I GUAI DELLE GIUNTE ROSSE Il Pd sfratta D’Annunzio da Pescara Il sindaco: via il nome del Vate dal logo. Ma non ha senso rinunciare a identificarsi con il poeta italiano secondo solo a Dante dalla prima pagina (...) elezioni di giugno, ha vietatol’usodellostemmadi«Pescaracittà dannunziana» istituzionalizzato, con audacia e lungimiranza, dal suo predecessore Luigi Albore Mascia (Forza Italia). «Il nuovo governo cittadino ritiene opportuno», ha comunicato Alessandrini senza peraltro spiegare in cosa consista l’opportunità, «tornare ad utilizzare esclusivamente lo stemma istituzionale, Pertanto, con decorrenza dalla data odierna, si invita a non riportarepiùsullacartadalettera,sulle buste e su ogni altro supporto cartaceoe/oinformaticodelComune di Pescara i loghi Città dannunzianae150˚anniversario della nascita di d’Annunzio».Epazienzasebuttarequalche quintale di carta intestata costeràpiùdiqualcosa,l’importante è che la città di d’Annunzio non sia più dannunziana. Una premessa doverosa è che - fino a qualche mese fa, e pertreanni-sonostato«consulente d’immagine della città di Pescara» e direttore del «d’Annunzio Festival»: con tutte le inevitabilipolemiche - da parte delle opposizioni di allora, oggi maggioranza - sulla qualità dei risultatiraggiuntiesullaquantità del mio compenso. Cose che sarebbero«normali»,secriticareaprioriquantofattodachigoverna fosse giusto, oltre che «normale». Non è di questo che voglio discutere, fiero comun- que dei risultati raggiunti per la bella e nobile città di Pescara. È lo spoil system, bellezza, si dirà. Pazienza se, con una migliore conoscenza dell’inglese, l’espressione verrebbe usata con minore arroganza, sapendo che significa «sistema del bottino».Eforsesipotrebbecominciare a parlare maggiormente di merit system, nel caso proprio non piacesse l’italiano sistema del merito. Se il cosiddetto spoil system è inevitabile, in certi casi addirittura benefi- co,nella decisione non motivata dei nuovi amministratori di Pescara si scorge qualcosa di malsano.«Ognisindacochearriva - scrive il quotidiano regionale, Il Centro - cambia il logo del suo predecessore, come accadeva nel Medioevo con gli stemmi nobiliari dei vari casati dopo la conquista di un territorio». Non occorre andare così lontano: in tempi più vicini a noi,tuttelepiazzeelevieMussolini diventarono piazze e via Matteotti, e tutte le vie e piazze deiMartiridellaRivoluzioneFascista diventarono vie e piazze dellaResistenza.Ma,inquelcaso,c’eranodimezzounadittaturafinalmentecadutaeunaguerra rovinosamente perduta, cambiava non soltanto un governo, cambiava il modo di intenderelavitaassociataelavita stessa. Niente di tutto ciò avverrà a Pescara una volta scomparso il logoazzurroconlafacciadelVate. Rimarranno le vie e le piazze dedicateallafamigliad’Annun- zio e alle opere del poeta (o no?),ilCentroStudiDannunziani, il Teatro Gabriele d’Annunzioconrelativastele,lacasanatale, rimarrà l’orgoglio dei pescaresi-coltieincolti,didestra, di centro e di sinistra - di appartenere a una città diventata tale anche grazie al suo concittadino più illustre. E quanto illustre. Rinnovatore della poesia e della letteratura italiana, ancora tradotto in tuttoilmondo,modernizzatore dellasocietàedeicostumi,crea- IMMENSO Nella foto grande Gabriele d’Annunzio con i suoi cani in giardino Nel riquadro il logo «Pescara città dannunziana» che il sindaco vuole abolire toredimodeedimodi,dilingua edibellezza,Gabrieled’Annunziostarecuperandoinquestianni un’immagine positiva quale nonavevadalgiornodellamorte.SecondoidatidiffusidaGoogle, nel 2013 è stato, dopo Dante, il poeta italiano più cliccato del mondo. Tutti risultati raggiuntiinbuonaparteconillavorodelVittorialedegliItaliani,deglistudiosichevicollaborano,e anche della città di Pescara. Che senso ha rinunciare a questa vantaggiosa identificazione, per una città - bella quanto vuoi, dinamica quanto vuoi chegranpartedegliitalianiconfonde con Pesaro e Ancona? Ladomandafinale,poi,èquesta. Mussolini fu sostituito con Matteottieimartiridellarivoluzionefascista con i martiri della Resistenza: con che cosa, con chi, la nuova amministrazione di Pescara intende sostituire d’Annunzio? Per ora si hanno solosegnalidiunritornoallereciteteatraliindialettoeallasoddisfazionedegliartistilocali:ovvero un regresso, invece che una crescita, per una città che aspira odovrebbe aspirare a diventareunmotoreancheculturale dell’Abruzzo. Spero, e credo, che il nuovo responsabile della Cultura - il giovane e brillante scrittore pescarese non dannunzianoGiovanniDiIacovo (Sel) - possa e sappia fare di meglio. Giordano Bruno Guerri @GBGuerri Il caso In Italia dedicate a Marx 15 vie Ma le onorificenze ai carnefici comunisti restano Fausto Biloslavo Stranopaesel’Italia dovesicensuraGabrieleD’Annunzio,maconscarso senso della vergogna continuiamo a mantenere vie dedicate a Tito, boia diitalianiealleiconeoramaidecrepite del comunismo internazionale da Lenin,Stalin,HoChiMinhfinoallaRivoluzioned’ottobreel’Unionesovietica. E come se non bastasse sul sito del Quirinale rimarranno ad imperitura memorialepiùalteonorificenzeconcessedallostatoitalianoalmaresciallo jugoslavo e dittatori comunisti comeiconiugiCeausescu.Medaglieericonoscimenti che grazie ad una legge bislacca non si riescono a togliere. Il motivo è disarmante: gli insigniti sonomortienonpossonodifendersidal reato di «indegnità». Da Tito a Lenin passando per Mao e Stalin: quante strade intitolate a leader sanguinari A Raffadali, un angolo della Sicilia, in provincia di Agrigento, resiste una via dedicata a Stalin, il capostipite dei sanguinari dittatori comunisti. Sempre sull’isola non cede via Mao Tze Tung, il leader messo da parte dagli stessicinesi.D’Annunziofastorcereil naso alla giunta di Pescara, ma in Italia abbiamo una quindicina di vie dedicate a Karl Marx, cominciando dall’exfortinorossodi SestoSan Giovanni in provincia di Milano. Lo segue a ruota Che Guevara, icona rivoluzionaria, che secondo Googlemap viene ricordato,neanche fossimo a Cuba, in 14 città italiane. In Trentino Alto Adige hanno dedicato al Che addirittura una via ferrata per scalare il monte Casale. In via Lenin 45, a Roma, ha sede un’importanteufficiodell’Inpsedilrivoluzionario bolscevico viene onoratoinaltre4cittàitaliane.Il«rosso»esoticopiacea13cittàdelBelpaese,chesi ricorderanno per sempre di Ho Chi Minh. Il leader comunista vietnamita famoso per massime del genere: «Potete uccidere dieci miei uomini per ognuno dei vostri che io uccido. Ma CEAUSESCU È CAVALIERE Secondo la legge italiana il dittatore rumeno rimane insignito perché deceduto anche così, voi perderete e io vincerò».ViaHoChiMinhaModenaincrociacon via Gandhi ed èparallela della strada dedicata a Kennedy. A Reggio Emilianonpuòmancareunaviadedicata alla Rivoluzione d’ottobre, che portòinRussiaedinmezzomondo70 anni di comunismo e tutte le sue nefandezze. L’Italia è una democrazia liberale che fa parte della Nato, ma in 14 città dalla Toscana alla Sardegna si onora conunastradal’UnioneSovietica.AncheaTorinoc’èunvialonechesichiama così, corso Unione Sovietica. Negliultimianniilsindacodellacittadina montana di Calalzo, Luca de Carlo, ha lanciato una campagna per I personaggi Marx Sono ben 15 in tutta Italia le vie intitolate al filosofo padre, insieme a Friedrich Engels,delleideologiesocialiste e comuniste Lenin La sede dell’Inps a Roma si trovainviaLenin.InItaliasono 5 le strade intitolate all’artefice della rivoluzione russa del 1917 Tito Ildittatorejugoslavoèonorato a Cornaredo (Milano) con via Maresciallo Tito mentre una decina di via Tito sono presenti in Italia Mao AlleaderdelPartitocomunista cinese sono dedicate due vie in Sicilia. A Campobello di Licata (Agrigento) è vicinoaviadellaResistenza Stalin Una via in Sicilia, vicino ad Agrigento, è dedicata anche al leader comunista che guidòl’Urssdal1924al1953,anno della sua morte eliminare almeno le vie dedicatea Tito, infoibatore degli italiani di Istria, Fumee Dalmazia. All’inizio erano 11, ma solo un paio di comuni o poco più le hanno tolte. Se a Pescara il Vate va cancellatoinprovinciadiReggioEmilia resiste il boia jugoslavo. Secondo LucaVecchidelPd,«nonostantetutto è stato un grande statista». Nel 2011 LuigiAurelioVerrengia,primocittadino di Parete nel casertano, aveva dichiarato:«Nonsonofavorevoleallarimozione.Pensochesiaorrendalastoria delle foibe, ma resta pur sempre la valutazionecheTitoebbeunafunzionestoricarispettoall’antinazismoeall’antifascismo ». Ancorapiùgraveladecorazione,incancellabile, concessa nel 1969 a Tito dall’allorapresidenteGiuseppeSaragat,come«CavalierediGranCroceOrdinealMeritodellaRepubblicaItaliana» con l’aggiunta del Gran cordone, il più alto riconoscimento italiano. Loscorsoannosembravachecifosseunospiragliopertoglierealmenole onorificenze riconosciute dal Quirinale a degli sgherri titini ancora in vita: Mitja Ribicic, Franjo Rustja e MarkoVrhunec.Tuttietrecampeggiano ancora sul sito delle decorazioni del Colle. Erisultanoincompagniadeiconiugi Ceausescu, fucilati in Romania al crollo del comunismo, ma per noi dal 1973 sono e rimarranno cavalieri di GrancrocealmeritodellaRepubblica italiana. www.gliocchidellaguerra.it
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