RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 9 aprile 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianodellabasilicata.it ANNO 13 - N. 98 e 1,20 Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466 LA BASILICATA CHE PIACE CRISI IN VIA DI SOLUZIONE Guardia Perticara e Valsinni tra i 200 borghi più belli d’Italia GIAMMARIA a pagina 21 Il Castello di Valsinni VIGGIANO: Perquisizione dei Noe negli uffici dell’Eni per acquisire i dati delle emissioni dai camini dell’impianto L’ANTIMAFIA torna al Centro Oli L’incontro in Regione A MATERA ERRI DE LUCA «Vi spiego il mio Sud Non sarà mai Europa» Il Personaggio a pagina 16 Auchan, a fine mese chiude il supermercato ma spunta il gruppo Sma GRASSI a pagina 11 VI SEGNALIAMO: POTENZA Blitz anche nella sede di una società di certificazione ambientale Pittella in Consiglio sul petrolio: «La riforma del Titolo V inevitabile, ma governabile». E per il pressing sul governo dice:« Farò la mia parte ma lo stesso dovranno fare i parlamentari». E indica una soluzione per dire: «Dov’è la vostra proposta?» La riforma è legata alla finanziaria: se ne discute a pagina 8 MATERA Polizia nelle scuole: trovata altra droga MARATEA Per una settimana sarà set fotografico CIERVO a pagina 27 a pagina 25 Lauria A casa di Don Mimì MA IO NON VOGLIO MORIRE PITTELLIANO di NINO D’AGOSTINO Mimì Pittella e la moglie ARLOTTO e ZAPPACOSTA alle pagine 12 e 13 I guai non vengono mai da soli: dopo la grande crisi economica, siamo di fronte ad una crisi altrettanto segue a pagina 13 40409 9 771128 GIACUMMO a pagina 19 022007 La Sider Potenza LAGONEGRO Operazione Oro rosso Altre diciotto persone arrestate FALABELLA a pagina 24 AMATO e LABANCA alle pagine 6, 7 e 10 TRASPORTI Un boato e fumi densi Mistero alla Sider La conferenza degli inquirenti STIGLIANO Vito, il giovane pizzaiolo che piace a mezza Europa UNGOLO a pagina 32 Vito Viggiano RASSEGNASTAMPA Mercoledì 9 aprile 2014 TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE Quotidiano fondato nel 1887 PUGLIE www.lagazzettadelmezzogiorno.it B A S I L I C ATA Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 - 70124 Bari. 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IL DOLORE DI NAPOLITANO Cade nella cisterna padre e fratello muoiono per salvarlo FATO, CASO RESPONSABILITÀ UN INCUBO SENZA FINE di CARMELA FORMICOLA M orire di lavoro, ancora e ancora. In quel Sud dove il lavoro non c'è e qualora ci sia ha sempre i contorni indefiniti della precarietà, dell'incertezza, delle regole scritte e mai lette. Evanescenti. Nuova tragedia-choc sul lavoro a Molfetta Il superstite: dovevo recuperare il coperchio D’ACCIÒ, L. D’AMBROSIO, DE CEGLIE E SGARAMELLA ALLE PAGINE 2 E 3 >> TRAGEDIA A MOLFETTA Due morti nella cisterna [foto Calvaresi] SEGUE A PAGINA 17 >> PRESENTATO IL DEF IL GOVERNO PRESENTA IL PIANO, MENTRE IL PREMIER INVITA ALLA PRUDENZA SULLA CRESCITA. FMI PESSIMISTA UNIVERSITÀ A BARI IN TREMILA PER 240 POSTI, ALTRI 700 A FOGGIA Renzi taglia e privatizza Sgravi Irpef: sul tavolo 16,5 miliardi (4,5 dalla revisione della spesa) Un miliardo dalle banche. Padoan: tasse, la riduzione è strutturale VENERDÌ L’ASSEMBLEA DEI SOCI LA SECESSIONE DOVREMMO FARLA NOI MERIDIONALI Fiera, conti in rosso a rischio gli stipendi Nel 2013 persi altri tre milioni di GIOVANNI VALENTINI I l vento della secessione che spira dal Veneto non è solo il vento del separatismo e dell’egoismo sociale che anima il ricco Nord-Est contro il resto dell’Italia, e in particolare contro il nostro povero Sud. Fin qui, si potrebbe anche interpretare come una rivendicazione più o meno legittima di autonomia e indipendenza, in difesa degli interessi locali. E magari come una reazione ai tanti vizi, presunti o reali, attribuiti ai meridionali: l’assenteismo, l’assistenzialismo, il clientelismo, la corruzione, l’evasione fiscale, la criminalità organizzata e chi più ne ha più ne metta. l Il governo vara un pacchetto di provvedimenti per rilanciare l’economia: gli strumenti sono i tagli alla spesa e la privatizzazione dei «gioielli di famiglia». Confermato da maggio l’aumento di 80 euro in busta paga per chi ha un reddito fino a 23mila euro. Si punta al taglio dell’Irap, e si fissa un tetto per lo stipendio dei manager. Complessivamente per gli sgravi ci sono 16,5 miliardi (oltre 4 dalla revisione della spesa). Giù le previsioni sulla crescita del Pil. l La Fiera del Levante ha chiuso il bilancio 2013 con 3,5 milioni di perdite e non ha in cassa i soldi necessari a pagare lo stipendio di aprile ai suoi 67 dipendenti. Venerdì è stata convocata un’assemblea dei soci in cui fare il punto sul piano di ristrutturazione: i sindacati temono che l’ente possa dichiarare degli esuberi, anticamera delle procedure di licenziamento collettivo. Il presidente Ugo Patroni Griffi: «Non si parlerà di esuberi». SEGUE A PAGINA 17 >> SERVIZI ALLE PAGINE 4,5,6,7 E 8 >> SCAGLIARINI A PAGINA 11 >> Test a Medicina col «giallo» del plico sparito Prime minacce di ricorsi per l’inconveniente segnalato dalla sede d’esame ad Economia. Indaga la Digos l La facoltà di Medicina ha fatto da apripista ai test d’ingresso ai corsi di laurea a numero programmato. Per la prima volta ad aprile, ed è polemica. A Bari e Foggia la prova in Puglia. BARILE E LANGONE A PAGINA 9 >> CONTROLLI Con i metal detector MACCHÉ REGALO ALLE BANCHE SOLO PRINCÌPI DI SANA ECONOMIA di ANTONIO DELL’ATTI A PAGINA 17 >> SECONDO FILONE D’INDAGINE DELLA DDA Con la tua firma sulla dichiarazione dei redditi nel riquadro ricerca scientifica sostieni la Fondazione Italiana Sclerosi Multipla. Viggiano, blitz del Noe nel centro oli dell’Eni www.aism.it Acquisiti documenti sulla fiammata choc IMPIANTO Il centro oli di Viggiano. Occhi puntati sulla fiammata avvenuta il 13 gennaio scorso . SERVIZIO A PAGINA VIII >> Antonella Ferrari PRENDI NOTA, DAI IL TUO 5x1000 A FISM. Codice Fiscale FISM: 95051730109 RASSEGNASTAMPA LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 Mercoledì 9 aprile 2014 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: [email protected] Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: [email protected] Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418536 - Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/331548 - Fax: 0835/251316 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com LE ALTRE REDAZIONI Bari: Barletta: 080/5470430 0883/341011 Foggia: Brindisi: 0881/779911 0831/223111 Lecce: Taranto: 0832/463911 099/4580211 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 VIGGIANO SECONDO FILONE D’INDAGINE DELLA DDA DOPO QUELLO DELLO SMALTIMENTO RIFIUTI VENOSA I carabinieri del Noe tornano nel centro oli per la fiammata choc Inchiesta sull’usura Rinviati a giudizio l Saranno processati il 6 giugno. Tutti rinviati a giudizio gli indagati nell’ambito dell’operazione anti-usura dei carabinieri della compagnia di Venosa. Solo per Riccardo Martucci, 64 anni, il gip Luigi Spina ha deciso per il «non luogo a procedere». A giudizio, invece, Salvatore Prago, 44 anni, Rocco Lagala, 53 anni, Fabio Santo Patriziano, 28 anni, Nicoletta Mossucca, 43 anni. Blitz per controlli e acquisire documenti Si punta a chiarire l’esatta causa dell’episodio del 13 gennaio scorso e se c’è stato un impatto sull’ambiente e sulla salute l È un secondo filone dell’indagine condotta dalla direzione distrettuale antimafia sull’attività petrolifera in Basilicata. Dopo quella relativa allo smaltimento di rifiuti, che vede indagate undici persone, ieri i carabinieri del Noe sono entrati nel centro oli di Viggiano per acquisire documenti e fare delle verifiche in relazione alla fiammata del 13 gennaio scorso. Cosa l’ha provocata? E ci sono stati riflessi negativi sull’ambiente? SERVIZIO A PAGINA VIII >> POLITICA GRATIS? IDEA FASULLA SERVONO EQUITÀ E RISPOSTE VERE di MIMMO SAMMARTINO N onostante la Babele generale, si possono riconoscere le priorità dei cittadini. C’è il lavoro, in primo luogo che non è riducibile solo a un’esigenza di reddito (il salario minimo di cittadinanza può rispondere a questo bisogno). Mette in gioco la dignità della persona. Il suo sentirsi parte di una comunità. C’è poi una nuova consapevolezza diffusa per il diritto all’ambiente e alla salute. Sfere che dovrebbero essere garantite dalle istituzioni. Ma la gente ora diffida. E, di questo, porta molta responsabilità chi, nello svolgimento della propria funzione pubblica, non ha dato prova di rispetto della fiducia riposta. Così si spiegano inquietudine e ipersensibilità per la qualità di aria, acqua, suolo. Per la salubrità di ciò che mettiamo nel piatto. Per gli effetti possibili dell’attività estrattiva, dei reperti radioattivi custoditi nel Metapontino, per il caso Fenice, per fumi ed esplosioni alla ferriera di Potenza. Infine, la politica. Impegno nobile e indispensabile che è stato spesso mortificato da comportamenti inadeguati e rapaci. Ora occorre cospargersi il capo di cenere per riconquistare credibilità e autorevolezza perdute. Con i necessari tagli a privilegi e sprechi. Ma non basta. Soprattutto non serve la demagogia. Blaterare di una politica senza compenso è bassa propaganda. Significherebbe delegare l’esercizio democratico nelle mani dei ricchi sfondati o dei corrotti. Si tornerebbe al medioevo. L’impegno pubblico va equamente retribuito. Ma chiedendo conto dei risultati. Perché anche uno pagato zero, se è incapace, fa danni. E, gratis o a pagamento, è meglio che cambi mestiere. SERVIZIO A PAGINA VIII >> PAURA La fiammata dello scorso 13 gennaio al centro oli PALAZZO SAN GERVASIO UNA TRISTE STORIA DI DISCRIMINAZIONE LEGATA ALL’ISCRIZIONE DELLA PICCOLA ALLE ELEMENTARI I SERVIZI PER LA SALUTE DEI CITTADINI La bimba autistica «spaventa» e c’è chi allontana i propri figli La famiglia racconta un trasloco forzato: «Gli inquilini non volevano essere disturbati» BIMBA Nella foto la piccola protagonista della vicenda che fa discutere in paese. I genitori: «Ma ora non dipingete Palazzo per quella che non è» . POTENZA LA DENUNCIA DEL TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO di GIAMPIERO MARUGGI * I l È affetta da autismo. Un disturbo, non una malattia contagiosa. Eppure a Palazzo qualcuno teme che quella bambina possa essere un problema per i propri figli. Ecco perché alcuni genitori, all’atto dell’iscrizione alla scuola elementare, avrebbero chiesto di cambiare classe ai figli per evitare la «convivenza» con la piccola autistica. La scuola smentisce discriminazioni di questo tipo, ma su Facebook è un pullulare di segnalazioni da parte dei palazzesi. servizi territoriali sono destinati a giocare un ruolo fondamentale per assicurare un'adeguata copertura dei fabbisogni assistenziali. Servizi che si caratterizzano per una complessità legata all'inevitabile numerosità degli attori coinvolti e all'estrema varietà e variabilità dell'offerta. Proprio questo binomio rilevanza-complessità rende il tema del governo dei servizi territoriali, e la conseguente integrazione con i servizi ospedalieri e le reti cliniche particolarmente critico ed interessante. Si avverte forte, tanto nella comunità scientifica quanto nella prassi aziendale, l'esigenza di mettere a punto strumenti e processi in grado di governare la complessità dei moderni servizi sanitari, in cui: l'ospedale tenda ad essere vocato esclusivamente al trattamento delle acuzie, mediante un'organizzazione caratterizzata da elevata intensità di cure ed assistenza; le strutture territoriali assumano sempre maggiore differenziazione. [* direttore generale ospedale San Carlo Potenza] DE FLORIO A PAGINA II >> SEGUE A PAGINA XIII >> POTENZA LA DENUNCIA DEL COMITATO «ARIA PULITA» Pressing di venditori abusivi La Ferriera sveglia la città nei parcheggi del S. Carlo con boato e fumi «insoliti» ASSEDIO Calzini & C. [foto T. Vece] l Per chi si reca all’ospedale di Potenza è spesso un pressing asfissiante. Lo praticano i venditori abusivi che si aggirano nei parcheggi. La denuncia è di Cittadinanzattiva Tribunale per i diritti del malato che la ritiene una presenza ingombrante. «Adottano - tuona - atteggiamenti spesso poco corretti e civili soprattutto nei confronti di anziani e donne». SERVIZIO A PAGINA V >> ALBA Fumi e rumore in città l La Ferriera di Potenza torna a far discutere. Nella notte fra lunedì e martedì scorsi un boato ed una fuoriuscita di fumi di colore insolito hanno tenuto con il fiato sospeso molti potentini. La denuncia è del comitato «Aria pulita» che segnala come la fabbrica abbia dato la sveglia a molti cittadini (intorno alle 4 del mattino): «Oltre al rumore, l’aria - spiega il comitato - è diventata irrespirabile». SERVIZIO A PAGINA VI >> LAGONEGRO Furti nelle case sgominata la gang dei rumeni PERCIANTE A PAGINA VII >> MATERA Bancarotta e divani Sequestrate case e auto di lusso SERVIZIO A PAGINA X >> RASSEGNASTAMPA Le persone serie basano la loro serietà sulla richiesta di misure lacrime e sangue (degli altri, naturalmente). E odiano sentirsi suggerire soluzioni che non prevedano più sacrifici e più dolore. Paul Krugman 1,30 Anno 91 n. 97 Mercoledì 9 Aprile 2014 La leggenda degli alligatori a New York Pasquini pag. 21 Alla scoperta di Utopia La prova tv costa 4 turni a Destro pag. 23 Canfora pag. 17 U: Gli aiuti ci sono, la crescita no ● ● Renzi presenta il Def: più soldi in busta paga anche per i redditi bassi ● Confermati i vincoli europei Coperture: 18 miliardi dalle privatizzazioni e dai tagli di spesa ● Un miliardo arriverà dalle banche Via libera del governo al Def. Renzi: rispettati gli impegni. Intervento sull’Irpef per dare più soldi in busta paga, saranno coinvolti anche i redditi più bassi. Coperture da privatizzazioni, tagli di spesa e tassazione sulle banche. Confermati i vincoli europei. ALL’INTERNO Il Fmi avverte: l’Italia corre meno della Grecia DI GIOVANNI VENTURELLI A PAG. 2-5 VENTIMIGLIA A PAG. 3 Ci voleva più coraggio Fassina: bisogna invertire la rotta basta austerità MASSIMO D’ANTONI ● GLI80EURO CISARANNO.MASUQUESTO, DOBBIAMO RICONOSCERLO, NON CI ASPETTAVAMO SORPRESE, vista la forza con cui l'impegno era stato formulato. Più interessante e controverso è il capitolo delle coperture, per due ragioni. La prima è ovviamente quella di capire chi pagherà il conto del beneficio fiscale ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 25 mila euro. Nei giorni scorsi si sono rincorse molte ipotesi, sulla possibilità di una riduzione o eliminazione dialcune detrazioni o su «tagli» alla sanità o alle pensioni. SEGUE A PAG.3 Gli scienziati e l’Europa LA LETTERA LUIGI BERLINGUER Caro direttore, l’iniziativa del Manifesto degli Scienziati per l’Europa è eccezionale. Di fronte al rischio di una campagna euroscettica e di una caduta della tensione europeista la voce degli scienziati può avere un importante ruolo e si colloca nel solco di una grande tradizione. Mancava, fino ad oggi, quella funzione intellettuale di chi si pone alla testa dei grandi processi storici. SEGUE A PAG. 15 VERSO LA SENTENZA MARCUCCI A PAG. 5 Il Jobs act del Pse: salario minimo e 582 miliardi MONGIELLO A PAG. 4 Il premier Matteo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan durante la conferenza stampa FOTO DI FABIO CIMAGLIA/LAPRESSE Senato, tensione nel Pd: «Intesa con M5S» ● Grillini pronti al sostegno del testo Chiti Sì da senatori della minoranza ● Il premier: cercano solo visibilità Staino L’INTERVISTA CARUGATI FANTOZZI A PAG. 6 ● IL PUNTO Serracchiani: il partito sarà unito e Fi non romperà Berlusconi vuole intestarsi le modifiche NINNI ANDRIOLO A PAG. 7 ZEGARELLI A PAG. 7 IL CASO L’ex Cav aiuterà gli anziani L’Italia pronta ● Una casa di riposo per disabili come servizio sociale: domani la scelta La struttura prescelta per i «servizi sociali» di Silvio Berlusconi sarebbe una casa di riposo per anziani e disabili dove l’ex premier dovrebbe recarsi «una volta alla settimana a suo piacimento» e poi, «a suo piacimento, mezza giornata, o la mattina o la sera». FUSANI A PAG. 8 a produrre farmaci alla cannabis ● Intesa Pinotti-Lorenzin per il Farmaceutico TARQUINI A PAG. 9 FRONTE DEL VIDEO MARIA NOVELLA OPPO Il capo del capogruppo li. Anche se parlava alla solita maniera minacciosa, incurante del fatto che Ber● è quello di capo- lusconi lo aveva già smentito, come in QUALESARÀLAFUNZIONESTORICA DIRENATOBRUNETTA?ILRUOLOATTUALE, LO SAPPIAMO, gruppo di Forza Italia alla Camera, ma le cariche non sono tutto nella Storia e figurarsi nella cronaca quotidiana. A Brunetta tocca infatti apparire ognigiorno nei tg per lanciare il suo ultimatum, di cui il giorno dopo non rimane traccia. Ieri era inquadrato al centro di un gruppodi bambiniche portavano tutti uncappellino giallo e di cui sembrava il capo, tanto appariva a suo agio tra quei picco- passato fece con Bondi e altri. Per molto meno Fassina si è dimesso, ma Brunetta resterà sicuramente capo di un gruppo il cui unico capo non può nemmeno entrare in Parlamento. È una situazione difficile, ma sta per risolversi. Servizi sociali o arresti domiciliari? Mentre il Paese si divide, Luciana Littizzetto ha trovato una soluzione geniale, che concilia tutto: arresti socialmente utili! RASSEGNASTAMPA 4 PRIMO PIANO Mercoledì 9 aprile 2014 IL GOVERNO IL MINISTRO Padoan: «L’ampio piano di riforme strutturali interviene su tre settori fondamentali: istituzioni, economia e lavoro» I PROVVEDIMENTI Renzi cala la sua ricetta più tagli e privatizzazioni IL GOVERNO Da sinistra, il sottosegretario Graziano Delrio, Matteo Renzi e il ministro dell’Economia, Padoan «Ora decide la politica, inizia a pagare chi non ha mai pagato» l ROMA. La prima sfida ai manager milionari, ai «santuari» delle istituzioni e alle prudenze della Ragioneria dello Stato e di Mister Tagli Carlo Cottarelli è stata lanciata. E secondo Matteo Renzi, anche vinta perchè «da adesso inizia a pagare chi non ha mai pagato» e finalmente la politica «entra in sintonia con il paese». Porta la firma del premier il primo documento di Economia e Finanza del governo, costruito non senza stressare le richieste e ingaggiare bracci di ferro ma, ha avvertito tutti Renzi, «adesso la politica si mette in gioco e decide». E mette sul tavolo degli sgravi Irpef 16,5 miliardi (4,5 dalla revisione della spesa) Un miliardo dalle banche, con l’aumento delle imposte che pagano sulle loro quote (rivalutate) della Banca d’Italia. Alla fine di giornate intensissime e di incontri continui, l'ultimo ieri mattina all’alba con il ministro Padoan e i tecnici della Ragioneria, Renzi mostra il volto buono. E plaude tutti: ringrazia il titolare di via XX Settembre e loda il commissario alla Spending review. «Ha fatto il suo mestiere con 6 miliardi di tagli, se ne avesse trovati 3, invece...», è il ricono- scimento che molto lascia intendere. Il premier ha infatti chiesto fino all’ultimo a Mister Spending di lasciare da parte la prudenza e di stanare ogni spreco possibile. «Poi mi assumo io la responsabilità di decidere dove tagliare», ha chiarito così come ha preteso di inserire i ricavi di 1 miliardo dal gettito Iva del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione nonostante la Ragioneria dello Stato mostrasse molti dubbi. L'obiettivo del presidente del Consiglio si chiamano elezioni europee, un traguardo che il leader Pd non ha alcuna intenzione di perdere. E il suo avversario è chiaramente Beppe Grillo come dimostrano le ironie sulla sorpresa «perchè i senatori M5S difendono le indennità dei senatori»". A quell'appuntamento Renzi vuole arrivare «mantenendo tutti gli impegni» e soprattutto dimostrando di aver cambiato verso alla politica. Un politica che decide e che per la prima volta è davvero vicina ai cittadini. Per questo il premier ha voluto ad ogni costo trovare le coperture per «dare la 14/ma ai lavoratori", con il taglio del cuneo e tutelando anche gli incapienti. E per farlo è andato all’attacco di roccaforti da anni intoccabili, come gli alti dirigenti della pubblica amministrazione e delle banche raddoppiando le tasse sulle plusvalenze delle quote di Bankitalia. Operazione economica ma, come ammette lui stesso, soprattutto altamente simbolica. «Un tetto di 238.000 euro per chi lavora nel pubblico è più che sufficiente» sostiene citando Adriano Olivetti, per il quale il capo non dovrebbe guadagnare più di 10 volte il dipendente. E al tempo stesso pretende di mettere le stock option agli stipendi dei manager: «Il 10 per cento della retribuzione la si prenderà solo se il paese va bene. Non è possibile che un manager prenda un premio massimo se il paese va a rotoli». Da ora in poi, IL PRIMO OBIETTIVO Il premier ha voluto trovare le coperture per «dare la 14/ma ai lavoratori» non nelle società quotate ma nella pubblica amministrazione, a partire dai dirigenti di Palazzo Chigi, «c'è un limite davvero rilevante, alla presidenza del Consiglio noi non potremo più fare nomine di persone che guadagnano più di quanto deciso. Facciamo una stretta molto significativa, tra i 350 ed i 400 milioni, ma al di là del valore economico conta il significato simbolico». Renzi corre e punta ad approvare il decreto sugli 80 euro a 10 milioni di lavoratori entro Pasqua per mantenere l’impegno di dare i soldi in busta paga a maggio. Così come il governo a maggio riformerà la pubblica amministrazione e a giugno la giustizia. Ma la nuova sfida del premier è l’affondo alle spese degli organi costituzionali, con l’apertura a breve di un tavolo con il Quirinale, la Corte dei Conti e altri organi istituzionali. «Spero che anche gli organi costituzionali accettino l’equiparazione allo stipendio del presidente della Repubblica», si augura. Anche perchè, ironizza, per l’abolizione del Cnel gli italiani non si strapperanno le vesti. Cristina Ferrulli . Le previsioni di crescita Il Pil crescerà solo dell’0,8% sgravi Irpef di 16,5 miliardi L'Italia crescerà quest’anno dello 0,8%, un po’ meno di quanto previsto finora, ma comunque più di quanto stimato dalla Commissione europea e dal Fondo monetario. Manterrà il deficit abbondantemente sotto il 3%, al 2,6%, vedrà il debito pubblico salire al 134,9% del Pil quest’anno per poi scendere anche grazie alle privatizzazioni ed assicurerà la tenuta dei conti, perchè la finanza pubblica «è a posto». Il decalage di debito e deficit rallenterà un pò, ma rimane chiaro. Allo stesso tempo l’Italia varerà le riforme strutturali, quelle che tutti invocano, quelle rimaste bloccate per anni, se non per decenni, e che restituiranno al Paese una credibilità e una prospettiva di sviluppo in grado di invertire il ciclo negativo. E' questo il sentiero su cui si muove il Def approvato dal consiglio dei ministri insieme al Piano nazionale per le riforme, che getta le basi anche per l’operazione "di giustizia sociale" diventata uno dei fiori all’occhiello di Matteo Renzi: il taglio dell’Irpef (16,5 miliardi) ne per dare agli italiani dal reddito medio-basso l’equivalente di una «quattordicesima». Tutti i 6,6-6,7 miliardi necessari per gli 8 mesi del 2014 saranno disponibili per garantire i soldi promessi in più in busta paga a 10 milioni di italiani. Nel dettaglio 4,5 miliardi verranno dalla spending review vera e propria, circa un miliardo dagli incassi Iva derivanti dal rimborso dei debiti della pubblica amministrazione e un altro miliardo dall’aumento della tassazione sulle plusvalenze realizzate dalle banche con la rivalutazione delle quote Bankitalia. I tagli alla spesa del piano Cottarelli dovrebbero invece partire non solo dall’eliminazione degli enti inutili ma anche e soprattutto dall’adozione di un tetto preciso – 238.000 euro – per gli stipendi dei manager pubblici. RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 5 Mercoledì 9 aprile 2014 SOTTO TIRO GLI ISTITUTI DI CREDITO Il governo intende innalzare dal 12% al 24-26% l’imposta sulle quote di Bankitalia detenute dalle banche. Protesta l’Abi TRASPORTI AL SUD Il sottosegretario Nencini annuncia che 3 miliardi andranno all’alta velocità ferroviaria Bari-Napoli Da maggio busta paga più pesante di 80 euro Si punta al taglio del 10% dell’Irap, tetto a stipendio dei manager Il «grande fratello» di Bruxelles La Commissione attende il Def primo responso a maggio. BRUXELLES - La Commissione europea aspetta di vedere il Def per avviare l’esame delle spese e la loro sostenibilità, ma se oggi darà solo un primo commento generico, la valutazione completa dei conti arriverà intorno al 7 maggio, quando saranno pubblicate le nuove previsioni economiche europee. Bruxelles cercherà di capire se le coperture delle riforme, come il taglio del cuneo, sono credibili, e se il taglio della spesa andrà ad aggredire il debito oppure sarà usato tutto per finanziare le misure in arrivo. Il punto su cui Ue e Italia hanno visioni differenti è proprio questo, cioè l’utilizzo dei risparmi: Bruxelles vuole assolutamente vedere una riduzione del debito, attraverso la riduzione del deficit strutturale che stando alle sue previsioni è dato in aumento per il prossimo anno. Dallo 0,6% di quest’anno al -0,8% del 2015, quando invece dovrebbe tendere allo zero, cioè al pareggio previsto dal Fiscal Compact e scritto nella nostra Costituzione. L'Italia invece vuole utilizzare il taglio della spesa pubblica per le riforme strutturali, che faranno salire il pil e quindi agendo sul denominatore del rapporto debito/pil, scenderà anche il nominatore, cioè il debito. E poi, faceva notare il ministro Pier Carlo Padoan qualche giorno fa, il taglio del cuneo è già un intervento strutturale, quindi compenserebbe quell' «aggiustamento strutturale» che chiede la Ue. Bruxelles richiama l’Italia da mesi sull'aggiustamento strutturale, chiedendoci uno sforzo di 0,5-0,6%, e potrebbe non accettare di barattarlo con le riforme. Dall’anno prossimo scatta la regola del debito: se non si avvia già da quest’anno su un percorso di riduzione, dal 2016 si dovrà ridurre la parte eccedente il 60% di un ventesimo all’anno. l ROMA. Privatizzazioni avanti tutta (12 miliardi l’anno) e un rapporto debito-Pil che inizia a scendere (ma solo dal 2015) grazie ad una ripresa vista però meno forte dell’1,1% del governo precedente (+0,8% la previsione del Def per il 2014) ma che, grazie alle riforme si rafforzerà. Il Cdm fissa le linee della politica economica del prossimo triennio. Con un obiettivo prioritario: abbassare le tasse a famiglie ed imprese in modo «strutturale» e far ripartire la crescita. E spuntano nuove «voci»: il raddoppio dell’imposta sulle quote di Bankitalia e l’aiuto anche agli incapienti. Ecco in breve le «voci» di intervento: +80 EURO IN BUSTA DA 27 MAGGIO: È l'intervento più atteso, quello sul quale il governo gioca la sua credibilità. Un calo delle tasse che porti ad una cifra di circa 80 euro in più in busta paga ai lavoratori intorno ad un reddito di 23.000. Da maggio a dicembre la misura costa 6,6-6,7 miliardi. 10 miliardi l'anno a partire del 2015. Il decreto col quale si sostanzierà il taglio arriva il 18 aprile sul tavolo del Cdm. - SCONTO ANCHE A INCAPIENTI: Lo sconto (anche se non fiscale) dovrebbe portare un contributo anche agli incapienti. Sarebbe già stata individuata la soluzione tecnica. - FINO A 26% IMPOSTA BANCHE SU QUOTE BANKITALIA: Il governo intende innalzare dal 12% al 24-26% l’imposta sulle quote di via Nazionale detenute dalle banche. Protesta l’Abi. - IRAP, SI PUNTA A TAGLIO 10%: Per le aziende il governo intende intervenire sull'Irap: l’imposta regionale sulle attività produttive. La sforbiciata sarebbe del 10% annuo quindi partendo nel 2014 a circa metà anno sarebbe la metà. - RENDITE 'COPRONO' IRAP: I poco più di 2 miliardi che costa il taglio all’Irap arriva dall’aumento delle rendite finanziarie. Con un’aliquota che passa dal 20 al 26%. - SOTTO TIRO I MANAGER PUBBLICI: Manager (ma anche dirigenti) pubblici a rischio. Si punta ad inserire un tetto ai loro stipendi: non potranno prendere più del presidente della Corte di Cassazione (poco più di 300.000 euro l’anno). Ma si potrebbe scendere anche più giù: 239mila euro che è quanto viene riconosciuto al Capo dello Stato. - MANNAIA SU BENI E SERVIZI: Dalle matite alla carta igienica arriva il nuovo taglio. Le amministrazioni pubbliche dovranno garantire risparmi per circa 800 milioni. - ENTI INUTILI: Il primo a finire nel mirino è stato il Cnel (“le famiglie a casa si chiederanno come faremo ora senza il Cnel», ironizza Renzi). Ma sono moltissimi in Italia gli enti «sopprimibili». Ma il percorso non è semplice e i risparmi non sono certi. - ISTITUZIONI A DIETA: Oltre alla riforma del Senato il governo studia come ridurre le spese delle principali istituzioni: Palazzo Madama, Camera e Quirinale in testa. E anche se via via i tagli ci sono stati rimarrebbe un margine di circa 700 milioni ancora da risparmiare. - TAGLI ALLE FELUCHE: Si punta a tagliare gli stipendi ai diplomatici. Ma si annuncia battaglia: il sindacato dei diplomatici italiani (Sndmae) difende infatti la congruità dei propri stipendi. - TAGLI ALLA SANITA', NON LINEARI: Si torna a parlare degli tagli alla spesa farmaceutica in attesa della 'panacea di tutti i malì: l’introduzione dei costi standard. Nel «Patto della salute» sono stati quantificati «10 miliardi di risparmi, non di tagli» precisa il ministro Lorenzin. - TAGLI ALLA DIFESA: I tagli arriveranno. Ancora non è noto però se sarà depotenziato o meno il programma di acquisto degli F35. - INCENTIVI ALLE IMPRESE E CAMERE COMMERCIO: Si parla di riorganizzazione da tempo per gli aiuti alle imprese. Gli imprenditori si dicono pronti anche a rinunciare in cambio di un taglio «congruo» al carico fiscale. L’Irap appunto. Si discute anche di accorpamenti per le camere di commercio. PRIVATIZZAZIONI, 12 MLD L’ANNO: Il percorso è già avviato per Poste, Enav e Fincantieri. Ma potrebbe coinvolgere molto di più. A partire dalle quotate. Per l’anno in corso gli incassi dovrebbero arrivare a 12 miliardi. Dall’anno prossimo altrettanto dovrebbe andare a coprire il calo del debito pubblico. ALTA VELOCITA’: Il sottosegretario Nencini annuncia che 3 miliardi andranno all’alta velocità ferroviaria Bari-Napoli. RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI 17 Mercoledì 9 aprile 2014 VALENTINI La secessione dovremmo farla... >> CONTINUA DALLA PRIMA M a in realtà questa corrente secessionista rappresenta qualchecosa di più e di peggio. È il risultato di una rozza predicazione leghista che ha già arrecato molti danni al Paese e soprattutto al Mezzogiorno. Un effetto e una conseguenza di quella propaganda politica che, nel segno di un malinteso federalismo, ha prodotto nel 2001 la modifica del Titolo V della Costituzione, di cui oggi s’invoca a gran voce la riforma: un federalismo malinteso perché, da Carlo Cattaneo in poi, il vero federalismo serve a unire e non a dividere. Quella, come si ricorderà, fu una precisa responsabilità del centrosinistra. Un misfatto compiuto nel tentativo maldestro e illusorio di inseguire la Lega sul piano elettorale. E perciò, ora tocca proprio al centrosinistra riparare i danni, promuovendo finalmente la riforma annunciata dal governo Renzi. Attraverso l’improvvida modifica di quattro articoli della Costituzione (114, 117, 118 e 119), vennero diversamente ripartire le competenze fra Stato e Regioni, assegnando a queste ultime poteri esclusivi in settori nevralgici come la sanità, l’ambiente e i trasporti. Con l’articolo 119, in particolare, si attribuì agli enti locali autonomia finanziaria di entrata e di spesa. È così che il federalismo fiscale è diventato uno strumento che minaccia ormai di scardinare l’assetto e i conti dello Stato. Nell’ultimo decennio, secondo le stime della CGIA di Mestre, le Regioni italiane hanno speso 89 miliardi di euro in più, di cui oltre la metà sono stati assorbiti dalla sanità (49,1). A fronte di un aumento dell’inflazione pari al 23,9%, la spesa pubblica è cresciuta addirittura del 74,6. E nel 2010, ultimo dato disponibile riferito ai bilanci di previsione, le uscite regionali hanno superato complessivamente i 208 miliardi. In questa abnorme dilatazione, rientrano anche le spese incontrollate che hanno suscitato e continuano a suscitare scandali: dalle “mutande verdi” del Piemonte ai viaggi all’estero, dai fuoristrada “di servizio” ai pranzi o alle cene di lavoro del Lazio e della Calabria. Di quale federalismo, dunque, stiamo parlando? E di quale secessione? Qui occorre, semmai, accentrare di nuovo competenze e funzioni sia per organizzare meglio la politica nazionale, dal governo del territorio alla sanità, dall’energia e ai trasporti; sia per ridurre drasticamente le spese. È proprio questo l’obiettivo strategico a cui punta la riforma del Titolo V, proposta da Renzi. Sono le regioni meridionali, piuttosto, che hanno pagato finora il prezzo più alto di questa degenerazione federalista e che dovrebbero invocare una secessione riparatrice. Negli ultimi dieci anni, infatti, il divario Nord-Sud s’è ulteriormente aggravato, com’è stato documentato nei giorni scorsi in un seminario della Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. E questo è accaduto in particolare a danno del welfare e delle prestazioni sanitarie, penalizzando an- cora una volta la popolazione meridionale. Da qui, senza rinnegare il modello federalista, deriva la richiesta - da una parte - di garantire “livelli essenziali delle prestazioni” (Lep) uguali su tutto il territorio nazionale e - dall’altra - di riconoscere priorità al Mezzogiorno nell’utilizzo del Fondo per le politiche perequative: soprattutto in materia di istruzione, assistenza sociale, sanità, ma anche nella difesa dell’ambiente, come nella gestione dei rifiuti e delle acque. Se le Regioni più ricche possono permettersi tassazioni maggiori per assicurare un livello superiore di servizi, buon per loro. Ma questo non deve andare a discapito dei cittadini meridionali, sottoposti tuttora a un regime fiscale più alto a fronte di un livello di servizi erogati nettamente inferiore. In forza dell’unità nazionale sancita dalla Costituzione, lo Stato non può accettare né referendum secessionisti né questo separatismo strisciante che di fatto continua ad allargare il “gap” fra il Sud e il Centro-Nord. Anche se il nuovo presidente del Consiglio non ha neppure menzionato il Mezzogiorno nel suo discorso di presentazione alle Camere, e anzi ha abolito il ministero della Coesione territoriale che aveva prodotto risultati rilevanti sotto la gestione di Fabrizio Barca, ora la riforma del Titolo V è l’occasione propizia per rafforzare i poteri di riequilibrio dello Stato nelle aree più arretrate, in nome di un federalismo più equo e solidale. Oggi resta più attuale che mai l’assunto che il Paese o riparte dal Sud o non riparte. Giovanni Valentini FORMICOLA Un incubo senza fine >> CONTINUA DALLA PRIMA devi fare due o tre lavori contemporaneamente (perché se no non campi) e qualcosa, è ovvio, la trascurerai, ti verrà male o vanescenti come gli effluvi dei liquami che hanno ti sarà fatale. Perché alcune cose le devi fare evadendo il fisco, ingoiato due uomini, padre e figlio, ieri, in una eludendo i controlli, sprofondando tuo malgrado nell’ilordinaria, maledetta giornata di lavoro. Autospur- legalità. Sia chiaro: non parliamo di quei piccoli o grandi go, l’azienda della famiglia Rizzi. Padre e figli imprenditori che della spregiudicatezza hanno fatto la cifra partono di buon'ora da Bitonto e arrivano Molfetta, in una delle proprie fortune, in cerca del miglior escamotage per delle aziende dell'area industriale. Lavoro sporco, nel si- fregare il prossimo, del cavillo di legge nel quale inciampare. gnificato autentico della parola: devi andare ad aspirare tutti Stiamo parlando di una frangia spesso invisibile di persone gli scarti della lavorazione del pesce, materiale in de- che in questa crisi scava i solchi della propria sopravvivenza, composizione altrimenti deresistendo alla burocrazia, ai stinato alla fogna. Devi aspicattivi pagatori, al lavoro difrare tutti i liquami da un ficile che porti avanti nelle pozzo di tre metri. Ma in quel condizioni più ostili. pozzo ci cadi, per un inciE ripiombiamo a Molfetta, dente, per uno scherzo del la splendida cittadina di madestino, per colpa di qualche re che dal mare trae gran negligenza. Chi può dirlo? parte della sua ricchezza. PeIntanto ci muori, in quel pozscatori, aziende di trasforzo che gorgoglia di liquami mazione, un grande e famoso putridi. mercato del pesce e un inE quando un lavoratore dotto complesso e ramificato. muore così non c’è parola, Certo, un tempo tutti più non c’è preghiera, non c’è ricchi e oggi preda di affanno lacrima che possa placare il e rinuncia. Ma si sopravvive, dolore o la rabbia, delle perin qualche modo. Fino a sone care o di chi soltanto quando, nelle pieghe di una ascolti il racconto della traimpalpabile sottoccupazione, gedia. E non asciugherà il qualcuno non trova la morpianto nemmeno la verità te. giudiziaria che pure, in un Molfetta piange per la nuotempo non certo breve, potrà va tragedia sul lavoro. Il fato emergere per dispensare i e il caso non sono estranei nomi dei colpevoli e degli TRAGEDIA SUL LAVORO Due morti a Molfetta all’incidente di ieri: lavorare innocenti, dei buoni e dei stanca e a volte può uccidere. cattivi. Perché, al di là delle responsabilità oggettive, del Ma di fronte alle sconvolgenti sequenze che hanno segnato e singolo caso, la «colpa» del lavoro che uccide alberga altrove, distrutto una famiglia, le parole contano relativamente. La seppure ineffabile. nuova frontiera dovrà essere la realizzazione di protezioni per Su questi temi ascoltiamo da troppi anni solo chiacchiere. i lavoratori in grado di salvare le vite umane anche nei casi di Demagogia o propaganda elettorale. Si muore perché si errori umani. È un traguardo ancora lontano. Ma non bisogna risparmia sulla sicurezza, perché applicare le leggi (leggi lesinare sforzi per raggiungerlo. Carmela Formicola molto buone o leggi ottusamente inutili) costa troppo, perché E NESSUN REGALO ALLE BANCHE SOLO SANA ECONOMIA di ANTONIO DELL’ATTI L e cosiddette politiche di autofinanziamento attuate dalle imprese consistono, da sempre, nell’accantonare utili di esercizio conseguiti e ovviamente non distribuiti, ai fondi di riserva al fine di accrescere il proprio patri- monio. Questi utili vengono imputati a diverse tipologie di riserve, tra cui quelle disponibili. Il che sta a significare che in qualsiasi momento, su apposita delibera, quelle imprese, solitamente società di capitali, possono distribuire ai propri azionisti le riserve disponibili. Ho voluto premettere questi importanti concetti di Economia aziendale al fine di intervenire sul Decreto Legge del 30 novembre 2013, n. 133, in G.U. n. 281 del 30.11.2013, convertito nella legge 29 gennaio 2014 n. 5, in G.U. n. 23 del 29 gennaio 2014, Supp. Ord. n. 9. Il contenuto del decreto e della legge ha suscitato notevole clamore, polemiche, confronti, dibattiti a qualsiasi livello: politico, economico, di sindacati, della pubblica opinione e via dicendo. Le mie considerazioni riguardano la convinzione diffusa secondo la quale il contenuto del decreto e della successiva legge abbia prodotto un “regalo alle banche di 7,5 miliardi di euro”. Intendo dimostrare che così non è e che le critiche che sono state avanzate e oggetto di aspre polemiche non hanno tenuto conto dei principi di Economia aziendale. Invero, coloro che hanno insistito a considerare che sia stato fatto un regalo alle banche di tale entità farebbero bene a consultare qualche testo, tradizionale ed attuale, di Economia aziendale. II. Bankitalia ha prodotto da sempre cospicui utili di esercizio che ha, appunto, in larga misura, destinato anche alle “riserve disponibili” ossia distribuibili agli azionisti (banche, compagnie di assicurazione e INAIL) accantonate in apposite poste di patrimonio netto. Al tempo stesso dette riserve – come peraltro avviene anche in società non bancarie – possono essere portate a capitale mediante appunto un aumento di esso da parte di Bankitalia in maniera gratuita. III. Con il passare del tempo si è venuta a creare tra i possessori di quote Bankitalia l’esigenza di vederle rivalutate al fine di meglio rappresentare, nei propri bilanci, i valori reali delle loro partecipazioni. In tal modo i bilanci delle banche che posseggono quote di Bankitalia e contenenti tra le attività le “partecipazioni rivalutate” evidenziano una situazione patrimoniale più rispondente agli effettivi valori di mercato. IV. Ciò sta a significare che le riserve detenute da Bankitalia vengono trasferite da una posizione di “immobilizzo” ad una “situazione di dinamismo” per effetto del trasferimento di esse ai partecipanti che, attraverso l’incremento delle loro “Attività” realizzano plusvalenze monetarie tassabili con un duplice effetto: a) utilizzare le risorse (realizzate dalla vendita dell’eccedenza del 3% delle partecipazioni) destinandole al finanziamento delle imprese grazie anche all’azione di “moral suasion” attivata da Bankitalia, ponendo in essere una mobilizzazione di ricchezza che altrimenti rimarrebbe improduttiva nelle Riserve di Bankitalia; b) assoggettare a tassazione le plusvalenze realizzate dai partecipanti incrementando, così, il gettito fiscale. Tale operazione, per i motivi indicati, è più che legittima e non va assolutamente considerata come regalo alle banche della rilevantissima cifra di 7 miliardi e 500 milioni (300 mila quote da euro 25 mila cadauna). Come ho già detto tale disponibilità va vista come una attività dinamica produttrice di ricchezza per effetto dei maggiori finanziamenti concedibili alle imprese che, specie in questi periodi, ne hanno forte necessità. E’ noto invero, che specie attualmente, le banche sono costrette a ricorrere a politiche di “credit crunch”, politiche che prendono le mosse dal forte deterioramento dei crediti pari, secondo le ultime stime, ad euro 300 miliardi e delle sofferenze che raggiungono l’importo di euro 170 miliardi: cifre rilevanti che incidono in misura assai marcata sui bilanci delle banche. Ultima notazione: leggo la nota dell’amico Generale Gaetano Nanula sulla Gazzetta del 16 marzo u.s., il quale, da grande aziendalista, spiega in maniera assai chiara ed esaustiva e da vero specialista della materia del perché non è stato fatto nessun regalo alle banche evidenziando la legittima procedura contenuta nel decreto, trasformato poi in legge. Aggiungo ancora che le imposte versate sulle plusvalenze realizzate dalle banche possono comportare altri benefici all’erario, specie in questo periodo di insufficienti entrate tributarie. Peraltro, i maggiori valori delle partecipazioni iscritte nei bilanci delle banche rafforzerebbero decisamente il loro patrimonio idoneo a generare ulteriori concessioni di credito alle imprese creando, così, valori che verrebbero diffusi nell’ambiente economico. Tale meccanismo comporterebbe, come è agevole constatare, vantaggi per le PMI, e maggiori equilibri nei bilanci bancari. Nessun regalo da parte di nessuno a nessuno dunque, ma applicazione, invece, di principi di sana economia imprenditoriale contenuti nella legge ed utili alle banche ed ai loro clienti, costituiti da imprese richiedenti crediti e finanziamenti. RASSEGNASTAMPA 2 mercoledì 9 aprile 2014 IL PIANO DEL GOVERNO .. . 0.8% LE LINEE GUIDA DEL DEF Deficit Difesa Viene ribadito il rispetto dei “paletti” fissati dall’Unione europea: il deficit si abbasserà dal 2,6% del 2014 al 2% (2015) e 1,5% (2016). Stimata al ribasso la crescita del Pil: dallo 0,8% del 2014 si andrà all'1,3% (2015) e all'1,6% nel 2016. Disoccupazione al 12,8%, ma scenderà al 12,2% nel 2016. Al centro del dibattito politico c’è il taglio dei 90 F-35 ordinati alla Lockheed (ognuno costa quasi 80 milioni di euro), ma comunque sia il budget della Difesa sarà tagliato di una cifra compresa tra i 300 milioni e il mezzo miliardo di euro, dando così il contributo alla spending review. Tagli alle istituzioni Sanità La scure è calata anche sui bilanci della Camera dei deputati, del Senato, del Quirinale e della Corte costituzionale: i budget dei vari organismi saranno ridotti. L’obiettivo è recuperare circa 700 milioni di euro, che resteranno nelle casse dello Stato. La ministra Beatrice Lorenzin ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma pur non configurandosi come tagli lineari - le razionalizzazioni di spesa toccheranno probabilmente anche la Sanità. Obiettivo: un miliardo di euro da recuperare migliorando le modalità di acquisto di beni e servizi. Tasso di crescita del Pil nel 2014, sotto le stime di Letta .. . 12.8% Tasso di disoccupazione previsto in crescita nel 2014 .. . 2.6% Rapporto deficit Pil nel 2014, scenderà al 2% nel 2015 Il premier Matteo Renzi FOTO FABIO CIMAGLIA/LAPRESSE Varato il Def. «Diamo la 14esima Confermati gli sgravi Irpef ● Aiuti in busta paga anche ai redditi più bassi ● Renzi: è giustizia sociale ● Padoan: coperture strutturali, così siamo credibili in Ue ● Poste e Enav pronte per i privati novità delle ultime ore: ci sarà anche un intervento per gli incapienti. Ovvero, per quelle famiglie che guadagnano meno di 8mila euro all’anno e quindi non pagano tasse. Il premier non ha chiarito il meccanismo che sarà utilizzato, visto che in questo caso non possono avvalersi di detrazioni: molto probabilmente godranno della cosiddetta «imposta negativa», cioè un bonus sul modello degli assegni familiari. I tagli Irpef e Irap sono «misure strutturali con una copertura permanente», assicura Pier Carlo Padoan. L’operazione, che per la sola Irpef vale 6,7 miliardi, è coperta con 4,5 miliardi di tagli individuati dal commissario Carlo Cottarelli, mentre i restanti 2,2 miliardi proverranno in parte dall’aumento del gettito Iva prodotto dal pagamento dei debiti della Pa, e in parte dall’aumento del prelievo sulle banche relativo alla rivalutazione delle quote di Bankita- lia, che raddoppia al 26%. Si dovrà attendere venerdì 18 per il varo del decreto che avvierà le nuove detrazioni. Impossibile fare prima, perché la manovra presuppone il passaggio in parlamento del Def, che è già fissato nell’aula del Senato il 17 aprile. Il documento ha un importante capitolo che «parla» all’Europa. È previsto infatti il pieno rispetto dei parametri europei: Pil allo 0,8% quest’anno (valore «ragionevole», dichiara Padoan) e rapporto deficit-pil al 2,6% quest’anno, con un avanzo primario pari al 2,9% (in crescita al 3,7% l’anno prossimo, fino a su- perare il 5 nel 2017). Nel 2015 la crescita sarà dell’1,3%, nel 2016 dell’1,6%, per arrivare all’1,9 nel 2018. «Rispettiamo i parametri ma non ho cambiato idea sull’Europa - avverte il premier - Solo se siamo credibili riusciremo a cambiare le politiche europee». Il deficit-Pil strutturale sarà «praticamente in equilibrio» nel 2015 e «nominalmente in equilibrio nel 2016 - ha aggiunto il ministro dell’Economia - per cambiare le regole in Europa serve il rispetto dei partner e per questo si devono mantenere gli impegni». .. . Tetto a 238mila euro per i vertici delle aziende pubbliche non quotate Taglio anche sui dirigenti PIATTAFORMA Nomine, non più di tre mandati ai vertici delle imprese pubbliche no: quella del cambiamento. Una risoluzione votata in commissione Industria al Senato (relatore Massimo Mucchetti) e con il parere favorevole del governo espresso dal viceministro Enrico Morando, indica il limite dei tre mandati. Con quella soglia sono fuori Paolo Scaroni, Fulvio Conti e Flavio Cattaneo. È la fine dello schema Letta e l’avvio di quello Renzi. Inoltre secondo la relazione l’eventuale rinnovo dell’incarico ai capi azienda uscenti deve essere subordinato alla valutazione dei risultati della loro gestione e in ogni caso non ci potrà essere un quarto mandato. I presidenti devono essere indipendenti fin dalla prima nomina. «Si tratta - dichiara il senatore Mucchetti - di una innovazione rilevante che aiuta il governo a rinnovare i vertici di Eni, Enel, Terna e Finmeccanica seguendo un criterio meritocratico: il capo azienda che ha fatto bene può essere confermato o, se cambiato, se ne dovrà spiegare il perché; chi ha fatto male ovvero ha esaurito la spinta propulsiva verrà sostituito. Quanto ai presidenti, il governo deciderà sulla base del contributo che hanno dato nel quadro della governance della società». Hanno votato a favore Pd, M5S, Sel, Scelta civica, Popolari per l’Italia, ha votato contro Forza Italia, astenuti Ncd e Lega che avevano chiesto di rinviare la decisione a domani. Ma la cosa più interessante del lavoro svolto in Senato è la relazione allegata alla risoluzione, che contiene i risultati di bilancio delle aziende più importanti e i compensi dei manager in rapporto al costo del lavoro medio delle aziende. La remunerazione totale di Scaroni è pari a 73 volte il costo medio pro capite delle maestranze italiane del gruppo petrolifero. Nei suoi 9 anni all’Eni il manager ha guadagnato 45 milioni di euro. Nel solo 2013 ha incassato 4,5 milioni: se aggiungiamo la quota annualizzata del Tfr si arriva a 5,6 milioni. Quanto a Conti (Enel) la remunerazione totale del 2013 si attesta a 3,9 milioni. Dall’inizio dell’incarico l’amministratore delegato ha guadagnato quasi 35 milioni di euro. Il rapporto tra remunerazione totale del capoazienda e il costo del lavoro medio è stato pari a 62 volte nel 2013. Numeri più contenuti per Cattaneo (Terna), la cui remunerazione (comprensiva di stock option) è passata da 1,4 milioni del 2006 a 3,8 milioni del 2013. nell’arco dei suoi 8 anni di gestione Cattaneo ha guadagnato 23,2 milioni. I senatori invitano il tesoro a dare mandato ai suoi rappresentanti per una riduzione dei compensi. ● BIANCA DI GIOVANNI ROMA Numeri e riforme che si completano e si rafforzano a vicenda. Questo il condensato del Def targato Renzi-Padoan, che annuncia sgravi fiscali coperti con tagli strutturali, privatizzazioni, tetto ai compensi dei manager pubblici nelle aziende non quotate, tenuta dei vincoli sul bilancio. Il documento varato ieri dal consiglio dei ministri contiene l’attesa manovra degli 80 euro nelle buste paga a partire da maggio per i redditi fino a 25mila euro. «Stiamo dando una quat- N el gran risiko delle nomine nelle aziende di Stato esplode il «caso» Giampiero Massolo. È Renato Brunetta, in un’interpellanza al governo, a chiedere che si faccia chiarezza sulle intenzioni del premier riguardo al vertice Eni e appunto alla possibile nomina dell’attuale direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (dis) al posto del presidente Giuseppe Recchi. Secondo Brunetta il presidente del Consiglio «spiega che la successione alla presidenza dell’Eni dovrà tener conto del fatto che è un centro di interessi non solo economici, ma persino di intelligence». Il vulcanico esponente di FI ritiene l’affermazione una gaffe, e una probabile candidatura di Massolo. tordicesima agli italiani. Pensiamo sia un fatto di giustizia sociale, non è demagogia elettorale. In questi anni alcuni hanno preso tanto, per non dire troppo. Per esempio i manager pubblici, che con il decreto del 18 aprile non potranno prendere più del presidente della Repubblica», dichiara Matteo Renzi. La parte variabile delle retribuzioni dei dirigenti pubblici, circa il 10%, poi, sarà parametrata anche agli indicatori del sistema Paese. «Non è possibile accettare che la disoccupazione aumenta, il Pil cala, e i dirigenti pubblici prendono di più», insiste Renzi. Il quale annuncia anche una IL CASO B.DI G. ROMA Una risoluzione votata al Senato indica nuovi criteri stringenti per la scelta dei manager destinati a guidare le aziende di Stato L’ipotesi Massolo all’Eni TRE FUORI Polemiche a parte, oggi la partita sui «nomi d’oro» dell’impresa pubblica ha imboccato una direzione senza ritor- Paolo Scaroni FOTO INFOPHOTO La «piattaforma» da cui l’Italia partirà durante il semestre di presidenza Ue per ottenere più margini di manovra sui conti è proprio il legame tra riforme e economia. È lo stesso nesso che sostiene il Def, diviso in due macroaree: il piano nazionale per le riforme e il patto di sta- RASSEGNASTAMPA 3 mercoledì 9 aprile 2014 Cuneo fiscale Privatizzazioni La riduzione dell’Irpef ai dipendenti dal valore di 6 miliardi e 700 milioni porterà a un aumento in busta paga, da maggio, di 80 euro (per chi ne percepisce circa 1.500 netti). La copertura verrà per 4,5 miliardi dalla spending e per 2,2 da Iva e dalla tassazione delle quote Bankitalia. Nel periodo 2014-2017 tra i 10 e i 12 miliardi l’anno saranno recuperati dai proventi delle privatizzazioni di quote di società come Eni, Grandi Stazioni e Fincantieri. Il piano riguarda anche le ex municipalizzate e il ricavato (pari allo 0,7% del Pil) andrà a diminuire il debito pubblico. Pubblico impiego Grandi opere Nessun manager della Pubblica amministrazione potrà guadagnare più del Presidente della Repubblica, ovvero 238mila euro (più una percentuale variabile a seconda dei risultati). Obiettivo: 400 milioni di euro di risparmi. Viene poi razionalizzato l’acquisto di beni e servizi. Il Def prevede di investire almeno lo 0,3% del Prodotto interno lordo, cioè una somma pari a circa 4,8 miliardi di euro, alla realizzazione delle grandi opere, un’iniezione di denaro per fare ripartire la crescita. Nel triennio, si potrebbe arrivare a circa 18 miliardi, di cui tre per la Tav tra Napoli e Bari. agli italiani» bilità. «Le riforme migliorano il Paese ha spiegato Padoan - Lo fanno crescere di più e questo apre nuovi spazi nell’uso della finanza pubblica». Secondo il titolare dell’Economia le riforme vanno viste assieme, perché si influenzano a vicenda. «Noi stiamo aiutando i redditi bassi spiega il ministro - Con questo rinforziamo la domanda interna e quindi sosteniamo anche le imprese, che a loro volta dovrebbero aumentare l’occupazione». Oltre agli sgravi fiscali, si procederà alla semplificazione della Pubblica amministrazione, «passo importante anche per garantire l’efficienza di sistema», poi seguirà il Jobs act e quindi il pagamento dei debiti della Pa. Sull’andamento del debito, e l’impegno previsto nel Fiscal compact, Padoan ha piantato una serie di paletti, quasi fosse una replica a ipotetiche osservazioni di Bruxelles. «Ultimamente il debito è aumentato per tre ragioni - spiega il mi- nistro - Abbiamo versato il contributo al fondo Salva-Stati che è consistente, perché siamo un Paese grande. Abbiamo pagato il debito pregresso della Pa, come ci hanno invitato a fare proprio gli organismi dell’Ue. Infine, c’è l’andamento del Pil poco soddisfacente. Basterebbe una inflazione al 2% e una crescita dell’15 per raggiungere un livello che consentirebbe di aggiustare il rapporto con il debito senza interventi». Le stime del Def indicano il debito a 134,9% quest’anno, al 133,3% nel 2015, al 129,8% nel 2016, al 125,1% nel 2017 e al 120,5% nel 2018. Il documento varato ieri conferma il piano di privatizzazioni per 10 miliardi già annunciato. «Il piano procede - ha detto il titolare del Tesoro - La privatizzazione di Enav e di Poste è in fase avanzata». In programma la cessione di quote non di controllo per altre 7 aziende partecipate. Fmi avverte: la Grecia corre più forte dell’Italia ● Lo studio del Fondo prevede per Atene un Pil quasi triplo rispetto al nostro nel 2015 MARCO VENTIMIGLIA MILANO L’Italia come la Grecia. Anzi, peggio. E se fino a qualche anno fa il paragone riguardava spesso la qualità dell’offerta turistica, adesso il confronto è assai più pesante, relativo com’è alle prospettive di crescita nell’immediato futuro. E così, se già quest’anno la performance dell’economia italiana sarà equivalente a quella di Atene, nel 2015 subiremo il sorpasso da parte di quella che è stata a lungo la nazione più colpita dalla crisi economica globale. I dati in questione, che riguardano in realtà tutte le economie del Vecchio Continente, sono stati forniti ieri dal Fondo monetario internazionale. Per quanto riguarda l’anno in corso, il World Economic Outlook (Weo) dell’Fmi vede, appunto, l’Italia appaiata alla Grecia nel gruppo dei Paesi con la crescita più modesta del Prodotto interno lordo, pari allo 0,6%. A comportarsi in modo peggiore soltanto la Finlandia e la Slovenia (+0,3% in entrambi i casi), mentre il fanalino di coda è di gran lunga Cipro, in piena recessione con il suo -4,8%. Ma c’è di più perché, come detto, nel 2015 il Fondo mette in preventivo un autentico riscatto di Atene, che tornerà ad una crescita piena con un balzo del Pil pari a un +2,9%. Assai diversa, invece, dovrebbe essere la performance dell’Italia, sempre nei pressi della stagnazione con un +1,1% nel 2015, un dato analogo a quello stimato per la Finlandia e superiore solo al +0,9% di Slovenia e Cipro. una discesa dal 27,3% del 2013 al 26,3% del 2014, mentre l’anno prossimo dovrebbe attestarsi sul 24,4%. Per quanto attiene l’Italia, il 2014 sarà ancora un anno difficile per il mercato del lavoro con il tasso di disoccupazione che salirà al 12,4% dal 12,2% dell’anno precedente. La discesa del numero dei senza lavoro inizierà soltanto nel 2015 quando i disoccupati saranno all’11,9%. Si tratta, va ricordato, di valori purtroppo superiori al tasso di disoccupazione medio delle economie avanzate previsto per il 2014 al 10,6% e al 10,2% l’anno prossimo. Un altra nazione messa molto peggio della nostra è poi la Spagna, dove il tasso di disoccupazione resterà decisamente alto seppur in miglioramento: dal 26,4% del 2013 al 25,5% del 2014 e al 24,9% del 2015. Tornando al Pil, la Germania resta la locomotiva d’Europa con una crescita che l’Fmi stima all’1,7% per quest’anno rispetto al modesto +0,5% del 2013, mentre per il 2015 si parla di un +1,6%. Il tasso di disoccupazione a Berlino è sostanzialmente destinato a restare invariato, passando dal 5,3% del 2013 al 5,2% nei due anni successivi. In Francia, invece, l’economia è vista crescere nel 2014 dell’1% e nel 2015 dell’1,5%, in miglioramento dal +0,3% dello scorso anno. Il tasso di disoccupazione salirà a Parigi, secondo il Fondo, all’11% nell’anno in corso dal 10,8% del 2013 e tornerà a scendere nel 2015 al 10,7%. Infine, per fare un confronto al di fuori dei Paesi che usano l’euro, il Regno Unito correrà con un passo più spedito: dopo un incremento del Pil dell’1,8% nel 2013, secondo il Weo ci sarà un +2,9% nel 2014 e un +2,5% nel 2015. Ed a Londra il tasso di disoccupazione punterà al ribasso: dal 7,6% del 2013 al 6,9% del 2014. EMERGENZA SENZA LAVORO Il rapporto sulle prospettive dell’economia globale, presentato in occasione degli Spring Meetings del Fondo in corso a Washington, prende in considerazione anche il mercato del lavoro. E qui la situazione della Grecia continua ad essere drammatica, ben peggiore di quella comunque preoccupante del nostro Paese. In particolare, il tasso di disoccupazione ellenico viene previsto sì in calo, ma con Ci voleva più coraggio per rilanciare la nostra economia IL COMMENTO MASSIMO D’ANTONI SEGUE DALLA PRIMA Da quanto annunciato, le risorse proverranno soprattutto dalle misure indicate dal commissario Cottarelli e interesseranno a quanto pare una pluralità di voci di spesa meno sensibili. Tra le una tantum, positiva ci sembra d’altra parte la scelta di raddoppiare la tassazione sulla plusvalenza determinatasi in capo ai maggiori gruppi bancari per la rivalutazione delle quote di Bankitalia; a fronte del vantaggio ricevuto, l’imposta inizialmente prevista era francamente troppo esigua. Ma c’è, come dicevamo, un secondo aspetto su cui si concentravano le attese: l’entità complessiva delle coperture. Non era chiaro infatti se il governo avrebbe confermato il percorso di avvicinamento al pareggio delineato dai suoi predecessori, o avrebbe invece dato seguito alla dichiarata intenzione di determinare un cambio di passo in Europa. È vero che il presidente Renzi aveva più volte affermato di voler rispettare gli impegni, ma non era del tutto chiaro se si riferisse al limite del 3% (da lui peraltro definito anacronistico), o dai più vincolanti impegni determinati dal fiscal compact. Se il governo avesse indicato coperture parziali e avesse utilizzato il margine disponibile fino al 3%, come pure era stato ipotizzato da esponenti del governo, sarebbe stata esplicita l’intenzione di ridiscutere il quadro delle politiche fiscali concordate con l’Europa. Imboccare una strada più marcatamente «keynesiana», con un percorso di risanamento più diluito nel tempo e un rilancio della domanda, è l’auspicio di gran parte degli economisti critici verso le politiche di austerità. Una scelta di aperta rottura con la Commissione e con la linea dell’austerità, per quanto coraggiosa e di discontinuità, sarebbe stata tuttavia rischiosa, visto che l’ombrello protettivo offerto dalla Bce sul nostro debito si regge su un delicato equilibrio politico, con il presidente Draghi che deve cercare di garantire la tenuta dell’euro senza innervosire troppo i rappresentanti tedeschi, attestati sulla linea del rigore e diffidenti verso i paesi del Sud Europa. Il Def conferma invece per il 2014 l’obiettivo del 2,6% di deficit .. . Ma ci sono azioni rilevanti in vari campi che potranno incidere sul potenziale di crescita indicato dal governo Letta. Se portata effettivamente avanti, questa scelta comporta la rinuncia ad imprimere quello spinta, quello stimolo alla domanda, da più parti invocato come condizione per la ripresa. Tagliare le imposte e insieme la spesa nello stesso ammontare non determinerà l’atteso aumento della domanda interna; è più probabile anzi che la possa ridurre, visto che buona parte della spesa pubblica è domanda corrente, mentre il potere d’acquisto delle famiglie potrebbe essere momentaneamente accontonato come risparmio. E occorre essere chiari su un altro punto: l’efficientamento della spesa pubblica è un obiettivo doveroso, va intrapreso con decisione al fine di migliorare la qualità dell’intervento pubblico, liberare risorse da destinare agli investimenti e ridurre il peso dell’imposizione; ma ai fini del rilancio della domanda nel breve periodo la distinzione tra spesa pubblica produttiva e improduttiva (qualunque sia la definizione per quest’ultima) è quasi irrilevante. Anche la spesa pubblica meno produttiva consiste infatti di acquisti di beni e servizi da imprese, di pagamento di stipendi, di trasferimenti alle famiglie o alle imprese, che contribuiscono alla domanda interna. Il Def del governo Renzi annuncia azioni rilevanti in vari campi, e nei prossimi giorni ci sarà modo di analizzare nel dettaglio gli interventi strutturali indicati nel Programma nazionale di riforma, che si spera possano incidere sul potenziale di crescita negli anni a venire. Ma il rilancio della domanda nell’immediato richiederebbe ben altro, a cominciare ad un allungamento del sentiero di convergenza al pareggio di bilancio. La considerazione di questa strada è, per il momento, rimandata. RASSEGNASTAMPA 4 mercoledì 9 aprile 2014 IL PIANO DEL GOVERNO Sgravi Irpef, mille euro per famiglie bireddito L’impatto degli 80 euro in busta paga è positivo nonostante Tasi, Tari e addizionali locali ● Un nucleo monoreddito potrà contare su 500 euro annui ● Ma gli esclusi pagheranno più tasse ● LUIGINA VENTURELLI MILANO In attesa che il governo sciolga tutti i dubbi sulle coperture finanziarie per il taglio dell’Irpef ai lavoratori che guadagnano fino a 1.500 euro al mese, si possono provare a sciogliere quelli che invece riguardano l’impatto che la promessa misura di sgravio fiscale avrà sulle famiglie che ne saranno destinatarie. A fare i calcoli è stata la Cgia di Mestre che, considerando l’impatto delle buste paga più pesanti in arrivo a maggio per 10 milioni di italiani, ma anche il peso della nuova tassazione sulla casa, ha quantificato in 500 euro le maggiori entrate annue di cui potrà disporre una famiglia monoreddito, e in mille euro quelle invece destinate a una famiglia in cui entrano due stipendi al mese. Un’iniezione di liquidità importante per molti italiani, che da troppi anni vedono contrarre il proprio potere d’acquisto e hanno ormai imparato a misurare con il contagocce tutte le spese non strettamente necessarie. Ma non per tutti, visto che dai suoi benefici saranno esclusi 10 milioni di incapienti, che non pagando le tasse non potranno dedurre alcunché, e ben 21 milioni di cittadini che non dispongono di un contratto di lavoro dipendente o che guadagno più di 1.500 euro al mese. E per costoro, almeno secondo le previsioni della Cgia, il carico fiscale è addirittura destinato ad aumentare. LE DUE FAMIGLIE TIPO L’associazione degli artigiani, alla vigilia del documento di economia e finanza con cui Palazzo Chigi fornirà i dettagli su come sarà formulato l’aumento delle detrazioni Irpef, ha infatti considerato l’incidenza degli annunciati 80 euro mensili netti in più in busta paga destinati ai redditi da lavoro dipendente al di sotto dei 25mila euro lordi all’anno, mettendo a confronto il peso complessivo delle tasse che le due famiglie tipo prese in esame dovranno so- stenere quest’anno rispetto a quanto hanno pagato nel 2013. Il primo nucleo familiare è quello composto da due lavoratori dipendenti con un figlio a carico. In dettaglio: una commessa con reddito di 20mila euro lordi all’anno (1.180 euro netti per quattordici mensilità) e un operaio con 23mila euro (busta paga da 1.460 euro per tredici mensilità), che vivono in un’abitazione di 127 metri quadri con rendita catastale di 621 euro e che mantengono due automobili a benzina. Per costoro il risparmio complessivo o l’incremento di reddito rispetto all’anno scorso sarà di 1.117 euro. Una cifra in linea con le attese delle parti sociali, che dall’annuncio del mese scorso da parte del premier tengono alta l’attenzione sull’attività dell’esecutivo: «Immagino che nel Def ci siano i mille euro all’anno di restituzione fiscale ai lavoratori» ha dichiarato solo ieri pomeriggio il segretario generale della Cgil, Susan- REGIONE SICILIA Crocetta cambia giunta Con Faraone vince sul Pd regionale Dopo un anno e mezzo, il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta ha rinnovato la giunta e ha azzerato le deleghe. È successo ieri dopo febbrili contatti con esponenti del Pd nazionale, come Davide Faraone, Totò Cardinale e Beppe Lumia, avendo la meglio sul Pd siciliano guidato dal cuperliano Fausto Raciti. Sei i nuovi assessori: Giuseppe Bruno (avvocato, Pd), Nico Torrisi (imprenditore, Udc), Antonio Fiumefreddo (docente, Drs), Paolo Ezechia Reale (avvocato, Articolo 4), Roberto Agnello (avvocato, Pd) e il presidente della Fondazione Caponnetto, Salvatore Calleri. na Camusso, mentre il Consiglio dei ministri era ancora in corso. Oppure il leader Cisl, Raffaele Bonanni: «Speriamo che non sia una quattordicesima una tantum e che gli 80 euro al mese diventino strutturali». «Promessa mantenuta», per usare l’espressione con cui Luigi Angeletti ha salutato per la Uil il varo del Def, anche per la seconda famiglia tipo, quella monoreddito composta da genitori con un figlio a carico e sostenuta dalla busta paga del marito (un operaio che guadagna 23mila euro lordi annui), con un’abitazione di 80 metri quadrati da 420 euro di rendita catastale e un’automobile a benzina. A queste persone il taglio dell’Irpef assicurerà un maggior introito di 501 euro. Il risultato è dunque positivo in entrambe le situazioni in esame: nonostante l’introduzione della Tasi e della Tari, malgrado il leggero ritocco all’insù sia delle addizionali Irpef comunali e regionali sia dell’imposta di bollo sui dossier titoli, e calcolando pure gli effetti a regime dell’aumento dell’Iva, le tasse sono destinate a diminuire sul 2013. GLI ESCLUSI «Pur salutando con grande soddisfazione l’appesantimento delle buste paga voluto da Renzi» ha commentato il segretario dell’associazione degli artigiani di Mestre, Giuseppe Bortolussi, «il problema si pone per coloro che non potranno beneficiare del taglio dell’Irpef, come i lavoratori autonomi e i pensionati, e per tutti i contribuenti che dichiarano un reddito superiore ai 25mila». In particolare, «se escludiamo i 10 milioni circa di cittadini incapienti e i 10 milioni che beneficeranno degli 80 euro mensili in più in busta paga, rimangono altri 21 milioni di contribuenti». E per costoro non solo non sono previsti benefici, ma la situazione potrebbe addirittura peggiorare per effetto dei cambiamenti alla normativa fiscale del 2013. «Per questi» ha concluso la Cgia, «il peso delle tasse è destinato ad aumentare». .. . La Cgia di Mestre: «Sono fuori dal taglio 10 milioni di incapienti e altri 21 milioni di contribuenti» Francia, Valls mette il lavoro al primo posto VIRGINIA LORI [email protected] «Creare posti di lavoro durevoli è l’obiettivo del patto di responsabilità». È questa la scommessa del nuovo premier francese Manuel Valls che ieri ha presentato all’Assemblea nazionale il suo programma di governo ottenendo la fiducia con 306 voti a favore e 239 contrari. È sull’economia che insiste molto nei 47 minuti del suo discorso il nuovo primo ministro socialista. «Agiremo assicura Valls - per incoraggiare le imprese, migliorare il funzionamento del mercato del lavoro, semplificare le procedure». Perché «sostenere le imprese, vuol dire sostenere l’occupazione, gli investimenti e l’export». «Ognuno - insiste - deve impegnarsi per il lavoro: è una iniziativa innovatrice nel nostro Paese». Ma questa è solo la premessa del suo ragionamento. Sono seguite indicazioni di marcia precise e impegnative. Intanto il capo del governo ha confermato l’impegno assunto dal presidente Francois Hollande di alleggerire entro il 2016 il costo del lavoro per 30 miliardi di euro. Si è anche impegnato per una riduzione delle imposte per i redditi più bassi. Tutte misure ha puntualizzato - «volte a rilanciare Aiuti alle aziende e salario minimo nel Job act targato Pse A iuti alle imprese che assumono, tagli alla burocrazia, salario minimo europeo, garanzia per i giovani estesa a tutti i minori di 30 anni e soprattutto 582 miliardi di euro di investimenti in trasporti, efficienza energetica e rinnovabili. È quanto prevede il Job Act, presentato ieri a Bruxelles dal Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo. Un piano in dieci punti che secondo i calcoli degli eurodeputati progressisti dovrebbe portare in pochi anni alla creazione di sette milioni di posti di lavoro. «L’alta disoccupazione è la più grande minaccia al progetto europeo», aveva detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan alla Cnn, «dobbiamo fare delle politiche per stimolare la domanda e per facilitare un mercato del lavoro flessibile: è quello che facciamo in Italia con il Job Act». La vera partita però si gioca a Bruxelles e molto dipenderà dalle elezioni europee del prossimo 25 maggio. «Per un cambio di passo in Europa serve impegno per l’occupazione e la crescita», ha spiegato l’eurodeputata Pd, Silvia Costa, «l’agenda per il lavoro S&D, presentata oggi nella campagna ‘10 pun- LA PROPOSTA MARCO MONGIELLO BRUXELLES Nei «10 punti per il cambiamento» presentati a Bruxelles dal gruppo dei Socialisti e Democratici anche 582 miliardi di euro di investimenti ti per il cambiamento’ coincide con le priorità del Pd in Italia e si collega all’iniziativa sul lavoro del Governo Renzi, risposta necessaria alla drammatica situazione del lavoro giovanile emersa dagli ultimi dati». L’EMERGENZA SOCIALE Oggi la situazione dell’occupazione in Europa è drammatica. Dall’inizio della crisi sono stati persi 3,5 milioni di posti di lavoro e le persone senza un lavoro sono arrivate 27 milioni. «Come conseguenza di una serie di errori politici l’Europa sta affrontando la più lunga recessione dagli anni ’30 e questa rischia di essere una ripresa senza occupazione», ha ammonito Hannes Swoboda, leader del Gruppo S&D. Il primo passo secondo gli eurodeputati progressisti è far ripartire la crescita, uscendo dal vicolo cieco delle politiche di austerità. Per questo il Job Act europeo propone di investimenti pari all’1,5% del Pil Ue fino al 2020 su occupazione e sviluppo sostenibile, che ad oggi «sono i nostri problemi più urgenti». Gli investimenti daranno una forte spinta alla crescita con effetti positivi immediati sulla domanda e questo a sua volta aiuterà i governi a ridurre i deficit di bilancio, senza passare da nuovi sacrifici per i cittadini come è avvenuto negli ultimi anni. Altre misure saranno mirate alla creazione di posti di lavoro. Innanzitutto, si legge nel piano, «crediamo che l’industria abbia sofferto da anni di politiche che l’hanno trascurata e che serve disperatamente un riequilibrio». In Europa un posto di lavoro su quattro è nel settore industriale e ognuno di questi ne genera altri nei relativi servizi. Per questo la prima misura proposta è la re-industrializzazione del Continente. Poi è necessario puntare a inserire nel mondo del lavoro i giovani, che sono quelli che sono stati colpiti più duramente dalla crisi. I Socialisti e Democratici propongono di aumentare gli stanziamenti per la Garanzia Europea per i Giovani da 6 a 21 miliardi di euro e di estenderla a tutti i disoccupati con meno di 30 anni. Quindi si propone di tagliare il cuneo fiscale, come sta facendo il governo di Matteo Renzi in Italia, per incentivare le imprese ad assumere. A questo scopo è necessario anche garantire che le aziende abbiamo accesso al credito e ai finanziamenti europei. Si propone, inoltre, di investire in educazione e formazione, con sistemi di apprendimento che combinino teoria e pratica sul posto di lavoro. Secondo il Gruppo S&D il 3% del Pil di ogni Paese dovrebbe essere dedicato alla ricerca e un altro 2% all’educazione superiore. DIFESA DEI DIRITTI I diritti del lavoro, poi, devono essere difesi efficacemente con regole più rigide sui contratti a termine, con ispezioni sui posti di lavoro e senza più stage non pagati e finte partite Iva. Il salario minimo, introdotto di recente in Germania, deve essere esteso a tutta l’Europa entro il 2025. Un grande aiuto all’occupazione può arrivare anche dalle politiche sull’efficienza energetica, che applicate pienamente porterebbero alla creazione di 2 milioni di posti di lavoro entro il 2020 e a un risparmio di 1000 euro l’anno per ogni famiglia sulle bollette. Serve infine un taglio deciso alla burocrazia e una politica mirata ad aumentare il tasso di occupazione, facilitando la vita alle donne con servizi per l’infanzia e la lotta alla discriminazione di genere. RASSEGNASTAMPA 5 mercoledì 9 aprile 2014 «Così avremo più debito e meno occupazione» GIGI MARCUCCI [email protected] Previsionidicrescitaalribassomaunmiliardo in più dalle banche, la riduzione del cuneo fiscale garantita per una fetta dei redditti più bassi. Che idea si è fatto di questo Def? «Mi sembra rituale e continuista. Il governo rinuncia a promuovere una manovra anticiclica mentre siamo di fronte a emergenze economiche e sociali sempre più gravi che richiederebbero un cambiamento di rotta. Invece si continua con l’austerità e col decreto lavoro. Così avremo lo stesso risultato che abbiamo avuto coi governi precedenti: meno Pil, meno occupazione, più debito pubblico». Stefano Fassina boccia senza appello il Def presentanto ieri sera dal governo. L’INTERVISTA Stefano Fassina «Dal governo un Def rituale e continuista mentre siamo di fronte a emergenze gravi che richiederebbero un cambiamento di rotta» FOTO DI FABIO CIMAGLIA/LAPRESSE la competitività delle aziende e a favorire i consumi interni». Non meno importante è stata l’indicazione del risanamento dei conti pubblici. Il taglio annunciato per il prossimo quinquennio sarà di 50 miliardi di euro». Ha annunciato l’introduzione di un credito d'imposta per la competitività e l’occupazione che dovrebbe alleggerire la massa salariale dall’anno prossimo di 20 miliardi dopo i 12 miliardi di quest'anno per i salari inferiori o uguali a 2,5 volte lo Smic (il salario minimo). Sul fronte delle imposte per le imprese, Valls ha annunciato che l’aliquota di tassazione sugli utili (ora al 33%) scenderà entro il 2020 al 28%, con una tappa intermedia nel 2017. Mentre nel 2016 sarà soppressa la sovrattassa che le grandi imprese devono pagare e che porta la loro aliquota effettiva al 38%. Nell’arco di tre anni sarà pure abolito il contributo sociale di solidarietà delle imprese. Risparmi verranno dai tagli alla spesa pubblica. Il governo userà la scure con le Regioni che saranno «dimezzare entro il 2017», mentre entro il 2021 saranno soppressi i Consigli dipartimentali. Prima dell’estate il governo presenterà la legge sulla transizione energetica che includerà l’obiettivo di limitare entro il 2025 il nucleare al 50% della produzione di elettricità. Il premier francese Manuel Valls critica anche Bruxelles. Ha sottolineato come la ripresa sia meno vigorosa nella «zona euro» e per questo si è lanciato contro «l’euro troppo alto» che danneggia la competitività delle imprese e contro la Bce, colpevole di non fare una politica favorevole alla crescita, come fanno, invece, le Banche centrali degli altri Paesi. «Quello che è essenziale ha affermato - è rimettere l’Unione Europea sul cammino della crescita attraverso politiche di grandi investimenti e politiche per l’occupazione, in particolare a favore della gioventù. Altrimenti, saranno vani tutti gli sforzi di riduzione del deficit». «Si sarebbe dovuto almeno utilizzare tutto lo spazio al di sotto del 3% del rapporto deficit/Pil per finanziare gli investimenti produttivi, aumentando la domanda per le imprese e ottenendo anche un miglioramento del debito pubblico. Dopo la conferenza stampa di metà marzo, avevamo sperato in una inversione di rotta. Invece continua questa ossessione per la precarietà del lavoro come soluzione per l’occupazione». Eppure il governo sembra pensare che leriforme,etraquesteiljobsact,dovrebbero portare crescita e occupazione. «Dovrebbe ormai essere chiaro anche ai più ostinati che le imprese non assumono perché non c’è domanda. Continuare a precarizzare sempre di più il mercato del lavoro non aiuta l’occupazione, anzi. Rende i lavoratori più spaventati e questo produce effetti negativi sulla domanda. Ormai questa non è più un’opinione, abbiamo fiumi di dati che la confermano». Eppure durante la conferenza stampa, il tagliodelcuneo fiscaleèstatopresentatocomeunaspintadecisivaallaripresae alla crescita, uno shock benefico per l’economia. «Non ci sarà uno shock positivo perché quegli 80 euro in più in busta paga verranno coperti da tagli di spesa, quindi da altre tasse. Da una parte si immette più denaro nell’economia, dall’altra lo si sottrare ad altri lavoratori e ad altre imprese. Nel migliore dei casi ci sarà un effetto neutro». «In Parlamento presenteremo emendamenti per modificare i punti più rilevanti. Abbiamo parlato col ministro Poletti la settimana scorsa, su alcuni punti ha dato disponibilità per le modifiche. Su altri, come la durata del contratto a tempo determinato senza causale, molti di noi ritengono che tre anni di contratto a tempo determinato siano eccessivi e daranno come unico risultato non più occupazione ma occupazione più precaria. E intanto verrà accantonato il contratto a tempo indeterminato con tutele crescenti per il quale il governo precedente si era impegnato». Facciamo un passo indietro. Per quanto riguarda le coperture, si è parlato di 4,5 miliardi di spending review di cui 2,2 dovuteadaumentodelgettitoIvaedall’aumento della tassazione sulla rivalutazionediBankitalia.Questononsemprapreludere a sacrifici per fasce diverse da quelle favorite dal taglio del cuneo. Da dove si sarebbe dovuto cominciare secondo lei? Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan durante la conferenza stampa com’è, non può passare. A questo punto, cosa succederà in Parlamento? «Altra parte della copertura viene da tagli di spesa. Sarebbe particolarmente grave se venisse da tagli alla Sanità. La Sanità non va tagliata. I risparmi e le riduzioni di spesa vanno utilizzati per eliminare i ticket e accorciare le liste d’attesa». PD ROMA Minacce di morte a Tommaso Giuntella Solidarietà dal Pse «Schiatta, tanto non servi in vita... Da morto almeno come concime saresti utile», «ora ti massacriamo»: sono le minacce di morte ricevute da Tommaso Giuntella, presidente del Pd romano e coordinatore degli attivisti del Pse. Un susseguirsi di minacce in rete da «utenti che si dichiarano apertamente attivisti e sostenitori del movimento Cinque Stelle», spiega, «forse incitati da una pagina facebook che fornisce i miei dati invitando ad andare a insultarmi sui miei profili». Giuntella ieri ha ricevuto la solidarietà da tutto il Pd, da molti politici e anche dai partiti del Pse di tutta Europa, in più lingue. Lei ha dichiarato che il jobs act, così Qualcuno sostiene che mentre occorronosubitoisoldiperlacopetura,glieffettidellaspendingreviewsonofisiologicamente più lenti. «Vedremo cosa è scritto nel decreto che il presidente del Consiglio ha annunciato per il 18 aprile. Dal suo racconto emerge che ci sono misure una tantum (il gettito Iva e quello derivante dalla tassazione sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia ndr). Mi preoccupano invece gli altri quattro miliardi e mezzo. Ora si parla di otto mesi, ma a regime si tratterà di dieci miliardi e mezzo, e questo significa che si inciderà su capitoli molto importanti di spesa sociale». A proposito di riforme, Renzi ha detto chequalcuno dentroil Pd cerca visibilità eperquestodàvitaadiscussioni,percosì dire, strumentali. «È stato un passaggio davvero infelice. Il presidente del Consiglio dovrebbe avere più rispetto per gli interlocutori e, in particolare, per quelli del proprio partito. I senatori che hanno fatto proposte diverse le hanno fatte perché sono sinceramente preoccupati della qualità della nostra democrazia». Liste Pd, ultimi fuochi. Si aspettano i nomi del leader ● Trattative nella notte in attesa delle proposte di Renzi ● Pressing su Picierno dopo il rifiuto di Brancaccio ● Saviano contro Cozzolino: sospetti brogli alle primarie 2011. La replica: io corretto MARIA ZEGARELLI ROMA Oggi Area riformista chiederà alla Direzione Pd di votare separatamente liste per le europee e deroga per Gianni Pittella che sarebbe al quarto mandato. Su questo punto sono disposti a dare battaglia, «è un fatto di coerenza, non possiamo usare due pesi e due misure», dice un parlamentare di minoranza. Sul resto l’accordo tra le varie anime del Pd è stato siglato ieri sera e i due vicesegretari Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani sono riusciti a tenere insieme tutto il partito anche se la parola fine si è scritta a notte inoltrata. Ma di problemi ce ne sono stati e anche parecchi. Ieri mattina è arrivata, all’ultimo momento e assolutamente inaspettata, la retromarcia di Stefania Brancac- cio, l’imprenditrice su cui il Pd aveva puntato pescando dalla società civile per la Circoscrizione Sud. A nulla sono valse le telefonate dei due vicesegretari e il lavoro ai fianchi del responsabile Comunicazione Francesco Nicodemo. È stato a quel punto che al Nazareno hanno alzato il telefono per chiedere a Pina Picierno la sua disponibilità a mettersi in gioco. In realtà Picierno, già contattata nelle scorse settimane, aveva fatto sapere di preferire il suo lavoro qui a Roma a Montecitorio, ma non è escluso che durante la notte siano riusciti a convincerla. Il segretario del Partito democratico ieri sera, dopo la conferenza stampa sul Def, si è chiuso nel suo ufficio con i due vicesegretari e ha voluto esaminare personalmente le liste. I punti deboli sono il Nord Est e il Centro. «Abbiamo biso- gno di competenze politiche consolidate, ovvio, ma anche di nomi in grado di attirare elettori oltre il bacino Pd», è stato il suo ragionamento. Al netto degli equilibri interni Renzi vuole dare anche alle liste europee la sua impronta. Sulle candidature si gioca una partita che ha anche risvolti squisitamente interni: sarà l’occasione per le varie anime di testare la propria capacità di conquistare preferenze sul territorio. Di renziani forti sul territorio ce ne sono parecchi, da Damiano Zoffoli, ex sindaco di Cesenatico, a Marco Zambuto, in Sicilia, allo stesso sindaco di Bari, Michele Emiliano. Fino a tarda sera i bersaniani non a caso hanno spinto per far entrare Enrico Gasparra al Centro in alternativa a Milana, un vero e proprio braccio di ferro, mentre nello stesso tempo si cercava la candidatura forte di una donna e alle otto di sera al Nazareno si puntava sugli assi nella manica che avrebbe potuto presentare lo stesso segretario. Incassato il sì di Renato Soru per la Sardegna, nella circoscrizione Isole, dopo che la richiesta all’ex governatore di scendere in campo era arrivata dalla di- rezione regionale del partito - dove però è ancora aperta la discussione su Beppe Lumia per logiche molto legate alle dinamiche della Regione. Infine, nelle Isole, potrebbe essere imposta da Roma la candidatura di Sonia Alfano, contro cui si è espresso il segretario regionale Fausto Raciti. No dagli imprenditori sondati in questi giorni per il Nord Est, Renzo Rosso, fondatore di Diesel e Massimo Carraro, Ad di Morellato. No anche dall’avvocatessa Lucia Annibali, la donna sfregiata al volto per mano del suo ex fidanzato e alla quale si è rivolto direttamente il segretario democratico. Dovrebbe invece essere sicura la candidatura dell’ex calciatore, campione mondiale, Marco Tardelli. Al Sud Michele Emiliano è capolista (ma oggi in direzione sarà Alfredo D’Attorre contesterà gli incarichi .. . Oggi in Direzione «Area riformista» chiederà di votare separatamente la deroga per Pittella plurimi di sindaco, europarlamentare e dal prossimo anno in corsa per le regionali), in lista anche l’assessora alla Salute della giunta Vendola Elena Gentile, 60 anni, medico di Cerignola, vera insidia per il sindaco di Bari. E ieri ad accendere la polemica su un altro candidato del Sud, Andrea Cozzolino, è stato Roberto Saviano ricordando le primarie annullate a Napoli nel 2011 per sospetti brogli. «A distanza di tre anni cosa accade? - chiede lo scrittore - Accade ciò che da un partito che dice di volersi rinnovare non ci si aspetterebbe. Accade che il Pd spera che la memoria si sia offuscata, per non fare chiarezza su una pagina vergognosa della sua storia». Pronta la replica del diretto interessato: «Sono d’accordo con Roberto Saviano: il Pd oggi può dire parole chiare sulle primarie 2011 per il Comune di Napoli. Per quanto mi riguarda, come si è poi confermato, il mio comportamento è stato sempre di massima correttezza. Fu tuttavia giusto, in quel momento, fare politicamente un passo indietro. Quel gesto servì infatti a restituire un minimo di serenità ad un partito dilaniato». RASSEGNASTAMPA 6 mercoledì 9 aprile 2014 POLITICA Riforme, fronda nel Pd: «Facciamole con il M5S» Senatori vicini a Civati rifiutano di ritirare il testo Chiti ● Bersani: «Correzioni necessarie» ● Renzi: «Il partito ha discusso e votato. I dissensi? Qualche parlamentare in cerca di visibilità» ● ANDREA CARUGATI ROMA L’asse tra i “ribelli” Pd guidati da Vannino Chiti e i senatori del M5s è ancora tutto da costruire. E non è affatto detto che, al momento della discussione e del voto, si realizzerà una saldatura su un impianto diverso da quello voluto dal premier Renzi, e cioè un Senato eletto direttamente dai cittadini. E tuttavia è un fatto che ieri alla riunione del gruppo Pd, i cosiddetti dissidenti abbiano tenuto il punto. Di fronte alla linea del capogruppo Luigi Zanda, che chiedeva compattezza suggerendo di lavorare di cesello con gli emendamenti sul testo del governo, il gruppo civatiano con Corradino Mineo, Walter Tocci e Felice Casson ha ribadito l’intenzione di non ritirare il loro testo (Chiti era assente per un impegno a Strasburgo). Quando poi due renziani come Andrea Marcucci e Nicola Latorre hanno chiesto esplicitamente il ritiro del testo, la risposta è stata ancora più netta. «Non lo ritiriamo». Subito dopo è arrivata l’apertura al dialogo degli ortodossi del M5S, con il capogruppo Maurizio Santangelo a dire che quella di Chiti «è praticamente la nostra proposta fotocopiata. Presenta parecchie similitudini e dunque si può certamente ragionare se votarla». In realtà, ancora una proposta ufficiale del M5s sulla riforma del Senato non è stata depositata. «Ci muoveremo come per la legge elettorale, con una consultazione sul web», spiega Santangelo. Nel frattempo però sono state rese note alcune linee guida, che riguardano il taglio di deputati e senatori, e l’elettività del Senato, insieme a una sforbiciata alle indennità di tutti i parlamentari. In una lettera al Corriere, Luigi di Maio ha in realtà fatto un elogio del bicameralismo paritario, definito un «meccanismo virtuoso». Mentre la proposta Chiti, pur lasciando l’elezione diretta dei senatori, prevede un drastico ridimensionamento del Senato nel processo legislativo ordinario, fatte salve alcune materie. Mineo rilancia l’apertura dei 5 stelle: «Abbiamo votato con M5S la decadenza di Berlusconi, perché non dovremmo provare a votare insieme le riforme istituzionali?». Chiti, con l’Unità, parla della possibilità «di raggiungere una maggioranza molto ampia sulle riforme, compreso anche il M5S». Ma non solo. Anche Sel vuole l’elezione diretta. E Lega e Forza Italia potrebbero essere d’accordo. Chiti ribadisce: «Nessun ritiro del ddl, lo illustreremo in commissione poi, quando il relatore adotterà un testo base, valuteremo gli emendamenti. Ritirarlo vorrebbe dire .. . Napolitano firma il ddl costituzionale Nessuna modifica apportata al testo che il governo mette una fiducia implicita su questa riforma. Ma non conviene a nessuno: queste riforme non si fanno a testuggine, noi vogliamo un confronto ampio e comunque l’elezione diretta è presente in altre proposte e dunque non scompare». Conclude Chiti: «Non ci faremo strumentalizzare da e saremo leali e responsabili». E Civati avverte: «A palazzo Madama c'è una maggioranza alternativa, con parte di Fi, Ncd e credo che stavolta i 5 Stelle ci staranno». Perciò «Renzi rifletta, non si può continuare ad andare avanti per diktat». Il premier però non fa passi indietro: «Per noi è inderogabile che i senatori non vengano eletti. E a chi, anche nel Pd, lancia proposte che non hanno possibilità di essere realizzate, ricordo che non si può ripartire da capo dopo trent’anni di dibattiti. Al di là di qualche senatore con voglia di visibilità, il Pd ha discusso queste cose per anni, ha votato due volte in direzione». Pierluigi Bersani, ricevuto ieri al Quirinale, manda un segnale di attenzione al gruppo di Chiti: «No a pasticci sul Senato, va bene fare prima delle europee per piantare la bandierina, ma bisogna mettere dei contrappesi. Io sono leale e per la ditta, ma il Parlamento deve poter apportare delle modifiche». Spiega l’ex leader Pd: «Nel combinato Senato-legge elettorale qualcosa deve cambiare. Stiamo mettendo nell’ordinamento un elemento corruttivo, ovvero la possibilità di fare 10 liste dell'1 per cento che ti fanno prendere il premio di maggioranza. Come pensate che vengano “ripagati” quelli lì? Ci rendiamo conto che chi vince poi ha tutto in mano, dal governo alla nomina del presidente della Repubblica?». Il gruppo dei 25 senatori Pd guidati da Francesco Russo ha invece accolto la linea Zanda: «Si parte dal progetto del governo, ma con la possibilità di emendare in maniera significativa il testo: a partire dalle funzioni del nuovo Senato e dalla riforma del Titolo V». Le «modifiche non devono essere percepite come tabù o come il tentativo di sabotare», spiegano. Per i 25 nessuna insistenza sull’elezione diretta dei senatori: «Quella eventualmente arriverà dopo che avremo definito le funzioni di garanzia del nuovo Senato», spiega Russo. I 25 colgono come positive le aperture al dialogo del ministro Boschi e spiegano che «non intendiamo andare in cerca di avventure con il M5S». Anche tra i 22 di Chiti spuntano alcuni dubbi sull’operazione dei grillini. Una decina di loro, raccontano fonti Pd del Senato, sarebbero pronti a ritirare la firma del ddl nel caso in cui questo venisse usato dal M5S come una clava contro il governo. Ieri il Qurinale ha dato via libera al ddl del governo con la firma del Capo dello Stato. Visti i tempi, qualcuno aveva ipotizzato che il Colle intendesse apportare dei ritocchi al testo. «È destituita di fondamento la notizia secondo cui sarebbero state apportate correzioni dalla Presidenza della Repubblica al testo trasmesso dal governo», spiegano fonti del Quirinale. Oggi inizia l’esame da parte dell’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali del Senato guidata da Anna Finocchiaro. Martedì prossimo nuova assemblea del gruppo Pd. EUROPEE Deputato M5S: la parità è «voto di scambio» Blocco sulla legge Ancora una volta, quando in una legge c’è aria di parità tra uomini e donne nelle liste elettorali, qualcuno torna a chiedere il voto segreto. Accadde per l’Italicum, e anche ieri, a un passo dal via libera della legge sulle liste per le europee, Movimento Cinque Stelle e Lega si sono messi di traverso a braccetto con Forza Italia e hanno chiesto il voto segreto. Lo spunto è stato l'emendamento per staccare la Sicilia dalla Sardegna, unite nella circoscrizione elettorale delle Isole. I lavori in aula si sono bloccati in attesa della decisione sul voto segreto, con il rischio che la legge torni al Senato. Il tutto mentre nelle trattative sulle liste si considerava la mediazione (pur al ribasso) raggiunta a Palazzo Madama: delle tre preferenze espresse una deve essere data a un nome di sesso diverso, pena l’annullamento della terza scelta. E nel 2019 la vera parità. Ma dopo un anno e due mesi i parlamentari grillini sono riusciti a votare contro ogni disegno di legge che limitasse le discriminazioni nei confronti delle donne, sul lavoro come nella politica, contro la violenza familiare o quella estrema. Ieri i deputati M5s, che si ostinano a definire «quote rosa» la parità di genere (o peggio «pinkwashing»), hanno contestato la legge con una buona dose di disprezzo. Riccardo Fraccaro paragona le nuove regole al «voto di scambio»: «un altro piccolo regalo a favore del voto di scambio e a svantaggio del voto liberamente espresso». I Cinque Stelle hanno detto no al testo sul femminicidio, perché contaminato da altre voci nel decreto. Pochi giorni fa hanno votato contro la legge che vieta le dimissioni in bianco, pesante mannaia per le donne incinta. Dalle grilline persino un no alla parità di genere nello sport, fino a quella (svanita) nell’Italicum. Il principio è: «Non si stabiliscono per legge le quote di partecipazione», lo decide la Rete. N.L. Berlusconi cerca Renzi ma teme la doppia maggioranza S otto il polverone, e con tutte le cautele del caso, comincia a emergere un ritrovato dialogo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Ma tutto resta sospeso, congelato, fino alla data simbolo del 10 aprile. Con il disegno di legge arrivato soltanto ieri sera a Palazzo Madama. Ed è slittato anche il «prossimo incontro» annunciato dall’ex Cavaliere per «mettere a punto le procedure e i dettagli per la modifica del Senato e per i tempi». Secondo voci di piazza in Lucina avrebbe dovuto tenersi ieri pomeriggio a Roma, ma Berlusconi è rimasto ad Arcore. C’è stata una frenata da parte di Palazzo Chigi. E gli azzurri adesso ritengono che non sarà possibile prima del 10 aprile. Poi, a quel punto, dipenderà dalle decisioni dei giudici. E sull’«agibilità politica» del leader, sulla sua permanenza in campo per fare campagna elettorale, Forza Italia è decisa a dare battaglia. Intanto, il partito berlusconiano osserva con attenzione la minaccia di un asse tra minoranza del Pd e pentastellati sul disegno di legge Chiti. Considerata «un bluff» prima ancora che un assalto a gamba tesa contro il gover- IL RETROSCENA FEDERICA FANTOZZI twitter @Federicafan L’ex premier sconfessa Brunetta (dopo averlo fomentato). L’incontro potrebbe slittare a dopo il 10 aprile. Respinto l’ultimo ricorso in sede europea no. Eppure si affaccia lo spettro della maggioranza alternativa al tavolo delle riforme: «I dissidenti si sfalderanno? Può darsi - sospira un azzurro - Ma in questi mesi sono successe tante cose che credevamo impensabili...». Come dire, non si può abbassare la guardia. E Forza Italia, tattica a parte, non può permettersi di sfilarsi dalla partita delle riforme. Ecco perché, subissato dalle telefonate preoccupate dei suoi, ieri sera l’ex premier prima ha sconfessato Renato Brunetta che lui stesso aveva fomentato contro le «Autonomie rosse». Poi non si è accontentato della mediazione di Denis Verdini e ha telefonato di persona al capo del governo per ottenere rassicurazioni e soprattutto riprendersi la vetrina mediatica di interlocutore sulle riforme. Annunciando anche un faccia a faccia con Renzi a breve. Anche se, in realtà, anche quella è stata una mossa per ritagliarsi uno spazio politico. Non c’è niente in agenda per i prossimi giorni. «Niente di fissato» ammettono da piazza in Lucina. L’ex Cavaliere è a Milano, ancora dolorante sebbene l’infiammazione al ginocchio vada meglio. I suoi smentiscono l’intenzione di usare l’infortunio come legittimo impedimento a presentarsi al processo. E il medico Zangrillo ha smentito che possa operarsi al ginocchio proprio giovedì. Anzi, se fosse necessario, proprio quel giorno potrebbe tornare a Roma. Mentre Renzi sarà a Milano venerdì, ma è difficile pensare a un incontro lì, con la sentenza che potrebbe arrivare proprio durante il colloquio. TENTATIVO IN SEDE EUROPEA Di certo Berlusconi ha la testa sul suo conto alla rovescia personale. «Sono certo che potrà fare campagna elettorale - martella Giovanni Toti - Non accetteremo un bavaglio». Le deputate Deborah Bergamini ed Elena Centemero, assistite dall’avvocato Ana Palacio (ex ministro di Aznar), hanno fatto un ultimo tentativo in sede europea portando 4mila firme alla Corte dei Diritti Umani. Per chiederle di imporre all’Italia, come misura cautelare, una modifica legislativa emergenziale che consenta a Berlusconi di candidarsi alle Europee. La richiesta però, secondo anticipazioni dell’Ansa, sarebbe stata bocciata. Adesso a Strasburgo pende il precedente ricorso contro la legge Severino, rispetto al quale è stata rigettata la procedura d’urgenza. Sta di fatto che Forza Italia, al netto della faccia cattiva - Toti che insiste sul «brutto ddl», Brunetta che dà a Renzi del Pinocchio - è seduta comoda al tavolo della trattativa. Berlusconi, del resto, ha messo nero su bianco quelli che il premier considera i paletti ineludibili: non eleggibilità dei senatori, non onerosità della Camera delle Autonomie, non partecipazione al voto di fiducia. In cambio, il ministro Boschi è pronto ad aprire sui 21 componenti di nomina del presidente della Repubblica (indigesti agli azzurri), sulla composizione e su una maggiore rappresentatività delle regioni più grandi. Ma sono gli ultimi movimenti interni al Pd a preoccupare Forza Italia. «Noi non voteremo la proposta Chiti. Nessuna maggioranza parallela» ha messo in chiaro subito Toti. Nonostante sia per un Senato elettivo e piaccia a diversi di loro. E Daniela Santanchè avivsa: «Nessuno faccia il furbo e pensi di metterci in un angolo. Noi le riforme le vogliamo e le rivendichiamo». RASSEGNASTAMPA 7 mercoledì 9 aprile 2014 Il leader Fi vuole intestarsi il merito delle modifiche IL PUNTO NINNI ANDRIOLO ● RENZI HA RICAVATO DA BERLUSCONI L’ASSICURAZIONE CHE IL PATTO SULLE RIFORME TERRÀ, MA NON LA CERTEZZA CHE SI ALLENTERANNO LE POLEMICHE QUOTIDIANE DI BRUNETTA O DI ALTRI ESPONENTI DI FORZA ITALIA. Il «L’ex Cav non romperà: l’esito sarebbe ricompattare il Pd e rafforzare Ncd» MARIA ZEGARELLI ROMA Chiusa al Nazareno, insieme al suo collega Lorenzo Guerini, per limare e definire le liste per le candidature europee, la vicesegretaria Debora Serracchiani non perde di vista quanto nelle stesse ore sta accadendo a Palazzo Madama, con i senatori dem riuniti in Assemblea per discutere delle riforme costituzionali. «Vedrà che alla fine il patto con Silvio Berlusconi tiene e il Pd voterà compatto», dice quasi a voler allontanare gli spettri che si aggirano sul futuro del superamento del bicameralismo perfetto e il titolo V della Costituzione. L’INTERVISTA Debora Serracchiani «Nel partito c’è stata un’ampia discussione e poi è stata fatta una scelta, votata anche dalla nostra Direzione Ora tutti la rispettino Il25maggiononèpoicosìlontano.Sicuri di farcela entro quella data? Serracchiani, lei mostra ottimismo, ma intanto Corradino Mineo dice che c’è una maggioranza alternativa con Sel e M5s al Senato sul testo di Vannino Chiti. «Credo che ci siano delle idee diverse sulle riforme, noi abbiamo aperto ad ulteriori contributi ma negli organismi del Partito è stata fatta una scelta, votata anche dalla Direzione nazionale, che prevede dei paletti assolutamente invalicabili: no alle indennità, no all’elezione diretta, no al voto di fiducia, no al bilancio. Su questi punti dobbiamo tenere, sul resto si può aprire una discussione. Oggi Luigi Zanda, ragionando su quelli che sono i punti di vista diversi, aggiunge anche che è certo dell’unità del Partito e sono convinta che sarà così». L’unica distanza che sembra incolmabileriguardal’eleggibilitàdirettadeisenatori prevista dalla proposta Chiti. Come troverete la quadra su questo punto? «Sono due punti di vista molto distanti, va detto però che il governo ha fatto una proposta, supportata dal Partito. Ora, posso capire le iniziative come quelle di Chiti ma poi in un partito democratico si deve trovare una sintesi tenendo ben presente anche quale è la posizione del segretario nazionale». Questoèunodiqueicasiincuicisiappella alla disciplina di partito? «Non so se possiamo parlare di disciplina dipartito. La questione è un’altra: se si sta in un partito e si condividono le regole che questo si dà, si può lavorare per trovare un punto di equilibrio quando ci sono posizioni diverse, ma alla fine se ti rendi conto che la maggioranza la pensa in modo diverso da te, devi prenderne atto e rispettare quella maggioranza. Funziona così in tutte le comunità democratiche». bile. Se poi qualcuno ci ripensa dovrà spiegare perché cambia idea, noi siamo stati coerenti. Se Fi si sfila il primo effetto che provoca è ricompattare tutto il Pd, rafforzare la posizione di Ncd e la maggioranza di governo... Resto dell’idea che sia un bene non far saltare il tavolo perché le riforme si devono fare con un consenso ampio, ma deve essere chiaro che noi siamo determinati ad andare avanti anche da soli. I numeri ci sono e qualora non si dovessero raggiungere i voti dei 2/3 del Parlamento, noi siamo pronti ad andare al referendum. Non so se a Fi conviene spingere le cose fino a questo punto». IeriBerlusconihaassicuratocheterràfede al patto, ma in Fi i falchi non vogliono arrendersi. Quanto crede alla tenuta dell’accordo del Nazareno? «Le tensioni dentro Fi sono sotto gli occhi di tutti. E sono queste tensioni ad aver determinato in questo week end linee divergenti dentro quel partito, con affermazioni ultimative poi ritirate dallo stesso Berlusconi. Ci sono ragioni, e ben più forti, per mantenere l’impegno assunto sul fronte delle riforme». Fa bene il premier ad incontrare Berlusconi per rinsaldare l’intesa o è meglio non fidarsi? «Noi abbiamo le idee chiare e abbiamo lavorato affinché il percorso delle riforme iniziasse nel più breve tempo possibile, alla luce del sole, portando la discussione in Parlamento. Abbiamo ascoltato la richiesta di modifiche alla legge elettorale che poi è stata effettivamente corretta in alcune sue parti, senza mettere in discussione l’accordo e la sua tenuta. Insomma, abbiamo fatto un lavoro di cucitura il più ampio possi- .. . Le riforme si devono fare con un consenso ampio ma possiamo andare avanti anche da soli «Ci sono tutte le condizioni per farcela. Finora abbiamo rispettato tutte le scadenze, oggi (ieri per chi legge, ndr) si presenta il Def, si vedrà che le coperture ci sono e non da ora ma da settimane, la riforma elettorale ha già superato l’esame della Camera. Stiamo andando nella direzione giusta». InquesteorestatechiudendolecandidatureeuropeeenelPdancheinquestocaso non mancano i malumori. D’Attorre contestaidoppietripliincarichiefailnome di Michele Emiliano. Domani (oggi perchilegge,ndr),fileràtuttoliscioindirezione? «Noi abbiamo ascoltato tutti, soprattutto i territori che hanno costruito le candidature, molte di queste sono state sottoposte ai voti delle assemblee locali. Ma è ovvio che le liste sono anche il frutto del lavoro e delle scelte del segretario nazionale. Se ci sono tensioni spero vengano sciolte. Noi ce la stiamo mettendo tutta per rispettare soprattutto le indicazioni dei territori». Lorenzo Guerini ha detto che le elezioni europee saranno inevitabilmente un test anche per il governo. Lo supererete? «Abbiamo già superato alcuni test importanti, abbiamo vinto in Sardegna, il premier sta dando un forte impulso al cambiamento con il suo programma di governo, ma le europee saranno importanti anche in virtù di quello che accade in questi mesi, cioè la ricomposizione delle istituzioni europee, a partire dal semestre italiano di presidenza. Noi ci arriviamo con una credibilità internazionale rinnovata anche grazie al nostro piano di riforme e sono sicura che gli italiani quando andranno a votare terranno conto di questo». .. . Arriviamo alle elezioni europee con una credibilità all’estero rinnovata grazie alle misure a cui stiamo lavorando premier le mette nel conto ma «fara’ finta di non vedere»: è la direzione di marcia quella che vale. Al di là della veridicità delle indiscrezioni sul Cavaliere che avrebbe provato a far slittare la riforma del Senato a dopo le Europee, «tanto Matteo otterrai ugualmente un ottimo risultato», il dato di fatto è che Berlusconi non poteva far altro se non confermare l’intesa, senza cedere a quei forzisti che lo esortano ad assumere un profilo netto d’opposizione («vedrai che i sondaggi ti daranno immediatamente ragione...»). Troppo alto il rischio di un salto nel buio. «Gli italiani confidano nel fatto che Renzi e il Cavaliere, quando si sono messi assieme, hanno generato un’accoglienza positiva nel loro stesso elettorato - spiegava ieri al Foglio la sondaggista Alessandra Ghisleri - pure gli elettori berlusconiani vedevano bene l’accordo». Alzando il telefono per parlare con Renzi, quindi, Berlusconi ha scelto il pressing e non la rottura. Non si sa quanto durerà questa scelta “moderata” che è servita a Renzi per non correggere in corsa la strategia di intese larghe per le riforme costituzionali. La variante per approvarle facendo a meno di Forza Italia, e puntando al referendum confermativo, è sempre a portata di mano. Stretto nell’angolo dal protagonismo del premier, che gli concede di fatto un ruolo marginale, e dal prezzo che pagherebbe rivoltando il tavolo, Berlusconi punta sul recupero cercando di intestarsi qualche rilevante modifica alla riforma del Senato. Dall’eleggibilità dei senatori in poi, richiesta rilanciata ieri da Paolo Romani, ogni cambiamento al Ddl del governo potrebbe fornire materia per riguadagnare la scena a Forza Italia. «Dobbiamo collaborare con Renzi da una posizione paritaria, attiva, senza stare al rimorchio - spiegava, ancora sul Foglio, il capogruppo azzurro a Palazzo Madama - E in questo senso è opportuno discutere della riforma del Senato, che per noi ha tanti difetti». Un nuovo vertice Renzi-Berlusconi quindi? Il pressing sul presidente del Consiglio va avanti da giorni, ma ancora ieri non era in calendario. Indipendentemente dalla decisione dei giudici milanesi sugli arresti domiciliari o sull’affidamento ai servizi sociali, l’incontro servirebbe al leader azzurro per recuperare visibilità alla vigilia delle Europee. Un diverso rapporto tra presenza delle Regioni e quella dei sindaci, la rappresentanza delle Regioni proporzionata al numero di abitanti, la riduzione del numero dei senatori nominati dal Quirinale: se Berlusconi potesse intestarsi queste modifiche, tra le possibili che introdurrebbe già l’Aula del Senato, contrattandole direttamente con Renzi e sommando a queste qualche mezza apertura sul premierato, potrebbe attenuarsi perfino l’avvertimento lanciato ieri per una convergenza di Fi sul disegno di legge Chiti per l'elezione diretta dei senatori. Una minaccia, strumentale al pari di quella del M5S, per costringere Renzi a trattare con Berlusconi? Lealtà al patto da una parte, ultimatum dall’altra: è questo «il pendolo» che prevede Renzi per le prossime settimane, spia della confusione in cui versano Forza Italia e il suo leader. Che, però, «difficilmente possono strappare». A Palazzo Chigi, in ogni caso, sono certi che prevarrà «la responsabilità» ed escludono convergenze tra minoranza Pd, Fi e M5S. Lo stesso Chiti assicura tra l’altro «che non si farà strumentalizzare», mentre il senatore Pd, Francesco Russo, tra i promotori del documento dei 25 che chiede modifiche al testo del governo sul Senato, auspica «che Vannino ritiri la sua proposta» e annuncia «molti emendamenti che la richiamano». Tra i senatori democratici «c’è voglia di discutere, ma non di costruire barricate» e il presidente Zanda prevede che «il gruppo assumerà una posizione che io ritengo possa essere unitaria», Molti scommettono che alla fine prevarrà la linea di importanti modifiche di merito che aumenteranno le funzioni di garanzia del Senato senza scalfire i paletti che Renzi considera irrinunciabili, primo tra tutti la non eleggibilità dei senatori. Il testo migliorerà, quindi. Ma in Aula, anche se il Cavaliere insiste per ottenere un po’ di luce dai riflettori proiettati sul premier. «Entro il 25 maggio Palazzo Madama batterà il primo colpo sulla riforma del Senato e del Titolo V» annuncia il Presidente del Consiglio, sgombrando il campo anche dalle illazioni di marca azzurra sul rinvio del ddl costituzionale. Per Renzi, in realtà, quei provvedimenti sono decisivi per giocare all’attacco nella campagna per le Europee e per confermare alle urne un consenso che cancelli anche il «peccato originale» dell’ascesa a Palazzo Chigi senza passare dal voto degli italiani. RASSEGNASTAMPA 12 mercoledì 9 aprile 2014 ECONOMIA Bufera al Corriere: De Bortoli «forti tensioni» con Rcs ● Voci di cambio al vertice del Corriere dopo gli scontri con Scott Jovane ● Giornalisti in assemblea LAURA MATTEUCCI MILANO Nel gruppo Rcs l’attenzione resta puntata sulle decisioni del direttore del CorrieredellaSera, Ferruccio De Bortoli, che potrebbe scegliere di rassegnare le dimissioni a breve. Della possibilità di un cambio di direzione in via Solferino si parla da tempo, e ieri è stata ventilata anche dal Comitato di redazione del quotidiano, che in un’assemblea convocata sul tema ha confermato una «forte tensione» tra direzione e azienda. I rapporti tra De Bortoli e l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane negli ulti- mi tempi sono diventati sempre più conflittuali su diverse questioni, dall’operazione di vendita della sede storica del Corsera di via Solferino a quella dei bonus ai manager del gruppo (per 92 milioni di risparmi ottenuti, a fronte della chiusura o cessione di diverse testate, con pesanti ricadute sui livelli occupazionali) che, nonostante sia rientrata proprio in seguito alle proteste di tutta la redazione, ha fatto precipitare la crisi. Era fine marzo, quando De Bortoli, intervenuto in assemblea davanti a tutti i dipendenti, aveva messo sul piatto le sue dimissioni, nel caso non fosse stato ritirato il piano di incentivi ai top manager. Da parte della proprietà, si apprende, le pressioni verso il direttore sarebbero forti, ma per ora nulla si muove. E secondo alcuni si starebbe lavorando per un’uscita morbida. Un cambio al vertice del Corriere, peraltro, comporterebbe un passaggio formale dal cda del gruppo Rcs, di cui ad oggi non risulta alcuna convocazione straordinaria. Ma le dimissioni sono sempre possibili. Nel frattempo, si fanno già i nomi di papabi- .. . Intanto l’azienda comunica la chiusura di Rcd, con i 15 dipendenti in cig a zero ore li successori, e in particolare si parla con insistenza di un tandem Mario Calabresi (attuale direttore de La Stampa) Giulio Anselmi (presidente dell’Ansa). Nel caso di una scelta interna, intanto, circola il nome di Aldo Cazzullo. Intanto il Cdr dei Periodici informa di aver appreso «con sconcerto e preoccupazione» dell’intenzione annunciata alla Redazione contenuti digitali (Rcd) di voler procedere alla chiusura della testata, con conseguente ipotesi di cassa integrazione a zero ore per i 15 colleghi. Rcd è la struttura giornalistica interna al gruppo che da anni fornisce alle edizioni online di Rcs una parte considerevole delle loro produzioni video (qualcosa come 44 al giorno), garantendo un apporto fondamentale alla presenza dell’editore in un segmento di mercato in forte espansione. «Un apporto, quel- La lenta agonia del bancario tra crisi e tagli Unicredit è partito bene e non guarda a Profumo Il congresso Fisac-Cgil analizza la drammatica caduta occupazionale e la ristrutturazione del settore del credito ● Il nuovo contratto per difendere i diritti e l’occupazione ● GIUSEPPE VESPO MILANO Una volta era considerato un po’ come il posto pubblico: sicuro e relativamente tranquillo. Ma da quando è iniziata la crisi anche il posto in banca è diventato scomodo, precario. Negli ultimi sei anni se ne sono persi 28 mila: i dipendenti degli istituti di credito sono passati da 338 mila a meno di 310 mila. Solo nel 2012 il calo è stato di quasi sette mila lavoratori. Un trend che dovrebbe continuare a ritmi elevati almeno fino al 2015, quando complessivamente saranno quasi quaranta mila i bancari travolti dall’inizio della crisi economica. Una flessione «impressionante», dell’ordine del 13 per cento. Numeri e proiezioni sono quelli di uno studio presentato ieri a Rimini in occasione del congresso della Fisac-Cgil, evento dal titolo «La direzione giusta». Un indirizzo che non può essere certo quello seguito fin qui dal settore. Anche perché, sottolinea il sindacato, a soffrire non sono solo i dipendenti ma anche i clienti delle banche, cioè le famiglie e le imprese, e alla fine gli stessi istituti. Lo studio mostra numeri da capogiro quando si occupa dei cosiddetti «crediti deteriorati». Si tratta di prestiti a soggetti insolventi, di crediti «ristrutturati» - quindi che comportano una perdita per la banca - o di crediti scaduti. Una montagna di soldi arrivata a superare quota 270 miliardi di euro. Chi deve tutto questo denaro? L’analisi della tipologia di debitore dice che almeno un milione di clienti con prestiti fino a 125 mila euro genera 21 miliardi di euro di sofferenze. Mentre solo 421 soggetti con prestiti oltre i 25 milioni di euro ne generano 16,3 miliardi. CRISI E CONTRATTO Come invertire la rotta? Sul fronte dell’occupazione, per il sindacato, l’unica via da seguire è quella del «difficile rinnovo» contratto nazionale. A parlarne è il segretario dei bancari della Cgil, Agostino Megale. La nostra proposta, dice, mira a «difendere l’occupazione e valorizzare il lavoro» e si contrappone nettamente a quella dell’Abi, che riunisce le banche. Tra noi e loro c’è «una distanza abissale» e per certi versi «irricevibile», dice Megale, quando l’associazione guidata da Antonio Patuelli sostiene che «i lavoratori bancari sarebbero culturalmente inadeguati al nuovo contesto economico e sociale». Per la Fisac e la sua piattaforma contrattuale, «il lavoratore bancario deve restare centrale, e per questo va respinta la contrapposizione tra salario e occupazione e quindi il blocco contrattuale per il prossimo triennio». D’altra parte, il rinnovo del contratto del 96,8 per cento dei lavoratori del credito, rileva sempre il sindacato, costa (703 milioni di euro) meno di quanto percepisce il management che incide sull’occupazione per il 3,2 per cento. Le parole d’ordine della proposta contrattuale sono: «Difesa dell’occupazione, dell’area contrattuale, salario per il potere d'acquisto e contrattazione di secondo livello». Sul fronte della crisi, invece, la Fi- .. . Con l’Abi c’è una distanza abissale quando giudica i lavoratori «culturalmente inadeguati» al momento Susanna Camusso al congresso Fisac FOTO DIRE sac sostiene la necessità di una «terapia d’urto» che abbia come obiettivo la crescita e la «solidarietà espansiva». Sono tre le proposte: far ripartire gli investimenti utilizzando la grande liquidità in circolazione, tra Cassa depositi e prestiti, assicurazioni, banche e fondi pensioni; introdurre un tetto agli stipendi dei manager privati, come sta avvenendo nel pubblico; favorire l’ingresso di duecento mila giovani FINCANTIERI Cgil e Fiom di Genova: no alla vendita No alla quotazione in Borsa del gruppo Fincantieri. Lo affermano in una nota la Cgil e la Fiom di Genova. «Da diverse settimane -si legge - si susseguono da parte di Fincantieri e da autorevoli fonti governative annunci sulla quotazione in Borsa di Fincantieri». «La Camera del Lavoro metropolitana e la Fiom Cgil -sottolineano i segretari Ivano Bosco e Bruno Manganaroconsiderano sbagliata tale scelta. La crisi della cantieristica -ricordano- non è finita e la cassa integrazione nei vari lo di Rcd, senza il quale Rcs avrebbe rivelato un drammatico ritardo proprio sul fronte di quella multimedialità verso la quale il piano industriale varato l’anno scorso dal Cda dichiara di voler puntare», continua la nota del Cdr. Ad aggravare lo sconcerto per l’ipotesi di chiusura di Rcd, prosegue la nota, contribuiscono poi le notizie di stampa secondo cui il gruppo Rcs avrebbe già inviato a potenziali fornitori come Ansa e Lapresse un bando per la fornitura di servizi video le cui specifiche di fatto corrispondono al lavoro attualmente svolto dalla redazione di Rcd. La nota si chiude sottolineando che «è intollerabile e da rigettare con ogni mezzo il tentativo dell’azienda di sostituire il lavoro dei propri giornalisti con la fornitura esterna della medesima attività e degli stessi contenuti». cantieri navali, che proseguirà purtroppo anche per il 2015, ne è una dimostrazione». «Negli ultimi quattro anni, mentre perdura l'utilizzo del sistema degli appalti come metodo principe per ridurre il costo del lavoro e i diritti, in Fincantieri Italia -spiegano Bosco e Manganaro- si sono persi quasi 800 posti di lavoro». Secondo i segretari «oggi servirebbe un confronto serio con l'azionista ed il Governo per difendere un'azienda manifatturiera importante» con contratti part time, accompagnando alla pensione i lavoratori anziani con altrettanti part time. Al congresso, che tra l’altro celebrava il trentennale della categoria, hanno preso parte anche Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. La sindacalista ha attaccato la disdetta unilaterale del contratto da parte dell’Abi. Il ministro ha difeso il decreto Lavoro. Partenza positiva del 2014 per il gruppo UniCredit. Lo ha annunciato l’amministratore delegato Federico Ghizzoni, nella conferenza stampa tenuta dopo il consiglio di amministrazione che ha fatto il punto sull'andamento dei primi mesi dell'anno. «Siamo abbastanza soddisfatti di come è partito l'anno a livello di gruppo e in Italia», ha affermato Ghizzoni. «Sull'Italia ha proseguito - ci sono alcuni dati abbastanza interessanti che fanno capire come dopo aver toccato il fondo lo scorso anno, ora c'è un minimo di ripresa, anche se ancora a macchia leopardo e soprattutto nel corporate». Sul fronte del credito, ha aggiunto, UniCredit sta andando «bene», specie sui mutui casa, dove il gruppo è arrivato «al 14% di quota di mercato dopo aver toccato il minimo del 6-7% un anno fa». Sul fronte del credito al consumo «la crescita è a doppia cifra anno su anno e la quota di mercato è oltre il 16%». Ghizzoni poi ha proseguito ricordando: «Ho preso delle decisioni molto difficili a fine anno. Complicate ma molto razionali e necessarie». Le parole erano destinate a commentare le dichiarazioni di Alessandro Profumo, suo predecessore alla guida della banca e oggi presidente di Mps, sul fatto che la mega-perdita da 14 miliardi accusata nel 2013 non è riconducibile in alcun modo alla sua gestione. «Siamo molto contenti di aver preso queste decisioni - ha continuato Ghizzoni - anche perchè il mercato le ha molto apprezzate. Non mi piace guardarmi indietro. Sono state prese per impostare cinque anni di crescita da parte del Gruppo e io sono esclusivamente focalizzato sul futuro del Gruppo» RASSEGNASTAMPA 13 mercoledì 9 aprile 2014 Piombino, corsa accidentata per il gruppo Smc SILVIA GIGLI [email protected] Visitatori al salone del Mobile 2014, che si tiene alla Fiera di Rho FOTO DI OMAR ABD EL NASER/LAPRESSE La carica dei 300mila al mobile made in Italy ● ● Taglio del nastro per il Salone: il settore ha un export da 11 miliardi di euro Il premier atteso venerdì a Milano, polemica di Maroni spenta sul nascere ANDREA BONZI [email protected] Tra qualche polemica per la mancanza di un esponente di governo al taglio del nastro (il premier Matteo Renzi arriverà venerdì) e il blitz dei carabinieri che, alcuni giorni fa, hanno scoperto 16 lavoratori in nero tra gli stand, sospendendo tre aziende, ha aperto ieri i battenti il 53° Salone del mobile, fino al 13 aprile alla Fiera di Rho-Pero. Un’edizione che sfida la crisi - i 180 espositori, un terzo dei quali stranieri, attendono ben 300mila visitatori, con un giro d’affari superiore a 200 milioni di euro - e che, grazie a una serie di eventi collegati (ad esempio il salone off nella zona di via Tortona e molte altre inziative), si pone come una sorta di test anticipato - seppur ridotto - per l’Expo Milano 2015. I NUMERI DI UN SETTORE «È ancora il Salone del settore più bello al mondo», ha commentato il presidente di Cosmit, Claudio Luti, gonfiando il petto: «Gli stranieri ci riconoscono qualità, stile, voglia di innovare e una filiera invidiata da tutti. Dobbiamo solo mettere più attenzione nella distribuzione e nel marketing, per guadagnare quote di mercato». Le esportazioni, del resto, pesano per ben 11 mi- .. . Il sindaco Pisapia: «Il governo è benvenuto, ma la città ce la farà anche da sola» liardi di euro, cifra che induce a pensare che, in fondo al tunnel di una crisi prolungata, ci possa essere la luce. Da qui, parte una riflessione sul sistema-Italia: «La politica deve favorire questo comparto e la sua crescita - sottolinea il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero -, spero che Renzi mantenga le promesse, dia il via libera alla riduzione dell’Irpef e sulle imprese mi aspetto un occhio di riguardo, perché non vogliamo che il Paese resti un territorio manifatturiero, non solo dedicato ai servizi». LA VISITA DI RENZI A MILANO Il governo, appunto. Il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha provato con un tweet ad aprire la polemica sull’assenza del premier: «Salone del Mobile 2014. Strano che Matteo Renzi giri per il mondo e non sia ancora venuto qui a Milano». A chiudere la questione ci ha pensato subito il replica del responsabile comunicazione del Pd, Francesco Nicodemo, rivolgendosi direttamente all’amministratore leghista: «Renzi, come già da tempo previsto, sarà a Milano venerdì. Salone del Mobile 2014. Serena giornata». Il sindaco del capoluogo lombardo, Giuliano Pisapia, arrivato in mattinata all’inaugurazione, ha risposto poi alle domande dei cronisti, senza rinunciare a lanciare lo sguardo sull’appuntamento dell’Expo, vero banco di prova per la città intera. «Ce la facciamo - rimarca il primo cittadino - ce l’abbiamo sempre fatta, anche da soli. È chiaro che il Governo è il benvenuto; attendiamo anche con speranza contributi concreti per vincere le grandi scommesse che abbiamo di fronte, ma sicuramente, anche senza apporto concreto dell’esecutivo, ce la faremo». L’ultima battuta in merito del sindaco è stata di riconoscimento al lavoro del ministro all’Agricoltura, Maurizio Martina, che, ha detto, «è quotidianamente a Milano e in Lombardia». IL BLITZ DEI CARABINIERI Più movimentata la vigilia del Salone: il tre aprile scorso, infatti, i carabinieri di Rho hanno denunciato 16 persone (di cui 4 straniere) per violazioni delle norme sul lavoro e sulla sicurezza, nel corso di un vasto controllo scattato durante l’allestimento della kermesse. I militari, accompagnati dall’ispettorato del lavoro, hanno visionato 4 padiglioni e controllato 27 ditte, per un totale di 130 lavoratori identificati: tra questi, ben 16 operai lavoravano completamente in nero. Sono 3 invece le attività imprenditoriali sospese. In queste società, i lavoratori prestavano servizio in totale assenza di qualsiasi documento, mentre per quattro ditte lombarde e una marchigiana si sono riscontrate violazioni delle norme in materia di sicurezza dei lavoratori. I carabinieri, infine, hanno comminato una raffica di sanzioni pecuniarie, per il valore complessivo di circa 110mila euro. .. . Alla vigilia i controlli dei carabinieri: denunciati 16 lavoratori in nero, tre aziende sospese Il percorso della Smc, società tunisina facente capo al magnate giordano Khaled Al Habahbeh, sulla via dell’acquisto delle acciaierie Lucchini di Piombino è decisamente accidentato. Dopo l’uscita sui giornali italiani di alcuni suoi trascorsi con la giustizia statunitense (dove pare abbia scontato 33 mesi per truffa e traffico di stupefacenti), adesso è la Procura della Repubblica di Livorno ad aver aperto un fascicolo sul magnate giordano. Alla base dell’inchiesta c’è un esposto presentato il mese scorso dal commissario straordinario della Lucchini, Piero Nardi, nato a quanto pare su input del Consiglio di sorveglianza sulla gara per la vendita del gruppo Lucchini che ipotizzava la turbativa d’asta. La magistratura livornese ha quindi affidato alla Guardia di Finanza le indagini necessarie per appurare se le ipotesi di turbativa d’asta e falso in atto pubblico (reato quest’ultimo relativo alle attestazioni che Al Habahbeh avrebbe rilasciato alle autorità per ottenere il permesso di soggiorno e nelle quali avrebbe omesso di aver subito condanne penali) siano vere o meno. Dalla Lucchini fanno sapere che l’esposto presentato dal commissario Nardi era un atto dovuto, stante IL CASO Agrati conferma la chiusura e 82 licenziamenti Agrati ha confermato la chiusura dello stabilimento di Collegno (Torino), annunciato a fine gennaio. Neppure il pressing di sindacato e governo è riuscita a far cambiare idea alla multinazionale che produce viti e bulloni, ieri al tavolo di crisi al ministero dello Sviluppo Economico, a Roma. In ballo ci sono 82 posti di lavoro. «L’azienda - attacca il segretario della Fiom di Torino, Federico Bellono - ha rifiutato persino l’ipotesi di prorogare i termini di una settimana per esplorare eventuali alternative alla chiusura». A questo punto, le tute blu della Cgil si rivolgono direttamente al premier Matteo Renzi: «Il tavolo al ministero non è stato all’altezza della situazione, ora della vertenza si deve fare carico il presidente del consiglio. Il governo non può non essere in grado di impedire la chiusura di uno stabilimento di un’azienda sana». la segnalazione del Consiglio di sorveglianza. E che, in ogni caso, se la Smc sarà in grado di presentare un’offerta vincolante sostenuta da tutte le garanzie richieste dovrà comunque essere presa in considerazione. Una cosa è certa però. Questa indagine della Procura è una tegola per il gruppo Smc e anche per i piombinesi che si erano aggrappati all’idea del magnate arabo come all’ultima speranza possibile prima di chiudere definitivamente l’esperienza Lucchini. Sebbene da fonti vicine ad Al Habahbeh si apprenda che il percorso verso l’offerta vincolante è ancora aperto ed operativo, a Piombino la tensione si fa alta e lo spettro della cassa integrazione in seguito alla possibile chiusura dell’altoforno non fa dormire la notte. Stando alle ultime indiscrezioni, pare che l’offerta vincolante, inizialmente data per certa all’inizio di questa settimana, dovrà slittare di qualche giorno perché la società che si sta occupando della parte finanziaria dell’offerta non ha ancora ultimato il suo lavoro. Sempre stando ad indiscrezioni, parrebbe che i soldi della ricapitalizzazione decisa dall’assemblea straordinaria dei soci Smc lo scorso sabato siano già stati depositati nella banca arabo-europea di Roma. La ricapitalizzazione deliberata sabato a Tunisi, lo ricordiamo, portava il capitale sociale di Smc da 2 milioni a 2 miliardi di dollari Usa. Certo è che, se l’offerta non verrà fatta entro il prossimo lunedì, dal giorno successivo non ci saranno più speranze per l’altoforno e questo porterà con sé cassa integrazione sicura per centinaia di lavoratori. Insomma, la corsa contro il tempo è diventata un thriller al cardiopalma e, ora come ora, non è proprio dato di sapere come finirà. C’è chi ancora ci spera ma in queste ore è il pessimismo ad aleggiare sulla città toscana dell’acciaio. Anche perché, stando alle notizie emerse nel corso del consiglio di fabbrica di lunedì, una ditta francese arriverà tra pochi giorni a Piombino per approntare tutte le procedure necessarie allo spegnimento dell’altoforno che avverrà, secondo le ultime informazioni, il prossimo 23 aprile. Per il 16 aprile è previsto un incontro dei sindacati Fim, Fiom e Uilm con il sottosegretario Claudio De Vincenti nel quale ribadiranno il no dei lavoratori alla chiusura dell’altoforno fino a quando non si troveranno soluzioni alternative per ogni persona che dovrà essere tagliata dal ciclo produttivo. Si parla in particolare di privilegiare la scelta dei contratti di solidarietà invece della cassa integrazione. .. . La Procura di Livorno ha aperto un fascicolo sul magnate giordano per turbativa d’asta Guidi: Fiat può fare ciò che vuole. Scoppia la polemica GIUSEPPE CARUSO MILANO «Fiat è un’azienda privata e può fare quello che vuole», firmato Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico ed ex membro del consiglio di amministrazione del gruppo torinese. «Non voglio fare il difensore di nessuno» ha sottolineato il ministro «tantomeno della Fiat, ma rispetto agli anni Ottanta è un’altra azienda, ha fatto investimenti. A mio avviso bisogna creare le condizioni perché qualunque azienda, italiana o straniera che sia, tro- vi un valore aggiunto ad investire nel nostro Paese. Nessuno, però, può essere trattenuto a forza e obbligato per legge a investire». DOVERI «Nel momento storico che l’Italia sta vivendo» ha concluso la Guidi «le imprese che se lo possono permettere hanno il dovere morale di cercare di tenere botta e di preservare i livelli occupazionali. Per i casi Alcoa e Micron, viste le centinaia di esuberi previsti, stiamo facendo il massimo, anzi più del massimo come governo, ma si tratta di vicende complesse. Dobbiamo trovare soluzioni che tutelino al massimo il livello occupazionale e le esigenze di economicità dell’azienda». Le parole del ministro Guidi sulla Fiat non potevano non sollevare un vespaio ed a stretto giro di posta è arrivata la risposta della Fiom. «Le dichiarazioni rilasciate dalla ministra Guidi sono le stesse dei governi precedenti. Se il più grande gruppo industriale privato può fare quel che vuole, chiediamo quale sia il ruolo di una ministra allo sviluppo economico, visto che l’obiettivo del ministero dovrebbe essere assi- curare investimenti e occupazione». «Che la ministra» continua la Fiom «rilasci queste dichiarazioni mentre la metà dei lavoratori in Fiat sono in cassa integrazione e il sistema industriale, anche nell’indotto e nella componentistica, rischia di perdere l’intero settore delle automotive, è insopportabile. Come Fiom, rinnoviamo la richiesta di un incontro promosso dal Governo con l’azienda e le organizzazioni sindacali. L’amministratore delegato del Gruppo ha recentemente dichiarato che vuol produrre 6 milioni di auto: il governo italiano vuole negoziare per avere una parte di quelle produzioni o è indifferente dinnanzi a eventuali ulteriori delocalizzazioni?». Anche da Sel sono partite bordate in direzione del ministro allo Sviluppo economico e Giorgio Airaudo ha ricordato come «la Fiat in questi anni ha fatto ciò che voleva com’è evidente a tutti. E l’ha fatto a scapito dei lavoratori e del Paese. Il problema non è cosa fa Fiat, ma cosa fa il governo». Matteo Colaninno del Pd difende invece il ministro Guidi: «Incomprensibili gli attacchi ai suoi danni, le sue parole rispecchiano la realtà». RASSEGNASTAMPA 15 mercoledì 9 aprile 2014 COMUNITÀ L’intervento La lettera Se avanza la scienza si abbattono le barriere È un passo necessario per l’integrazione europea Rino Falcone Cnr - Direttore Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione ● IERI PRESSO IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE È STATO PRESENTATO ALL’OPINIONE PUBBLICA IL MANIFESTO PER UN’EUROPA DI PROGRESSO. Si tratta di una simbolica presa di posizione da parte di un nutrito gruppo di scienziati italiani (alcuni nomi: Carlo Bernardini, Giovanni Bignami, Marcello Buiatti, Cristiano Castelfranchi, Emilia Chianchione, Tullio De Mauro, Fabiola Gianotti, Lucio Luzzatto, Tommaso Maccacaro, Lamberto Maffei, Annibale Mottana, Luigi Nicolais, Giorgio Parisi, Virginia Volterra) per un concreto rilancio del sogno degli Stati Uniti d’Europa, proprio nel momento di maggior difficoltà nella sua realizzazione. Il manifesto è la naturale conseguenza del clima culturale che va diffondendosi in Italia come in molti altri dei Paesi Europei: di ostilità verso il processo di unificazione, verso il superamento delle barriere nazionali, verso la reale costituzione della Nazione europea (con il corollario di «un’impressionante crescita di egoismi locali, di particolarismi e di veri e propri nazionalismi»). Si sta di fatto scaricando sull’idea di aggregazione del soggetto europeo gran parte delle responsabilità che provengono dalla crisi economico-sociale degli ultimi anni. Ovviamente alcune di queste responsabilità sono anche da riferirsi all’indirizzo che si è scelto nello sviluppo del progetto di Europa (come si dice nel manifesto esse «investono certamente l’eccessiva timidezza nel processo di costituzione politica del soggetto europeo: la responsabilità di presentare questo orizzonte politico, culturale e sociale con le sole fattezze della severità dei “conti in ordine”. L’Europa dei mercanti e dei banchieri, della restrizione e del rigore: una sorta di gendarme che impone limiti spesso insensati, piuttosto che sostegno nell’ampliare prospettive di visuale sugli sviluppi del futuro»). Proprio questi segnali hanno sollecitato la preoccupazione di promotori e primi firmatari. Essi hanno avvertito una .. . Un documento che risponde al clima di ostilità verso il processo di unificazione sorta di separazione e distacco, tra il metodo da sempre a fondamento del lavoro di ricerca e della scienza (metodo di collaborazione senza confini tra gli scienziati) e il ripristino di barriere e convenzioni in uno spirito separatista, non-collaborativo o addirittura esplicitamente conflittuale. È apparsa in grande evidenza l’inversione di tendenza tra lo sviluppo del processo di unificazione degli ultimi decenni (in grado di cementare e rafforzare la comunità europea degli scienziati con alcune interessanti estensioni anche ad altre attività della popolazione europea) e questo nuovo spirito antieuropeista. Il manifesto esplicita con chiarezza come, per gli scienziati che lo hanno stilato, sia assodata l’esistenza di una determinante correlazione tra il progredire della scienza, della cultura e l’abbattimento delle barriere, dei confini, delle separazioni. Come la scienza sia in essenza proprio il superamento di queste restrizioni. Restrizioni che riguardano anzitutto la sfera cognitiva, ma che si riflettono ed esprimono poi naturalmente sugli artefatti e sulle regole generali di governo del mondo (sugli artefatti materiali ed immateriali). È attraverso la scienza che si ridetermina il mondo, lo si rilegge e reinterpreta alla luce della nuova conoscenza. Non è probabilmente un caso che lo strumento di massima potenzialità collaborativa (Internet) origini dalla ricerca scientifica di base: il WWW, il World Wide Web sviluppato presso il CERN (Centro Europeo per la ricerca nucleare). Ad esso vanno ricondotti i meriti dell’attuale ruolo della «rete» nella stragrande parte delle nostre attività. D’altra parte, la necessità per gli scienziati di mettere a confronto le proprie ipotesi con quelle di altri che si occupano dello stesso campo di indagine è sempre stata un’esigenza fondamentale, che ha abbattuto barriere e confini nel tempo. E che ha rappresentato una sorta di traino per molti altri ambiti della società. Con la scienza attuale si aggiungono ulteriori elementi a sostegno di questa esigenza. Prendiamo il caso delle grandi infrastrutture di ricerca. Ossia dei mega laboratori operanti in tutti i campi scientifici (dalle sorgenti di radiazione alle banche dati in genomica e scienze sociali, dagli osservatori per le scienze ambientali, alle tecniche di imaging o le camere pulite attrezzate per lo studio e lo sviluppo di nuovi materiali o per le applicazioni di nano-elettronica). Esse assumono sempre più l’aspetto di impegnativi sforzi economici su scala sovranazionale: si parla non a caso di grandi infrastrutture di ri- L’analisi Salario minimo ma come? Evitiamo facili slogan Luigi Mariucci ● CIRCOLA DA QUALCHE TEMPO L’IDEA, RIPRESA DI RECENTEDAENRICOMORANDO,DIUNINTERVENTO LEGISLATIVO DIRETTO A INTRODURRE UN SALARIO MINIMO E ALTEMPO STESSO ad attribuire per legge ai contratti aziendali la facoltà di derogare ai contratti nazionali in termini generalizzati. Il primo tema è ora richiamato dal disegno di legge delega sul lavoro. Sul punto occorre intendersi bene. La formula del salario minimo legale è certo seducente. Ma bisogna chiarire il quanto, il per chi e il come. La questione del «quanto» si collega a quella del «per chi». Se infatti il salario minimo dovesse essere fissato a una soglia inferiore ai minimi retributivi dei contratti nazionali (ad esempio a 7,50 euro, valore netto del cosiddetto voucher) è evidente che dovrebbe riguardare solo coloro a cui non si applicano i contratti nazionali, pe- cerca (pan europee) e di organismi sovra-nazionali orientati alla loro realizzazione. Quindi la scienza europea ha necessità di un aggregato europeo ben organizzato e coeso per procedere al meglio, per raggiungere più rapidamente e con maggiore efficacia i risultati di maggior prestigio e rilevanza. Ma vale anche il viceversa: la società europea ha bisogno di una scienza aggregata e organizzata sistemicamente, che è la condizione fondamentale per ottenere ricadute in tutti i campi dello sviluppo economico-sociale sulla scala più ampia del continente europeo. Società ed economia della conoscenza ci indicano chiaramente l’orizzonte verso cui avviarsi. È per queste ragioni che gli scienziati hanno deciso di muoversi, sentendosi parte in causa in questo nefasto processo di arretramento. Avvieranno quindi una raccolta di firme, proveranno ad estendere l’iniziativa alle altre comunità scientifiche europee e organizzeranno eventi di approfondimento sui temi di rilievo per l’unificazione d’Europa. La scienza deve poter soccorrere lo spirito critico di tutti noi. Deve come sempre presentarci gli orizzonti possibili, al di là delle meschine miopie in cui spesso si rifugiano i nostri sguardi più limitati. Ilmanifesto, di cui abbiamo pubblicato un ampio stralcio su l’Unità di ieri, si può firmare anche sul nostro sito internet: www.unita.it Luigi Berlinguer SEGUE DALLA PRIMA Mentre aderisco con una firma entusiasta vorrei introdurre due integrazioni. Primo: occorrerebbe sollecitare un più rilevante ruolo del mondo umanistico, senza il quale si rischia di perdere un aspetto della integrazione europea che certamente ha nella koiné della scienza la sua carta vincente, ma non può sottovalutarsi il fatto che è da secoli che è l’Europa a costruire la «Repubblica delle Lettere». Una seconda osservazione: è molto importante che gli scienziati invochino per l’Europa unità politica, ma si deve ormai accelerare nel contempo il processo di realizzazione dello Spazio Europeo della Ricerca. Si sente incredulità e resistenza anche in alcuni ambienti del mondo della ricerca a superare le strutture strettamente nazionali dell’organizzazione scientifica. Lo stesso ProgrammaQuadroHorizon2020 continua ad essere un finanziamento europeo di organizzazioni degli Stati. Lo Spazio Europeo della Ricerca è ancora un appartamento vuoto: i programmi, i bandi, le carriere dei ricercatori e degli accademici, ad esempio, sono ancora fortemente costretti in ambiti nazionali. C’è da augurarsi pertanto che il mondo della ricerca dia per primo un esempio in casa propria per il processo complessivo dell’integrazione politica dell’Europa. Maramotti na una rincorsa al ribasso dei livelli salariali, già oggi fortemente depressi per la mancanza di ogni forma di indicizzazione e per il peso del prelievo fiscale e contributivo. Ma di quali lavoratori si tratta? Si dice, degli atipici: non, però, i lavoratori dipendenti temporanei (a termine, in somministrazione ecc.), per i quali già vige l’obbligo della parità di trattamento con i lavoratori a tempo indeterminato, ma i lavoratori autonomi deboli, ovvero parasubordinati (collaboratori, partite Iva in mono-committenza). Naturalmente si deve trattare di «veri» lavoratori autonomi, non di false partite Iva o falsi cococo, che già ora sono forme contrattuali illegali che vanno semplicemente contrastate e convertite in contratti di lavoro subordinato. Tuttavia per il lavoro veramente autonomo è difficile stabilire il valore della prestazione oraria dato che questa è riferita al risultato e non al tempo di lavoro. Qui più che di salario minimo occorre individuare meccanismi di determinazione di un «equo compenso» più efficaci di quelli già introdotti per i cococo e nel settore giornalistico. Né si dica che il salario mini- .. . La proposta rilanciata da Morando è seducente ma bisogna chiarire il «quanto» e di quali lavoratori si tratta mo serve a contrastare il lavoro nero: qui, a parte il rilanciare specifiche politiche di incentivo alla emersione, serve solo a rafforzare le misure repressive di ordine pecuniario, dato che la «galera» di cui ha parlato Morando suona come una boutade, considerata la larga depenalizzazione della materia lavoristica, e a tacere del noto problema del sovraffollamento delle carceri. Per quanto riguarda invece i minimi retributivi previsti dai contratti nazionali è bene ricordare che già ora questi sono giuridicamente vincolanti per tutte le imprese del settore, in base alla giurisprudenza in tema di garanzia della retribuzione sufficiente (art.36 della Costituzione.) e che la loro disapplicazione di fatto (specie nei servizi, nelle piccole imprese e in quelle non associate che sfuggono al controllo sindacale) può essere contrastata mediante un intervento di estensione erga omnes della parte economica, anche solo riferita ai minimi tabellari, dei contratti nazionali, rafforzata da adeguate sanzioni pecuniarie. Tale intervento sarebbe del tutto compatibile con l’art.39 della Costituzione.: non a caso esso era già stato ipotizzato dal protocollo del luglio 1993. Un intervento siffatto sarebbe in ogni caso molto più semplice e trasparente rispetto a una procedura burocratico-amministrativa che finirebbe con l’introdurre complicati quanto defatiganti meccanismi di contrattazione occulta. In contrasto con l’art.39 della Costituzione si porrebbe invece l’altro intervento ipotizza- to. Una norma di legge che incentivasse il superamento del contratto nazionale da parte dei contratti aziendali, oltre ad essere illegittima, avrebbe effetti devastanti sul piano economico finendo col favorire forme di concorrenza sleale e di dumping sociale all’interno dello stesso mercato nazionale. L’art.8 della legge n.148, voluto dal governo Berlusconi a pochi mesi dalla sua caduta, che attribuisce alla contrattazione «di prossimità» (aziendale e territoriale) una indiscriminata potestà derogatoria di leggi e contratti, va perciò abrogato per intero. Occorre ribadire infatti che la disciplina del sistema contrattuale è materia riservata alla libertà sindacale e che gli accordi interconfederali del 2011 e del 2013, sistematizzati dal Testo Unico dello scorso gennaio, riconfermano la funzione centrale del contratto nazionale anche dal punto di vista della definizione delle competenze della contrattazione aziendale. Qui sta alle parti sociali procedere ad una forte di innovazione, riducendo il numero dei troppi contratti nazionali e semplificandone radicalmente il contenuto, in raccordo aperto con la negoziazione di secondo livello. Ma questa è materia che il principio di libertà sindacale di cui al I comma dell’art.39 della Costituzione impone di riservare alla autonomia sindacale, lasciando alla legge solo una funzione di sostegno, come si è fatto ad esempio incentivando fiscalmente le forme di retribuzione collegate a parametri aziendali di produttività. RASSEGNASTAMPA 16 mercoledì 9 aprile 2014 COMUNITÀ Dialoghi La commemorazione dei massacri in Ruanda Dal 6 aprile alla metà di luglio del 1994 vennero massacrate in Ruanda centinaia di migliaia di persone prevalentemente Tutsi. Dal palco delle commemorazioni, il presidente del Ruanda ha inviato strali di critica contro Parigi, perché, a suo dire, aiutò i nazionalisti Hutu, che controllavano l’esercito ruandese prima del 1994. Sono passati vent’anni e la verità cammina ancora sulle sabbie mobili. FABIO SICARI Luigi Cancrini psichiatra e psicoterapeuta L’eredità del colonialismo è un’eredità pesante. Per i Paesi africani e per quelli europei. Con l’eccezione luminosa di Mandela e del Sudafrica, dove una iniziativa politica di pace e di fratellanza, non ostacolata dall’esterno, riuscì a unire tutti quelli che vivevano in quell’immenso territorio. Facendone una nazione. Il che non è accaduto purtroppo altrove, come in CaraUnità Partito di governo Questo titolo appariva su Rinascita verso la fine degli anni Sessanta e introduceva un articolo di Giorgio Amendola. Fece discutere molto perché il Pci era concepito, allora, come partito di lotta e non di governo (nazionale), come invece verrà visto più tardi (con e da Berlinguer). Ora il partito è al governo (qualcuno dice che «è il governo»). Comunque il nostro partito ha in mano le redini del governo del Paese e noi incrociamo le dita affinché gli impegni presi e i progetti in corso vadano a buon fine L’intervento I ministri, l’inglese e l’ignoranza dell’italiano Benedetto Vertecchi ● ALCUNE RECENTI AFFERMAZIONI DEL MINISTROGIANNINICIRCA GLIINDIRIZZIDIPOLITICA SCOLASTICA HANNO RIPROPOSTO il tor- mentone dell’insegnamento dell’inglese fin dall’inizio del percorso scolastico. Dalla Moratti in poi, si direbbe che nessun obiettivo sia stato così puntualmente ribadito dai ministri che si sono succeduti nel governo della scuola. Non è chiaro se rientrasse nelle intenzioni del ministro Giannini, ma ciò che ha affermato circa la necessità di un rinnovato impegno nella direzione indicata suona come una condanna senza appello nei confronti dei ministri precedenti, che non sono stati capaci di far corrispondere alle parole azioni conseguenti. Su quest’ultimo punto si può anche essere d’accordo: tanto rumore è stato per nulla, o quasi. La questione, tuttavia, non è questa. Il fatto che un ministro dopo l’altro rilanci come nodo centrale la questione dell’inglese, assunto, insieme a un po’ di materiale digitale, a segnale di un percorso di modernizzazione, è una prova della mancanza di ipotesi interpretative circa lo sviluppo non solo della scuola, ma più in generale della cultura diffusa nel Paese. A ciò si aggiungano affermazioni di contorno che appaiono quanto meno discutibili. Per cominciare, credo sia tutto da dimostrare che in altri Paesi (per esempio, la Francia), la conoscenza dell’inglese sia migliore che da noi. Se poi la questione fosse posta in termini educativi generali, e cioè non di conoscenza sic et simpliter dell’inglese, ma di crescita culturale collegata all’apprendimento di un seconda lingua, Questo giornale è stato chiuso in tipografia alle ore 21.30 Ruanda, dove il tentativo di mantenere delle egemonie economiche, da parte degli antichi e dei nuovi colonizzatori, ha alimentato lo scontro fra etnie in lotta per la conquista del potere. È soprattutto da questo punto di vista che a me non è piaciuta l’assenza della Francia di Hollande dalla cerimonia con cui si è deciso di ricordare uno dei massacri più tremendi della storia del XX secolo. Difficile, certo, in una situazione come questa, esporsi a delle critiche forti. La dignità di un Paese e della sua bandiera si difendono, tuttavia, proprio riconoscendo pubblicamente gli errori che sono stati fatti, per oltre un secolo più che in quel momento particolare, e dando un contributo su questa strada alla ricostruzione di ciò che accadde. Per responsabilità non solo francese ma anche francese. All’interno di una pagina per nulla gloriosa della storia europea. Di cui, come per l’olocausto, è importante mantenere e ravvivare la memoria. Via Ostiense,131/L_0154_Roma [email protected] soprattutto per coloro che hanno sofferto e soffrono le ingiustizie e le ineguaglianze di una crisi finanziaria dalle conseguenze, per certi aspetti, letali se non corrette energicamente in senso egualitario e solidale. In questa azione il nostro Segretario è, come è giusto che sia, impegnato a tempo più che pieno e lo sarà ancora di più da luglio in poi, quando scatterà il semestre europeo di presidenza italiana. Sarebbe ingiusto e ingeneroso pretendere da lui anche una direzione adeguata del partito. Per questo è urgente trovare una soluzione condivisa e unitaria per mantenere e migliorare la nostra organizzazione dal centro alla periferia, senza trascurare nessun livello, sapendo che il partito, al di là della evoluzione dei processi in atto deve essere sempre e comunque pronto a mobilitarsi quotidianamente e in via straordinaria. Unità e buon senso. Senza arroccamenti ed esclusioni: ci hanno fatto troppo male in questo ventennio. Abbiamo già dato. Anche in questo impresa «cambiamo verso!». basterebbe attraversare la Manica per rendersi conto di quanto un tale intento sia lontano dall’essere conseguito nel Regno Unito. Il richiamo all’esigenza di estendere l’insegnamento dell’inglese, per di più generalmente giustificato in termini utilitari, non solo fa torto alla grande cultura che si è espressa in tale lingua, ma fa emergere in modo evidente l’assenza di un disegno strategico per ciò che comporta il sostegno alla conoscenza della lingua italiana, da troppo tempo bistrattata dalla subcultura dei mezzi di comunicazione e di quella degli apparati di potere (politici, amministrativi, economici). Dovrebbe far riflettere l’abitudine a utilizzare espressioni inglesi per indicare intenti che non ci sarebbe altro inconveniente ad esprimere in italiano che non sia una maggiore immediatezza nel comprenderli. Da troppo tempo, non solo in relazione a problemi educativi, non si parla più di cultura, non ci si chiede più quale sia il profilo desiderabile della popolazione, né quale sia il percorso attraverso il quale condurre a compimento gli intenti delle scelte compiute. Gli interventi sul sistema educativo appaiono contingenti e, per ciò che riguarda la lingua italiana, privi di strategia. E non potrebbe essere altrimenti, visto che l’educazione scolastica è ridotta a una questione organizzativa, priva di implicazioni che sollecitino interpretazioni di qualche respiro, che si proiettino nell’arco di un tempo abbastanza esteso da comprendere non solo il periodo in cui bambini e ragazzi ricevono un’educazione sequenziale, ma almeno parte del successivo percorso di vita. Nella rincorsa disordinata di suggestioni che diano l’idea della modernizzazione, la soluzione più semplice è sembrata l’utilizzazione di linguaggi di settore, meglio se di incerta comprensione, come quando espressi in una lingua straniera. Nella scuola hanno trovato espressione gli stessi simulacri comunicativi affermati a livello sociale, nei quali si combinano espedienti retorici per palati non troppo esigenti, volgarità, trasgressioni grammaticali e sintattiche e barbarismi per lo più non giustificati. Si dovrebbe compiere un’analisi parallela della deriva dell’italiano nella scuola e nella società per rilevare la concomitanza delle manifestazioni involutive che si riscontrano nella cultura dell’educazione formale e in quella che si esprime nella vita quotidiana. Si potrebbero ottenere indicazioni importanti per un programma teso ad accrescere nel complesso la cultura della popolazione. Tornare ad agitare lo stendardo dell’inglese è un modo per evitare il nodo della questione educativa. Nessuno nega che sia necessario promuovere una migliore conoscenza delle lingue straniere (e ciò vale non solo per l’inglese), ma è quanto meno stravagante non considerare prioritario in un programma di intervento educativo far riferimento a una solida conoscenza della lingua nazionale. Obiettivi specificamente educativi non possono che associarsi all’acquisizione della competenza linguistica che consente una più compiuta espressione del pensiero di ciascuno, lo scambio più efficace nelle relazioni interpersonali, la partecipazione più consapevole alla vita politica e a quella sociale. Si tratta di obiettivi che in ogni Paese sono prioritariamente collegati alla conoscenza della lingua che ha accompagnato lo sviluppo cognitivo, affettivo e sociale di ciascuno. Basterebbe osservare alcuni comportamenti culturali diffusi per rendersi conto di quanto sia necessario avviare iniziative per il potenziamento della competenza linguistica, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello della comprensione del parlato e della produzione del linguaggio scritto. Cresce il numero di bambini e ragazzi che non sono più in grado di coordinare gli elementi percettivi e motori occorrenti per scrivere. Molti si limitano tracciare i segni del maiuscoletto, talvolta raccordandoli fra loro nel tentativo di ricreare una sorta di corsivo. Si scrive e si legge sempre meno, e ne risultano impoveriti il lessico e l’organizzazione del discorso. Qualunque insegnante potrebbe fornire esempi dei limiti che si vanno manifestando nella competenza verbale, e che hanno ricadute facilmente intuibili nelle altre aree dell’apprendimento. È a queste difficoltà che s’intende rimediare insegnando un po’ più d’inglese? Perché invece non impegnarsi in un programma di sviluppo della qualità dell’uso linguistico nell’educazione formale e nell’uso sociale? Massimo della Fornace La tiratura dell’8 aprile 2014 è stata di 66.637 copie Il commento I sospetti di Grillo: ecco a voi la dietrologia da ambasciata Enzo Costa ● «MI CHIEDO CHI O CHE COSA C’È DIETRO A TUTTA QUESTADIETROLOGIA»:ÈUNAFORISMACHESCRISSIPARECCHIANNI FA,QUANDO COLLABORAVO CONCUORE (secondo qualche dietrologo, per via di un complotto demo-pluto-giornalistico ai danni della satira). Erano tempi ingenui, in cui la naturale tendenza italica all’individuazione creativa di trame occulte e piani nascosti persino per la compilazione del calendario del campionato di calcio, conosceva, ancora, un qualche senso del limite. Anche perché, a quell’epoca, l’alacre attività telefonica di Luciano Moggi era inconcepibile pure per la più fantasiosa mente dietrologica. Un’epoca naif, insomma, di dilettanti della congiura fantascientifica, di dietrologi analogici. Bei tempi: oggi siamo in balia di dietrologi digitali che, nel loro delirio da bar-web, ignorano freni e inibizioni. Penserete che io mi stia riferendo a certe terrificanti dietrologie 2.0, spesso e volentieri a 5 stelle, tipo quelle sui microchip inseriti sottopelle o sulle scie chimiche serpeggianti sotto le nuvole. Pensate bene, ma solo parzialmente: sì, perché il vostro ragionare si ferma al penultimo stadio della materia. L’ultimo si è appalesato pochi giorni fa, e può essere sintetizzato nella formula «Dietrologia da ambasciata». Esercizio filosofico praticato da Beppe Grillo poco dopo l’ennesima sua fatwa agli adepti infedeli e poco prima della sua adesione all’appello dei costituzionalisti contro la deriva autoritaria. Più precisamente, in occasione di un suo dialogo monologante con Enrico Mentana, durante il quale il non-Leader del MoVimento ha rivelato a intervistatore e teleutenti uno scenario, a suo concionare, oltremodo inquie.. . tante: qualche mese prima, mentre l’allora segreBeppe racconta tario del Pd Bersani era alche, mentre si le prese con il tentativo di trovare una maggioranza trovava ospite per un governo, lui, il dell’ambasciatore non-Leader, ospite dell’ambasciatore inglese, inglese, seppe scoprì che al piano di soche Letta era al pra c’era niente di meno che Enrico Letta. Scoperpiano di sopra... ta dalla quale, lo avrete letto, il non-Leader ha ricavato una mirabile sceneggiatura dietrologica: Bersani era stato mandato allo sbaraglio col subdolo proposito di preparare ben altra soluzione. Un governo dei poteri forti guidato da Letta che, proprio a tale scopo complottistico, era lì, al piano di sopra, a tramare con l’ambasciatore inglese, segretamente riuniti nel palazzo dell’ambasciata, location perfetta per una congiura di Palazzo. Ora, vi aspetterete che io rimarchi come quest’avvincente sceneggiatura grillesca sia stata immediatamente smentita dalle parole dei diretti interessati e dall’oggettività dei fatti poi acclarati: ossia che si è appurato come, in realtà, Letta fosse presente in ambasciata per preparare un tradizionale, annuale convegno di studi italo-inglese. Ebbene, la vostra aspettativa andrà parzialmente delusa: considero secondaria la sottolineatura della realtà degli eventi, al cospetto di un elemento dai più non considerato. Questo: l’allarme democratico lanciato dall’indignato dietrologo Grillo era basato, oltre che su una dietrologia spinta, su un ardito assunto concettuale: se Enrico Letta è nell’ambasciata inglese, sta facendo una cosa losca e ignobile; se Beppe Grillo è, nello stesso momento, al piano di sotto della medesima ambasciata, sta facendo una cosa buona e giusta, per di più vigilando sulle cose losche e ignobili che si compiono al piano di sopra. Signori, la «Dietrologia da ambasciata» disegna la nuova frontiera della dietrologia nazionale (con annesse delocalizzazioni d’Oltremanica): quella in cui il dietrologo partecipa attivamente alle situazioni che determinano le indicibili, torbide oscure manovre, ma lo fa senza macchia e senza colpe, anzi già che c’è lo fa a fini virtuosi. Per smascherare tali manovre. Per denunciarle. Lo ripeto: egli, il dietrologo partecipante, ci dice cosa è Bene e cosa è Male, dell’inquietante scenario da lui medesimo frequentato, sulla base di una rigorosa visione valoriale, così ben evidenziata da questo specifico episodio: se Beppe Grillo incontra l’ambasciatore inglese, lui, Beppe, fa il Bene; se nello stesso luogo e nello stesso giorno lo incontra Enrico Letta, lui, Enrico, fa il Male. Così parlò l’indignato dietrologo patentato Grillo. Prendiamo nota, noi che, di solito, non frequentiamo le ambasciate. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it POLITICA E RIFORME Il taglio dell’Irpef darà a tutti gli italiani dal reddito medio-basso l’equivalente di una quattordicesima Renzi: «Facciamo giustizia sociale» Il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento economico e finanziario e il Piano nazionale delle riforme di MILA ONDER ROMA - L’Italia crescerà quest’anno dello 0,8%, un po’meno di quanto previsto finora, ma comunque più di quanto stimato dalla Commissione europea e dal Fondo monetario. Manterrà il deficit abbondantemente sotto il 3%, al 2,6%, vedrà il debito pubblico salire al 134,9% del Pil quest’anno per poi scendere anche grazie alle privatizzazioni e assicurerà la tenuta dei conti, perché la finanza pubblica «è a posto». Il decalage di debito e deficit rallenterà un pò, ma rimane chiaro. Allo stesso tempo l’Italia varerà le riforme strutturali, quelle che tutti invocano, quelle rimaste bloccate per anni, se non per decenni, e che restituiranno al Paese una credibilità e una prospettiva di sviluppo in grado di invertire il ciclo negativo. E’ questo il sentiero su cui si muove il Def approvato dal consiglio dei ministri insieme al Piano nazionale per le riforme, che getta le basi anche per l’operazione «di giustizia sociale» diventata uno dei fiori all’occhiello di Matteo Renzi: il taglio dell’Irpef per dare agli italiani dal reddito medio-basso l’equivalente di una «quattordicesima». Una manovra coperta, e sta qui la principale carta del governo, con una spending review fatta di tagli degli stipendi dei manager e di stretta alla pubblica amministrazione, ed anche con un nuovo, per molti versi inaspettato, intervento fiscale sulle banche. Renzi non ha perso occasione per tutta la giornata di rassicurare sulla certezza delle coperture. Tutti i 6,6-6,7 miliardi necessari per gli 8 mesi del 2014 saranno disponibili per garantire i soldi promessi in più in busta paga a 10 milioni di italiani. E qualcosa ci sarà anche per gli incapienti, con una «soluzione tecnica» che permetterà di allargare la platea degli interessati a 14 milioni. Nel dettaglio 4,5 miliardi verranno dalla spending review vera e propria, circa un miliardo dagli incassi Iva derivanti dal rimborso dei debiti della pubblica amministrazione e un altro miliardo dall’aumento della tassazione sulle plusvalenze realizzate dalle banche con la rivalutazione delle quote Bankitalia. Il governo precedente aveva previsto un’aliquota al 12% che potrebbe ora addirittura raddoppiare, se non arrivare al 26%. I tagli alla spesa del piano Cottarelli, rivisto e corretto a Palazzo Chigi, dovrebbero invece partire non solo dall’eliminazione degli enti inutili (il Cnel fra tutti, vero pallino di Renzi) ma anche e soprattutto dall’adozione di un tetto preciso 238.000 euro - per gli stipendi dei manager pubblici. E non solo. «Il 10% della retribuzione la si prenderà solo se il paese va bene, come le stock options nelle aziende. - ha in- sistito il premier - Non è possibile che un manager prenda un premio massimo se il paese va a rotoli. Da adesso inizia a pagare chi non ha mai pagato». Renzi si è poi spinto ancora più in là, esortando un allargamento dello stesso limite agli organi costituzionali - con un riferimento anche ai vertici amministrativi di Camera e Senato - che darebbero così prova di “coraggio, intelligenza e lungimiranza nel tornare in sintonia con il Paese”. Del resto chi fa politica deve dimostrare di volerlo fare «per spirito di servizio», ha sottolineato ancora Renzi e non per i superstipendi. La spending non comporterà invece alcuna tagliola per la sanità, settore tradizionalmente tra i più a rischio. Di tagli lineari non ce ne saranno, anzi la spesa sanitaria è destinata inevitabilmente a crescere con l’invecchiamento della popolazione. Quello che sarà necessario sarà invece un intervento sulle Regioni che finora hanno amministrato peggio la spesa, «picchiando duro se serve». Matteo Renzi col ministro dell'Economia Piercarlo Padoan | LE MISURE | La politica del fare per il prossimo triennio ROMA - Privatizzazioni avanti tutta (12 miliardi l’anno) e un rapporto debito-Pil che inizia a scendere (ma solo dal 2015) grazie ad una ripresa vista però meno forte dell’1,1% del governo precedente (+0,8% la previsione del Def per il 2014) ma che, grazie alle riforme si rafforzerà. Il Cdm fissa le linee della politica Il commissario Carlo Cottarelli economica del prossimo triennio. Con un obiettivo prioritario: abbassare le tasse a famiglie ed imprese in modo «strutturale» e far ripartire la crescita. E spuntano nuove voci: il raddoppio dell’imposta sulle quote di Bankitalia e l’aiuto anche agli incapienti. Ecco in breve alcune voci di intervento: - +80 EURO IN BUSTA DA 27 MAGGIO: E’ l’intervento più atteso, quello sul quale il governo gioca la sua credibilità. Un calo delle tasse che porti ad una cifra di circa 80 euro in più in busta paga ai lavoratori intorno ad un reddito di 23.000. Da maggio a dicembre la misura costa 6,66,7 miliardi. 10 miliardi l’anno a partire del 2015. Il decreto col quale si sostanzierà il taglio arriva il 18 aprile sul tavolo del Cdm. - IRAP, SI PUNTA A TAGLIO 10%: Per le aziende il governo intende intervenire sull’Irap: l’imposta regionale sulle attività produttive. La sforbiciata sarebbe del 10% annuo quindi par- tendo nel 2014 a circa metà anno sarebbe la metà. - SOTTO TIRO I MANAGER PUBBLICI: Manager (ma anche dirigenti) pubblici a rischio. Si punta ad inserire un tetto ai loro stipendi: non potranno prendere più del presidente della Corte di Cassazione (poco più di 300.000 euro l’anno). Ma si potrebbe scendere anche più giù: 239mila euro che è quanto viene riconosciuto al Capo dello Stato. - MANNAIA SU BENI E SERVIZI: Dalle matite alla carta igienica arriva il nuovo taglio. Le amministrazioni pubbliche dovranno garantire risparmi per circa 800 milioni. Insomma bisogna tagliare la spesa improduttiva e aumentare i servizi. - ENTI INUTILI: Il primo a finire nel mirino è stato il Cnel («le famiglie a casa si chiederanno come faremo ora senza il Cnel», ironizza Renzi). Ma sono moltissimi in Italia gli enti sopprimibili. Ma il percorso non è semplice.\ LA VERIFICA La Commissione europea valuterà se le coperture delle riforme sono credibili Bruxelles aspetta il Def: a maggio il responso Il punto su cui Ue e Italia hanno visioni differenti è l’utilizzo dei risparmi in relazione al debito di CHIARA DE FELICE BRUXELLES- La Commissione europea aspetta di vedere il Def per avviare l’esame delle spese e la loro sostenibilità, ma se oggi darà solo un primo commento generico, la valutazione completa dei conti arriverà intorno al 7 maggio, quando saranno pubblicate le nuove previsioni economiche europee. Bruxelles cercherà di capire se le coperture delle riforme, come il taglio del cuneo, sono credibili, e se il taglio della spesa andrà ad aggredire il debito oppure sarà usato tutto per finanziare le misure in arrivo. Il punto su cui Ue e Italia hanno visioni differenti è proprio questo, cioè l’utilizzo dei risparmi: Bruxelles vuole assolutamente vedere una riduzione del debito, attraverso la riduzione del deficit strutturale che stando alle sue previsioni è dato in aumento per il prossimo anno. Dallo 0,6% di quest’anno al -0,8% del 2015, quando invece dovrebbe tendere allo zero, cioè al pareggio previsto dal Fiscal Compact e scritto nella nostra Costituzione. L’Italia invece vuole utilizzare il taglio della spesa pubblica per le riforme strutturali, che faranno salire il pil e quindi agendo sul denominatore del rapporto debito/pil, scenderà anche il nominatore, cioè il debito. E poi, faceva notare il ministro Pier Carlo Padoan qualche giorno fa, il taglio del cuneo è già un intervento strutturale, quindi compenserebbe quell’aggiustamento strutturale che chiede la Ue. Ma ancora una volta, è qui che l’Italia si scontra con le regole Ue: Bruxelles ci richiama da mesi sull’aggiustamento strutturale, chiedendoci uno sforzo di 0,5-0,6%, e potrebbe non accettare di barattarlo con le riforme. Anche perché dall’anno prossimo scatta la regola del debito: se non si avvia già da quest’anno su un percorso di riduzione, dal 2016 si dovrà ridurre la parte eccedente il 60% di un ventesimo all’anno. Operazione insostenibile. L’Italia punta quindi a rinegoziare i tempi dell’aggiustamento strutturale, e quindi di riduzione del debito, e quindi del raggiungimento del pareggio di bilancio. Per rinviare il pareggio però, deve chiedere l’autorizzazione del Parlamento e un parere della Commissione. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 5 IL CONFLITTO In campo il ddl alternativo Scontro interno nel Pd I ventidue non mollano e Renzi alza la voce di GIOVANNI INNAMORATI Curiosi di fronte a Palazzo Chigi durante il Consiglio dei Ministri | LA SENTENZA | Candidatura europea Strasburgo dice di no di YASMIN INANGIRAY ROMA - Un misto di rabbia e incredulità. Così viene descritto Silvio Berlusconi a chi lo ha sentito al telefono poco dopo la decisione della corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo che ha respinto la richiesta presentata dall’avvocato Ana Palacio, di sospendere gli effetti della sentenza Mediaset che impedisce al Cavaliere di correre alle Europee. Un niet arrivato nel giro di 24 ore che ha contribuito ad incupire ancora di più l’ex capo del governo: è sempre la stessa storia, sarebbe stato lo sfogo, l’obiettivo resta quello di mettermi a tacere. Nonostante la notizia bruci parecchio, il Cavaliere (dolorante ancora al ginocchio tanto da doversi sottoporre a delle infiltrazioni) sceglie di restare in silenzio. Nessun commento da parte sua né tanto meno dai dirigenti azzurri. A consigliare all’ex capo del governo di silenziare tutti sarebbe stato proprio il di FRANCESCA CHIRI Silvio Berlusconi pool dei suoi avvocati. Una nuova strategia rispetto a quanto stabilito meno di una settimana fa con il suo staff e cioè interviste televisive a raffica, una sorta di occupazione mediatica in vista della sentenza del 10 aprile in cui si deciderà il suo futuro: gli italiani saranno informati di quello che vogliono farmi - era stato il ragionamento - e soprattutto i giudici si renderanno conto che non possono togliermi il diritto di parlare. Tutto è però rientrato dopo un attento esame da parte dei suoi avvocati: è meglio restare in silenzio ed evitare un clima incandescente, gli avrebbero detto. E così complice anche l’infiammazione al ginocchio decide di restare ad Arcore da cui non sembra intenzionato a muoversi almeno fino a giovedì. Saltati tutti gli appuntamenti tra cui quello clou con Matteo Renzi diventato un vero e proprio giallo. Fonti ben informate di Forza Italia fanno sapere che il faccia a faccia tra i due era in programma per ieri a palazzo Chigi. Nulla da fare, il tutto si è risolto in una telefonata lunedì sera. Forza Italia continuerà a sostenere le Riforme ma questo non vuol dire che l’atteggiamento di Renzi vada bene all’ex premier: dovrebbe essere lui a rassicurare me sulla tenuta del suo partito, è il ragionamento dell’ex premier. La notizia ha lasciato tutti attoniti e si sceglie il silenzio ROMA - Il ddl di riforma del governo è stato firmato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed è arrivato in Senato, dove oggi partirà il suo iter, prima in Commissione e poi in Aula, con l’obiettivo di approvarlo entro il 25 maggio. Ma ieri a tenere alta la tensione, soprattutto all’interno del Pd, ci hanno pensato i 22 senatori democratici firmatari del ddl alternativo, i quali in una Assemblea del gruppo hanno rifiutato di ritirarlo, dando spazio così ai dubbi di Forza Italia secondo la quale sarebbe il Pd a creare problemi a Renzi e non gli «azzurri». E il premier replica a muso duro ribadendo che sì si può discutere ma senza mettere sempre tutto in discussione da parte di alcuni senatori del Pd «in cerca Luigi Zanda di visibilità». Ieri il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, ha convocato la terza riunione dedicata alle riforme, e una quarta ci sarà martedì prossimo. Il fatto che alla fine non si sia votato è indice del fatto che nonostante la diversità di posizioni non si è arrivati alla rottura e che Zanda e il suo vice Claudio Martini sperano in una ricomposizione. Apparentemente le posizioni sono inconciliabili. I 22 dissidenti, capeggiati dall’ex ministro per le riforme Vannino Chiti, mettono infatti in discussione uno dei «paletti» posti dal premier Matteo Renzi, quello di un Senato non eletto e senza indennità per i suoi inquilini. Il ragionamento dei 22 è che se il futuro Senato dovrà avere funzioni di garanzia (come prevede anche il testo del Governo), allora esso deve essere composto da senatori eletti direttamente dai cittadini e non espressione dei Consigli Regionali. Giorgio Tonini ha ricordato che il ddl del governo riprende le tesi dell’Ulivo del 1996 (erano le tesi numero 3 e 4) ma non ha convinto i 22 che con Corradino Mineo e Felice Casson hanno replicato con un «niet» alla richiesta di ritirare il testo. Mi- L’OPERAZIONE Sfiduciato il sindaco di Parma Federico Pizzarotti nacciosa la risposta di Casson alla domanda se ritiene vincolante l’indicazione del partito: «Prima viene la Costituzione e poi il Pd». Da un punto di vista pratico il mantenimento del ddl Chiti non rallenta l’iter parlamentare: la commissione Affari costituzionali adotterà infatti il ddl del governo come testo base e i restanti rimarranno lettera morta. Ma conta l’atteggiamento dei 22 che potranno riproporre le loro tesi in forma di emendamento e soprattutto potrebbero non votare il testo del governo. Zanda spera di trovare un accordo lavorando sulla valorizzazione delle funzioni del futuro Senato, come ha suggerito anche Anna Finocchiaro. Renzi non intende trattare sui suoi «paletti»: «Noi rispettiamo tutti, discuteremo ancora in dettaglio sulla riforma, ma non si rimette tutto in discussione come se dopo 20 anni sia ammissibile tornare da capo», dice criticando, e dimostrandosi molto sorpreso, i 5stelle che «difendono» le indennità dei senatori. Grande Confusione c’è anche in Forza Italia. Ieri Giovanni Toti ha ribadito quanto affermato da Silvio Berlusconi lunedì in tarda serata che aveva corretto l’ultimatum di Renato Brunetta al governo. Per Forza Italia, ha detto Toti, il «patto del Nazzareno» (quello dell’incontro Renzi-Berlusconi del 18 gennaio) è sempre valido, ed esso prevede la non eleggibilità del Senato. Toti ha fatto questa precisazione dopo che il capogruppo in Senato, Paolo Romani, rilanciava l’elezione diretta dei senatori e Maurizio Gasparri attaccava Renzi e il governo. Malumore c’è anche tra i deputati «azzurri» per gli ultimatum di Brunetta al governo sull’Italicum, che hanno rischiato di creare la rottura sulle riforme: scenario che spaventa tutti in Forza Italia, perché spingerebbe il partito in un angolo e perché potrebbe portare altri senatori e deputati a traslocare nella casa di Angelino Alfano. co di Parma» tuona Grillo dal blog prendendo di mira le sue critiche sui candidati «sconosciuti». Un post che, visti i trascorsi, potrebbe presto tradursi in una nuova espulsione. «Alla fine Pizzarotti è fuori dal partito» commenta Daniele Martinelli, per sua stessa ammissione cancellato dalle liste dei candidati per fare parte dello staff della Casaleggio. La scommessa delle europee è vitale per il Movimento, ma quasi di più lo è quella per la conquista del Piemonte: Grillo ci conta molto e per cercare di coronare il sogno intende impegnare gli sforzi per fare guerra a Chiamparino. E sabato, quando Renzi sarà a Torino al PalaIsozaky per sostenere i candidati Pd alle amministrative, il candidato governatore Cinque Stelle, Davide Bono, sarà in piazza Castello. Un segnale che la sfida il M5s intende lanciarla davvero.. Grillo a caccia di un milione di euro ROMA- Cinque Stelle sotto choc per l’improvviso malore che ha colpito il cofondatore del Movimento, Gianroberto Casaleggio. Ma la notizia sulle condizioni di salute del guru pentastellato, operato alla testa e omaggiato in rete dal popolo degli attivisti, non basta a mettere a freno l’attivismo del Movimento e di Grillo che chiama a raccolta gli elettori per un “fund raising” per la campagna elettorale. E che decide di silurare dal blog il sindaco M5s di Parma, Federico Pizzarotti. In Parlamento, mentre Renzi provoca il Movimento additandolo come «difensore delle province e delle indennità», il M5s deve prendere posizione sulle riforme ed in particolare sulla possibile convergenza sul testo di un altro partito. E nello specifico sulla proposta al- ternativa del democratico Vannino Chiti. Una prima apertura arriva dal capogruppo al Senato, Maurizio Santangelo: «Credo proprio di sì» dice il senatore (che oggi lascerà il timone del gruppo o al collega Maurizio Buccarella o alla senatrice Elisa Bulgarelli) facendo notare che a parte qualche dettaglio «quello presentato da Chiti è di fatto il nostro testo». Un’apertura prontamente smentita a stretto giro dallo stesso Santangelo con il capogruppo alla Camera, Giuseppe Brescia: «si discuterà in rete con tutti gli iscritti del Movimento». L’argomento verrà approfondito in una riunio- ne congiunta in cui si parlerà però soprattutto delle elezioni Europee. Ieri Beppe Grillo ha lanciato un appello al finanziamento del Movimento che deve affrontare la campagna elettorale non solo per l’Europa ma anche per le amministrative. Serve un milione di euro, annuncia il leader M5s dal blog dove invita a fare donazioni: «Contribuiremo tutti, 5, 10, 20, 1000 euro. Pochi ma buoni, pochi da tutti». Finanziamenti che servono per allestire i palchi di una campagna che il Movimento, quasi unico nel panorama politico, sta battendo palmo palmo nelle piazze d’Italia. Le Europee le «vinciamo noi. Siamo ai sondaggi: siamo al 92%, devo fare qualche cosa di clamoroso per abbassare il gradimento!» scherza Grillo. Ma anche per le amministrative: «siamo pieni di faldoni, di carte, 600 liste per le amministrative. Vivo dal notaio!». Candidature che devono essere certificate entro il 16 e che potrebbero giustificare il nuovo, improvviso, attacco del leader M5s contro il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. Il quale era finito nel mirino dei vertici pentastellati proprio per aver chiamato a raduno i candidati sindaci senza il loro via libera. «Capitan Pizza non è d’accordo con quelle stesse regole che l’hanno portato a essere sinda- RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it PETROLIO Il presidente: «Farò la mia parte. Ma lo stesso dovranno fare i parlamentari» E propone un testo Marcello Pittella e a destra una seduta del Consiglio Regionale Titolo V, «inevitabile ma governabile» Il Consiglio regionale dà mandato a Pittella di portare la posizione dell’Aula a Roma di MARIATERESA LABANCA TUTTI d’accordo, o quasi: il processo di riforme costituzionali in atto con quella modifica del Titolo V voluto dal Governo Renzi è inevitabile. Compreso, quindi, il passaggio delle competenze da Regioni allo Stato di alcune materie concorrenti: prima fra tutte l’energia, quindi il petrolio. Quello che potrà fare la Basilicata è cercare di far valere il suo peso in qualità di prima regione che concorre al fabbisogno energetico nazionale. Mantenendo, comunque, le sue prerogative in fatto di autorizzazioni ambientali. Una difesa che va giocata prima al tavolo RegioniGoverno e poi in Parlamento. Fatta salva quella vertenza più ampia per rivendicare la giusta contropartita dalle attività estrattive, che il presidente Pittella ha annunciato di voler istruire a Roma. E ieri alla fine del dibattimento in aula - dopo la seduta dello scorso due aprile aperta dalla relazione del presidente del Consiglio, Lacorazza - la maggioranza dei consiglieri, a eccezione di quelli del Movimento 5 Stelle, ha approvato la risoluzione che dà mandato al governatore di rappresentare ai vertici istituzionali dello Stato quanto emerso nel corso del Consiglio. E ieri è toccata proprio a Pittella, in un appassionato intervento, la relazione conclusiva sulla delicata questione. La sua linea, che - dice lui stesso, «sposa delle conclusioni del presidente del Consiglio», soprattutto nella ricostruzione di quel cortocircuito Regioni- autonomie locali - Governo centrale - è chiara: opporsi a un mutamento inevitabile significherebbe rischiare «di finire stritolate dalla storia». Dunque, «alle Regioni, a cui pure vanno riconosciute molte colpe, spetta abbracciare il nuovo corso, mantenendo la difesa della propria autonomia». Le riforme, seppure impopolari, vanno governate. «Le riforme volute da Renzi - dice il presidente - non saranno una cambiale in bianco. La Basilicata che concorre al 15 per cento del fabbisogno energetico nazionale non può non avere una propria griglia normativa in tema di energia e salvaguardia del territorio. Ma la difesa della Basilicata - ha aggiunto - «non spetta solo al presidente della Regione». «I nostri parlamentari in au- «Alle Regioni restano competenze in materia ambientale» Roberto Cifarelli Michele Napoli Vito Santarsiero Giusto rivedere competenze Stato e Regioni, ma senza rimette indietro le lancette dell'orologio a prima del 2001 Rivedere la forma dell’architettura costituzionale è un fatto ineludibile per l'Italia Il Paese deve molto alle Regioni, è merito loro se la crisi non ha avuto effetti ancora più devastanti" la - aggiunge - dovranno fare un importante lavoro», per cercare di strappare le migliori condizioni per la regione. «E come Regione - aggiunge - stiamo provando ad offrire anche spunti ai nostri parlamentari». Cita in aula una proposta che potrebbe diventare un testo da portare in Parlamento. «Redatta - ci tiene a precisare - da un nostro dirigente, che mi è stata consegnata poche ore fa». Prevede sostanzialmente di introdurre un limite alle attività esplorative ed estrattive, fissato nel 40 per cento del sottosuolo regionale disponibile, con un limite di 200.000 barili estraibili. Poi, ribadisce: «Io non sono contrario all'utilizzo virtuoso del petrolio. E' una risorsa del nostro territorio dalla quale, se bene utilizzata e nel rispetto di salute e ambiente, dobbiamo ottenere le migliori condizioni di occupazione e imprenditoria». E aggiunge: «Condivido l’analisi del presidente Lacorazza sull’esistenza di un clima di esasperazione. Ma che, non dobbiamo nascondercelo - aggiunge - arriva soprattutto dagli errori commessi nel passato, da parte di tutti i soggetti interessati». Quindi, la vertenza petrolio va giocata nell’ottica di una risorsa fondamentale per la Basilicata, a patto - e questo viene prima di tutto - di garantire la tutela dell’ambiente e della salute umana, cercando di portare a casa i maggiori benefici che se ne potranno trarre. Una causa a cui tutti, secondo pesi e responsabilità, dovranno contribuire. E al termine dei lavori del Consiglio, ieri, è stata approvata anche la mozione che prevede la cooperazione tra regioni del Sud, senza modificare i confini amministrativi. Ok dall’aula anche all’abolizione dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura. «Va riconosciuto - ha detto Pittella che molte delle riforme ferme per decenni con i le conseguenze che tutti conosciamo, hanno avuto un’incredibile accelerata in questi due mesi». [email protected] | I LAVORI IN AULA | Via l’Arbea. Collaboratori, passa la proposta Romaniello VIA l’Arbea. Il Consiglio ha approvato a maggioranza un disegno di legge di riorganizzazione delle funzioni regionali in materia di erogazioni comunitarie in agricoltura che trasferisce le competenze dell’Agenzia agli uffiic regionali. Obiettivo del ddl la riconfigurazione e la riorganizzazione del sistema regionale che presiede all’istruttoria delle domande di aiuto da parte delle aziende agricole lucane e alle conseguenti erogazioni. Il ddl prevede, inoltre, che la dotazione organica della Regione sarà aumentata del numero di posti corrispondenti al personale trasferito dall’ente in liquidazione, nonché dall’utilizzazione delle graduatorie dei vincitori dei pubblici concorsi espletati da Arbea, vigenti al 31/12/2013, la cui validità è prorogata al 31 dicembre 2016. Nel corso della seduta è stata anche approvata la proposta di legge di Romaniello che prevede che un terzo della somma corrisposta ai consiglieri regionali per le spese di esercizio del mandato (4.500 euro) dovrà essere esclusivamente impegnata per “l’instaurazione di rapporti contrattuali di natura privatistica tra il consigliere regionale e i propri collaboratori”. Mentre il consigliere M5S, Leggieri, ha presentato un’interrogazione sil maetriale radioattivo della Trisaia. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 7 EUROPEE Oggi la direzione nazionale decide sulle candidature Bersaniani contro Gianni D’Attorre: «Non vanno bene le deroghe oltre il terzo mandato» IL nodo ufficialmente verrà sciolto questo pomeriggio. Quando la direzione Dem dovrà decidere sulle candidature proproste da Renzi per le Europee di maggio. E se quella del lucano Gianni Pittella sembrava ormai scontata e “blindata” dallo stesso premier, qualcuno a mettere i bastoni tra le ruote ci ha provato. I bersaniani, e in particolare il deputato D’Attorre, hanno sollevato molte perplessità sulle candidature oltre il terzo mandato: come quella dell’attuale vicepresidente Pittella al Sud, e Patrizia Toia al Nord. “Non vanno bene le deroghe di questo tipo”, ha dichiarato D’Attorre che promette di portare la questione alla direzione di oggi. Certo, l’europarlamentare lucano, tra l’altro lanciato verso il prestigiosissimo incarico di pre- | Gianni Pittella sidente del Parlamento europeo e che a tutti gli effetti si considera già in campagna elettorale, deve aver avuto le massime rassicurazioni da Renzi. Nelle mire dei bersaniani anche anche la candidatura di Michele Emiliano, capolista al sud, VERSO LE COMUNALI | Nella stessa sede che fu di Pittella per le regionali Primarie, Falotico inaugura il comitato elettorale OGGI, alle ore 18.00, Roberto Falotico, in vista delle primarie di domenica per le amministrative di maggio, inaugura il suo comitato elettorale di Via del Gallitello, 55. Ovvero nella stessa sede che ha fatto da quartier generale a Marcello Pittella per la corsa alle regionali. «E’ un appuntamento importante, nodale rispetto ad un percorso di apertura, condivisione, confronto, che vogliamo inaugurare per dare la parola ai cittadini e ascoltare le loro istanze – dichiara l’ex assessore regionale alla Formazione - Anche di fronte a consigli che ci invitavano a riflet- Roberto Falotico tere sulle Primarie, che potrebbero nascondere insidie e trappole da parte dei nostri avversari politici, non ci siamo fermati perché crediamo fortemente in questo strumento di rappresentatività che non può essere utilizzato a intermittenza. E’ giusto che i cittadini sappiano che altrove troveranno candidati “indicati”, mentre qui segretario regionale del Pd pugliese, nonché sindaco uscente di Bari, che potrebbe correre alle regionali in Puglia dell’anno prossimo. Nel suo caso le opposizioni rigaurdano i troppi incarichi che Emiliano averebbe tra le mani. « Già fa il sindaco di Bari - ha dichiarato anche in questo caso D’Attorre - e contemporaneamente anche il segretario regionale, in violazione dello statuto che impedisce il cumulo degli incarichi. In più, va a Strasburgo per un tempo limitato, visto che pare voglia candidarsi per le regionali in Puglia nel 2015. Il tutto in contraddizione con i criteri di candidatura stabiliti dallo stesso Renzi. Vale a dire: rinnovamento e candidati che vadano in Europa per impegnarsi nel Parlamento Ue». da noi potranno esercitare un’opzione di volontà che è segno essenziale e distintivo di democrazia. Un piccolo sacrificio di tempo, nella Domenica delle Palme, potrà rappresentare un grande gesto per la città». In attesa delle Primarie, il candidato Sindaco per la lista “Potenza Condivisa” guarda già al futuro e domani sera lancerà i primi temi della campagna elettorale che si snoderà attraverso l’impegno nel sociale (con una particolare attenzione agli “ultimi”), la rigenerazione urbana attraverso un nuovo e più ecologico paradigma della mobilità cittadina, una grande attenzione al tema dell’energia e dei rifiuti, una forte spinta all’economia e all’innovazione attraverso la valorizzazione delle risorse umane di ogni età e allo spazio da dedicare a cultura, sport, tempo libero di una città che Falotico immagina «più aperta, inclusiva, responsabile, sostenibile». E Galella polemizza «Con i capelli bianchi vado bene come sindaco?» CON un ritocchino a colpi di photoshop e un post su facebook, il “fratello” d’Italia, Alessandro Galella, per l’occasione completamente brizzolato, polemizza: «Adesso posso anche io aspirare a fare il sindaco. Basta poco». Chiara la polemica contro l’età dei candidati per le amministrative di Potenza. TADDEI (NCD) REPLICA AL GOVERNATORE I soldi del bonus sono dei lucani Pittella non demolisca le cose buone di VINCENZO TADDEI* I 230 milioni di euro (circa 700 euro a patentato) accumulati ai sensi dell’articolo 45 della Legge 99 del 2009, destinati al Bonus Carburante sono dei lucani e non della Regione Basilicata. Il Presidente Pittella deve sapere che su questo tema i gruppi parlamentari del Senato e della Camera, nonché i rappresentanti del Governo del Ncd non defletteranno di un millimetro. Troverà invece la piena e totale disponibilità del NCD nel fare una battaglia affinché venga modificato il decreto attuativo dell’articolo 16 ove sono stati assentiti solo 50 milioni di euro all’anno. Somma assolutamente insufficiente a finanziare le iniziative previste nel Memorandum, siglato nell’aprile 2011 tra Governo Nazionale e Regione Basilicata (Viceconte-Soglia-De Filippo). Pertanto è necessario che tutti i parlamentari, insieme alla Regione, facciano sentire la propria voce a sostegno della iniziativa parlamentare assunta, nei giorni scorsi, dal Sen. Viceconte Responsabile Nazionale Mezzogiorno NCD, finalizzata a stimolare il Governo su questi te- mi con l’obiettivo di riaprire un tavolo di confronto che riprenda il filo conduttore di un itinerario virtuoso, sviluppatosi negli anni scorsi e generato- Il coordinatore di Nuovo Centro Destra, Taddei re di importanti iniziative legislative, grazie soprattutto ai concentri le sue forze e le sue iniziaparlamentari del centrodestra, teso tive per raggiungerne altre, tra l’ala dare alla Basilicata delle giuste tro già previste, nell’esclusivo intecontropartite per il petrolio estratto resse dei cittadini lucani. Non è il tempo delle posizioni nel suo territorio. Estrazione che dovrà sempre av- ideologiche ma è il tempo di affronvenire nel pieno del rispetto dell’am- tare i problemi reali della Basilicata. biente e della salute dei cittadini. Il Presidente Pittella non demoli* Coordinatore regionale Nuovo Censca le cose buone già realizzate e trodestra | TRASPORTI | Mollica: «Così possiamo risparmiare 5 milioni» «Con l’approvazione di alcuni emendamenti sul tema dei trasporti si possono risparmiare almeno 5 milioni di euro»: è quanto ha sostenuto ieri in aula il consigliere Franco Mollica. Che spiega: «E’ questo l’impegno che è alla base di una serie di emendamenti che ho presentato». Le proposte messe in campo intervengono a modificare ed integrare, con l’aggiunta di quattro commi l’articolo 1 della DGR 306 del 2014 avente ad oggetto “Ambito Territoriale e criteri di organizzazione dello svolgimento dei servizi di Trasporto Pubblico Locale”, «garantendo alla Regione un risparmio di 5 milioni di euro annui». In particolare la riduzione di un anno del termine di cui al comma 4 (attualmente del 31.12.2017) si basa sulla constatazione che prima si riorganizza il sistema e prima si risparmia, ponendo comunque alla base un termine congruo. L’introduzione del comma 5 viene messa in campo anche in virtù di quanto ci viene chiesto di risparmiare dallo Stato, perché attualmente ci sono 2.200.000 Km di servizi FAL e 1.200.000 Km di servizi Trenitalia svolti come servizi su gomma con un costo a Km di 4,50 euro per i primi ed 2,40 euro per i secondi. «Diversamente i servizi messi a gara al Cotrab hanno un costo molto ridotto, pari ad 1,40 euro a Km, il tutto con un importante risparmio ed un implemento lavorativo a favore delle imprese locali». Per quanto attiene il comma 6 lo stesso garantisce la semplificazione dei pagamenti, riconoscendo alla regione la possibilità di erogare i corrispettivi direttamente alle imprese, considerato tra l’altro l’abolizione delle province. Aspetto questo che, velocizzando i pagamenti, evita sofferenze per le imprese. Il comma 7 si pone come un atto quasi necessario, infatti la necessità di fissare una data per la messa in funzione di quanto previsto dalla DGR n. 1049 del 7.08.2012, entro il 30.06.2014, discende dalla lungaggine della tempistica per l’erogazione di un servizio che era già compreso nell’ambito di uno schema e dell’avviso di gara ai quali i gestori del TPL hanno partecipato ed il cui contratto è stato sottoscritto da diversi anni (2008). RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo piano POLITICA Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it La finanziaria approvata a maggioranza, Sel e M5S si astengono Ma i consiglieri discutono sullo stato dei debiti delle aziende Verso la riforma dei trasporti In terza commissione si è discusso della modifica del sistema pubblico locale POTENZA - Alla fine anche nella terza commissione regionale, quella sulle attività produttive, territorio e ambiente la finanziaria regionale è passata senza troppi scontri. I voti favorevoli sono quelli di Bradascio (Pp), Castelgrande (Pd), Benedetto (Cd), Pietrantuono (Psi). A votare contro invece Rosa (PlbFdi) e Mollica (Udc) Romaniello (Sel) e Leggieri (M5s) invece si sono astenuti. Sono stati votati, quindi, i tre ddl che compongono la manovra: il Collegato alla legge di bilancio bilancio 2014-2016, il Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016 e la Legge di stabilità regionale 2014. La discussione in commissione però ha interessato soprattutto il trasporto pubblico regionale, tant’è che sono stati ascoltati i responsabili dell’Ufficio trasporti. Questo perché nel disegno di legge collegato alla legge sul bilancio si parla anche di una riorganizzazione dell’intero sistema, a partire dai contratti di servizio in scadenza quest’anno. È toccato quindi ad Angelo Santo Luongo e Donato Arcieri, ovvero i due responsabili dell’Ufficio trasporti, discutere su uno degli aspetti più delicati del ddl, ovvero l’articolo 1 in merito all’ambito territoriale e i criteri di organizzazione dello svolgimento dei servizi di Trasporto pubblico locale. Sì perché ormai il Tpl va verso una riforma complessiva. Se è vero che il primo comma dell’articolo non fa altro che “allineare” la normativa regionale a quanto richiesto anche nel decreto governativo “Milleproroghe”, il comma 3 punta direttamente al riassetto. E qui i due dirigenti hanno parlato di «affidamento dei servizi di Tpl organizzati, rispettivamente, in rete dei servizi ferroviari, rete dei servizi automobilistici extraurbani e rete dei servizi automobilistici comunali, nel bacino territoriale unico regionale, secondo principi di intermodalità ferro-gomma, con riferimento, anche, ai servizi di adduzione agli scali ferroviari, di integrazione delle reti, dei servizi ed integrazione tariffaria, la Regione procede con l’aggiornamento del Piano regionale dei trasporti e del Piano dei trasporti di bacino, nonché con la rideterminazione del livello dei servizi minimi. «Nelle more della riorganizzazione tesa alla razionalizzazione ed efficienza del sistema, il comma 4 – ha Da sinistra: l’assessore Berlinguer e alcuni bus del Cotrab. In basso il presidente della terza commissione Pietrantuono riferito ancora Arcieri - fatta salva l’organizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale negli ambiti territoriali già previsti dalle discipline di settore e dalle disposizioni regionali vigenti e, al fine, di armonizzare l’esercizio dei servizi in essere, stabilisce che i contratti di servizio relativi a nuovi affidamenti dovranno avere scadenza non oltre il 31 dicembre 2017». ma c’è da fare chiarezza anche sulla situazione debitoria delle aziende associate e del Cotrab, in questo momento in trattativa con l’assessore Berlinguer per la costruzione di un piano di rientro. Ovviamente la questione prende spunto da quanto già detto da Berlinguer nelle settimane scorse. La Basilicata va verso un nuovo sistema unico dei trasporti, con una biglietteria unica e la creazione di un osservatorio sul trasporto pubblico locale. La questione servirebbe soprattutto a mettere in rete le aziende e tentare di contenere i costi. Ma stando ai consiglieri intervenuti c’è anche bisogno di stabilire norme sanzionatorie per quei Comuni che, senza aver proceduto ad alcuna gara di appalto ad evidenza pubblica come previsto dalla norma, continuano a rinnovare annualmente le licenze per il servizio di trasporto sostitutivo. v. p. Si va verso il biglietto unico regionale © RIPRODUZIONE RISERVATA | ACCORDO QUADRO SULLE INFRASTRUTTURE | La Cgil: «L’Anas deve avviare il prima possibile i lavori» POTENZA - Dopo la sottoscrizione del programma quadro sugli interventi infrastrutturali in regione sono i sindacati ad intervenire sulla questione. E nonostante nella riunione che Pittella ha avuto con i sindaci i tempi erano stati ben delineati la Cgil ha chiesto all’Anas «di avviare immediatamente tutte le procedure di gara e cantierizzare nel breve tempo possibile tutti gli interventi, in modo da contribuire ad arginare l’inarrestabile declino del settore delle costruzioni nella nostra Regione, ma soprattutto per porre fine alla perdita di vite umane che ogni giorno assistiamo da troppo tempo sulla Potenza- Melfi al cui Il segretaario generale della Cgil basilicata, Summa lungo elenco dall’iOra, su alcuni interventi ci sanizio dell’anno si quadro “rafforzato” è molto strinvanno ad aggiun- gente e prevede anche delle san- rà da attendere almeno fino alla gere le altre due vit- zioni nel caso non si rispetti il cro- fine del 2019 per vedere quantotime dell’ultimo in- noprogramma. E nell’ambito dei meno concluse le progettazioni. cidente verificatosi progetti rientrano le opere più de- Questa è una cosa che interessenell’ultimo fine set- licate: stiamo parlando del com- rà soprattutto il territorio matetimana, assegnan- pletamento del Primo stralcio rano, ma non è la sola opera che dovrà attendere. Ad do alla Potenza- funzionale della Ss oggi infatti è stata Melfi il primato 655 Bradanica tra il trovata solo una parte della strada più pe- Km 76 e il Km 82 , al (400 milioni) dei fondi ricolosa del nostro confine tra Puglia e destinati al restyling territorio , una Basilicata nel comune completo della Basilitempo battezzata di Spinazzola, dei lavocata. “strada della mor- ri di messa in sicurezIl resto si dovrà vate” e oggi ribattez- za della statale 658 Polutare volta per volta, za strada “ Kil- tenza-Melfi tra il Km 0 tenendo presente che e il Km 48, del compleler”». l’Anas stessa almeno Dunque stango alla Cgil c’è bi- tamento della Bretella sogno di stabilire una tabella di di Collegamento tra la 585 Fondo su un intervento ha investito marcia ristretta, anche se il ter- Valle Noce-Abitato di Lauria, del qualcosa. Per quanto riguarda la Gioia mine previsto dall’accordo è il 30 completamento della S.S. 95 Titogiugno almeno per una parte de- Brienza (realizzazione VI° Lotto, del Colle-Matera però i dubbi ci gli interventi già finanziati dalla variante abitato di Brienza, e de- sono ancora, mentre tra gli interdelibera del Cipe. Le progettazio- gli svincoli di Satriano e Tito ) e la venti più immediati è prevista la ni infatti sono ormai concluse, progettazione preliminare e defi- chiusura definitiva del cantiere servirà il tempo per poter mettere nitiva della Matera-Ferrandina- della cosiddetta bretella di LauPisticci e della Gioia del Colle-Ma- ria, eterna incompiuta dai lontaa regime i lavori. ni anni ottanta. Ma la timeline dell’accordo tera. «Porre fine alla perdita di vite umane sulle strade» RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 9 TECNOLOGIE Abbattere drasticamente la burocrazia con una semplice penna usb di VALERIO PANETTIERI POTENZA –Un documento di identità e il codice fiscale. Non serve nient'altro per ottenere il famoso “token”per la firma digitale. Alla fine dietro una parola che può risultare ostica per qualcuno c'è una semplice pennetta usb con il logo della Regione Basilicata. In questa penna, c'è tutto quello che serve per conservare la nostra identità anche sulla rete. Una piccola scheda sim che contiene i nostri dati, unica e virtualmente non replicabile, e un piccolo dispositivo di memoria che al suo interno contiene anche programmi utili in caso si utilizzino computer senza alcune applicazioni fondamentali. Semplicemente ci sta un programma per editare testi in word, un browser per la navigazione, un client di posta elettronica e uno di scambio di dati su server. A chiudere il cerchio c'è un programma per compattare e scompattare i file. Tutto open source, gratuito e stabile. Ma in questa piccola pennetta, che ricordiamolo è meglio non perdere perché contiene i nostri dati personali, è, in fondo, quasi un bancomat. Solo che al posto dei soldi al suo interno è registrata la nostra identità digitale. In effetti potrebbe sembrare uno strumento senza una utilità pratica, ma se si ci pensa meglio il futuro andrà tutto questa direzione. Tant'è che la Regione qualche servizio l'ha già messo in cantiere. A molti bandi regionali non si può partecipare senza firma digitale, così come si potrebbe accedere al catasto regionale con un semplice click e un accesso alla rete. Ma il progetto, in un futuro che speriamo non tanto lontano, si potrà accedere al fascicolo sanitario elettronico, dove saranno registrati tutti i nostri dati sullo stato di salute. Utile non solo a noi cittadini, ma anche ai medici che potranno scambiarsi dati ad una velocità disarmante. Insomma, dite addio alla cara vecchia carta, ai moduli da compilare, alle carte da firmare a penna. Basterà possedere questa pennetta, inserire un codice pin che in sostanza “firma” indelebilmente il documento ed inviare tutto via mail. Qualcosa che sembra un “giocattolo” potrebbe soppiantare l'intera burocrazia regionale e, quindi, alleggerire anche i costi del sistema, che è gestito da soldi pubblici, ovvero della collettività. Dunque la penna viene consegnata con due schede, la prima da inserire nel dispositivo e la seconda che contiene il pin (come Pec e token due cose diverse con richieste differenti Uno degli sportelli dove è possibile ritirare il token usb per la firma digitale Un vademecum per la firma digitale Siamo andati negli uffici regionali a ritirare il token usb Ecco per cosa si potrà utilizzare questo nuovo strumento una qualsiasi sim telefonica) e un altro codice per l'accesso al Cns, ovvero la carta nazionale dei servizi. Anche in questo caso le sigle contano poco ma valgono molto. Cns significa per esempio poter accedere direttamente al sito dell'Inps con la nostra identità, sbrigare le pratiche, pagare online, senza muoverci direttamente agli sportelli. E nei servizi già in funzione sul sito specifico della Regione, ibasilicata.it, c'è anche una funzione che “salverà” non poche persone. Il servizio che “allerta” quando ci sta per scadere il bollo auto, vero spauracchio per ogni automobilista. Non si tratta di una fase embrionale, ma siamo ancora all'alba. Solo l'idea di poter inviare documentazioni evitando il classico via vai dovrebbe essere un incentivo. Ma c'è da fare attenzione ad un paio di cose: un documento, una volta firmato digitalmente, non può essere più modificato. Non si potrà quindi mettere mano su quel file, né tantomeno tornare indietro. Un altro aspetto invece riguarda alcune funzioni che sono state già messe in campo da alcuni enti regionali, come per esempio Acquedotto Lucano, per il disbrigo di pratiche contrattuali. In quel caso servirà anche la Posta Elettronica Certificata, ovvero un account di posta costruito ad hoc dai server della Regione. Firma digitale e Pec sono due cose differenti e hanno due procedimenti separati per farne richiesta. Noi ieri pomeriggio abbiamo seguito l'intero iter per ottenere una pennza usb e contestualmente un account di Pec. E non c'è nulla di più facile. Basta spendere pochi minuti negli sportelli dedicati (un al piano terra ed uno al quinto) e attendere tutte le procedure per la consegna. Ovviamente i tecnici sono lì anche per risolvere i problemi e rispondere alle domande, senza contare che almeno un primo breve “tour” per capire come funziona il tutto è d'obbligo. Ma come si usa? Per firmare basta trascinare il documento su una barra che comparirà sullo schermo del pc una volta inserita la penna. Nulla di troppo complicato, per una Regione che viaggia verso la nuova era del digitale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Venerdì prossimo alla Camera si terrà il “BarCamp” sul futuro digitale dell’Italia E il Governo chiama a raccolta i creativi La Camera dei deputati ROMA - Venerdì prossimo, a partire dalle 9,30, la Sala del Mappamondo della Camera ospiterà il BarCamp #Facciamolagenda, con l’obiettivo di raccogliere dai partecipanti idee, progetti, proposte, contributi finalizzati al miglioramento della posizione dell’Italia in rapporto agli indicatori dell’agenda digitale europea. E’ il primo BarCamp di Montecitorio: un’innovazione comunicativa che si potrebbe ripetere su altre tematiche. L’evento sarà presentato giovedì 10 aprile alle 10 a Montecitorio da Anna Masera, capo Ufficio Stampa e Comunicazione della Camera. BarCamp, si legge in una nota della Camera, è una rete internazionale di non conferenze aperte, i cui contenuti sono proposti dai partecipanti stessi. E’ un pensatoio informale, un incontro di esperti per raccogliere idee e proposte. L'idea è di programmare una serie di BarCamp a Montecitorio per promuovere la cultura digitale all’interno delle istituzioni e fare della Camera un punto di riferimento per altre Istituzioni e amministrazioni pubbliche in tema di open data e open access. In vista del prossimo avvio del semestre europeo, il tema prescelto per questo primo BarCamp è quello dell’Agenda digitale europea: i partecipanti individueranno uno degli indicatori dell’agenda digitale Ue (raccolti sul sito http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/scoreboard) e contribuiranno all’evento presentando un’idea, un progetto, una proposta per migliorare la posizione dell’Italia in Europa. L’Agenda digitale è quell'insieme di norme che vogliono portare il Paese nel medio-lungo periodo verso le nuove tecnologie e l’innova- zione. Realizzata in seguito alla sottoscrizione da parte di tutti gli Stati membri dell’Agenda digitale europea, presentata dalla Commissione europea nel 2010, è una delle sette iniziative faro della strategia Europa 2020, che fissa obiettivi per la crescita da raggiungere entro il 2020. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 10 Primo piano Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it L’INCHIESTA I carabinieri del Noe tornano a Viggiano Acquisiti i dati dei server della compagnia sulle emissioni di gas La fiammata del 13 gennaio. A sinistra un militare del Noe durante un sopralluogo. Sotto l’articolo del Quotidiano dedicato al blitz di febbraio Perquisizione al centro oli Eni Indagini sulla fiammata di gennaio, coinvolta anche una ditta di certificazioni ambientali dI LEO AMATO POTENZA - Tutti i dati delle centraline dell’Eni che monitorizzano in continuo le emissioni dai camini del Centro oli di Viggiano, con un occhio particolare a quanto registrato durante l’ultima fiammata anomala. E’ quello che cercavano i militari del Noe dei carabinieri che ieri mattina hanno fatto di nuovo irruzione nell’impianto della compagnia del cane a sei zampe. A firmare il decreto di perquisizione esibito dai carabinieri al comando del capitano Luigi Vaglio sono stati i pm della Direzione distrettuale antimafia lucana, che hanno disposto l’acquisizione di copia integrale delle informazioni memorizzate sia sui server che gestiscono in automatico le rilevazioni in loco, sia su quelli di una società di Potenza che si occupa della loro analisi. GLI INDAGATI L’inchiesta è la stessa del blitz e degli avvisi di garanzia di febbraio, in cui risultano indagate per traffico di rifiuti 11 persone. Tra loro ci sono anche l’attuale responsabile della Divisione sud dell’Eni Ruggero Gheller e i vertici di Tecnoparco Valbasento, una società misto pubblico-privato nata per offrire servizi alle imprese dell’area di Pisticci. Inclusi i potentini Faustino e Michele Somma, padre e figlio - presidente di Confindustria Basilicata, e l’ex amministratore delegato di Sorgenia (gruppo De Benedetti) Massimo Orlandi. Ma da allora le questioni allo studio degli inquirenti sembrano essersi ampliate. Tant’è vero che dalla gestione dei liquami di scarto prodotti dai processi che avvengono nel Centro oli, e smaltiti – in parte - nel depuratore di Tecnoparco (dall'altra parte della Regione), si è passati alle emissioni in atmosfera. L’INCIDENTE Il tema dei gas diffusi dai camini dell’impianto, che rappresenta a ben vedere l’infrastruttura fondamentale del programma di estrazioni in Val d’Agri, era tornato in evidenza il 13 gennaio a seguito di un incidente, che ha provocato l’avvio delle procedure di sicurezza. La fiammata prodotta dallo scarico improvviso del gas è stata visibile da diversi chilometri di distanza. Colpa di un tecnico, secondo Eni, che era Si allarga l’inchiesta dell’Antimafia sull’inquinamento dell’impianto stato incaricato di riparare la linea del gruppo di continuità principale e ha attivato per sbaglio il sistema di chiusura di emergenza convogliando tutti i fluidi in transito all’interno verso la torcia. «In nessun momento, nella giornata di lunedì, la sicurezza dei lavoratori e delle popolazioni interessate è stata esposta a qualsiasi forma di pericolo». E’ stata la rassicurazione della compagnia, che ha assicurato che le loro centraline non hanno rilevato | nessuna conseguenza sul piano ambientale. Di tutt’altro avviso i tecnici dell’Arpab e dell’Osservatorio ambientale della Val d’Agri che hanno parlato di un evento di portata “notevole” e di «un fenomeno di indubbia e rara intensità». In più hanno aggiunto che «sono stati rilevati, a partire dal giorno dell’evento, incrementi di concentrazione di H2S (acido solfidrico), etilbenzene, m, p ed o-xileni correlabili all’evento in ogget- OCCUPAZIONE | I sindacati incalzano Pittella «Sostenga la vertenza dell’indotto» Le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto la convocazione urgente di un tavolo con la presidenza della Regione e, per suo tramite, con Eni per «facilitare una positiva soluzione alla vertenza in corso relativa alla richiesta di nuova occupazione, stabilizzazione lavoratori precari, interventi su salute e sicurezza e miglioramenti salariali per i lavoratori dell’indotto Eni in Val d’Agri». «Dopo diversi incontri in sede sindacale – spiegano i sindacati - si sono registrate chiusure e resistenze tali da spingerci a proclamare per il giorno 11 Aprile p.v. 2 ore di sciopero, dalle ore 14,00 alle ore 16,00, dei lavoratori dell’indotto, primo atto di una mobilitazione che rischia di inasprirsi per lo scarso senso di responsabilità delle associazioni datoriali e dell’Eni. L’occasione di un Tavolo inoltre potrebbe essere utile, anche alla Regione stessa, per fare il punto sul lavoro del gruppo tecnico istituito in relazione agli impegni contenuti nel contratto di settore, per le nuove assunzioni connesse alla quinta linea e su cui lo stesso Dipartimento formazione della Regione è positivamente impegnato, prima che si perda anche questa occasione di nuova occupazione per i giovani lucani». to». In passato era successo anche che alcuni operai impiegati in uno stabilimento vicino al Centro oli denunciassero malori riconducibili alle sue emissioni, ma la mancanza di centraline funzionanti aveva impedito di chiarire quanto realmente accaduto. I CONTROLLI Sulla base delle prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale all’impianto della compagnia di San Donato, concessa dalla Regione nei primi mesi del 2011, al suo interno vengono monitorati in continuo «i volumi di gas diretti alle torce» e «tutte le emissioni di processo ai camini». Quanto agli «eventuali superamenti dei limiti emissivi imposti» spetta ad Eni autodenunciarsi comunicandoli «entro 8 ore dall’evento a Comune di Viggiano, Provincia di Potenza e Arpab». Poi c’è un sistema di monitoraggio ambientale «condiviso con gli Enti di controllo (Arpab e Regione Basilicata)» che è composto da altre 6 centraline “esterne”per ulteriori verifiche sulla qualità dell’aria: 5 dell’Arpab («di cui 4 realizzate da Eni e cedute all’Agenzia»), e una dell’Eni (fonte: relazione di Eni alla Commissione ambiente della Camera durante la visita a Viggiano del 7 ottobre 2013). INDAGINI INFORMATICHE Ieri assieme ai militari era presente anche un nuovo consulente incaricato dal procuratore facente funzioni Laura Triassi e dal sostituto Francesco Basentini. In materia di prove informatiche, infatti, occorrono cautele molto particolari perché restino valide in Tribunale. In casi come questo si tratta di fotografare l’esistente senza avviare nessun processo oltre a quelli di background per scongiurare il rischio di modifiche involontarie. Quanto al primo filone dell’inchiesta, invece, c’è ancora attesa per i risultati delle analisi sui campioni prelevati dai reflui in partenza da Viggiano per Tecnoparco. Tra i quesiti sottoposti all’ingegnere Alfredo Pini e al team di esperti dell’Arta Abruzzo (Giovanni Damiani, Giuliana Trulli e Fabrizio Stecca) spicca la verifica della tipologia di rifiuti prodotti dall’impianto e del codice corrispondente del catalogo europeo, da cui dipende il tipo di trattamento previsto dalla legge prima dello smaltimento finale. Ma anche conformità degli stessi con quelli previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale, che ne ha stabilito in maniera precisa le qualità e le quantità consentite. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it IL PERSONAGGIO 11 Lo scrittore per un giorno nella città dei Sassi. Ha incontrato studenti e parlato di scrittura e libertà «Non saremo mai Europa» Erri De Luca accolto come una star a Matera: «Vi spiego il mio Sud» di ANTONELLO GRASSI ALTO, dinoccolato, il fisico agile e asciutto nonostante i sessant’anni e le rughe che ne solcano il volto stempiato, lo scrittore Erri De Luca fa il suo ingresso nel cortile dell’Istituto Alberghiero di Matera, a bordo di un’utilitaria, quando sono da poco passate le dodici. Al volante c’è il giovane poeta napoletano Gianpasquale Greco con il quale, nel pomeriggio, De Luca terrà una conferenza a Palazzo Lanfranchi. Qui, al Turi, per quasi un’ora, oltre duecento ragazze e ragazzi (studenti dell’Alberghiero e del Magistrale Stigliani), assiepati nella platea improvvisata davanti all’istituto di via del Castello, hanno atteso con impazienza l’arrivo dello scrittore e ora si sciolgono, come d’altronde era previsto dal cerimoniale, in un applauso liberatorio. Accolto al cancello da un gruppo di hostess, De Luca viene preso in consegna dal preside Gianluigi Maraglino e dall’avvocato Beatrice Genchi (che ha organizzato l’incontro); quindi, ancora mezzo stordito dal viaggio, si lascia condurre al tavolo della conferenza mentre un gruppo di allievi del Liceo musicale diretto dal maestro Angelo Basile intona musiche per archi di Antonio Vivaldi. Un’accoglienza da star che dà la misura della popolarità, anche a Matera, dello scrittore; e della quale lo stesso De Luca mostra di stupirsi. “Questo sontuoso benvenuto di Matera mi ricorda che stiamo nel Mediterraneo” esordisce, rendendo omaggio alla proverbiale ospitalità dei materani. Ma la verità, senso lucano dell’ospitalità a parte, è che De Luca è uno di quegli scrittori in cui, programmaticamente (come spiegherà nel corso dell’incontro con gli studenti), vita e letteratura fanno tutt’uno: ciò che ne fa suo malgrado, e anche in virtù del temperamento schivo, un personaggio. Come dimostra l’appuntamento materano. Ed è un autore, per giunta, che si considera il superstite “non innocente” di una generazione sconfitta: il cui stile fortemente impressivo sembra fatto apposta per suscitare adesione o repulsione. Ma stamattina, nel pubblico adorante, nessuno ha voglia di stare a sottilizzare. Non è un caso, dunque, che alla studentessa che gli chiede da dove egli tragga idee e linfa per le sue storie, lo scrittore risponda: “Io non faccio, e non ho mai fatto altro, nei miei libri, che parlare di quel che mi capita”. Il che, nella fattispecie, appartiene, allo stesso tempo, alla sfera del pubblico e a quella del privato. Come dimostra la biografia di De Luca: dalla militanza, mai rinnegata, in Lotta Continua negli anni ’70, alla solidarietà con i No Tav che gli è costata, di recente, noie con la giustizia. Il tutto unito alla rivendicazione di un’identità mediterranea che, come è ovvio, non ha niente a che vedere con le nostalgie dei neosudisti. “Noi meridionali In alto l’incontro all’Alberghiero, in basso a Palazzo Lanfranchi Erri De Luca apparteniamo a una comunità che non potrà mai diventare un’espressione politica – spiega-. Non saremo mai gli Stati Uniti del Mediterraneo. Siamo persone che, nel corso dei millenni, si sono trovate a convivere lungo questo mare mescolando le loro storie e il loro stesso sangue”. “L’Italia – spiega ancora - non appartiene all’Europa. E’ parte integrante del Mediterraneo. A me hanno insegnato, a scuola, che l’Italia è uno stivale: e questa immagine m’è bastata per una cinquantina d’anni. Poi, improvvisamente, ho visto la figura dell’Italia in un altro modo. E allora ho capito. L’ho vista come un braccio. Sì, l’Italia è un braccio che si stacca dalla spalla delle Alpi e dal blocco dell’Europa e se ne va in mezzo al Mediterraneo finendo a mano aperta. E già, perché la Puglia e la Calabria sono le estremità di una mano aperta. Mentre la Sicilia somiglia a un fazzoletto che saluta”. Ma se non è, e non potrà mai essere, un’espressione politica compiuta, che cosa è l’Italia? De Luca spiega: “Vedete? In noi storia e geografia stanno insieme. Anzi: la nostra storia deriva essa stessa dalla geografia. Tutto quello che ci è successo è venuto fuori da questa forma dell’Italia di cui ho parlato: la forma di un braccio steso in mezzo al mare come un ponte. Peccato che questo ponte non vada più avanti. Che lasci tanto spazio al canale di Sicilia e ai suoi naufragi. E’ questo braccio che ha accolto tutto quello che abbiamo: dal cibo, all’architettura, al teatro, all’astronomia. Alle religioni. Moltissime religioni c’erano qui, una volta. Eravamo il centro di tutti i politeismi del Mediterraneo. E poi, improvvisamente, ecco la notizia decisiva della nostra civiltà religiosa: che esiste una sola divinità, la quale ha cancellato, non riassunto, tutte le altre, estirpandole letteralmente dal suolo e dal cuore degli uomini. Il monoteismo (quello ebraico, cristiano, musulmano) è una novità che prima di impiantarsi ha sradicato tutto quello che c’era prima d’esso”. E l’Europa? “Dall’Europa non ci è arrivato mai niente –ta- glia corto De Luca -, tranne gli eserciti che scendevano, proprio di questi tempi, in primavera, attraverso le Alpi. L’unica cosa che ci è venuta dal Nord è il baccalà. Un merluzzo come, da queste parti, non ne avevamo mai visti: ecco l’unico lascito dell’Europa al Mediterraneo che io apprezzo. Noi abbiamo dato loro molto di più di quello che ne riceviamo. Pensiamo alla Grecia. Ha offerto all’Europa un vocabolario: è da lì che vengono i nomi a tutte le cose che abbiamo intorno. E guardate come l’hanno ridotta”. De Luca quindi spiega in che cosa consista quello che potremmo definire il suo sentimento del Mediterraneo. La cui forza, per lo scrittore, risiede in una memoria che è allo stesso tempo individuale e collettiva: “Sono uno che si trova bene soltanto in mezzo a questo mare. Fuori di qui mi sento spaesato. Qui so come sono fatti gli alberi, le piante, le facce delle persone. E le case. Io so come sono costruite le case, perché ho fatto per anni il muratore”. Parlando di case e di muratura a Matera, non si può non parlare di tufo: un materiale che, d’altra parte, accomuna la città dei Sassi con Napoli. “Io il tufo lo conosco bene – dice De Luca – perché la mia è una città costruita sul tufo. Non so come è fatto il tufo di Matera. Ma il nostro aveva questo di particolare: era un modo diverso di essere muro. I muri servono a separare, il tufo invece, almeno quello napoletano, non voleva dividere. Siccome era pieno di buchi, tutto quello che succedeva dall’altra parte del muro si veniva a sapere subito. E così Napoli era una città che aveva una grande comunicazione acustica interna. Il tufo era la materia che ci teneva insieme, che ci teneva avvinti l’uno all’altro”. “Non so – dice De Luca, rivolgendosi agli studenti materani - se il vostro tufo è così cordiale come il nostro. Ora Napoli è cambiata, ha materiali di costruzione differenti, è diventata più sorda”. Il tufo, continua lo scrittore, “è parte del Mediterraneo, della sua cordialità, della sua accoglienza, della sua condizione naturale di terra di passaggio, di appoggio”. Poi, accennando alla questione degli immigrati: “Quelli che vengono qui… mica vogliono tutti quanti restare da noi. Vogliono semplicemente passare, attraversare questo ponte proteso sul Mediterraneo per sciamare altrove. E questo il nostro destino geografico. Siamo un punto di passaggio”. Alla fine del suo discorso De Luca si rivolge direttamente agli studenti: “Anche voi vi trovate in una parte della vita che è di passaggio. E avete scelto una professione che è quella dell’accoglienza. Avete fatto bene. Questo Paese può produrre solo due cose: accoglienza e cibo. Nessun altro Paese può competere con noi in questo campo. Soltanto noi abbiamo questo territorio, questa cultura stratificata, e siamo i depositari di gran parte del patrimonio dell’umanità. Non siamo fatti per vendere macchinette. Noi possiamo vendere ciò che conosciamo e abbiamo sempre fatto. Io spero che la classe dirigente del futuro capisca che per il nostro Paese sono strategici i ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente, della Cultura, non quello della Difesa che compra aerei da guerra che non servono a niente”. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 12 Primo piano Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it POLITICA I Pittella, Gianni e Marcello, e il legame con la Basilicata raccontati dal padre Domenico di SARO ZAPPACOSTA e LUCA ARLOTTO Il 13 luglio del 1970, anno della nascita della Regione Basilicata, Domenico Pittella era nell’aula assembleare della provincia in cui ci fu lo storico insediamento del primo consiglio regionale. Saro Zappacosta era un cronista politico del giornale Roma di Napoli e si imbattè nel corridoio del secondo piano nella figura di un signore elegante ma leggermente dubbioso. «Dov’è la stanza del gruppo socialista?», chiese. Era il consigliere regionale del collegio di Lauria, sarebbe diventato senatore. È stato componente del comitato regionale e di quello centrale del partito socialista italiano. Tra i due, negli anni, è andata avanti una conoscenza professionale, fatta di stima e confronto. Questa intervista registrata nella casa di Lauria di Domenico, a cui si aggiunge un giovane giornalista, Luca Arlotto, è l’occasione per attraversare un pezzo di storia locale. Con uno sguardo al presente. Domenico Pittella è il padre del vice presidente del Parlamento europeo, Gianni, e del governatore della regione Basilicata, Marcello. Quarant’anni dopo, che cosa ricorda dei giorni in cui nasceva la regione Basilicata? «Ero quasi nuovo alla politica e mi sentivo frastornato. Ma avevo volontà di fare qualcosa e sentivo che la Basilicata aveva bisogno di energie nuove. Penso che fare le cose sia un motivo essenziale della politica. Non tanto le ideologie che poi passano. Ma realizzare le idee. Questo è ciò che conta». In Senato dal 1972 al 1983. Che cosa le è rimasto nel cuore? Che cosa non avrebbe mai voluto vivere? «Ciò che mi colpì molto era il tipo di lavoro che in pochi facevamo dalle otto di mattina fino alle nove di sera. Io ero tra i primi a entrare nel palazzo e tra gli ultimi a uscire. Nei quattro giorni in cui ero a Roma, facevo un lavoro eccitante e allo stesso tempo usurante. Sono stato relatore delle leggi più importanti, da quella sulle droghe a quella sull’aborto, fino alla riforma sanitaria che, poi, al tempo fu un po’ travisata. Poi, rispetto a quello che non avrei mai voluto che succedesse, credo che ne parleremo in un’altra occasione. Finirei col commuovermi». Nella terza legislatura regionale (1980-1985) ritorna il nome dei Pittella: è quello di Gianni, il suo primogenito. «Ho avuto grande stima di Vincenzo Verrastro, un uomo colto, estremamente propenso alla discussione. Per ciò che mi riguarda, una sola pecca: quella di aver presieduto una giunta nella quale sono state mozzate le aspirazioni di un uomo che aveva creato qualcosa di importante, di giusto, di splendido nell’ambito del lagonegrese, la Clinica Pittella che in una seduta fu inabissata e scippata dalle mani del suo proprietario e direttore sanitario». In quegli anni comincia la lunga carriera politica di Gianni, assessore e consigliere in più legislature. A proposito, si dice che lei abbia un debole per Gianni poiché primogenito… «Questo non è vero. Ho un debole per tutti A casa di don Mimì nel feudo di Lauria «Non siamo una casta, ma dediti alla comunità lucana» E poi il racconto della politica e il ritratto dei figli In alto Domenico Pittella intervistato da Luca Arlotto e Saro Zappacosta; in basso Domenico con la moglie Teresa; nei tondi i figli Marcello e Gianni: A destra alcuni frame del video dell’intervista (sul sito del Quotidiano: www.ilquotidianodellabasilicata.it) i figli. Sono cinque i miei figli e sono amati alla stessa maniera, con la stessa intensità e lo stesso amore». Qual è la differenza politica tra Gianni e Marcello a livello politico? «Le sfere politiche dei primi miei due figli son diverse. Gianni ha dimostrato di essere un gran politico a livello europeo. Mar- cello oggi ha una grande responsabilità nei confronti della popolazione lucana, deve ridare speranza, fiducia e consistenza alla Regione. Ritengo che la mia scelta, perché fu mia la scelta di portare alla Regione Gianni per la prima volta, per l’intelligenza che lo contraddistingue, per la volontà di fare, fu giusta. Di Marcello ho apprezzato lo scatto di orgoglio: primo eletto nell’ambito del Pd non fu riconosciuto dallo stesso Pd come meritevole di un avanzamento politico. E poi gli stessi suoi compagni se lo sono ritrovati a capo della Regione Basilicata. Lo apprezzo perché è un grande lavoratore. E credo di essere più vicino a Marcello perché è un giovane che affronta la vita, le miserie umane, le sofferenze e i disagi della povera gente con entusiasmo, con gioia, con speranza». Facciamo un passo indietro. La legislatura tra il 1995 e il 2000 è stata quella RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 13 IL COMMENTO Un nuovo familismo amorale guida l’azione politica Non voglio morire pittelliano Il potere padronale guida chi ha in mano le sorti della Regione segue dalla prima di NINO D’AGOSTINO Il palazzo del Consiglio regionale grave di natura politica. Il Pd lucano, ossia il partito egemone, il partito-regione, sta registrando, come vedremo fra un attimo, una vera e propria mutazione genetica, come processo di sintesi di lotte intestine, condotte con grande spregiudicatezza, violando regole e comportamenti che hanno in passato bene o male disciplinato la convivenza all’interno del partito e delle sue due anime, quella democristiana e quella comunista. Il partito egemone non è più tale e lo dimostra l’oltre 50 per cento degli astenuti alle ultime elezioni, che non hanno votato né per Grillo e né per Pittella e trova conferma nel venir meno del consenso bulgaro registrato in passato dai candidati presidenti pro-tempore. Il Pd è di fatto una minoranza nella regione e per giunta scarsamente compatta, predomina per pura logica numerica. Le due sue principali correnti che lo compongono si sono confrontate non sulla base di visioni socialdemocratiche contrapposte ed alternative a quelle liberaldemocratiche, ma secondo esclusive finalità di occupazione del potere nelle diverse istituzioni (partito, ente regione, ecc.). Vuoto pneumatico in fatto di idee forti, di visione, di progetto, di relative strategie, molto chiacchiericcio politico-mediatico, affidato a rivoluzionari in erba che ovviamente non sanno che cosa sia e come fare una rivoluzione. Abbiamo assistito a vicende politiche straordinarie che non possono non destare qualche perplessità. Gianni Pittella ha organizzato con tempi e mezzi consistenti una cinquantina di circoli su cui impostare la sua compagna per le europee, fidando in una deroga per la sua candidatura, avendo già svolto il mandato di parlamentare europeo per ben tre legislature, passando tempestivamente sotto la protezione di Renzi che almeno in questo caso dovrebbe dismettere i panni del rottamatore. Il fratello presidente Marcello Le due principali correnti del Pd si sono confrontate non sulla base di visioni contrapposte ma secondo esclusive finalità di occupazione del potere Siamo in presenza di uno svolgimento di potere padronale e familiare inquietante per la democrazia regionale, e la nomenclatura è incapace di reagire del caos politico, con i partiti tradizionali scomparsi. Della Famiglia Pittella, in consiglio non c’è nessuno. Qualche anno dopo toccherà a Marcello entrare in quell’aula. «Ho provato entusiasmo, rinnovato orgoglio e anche una commozione profonda nel vedere il mio secondo figlio perseguire questa volontà di rinascita. Fu una grande gioia sapere della sua elezione». Ancora una domanda personale. I suoi altri figli seguiranno le orme politiche della famiglia o hanno altre aspirazioni? «Be’, i miei figli sono molto diversi. Elga prosegue la carriera nell’università. Immacolata Elisa ha sedici anni e quindi è presto per dire se farà politica o meno. Certamente farà il medico perché è appassionata di medicina. Pierdomenico, stando alle cose che vedo adesso, più che politica farà atletica: è un calciatore eccellente, è un ragazzo studioso, bravo». Che cosa rappresenta la famiglia Pittella a livello politico? «Non siamo certo una casta. ma solo una famiglia di lucani che hanno provato a mettere qualcosa a disposizione degli altri. Nella professione, nella politica e nella vita di ogni giorno. Anche in virtù di cose che ci sono successe in negativo dettate dall’odio di pochi, dall’invidia di pochi che oggi vivono ai margini della società e che non sono degni neppure di essere nominati. Noi continueremo a fare le cose con amore e passione». Pittella ha accettato di buon grado il suggerimento suggerito dal fratello maggiore di nominare i componenti della giunta regionale come esterni, quattro tecnici suoi amici, contribuendo a mettere in piedi una giunta che non ha precedenti nella storia delle regioni, commissariandola sostanzialmente. È nelle intenzione della famiglia Pittella e dei suoi famigli di traghettare i circoli suddetti verso le strutture del Pd lucano, trasformandoli da struttura parallela al Pd ad asse portante del partito in questione, così come è loro intenzione costruire alleanze interne per la gestione del partito con la famiglia Antezza, altra forza innovatrice, intenzionata a comandare nel materano. Siamo in presenza di uno svolgimento di potere padronale e familiare inquietante per la democrazia regionale, avanti al quale la nomenclatura che ha finora retto le sorti del Pd lucano è incapace di mostrare una qualsiasi reazione. Alle famiglie suddette va riconosciuta grande capacità organizzativa, anche se di tipo squisitamente clientelare, e un grande fiuto nel saper valutare i possibili vincitori a livello nazionale a cui aggrapparsi, replicando consolidati comportamenti della classe politica meridionale, dettati dall’accordo tacito tra il potere centrale e quello regionale, secondo cui si portano i voti al ceto dominate nazionale, rafforzandolo, e ottenendo in cambio libertà di movimento, coperture politiche e risorse finanziarie da spendere a proprio piacimento. In questo scenario è illusorio pensare di trovare politici che ci spieghino perché il Sud ed, al suo interno, la Basilicata versino in una secolare condizioni di arretratezza, che ci facciano capire e farci risalire alle responsabilità dei soggetti principalmente esposti nella creazione di tale disastro socio-economico. Due condizioni queste preliminari per individuare la via per superare il divario col resto del Paese. Con le vicende prima accennate, corriamo il rischio di morire pittelliani, dopo avere superato indenni quello di morire colombiani: indubbiamente un bel salto di qualità per morire. Coprendo gli spazi di potere con uomini fidati, presupposto essenziale per gestire in modo padronale la spesa pubblica, è chiaro che ci si blinda per decenni, potendo contare, tra l’altro, sulla vulnerabilità della società regionale, dovuta ai gravi disagi che deve affrontare per trovare lavoro sempre più scarso, per esprimere in libertà fondamentali diritti civili, per comporre un decente capitale sociale e così via. Occupando strategiche postazione di potere politico ed istituzionale a livello nazionale e regionale, si va delineando una versione politica del familismo amorale descritto fa E.C . Banfield. Mi auguro che sia solo una mia preoccupazione, destituita di concreto fondamento. Ma ciò che stupisce è il silenzio assordante registrato finora da gran parte della opinione pubblica e degli addetti ai lavori (politici, intellettuali, imprenditori, sindacati, movimento cattolico, informazione, ecc.), avanti a decisioni ed eventi che, comunque li si voglia vedere, sono a dir poco sconcertanti. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 14 Economia Italia / Mondo Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it LA RIPRESA Migliorato tutto il quadro congiunturale dell’Europa Pil, Italia +0,6% ma è l’ultima del G7 L’Fmi certifica i progressi dell’economia e lancia l’allarme del credito nel Belpaese di MICHAEL SPROVIERO NEW YORK - L’Italia è in ripresa: la crescita migliora e il pil salirà quest’anno dello 0,6% e nel 2015 dell’1,1%. Progressi nonostante i quali l’Italia resta fanalino di coda fra le economie del G7 e - come anticipato - si fa doppiare nel 2015 dalla Grecia, con Atene che crescerà del 2.9%. Fra i nodi che l’Italia deve sciogliere c’è quello del credito da rilanciare e che potrebbe avere un potenziale impatto sul «pil del 2% e oltre», e la crisi del lavoro da risolvere. I progressi dell’Italia - afferma il Fondo Monetario Internazionale - si inseriscono in un migliorato quadro congiunturale europeo, dove però è «relativamente alto», pari a circa il 20%, il rischio di deflazione. Da qui il nuovo affondo di Washington alla Bce: la Bce deve guardare a tutte le opzioni per evitare la deflazione e un’azione è «meglio prima che dopo» afferma il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard, alimentando il braccio di ferro a distanza fra Fondo e Francoforte, dopo il botta e risposta fra Mario Draghi e Christine Lagarde. L’analisi del Fmi sulla situazione del lavoro italiana rafforza l’allarme lavoro lanciato dal ministro dell’economia Pier Carlo Padoan ai microfoni della Cnn. «L’alta e persistente disoccupazione è la minaccia numero uno al progetto europeo. Bisogna combinare politiche di stimolo alla domanda e facilitazione del mercato del la- voro come il jobs act» afferma Padoan. In base agli ultimi dati dell’Inps a marzo sono state autorizzate 100,1 milioni di ore di cassa integrazione, con un aumento del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le domande di disoccupazione sono invece calate in febbraio del 4,7%. Il Fmi stima per l’Italia un tasso di disoccupazione del 12,4% nel 2014 e dell’11,9% nel 2015, maggiore della media di Eurolandia dove la «disoccupazione resta alta a livelli inaccettabili» mette in evidenza il Fmi. La ricetta di Washington per Roma si basa sulla riforma del mercato del lavoro, con la raccomandazione di avere un singolo contratto, tasse più basse sul lavoro, la riforma giudiziaria e una pubblica amministrazione più efficiente. Il quadro di ripresa lenta italiana si inserisce in un contesto europeo di crescita, con il pil di Eurolandia stimato crescere quest’anno dell’1,2% e il prossimo dell’1,5%. «La buona notizia è che, per la prima volta in due anni, per le economie periferiche del sud, è prevista una crescita anche se lenta» afferma Blanchard. A tirare la crescita mondiale, che quest’anno di attesterà al 3,6% per poi salire al 3,9% nel 2015 (ambedue le stime sono state ritoccate al ribasso di 0,1 punti percentuali), sono le economie avanzate, con gli Stati Uniti capofila, mentre le economie emergenti rallentano, frenate anche dalla normalizzazione della politica monetaria della Fed. «La Bce guardi a tutte le opzioni» LA SCHEDA Nel 2015 scenderà al 11,6. Nel 2012 è stato del 12,1% Il tasso di disoccupazione resta alto in tutta Eurolandia: 11,9% nel 2014 Preoccupante il 26,3% di disoccupati in Grecia Nel nostro Paese quest’anno è previsto all’11,9% WASHINGTON - Il tasso di disoccupazione resta alto a livelli inaccettabili nell’area euro: riforme strutturali per creare un mercato del lavoro flessibile e più competitivi mercati per beni e servizi sarebbero necessarie. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), stimando per Eurolandia un tasso di disoccupazione all’11,9% nel 2014 e all’11,6% nel 2015 dopo il 12,1% del 2012. «L’area euro è finalmente emersa dalla recessione» ma gli elevati debito e disoccupazione, gli investimenti bassi, la stretta del credito e la frammentazione finanziaria continueranno a pesare sulla crescita» mette in evidenza il Fmi, precisando che «la probabilità di una recessione per l’area euro resta alta, mettendo in evidenza la fragilità della debole ripresa economica. Anche il rischio di deflazione resta relativamente alto nell’area euro, dove è ancora a circa il 20%». La ripresa in Eurolandia - osserva il Fondo - non è uniforme. Per l’Italia il Fmi stima una crescita dello 0,6% quest’anno, analoga a quella della Grecia. Atene però nel 2015 vola e «doppià l’Italia: il pil greco è stimato crescere il prossimo anno del 2,9%, quello dell’Italia dell’1,1%. Ma il problema della disoccupazione in Grecia è maggiore: il tasso è del 26,3% nel 2014 e del 24,4% nel 2015, a fronte del 12,4% dell’Italia quest’anno e l’11,9% del prossimo». La ripresa economica mondiale si è rafforzata ma restano ancora «fragile» con significativi rischi al ribasso. Le economie avanzate hanno preso slancio e tirano la ripresa mentre quelle emergenti hanno rallentato, registrando anche un aumento dei rischi. A scattare la fotografia dello stato di salute della ripresa è il Fmi nel World Economic Outlook, invitando a non mollare la presa. «La riforma del sistema finanziario è incompleta e il sistema finanziario resta a rischio» afferma il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard, sottolineando che a complicare il quadro è anche l’aumento dei rischi geopolitici, che comunque non hanno ancora avuto ripercussioni macroeconomiche. ALITALIA A breve la lettera fra Roma e Abu Dabhi Lupi smentisce indiscrezioni «Etihad non ha chiesto esuberi» ROMA - Più cresce l’attesa per Etihad, più si intensificano le indiscrezioni sulle condizioni della compagnia araba per l’investimento in Alitalia: in particolare sui costi per i dipendenti, con la scure degli esuberi che potrebbero arrivare fino a 3.000 unità. Ma il Governo prova a rassicurare: al momento «non mi risultano», afferma il ministro dei trasporti Maurizio Lupi, auspicando che il Piano congiunto Alitalia-Etihad non riduca ma anzi aumenti l’occupazione. «Ho parlato con l’amministratore delegato (di Alitalia, ndr) e mi ha detto che la due diligence è finita» e «in questi giorni si stanno definendo le lettere d’intenti»: «adesso sono in corso i giusti colloqui tra le due parti e appena saranno finiti ci faranno sapere», ha spiegato Lupi in audizione al Senato. «Mi auguro che una volta definiti questi impegni vengano esposte anche al Governo le linee dell’accordo», ha aggiunto Lupi, che aspetta un incontro con i vertici delle due compagnie: «Quando saranno pronti chiederanno un incontro al Governo. Mi auguro che avvenga nei prossimi giorni, in tempi utili perché si faccia un buon lavoro». E mentre gira voce che la lettera d’intenti in cui Etihad fissa le proprie condizioni non arrivi prima di Pasqua, prendono forma i contenuti del documento su cui le due com- pagnie avrebbero iniziato la trattativa. E’ probabile che solo dopo un’intesa di massima sui punti principali di questo documento, la compagnia araba presenti la propria manifestazione di interesse. Tra le condizioni più delicate c’è quella legata al taglio del costo del lavoro: gli esuberi si dovrebbero aggirare intorno alle 2.500 unità (ma potrebbero arrivare a 3.000), coinvolgendo i 1.900 esuberi dell’accordo di febbraio (gestiti ora con cig a rotazione e solidarietà) e i 500-600 esuberi della vecchia cig volontaria. Sugli esuberi, però, il ministro Lupi frena: «Non mi risultano voci o rumors» sulla richiesta di un aumento dei tagli - ha detto Attendiamo la definizione di un accordo e di un Piano che mi auguro sia di rilancio e preveda non una diminuzione ma un aumento dell’occupazione». Su questo fronte restano vigili anche i sindacati. «Se qualcuno parla di espellere dal ciclo produttivo, noi ovviamente dei problemi ad essere d’accordo li avremo», afferma il segretario generale della Fit Cisl Giovanni Luciano. «Abbiamo fatto di tutto per tenerli dentro e confido che non ci siano posizioni dal sapore ricattatorio», aggiunge, precisando tuttavia: «prima di qualunque posizione vogliamo vedere il Piano industriale». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 15 Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Il Papa e il cuore POTENZA, AMARA VISIONE del Vangelo DI UN GIOVANE STUDENTE di EMANUELE VERNAVÀ “I POVERI SONO IL cuore del Vangelo”, dice papa Francesco ai giovani accompagnati ad incontrarlo dal Vescovo di Gand, Lucas Van Looy. E perché i poveri sono il cuore del Vangelo? Perché “sono comunista”? No, ma perché “i poveri sono al centro dell’annuncio di Cristo”. E tu vedi che si dà la stura, già successo, ai commenti ed alle analisi più “complesse e profonde”, si fa per dire, da parte di “pensatori” che contano, i più “cliccati” della mappa della comunicazione e soprattutto della geografia politico-culturale dei più ricercati, spesso dietro lauti compensi, per i loro profondi pensieri. Ma, sin da piccolo, papa Bergoglio avrà pensato di dover mettere in pratica un pensiero che ritenevo giusto e senza guardarsi attorno, se conveniva, non conveniva, era pericoloso, ecc. Il buon “agricola” di Catone il Censore, quello che forniva al S.P.Q.R. fortissimos viros, non teme per il “pane quotidiano”, e per il companatico e le raffinatezze culinarie non si dà pensiero. Spesso il companatico e le raffinatezze culinarie bisogna comprarle e non sempre basta la moneta sudata, ma è necessaria un po’ di abilità nel mercanteggiare, proprio quello che Catone riteneva pericoloso e, vista la vicinanza della mercatura con l’usura, spesso “non onesto”. Ma lasciamo stare. Chi sono i poveri del Vangelo, quelli senza ideologia? Si potrebbe rispondere, sensatamente, che poveri lo siamo tutti, anche e soprattutto coloro che, per paura che il futuro non riserbi brutte sorprese, si fissano su un solo obiettivo, quello di accumulare il più possibile, così bene descritto da Orazio nella famosa satira dell’Avaro. Il povero, quindi, non è solo chi non è in grado di assicurarsi il pane quotidiano, ma lo siamo tutti nel momento in cui subiamo una “privazione” di quello che ci spetta ad opera di chi è più forte nella competizione sociale. E per questo tipo di povertà non ci può essere alcuna ideologia, perché la soluzione non potrà essere accettando l’appello di Marx “proletari di tutto il mondo, unitevi”, perché nel momento in cui i proletari assalteranno la Bastiglia o il Palazzo d’inverno e instaureranno la dittatura del proletariato non faranno altro che prendere il posto di quelli che avranno eliminati, per continuare nella storia futura la dialettica sanguinosa tra poveri e ricchi. Allora il povero senza “ideologia” di Francesco come deve lottare per il suo “pane quotidiano”? C’è una sola cosa da fare, testimoniare la verità e denunziare l’ingiustizia. Questo fecero i martiri, parola quasi sempre associata dal pensare comune ai tanti “santini” che una spesso stantia pratica cristiana dà ai fedeli nelle ricorrenze. E questi martiri, se fossero solo quelli che la storia ci fa conoscere, sarebbero veramente poca cosa in questa guerra infinita per l’avvento del Regno di Dio o, come vogliono i “laici”, di una società giusta e solidale. In realtà i testimoni della verità, quelli che mettono sul “banco” anche la vita o a costo di una povertà fatta di dileggio e di invisibili flagellazioni, sono molto, molto di più di quelli che la storia, o la cronaca, drammatica di questi ultimi tempi e in diverse plaghe della Terra, ci racconta. E non lo pensiamo solo molti di noi ipercritici che cerchiamo di “leggere” al di là della televisione della stampa o dei libri di storia, ma lo dice Papa Bergoglio nell’omelia a Santa Marta ( cfr. Avvenire, 5 aprile 2014, p. 19, Paolo Pittaluga): “(Papa Francesco) ha rimarcato che ci sono più martiri oggi che nei primi tempi, esortando, però, a non avere paura delle incomprensioni.... Gli empi vogliono impadronirsi della religione... “i profeti sono stati perseguitati” per l’invito a tornare sulla strada di Dio, una esortazione che alle persone di potere “non fa piacere”. Ma la descrizione di chi sia il povero, ce la fa proprio Cristo quando dice : “Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt, 4,3), povertà di spirito o povertà come scelta del proprio animo, quella che Tettamanzi chiama “sobrietà”. Ma su queste riflessioni a “microfono aperto” di papa Bergoglio ho il timore che calerà lentamente l’apparente “stanchezza” di chi deve “trasmettere”, in realtà la decisione, come nel cuore di Salomé, di continuare ad avversare e a contrastare in maniera soft, cioè senza che i “poveri” se ne accorgano, ogni “profeta” che compaia sul tormentato orizzonte umano del Pianeta. E quindi anche Papa Francesco, l’ ultimo profeta della serie, studiando in silenzio e nell’ombra un’accusa più forte e plausibile, perché quella di “comunista”, Bergoglio pare sia riuscito a sventarla. di JOSUÈ MARONE Tutto è destinato a morire. O a non nascere mai. E cosa ne sarà della nostra terra? Cosa ne è stato? Cosa ne sarà delle scale mobili, degli ascensori, del gran caffè, delle fontane, di tutta questa apparenza? Cosa ne sarà di voi, di noi? Guardo negli occhi di questa gente e vedo il vuoto. Una terra senza speranze, idee, ideali. Una terra priva di tutto. Una terra che vuole essere priva di tutto. A tratti penso che tutto ciò sia ciò che ci meritiamo. Il più delle volte. E' tutta rabbia che sento dentro, che mi scalda le vene, la testa, mi getta nel panico. Guardo negli occhi di questi giovani, questi miei coetanei, e li vedo spenti. Talmente tanto dentro il sistema da aver accettato il fatto stesso che le cosa vadano così come devono andare, senza alcuna possibile deviazione non controllata. Siamo destinati ad essere schiavi, e i ribelli si scocciano, prima o poi. Tutti i liberatori vanno al bar; decidono di essere schiavi anch'essi, esecrare porta solitudine e tanta tristezza. Odiare stanca, dopo un po'. Ci si fa da parte, è come venire attaccati da un morbo inguaribile. Quando guardo la mia scuola, i miei studenti, dentro di me c'è un conflitto. Penso di amare la lo- ro ignoranza, il loro far fronte alla vita pensando soltanto a se stessi, il loro essere spensierati. Ci vuole coraggio. Quello che non ho io. Non riescono in nessun modo a sentirsi parte di un qualcosa di più grande, una barriera mentale. Penso sia colpa loro. Tutto merito loro. Non me ne capacito. Farsi travolgere dalla corrente, così, senza neanche tentare di salvarsi, portando giù tutti gli altri. Le fucine di idee spariscono, i flussi si dirigono verso altri poli, una festosa gazzarra. Figli di qualcosa di sbagliato, che si sentono parte del giusto, normali. E tra gli scontrini alla regione, le navi al Serpentone, i ponti al Gallitello e le vecchie agghindate con il cagnolino e le borse da mille euro giace il silenzio. Guardo con molto sospetto questi patrioti ma un po' mi stanno simpatici. Del resto, si tratta pur sempre del “nido”, e il “nido” è portatore di ricordi, d'infanzia e gioventù, d'odore di casa. Ciò però non basta, i ricordi e le buone parole, a fermare la signora morte, che da tempo si è impossessata di questa terra. E delle nostre menti, costrette a scappare. E chi rimane? Non mi riguarda. E' la cosa mi fa sentire male, precipitare nel nulla più assoluto, perdermi nel deserto. Siete figli dei vostri padri, della vostra madre terra, e i vostri padri sono padri delle vostre idee, e non è altro che un ciclo che mai si chiuderà- , quello della Basilicata, quello di Potenza. Continueremo a lottare per il nulla, per il macchinino, o per la festa, o per la borsa firmata, o per la casa nel quartiere di nuova costruzione. Per un posto al comune, per un appalto. E lotta sia. Con la nostra, vostra, ingenuità, il non voler dire di no. Il dovere di fare ciò che va fatto. Essere contenti è la cosa più importante. E siamo tutti contenti, senza speranze, con tante illusioni, tante bugie e poca rabbia, molta accettazione, pubblico ludibrio del destino. Siete tutti contenti, e questa è la cosa più importante. Chinate il capo, e continuate a sorridere e a consumare realtà di superiorità materiale, senza sapere chi è a darvi la pacca sulla spalla. Per oggi, vorrei darvela io. Una pacca d'amore e di coraggio. E d'odio. Nati schiavi, morirete schiavi nel vostro esser meglio, nel sogno di libertà di poche persone, sole come me, in mezzo al deserto delle menti. Continuate a pensare al vostro orticello, ne morirete avvelenati. La bellezza del visibile e quella dell’invisibile APRILE quest’anno offre un cielo da incanto. Già subito dopo il tramonto, Marte a Est e Giove a Ovest, rispettivamente nelle costellazioni della Vergine e dei Gemelli, offrono la loro salienza non presuntuosa, propria delle grandi cose. Saturno sorge un po’ più tardi, nella Bilancia. E, a partire da un’ora e mezza prima dell’alba, Venere prende a sguazzare lentamente nell’Acquario. Marte ieri era in opposizione al Sole, e col suo rossore inconfondibile resterà principe indiscusso nelle notti del mese-apice di primavera. Una impeccabile rappresentazione, per i nostri sensori di bellezza razionale. Quelli che ci fanno apprezzare un dipinto naturalistico o una poesia ben strutturata: dove l’armonia del tutto è sempre distinguibile dallo sfoggio solista di senso che emerga da ogni sua singola parte. Ma lassù, nel buio fitto fra le stelle, c’è dell’altro. Che suscita un senso estetico più sottile, più prezioso, avvertibile attraverso i neuroni dell’addome: gli stessi che ci dicono, senza spiegarci il perché, se qualcuno (o qualcosa) ci piace o non ci piace, o se siamo innamorati; che ci permettono di discernere una tela di Pollock e un incantesimo di parole da un qualsiasi guazzabuglio cromatico e da un banale ritornello. Dico questo, e con tale enfasi, anche per sciogliere la perplessità suscitata la scorsa settimana in una lettrice (e probabilmente non solo in lei) da alcune mie parole riguardo all’arte, ambigue per necessità di sintesi. Lo dico soprattutto perché questa rubrica non è un mezzo di ‘educazione’ ma di ‘interazione’, dove lo stesso linguaggio gioca un ruolo importante, che non è soltanto quello di mera comunicazione: esso è àpeiron (quindi creatore di senso) tanto quanto lo è il vuoto fra gli astri: ovvero qualcosa di refrattario alle definizioni, che in noi risuona e appaga quasi fosse memoria uterina, e che forse certa arte sa cogliere meglio della scienza. Perché, oltre un certo limite è meglio fermarsi. Anche solo una pausa. Per restare a sentire. Ad ascoltare. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 16 Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Riconoscimento del Touring Club ai due borghi fuori dai flussi turistici tradizionali Valsinni e Guardia tinte di arancione Sono in una stretta elite di 200 comuni nei quali potrà sventolare la bandiera GUARDIA PERTICARA, PER la provincia di Potenza e Valsinni per quella di Matera sono borghi Bandiera arancione. Si tratta di un marchio di qualità rilasciato del Touring Club che seleziona e certifica le località dell’entroterra con meno di 15.000 abitanti che soddisfano oltre 250 rigorosi criteri di valutazione e che sono in linea con gli standard qualitativi previsti dal Modello di Analisi Territoriale del Touring, strumento di misurazione dell’offerta turistica di una destinazione, garantendo un’esperienza turistica di qualità, alla scoperta di luoghi di cultura e tradizione, fuori dai flussi turistici tradizionali. E’ un riconoscimento (in vita dal 1998) particolarmente importante che è incentrato sulla sostenibilità, l’autenticità e l’accoglienza, che ha intercettato in anticipo tendenze in comportamenti e motivazioni di viaggio quanto mai attuali, che unisce un’associazione non profit, il Touring Club, e i Comuni con l’intento di rilan- CONSIGLIO DI STATO Asp di Potenza, legittimo il concorso per autisti di 118 A sinistra Valsinni e sopra Guardia Perticara ciare e rafforzare le identità territoriali che caratterizzano il nostro Paese stimolando la crescita sociale ed economica attraverso lo sviluppo sostenibile del turismo. Guardia Perticara e Valsinni, che erano ricompresi tra gli oltre duemila comuni candidati, sperano di ricevere in cambio ricadute positive sul territorio, valorizzando le risorse locali, incentivando la cultura dell’accoglienza, l’artigianato e le produzioni tipiche e dando impulso all’imprenditorialità locale. Questo anche in relazione ai dati che confermano come l’80% delle località “tinte” di arancione hanno potenziato l’offerta ricettiva e le strutture hanno registrato un incremento medio del 79%, mentre i posti letto sono aumentati del 65%. Gli arrivi nei borghi arancioni sono aumentati in media del 43%, mentre le presenze del 35% (sempre dall’anno dell’assegnazione). I comuni Bandiera arancione negli anni hanno sviluppato, grazie alle proprie caratteristiche, una crescente competitività rispondendo alla crescente richiesta di un’esperienza turistica di qualità. UNA SENTENZA DEL Consiglio di Stato ha ribaltato la precedente sentenza del TAR Amministrativo della Basilicata in merito ai 30 posti per Operatore Tecnico Specializzato-autista di ambulanza per il Servizio del 118 bandito con Delibera del 10 giugno 2010, legittimando così, il Bando del concorso predisposto dall'Asp di Potenza. Gli autisti furono assunti dall’allora ex ASL 2 tramite un Avviso Pubblico nel lontano anno 2004 e per trentasei mesi lavorarono a servizio dell’Azienda che, non potendo stabilizzarli per effetto di leggi superiori, dovette cessare il loro rapporto di lavoro. In seguito, grazie all’intervento dei sindacati e per volontà dell’Azienda, si condivise la strada del pubblico concorso che prevedeva la riserva del 40% dei posti come da normativa Nazionale. Al termine del concorso tale procedura fu contestata da alcuni candidati che si appellarono al TAR bloccando così le procedure di assunzione. COMUNICATO PREVENTIVO RELATIVO ALLE ELEZIONI EUROPEE ed AMMINISTRATIVE 2014 INDETTE PER IL GIORNO 25 MAGGIO 2014 E PER L’EVENTUALE BALLOTTAGGIO DELL’8 GIUGNO Ai sensi e per gli effetti della delibera n. Delibera n. 138/14/CONS e Delibera n. 139/14/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Tariffe al netto dell’IVA (4%) per l’accesso agli spazi dei messaggi elettorali: � Non sono previsti sconti di quantità nè provvigioni di agenzia. � Il pagamento dovrà essere effettuato contestualmente all’accettazione dell’ordine di pubblicazione. � Le richieste di inserzioni con gli specifici dettagli relativi a data di pubblicazione, consegna dei materiali per la stampa, eventuale posizione di rigore, soggetto richiedente ecc. dovranno pervenire agli uffici Publifast srl almeno due giorni prima della data richiesta per la pubblicazione. � I messaggi politici elettorali devono recare l’indicazione del committente e la dicitura “messaggio elettorale” con l’indicazione del soggetto politico. � La pubblicazione è consentita fino al 23 MAGGIO 2014 compreso e 6 GIUGNO 2014 compreso per gli eventuali successivi ballottaggi Prezzi relativi ad altri formati € 50,00 € 30,00 € 30,00 di prima pagina colore colore colore mm84x88 mm260x406 mm15x200 mm522x406 Pagina interna colore Pagina interna b/n Finestrella di cronaca 1/4 di pagina b/n 1/4 di pagina colore Mezza pagina colore Mezza pagina b/n mm260x406 mm260x406 € 60,00 € 35,00 € 35,00 € 500,00 € 2.200,00 € 350,00 € 4.000,00 € 2.000,00 € 1.800,00 mm84x95 mm128x195 mm128x195 mm260x169 mm260x169 TARIFFE ELETTORALI SUL SITO WEB Box Colonna 2/3 - 300x250 rotazione 33% al giorno € 600,00 € 800,00 € 1.200,00 € 1.000,00 € 1.650,00 € 200,00 € 450,00 € 600,00 € 1.000,00 € 850,00 € 25,00 0971/69309 - E-Mail: [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Basilicata Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 17 Confindustria, la Luiss fa “scuola” a tanti studenti potentini SI È TENUTA IERI, presso la sede di Potenza di Confindustria Basilicata, una selezione destinata agli studenti del terzo e del quarto anno delle scuole medie superiori della Basilicata nell’ambito del concorso Luiss Summer School, organizzata dalla Università Luiss Guido Carli. Gli studenti, attraverso un te- st, hanno potuto comprendere in anticipo le proprie capacità e i propri talenti, sfruttando un’opportunità formativa unica nel suo genere. Dopo il saluto del Presidente dei “Giovani Imprenditori di Confindustria Basilicata” Lorenzo Pagliuca e la presentazione dell'offerta formativa Luiss a cura del dott. Nicola Para- scandolo dell’Ufficio Orientamento Luiss Guido Carli, si è tenuto il concorso borsa di studio LUISS Summer School: in palio allo studente migliore una borsa di studio che gli consentirà di frequentare gratis per una settimana la scuola di orientamento seguendo le lezioni universitarie e preparandosi ai test di ammissione. La folta platea degli studenti ieri a Confindustria Vinitaly: contratti, premi e riconoscimenti per le aziende in Fiera Piace a Verona il prodotto lucano Colpiscono l’estetica e la funzionalità dello stand della Basilicata ESTETICA E FUNZIONALITÀ: ottimo l’impatto dello stand lucano a Vinitaly che incuriosisce parecchio i vistatori della presigiosa kermesse vinicola italiana. Visitatori, esperti e buyer italiani e stranieri hanno degustato, chiesto informazioni su prodotti e territorio, dialogato con gli operatori presenti in Fiera in rappresentanza di ben 42 aziende lucane. Il presidente della Camera di commercio potentina, Pasquale Lamorte, ha raccolto pareri favorevoli; particolarmente soddisfatti alcuni degli imprenditori presenti anche al Prowein di Dusseldorf, che dopo aver aperto importanti relazioni in Germania sono riusciti a siglare dei contratti al Vinitaly. L’assessore Regionale alle Politiche agricole, Michele Il gruppo degli imprenditori lucani a Vinitaly Ottati, oltre a complimentarsi con le aziende che hanno ricevuto i premi e riconoscimenti per le elevate capacità imprenditoriali e innovative dimostrate nella difficile sfida con l’elevata concorrenza dei mercati internazionali, ha invitato gli imprenditori a fare aggregazione e utilizzare tutti i fondi comunitari per realizzare gli investi- menti che portino ad accrescere il comparto. Il Premio “Cangrande ai benemeriti della Viticoltura” è andato all’imprenditore agricolo Michele Laluce, proveniente da una famiglia che si occupa da sempre di agricoltura, che conduce un’azienda vitivinicola familiare di sette ettari, in particolare di vitigno Aglianico del Vulture coltivato a spalliera forma di allevamento a guyot negli agri di Ginestra e Venosa. Gli altri riconoscimenti sono venuti dal Concorso enologico internazionale dove l’azienda Cantine del Notaio di Rionero ha ricevuto la Gran menzione nella categoria Vini tranquilli di indicazione di origine e a indicazione geografica, con 6 anni dalla vendemmia, per il vino Aglianico del Vulture Doc “La Firma” 2008. Due Gran menzioni anche per l’Azienda Colli Cerentino di Melfi e per l’Azienda Lagala di Rionero nella categoria vini tranquilli a Denominazione di origine e a indicazione geografica, con 7 anni dalla vendemmia rispettivamente per il vino Aglianico del Vulture Doc “Masquito Gold” 2007 e per l’Aglianico Doc Riserva “Massaròn” 2005. LUNGAGGINI BUROCRATICHE La proposta di Coldiretti per abbreviare i tempi DAL VIGNETO ALLA bottiglia è necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti. Di fronte ad un carico amministrativo che causa oneri insostenibili, la Coldiretti propone un sistema di controlli virtuoso a vantaggio dei consumatori e nel rispetto del lavoro dei produttori: sportello unico degli adempimenti attraverso il fascicolo aziendale, valorizzando l’autocontrollo dell’impresa; controlli a campione basati sull’analisi dei rischi ed estesi sul mercato al consumo; coordinamento del sistema sanzionatorio e distinzione netta tra le irregolarità formali e sanabili e i casi reali di frodi. Per il Presidente regionale della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto “è importante procedere verso un registro unico dei controlli, ma è necessario modificare radicalmente l’approccio al sistema dei controlli nel settore vitivinicolo mettendo al centro e valorizzando l'autocontrollo aziendale che già oggi viene normalmente e scrupolosamente effettuato dalle aziende mentre è necessario effettuare i controlli partendo sempre da una analisi dei rischi”. Il 10 e 11 aprile un workshop internazionale a Barcellona Riunione in Prefettura a Potenza In breve La Val d’Agri in Catalogna Strade, tutto pronto con il piano intercomunale per l’esodo di Pasqua Pianificazione urbanistica e scambio di buone pratiche nel governo del territorio e nella gestione dei sistemi informativi territoriali. Sono queste le principali tematiche del workshop internazionale che si svolgerà a Barcellona (ES) il 10 e l’11 aprile prossimo, al quale prenderà parte la Struttura di Progetto “Val d’Agri” e il Centro Interdipartimentale di Ricerca LUPT dell’Università Federico II di Napoli, responsabile scientifico per la redazione del Piano Strutturale Intercomunale della Val d’Agri. L’occasione offerta dall’incontro spagnolo, organizzato dall’Università Federico II e dell’Università Autonoma di Barcellona, rappresenta un primo riconoscimento di caratura internazionale del percorso innovativo messo in campo con il Piano Strutturale Intercomunale in Val d’Agri, volto ad una trasformazione urbanistica unitaria per tutto l’ambito della Val d’Agri pur nella diversità dei singoli centri comunali. Un appuntamento che permetterà ai docenti, ai ricercatori e ai rappresentanti del Centro di Ricerca della Federico II di partecipare ad un fondamentale momento di scambio e crescita scientifica confrontandosi sull’esperienza condotta, per conto della Regione Basilicata, in merito alla redazione del piano, a dimostrazione che è possibile costruire percorsi significativi anche nei territori dove non sempre la pratica della pianificazione ha accompagnato i processi di programmazione. Barcellona Al workshop, i cui lavori saranno aperti dal dirigente della Struttura di Progetto “Val d’Agri”, prenderanno parte, fra gli altri, i professori Oriol Nello, Joan Lòpez e Jordi Martìn dell’Universitat Autonoma di Barcellona; il prof. Antonio Acierno e l’Arch. Angelino Mazza dell’Università Federico II e rappresentanti del Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Basilicata. La due giorni di studio si concluderà con la visita all’Istituto Cartografico e Geologico della Catalunya SI È SVOLTA NELLA Prefettura di Potenza una riunione del comitato operativo per la viabilità al fine di pianificare le attività di coordinamento connesse alla gestione dell’esodo di primavera 2014 (festività pasquali e altre festività primaverili) lungo l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, con la partecipazione dei rappresentanti dell’Anas-ufficio per l’autostrada A3 di Cosenza e dell’Anas –compartimento della viabilità per la Basilicata, dei comandi provinciali dei carabinieri e dei vigili del fuoco, della sezione di polizia stradale di Potenza e dei centri operativi autostradali di Sala Consilina e Lamezia terme e della regione Basilicata-ufficio di protezione civile. Nel corso dell’incontro, è stato confermato, con alcune integrazioni, il modulo organizzativo redatto dall’ufficio Anas Autostrada A3 di concerto con gli organi di polizia stradale che prevede l’attività di assistenza all’utenza in caso di eventuali criticità, connesse alla permanenza di alcuni cantieri per i lavori di ammodernamento, secondo le modalità stabilite attraverso i diversi codici previsti in relazione all’entità dell’emergenza. Nella pianificazione delle attività di assistenza all’utenza sono state prese in considerazione anche le criticità che potrebbero interessare la viabilità statale (S.S. 585, S.S. 598,S.S. 653, S.S. 18) nei giorni di maggiore esodo verso le località turistiche. L’informazione all’utenza sarà costantemente garantita attraverso l’utilizzo di pannelli a messaggio variabile, sistemi web e applicazioni informatiche, collegamenti con il sito www.stradeanas.it, nonché mediante il call center numero verde Anas A3 800.290092. © RIPRODUZIONE RISERVATA CELIACI Assemblea a Potenza Sabato 12 alle 17.00 presso la sala A del CSV Basilicata – Casa del Volontariato – in via Sicilia a Potenza, si svolgerà l’assemblea ordinaria dei circa 400 soci dell’Associazione Italiana Celiachia (AIC) Basilicata ONLUS. Nel corso dell’assemblea saranno illustrate le iniziative avviate dall’associazione per promuovere la conoscenza della celiachia in ogni ambiente e per migliorare la qualità della vita delle persone intolleranti al glutine. PROMOZIONE EXPO2015 C’è anche Matera Venti iniziative, in 24 città rappresentative di tutte le Regioni. Incontri nelle scuole, nelle piazze, nei Palazzi, seminari, convegni, dibattiti, stand espositivi: con un unico tema dominante, l’alimentazione e la nutrizione. E’ il calendario di eventi Anci per Expo 2015, Le città coinvolte saranno Gorizia, Monza, Catania, Venafro, Cuneo, Pisa, Maranello, Sestri Levante, Lavagna, Chiavari, Olbia, Matera, Courmayeur, Vicenza, Chieti, Lecce, Crotone, Napoli, Fermo, Ravenna, Rimini, Cesenatico, Perugia e Latina. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 18 Basilicata Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Giri di usura tra Venosa e Melfi: a dibattimento Prago, Lagala, Patriziano e Mossucca Tutti a giudizio tranne Martucci Tensione dentro l’aula gup: una delle parti offese denuncia di aver ricevuto minacce POTENZA - E’ finita con un prosciolto, il rinvio a giudizio di 4 persone e una denuncia per minacce l’udienza preliminare del processo per i giri di usura scoperti dai militari della compagni di Venosa attorno alla concessionaria di Salvatore Prago. Sono servite meno di due ore al gup Luigi Spina per decidere delle richieste di rinvio a giudizio avanzate dal pm Francesco Diliso per l’imprenditore 44enne, il suo collaboratore Rocco Lagala, 52enne sempre di Venosa, la moglie di quest’ultimo Nicoletta Mossucca, il 28enne di Melfi Santo Fabio Patriziano e il 64enne Riccardo Martucci, noto pregiudicato di Venosa. Per quest’ultimo, assistito dall’avvocato Vito Barbuzzi, è arrivata la sentenza di non luogo a procedere, dopo che anche il gip Amerigo Palma aveva sollevato qualche perplessità sul suo ruolo negando le misure cautelari richieste per lui come per tutti gli altri. Per Prago e Lagala, difesi dall’avvoato Giorgio Cassotta, l’accusa è di usura ed estorsione, come per Patriziano, assistito da Gerardo Di Ciommo, Mentre la moglie di Lagala, Nicoletta Mossucca, difesa sempre da Cassotta, dovrà rispondere soltanto di estorsione. Stando alle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Venosa al comando del capitano Vincenzo Varriale avrebbero prestato denaro a tassi d’interesse tra Il Tribunale di Potenza. A sinistra Salvatore Prago. A destra Riccardo Martucci il 240 e il 360 per cento all’anno. Tradotto in soldoni, vuol dire che a quelli a cui andava bene in un mese 5mila euro potevano diventare 6.100. Ma per quelli a cui andava male 4mila euro riuscivano a lievitare nello stesso tempo fino a 5.200. Una cravatta stretta sul collo di almeno 4 vittime accertate. Le indagini hanno portato anche al sequestro dell’immobile dove ha sede la rivendita Autoprestige di “Rino” Prago, che è rimasta aperta grazie all’impegno di persone di sua fiducia. | L’INTERVENTO Stando agli inquirenti quella in via Albergo Colonnello Ruggiero, nella periferia a nord della città di Orazio, era diventata una specie piccola centrale del credito abusivo. A dare il via all’inchiesta agli inizi di aprile dell’anno scorso era stata la denuncia di una delle vittime, un imprenditore agricolo di Venosa. Poi si sono aggiunte le altre scoperte grazie al lavoro degli investigatori e convinte a liberarsi del peso che le opprimeva. «Intrinsecamente attendibili - così il gip Amerigo Palma ha definito le loro parole - in quanto precise, coerenti e soprattutto spontanee perché risultano essere la conseguenza di una reiterata ed attuale condotta intimidatoria». Il blitz negli uffici della Autoprestige era scattato a luglio così sono saltati fuori documenti, assegni, cambiali varie in copia e in originale, che hanno confermato quanto già emerso dalle intercettazioni. «Costanti contegni ad evidente sfondo intimidatorio», li chiama ancora il gip. Rivolti a chi andava in sofferenza coi pagamenti per rientrare di prestito e | | L’Apt si trasferisce da Potenza a Matera «Sembra l’ennesima cambiale elettorale» interessi. Quando non si arrivava alla violenza vera e propria. A quel punto c’è stato chi ha pensato di rivolgersi altrove per ripianare il debito col “mite” Prago e il vulcanico Lagala, condannato per l’omicidio di un giovane nel 1999 all’uscita di un locale di Venosa. Per questo è finito nelle mani del melfitano Patriziano che applicava tassi d’interesse ancora più alti millantando amicizie con il clan dei Cassotta. A novembre i tre uomini, erano finiti agli arresti mentre alla moglie di Lagala, Nicoletta Mossucca, era stato ingiunto di non avvicinarsi a una delle presunte vittime: 4 quelle individuate di cui 3, assistite dagli avvocati Giuseppe Colucci, Nicola Spiniello e Salvatore Laguardia, già costituite come parti civili assieme a Josè Toscano per l’associazione antiusura Interesse Uomo. Ieri in aula non è mancato un momento di tensione tra Prago e una di loro, a cui il primo, che si trova ancora ai domiciliari, si sarebbe rivolto in maniera tutt’altro che cordiale. Almeno stando a quanto denunciato da chi sarebbe stato bersaglio dei suoi improperi. L’appuntamento davanti al collegio del Tribunale è stato già fissato il prossimo 6 giugno per l’inizio del dibattimento. [email protected] SPAVENTO A POTENZA | Incidente spettacolare vicino al cimitero di MARIO GUARENTE C’E’ una strana logica, che in verità proprio non riesco a spiegarmi, dietro il trasferimento dell’Apt Basilicata da Potenza a Matera. Il capoluogo di Regione infatti, ancora una volta, potrebbe essere privato di un importante presidio per motivi così futili e banali che davvero rischiano di diventare un paradosso. A monte pare che la scelta adottata dal Presidente Pittella ( scelta che – va sottolineato – non ha trovato la benché minima opposizione da parte del sindaco di Potenza e consigliere regionale del Partito Democratico, Vito Santarsiero, il quale nel più totale silenzio ha accettato questa spoliazione ) sia stata dettata e giustificata dalla particolare vocazione turistica della città dei Sassi. A tal proposito mi sarà concesso di dissentire e di affermare che Matera sicuramente rappresenta un’ importante meta per i visitatori della nostra Regione, tuttavia mi chiedo come si possa pensare di danneggiare ulteriormente una città come Potenza, peraltro già privata di numerosi fondi che per varie motivazioni la Regione Basilicata ha deciso di trasferire alla città dei Sassi a discapito di altri Comuni, sottraendo una struttura impor- Una veduta spettacolare dei Sassi di Matera tante come quella di cui stiamo parlando. Matera dista all’incirca un’ora di auto da Potenza e non credo che questo rappresenti un ostacolo insormontabile per il rilancio turistico della prima, ma se anche lo fosse abbiamo la fortuna di vivere in un’epoca in cui il supporto telematico consente di espletare tutti gli adempimenti burocratici in tempo reale da qualsiasi parte del Mondo. La motivazione del Presidente Pittella, quindi, e di tutti coloro che la stanno sostenendo ( avvallando o non proferendo parola su questo ulteriore danneggiamento per la nostra città ) fa acqua da tutte le parti ed appare una chiara scusa per nascondere retroscena che hanno più il sapore politico o di una cambiale elettorale, piuttosto che riorganizzativo degli enti sub regionali. Potenza non doveva essere città di servizi? Credo che ci sia uno strano disegno politico con il chiaro obiettivo, al contrario, di privarla di tutto ciò che è necessario per renderla un Capoluogo di Regione degno di essere tale. Per questo ritengo che il presidio dell’Apt di Basilicata debba restare nella città Capoluogo che ha il dovere, in quanto tale, di continuare ad essere un punto di riferimento per l’intera Regione. POTEVA finire molto male ieri sera a Potenza per gli occupanti dei tre veicoli coinvolti nello scontro che si è verificato verso le 21.45 all’incrocio tra la via Appia, via Bertazzoni e via Torraca, appena sotto la chiesa di San Rocco e l’imbocco della strada per il cimitero comunale. A causare l’incidente sembra che sia stato un automobilista che non si è fermato allo stop colpendo due auto che sopraggiungevano. Sul posto sono intervenuti i carabinieri ma per fortuna nessuno degli automobilisti ha riportato ferite. Soltanto un grosso spavento. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 19 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 POTENZA [email protected] Gli abitanti dell’area attorno alla Sider Potenza si sono svegliati per il rumore Boato e densi fumi nella notte La denuncia del Comitato: «L’aria nei pressi dell’eco-mostro era irrespirabile» I DATI ufficiali dicono che va tutto bene e la situazione è sotto stretto controllo alla Sider Potenza. Eppure, ancora una volta, i residenti della zona si sono risvegliati con un cielo pieno di fumo denso. Di più: secondo quanto segnalato da Luciana Coletta, del Comitato Aria Pulita Basilicata, intorno alle 4 di ieri i residenti hanno sentito un forte boato, probabilmente uno scoppio all’interno dello stabilimento siderurgico. E poi al risveglio tutta la zona era ricoperta da una coltre di fumo. Assai poco rassicurante, in verità, nonostante tutte le parole spese negli ultimi mesi. «I fumi scuri - spiega Coletta - si sono sprigionati da tutti i camini, ma in particolare dal sei. Oltre al boato e i fumi, l’aria nei pressi dell’eco-mostro era irrespirabile». E così per l’ennesima volta la situazione della Sider torna sotto la lente: in quella zona, infatti, vivono ormai centinaia di famiglie e le paure sono quindi più che fondate. «Tutto questo - spiega Coletta - a soli pochi giorni della visita dei vertici delle Ferriere Nord-Gruppo Pittini alle commissioni IV e VI del consiglio comunale del capoluogo di regione. A seguito della quale il comunicato stampa rilasciato parla di emissioni addirittura 100 volte sotto i valori limiti. Chiediamo che le commissioni interessate rendano immediatamente pubblici i dati in loro possesso; inoltre riteniamo che il Gruppo Pittini più che tranquillizzare il consiglio comunale avrebbe dovuto tranquillizzare la popolazione rendendosi finalmente disponibile a un incontro pubblico nel quale poter confrontare i dati. Paventiamo che l’incontro con l’amministrazione comunale sia stato piuttosto teso ad altre richieste come un possibile ampliamento delle attività. Se così non è ci diano subito rassicurazioni. Ora aspettiamo fiduciosi di capire se a mentire sui dati sia l’Arpab o i proprietari dell’Azienda, delle due l’una». E la verità è che vicende come quella di Fenice o, per uscire fuori dai nostri confini, come quella della Montedison a Chieti, non gettano una buona luce sugli enti che dovrebbero controllare. I silenzi, gli interventi mancati e i troppi interrogativi lasciati sospesi non permettono più ai cittadini di fidarsi di chi dovrebbe controllare. E poi si sente un boato e l’aria diventa irrespirabile: come fare a fidarsi di chi dice che l’inquinamento è sotto controllo? [email protected] LA REPLICA Asi, «Da noi nessuna ritorsione» I fumi della Sider Potenza LA SEGNALAZIONE I giorni e gli orari poco chiari e molti non sanno che fare Ztl, ma che confusione MA la Zona a traffico limitato quando è attiva? Ci è arrivata ieri mattina la segnalazione di un lettore che ha dovuto percorrere via Vescovado. E, come tanti altri cittadini, ha trovato poco chiara la segnaletica relativa ai giorni e agli orari in cui il centro storico è chiuso al traffico. «A parte i semafori rotti da tempo - spiega - sono quei cartelli a creare confusione nell’utenza». Senza contare che «proprio in via Vescovado il cartello è semi coperto dai rami». Il problema, in effetti, è che gli orari e i giorni di chiusura al traffico sono stati modificati così tante volte che gli stessi potentini sono confusi. Immaginiamo chi viene da un’altra città e deve necessaria- mente fermarsi per leggere i cartelli: «così - conclude - è normale che poi si incappi nella multa, ma se l’amministrazione comu- nale vuol fare soldi in questa maniera non è corretto». E infatti in questi mesi di multe per la Ztl ne sono arrivate parecchie. «L’ASI non ha posto in essere alcun comportamento antisindacale o ritorsivo verso il suo responsabile ambiente ed esponente Cgil». Questa la replica del Consorzio in seguito alla denuncia fatta nei giorni scorsi. «La polemica della rappresentanza sindacale aziendale Cgildell’Asi - spiegano - è infondata e ingiustificata e sfugge in maniera consapevole al merito delle questioni. In questo Ente non si è discriminato nessuno tantomeno sono state attuate azioni di ritorsione sul personale. Sono ben altre le pratiche messe in campo tese a inficiare e ridurre il valore dell’azione di risanamento e trasparenza avviate già da tempo e in dirittura d’arrivo. Con l’o.d.s. che ha destato tanto scandalo, è stato conferito, a un funzionario che da tempo è stato coinvolto direttamente dalla dirigenza dell’ufficio (anch’essa Cgil) per la definizione del nuovo modello di gestione dei servizi e per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale in sanatoria, la esecuzione del contratto sui servizi che soprattutto nella sua fase di avvio si immagina particolarmente complessa. Tale incarico non prevede alcun tipo di prebenda o incentivazione. In ogni caso le funzioni e le attività ipotizzate non sono conflittuali con quelle previste e normalmente svolte dall’ufficio ambiente. Quanto al nuovo schema di gestione messo in atto con procedure assolutamente limpide e trasparenti, questo consentirà all’Ente di ridurre il deficit strutturale, uscendo così da quella forma di precarietà che per anni ne ha caratterizzato l’esistenza, La sede dell’Asi senza che nessuno avvertisse l’esigenza di rivedere il modello di gestione delle aree industriali. Il nuovo modello di gestione, ampiamente condiviso a tutti i livelli, contiene peraltro la condizione di salvaguardia degli attuali livelli occupazionali; il contrario, ovvero l’internalizzazione dei servizi, avrebbe inevitabilmente determinato per il Consorzio l’assunzione diretta di altre 72 unità senza la garanzia di ricavi certi dall’attività di gestione. Quindi tutto limpido e tutto trasparente contrariamente a quello che si vuole far credere. Tutto condiviso con regione, imprenditori, associazioni datoriali e le stesse organizzazioni sindacali. Infine, è obiettivo di questo Ente, nonostante le resistenze di una parte del sindacato, dotarsi di un nuovo assetto organizzativo interno e procedere ad una modifica nella conduzione degli uffici, temi che non verranno trattati con l’intento di discriminare alcuno ma con quello di costruire un impianto organico più efficiente e rispondente alle esigenze dell’Ente medesimo, seguendo le procedure concertative e di decisione previste dalla legge». UN CONCORSO TRA TIFOSI Seguendo i colori rossoblù: un potentino a Genova QUEI colori, il rosso e il blu, sono anche i colori del Potenza. Per questo per Alessandro, studente potentino, non deve essere stato difficile tifare Genoa. Alessandro ha partecipato al concorso Faccedafan di iZiplay, Jersey, sponsor del Genoa Cfc, e insieme agli altri 4 giovani ha vissuto una notte indimenticabile allo stadio Luigi Ferraris, riuscendo a seguire da vicino la propria squadra del cuore. Nel pre gara di Genoa-Milan i vincitori hanno prima partecipato a una “Genoa Experience” ad hoc, ossia il tour guidato nel dietro le quinte dello stadio, quindi ognuno di loro ha ricevuto in regalo dalle mani dello storico capitano rossoblù, Marco Rossi, una maglia ufficiale del Genoa Cfc. «Una serata da brivido in tutti i sensi - ha commentato Alessandro - anche se arrivo dal Sud, la mia fede calcistica è rossoblu, forse perché anche il mio Potenza ha gli stessi colori. E’ stata una serata stupenda, perché ho potuto vedere la partita da un altro punto di vista, mi sono sentito protagonista e se avessi potuto sarei sceso in campo a dare una mano ai ragazzi. Quando ero negli spogliatoi insieme agli altri vincitori eravamo molto emozionati, abbiamo visto sia i giocatori del Genoa che quelli del Milan che si sono dimostrati molto disponibili e gentili. Ho fatto un milione di foto, che conserverò per sempre». Alessandro con il capitano del Genoa RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 21 Il titolare di “Europa cash” ieri mattina ha spedito 39 lettere di licenziamento Auchan, il 30 aprile si chiude Venerdi prossimo, però, si firmerà la cessione di ramo d’azienda alla Sma È UFFICIALE: dal prossimo 30 aprile il supermercato fa capo ad “Europa cash” e che si trova all’interno del “Polo acquisti Lucania. Auchan” chiuderà i battenti. La notizia è giunta, come una doccia fredda, ieri mattina durante l’incontro al Dipartimento attività produttive della Regione dove sindacati, dirigente regionale e proprietà di “Europa cash” erano riuniti per trovare una soluzione alla vertenza dei 43 dipendenti. Prima che l’incontro cominciasse il titolare del supermercato ha comunicato a tutti che proprio in mattinata erano state spedite le lettere di licenziamento ai lavoratori. In tutto 39 perché il direttore e due autisti, che prestavano servizio al “Polo acquisti”, in realtà sono dipendenti di “Europa cash” e quindi rimarranno in servizio negli altri supermercati del gruppo e una dipendente non può essere licenziata perché è in maternità. Nonostante la notizia delle lettere di licenziamento abbia spiazzato i rappresentati sindacali e i dirigenti regionali - che sono stati molto duri e critici nei confronti del titolare del supermercato - alla fine si è comunque aperto uno spiraglio per la salvaguardia dei 39 posti di lavoro. Stando a quanto ha dichiarato il titolare del supermercato che si trova al- Sindacati, funzionari regionali durante l’incontro di ieri per la vertenza “Europa cash” (foto Andrea Mattiacci) l’interno di Auchan, infatti, dopo alcuni contatti con il gruppo “Conad”, in un pri- mo momento intenzionato l subentro, si starebbe per chiudere la trattativa con il gruppo pugliese Sma. La Sma dovrebbe firmare il contratto di cessione di ra- mo d’azienda già venerdi prossimo. Se così fosse già a partire dal prossimo 5 maggio il supermercato dovrebbe riaprire i battenti. Sia i rappresenatti sindacali che i funzionari della Regione hanno fatto presente che si batteranno affinché i vertici “Sma” si impegnino a riassumere i 39 lavoratori licenziati , se davvero il supermercato riaprirà il prossimo 5 maggio, per una settimana percepiranno la disoccupazione. Il titolare di “Europa cash” ha garantito che nessuno dei 39 dipendenti rimarrà a casa con il subentro del nuovo gruppo. al.g. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA UN ORDINE DEL GIORNO IN CONSIGLIO COMUNALE Ripartizione delle risorse, si taglia anche la sede provinciale dell’Inail «COME ormai ampiamente risaputo la regione Basilicata è stata interessata da una pesante riduzione degli organici e da una “destrutturazione” degli apparati organizzativi». Così comincia l’ordine del giorno presentato dal consigliere Pd Nicola Marcantonio in riferimento a quanto, lo scorso 11 marzo, deciso dal direttore generale dell’Inail con l’approvazione della ripartizione 2013-2015 delle risorse complessivamente assegnate alle Strutture territoriali e a quelle della Direzione generale. In sostanza è stata decisa una nuova configurazione organizzativa della Direzione regionale Inail Basilicata, ulteriormente riclassificata da direzione di tipo D a direzione di tipo E ( tipologia creata ex novo, in quanto prima si fermavano alla lettera D). «La nuova riclassificazione - ha fatto sapere Marcantonio - prevede che la Direzione regionale Basilicata sia affidata alla responsabilità di un dirigente di livello dirigenziale non generale, che diventi una struttura snella e che comprenda al suo interno, oltre alle funzioni proprie di una direzione regionale, anche quelle tipiche dell’unica sede territoriale di tipo A presente sul territorio lucano, ossia la sede provinciale di Potenza». In questo modo Potenza, benché capoluogo di regione, verrebbe privata di una sede locale distinta dalla Direzione regionale, a differenza di Matera che, nonostante sia stata anch’essa declassata a sede di tipo B, ha conservato la sua sede locale. Alla luce di tutto ciò si deduce facilmente che la Basilicata «è stata considerata alla stessa stregua e con le stesse caratteristiche del Molise, nonostante questa regione sia, per estensione territoriale e per portafoglio, la metà della nostra regione». Insomma questa nuova configurazione territoriale deve preoccupare anche il nostro Comune «che - ha concluso Marcantonio - non può restare impotente davanti all’ennesimo disegno di delegittimare il ruolo della città, continuando nella spoliazione di importanti uffici, servizi e, soprattutto, posti di lavoro». L’INTERVENTO La segnalazione di un cittadino che ogni giorno è al Pantano Il bilancio dei primi mesi del 2014 Il Lago “ostaggio” del WWF Nessuno può accedere oltre la recinzione, quello è il limite invalicabile Pubblicità abusiva 18.000 euro di multe QUASI ogni giorno mi trovo a costeggiare il Lago di Pignola e quasi ogni giorno penso che più che Lago di Pignola dovremmo chiamarlo proprietà privata dell’Oasi WWF. Nella mia vita ho avuto la fortuna (o la sfortuna, poiché poi il confronto viene naturale) di viaggiare e vedere tanti, tantissimi laghi di tutte le dimensioni, grandi, piccoli addirittura irrisori ma tutti erano tenuti bene, erano vivibili, erano luogo di giubilo e divertimento per umani e animali, per sportivi e non, per famiglie, per giovani, per anziani per chiunque avesse voglia di svagare la mente lontano dal traffico e dallo smog in compagnia di una vastissima fauna. Qui invece no, nessuno può accedere oltre la recinzione, nessuno può oltrepassare il limite invalicabile imposto dai veri e unici proprietari: l’oasi del WWF. Nessuno può stare lontano dallo stress, nessuno deve stare lontano dallo stress, nessuno può correre o andare in bici o semplicemente farsi una passeggiata senza il rischio di essere investito, senza respirare i gas di scarico di automobili che sfrecciano a 90\100 kmh e giustamente si indispettiscono se trovano i ciclisti nella carreggiata. Ho visto campi da golf ospitare molte più specie volatili di quelle che si avvistano in un anno nell’Oasi, ho visto gente (educata e rispettosa) fare un picnic a riva del lago di Braccia- NEI primi tre mesi del 2014 a Potenza la polizia locale ha accertato 46 violazioni al Codice della strada e al regolamento che regola l’installazione delle insegne pubblicitarie e ha inflitto multe per circa 18 mila euro. Lo ha reso noto il comandante della polizia locale, Donato Pace, spiegando che vanno considerati anche gli introiti derivanti dal recupero delle imposte sulla pubblicità e da altre violazioni. Oltre 500 controlli sono stati eseguiti su persone che hanno dichiarato di avere la loro residenza a Potenza, anche in relazione al pagamento delle tasse e dei tributi locali. Nell’ambito dell’azione di contrasto al fenomeno dell’abusivismo in materia di affissione e di installazione di mezzi pubblicitari sulle strade cittadine, la Polizia locale di Potenza ha accertato nel primo trimestre dell’anno in corso 46 violazioni alle norme del Codice della Strada ed al Regolamento Comunale per la pubblicità e le installazioni pubblicitarie. Le sanzioni irrogate ammontano a circa 18.000 euro. A ciò vanno aggiunti gli Il Lago Pantano di Pignola no con dei cigni maestosi e curiosi che gli giravano intorno alla ricerca di qualche briciola , ho visto poiane bellissime sul lago di Garda a 200 metri da chi passeggiava tranquillamente, ho visto centinaia di anatre a bordo riva sul lago Trasimeno mentre i ciclisti tranquillamente pedalavano a 20 metri da loro. Qui no, qui non posso vedere nulla, nessuno può vedere nulla perché il lago è un miraggio, è un qualcosa che si può solo immaginare guardando la recinzione che accuratamente lo delimita per tutto il suo perimetro, e sognando che un giorno anche noi avremo la possibilità di vivere il nostro lago. Questa condizione del lago mi distrugge esattamente come quella del fiume Basento, perché sono un sognatore, sogno che la mia terra inizi a migliorare proprio da queste piccole cose che probabilmente non interessano a chi ci amministra, perché purtroppo la natura non vota, alla natura non posso essere fatti favori . Fatelo a noi un favore, a noi giovani, a noi sognatori, a noi amanti di questa terra, fatecela vivere, fatecela ammirare, fateci restare qui a migliorarla assieme a voi, partendo proprio da queste piccole, immense libertà. Nicola Patrone introiti relativi all’applicazione delle relative sanzioni tributarie ed al recupero dell’imposta sulla pubblicità, del diritto sulle pubbliche affissioni e degli interessi di mora sulle somme dovute e non corrisposte nei termini ordinari prescritti. Gli accertamenti di violazione hanno interessato le principali arterie della nostra Città, e sono finalizzati a sradicare tale fenomeno e tutelare il decoro urbano e la sicurezza sulle strade. A tal proposito, la Polizia Locale invita i responsabili dell’installazione di impianti pubblicitari abusivi e di affissione di manifesti fuori dagli spazi consentiti all’immediata rimozione degli stessi, al fine di evitare l’irrogazione di ulteriori pesanti sanzioni pecuniarie ed il ripristino coattivo dello stato dei luoghi con addebito delle spese. Effettuati anche decine di controlli in materia di tributi comunali sui rifiuti e sui servizi. Le anomalie riscontrate sono state prontamente segnalate al competente ufficio comunale, per il recupero delle somme non versate e l’applicazione delle sanzioni tributarie previste. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 22 Potenza e provincia Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it TOLVE La denuncia : «Cittadini costretti a spostarsi per fare benzina» Carburante, chiuso distributore Fratelli d’Italia attacca il Comune e minaccia azioni di protesta TOLVE – Dopo 60 anni di attività a Tolve, da alcuni giorni, è stato chiuso l’unico distributore di carburanti. Il Comune di Tolve non ha inteso, per il momento, rinnovare il permesso che gli compete, in quanto vuole letteralmente costringere la Società interessata a delocalizzare l’impianto in un sito diverso da quello attuale e fuori dal centro abitato, stante la nota disponibilità economica della stessa ad investire. Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, sia come costituente cittadina che come gruppo consiliare, «se si legge in una nota - condivide la opportunità di spostare l’impianto in altro sito, sicuramente non ritiene accettabile i metodi esercitarti dall’amministrazione comunale per addivenirvi». Le due cose, ovvero la delocalizzazione del distributore e l’esercizio dell’attuale, «possono e devono andare avanti di pari passo: «è un percorso di buonsenso che consentirebbe a tutta la Comunità di utilizzare un importante servizio. Siamo davvero all’assurdo: la normativa consente di tenere aperto un impianto e il Comune lo chiude quale “arma” persuasiva per realizzarne uno nuovo». E tutto ciò dove accade? In Basilicata, la terra che dà petrolio e soddisfa un grande fabbisogno e, inoltre, a Tolve, «dove pende un per- messo di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi a pochi chilometri dall’abitato a frante del quale questa amministrazione comunale ha assistito passivamente a tutto l’iter tecnico - ammi- BRIENZA Raccolti fondi per Domos BRIENZA – Si è tenuta lunedì la quinta edizione del “Charity market for Domos Francesca Lombardi” organizzato dal Comprensivo di Brienza. Raccolti circa 850 euro che sono stati devoluti in beneficenza all'associazione Donatori midollo osseo e cellule staminali emopoietiche (Domos) da anni impegnata nella lotta contro le leucemie. L'iniziativa è stata promossa dalla professoressa di inglese Pascale Maria che, con l'aiuto dei colleghi e degli alunni ha allestito il mercatino all'interno dei locali della scuola. Rosa Viola, presidente di Domos ha ricordato come «spesso sono i bambini ad insegnare agli adulti. Grazie a importanti occasioni come questa». PICERNO POTENZA L’esercito entra a scuola Cinquecento studenti coinvolti POTENZA - Nell’ambito dell’attività di orientamento scolastico svolta dal Comando militare di Basilicata in collaborazione con la Direzione scolastica regionale, l’Infoteam dell’Esercito ha tenuto una serie di conferenze coinvolgendo oltre cinquecento alunni provenienti dai licei classici e scientifici. In tale contesto, l’Infoteam del Comando Militare di Basilicata ha promosso per l’ anno accademico 2014 – 2015 un concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di 160 posti per l’ammissione alle scuole militari dell’Esercito: “Nunziatella” di Napoli e “Teuliè” di Milano. Al concorso possono partecipare i cittadini italiani di entrambe i sessi, provenienti dal liceo classico o scientifico, in età compresa tra i 15 e i 17 anni che, oltre a possedere tutti i requisiti previsti dal bando, siano in grado di conseguire al termine dell’anno scolastico in corso, l’idoneità al 1° liceo classico ovvero al 3°liceo scientifico. In questi giorni di aprile nistrativo». Il Comune di Tolve, pertanto, visto che ha la fortuna di avere a che fare con una «Società - proseguono gli esponenti di Fratelli d’Italia - che vuole investire, l’Infoteam del Comando militare di Basilicata, incontrerà gli studenti dello scientifico “Galilei” di Potenza e quelli del classico e scientifico “G. Fortunato” di Rionero in Vulture. Le scuole militari, da secoli scuole di vita, di metodo e di stile, sono aperte alle novità e agli scambi internazionali consentendo ai giovani allievi, di crescere ed interagire pienamente con la società civile . Durante l’iter scolastico, oltre ai programmi ministeriali si approfondirà la conoscenza delle lingue straniere con la grande opportunità di soggiorni di studio all’estero. Rimesso in libertà il tifoso arrestato PICERNO - È stato rimesso in libertà il ragazzo di 24 anni di Picerno che domenica scorsa era stato arrestato dai Carabinieri perché nonostante avesse un Daspo dallo scorso febbraio aveva ignorato la misura e si era recato comunque allo stadio a vedere la partita. Il giovane era stato colpito dal divieto di assistere a manifestazioni sportive dopo che aveva lanciato petardi e botti durante alcune gare casalinghe della sua squadra. A dare la notizia il legale del ragazzo, Francesco Giuseppe Manfreda. A decidere per la revoca degli arresti domiciliari il giudice Argenio. cosa che non c’è stata in passato, giochi la partita della delocalizzazione con senso di responsabilità e con la credibilità che dovrebbe avere una pubblica istituzione, lasciando aperto l’attuale distributore: per salvaguardare i posti di lavoro e per non privare i cittadini di un essenziale servizio». Se ciò non dovesse accadere «saremo pronti ad intraprendere ogni azione in grado di portare alla ragione chi di competenza e per ristabilire un sevizio che non ha nessun motivo,né normativo né tecnico, per rimanere chiuso». Attualmente i cittadini, per riempire i serbatoi dei propri veicoli, si vedono costretti a percorrere circa 10 chilometri per raggiungere il più vicino distributore. Se è vero che, per alcuni, la difficoltà di rifornirsi di carburante è lenita dagli spostamenti verso altri comuni per ragioni di lavoro, per molti degli abitanti, invece, lo spostamento in altre aree del territorio è indotto unicamente dalla necessità di rifornirsi e questo provoca loro, inevitabilmente, un aggravio di consumi e maggiori spese. «Questa situazione incresciosa - conclude la nota - non può vederci complici dell’indifferenza delle istituzioni comunali. Il distributore di carburanti va subito restituito ai tolvesi». POTENZA Cerimonia delle candele per tutte le donne POTENZA - Si è tenuta la “Cerimonia delle candele” organizzata dalla Fidapa di Potenza. L’iniziativa è stata organizzata per la quarantaquattresima volta con lo scopo di abbracciare simbolicamente tutte le donne delle associazioni Fidapa presenti nei Paesi aderenti. La Fidapa internazionale è nata 84 anni fa, in Italia è attiva da 44 anni, oggi questa federazione è un’ organizzazione dinamica e potente, d’importanza mondiale. La pubblica opinione e la legislazione sono state influenzate dal suo lavoro in molti paesi, lavorando in stretto contatto con la Commissione per i diritti umani e la commissione per lo status delle donne, la Fao e il Consiglio d’Europa Le candele simboleggiano le ambizioni e l’opera delle donne impegnate in tutti i paesi del mondo, così l’evento è stato un tripudio di colori: c’erano le candele bianche in rappresentanza di ogni Federazione, le candeleblu rappresentavano un pae- © RIPRODUZIONE RISERVATA BALVANO L’iniziativa è giunta alla sua settima edizione Premio “Betty Federici” Presentate 255 poesie BALVANO - Nella scuola secondaria di primo grado si è svolta la settima edizione del premio di poesia “Betty Federici” in collaborazione con l’associazione “Amici di Ypsilon” e la casa d'accoglienza per minori “Stella del mattino” di Potenza. Quest'anno 255 poesie, frutto dell'ispirazione e della dedizione di tanti giovani autori delle classi seconda e terza media dei vari istituti partecipanti al concorso, sono state lette, analizzate e votate da una giuria che ne ha infine decretato la vincitrice. Il dirigente scolastico, Napoli, ha salutato i pre- Lucrezia Tarantino senti ricordando l'importanza di «lasciare una traccia e dare un messaggio» ma chiedendosi e chiedendoci se «nel 2014 abbia ancora senso parlare di poesia». Fernando Lanzetta ha ricordato che i versi sono un inno alla vita, così come lo Potenza, il 14 aprile precetto pasquale per le forze dell’ordine POTENZA – Il prossimo 14 aprile, alle 10.30, nella chiesa di San Francesco, sarà celebrata una Santa messa per tutte le forze e corpi armati dello stato, si tratta del tradizionale appuntamento annuale in cui i militari si riuniscono in vista delle imminenti festività. In occasione della Pasqua, ormai imminente, qualche spunto di riflessione sull’evento straordinario se dove c’è almeno un Club associato, le candele Rosa rappresentavano le socie ed infine è stata accesa la candela verde simbolo del futuro, della speranza. «La “Cerimonia delle candele” ci suggerisce che è nostro dovere portare luce dove non c’è, dove altre donne, che vivono sotto cieli lontani, non godono di diritti, subiscono il dolore della guerra o di regimi politici che negano qualsiasi possibilità di partecipazione alla vita sociale e politica del loro paese – afferma il presidente della Fidapa di Potenza, Licia Viggiani - Noi abbiamo acceso le candele, in questa occasione, in Paesi dove c’è già la luce: ricordiamoci di chi luce non ha e pensiamo a quanto ancora è lungo il cammino che alcune donne devono percorrere. Ci attendono ancora battaglie difficili da vincere. Servirà un po’ di tempo ma ci riusciremo». Caterina Lobosco della Risurrezione di Cristo, fonte della fede per i credenti, provocazione continua per chi è alla ricerca della felicità autentica, speranza per chi preferisce le tenebre alla luce. Alla S. Messa, officiata dall’arcivescovo metropolita, Agostino Superbo, parteciperanno anche i cappellani militari nonché i vari comandanti con una folta rappresentanza di militari di ogni ordine e grado. Chi è risorto? È la domanda che alberga nei cuori di tanti che hanno bisogno di sapere la buona notizia: un terremoto ha scosso le fondamenta della terra trascinando via la pietra di quel sepolcro che per due giorni aveva custodito il Dio della vita. “Il Dio di Gesù Cristo non è il Dio dei morti ma dei vivi!”. em.ma. furono per la giovane Betty Federici, la cui esistenza fu precocemente interrotta a soli 19 anni. Era infatti alla poesia che Betty affidava le sue emozioni, ma anche la sua voglia di futuro. Anche per i ragazzi partecipanti al concorso la poesia costituisce uno strumento per promuovere la cultura e per dare sfogo a cio' che si prova intimamente dentro e molto spesso non si ha il coraggio di tirare fuori. Scrivendo una poesia riaffiorano ricordi, si percepiscono sentimenti, si scoprono lati del nostro carattere che altrimenti rimarrebbero nell'oscurità. La poesia è tutto quello di cui abbiamo bisogno, adesso, in un mondo sempre più dominato da falsi valori e ideali sbagliati. Come diceva Giovanni Pascoli, il poeta è un "fanciullino", colui che continua a stupirsi di fronte alle piccole meraviglie della vita e a voler vivere a fondo la sua esistenza più di ogni altra cosa. Quindi, ragazzi o adulti, perchè " Gli occhi siano lo specchio dell'anima e le parole la voce del cuore " RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 23 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 VULTURE [email protected] BARILE Simulato l’incendio, il ferimento di un alunno e i soccorsi Al comprensivo prove di evacuazione A organizzare l’evento sono stati i volontari della Croce rossa italiana Venosa, gli alunni faccia a faccia con l’autore de “Il silenzio della neve” BARILE - Prove di evacuazione senza preavviso ai plessi dell'Istituto comprensivo di Barile. Scioccante la prova antincendio effettuata alla sede centrale di Barile. Dopo il suono di allarme, evacuati tutti gli alunni ,si è dato luogo ad un intervento su un alunno ferito .Prontamente i volontari della Croce Rossa Italiana della sezione di Barile sono arrivati a bordo dell'autoAmbulanza che a sirene spiegate metteva in allarme tutto il paese. L'alunno "ferito" veniva caricato sul mezzo di soccorso e portato via. Intanto all'interno dell'edificio un addetto alla Sicurezza , prontamente, spegneva con un estintore l'incendio artificiale. Gli alunni prima increduli poi sollevati hanno potuto vedere , dopo alcuni minuti,il finto ferito raccontare le sue emozioni alla riunione successiva tenutasi nell'Aula Magna della scuola alla presenza di studenti e Simulazione di soccorso a un ragazzo ferito a seguito di un incendio docenti. rio Giuliano, che hanno coaLa sicurezza ha messo un diuvato il lavoro dei bidelli altro tassello al suo puzzle: nel fermare il traffico e grala prova antincendio ben zie al Dirigente scolastico riuscita, grazie ai Volontari Dott.ssa Tania Lacriola che della CRI di Barile per la lo- ripone sempre la sua fiduro competenza , disponibili- cia nella squadra di Emertà e serietà che li contraddi- genza della scuola coordistingue in queste iniziative, nata dall'instancabile Magrazie ai Carabinieri e ai Vi- ria Carmela Di Lonardo. Lorenzo Zolfo gili urbani di Barile, capita© RIPRODUZIONE RISERVATA nati dal Comandante Save- VENOSA - Dopo aver letto il romanzo “Il silenzio della neve” e dopo averlo commentato in classe, gli alunni di I e II A ginnasio dell’ Iiss “Orazio Flacco” hanno incontrato Giuseppe Filidoro, autore del volume. Ed è stato un confronto proficuo, che ha arricchito gli studenti, messi nelle condizioni di conoscere le motivazioni che hanno spinto l’autore, psichiatra, a prendere carta e penna per raccontare una storia; di rintracciare i vissuti dell’autore trasferiti nel romanzo; di rendersi conto dell’architettura del racconto. «La lettura del romanzo e l’incontro con il suo autore nascono dall'esigenza di avvicinare gli alunni della I e II A ginnasio alla lettura di un romanzo ambientato in tempi e luoghi a noi vicini - dice Giuseppina Falcone che ha guidato gli studenti nella lettura - . Per gli alunni di II è stato più facile confrontare il romanzo di Filidoro con il romanzo manzoniano; per gli alunni del prima confrontarlo con le tematiche studiatee con le tecniche di lettura». L’incontro ha arricchito anche l’autore che più volte si è dichiarato soddisfatto per il modo con cui gli studenti avevano letto e approfondito il suo romanzo. «Il mio romanzo è un atto d’amore verso la mia terra natale - ha sottolineato Giuseppe Filidoro, nativo di Venosa -verso la vita in tutte le sue sfaccettature». Anche questa volta la scuola non si è mostrata un semplice contenitore che distribuisce conoscenze, ma ha mostrato di essere un luogo che fornisce strumenti per comprendere la realtà circostante. Al centro del confronto con l’autore: i rapporti di amicizia; l’invidia che distrugge; la solidarietà tra vicini; usi e costumi locali; le scelte di vita condizionate dalla famiglia e dalla cultura locale. Anche la professione di psichiatra dell’autore ha influito lo sviluppo del romanzo: «ho costruito i personaggi attingendo alla mia esperienza quotidiana e professionale - ha riconosciuto Giuseppe Filidoro - Come psichiatra mi occupo del mondo interiore. Come scrittore ho focalizzato l’attenzione sul mondo interno, fatto di ansie, preoccupazioni, emozioni». Giuseppe Orlando © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 24 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] Da domani fino a venerdì 18 aprile per i lavori sul viadotto Rammauro Strada statale 598, senso unico alternato VAL D’AGRI - Ancora possibili disagi lungo le strade della Val d’Agri. L’Anas comunica che dalle 7 di domani alle 18,00 di venerdì 18 aprile 2014, sarà istituito un senso unico alternato sulla strada statale 598 “Di Fondo Valle Agri”, nel tratto compreso tra il km 6,650 e il km 7,800, nel Comune di Atena Lucana, in provincia di Potenza. Il provvedimento si rende necessario - ha spiegato l’Anas - per consentire i lavori di manutenzione del viadotto “Rammauro”, in particolare il ripristino dei cordoli laterali che interessano la carreggiata stradale. Il traffico sarà regolato da impianto semaforico. L’Anas raccomanda agli automobilisti prudenza nella guida e ricorda che è possibile aggiornarsi costantemente sulla situazione del traffico in tempo reale. Le informazioni sono consultabili sul sito web http://www.stradea- nas.it/traffico oppure su tutti gli smartphone e i tablet, grazie all’applicazione “Vai Anas Plus”, disponibile gratuitamente in “App store” e in “Play store”. In questo modo si potrà sapere in tempo reale se verranno rispettati o meno di tempi dei lavori. Un tratto della Fondovalle dell’Agri LAGONEGRO Provvedimenti contro altri 18 componenti di una banda di rumeni “Oro rosso”, nuovi arresti Specializzati in furto di rame in appartamenti e nelle aziende agricole Il procuratore Russo non esclude altri sviluppi LAGONEGRO - «La contestazione di reati non presenti nelle precedenti ordinanze, ha consentito l’emissione di provvedimenti restrittivi nei confronti di altre 18 persone, che sono stati eseguiti dai carabinieri stanotte e nel corso della giornata di ieri, mentre alcuni sono ancora in corso di notifica ed esecuzione perché si sta provvedendo a rintracciare sei individui al momento latitanti». Con queste parole il procuratore della Repubblica Vittorio Russo, titolare dell’inchiesta denominata “Oro Rosso”, ha aperto la conferenza stampa che si è tenuta negli uffici del Tribunale di Lagonegro. L’operazione segue quelle messe a segno nei mesi scorsi, che avevano portato all’arresto di numerosi cittadini, quasi tutti di nazionalità rumena, per reati di natura predatoria. Il bottino principale era il rame, da qui il nome oro rosso, che veniva spesso asportato da grossi frigoriferi e macchinari industriali, ma i criminali non esitavano a razziare bestiame che rivendevano clandestinamente e qualsiasi altro genere di refurtiva gli capitasse a tiro. «Si tratta di una banda molto strutturata, che operava con continuità su tutto il territorio nazionale, i cui membri avevano rapporti di collaborazione e vincoli di parentela tra loro, e si scambiavano continuamente i ruoli al fine di garantirsi l’impunità e disporre di soggetti perfettamente informati sulla geografia dei differenti posti nei quali commettevano le loro azioni de- La conferenza stampa littuose», ha spiegato il capitano Luigi Salvati Tanagro, a capo della compagnia di carabinieri di Lagonegro, che ha condotto l’attività investigativa e ha materialmente eseguito gli arresti. Mentre il tenente colonnello Giuseppe Palma, comandante del nucleo provinciale di Potenza, ha evidenziato che «le attività di polizia giudiziaria si sono svolte nella massima collaborazione con la magistratura, per costruire un quadro indiziario preciso ed esauriente che ha portato all’individuazione dei responsabili di più di un centinaio di reati compiuti contro il patrimonio, e che nella fase esecutiva si è avvalso della stretta collaborazione dei nuclei provinciali dell’Arma di Napoli, Genova e Salerno, provincia nella quale sono state notificate la stragrande maggioranza delle misure cautelari in questione. È davvero la fine della corsa per questo gruppo di portata internazionale, che riusciva a garantire ogni tipo di sostegno logistico ai suoi componenti ed era organizzato in maniera professionale. Si tratta di individui che si erano già resi protagonisti di crimini della stessa natura anche in Spagna, dove sono detenuti alcuni dei loro sodali, oltre che in Campania, Lazio, Emilia, Lombardia e Liguria, dove, a seguito di un controllo, vennero arrestati il mese scorso altri due complici dalla polizia stradale di Genova-Sampierdarena». Il maggior numero di reati contestati si era però registrato in Basilicata, dunque la competenza della procura e dei carabinieri di Lagonegro, nello specifico nell’area sud della regione al confine con il basso Cilento, e stavano destando particolare apprensione nell’opinione pubblica: da ciò deriva la soddisfazione palese degli inquirenti che sono riusciti a concludere con successo un’indagine durata più di due anni e condotta con l’ausilio di tutti i mezzi tradizionali di investigazione, nello specifico i continui appostamenti necessari per individuare soggetti privi di documenti e senza fissa dimora, e per questo più difficilmente rintracciabili. Fabio Falabella Venerdì prossimo al cinema “Nuova Italia” Il progetto del Comprensivo Brancati di Lauria Paolo Mieli a Latronico per presentare il suo libro LATRONICO – A Latronico Paolo Mieli presenterà il suo libro con Giampaolo D’Andrea. La città termale lucana ospiterà una delle firme più prestigiose e note del giornalismo italiano, venerdì prossimo, 11 aprile, alle 18, presso il Cinema “Nuova Italia”. Paolo Mieli presenterà il suo ultimo libro “I conti con la Storia. Per capire il nostro tempo”, edito da Rizzoli. L’evento è organizzato dal Comune di Latronico e a introdurre Mieli sarà il caporedattore Rai Oreste Lopomo, alla presenza del sindaco di Latronico, Fausto De Maria. Mieli è stato direttore de La Stampa e del Corriere della Sera, dal 2009 è presidente di Rcs Libri. La sua ultima opera propone un excursus storico da Machiavelli a Togliatti fino a Craxi attraverso una profonda riflessione sulla memoria italiana. La presentazione sarà un’occasione per parlare, a tu per tu, con un grande giornalista e storico che ormai tutti hanno imparato a conoscere e ad apprezzare in tv, ma che attraverso i suoi scritti riesce a regalare visioni sempre più approfondite. Il libro è diviso in tre parti: la prima dedicata all’oblio, la seconda ai falsi storici e la terza alla nostra memoria nazionale. Emilia Manco Alla scoperta della letteratura incontrando gli autori LAURIA – Presso Officine Meccaniche, per il 3° anno, si è tenuto l’incontro con l’autore organizzato dall’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII scuola primaria “Cardinal Brancati” diretta da Rosa Carlomagno, e coordinato da Rocchina Viggiano. Il progetto ha l’intento di avviare gli alunni alla scoperta del fantastico mondo della letteratura per l’infanzia e di incontrare gli autori che scrivono per loro. Tale progetto è stato realizzato anche grazie alla collaborazione tra la scuola primaria Cardinal Brancati, Rizieri Libri s.n.c. e la Casa Editrice Mondadori. Gli alunni coinvolti appartengono alla scuola Primaria “Cardinal Brancati” e plessi di Galdo e Melara con novanta alunni delle classi I e II e questa volta l’autrice è Miriam Bodo. I bambini delle prime e seconde classi hanno letto il racconto “Robi e il tappeto magico”, nel quale Robi, il protagonista, imparerà ad affrontare la paura e le prime difficoltà della vita. Miriam Bodo insegna da molti anni nella scuola primaria e si è interessata delle tecniche relative all’insegnamento della letto-scrittura attraverso l’uso di storie per avvicinarsi all’universo fantastico del bambino. em. ma. LAGONEGRO - L’operazione “Oro rosso” è stata resa possibile da più di due anni di intensa e accurata attività investigativa ed è stata strutturata sostanzialmente in due tronconi, durante il primo dei quali, nel febbraio scorso, sono già stati eseguiti nove mandati d’arresto di cui tre in Spagna; successivamente altri quattro componenti della banda di rumeni sono stati catturati a Sala Consilina e due dalla Polstrada a Genova. «Ringrazio particolarmente le forze dell’ordine ha detto il procuratore Vittorio Russo - e nello specifico i carabinieri di Lagonegro, il capitano Salvati e il colonnello Palma, che ha assicurato il coordinamento e il supporto necessari ad azioni investigative di portata sovra-regionale, che hanno reso possibili circa una trentina di arresti, eseguiti principalmente nella provincia di Salerno, grazie alla collaborazione dei militari del nucleo operativo di Torre Annunziata con quelli di Lagonegro. Non escludiamo che ci siano sviluppi in ulteriori fasi di indagine qualora dagli interrogatori emergessero altri reati o venissero evidenziati dei collegamenti con altre bande criminali: penso ai furti verificatisi ultimamente nellAlto tirreno cosentino o, ad esempio, al gruppo di croati arrestati di recente, le cui modalità seriali, delocalizzate e continuare erano peculiari a quelle messe in atto da questi cittadini rumeni, soggetti quasi tutti disoccupati, senza fissa dimora e rintracciati per la maggior parte tra la Campania, nell’hinterland napoletano, e il basso Lazio, territori che fungevano da base operativa». Considerata la presen- za di italiani tra gli arrestati, nello specifico di due napoletani, pensa siano ipotizzabili delle correlazioni tra questi gruppi e le organizzazioni criminali che storicamente controllano le attività illecite nel meridione, come la camorra? «Anche questo non è da escludere, è una chiave di lettura possibile che non mi sorprenderebbe: sicuramente siamo in presenza di soggetti freddi, molto abili e determinati, che operavano in maniera consapevole, lucida, direi scientifica ma al momento non emergono riscontri oggettivi. Certo è possibile che ci siano sviluppi conoscitivi a seguito dell’istruttoria, e che portino alla luce elementi per l’emissione di nuovi provvedimenti soprattutto per le attività di ricettazione; al momento è stato evidenziato il ruolo di piazzisti svolto dagli italiani coinvolti e arrestati». È stata recuperata della refurtiva e sono state eseguite misure restrittive anche in paesi stranieri? «No, in questa seconda tranche non siamo riusciti a recuperare refurtiva di nessun genere, né abbiamo trovato o sequestrato attrezzi o presunte armi utilizzate per compiere i reati contestati; alcune misure sono state notificate in carcere ma tutte in Italia questa volta. Mi lasci dire che, in qualità di investigatori, c’è grande soddisfazione per il lavoro svolto, perché siamo riusciti a porre fine ad un fenomeno che stava assumendo una deriva pericolosa e proporzioni allarmanti nelle nostre zone, suscitando particolare spavento, sconcerto ed allarme sociale tra le vittime e la cittadinanza in generale». fab. fal. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 25 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] MARATEA L’iniziativa di Luca Lancieri con l’associazione Potenza fotografica Tra vicoli e calette, tour della costa Dal 19 al 23 maggio la Perla del Tirreno si trasformerà in un set aperto Consorzio albergatori: «Maratea e Matera non sono in competizione» MARATEA - E’ bello occuparsi di cose belle. E’ una bellezza parlare della bellezza. E Maratea è una bellezza. Soprattutto in quei periodi dell’anno quando il sole inizia a fare le prove generali di riscaldamento. Quando le giornate si allungano e così fanno le ombre. Quando a maggio il mare si confonde col cielo e sulle spiagge non c’è quasi nessuno a godere di siffatto spettacolo. Fiori odori e sapori, e il porto magicamente silenzioso. Ebbene nei giorni dal 19 al 23 Maggio Maratea sarà set di un evento che potremmo definire anche un po’ nostro. Perché il “nostro” Luca Lancieri, in collaborazione con l’Associazione Culturale Potenza Fotografica del “nostro” Andrea Mattiacci, organizza un Photo Tour Challenge lungo i 33 km della costa della “nostra” perla. Quattro giorni e quattro notti alla scoperta di spiagge, vicoli e calette e gite in barca e ottimo cibo e notti nel fiabesco scenario della Foresteria Illicini. Quattro giorni e quattro notti per immortalare Maratea e le sue spiagge ancora non affollate. L’evento è aperto a fotografi italiani e stranieri, amatori e professionisti ma è soprattutto aperto agli amanti del bello. Luca ha coinvolto un gruppo di amici che lui chiama sponsor, Roberta Schiavulli della Profumeria Adriana, Nicola Pisani della Pisani Distribuzione, Elena Fucci e poi c’è la giuria. Infatti durante i quattro giorni di permanenza i partecipanti scatteranno le fotografie che sottoporranno poi al giudizio della giuria che premierà il miglior scatto con 500 euro. La giuria sarà composta da Oreste Lo Pomo, capo redattore Rai Basilicata, Paride Leporace, direttore Lucana Film Commission, Elisa Laraia, visual artist, Gianpaolo Carretta, avvocato e Luca Lancieri. Previsti inoltre anche un premio offerto dalla profumeria Adriana ed uno offerto dalla Pisani Distribuzione. I pranzi e le cene si terranno alla Scialuppa 25 del buon Pasquale Cernicchiaro al porto in compagnia del vino Il Titolo, l’Aglianico gentilmente offerto dalla Elena Fucci Vini, diverse le sorprese previste tutte decisamente Happy! con party finale per la premiazione e le serate con il dopo cena al Bar Del Porto. Insomma, è davvero bello sapere che dalle parti “nostre” c’è Maratea qualcuno che si occupa di promuovere cose belle che noi sentiamo particolarmente “nostre”. Per info e contatti 339.2681330 392.1105965. MARATEA - «Sarebbe un gravissimo errore considerare Maratea e il comprensoriotirrenico come un competitor di Matera». E’quanto sostiene Biagio Salerno, vice presidente del Consorzio Albergatori di Maratea. «Non c’è niente di più sbagliato, a mio avviso – continua - che mettere in contrapposizione due realtà diversificate per offerta e richiamo turistici che devono piuttosto essere entrambe lo sponsor della nostra regione. Maratea da oltre 50 anni si propone come cavallo da traino per l’intero comparto turistico lucano anche se – aggiunge Salerno – da più di mezzo secolo subisce la stessa politica regressiva che costringe noi operatori a fare leva solo sulle nostre forze, contro competitor che invece investono nel settore turistico credendo nelle proprie potenzialità. Nonostante tutto non ci siamo abbattuti, e solo grazie alle nostre forze siamo riusciti a svolgere una funzione estremamente rilevante di attrazione di target turistici soprattutto medio-alti ed esteri. Altre località, anche limitrofe, sono crollate sotto il peso della crisi, mentre Maratea continua a reggere. Matera, dal canto suo, negli ultimi anni ha ricevuto attenzioni, progettie finanziamenti che ne hanno incrementato potenzialità e risultati, sulla base di statistiche che vogliono sottolineare questa egemonia sul territorio lucano». Il giovane albergatore invita a non fare statistiche sulla base dei numeri: «è come dire che Romaha più turisti di Pompei. Non è un paragone fattibile, si ragiona su dati che non possono essere ridotti a numeri. Non si possono mettere a confronto realtà turistiche che hanno target così diversi e con stagionalità tanto diverse tra loro.Ma anche potendo farlo, perchè farlo? Perchè non presentare la Basilicata come un unico monolitico sistema turistico in crescita, per dare un’immagine diversa di una regione che molti in Italia non sanno nemmeno dove si trovi?». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 27 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA [email protected] Dietro la finta azienda di consulenza, c’erano beni per mezzo milione di euro Falsa società, arriva la Finanza Sequestrate proprietà a imprenditori indagati per bancarotta fraudolenta E’ stato il fallimento di una società nel settore del mobile imbottito a far scattare le indagini della Guardia di Finanza di Matera che ha portato al sequestro di beni per un totale di 500 mila euro. Quattro gli imprenditori materani ai quali le Fiamme Gialle sono risalite nel corso dell’operazione che ha portato al sequestro di tre immobili a Matera e provincia, un’auto lussuosa e certificati di deposito bancari. Il sequestro preventivo è stato deciso dal Gip del tribunale di Matera ed effettuato dagli uomini della Compagnia della Finanza di Matera. I reati contestati ai quattro denunciati sono bancarotta fraudolenta e reati tributari, tra cui i versamenti dell’Iva non effettuati, dell’Irpef e delle ritenute previdenziali e assistenziali per centinaia di migliaia di euro. Per assottigliare le casse della società, che poi è fallita, era stata creata un’impresa di consulenza gestita dagli stessi quattro soci che nei tre anni precedenti il fallimento aveva fatturato circa 360 mila euro alla società fallita per attività di consulenza di mercato e servizi di direzione generale, mai effettuati. Il meccanismo di definitivo deterioramento era stato effettuato cedendo alcune quote sociali ad un extracomunitario che avrebbe dovuto addossarsi responsabilità penali, civili e amministrative della precedente gestione. L’attività della Guardia di Finanza è andata avanti per alcuni mesi fino a che non è stato portato allo scoperto il meccanismo che i quattro avevano creato per poter frodare lo Stato, rendendo impossibile mil recupero delle somme. [email protected] Controlli della Polizia e dell’unità cinofila Cani antidroga a scuola Denunciata una ragazza e scoperte 15 dosi pronte La sede della Guardia di Finanza di Matera Europee: ecco le norme per gli scrutatori In occasione delle prossime consultazioni elettorali del Parlamento Europeo del 25 maggio 2014 si rende noto che la Commissione elettorale Comunale procederà alla nomina degli scrutatori tra coloro che, iscritti all’Albo delle persone idonee a svolgere la funzione di scrutatore, faranno pervenire domanda entro le ore 12,00 del 24 aprile 2014 all’ufficio elettorale del Comune di Matera dichiarando di essere disoccupati/inoccupati, iscritti alle liste di collocamento del Comune di Matera, o di essere studenti e comunque non percettori di reddito . Le autocertificazioni saranno oggetto di verifica da parte dell’ufficio. Ove il numero delle domande dovesse superare il numero prescritto necessario a coprire tutte le sezioni elettorali si procederà al sorteggio. I sorteggiati dovranno presentare il certificato attestante lo stato di disoccupazione, rilasciato dal Centro per l’Impiego di Matera, ovvero per gli studenti il certificato di frequenza. Sarà inoltre predisposto sempre tramite sorteggio un altro elenco da cui si attingerà per le eventuali sostituzioni dei rinunciatari. Ove il numero delle domande risultasse insufficiente alla formazione del secondo elenco per le eventuali sostituzioni, si procederà alla nomina tramite sorteggio direttamente dall’Albo unico degli scrutatori. Le domande sono scaricabili dal sito del Comune (www.comune.mt.it) o possono essere ritirate presso lo sportello dell’ufficio Urp. Al piano terra del Comune di Matera e devono essere consegnate esclusivamente a mano presso l’ufficio Urp. [email protected] Installazione di Calia Italia in via Dante per promuovere la candidatura Matera invade il Salone del Mobile Settimana meneghina per il Comitato 2019. C’è anche il divano a forma di logo In Lombardia una intera settimana di appuntamenti targati Matera 2019. Proprio nei giorni in cui gli occhi del mondo imprenditoriale internazionale sono puntati su Milano in occasione della fiera del mobile imbottito il Comitato Matera 2019, grazie alla collaborazione di un partner privato come Calia Italia e dell’attivissima associazione “Amici della Basilicata in Lombardia”. Si è inaugurato ieri, a Milano, il Salone internazionale del mobile. Grazie al successo dell’ultima edizione con 285.698 visitatori di cui 193.024 esteri a cui si aggiungono le oltre 38.000 presenze di pubblico nel weekend e i 6.578 operatori della comunicazione - si conferma il palcoscenico esclusivo su cui presentare le ultime novità in fatto di arredo. Nel suo stand Calia Italia ha voluto spontaneamente dedicare un grande spazio alla città di Matera e alla sua candidatura a capitale europea della Cultura per il 2019. Lo stand sarà visitato oggi dal direttore generale del comitato, Paolo Verri, e dal direttore artistico, Joseph Grima. «E’ molto significativo – afferma Verri –che un’azienda privata abbia voluto dedicare lo stand alla candidatura di Matera a capitale europea della cultura per il 2019 in un contesto molto importante come questo che ogni giorno viene attraversato da migliaia e migliaia di cittadini e imprenditori. Non si tratta solo di un progetto di comunicazione, pure molto utile ai fini della candidatura, ma anche di un messaggio molto importante: la candidatura di Matera viaggia non solo attraverso la condivisione orizzontale con i cittadini, ma anche attraverso un ampio coinvolgimento delle imprese proprio a sot- Lo stand di Calia che promuove la candidatura di Matera 2019 tolineare che la cultura è un – afferma Verri – una straorbene primario che fa bene al- dinaria occasione per promuovere il nostro progetto le persone e all’economia». Grazie sempre a Calia oggi di candidatura attraverso in un’importante strada cen- un’azione collaterale di trale di Milano, in via Dante, “guerrilla marketing” proverrà posizionato il grande posta e realizzata dal partner divano a forma del logo di privato». Stasera, inoltre, Matera Matera 2019 sempre realizzato a proprie spese dall’a- 2019 sarà protagonista di zienda materana. Il divano una iniziativa voluta dall’assarà inaugurato con un sociazione “Amici della Basibrindisi per Matera 2019 al- licata in Lombardia”. le 19.19. «Sarà anche questa [email protected] Francesco e Marco con Queen e Safila (foto Cosimo Martemucci) «Noi non siamo carnefici, piuttosto con la nostra attività di controllo contribuiamo a rafforzare la prevenzione». Lo dice il Questore Stanislao Schimera che parla anche come genitore di un ragazzo adolescente, come quelli che frequentano le scuole superiori materane, controllate in questi giorni nell’ambito di attività antidroga che hanno portato, purtroppo, alla scoperta di hashish e marijuana nascosti in alcune scuole. «Il nostro è un compito che dovrebbe essere visto come forma di collaborazione per giungere, insieme a risultati positivi. Siamo accanto ai cittadini, non vogliamo per forza punirli». Ieri, intanto, in uno dei due istituti nel quale personale della Squadra Mobile e le unità cinofile hanno effettuato un sopralluogo, ci sono state altre scoperte. Nel corso dei controlli, intanto, una studentessa è stata trovata con una dose di marijuana addosso ed è stata segnalata al Prefetto. Qualcun altro, per evitare che le dosi di hashish venissero scoperte dai poliziotti, le ha abbandonate nel giardino antistante l’istituto. Originale lo stratagemma utilizzato: le 15 dosi già pronte per il consumo, erano nascoste nelle confezioni di ovetti di cioccolato. Le indagini, ovviamente, proseguono per individuare chi ha nascosto la droga e chi l’ha fornita. I sopralluoghi a 360 gradi negli istituti superiori della città, rientrano in un’attività di controllo ampia che ha coinvolto anche l’unità cinofila di Bari con i due cani, Queen e Safila condotti dagli agenti Francesco e Marco. E’ grazie al loro fiuto che è stato possibile individuare anche modiche quantità di stupefacenti nascoste in alcuni istituti. Resta significativo, comunque, il dato che emerge e che dovrebbe far riflettere innanzitutto le istituzioni scolastiche che, attraverso l’attività della Polizia, hanno oggi uno sguardo a 360 gradi sulla realtà, uno sguardo che purtroppo non trascura proprio i luoghi nei quali i meccanismi della conoscenza dovrebbero contribuire a contrastare fenomeni come quello dello spaccio e del consumo di stupefacenti. Al tempo stesso fondamentale è comprendere se e quali siano i centri di diffusione presenti in città. Interrompere o almeno contrastare quel mercato è un primo, significativo passo. Antonella Ciervo [email protected] L’hashish trovato nei giardini esterni all’istituto era nascosto in una confezione di ovetti di cioccolato © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 30 Matera Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Il progetto che inizia domani è realizzato dall’Aid e dal centro logopedico Imparola La dislessia si supera col pc Lingue straniere a scuola con strumenti compensativi. Accade alla Pascoli Alla scuola Media dell’Istituto comprensivo Giovanni Pascoli di Matera le lingue straniere si studiano con gli strumenti compensativi. Da domani nella classe scelta per il progetto “Una scuola modello: dalla didattica per la dislessia alla didattica personalizzata”, si studieranno con i computer e i programmi compensativi sia la lingua inglese che la lingua francese. Il progetto “Una scuola modello: dalla didattica per la dislessia alla didattica personalizzata” è stato ideato e realizzato dalla sezione di Matera dell’Associazione italiana dislessia (Aid) e dal Centro logopedico psico-pedagogico Imparola, in collaborazione con l’Istituto comprensivo Giovanni Pascoli di Matera. Due le fasi in cui è diviso il progetto: una dedicata alla scuola primaria curata dalla sezione Aid di Matera e una dedicata alla scuola Media curata dal Centro Imparola. Da gennaio gli esperti di Imparola svolgono, per i ragazzi della Media, lezioni sull’utilizzo dei programmi compensativi, mostrando come la tecnologia possa aiutare i ragazzi nello studio sia a scuola che nei compiti a casa. «In una prima fase –spiega Imma Bruno, vicepresidente e responsa- bile del settore software compensativi di Imparola –abbiamo installato i programmi che ci sono stati offerti con licenza di utilizzo gratuito da Anastasis sui computer dei ragazzi. Nelle prime lezioni abbiamo mostrato loro come impiegarli per studiare a scuola e a casa materie come italiano, storia, geografia, matematica e geometria. In tre mesi la lo- Alcuni momenti delle lezioni in aula ro capacità di utilizzo dei software è ideati per tutti i ragazzi, dalla scuocosì alta che, su richiesta delle do- la Media all’Università, i compensacenti della scuola, abbiamo deciso di tivi applicano la tecnologia allo stuampliare questo metodo di studio dio: agevolano la creazione di mapanche alle lingue straniere». pe concettuali anche con la possibiNati per agevolare lo studio dei lità di introdurre fotografie, grafici ragazzi con Dislessia, i programmi e rimandi ai testi digitali, e tramite compensativi tipo “Supermappe” e la sintesi vocale (una voce che legge “ePico” sono utile strumento di stu- i testi selezionati dall’utente) aiutadio per tutti gli alunni. Software no la memorizzazione della materia Appuntamento oggi alle 18 nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi Lectio magistralis su Pasolini Il professor Curi oggi parlerà del Vangelo secondo il celebre regista NELL’AMBITO del programma “Cinquant’anni Pasolini (1964 – 2014)” si terrà oggi alle 18, nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi, la lectio magistralis del professor Umberto Curi sul tema “Il Vangelo secondo Pasolini”. L’incontro, promosso e organizzato da Comune di Matera, Soprintendenza ai beni artistici e storici ed etnoantropologici della Basilicata, Matera 2019, Arcidiocesi Matera Irsina, Lucana Film Commission, verrà introdotto da Don Basilio Gavazzeni. Umberto Curi è professore emerito di Storia della Filosofia presso l’Università di Padova e docente presso l’Università San Raffaele di Milano. Visiting Professor presso le Università di Los Angeles (1977) e di Boston (1984), ha tenuto lezioni e conferenze presso le Università di Barcellona, Bergen, Berlino, Buenos Aires, Cambridge (Massachussets), Cordoba, Lima, Lugano, Madrid, Oslo, Rio de Janeiro, San Paolo, Sevilla, Vancouver, Vienna. Ha pubblicato circa 40 volumi. Fra le sue numerose pubblicazioni, Endiadi. Figure della duplicità e La cognizione dell’amore. Eros e filosofia (entrambi presso Feltrinelli, 1995 e 1997), Pensare la guerra. L’Europa e il destino della politica, Dedalo, Bari 1999; Polemos. Filosofia come guerra e La forza dello sguardo (presso Bollati Boringhieri, 2000 e 2004); Filosofia del Don Giovanni (Bruno Mondadori, 2002); Variazioni sul mito: Don Giovanni (Marsilio, Venezia 2005); Miti d’a- Pier Paolo Pasolini sul set ritratto da Domenico Notarangelo more. Filosofia dell’eros, Bompiani, Milano 2009 (tr. spagnola, Siruela, Madrid 2010). Il libro pubblicato presso Bollati Boringhieri, nel 2008, dal titolo “Meglio non essere nati. La condizione umana tra Eschilo e Nietzsche”, ha vinto il premio nazionale Capalbio per la filosofia 2009 e il Praemium Classicum Clavaranse. Col volume Straniero (Raffaello Cortina, Milano 2010) ha vinto il Premio nazionale Frascati di filosofia 2011. La sua opera Via di qua. Imparare a morire, Bollati Boringhieri, pubblicata alla fine del 2011, è giunta alla quarta edizione ed è stata finalista per il Premio Viareggio. Dal 15 maggio è in libreria il suo libro Passione, Raffaello Cortina Editore. La sua pubblicazione più recente è L’apparire del bello, Bollati Boringhieri, 2013. Collabora al supplemento “La lettura” del “Corriere della sera”. [email protected] L’INCONTRO Confronto sul paesaggio LA sede del Dicem (Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo), a Matera, oggi ospiterà il seminario "Anche l'occhio vuole la sua parte": in via San Rocco, nell'Aula Sassu, docenti e ricercatori del Dicem e di altri atenei italiani si incontreranno per discutere del concetto di paesaggio da diverse angolazioni, e con differenti prospettive disciplinari. Ancora una volta, quindi, la Città dei Sassi è scenografia e laboratorio per la ricerca e lo sviluppo di concetti cruciali come l'architettura e l'urbanistica. Interverrano, tra gli altri, Chiara Scardicchio, dell'Università di Foggia, e Leonardo Chiesi, dell'Ateneo di Firenze (in videoconferenza). Il 22 e il 23 maggio, inoltre, è previsto un incontro finale. da studiare. «E’ proprio la sintesi vocale – prosegue Imma Bruno – che rende gli strumenti compensativi adatti allo studio delle lingue straniere. Questi programmi prevedono la possibilità di tradurre e di leggere ogni testo nelle lingue più diffuse: inglese, francese, spagnolo e tedesco». Con lo studio delle lingue straniere tramite i programmi compensativi si aggiunge un ulteriore tassello al progetto “Una scuola modello: dalla didattica per la dislessia alla didattica personalizzata”. Progetto che mostra che si può e si deve integrare la didattica per i Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) con quella quotidianamente utilizzata in una classe. Permettere a tutti gli alunni di seguire una lezione e di fare i compiti a casa utilizzando gli strumenti compensativi, annulla le diversità, elimina la barriera fra i ragazzi con dislessia e il resto della classe e rende la scuola veramente inclusiva. La fase dedicata alla scuola Media del progetto “Una scuola modello: dalla didattica per la dislessia alla didattica personalizzata” è stata realizzata grazie al fondamentale contributo di Anastasis. [email protected] Due lavori realizzati: Rico e Ricicliadi Raccolta differenziata a maggio comincia l’informazione a scuola Un incontro sulla corretta raccolta differenziata Prosegue il piano di comuni- nelle loro famiglie questa cazione e sensibilizzazione cultura del rispetto dell’amche il Comune di Matera, in biente. L’approccio al tema collaborazione con l’Autorità sarà ovviamente di tipo ludid’Ambito Territoriale Otti- co attraverso due progetti di male dei rifiuti, ha messo in formazione, Rico e le Ricicliacampo per incrementare le di, vale a dire le olimpiadi delpercentuali di raccolta diffe- la raccolta differenziata in modo da determinare un amrenziata in città. Dopo una serie di incontri pio interesse e una diffusa nei quartieri Acquarium e partecipazione. Queste attiContrada San Francesco do- vità che interesseranno le ve è stata estesa la raccolta scuole saranno sviluppate differenziata “porta a porta” nel mese di maggio e nel prosche hanno visto una folta ed simo anno scolastico». Il cronoprogramma è stato attiva partecipazione dei cittadini, sta per iniziare una in- definito nel corso di una riutensa attività di sensibilizza- nione, svoltasi nei giorni zione nelle scuole attraverso scorsi, che ha visto una folta la collaborazione di alcune presenza degli insegnanti e associazioni come Ceas Fero- dei dirigenti scolastici insienia, Ceas lega navale, Ceas me all’assessore all’ambiente salvamento, Minerva Scien- Rocco Rivelli, l’Aato e alle associazioni ambientaliste (foza e Legambiente. «L’obiettivo – spiega l’as- to in allegato). Intanto, è semsessore all’Igiene urbana, pre possibile scaricare dal siRocco Rivelli – è quello di aiu- to del Comune il Vademecum tare gli studenti a compren- per eseguire la raccolta diffedere il significato della rac- renziata: www.comune.macolta differenziata dei rifiuti tera.it/it/servizi sotto la voce in modo che possano portare “In evidenza”. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. PISTICCI Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 31 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 [email protected] PISTICCI Il messaggio alla Regione: bisogna assumere decisioni coerenti Si può fare agricoltura in Valle? Operatori ed esperti del settore in un confronto aperto sull’inquinamento dell’area PISTICCI - E’ sempre più forte la coscienza critica sulle questioni di ordine ambientale nel territorio di Pisticci. L’inquinamento, che rappresenta una minaccia per la salute dell’uomo, è senza dubbio il tema del momento. Il dibattito si arricchisce di più voci e diversi focus. Uno dei più recenti prova a guardare da vicino al mondo dell’agricoltura. Sabato scorso, infatti, si è tenuto nella Delegazione comunale di Marconia il convegno sul tema: “Le ripercussioni dell’inquinamento ambientale nel settore agricolo”. L’incontro è stato organizzato dal Movimento 5 Stelle locale, in collaborazione con gli altri attivisti del Metapontino. Il presupposto di qualunque scelta o posizione, è stato ribadito nel corso del dibattito, è la conoscenza che, nel caso specifico, deve far riferimento a gli strumenti europei di programmazione delle politiche agricole, alla legislazione a tutela dell'ambiente e della salute, alle conseguenze dell'abuso dei pesticidi nel settore agricolo ed alla consapevolezza delle criticità presenti in tutta la Basilicata con particolare riferimento alla Valbasento. A ribadire, ancora una volta, l’impegno sulle problematiche connesse con la zona industriale è stato il sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, che ha illustrato le iniziative portate avanti dalla sua amministrazione, l’ultima delle quali è l'esposto contro ignoti affinché vengano individuati e perseguiti i responsabili dell’inquinamento del territorio. L’onorevole Giuseppe L'Abbate, portavoce del M5S nella XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, ha invece illustrato i nuovi orientamenti della PAC 20142020, spiegando che essi contengono delle opportunità da non lasciarsi sfuggire. La Regione Basilicata, pertanto, è chiamata a recepirle nel suo Programma di Sviluppo Rurale territoria- le, che deve puntare su di una maggiore tutela della biodiversità. Ma la difesa del territorio passa innanzitutto per i cittadini. Il consigliere regionale M5S, Gianni Perrino, non a caso, ha invitato i giovani ad essere protagonisti del cambiamento. La stretta connessione tra inquinamento ed agricoltura è lampante nel caso Valbasento, dove ci sono terreni da bonifica che, intanto, continuano ad essere coltivati, anche se di recente gli stessi agricoltori hanno avuto una coraggiosa presa di coscienza e stanno provando a mettere in campo delle azioni che possano tu- telare sia le loro attività che i consumatori. Ma l’inquinamento in agricoltura ha anche un altro volto. E’ quello connesso all’uso di sostanza inquinanti da parte degli stessi agricoltori che, ad esempio, utilizzano troppi pesticidi, ai quali pur esisterebbero delle alternative come ha ricordato Arturo Caponero, presidente del Circolo Legambiente di Montalbano Ionico. L'agronomo Giovanni Lasalandra ha, invece, focalizzato l'attenzione sulle discariche abusive nell'area metapontina, vere e proprie “bombe ecologiche”, di cui sta realizzando una mappatura, in collaborazione con i cittadini dei La Valbasento territori interessati. Sulle possibilità offerte dalle legge, invece, ha tratto le sue conclusioni l’avvocato Giandomenico Di Pisa: «Le possibili fonti di inquinamento devono essere eliminate sul nascere, applicando il principio di precauzione accolto nel nostro ordinamento», ha spiegato il legale. L’assessore comunale all'Agricoltura e Ambiente, Pasquale Domenico Grieco, ha infine sottolineato la necessità di sciogliere il nodo agricoltura/inquinamento, intervenendo con accuratezza e scientificità, prendendo in considerazione soluzioni nuove. [email protected] MARCONIA Affollatissima assemblea in Delegazione, pronti alla protesta civile Aumento canoni irrigui, il Cam non ci sta MARCONIA - E’ stata molto partecipata l’assemblea, svoltasi nei locali della Delegazione comunale di Marconia, organizzata dal Tavolo Verde Basilicata e presiduta allo stesso tempo dal Cam con il suo portavoce Massimo Zaccaria. Con la presenza del consigliere regionale, Nicola Benedetto, che già dalla scorsa legislatura regionale è stato sensibile alle problematiche del comparto agricolo, l’assemblea ha avuto uno sviluppo ormai classico: «Le aziende agricole sono vessate da problemi di carattere redditua- le e il Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto ci mette del suo per peggiorare una situazione ormai al collasso». Si è, quindi discusso sulla necessità di intervenire, con risorse da ricercare nei vari capitoli di bilancio regionale, per un abbattimento del contributo Elpi, del tributo 660, e del prezzo dell’acqua per uso irriguo. Intervento più urgente degli altri è l’interruzione della azioni giudiziarie intraprese contro le aziende agricole, strozzate dai salassi tribu- tari e dalle tasse governative che stanno generando una sorta di stravolgimento socio-economico, in quanto un gran numero di imprenditori agricoli si sentono il fiato sul collo degli investitori di turno che con pochi euro ormai possono rilevare aziende agricole, patrimonio sia intrinseco che affettivo di una categoria destinata a scomparire se non tutelata. «Il Cam -hanno fatto sapere dal Comitato- non ha altro compito che quello di opporsi a questo destino annunciato, non ricevendo risposte dall’Acquedotto lucano relativamente al ritiro della delibera 110 del 7 marzo 2013 che comporta un aumento di 150 euro per ettaro, si organizzerà con gazebi informativi e di pungolo, in tutte le comunità metapontine interessate dal problema». Infine, come ultima considerazione e non meno importante delle altre, è la presa di coscienza che gli agricoltori hanno nel giudicarsi orfani delle istituzioni, anche se operatori di un settore primario. «Allo stato dei fatti c’è da chiedersi: Primario di cosa?». POMARICO Sarà data priorità a Piana Pacilio, poi si procederà oltre Lezione della Ubi Carime al liceo Frane, garanzie da Roma Il sindaco Casolaro ha incontrato i vertici del ministero con i progetti POMARICO - «Siamo vicini alle risposte per il dissesto idrogeologico di Piana Pacilio, poiché il 20 marzo sono stato a Roma nuovamente al ministero dell'Ambiente». La dichiarazione, rilasciata al Quotidiano dal sindaco di Pomarico, Giuseppe Casolaro, annuncia passi avanti della giunta da lui guidata rispetto alle diverse richieste di finanziamento contro il dissesto, in questo caso idrogeologico, che fa star in pensiero il territorio pomaricano. «In quell'occasione -spiega al cronista Casolaro- ho incontrato Mauro Libé, capo di Gabinetto del ministero dell'Ambiente presieduto da Gianluca Galletti, dell'Udc, al quale ho nuovamente consegnato, accompagnato dall'amico Cosimo Latronico, un pro-memoria riguardante gli interventi di messa in sicurezza, consolidamento e sistemazione idrogeologica dell'abitato di Pomarico». Casolaro, incontrato nella sua stanza di corso Garibaldi, quindi rassicura. In base ad altre rassicurazioni; perché Libé ha garantito: si inizierà dalle priorità Piana Pacilio-Parlante (ovvero Fosso Capo d'Inferno, per il quale sono stati chiesti 1.800.000 euro). «Per con- Una delle storiche frane che piagano il territorio di Pomarico e che recentemente si sono aggravate tinuare con Fosso San Pietro», aggiunge Casolaro. Ma si aspettano possibilità e disponibilità anche per Fosso Bordazzo, via Papa Giovanni XXIII, Località Salsa, Fosso Cutana-Sotto L'Annunziata, Fosso Gisso e Fosso Serrone. Il primo cittadino è euforico anche per altri fondi che pare stiano arrivando dal Piot (Programma integrato offerta turistica). «Ulteriori 180.000 euro per la riqualificazione del Palazzo Marchesale», chiosa l'uscente Casolaro. In attesa che l'opposizione, in questo caso il consigliere Pellegrino del Pd, che durante l'ultima e dedicata seduta della massima assise cittadina aveva quindi preso un chiaro impegno in questa direzione e specie coi residenti della Piana, finisca di "studiare e analizzare le carte" dei lavori pubblici eseguiti fino a oggi. Il problema è serio per tutti, comunque. Il malato nel frattempo potrebbe morire. Nunzio Festa [email protected] Quando la banca va a scuola PISTICCI - In occasione dell’iniziativa “L’educazione è risparmio”, laUbi Banca Carime di Pisticciha organizzato ieri una giornata di incontro e studio con gli alunni del liceo classico “Giustino Fortunato” di Pisticci, per contribuire direttamente alla diffusione della cultura del risparmio, fondamento dell’economia del mondo e valore essenziale della convivenza civile, tanto che l’articolo 47 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: “La Repubblica Italiana incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”. La giornata di studio è stata organizzata d’intesa con il Dirigente scolastico, Francesco Di Tursi,e Leonardo Grieco. Il direttoreGiovanni Navolio, Angela D’onofrioed Egidio Inguscio dell’Istituto di credito pisticcesecredono nella funzione sociale ricoperta dalla Banca Carime, da sempre attenta ai fer- I funzionari della Ubi Carime menti culturali del territorio in cui opera, alle esigenze della clientela e all’educazione finanziaria dei cittadini ed ha in programma per il 2014 molte altre iniziative finalizzate a diffondere la conoscenza delle materie bancarie e finanziarie e a rafforzare il rapporto della Banca Carime con il territorio in cui essa opera. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 32 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 TRICARICO [email protected] STIGLIANO Tra i primi classificati al “Giropizza 2014” poi l’ambita finale ad Amburgo Vito, il pizzaiolo in giro per l’Europa La storia del giovane Viggiano, dal paesello ai vertici dei concorsi internazionali STIGLIANO - Quella della pizza è una storia lunga, complessa e molto articolata, tanto da comparire anche in alcuni documenti risalenti al 1200, anche se non sarebbe da escludere la sua presenza già nell’impero romano. Che sia un piatto prettamente italiano nessuno lo mette in dubbio, ma tanti sono i paesi che ne rivendicano la “paternità”. Nel corso degli anni, la pizza ne ha fatta di strada, è diventata ormai un piatto conosciuto in tutto il mondo; ma qual è il paese che fa la pizza più buona? Difficile rispondere a questa domanda, ma una risposta, almeno agli stiglianesi, la può dare senz’altro Vito Viggiano. Dopo aver conseguito il diploma da pizzaiolo, Vito ha ottenuto diversi riconoscimenti in tutta Italia, fino ad arrivare a partecipare alle fasi finali della fiera Sigep di Rimini, dove nel mese di gennaio si sono tenute le fasi finali del “Giropizza 2014”. Con il numero 21 ben incollato al proprio petto, ha ottenuto il secondo posto, con il punteggio di 672 su 700, battendo più di trenta sfidanti. Il Giropizza, è una gara a tempo, che si tiene in diverse tappe. La competizione, prevede una sosta nelle principali fiere europee del settore, dove i pizzaioli sono liberi di cucinare la pizza tipica della propria casa, davanti a diversi giudici, i quali valuteranno il prodotto in base al gusto, la cottura e la preparazione. Con il podio raggiunto in Emilia-Romagna, e la coppa ben stratta fra le mani, è riuscito a strappare un biglietto d’accesso per la finalissima del 17 marzo, che si è svolta ad Amburgo. In occasione della fiera “Internorga”, i finalisti di ogni tappa del Giropizza, che si è svolta in diverse città tra cui: Colonia, Amsterdam Rimini e Budapest, si sono dati appuntamento nella cittadina tedesca per il gran finale della gara di pizze più famosa d’Europa. Qui Vito, che lavora nel pub-pizzeria “Overdrive” di Stigliano, si è classificato quattordicesimo su quaranta concorrenti totali, non un cattivo risultato se si considera l’importanza della fiera. Partito dal piccolo paese della Collina materana, nel giro di pochi anni, ha gareggiato nelle diverse competizioni che decretano fra le altre cose il pizzaiolo dell’anno, questa sua presenza, e gli eccellenti risultati portati a casa, hanno permesso al ventottenne stiglianese di garantire la sua presenza anche nei prossimi mondiali della pizza, che si terranno ad Vito Viggiano Fermata la rumena che aveva rubato un portafogli a Bernalda aprile nella città di Parma. Che sia siciliana, laziale o campana, l’origine della pizza, per Stigliano ha davvero poca importanza, il gusto, il colore e il sapore di un prodotto cucinato con prodotti locali e portato in giro per il mondo, non ha prezzo e non ha nulla da invidiare a chi la pizza la cucina sin da bambino. La storia ci insegna che si è sempre in continua evoluzione e le carte in tavola possono mischiarsi in ordine casuale, e se fosse Stigliano la prossima patria della pizza? Michele Ungolo [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Montescaglioso Furto di energia a Marconia Selezione per addetti al voto PISTICCI - I continui servizi di controllo del territorio del Commissariato di Pisticci, diretto da Commissario Capo Gianni Albano, hanno permesso di accertare i comportamenti illegali di tre soggetti pregiudicati che sono stati pertanto denunciati a piedi libero all’Autorità giudiziaria. In una contrada di Marconia è stato scoperto un allacciamento abusivo alla rete elettrica Enel e denunciato il responsabile, un pregiudicato già sottoposto alla misura preventiva della Sorveglianza speciale. E’sta- MONTESCAGLIOSO Il sindaco di Montescaglioso, Giuseppe Silvaggi, ha comunica che, in occasione delle consultazioni elettorali europee di domenica 25 maggio, la Commissione elettorale comunale procederà alla nomina degli scrutatori, tra gli iscritti nell’Albo delle persone idonee a svolgere tale funzione, che faranno pervenire domanda all’Ufficio elettorale comunale di Montescaglioso, entro e non oltre le ore 12 di martedì 22 aprile. Le domande possono essere scaricate dal sito internet istituzionale www.comune.montescaglioso.mt.it o ritirate presso lo Sportello dell’Ufficio Protocollo al piano terra della sede comunale di via Cosimo Venezia, 1 e consegnate esclusivamente a mano presso lo stesso Ufficio Protocollo comunale. Nella domanda si dovranno dichiarare l’iscrizione nell’Albo degli scrutatori; nelle liste di collocamento del Comune di Montescaglioso presso il Centro Impiego di Matera in qualità di disoccupati; la condizione di studenti (anche se non iscritti alle liste di collocamento); di non essere percettori di reddito individuale e la residenza nel Comune di Montescaglioso. Le autocertificazioni saranno verificate da parte dell’Ufficio; nel caso in cui le domande siano in numero superiore alla copertura di tutte le sezioni elettorali, si sorteggerà. Pregiudicato identificato e denunciato dalla Polizia ta, poi, denunciata una cittadina rumena, gravata da numerosi precedenti giudiziari, per il reato di furto aggravato in concorso. Gli agenti hanno, infatti, accertato le sue responsabilità in merito al furto di un portafogli contenente 400 euro a Bernalda, lo scorso mese di gennaio, che portò in un primo tempo alla denuncia di tre persone, tutti uomini. La prosecuzione dell’attività d’indagine ha permesso di svelare che lei ha organizzato il furto, distraendo l’uomo dopo averlo fatto ubriacare per sottrargli il portafogli dalla tasca. I controlli svolti nei confronti dei sottoposti a misure di prevenzione hanno portato, altresì, alla denuncia di un pregiudicato pisticcese, 26enne, sorvegliato speciale scoperto con altri pregiudicati, violando così le disposizioni dell’Ag. Infine, per i 180 kg di olive in salamoia, sequestrati a gennaio, il questore ha adottato nei confronti dei due foggiani la misura di prevenzione del divieto di ritorno nel Comune di Pisticci per tre anni. GARAGUSO In discussione le strategie utili al miglioramento della qualità del prodotto Nuove tecniche per l’olivicoltura Convegno all’Istituto agrario con la consegna del premio “Biagio Mattatelli” GARAGUSO - Miglioramento della qualità dell’olio di oliva e nuove tecniche per l’ammodernamento della filiera olivicola lucana. Il punto sulla situazione e le prospettive saranno discussi giovedì 10 aprile con inizio alle ore 9, nel corso di un seminario con gli studenti dell’Istituto Professionale Agrario e per l’Ambiente di Garaguso Scalo. Durante la manifestazione sarà assegnato il Premio “Mattatelli” per i diplomati negli istituti agrari della Basilicata nel 2013. L’incontro è promosso dall’Asf (Associazione per lo Sviluppo della Frutticoltura) “Biagio Mattatelli”. Dopo l’apertura dei lavori da parte del Dirigente scolastico, Francesco Di Tursi e dell’assessore regionale Michele Ottati, interverranno Ermanno Pennacchio e Stefania D’Alessandro del Dipartimento Politiche Agricole, che illustreranno rispettivamente il corretto utilizzo dei pe- In regione 25mila ettari di olivi pregiati Un oliveto sticidi alla luce del nuovo Piano di Azione Nazionale e l’analisi sensoriale per il controllo della qualità dell’olio, mentre sui nuovi sistemi colturali relazionerà Luigi Catalano di Agrimeca Grape ad Fruit Consulting di Turi (Ba). In chiusura il presidente dell’ASF Vincenzo Montesano e il segretario Carmelo Mennone, dopo aver illustrato il bando del concorso per gli studenti che si apprestano all’esame di maturità, consegneranno il Premio 2013 a Rossella Castronuovo, diplomata lo scorso anno all’Istituto “Cerabona” di Marconia. La giornata di studio sarà coordinata da Filippo Radogna del Dipartimento regionale Politiche agricole. L’importanza che l’olivicoltura occupa nel settore primario lucano impone la necessità di un rilancio del comparto in un positivo contesto congiunturale nel quale l’agricoltura europea ha licenziato la nuova Politica agricola comunitaria e quella lucana sta discutendo la nuova programmazione per il sessennio 2014-2020. Sono circa 25mila gli ettari coltivati a olivo in Basilicata, le cultivar più pregiate sono la Maiatica, l’Ogliarola del Bradano e l’Ogliarola del Vulture, con una Denominazione di Origine Protetta dell’olio d’oliva “Vulture”. La produzione di olio (dati campagna olivicola 2012-2013) è stata di circa 49mila quintali mentre sono state 396mila quintali le olive prodotte. Grazie alle vocazionalità pedoclimatiche e alla presenza di importanti varietà autoctone, l’olivicoltura lucana ha potenzialità per fornire prodotti di elevata qualità con benefici per l’economia agricola regionale che potrebbe utilizzare la professionalità dei tecnici formati negli Istituti agrari della Basilicata: una delle finalità dell’Asf è contribuire a formare figure tecniche da poter impiegare per innovare e sviluppare il settore primario lucano. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 33 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 BERNALDA [email protected] ROTONDELLA «Da combustibile nucleare le barre sono diventate patacca affaristica» «Chiarezza sul caso dell’Itrec» Interrogazione-mozione del consigliere Leggeri (M5S) sui rifiuti alla Trisaia ROTONDELLA - «Pericolo nucleare: Pittella si dia da fare a tutela della Basilicata». In una interrogazionemozione, il consigliere del Movimento 5 Stelle alla Regione Basilicata, Gianni Leggeri, ha risollevato il tema scorie nucleari nel Metapontino. Da poco più di un chilo di biossido di uranio, ai circa 19 di plutonio e uranio altamente arricchito, come ha riferito l’allora sottosegretario all’Ambiente, Marco Flavio Cirillo (Pdl) e come ha dichiarato lo stesso Barack Obama, durante la sua recente visita in Italia. «Ai centri Sogin di Saluggia e Casaccia -spiega Leggeri- sono stati prelevati 19 chili, al Centro Trisaia di Rotondella uno soltanto. Questa differenza, appare eccesiva e forse da verificare». Per questo il M5S di Basilicata chiede al presidente della Regione, Pittella, di fare chiarezza e tutelare sino in fondo la sicurezza dei cittadini lucani. «La Regione deve pretendere maggiore trasparenza, oltre che sulla quantità, anche sulla qualità del materiale riportato quella notte del 29 luglio scorso, fuori dall’Itrec e dall’Italia, con un’azione che il senatore M5S Vito Petrocelli, ha opportunamente definito. “militare a tutti gli effetti” -prosegue Leggeri- Si sa, il plutonio, un suo solo isotopo, ha un’emivita di 24.200 anni; è fondamentale per la realizzazione di bombe nuclea- Le barre del reattore Elk River stoccate all’Itrec di Trisaia ri e può essere un compo- sta di spiegazioni dettanente dei proiettili anticar- gliata del trasporto di quelro. Proiettili sperimentati la notte, eseguita per giundurante la guerra dei Bal- ta senza un Piano di evacani di qualche anno fa, cuazione e di sicurezza delche, oltre a le popolazioperforare i ni; Ricorrencarri armati do al trasporserbi, hanno to aereo destato il militare che, fondato soda tutti i paspetto che rametri di sisiano stati la curezza, è causa primaconsiderato ria della morte di ben 45 mi- come la scelta più pericololitari italiani per Leucemia. sa e a più alto rischio civile e Militari col compito di por- ambientale. tare la pace nell’ex JugoslaIl presidente non può non via. considerare che il Plutonio Pittella potrebbe chiede- a Rotondella rischia di trare lumi al suo predecesso- sformare, se non lo ha già re, Vito De Filippo, che for- fatto, il territorio del Metase sapeva e ha taciuto. Il pontino in un possibile presidente si faccia promo- obiettivo militare, comportore e garante di una richie- tando così molti più rischi «Pittella deve fare un’operazione verità con i vertici nazionali» per le popolazioni. Anche il compianto giudice Nicola Maria Pace, parlò di probabile presenza di plutonio a Rotondella, in una memorabile audizione in Commissione parlamentare. Sarebbe ora di sapere una volta per tutte –ha dichiarato Gianni Leggieri– per la nostra incolumità, quali rifiuti radioattivi gestisce e produce l’impianto nucleare dell’Itrec di Trisaia e, visto che Pittella si deve informare –ha concluso Leggeri- ottenga anche conferma o smentita di quanto l’Ambasciata americana in Italia ha lasciato intendere ai portavoce Mirella Liuzzi e Vito Petrocelli del M5S, in occasione della consegna di una richiesta scritta dal Movimento, indirizzata al Presidente Obama con la quale è stato ufficialmente chiesto di ottenere il rimpatrio delle barre di “Elk River” custodite presso la Trisaia di Rotondella. I portavoce hanno appreso che le 64 barre di uraniotorio sarebbero diventate, nel frattempo, di proprietà italiana. In tal caso, è opportuno conoscere l’iter che ha determinato il cambio di proprietà. Purtroppo, per le centrali nucleari, oggi tale tecnologia è considerata obsoleta. Passando –ha concluso il consigliere 5Stelle - dalla condizione economica di combustibile, a quella di patacca affaristica e di problema per gli italiani, ma maggiore per i lucani». [email protected] La Sp Carrera Vecchia a Bernalda BERNALDA Richiesta di Carbone Carrera Vecchia «Accendiamo la luce» BERNALDA - Provinciale Carrera Vecchia: il consigliere Franco Carbone chiede di installare pali di pubblica illuminazione. «Considerato che il 30 novembre 2013 -spiega Carbone- l'intero consiglio provinciale ha approvato all'unanimità il bilancio di previsione al fine di non creare ulteriore ritardi per lo stanziamento di risorse rinvenienti dall'avanzo di amministrazione da impiegare per risolvere alcune urgenze della viabilità provinciale, nell’ambito delle mie prerogative, il presidente della Provincia al fine di verificare se sussistano le condizioni finanziarie per l'installazione di un impianto di illuminazione. Considerata la rilevanza di tale strada, che costituisce l'accesso principale all'abitato di Bernalda da e per la Ss 407 Basentana, considerato che gli uffici preposti hanno già determinato l'importo necessario all'esecuzione di tale opera l'interrogante -conclude- chiedo di valutare positivamente tale richiesta, come segnale di attenzione di questo ente alla popolazione bernaldese così duramente colpita degli eventi meteo negativi». [email protected] Stigliano (FI) sugli interventi in corso Interessati tutti i territori della Valbasento e della Collina materana Vie di Nova Siri «Un mio impegno» NOVA SIRI - «Qualche smanioso consigliere di opposizione al Comune di Nova Siri ha inteso occuparsi della viabilità provinciale Nova Siri centro/marina. L’interessamento è decisamente tardivo, in quanto la problematica è stata già affrontata dal sottoscritto e vedrà a brevissimo una felice conclusione, mediante la realizzazione di importanti interventi di messa in sicurezza». A precisarlo è il consigliere provinciale di FI, Antonio Stigliano. «Meno di un mese fa -prosegue- ho notiziato i cittadini circa la firma del contratto di affidamento dei lavori per un importo di circa 138mila euro per la pulizia di cunette e tombini, la realizzazione di barriere di sicurezza in acciaio, la sistemazione dei tratti in frana dal bivio della Sulla fino al bivio Tre Croci, mediante opere di sca- vo, sbancamento, rifacimento fondazioni, muri, gabbionature, piantumazione di essenze varie per il miglioramento del drenaggio del terreno. Il progetto in fase di avvio prevede anche interventi saltuari di bitumazione e rifacimento segnaletica orizzontale. La messa in sicurezza dell’intera direttrice Nova Siri Centro/Marina sarà completata con ulteriori interventi sul tratto contrada Pietra del Conte fino ad arrivare alla marina, grazie all’ulteriore finanziamento di 100mila euro stanziati lo scorso novembre in sede di assestamento di bilancio. Conclusi anche gli interventi sulla Sp Nova Siri Centro/Rotondella, e sulla Sp Madonna della Sulla sono in corso indagini geognostiche per la progettazione definitiva dell’opera già finanziata con 800mila euro di fondi Cipe». Dissesto, 5 milioni per le strade La Giunta provinciale dà una risposta concreta ai danni dei nubifragi QUINDICI interventi, di cui 14 relativi alla messa in sicurezza delle infrastrutture viarie colpite dal dissesto idrogeologico, sono stati approvati nel corso della giunta provinciale riunitasi lunedì. Circa 5 milioni e mezzo di risorse rivenienti dall’Accordo di Programma Quadro sottoscritto nel mese di luglio. «Le recenti alluvioni hanno drammaticamente ripresentato al nostro territorio il problema del dissesto idrogeologico. Questione centrale –ha evidenziato l’assessore alle Reti viarie, Angelo Garbellano- rispetto alla messa in sicurezza, tra gli altri, delle strade il più delle volte inadeguate a reggere il peso di quelli che a tutti gli effetti si rivelano delle vere e proprie calamità naturali. Una fragilità strutturale sulla quale interverremo con progetti mirati a rendere il patrimonio viario più “forte” e sicuro». Nello specifico, si tratta di progetti per la messa in sicurezza delle: sp Fondovalle Basentello, sp Pozzitello-PisticciTinchi, Sp 15 (Bernalda – Sp 175), sp Ferrandina-Stigliano, sp Salandra- Il palazzo della Provincia Ferrandina, Sp 154 V tronco, Acinello-Aliano-Ponte Agri, Sp 209 IV tronco (agro di Irsina), Sp Salandra-Garaguso (consolidamento del corpo stradale tra Salandra e la Cavonica), provinciale ex Statale 227 (Garaguso-Garaguso Scalo), Sp Stigliano-Gannano, Sp Montescaglioso- Montescaglioso Scalo, ex Statale 103 (Craco-Craco Peschiera) e del ponte sul fiume Agri. Un elenco corposo, al quale si aggiunge il progetto di ristrutturazione interna e restauro del Palazzo Nugent. Circa 500mila euro di risorse proprie dell’Ente. «La provincia è caratterizzata da tante criticità dal punto di vista idrogeologico, ma detiene anche enormi potenzialità, dalle risorse idriche e del sottosuolo fino alle fonti energetiche rinnovabili.La tutela della popolazione residente, il risanamento idrogeologico del territorio, la messa in sicurezza del patrimonio dagli eventi disastrosi e lo sfruttamento sostenibile delle sue tante e ricchissime risorse diventano prioritarie per una regione dei piccoli numeri, ma dalle grandi potenzialità e ambizioni. Valorizzare e tutelare il territorio –ha evidenziato il presidente Franco Stella- significa elevare il livello della qualità della vita e far sì che le nuove generazioni decidano di rimanervi». [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 9 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 34 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 POLICORO [email protected] COMUNALI A NOVA SIRI Non sembrano esserci spazi di manovra, potrebbe essere rottura Pd, Maradei al braccio di ferro Il consigliere uscente: «Appoggiamo solo la candidatura di Pasquale Favale» NOVA SIRI - Non è ancora chiaro l’orientamento del dibattito politico interno al Pd di Nova Siri, in vista della candidatura a sindaco per le Comunali di maggio. I segni premonitori di una forte dialettica ci sono ormai tutti, mentre iniziano a circolare i primi nomi più o meno scontati. In questo clima, non esita a mostrare i muscoli del proprio consenso, il consigliere uscente Luigi Maradei, che spinge chiaramente la discussa candidatura del suo capogruppo, l’avvocato Pasquale Favale, lasciando intravedere esigui spazi di manovra. Intanto, la scadenza per la presentazione delle liste è ormai vicina, ma ancora molti sono i rompicapo sulle alleanze. Nella scelta dei candidati a sindaco pesa tuttora un velo di indecisione, anche tra i maggiori partiti rappresentativi dell’elettorato novasirese. Lo scossone è arrivato anche in casa Pd. «Non possiamo più attendere, è necessario convergere su un candidato», spiega Luigi Maradei al Quotidiano. Una dichiarazione quasi di stanchezza, da una delle personalità più rappresentative all’interno del partito, se non l’anima più a sinistra della si- Luigi Maradei nistra stessa. Una voce che non resterà certo inascoltata. Molti conoscono il suo impegno e la sua passione politica, che oggi cozza contro la strategia troppo attendista del Partito democratico novasirese. Maradei è uno con le idee chiare. Alla domanda su chi sarebbe il miglior candidato sindaco, non mostra esitazioni: «Il mio sindaco è senza ombra di dubbio l’avvocato Pasquale Favale, l’unico che io e il mio gruppo saremmo disposti ad appoggiare alle elezioni. Una persona pre- sente, con cui abbiamo portato avanti una dura opposizione, da sempre aperta al dialogo e che ha mostrato di essere vicina alla gente. In questi anni abbiamo avuto il contrario di questo, ma ora è il momento di cambiare ed io credo che Favale abbia le potenzialità per essere il sindaco di tutti». L’avvocato ci provò già alle scorse Amministrative, «ma la situazione era ben diversa argomenta Maradei- contando quello che da lì a poco si stava delineando con lo sfaldamento delle frange interne POLICORO «La Tradeco rispetterà i patti con il Comune» Lavoro nella nettezza urbana Leone: «Nessun clientelismo» POLICORO - «Attacchi inopportuni e senza alcun fondamento: siamo lontani dagli inciuci e dai favoritismi perpetrati in favore di qualcuno e in danno di altri». Il primo cittadino, Rocco Leone, non ci sta e replica alle ultime note stampa a firma di alcuni sindacati, che lamenterebbero scarsa trasparenza sulle assunzioni che la Tradeco, azienda vincitrice del nuovo appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani in città, si appresta a fare per l’incremento di personale. «Si tratta –dichiara Leone– di una vicenda delicata, perché quando si parla di lavoro in questi tempi così difficili, bisogna fare molta attenzione. Chi vuole pubblicizzarsi a scapito dei miei cittadini –rincara Leone– trova nel Comune di Policoro, un sindaco, un’Amministrazione intera non complice ad un modo di fare da Prima Repubblica. Il lavoro, lo voglio ricordare, nobilita l’uomo e non può essere un prodotto da mercanteggiare. Come Amministrazione abbiamo chiesto all’impresa appaltatrice solo e soltanto il rispetto degli obiettivi prefissi in ordine all’esecuzione del contratto e l’assunzione di maestranze locali, che siano desiderose di lavorare e che, al contempo, contribuiscano al «Gli inciuci del passato sono estranei alla nostra etica» Rocco Leone raggiungimento degli stessi. Certamente non compete al sindaco il dovere giuridico di convocare tavoli tecnici con i sindacati; questo, anche per rimanere liberi di poter vigilare sull’esecuzione del contratto in modo da rendere Policoro una città di esempio in materia di raccolta differenziata. Se avessimo voluto fare clientelismo –conclude il sindaco Rocco Leone– avremmo suggerito l’istituzione del subappalto, pratica molto nota ad amministrazioni che aspirano a produrre affari con i rifiuti». [email protected] al partito. La lista di centrosinistra, cinque anni fa, si presentò con il simbolo del Pd e fu penalizzato dall’ondata di disaffezione politica che si stava espandendo a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale. Nonostante i riflessi in ambito locale il Pd, in quel caso ottenne comunque un successo portando a casa 1.806 voti; un risultato mai ottenuto alle comunali novasiresi da un singolo partito». La “corrente maradeiana”, dunque, sembra compatta ed ha ben valutato quali siano stati gli errori passati; il Pd certamente non resterà impassibile, di fronte al coro di voci che si sta alzando. Sanno bene, i democratici, quanto pesi numericamente la presenza o meno dei due personaggi che portano con loro quasi 200 voti a testa. Secondo la corrente di Maradei, insomma, sulla candidatura di Favale si potrebbe giocare non solo la compattezza del partito, ma la vittoria stessa dell’intero centrosinistra novasirese. Oggi Maradei lancia un messaggio preciso: cosa farà lui con Favale in caso di ostruzionismo? Sono davvero pronti a spaccare il partito? La risposta arriverà per forza nei prossimi giorni. Antonio Corrado POLICORO Talassemici Contributi disponibili POLICORO - «Ancora una volta il Comune di Policoro anticipa le somme regionali dei contributi per talassemici e nefropatici». Sono state erogate nei giorni scorsi le prime due mensilità del 2014 dei contributi regionali di cui alle LL.RR. n.22/82, n.26/89, n.41/79, n.46/80, n.30/81 e n.18/84. A comunicarlo l’Amministrazione comunale –Assessorato alle Politiche Sociali. «Nonostante le ristrettezze economiche degli ultimi tempi e nonostante le lentezze dei trasferimenti dei fondi da parte della Regione Basilicata –fanno sapere il sindaco Leone e l’assessore Livia Lauria– siamo riusciti a garantire l’anticipazione dei fondi ai nostri concittadini che vivono una situazione di disagio economico e che devono far fronte alle cure di particolari e delicate patologie. Ad oggi è stato rimborsato ai comuni solo una piccola percentuale del 2013, mentre il Comune di Policoro sta tentando in tutti i modi di venire incontro alle numerose famiglie residenti in Policoro e meno fortunate». [email protected] LA PROPOSTA «Uniamo le forze con Chiurazzi» D’Armento lancia lista “anti Latronico” NOVA SIRI - «E’ ora di anche le idee altrui, non cambiare. E’ ora che tutte solo le proprie. Questa, a le forze politiche e sociali mio modesto parere, è l’urealmente avverse al mo- nica via percorribile per dus operandi che ancora ci raggiungere l’obiettivo vessa, si riuniscano in un del rilancio di Nova Siri: va patto di ferro sotto un’uni- redatto un programma di ca egida civica: via le ban- governo che sia chiaro, diere, via i colori, via le ap- concreto e sostenibile e, partenenze partitiche». proprio per garantire ai E' la ricetta del consi- novasiresi che non dovrà gliere di opposizione al co- essere un’amorfa ammucmune di Nova Siri, Giusep- chiata -puntualizza- va cope D'Armento, in vista del- stituito un organo extraile elezioni amministrative stituzionale, composto del 25 maggio prossimo, dalle varie parti politiche invitando tutti coloro che ma anche da privati cittanon condividono l'operato dini, che sorvegli sulla ledell'amministrazione co- gittimità dell’opera di gomunale uscente, sostenu- verno, un “Comitato di gata politicamente dall'ono- ranzia per lo svolgimento revole Cosimo Latronico, del programma elettorasegretario rele”, al quale gionale di sindaco e Forza Italia, a giunta saran«scegliere no tenuti un'unica via. mensilmente Si abbassino i a rendicontavessilli -esorre e che sarà ta D'Armentrait d’union to- e si innalzisaldo tra la no le coscienpolitica e i citze libere, che tadini, sia in amano Nova termini di Siri: donne e trasparenza uomini di della comunibuona voloncazione che di tà e con comcondivisione petenze sono delle scelte. chiamati ad Giuseppe D’Armento Lo sfacelo di un contributo cui Nova Siri importante per salvare il è vittima, sia sotto il profinostro paese dalle grinfie lo ambientale che sociodei mistificatori e dei ne- economico, non ha precemici del popolo, non già in denti a memoria d’uomo. un’ammucchiata, ma in Lo stato di devastazione uno sforzo deciso, coordi- tout court prodotto da dienato e consapevole che ci anni di malgoverno è porti a vincere le elezioni, sotto gli occhi di tutti i citma soprattutto che porti a tadini: disoccupazione, Nova Siri un governo ca- giovanile e non, alle stelle, pace di risanarla. Il risana- con i novasiresi oppressi mento non si persegue, co- da un sovraccarico fiscale me vorrebbero alcuni insostenibile voluto dal gruppi di “ribelli” con idee sindaco Santarcangelo; poco chiare, con pericolosi molte attività produttive e salti nel buio, ma con l’inci- imprese hanno chiuso batsività derivante da scelte tenti, tante sono sull’orlo ben ponderate, puntual- del fallimento, la maggior mente condivise con i cit- parte languono; il territotadini, e sostenute da uo- rio è impresentabile in termini saggi e autorevoli: in mini di manutenzione e tal senso, individuo nella decoro: fatto inaccettabile persona del senatore Carlo per un paese a vocazione Chiurazzi il politico di turistica. E’ ora di abbattegrande esperienza, indole re questo consorzio di inetleale e incline al confronto ti -conclude D'Armentotra le parti, che saprà assi- con una sola grande lista stere il progetto di rinasci- che si contrapponga in ta di Nova Siri interessan- modo determinato e rugdo fattivamente i perime- gente alla lista del “sistetri istituzionali regionali e ma”, che Latronico starà nazionali, considerato l’e- certamente approntando levato rango e l’autorevo- con l’innesto di giovani lezza di cui gode nel suo pupazzi decerebrati, dipartito. Un uomo, a diffe- versamente vengono fatti renza di altri, capace di fuori (vedi caso Pancaro)». Pierantonio Lutrelli comprendere e sostenere RASSEGNASTAMPA II I BASILICATA PRIMO PIANO VERGOGNA A PALAZZO PREGIUDIZIO E DISCRIMINAZIONE Mercoledì 9 aprile 2014 DISTURBO NON MALATTIA La famiglia alle prese con l’autismo della figlia. Un disturbo dell’apprendimento che qualcuno scambia per malattia contagiosa TRASLOCO FORZATO Costretti a cambiare appartamento perché gli altri inquilini ritenevano che la piccola potesse disturbare la quiete La denuncia «In paese tutti sanno e nessuno parla» È il gruppo aperto su Facebook «amici di palazzo san gervasio.net» a denunciare l’accaduto. Antonio Gravinese, in particolare, lancia il post a cui si accodano tanti altri cittadini: «Una cosa vergognosa che si sta consumando a Palazzo - scrive - visto che tutti sanno ma nessuno ha il coraggio di parlarne o denunciare, e cioè una bambina che soffre di autismo, che era assegnata ad una classe, è vittima di discriminazione. I genitori degli altri bambini, una volta che hanno appurato che i loro figli dovevano frequentare la scuola con questa bambina, hanno fatto una transumanza dei propri figli in altre classi. Vergogna a quei genitori. Vergogna al preside e vergogna alle istituzioni di Palazzo che non prendono posizioni e non fanno niente per bloccare tutto questo. Vergogna a tutti gli ipocriti che si girano dall’altra parte facendo finta di niente, io pubblicherei i nomi dei genitori che si sono permessi di fare questo». I COMMENTI DAL WEB www.lagazzettadelmezzogiorno.it . FRANCESCA S. Da educatrice mi vergogno delle istituzioni scolastiche del sud, qui a Milano é tutto diverso... i ragazzi anche se con difficolta vengono integrati nel gruppo classe, ci sono figure come le educatrici che seguono il bimbo in ogni momento della giornata scolastica e lo aiutano a inserirsi nel gruppo, e nello stesso modo aiutano il gruppo ad amare le diversita e non ad escluderle. ANDREA F. Che schifo razzisti e classisti di merda.. ma la prima colpa va al dirigente scolastico che ha permesso una cosa simile! Facciamo una petizione per cacciarlo chiunque egli sia! GIOCHI La piccola protagonista di questa storia si diverte con gli altri bambini Allontanano i propri figli dall’amichetta perché autistica Alcuni avrebbero spostato i loro bimbi per evitare la «convivenza» in classe FRANCO DE FLORIO l Diffidenza e pregiudizio nei confronti di una bambina affetta da autismo (Disturbo dello spettro autistico) a Palazzo San Gervasio. Accade perfino che alcuni genitori, al momento della pre-iscrizione alla scuola elementare, avrebbero chiesto di cambiare classe ai figli per evitare la «convivenza» con la piccola. Una denuncia che ha generato sconcerto e alimentato i commenti al fulmicotone su Facebook. La protagonista di questa storia la chiameremo Silvia (nome di fantasia per tutelarne la privacy). Abbiamo incontrato i genitori nel momento in cui si recavano a Melfi per portare la bambina ad un corso di ippoterapia: «Prima non voleva salire sul cavallo, aveva quasi paura, adesso dice la madre - ha imparato e non vuole più scendere. Purtroppo mia figlia è trattata in modo diverso dalle altre bambine per- ché autistica. Qualcuno, pur non conoscendo cosa significa essere autistici, preferisce allontanare i propri figli dalla mia piccola». Questo l’amaro sfogo della mamma di Silvia. Un comportamento inaccettabile e discriminatorio che fa male. «Alcuni genitori sono in allarme - continua la mamma - perché il prossimo anno scolastico, in prima elementare, Silvia po- trebbe capitare nella stessa classe dei loro figli. Questi non la conoscono, il suo disturbo non pregiudica assolutamente la convivenza con gli altri, alla scuola dell’infanzia le maestre hanno insegnato i bambini a giocare e collaborare con Silvia, era lei che andava a coccolare i bambini che piangevano. Silvia a scuola è stata benissimo, seguita dalle insegnanti e coccolata dai bambini. Quando la vedono per strada corrono ad abbracciarla e vogliono giocare, non hanno paura. Purtroppo sono i grandi che non capiscono e rendono difficoltoso l’inserimento della bambina nella società civile e nella scuola. Quando un giorno siamo andati in villa - racconta una mamma mi ha detto che i giardini sono fatti per bambini normodotati e non devono vedere bambini disabili, la stessa cosa era stata detta alla mamma di un bambino down». L’anno scorso - aggiunge la madre di Silvia - è successo un fatto davvero sconvolgente: «Avevamo trovato una casa in affitto a piano terra esente da ogni pericolo e che si adattava alle esigenze di Silvia. Alla bambina era subito piaciuta, trasmetteva emozioni, cantava ed era felice. Dopo averla imbiancata e messa in ordine ci hanno detto che dovevamo lasciarla perché la bambina poteva dare fastidio agli inquilini di sopra. Quando abbiamo dovuta lasciarla la piccola è caduta in depressione. Per fortuna abbiamo trovato un’altra casa in un condominio accogliente con la gioia di tutti gli inquilini. Nessuno si lamenta e tutti vogliono bene a Silvia e nessuno si manifesta freddo o indifferente». I parroci del paese, venuti a conoscenza di questi incresciosi episodi, che riguardano, per fortuna, una piccolissima parte della cittadinanza, si sono indignati e dal pulpito della chiesa hanno esternato la loro solidarietà alla famiglia. SCUOLA L’ISTITUTO SMENTISCE RICHIESTE DA PARTE DI GENITORI «SPAVENTATI» DALL’AUTISMO l Possibile che si arrivi a chiedere di non iscrivere il proprio figlio nella stessa classe in cui capiterà una bambina autistica? Siamo arrivati davvero a questo punto? Il tam tam su Facebook della vicenda che riguarda Silvia rischia di etichettare un intero paese sulla scia di conclusioni affrettate e superficiali. La scuola di Palazzo San Gervasio è attenta alle problematiche che interessano i suoi alunni. Tutti, normodotati e non. Riguardo alla questione della piccola Silvia abbiamo chiesto lumi all’istituto scolastico: «Quest’anno - spiegano in segreteria - abbiamo 52 bimbi iscritti al tempo normale e 18 bambini iscritti al tempo pieno. La mamma della bambina quando si è recata a scuola per l’iscrizione è stata aiutata nello svolgere l’adempimento dell’iscrizione, come del resto è accaduto per tutti i genitori dei bambini che lo hanno richiesto. La mamma di Silvia ha chiesto l’iscrizione al tempo normale». Ci tengono a sottolineare alla scuola che nessun genitore è andato a chiedere a quale classe fosse iscritta la bambina né tanto meno se facesse il tempo prolungato o il tempo pieno. «A scuola - dicono - nessuno è a conoscenza di queste voci che sono state messe in giro NICOLA P. Che vergogna provo solo sgomento a tutto ciò anch'io concordo nel fare i nomi di questi genitori... chiamarli così mi diventa difficile... ma almeno sappiamo chi sono e soprattutto come evitarli di salutare. ANTONELLA M. Mi erano giunte voci a riguardo.... complimenti a quei genitori di razza ariana .... ma soprattutto a chi dovrebbe invece tutelare tutti i bambini che vanno a scuola (intendo il dirigente scolastico) .... ...sono ancora più felice di essermi dimessa dal Consiglio di Istituto vuol dire che io e i miei amici consiglieri ci avevamo visto chiaro. GENNARO B. So qualcosa di questa bambina, conosco qualche episodio e francamente penso che in questo paese vige l'ignoranza più assoluta, una arretratezza mentale non indifferente. Farebbero meglio a costruire un muro intorno al paese chiudere il portone e buttare via la chiave. PRESIDE La dirigente scolastica Aurelia Bavuso smentisce forme di discriminazione all’atto dell’iscrizione dei bambini La preside Bavuso assicura «Nessuna discriminazione» È già stata fatta richiesta di un insegnante di sostegno per la piccola ANGELA M. Si devono vergognare. riguardo il comportamento di alcuni verso la bambina, lo apprendiamo solo in questo momento. Le classi non sono state ancora formate e non sappiamo in quale sezione verrà inserita. Ripetiamo che siamo all’oscuro di ogni atteggiamento discriminatorio, se ce ne fossero, verso la bambina». «Abbiamo già fatto richiesta per una insegnante di sostegno, come è stato fatto negli anni scorsi»: lo afferma la dirigente scolastica Aurelia Bavuso. Che aggiunge: «Pur non essendo di Palazzo San Gervasio posso affermare che il paese non è razzista, anzi quando abbiamo lavorato ai gruppi di lavoro per l’inclusione c’è stata una massiccia partecipazione da parte di tutta la popolazione e vi è stata molta sensibilità riguardo il [f.d.f.] problema». RASSEGNASTAMPA BASILICATA PRIMO PIANO I III Mercoledì 9 aprile 2014 ISTITUZIONI BASILICATA E CAMBIAMENTI Si è determinato un corto circuito «Governare i cambiamenti per non nell’organizzazione dei poteri tra Regione, essere stritolati dalla storia. Unire le Autonomie locali e Governo centrale nostre intelligenze per la Basilicata» La politica invade tutto cambi pure la Regione» Pittella su riforma Titolo V. I consiglieri si tagliano i rimborsi l «Le riforme istituzionali e costituzionali devono rappresentare l’occasione per sciogliere alcuni nodi dell’agenda politica della Basilicata e per dimostrare la nostra capacità di saper alzare la testa e riprendere il cammino. Quella che stiamo attraversando è una stagione complessa, non solo per la crisi economico finanziaria, ma anche per le forti spinte all’individualità e all’egoismo. Istituzioni e partiti fanno ormai fatica a fungere da collante con i cittadini. Per questo motivo è necessario affrontare il tema del riassetto istituzionale con giusto piglio e lungimiranza». È quanto ha sostenuto il governatore lucano Marcello Pittella in chiusura di dibattito nel Consiglio regionale di ieri sulla proposta di riforma del bicameralismo e del Titolo V della Costituzione. «La relazione del presidente Lacorazza – ha detto Pittella - analizza con obiettività il corto circuito che si è determinato nell’organizzazione dei poteri tra Regione, Autonomie locali e Governo centrale. L’assenza di una riforma di sistema, che manca da almeno un ventennio, ha alterato il confine della funzione di ognuno. Questa situazione è ormai esplosa sotto la scure della crisi politica, e dei partiti che negli ultimi anni ha impaludato il processo di riforma, dando ragione a un diffuso sentimento antieuropeo. Ma noi non posiamo pensare di essere competitivi senza prender parte attiva all’Europa. Dobbiamo credere in una Europa che non sia soltanto unione monetaria ma che possa svolgere il ruolo di vera entità politica, occupandosi di affari esteri, giustizia, diritti umani e civili. Anche per questo motivo l’Italia deve recuperare agibilità e snellezza nella sua articolazione strutturale. Le Regioni devono aprirsi alla sfida del futuro e guardare all’Europa come ad una opportunità per ridefinire, con sana autocritica, funzioni e missione, rivendicando una sorta di prerogativa nel dialogo col Governo sulle prospettive di sviluppo». «Spesso – ha aggiunto il presidente della Giunta regionale – ci siamo sostituiti ad altri organismi, siamo diventati pervasivi e abbiamo assunto responsabilità non proprie, anche nei confronto delle Autonomie locali. Questa tendenza deve essere invertita. Le Regioni poi, senza perdere la loro au- tonomia, possono svolgere funzioni importanti nell’individuazione, a livello centrale, di più precisi ambiti di sviluppo, ciò anche alla luce del processo di ridefinizione della Province. Se non governiamo questo tempo di grandi cambiamenti nei rapporti con lo Stato, rischiamo di essere stritolati dalla storia. Sono consapevole che abbracciare la strada delle riforme non porta consenso, ma se teniamo alla nostra Basilicata dobbiamo abbracciare questo nuovo corso». «Nel dibattito in corso - ha proseguito Pittella - la posizione della Conferenza delle Regioni deve essere quella di abbracciare l’idea di una riforma, senza però far venir meno il ruolo delle stesse. L’adesione alle riforme proposte dal presidente Renzi non equivale a una cambiale in bianco, significa invece la precisa volontà delle Regioni di ritagliarsi un ruolo importante nel processo di riforma, rivendicando anche potere legislativo e precisi confini per le materie concorrenti. La Basilicata che concorre al 15% del fabbisogno energetico nazionale non può non avere una propria griglia normativa in tema di energia e salvaguardia del territorio». «Rispetto alle nostre competenze in materia di autorizzazioni ambientali - ha spiegato il governatore - dobbiamo tentare di mettere dei paletti per evitare un esproprio di competenze e il possibile conseguente uso del territorio. Su questa materia come Regione stiamo provando a offrire anche spunti ai nostri parlamentari. Io non sono contrario all’utilizzo virtuoso del petrolio. È una risorsa del nostro territorio dalla quale, se bene utilizzata e nel rispetto di salute e ambiente, dobbiamo ottenere le migliori condizioni di occupazione e imprenditoria. Il clima di esasperazione su questo tema che proviene dal territorio è anche frutto degli errori che tutti noi abbiamo commesso in passato. Non dobbiamo sottrarci al dialogo e dobbiamo fare virtù di ogni spunto costruttivo». «Solo unendo le nostre intelligenze - ha concluso Pittella - possiamo far fare un passo in avanti alla nostra Basilicata». Due novità approvate nel Consiglio regionale di ieri: la cancellazione dell’Arbea e la decurtazione del 30% sui rimborsi spesa dei consiglieri, pari a un taglio di 1500 euro. RISPARMI Il Consiglio di ieri ha tagliato del 30% i rimborsi e «cancella» l’Arbea PETROLIO LA POSIZIONE DEL COORDINATORE REGIONALE DEL NCD «Bonus card? È dei lucani e non della Regione» Taddei: «Più contropartite per la Basilicata» l «I 230 milioni di euro (circa 700 euro a patentato) accumulati ai sensi dell’art. 45 della Legge 99 del 2009, destinati al “bonus carburante, sono dei lucani e non della Regione Basilicata». Lo dice il coordinatore regionale del Nuovo Centrodestra, Vincenzo Taddei. «Il presidente Pittella - aggiunge deve sapere che su questo tema i gruppi parlamentari del Senato e della Camera, nonché i rappresentanti del Governo del NCD non defletteranno di un millimetro. Troverà invece la piena e totale disponibilità del NCD nel fare una battaglia affinché venga modificato il decreto attuativo dell’art. 16 ove sono stati assentiti solo 50 milioni di euro all’anno, somma assolutamente insufficiente a finanziare le iniziative previste nel Memorandum, siglato nell’aprile 2011 tra Governo Nazionale e Regione Basilicata (Viceconte-Soglia-De Filippo)». «Pertanto - sostiene Taddei è necessario che tutti i parlamentari, insieme alla Regione, facciano sentire la propria voce a sostegno della iniziativa parlamentare assunta, nei giorni scorsi, dal sen. Viceconte, responsabile nazionale Mezzogiorno NCD, finalizzata a stimolare il Governo su questi temi con l’obiettivo di riaprire un tavolo di confronto che riprenda il filo conduttore di un itinerario virtuoso, sviluppatosi negli anni scorsi e generatore di importanti iniziative legislative, grazie soprattutto ai parlamentari del centrodestra, teso a dare alla Basilicata delle giuste contropartite per il petrolio estratto nel suo territorio». Estrazione che «dovrà sempre avvenire nel pieno del rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini». RICHIESTA Appello lanciato al governatore lucano Pittella REGIONE Il presidente della Giunta regionale, Marcello Pittella, e il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza [foto Tony Vece] . POTENZA GIORNI CRUCIALI PER IL RINNOVO DELL’AMMINISTRATORE COMUNALE NEL CAPOLUOGO Falotico in trincea: «Parto domenica con le primarie» l È partita la campagna elettorale per il futuro sindaco di Potenza. Roberto Falotico inaugura, nel pomeriggio di oggi, il comitato elettorale di via del Gallitello 55 e chiama a raccolta quanti vorranno sostenere il suo percorso, che avrà come primo snodo quello delle Primarie del 13 aprile. «È un appuntamento importante, nodale rispetto ad un percorso di apertura, condivisione, confronto, che vogliamo inaugurare per dare la parola ai cittadini e ascoltare le loro istanze – afferma Falotico. - Anche di fronte a consigli che ci invitavano a riflettere sulle Primarie, che potrebbero nascondere insidie e trappole da parte dei nostri avversari politici, non ci siamo fermati perché crediamo fortemente in questo strumento di rappresentatività che non può essere utilizzato a intermittenza». Da una parte, osserva Falotico, ci saranno «i candidati “indicati”», dall’altra «potranno esercitare un’opzione di volontà». In attesa delle Primarie, fissate da una parte del centrosinistra per domenica prossima, il candidato sindaco per la lista «Potenza Condivisa» annuncia il lancio dei primi temi della campagna elettorale «che si snoderà attraverso l’impegno nel sociale (con una particolare attenzione agli “ultimi”), la rigenerazione urbana attraverso un nuovo e più ecologico paradigma della mobilità cittadina, attenzione al tema dell’energia e dei rifiuti, spinta all’economia e all’innovazione attraverso la valorizzazione delle risorse umane di ogni età, spazio da dedicare a cultura, sport, tempo libero di una città più aperta, inclusiva, responsabile, sostenibile». «La verità su plutonio e uranio stipati nel Metapontino» Richiesta del consigliere regionale M5S, Gianni Leggeri l A che punto siamo con le scorie nucleari nel Metapontino? «Da poco più di un chilo di biossido di uranio, ai circa 19 di plutonio e di uranio altamente arricchito, come ha riferito l’allora sottosegretario all’Ambiente, Marco Flavio Cirillo (Pdl) e come ha dichiarato lo stesso Barack Obama, durante la sua recente visita in Italia», ha ricordato il consigliere 5Stelle alla Regione Basilicata Gianni Leggeri. «Ai centri Sogin di Saluggia e Casaccia sono stati prelevati 19 chili, al centro Trisaia di Rotondella uno soltanto - ha aggiunto Leggeri. - Questa differenza, appare eccesiva e forse da verificare. Per questo il M5S di Basilicata chiede al presidente della Regione Pittella di fare chiarezza e tutelare sino in fondo la sicurezza dei cittadini lucani. La Regione Basilicata deve pretendere maggiore trasparenza, oltre che sulla quantità, anche sulla qualità del materiale riportato quella notte del 29 luglio scorso, fuori dall’Itrec e dall’Italia, con un’azione che il senatore M5S Vito Petrocelli, ha opportunamente definito “militare a tutti gli effetti”. Si sa: il plutonio, un suo solo isotopo, ha un’emivita di 24.200 anni. Ed è fondamentale per la realizzazione di bombe nu- cleari e può essere un componente dei proiettili anticarro. Proiettili sperimentati durante la guerra dei Balcani di qualche anno fa, che, oltre a perforare i carri armati serbi, hanno destato il fondato sospetto che siano stati la causa primaria della morte di ben 45 militari italiani per leucemia. Militari col compito di portare la pace nell’ex Jugoslavia». «Pittella - ha proseguito il consigliere regionale “grillino” - potrebbe chiedere lumi al suo predecessore, Vito De Filippo, che forse sapeva e ha taciuto. Il presidente si faccia promotore e garante di una richiesta di spiegazioni dettagliata del trasporto di quella notte, eseguita per giunta senza un piano di evacuazione e di sicurezza delle popolazioni. Ricorrendo al trasporto aereo militare che, da tutti i parametri di sicurezza, è considerato come la scelta più pericolosa e a più alto rischio civile e ambientale». «Il presidente - ha proseguito Leggeri - non può non considerare che il plutonio a Rotondella rischia di trasformare, se non lo ha già fatto, il territorio del Metapontino in un possibile obiettivo militare, comportando così molti più rischi per le popolazioni. Anche il compianto giudice Nicola Maria Pace, parlò di probabile presenza di plutonio a Rotondella, in una memorabile audizione in Commissione parlamentare». Per Leggeri, «sarebbe ora di sapere una volta per tutte, per la nostra incolumità, quali rifiuti radioattivi gestisce e produce l’impianto nucleare dell’Itrec di Trisaia e, visto che Pittella si deve informare ottenga anche conferma o smentita di quanto l’Ambasciata Americana in Italia ha lasciato intendere ai portavoce Mirella Liuzzi e Vito Petrocelli del M5S, in occasione della consegna di una richiesta scritta dal Movimento, indirizzata al Presidente Obama con la quale è stato ufficialmente chiesto di ottenere il rimpatrio delle barre di “Elk River” custodite presso la Trisaia di Rotondella. I portavoce hanno appreso che le 84 barre di uranio-torio sarebbero diventate, nel frattempo, di proprietà italiana». «In tal caso è opportuno conoscere l’iter che ha determinato il cambio di proprietà. Purtroppo, per le centrali nucleari, oggi, tale tecnologia è considerata obsoleta. Passando – ha concluso il consigliere 5Stelle - dalla condizione economica di combustibile, a quella di patacca affaristica e di problema per gli italiani, ma maggiore per i lucani». RASSEGNASTAMPA IV I ATTUALITÀ Mercoledì 9 aprile 2014 PRODOTTI LUCANI LE STRADE DEL VINO CRITICITÀ «Ci sono difficoltà a comunicare il nostro prodotto. Non è facile vendere un vino di qualità, prodotto in una terra sconosciuta» BIODIVERSITÀ Flora e fauna ci offrono indicazioni sullo stato di salute di un vigneto. Erbe e insetti sono indicazioni agronomiche decisive L’Aglianico del Vulture a Vinitaly I viticoltori lucani protagonisti alla manifestazione di Verona: «La Regione faccia di più» MICHELE PIZZILLO l Presenza massiccia a Verona, al Vinitaly, di aziende lucane. La maggior parte concentrate nell’area allestita dalla Camera di commercio di Potenza; altre «le cantine storiche – li definisce Carolin Martino, viticoltrice di Rionero e delegata delle Donne del Vino – hanno preferito spazi autonomi all’interno di un padiglione con presenza di produttori di varie regioni d’Italia». I problemi evidenziati sono stati identici, dentro e fuori lo spazio istituzionale, parlando con i produttori del vino più rappresentativo della regione, l’Aglianico del Vulture. E, cioè, «difficoltà a co- municare il nostro prodotto», apre le danze Paride Leone delle Cantine Terre dei Re che grazie a Leo Ricciardella, giovane sommelier originario di Monteserico che gestisce tre fra i migliori winebar di New York, sta sbarcando negli Stati Uniti. Aggiunge Cecilia Piccin, di Grifalco, toscana trapiantata a Venosa: «non è facile vendere un vino, di grande qualità, prodotto in una terra sconosciuta. La regione dovrebbe fare di più per valorizzare il Vulture». E «sino a quando non si riuscirà a fare questo, il nostro vino farà fatica a collocarsi sui grandi mercati di consumo», sottolinea Sara D’Auria di Tenute D’Auria di Barile e una delle donne che ha fatto crescere l’Aglianico. La prima è stata Eugenia Sasso, quarta generazione di viticoltori di Rionero, con Eubea, nel 1997. «Mi guardavano con sospetto, perché avevo deciso di entrare da protagonista in un mondo di soli uomini», commenta dalla sua postazione al Vinitaly. Nel frattempo un’altra donna, Viviana Malafarina, genovese innamorata di Barile, dove dirige l’azienda Basilisco, è impegnata nel ricerca sul terreno, per dimostrare che il Vulture è simile alla Borgogna dei grandi rossi: “qui c’è una tale varietà di terreni che ognuno da un aglianico diverso. Chissà che non si arrivi a proporre vini con l’indicazione del proprio terroir, all’interno della stessa azienda». Insomma, un mondo in fermento quello dell’Aglianico del Vulture, tant’è che Oronzo Alò, di Alovini di Genzano, ha deciso di impiantare nuovi vigneti e di costruire una cantina moderna, che sarà pronta per la vendemmia 2015. Aggiunge la giovane Martino, esponendo il medagliere conquistato dal padre Armando, nome storico dell’enologia del Vulture: «con questo Vinitaly abbiamo consolidato la clientela affezionata al nostro vino» e che secondo Francesco Perillo presidente della Cantina di Venosa «portiamo a casa contatti interessanti che dovrebbero permettere di fare conoscere meglio l’Aglianico in Italia e anche in Cina e Giappone». VINITALY PARLA PARIDE LEONE GLI STAND LUCANI Terra buona? Chiedetelo ai lombrichi VETRINA A sinistra Armando e Carolin Martino In basso Viviana Malafarina, Paride Leone e Sara D’Auria l «Per creare il futuro, bisogna salvaguardare la biodiversità», dice Paride Leone, contitolare della Cantine Terra dei Re di Rionero. Per sapere se nel terreno c’è sufficiente sostanza organica è sufficiente ricorrere a sistemi «semplici ed efficaci – spiega Leone -. Osservando flora e fauna possiamo avere indicazioni sullo stato di salute di un vigneto: la presenza di grandi varietà di erbe e di insetti sono indicazioni agronomiche importanti. Percorrendo le vigne in primavera, vedremo alzarsi farfalle e insetti, se sono molti abbiamo già le prime indicazioni sulla biodiversità. Si può ricorrere ai lombrichi, facendoli emergere bagnando piccole porzioni di terreno con una soluzione di acqua e senape. Dopo pochi minuti li vedremo in superficie; se ne contiamo da 10 a15 a metro quadro, sappiamo che il terreno è sufficientemente ricco di sostanza organica». Anche poggiando «una tavoletta di legno sul terreno per un mese, quando la solleveremo se troviamo molti insetti, il responso è positivo». Sono tutti sistemi naturali per capire lo stato di salute [m. piz.] delle nostre vigne. . Buoni ma nani, dall’Alta Val d’Agri al Grottino di Roccanova: una sfida l Al Vinitaly la Basilicata, oltre all’Aglianico del Vulture, era rappresentata anche dalle altre tre doc della regione, Matera, Terre dell’Alta Val d’Agri e Grottino di Roccanova. Da sottolineare che il Consorzio di tutela delle Terre dell’Alta Val d’Agri si è presentato con una pubblicazione fatta bene e davvero completa: dalla storia della viticoltura e della cultura al territorio dell’Alta Val d’Agri alla natura, dalle tradizioni e luoghi ai prodotti tipici, dai vitigni alle schede dettagliatissime su aziende e cantine che in quest’area producono vini a doc. UVA Vigne del Vulture Peccato che si tratti di piccole produzioni. Dice Giuseppe Fiorenti, di Viggiano: «Se ci dovesse arrivare una richiesta di 100.000 bottiglie, non siamo nelle condizioni di accettarla. Non c’è produzione a sufficienza. Però, anche per noi piccoli viticoltori credo che ci siano spazi di vendita interessanti». Aggiunge Francesco Battifarano, titolare dell’azienda Cerrolongo di Nova Siri Marina e presidente del Consorzio di tutela del Matera doc, che ha trovato ospitalità nell’area allestita dalla Camera di commercio di Potenza: «il nostro sforzo, adesso, è quello di farci conoscere. Siamo venuti a Verona proprio per dire che nella produzione enologica lucana anche Matera può dire la sua. Non scordiamoci che da noi vitigni come Primitivo e Greco permettono di produrre vini eccellenti». Così, con modestia, Battifarano sottolinea «qualcuno già parla di noi; vuol dire che esistiamo; adesso dobbiamo sforzarci di contare di più». Molte speranze, per la conoscenza di tutti i vini lucani, sono affidate all’Enoteca regionale attiva da poco più di un anno nel Castello di Venosa. «Proponiamo già sette vini per ognuna delle 34 aziende presenti sugli scaffali dell’Enoteca – dice il presidente, Paolo Montrone -. Un numero di cantine che ci permette già da fare molte iniziative finalizzate alla conoscenza della Basilicata enologica. Tant’è vero che abbiamo stanziato 25 mila euro per portarci in casa vino sufficiente per la vendita al pubblico e per degustazioni e incontri che abbiamo programmato per i prossimi mesi». Il fermento non manca, si spera solo in risultati positivi, per tutti. [m. piz.] VINO Lo stand del Consorzio dell’Alta Val d’Agri a Vinitaly. La sfida del vino è già una realtà economica lucana su un versante di qualità RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I V Mercoledì 9 aprile 2014 LA DENUNCIA LA SOSTA DAVANTI ALL’OSPEDALE PRESSING Appello del Tribunale per i diritti del malato: «È diventata una situazione insostenibile. Si intervenga al più presto» Al parcheggio oppressi dai venditori di calzini La denuncia di Cittadinanzattiva nell’area del San Carlo l Calze, fazzolettini, giocattoli, cianfrusaglie varie. Li vedi aggirarsi ad ogni ora negli spazi adibiti a parcheggio. Mostrano la merce, cercano la tua attenzione. La pretendono. Per chi si reca all’ospedale di Potenza a volte questo pressing diventa asfissiante e complica il quadro psicologico già cupo di chi va in un luogo di sofferenza. Il fenomeno è definito «ingombrante» da Cittadinanzattiva Tribunale per i diritti del malato che in una lettera-denuncia chiede un intervento per fermare questo andazzo. «Quotidianamente, negli spazi adibiti a parcheggio dell'ospedale San Carlo e perfino all'interno della struttura, si rileva la presenza, spesso ingombrante, di «venditori abusivi», per lo più di fuori regione, di mercanzie varia (calzini, intimo, pullover) che «pretendono» l'acquisto dei loro prodotti,ancheadottando atteggiamenti, spesso, pressanti, poco corretti e civili, soprattutto nei riguardi delle categorie più deboli (donne e anziani). Questa piaga andrebbe sanata per decoro e per offrire serenità ai numerosissimi frequentatori, a vario titolo, del nosocomio potentino. Preoccupa, inoltre, la presenza di mendicanti che spesso sostano ad- dirittura sul pianerottolo della rampa di collegamento dell'ingresso principale. Sarebbe auspicabile - spiega il Tribunale per i diritti del malato l'eliminazione di questo fenomeno per evitare che ci sia uno spirito di emulazione, con «occupazione» di spazi in ambito ospedaliero, da parte di altri questuanti ovvero di persone senza fissa dimora. Noi come Tribunale per i Diritti del Malato restiamo in fiduciosa attesa di un intervento qualificato e risolutivo da parte del direttore generale e/o di coloro che sono, ai vari livelli, interessati alla risoluzione . ABUSIVI Ambulanti davanti all’ospedale San Carlo [foto Tony Vece] del problema, per ristabilire decenza e sicurezza alla struttura ospedaliera». Un problema che non riguarda solo l’area dell’ospedale San Carlo. Venditori abusivi sono in giro davanti ai supermercati e, in generale, dove c’è un’alta concentrazione di cittadini (davanti agli uffici pubblici, per esempio). Accanto al tema dell’abusivismo e, quindi, della concorrenza sleale nei confronti dei commercianti che pagano le tasse, c’è un tema che riguarda la tranquillità dei cittadini, spesso letteralmente «perseguitati» fino dove cedere e acquistare calzini che ma- gari non indosseranno mai. Se piove, tirano fuori gli ombrelli di stoffa. Se spunta il sole sfoderano quelli di carta velina. Il tempo non scoraggia i tantissimi ambulanti che ogni giorno, in ogni condizione climatica, assediano la città. In sosta, spesso e volentieri in barba alla scritta «Divieto di commercio itinerante», improvvisano punti vendita davanti finanche a negozi di frutta e verdura o supermarket. Furgoncini che vendono frutta e verdura senza alcuna autorizzazione. È questa l’altra faccia dell’abusivismo nel commercio. POTENZA EFFETTUATI ANCHE DECINE DI CONTROLLI IN MATERIA DI TRIBUTI COMUNALI SUI RIFIUTI E SUI SERVIZI. NUMEROSE LE VERIFICHE DEI VIGILI URBANI Pubblicità, lotta agli «abusivi La Polizia Locale recupera diciotto milioni di euro dalle sanzioni nel primo trimestre 2014 l Abusivi della pubblicità, il Comune di Potenza non transige. Nell’ambito dell’azione di contrasto al fenomeno dell’abusivismo in materia di affissione e di installazione di mezzi pubblicitari sulle strade cittadine, la Polizia Locale di Potenza ha accertato nel primo trimestre dell’anno in corso 46 violazioni alle norme del Codice della Strada (ex art. 23 che prevede sanzioni da 419,00 ad 1.682,00) ed al Regolamento Comunale per la pubblicità e le installazioni pubblicitarie (che prevede sanzioni da 206,00 ad 1.549,00). Le sanzioni ammontano a circa 18mila euro. Ma, nel campo delle affissioni pubblicitarie, non mancano neppure gli «evasori» ed i morosi. Ai 18mila euro recuperati dalle multe per abusivismo, infatti, vanno aggiunti gli introiti relativi all’applicazione delle relative sanzioni tributarie ed al recupero dell’imposta sulla pubblicità, del diritto sulle pubbliche affissioni e degli interessi di mora sulle somme dovute e non corrisposte nei termini ordinari prescritti. Gli accertamenti di violazione hanno interessato le PUBBLICITÀ In città è lotta all’abusivismo e alla morosità nelle installazioni pubblicitarie . principali arterie della nostra Città, e sono finalizzati a sradicare tale fenomeno e tutelare il decoro urbano e la sicurezza sulle strade. A tal proposito, la Polizia Locale invita i responsabili dell’installazione di impianti pubblicitari abusivi e di affissione di manifesti fuori dagli spazi consentiti all’immediata rimozione degli stessi, al fine di evitare l’irrogazione di ulteriori pe- santi sanzioni pecuniarie ed il ripristino coattivo dello stato dei luoghi con addebito delle spese. Nell’ambito dell’azione di contrasto all’evasione dei tributi locali, l’Unità Operativa Polizia Tributaria di questa Polizia Locale ha effettuato decine di controlli anche in materia di tributi comunali sui rifiuti e sui servizi, procedendo a numerose verifiche sulla destinazione d’uso e sulla superficie di attività produttive, commerciali ed artigianali. Le anomalie riscontrate sono state prontamente segnalate al competente ufficio comunale, per il recupero delle somme non versate e l’applicazione delle sanzioni tributarie previste. Fra gennaio e marzo 2014 sono stati oltre 500 i controlli effettuati dall’Unità Operativa Informazioni di questa Polizia Locale sui soggetti che hanno dichiarato di risiedere nel territorio comunale. Tali verifiche sono volte non solo ad accertare la loro reale residenza, ma anche ad evitare possibili truffe ai danni dello Stato e del Comune, a ridurre il fenomeno dell’evasione delle tasse e dei tributi locali ed a colpire l’abusivismo nell’occupazione e detenzione di immobili pubblici. PERSONAGGI LA STORIA DI ALESSANDRO, POTENTINO TRAPIANTATO IN LIGURIA, TIFOSO DELLA SQUADRA GENOANA Il rossoblù tra Potenza e Genova Il lucano tra i vincitori del concorso per assistere da vicino alla gara col Milan l Da Potenza a Genova, seguendo sempre gli stessi colori: è la storia di Alessandro, studente di origini lucane che nel capoluogo ligure frequenta la facoltà di Fisica e ha «imparato» ad amare i colori rossoblù, gli stessi del Potenza, squadra della città natale. Grazie al concorso «Faccendafan di iZiplay, Jersey Sponsor del Genoa Cfc, Alessandro» e gli altri 4 vincitori hanno vissuto una notte indimenticabile allo stadio Luigi Ferraris, riuscendo a seguire da vicino la propria squadra del cuore in occasione della sfida contro il Diavolo. Nel pre gara di Genoa-Milan i vincitori hanno prima partecipato a una «Genoa Experience» ad hoc, ossia il tour guidato nel dietro le quinte dello stadio, quindi ognuno di loro ha ricevuto in regalo dalle mani dello storico capitano rossoblù, Marco Rossi, una maglia ufficiale del Genoa Cfc. «Una serata da brivido … in tutti i sensi - ha commentato Alessandro -. Anche se arrivo dal Sud, la mia fede calcistica è rossoblu, forse perché anche il mio Potenza ha gli stessi colori. È stata una serata stupenda nonostante il risultato (2-1 per il Milan, ndr), perché ho potuto vedere la partita da un altro punto di vista, mi sono sentito protagonista e se avessi potuto sarei sceso in campo a dare una mano ai ragazzi. Era un match sentito e importante per entrambe le squadre, quando ero negli spogliatoi insieme agli altri vincitori eravamo molto emozionati, abbiamo visto sia i giocatori del Genoa che quelli del Milan che si sono dimostrati molto disponibili e gentili. Ho fatto un milione di foto - conclude Alessandro - che conserverò per sempre». TIFOSO Alessandro con Marco Rossi le altre notizie ENTI LOCALI «Il trasferimento Apt danneggia Potenza» n Trasferimento dell’Apt a Matera: c’è chi dice no. Come Mario Guarente, che dice «C’è una strana logica, che in verità proprio non riesco a spiegarmi, dietro il trasferimento dell’Apt Basilicata da Potenza a Matera. Il Capoluogo di Regione infatti, ancora una volta,potrebbe essere privato di un importante presidio per motivi così futili e banali che davvero rischiano di diventare un paradosso. Potenza non doveva essere città di servizi? Credo che ci sia uno strano disegno politico con il chiaro obiettivo, al contrario, di privarla di tutto ciò che è necessario per renderla un Capoluogo di Regione degno di essere tale. Per questo ritengo che il presidio dell’Apt di Basilicata debba restare nella città Capoluogo». SPOLIAZIONE No al declassamento dell’Inail di Potenza n Il consigliere comunale di Potenza Nicola Marcantonio (Pd), con un ordine del giorno ha impegnato il consiglio comunale «ad agire presso la Direzione Generale dell’Inail al fine di attivare ogni iniziativa utile tesa a mantenere la sede provinciale di Potenza nella tipologia di sedi “A” anche per rivendicare fortemente il ruolo della città in quanto capoluogo di Regione. Si chiede, dunque, che la sede provinciale di Potenza venga individuata quale autonoma unità operativa rispetto alla direzione regionale al pari di quella di Matera che ad oggi approvato, sarebbe l’unica struttura operativa complessa, nonostante non sia un capoluogo di Regione». Per Marcantonio «l’individuazione della sede provinciale di Potenza quale struttura autonoma rispetto alla direzione regionale consentirebbe di tenere distinti ruolo di indirizzo e coordinamento in capo ad una direzione regionale e ruolo operativo in capo ad una sede provinciale». RASSEGNASTAMPA VI I POTENZA CITTÀ Mercoledì 9 aprile 2014 LA CITTÀ INVIVIBILE LE ZONE VERDI URBANE CANTIERE La recinzione di cantiere è divelta in più punti. Runners e mamme con i passeggini si avventurano sul lungo fiume NULLA OSTA Per riprendere i lavori manca ancora il nulla osta dell’Autorità di Bacino sulle modifiche al progetto del ponte pedonale Basento, il parco abbandonato A due anni dall’annuncio dei lavori per l’area attrezzata, soltanto degrado ed erbacce GIOVANNA LAGUARDIA COME SI PRESENTA L’AREA VERDE OGGI l Sono passati circa due anni da quando Il Comune di Potenza presentò ai giornalisti la nuova perla del sistema delle aree verdi cittadine: il parco fluviale del Basento, finanziato con 1,5 milioni di euro (risorse liberate dei por 2000/2006): un centro visite, arredamenti, percorsi segnalati ed un ponte ciclo-pedonale lungo il corso del fiume. Dopo due anni, però, nel cantiere lungo il corso del fiume regna soltanto l’abbandono. Della vasta operazione di pulizia che doveva essere propedeutica alla sistemazione dell’area non è rimasta traccia la vagetazione ha preso nuovamente il sopravvento sui sentieri che erano stati tracciati. Lungo il corso del fiume alberi divelti sono il residuo delle piene di quest’inverno. Lungo la recinzione di cantiere abbonda la spazzatura. Nonostante questo, nelle tiepide giornate primaverili come quella di ieri molti runners e perfino mamme con i loro carrozzini si riversano lungo il vecchio sentiero in betonelle. La recinzione di cantiere, infatti, è spostata o divelta in più punti ed entrare non è un problema. I lavori, lo ricordiamo, si sono fermati dopo pochissime settimane, in mancanza del Nulla Osta dell’autorità di bacino. Il parere dell’ente per le acque arrivò alla fine di maggio del 2013 ma con alcune prescrizioni: la richiesta di un studio sui tempi di ritorno delle piene negli ultimi 500 anni e soprattutto una prescrizione tecnica sul ponte ciclo pedonale. «La prescrizione - spiega il responsabile unico del procedimento Giancarlo Grano - riguardava in particolare l’ingombro della spalla di appoggio del ponte, che doveva essere collocato diversamente rispetto al flusso delle acque, per minimizzare l’impatto. Il progetto del ponte è stato rifatto dal gruppo di progettazione ed è stato inviato all’Autorità di Bacino il 25 febbraio del 2014. Adesso attendiamo il Nulla Osta che ci è già stato annunciato per vie brevi ma che di fatto non è ancora giunto in questi uffici, dopodichè sarà necessario ricontabilizzare i lavori da eseguire in virtù dei maggiori costi del ponte e finalmente il cantiere potrà ripartire». FINANZIAMENTO I lavori sono stati finanziati con 1,5 meuro dei Por 2000/2006 VELENI L’allarme del Comitato Aria Pulita IL PARCO CHE NON C’È Nonostante lo stato di abbandono l’area è sempre molto frequentata [foto Tony Vece] . Un boato e una fumata nera dai camini della Pittini l Torna a far discutere la presenza dell’impianto della Pittini Siderurgica a ridosso del quartiere di Bucaletto. Il Comitato Aria Pulita segnala un nuovo inquietante episodio che ha letteralmente turbato i sonni dei cittadini. Nella notte fra lunedì e martedì, infatti, un boato ed una fuoriuscita di fumi di colore insolito hanno tenuto con il fiato sospeso molti potentini. «Intorno alle 4.00 - spiega Luciana Coletta del Comitato Aria Pulita - la Siderpotenza ha dato la sveglia a molti cittadini con un forte boato e subito si sono sprigionati fumi scuri dai camini, in particolare dal sei. Oltre al boato e i fumi, l’aria nei pressi dell’eco-mostro era irrespirabile. Tutto questo a soli pochi giorni della visita dei vertici delle Ferriere Nord-Gruppo Pittini alle commissioni IV e VI del consiglio comunale del capoluogo di regione. A seguito della quale il comunicato stampa rilasciato, parla di emissioni addirittura 100 volte sotto i valori limiti». Ma, soprattutto dopo quanto accaduto l’altra notte, i cittadini hanno paura e chiedono di vederci più chiaro sull’attività della ferriera. «Chiediamo - dice Coletta - che le commissioni interessate rendano immediatamente pubblici i dati in loro possesso; inoltre riteniamo che il Gruppo Pittini più che tranquillizzare il consiglio comunale avrebbe dovuto tranquillizzare la popolazione rendendosi finalmente disponibile a un incontro pubblico nel quale poter confrontare i dati. Paventiamo che l’incontro con l’amministrazione comunale sia stato piuttosto teso ad altre richieste come un possibile ampliamento delle attività. Se così non è ci diano subito rassicurazioni». La questione della presenza della siderurgica ormai nel centro della città, insomma, torna a scaldare gli animi dei cittadini. «Ora - conclude Coletta - aspettiamo fiduciosi di capire se a mentire sui dati sia l’APRAB o i proprietari dell’Azienda, delle due l’una». SIDERURGICA Fumi dai camini della Pittini Le altre notizie SALUTE Associazione Celiachia sabato l’assemblea n Sabato 12 aprile 2014 ore 17.00 alle ore 20.00 presso la sala A del CSV Basilicata – Casa del Volontariato – in via Sicilia, rione Santa Maria a Potenza, si svolgerà l’assemblea ordinaria dei circa 400 soci dell’Associazione Italiana Celiachia (AIC) Basilicata ONLUS. Nel corso dell’assemblea saranno illustrate le iniziative avviate dall’associazione per promuovere la conoscenza della celiachia in ogni ambiente e per migliorare la qualità della vita delle persone intolleranti al glutine. Ancora oggi, l’unico rimedio per ritrovare uno stato di benessere fisico è una dieta rigorosa priva dei cereali «vietati» e degli alimenti preparati con essi: pasta, pane, biscotti, salse, pizza, dolci.A partire dalle ore 18.00, poi, si svolgerà un incontro pubblico dal titolo «La celiachia oggi: iniziative attuali e sfide per il futuro»,- nel corso del quale volontari, medici ed esperti parleranno dei vari aspetti della celiachia.. RASSEGNASTAMPA POTENZA PROVINCIA I VII Mercoledì 9 aprile 2014 I dettagli dell’operazione «Come una catena di montaggio» ARRESTATI La banda oltre che in Basilicata agiva in Campania, Lazio ed Emilia Romagna I dettagli della 2° fase dell’operazione «Oro rosso» sono stati illustrati ieri in conferenza stampa in Procura a Lagonegro. «E’ un prolungamento dell’inchiesta di due mesi fa che aveva riguardato un gruppo di romeni resisi responsabili di numerosi furti e rapine. – ha spiegato il procuratore capo Vittorio Russo –. Avevo in quella sede anticipato che ci potevano essere ulteriori sviluppi investigativi e così è stato. Sono stati identificate altre persone e accertati altri episodi criminosi che ci hanno consentito di chiedere ulteriori misure cautelari nei confronti di 18 persone». Tra prima e la seconda tranche, sono 25 gli indagati. «L’attività è stata svolta in stretta sinergia con l’autorità giudiziaria – ha detto il colonello Giuseppe Palma - alla luce di un quadro investigativo piuttosto esauriente che nella fase esecutiva ha visto la collaborazione anche dei comandi provinciali di Napoli, Genova e Salerno. Abbiamo fatto sì che questo gruppo terminasse la sua corsa. Si spostavano in varie regioni d’Italia e anche in Spagna. Mettevano a segno furti in serie come se fosse una sorta di catena di montaggio, depredando tutto ciò che si presentava ai loro occhi. Nel momento in cui decidevano di mettere a segno un colpo erano ben consapevoli che quella azione delittuosa poteva anche degenerare». «Si interscambiavano in continuazione i ruoli», ha sottolineato il capitano Luigi Salvati Tanagro. [p.perc.] le altre notizie PICERNO COLPITO DA DASPO Giovane prosciolto torna in libertà n Il giovane di 24 anni che era agli arresti domiciliari, a Picerno perchè - incurante di un Daspo che aveva ricevuto nel febbraio scorso – è entrato domenica scorsa nello stadio del paese per assistere alla partita del campionato lucano di eccellenza Az Picerno-Rossoblù Potenza (finita 5 a 4), è stato prosciolto dal giudice monocratico. Secondo il giudice le motivazioni che hanno portato al provvedimento sono inconsistenti. Quindi niente arresti domiciliari con il giovane che è tornato in libertà. LAGONEGRO I CARABINIERI HANNO ARRESTATO DODICI PERSONE IN PREVALENZA RUMENI Sgominata la banda dei furti nelle case PINO PERCIANTE l LAGONEGRO. «Andiamo al mercato». Al telefono i ladri parlavano in codice per non farsi scoprire. «Andiamo al mercato» significava che erano pronti per saccheggiare altri appartamenti o cantieri edili. In tutto hanno messo a segno un centinaio di «colpi» in varie regioni d’Italia: Lazio, Campania, Emilia Romagna e Basilicata, in particolare il Lagonegrese. Ma da ieri hanno finito di fare la spesa «gratis» perché i carabinieri li hanno arrestati con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata ai furti e ricettazione. E’ la seconda ondata di arresti nell’ambito dell’inchiesta «Oro Rosso», coordinata dalla procura della Repubblica di Lagonegro. Stavolta sono diciotto le ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari di Lagonegro, Vincenzo Del Sorbo, su richiesta del procuratore capo Vittorio Russo. Nella rete sono finiti anche i ricettatori. All’alba di ieri mattina i carabinieri della Compagnia di Lagonegro, diretti dal capitano Luigi Salvati Tanagro, hanno dato il via alla gros- (da qui il nome «Oro rosso» dato all’inchiesta), mezzi meccanici e attrezzi di ogni genere. Spesso però prendevano di mira gli appartamenti per razziare ogni tipo di oggetti, denaro e preziosi ma non disdegnavano anche le aziende agricole dove portavano via animali da cortile o addirittura vitelli bufalini che poi venivano macellati e rivenduti. La loro base logistica era nel napoletano, tra CONFERENZA STAMPA Il cap. Tanagro, il procuratore Russo e il col. Palma MARATEA IL PRIMO PREMIO È ANDATO A CRISTIAN PAPPALARDO DELL’ISTITUTO ALBERGHIERO DI MAIORI. HA PREPARATO UN CALAMARO GRIGLIATO I prodotti ittici della costa lucana valorizzati attraverso un concorso ALESSANDRO BOCCIA «ORO ROSSO» Altro obiettivo dei ladri erano i cantieri edili da dove portavano via rame e attrezzi vari sa operazione che ha visto la collaborazione anche dei comandi provinciali di Napoli, Genova e Salerno, come ha sottolineato il comandate provinciale di Potenza, colonnello Giuseppe Palma, durante la conferenza stampa tenutasi in Procura a Lagonegro. Delle diciotto ordinanze emesse dal gip dodici sono state eseguite mentre altre sei persone sono ancora ricercate. Dopo gli undici ordini di cattura emessi due mesi fa, le nuove indagini condotte dai carabinieri hanno permesso di risalire agli altri componenti della banda specializzata nel compiere furti «in serie»: quattro persone, tre italiani e un rumeno, sono stati arrestati, altre sette ordinanze sono state notificate in carcere a persone già coinvolte nella prima tranche dell’inchiesta, un’altra persona è stata sottoposta all’obbligo di firma, mentre sei uomini sono tutt’ora ricercati. Il gruppo di malviventi composto da campani e rumeni avrebbe rubato di tutto. Quando il loro obiettivo erano i cantieri edili portavano via rame Torre Annunziata, San Giuseppe Vesuviano e San Gennaro Vesuviano. I ladri entravano nelle case anche i presenza di proprietari, nelle aziende agricole e nei cantieri edili e portavano via velocemente quello che trovavano, qualsiasi cosa avesse un valore. In una notte rubavano in zone diverse, spostandosi a bordo di auto di grossa cilindrata. La refurtiva veniva venduta a Napoli. PIATTI IN GARA Il vincitore a Maratea l E’ andato a Cristian Pappalardo dell’istituto alberghiero di Maiori, nel Salernitano, che ha preparato un calamaro grigliato e farcito di verdure, il primo premio del concorso gastronomico «I prodotti ittici di Maratea e del Golfo di Policastro in cucina» organizzato ieri a Maratea presso la sede dell’Istituto Professionale di Stato per i Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera di via san Francesco. L’iniziativa, ideata dal locale istituto superiore in collaborazione con l’Unione regionale cuochi lucani, ha visto la partecipazione di sei allievi delle quinte classi degli Istituti Alberghieri di Stato di Matera, Potenza, Cosenza, Maiori, Melfi e Maratea, che però non ha gareggiato. I ragazzi, impegnati per tutta la mattinata, hanno preparato antipasti, primi e secondi piatti, tutti a base di pesce, giudicati da un’apposita commissione composta da Rocco Catalano, Giuseppe Isoldi e Tommaso Morone, tutti e tre affermati chef e componenti dell’Unione regionale cuochi. «Siamo molto soddisfatti della riuscita dell’evento, giunto alla settima edizione,- ha commentato Rocco Pezzulo, presidente dell’Unione regionale cuochi lucani - in quanto si tratta di una competizione che ha come obiettivo la valorizzazione dei prodotti ittici nella cucina moderna; la promozione del territorio e la crescita professionale degli allievi al fine di far emergere nuovi talenti della cucina». Soddisfazione per il successo della manifestazione è stata espressa anche dal preside dell’istituto alberghiero di Maratea, Francesco Garramone, che ha inviato i ragazzi «a fare il massimo per valorizzare, attraverso la cucina, i prodotti tipici del Meridione». BRIENZA LA QUINTA EDIZIONE DELLA GARA DI SOLIDARIETÀ PRESSO L’ISTITUTO COMPRENSIVO Un mercatino solidale per aiutare i donatori di midollo osseo l Si è tenuta la 5° edizione del «Charity market for Domos Francesca Lombardi» organizzato dal comprensivo di Brienza. Raccolti circa 850 euro devoluti in beneficenza all'associazione Donatori midollo osseo e cellule staminali emopoietiche (Domos) da anni impegnata nella lotta contro le leucemie. L'iniziativa è stata promossa dalla docente di inglese Pascale Maria che, con l'aiuto dei colleghi e degli alunni, in particolare quelli delle classi terze, ha allestito il mercatino all'interno dei locali della scuola. Davvero tante persone hanno fatto acquisti solidali. «Il successo – ha detto Pascale – è stato ottenuto soprattutto grazie alla straordinaria generosità dei genitori e degli studenti che hanno preparato dolci, hanno messo a disposizione i loro oggetti e infine li hanno comprati». Era presente Silvana Gracco, dirigente dell'istituto, che ha sottolineato «l'importanza di educare i ragazzi ai valori della solidarietà, del dono, e di farlo a scuola». E il riferimento ai più piccoli è arrivato anche da Rosa Viola, presidente dell'associazione Domos che ha ricordato come «spesso sono i bambini ad insegnare agli adulti». RACCOLTA FONDI Mercatino solidale RASSEGNASTAMPA VIII I POTENZA PROVINCIA Mercoledì 9 aprile 2014 VIGGIANO ACQUISITI DOCUMENTI IN RELAZIONE ALLA FIAMMATA DEL 13 GENNAIO SCORSO. UN’INCHIESTA DELLA DDA I carabinieri del Noe blitz nel centro oli impianto al «setaccio» BOATO La fiammata del 13 gennaio scorso nel centro oli di Viggiano l VIGGIANO. I carabinieri del Noe ieri al centro oli di Viggiano. Non è la prima volta da quando, era il 13 gennaio scorso, c’è stata l’ultima fiammata, quella che ha seminato il panico tra gli ambientalisti. I militari, che già erano stati durante le settimane scorse nel «cuore» pulsante del petrolio lucano, hanno acquisito altra documentazione ed effettuato verifiche di natura tecnica con l’obiettivo di chiarire cos’è accaduto esattamente tre mesi fa. L’Eni ha subito spiegato che si è trattato dell’attivazione della fiaccola di sicurezza dell’impianto, causata da una breve mancanza di alimentazione elettrica al sistema di controllo dinamico dell’impianto Dcs. La compagnia petrolifera ha sempre detto che non ci sono stati pericoli per le persone o impatti sull’ambiente. I carabinieri del Noe, ad ogni modo, vogliono vederci chiaro e verificare se non ci siano stati riflessi negativi in grado di produrre inquinamento. L’«irruzione» di ieri nel cen- VENOSA LA PRIMA UDIENZA DEL PROCESSO È FISSATA PER IL 6 GIUGNO A POTENZA Inchiesta sugli «strozzini» a giudizio 4 dei 5 indagati tro oli rientra in un secondo filone d’indagine, condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Potenza. La prima inchiesta, lo ricordiamo, riguarda lo smaltimento di rifiuti prodotti dal centro: secondo l’accusa per tre anni l’Eni avrebbe smaltito in maniera illegale gli scarti con la complicità di alcuni imprenditori locali. Per almeno tre anni e mezzo Eni avrebbe smaltito in maniera illegale i rifiuti prodotti dal Centro oli di Viggiano, in combutta con alcuni imprenditori, tra cui il vertice di Sorgenia, la società energetica del gruppo De Benedetti. Gli inquirenti dell’Antimafia potentina, Laura Triassi e Francesco Basentini, hanno posto sotto indagine undici persone, a cui sono stati notificati i relativi avvisi, per traffico illecito di rifiuti. Tra di loro c’è il responsabile del distretto meridionale dell’Eni, Ruggero Gheller, e i vertici di Tecnoparco Valbasento, terminale di gran parte dei rifiuti prodotti dalle estrazioni petrolifere in Basilicata. IMPIANTO Il centro oli, «cuore pulsante» del petrolio lucano . POTENZA IL 10 E 11 APRILE UN WORKSHOP INTERNAZIONALE A BARCELLONA «Sbarca» in Catalogna il piano strutturale Val d’Agri La decisione del gip Spina. Applicavano tassi fino al 360% Sulla gestione dei sistemi informativi territoriali l VENOSA. Saranno processati il 6 giugno. Tutti rinviati a giudizio gli indagati nell’ambito dell’operazione anti-usura dei carabinieri della compagnia di Venosa. Solo per Riccardo Martucci, 64 anni, di Venosa, il gip Luigi Spina ha deciso per il «non luogo a procedere». A giudizio, invece, Salvatore Prago, 44 anni di Venosa, Rocco Lagala, 53 anni di Venosa, Fabio Santo Patriziano, 28 anni, di Melfi, Nicoletta Mossucca, 43 anni, di Venosa. Accolta, dunque, la richiesta del pm Francesco Diliso a cui si erano riportati gli avvocati che rappresentano le vittime, costituite parti civili: l’avv. Giuseppe Colucci per Luigi Fantini, l’avv. Nicola Spiniello per Saverio Petta, l’avv. Salvatore Laguardia per Giampiero Scola. Costituita parte civile anche l’associazione Interesse uomo. L’unica delle vittime a non costituirsi parte civile è Rocco Carbone. Avrà possibilità di farlo il 6 giugno, in occasione della prima udienza. Secondo i carabinieri della compagnia di Venosa, che hanno condotto le indagini, i tassi usurai sui prestiti arrivavano fino al 360 per cento. E quando gli indagati consegnavano i soldi alle vittime - commercianti e piccoli imprenditori - chiedevano in «garanzia» le foto dei figli, delle mogli e dei genitori. «Era un modo per intimidire le vittime», sostiene la Procura (l’inchiesta è stata coordinata dal pm Francesco Diliso). L’accusa: estorsione, usura e violenza. Le indagini sono cominciate nel mese di aprile, ma il giro di usura, secondo i carabinieri, era in piedi dall’inizio del 2012: sono stati quattro imprenditori a denunciare gli usurai, aprendo così la strada agli investigatori, che ipotizzano in quel territorio decine di casi. I gruppi di «usurai» sono due, distinti tra di loro, con «basi» a Venosa e a Melfi, ma ci sono casi di commercianti che si sono rivolti a entrambi per ottenere denaro. A Venosa, sostengono i carabinieri gli in- contri venivano fissati in una concessionaria di automobili, dove avveniva anche la consegna del denaro e delle foto. I tassi di interesse andavano dal 115 al 360 per cento. Le indagini sono cominciate nel mese di aprile, ma il giro di usura, secondo i carabinieri, era in piedi dall’inizio del 2012: sono stati quattro imprenditori a denunciare gli usurai, aprendo così la strada agli investi- gatori, che ipotizzano in quel territorio decine di casi. I gruppi di «usurai» sono due, distinti tra di loro, con «basi» a Venosa e a Melfi, ma ci sono casi di commercianti che si sono rivolti a entrambi per ottenere denaro. A Venosa, sostengono i carabinieri gli incontri venivano fissati in una concessionaria di automobili, dove avveniva anche la consegna del denaro e delle foto. PROCESSO Il gip Luigi Spina che ieri ha deciso per il rinvio a giudizio di quattro dei cinque indagati l Il piano strutturale intercomunale della Val d’Agri sbarca in Catalogna. L’appuntamento il 10 e 11 aprile con un workshop internazionale a Barcellona sulla gestione dei sistemi informativi territoriali con una sessione dedicata all’innovativo percorso di pianificazione intrapreso in Val d’Agri Pianificazione urbanistica e scambio di buone pratiche dunque nel governo del territorio e nella gestione dei sistemi informativi territoriali. Sono queste le principali tematiche del workshop internazionale che si svolgerà a Barcellona al quale prenderà parte la Struttura di Progetto «Val d’Agri» e il Centro Interdipartimentale di Ricerca Lupt dell’Università Federico II di Napoli, responsabile scientifico per la reda- zione del Piano Strutturale Intercomunale della Val d’Agri. L’occasione offerta dall’incontro spagnolo, organizzato dall’Università Federico II e dell’Università Autonoma di Barcellona, rappresenta un primo riconoscimento di caratura internazionale del percorso innovativo messo in campo con il Piano Strutturale Intercomunale in Val d’Agri, volto ad una trasformazione urbanistica unitaria per tutto l’ambito della Val d’Agri pur nella diversità dei singoli centri comunali. Un appuntamento che permetterà ai docenti, ai ricercatori e ai rappresentanti del Centro di Ricerca della Federico II di partecipare ad un fondamentale momento di scambio e crescita scientifica confrontandosi sull’esperienza condotta, per conto della Re- gione Basilicata, in merito alla redazione del piano, a dimostrazione che è possibile costruire percorsi significativi anche nei territori dove non sempre la pratica della pianificazione ha accompagnato i processi di programmazione. Al workshop, i cui lavori saranno aperti dal dirigente della Struttura di Progetto «Val d’Agri», prenderanno parte, fra gli altri, i professori Oriol Nel?lo, Joan Lòpez e Jordi Martìn dell’Universitat Autonoma di Barcellona; il prof. Antonio Acierno e l’Arch. Angelino Mazza dell’Università Federico II e rappresentanti del Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Basilicata. La due giorni di studio si concluderà con la visita all’Istituto Cartografico e Geologico della Catalunya. TOLVE DA QUALCHE GIORNO HA CHIUSO I BATTENTI L’UNICO DISTRIBUTORE. LA DENUNCIA DI FDI-AN RIONERO UCCISI DA CAMION MILITARE La strage dimenticata dell’8 aprile La replica del Comune: «Noi disponibili a trovare un altro suolo per la ditta» con la morte di 2 bimbi Il paese resta senza benzina ANTONIO MASSARO l TOLVE. Disagi a Tolve per rifornirsi di carburante. I lavoratori che quotidianamente escono fuori paese in auto per lavoro devono preoccuparsi di fare benzina altrove perchè in casa pompe di benzina non ce ne sono più. La denuncia arriva dal gruppo consiliare Fratelli d’Italia AN. «Dopo 60 anni di attività sostiene il gruppo FdI - da alcuni giorni, è stato chiuso l’unico distributore di carburanti. Il Comune di Tolve non ha inteso, per ora, rinnovare il permesso che gli compete, in quanto vuole costringere la società interessata a delocalizzare l’impianto in un sito diverso da quello attuale e fuori dal centro abitato, stante la nota disponibilità economica della stessa ad investire». «Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, se condivide la opportunità di spostare l’impianto in altro sito, sicuramente non ritiene accettabile i metodi esercitati dall’amministrazione comunale. Le due cose, ovvero la delocalizzazione del distributore e l’esercizio dell’attuale, possono e devono andare avanti di pari passo: è un percorso di buonsenso che consentirebbe a tutta la Comunità di utilizzare un importante servizio. Siamo davvero all’assurdo: la normativa consente di tenere aperto un impianto e il Comune lo chiude quale “arma” persuasiva per realizzarne uno nuovo». «E tutto ciò dove accade? In Basilicata, la terra che dà petrolio e soddisfa un grande fabbisogno e, inoltre, a Tolve, dove pende un permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi a pochi chilometri dall’abitato a fronte del quale questa amministrazione comunale ha assistito passivamente a tutto l’iter tecnico - amministrativo». Pronta la replica del Comune di Tolve. «L’amministrazio- ne comunale - sottolinea il vice sindaco Rocco Moles - è pronta da sempre ad offrire la massima disponibilità per la risoluzione di questo problema e per venire incontro alle esigenze dei cittadini. Tanto è vero che che negli ultimi quattro anni rispondendo alla richiesta di “Basile Petroli», in cui chiedeva un sito per la realizzazione dell’impianto, il Comune lo aveva individuato fuori paese, non trovando il gradimento della ditta». «Da qui - prosegue Moles - la nuova individuazione di un sito in piazza Dante Alighieri. Ma secondo Basile la presenza di una paratia a valle pregiudicava la realizzazione dell’impianto». Rincara il concetto il sindaco. «Il Comune - evidenzia Rocco Viggiano - sta dalla parte della gente. Abbiamo fatto fare numerosi sopralluoghi. E al momento siamo in attesa di sviluppi e indicazioni provenienti dalla ditta che ci indicherà il suolo di suo gradimento». l L’ 8 aprile di ogni anno apre, come da quella lontana domenica dell’Ottava di Pasqua 1945, da ben 69 anni, nella memoria storica della comunità cittadina, una piaga che non riesce a rimarginarsi. Soprattutto nella mente e nel cuore di quelli che hanno avuto un coinvolgimento diretto, vuoi per essere stati colpiti, personalmente, negli affetti più cari dal fatto luttuoso. Quell’8 aprile 1945 partiva la vera processione per il trasferimento del miracoloso quadro raffigurante la Madonna del Monte Carmelo. Ore 12.30, sosta in via Marconi, altezza civici 55 -57. Il fuochista Pallante è pronto per accendere i piccoli fuochi. Improvviso frastuono e fuggi, fuggi. Un camion di militari americani piomba, da tergo, sul corteo. Scende a precipizio e finisce la sua corsa contro un muretto, in via Macello, al di là del quale giocano alcuni bambini. Vito Catena, due anni muore schiacciato, il fratello Gerardo, ha una gamba spezzata; Anna Maria Pompei, poco più di un anno e mezzo, strappata dalle braccia della madre, è travolta e morirà nella notte. Oggi c’è solo il muretto a ricordarsi di loro. Via Macello è diventata via B. Croce. Nessun segno tangibile che ne faccia memoria. [ddl] RASSEGNASTAMPA POTENZA PROVINCIA I IX Mercoledì 9 aprile 2014 LAGOPESOLE OGGI GLI STAND DEL LABORATORIO PER METTERSI IN GIOCO E VALORIZZARE LE PRODUZIONI LOCALI Studenti-imprenditori: una sfida su legalità ed ecosostenibilità Protagonista l’Ips per l’agricoltura e lo sviluppo rurale «G. Fortunato» ANITA FERRARI * l LAGOPESOLE. Promuovere una vera e propria «cultura degli affari», finalmente etica e legale, creare una sinergia realmente produttiva ed efficace tra scuola, territorio e mondo del lavoro, puntare sullo sviluppo socio-economico del nostro territorio attraverso la valorizzazione delle sue peculiarità, anche legate all’agroalimentare. Questi gli obiettivi della manifestazione «Giovani imprese in fiera» organizzata, in collaborazione con la Pro Loco, dall’Istituto Professionale Servizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale “Giustino Fortunato” di Potenza – sede coordinata di Lagopesole, che si svolge oggi aprile presso la Piazza Federico II di Lagopesole (ore 15.00-18.30). Durante la manifestazione, i giovani studenti-“imprenditori” presenteranno attraverso stand espositivi le loro nascenti imprese e i loro prodotti, nati nell’ambito delle iniziative e del progetto promosso da «IGS per la scuola»- Students Lab (IGS srl - Imprese Giovani Studenti); il laboratorio relativo al progetto «Laboratorio d'impresa .biz» seguito dagli alunni delle classi IV dell’I.P.A.S.R. “Giustino Fortunato” di Lagopesole (Dirigente scolastico, prof.ssa Carmela Cafasso, direttore sede di Lagopesole, prof. Sergio Cuseo), ha avuto come obiettivo quello di proiettare gli studenti dai banchi di scuola direttamente nel mondo del lavoro: le attività svolte, difatti, coadiuvate dal lavoro e dai preziosi suggerimenti del Trainer, Francesco Giambersio, sono state quelle di simulazione di due mini-imprese, la “Lucky Wine Rack” (classe IV A - docente referente: Giuseppe Avigliano) e la “Carchiola S.p.a.” (classe IV B - docente referente: Michele Sessa), con annessa realizzazione, promozione e commercializzazione dei rispettivi prodotti. In una prospettiva che mira all’ecosostenibilità e al riciclo, la “Lucky Wine Rack” è un’azienda che si occupa della produzione e commercializzazione di rack per bottiglie di vino costruiti con ferri di cavallo destinati al macero al fine di favorire, ovviamente, anche il consumo dei prodotti enologici della Basilicata, su tutti l’Aglianico del Vulture. La “Carchiola S.p.a” è un’azienda, invece, che ha puntato sulla produzione e commercializzazione della carchiola, il piatto tradizionale forse più rappresentativo della cucina aviglianese, una pietanza povera e da salvaguardare che continua a parlarci e a raccontarci la storia di una civiltà, quella contadina, che ci appartiene profondamente rappresentando le nostre radici, ancora vive. Con convinzione e tenacia, promuovendo un’idea di impresa possibile e al fine di creare gli slanci e le giuste opportunità che, sole, possono permettere a tanti giovani lucani di non vedersi più costretti a lasciare i propri paesi in frantumi, per dirla con Rocco Scotellaro, e a innamorarsi ancora, sempre, dei nostri luoghi, di queste terre di vento e silenzio, fin qui i giovani studenti dell’I.P.A.S.R. di Lagopesole. In attesa dell’evento «Giovani imprese in fiera», intanto, il primo risultato che l’I.P.A.S.R. di Lagopesole ha portato a casa è la qualificazione alla fase nazionale del progetto IGS «Laboratorio d'impresa .biz», di entrambe le sue aziende in gara (finaliste regionali insieme all’I.S.I.S. Ruggiero di Lauria), premiate per «la creatività artigianale e la valorizzazione dei prodotti locali»; a seguito di una attenta valutazione da parte di una giuria qualificata, la Lucky Wine Rack e la Carchiola S.p.a. hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento durante la «Competizione Locale dei laboratori IGS- Students Lab» tenutasi il giorno 7 aprile presso il Polo Acquisti Lucania – Tito che ha visto confrontarsi, in una sana e costruttiva competizione, ben 18 tra gli istituti della provincia di Potenza. [* Docente dell’I.P.A.S.R. di Lagopesole] IL PROGETTO Progetto di «IGS per la scuola»-Students Lab, «Laboratorio d'impresa .biz» SCUOLA E IMPRESA La locandina dell’iniziativa odierna POTENZA FINO AL 17 APRILE E POI DA 5 AL 15 MAGGIO I RAGAZZI DELL’IPSIA SARANNO IMPREGNATI IN ATTIVITÀ DI STAGE E FORMAZIONE Alternanza scuola-lavoro studenti nei laboratori Arpab ANALISI Laboratorio Arpab . l L’Arpa Basilicata accoglie nei suoi laboratori studenti dell’ Ipsia «G. Giorgi» di Potenza per attività di stage e formazione nell’ambito di un progetto di “alternanza scuola- lavoro. Dunque l’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente di Basilicata e l’Istituto Ipsia di Potenza hanno stipulato una convenzione nell’ambito di un progetto di Alternanza Scuola – Lavoro con la quale l’Agenzia si impegna ad accogliere, per 60 ore, 14 alunni frequentanti la classe 5° indirizzo chimico -biologico dell’Istituto. Gli studenti coordinati dalla prof.ssa Rinaldi dell’Ipsia e dalla dott.ssa Anna Cammarota dell’Arpab, svolgeranno lo stage formativo nell’Ufficio « Laboratorio Strumentale» dell’Agenzia diretto dalla dott.ssa Katarzyna Pilat che li accompagnerà durante tutto il percorso formativo nelle attività di analisi di tutte le matrici ambientali che l’ufficio realizza quotidianamente. «Essere accolti in Arpab spiega la dirigente scolastica FINALITÀ Un modo per arricchire le conoscenze sulla sostenibilità ambientale dell’Ipsia, prof.ssa Giovanna Sardone - rappresenta un valore aggiunto per la scuola in quanto dà la possibilità agli studenti di verificare sul campo concetti teorici appresi in aula, consentendo loro di acquisire GENZANO I BIANCOROSSI IN PRIMA CATEGORIA DOPO CINQUE ANNI DI «BUIO» La promozione dell’Alto Bradano «risveglia» la passione calcistica del paese Mister Terranova: «Abbiamo rinverdito la gloriosa storia locale» ANTONIO MASASRO l GENZANO DI LUCANIA. Dopo cinque anni di «buio», dall’ultima apparizione di una squadra genzanese in serie D, il popolo degli sportivi ha ritrovato la voglia e la passione per il calcio tornando ad affollare lo stadio comunale. Insomma «febbre» per il calcio ritrovata. Lo ha fatto in occasione della gara decisiva per il salto in Prima categoria. Vittoria centrata con il classico 2-0 e promozione in tasca contro il Baragiano, unica formazione che nel corso della stagione è riuscita a battere nella gara d’andata i biancorossi. Per il resto è stato un cammino trionfale con 18 gare vinte e sole tre pareggiate. 52 i gol fatti e solo 8 quelli subiti, tanto da risultare la migliore difesa del torneo di Seconda categoria. Festa grande dopo il match. Fino a notte inoltrata, non sono mancati cortei e sfilate. Dopo il lungo periodo di «digiuno» sembra davvero torna- ta la voglia di pallone in un centro che ha trascorso annate travolgenti e ricche di risultati sportivi. Ed eccoli i protagonisti di questa avvincente cavalcata. Tutti hanno dato un grande contributo a cominciare dai difensori, capitan Teto in testa a Di Stasi, ai centrocampisti Militello e Beccasio, agli attaccanti arrivati a torneo in corso come Di Matteo (miglior realizzatore) e Carretta, alla fondamentale esperienza di Astudillo. Senza dimenticare la memoria storica Cilla che...nonostante l’età ha difeso da par suo in due occasioni la porta dell’Alto Bradano. La società ha puntato molto sui giovanissimi, in «rosa» almeno 6 o 7 sedicenni. Ecco il resto dei protagonisti della stagione: Laginestra, Lepore, Palma, i due Caputo (Donato e Ferdinando), Bruscella, Giordano, Zotti e De Bonis. Bella la dedica riportata sulla maglietta nella gara decisiva contro il Baragiano, dedicata a Pasquale Tedesco, vit- tima di un brutto incidente automobilistico che da mesi lotta in letto d’ospedale. Trascinatore come pochi in panchina, ecco il mister. «Non ci sono particolari segreti per spiegare questo nostro successo spiega Tommaso Terranova - se non la forza, la coesione di un gruppo, anche dirigenziale, che ha fortemente voluto recitare un ruolo di primo piano. Ci abbiamo creduto anche a costo di una grande abnegazione. E per questo ringrazio quanti ci hanno incoraggiato e sostenuto perchè Genzano in ambito calcistico ha una storia da rinverdire». «Godiamoci questo successo - interviene il presidente Mario Malatesta - poi guarderemo al futuro». Il gruppo di amici e dirigenti, compreso Energy Italia, che hanno dato una bella mano d’aiuto a Terranova e soci sono Roberto Muscillo, Franco e Giovanni DI Stasi, Nicola Martino, , Michele Ruggero, Donato Sileo e Donato Anobile. FESTA A GENZANO Nelle foto alcuni flash della vittoriosa e decisiva gara controp il Baragiano per il salto in Prima categoria dell’Alto Bradano. Il pubblico è tornato ad affollare le gradinate dello stadio comunale saperi tecnico- scientifici in specifici ambiti lavorativi fondamentali per il loro futuro ingresso nel mondo del lavoro». - Come sottolinea Raffaele Vita, direttore dell’Arpa Basilicata, -«Aprire le porte alle scuole, agli studenti, ai giovani, far vedere loro un laboratorio chimico, affiancarli ai tecnici nelle attività routinarie di analisi chimiche delle acque, degli alimenti, del suolo, spiegare le complesse modalità esecutive, arricchisce il loro bagaglio di conoscenze e la loro consapevolezza sul fatto che oggi occorre porre grandissima attenzione ai temi, che genericamente noi definiamo, della sostenibilità ambientale». I ragazzi saranno presenti in Arpab fino al 17 aprile e successivamente da 5 al 15 maggio prossimo. RASSEGNASTAMPA X I MATERA CITTÀ Mercoledì 9 aprile 2014 FALLIMENTO PILOTATO I CONTROLLI CONTINUERANNO Il sequestro "preventivo per equivalente" eseguito dalla Guardia CONSUMATI ANCHE REATI TRIBUTARI èdistato finanza che ha poi posto i sigilli ai beni CHI ERA IL GESTORE APPARENTE Quote sociali cedute a un extracomunitario risultava nullatenente e si sarebbe dovuto addossare qualsiasi responsabilità Nuovi controlli della Polizia Trovati vicino alla scuola con quindici dosi di hashish A cccia di droga nelle scuole. Lo fanno con molto tatto le forze dell’ordine e, anche per questa ragione, quando riescono a mettere l mani su sostanze stupefacenti di vario tipo non rivelano mai il luogo, le scuole in cui hanno operato. Comprensibile questione di tatto, mentre proseguono i controlli antidroga con le unità cinofile nelle scuole materane programmati d’intesa con i dirigenti scolastici. I controlli, che si prefiggono di svolgere una funzione prevalentemente preventiva nei confronti dei ragazzi, sono stati svolti con la piena collaborazione degli studenti e nella gran parte degli istituti visitati non c’è stato alcun rinvenimento di sostanze stupefacenti. Nella giornata di ieri due sono stati gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado controllati. In uno dei due i cani addestrati della Polizia hanno fiutato della droga. Una studentessa è stata trovata con una dose di marijuana indosso. Sono stati chiamati immediatamente i genitori e la ragazza è stata segnalata al Prefetto. Nei giardini antistanti la scuola sono stati poi rinvenute 15 dosi di hashish, già pronte per il consumo, nascoste negli ovetti di una nota casa produttrice di cioccolato. Al momento non sono stati individuati i responsabili del trasporto e occultamento. le altre notizie COMUNE, ELEZIONI EUROPEE Nomina scrutatori pubblicato l’avviso FIAMME GIALLE Scatta il sequestro preventivo dopo le indagini delle Fiamme gialle e la decisione del giudice Per bancarotta fraudolenta sotto sequestro case e auto Valore 500 mila euro, sono indagati quattro imprenditori di un salottificio l «Fiamme gialle» in azione. Tre immobili edificati tra la città dei Sassi e provincia, una lussuosa autovettura di marca tedesca e certificati di deposito bancari per un valore complessivo di circa 500 mila euro. Non è sicuramente il patrimonio tipico di chi è costretto dai tempi ad accontentarsi di lavoretti precari. A tanto ammonta il patrimonio sottoposto a sequestro preventivo, su provvedimento del giudice per le indagini preliminari del Tribunale dai militari della Compagnia Guardia di Finanza Matera ai danni di quattro imprenditori materani denunciati, a vario titolo, per bancarotta fraudolenta e reati tributari, quali omessi versamenti di Iva, di Irpef e di ritenute previdenziali e assistenziali per alcune centinaia di migliaia di euro. Il sequestro preventivo, preliminare INDAGINI COMPLESSE I quattro sono accusati anche di reati tributari per alcune centinaia di migliaia di euro all’applicazione della confisca per equivalente - spiega un comunicato - è il provvedimento disposto su somme di denaro, beni o altre utilità di cui l’indagato abbia la disponibilità per un valore corrispondente al prezzo, al prodotto e al profitto del reato, previsto per talune attività ritenute criminose allorquando sia intervenuta condanna e sia impossibile identificare fisicamente le cose che ne costituiscono effettivamente il prezzo, il prodotto o il profitto. La certosina attività di indagine sviluppata dalle Fiamme gialle materane, durata diversi mesi, originata dal fallimento di una società che era attiva nel settore del mobile imbottito, ha consentito di tracciare le condotte anomale di alcuni amministratori e soci dell’impresa che l’hanno volutamente indebitata. Il depauperamen- to totale delle casse della società è stato scientemente operato attraverso la creazione di un’impresa di consulenza gestita dai medesimi soci che, nel triennio antecedente al fallimento, ha fatturato somme per circa 360 mila euro alla società fallita per fantomatiche “attività di consulenza di mercato e servizi di direzione generale”. «La dinamica patologica di deterioramento», così vine definita dagli investigatori, in ultimo, è stata realizzata con la cessione delle quote sociali ad un cittadino extracomunitario, il quale si sarebbe dovuto addossare le responsabilità penali, civili ed amministrative della precedente gestione e nei confronti di cui lo Stato non sarebbe stato in grado di recuperare gli ingenti crediti vantati. INFRASTRUTTURE CONFAPI, ESCLUSI DA PROGRAMMAZIONE E POSSIBILITÀ DI FINANZIAMENTO «Quell’accordo mortifica le esigenze del territorio» l «L’accordo di programma quadro per le infrastrutture stradali, sottoscritto nei giorni scorsi a Roma con una dotazione di 400 milioni di euro, non tiene conto delle esigenze di viabilità del territorio della provincia di Matera. La progettazione preliminare e definitiva della “Matera-Ferrandina-Pisticci” e della “Gioia del Colle-Matera” è assolutamente insufficiente per un territorio fortemente deficitario dal punto di vista viario e dei collegamenti, come dimostra la difficoltà del settore turismo di decollare appieno. Altrettanto dicasi per la “Pisticci-Tursi”, dove viene finanziata solo la progettazione e non l’esecuzione delle opere». Il presidente di Confapi Matera, Enzo Acito, ritiene che l’assenza dei progetti preliminari di altri interventi significa che il Materano sarà escluso dalla programmazione delle infrastrutture stradali e, quindi, dalla possibilità di finanziamento, per i prossimi anni. Particolare attenzione merita il mancato finanzia- mento del collegamento Murgia-Pollino che, previsto per un importo di 240 milioni di euro nel dossier di candidatura di Matera capitale della cultura 2019, naufraga in un misero e parziale finanziamento della progettazione preliminare della Matera-Gioia del Colle, dimezzando in un sol colpo la dotazione finanziaria prevista per le grandi infrastrutture nel dossier di candidatura Matera 2019. Ancora una volta - evidenzia Acito Matera sconta la disattenzione e le promesse non mantenute n In occasione delle prossime consultazioni elettorali del Parlamento Europeo del 25 maggio 2014 si rende noto che la Commissione elettorale Comunale procederà alla nomina degli scrutatori tra coloro che, iscritti all’Albo delle persone idonee a svolgere la funzione di scrutatore, faranno pervenire domanda entro le ore 12 del giorno 24 aprile 2014 all’ufficio elettorale del Comune di Matera dichiarando di essere disoccupati/inoccupati, iscritti alle liste di collocamento del Comune di Matera, o di essere studenti e comunque non percettori di reddito. Le autocertificazioni saranno oggetto di verifica da parte dell’ufficio. Ove il numero delle domande dovesse superare il numero prescritto necessario a coprire tutte le sezioni elettorali si procederà al sorteggio. Le domande sono scaricabili dal sito del Comune (www.comune.mt.it) o possono essere ritirate presso lo sportello dell’ufficio Urp al piano terra del Comune di Matera e devono essere consegnate esclusivamente a mano presso l’ufficio Urp. DICEM, SEDE SAN ROCCO «Anche l’occhio vuole la sua parte» n La sede del Dicem (Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo), dalle 11 ospita il seminario "Anche l'occhio vuole la sua parte". In via San Rocco, nell'Aula Sassu, docenti e ricercatori del Dicem e di altri atenei italiani si incontreranno per discutere del concetto di paesaggio da diverse angolazioni, e con differenti prospettive disciplinari. Interverrano, tra gli altri, Chiara Scardicchio, dell'Università di Foggia, e Leonardo Chiesi, dell'Ateneo di Firenze (in videoconferenza). Il 22 e il 23 maggio, inoltre, è previsto un incontro finale. L'iniziativa è inserita nel più ampio progetto Walking on the line – Black-Scapes, percorso di ricerca condivisa per esplorare le zone di interferenza e intreccio fra le varie discipline, articolato in seminari e laboratori che si snoda lungo tutto l’anno accademico. TOURING CLUB ITALIANO Bandiera arancione a Corleto e a Valsinni GIOIA DEL COLLE Casello autostradale così vicino, eppure così lontano della classe politica, concentrata su altri obiettivi. A questo punto bisogna garantire le priorità e quindi la cantierabilità degli interventi previsti nella provincia di Matera che, quantunque ricompresi nell’accordo, devono adesso essere seguiti con la dovuta at- tenzione. Questi interventi, infatti, oltre a migliorare la dotazione infrastrutturale viaria del territorio, rappresentano un’importante opportunità di lavoro per il settore delle costruzioni, che versa in una crisi che dura da troppo tempo. n Guardia Perticara e Valsinni sono i paesi ai quali il Touring club italiano ha assegnato la “bandiera arancione”. Lo ha annunciato il Tci, ricordando che la “bandiera arancione” (ne sono state assegnate finora 200) è nata nel 1998 e rappresenta un “marchio di qualità del Touring club che selezione e certifica le località dell’entroterra con meno di 15 mila abitanti che soddisfano oltre 250 rigorosi criteri di valutazione e che sono in linea con gli standard qualitativi previsti dal modello di analisi territoriale del Touring”. RASSEGNASTAMPA MATERA CITTÀ I XI Mercoledì 9 aprile 2014 AZIENDE IN VETRINA LA BASILICATA CHE PRODUCE IN PIAZZA DELLA VISITAZIONE Si amplia il numero degli stand a disposizione degli espositori che sono sempre più in aumento dalle regioni limitrofe Macchine in pressione per «Matera è Fiera» La campionaria torna per il quinto anno dal 3 al 7 settembre ENZO FONTANAROSA l La macchina organizzativa di “Matera è Fiera” si è già messa in movimento. La campionaria, organizzata dalla società di sviluppo e promozione Quadrum, si svolgerà dal 3 al 7 settembre nella ormai consueta cornice di piazza della Visitazione. La quinta edizione della fiera punta decisamente a superare gli importanti numeri degli scorsi anni, in termini di presenze di espositori e di visitatori. L’iniziativa è stata presentata ieri nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella Camera di Commercio. «Ogni anno la nostra organizzazione mette in campo una sfida – ha detto Donato Braia, uno degli am- ministratori della società Quadrum –. Quest'anno il nostro obiettivo è la crescita della manifestazione. Nell’area fieristica aggiungeremo altri trenta spazi per gli espositori per puntare a totalizzarne 250. Contiamo di coinvolgere sempre più gli operatori economici del Potentino ma anche quelli delle regioni limitrofe, con la Puglia in testa. Matera diventa sempre più un attrattore, specie dalla vicina Puglia. Abbiamo l'obbligo di valorizzare sia il nostro progetto che la città». Possibilità di aprirsi all’estero? «È un altro obiettivo – ha aggiunto – per il quale stiamo iniziando a lavorare cercando di capire quali aziende potrebbero essere interessate anche ad avviare scambi con mercati in- CAMPIONARIA MATERANA Una scorsa edizione della fiera [foto Genovese] ternazionali». La campionaria materana si riproporrà offrendo la consueta vetrina sulle realtà produttive dall’artigianato all’industria, dal commercio all’agroalimentare. «È un evento che movimenta l’economia: questo è “Matera è Fiera”», ha sintetizzato Franco Braia, amministratore di Quadrum, anticipando che per il futuro si sta da tempo lavorando «perché la manifestazione si sposti da piazza della Visitazione. Va bene per certi aspetti che in questa zona centralissima si possa svolgere la fiera, ma ci si rende conto che si crea pure una situazione caotica specie con il traffico. In tal senso si sta progettando di costituire un ente fiera e quindi così realizzare anche quel trasferimen- to della campionaria in una zona non totalmente decentrata ma di sicuro più idonea allo scopo e in prospettiva della crescita dei partecipanti». Tra le novità del 2014, l’intesa con il “Trm Network” che sul canale 601 del digitale terrestre (Trm Edu) per sei mesi proporrà un palinsesto dedicato a “Matera e fiera”, trasmettendo momenti di approfondimento con i protagonisti di questa edizione oltre a servizi d’archivio delle edizioni passate e tutti gli appuntamenti. Tra i partner ci sono anche i creativi di “Ideama” Alberto Acito e Gianni Albanese mentre si rafforza la collaborazione con “Bi3”, il cui amministratore è Antonio Braia, per proseguire con la parte convegnistica e la formazione dedicata alla cultura d’impresa. Nell’ambito della fiera, poi, dove sarà dato spazio anche al volontariato e ai vari sodalizi, si inserirà il consueto appuntamento con la rassegna di cabaret “Melarido” mentre, in collaborazione con la Lucana Film Commission, ogni sera sarà proiettata una pellicola legato in qualche modo a Matera e alla sua storia. Alla presentazione sono intervenuti, oltre agli amministratori di Quadrum, anche il presidente della Camera di Commercio Angelo Tortorelli, gli assessori alle Attività produttive Giuseppe Tragni (Comune) e Nicola Tauro (Provincia), il direttore responsabile di Trm Rossella Tosto e il consigliere regionale Luca Braia. STORIA LOCALE LA SINERGIA TRA ENTI EVITÒ IL TRACOLLO DELL’INTERA ECONOMIA REGIONALE CON UNA OPERA IDRAULICA le altre notizie Nell’emergenza idrica del 1988 un esempio di collaborazione CARMELA COSENTINO l Agosto 1988. Nelle campagne lucane dilagava la disperazione, non pioveva da molti mesi e i raccolti rischiavano di andare perduti. Non si era mai assistito prima di allora a un fenomeno di tale portata. La siccità, l’assenza di acqua, gli invasi asciutti, spinsero i contadini a manifestare nelle piazze e nelle strade di Matera, bloccando con i trattori le vie di accesso alla città. L’economia della Basilicata rischiava il tracollo. Fu allora che si decise di intervenire, realizzando una grande opera idraulica, compiuta in tempi record dal Consorzio di Bonifica Bradano e Metaponto allora presieduto dall’ingegnere Michele Leone. Il progetto, ricordato nel convegno “Il giorno dell’acqua- L’emergenza idrica del 1988” organizzato dal Lions Club Matera Host e tenutosi l’altra sera nella Mediateca provinciale, sarebbe servito per convogliare le acque del fiume Basento, provenienti dalla diga di Camastra, negli impianti irrigui a servizio di tutto il territorio lucano della costa jonica. Un’impresa che fu realizzata in tempi record, in soli 18 giorni mostrando la capacità dei lucani di saper agire e operare in accordo, risolvendo un problema che era divenuto un “caso” nazionale. «Furono giorni di fuoco – ha ricordato l’ingegnere Leone l’allora Commissario del Consorzio nel suo intervento – ma si riuscì a realizzare un’impresa epocale, perché in soli 18 giorni, dopo vari mesi di siccità che stava portando alla distruzione anche gli impianti arborei dell’intero metapontino, furono posate circa 9 chilometri di tubazioni di grandi dimensioni, fu realizzata una vasca di calma delle acque del Basento e una stazione di pompaggio in contrada San Teodoro di Pisticci dove, tramite 4 mega pompe prelevate dalla Valtellina, si convogliarono le acque raccolte nelle condotte di adduzione verso il canale Recoleta, che distribuiva ac- GARKO COME VALENTINO Così il mito di «Rudy» rivivrà anche nei Sassi RISORSE IDRICHE In questo settore ci sono potenzialità di sviluppo notevoli . qua ai comprensori di San Basilio, Scanzano Jonico e Policoro». Si proseguì realizzando altre opere minori per consentire la ripresa dell’irrigazione in tutto il territorio agricolo del Metapontino con il concorso delle imprese lucane e di quelle del territorio nazionale, riunite in un raggruppamento con capogruppo l’Impresit Spa. In sostanza fu un’operazione storica, come è stato ricordato dai soggetti intervenuti all’incontro, il sindaco Salvatore Adduce, il presidente della Provincia Franco Stella, il Commissario straordinario dei Consorzi di bonifica lucani Giuseppe Musacchio, il presidente del Consorzio di Bradano e Metaponto Angelo Carriero e il presidente del Distretto Lions 108YA Salvatore Guarino .Un’impresa importante, ma ancora replicabile nei suo caratteri? «È possibile – ha sottolineato il Governatore della Regione Basilicata Marcello Pittella – ma si tratta di recuperare quel virtuosismo e quell’amore per la Basilicata che ha caratterizzato il 1988, e tradurli in azioni. La nostra Regione ha risorse e capacità, e nel settore idrico ci sono potenzialità di sviluppo notevoli. Con le altre Regioni abbiamo la necessità di collaborare a livello interregionale e di condividere un percorso. È questo lo schema su cui dobbiamo lavorare». n Un evento itinerante, quattro tappe in due giorni per accompagnare Rodolfo Valentino in un ideale ritorno a casa. Gabriel Garko, vestito con i costumi di Valentino, percorrerà con un’auto d’epoca un Tour attraverso alcune città d’Italia, partendo dagli studi di Cinecittà, la gloriosa mecca del cinema italiano e non solo, fino a Castellaneta, in provincia di Taranto, cittadina dove nel 1895 Valentino nacque (all’anagrafe come Rodolfo Pietro Filiberto Raffaello Guglielmi) e che ora si fregia del titolo di città del mito, passando per Napoli e a Matera venerdì 11 aprile, alle 19.45 in piazza Vittorio Veneto. Rodolfo Guglielmi, nato a Castellaneta, vicino Taranto, nel maggio 1895, arrivò a conquistare l’America e Hollywood, primo sex symbol assoluto con una popolarità ai limiti dell’isteria nell’epoca del cinema muto, fino alla scomparsa prematura a soli 31 anni a New York nel 1926. L’attore è affiancato sul set da Giuliana De Sio, Cosima Coppola e Victoria Larchenko. La serie è prodotta da Teodosio Leosito. SCUOLA NEL PROGETTO SONO STATE COINVOLTE LE SCUOLE ELEMENTARI «GUGLIELMO MARCONI» E IL PLESSO DI LA MARTELLA DELL’ISTITUTO «PADRE SEMERIA» Educati a una alimentazione corretta tra i banchi Oltre duecento alunni hanno preso parte a «Pesca l’azzurro: scopri e gusta le risorse del mare» l Oltre duecento alunni delle Scuole elementari “Padre Giovanni Semeria” (plesso di La Martella) e “Guglielmo Marconi” di Matera hanno preso parte ieri ad un incontro didattico dedicato alla campagna educazionale “Pesca l’azzurro: scopri e gusta le risorse del mare”. La giornata divulgativa è rientrata tra i programmi finanziati dal Dipartimento politiche agricole della Regione Basilicata, attuati attraverso l’Inea tra le attività previste dal Fondo europeo pesca regionale (Fep) 2007-2013, Misura 3.4. che coinvolge le scuole elementari e medie del territorio regionale. Nel corso del programma di educazione alimentare teso a incentivare la conoscenza del settore sono stati distribuiti kit didattici alle scuole con materiale da rielaborare in classe con i docenti. La metodologia implica varie attività creative e teorico-pratiche che hanno quale tematica la pesca e la tutela del mare, utilizzando il linguaggio per immagini sia dal punto di vista dei testi, dell’iconografia e della fotografia. I bambini hanno disegnato e costruito cartelloni con le peculiarità organolettiche del cosiddetto pesce azzurro presente nel Mar Mediterraneo che ha qualità elevate dal punto di vista nutrizionale, ma l’esperienza ha interessato anche l’educazione ambientale oltreché la geografia e le scienze naturali in genere. Altre attività hanno riguardato l’arte, la storia, la rappresenta- zione teatrale e la realizzazione di temi e fumetti. In proposito le classi che si distingueranno saranno premiate. Saranno, infine realizzati laboratori fotografici sui litorali di Metaponto e Maratea. La campagna vede la partecipazione della cooperativa sociale “Zero in condotta” con l’associazione culturale “L’Albero” oltreché una serie di esperti del settore. Più in generale il programma di promozione del settore ittico e della pesca in Basilicata, portato avanti dal Dipartimento regionale politiche agricole e forestali, oltre all’animazione nelle scuole ha come finalità la diffusione e la valorizzazione della cultura ittica anche sotto dell’alimentazione sul territorio oltreché lo sviluppo di nuovi mercati. MANGIARE SANO Alimentazione sana ed equililbrata RASSEGNASTAMPA XII I MATERA PROVINCIA Mercoledì 9 aprile 2014 POMARICO I RESIDENTI DI PIANA PACILIO PREOCCUPATI PER IL FRONTE DEL DISSESTO La frana toglie il sonno «Ora abbiamo paura» DONATO MASTRANGELO l POMARICO. Un incubo che cresce ogni notte e che prende forma con quelle crepe nel terreno che diventano sempre più profonde. Sono i solchi che si aprono lungo quella che doveva essere una strada e dove invece, la frana scivola verso valle inesorabilmente. Nella parte sovrastante, soltanto a poche centinaia di metri in linea d’aria, ci sono le abitazioni, diversi fabbricati dove risiedono una cinquantina di famiglie. Siamo a “Piana Pacilio”, nel pieno centro abitato, il fronte franoso che è stato classificato come quello a più elevato rischio nel paese già particolarmente esposto alla fragilità dell’assetto idrogeologico. Un centro abitato, Pomarico, che già in un passato neanche troppo lontano, ha scontato tragedie legate agli eventi franosi. Il timore tra la gente aumenta come i segni del dissesto dopo intense piogge del fine settimana. «Non ci sentiamo tranquilli - afferma Massimo Marino - che vive con la sua famiglia nella zona. Abbiamo costituito un comitato per chiedere la messa in sicurezza dell’area venga eseguito al più presto. Qui vicino c’è anche la scuola. Peraltro non c’è alcuna protezione che delimita la zona dell’avvallamento. Nei giorni scorsi abbiamo incontrato anche il sindaco per cercare di capire come si sta evolvendo l’iter relativo al consolidamento». «I nostri interrogativi - dice Nunzio D’Antona - si riferiscono ai tempi e alle modalità di intervento. Dove c’è la frana era prevista la costruzione di una circonvallazione». La parte sottostante, interessata da una rilevante opera di disboscamento e forse con una regimentazione delle acque troppo approssimativa ha fatto il resto. I cordoli di cemento armato sono collassati a causa della pressione sempre più forte del terreno. «Il paradosso - prosegue D’Antona - è sono stati installati i pali metallici della pubblica illuminazione ora tra- volti dalla frana ed invece forse bisognava preoccuparsi più della staticità del sottosuolo con oppurtune indagini geologiche e palificazioni». Sono sei i fossi che insistono sul territorio pomaricano: Capo d’Inferno, Gisso, Serrone, Bordano Cutana e San Pietro. «È dal 2008 che sollecitiamo gli organi competenti - dichiara il sindaco uscente Giuseppe Casolaro -. Il Comune ha espletato tutto quanto è nelle sue prerogative sottoponendo alla Regione Basilicata e al mini- stero dell’Ambiente un dettagliato dossir sullo stato di criticità idrogeologica del territorio, allegando tutta la documentazione tecnica. La nostra Amministrazione ha anche redatto alcuni progetti tra cui figura anche quello per il consolidamento di Piana Pacilio per un importo di un milione e 800 mila euro. Nei giorni scorsi ho incontrato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il direttore genrale dell’ex Ufficio Difesa del Suolo, Maurizio Pernice». TERRITORIO FRAGILE L’area di Piana Pacilio dove abitano una cinquantina di famiglie. Per i residenti cresce la preoccupazione per le crepe che si aprono nella parte sottostante ai fannricati TURSI «MUOVIAMO TURSI» REPLICA POLEMICA ALL’UGL ROTONDELLA BIMBO MARCONIA LE RICHIESTE DEL TAVOLO VERDE «No all’ampliamento Il piccolo della discarica operato va messa in sicurezza» è a casa SALVATORE VERDE l TURSI. «La discarica va messa in sicurezza, non ampliata». È il senso della polemica sul’impianto in contrada Monticelli di Colobraro, che oppone la “costituente” associazione politica MuoviAmo Tursi al sindacato autonomo Ugl. Nei giorni scorsi, infatti, il segretario provinciale Luigi D’Amico chiedeva “l’immediata riapertura della discarica, per difendere i posti di lavoro di nove operai oggi disoccupati”. Netta e articolata la replica di Mario Cuccarese, portavoce dell’associazione: «Smentiamo i numerosi luoghi comuni e la disinformazione seminata ad arte tra i cittadini. Mesi addietro, abbiamo dimostrato che quella la discarica ha distrutto ricchezza e posti di lavoro, a causa dell’inquinamento gravissimo di terreni e falde acquifere. Sono stati stimati 20 posti di lavoro in meno nel settore dell’agricoltura, a cui bisogna aggiungere altre unità nel settore del turismo. Insomma, tali impianti sono una scelta antieconomica e fallimentare (un tempo vi lavoravano fino a 35 unità, pur sempre in condizioni assai disagiate). Ci sorprende che l’Ugl si sforzi così ardentemente di tutelare un ecomostro (con fuoriuscite accertate di percolato), tanto da chiederne l’ampliamento». Il movimento cittadino tursitano ha raccolto nelle scorse settimane più di 400 firme per chiedere la messa in sicurezza della discarica e la sua definitiva chiusura, oltre a sottoscrivere la proposta di una gestione pubblica comprensoriale del ciclo dei rifiuti nell’area del Basso Sinni, con la costruzione di un centro di compostaggio, di smistamento dei rifiuti differenziati e di un impianto di riciclo a freddo della plastica riciclata. I cittadini hanno capito che le discariche non sono il miglior modo di smaltimento dei rifiuti e ce ne sarebbero poche in giro se si realizzasse una seria raccolta differenziata. PISTICCI OPERAZIONE DEL COMMISSARIATO NEL CORSO DI SERVIZI DI CONTROLLO Tre pregiudicati denunciati dalla Polizia per reati vari PIERO MIOLLA l PISTICCI. È di tre denunce il bilancio di un servizio di controllo del territorio effettuato dal personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Pisticci, diretto dal commissario capo, Gianni Albano. Gli agenti, nel corso dell’operazione, hanno accertato i comportamenti illegali di tre pregiudicati che sono stati denunciati a piede libero all’autorità giudiziaria. La prima denuncia è arrivata a Marconia, dove, in una contrada, è stato scoperto un allacciamento abusivo alla rete elettrica Enel: denunciato il responsabile, un pregiudicato già sottoposto alla misura preventiva della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. La seconda denuncia è scattata, poi, per una cittadina rumena gravata da numerosi precedenti giudiziari, accusata di furto aggravato in concorso: i poliziotti del Commissariato pisticcese, infatti, hanno accertato le sue responsabilità in merito al furto di un portafogli, contenente la somma di 400 euro, perpetrato a Bernalda a gennaio. Il furto, come si ricorderà, portò in un primo tempo alla denuncia di tre persone, tutte di sesso maschile: la prosecuzione dell’attività d’indagine ha così permesso di svelare che fu proprio lei, la donna rumena, ad organizzare il furto distraendo uno degli uomini, dopo averlo fatto ubriacare per sottrargli il portafogli dalla tasca. I controlli svolti nei confronti dei soggetti sottoposti a misure di prevenzione, inoltre, hanno portato a denunciare un pregiudicato 26enne di Pisticci, sottoposto al regime della sorveglianza speciale, scoperto mentre si accompagnava ad altri pregiudicati violando così le disposizioni dell’autorità giudiziaria. In merito, poi, fine, al sequestro amministrativo di circa 180 chilogrammi di olive in salamoia del tutto privi di marcatura ed etichettatura che ne attestassero la filiera di provenienza, operato a Marconia a gennaio, la Polizia rende noto che nei confronti dei due pregiudicati originari di Cerignola, sorpresi a trasportarli, è stato adottato dal Questore di Matera la misura di prevenzione del divieto di ritorno nel Comune di Pisticci, per 3 anni. l ROTONDELLA. «Il piccolo Francesco, dopo l’intervento effettuato al Bambin Gesù di Roma è tornato a casa. Tutto è andato bene anche se fra 15 giorni dovrà tornare in ospedale per togliere i punti in titanio dal capo. Dovrà essere seguito sino alla fase dello sviluppo». Lo ha annunciato, via sms, Giusy Gentile a quanti si erano interessati alla vicenda del bambino, 8 mesi, terzo figlio di una coppia di rumeni residente nel centro jonico. Al bimbo, dopo la nascita, furono diagnosticate due rare malattie, la trigonocefalia e la plagiocefalia, che causano un’anomala saldatura delle ossa del cranio con conseguenti malformazioni e compressione del cervello. Se non curate. Francesco, pertanto, è stato ricoverato al Bambin Gesù di Roma dove è stato sottoposto prima ad accertamenti e poi ad intervento chirurgico il 30 marzo scorso. Intervento cominciato alle 14 e terminato a notte inoltrata. “L'operazione – ha spiegato Giusy – è consistita nel riaprire le fontanelle di saldatura delle ossa del cranio per dare la possibilità al cervello di Franceschino di crescere e svilupparsi normalmente. I medici sono fiduciosi. Sia gli accertamenti effettuati prima dell’intervento sia quelli successivi hanno dimostrato che le due patologie non hanno provocato danni. Abbiamo fatto in tempo”. Giusy si prese carico nel febbraio scorso di raccogliere contributi economici per aiutare i genitori del bambino. Il padre, infatti, lavora saltuariamente come muratore e la madre come bracciante agrico[fi.me.] la. «Le tariffe irrigue del Consorzio sono da rivedere» l MARCONIA. Rideterminare le imposizioni del Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto. Dare corso ad una vera programmazione del servizio irriguo finalizzato alle esigenze produttive delle aziende. Mettere in sicurezza il territorio, sospendere le azioni giudiziarie per il recupero coatto degli importi relativi a tasse, tributi e contributi a carico delle imprese, giunte ormai al collasso. Sono alcune delle richieste del Tavolo Verde di Basilicata, riunitosi nella delegazione comunale di Marconia per discutere della crisi economica ed, in particolar modo, delle misure vessatorie e del disservizio che il Consorzio di Bonifica continua «a perpetrare a danno degli agricoltori. I produttori agricoli del Metapontino - si legge in una nota - a fronte del perdurare della crisi che investe il settore, anche per responsabilità dell’ente consortile, con conseguenze devastanti sulle aziende e sull’indotto in termini di mancato reddito, di aumento della disoccupazione e di abbandono di vaste aree agricole e di diverse aziende, chiedono interventi urgenti a partire dalla rideterminazione del contributo Eipli, del tributo 660 e del prezzo dell’acqua». I produttori agricoli si rivolgono, specificatamente, «alle parti politiche comunale, provinciale e regionale, investendo la massima carica nella persona del Governatore Marcello Pittella affinché assumano i necessari ed opportuni provvedimenti in tempi certi. Confidando nella sensibilità del Governatore, della giunta regionale e delle forze politiche, il coordinamento del Tavolo Verde Basilicata, insieme a tutto il mondo agricolo, terrà alta la guardia monitorando ogni eventuale iniziativa pro o contro, intrapresa per il territorio ed il mondo agricolo, oggi più che mai piegati dalla crisi economica e dalle conseguenze del disastro alluvionale». All’assemblea, gremita di agricoltori, moderata da Massimo Zaccaria, ha preso parte anche il consigliere regionale di Centro Democratico, Nicola Benedetto, che «già dalla scorsa legislatura regionale è stato sensibile alle problematiche del comparto agricolo». Particolarmente significativa, per il Tavolo Verde, è «la presa di coscienza che gli agricoltori hanno nel giudicarsi orfani delle istituzioni, anche se operatori di un settore primario, ma primario di cosa?». È stata questa la domanda con la quale l’assemblea si è chiusa: una domanda che aleggia ancora nelle stanze del [p.miol.] Palazzo. SCANZANO JONICO, UN FULMINE DISTRUGGE FRAGOLETO l SCANZANO JONICO. «Ci eravamo da poco allontanate quando ho sentito un botto, assordante. Mi sono girata ed ho visto una fiammata con i teli ed i piantoni volare via. Un fulmine si era abbattuto sul campo. Esperienza spaventosa». Giuseppina Brunetti, imprenditrice agricola con due ettari di fragoleto in via Adda, così ha raccontato quanto gli era accaduto in una giornata piovosa. Il fulmine gli è costato 1500 euro per la distruzione di parte delle serre e per la “cottura” delle fragole e delle piantine colpite. Ma poteva andar peggio: «Sì. Eravamo otto raccoglitrici. Se una di noi si fosse fermata nella zona interessata dalla scarica elettrica sarebbe morta. Da qui l’insegnamento. Quando c'è tempo piovigginoso occorre evitare di andare sotto i tunnel poiché i piantoni in ferro che li sorreggono attirano i fulmini”. [fi.me.] TANTA FURIA Gli effetti del fulmine sulla serra RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI I XIII Mercoledì 9 aprile 2014 GIAMPIERO MARUGGI * TOMMASO MARCANTONIO * Umanizzazione della sanità Come risollevare una città invivibile I servizi territoriali sono destinati a giocare un ruolo fondamentale per assicurare un'adeguata copertura dei fabbisogni assistenziali. Servizi che certamente si caratterizzano per una complessità legata all'inevitabile numerosità degli attori coinvolti e all'estrema varietà e variabilità dell'offerta. Proprio questo binomio rilevanza-complessità rende il tema del governo dei servizi territoriali, e la conseguente integrazione con i servizi ospedalieri e le reti cliniche particolarmente critico ed interessante. In particolare, si avverte in maniera sempre più forte, tanto nella comunità scientifica quanto nella prassi aziendale, l'esigenza di mettere a punto strumenti e processi in grado di governare la complessità dei moderni servizi sanitari, in cui: l'ospedale tenda ad essere vocato esclusivamente al trattamento delle acuzie, mediante un'organizzazione caratterizzata da elevata intensità di cure ed assistenza; le strutture territoriali assumano sempre maggiore differenziazione, divenendo il punto di riferimento per il trattamento di tutte le patologie in fase pre e post-acuta, riabilitative e cronico-degenerative, nei diversi ambiti residenziali, semi-residenziali e domiciliari. Evidentemente, una volta riconosciute le specificità dei servizi ospedalieri rispetto ai servizi territoriali, questo complesso processo di cambiamento non può che fondarsi su diverse forme di integra- zione, con obiettivi di appropriatezza, presa in carico e continuità assistenziale. In particolare, rilevano tre livelli di integrazione: integrazione ospedale-territorio, vale a dire tra servizi ospedalieri e servizi territoriali (es. Percorsi di dimissione protetta); integrazione territorio-territorio, vale a dire tra i diversi servizi territoriali (es. Servizi di assistenza domiciliare integrata, servizi di presa in carico congiunta medicina di famiglia e salute mentale); Integrazione tra i servizi sanitari e i servizi sociali a rilevanza sanitaria (es. Coinvolgimento dei servizi sociali degli Enti Locali in sede di bisogno del paziente in condizioni di fragilità). Il tutto con una visione che ribadisca l’obbligo della definizione di standard di qualità oltre che la sostenibilità del sistema in termini di risorse necessarie. Tuttavia tale obiettivo di integrazione che potremmo definire “ fisica” rappresenta condizione necessaria ma non sufficiente per la proposizione di un sistema efficace. Occorre in questa prospettiva inserire la presenta del cittadino in una prospettiva di compartecipazione alla programmazione e alla realizzazione dei processi secondo un approccio di «Democrazia dell’accesso». Non si può prescindere, infatti, per qualunque azione del sistema sanitario, dalla centralità del cittadino e dei suoi bisogni soprattutto in un Paese come il nostro caratterizzato da invecchiamento della popolazione e sua distribuzione sul territorio. Il che rende la relazione tra struttura territoriale, reti cliniche ed offerta ospedaliera assolutamente strategica. A questo bisogna aggiungere, anzi anteporre, due elementi sui quali la Sanità deve investire: parlo della umanizzazione delle cure e della comunicazione in sanità. L’umanizzazione come capacità di ascolto delle istanze che provengono non soltanto dai singoli cittadini, ma anche dal mondo del volontariato e dell’associazionismo: un ascolto che deve passare anche attraverso una sburocratizzazione dei processi aziendali ed una riqualificazione e reimpostazione degli uffici relazioni con il pubblico, molto spesso vissuti come un mero adempimento di legge ma che sono invece un importante punto di contatto con il cittadino. Occorre cogliere e dare il giusto rilievo ad ogni segnalazione, che va vissuta come un momento di riflessione sui modelli organizzativi adottati (in tal senso al San Carlo è stato attivato un apposito indirizzo mail parlaconilsancarlo cui in tempo reale viene data una risposta al cittadino al fine di dare un segnale preciso di ascolto e di presa in carico delle istanze). Umanizzazione come costante attenzione a migliorare il tenore della comunicazione con il pubblico che deve passare attraverso una diffusa sensibilizzazione di tutto il personale aziendale. [* direttore generale ospedale San Carlo Potenza] CONTROMISURE MAURIZIO BOLOGNETTI * Noi un intralcio? Deportateci Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta del segretario regionale dei Radicali, Maurizio Bolognetti, al ministro Guido in relazione al petrolio in Basilicata. C arissima ministra, ad oggi il 65% del territorio lucano è vincolato da titoli minerari vigenti e istanze per la concessione di nuovi titoli. In Basilicata, per usare un'infelice espressione dell'ex ministro Romani, si son fatti «buchi per terra» in prossimità di invasi, sorgenti, fiumi, in aree a rischio frana e a rischio sismico, a ridosso di centri abitati e in aree a vocazione agricola. Il costo reale in termini di inquinamento, considerando anche le coperture di cui godono le multinazionali dell'oro nero, lo valuteremo per intero solo quando avranno estratto fino all'ultima goccia di greggio. Non basta? Ne volete ancora? Gli abitanti delle valli lucane rappresentano un intralcio al disegno di trasformare i 10mila kmq della Lucania infelix in hub petrolifero? Beh, allora deportateci! Consideri però, signora Ministra, che la nostra è ragionevolezza, mentre la vostra è miopia. La miopia di chi non comprende che occorre salvaguardare per le generazioni a venire risorse ben più preziose dell'oro nero. Noi vorremmo tanto che si discutesse del mito dello sviluppo illimitato, di bomba demografica, della necessità di cambiare i nostri paradigmi di riferimento prima di aver ammazzato completamente il nostro pianeta. Vorremmo un dibattito sulla questione energetica, vorremmo discutere di rottamazione edilizia e della necessità di spianare la strada a un nuovo inizio. Per dirla con il prof. Aldo Loris Rossi, riteniamo indispensabile una «nuova alleanza con la natura». Dalla nostra riserva - a volte confino, a volte galera ribadiamo la nostra assoluta contrarietà a qualsiasi ulteriore concessione. Un no che nasce non dal pregiudizio, ma da attente valutazioni più volte esposte. Se l'inquinamento delle nostre valli fosse solo un inquinamento ambientale e non anche inquinamento delle coscienze e delle «anime», forse sarebbe perfino pleonastico spiegare ciò che abbiamo più e più volte argomentato. [* segretario regionale Radicali] ANTONIO FLOVILLA * Più territorio e meno ospedale G li Stati generali della Salute che si svolgono a Roma per iniziativa del Ministro alla Salute Beatrice Lorenzin con il sostegno diretto del Premier Renzi richiamano alla mente l’analoga iniziativa voluta dalla Regione Basilicata nel lontano 2010 intorno alla parola d’ordine «Ammalarsi meno, curarsi meglio». Rispetto all’attuale situazione di totale assenza di confronto tra chi è titolare del Dipartimento e quindi delle politiche della salute e i soggetti sociali che lavorano per la salute dei cittadini sembra ancora più lontana quella fase di impegno ed intenso confronto della Regione con l’obiettivo di rendere piu' efficiente il servizio sanitario regionale che per noi può funzionare efficacemente solo se funziona il mix pubblico-privato. Le parole del ministro che annuncia una nuova stagione sono sicuramente incoraggianti , tanto più in un quadro di tagli generalizzati di spesa pubblica, che comunque richiedono un’analoga volontà da parte delle Regioni chiamate a gestire con responsabilità oltre 100 mld di euro del Fondo Sanitario Nazionale. Se infatti il Governo sta lavorando perché non ci siano tagli lineari in modo da dare agli operatori pubblici e privati certezza di budget altrettanto deve avvenire da parte delle Regioni chiamate a È con piacere che si apprende attraverso la lettura della stampa quotidiana della disponibilità dell’avv. Luigi Petrone ad aver accettato che alle prossime elezioni comunali possa essere il candidato del Pd a sindaco di questo capoluogo. Così, senza fuorvianti primarie, ma con l’ostinazione di Roberto Falotico – aspirante Sindaco di Potenza – la nomina sembra non trovare altri autorevoli candidati con il mal di pancia. Tranne Nicola Becce del Centrodestra – che, dai manifesti che campeggiano giganteschi sui muri di Potenza – dichiara di essere “disincantato dalla politica, ma un innamorato per Potenza”. Non si sa poi quel Rivellino che cosa vuole. Con l’accettazione dell’invito di Luigi Petrone sembra che il Centro-Destra, pur con la designazione del dr. Cannizzaro, otterrà solo una pia illusione stante anche l’ingombrante figura dell’ing. Dario De Luca, mentre sono tramontate le balzane ipotesi di Michele Napoli & C. per Antonino Imbesi. Nel Centro-Sinistra a parte il roboante Falotico, cui si è alleato pure Singetta, saranno rimasti pure di stucco i papabili Giampiero Carretta, Federico Pace e Piero Campagna. Ubi maior minor cessat. Così i “Re Magi (tali definiti da un titolo di altro quotidiano) , Roberto Speranza, Salvatore Margiotta e Vito Santarsiero avrebbero allettato con i loro doni di sostegno ed ottenuto, dopo una corretta riflessione, il consenso, dell’avv. Luigi Petrone. Costui è un ottimo, eccellente professionista e amministrativista avvocato e si spera che con il suo avvento possa ristabilire quel minimo di fiducia verso la politica, crollata ora vieppiù verso l’attuale Sindaco Vito Santarsiero (Cemento – così definito dai suoi sostenitori). Il quale, spontaneamente, nel saluto di commiato ai potentini nel gremito Teatro Stabile, per il decennio della sua avventata e spericolata gestione, a dire il vero, proprio per i tanti guasti arrecati, ha reso Potenza capoluogo quasi invivibile, finendo in coda alla graduatoria degli amministratori locali redatta ogni anno da Il Sole 24 Ore. È sembrato più un cembalo suonato per la commozione esibita. È pleonastico aver dimenticato tutti gli obbrobri urbanistici realizzati in quest’ultimo decennio esaltato dalle prodezze elencate nell’opuscolo. A salvare parzialmente la gestione economica e finanziaria del Comune di Potenza è intervenuta la Regione Basilicata alla quale frequentemente si è rivolto Vito Santarsiero con il cappello in mano. E nel tentativo di superare il dissesto finanziario ha ideato la buffonata di voler vendere l’edificio del Palazzo del Tribunale scontato del 70%? La sopravvivenza di Potenza è stata affrontata con il solo rilascio di concessioni edilizie. Vedi via del Gallitello, la tortuosa Via Isca del Pioppo e ora la parte iniziale di Via dei Molinari con la demolizione della ex Fornace del Gallitello. Per questo Santarsiero ha meritato l’appellativo di Vito Cemento! Ma ritorniamo all’avv. Luigi Petrone che, a parte la ripetuta specifica competenza, dove troverà la sponda per ridare quel minimo di servizi stante alle scarse, ridottissime, risorse finanziare del governo Renzi? Sarà utopistico tagliare le imposte comunali per sollecitare i giovani a creare iniziative di lavoro per non abbandonare il territorio e pensare di creare benessere. L’avv. Luigi Petrone, da galantuomo qual’è, certamente ci metterà tutto il coraggio professionale, culturale, civile, sociale mediante correttezza, onestà e rettitudine per far risorgere Potenza dalle ceneri. Difficilmente però, potrà fare i miracoli di rinascita. Si stima che la prossima legislatura amministrativa sarà solo di routine, senza sfarzi e senza ulteriori guasti, con la speranza che non veniamo massacrati da ulteriori tasse. I potentini sono esasperati e incavolati per lo stato spesso di abbandono nel quale Potenza è precipitata nonostante la “Processione dei Turchi”? Altro che Città Metropolitana con l’apporto dei comuni limitrofi dell’hinterland!! Il capoluogo ha perso la memoria e l’identità del Centro Storico ripreso con spirito di fattività da Tanino Fierro dopo il famoso sisma del 23 novembre ’80. Oggi, con la rivoluzione tra Ztl e ristrutturazione di Piazza Mario Pagano, il Centro Storico di Potenza ha assunto i caratteri di un mortorio. L’avv. Luigi Petrone ora è chiamato anche a dirimere il problema dei Consorzi edilizi previsti con la modifica del Regolamento Edilizio Urbano per il quale fu invocato l’apporto dell’Inu per vivacchiare e tartassare i piccoli e medi proprietari terrieri con il pagamento dell’onerosa Ici. Per cui altro che primarie! Ora intanto occorre solidarizzare con l’avv. Luigi Petrone perché dovrà solo impegnarsi per ottenere un eccellente risultato elettorale e per una più costruttiva amministrazione del capoluogo di Regione. [* comitato centro storico di Potenza] MEDICO Antonio Flovilla un’importante assunzione di responsabilità, poiché – come ha sostenuto il Ministro – “devono capire che è arrivato il momento di dare una vera scossa, con impegni chiari, misurati e quantificati”. In questo senso una funzione fondamentale spetta al Patto per la Salute che costituisce un contratto tra Stato e Regioni e che dovrà essere molto più incisivo di quello del 2009, che è rimasto lettera morta al 60%. La priorità sarà quindi garantire una certezza di budget, affinché si arrivi a una solida programmazione. E, come ammonisce la Lorenzin, se qualcuno non dovesse rispettare i punti, allora si agirà a livello centrale. E’ perciò ancora più rilevante realizzare un aggiornamento della situazione del sistema sanitario regionale per riprendere il dialogo interrotto a partire dalla nostra proposta di un Patto pubblico-privato contro gli sprechi. Gli Stati Generali della Salute hanno affermato la formula «più territorio e meno ospedale». La partita si gioca oltre che sulla riduzione di ospedali-doppione e sulla lotta agli sprechi sulla rapidità con cui si cambia funzione e ruolo della sanità sul territorio. Ci riuscirà la Regione Basilicata? Noi intendiamo dare il nostro contributo di esperienza, professionalità, servizi e prestazioni di qualità soprattutto in questa fase in cui gli effetti della crisi economica sul rapporto dei lucani con la spesa per la salute si sono manifestati nella tendenza al rinvio delle prestazioni sanitarie considerate, a torto, meno urgenti. Poichè la salute è un bene primario sul quale non si deve risparmiare, diventa necessario rilanciare il ruolo delle strutture della sanità privata per consentire di assolvere fino in fondo ai compiti di erogazione di prestazioni che altrimenti, da solo, il sistema pubblico non è in grado di garantire. [* presidente Anisap Basilicata] La sopravvivenza della città è stata affrontata solo con il rilascio di concessioni edilizie RASSEGNASTAMPA corriere.it Def: confermato il taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale L’imposta sostitutiva sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia sale dal 12 al 26%. La disoccupazione sale al 12,8% nel 2014, sotto al 12% solo nel 2017 di Redazione Online Il governo è alla prima prova economica. Oggi 8 aprile, il Consiglio dei ministri ha varato il Documento di economia e finanza (Def) che delineerà il Piano nazionale delle riforme. Un documento con «numeri prudenti», chiarisce il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che spera che «siano smentiti dalla realtà». «Confermiamo tutti gli impegni che ci siamo presi nel momento in cui abbiamo ricevuto l’incarico», ha detto Renzi presentando il documento durante la conferenza stampa a palazzo Chigi alla fine del Cdm. «Oggi approviamo il taglio del cuneo fiscale. Dopo il dl lavoro, ad aprile affrontiamo la Pubblica amministrazione, a maggio il fisco, a giugno la giustizia. E il prossimo passo sarà lo sforbicia-Italia, quello sulle società municipalizzate, sulle scuole e l’idrogeologico». Il passaggio del Def in Parlamento avverrà in Parlamento il 17 aprile. L’asso nella manica Confermato il taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale su base annua. Per il 2014, partendo il provvedimento da maggio, serviranno 6,7 miliardi: 4,5 miliardi verranno dalla spending review, spiega Renzi, mentre altri 2,2 miliardi verranno dall’aumento del gettito Iva e dall’aumento della tassazione sulla rivalutazione di Bankitalia.Sale infatti al 26% (dal 12% attuale) l’imposta sulle plusvalenze delle quote Bankitalia.«Arriveranno dalle banche», semplifica Renzi. Una misura che viene considerata del tutto «inaspettata, illogica e ingiusta», dal direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini.La copertura sarà varata con un decreto che verrà approvato il 18 aprile perché necessita un passaggio in Parlamento che avverrà il 17. Il taglio permetterà di sostenere circa dieci milioni di persone.«Mettere 80 euro nelle tasche di chi guadagna 1.500 euro è rimettere qualcosa nelle tasche degli italiani, anche restituire un minimo di speranza e fiducia. È un passaggio decisivo», ha detto Renzi. I tagli proseguiranno nel 2017, per arrivare a 17 miliardi complessivi nel 2015, e 32 miliardi nel 2016. I dettagli sulle fasce sociali che beneficeranno del provvedimento saranno decisi proprio nel decreto, e «ci sarà una soluzione anche per gli incapienti», cioè chi guadagna talmente poco da essere esente dall’Irpef, assicura Renzi. Risalita debole, si migliora dal 2015 L’effetto espansivo delle riforme si manifesterà «debolmente» nel 2014 per poi risultare «via via più pronunciato» negli anni successivi. Lo si legge nella bozza del Piano nazionale delle riforme (Pnr) allegato al Def. In particolare il Pil risulterebbe maggiore di 0,8 punti percentuali nel 2014, dell’1,3% nel 2015, dell’1,6% nel 2016, dell’1,8% nel 2017. Si tratta di una stima «ragionevole», secondo il ministro Pier Carlo Padoan. La morsa della disoccupazione dovrebbe, dopo un’ulteriore stretta, gradualmente allentarsi: a fronte di un 12,2%, registrato nel 2013, le previsioni parlano di un tasso che dovrebbe schizzare al 12,8% nel 2014, per poi scendere al 12,5% nel 2015, al 12,2% nel 2016. Per scendere sotto il 12% bisognerà aspettare il 2017 (stima 11,6%).Anche la pressione fiscale in una prima fase dovrebbe crescere, al 44% dal 43,8% del 2013, per poi scendere al 43,7% nel 2016 e al 43,5% nel 2017. Migliora lentamente anche il rapporto deficit-pil, che secondo le stime si attesterà quest’anno al 2,6% (era al 3% nel 2013), scendendo ulteriormente al 2% nel 2015. Nel 2016 il deficit previsto è dell’1,5%.Padoan è fiducioso: « Il disavanzo strutturale dell’Italia sarà azzerato nel 2016- assicura - Questa è una strategia complessiva, frutto di un’azione complessiva dell’azione del governo e avrà successo». Il tetto agli stipendi d’oro Con il decreto del 18 aprile saranno anche confermati i tagli degli stipendi dei manager: «Siccome Napolitano si è ridotto lo stipendio a 238mila euro, non potranno prendere più di 238mila euro», ha chiarito Renzi. «Tantissime realtà aziendali e legate alla Pa erano al di sopra di questa cifra: adesso non possiamo nominare persone che guadagnino più di quelle cifre lì. E’ importante il valore culturale dell’operazione. L’idea è che lo Stato si liberi degli eccessi. Se il manager dell’Asl smette di andare in auto blu campa lo stesso». Il Commissario alla spending review Carlo Cottarelli, spiega Renzi, ha stimato che l’intervento sugli stipendi dei manager pubblici avrà un impatto di «350-400 milioni». Dalle privatizzazioni 12 miliardi nel 2014 Come anticipato più volte, il governo punta a ridurre anche l’Irap per le aziende di almeno il 10% attraverso il contemporaneo aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.Più soldi nelle casse dello Stato arriveranno anche con le privatizzazioni: i proventi aumenteranno, secondo le stime, a circa 12 miliardi nel 2014. Gli introiti saranno utilizzati per ridurre il debito pubblico. Anche nel 2015, 2016 e 2017 i ricavi saranno di circa 10-12 miliardi annui, pari a circa 0,7 del Pil. Il governo, ricorda il Piano nazionale per le riforme, vuole vendere quote di Eni , STM, Enav. Sono comprese nell’elenco anche le società in cui lo Stato detiene partecipazioni indirettamente tramite Cassa Depositi e Prestiti come Sace, Fincantieri, Cdp reti, Tag (Trans Austria Gastleitung GmbH) e, tramite Ferrovie dello Stato, Grandi Stazioni - Cento Stazioni. RASSEGNASTAMPA
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