Lombardia 11 Corriere della Sera Lunedì 5 Maggio 2014 MI Palestre di roccia Il boom delle scalate «artificiali» in regione nei dati di Club Alpino e Fisa In verticale Al Palamonti di Bergamo, la grande «casa» del CAI inaugurata nel 2005, una delle palestre più frequentate: alta 13 metri e larga 25, offre circa cinquanta «vie» con tutta la gamma delle difficoltà, da 4c fino a 7a (Foto CAI Bergamo) 170 Le pareti attrezzate sulle quali è possibile arrampicare in Lombardia: il numero delle palestre all’esterno e al coperto si è moltiplicato negli ultimi 10 anni Arrampicate per tutte le stagioni Centomila «ragni» verso la vetta Il 70% dei climber ha meno di 30 anni e le ragazze sono quasi la metà MILANO — Ci sono i «paradisi artificiali», quelli indoor, per scalare aggrappandosi a prese di plastica fissate su pareti di cemento alte 4-5 metri, che sono triplicati negli ultimi dieci anni e oggi sono 70 nella nostra regione. Poi ci sono i «paradisi naturali», quelli a cielo aperto, con falesie e appigli di granito su pareti di roccia a strapiombo sul vuoto, che sono quadruplicati e toccano quota cento. È boom delle palestre di arrampicata in Lombardia. E la fotografia di questa nuova tendenza è stata scattata da Cai (Club alpino italiano) e Fasi (Federazione arrampicata sportiva italiana) proprio nei giorni del Melloblocco, il raduno internazio- nale che anche quest’anno ha trasformato per 4 giorni la Val di Mello (So) nella capitale dell’arrampicata mondiale, con 2 mila uomini-ragno di 33 Paesi che si sono sfidati sui sassi. Il successo del Melloblocco ha confermato che la passione per bouldering, free climbing e alpinismo è in crescita e con- tagia sempre più i giovani e le ragazze. Si stima infatti che siano 100 mila i lombardi che almeno una volta l’anno si arrampicano lungo una parete artificiale o naturale. E di quest’esercito almeno il 70% è under 30 e il 45% sono donne. «Queste ultime che sono tecnicamente più brave degli uomini, i quali però sono av- Le più brave Tecnicamente migliori le donne; uomini in vantaggio per i muscoli Brevi vantaggiati nei passaggi in cui servono più muscoli che testa», osserva il bergamasco Paolo Valoti. Il consigliere nazionale del Club alpino, insieme a Lorenzo Serafin, del Cai di Milano, sono stati i protagonisti della serata meneghina in cui è stato ritirato fuori dal cassetto il sogno di costruire una Casa della montagna all’ombra della Madonnina, con tanto di palestra artificiale. Se una volta le emozioni dell’arrampicata si provavano solo in montagna, infatti, da qualche anno non è più sempre e soltanto così. Soprattutto, ci si può divertire e allenare anche in città, dove le palestre artificiali hanno più successo. Se le Grigne lecchesi rimangono però la patria delle palestre naturali, il modello di riferimento per quelle artificiali è il Palamonti di Bergamo, con i suoi 1.500 metri quadrati di superficie e un esercito di appassionati fra campioni della scalata e principianti, acrobati e funamboli. «Le palestre di città sono una porta che si apre verso il mondo delle vette — spiega Valoti — . Perché le prese di plastica sono quasi sempre un invito irresistibile a provare gli appigli di pietra». Ma è più difficile arrampicare su una parete artificiale o su una naturale? «È più facile nell’indoor perché le pareti di roccia richiedono maggiore creatività, migliore elasticità muscolare, ma soprattutto più attenzione. Ma per imparare l’abc si inizia sempre da una parete artificiale, come stanno facendo anche sempre più studenti delle scuole superiori nelle ore di educazione fisica». Paolo Marelli LECCO Squadra di calcio Protesta ultrà Protesta degli ultrà della Calcio Lecco, prima, durante e dopo la partita (1-1) contro il Gozzano. Un centinaio di tifosi che temono per la sopravvivenza della squadra hanno manifestato allo stadio Rigamonti e davanti alla sede del club contro il nuovo presidente Stefano Galati e l’amministratore Paolo Cesana. SARONNO Corteo del 25 aprile Denunciati anarchici Ventisette persone sono state denunciate per gli scontri del 25 aprile a Saronno. Sono in gran parte del centro sociale TE.L.O.S., un gruppo anarchico che aveva organizzato un corteo non autorizzato cercando di interrompere le celebrazioni. Tra i reati contestati: porto abusivo di armi, molestia, oltraggio. BRESCIA Tragedia della croce Oggi attesi i periti Oggi in Valcamonica sono attesi i periti che devono fare luce sulla tragedia dell’Androla di Cevo (Bs) dove la croce del Redentore, dopo essersi spezzata, ha travolto e ucciso il 21enne Matteo Gusmini. La Procura sta raccogliendo testimonianze e documenti relativi anche a tempi e modi di manutenzione della croce. © RIPRODUZIONE RISERVATA Precedente L’assassino di Mozzate era stato arrestato e poi liberato Una vendetta iniziata in Albania Dritan cercò di uccidere il rivale MOZZATE (Como) — Il folle piano di vendetta di Dritan Demiraj è partito in Albania nel luglio 2013. Il pasticciere 29enne, arrestato per aver ucciso l’ex convivente Lidia Nuisdorfi e il suo fidanzato Silvio Mannina, aveva già provato a uccidere un cugino nella terra natale. Demiraj non ha mai accettato di essere stato lasciato da Lidia. Quando ha saputo che la «sua» donna aveva avuto una relazione con il cugino Kaludio Dines è partito per l’Albania deciso a ucciderlo. I dettagli del tentato omicidio sono stati rivelati dal giornale albanese Shqiptarja.com. «Vuoi essere ammazzato con un coltello o con la pistola?», avrebbe chiesto Dritan al cugino. Il 29enne non è riuscito, però, a portare a termine il suo piano e ha solo ferito Dines. Arrestato per tentato omicidio, Demiraj è stato scarcerato pochi giorni dopo in circostanze ancora da chiarire. Secondo quando rivelato dai giornali albanesi, nel febbraio scorso la polizia Retroscena Un giornale di Tirana ha rivelato l’episodio che ha preceduto l’uccisione di Lidia e del fidanzato del luogo ha spiccato un nuovo mandato di cattura. Dritan, però, era già tornato in Italia, deciso a proseguire nel suo piano di vendetta. Prima ha torturato e strangolato Mannina a Rimini, poi ha accoltel- lato a morte Lidia nel sottopasso della stazione di Mozzate. L’agente albanese che aveva scarcerato Dritan sarebbe stato interrogato nei giorni scorsi e sospeso dal servizio. Dal fascicolo sul tentato omicidio mancherebbero alcuni documenti e persino la pistola che era stata sequestrata a Demiraj. L’inchiesta in Albania si affianca ai due fascicoli aperti in Italia dalla Procure di Como e di Rimini. Molti i punti ancora da chiarire. In particolare l’eventuale coinvolgimento di altre persone che potrebbero avere aiutato Dritan e la sua attuale fidanzata Monica Sanchi, anche lei in carcere con l’accusa di concorso in omicidio. Anna Campaniello © RIPRODUZIONE RISERVATA Sulla A-9 Scontro mortale Verso Como Traffico in tilt Autostrada bloccata e code fino al pomeriggio: è stata la conseguenza dell’incidente che alle 10.30 di ieri è costato la vita ad Antonio Da Costa, 72 anni e la moglie Maria Marli, 70 anni, brasiliani. Nello scontro, avvenuto tra Lomazzo sud e nord, ci sono stati anche tre feriti gravi. (A. Cam.) MI AUTO Concessionaria esclusiva Jaguar di Milano www.jaguarmiauto.it C.so Sempione ang. Via Ferrucci, 2 Milano - Tel. 02 50995740 Via Mecenate, 77 Milano - Tel. 02 5099571
© Copyright 2025 ExpyDoc