Supplemento al n. 1, inverno 2014 anno xlIV marzo 2014 Prospettive Sociali e Sanitarie n. 1.2– marzo 2014 La coprogettazione fra potenzialità e illusioni integrazione sociosanitaria: Raccomandazioni per l’uso GOVERNANCE DEI SISTEMI INFORMATIVI SOCIALI in Friuli ASSISTENZA EDUCATIVA AGLI STUDENTI DISABILI a Lainate GRUPPI INTERCULTURALI con richiedenti asilo e rifugiati 1.2 Editoriale 1 La coprogettazione fra potenzialità e illusioni U. De Ambrogio, C. Guidetti Integrazione sociosanitaria 3 L’integrazione tra sociale e sanitario. Raccomandazioni per l’uso S. Ricci Sistemi informativi 7 La governance dei sistemi informativi sociali. Evoluzione e sviluppo in Friuli Venezia Giulia M. Lisetto, M. Marcolin, P. Tomasin Disabilità 12 Assistenza educativa agli studenti disabili. L’esperienza del Comune di Lainate L. Bianchi Migrazioni 17 Gruppi interculturali. Sperimentazione metodologica con richiedenti asilo e rifugiati S. Di Pietro Infanzia e adolescenza 21 La costruzione del rapporto del Servizio Tutela Minori con la Scuola C. Vencato, R. Barsotti, E. Muraro Affido e adozione 24 Sostegno alla famiglia di origine nell’affido etero-familiare M. B. M. Brunetti, A. Olivieri Intercettazioni 30 Il terzo escluso. Cosa ci dicono i numeri sulla povertà in Italia A. Simonazzi, P. Villa Notizie 32 Accadde domani G. Rusmini anno xlIV n. 1.2 marzo 2014 Supplemento al n. 1, inverno 2014 Direzione Emanuele Ranci Ortigosa (direttore responsabile) Ugo De Ambrogio, Sergio Pasquinelli (vicedirettori) Caporedattore Francesca Susani ([email protected]) Redazione Claudio Caffarena, Ariela Casartelli, Diletta Cicoletti, Valentina Ghetti, Graziano Giorgi, Francesca Merlini, Daniela Mesini, Maurizio Motta, Paolo Peduzzi, Franco Pesaresi, Dela Ranci Agnoletto, Edoardo Re, Remo Siza, Giorgio Sordelli, Patrizia Taccani Comitato scientifico Paolo Barbetta, Alessandro Battistella, Luca Beltrametti, Paolo Bosi, Annamaria Campanini, Maria Dal Pra Ponticelli, Maurizio Ferrera, Marco Geddes da Filicaia, Cristiano Gori, Antonio Guaita, Luciano Guerzoni, Francesco Longo, Gavino Maciocco, Marco Musella, Franca Olivetti Manoukian, Giuseppe A. Micheli, Nicola Negri, Fausta Ongaro, Valerio Onida, Marina Piazza, Costanzo Ranci, Chiara Saraceno, Maria Chiara Setti Bassanini, Antonio Tosi Contatti Via XX Settembre 24, 20123 Milano tel. 02 46764276 – fax 02 46764312 www.prospettivesocialiesanitarie.it Ufficio abbonati Teresa Albanese ([email protected]) Abbonamento 2014 ccp n. 36973204 IBAN IT57 J076 0101 6000 0003 6973204 € 59,00 (privati); € 69,00 (ass. di volontariato e coop. sociali); € 89,00 (enti); € 96,00 (estero). L’abbonamento decorre dal 1º gennaio al 31 dicembre. Prezzo per copia: € 7,50 (arretrati € 12,00) Progetto grafico e impaginazione Riccardo Sartori Registrazione Tribunale di Milano n. 83 del 5-3-1973 ISSN 0393/9510 È vietata la riproduzione dei testi, anche parziale, senza autorizzazione. Foto di copertina cb Prayitno Hadinata www.flickr.com/prayitnophotography LA GOVERNANCE DEI SISTEMI INFORMATIVI SOCIALI Miralda Lisetto Evoluzione e sviluppo in Friuli Venezia Giulia Paolo Tomasin funzionanti sul territorio e diversi riferimenti normativi locali.3 Nel corso del tempo questi sistemi si sono andati perfezionando, seguendo tuttavia traiettorie disomogenee: da ricerche occasionali su progettazioni specifiche e/o gruppi target, nate spesso al di fuori di progettualità strutturali e quindi poco utili a fini di monitoraggio e programmazione, all’istituzione di Osservatori e allo sviluppo di Cartelle sociali informatizzate (CSI), che hanno da più parti costituito l’ossatura del SISS (Teselli, 2007). Inoltre, sempre più Regioni stanno imbastendo o sviluppando sistemi informativi (generali o tematici) standardizzati a livello di intero territorio e strutturati nel tempo (Castegnaro, Pasquinelli, 2010).4 L’esperienza della Regione Friuli Venezia Giulia sembra in questo senso di particolare interesse: essa infatti è stata tra le prime realtà locali a prevedere lo sviluppo di un sistema informativo Evoluzione dei sistemi informativi nei Servizi sociale nel proprio ordinamento giuridico (LR Sociali in Italia: un insieme di percorsi locali 33/88, art. 9, c. 1) e, quasi contemporaneamenNel corso dell’ultimo decente, a lavorare per lo svilupnio, anche sulla spinta dei po di un sistema regionale Sistemi informativi contenuti della l. 328/00, lo di raccolta dati omogeneo. sviluppo dei sistemi inforCome vedremo, nel corso di locali che concorrono, oltre vent’anni tale sistema mativi in ambito sociale ha si è evoluto ed articolato, segnato una notevole accesi intersecano, si ruotando prevalentemenlerazione in tutto il territorio nazionale (Castegnaro, te (ma non esclusivamensovrappongono, Pasquinelli, 2010). Tuttavia, te) attorno allo sviluppo la riforma costituzionale del della CSI e dei suoi modusi sostituiscono o 2001 ha di contro frenato lo li aggiuntivi. Parallelasviluppo del Sistema informente, l’evoluzione delle corrono paralleli al mativo dei Servizi sociali tecnologie informatiche (SISS) a livello nazionale e l’aumentata dotazione SISS regionale e ai infrastrutturale in uso nei (Nappi, 2010), disegnando un sistema “quasi federale” SSC ha permesso lo svilupsuoi strumenti che ha prodotto un compo di sistemi informatizplesso sistema di relazioni zati locali che andassero a tra il livello statale e quelli locali per quanto “coprire” i fabbisogni informativi e le funzioni riguarda i flussi informativi (Sgritta, 2003). Solo di supporto non comprese nella CSI. La complessità che ne è derivata individua negli ultimi anni si è cominciato a sviluppare un coordinamento centrale, che costituisce ad oggi un notevole fermento e una sempre maggiore attenzione alle funzioni di programmazione, ma l’embrione del SISS.2 In buona sostanza, se si analizza l’evoluzio- individua anche ampi spazi di integrazione che ne storica della nascita e sviluppo di strumenti rappresentano le sfide per il futuro prossimo dei di raccolta ed elaborazione dati nel sociale, ci si sistemi informativi sociali. accorge presto di come il tema si sia sempre presentato come una questione locale, sin dai primi L’esperienza del Friuli Venezia Giulia: dalla tentativi degli anni ’80 (in seguito al decentracartella al sistema informativo sociale mento sancito dal DPR 616/77 (Madama, 2008). Ben prima della l. 328/00 si potevano quindi con- In Friuli Venezia Giulia, la consapevolezza tare innumerevoli esempi di sistemi informativi dell’importanza di riconsiderare il modo di trat- Dottore in servizio sociale, Provincia di Pordenone Mario Marcolin Dottori in Information systems and organisation, e-labora I sistemi informativi per il sociale hanno costituito il tema di un recente workshop dedicato al confronto tra le esperienze in corso nei Servizi sociali dei Comuni (SSC) del Friuli Venezia Giulia.1 L’occasione si è rivelata un’interessante opportunità per avviare una riflessione sull’evoluzione e lo sviluppo dei sistemi informativi sociali in regione alla luce del dibattito esistente sul tema (Castegnaro, 2010; Carli Sardi, Barneschi, 2009; Deriu, 2009; Mariano, 2009). Pur focalizzandosi sul particolare contesto della Regione Friuli Venezia Giulia, l’articolo presenta alcune questioni e sfide di interesse generale sui sistemi informativi che tutti i Servizi sociali, così come pure altri comparti della pubblica amministrazione, si trovano oggi a dover affrontare per migliorare la propria capacità di risposta nel sempre più complesso sistema di welfare. Sistemi informativi n. 1.2/2014 PSS1401.2 Note 1 L’iniziativa, realizzata in data 18 dicembre 2012, è stata promossa da InSoft in collaborazione con l’agenzia formativa ForSer. 2 Si veda, ad esempio: Nomenclatore, SINA, SIBNA. 3 Tra il 1988 e il 1999, riferimenti al SISS erano presenti nella legislazione di ben sette Regioni (Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Toscana, Abruzzo, Emilia-Romagna, Umbria e Basilicata) e delle Provincie autonome di Trento e Bolzano (CISIS, 2004). 4 Una recente ricerca dell’IRS mappa esperienze di questo tipo in Piemonte, Liguria, Provincia Autonoma di Trento, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Veneto, Emilia-Romagna e Puglia. 7 tare l’informazione in funzione della gestione della casistica, della programmazione dei servizi e delle esigenze di accountability, si è sviluppata verso la fine degli anni ’80 ad opera della comunità professionale degli assistenti sociali. L’intuizione fu quella di partire dalla cartella sociale, i cui dati si presentavano all’epoca fortemente destrutturati, con elevati livelli di soggettività e scarsamente comparabili (Fazzi, 2006), per giungere a farne il fondamento del sistema informativo sociale e lo strumento elettivo per capire la funzionalità del Servizio sociale e delle attività svolte dalle istituzioni territoriali locali. Fin dal 1987, un gruppo di lavoro composto da assistenti sociali del territorio, operatori dell’area informatica e funzionari della Regione, integrato in un secondo momento da alcuni consulenti esterni, ha raccolto questa sfida, cercando di tramutare lo strumento utilizzato dall’assistente sociale per documentare e gestire l’attività svolta, in uno strumento con finalità conoscitive e programmatorie per l’intero SSC e il SISS regionale. Alla costruzione e alla messa in uso partecipata di una prima cartella cartacea ha fatto seguito, nel 2000, una cartella informatizzata, che ha permesso di approfondire la questione della determinazione delle regole nomenclaturali, delle tecniche e dei principi di classificazione, nonché delle procedure e delle norme che le regolassero. In tal modo si è cercato di dare definizione alla struttura del linguaggio del servizio sociale, condividendola con l’intera comunità professionale del Friuli Venezia Giulia, seguendo il principio secondo il quale chi fornisce informazioni deve trovare un senso e aspettare benefici da ciò che fa, evitando l’imposizione di standard di raccolta che la renderebbero più faticosa o inefficace (Castegnaro, Pasquinelli, 2010). Nel 2007, le rinnovate potenzialità tecnoTAVOLA 1 Struttura CSI logiche hanno poi permesso il passaggio dalla cartella sociale basata su Access a quella sul web, pur non sostituendo completamente la cartella sociale cartacea, che rimane tuttora strumento operativo per diversi professionisti del SSC. Con il consolidamento della base dati della CSI è stato poi possibile per la Direzione regionale, dal 2008, lo sviluppo di un sistema di business intelligence per l’estrazione e l’elaborazione dei dati raccolti a livello locale, fornendolo nel biennio successivo a tutti gli ambiti distrettuali del territorio. Il prodotto finale realizzato costituisce oggi l’elemento fondamentale del SISS regionale, pur presentando margini di miglioramento ancora interessanti. Tuttavia, i suoi maggiori pregi si possono riscontrare a livello professionale, culturale e organizzativo. Da un lato infatti il percorso di sviluppo della CSI ha messo a confronto interessi, pressioni, culture professionali e organizzative che, in assenza di soluzioni giudicate legittime e funzionali da tutte le parti, avrebbero potuto entrare reciprocamente in collisione, producendo effetti indesiderati sotto il profilo sia dell’efficienza che dell’efficacia dei servizi e degli interventi. Dall’altro il percorso ha sviluppato nella comunità professionale l’attenzione e la cura del dato informativo come parte integrante della propria attività; ha prodotto uno strumento di dialogo tra tutti i Servizi della regione; un mezzo di lettura delle problematiche emergenti e di profilatura tipologica sia dell’utenza che degli interventi ed ha, non ultimo, evidenziando gli aspetti di complessità del lavoro nel settore, attraverso un processo che ha lasciato spazio al metodo oltre che al risultato. Come risultato, l’informazione veicolata ha permesso al SSC l’implementazione di una pluralità di funzioni utili non solo alla professione, ma anche alle organizzazioni di appartenenza e agli interlocutori esterni secondo modalità più puntuali ed appropriate. Potenzialità e limiti della CSI La CSI, per come si è strutturata nel tempo (vedi tavola 1), rappresenta dunque l’ossatura portante del SISS del Friuli Venezia Giulia. A 6 anni dalla sua implementazione online si può provare quindi a fare un bilancio rispetto alle sue funzioni di utilità e di come queste si innestino nel lavoro sociale e di programmazione. Per poterlo fare è necessario tenere in considerazione ciò che la CSI permette di fare e ciò per cui viene utilizzata nella pratica, considerando i flussi informativi che da essa si sviluppano. Bisogna innanzitutto ricordare che la CSI non è studiata per rendicontare il lavoro sociale, ma per rappresentare problemi e interventi gestiti dal servizio sociale. In tal senso, non può essere considerata uno strumento di “efficientamento” del lavoro professionale, non disponendo di funzionalità di snellimento dei percorsi di presa in carico dell’utenza.5 Pur tuttavia, il processo di “digitalizzazione dell’utente” (Marcolin, 2012), ovvero la traduzione delle caratteristiche delle persone in carico nelle griglie del sistema, ha indubbiamente avuto un positivo effetto di standardizzazione Fonte: ricostruzione degli autori. 8 n. 1.2/2014 PSS1401.2 Sistemi informativi dei linguaggi, di riflessività sui trattamenti e di programmazione dei casi attraverso un processo continuamente reiterato a diversi livelli (di area, di ambito distrettuale e di regione). Un discorso diverso, sebbene legato a doppio filo, va fatto per la funzione di supporto alla programmazione. La CSI è strutturata in modo tale da avere un set rigido di dati obbligatoriamente registrabili e uno facoltativo.6 Oltre a ciò, il percorso partecipato di costruzione e revisione del sistema (Balestrucci, Molinari, Zenarolla, 2010) ha garantito un discreto livello di coerenza dei dati raccolti. Nel corso degli anni e attraverso le successive modifiche, la CSI è quindi ora in grado di fornire elementi utili alla programmazione regionale e locale. Ciò nonostante essa, al pari di analoghi strumenti di rendicontazione in uso nei Servizi (Castegnaro, 2010), soffre ancora su due versanti, quello dell’affidabilità del dato e quello della completezza. Sull’affidabilità incidono i margini di libertà nell’inserimento dati, una residua ambiguità nell’interpretare le categorie e la tempestività di registrazione. Si può stimare che vi sia un livello di attendibilità elevato sulle caratteristiche strutturali degli utenti in carico (anagrafica, profilo) e sulle problematiche prevalenti, mentre maggiori fragilità sono rilevabili a livello di interventi e loro specifiche. Nell’operare quotidiano questi limiti vengono in parte superati, a livello di ambito distrettuale, attraverso la consultazione degli archivi amministrativi. Questo tema apre alla seconda criticità, ovvero la completezza del dato in funzione gestionale. In effetti, sebbene la CSI sia strutturata per innestare sulla parte tecnico-professionale i contenuti propri delle altre componenti del sistema secondo un sistema di accesso selettivo, tali funzioni non sono ancora implementate, e non è quindi utilizzabile da operatori che non siano assistenti sociali e/o i responsabili di servizio. Questo si ripercuote sulla funzione di programmazione tramite l’impossibilità di una gestione economico-finanziaria dei casi e la carenza di informazioni sulla presa in carico integrata. Sebbene l’amministrazione regionale abbia allo studio soluzioni a tali limiti, la standardizzazione delle prassi e dei sistemi di rendicontazione territoriali ha finora costituito un nodo irrisolto, stimolando l’inevitabile fioritura di sistemi di rendicontazione e informativi paralleli nei differenti contesti locali. Considerato quanto più sopra illustrato, i punti di forza, di criticità e le potenzialità del sistema vanno sicuramente ricercate nell’attuale “prodotto CSI”, ma anche nel processo che ne ha accompagnato lo sviluppo e nei percorsi paralleli che ne sono derivati. La complessità che ne è scaturita sembra ora richiedere uno sforzo di governo per armonizzare e connettere il principale strumento del SISS con le svariate fonti di dati che vi si sono affiancate. I sistemi informativi attualmente in uso nei Servizi sociali dei Comuni Nel 2012, l’avvio del secondo ciclo di predisposizione dei Piani di Zona ha consentito la realizza- zione di una rilevazione dei sistemi informativi in uso nei 19 SSC del Friuli Venezia Giulia.7 La ricognizione si rivela particolarmente utile per comprendere la recente evoluzione e lo stato dei sistemi informativi a livello locale, che si sono dimostrati ben più articolati di quanto una rappresentazione meramente istituzionale possa far apparire (Balestrucci, Molinari, Zenarolla, 2010). Non solo, la diversa qualità delle informazioni raccolte evidenzia un’attenzione e un presidio disomogenei nella gestione dei dati,8 e una conoscenza tecnica dell’argomento ancora limitata.9 Dalle informazioni raccolte emerge innanzitutto che la CSI e il relativo applicativo per l’estrazione dei dati, benché ne rappresentino il cuore e la sua parte principale, non esauriscono la strumentazione per il trattamento informatico dei dati oggi in uso nei SSC: il servizio di assistenza domiciliare si è dotato di software dedicati (sia istituzionali che acquisiti sul mercato privato); alcuni servizi residenziali e per minori stanno sperimentando propri applicativi, scollegati dalla CSI; alcuni SSC hanno poi affiancato alla CSI altri software per il trattamento della stessa casistica o per integrare l’informatizzazione di dati e procedure di tipo economico e amministrativo strettamente collegate al servizio,10 non consentiti dal software istituzionale prodotto da Insiel SpA.11 In secondo luogo, i SSC impiegano (per attività quali ad esempio, il protocollo, la gestione del personale, il controllo di gestione, ecc.) i software in uso presso il proprio ente gestore.12 Tali software non sempre coincidono con quello degli altri Comuni associati, complicando l’interoperabilità dei sistemi dell’ambito distrettuale e le prassi in uso ad opera del personale. Note 5 Ci si riferisce, ad esempio, a procedure automatizzate di produzione documentale amministrativa, strumenti di gestione del percorso personalizzato (lettere all’utente, promemoria di appuntamenti), ecc. 6 I primi sono contrassegnati con un asterisco rosso e comprendono i dati anagrafici e le informazioni principali di ciascuna sezione (profilo, problematiche, progetto, interventi); a titolo di esempio, nella sezione sulle disabilità è obbligatorio il campo “disabilità Sì/No” e la specificazione della presenza di certificazione ex l. 104/98, mentre sono facoltativi i dati relativi all’invalidità, all’accompagnamento, alla demenza. 7 La rilevazione sui sistemi informativi ha costituito una sezione delle schede anagrafiche dei SSC predisposte come documentazione allegata ai Piani di zona 2013-2015. 8 Accanto a SSC che hanno inserimento nell’organigramma una specifica unità organizzativa e/o la posizione di responsabile del sistema informativo, ve ne sono altri dove tale unità è assente o ricoperta dal/la Responsabile del SSC. 9 Lo si evince, in particolare, dalle imprecisioni nella denominazione di software, dall’accuratezza e completezza delle informazioni fornite. 10 I principali software sul mercato privato sono DATASAN Socialis, gestionale per il sociale prodotto dalla società Insoft Srl in uso presso 6 SSC, e Welfare Go della società WEGO Srl. 11 Insiel SpA è la società informatica controllata dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia dedicata allo sviluppo delle soluzioni informatiche per la gestione delle pubbliche amministrazioni. Essa non ha tuttavia il monopolio delle soluzioni adottate dagli enti pubblici, in quanto sono presenti anche altre società (per esempio, Halley Friuli Srl) con propri software per la gestione degli uffici demografico, ragioneria, segreteria, tributi e tecnico. 12 È bene ricordare che in Friuli Venezia Giulia gli enti gestori dei SSC sono di tre tipi: Comune; Azienda per i Servizi sanitari (ASS); Azienda pubblica dei Servizi alla persona (ASP). Uno dei più diffusi applicativi per il controllo di gestione è GesPeg, prodotto dal Comune di Pordenone. Sistemi informativi n. 1.2/2014 PSS1401.2 9 In terzo luogo, i SSC sono chiamati a implementare diverse banche dati online, nazionali o regionali, per l’erogazione di contributi e servizi la cui competenza è stata trasferita dai singoli comuni all’ente gestore o per finalità meramente statistiche. Alcuni esempi in tal senso sono il portale regionale Carta Famiglia, il sistema OCA (Osservatorio regionale sulla condizione abitativa), le schede ISTAT. Inoltre, è prassi comune presso i SSC l’uso di numerosi fogli di calcolo e banche dati, costruite internamente e più o meno strutturate. Spesso si tratta di strumenti per la raccolta provvisoria o intermedia di dati da inserire in altri applicativi, ma in alcuni casi diventano i depositari unici e finali di preziose informazioni. Infine, nei SSC si fa ancora massiccio ricorso ad un tentacolare e poco esplorato sistema informativo non informatizzato: cartelle sociali cartacee, verbali, schede di valutazione e modulistica varia. Accanto a questo mosaico di sistemi di raccolta e informazione, bisogna citare, sebbene non siano stati oggetto di mappatura puntuale, siti e portali internet, ormai largamente diffusi. Nonostante le lacune della rilevazione si evince uno stato dei sistemi informativi in uso nei SSC del Friuli Bisogna assicurare Venezia Giulia piuttosto complesso e articolato, caratterizzato dalla alle politiche sociali un presenza di soluzioni informatiche multiple (di origine pubblica e sistema informativo privata), nonché da un’evoluzione disomogenea governato, che permetta territorialmente dettata soprattutto da urgenze e fabbisogni operativi non sempre di ottimizzare risorse adeguatamente e tempestivamente raccolti dal livello istituzionale sempre più scarse regionale. La ricognizione effettuata riporta dunque un panorama frastagliato di sistemi informativi locali che concorrono, si intersecano, si sovrappongono, si sostituiscono o semplicemente corrono paralleli al SISS regionale e ai suoi strumenti. Tale complessità suggerisce alcune sfide importanti per il futuro dei singoli sistemi informativi locali, del SISS del Friuli Venezia Giulia così come per quello delle altre regioni: La sfida della qualità del dato e dell’informazione; da quanto emerso sembra auspicabile un ulteriore processo di omogeneizzazione dei criteri di inserimento dati, uno sforzo sul versante del loro costante aggiornamento e della possibilità di confrontarli tra territori e livelli amministrativi diversi, arricchendoli con informazioni qualitativamente dense sull’utenza.13 Affidabilità, tempestività e comparabilità sono sfide che valgono tanto per la raccolta del dato (CSI, SINA, INBA, Nomenclatore socio-sanitario, ecc.) quanto per le elaborazioni e le rappresentazioni delle informazioni. La sfida dell’integrazione per la gestione del sociale; ovvero coniugare le esigenze degli operatori sociali coinvolti nell’erogazione di interventi e servizi con quelle amministrative, contabili e di programmazione; il proliferare di sistemi di raccolta diversificati pone infatti problemi di dispersione, scarsa reperibilità, incomparabilità dell’informazione tra territori. Sistemi informatizzati che raccolgono informazioni diverse sull’utenza potrebbero essere resi in grado di “comunicare” con uno sforzo congiunto tra Comuni, enti gestori e Regione. La sfida dell’integrazione tra diversi sistemi informativi; l’articolo 25 della LR 6/06 stabilisce che “la Regione assicura il collegamento del SISS con il sistema informativo sanitario, nonché con i sistemi delle altre aree dell’integrazione sociale e dispone le necessarie connessioni con la rete dei sistemi informativi delle Province, dei Comuni e degli altri soggetti pubblici e privati […]”; sebbene questa sfida attenga al livello regionale, il processo di avvio dei Piani di Zona 2013–2015 ha evidenziato quanto questa integrazione, benché fondamentale, sia piuttosto disattesa anche a livello locale. La sfida della funzione di utilità; la maggior parte della letteratura sul SISS pone l’accento sulle funzioni che esso può ricoprire a supporto della programmazione/pianificazione dei servizi e degli interventi (profili, monitoraggio, verifica, rendicontazione e valutazione). Rimangono però spesso trascurate due funzioni altrettanto importanti, ovvero quella del supporto operativo a chi impiega quotidianamente lo specifico applicativo (agevolandolo nel proprio lavoro) e quella all’utente. Nel complesso degli applicativi mappati, CSI inclusa, solo un’esigua parte di essi ricopre tali funzioni, e anche per questo motivo l’attività di inserimento dati soffre di una certa discontinuità e approssimazione. La sfida della partecipazione; questa sfida riguarda principalmente la permeabilità del sistema da e verso l’esterno. Ad oggi i flussi informativi da/verso il privato sociale e la cittadinanza sono ancora a uno stato primordiale, con un uso scarso di piattaforme interattive, web 2.0 e open data.14 Una superficiale ricognizione dei siti internet degli enti gestori e della Regione dimostra chiaramente quanto questa sfida sia oggi poco considerata, benché molteplici siano ormai le esperienze di open data caldeggiate dall’Agenda digitale delle pubbliche amministrazioni. Governance dei sistemi informativi in uso. L’analisi svolta richiama con forza la necessità di spostare l’attenzione dai “sistemi informativi sociali” ai diversi “sistemi informativi in uso nei servizi sociali”; solo una gestione complessiva di tutte le diverse componenti predisposte al trattamento dei dati e delle informazioni presenti nei SSC consentirà di affrontare adeguatamente le sfide sopra identificate. Raccogliere queste sfide in un momento storico legato a contingenze critiche proprio sul versante sociale, appare una scelta obbligata per assicurare alle politiche sociali un sistema informativo governato che permetta di otti- n. 1.2/2014 Sistemi informativi Principali sfide per il futuro 10 PSS1401.2 mizzare risorse sempre più scarse, in scenari in cui diverrà ineludibile produrre modificazioni strutturali e culturali, e dove le decisioni dovranno essere adeguatamente supportate riducendo significativamente l’incertezza. Diversamente dal passato sarà necessario pertanto un impegno più determinato e convergente, da parte di operatori e decisori politici, nel sostenere tale scelta e nell’assicurare il necessario supporto professionale e finanziario. # Note 13 Per esempio inserendo informazioni e rappresentazioni grafiche delle reti familiari e relazionali. 14 Una significativa eccezione in regione è stata la piattaforma CORO per la gestione partecipata del PDZ 2006–2008 dell’ambito distrettuale di Cervignano del Friuli (UD), iniziativa realizzata grazie ad un progetto di e-democracy co-finanziato dal CNIPA (Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione). Bibliografia Balestrucci F., Molinari P., Zenarolla A., (2010), “Regione Friuli Venezia Giulia”, in Castegnaro C. (a cura di), op. cit. Carli Sardi L., Barneschi G. (a cura di) (2009), I sistemi informativi nei servizi sociali, qualità e valutazione, Del Cerro, Tirrenia (PI) Castegnaro C., (a cura di) (2010), I sistemi informativi per il sociale, i Quid, 8, Prospettive Sociali e Sanitarie, Milano Castegnaro C., Pasquinelli S. (2010), “Sistemi informativi per il sociale”, Prospettive Sociali e Sanitarie, 15, pp. 1–5 Deriu F. (2009), “Informazione e politiche sociali territoriali. La cartella sociale informatizzata come strumento di programmazione”, La rivista delle politiche sociali, 3 Fazzi L. (2006), “La cartella informativa per il servizio sociale”, Rassegna di Servizio Sociale, 2 Madama I. (2008), “Monitoraggio e valutazione nel sistema socio-assistenziale. Il lancio dei sistemi informativi sui servizi sociali”, Rivista italiana di politiche pubbliche, (1), pp. 71–99 Marcolin M. (2012), “Keeping information systems alive. Participation, work and maintenance-inuse in a welfare department”, Tesi di Dottorato in Information Systems and Organisation, XXIV Ciclo, Università di Trento Mariano E. (2009), “Conoscere per partecipare: potenzialità e caratteristiche dei sistemi informativi sociali”, La rivista delle politiche sociali, 3 Nappi A. (2010), “In margine al Seminario CISIS sui sistemi informativi”, Prospettive sociali e sanitarie, 15, pp. 6–9 Sgritta G. B. (2003), “La conoscenza come funzione della partecipazione e delle attività di proposta e valutazione”, in Carrera, Mirabile, Teselli (a cura di), La conoscenza come funzione della partecipazione e delle attività di proposta e di valutazione, Ediesse, Roma Teselli A. (2007), “Sistema informativo sociale e programmazione”, in Mauri L. (a cura di), Il sistema informativo sociale. Una risorsa per le politiche pubbliche di welfare, Carocci Faber, Roma Libri Carlo Alfredo Clerici, Laura Veneroni La psicologia clinica in ospedale Il Mulino, Bologna, 2014 Punto d’incrocio fra la soggettività del paziente e quella dell’equipe, fra l’oggettività della malattia e gli aspetti istituzionali, l’attività di psicologia clinica in ospedale è oggi un ambito di intervento di crescente rilevanza. Il professionista che in tale contesto fornisce la propria opera di consulenza è chiamato ad affrontare la complessità dei fenomeni che agiscono sul paziente nel corso delle cure mediche. Il volume offre gli strumenti utili per comprendere i vissuti che si accompagnano alla malattia in ottica fisiopatologica, psicopatologica, psicologica e relazionale. M. Palumbo Il Processo di valutazione Franco Angeli, Milano, 2012 Il processo di valutazione, primo volume di autore italiano di introduzione generale all’argomento, delinea il quadro di riferimento nel quale si colloca l’attività di valutazione delle politiche, dei programmi e degli interventi pubblici. Particolarmente attento all’analisi dei processi decisionali nelle organizzazioni pubbliche, il testo propone una chiave di lettura applicabile ai programmi di vasta portata come agli interventi più specifici, capace di orientare le molteplici scelte metodologiche ed operative che il valutatore deve compiere nella sua quotidiana attività professionale. Il testo risulta utile in particolare a chi svolge attività di progettazione e valutazione in campo sociale, educativo e delle politiche del lavoro. Ricco di riferimenti alla letteratura internazionale in materia, il volume presta particolare attenzione alle procedure in uso a livello europeo, codificate in occasione della recente riforma dei Fondi Strutturali (2000-2006), che vengono esposte criticamente nella seconda parte del testo. Arricchito da un saggio di apertura di Nicoletta Stame e completato da un’ampia bibliografia, è un testo che non mancherà di suscitare l’attenzione degli studiosi e professionisti, pur essendo fruibile da un pubblico più vasto. F. Comunello, E. Berti Fattoria Sociale Erickson, Trento, 2013 Questo libro nasce dall’esperienza vissuta nella costruzione e nello sviluppo di una fattoria sociale, dove giovani apprendisti con disabilità imparano e lavorano fianco a fianco con gli educatori nei campi, nei laboratori, in cucina. La fattoria sociale raccoglie la sfida di realizzare un contesto competente di sostegno, in grado di coniugare logiche apparentemente incompatibili, come solidarietà e mercato, allo scopo di accompagnare i ragazzi verso l’acquisizione del ruolo di adulto lavoratore, interrompendo il circolo vizioso dell’assistenzialismo che li obbliga a essere «eterni bambini». Le riflessioni proposte danno la misura della profonda connessione tra pratica e teoria, sia nel percorso di crescita del singolo apprendista, sia nel progetto globale della fattoria, dove la cornice teorica dà senso all’operatività e la pratica (sorretta da un’osservazione esperta) sostanzia e stimola la riflessione. Sistemi informativi n. 1.2/2014 PSS1401.2 11 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in a. p. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in a. p. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano CAMPAGNA ABBONAMENTI 2014 anno xlIII gennaio 2013 gennaio 2013 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in a. p. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano anno xlIII Prospettive Sociali e Sanitarie n. 1 – gennaio 2013 prospettive gennaio 2013 Famiglie e politiche sociali: fragili equilibri Reti di cura nell’area della dipendenza Condivisione della scelta in oncologia A proposito di educatori 1 Bilanci e prospettive Famiglie e politiche sociali: fragili equilibri Reti di cura nell’area della dipendenza Condivisione della scelta in oncologia A proposito di educatori 1 Prospettive Sociali e Sanitarie n. 1 – gennaio 2013 Bilanci e prospettive anno xlIII Bilanci e prospettive gennaio 2013 Prospettive Sociali e Sanitarie n. 1 – gennaio 2013 anno xlIII Enti pubblici e privati Ass. di volontariato e Coop. sociali Privati Famiglie e politiche sociali: fragili equilibri Reti di cura nell’area della dipendenza Condivisione della scelta in oncologia A proposito di educatori 1 € 89,00 € 69,00 € 59,00 Nel 2014 Prospettive Sociali e Sanitarie pubblicherà 4 fascicoli cartacei speciali con cadenza trimestrale e ogni mese un fascicolo in formato elettronico. Registrandovi al sito, il link al PDF dell’ultimo numero uscito arriverà direttamente nella vostra casella di posta elettronica, anche per i fascicoli cartacei, il giorno stesso della pubblicazione. Dopo il sito, i PDF online, la pagina Facebook e il blog Scambi di Prospettive, Prospettive Sociali e Sanitarie tiene il passo con i tempi ed è ora disponibile anche in versione app per tablet e smartphone. ccp 36973204 – IBAN IT57 J076 0101 6000 0003 6973204 via XX Settembre 24, 20123 Milano tel. 0246764276 • fax 0246764312 • [email protected] www.prospettivesocialiesanitarie.it e-PSS l’app di Prospettive Sociali e Sanitarie Ora disponibile Rimanere informati su quanto accade nelle politiche e nei servizi sociali e sanitari non è mai stato così facile. Consegna immediata La rivista subito nelle tue mani Non c’è bisogno di controllare la casella delle lettere per vedere se il nuovo fascicolo è arrivato con la posta. Appena pubblicato sarà subito disponibile sul tuo telefono o tablet. 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