Il Comunicato Stampa - Sacro Monte di Varese

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA LOMBARDIA
COMUNICATO STAMPA
Varese, Santa Maria del Monte. Indagini archeologiche in corso nella Cripta
romanica
L’indagine archeologica, diretta dalla dr. Barbara Grassi della Soprintendenza per i Beni
Archeologici della Lombardia, è curata e documentata dall'archeologo Roberto Mella Pariani, di
Golasecca, della Società di Ricerche Archeologiche “Archeo Studi Bergamo” srl.
A Varese, nel Santuario di Santa Maria del Monte, gli interventi di recupero dell’antica Cripta
romanica - tutt'oggi in corso e finalizzati ad una sua riapertura al culto e al pubblico attraverso un
adeguato percorso musealizzato - hanno permesso di scoprire e tutelare alcune rilevanti
testimonianze archeologiche.
Qui, per la prima volta, le strutture emerse dal sottosuolo ci parlano del passato più remoto di
questo celeberrimo Santuario Mariano, illuminando con dati archeologici la sua più antica origine,
rimasta per secoli avvolta in un vago e leggendario mistero.
Ricerca e tutela archeologica nel territorio del Sacro Monte
L'indagine in corso è l'ultima di una serie di interventi di scavo della Soprintendenza per i Beni
Archeologici della Lombardia, svolti negli ultimi anni e mirati alla definizione archeologica
dell'antico popolamento del territorio del Sacro Monte, ovvero:
Sacro Monte, Prima indagine archeologica svolta al Sacro Monte, di un ambiente funerario ipogeo,
anno 2001;
Velate, Prima indagine archeologica alla Torre di San Cassiano, anno 2001;
Sacro Monte - Monastero di S. Francesco in Pertica, Rilievo delle strutture emergenti dell'antico
castrum, anno 2003;
Sacro Monte - Monastero di S. Francesco in Pertica, Prima indagine archeologica nella chiesa
castrense, anno 2005.
Contestualizzazione storica e architettonica del Santuario
La chiesa di Santa Maria del Monte è citata per la prima volta in un documento dell'anno 922.
L'odierna chiesa è il risultato di una serie di interventi, confermati dallo scavo in corso,
riconducibili a tre fondamentali costruzioni:

Una chiesa d'età carolingio - ottoniana (IX - X secolo), con abside a emiciclo volta a Est.
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Via Edmondo De Amicis 11, 20124 Milano.
Tel 0289400555, fax 0289404430, [email protected]
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
Una nuova chiesa d'età romanica, databile tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo,
ampliata a Ovest ed eretta a una quota superiore e al di sopra della chiesa preesistente, al
fine di riutilizzarne il presbiterio come cripta, con relativa scala di discesa.

Il radicale intervento del 1472 - 1476, dell'architetto ducale Bartolomeo da Cremona detto
"il Gladio" e di Benedetto Ferrini da Firenze che, per volontà del duca di Milano Ludovico
Maria Sforza, amplia l'edifico romanico da una a tre navate e riedifica il presbiterio in una
nuova grande Tricora.
L' indagine archeologica in corso al Santuario
L'intervento archeologico ha avuto una prima fase, nel 2013, all'interno della Cripta romanica
(sottostante l’odierno presbiterio) e una seconda iniziata nel 2014 e tuttora in corso in alcuni degli
annessi interrati della Cripta.
La realizzazione preliminare di rilievi e fotopiani degli alzati murari interni ed esterni della cripta,
hanno permesso di comparare costantemente i rinvenimenti con le strutture dell'odierno edificio.
Lo scavo del 2013 nella Cripta Romanica
Nel 2013, lo scavo nella piccola Cripta romanica a tre navate voltate, ha individuato alcuni rilevanti
lacerti murari e pavimentali che documentano chiaramente la preesistenza di un ben più antico
edificio di culto mariano, a oggi non noto.
Si tratta dei resti murari dell'emiciclo absidale, intonacato, di un sacello, orientato a E.
La chiesa ha probabilmente avuto un utilizzo prolungato, con vari rifacimenti.
Ciò è attestato dalla sequenza, all'interno dell'abside, di due pavimenti sovrapposti in malta di
cocciopesto, il primo su vespaio in ciottoli e da un terzo rifacimento, in malta bianca, della
superficie del secondo pavimento.
Seppur a scavo in corso, i reperti e le strutture emerse potrebbero inquadrare preliminarmente la
chiesa all'ambito del V secolo.
Questa chiesa originaria venne abbattuta in età carolingio-ottoniana per edificare, ex novo e in
forma ampliata, una nuova cappella, il cui presbiterio absidato ci è giunto oggi, trasformato
nell'odierna Cripta romanica.
Infine, è di non poco interesse rilevare come tutti gli edifici di culto di S. Maria, nonostante gli
ampliamenti e le trasformazioni intervenute, abbiano fondato il proprio altare sull'area della
precedente mensa liturgica, che ora si rivela essere quella del sacello originario, posto in evidenza
degli scavi.
Lo scavo 2014, in corso, negli annessi della Cripta
L'intervento archeologico del 2014 sta indagando i vani sottostanti l'esedra S del presbiterio e la
navata S del Santuario.
Nel primo vano si è riconosciuto un antico muro in alzato, con porta ad archivolto, relativo a un
ambiente che venne addossato a Sud della Cripta e che fu poi obliterato dalle fondazioni della
Tricora quattrocentesca.
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Dai riporti quattrocenteschi provengono frammenti di ceramica invetriata policroma a rilievo che,
una rappresentazione dell'impresa araldica visconteo-sforzesca dei Tre Anelli, ricondurrebbe ai
servizi da tavola riservati alla Corte e alla famiglia ducale nei periodi di loro residenza devozionale
al Santuario, oppure a donativi ducali offerti alla mensa liturgica di Santa Maria del Monte.
Nell'area sottostante la navata S del Santuario sono in corso una serie di sondaggi - relativi alla
possibile posa di condutture - che evidenziano un'articolata stratigrafia archeologica.
Lunghe murature che precedono il Santuario quattrocentesco contenevano una sepoltura medievale
dal loculo internamente dipinto in rosso, contenente due individui adulti, i cui resti scheletrici sono
in corso di studio da parte dell'Istituto di Medicina dell'Università dell'Insubria di Varese.
Si sono rinvenuti anche vari frammenti di colonna reimpiegati in una muratura e una grande stele
funeraria in serizzo, centinata, d'età romana imperiale, con epigrafe consunta e illeggibile,
reimpiegata come gradino di una scala.
Infine la scoperta di inediti graffiti liturigici quattrocenteschi incisi sull’intonaco messi in relazione
all’osservazione della lieve anomalia di un alzato murario, ora in fase di verifica archeologica,
potrebbe forse dar corso ad altre rilevanti novità, ovvero alla scoperta di una seconda antica piccola
chiesa o sacello, sino ad oggi non nota, ubicata nell’adiacenza meridionale del Santuario.
Milano, 30 agosto 2014
Barbara Grassi - Roberto Mella Pariani
Immagini
1 - Antica scala che reimpiega una grande stele funeraria romana e frammenti di colonna.
2 – Particolare della tomba dipinta in rosso
2 - Antichi reperti scoperti con lo scavo archeologico
3 - Ceramica rinascimentale con l'emblema visconteo-sforzesco dei tre anelli diamantati
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