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Università del SALENTO - Facoltà di INGEGNERIA
CdL Ingegneria Civile (Lecce) & CdL Ingegneria Industriale (Brindisi)
A.A. 2014/2015
Corso di «Ingegneria Economica»
Sessione #4.1
«Ingegneria dei Sistemi Umani»
Dott.
Alessandro MARGHERITA, PhD
IE 2015 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com
DEFINIRE il MODELLO di
CAPITALE UMANO
AZIENDALE
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Di che TIPO di PERSONE Ho
BISOGNO?
Modello delle
COMPETENZE
Personali
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COME le FACCIO
LAVORARE INSIEME?
Modello
ORGANIZZATIVO
dell’Impresa
Ogni impresa definisce la tipologia di uomini di cui ha bisogno e le competenze
che essi dovrebbero possedere. COMPETENZA è la capacità di applicare
CONOSCENZE, SKILL e ATTITUDINI nell’esecuzione di attività materiali o
intellettuali finalizzate al raggiungimento di un certo obiettivo (es. competenze
progettazione automobilistica, competenze realizzazione di manufatti in vetro).
COMPETENZA = CONOSCENZA + SKILL + ATTITUDINI
Conoscenza  elementi del sapere dell’individuo e sua capacità di
rappresentazione astratta o teorica di informazioni, fatti, principi e metodi relativi
ad un certo settore (es. conoscenza delle leggi della termodinamica)
Skill  abilità cognitive e applicative relative ad un particolare ambito (es. skill di
progettazione automobilistica)
Attitudine  predisposizione o caratteristica personale dell’individuo (es.
attitudine al lavoro in gruppo)
Mentre alcune competenze sono generali ed applicabili in diversi contesti (es.
competenze relative alla gestione dei progetti), alcune competenze sono
«specialistiche» e specifiche di una certa impresa o di un certo settore !!
Ad esempio. in PIRELLI TYRE esistono figure di competenze quali Materials
Manager, Senior Tyres Mathematical Model Researcher e Senior
Industralization Technologist, Planning and Allocation Manager, Country
Logistic Manager e Distribution Manager.
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Non solo Capacità Tecniche…
[Fonte: Bilancio degli Stakeholder Brembo 2007]
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Le risorse umane posseggono delle caratteristiche fondamentali che ne
fanno la base per il successo ed il vantaggio competitivo dell’azienda. Tali
caratteristiche sono sintetizzabili con l’acronimo
VRISA:
Valore, nel senso che le risorse umane contribuiscono direttamente e
significativamente alla creazione di valore per il cliente finale;
Rarità, nel senso che le risorse skillate e inserite nel sistema-impresa
diventano ricchezza unica e in possesso da parte della sola organizzazione;
Inimitabilità, nel senso di difficile replicabilità della risorsa umana all’esterno
o in altri contesti organizzativi;
Sostituibilità, ossia le persone non sono rimpiazzabili con altre ottenendo
(sempre) gli stessi risultati;
Appropriabilità, nel senso che i risultati e l’utilità creati dalle persone sono
direttamente a vantaggio e «di proprietà» dell’impresa.
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Il termine ORGANIZZAZIONE fa riferimento a due concetti:
“ENTE SOCIALE” fondato sulla suddivisione del lavoro
e delle competenze (es. la nostra organizzazione, è
stato ammesso nell’organizzazione, etc.)
“MODO in CUI un ENTE è ORGANIZZATO” (es.
quell’impresa ha una cattiva organizzazione,
l’organizzazione del lavoro, etc.)
Un insieme complesso (presenza di molte variabili)
- di persone (soggetti con comportamento autonomo o condiviso)
- associate per il conseguimento di un obiettivo unitario (individuali o dell’organizzazione)
- fra cui si dividono le attività da svolgere (specializzazione e coordinamento dei compiti)
- secondo certe norme (procedure scritte, tacite o autonomia decisionale)
- stabilendo a tal fine dei ruoli (autorità e responsabilità)
- collegati fra loro in modo gerarchico (accentramento o decentramento)
- in rapporto con un certo ambiente esterno (sistema aperto)
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PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA
è individuazione
delle soluzioni migliori da adottare per ripartire e coordinare in modo scientifico ed
innovativo il LAVORO da eseguire, attribuendo poteri alle varie FUNZIONI ed UNITA’ di
PERSONALE chiamate ognuna ad assumere un ruolo specifico con l’obiettivo di
massimizzare nel tempo PRODUTTIVITÀ e QUALITÀ.
MINIMIZZARE i Costi di
coordinamento
Massimizzando l’interdipendenza intra-organizzativa
e minimizzando l’interdipendenza tra unità
organizzative
Valorizzare le Economie di
specializzazione
Minimizzando la differenziazione dentro le unità
organizzative e massimizzando la differenziazione tra
unità organizzative
Promuovere le Economie di scopo
Attraverso l’aggregazione di attività
Bilanciare costi di produzione e di
controllo/coordinamento
Non aggregando attività incompatibili
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Le variabili e gli elementi dell’organizzazione devono essere scelti in modo da raggiungere
un’armonia e coerenza interna e con la situazione e le caratteristiche dell’impresa…le
forme organizzative non sono scelte in modo arbitrario, ma “la scelta deve obbedire ad una
logica sistematica e rigorosa basata proprio sulle ricerca della coerenza tra le varie parti” [H.
Mintzberg]
SEI
principali modelli organizzativi
6. A Rete
5. Per
Progetto
1. Semplice
4. A Matrice
2.
Funzionale
3.
Divisionale
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La struttura
SEMPLICE
è una struttura organizzativa elementare con un’unica figura
di direzione di alto livello ed un numero limitato di risorse che eseguono attività complementari e
direttamente controllate dal responsabile
CARATTERISTICA
DESCRIZIONE
Criterio di suddivisione del lavoro
Per competenza
Meccanismi di coordinamento
Supervisione diretta
Vantaggi
Flessibilità, vicinanza ai clienti, reattività ai cambiamenti
Svantaggi
Ambiti applicativi
Confusione fra decisione strategiche ed operative (es. titolare di
un albergo che decide e ci lavora all’interno), congestione del
vertice
Imprese giovani e di piccole dimensioni, tecnologie poco
sofisticate, imprese artigianali, studi professionali (es.
commercialisti, avvocati)
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La struttura
FUNZIONALE
è una diffusissima forma organizzativa basata sul
principio secondo cui le attività simili sono raggruppate per creare aree o dipartimenti funzionali (es.
progettazione, ingegneria, produzione, marketing). L’azienda è così suddivisa in aree funzionali la cui
responsabilità è del capo area o dipartimento (Vice President o VP) i quali riportano al Direttore Generale
o Amministratore Delegato (CEO - Chief Executive Officer) e coordinano una serie di manager operativi.
CEO
VP
VP
VP
VP
R&D
Ingegneria
Produzione
Mktg & Sales
Manager 1
Manager 2
Manager 3
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Manager 1
Manager 2
Manager 3
Manager 1
Manager 1
Manager 2
Manager 2
Manager 3
Manager 3
La struttura
FUNZIONALE (2)
CARATTERISTICA
DESCRIZIONE
di tipo tecnico per attività simili (che assolvono la stessa
Criterio di suddivisione Raggruppamento
funzione), che richiedono le stesse competenze e utilizzano lo stesso tipo
del lavoro
di risorse
Meccanismi di
coordinamento
Vantaggi
Svantaggi
Ambiti applicativi
Standardizzazione dei processi e delle capacità, e meccanismi
d’integrazione che servono a regolare le interdipendenze tra le aree
- Ottimizza l’impiego delle risorse ottenendo efficienza ed economicità
(economie di specializzazione, economie di apprendimento, economie di
scala)
- Facilita il controllo gerarchico e la supervisione diretta
- Facilita la comunicazione intra-funzionale
- Specializza risorse e competenze
- Consente rapidità decisionale e chiarezza nella definizione degli obiettivi
Scarso coordinamento e comunicazione inter-funzionale (le funzioni «non
si parlano») e conflitti (le funzioni hanno obiettivi diversi)
Incapacità di fronteggiare la crescita dimensionale (sovraccarico), la
diversificazione e la turbolenza dell’ambiente
Al crescere della dimensione si ha una perdita di controllo e di efficienza
interna, con sovraccarico della direzione generale e rallentamento del
processo decisionale.
Piccole, medie e grandi imprese non diversificate (es. mono-linea e con
pochi prodotti) e operanti in uno o più mercati non particolarmente
differenziati
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La struttura
FUNZIONALE (3)
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La struttura
DIVISIONALE
è un modello organizzativo che suddivide
l’azienda in divisioni, ossia unità operative indipendenti controllate da un presidente o responsabile di
divisione e comparabili a delle vere e proprie sott0-aziende specializzate su specifici mercati e/o
prodotti. Ogni divisione può poi riproporre, al suo interno, una struttura tipicamente funzionale.
CEO
President
President
President
Divisione A
Divisione B
Divisione C
VP R&D
VP R&D
VP R&D
VP Ingegneria
VP Ingegneria
VP Ingegneria
VP Produzione
VP Produzione
VP Produzione
VP Mktg & Sales
VP Mktg & Sales
VP Mktg & Sales
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La struttura
DIVISIONALE (2)
CARATTERISTICA
DESCRIZIONE
Criterio di suddivisione Raggruppamento per prodotto, area geografica o mercato
del lavoro
All’interno di ogni divisione viene poi riproposta la logica funzionale
Meccanismi di
coordinamento
Vantaggi
Svantaggi
Ambiti applicativi
Standardizzazione per obiettivi
- Velocità di risposta al mercato, possibilità di diversificare
- Elasticità operative anche con forte diversificazione di prodotti e mercati
- Economie di scala attraverso lo svolgimento centralizzato di alcune funzioni
comuni
- Elasticità strategica per la diversificazione dei prodotti e l’espansione dei
mercati
- Favorisce e consente il decentramento decisionale a livelli inferiori
- Offre la possibilità di formare dirigenti con capacità gestionale integrata
- Possibili diseconomie di decentramento e inefficienza
- Scarsa elasticità strategica e nella diversificazione di prodotti e mercati nelle
singole divisioni
- La ripartizione delle funzioni comuni può essere oggetto di conflitto fra
direzione centrale e divisioni
- Inconvenienti del modello funzionale quando la divisione raggiunge certe
dimensioni
- Richieste molte competenze manageriali
- Aumenta il problema del controllo al vertice
- Possibili perdite di efficienza e rischio di decisioni autonome a livello
divisionale
Grandi imprese multi-prodotto in mercati turbolenti
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La struttura
DIVISIONALE (3)
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La struttura
DIVISIONALE (4)
[Fonte: Web]
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La struttura a
MATRICE
Forma organizzativa ibrida che sovrappone ad una tipica
struttura funzionale (le «colonne della matrice) un’ulteriore dimensione «orizzontale» (le «righe» della
matrice) rappresentata da specializzazioni su particolari iniziative, progetti, mercati, prodotti, etc.
CEO
VP
VP
VP
VP
R&D
Produzione
Mktg & Sales
Finanza
Iniziativa 1
Progetto 2
Prodotto 3
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La struttura a
MATRICE (2)
CARATTERISTICA
Criterio
suddivisione
lavoro
Meccanismi di
coordinamento
Vantaggi
Svantaggi
Ambiti applicativi
DESCRIZIONE
di Le competenze funzionali (ipotetiche colonne della matrice) si intersecano
del con un progetto, un prodotto o altra iniziativa (righe) che aggrega le funzioni
orizzontalmente
Autorità multipla tra i due responsabili delle unità
- Coordinamento cross-funzionale
- Performance misurabile a livello di progetto
- Apprendimento sinergico progetto/funzione,
-Correlazione tra risultati e contributo specialistico
-Comunicazione informale ed orizzontale
- Possibili conflitti ed ambiguità per autorità multipla
- Costi e difficile realizzabilità della co-locazione fisica
- Elevate skill interpersonali richieste
- Delicato bilanciamento tra poteri
- Doppie fonti di autorità e responsabilità
- Complessità di coordinamento e lentezza del processo decisionale
Prodotti complessi, mercati ampi e diversificato, progetti intra-aziendali (es.
sviluppo Nuovo Prodotto) ed inter-aziendali
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La struttura a
MATRICE (3)
[Fonte: Web]
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La struttura a
MATRICE (4)
Motorola
CEO
Prodotti
Connected
Home Solution
Regioni
America
Asia e Pacifico
Europa, Medio
Oriente e Africa
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Govnmt &
Enterprise
Mobile
Solutions
Mobile Devices
Networks
La struttura a
PROGETTO
è una forma organizzativa molto innovativa che
suddivide l’azienda in progetti, coordinati da diversi project manager, i quali diventano quindi una vera e
propria unità organizzativa e di aggregazione di competenze specialistiche di un certo progetto o
anche comuni a vari progetti dell’azienda.
CEO
Project
Project
Project
Project
Manager#1
Manager#2
Manager#3
Manager#4
Risorsa 1
Risorsa 2
Risorsa 3
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Risorsa 4
Risorsa 2
Risorsa 5
Risorsa 1
Risorsa 2
Risorsa 6
Risorsa 4
Risorsa 7
Risorsa 6
La struttura a
PROGETTO (2)
CARATTERISTICA
DESCRIZIONE
Criterio di suddivisione del
Per progetti da realizzare
lavoro
Meccanismi di
coordinamento
Ogni project manager è responsabile di un gruppo di progetto
Vantaggi
- Per ogni progetto si creano di gruppo di lavoro altamente
integrati
- Canalizza gli sforzi dei singoli e del gruppo in direzione
dell’obiettivo
- Focus specifico sull’obiettivo di progetto
Svantaggi
Ambiti applicativi
-
Difficile coordinamento tra i vari progetti
Duplicazione delle funzioni all’interno di ogni progetto
Congestione del vertice
Coesistenza di competenze «temporanee» con continuativa
Rallentamento della specializzazione funzionale
Rischio di obsolescenza delle competenze funzionali durante il
progetto
Imprese grandi e innovative operanti su commessa, progetti e
programmi
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La struttura è
RETE
è una struttura organizzativa nella quale ogni legame gerarchico
è eliminato a favore di legami paritari e di reciproca interdipendenza. Un’unità centrale è
semplicemente responsabile dell’integrazione sinergica dei vari contributi provenienti dai
diversi «nodi» della rete.
R&D
Produzione
Marketing e
Unità Centrale
Fornitori
Progettazione
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Vendite
Distribuzione
La struttura a
RETE (2)
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Come Cambiano le Organizzazioni?
Il grado di turbolenza dell’ambiente ha influenzato
l’evoluzione dei modelli organizzativi
POCA TURBOLENZA nell’ambiente competitivo 
STRUTTURE GERARCHIZZATE, accentrate e con
attività di routine
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MOLTA TURBOLENZA nell’ambiente competitivo 
ORGANIZZAZIONI FLESSIBILI, decentrate e innovative
GESTIRE il CICLO di VITA e lo
SVILUPPO dei SISTEMI UMANI
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I Processi di Gestione delle Risorse Umane
GAP ANALYSIS
RECRUITMENT
SELEZIONE
ASSUNZIONE e
INSERIMENTO
ANALISI e REPORTING PERFORMANCE
FORMAZIONE, SVILUPPO e CARRIERE
GESTIONE RUOLI, JOB ROTATION e TURNOVER
GESTIONE AMMINISTRATIVA e RAPPORTI SINDACALI
SERVIZI AL PERSONALE, REWARD e BENEFIT
DEFINIZIONE e OTTIMIZZAZIONE PIANO HR
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USCITA
•Strategia delle risorse umane
•Dimensionamento organici
•Aree professionali e competenze rilevanti
•Piano di turnover e carriere
•Politiche di gestione del personale
•Politiche di selezioni e assunzione
•Sistemi tecnologici per la gestione
•Gestione contratti e sindacati
•Sistema premiante e benefit
•Politiche stipendiali
•Sistema di valutazione delle risorse
•…
DEFINIZIONE e OTTIMIZZAZIONE PIANO HR
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• Contratto
• Placement
• Affiancamento
•…
• Annunci
• Head Hunting
•…
GAP ANALYSIS
• Bisogni operativi
• Lacune professionali
•…
RECRUITMENT
SELEZIONE
• Analisi CV
• Assessment
• Interviste
•…
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ASSUNZIONE e
INSERIMENTO
USCITA
• Pensioni
• Licenziamenti
• Cessazioni
•…
• Piano formazione
• Competenze target
• Piano carriere
•…
• Criteri valutazione
• Metriche e metodi
• Strumenti
•…
ANALISI e REPORTING PERFORMANCE
FORMAZIONE, SVILUPPO e CARRIERE
GESTIONE RUOLI, JOB ROTATION e TURNOVER
GESTIONE AMMINISTRATIVA e RAPPORTI SINDACALI
SERVIZI AL PERSONALE, REWARD e BENEFIT
• Assistenza familiare
• Assistenza sanitaria
• Buste-paga
• Premi e Incentivi
• Sindacati e contrattazione
•…
• Rapporti previdenziali
•…
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• Ruoli e incarichi
• Sostituzioni
• Mobilità interna
•…
MISURARE la PERFORMANCE
dei SISTEMI UMANI
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L’impresa misura le performance delle sue risorse umane al fine di
ottimizzare le prestazioni ed il comportamento delle stesse e migliorare la
performance aziendale complessiva.
Per creare un sistema di valutazione delle performance, ci sono delle
condizioni che devono essere soddisfatte:
• avere il sostegno da parte del vertice aziendale affinché i collaboratori a livello
gerarchico più basso sentano la giusta responsabilità nell’implementazione del
sistema;
• offrire chiarezza ai dipendenti in termini di responsabilità e aspettative
dell’azienda;
• rispettare criteri di equità per non ledere la fiducia e la motivazione delle
persone;
• fornire adeguata formazione ai valutatori in merito all’uso del sistema di
valutazione;
• valutare allineamento tra prestazioni e obiettivi strategici.
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La MISURAZIONE può ESSERE BASATA:
1.
sul SOGGETTO, ossia sulle caratteristiche personali date dalle conoscenze
professionali acquisite, dalla capacità di eseguire determinate attività, dalle
motivazioni e dalle predisposizioni personali;
2. sull’AZIONE, cioè sull’osservazione dei comportamenti effettivi rispetto a quelli
che l’organizzazione si attende che siano rispettati dalla persona oggetto di
valutazione; si valuta così il livello di adozione dei comportamenti desiderati
annotando le prestazioni efficaci e non, i successi e gli insuccessi professionali più
significativi della persona;
3. sui risultati rispetto agli OBIETTIVI (MBO), cioè sulla gestione di aspetti oggettivi e
misurabili del singolo; in base a questo sistema il vertice aziendale stabilisce gli
obiettivi da raggiungere (target) da parte di ogni persona cui è affidato un ruolo di
responsabilità; tali obiettivi rappresentano quindi il parametro di valutazione
rispetto alla prestazione individuale e devono essere specifici (cioè riguardare le
effettive attività del valutato), riferititi ad uno specifico arco temporale, misurabili
(in termini di volumi, costi, quantità, etc.), rilevanti (cioè di reale impatto
sull’organizzazione), sfidanti (ma al contempo raggiungibili per non creare sfiducia
nell’individuo), comunicati e accettati.
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• Valutazioni QUALITATIVE sono relativi a caratteristiche personali, comportamenti,
competenze, condivisione di valori aziendali;
• Valutazioni QUANTITATIVE sono relative a prestazioni effettuate vs standard, risultati
raggiunti vs obiettivi;
• Valutazione di SINTESI esprimono l’adeguatezza rispetto alla posizione e potenziale
generico.
La valutazione delle performance si focalizza, di solito, sulla task performance e su diverse
componenti, alcune più oggettive appartenenti alla sfera dei risultati raggiunti ed altre,
più soggettive, appartenenti alla sfera dei comportamenti. E’ quindi importante
specificare quali comportamenti organizzativi sono attesi, corredandoli delle necessarie
definizioni e fornendo una serie di indicatori di osservazione.
La valutazione dei risultati misura il contributo individuale attraverso il confronto tra gli
obiettivi stabiliti e i risultati raggiunti in termini di misure economico-finanziarie,
efficienza/produttività, qualità del lavoro svolto, quantità o volumi produttivi, ed altre
metriche chiave di risultato nelle attività fondamentali relative alla posizione.
L’azienda è interessata al raggiungimento dei risultati ma anche al fatto che siano ottenuti
attraverso alcuni comportamenti rilevanti per il loro raggiungimento (es. possesso, da
parte della risorsa, di caratteristiche quali leadership, team building, comunicazione,
negoziazione, etc.). Sono però da escludersi valutazioni esclusivamente riferite a tratti
della personalità, attitudini o atteggiamenti !!
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www.alessandromargherita.com
[email protected]
Laboratorio DARWIN
Incubatore Euro-Mediterraneo (Edificio IBIL)
Campus Ecotekne, Via Monteroni sn 73100 Lecce
“Non siamo studiosi di specifiche materie, bensì di problemi
e i problemi travalicano i confini di qualsiasi materia o disciplina” [Karl L. Popper]
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