormi
quali il traforo del Lötschberg e le
gallerie di base del San Gottardo e del
Ceneri. E’ ormai ovvio che i fondi attuali
faticheranno a pagare il mantenimento
della rete odierna, e certamente non
basteranno per nuove opere indispensabili. In Ticino dobbiamo continuare
a batterci per il completamento a Sud
di AlpTransit con la circonvallazione di
Bellinzona e in particolare per la tratta
Lugano-confine sud.
Negli ultimi 15 anni il traffico viaggiatori è aumentato del 60% e si prevede
un ulteriore crescita del 60% entro il
2030; un’evoluzione simile è in corso
per il traffico merci.
Il fondo infrastrutturale è necessario
per garantire anche in questo scenario
la sicurezza, il servizio e la puntualità su tutte le linee, contribuendo a
spostare sui mezzi pubblici pendolari e
frontalieri.
Particolarmente nel nostro Ticino,
sempre più urbano e congestionato,
il fondo è di importanza strategica per
spostare il traffico da una rete stradale
intasata, ma anche – ed è un elemento
fondamentale – per introdurre treni a
cadenze di mezz’ora nel traffico verso
Zurigo e il Nord e, grazie alla galleria di
base, per permetterci di restare agganciati all’evoluzione economica del resto
della Svizzera.
Il fondo infrastrutturale avrà carattere permanente: nella prima tappa
già pianificata che va fino al 2025 si
potranno disporre di 6,4 miliardi di
franchi che permetteranno di migliorare la sicurezza, rinnovare le stazioni,
migliorare la capacità merci (corridoio
4 metri). E’ inoltre immaginabile che
il Ticino, dopo l’apertura della linea di
base del San Gottardo, ne reclami una
parte per mantenere la vecchia linea,
sia a scopo turistico sia come supporto
al traffico merci.
A livello nazionale tutti i principali partiti sono favorevoli all’iniziativa.
Il Ticino ha tutto da guadagnarci con la
FAIF. Anche ALRA si associa a questo
coro, chiedendo a tutti gli elettori di
mettere un SI convinto nell’urna.