Newsletter - Adristorical Lands

Adristorical Lands
Newsletter
Issue n.5 - May 2014
VENEZIANI E OTTOMANI
“Dove l'Oriente incontra l'Occidente”
Entrate nello splendore dei due imperi che hanno fatto dell'Adriatico un unico mare di storia e cultura. Scoprite le fucine artistiche
che Veneziani e Ottomani hanno diffuso lungo le due coste dell'Adriatico. Immergetevi nelle tracce di battaglie e di strategie di
difesa così come nei luoghi in cui l'Oriente incontra l'Occidente. Le Terre unite dal progetto Adristorical sono ricche di pietre,
architetture, capolavori culturali, abbazie gloriose e moschee che ancora oggi raccontano la storia di due dei più grandi imperi della
storia. Potete giocare ad una internazionale caccia al tesoro attraversando in auto 5 paesi alla ricerca del Leone di Venezia o potete
semplicemente navigare e scoprire la magnificenza urbana di una terra dove guerrieri, mercanti, artisti e santi hanno usato il mare
per comunicare e generare terrore o bellezza. Seguite la storia, scoprite la magia e l’impronta duratura dell’Antica Repubblica di
Venezia e dell'Impero Ottomano.
Esanatoglia
Portogruaro: il leone sul Ponte dei Mulini
Bari. Vista panoramica
Adristorical Lands
Issue n. 5
Newsletter
May 2014
Sfilata dei portatori di N’docce
Piri Reis, cartografo e ammiraglio della flotta
ottomana di Solimano il Magnifico
Isola del Lazzaretto nuovo – Giro di ronda
Introduzione
“Mamma li turchi!” É questo il grido che si leva a partire dalla seconda metà del XV secolo da tutti i centri costieri dell’Adriatico.
Infatti dopo la conquista dell’Impero Romano d’Oriente da parte di Maometto II nel 1453, la paura nei riguardi del mondo islamico
condiziona i rapporti tra le due sponde adriatiche. Il mare diviene dunque lo scenario di guerre navali, di incursioni barbaresche ma
anche di migrazioni: i cristiani che risiedevano in Grecia, Albania e Montenegro, fallito il tentativo di resistere all’invasore turco
promosso dall’eroe Giorgio Castriota, attraversano in gran numero l’Adriatico e vengo accolti sulle sponde pugliese, abruzzesi e
marchigiane, dando un notevole incremento ai commerci e fornendo nuova forza lavoro per l’agricoltura.
Per tutto il XIX secolo, nonostante la vittoria riportata a Lepanto nel 1571 e i successivi scontri vinti dalla flotta veneziana contro
quella turca, l’Adriatico rimane un mare di contrasti e di difficili equilibri tra le varie potenze che ne occupano le sponde.
Questa situazione di continuo confronto tra il mondo islamico e quello cristiano concorre a generare nuove iconografie nel campo
artistico, come attesta la diffusione in tutto l’Occidente della Madonna del Rosario, la cui devozione venne promossa dal pontefice
Pio V proprio in ricordo della memorabile vittoria di Lepanto, il cui esito fu attribuito all’aiuto della Vergine giunta a soccorrere la
flotta cristiana.
(A cura dell’Associazione “Le Marche segrete”)
Isola del Lazzaretto
nuovo – Tezon Grande,
iscrizioni originali
Veduta Aerea del centro storico di Agnone
Clauiano. Angolo del centro
storico
2
Adristorical Lands
Issue n. 5
Newsletter
May 2014
Pirano, Istria slovena
Il Museo del mare »Sergej Mašera« di Pirano ospita attualmente un'interessante mostra
itinerante, allestita con l'appoggio della fondazione turca TINA e dedicata a Haci Ahmed
Muhiddin Piri, meglio conosciuto come Piri Reis, il cartografo e ammiraglio della flotta ottomana
di Solimano il Magnifico.
Nato a Gallipoli nel 1465 Piri Reis documentò e descrisse dettagliatamente tutte le coste e le
città portuali del Mediterraneo e quindi anche dell'Adriatico. Famosa è soprattutto la sua mappa
dell'Atlantico in cui appare, nel 1513, un'attendibilissima costa dell'America meridionale. La
mostra di Pirano presenta tra l'altro anche una serie di carte geografiche tratte dal portolano
Kitab-i Bhriye del 1521 in cui vengono disegnate e descritte pure le città costiere adriatiche
alleate di Venezia o da questa direttamente amministrate. E naturalmente la stessa Serenissima,
con i porti istriani e dalmati.
Mappa della costa istriana con
Isola e Pirano dal portolano di
Piri Reis
Interessante è la toponomastica turca dei luoghi adriatici. La minuzia di dettagli che emerge da
questi documenti testimonia l'enorme interesse degli Ottomani per l'Adriatico, mare su cui si
affacciavano nella penisola balcanica e in cui l'impero turco, prima della decisiva battaglia di
Lepanto, alternò nei confronti di Venezia dei rapporti commerciali improntati sul pragmatismo e
periodi di conflitto militare peri il dominio del mare.
La mostra dedicata a Piri Reis rimarrà aperta al Museo del mare di Pirano fino al primo giugno.
Cantone Erzegovino - Narenta
E' quasi impossibile pensare a Mostar senza visualizzare immediatamente lo splendido Ponte
Vecchio, soprattutto in considerazione del fatto che la città è stata chiamata così dopo la
costruzione di questo capolavoro in pietra che racchiude molti significati simbolici.
Il ponte è stato costruito durante il periodo ottomano dall'architetto turco Hayrettin e
commissionato dal sultano Solimano il Magnifico; è stato completato nel 1566, dopo nove
anni di lavoro. Il Ponte Vecchio unisce le due sponde del fiume Neretva ed è situato tra la
Torre Tara, sulla riva sinistra, e l’Halebija a destra: è caratterizzato da un unico arco in pietra
che in estate si erge a 21 metri sopra l'acqua. Le due torri, in piedi su lati opposti del Ponte
Vecchio, salgono come contrafforti architettonici del ponte stesso, e sembrano essere dei
guardiani di pietra che controllano la strada. Sulla riva orientale sorge la Torre Tara di forma
semi - circolare, che è stata un deposito per munizioni in epoca ottomana e, oggi è la sede del
Museo del Ponte Vecchio. L’Halebija, sul lato ovest, una volta ospitava una prigione ai piani
inferiori e una piccola caserma ai piani superiori ed è stato utilizzato anche come posto di
vedetta.
Una cosa da non perdere è l' emozionante gara di tuffi dal ponte, che si svolge ogni anno sin
da luglio del 1968. Alcune fonti storiche confermano che questa è stata una pratica comune
fin dai tempi della costruzione del ponte. Giovani provenienti da tutto il mondo si incontrano
qui per partecipare a un incredibile evento sportivo.
Patrimonio ottomano a Mostar
Nel luglio 2005, il Ponte Vecchio e l'intera città vecchia sono diventati ufficialmente parte del
patrimonio culturale dell'UNESCO.
3
Adristorical Lands
Issue n. 5
Newsletter
May 2014
Friuli Venezia Giulia
Gli ultimi tre decenni del XV secolo videro i Turchi invadere a più riprese, con rapidissime puntate di predoni a cavallo, il territorio
friulano. Sarebbe più appropriato comunque parlare di Ottomani, dal momento che le milizie di cavalieri che insidiavano il confine
orientale della Repubblica di Venezia erano di origine bosniaca, per la maggior parte di
fede musulmana. La situazione politico-militare del Friuli durante la dominazione della
Serenissima ne fece facile preda delle incursioni ottomane. Furono questi i motivi per
cui la Repubblica della Serenessima decise di costruire nel 1593 la fortezza di
Palmanova, una città ideale con la forma di una stella a nove punte. Prevista per
20000 abitanti, non raggiunse mai questa popolazione ma nonostante i Turchi non
l'assediarono sviluppò nel corso dei secoli la sua funzione di città militare. Il visitatore
oggi può ammirare l'urbanistica della città, partendo da piazza Grande, raggiungere le
tre porte di accesso e passeggiare lungo il fossato per ammirare i vari elementi
dell'architettura militare. Meritano una visita il Museo Storico Militare a Porta Cividale,
e il Museo Civico che illustra la storia di Palmanova dalle origini alla prima guerra
mondiale. Lasciata Palmanova, a pochi chilometri di distanza visitate Clauiano, dove i
Palmanova, una porta di ingresso
Turchi giunsero distruggendo in parte l'antico insediamento. Oggi si può visitare il
minuscolo centro storico e approfittare per assaggiare i prodotti tipici del luogo.
Città Murate
La Repubblica di Venezia ha esteso la sua potenza su gran parte del Nord Italia e, in particolar modo, in Veneto lasciando un segno
indelebile nella storia di ciascun luogo. Testimonianza più evidente di ciò è la presenza, ancora oggi, in molte città del principale
simbolo della Serenissima: il Leone Marciano. Visitando le città murate del Veneto, il turista ha la possibilità di scoprire palazzi,
chiese e piazze dove “le orme del leone” sono ben evidenti.
A Portogruaro, ad esempio, è presente un vero e proprio itinerario che prevede una
sosta davanti ad ogni leone: quello “rinato” sul ponte dei Mulini, quello sulla colonna del
Liston, quello scapellato di Porta San Giovanni, fino ad ammirare il leone del Palazzo
Municipale
A Noale, nel cuore del centro storico davanti a Palazzo della Loggia, si erge la famosa
scultura “La Colonna della Pace” sulla cui sommità si trova il leone di San Marco,
decorato con foglie e putti alati.
Anche a Cittadella, il turista può ammirare il simbolo della Serenissima in luoghi diversi.
In primis, Palazzo della Loggia con gli stemmi dei podestà veneti e il bassorilievo
quattrocentesco del leone marciano. Si passa poi a Palazzo Pretorio – sede dei podestà –
il cui portale è sovrastato dalla medesima scultura. Ecco infine la piazza dominata dal
Duomo al cui fianco, quasi a protezione della città, si erge il leone con il libro aperto e le
consuete parole: PAX TIBI MARCE.
Cittadella: Facciata di Palazzo Pretorio
Visitate dunque le città murate del Veneto e seguite le orme dell’impero veneziano alla
scoperta della sua storia, della sua potenza e della sua durevole magia.
4
Adristorical Lands
Issue n. 5
Newsletter
May 2014
Veneto
Venezia e Istanbul o veneziani e ottomani, due grandi città del Mediterraneo, civiltà che per secoli si sono reciprocamente
influenzate al di là di quanto oggi possiamo immaginare, in una sequenza di guerre e di pace, rivalità e accordi per le rotte
marittime ed i commerci. Venezia è l’unica città europea ad avere un nome arabo: albunduqiyya, “diverso”, inteso come mescolanza di genti, nel cui cuore troviamo il Fondaco dei
Turchi, destinato alle merci e alle contrattazioni dei mercanti turchi, oggi importante Museo di
Storia naturale, contenente tra le altre curiosità, un dinosauro di ben 7 metri! L’architettura
veneziana è pregna di influssi levantini nelle facciate dei palazzi, bifore, trifore, loggette, scale
(da non perdere la scala Contarini del Bovolo vicino Campo S. Luca). Di influenza orientale è
sicuramente il curioso Palazzo Mastelli, noto come “la casa del cammello” a Cannaregio,
prospiciente il Campo dei Mori, dove spiccano statue di uomini vestiti in foggia araba, a pochi
passi dalla casa di Tintoretto. L’influenza ottomana a Venezia è presente in molti oggetti del
quotidiano, dai tessuti ai tappeti, dalle spezie al caffè, che giungevano a Venezia dal mare. Per
scongiurare il pericolo della peste, le navi cariche di merci e l’equipaggio sostavano in
quarantena all’isola del Lazzaretto Nuovo, per evitare contagi alla città; ancora oggi è visitabile
il Tezon Grande che conserva interessanti scritte e disegni originali lasciati dai mercanti, dai
facchini e dai guardiani alla sanità; oltre al Campo Santo per i cristiani, c'era un cimitero
cosiddetto "dei Tripolini", cioè per i musulmani. Percorrendo il giro di ronda dei militari si
osservano le barene, in un percorso culturale e di grande valore naturalistico. I Magazzini del
sale, alle Zattere, in prossimità della Punta della dogana con panorama splendido, in origine
conservavano un prodotto prezioso per l’economia veneziana, proveniente dalle saline
Campo dei Mori, particolare
adriatiche ed oggi sono aperti al pubblico per esposizioni d’arte.
Ravenna
La Serenissima Repubblica di Venezia ha, in modo indelebile, lasciato la propria traccia nel territorio ravennate. La Piazza del Popolo
di Ravenna ha un impianto tipicamente veneziano, come pure diversi edifici tra cui spiccano parte del palazzo comunale e
l’elegante casa Diedi. La Rocca Brancaleone con i suoi torrioni che guardano anche verso l’interno della città lascia intuire la
difficoltà di governare il territorio che i Veneziani avevano occupato per controllare quello che allora non si chiamava Mare
Adriatico ma bensì Golfo di Venezia. Nelle mire della Serenissima non vi era solo il controllo del porto ma anche quello delle saline
di Cervia. I mercanti veneziani infatti necessitavano di grandi quantità di
‘oro bianco’, detto anche ‘il frigorifero del medioevo’. Ma c’è anche una
Venezia più recente quella di Giulio Goldoni, padre del più famoso Carlo,
che con moglie e figli si trasferì a Bagnacavallo e vi morì nel 1731, poi
sepolto nella locale chiesa di San Girolamo. La nostra provincia è
caratterizzata anche da strani edifici che ricordano dei minareti: sono i
campanili cilindrici di chiara matrice orientale. La maggior parte di essi si
trova in città, ma uno dei più eleganti è certamente il campanile della
chiesa di Santa Maria in Fabriago, vicino alla città di Lugo. Il territorio
rivela spesso tracce di questi continui contatti con l’Oriente anche dopo
la scomparsa dei Bizantini. Anzi, proprio con la conquista ottomana di
Costantinopoli, molti oggetti d’arte bizantina furono portati in Occidente
per sfuggire alla distruzione.
La Rocca Brancaleone a Ravenna
5
Adristorical Lands
Issue n. 5
Newsletter
May 2014
Marche
Veneziani, Ottomani ed i castelli di Ancona.
Le razzie degli Ottomani e le incursioni di Venezia hanno creato segni unici sul territorio delle Marche, regione dove il passato e il
presente si fondono armoniosamente. Tutt’oggi, le tracce delle invasioni ispirano nuovi percorsi densi di meraviglia alla scoperta
del territorio dell’antica Repubblica di Ancona, spesso contesa nella
sua indipendenza da Veneziani e Turchi. Il suo territorio, compreso tra
il mare ed i fiumi Esino, Musone ed Aspio, era protetto da numerosi
castelli, oggi appartenenti ad un affascinante itinerario tutto da
scoprire.
Offagna ed Esanatoglia sono soltanto alcune tra le numerose mete
perfette per escursioni fuoriporta e viaggi brevi che consentono di
immergersi in una storia ancora pienamente viva. Scendendo a sud, il
paesaggio cambia ma è della stessa bellezza, frutto anch’esso
dell’incontro/confronto tra Veneziani ed Ottomani che tanto ha
influenzato l’Adriatico.
Dopo il colpo di mano del corsaro Karagöz, evidentemente un exCastello di Offagna
schiavo convertito, la costa orientale dell’Italia cominciò a essere
costellata da torri di avvistamento, per permettere agli abitanti di mettersi in salvo in tempo con la fuga verso luoghi protetti.
Questi luoghi sono oggi rifugio per nuove fughe, che consentono ai visitatori di ritrovarsi e godere del tempo lento e di una
tranquillità ristoratrice.
Molise
Incastonata su di un colle a circa 800 m.s.l. nel mezzo delle cime dell’alto Molise, Agnone è una delle città con maggiore storia della
regione. Le sue origini sannite sono testimoniate dai numerosi ritrovamenti di steli funerarie e tavole incise in lingua osca, tra le più
famose quella conservata al British Museum di Londra.
L’area dell’attuale centro storico nell’alto medioevo risultava completamente disabitato ed è a partire dal IX Sec. d.C. che venne
realizzata dai Longobardi una zona fortificata collocata nella zona più alta del colle. La consacrazione definitiva come centro abitato
e fortificato è dovuta alla famiglia Borrello nel corso dell’XI sec.; avendo stretti rapporti con i Dogi Veneziani portarono ad Agnone
numerosi soldati, imprenditori ed artigiani i quali diedero lustro alle
arti e vigore alla crescita architettonica e sociale.
In questo periodo venne fondata la rinomata Pontificia Fonderia
Marinelli, nacquero numerosissime botteghe di orafi, ramai, argentieri,
intagliatori e scalpellini.
Palazzo Nuonno, tipico esempio di architettura Veneziana ad Agnone
Agnone oggi è considerata una piccola cittadina da “ gustare” piano
piano percorrendo le stradine interne, visitando le numerose chiese di
stili e periodi diversi, soffermandosi davanti alle botteghe artigiane
facendosi portare dai profumi dei diversi e tipici caseifici dove vengono
prodotti i caciocavalli, la stracciata, le mozzarelle, ma anche i dolci
tipici quali le ostie o la campana. Il tempo non ha intaccato riti ed
usanze profondamente radicate come la N’docciata, il più grande rito
del fuoco conosciuto che, ogni anno nei giorni dell’ 8 dicembre e del 24
dicembre, richiama migliaia di turisti e visitatori.
6
Adristorical Lands
Issue n. 5
Newsletter
May 2014
Abruzzo
Le battaglie e i bottini sacri a Ortona.
L’Abruzzo, terra di mare, offre sorprendenti itinerari alla scoperta dell’antica gloria della Repubblica di Venezia e sulle tracce della
imponente ‘talassocrazia ottomana’. Un percorso straordinario, all’indietro nel tempo, attraverso impareggiabili tratti della costa
adriatica e castelli inalterati nella loro secolare bellezza.
Il fulcro del viaggio è sicuramente Ortona, che preserva ancora gelosamente il bottino sacro delle vittoriose navigazioni di Venezia
nell’Adriatico sino all’Egeo. Al tempo del figlio di Federico II, le flotte di Venezia e Genova si scontrarono per il controllo delle
principali rotte di navigazione verso l'Oriente. Una flotta, anche composta da tre galee ortonesi venne mandata in appoggio ai
veneziani. Nello scontro i veneziani ebbero la meglio, conquistando così il diritto di saccheggiare l’isola di Kios, dove approdarono
orgogliosamente le galee ortonesi. Nel 1258 le tre galee sbarcarono nel porto di Ortona portando con sé il “prezioso e sacro
tesoro” delle reliquie dell’Apostolo San Tommaso, trafugate.
La costa abruzzese non risuona soltanto delle vittorie di Venezia. Nel 1566 ad esempio l’intera flotta turca penetrò l’Adriatico
sbarcando presso Francavilla, in Abruzzo, e saccheggiando anche Ortona a Mare, San Vito, Vasto e altre località. Oggi, quei luoghi
della conquista ottomana rapiscono il turista curioso che vuole godere di nuovi itinerari ricchi di storia e di cultura e fuori dalle
traiettorie più comuni.
Bari
Venezia liberò Bari dai saraceni: storia di una riconoscenza millenaria
Dall’antica leggenda che narra della contesa per le reliquie del Santo di Myra alla liberazione dalla dominazione saracena: sono
molteplici le vicende storiche che uniscono Bari e Venezia, due territori dal ruolo centrale sulle coste dello strategico mare
Adriatico.
Nel 1002 Bari fu assediata per mano dei Saraceni: sei mesi di
isolamento che ridussero la città in miseria. Ma proprio quando ogni
speranza sembrava svanita, l’apparizione di una grande flotta al
comando del doge Pietro Orseolo II, cambiò il destino dei territori
pugliesi. Grande fu la riconoscenza della città, tale da poterne
scorgere ancora oggi i segni. Si narra che la Chiesa di San Marco fu
edificata in onore della Serenissima e conserva nell’impianto
originario il rosone con il simbolo della città lagunare: il leone. Una
riconoscenza perdurata negli anni, tanto che agli inizi del ‘900 la via
“delle mura” da cui fu avvistata la potente flotta, fu intitolata
proprio a Venezia. Nella via che porta il suo nome i baresi hanno
celebrato la liberazione dall’assedio saraceno con la festa della
“Vidua vidue”, in concomitanza con la “Festa della Sensa”, che
ancora fa rivivere ai veneziani la storia della Serenissima. Una
riconoscenza contraccambiata dai veneti con l’intitolazione a Bari
della banchina dei mercati generali di fronte al Cotonificio Veneziano.
Bari. Via Venezia Mura della città
7
Adristorical Lands
Issue n. 5
Newsletter
May 2014
A cura del Comitato di Redazione del progetto Adristorical Lands
Curatore dell’edizione: Informest, Gorizia
Newsletter pubblicata il 14 maggio 2014
www.adristorical-lands.eu
8