Aziende Cozze migliori dall’acqua migliore La Ittimar Basso Adriatico ha installato, nel proprio impianto di depurazione molluschi, un sistema di sanificazione a raggi UV di Wedeco, per garantire la qualità dei mitili e tutelare la salute dei consumatori I mitili, più comunemente conosciuti con il nome di cozze, fanno ormai parte della cucina di tutte le regioni d’Italia. Il loro consumo è in continua crescita, al punto che nel nostro Paese si contano circa 200 imprese che si occupano di mitilicoltura. Un’attività che, attraverso impianti estesi per circa 2 milioni di metri lineari di “travi”, fornisce ogni anno circa 100.000 tonnellate di prodotto, parte del quale destinato all’esportazione. Si tratta di un’atti- vità ormai consolidata che, partendo storicamente dalle coste della Puglia, è oggi presente in 11 regioni italiane e ha conquistato anche mercati tradizionalmente lontani da questo genere di prodotti. Prima di arrivare in tavola Le diffusione della mitilicoltura, in principio, subì un pesante ridimensionamento negli anni ‘70, quando alcuni casi di colera misero in crisi l’intero settore. Del resto le cozze si nutrono per filtrazione del fitoplancton in sospensione, arrivando a filtrare sino a 5 litri di acqua all’ora. Una simile attività induce i molluschi a trattenere anche le impurità, oltre a virus e batteri presenti nell’acqua, diventando un possibile veicolo di infezioni alimentari, a volte caratterizzate da una imponente sintomatologia nei consumatori. Per questa ragione si è assistito al passaggio da una coltivazione nell’ambito delle lagune e degli stagni costieri a quella Il mercato continua a premiare l’eccellenza dei prodotti Ittimar. IL PESCE, 3/14 39 In alto: per la loro potenziale pericolosità, i mitili devono essere sottoposti ad un ciclo di stabulazione in acque depurate. In basso: l’impianto Ittimar può trattare sino a 180 quintali di molluschi al giorno. 40 IL PESCE, 3/14 in mare aperto, detta long-line. Un fenomeno determinato dal peggioramento delle condizioni igienicosanitarie delle acque dei bacini, caratterizzati da un limitato scambio con il mare. Proprio per la loro potenziale pericolosità, la commercializzazione ai fini alimentari di questi prodotti fu regolamentata dalla Legge 2 maggio 1977 n. 192, abrogata e sostituita dal DLgs 30 dicembre 1992 n. 530 e infine, nel 2004, dal Regolamento CE 853/04 e s.m.i. oggi in vigore. Sulla scorta di questo impianto normativo, le zone adibite a molluschicoltura sono classificate in base ai requisiti microbiologici previsti per i molluschi, in acque A, B o C. In particolare, le acque “A” sono zone in cui i molluschi eduli lamellibranchi (MEL) raccolti possono essere direttamente destinati al consumo umano, poiché soddisfano i requisiti sanitari stabiliti nell’allegato III, sez. VII, capo V del Regolamento CE 853/04: Livelli di E. coli minori di 230 MPN per 100 g di polpa e di liquido intervalvare (Regolamento CE 2073/05). Le acque “B” sono zone in cui i MEL possono essere raccolti e immessi sul mercato ai fini del consumo umano solo dopo aver subito un trattamento in un centro di depurazione o previa stabulazione. I MEL che provengono da queste zone non devono superare i livelli di 4.600 E. coli per 100 g di polpa e di liquido intervalvare. Le acque “C”, infine, sono zone in cui i molluschi bivalvi vivi possono essere raccolti ed essere immessi sul mercato ai fini del consumo umano solo previa stabulazione di lunga durata. Nei centri di depurazione, i mitili rimangono immersi, per almeno 24-48 ore, in particolari vasche alimentate con acque depurate. Gli animali riprendono la filtrazione e, quindi, subiscono un processo di sanificazione nel corso del quale la carica batterica al loro interno viene abbattuta e il prodotto può essere consumato senza nessun rischio. Se manca la tutela... «Le leggi del libero mercato, spesso, non tengono conto sufficientemente IL PESCE, 3/14 In alto: i raggi UV eliminano gli agenti patogeni dell’acqua senza aggiungere sostanze chimiche. In basso: Ittimar ha scelto l’affidabilità di Wedeco, parte del gruppo Xylem, per depurare le acque utilizzate. della tutela del consumatore», spiega PATRIZIA MONOPOLI, presidente di Ittimar Basso Adriatico Soc. Coop., importante impianto di depurazione a Savelletri, in Puglia, situato tra l’antica via Appia e il mare Adriatico, in considerazione del fatto che anche nelle acque in mare aperto, soprattutto se in prossimità di grandi centri abitati o di insediamenti industriali, possono essere presenti elevate concentrazioni di batteri. Una condizione che potrebbe mettere a repentaglio la salute dei consumatori. Del resto la logica del “guadagno ad ogni costo” e la continua ricerca del “prezzo più basso” porta anche a queste situazioni. «Noi di Ittimar — aggiunge Patrizia Monopoli — non siamo mai venuti meno ai nostri rigorosi standard di qualità. Infatti, già nel 1982, fummo uno dei primi impianti ad installare un sistema di depurazione basato sui raggi ultravioletti. Un desiderio di essere all’avanguardia confermato 15 anni fa, quando l’azienda installò anche un impianto ad ozono, adottando una tecnologia ancora poco nota in Italia». Qualità vuol dire salute Da sempre nelle vasche di stabulazione di Ittimar, che possono trattare sino a 180 quintali di molluschi al giorno, i mitili vengono depurati in un’acqua priva di carica batterica per almeno 24 ore prima di essere 41 In Italia vengono prodotte 100.000 tonnellate di mitili ogni anno. immessi sul mercato. L’azienda pugliese, infatti, ha realizzato un sistema di pompaggio, con circolazione a ciclo aperto, in grado di prelevare acqua di mare ad oltre 100 metri dalla costa. Ma, allo stesso tempo, dispone di un impianto di pompaggio di acqua di falda salmastra da un pozzo artesiano scavato a 150 metri sotto il livello del mare, dove l’acqua è caratterizzata da livelli di qualità particolarmente elevati. Spetta poi al laboratorio interno, che svolge continui controlli, il compito di confermare i requisiti dell’acqua prelevata, così come di quella che, dopo aver attraversato le vasche, torna in mare. I mitili, del resto, sono animali vivi e la loro qualità, come comprensibile, dipende dalle condizioni ambientali in cui sono chiamati a vivere. Per questa ragione, il processo di depurazione degli 80 metri cubi all’ora di acqua in entrata non può prevedere l’impiego di additivi chimici che, immancabilmente, verrebbero assorbiti dalle cozze stesse. 42 Allo stesso modo sarebbe poco rispettoso nei confronti dell’ambiente aggiungere cloro o altri disinfettanti all’acqua in uscita. L’attenzione all’ambiente e al prodotto sono sottolineati dal fatto che l’impianto, così come i mitili, vengono sottoposti a controlli settimanali da parte dell’ASL, a cui si aggiungono quelli dell’Arpa e le verifiche sanitarie richieste dagli enti regionali. Riscontri che si aggiungono a quelli che il laboratorio interno effettua su ogni singola partita di cozze in arrivo e sulle singole vasche. Questo perché, come spiega la stessa Monopoli, «pur monitorando la filiera dei nostri fornitori, esiste il rischio che l’area in cui sono stati allevati i mitili abbia subito un’anomala proliferazione di batteri. Così come il grado di salinità dell’acqua nelle vasche deve essere adeguato alle specifiche caratteristiche delle cozze». Ridurre i costi Gli elevati standard qualitativi che contraddistinguono Ittimar sono apprezzati dal mercato, che ha sempre premiato i prodotti firmati dall’azienda pugliese. La fase di crisi economica nazionale, così come l’aumento della pressione fiscale, hanno però provocato un ridimensionamento degli utili, inducendo la famiglia Monopoli a ripensare parte delle proprie modalità operative. «Abbiamo ragionato a lungo su quali azioni intraprendere — spiega Monopoli — ma sempre partendo dal presupposto che l’azienda dovrà continuare ad essere operativa anche nei prossimi anni. Questo significa che non vogliamo rinunciare alla qualità del nostro prodotto, quindi non accettiamo la guerra del prezzo. Da qui la decisione di rivedere i singoli costi e di identificare, con il supporto di esperti del settore, le azioni da intraprendere anche a livello impiantistico». Nel corso di questa verifica sono stati evidenziati gli elevati costi energetici e di manutenzione dell’impianto di trattamento a ozono. «Una simile metodologia è decisamente efficace ma, considerando la buona qualità dell’acqua in ingresso, ri- IL PESCE, 3/14 sulta persino eccessiva rispetto alle nostre esigenze. Senza dimenticare che l’impianto, avendo ormai diversi anni, possiede un’efficienza decisamente inferiore rispetto a quelli attuali». Su consiglio di MARCO APULEO, titolare della ditta specializzata nell’installazione di impianti di trattamento e gestione delle acque, Patrizia Monopoli ha così valutato la possibilità di installare un moderno impianto di depurazione a raggi UV. Le emissioni ultraviolette, infatti, possiedono la capacità di distruggere gli agenti patogeni, ma senza rilasciare nessuna sostanza nell’acqua e senza modificarne la struttura molecolare. Si tratta, quindi, della tecnologia ideale per un impianto di stabulazione, in cui i mitili possono liberarsi dalle sostanze nocive accumulate nel corso della crescita. Ittimar, però, era disposta ad affrontare un simile investimento solo a fronte di precise garanzie in termini di affidabilità ed effettivo risparmio. Per questa ragione, in virtù alla propria esperienza sul campo, Apuleo ha suggerito di utilizzare gli innovati impianti di sterilizzazione Wedeco, in grado di eliminare virus e batteri senza l’apporto di nessuna sostanza chimica. Inoltre Wedeco, l’azienda specializzata proprio nella depurazione delle acque, parte del gruppo internazionale Xylem Water Solutions, fornisce già a Ittimar una serie di pompe, a marchio Lowara, per la movimentazione dell’acqua. Confrontandosi proprio con i tecnici di Wedeco, per identificare il dimensionamento ottimale dell’impianto, Apuleo ha installato un impianto B60-PE, ovvero con reattore in HDPE (polietilene ad alta densità), caratterizzato dall’impiego di tre lampade ad amalgama di mercurio a bassa pressione ed alta efficienza. Una svolta sostanziale rispetto alla soluzione precedentemente installata, che utilizzava invece quattro lampade di tipo convenzionale. Queste ultime, infatti, avevano un’efficienza solo del 27%, contro il 34% delle attuali. Allo stesso modo il loro funzionamento era garantito per 8.000 ore, contro le 10.000 della nuova soluzione. Minori consumi e una manutenzione ridotta, oltre alla possibilità di affidare la gestione dell’intero impianto al personale interno, senza la necessità di tecnici specializzati, hanno permesso a Ittimar di mantenere immutato il livello qualitativo, pur riducendo significativamente i costi. Lo stesso Apuleo, inoltre, ha confermato l’elevata affidabilità delle soluzioni Wedeco. Una peculiarità che consente all’impianto di stabulazione di ricevere costantemente acqua depurata, anche durante le ore di funzionamento notturno, con la certezza di prevenire improvvise interruzioni del ciclo di depurazione. Ittimar Basso Adriatico Soc. Coop Via Appia 10/12 72010 Savelletri di Fasano Telefono: 080 4827920/1 Web: www.ittimaradriatico.it IRAN DARYA by Caviar Import Espressione della più nobile cultura culinaria Primario produttore di Caviale Beluga Iraniano Puro Caviar Import S.a.s. di Zohouri H.G.Hossein – Stabilimento IT P4R6Y Via P. ILMattarella, PESCE, 3/1420/b - 30030 Gardigiano di Scorzè (VE) Tel. 0039 041 961610 - Fax 0039 041 971011 - www.caviale.it - [email protected] 43
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