intervista con pimpinella 25 settembre 2014

-MSGR - 20 CITTA - 19 - 25/09/14-N:
19
Dossier
«IN ITALIA
8 PAGAMENTI
SU 10 SONO
IN CONTANTI»
Ignazio Visco
Bankitalia
MOBILE PAYMENT
Giovedì 25 Settembre 2014
www.ilmessaggero.it
Intervista
Il mobile payment in Italia nel 2014
MOBILE COMMERCE
Lo conoscono
MOBILE PROXIMITY PAYMENT
Lo utilizzano
MOBILE WALLET
Lo conoscono
Contenuti interessati
Buoni sconto
di quelli che:
55%
Usano carta
Carte fedeltà
54%
50%
Fanno E-Commerce
67%
20%
43%
Biglietti per il trasporto
51%
Biglietti per eventi
43%
Servizi informativi
59%
Molto
interessato
Per niente
interessato
35%
22%
Molto
interessato
Per niente
interessato
43%
Molto
interessato
Per niente
interessato
41%
21%
37%
21%
Nota metodologica - Indagine CAWI (panel Doxa - Duepuntozero research) tramite questionario via Web ad un campione di 1.012 individui che accedono a internet, scaricano e/o utilizzano app
Basta contante, c’è il Mobile
Il 2014 era stato annunciato come l’anno del gran balzo ` Manca una infrastruttura all’altezza della tecnologia
dei pagamenti dal cellulare, ma il successo tarda a venire E siamo ancora troppo legati all’uso della carta moneta
`
AVVIENE CON BANCONOTE
L’86% DELLE TRANSAZIONI
MA ENTRO IL 2016
GLI ACQUISTI DIGITALI
TRIPLICHERANNO CON
30 MILIONI DI TERMINALI
Totale
150 mld €
PC
2013
ACQUISTO
SOLO PAGAMENTO
eCommerce
ePayment
2 mld €
MOBILE
12 mld €
Mobile Remote Payment
0,1 mld €
mCommerce
1 mld €
IN STORE POS
DEVICE
Mobile Proximity Payment
-
New Digital Payment
POS
mPOS
15 mld €
135 mld €
-
Fonte: “Mobile Payment & Commerce: un ponte tra il mondo fisico e il mondo digitale” dell'Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano
Totale
185 mld €
MOBILE
PC
2016
IN STORE POS
G
I valori delle transazioni in Italia attraverso il mobile
DEVICE
li italiani, si sa, sono un popolo di santi, poeti e, soprattutto, di navigatori. Non solo degli oceani ma anche, grazie
all’avvento degli smartphone,
del web. Tanto da essere tra i
maggiori utenti al mondo di telefonini: secondo il Cia World Factbook, in Italia nel 2012 quelli attivi erano 97 milioni 225mila, 1,57
per abitante contro gli 1,32 della
Germania, gli 0,97 degli Stati Uniti, gli 1,08 del Giappone, gli 1,28
della Gran Bretagna. E secondo
un rapporto di Facile.it, ogni italiano spende in media 607 euro
l’anno in traffic o telefonico. Quel
che in Italia non è ancora decollato, invece, è il Mobile Payment
(termine con il quale si indicano
tutti i servizi di pagamento utilizzati attraverso il telefono cellulare): gli esperti, che si attendevano
un boom nel 2014, hanno rivisto
le stime e confidano nel prossimo anno. Perché una crescita
certamente c’è stata, ed è stata
anche sostenuta, ma non ai livelli
previsti: in Italia continuiamo a
preferire i pagamenti in contanti.
Come Paperon de’ Paperoni, ci
piace ancora troppo sfogliare le
banconote e contare le monetine: l’86% delle transazioni si
compie in contanti, nonostante il
limite sia stato abbassato a
999,99 euro per operazione. Senza contare che il “nero” si basa
proprio sul denaro liquido: per
chi evade il fisco, accettare pagamenti elettronici significa rischiare di essere “pizzicati”. Ciononostante, l’inesorabile avanzata tecnologica sta spingendo anche i più restii nella direzione del
Mobile Payment: un italiano su
10 ha acquistato via smartphone
un biglietto per l’aereo, il treno o
la nave. E il 72% si dice interessato ai Mobile Wallet, applicazioni
che promettono di trasformare il
cellulare in un portafoglio digitale con carte di credito, buoni
sconto, tessere fedeltà e biglietti
ePayment
eCommerce
9 mld €
20 mld €
Mobile Remote Payment
0,3 mld €
mCommerce
3 mld €
Mobile Proximity Payment
5 mld €
New Digital Payment
mPOS
41 mld €
3 mld €
POS
145 mld €
Fonte: “Mobile Payment & Commerce: un ponte tra il mondo fisico e il mondo digitale” dell'Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano
ul mercato dei pagamenti
hanno fatto il loro debutto
l’Istituto di Pagamento e
quello di Moneta Elettronica. Così le banche e gli uffici postali sono oggi affiancati da nuovi prestatori di servizi. Come
stanno operando?
«Secondo la normativa europea
che il nostro Paese ha ormai recepito, gli istituti di pagamento possono collocare sul mercato solo
carte di pagamento, mentre quelli
di Moneta Elettronica possono
emettere anche carte prepagate.
Entrambi aumentano la concorrenza, le possibilità di utilizzare
strumenti alternativi al contante
a disposizione dei consumatori e
sono sicuri come le banche, visto
che sono sottoposti a vigilanza di
Bankitalia».
L’Italia è matura per questa misura considerato che secondo
Bankitalia in termini di pagamenti effettuati con strumenti
alternativi al contante siamo a
31 operazioni contro 72 in Europa. La presenza dei nuovi organismi servirà ad implementare
il Mobile Payment?
«Sì, dato che il ricorso a strumenti
alternativi al contante è in aumento. Diverse ricerche hanno evidenziato come l’Italia sia ormai fra i
primi posti in Europa per lo sviluppo di soluzioni legate ai micropagamenti in aggiunta alla tradizionale carta di credito. L’utilizzo
di questi strumenti va peraltro incentivato per i benefici che porta
con sé: la lotta all’evasione fiscale,
al riciclaggio, all’usura, al finanziamento del terrorismo. E lo fa
anche il legislatore: il decreto Sviluppo bis sancisce dal 2014 la pratica, che alcuni commercianti già
adottano, di accettare, al di sopra
dei 30 euro, solo pagamenti con
carta o bancomat».
Come si collegano gli Ip ed Imel
e le banche a livello di partnership strategica?
«Le banche avvertono l’esigenza
di adattare il proprio modello di
business ai nuovi scenari del mercato, a seguito della nuova normativa comunitaria. Le Payment Institution potranno potenzialmente rivolgersi ad un’ampia clientela
spesso non bancarizzata, elaborando così forme inedite di competizione/collaborazione con le
banche».
Giambattista Pepi
S
48%
Hanno registrato la carta
sullo store
«Moneta elettronica
e Istituti speciali
per alimentare
l’ondata che verrà»
dei mezzi pubblici. Secondo l’Osservatorio Mobile Payme nt &
Commerce del Politecnico di Milano, i pagamenti digitali via telefonino valgono nel 2013 circa 15
miliardi di euro (rispetto ai 135
miliardi di pagamenti con carte
di credito e bancomat tradizionali), ma questo importo è destinato a triplicare nel 2016 grazie al
progressivo lancio di soluzioni di
Mobile Proximity Payment, il pagamento nei negozi mediante
smartphone. Che sarà spinto, dopo anni di tentennamenti, anche
da Apple: il nuovo iPhone 6 è infatti finalmente dotato della tecnologia NFC, da tempo già adottata su tutti gli altri cellulari più
avanzati, e ciò aumenterà sicuramente la platea di utenti. Alla fine del 2017, secondo le stime dell’Osservatorio, gli italiani con
uno smartphone NFC saranno oltre 30 milioni e 800mila i negozi
abilitati: il 64% degli utenti è già
ora attratto da questo mezzo di
pagamento. Che promette di
semplificare la vita: per pagare
alla cassa, infatti, non si “striscia” più la carta di credito ma si
avvicina semplicemente il telefonino, e gli esperti garantiscono
che la sicurezza è maggiore.
Luca Rigamondi
Per ora accelera solo l’acquisto con lo smartphone
addoppia il volume d’affari
degli acquisti via smartphone, ma dell’atteso boom del
Mobile Proximity Payment,
il sistema che consente di utilizzare il proprio telefonino per pagare nei negozi, al momento si
vedono poche tracce. E infatti il
bilancio dei nove mesi del 2014 è
in chiaroscuro secondo Valeria
Portale, responsabile dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano:
«Gli utenti cambiano le proprie
abitudini solo se i vantaggi sono
concreti. Il Remote Payment inizia a prendere piede perché si
può saldare un bollettino scattando una foto al codice con il
proprio cellulare, saltando così
lunghe code in Posta. O ancora,
pagare il parcheggio attraverso
il cellulare senza perdere tempo
cercando monetine o rivenditori di gratta e sosta. C’è invece an-
R
cora un problema di usability: le
registrazioni sono spesso macchinose e ogni servizio richiede
un’app diversa. L’ideale sarebbe
poter pagare tutto, dal caffè al
nuovo computer con lo stesso
gesto. Quanto al Proximity Payment, l’offerta è ancora limitata:
sono ancora pochi gli operatori
italiani che hanno lanciato e comunicato nuovi servizi». Il che
non significa che non si siano
strappati successi. Dal 2006 ad
oggi l’e-commerce è cresciuto a
un ritmo di circa il 20% l'anno,
«DAL 2006
E-COMMERCE
CRESCIUTO
DEL 20%
ALL’ANNO»
Valeria
Portale
con una sola eccezione: il passaggio dal 2008 al 2009 in cui è
rimasto sostanzialmente costante. A brillare nel commercio sul
web sono soprattutto le aziende
legate al turismo, che con circa
4,9 miliardi di euro pesano per il
72% sul totale delle vendite. In
più, lo sbarco nel settore di Apple, che il 9 settembre ha lanciato il servizio Pay, potrebbe però
cambiare tutto. «L’iPhone 6 –
continua Portale – apre nuovi
scenari. Prima di tutto la tecnologia NFC, Near Field Communication, già adottata da altri
player, ad esempio Samsung, diviene lo standard definitivo.
Inoltre il marchio Apple ha un a
forza tale da poter conquistare
molte persone, attratte anche
dalla user experience garantita
dai prodotti con la mela. Infine,
Pay non esclude bensì include
gli istituti bancari. Tutto ciò fa
pensare che l’iPhone 6 porterà
al mercato l’accelerazione tanto
attesa». Difficile, invece, che la
diffusione di smartwatch e glass
garantisca passi avanti nel breve: «I dispositivi wearable, indossabili, avranno sicuramente
un rilevante impatto. Ma ci vorrà tempo. Anche perché è ancora inespresso il grande potenziale dello smartphone come portafoglio, carta di credito, abbonamento del treno, carta fedeltà o
badge aziendale». Restano da
conquistare gli esercenti, spesso
restii per motivi economici a dire addio ai contanti. «I commercianti – conclude Portal e – si
convinceranno ad accettare i pagamenti elettronici e a sostenere i relativi costi solo quando i
clienti diranno loro: “Se non posso pagare il caffè con il mio
smartphone, non vengo più”».
Gabriele Russo
-TRX IL:24/09/14
Maurizio Pimpinella
PIMPINELLA (AIIP):
«L’ITALIA È AVANTI
IN EUROPA
NELLO SVILUPPO
DI SOLUZIONI PER
I MICRO-PAGAMENTI»
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