www.bellunomagazine.it o it u t a r g o ic d io Il per à t li a u t t a d e e di informazion i it m lo o D e ll e d Anno V n. 21 Editrice Media Belluno srl Autorizzazione Tribunale di Belluno n. 691/2009 del 26/08/09 GIUGNO 2014 Dolomites Sport Speciale UNESCO LabFest • Testa a testa Belluno - Union Ripa La Fenadora - pag. 14 • Union San Giorgio Sedico - pag. 15 • Storico Torneo Agordino - pag. 16 • Alcuni buoni motivi per scegliere il rugby il prossimo anno! - pag. 17 • Football americano a Belluno - pag. 18 • Judo - Campionati europei di Kata - pag. 20 Sommario Il Pastin, Tradizione Bellunese! I l Pastìn, tradizione bellunese e patrimonio che viene dal passato e vive di presente! Questa la sintesi di un prodotto della tradizione alimentare bellunese che si tramanda da decenni nelle nostre vallate sin da quando ogni famiglia allevava un maiale ed al momento della sua macellazione, una vera e propria festa che univa interi paesi, la carne, più o meno grassa, veniva mescolata alla carne di una vecchia mucca per poi essere tritata con l’aggiunta di sale e pepe. Ancora oggi, con il passare del tempo, nonostante i grandi cambiamenti intervenuti negli stili di vita e l’evoluzione tecnologica, il Pastìn bellunese ha una propria ben definita connotazione ed è uno dei prodotti bellunesi maggiormente apprezzati, conosciuti e consumati. Ma come si produce il Pastìn nelle macellerie Bellunesi? Per la riuscita e la bontà del Pastìn è di fondamentale importanza la scelta delle materie prime da parte del macellaio. Non si pensi infatti che vengano utilizzati scarti e tagli di qualità inferiore: ciò minerebbe ovviamente il risultato finale! Il Pastìn è un impasto di carni di maiale, del quale si utilizza la pancetta e la spalla, e, in percentuale inferiore, di manzo. Usi e tradizioni locali, in ogni vallata, determinano le differenze di questo alimento e di come macellai e ristoratori lo preparano e lo cucinano rendendolo sempre unico e mai uguale. Di base comunque il Pastìn è appunto un impasto ben lavorato e, successivamente, salato, pepato ed insaporito con il vino od altri sapori a seconda delle località e delle tradizioni valligiane. Un prodotto così “semplice” che si presta dunque a varie proposte: possiamo infatti apprezzare il gusto e l’unicità del Pastìn cucinandolo alla griglia od in padella sotto forma di polpette di varia forma e dimensione. Accompagnato alla polenta o ad atri contorni. Oppure semplicemente consumato nel tradizionale panino caldo facile da trovare nei bar, nei rifugi, nei punti di ristoro o nelle feste paesane della nostra Provincia. Il Pastìn risulta comunque sempre saporito, gradevole e mai scontato! Il Pastìn diventa poi protagonista di speciali elaborazioni nelle mani dei nostri cuochi, sapienti interpreti della gastronomia locale di montagna. Ricette appetitose e fantasiose che potrete gustare nei ristoranti bellunesi. Un prodotto antico e moderno, semplice ed allo stesso tempo raffinato. Un prodotto facile da interpretare e per questo apprezzato da tutti! Il Pastìn, grazie alle azioni sviluppate da Confcommercio Belluno in collaborazione con la Camera di Commercio, l’USL di Belluno e l’Università di Padova, è stato riconosciuto PRODOTTO TRADIZIONALE dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, è stato oggetto di approfonditi studi scientifici, di tesi di laurea ed eventi gastronomici nonché, negli ultimi anni, di azioni di marketing promozionale che ne hanno diffuso e rafforzato l’immagine agli occhi, e soprattutto al palato, dei nostri turisti. Gustate il Pastìn, gustate la Tradizione Bellunese! Il periodico gratuito di informazione ed attualità delle Dolomiti Giugno 2014 Anno V n. 21 - Editrice Media Belluno srl Autorizzazione Tribunale di Belluno n. 691/2009 del 26/08/09 Iscrizione al R.O.C. Registro Operatori della Comunicazione n. 21851 05 Editoriale Il falso mito della scuola 2.0 06 Dolomiti ISOIPSE e Dolomites UNESCO LabFest 08 Planetario L’uomo e il cosmo 11 Gestione sinistri Incidente...E ora che faccio? Direttore responsabile Andrea Ferrazzi In redazione Chiara Reolon Direzione e amministrazione Via Monte Grappa, 346 - 32100 Belluno Editore Media Belluno srl Stampa Tipografia Marca Print - Treviso Concept ed impaginazione Intermedia - Ponte nelle Alpi (BL) Contatti Tel. 347 6773331 [email protected] - www.bellunomagazine.it 12 Cucina Gastronicchia: L’asparago 13 Artigianato artigianamente.it - dall’idea al progetto 14 Speciale sport Testa a testa Belluno - Union Ripa La Fenadora 15 Speciale sport Union San Giorgio Sedico 16 Speciale sport Storico Torneo Agordino 17 Speciale sport Alcuni buoni motivi per scegliere il rugby 18 Speciale sport Football americano a Belluno 20 Speciale sport Judo - Campionati europei di Kata 22 Piante Spontanee Trote all’aglio orsino Hanno collaborato a questo numero: Gabriele Vanin, Sebastiano Saviane, Lucia Maracchi, Nicola Pasuch, Enrico Valmassoi, Mirko Costa, Pietro Gai, Paolo Vignola, Ettore Saronide, Daniele Tormen, Barbara Meletto, Tomaso Pettazzi, Cristina Muratore, Paolo Tesser, Eleonora D’Incà, Vasie Naidoo, Vincenzo Della Vecchia, Claudia Bernabei, Valentina Gaggiato, Mago Yamil Foto di copertina: Michele Coppari & Francesca Zannoni di Cosenude MediaProjects 23 Storia Qui rise l’Etrusco 26 Arte L’universo demoniaco di Hieronymus Bosch 28 Turismo nel bellunese. Una risorsa da reinventare 30 Salute Protezione da sole e insetti 32 Animali Un’estate di agility 33 Bellezza Capelli di sole 35 Filosofia Schopenhauer e Leopardi, il dolore di vivere Per informazioni sulla tua pubblicità chiama il 340 7788290 Oppure invia una mail a [email protected] Per segnalazioni, consigli ed informazioni scrivi a [email protected] BM è anche su Iscriviti al gruppo per condividere le tue opinioni ed essere sempre aggiornato sulle novità. www.bellunomagazine.it Lavorazioni e commercio carni Via Piaia, 60 32014 Ponte nelle Alpi (BL) Tel. 0437 998106 Laboratorio e uffici Via Cernidor - loc. Vena d’Oro 32100 Belluno Tel. 0437 927610 [email protected] è vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, dei testi e materiali presenti nel magazine. © Belluno Magazine 36 English? Yes, please! Creta beach 37 Poesia Venti e Quarantacinque (1996) 38 Eventi Spazio Zuppani 11 39 Sapori Il Mirtillo nero: buono e salutare 40 Attenti al Pupo SummerTime 41 Infanzia La Casa delle Mamme 42 Oroscopo Giugno 2014 3 Editoriale Il falso mito della scuola 2.0 di Andrea Ferrazzi è davvero sorprendente, e al tempo stesso preoccupante, la superficialità con la quale si è celebrato, alla Scuola Pertini di Ponte nelle Alpi, il progetto “Classi Tablet” avviato quest’anno. Alla presenza del sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi, è stato un coro unanime di commenti entusiastici. Forse perché, abituati a scuole fatiscenti e poco accoglienti, l’immagine di un istituto attrezzato con le nuove tecnologie non può che essere guardato con favore. Il pressapochismo regna sovrano. Ma rischia di produrre danni significativi sui giovani. Per quanto strano possa sembrare, non sempre la tecnologia funziona. Anzi. Se prima di avviare progetti che riguardano l’apprendimento degli studenti si avesse il buon senso di andare a fondo delle questioni, si scoprirebbe che, negli ultimi anni, il rapporto con le nuove tecnologie è stato oggetto di un riesame critico, supportato da ricerche (neuroscienze) e pubblicazioni scientifiche imprescindibili per chi si occupa di questi temi. Qualcuno se n’è accorto. A Roma, ad esempio. Alla proposta di trasformarsi in «Cl@sse 2.0» – tutta tablet e tecnologia – la IB dell’elementare Iqbal Masih ha detto no. Troppa didattica digitale, secondo i genitori, può essere dannosa. E così hanno motivato i loro timori con citazioni di articoli, studi autorevoli e testimonianze di studenti e insegnanti che mettono in luce i rischi: dispersività, dilatazione dei tempi di lavoro, perdita di attenzione e di parte dei contenuti didattici. I casi citati sono noti tra chi si occupa di cultura digitale. In Corea del Sud hanno coniato la definizione “demenza digitale”, per mettere in guardia contro la piaga della dipendenza da Internet. E a Los Angeles, dopo aver speso miliardi di dollari per informatizzare le scuole, stanno ora facendo marcia indietro perché si sono accorti che tablet e internet sono “armi di distrazione di massa”. Intervistato dal Corriere della Sera, Roberto Casati, filosofo e direttore di Ricerca al Cnrs a Parigi, ha appoggiato le tesi dei genitori della classe romana, sul rapporto tra LA TRADIZIONE RINNOVATA La finestra in legno-pvc rappresenta il prodotto più esclusivo e prestigioso della gamma FINSTRAL. garantendo un arredare naturale che dura nel tempo. Anche da un punto di vista tecnico il nuovo serramento legno-pvc Lignatec, si conferma un prodotto innovativo. Lo spessore totale dell’anta è di 84 mm e può ospitare vetri basso emissivi da 40 mm con integrato distanziale ad elevato potere termo-isolante già di serie. Questa caratteristica tecnica, assicura all’intera finestra elevati valori di isolamento termico di grande rilievo Uw= 0,84 W/m²K ed un ottimo isolamento acustico fino a 45 dB. Le caratteristiche prestazionali raggiunte dal serramento Lignatec lo pongono come riferimento della categoria d’infissi ad alta qualità e con il più alto risparmio energetico attualmente sul mercato per questa categoria di serramenti. Ciò è stato possibile grazie alla moderna tecnologia ed al nuovo ultramoderno impianto produttivo, realizzato appositamente da FINSTRAL. La nuova finestra in legno-pvc, sul lato esterno può avere a richiesta un rivestimento opzionale in alluminio, permettendo di avere una finestra in legno-pvc-allumino. Maggiori informazioni sulla finestra Lignatec sono consultabili sul sito www.finstral.com FINSTRAL Belluno 0437-950359 © Belluno Magazine Il nuovo serramento, denominato Lignatec 200 è la sintesi vincente delle varie emozioni che può offrire il legno naturale e le positive caratteristiche del pvc. La nuova finestra coniuga entrambi i materiali. Il legno, materiale nobile e versatile si trova all’ interno del nuovo infisso e conferisce all’ ambiente un’atmosfera confortevole ed in armonia con la natura. Il lato esterno della finestra è realizzato di pvc in alta qualità, che permette di offrire un’elevata protezione dalle intemperie e poca manutenzione. E’ possibile realizzare diverse combinazioni tipologie, adatte ad ogni tipo di edificio sia in fase di ristrutturazione che di nuova costruzione. Anche per le colorazioni la scelta è molto ampia con a disposizione molte tonalità che si adattano ad ogni esigenza abitativa. Proprio per andare incontro all’necessità di preservare l’espressione di vecchi edifici e conservare lo stile architettonico originario, il nuovo serramento legno-pvc di FINSTRAL, offre la possibilità di essere installato anche senza opere murarie. Questa soluzione che è particolarmente adatta alle ristrutturazioni di pregio delle abitazioni in provincia di Trento, perché permette di coniugare l’innovazione tecnologica con la qualità dei materiali, didattica e tecnologia, illustrando e motivando il proprio pensiero con la necessità di «esercitare un sano principio di precauzione». «Non è ancora chiaro – sostiene il ricercatore – il contributo pedagogico che le nuove tecnologie possono dare». Aggiungendo: «Una delle ragioni più probabili risiede nel fatto che le tecnologie di oggi sono molto distraenti e abbassano la soglia dell’attenzione». Chi esulta di fronte alla grande conquista dell’istituto pontalpino dovrebbe dunque approfondire i rischi delle nuove tecnologie, ad esempio con Sherry Turkle o di Manfred Spitzer. La prima – una psicologa clinica, membro della Società Psicoanalitica di Boston e docente di Sociologia della Scienza nell’ambito del Programma in Scienza, Tecnologia e Società presso il Massachussetts Institute of Technology – spiega quali sono gli effetti nefasti del multitasking sugli studenti: chi studia – o crede di studiare – mentre aggiorna Facebook, fa acquisti su Amazon, risponde alle chiamate e ai messaggi testuali e alle chat è sistematicamente incapace di sviluppare un pensiero coerente. Il secondo – già visiting professor a Harvard e attualmente direttore della Clinica psichiatrica e del Centro per le neuroscienze e l’apprendimento dell’Università di Ulm – afferma che, limitandoci a chattare, twittare, postare e navigare su Google, finiamo per parcheggiare il nostro cervello, ormai incapace di riflettere e concentrarsi. E avverte: «Molte persone sono orgogliose nel vedere i loro bimbi maneggiare un iPad e li ammirano, mentre sfiorano lo schermo per girare le pagine. Pensano che questa sia una grande conquista intellettuale. In realtà non c’è niente di più stupido che far scorrere una mano su una superficie piatta: il tablet non può che danneggiare lo sviluppo mentale». In conclusione: cari insegnanti, abbandonate il progetto, prima che sia troppo tardi. Fatelo per i vostri studenti. Se volete davvero essere innovativi, introducete a scuola l’educazione digitale. Per spiegare non come si usa la tecnologia, ma come la si integra alle nostre vite. 5 I soipse è un gruppo di co-working, formato da professionisti di vario tipo (architetti, giornalisti, antropologi, informatici, fotografi, video-maker, scienziati naturali, economisti della cultura, interpreti...) che hanno scelto di mettere insieme diverse competenze, linguaggi e metodologie per valorizzare e sviluppare conoscenza sul territorio. Isoipse nasce dalla consapevolezza che le Dolomiti Bellunesi hanno bisogno di energie giovani, di approcci locali e di innovazione. Le Isoipse scelgono di vivere in montagna e cercano possibilità di lavoro in un territorio che amano. Vogliono farlo insieme, perché insieme si lavora meglio: si sommano conoscenze ed esperienze, si moltiplicano le energie, si dividono gli impegni. Isoipse è un gruppo di giovani determinati a immaginare un futuro per il proprio territorio, che vogliono trasformare i sogni e le idee in azioni. Come le isoipse sulle mappe geografiche, così le Isoipse vogliono restituire la dimensione tridimensionale della montagna; vogliono aderire alle esigenze del territorio come le curve di livello aderiscono alla morfologia del terreno; aspirano a mettere in rete tutto il territorio dolomitico, proprio come fa il reticolo di informazioni delle isoipse sulle mappe geografiche. Albergo - Ristorante - Pizzeria “Da Beio” Specialità carne alla griglia Pizze cotte con forno a legna Dolomites Dolomiti Dolomiti Chi è ISOIPSE? di ISOIPSE UNESCO LabFest L ’idea di un festival delle Dolomiti è venuta alle Isoipse mentre imbiancavano il nuovo ufficio. Dopo la pittura, è venuta la levigatura dei pavimenti, e c’è stato tutto il tempo per costruire una prima bozza di progetto attorno al colpo di fulmine originario. L’idea isoipsica è diventata, poco dopo, il festival della Fondazione Dolomiti Unesco. Il Dolomites Unesco LabFest quest’anno andrà in scena tra La Val e i prati dell’Armentara, in Val Badia, il 5-6-7 settembre. Il LabFest è un festival tematico e itinerante: ogni anno cambia filo conduttore e location, spostandosi tra le cinque province che fanno parte del patrimonio dell’umanità delle Dolomiti. Il tema di quest’anno è #SFALCI: l’edizione zero del LabFest è perciò dedicata alla gestione dei prati, alla cura del territorio e del paesaggio – paesaggio, tra l’altro, che è uno dei due pilastri su cui si è concretizzata la candidatura Unesco delle Dolomiti. I prati dell’Armentara, il profumo d’erba, musica in sottofondo, il rumore deciso della falce, la gente che chiacchiera o segue uno spettacolo... Nemmeno chi lo sta organizzando sa con precisione cosa aspettarsi, dal Dolomites Unesco LabFest: perché è un festival creato sì per le genti, ma soprattutto dalle genti delle Dolomiti. Il Labfest sarà diverso a seconda di chi deciderà di parteciparvi, di chi lo vedrà come un’occasione per esprimersi e per conoscere gli (altri) abitanti del patrimonio Unesco. Al Labfest si incontreranno esperti, appassionati e curiosi provenienti da mondi diversi: il biologo della Val di Fassa e il contadino della Val Badia, l’architetto bellunese, il giovane produttore friulano e il turista di Siracusa. Per l’edizione zero, il LabFest ha bisogno dell’aiuto di tutti: nel sito www.dolomitesunescolabfest.it è possibile donare un contributo per realizzare il sogno di #SFALCI. Un sogno fatto di concerti, workshop, incontri, escursioni, cibi tipici, letture sul fieno, sport... Quella del LabFest è una scommessa un po’ matta, molto ambiziosa: creare uno spazio di confronto che accolga tutte le diverse realtà culturali, linguistiche, amministrative che popolano le Dolomiti. Far parlare le Dolomiti. Il 5-6-7 settembre La Val si riempirà di facce da #SFALCI: facce rugose, trentine, montanare, facce ladine, facce giovani e sudtirolesi, bellunesi e friulane, visi alla Heidi e visi che sanno di Turchia, facce sorprese, che ridono, che si addormentano dopo una giornata piena di cose belle... Il LabFest aspetta anche voi: tenetevi liberi. Da qui al primo weekend di settembre, tutte le notizie, i dietro le quinte e le curiosità relative alla creazione del LabFest saranno su Facebook (Dolomites Unesco LabFest), Twitter (Dolomites LabFest) e Instagram (dolomiteslabfest). E nel sito del festival, naturalmente: www.dolomitesunescolabfest.it. Riaper to con la stor gestio ica ne Viale Alpago 150/152 Bastia• Puos d’Alpago - Belluno tel. 0437 454320 - 0437 46177 • [email protected] - www.hoteldabeio.com Depilazione • Pedicure • Manicure • Trattamento viso e corpo • Epilazione con luce pulsata 7 Q uando guardiamo il cielo di notte, lontano dalle luci cittadine, immersi nel buio profondo, è difficile sfuggire al fascino della volta stellata. Non possiamo non essere consapevoli che stiamo guardando più o meno lo stesso cielo dell’uomo di 200 000 anni, quando la nostra specie, l’Homo sapiens, emerse dalle nebbie del tempo raccogliendo l’eredità degli altri ominidi che l’avevano preceduta, e certamente lo stesso cielo di 3000 anni fa, quando civiltà medio orientali e mediterranee, già molto evolute, disseminarono il firmamento di storie e costellazioni di una poesia e di una suggestione ancora oggi insuperata, e che ancora oggi conosciamo e raccontiamo senza posa, increduli e riconoscenti, perché non sappiamo inventarne di migliori. Tuttavia quel cielo, negli ultimi secoli, ha sperimentato, nella nostra conoscenza, e nella nostra coscienza, una trasformazione così sconvolgente, che sembra davvero frutto di un sogno notturno, di una fola raccontata attorno ai fuochi da campo. Ma è vera o, meglio, così crediamo che sia. Tutto ciò che vediamo attaccato lì, nel cielo, Luna, pianeti, stelle, sembra posto alla stessa distanza da noi, come fosse attaccato ad una cupola solida. Ma già gli antichi sapevano che non è così: essi ritenevano che la Luna fosse il corpo più vicino, a circa 400 000 km di distanza, e che le stelle fossero oltre 300 volte più distanti, a 130 milioni di km. Non male, vero? Abbiamo idea di quanti sono 130 milioni di km? No. È uno spazio troppo grande, tanto che si diceva nel Medioevo che per coprire tutta questa distanza a piedi e arrivare alle stelle Adamo avrebbe do- vuto partire al momento della creazione (assegnato tradizionalmente a 6000 anni fa). Copernico cambiò il quadro dinamico dell’universo, ma non le sue dimensioni e continuò a ritenere che l’intero cosmo fosse ridotto al nostro sistema planetario. Keplero triplicò queste dimensioni, portando la sfera delle stelle a poco meno di 400 milioni di km di distanza da noi, ma il primo a far fare all’umanità un brusco salto, nella fisica e soprattutto nell’immaginazione, fu Galileo: vedendo che le stelle rimanevano piccole, anzi si vedevano più piccole addirittura, al telescopio, affermò che quelle più vicine dovevano essere a non meno di sette miliardi di km, e le più deboli visibili a occhio nudo addirittura a 50 miliardi di km. E chissà quelle visibili solo al telescopio… Era una follia! Nessuno sano di mente poteva credere ad un simile concetto! Perché diavolo il mondo doveva essere così grande? A cosa serviva? Ma non era che l’inizio. Huygens affermò che la stella Sirio, una delle più vicine, si trovava a oltre quattro bilioni di km e Newton addirittura a oltre 140 bilioni. Anche solo prendendo la misura inferiore, si poteva calcolare che una palla di cannone avrebbe impiegato 700.000 anni ad arrivarci e la stessa luce ci avrebbe messo più tempo che una nave a fare il giro del mondo! Ma aveva ragione Newton: quando, alla metà del XIX secolo, si fu in grado per la prima volta di misurare direttamente le distanze delle stelle, si vide che Sirio era ad oltre 80 bilioni di km, e che era una delle stelle più vicine. Si toccò allora con mano una realtà che grandi filosofi come Cusano e Bruno avevano già suggerito: il Sole non è che una stella fra tante e le altre stelle sono come mondi nello spazio, lontanissimi da noi, attorno ai quali girano sicuramente altri pianeti come i nostri. E già da circa un secolo Kant, Wright e Lambert avevano intuito che tutte queste stelle facevano parte di un enorme sistema, la Galassia o Via Lattea, alla quale gli studi di Herschel, ai primi dell’Ottocento, avevano dato una prima forma. Nel corso dell’Ottocento si cominciò a capire quanto fosse estesa la Galassia e presero forma le prime ipotesi sulla formazione e l’evoluzione delle stelle e dei sistemi planetari. La prima stima affidabile delle dimensioni della Galassia si deve all’astronomo olandese Kapteyn, intorno al 1915: 380 biliardi di km, ovvero, per esprimerci in termini più “moderni”, circa 40 000 anni luce (un anno luce equivale a 9,46 bilioni di km). Era un universo almeno un miliardo di volte più grande, in volume, di quello di Galileo e quattro trilioni di volte più grande di quello degli antichi. E nondimeno Kant aveva teorizzato, già nel 1755, che la nostra galassia non era la sola e che molte delle nebulose dalla forma più o meno regolare che si vedevano al telescopio potevano essere altrettante galassie come la nostra, e che quindi l’universo non poteva ritenersi confinato alla Via Lattea. Ma tutto ciò richiedeva davvero uno sforzo mentale al di là di ogni possibile immaginazione. Era davvero possibile che l’universo, già così grande, potesse essere ancora più grande? La risposta non tardò a venire: negli anni Venti le prime misure dirette di distanze di nebulose chiarirono che esse si trovavano almeno a un milione di anni luce di distanza, e che quindi dovevano essere esterne alla nostra, il cui diametro fra l’altro, si capì, era maggiore, circa 100 000 anni luce. E, nello stesso periodo, si vide che quasi tutte le nebulose esterne, che ben presto furono chiamate, giustamente, per similitudine, galassie, si allontanavano da noi ad una velocità pazzesca, di decine e centinaia di migliaia di km al secondo, e che questa velocità cresceva con la distanza, in un modo caratteristico che faceva pensare che l’universo, tutto intero, fosse animato da un moto di espansione. Ancora, nel 1931 Lemaitre propose che questa espansione fosse partita da uno stato iniziale di estrema contrazione in un punto, l’“atomo primitivo” (teoria del big bang). Negli anni Trenta la scoperta dell’energia nucleare permise di capire come il Sole, che si sapeva esistere da miliardi di anni, poiché questa era l’età dei più antichi fossili trovati sulla Terra, e quindi le altre stelle, potevano durare così a lungo senza esaurire il loro combustibile, gas idrogeno che brucia nel nucleo stellare a temperature di milioni di gradi. Inoltre si capì che le stelle nascono all’interno delle nubi di gas idrogeno che sono disseminate dappertutto nella nostra galassia ed evidentemente anche nelle altre, e che nascono a grappoli, formando quei meravigliosi ammassi stellari che si possono ammirare, a centinaia, nei telescopi. E terminano la loro vita dando luogo ad oggetti esotici come nane bianche, novae, supernovae, nebulose planetarie, pulsar, stelle di neutroni e buchi neri. Col tempo si sono scoperte galassie sempre più lontane e un campionario di oggetti esotici anche fra di esse: galassie spirali normali, spirali barrate, ellittiche, irregolari, a disco, galassie attive, nuclei galattici attivi, quasar, BL Lacertae, Seyfert, e che esse tendono, come le stelle, a raggrupparsi in ammassi, più o meno numerosi, fino a migliaia di membri, e più o meno compatti. Nel 1965 venne scoperta da Penzias e Wilson quella che in modo molto poetico fu chiamata “la voce Planetario Planetario L’uomo e il cosmo di Gabriele Vanin BAR • BIRRERIA • PANINOTECA LIMANA (BL) - Via Refos, 17 - Tel. 338 6637004 Birra Hb Traunstein - Specialità alla spina e da asporto 9 dell’universo nascente”, ovvero una radiazione di fondo, peraltro prevista da Gamow, Alpher e Herman, che ci porta, molto diluita dal tempo e dall’espansione, una traccia dell’epoca in cui avvenne il big bang, circa 13,8 miliardi di anni fa. Nel momento dell’origine il cosmo si trovava a temperature superiori a un quadriliardo di gradi ed aveva dimensioni di poche ore luce ma, dopo quasi 14 miliardi di espansione continua, la temperatura si è diluita fino ad appena tre gradi sopra lo zero assoluto ed è questa temperatura che le antenne misurano puntandole in ogni punto dello spazio. Nel 1978 Penzias e Wilson ricevettero per la loro scoperta il premio Nobel per la fisica. Mentre nei decenni passati si pensava che l’espansione dell’universo dovesse rimanere più o meno costante o, al più, decelerare impercettibilmente, nel 1998 Perlmutter, Schmidt e Riess scoprirono che circa cinque miliardi di anni fa invece l’espansione cominciò ad accelerare. Questo sembra implicare che i tre quarti del cosmo siano formati non da materia, luminosa ed oscura, ma da una misteriosa energia oscura che sfida per ora le interpretazioni più ardite dei cosmologi. Anche questa scoperta ricevette, nel 2011, il massimo riconoscimento dall’Accademia Svedese delle Scienze. Poiché la velocità di espansione dell’universo ha variato nel tempo, non è oggi possibile dire quanto distino precisamente gli oggetti più lontani che è possibile fotografare con i telescopi più potenti. Tuttavia una stima approssimativa è possibile farla: l’oggetto più distante conosciuto, una minigalassia compatta che si allontana da noi a 296 200 km al secondo, il 98,8% della velocità della luce, e la cui radiazione è partita quando l’universo aveva solo 400 milioni di anni, ovvero 13,4 miliardi di anni fa, dista circa 32 miliardi anni luce. E possiamo ritenere che l’universo osservabile si estenda fino a circa 47 miliardi di anni luce, ovvero abbia una dimensione di poco inferiore ai 100 miliardi di anni luce! Per carità di patria, risparmio al lettore la stima di quanto questo universo sia enormemente più grande di quanto immaginava l’uomo soltanto 400 anni fa. E non vorrei dirlo, ma mi corre l’obbligo di farlo, per completezza di informazione, che la teoria dell’universo inflattivo, oggi accettata dalla generalità dei cosmologi, e messa a punto già fra il 1980 e il 1982 da Guth, Linde, Albrecht, Steinhardt, Bardeen, Hawking, Turner, Pi, Starobinski, per rimediare ad alcune incongruenze del modello del big bang, prevede che il nostro universo sia solo uno dei tanti universi esistenti e che quindi le sue dimensioni siano estremamente “piccole” se confrontate con quelle dell’intero cosmo. Eppure, eppure, ogni notte serena sollevo lo sguardo alle stelle e penso che stiamo guardando lo stesso panorama celeste dei nostri lontani progenitori del fiume Omo, dei sapienti babilonesi, di Ipparco, Galileo, Huygens, Kapteyn. O no? Incidente...E ora che faccio? L ’insidia è sempre dietro l’angolo e nel tran tran quotidiano può capitare a tutti di rimanere coinvolti in situazioni… Poco piacevoli ! Un incidente stradale, ad esempio, come tanti, troppi ne capitano purtroppo ogni giorno sulle strade Bellunesi. Se la sfortuna ci coinvolge in questo spiacevolissimo inconveniente, come è opportuno reagire ? Quali procedure è importante mettere fin da subito in atto ? Lo chiediamo a Claudio Dal Borgo, responsabile dell’ufficio Giesse Gestione Sinistri di Belluno, società specializzata da oltre 20 anni in risarcimento danni. «In caso di incidente è fondamentale essere pronti, saper reagire, non farsi prendere alla sprovvista. Anche perché, già solo psicologicamente, è un momento molto stressante: si viene travolti da un vortice di tensione ed emozioni. Per questo, a tutti i nostri clienti, consigliamo di non ritrovarsi proprio in un momento tanto delicato a dover capire come funziona ad esempio la Cai, modulo per la constatazione amichevole. Mettetevi a tavolino una sera in famiglia, specie se avete figli in età da patente, ed esercitatevi nella compilazione di un modulo fac-simile. O, meglio ancora, contattate il vostro assicuratore e chiedete a lui di consigliarvi. La Cai è come un’istantanea dell’incidente: se mal compilato, si rischia la beffa di passare dalla ragione al torto». Quali accorgimenti, dunque, è utile adottare subito dopo un incidente stradale? «Ci sono due possibilità: compilare la Cai, qualora vi sia accordo tra le parti sulle responsabilità, o chiamare le forze dell’ordine. In questo caso, però, è bene sottolineare che si va incontro a possibili sanzioni e a un inevitabile allungamento dei tempi per il risarcimento». La Cai, dunque, è sempre più conveniente? «Assolutamente sì. Non comporta problematiche legate a even- Figg. 1 e 2. Le stelle nascono all’interno di nebulose gassose come quelle visibili in queste immagini, la Nebulosa Cuore, in Cassiopea (fig. 1) e la Rosetta, in Unicorno, (fig. 2). (foto Gabriele Vanin, Associazione Rheticus). tuali sanzioni amministrative (ritiro patente o decurtazione punti) e accorcia notevolmente i tempi per il risarcimento: le Compagnie assicurative sono obbligate a risarcire in tempi brevi, 30 giorni, ad esempio, per i danni dell’auto». Gestione sinistri Planetario di B. C. Altri consigli utili se si resta coinvolti in un incidente? «Ognuno di noi, ormai, possiede un cellulare con fotocamera o una compatta digitale… Fotografate sempre le auto e la scena del sinistro prima di spostare i mezzi: può risultare fondamentale !». Una volta sbrigate queste procedure, cosa resta da fare? «Andare subito dal proprio assicuratore a consegnare la Cai. O, qualora siano intervenute le forze dell’ordine, fare denuncia di sinistro. In caso di dinamica chiara consigliamo inoltre di chiedere al proprio carrozziere la possibilità di firmargli la cosiddetta “delega”: provvederà egli stesso a concordare il danno con il perito della Compagnia e a riparare l’auto, recuperando poi le spese sostenute». E il vostro intervento ? Quando è consigliabile affidarsi a Giesse? «Quando si subisce un incidente di media o alta gravità, o nel caso in cui si ritenga di avere dei diritti che non sono stati riconosciuti. In questi casi ottenere il giusto risarcimento diventa assai più complicato, per questo è bene affidarsi alla nostra esperienza ventennale. Senza, tra l’altro, costi né rischi per i nostri clienti». In che senso, non venite pagati per il lavoro che svolgete? «Solo se otteniamo il risarcimento, ne tratteniamo una piccola percentuale come nostro compenso. Altrimenti tutte le spese sostenute durante la trattativa, anche quelle per un’eventuale vertenza legale, restano a nostro carico. è una forma di tutela importantissima che offriamo a tutti i nostri clienti e chiamiamo “Paghi solo se…”. E c’è persino un ulteriore vantaggio: dato che il nostro compenso è proporzionale al risarcimento ottenuto, siamo spinti a perseguire sempre il massimo. Per qualsiasi nostro cliente». Figg. 3 e 4. Le stelle tendono a disporsi in ammassi stellari più o meno compatti, chiamati ammassi aperti, come quello doppio di Perseo in fig. 3 (foto Gabriele Vanin, Associazione Rheticus) e globulari, come M 13 in Ercole, visibile in fig. 4 (foto Francesco Di Cencio, Associazione Rheticus). Figg. 5 e 6. La nostra galassia, la Via Lattea, se fosse vista dal di fuori si presenterebbe, di profilo, come la galassia Ago, nella Chioma di Berenice (fig. 5, foto Gabriele Vanin, Associazione Rheticus) e, vista di fronte, più o meno come la nebulosa di Bode (fig. 6, foto Francesco Di Cencio, Associazione Rheticus). Fig. 7. La Galassia di Andromeda fu la prima di cui fu misurata la distanza, nel 1924, da Edwin Hubble (foto Francesco Di Cencio, Associazione Rheticus). Fig. 8. La supernova, indicata dalla scritta, apparsa nel gennaio scorso nella galassia Sigaro nell’Orsa Maggiore, è dello stesso tipo, 1a, a cui appartengono le supernovae il cui studio ha permesso la scoperta dell’accelerazione dell’universo, nel 1998 (foto Francesco Di Cencio, Associazione Rheticus). ...dal 1982 > tende da sole > strutture esterne > tende tecniche > avvolgibili in alluminio > avvolgibili in PVC > avvolgibili in acciaio > bastoni > zanzariere > tende da interno > recinzioni in PVC > porte a soffietto > veneziane PROMOZIONE! tende da sole con montaggio gratuito! © Belluno Magazine © Belluno Magazine Via Rizzarda, 5 32032 Feltre (BL) tel. 0439 302880 Giesse - Gestione Sinistri è la società leader in Italia nel risarcimento danni, a tutela delle persone che hanno subìto lesioni lievi, gravi o gravissime. Fondata a Belluno negli anni Novanta ha gestito con successo più di 40.000 danni, tra i quali anche noti casi di cronaca italiana e internazionale come il naufragio della Costa Concordia, il disastro ferroviario di Viareggio, la sciagura del volo «Air France» 447 Rio de Janeiro - Parigi e il salto di corsia sulla A4 a Cessalto del tir Bartolini. Info: www.giesse.info – n. verde 800.125560 L’ufficio Giesse di Belluno, in via Feltre 46 – tel. 0437/941903. 11 STORIA E CARATTERISTICHE: La pianta è formata da un reticolo di rizomi (radici) dai quali in primavera dipartono i “Turioni”, i germogli, cioè la parte commestibile della pianta. Se questi non vengono colti, diventano veri e propri fusti che raggiungono i 2 metri di altezza. Risultano commestibili la parte apicale e la parte prossima appunto al germoglio. Si presentano turgidi, lisci e lucidi, e se il loro aspetto non rispecchiasse tali caratteristiche, vuol dire che la loro freschezza non è certa. Sono piante che nascono nei boschi o nelle zone selvatiche, e si presentano di colore verde, se coltivate in assenza di luce (bloccando così la fotosintesi naturale) si presentano invece di colore bianco. Si possono coltivare in serre (chiamate “asparagiaie”) o trovare spontaneamente in terreni molto drenanti e senza umidità. Si conoscono i metodi di coltivazione di questa verdura fin dai tempi più antichi: fu coltivato nel Mediterraneo già 2000 anni fa e mentre non sembrano pervenire informazioni sulle sue coltivazioni dai Greci, dai Romani invece arrivano manuali interi con esposti metodi di coltivazione e di preparazione. Nei secoli viene poi coltivato largamente in Francia ed in Inghilterra per passare poi nel Nord America. Damnatio Risotto agli asparagi 10 asparagi 1 carota 1 scalogno memoriae 1/2 bicchiere di Prosecco brodo vegetale q.b. rosmarino q.b. sale q.b. di Daniele Tormen Avvocato del Foro di Belluno PROPRIETà NUTRIZIONALI: il nostro apparato digerente per via del loro contenuto di insulina, una tipologia di carboidrato che giunge © fuzzbones - Fotolia.com intatto all’intestino e che rappresenta una fonte ideale Gli Asparagi appartengono alla stessa famiQuando finisce una storia d’amore, madi nutrimento per la flora batterica, con particolare riglia delle cipolle e dell’aglio. Essi sono ricchi gari in modo tragico e doloroso, può suc- Se il soggetto aveva emanato leggi, decreti, comunque scritti di ogni ferimento ai lactobacilli. Oltre ad essere un buonissimo di fibre, vitamina A e vitamine del gruppo B. cedere che tutto ciò che ricorda la (ex) genere, questi erano abrogati e cancellati da qualsiasi raccolta uffiaiuto per la digestione, gli asparagi sono considerati dei Importanti anche gli elementi minerali come potassio, persona amata porti sofferenza e proble- ciale. veri distrutte e propri antinfiamatori fosforo, calcio, magnesio, sodio in scarse quantità, ferro ed acido folico. Venivan o poi le effigie, naturali. decapitate le statue, mi: si cerca di agli dimenticare Un’altra proprietà pertanto benefica attribuita asparagi riguardacomla loro potenziale ca- i volti dai dipinti e dalle monete. cancellati pletamente l’intero ESECUZIONE pacità di aiutare il nostro cervello apassato contrastare il rapporto declino cognitivo.eL’acido I casifolico più famosi in epoca romana furono quelli degli imperatori Nel’oblio è la soluzione di ogni male. rone e Caligola. Pelare la carota, lo scalogno e gli asparagi, tagliare il in essi contenuto, in associazione con la vitamina B12, permette la prevenzioQuesto non è proprio soltanto dellecognitiva situazionicon sen-l’avanzamento Peraltro già molto prima, nelprendere quattordicesimo secolo a.c., si tutto tempo a pezzettini fini, una pentola, introdurre ne dei modus disturbioperandi che potrebbero affliggere la sfera timentali ma è il cardine di un istituto giuridico – sociale antichissiebbe un caso di damnatio memoriae ante litteram: il faraone il tutto insieme al riso, far rosolare, aggiungere ilAmevino dell’età. mo: la damnatio memoriae. nofis IV, il fautore dell’abolizione del culto politeistico e dell’instaubianco ed ultimare la cottura con del brodo vegetale. Largamente conosciuti per le loro proprietà diuretiche, sono spesso utilizzati Tale istituto affonda le proprie origini nella notte dei tempi ma è razione dell’unico dio Aton (il Sole), una volta morto, fu completacontro malattiee come la gotta, calcoli renali e reumatismi; invece(oinquasi visto che qualche traccia è comunque rimasta) dalla stato codificato definito in modo preciso in epoca romana,sconsigliati repub- mente VINO casi diprima cistiteimperiale o di infezioni unufficiale aliblicana poi. alle vie urinarie renali. Rappresentano inoltre storia egizia. IN ABBINAMENTO Inmento sostanza si tratta di ciò: quando un ed personaggio cadeva in Anche dopo laProsecco caduta dell’impero romano l’istituto, seppur senza i fermo estremamente utile al cuore ai muscolipubblico in genere. disgrazia e veniva deposto e privatodidelle cariche (spesso in crismidella della legge, sopravvisse. Grazie al loro elevato contenuto potassio, utilissimo permaniera la regolazione cruenta), anche dopo lail sua si stabiliva di cancellarne purealla il prevenzione Gli esempi piùVARIANTE celebri furono quelli diCHEF papa Formoso, di cui fu proDELLO pressione sanguigna, suomorte, consumo è particolarmente adatto ricordo. cessato il cadavere e del doge Marino Falier, del quale fu cancellato il A cottura ultimata aggiungere gli aghi del rosmarino delle patologie cardiocircolatorie, il buon funzionamento Innanzitutto si vietava l’uso del nomeoltre (anziche delfavorire prenomen latino), poi ritrattodel dalla sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale. ed una nocequindi di burro. tutto; andremo sistema nervoso. veniva eliminato il cursus honorum del reietto e se ne vietava anche Una piccola consolazione a tuttiMantecare gli amanti ilabbandonati e tra-a raggiungere un gusto un pòopiù ai topinambur, gli asparagi sono considerati diInsieme nominarlo indirettamente. Ma le vere “perle” di taleparticolarmente istituto erano benefici diti cheper cercano di dimenticare un regalo unarinforzato. vacanza: la damnatio la distruzione fisica delle tracce del “dannato”. memoriae ha una tradizione millenaria ben più tragica!• MAXI SCHE RMO pe r ve de re tu tt a la se rie A e la Ch am pio ns Le ag ue Su pe re na lo tt o Bi lia rdo Serate con mus ica dal vivo artigianamente.it dall’idea al progetto C INGREDIENTI per 4 persone Artigianato (ASPARAGUS OFFICINALIS) > Storia L’asparago Gastronomia applicata: storia, tradizione e applicazione hi l’ha detto che in Italia siamo solo “pizza e mandolino”? Il patrimonio culturale ed artistico del Bel Paese sta prendendo forma da mani esperte di artigiani e interpreti dell’idea artistica, applicata al design, allo studio dei materiali, al benessere, che si gusta con gli occhi e si vive addosso, tra le mura di casa, in viaggio, in compagnia o in adorazione di sé. Perché un oggetto unico, solo tuo, puoi solo amarlo e viverlo in modo speciale. Ecco perché Benedetta Costantin, zoldana d’origine e cittadina del web per adozione, ha deciso che l’artigianato locale e italiano meritasse un posto comune e di raccolta per esprimersi, farsi conoscere e offrirsi agli occhi del mondo. Artigianamente.it è una vetrina che espone e vende l’artigianato di elite, selezionato con cura nel corso di viaggi virtuali e reali, tra i luoghi più belli dell’Italia. L’obiettivo? Quello di dare anima ad una passione nascosta tra i ricami della nonna ed il piacere per le cose belle e preziose. Lo racconta Benedetta nel video pubblicato on-line e traspare dalle immagini della vetrina virtuale, che conservano la poesia del lavoro manuale di un tempo passato. “Ad un certo punto ho sentito l’esigenza di creare qualcosa che potesse esprimere le mie personali attitudini e dimostrasse che fare impresa non fosse una missione impossibile, ma un progetto reale, certo faticoso, dispendioso di energie e non solo, ma capace di dare grandi soddisfazioni – dice Benedetta – forse vivere in un paese di montagna, dove la vita raccolta delle persone induce alla condivisione anche intima delle abilità e alla conservazione delle tradizioni locali, mi ha aiutata a focalizzare ciò che effettivamente volevo: che il valore di oggetti creati con perizia e pazienza fosse promosso e raggiungesse il cuore di più persone possibile”. La creazione di un sito internet è stata la soluzione. Messo on-line soltanto un mese fa, oggi il sito interpreta un progetto fortemente voluto dalla realtà artigiana “privata”, che ha dimostrato di voler misurarsi anche con l’ecommerce ed il web marketing, per uscire dall’anonimato di nicchia e farsi conoscere ad un target di utenza vasta ed eterogenea. Sperimentare, insomma. “Vorrei che questa mia iniziativa fosse di stimolo anche per le istituzioni, locali e italiane, che capissero che investire in nuove tecnologie e start up può segnare il passo all’uscita dalla crisi. Puntare sulle eccellenze nascoste tra i bellissimi luoghi dell’Italia, dovrebbe essere una priorità, in un momento in cui la fragilità economica va a braccetto, purtroppo, con iniziative imprenditoriali spesso contaminate da poca trasparenza e desuetudine”. Insomma, da Zoldo le idee partono chiare; adesso sta agli utenti scoprire l’oggettistica per la casa, le borse, la pelletteria e i segreti della lavorazione del legno, della carta, delle pelli. Dare voce ad un luogo virtuale, che fa volare oltre i confini reali il pregio e l’unicità del Made in Italy. Scegli la qualità! LAVANDERIE SELF-SERVICE Acqua & Le uniche con sterilizzazione a raggi UV! Lavanderia self-service Acqua&MIELE • Limana - Cesio Aperto tutti i giorni dalle 7.00 alle 22.00 • info 320 4168472 © Belluno Magazine Gastronicchia di Lucia Maracchi Chef Ristorante “La Nicchia” di Belluno rmazione ed attualità della Provincia di Belluno Cucina di Sebastiano Saviane 13 Testa a testa Belluno - Union Ripa La Fenadora Le due bellunesi di serie D C ampionato e coppa, meglio di così non poteva andare. L’Union San Giorgio Sedico è stata la squadra che più di ogni altra, quest’anno, ha portato il nome della provincia di Belluno in giro per il Veneto. Conquistando, più o meno ovunque, successi e prestigiosi riconoscimenti sportivi. E ra la prima volta nella storia del calcio bellunese che questa provincia poteva contare due squadre in serie D. Accanto al Belluno, società veterana di questa categoria e che in passato ha calcato anche palcoscenici ancora più prestigiosi, quest’anno c’era l’Union Ripa La Fenadora, formazione feltrina dal passato breve ma che, in pochissimi anni, è salita dalla Prima categoria al calcio interregionale. Sia gli uni che gli altri hanno portato a termine un campionato di ottimo livello. Un po’ di amaro in bocca è restato alla squadra del capoluogo che, qualificatasi a disputare i playoff, è uscita al primo turno, sconfitta dalla Sacilese. Grande gioia, invece, ha avuto la compagine neroverde che, al primo anno in serie D, ha conquistato un sesto posto pieno di soddisfazioni. QUI UNION RIPA LA FENADORA – Un avvio disastroso, un girone di ritorno devastante. La stagione dell’Union Ripa La Fenadora è partita nel modo peggiore ma, dopo una decina di giornate, ha preso una piega estremamente positiva. Ci vogliono undici giornate per la prima vittoria dell’Union. In casa, al Boscherai di Pedavena, contro la Fersina Perginese, i neroverdi cambiano volto al loro campionato: vincono 5-1 e si rilanciano in chiave salvezza (in precedenza si erano registrati soltanto sette sconfitte e tre pareggi). Dopo la prima vittoria, però, arriva un altro stop, nel derby con il Belluno (2-1). Il risultato – alla luce di una buona prova – non frena i neroverdi che anzi infilano una serie di risultati positivi che viene interrotta soltanto quando i feltrini si trovano ad affrontare le corazzate del girone, Marano, Pordenone e Sacilese. Nel finale di stagione, vincendo il confronto con i cugini gialloblu, agli uomini di mister Parteli si apre addirittura la possibilità di inseguire il sogno playoff. Che restano, effettivamente, soltanto un sogno, al termine di una stagione strepitosa. IL CAMPIONATO – Trenta punti a fine girone d’andata, sessantatré a fine campionato. La miglior difesa del raggruppamento (il girone D) ed il terzo miglior attacco. Bastano i numeri a dipingere una stagione davvero memorabile, forse al di sopra delle aspettative. La squadra era stata costruita in estate per puntare alle primissime posizioni. Ma si sapeva bene che tante erano le insidie, a partire da alcune avversarie di caratura notevole, come Carenipievigina, Passarella 93 e Conegliano che hanno dato filo da torcere fino alla fine. Dove è stata, dunque, la bravura dell’Union sedicense? Per esempio, nel vincere quasi tutti gli scontri diretti, senza mai soffrire contro le altre corazzate del girone. Poi, nel crederci fino all’ultimo, tanto da vincere la stagione con una giornata d’anticipo, grazie ad una vittoria in rimonta sulla Miranese. “A Sedico mi sono trovato benissimo - ha evidenziato mister Bruno Gava - perché la società mi ha messo nelle condizioni per lavorare al meglio. Quanto alla prossima stagione, dovremo giocoforza partire dai giovani, dai cosiddetti fuoriquota. Abbiamo l’esigenza di trovarne un I DERBY – Tre derby, uno vinto dal Belluno, due dall’Union Ripa La Fenadora. Si comincia in Coppa. I neroverdi, nel caldo di fine agosto, la spuntano ai calci di rigore. Poi, in pieno autunno, è la volta del primo confronto in campionato. Si gioca al Polisportivo di Belluno e la formazione di casa si impone per 2-1: i feltrini si fanno preferire sul piano del gioco ma la squadra del capoluogo porta a casa l’intera posta in palio. Infine, a sei giornate dalla fine, nel derby di ritorno a Pedavena, il Belluno è costretto ad incassare un pesante poker (4-1). C’è già grande attesa per la prossima stagione. Entrambe non vogliono deludere. www.mazzoranasport.com certo numero di buoni. E quello è il primo obiettivo da centrare. Una volta definiti i fuoriquota vedremo di coprire al meglio i reparti”. LA COPPA – Solo vittorie per il team bellunese che ha chiuso in bellezza la sua cavalcata superando 3-0 il Loreo nella finale di Martellago. Davanti ad un numeroso pubblico, i biancorossocelesti hanno realizzato tre reti nella ripresa (con Ackon, Pilotti e Pontin) e conquistato un trofeo dal valore non indifferente. Trascinatore della squadra, tanto in coppa quanto in campionato, bomber Mattia Simoni che ha toccato quota venti gol. “Abbiamo conquistato il campionato e la Coppa, un trofeo assai prestigioso – ha commentato l’allenatore in seconda, Stefano Chiesa – e per forza di cose questa stagione entrerà nella storia. Abbiamo dimostrato voglia, carattere e la giusta mentalità”. IL MANCATO TRIPLETE – Alla fine di una grandiosa stagione, l’Union San Giorgio Sedico, per alcune settimane, ha cullato il sogno di conquistare uno storico triplete. Oltre al campionato e alla coppa, i biancorossocelesti avrebbero potuto portare a casa anche il titolo regionale di Promozione. Sarebbe bastato vincere due gare. La prima, in effetti, è stata conquistata dai bellunesi che hanno eliminato il Dolo grazie ad un gol firmato Zanvettor. La seconda, invece, la finale di questo minitorneo post campionato, si è conclusa ai rigori, e la dea bendata ha sorriso all’avversaria di giornata, il Sarcedo. Poco male, due trofei ed una promozione, per una società nata da nemmeno un anno, sono un assai abbondante bottino. seguiteci su © Belluno Magazine QUI BELLUNO – Con cinquantanove punti in trentaquattro partite, il Belluno ha chiuso la stagione al quarto posto, segnando un netto miglioramento rispetto alle precedenti stagioni. L’esordio in campionato è avvenuto al Polisportivo, con il TrissinoValdagno che ha fermato i gialloblu sull’1-1. Poi, una serie di risultati (sempre positivi tra le mura amiche, più variabili in trasferta) che hanno portato la squadra di mister Vecchiato nelle prime posizioni fin da subito. Nel girone di ritorno Corbanese (bomber della formazione gialloblu) e compagni si ritrovano decimati dagli infortuni e i risultati, sia pur in maniera non decisiva, ne risentono. Il mese di febbraio è quello in cui il Belluno rallenta maggiormente la sua corsa (con due sconfitte consecutive ad opera di Sanvitese e Sacilese). Poi la formazione ritrova il ritmo che aveva acquisito nel corso del campionato e raccoglie alcuni risultati di prestigio. Poi, un altro momento difficile, con altre due sconfitte consecutive, prima nel derby con l’Union Ripa La Fenadora, poi nel match interno con il Pordenone. Nel finale di campionato, tre vittorie ed un pari portano alla conquista dei playoff. Ma, negli spareggi post campionato, la Sacilese elimina i bellunesi realizzando in pieno recupero il gol-qualificazione. Union San Giorgio Sedico SPECIALE SPORT di Nicola Pasuch © Belluno Magazine SPECIALE SPORT di Nicola Pasuch bar tabacchi ricevitoria giochi Piazza Vittime di Via Fani • Cavarzano • Belluno 15 Foto della squadra del Gosaldo vincitrice del torneo amatori 2013 41° CAMPIONATO AGORDINO DI CALCIO 5° Memorial "Denis Tonin" 4° GIORNATA ( 08 giugno 2014 ) Girone Data Località Orario Squadra ospitante Squadra ospitata A 07-giu CENCENIGHE 20.30 CENCENIGHE SAN TOMASO 07-giu LA VALLE 20.30 LA VALLE LE VILLE 08-giu CANALE 16.00 CANALE AGORDO 2009 08-giu FALCADE 15.30 ATL. CAVIOLA ALLEGHE RIPOSA : TAIBON 5° GIORNATA ( 15 giugno 2014 ) Girone Data Località Orario Squadra ospitante Squadra ospitata A 14-giu CENCENIGHE 20.30 CENCENIGHE LA VALLE 15-giu AGORDO (suss.) 15.00 AGORDO 2009 SAN TOMASO 15-giu AGORDO 17.30 LE VILLE ATL. CAVIOLA 15-giu TAIBON 16.00 TAIBON CANALE RIPOSA : ALLEGHE 6° GIORNATA ( 18 giugno 2014 ) Girone Data Località Orario Squadra ospitante Squadra ospitata A 18-giu CENCENIGHE 20.30 CENCENIGHE AGORDO 2009 18-giu FALCADE 18.30 ATL. CAVIOLA LA VALLE 18-giu TAIBON 20.30 TAIBON SAN TOMASO 18-giu CANALE 18.30 CANALE ALLEGHE RIPOSA : LE VILLE 7° GIORNATA ( 22 giugno 2014 ) Girone Data Località Orario Squadra ospitante Squadra ospitata A 22-giu FALCADE 17.00 ATL. CAVIOLA CENCENIGHE 22-giu TAIBON 16.00 TAIBON AGORDO 2009 22-giu BOSCO VERDE 15.30 ALLEGHE SAN TOMASO 22-giu AGORDO 16.00 LE VILLE CANALE RIPOSA : LA VALLE 8° GIORNATA ( 29 giugno 2014 ) Girone Data Località Orario Squadra ospitante Squadra ospitata A 28-giu CENCENIGHE 20.30 CENCENIGHE TAIBON 28-giu BOSCO VERDE 15.30 ALLEGHE AGORDO 2009 29-giu LA VALLE 16.00 LA VALLE CANALE 29-giu AGORDO 16.00 LE VILLE SAN TOMASO RIPOSA : ATLETICO CAVIOLA 9° GIORNATA ( 06 luglio 2014 ) Girone Data Località Orario Squadra ospitante Squadra ospitata A 06-lug TAIBON 16.00 TAIBON ALLEGHE 06-lug FALCADE 16.00 ATL. CAVIOLA CANALE 06-lug AGORDO 16.00 LE VILLE AGORDO 2009 06-lug LA VALLE 16.00 LA VALLE SAN TOMASO RIPOSA : CENCENIGHE Il 14 Giugno 2014 inizierà, il 21° torneo giovanile 2° Memorial Orzetti Gabriele al quale parteciperanno le seguenti squadre: Alleghe, Cencenighe, Canale, Vallada, Taibon, Le Ville, Fodom, La Valle. Alcuni buoni motivi per scegliere il rugby il prossimo anno! S arà perché è uno sport appassionante che ci trasmette emozioni forti... Sarà perché recentemente lo abbiamo visto in televisione in occasione del “ Sei Nazioni” ... Sarà perché alcune tecniche del rugby ce le ritroviamo sul luogo di lavoro... Sarà perché ancora non è molto conosciut ... Sarà...sarà... Certo è che il rugby come sport ci comunica valori importanti come la forza, la collaborazione, la condivisione e il rispetto degli avversari. Spesso, infatti, l’approccio alla vita tipico del rugby è utilizzato in ambito lavorativo, perché ritenuto utile nella formazione del personale e delle equipe di lavoro. Inoltre il rugby come sport è spesso utilizzato come versatile metafora in campo educativo e formativo perché è intriso di concetti che “formano alla vita”, che si rifanno alla forza interiore e fisica per affrontare le difficoltà. Il rugby è uno sport in cui sì vince con modestia e si perde con leggerezza, dove il cervello e il cuore contano più del fisico, dove quattordici uomini lavorano tutti uniti per dare al quindicesimo mezzo metro di vantaggio”. Ma... Che cosa imparano i bambini frequentando il campo di rugby? 1. Imparano a relazionarsi con altri. Il rugby è uno sport di squadra in cui sono necessarie la condivisione e la cooperazione di tutti per ottenere un risultato. I bambini imparano a relazionarsi con i compagni di squadra, con l’allenatore e con gli avversari attraverso il gioco, con esercizi in allenamento mirati a favorire un clima di coesione interno alla squadra e di rispetto degli avversari. 2. Rispetto delle regole: con gli allenamenti e con il confronto con la squadra, il bambino impara a rispettare le regole, che nel rugby e nella vita sono molto importanti perché servono a confrontarsi lealmente con gli avversari e a tutelare l’integrità fisica di tutti. 3. Capacità di affrontare le difficoltà: l’aumentare dell’intensità degli allenamenti sul campo in base all’età, fa sì che gradatamente i ragazzi imparino ad affrontare la fatica, mantenendo lucidità e concentrazione per ottenere dei risultati sia come squadra sia come individui. La capacità di affrontare le difficoltà sul campo si acquisisce con calma e tempo e via via forma il bambino ad affrontare la vita che sta fuori dal campo con maggior determinazione. Senza contare che nel corso del tempo si rafforzano l’autodisciplina e l’assunzione di responsabilità, qualità che nella vita ci consentono di ottenere i risultati che ci prefiggiamo. 4.Un opportunità per tutti: a rugby possono giocare tutti! Alti, bassi, robusti e magri, veloci e lenti, non occorre avere doti particolari ne essere campioni! I nostri figli hanno diritto di potersi divertire senza doversi sentire a 12 anni inadeguati.. non idonei..! L’educazione sportiva e motoria è alla base di questo sport. E per i genitori quali sono i benefici? • Inostribambini(enoigenitoricheliaccompagniamo!) hanno la possibilità di svolgere una sana attività all’aria aperta: per la maggior parte dell’anno gli allenamenti si svolgono il giovedì e il sabato presso il campo di Rugby di Villa Montalban. Cè è una breve interruzione invernale in cui gli allenamenti si svolgono in palestra per consentire di mantenere l’allenamento quando il campo ghiacciato non è praticabile. Gli spogliatoi e la club house sono stati recentemente costruiti per aumentare la qualità del servizio offerto! • Per i bambini e per gli adulti con gli allenamenti, le partite e le varie iniziative proposte dal club come cene e occasioni d’incontro si creano automaticamente vere e sane occasioni di socializzazione dove bambini, famiglie, tecnici, allenatori e tifosi respirano a pieni polmoni l’aria genuina dello sport. Condividiamo anche noi genitori il bello di questo sport! • Gli allenamenti si svolgono il giovedì dalle 17.30 e il sabato alle ore 15.00 allo stesso orario per tutte le squadre dall’U6 all’U12! Il che significa che se abbiamo due figli di età diverse non dobbiamo correre avanti e indietro per accompagnargli ad allenamento! Inoltre le partite fino all’under 12 Sono concepite e concentrate tutte nella stessa parte della giornata e nello stesso luogo, in genere la domenica mattina dalle 10 alle 12. • Inizia dal 9 giugno 2014 il Centro estivo! Volete che i vostri figli passino più tempo all’aria aperta? Non sapete come organizzarvi per questa estate quando asili e scuole interrompono il servizio? Chiamateci e vi spiegheremo com’è articolato il nostro centro estivo (resp. 331/4952522 dalle 17 alle 19 oppure scrivete a [email protected] ) Per il contributo psicologico alla stesura di quest’articolo si ringrazia la dott.ssa Elena Vescovi, psicologa-psicoterapeuta, mental trainer. tel 0437 25049 cell 393 1918557 facebook: Lara Merlin Merlin Lara P.zza S. Stefano, 26 32100 Belluno il centro del sè acconciature uomo donna SPECIALE SPORT A nche quest’anno, domenica 18 maggio, è iniziato lo “Storico Torneo Agordino” di calcio amatoriale, ormai giunto alla 41° edizione, intitolato a Denis Tonin compianta giovane promessa del calcio agordino. Alla manifestazione, indubbiamente considerata una delle più importanti in assoluto in Provincia di Belluno, partecipano 17 squadre in rappresentanza di altrettanti Comuni. Nell’ordine: Nuova Agordo 2009, U.S. Alleghe, Polisportiva Canale d’Agordo, A.C. Caprile, F.C. Atletico Caviola, U.S. Cencenighe, Polisportiva Focobon, U.S. Fodon, G.S. Frassenè, A.S.D. Gosaldo, A.S.D. La Valle Calcio, U.S. Le Ville, A.S.D. Calcio Rivamonte, F.C. San Tomaso 1082, G.S. Taibon, Polisportiva Vallada Agordina, Polisportiva Voltago Agordino. Anche quest’anno, il “Comitato del Torneo Agordino”, composto dai Rappresentanti delle squadre partecipanti ha affidato l’organizzazione del Torneo, visti i buoni riscontri della passata edizione, all’ A.I.C.S. Comitato Provinciale di Belluno che si avvale della collaborazione dell’Associazione Arbitri A.I.C.S. Belluno. La presentazione del Torneo ha avuto luogo giovedì 17 aprile a Taibon Agordino in occasione della “Sagra de Pasca” così come la costituzione dei gironi e il sorteggio delle gare. Il Sorteggio è stato un momento di grande interesse e divertimento in quanto, emulando i “Grandi Eventi Sportivi”, per la composizione dei gironi sono stati utilizzati tabelloni luminosi e il concorso di “Simpatiche Tifose” delle squadre partecipanti che hanno proceduto alle estrazioni. L’impeccabile organizzazione del G.S. Taibon e gli “effetti speciali” ideati da Radio più, il tutto con l’abile regia di Marco Gaz e Mirko Mezzacasa, hanno determinato il successo dell’evento. Attendiamo tutti gli appassionati a seguire la manifestazione che nella passata edizione ha visto, grazie alla sportività espressa in campo e sugli spalti, un successo di pubblico e di critica che ci auguriamo possa ripetersi anche nell’edizione 2014. di Mirko Costa Orari (su appuntam ento ) martedì 8.00 - 17.0 0 mercoledì 8.00 - 17.0 0 giovedì 8.30 - 15.0 0 19.00 - 22.0 0 venerdì 8.00 - 17.0 0 sabato 8.00 - 16.3 0 © Belluno Magazine SPECIALE SPORT Storico Torneo Agordino di Enrico Valmassoi 17 I l football americano in provincia di Belluno, ha una tradizione oramai quasi trentennale. Certo, i periodi di buio, con squadre sciolte o sospensione d’attività son stati complessivamente più lunghi e numerosi di quelli di attività. Ma cercare di fare sport alternativi in una provincia piccola, dove le risorse economiche e umane sono monopolizzate o quasi dal calcio e trovare anche solo un terreno su cui allenarsi è impresa improba, non è sicuramente semplice. Il volontariato e la passione possono molto, ma, quando ci si trova di fronte vere e proprie barriere fatte di pregiudizi, l’entusiasmo viene scemando e si arriva ad un punto di non ritorno. Sembrava fosse successo a titolo definitivo, dopo tanti anni di impegno massimo e risultati scarsi. L’esperienza di serie C con gli allora Snowcats Belluno, nella seconda metà degli anni ’80, in pieno football boom, poi l’oblio, il ri- torno con i Rangers Rasai (frazione ai piedi del Monte Grappa) ed il campionato ad 8 giocatori Fiaf, l’esperienza Grifoni Belluno, poi trasformatisi in squadra statunitense con organico quasi completamente appartenente alla base Nato di Aviano, La strada del Flag Football, con la nascita dei Celtics (e della seconda squadra, gli Stones), la crescita di nuovi giovani per ridare vita all’avventura, abortita dopo un unica’esperienza organizzando il torneo “Fiveman” a cinque giocatori proprio a Feltre...il tutto, mentre, a riprova che il materiale umano non mancava, i giocatori si disperdevano ai quattro venti, militando un po’ in tutto il nord Italia (Dai Fighters Pordenone ai Draghi Udine, dai Dogi Venezia ai Saints Padova ai Giants Bolzano, dalle Aquile Ferrara ai Cavaliers Castelfranco, Ultimamente dai Thunders Trento ai Giaguari Torino). Avventura finita, dicevamo. Con tanto di chiusura della società. Invece...invece, proprio nei momenti che appaiono peggiori, talvolta si sviluppano le condizioni per riuscire a ricreare qualcosa che si credeva perduto, in chiave del tutto nuova. Un ragazzo che chiede al padre di allenare lui ed i suoi compagni di scuola, il primo gruppetto, poi, nuovi arrivi, qualche vecchio compagno che si unisce all’avventura...e la barca è di nuovo fuori dalle secche, sulla giusta rotta. Con la rifondazione ufficiale sotto il nome, questa volta di Dolomiti Celtics, in occasione della riunione per l’ultimo Superbowl, la fase sperimentale si può dire completamente superata. Ora c’è un direttivo, uno staff tecnico, una linea guida da perseguire e, soprattutto, un organico in costante crescita. Per la prima volta, la società ha la possibilità di poter contare su un proprio campo di allenamento, senza spiacevoli intrusioni o limitazioni poste dalle società calcistiche, proprio a due passi dal centro di Feltre. A presiederla, Emanuele Marcon, running back storico delle varie avventure feltrine e bellunesi nei vari campionati, affiancato da Vittorio Munerol, pietra miliare di questo sport in provincia di Belluno, dagli altri ex giocatori Michele Donà. Luca Frangini e Piero Gai e, in rappresentanza dell’attuale settore atleti, da Manolo Feltrin, al suo debutto nel mondo della palla ovale Usa, ma appassionato da una vita. Ad occuparsi del settore tecnico, oltre a Munerol nelle vesti di head coach, di Frangini e Gai, ci sarà un’altra figura a dir poco mitica: Giorgio Biasutti, il primo atleta bellunese a calcare il palcoscenico della massima serie nazionale quando, conclusasi l’esperienza Snowcats, militò tra le fila dei Fighters Pordenone, di cui vestì con onore la maglia per molte stagioni). L’esperienza non manca. La volontà c’è, l’entusiasmo sta ritornando, man mano che le fila del roster segnalano qualche nuovo ingresso. Il percorso tecnico sarà indubbiamente lungo, ma sin da ora si potrebbe guardare al futuro con un certo ottimismo. Fondamenta- le sarà completare le fila con qualche linemen sia d’attacco che di difesa; al momento, infatti, mentre il backfield si sta potenziando progressivamente, le frontlines restano abbastanza sguarnite, cosa improponibile in vista della partecipazione ad un campionato a nove giocatori come la società sta valutando. In fase embrionale, la squadra ha già disputato alcuni match. Contro la under 20 ed una selezione senior dei Saints Padova e una mista dei Redskins Verona nel corso del secondo torneo Fivemen a cinque giocatori, memorial Luigi Gai, organizzato e disputato a Feltre, e, nel mese di dicembre, a Gorizia, contro i locali Sentinels, questa volta con la formula a nove giocatori. Tutti passi che servono a fornire i ragazzi della necessaria sicurezza e di quell’esperienza che solo il confronto diretto con avversari più smaliziati può fornire. L’ultimo impegno, contro i Pitbulls Viterbo, ma palesato, se ancora ce n’era bisogno, che l strada intrapresa è quella giusta. Partita persa per 12-6 in casa laziale, ma dominata dai nostri portacolori, privati della vittoria solo per un po’ d’inesperienza e per l’assenza in campo di una crew arbitrale ufficiale. Molte aspettative sono rivolte all’arrivo della bella stagione, quando sicuramente nuovi arrivi completeranno un roster con una particolarità veramente singolare: la sua multietnicità. Due giocatori sono di origine dominicana, tre marocchina, uno brasiliana, uno cubana, uno moldava ed uno ucraina. A dimostrazione di come l’amore per uno sport cancelli veramente qualsiasi tipo di barriera, creando un gruppo compatto, pronto a sostenersi in ogni passo di quest’avventura tanto inaspettata quanto entusiasmante. SPECIALE SPORT Football americano a Belluno Ricariche cellulari - bollette fax e gratta e vinci Mas di Sedico, Belluno TEL: 0437-87650 - [email protected] Orario di apertura Dalle 6 del mattino - alle 2 di notte Via c. Mengotti n. 18 - Fonzaso - Tel 0439 56554 - [email protected] © Belluno Magazine GELATERIA E B&B © Belluno Magazine SPECIALE SPORT di Piero Gai 19 Judo - Campionati europei di Kata %PGYRI PIKKIRHI MRXIRHSRS MR UYEPGLI QSHS KMYWXM½GEVI -E WYE SVMKMRIIJSVQE^MSRI 3WZEPHS 2SVS r YR I\ QEIWXVS HM WGYSP E IPIQIRXEVI GLI LE PE TEWWMSRIHMWGVMZIVITSIWMIMRHMEPIXXS±EPTE KSXS²LEVMGIZYXSQSPXM TVIQM I QIR^MSRM WTIGMEPM MP KVERHI PEZSVS IWIKYMXS HEP QEIWXVS 2SVSrI JEVk TEVXIMRXIKVERXIHIPPERSWX VEGYPXYVE 9RE HIPPI WYI FIPPITSIWMITEVPEHIP0EKSHM7'VSGI 9RE ZSPXE MP½YQI4MEZIWGSVVIZERIPJSRH SZEPPIHIPPEGSRGEEPTEKSXE KMYWXSEMTMIHMHIP'SP:MWIRXMR MQFS GGEZEPEWXVIXXE KSPE HIP *EHEPXSI EXXVEZIVWSPETMERE HM'SRIKPME RSI HM8VIZMWS KMYRKIZE EPQEVI7YHMYREGSPPMRERIMTVIWWMHM:MXX SVMS:IRIXSWSVKIZEIG´r ERGSVSKKM YREGLMIWIXXEZSXMZEHIHMGE XEE 7%YKYWXE -P4MEZI RIP WYS GSVWS PEQFMZE GSR PI EGUYI MP TMIHI HM UYIP GSPPI 5YERHS MP ½YQIIVEMRTMIREPEJYVMEHIPPIEGUYIV SQTIZE-EVSGGMEWGEZEZE GEZIVRITSVXEZEZMEPEXIVVEEPPEGSPPMRE PRXERXSMRGIWWERXIPEZSVMS MP½YQIUYEWMSVKSKPMSWSHMTSXIVHMQSWX VEVIEXYXXMPEWYEJSV^EGSR JEVIEVVSKERXIVMZSPXSEPWERXYEVMSFSJSRGL MEZE La medaglia d’oro al judoka di origine bellunese Enzo Calà - Lignano 24 e 25 maggio 2014 A lla decima edizione dei campionati europei di Kata, tenutisi a Lignano il 24 e 25 maggio scorsi, il judoka di origine bellunese Enzo Calà, cintura nera 4° dan, ha conquistato la medaglia d’oro nella specialità “Kodokan Goshin Jitsu”, il kata della difesa personale moderna, in coppia con l’atleta friulano Fabio Polo, cintura nera 3°. Enzo Calà è judoka fin dalla tenera età e si è formato alla scuola del padre, il maestro di judo Salvatore Calà, cintura nera 5° dan di judo e 2° dan di jujitsu, fondatore e presidente del Judo Belluno. Oggi Enzo vive in Friuli, dove svolge la professione di maresciallo dei Carabinieri, ed insegna judo a San Vito al Tagliamento. L’oro conseguito dall’atleta corona un pluriennale impegno a livello internazionale con ben 14 presenze nella squadra agonistica italiana dal 2009, consolida la sua autorità tecnica nello scacchiere europeo e si aggiunge ad un medagliere di tutto rispetto: l’oro nel Gran Prix nazionale 2013, i quattro bronzi agli europei di Praga 2011, gli altri bronzi agli europei di Koper 2012, Malta 2013 (sia in categoria che negli open) e quelli alla Coppa Europa 2012, 2013, 2014, oltre al brillante sesto posto ai mondiale 2012. Il nostro conterraneo, al quale il Coni ha conferito di recente la medaglia di bronzo al valore atletico, ricopre incarichi di rilievo nella Federazione nazionale di judo (FJILKAM - Coni), è istruttore di judo, arbitro e responsabile Kata del Friuli Venezia Giulia. Grande gioia ha espresso il maestro bellunese Salvatore Calà che segue da vicino il percorso agonistico del figlio: “l’affermazione continentale di Enzo premia il lavoro di un grande atleta e deve essere di stimolo a quanti si avvicinano al judo nella nostra Città dove viene praticato da oltre un trentennio”. Il successo di Enzo coinvolge emotivamente tutti i judoka bellunesi che si riconoscono nella scuola promossa e sostenuta con tenacia e passione dal maestro Salvatore ed indica la strada verso la quale sviluppare e diffondere anche nel nostro territorio questa affascinante disciplina che è, indubbiamente, molto più di un semplice sport. ±3+YWXqXE+YWXqXE ‘’O Augustina, Augustina, an cin a la ólta un po’ alla volta XIXMVEV{HzHEPETSWXqXE³´ ti tirerò giù dal tuo posto”. )XYXXSERH{FIRII½P{-MWGMS½RGLqYRFI PKMSVRSERGLIPE7ERXE TIVWIPETE^MIR^EIVMWTSWITIVPIVMQI ±34MkS4Mk WIRSXIPkQ{PE REF{RE{PXE XIWIVEV{EP½k³´ “O Piave, o Piave, se non la smetti, una buona volta ti chiuderò il respiro’’. (MPMEUYEPGLIXIQTSMRJEXXMYRKVSWWS PIQFSHIPPEQSRXEKREJVER{YRIRHSMQSRXMHIPKVYTTSHIP'SWXEE P'SP:MWIRXMRIWFEVVERHS MRXEPQSHSPEWXVEHEEPFSVMSWSITVIT SXIRXI½YQI-PUYEPIQSKMS QSKMSHSTSEZIVMRZERSXIRXEXSHMJEVW MYRERYSZEWXVEHETIVKMYRKIVIEPQEVIWGEZERHSRIPXIVVMGGMSHIPPE JVEREHSZIXXIVEWWIKREVWM EGEQFMEVMPTIVGSVWS%4SRXIRIPPI%PT MHIZM{ZIVWS&IPPYRS HEPM GSRXMRY{MRHMVI^MSRI HM*IPXVII MRWSQ QE JYGSWXVIXXSEVEKKMYRKIVIMPQEVITIVPEZMEGLIERGSVSKKMTI VGSVVI2EXYVEPQIRXIHSZI MPPIQFSHMQSRXEKREJVER{WMJSVQ{MPPEKS HMUYIWXEWXSVME'SQI QEM TSM MP PEKS EFFME EZYXS MP RSQI HM 7 'VSGI FIL 7IRXMXI YR TS´ 4EVI HYRUYIGLI TVMQEHIPPEJVER E RIPPE ZEPPI WSQQIVWE TSM HEPPI EGUYI WSVKIWWIYRZMPPEKKMS GSRX ERXS HMGLMIWIXXEEP GIRXVS HIPPE TME^^EI REXYVEPQIRXI GSPWYSFIP GEQTERMPIHM ½ERGS 0E JVEREXVEZSPWISKRMGSWEIP´EGUYEWSQQIVW IP´MRXIVSZMPPEUKMS2IPPI KMSVREXIWIVIRI UYERHSP´EGUYEIVE PMQTM HE TEVI GLIMTIWGEXSVM VMYWGMWWIVSEZIHIVIHEPPIPSVSFEVGLIWSXX´E GUYEPEGVSGIHIPGEQTERMPIWSQQIVWS 4VSTVMSHEUYIWXSJE XXSWIQFVEWMEHIVMZEXSEP PEKSUYIPRSQIGLIERGSVSKKMGSRWIVZE A Belluno il Judo viene praticato presso la palestra piccola della Scuola Media Ricci il lunedì e il giovedì - tel. 0437 30290 335 8249263 - [email protected]. DR A K O L A N D Il ristorante è aperto a tutti Da 25 anni Christian Savi ed il suo personale vi coccolano con le dolci delizie della pasticceria la Tour Eiffel. DR A K O L A N D Situata accanto alla stazione di Ponte nella Alpi, la Pasticceria la Tour Eiffel, è un ottimo punto di riferimento per un cappuccino & cornetto da guastare prima della partenza del treno o anche solo per assaggiare una delle deliziose pastine e scambiare due chiacchiere in un ambiente rilassante e amichevole. Cannoncini alla crema, mousse, bignè e le tradizionali eclair francesi via aspettano in questo piccolo angolo dedicato a Parigi, città dove Christian è nato e vissuto tredici anni prima di arrivare a Ponte nelle Alpi. In questo piccolo caffè non potevano mancare le opere d’arte di artisti locali, che si susseguono esponendo le loro opere, durante tutto il corso dell’anno. Cultura e palato si fondono così un unico luogo. © Belluno Magazine SPECIALE SPORT di Paolo Vignola APERTI TUTTI I GIORNI: Dalle 7.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.30 21 «...Habbiamo anchora aggiunto qui...dell’aglio chiamato orsino. Ma non havendo fin hora certezza nessuna delle virtù di questo,...non ho che dirne per hora più lungamente...” Questo è quanto asserisce il medico senese Mattioli nel XVI secolo a testimonianza di come la pianta, chiamata anche allora aglio orsino, fosse pressoché sconosciuta per il suo utilizzo sia in medicina, sia in cucina. Si sa solo che Plinio gli attribuì il nome di Allium ursinum, senza specificarne però i motivi. Probabilmente il grande naturalista fu influenzato dal fatto che si tratta di una pianta che ama addensarsi nei boschi ombrosi e umidi, di preferenza vicino ai corsi d’acqua, habitat naturale e tipico degli orsi. A parte queste considerazioni marginali, si tratta comunque di un aglio e sicuramente dei più singolari, tanto che le popolazioni montane lo utilizzano da sempre come succedaneo del più conosciuto e usato Allium sativum. A scopo alimentare, infatti, si usano le sue parti aeree sia per unirle alle insalate miste, sia per insaporire le minestre, nonché per aromatizzare le frittate. Inoltre, le foglie giovani e perfino i fiori vengono utilizzati per dare sapore ai piatti di pesce, formaggi teneri e patate lessate. Anche gli Storia di Daniele Tormen Qui rise l’Etrusco L’UTILIZZO DELLE PIANTE SPONTANEE E DEI FUNGHI NELLA CULTURA POPOLARE BELLUNESE speziali adoperano questa liliacea per le sue proprietà ipotensive, depurative, antielmintiche, stimolanti e antisettiche. Molti amanti della cucina popolare usano a scopo alimentare persino il bulbo; deve, però, essere raccolto all’inizio della primavera prima che la pianta fiorisca e poi fatto seccare normalmente come l’aglio comune. Decisamente originale è come la nostra gente contadina lo adoperi per insaporire il burro che, opportunamente preparato, può accompagnare con successo diversi piatti come, ad esempio, le trote alla griglia. La sua preparazione è molto semplice: basta “scottare” per qualche minuto in acqua bollente 50 grammi di bulbi pelati di aglio orsino, che verranno poi scolati, asciugati e pestati in un mortaio. Si prenderà poi un etto di burro e lo si monterà fino a renderlo sufficientemente cremoso, tanto da permettergli di incorporare la purea di aglio. Al tutto si aggiungerà poi un po’ di sale, qualche goccia di succo di limone e un po’ di basilico tritato. Il burro così preparato servirà come salsa di accompagnamento a 4 o 5 trote cucinate alla griglia e presentate in un piatto da portata guarnito con alcuni spicchi di limone. Il vino che suggeriamo è il verdicchio da servire a 11-12 gradi. U n recente viaggio tra Lazio, Toscana e Umbria ha offerto lo spunto per una rapida e suggestiva analisi su un popolo che ci ha lasciato svariate vestigia, molte di più rispetto a quante sono generalmente conosciute. La citazione del titolo è di Vincenzo Cardarelli, nativo di Tarquinia, una delle più fulgide lucumonie etrusche, strutture che di quel mondo costituivano la base fondante. Ci soffermiamo proprio sulla suddivisione della “natio” estrusca e in particolare sulla struttura di dodici lucumonie indipendenti che si riunivano periodicamente presso Velzna (romanizzata poi in Volsinii) presso la sede del dio Voltumna. La natura delle lucumonie, speculare a quella delle polis greche costituì la forza ma anche, in ultima analisi, la principale causa della scomparsa della loro civiltà. La divisione senza alcun vincolo unificante permise alle singole città di sviluppare in modo autonomo, pur mantenendo tutte alcuni elementi fondanti, specifici tratti distintivi. Così si poteva passare da Populonia, una moderna Piombino ante litteram, a Veio o Vulci, cittadine fiorenti e bellicose, per arrivare alla citata Velzna, tempio sacrale dell’identità etrusca. Caratterizzati dal culto dell’aldilà ma sensibili ai piaceri terreni, gli Etruschi furono una civiltà antesignana per quanto riguarda la condizione della donna e anche per questo, successivamente al loro tramonto, vennero dipinti dalla letteratura dei vincitori (romani) come lascivi e corrotti, Gran parte delle conoscenze in tema di edilizia e culti divinatori (si pensi al famoso “fegato di Piacenza”) sono diretta eredità del patrimonio etrusco. Camminare tra i luoghi che hanno visto fiorire ed evolversi questa civiltà rappresenta ancora oggi un suggestivo momento di riflessione sulla storia e il senso delle cose. Paradigmatico a questo proposito la vicenda di Velzna sede, come abbiamo detto, della lega dei dodici popoli: fu proprio in quella assise che a fronte dello scontro tra Veio e Roma, le lucumonie decisero di non intervenire e lasciare che Veio affrontasse da sola la nascente rivale, ritenendo che l’autonomia delle singole lucumonie fosse un valore assoluto da preservare. Ciò portò dopo dieci anni, nel 396 a.c., alla distruzione di Veio da parte di Roma. La decisione presa in quell’occasione fu nefasta per la causa etrusca: da quel momento in poi le singole lucumonie caddero, in modo diverso e spesso cruento, nell’orbita romana fino ad esserne completamente assoggettate. Si arriva così al 264 a.c. quando, chiamati dagli stessi maggiorenti della città per domare una rivolta servile, i romani occupano e radono al suolo Velzna, massacrano gran parte della popolazione e deportano i sopravissuti fondando una nuova Velzna (o Volsinii). La nuova Volsinii viene riedificata in prossimità del lago di Bolsena, dove ancora oggi si possono visitare la rovine. Molto più discussa dagli storici la localizzazione della vecchia Volsinii: la maggioranza ritiene che sorgesse dove ora si trova Orvieto e alle sue pendici si trovasse il fanum Voltumnae, il santuario di Voltumnae; resta forse una traccia nell’origine stessa del nome Orvieto, urbs vetus, a ricordo dell’antica Velzna. E con questo ultimo, malinconico avvenimento gli Etruschi escono dalla storia ed entrano nella leggenda: non ci resta che accompagnarli, passeggiando con loro nei luoghi che li hanno visti sorridere. Piante da frutto, giardino e orto, fiori, piante grasse, orchidee > SOLO SU PRENOTAZIONE > OLTRE 15 ANNI DI ESPERIENZA LA CUSINETA - RISTORANTE BAR VIA PIAIA N. 58 - PONTE NELLE ALPI TEL. 0437 999919 CI TROVI ANCHE SU FACEBOOK -bartrattorialacusineta- © Belluno Magazine Per trascorrere in serenità i momenti più belli ed assagiare la vera cucina tradizionale bellunese © Belluno Magazine Piante Spontanee Trote all’aglio orsino di Ettore Saronide Garden Margherita Via dei Tigli Santa Giustina info 0437 858000 23 Il Cosmo di Ivo Fontana. Dal legno alla domotica. S La cucina che unisce carattere, qualità, funzionalità e meccanismi made in Germania ma con un cuore e un design unicamente italiano, il tutto a prezzo di falegnameria. “ “ Anima tedesca, cuore italiano. e cercate il posto giusto per dare forma alla casa dei vostri sogni, l’azienda Ivo Fontana di Ponte nelle Alpi è quello che fa per voi. La propria casa, si sa, è un luogo fondamentale, dove vivere i propri affetti e far crescere la propria famiglia, e questo la Ivo Fontana lo sa bene. Non solo perché lavora nell’arredamento da oltre sessant’anni ma anche perché l’azienda è essa stessa una famiglia, che conosce bene le esigenze e le necessità dei propri clienti. Dal 1951, la Ivo Fontana assiste, consiglia e realizza i sogni di moltissimi bellunesi e non, che si sono affidati alle mani esperte di uno staff sempre pronto a curare - nei più minimi dettagli – l’arredamento che più si addice alle richieste del cliente. Qualità, funzionalità e il giusto mix fra tradizione e innovazione vi aspettano nell’ampio showroom di Viale Cadore: a chi lo visita, l’azienda offre consulenze d’arredo, con rilievo misure, progettazione tridimensionale e rendering e tutta la disponibilità necessaria per capire le esigenze del cliente, aiutarlo nella scelta e trasformare il tutto in un risultato funzionale e pratico. Un team di esperti affiatati sarà a vostra completa disposizione per assistervi in tutte le fasi dell’arredamento, dal grezzo al finito, anche grazie alla flessibilità della falegnameria di proprietà che progetta, realizza e installa mobili su misura, studiati appositamente per arredare alla perfezione i vostri interni. Terminata la fase di progettazione e realizzazione dei mobili, i nostri montatori, gli illuminotecnici e i consulenti delle finiture vi guideranno, con discrezione ed esperienza, nell’ultima fase di personalizzazione della vostra casa dai colori ai tendaggi. L’azienda, inoltre, non vi lascia mai soli, nemmeno a opera conclusa, offrendo ai propri clienti, per qualsiasi dubbio o problema il servizio gratuito d’assistenza post-vendita. La Ivo Fontana è un cosmo di creatività, dove le galassie, le stelle, i pianeti e i satelliti sono i nostri designer, gli architetti d’interni, gli artigiani esperti quali idraulici, cartongessisti, elettricisti, posatori, imbianchini e falegnami che grazie a voi sono in grado di trasformare qualsiasi sterile ambiente in un’abitazione accogliente e funzionale alle vostre esigenze. La nostra missione è coniugare il vostro gusto con stile e la nostra creatività, sì da trasformare il vostro ambiente familiare in un’oasi di comodità, praticità e design: in tutto ciò è fondamentale la collaborazione con il cliente e saperne cogliere le più intime esigenze, perché il cliente è il nostro primo collaboratore e il fulcro della nostra attività. Solo quando il cliente è soddisfatto, possiamo dire d’aver raggiunto il nostro obiettivo. > PROGETTAZIONE GRATUITA > REALIZZAZIONE DELLE SOLUZIONI IN 3D (per visualizzare l'ambiente nella sua completezza prima di procedere alla scelta, capendo colori, materiali e spazi) con l'INNOVATIVA ESPERIENZA DEL VIDEO CON GLI OCCHIALINI 3D come al cinema! > ANGOLO GIOCHI per bambini > PERCORSO GUIDATO all'interno dello showroom con 7 appartamenti completi da vedere in vari stili (dall'HITECH dell'APPARTAMENTO DOMOTICO al RUSTICO TRADIZIONALE in stile cortina) > FALEGNAMERIA PER IL SERVIZIO "SU MISURA" > SOLUZIONI "CHIAVI IN MANO" > CONSULENZE PER RISTRUTTURAZIONE e COORDINAMENTO DELLE MANOVALANZE (idraulico, elettricista, cartongessista, illuminotecnico) > COMPLEMENTI D’ARREDO > HOTEL SERVICE © Belluno Magazine ovvero aiutiamo nella scelta e nella realizzazione di: • Pavimenti in legno, laminato, piastrelle e quant'altro • Rivestimenti in pietra, intonaci, legno, piastrelle e quant'altro • Soffitti • cartongessi • illuminazione • tendaggi Ponte nelle Alpi (BL) Viale Cadore n. 71/M Tel. 0437 998441 [email protected] www.ivofontana.it Seguici su Arte Arte di Barbara Meletto www.barbarainwonderlart.com L’universo demoniaco di Hieronymus Bosch “ Che significa, o Hieronymus Bosch, quel tuo occhio attonito? Quel pallore del volto? Come se tu stessi guardando i lemuri e gli spettri dell’Inferno svolazzarti davanti. Potrei credere che ti si siano spalancate le porte dell’avido Dite e le dimore del Tartaro poiché la tua destra ha potuto dipingere tanto bene tutto quello che il più profondo recesso dell’Averno contiene.” (Dominicus Lampsonius, 1575) L’arte antica e medioevale è ricca di rappresentazioni fantastiche e mostruose: combinazione tra parti umane e parti animali, tralci da cui spuntano volti, teste montate su gambe, demoni, draghi, ippogrifi, gnomi e chimere. Simili invenzioni si troveranno, nel repertorio figurativo, fino al Rinascimento per poi interrompersi durante il periodo della Controriforma. L’immaginario Barocco, infatti, sarà pervaso solo da figure paradisiache ed il demonio verrà raffigurato, come prescritto dai dettami ecclesiastici, attraverso un normale modello antropomorfico senza eccessi di terrifica invenzione e spaventosa fantasia. La concezione meravigliosa e terribile della realtà verrà sostituita da una visione più razionale e scientifica della natura delle cose: tutto ciò che è strano e singolare non incute più timore e stupore, ma diviene l’oggetto di un’indagine accurata e minuziosa. Il mostro trovò un interprete esemplare ed unico nell’artista fiammingo Hieronymus Bosch: nell’opera di Bosch non vi è nulla di naturalistico o di scientifico, tutto prende forma attraverso la sua immaginazione allucinata e portentosa. Di questo misterioso pittore ignoriamo la formazione ed i maestri, sappiamo che nacque ad Hertogenbosch nel 1453, un paese che si trova già in terra olandese, un fiammingo, dunque, ma non completamente. Quello che è comunque certo è che la sua pittura risente fortemente dell’influsso di artisti fiamminghi quali Jan van Eyck e Rogier van der Weyden: pittori di una nitidezza visiva assoluta, adamantina, pittori della realtà specchiata e non della surrealtà. Da questi autori Bosch prese le mosse per condurre una sua personale ricerca che lo portò a sprofondare in quell’abisso di mondo ancora non noto, sommerso entro le superstizioni ed i pregiudizi del medioevo: la limpidezza della visione posta al servizio delle tenebre più arcane ed impenetrabili. Nella vasta produzione artistica ispirata al demoniaco, i demoni di Bosch hanno un posto a sé stante: immagini sconcertanti che mescolano e fondono mondo animato e realtà inanimata; deformazioni anatomiche che trasformano uomini ed animali in esseri incongrui e grotteschi; fantasie raccapriccianti che non trovano un diretto ed univoco riferimento culturale. Le immagini che ne derivano destano turbamento misto a disgusto: esseri inquietanti che paiono incarnare l’intera esperienza umana del male. La sua pittura così ricca e la libertà nell’interpretazione dello spazio prospettico, ci risultano meno strani, o straordinari, se consideriamo un dato importante, spesso trascurato, della sua educazione artistica: Bosch nacque come miniatore e, come tale, egli trasferì sul più ampio spazio pittorico l’ispirazione articolata e minuziosa tipica della miniatura. Ecco che allora un’opera come i Sette peccati capitali, che ci appare così singolare per la sua impostazione, ci risulta più comprensibile se la immaginiamo ideata per la dimensione della miniatura: attorno all’occhio centrale con il Cristo si irradiano Erotic Dream Sex Shop Da oltre 20 anni il tuo consulente di fiducia www.paologamba.it © Belluno Magazine Erotic freccia che sembrano muoversi come delle gambe, stringendo fra loro la lama di un coltello; gli strumenti musicali degradati ad oggetti insensati o mezzi di tortura, come l’arpa dove vi è un uomo crocefisso sulle sue corde, o come l’essere umano legato al liuto che è esposto all’attacco di un drago; l’uovo-albero al centro della composizione, dove molti studiosi hanno visto l’autoritratto di Bosch, che sul cappello regge una zampogna e nel tondo ventre ospita una bettola. Una rappresentazione estremamente complessa, dallo sterminato proliferare di particolari, pullulante di simboli e di enigmi, dove nessuno è centro, dove nessuno è protagonista, dove tutto ruota attorno ad un sette episodi, corrispondenti ad nucleo provvisorio come a testimoniare la perdita di centralità ed il totale altrettanti vizi, perfettamente degrado dell’essere umano. inquadrati in una prospettiva Un’umanità frammentata, terremotata, convulsa e distorta, posseduta dal maligno e dal senso del peccato, che pare riacquistare una sua centralità in logica ed organizzata. Bosch si dimostrò così un’opera come l’Ecce Homo. perfettamente figlio del suo La mostruosità dell’essere umano tempo, ins erendosi in quel qui è messa in evidenza filone di ricerca spaziale senza l’uso di visioni portato avanti dai suoi illustri astruse o di invenzioni ma predecessori fiamminghi: abominevoli, solamente attraverso dentro il suo tempo, ma estraneo per singolarità di visione. Nel celebre Trittico delle Delizie Bosch eliminò l’unità dello spazio l’animalesco realismo di giustapponendo delle scene dotate di loro autonomia di azione e che, volti plebei deformati messe assieme, determinano una voluta composizione disordinata e dall’ira e dalla crudeltà. disarmonica: il caos che nasce dalla volontà di sperimentare uno spazio La dimensione del demonio si rivela, così, che va oltre la realtà e la storia. In questa tavola Bosch diede prova di tutta la sua grandiosa inventiva in tutta la sua orrenda onirica: un’elaborazione totalmente fantastica dell’universo nella quale realtà terrena: l’umanità possiamo scorgere elementi riconoscibili stravolti, però, attraverso bestiale che dileggia e irride il divino che è dentro ognuno di noi. l’occhio deformato del pittore. Lo sportello con l’Inferno musicale, ad esempio, pur essendo un Mago, occultista, alchemico e stregone, la esplicito omaggio al mondo demoniaco, appare totalmente assurdo e figura di Bosch è ancora avvolta nel mistero, certo è che nessuno dei privo di senso: le enormi orecchie trafitte da una contemporanei lo accusò di eresia: il suo tempo si limitò ad ammirarlo per la sua straordinaria potenza espressiva che continua, tutt’oggi, a catturare lo sguardo esterrefatto ed attonito dello spettatore. La grandiosa opera di Bosch non offre certo spazio ad interpretazioni inequivocabili od esaustive; il pensiero dominante è la certezza che il male ed il mostruoso sono ovunque e sono connaturati all’uomo e alle sue opere: salvarsi è difficile seppure non impossibile. L’umanità è malvagia ed ingannevole, incapace di compassione e di carità, eppure emergono, come fiori rari, PAOLO GAMBA dei santi costantemente esposti alle tentazioni del male e dei Vittorio Veneto (TV) - Via S. Fortunato Venanzio, 3 demoni più oscuri. Tel. 0438 555140 - Fax 0438 940332 - [email protected] Ti aspettiamo da noi, troverai tutto ciò che desideri. Via San Gervasio, 9 - Belluno Tel: 0437 291434 - [email protected] www.sexshopbelluno.it 27 Turismo nel bellunese. Una risorsa da reinventare A differenza dei monti, dell’acqua, delle foreste, il turismo non è una risorsa naturale, tangibile, ma può considerarsi la possibilità di usufruire con appagamento di aspetti legati alle diversità, alle specifiche se non uniche risorse ambientali ed alle loro peculiarità, alla storia, alla cultura, alle tradizioni sviluppatesi in un luogo. La sua promozione porta inoltre allo sviluppo di numerose altre aree economiche (il commercio, l’ospitalità alberghiera e non, il settore del divertimento, l’industria, ecc.). Siamo ancora in grado, proprio per la relativa arretratezza in cui si trova questo nostro comparto, di costruire un turismo destagionalizzato, responsabile, attento alla salvaguardia del nostro territorio, alla tutela e promozione dei prodotti locali ed al mantenimento di un ecoambiente integro e salutare. In quest’ottica importante è l’iniziativa dell’albergo diffuso (o turismo di comunità), che già trova significativi esempi a Lamon, Sovramonte, Bolzano Bellunese e, con la denominazione “Villaggio dell’Alpinismo”, a Forno di Zoldo, Zoppè e Cibiana di Cadore. Oppure il progetto “Mille camere” per la Valbelluna: duemila posti letto per centinaia di migliaia di presenze in più, che diano un’integrazione di reddito per le famiglie. L’inclusione delle Dolomiti, da parte di UNESCO, nella Lista del Patrimonio Mondiale, con la caratteristica di “fra i più bei paesaggi montani che vi siano al mondo”, non può che essere di stimolo allo sviluppo di queste attività. Ma ciò non sarà sufficiente, se non vi sarà contemporaneamente una presa di coscienza della nostra popolazione, delle Istituzioni, pubbliche e private, degli operatori economici sull’ urgenza di una nuova disponibilità ad intraprendere attività turistiche, con una rinnovata forma mentis verso l’altro, l’accettazione del confronto, la massima predisposizione all’accoglienza. Facendo pure una sana autocritica sulle nostre manchevolezze e sull’incapacità di fare squadra per approfittare dell’ opportunità di cogliere supporti economici, nazionali ed europei, che pure ci sono, adeguati e finalizzati ad un confronto a tutto campo in una competizione globale. I risultati di questi scompensi sono noti a tutti: siamo passati da 5.210.651 presenze del 2004 a 3.987.658 dello scorso anno, con un crollo vicino al 25%; gli arrivi invece sono rispettivamente aumentati da 789.232 a 845.794 (dati: Provincia di Belluno, ufficio statistica, servizio turismo e sport). Si tratta quindi (al di là del calo fisiologico della permanenza media) di un turismo prevalentemente mordi è fuggi che poco lascia sul territorio. Purtroppo il confronto con l’apparato turistico delle contermini Province autonome è doppiamente deprimente. In primo luogo per la disparità di budget a disposizione per le attività di marketing e propaganda (la sola Provincia di Bolzano/Bozen ha destinato per il 2012, 2013 e 2014 una spesa annua di oltre 60 Mil€). Poi perché esse hanno una visione totalizzante verso il prodotto montagna, mentre il turismo montano è inteso in Veneto come una fetta, pure minoritaria, di una torta ove i numeri più importanti sono dati dai settori balneare, artistico e lacustre. Se aggiungiamo che le disponibilità a ciò destinate dall’ ente Provincia erano già state decurtate in questi ultimi anni (con conseguente chiusura degli uffici Iat) e che i trasferimenti sono stati ulteriormente ridotti di un terzo per il 2012 ed altrettanto nel 2013 e 2014, il quadro appare nella sua totale desolazione. A tal fine ricordo anche l’importanza di conoscere i dati più recenti sull’economia e sulla dinamica demografica provinciali, per rendersi conto dell’impellenza di un urgente cambio di approccio anche delle patate, qui giunte ed affermatesi dopo il Congresso di Vienna; la carne coi crauti; i canederli; cacciagione di montagna cotta con la birra in abbinamento a marmellate di piccoli frutti, ecc. Vi è un altro tipo di cacciagione che potrebbe essere utilizzata e valorizzata come nostra peculiarità: la carne di cinghiale. Proprio quel cinghiale raffigurato nel sarcofago di Flavio Ostilio, ricco possidente bellunese, vissuto nella prima metà del III secolo d.C. Egli volle impressa sul suo sarcofago, a perenne memoria del suo amore per il paesaggio bellunese, una scritta greca, tradotta dal Piloni in latino:“Vigila, vale, montium sempre memor” (Stai attento ed in buona salute, …e ricorda sempre i tuoi monti!). Il sarcofago è ora custodito nel cortile interno del Centro culturale bellunese della Crepadona.Il cinghiale da anni ha ripopolato vaste zone della nostra Provincia, provocando addirittura problemi di varia natura. Perché non creare un contesto, supportato da una forte azione di marketing, in cui questo animale divenga un’icona che serva ad identificare il nostro territorio, rendendolo unico? I ristoratori potrebbero sbizzarrirsi in ricette con l’utilizzo della sua carne, proponendo settimane dedicate, confronti culinari, curiosità, ecc.. Gli artigiani potrebbero avviare una produzione di oggettistica in legno, pietra o metallo sul tema specifico. Ci sarebbe l’opportunità di eseguire souvenir a tema raffigurando parti dell’animale, ecc. Idem i pasticceri con piccoli dolci o medaglioni di cioccolato. “Per una volta il cibo [assumerebbe] la funzione di “medium” in grado non solo di comunicare cultura materiale, tradizione, emozione, sapori, profumi, ma anche di generare valore nel territorio, innescando addirittura germi di imprenditorialità” (Paolini). Gli esempi di azioni analoghe già realizzate sono molteplici; ricordo Montalcino (brunello), Acqualagna (tartufo), Zibello (culatello) e all’estero Chamonix (camoscio). Nel nostro caso il collegamento culturale avrebbe addirittura una datazione plurimillenaria ed andrebbe ad aggiungersi all’agnello dell’Alpago ed agli altri ungulati, sui quali già esiste sufficiente specifica letteratura. Turismo sul problema turistico. Ma la scomparsa della Provincia porterebbe pure all’eliminazione dell’ufficio statistica, con conseguente impossibilità di conoscere tali numeri in tempo utile per essere correttamente utilizzati. E pensare che il Bellunese nella sua complessità come nelle sue particolarità è ricco di potenzialità turistiche inespresse, dei veri e propri atout che, se ben giocati, darebbero sicuramente impulso alla nostra economia. Ne faccio un breve accenno. Le Alte Vie delle Dolomiti (le prime in Italia), itinerari di più giorni all’interno di un ambiente incontaminato. Il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, uno dei parchi italiani più facilmente raggiungibili e contemporaneamente più integro, ricco di offerte declinabili per frequentatori dai target più disparati. Lo scialpinismo, sport tra i più ecologici, diversificabile dal severo ambito dolomitico a quello più dolce delle Prealpi Bellunesi. Il Lago di Santa Croce, regno di windsurf e kitesurf, direttamente collegato con l’autostrada alla pianura. Il parapendio, che ha in Alpago una delle scuole più attive. Le piste ciclabili extraurbane; per ora ha un certo rilievo solo la Calalzo-Dobbiaco/Toblach, ma importante sarebbe realizzare quella della Valbelluna, a portata di tutti, alternativamente sulla sinistra e destra Piave, a diretto contatto coi centri abitati, e quella, più tecnica, che percorrere Alpago e Prealpi bellunesi fino a scendere a Valdobbiadene; per entrambe ci sarebbe la possibilità dell’affiancamento col trasporto ferroviario delle biciclette. Per ora purtroppo si assiste ad un proliferare di iniziative dei singoli Comuni, per lo più scollegate una dall’altra, chiaramente prive di un coordinamento a livello provinciale, il che ne penalizza una valida offerta alla vasta platea di utilizzatori, specie esteri, in continua crescita. Il trekking a cavallo, che potrebbe svilupparsi ovunque nel dolce territorio dal Feltrino alla Valbelluna. Gli itinerari culturali, che offrono variegate proposte alla scoperta delle nostre vallate, seguendo filoni provinciali (ad ex. Tiziano, la via degli Ospizi, i Tesori d’arte religiosi, le nostre particolari ville venete, i fortini e le testimonianze della Grande Guerra, di cui quest’anno ricorre il centenario dell’inizio), o locali (le fontane di Belluno, i murales di Cibiana, i capitelli devozionali in Alpago, ecc.). La riscoperta delle tradizioni del XVIII e XIX secolo, i macchinari ad uso agricolo, le attrezzature artigiane nel campo dei metalli e del legno, l’arredamento, l’abbigliamento, gli usi e costumi etnologici e religiosi; tutte particolarità raccolte e rivitalizzate nei musei etnografici sparsi nel territorio provinciale, o riproposte durante le manifestazioni folkloristiche locali. Ma la recente notizia della possibile dismissione del Museo di Serravella da parte della Provincia per evidenti difficoltà finanziarie va nella direzione opposta. Gli stessi alberghi, in occasione di auspicabili, improcrastinabili restauri, dovrebbero riproporre l’ambiente rustico, caldo ed accogliente, dei secoli scorsi, rigettando la moda uniformante e fredda degli arredamenti moderni. Belluno tra le capitali della “Qualità della Vita”, titolo che ci contraddistingue da anni e che dovrebbe quindi essere trasformato in un must da spendere in ogni occasione, convegni, fiere o incontri turistici. Infine la specificità gastronomica, sulla quale mi soffermo più diffusamente. Il nostro territorio, posto storicamente a cerniera tra ambiente mediterraneo e germanico, ne condivide molti aspetti, tra i quali quello gastronomico. Ecco quindi la pasta coi fagioli ma con l’abbinamento Bibliografia “Dolomiti Patrimonio mondiale Unesco” “Dolomiti, Universo Bellunese” “Guida insolita delle Dolomiti” “I giorni, la vita in Ampezo nei tempi andati” “I luoghi del gusto” “La grande cucina bellunese” “La Via degli ospizi” “Tesori d’Arte nelle chiese del Bellunese” “Tiziano. L’ultimo atto. Present and past itineraries in Belluno for a harmonious tourist development” “Un Parco per l’uomo” “Val Belluna. Case nella campagna” “Viaggio alla montagna veneta” brochure Fondazione Dolomiti Unesco, Tipografia Alcione, Lavis, 2011 M. De Biasi, ed. Magnus, Udine, 1986 D. Dibona, Newton Compton Editori, Roma, 2010 A.Menardi Illing, Nuove Edizioni Dolomiti, 1990 D.Paolini, Baldini & Castoldi editore, Milano, 2002 G.Rorato, Dario De Bastiani Ed., Godega di S.Urbano, 2006, T.De Nardin, G.Poloniato, G.Tomasi, Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, Duck Edizioni, Santa Giustina Bell.se, 2002 Collana edita dalla Provincia di Belluno, volumi vari, 2003 e seguito. di Marta Pettazzi, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trento, 2008. a cura Fondazione Giovanni Angelini-Centro Studi sulla Montagna, Cierre edizioni, Verona, 2004. A. Alpago Novello, Tipografia P. Castaldi, Feltre,1964 R.Boschi, E. Turri, D. Zumiani; Fond.ne Cariverona, EBS Editoriale Bertolazzi Stei, Verona, 2006 PONTE NELLE ALPI - Viale Dolomiti 44/B - Tel. 0437 981121 SEDICO - Via Agordina 41/B - Tel. 0437 852036 © Belluno Magazine Turismo di Tomaso Petazzi 29 29 Salute di Cristina Muratore Protezione da sole e insetti è molto importante proteggerci da scottature e altri danni solari, ma dobbiamo anche ricordare che la luce naturale è essenziale per l’organismo tanto quanto l’aria che respiriamo o l’acqua e il cibo. La vitamina D è nota anche come “Vitamina del Sole” perché è grazie al sole che il nostro corpo, attraverso la pelle, è in grado di sintetizzarla e produrla. Ecco perché, col drastico cambiamento di vita che l’intera popolazione ha subìto nel corso degli anni, vale la pena riscoprire o far conoscere questa vitamina, alleato prezioso del nostro organismo. È una sostanza essenziale che si assume attraverso l’esposizione alla luce solare e la dieta e, in determinati casi, anche con l’uso di supplementi farmacologici. Esponendosi al sole in modo corretto, la nostra pelle produce circa l’80% del suo fabbisogno. La vitamina D, se da un lato si può considerare una vera e propria vitamina (infatti circa il 20% del suo fabbisogno viene assunto con l’alimentazione: uova, latte, pesce, favorito da un ambiente basico!), dall’altro, una volta trasformata nella sua forma attiva, agisce come un ormone, in grado di regolare diverse funzioni del nostro organismo. Il suo ruolo principale è quello di aiutare il calcio a fissarsi nelle ossa. D’altra parte bisogna anche considerare i possibili rischi, come i danni provocati dalle lunghe esposizioni al sole: scottature, rossori, bruciori, ustioni solari causate dalla radiazione ultravioletta (UV), che danneggia le strutture molecolari delle cellule, anche quelle del DNA. Tuttavia, la maggior parte delle protezioni solari in commercio contiene, tra gli ingredienti, sostanze chimiche pericolose e, anche se svolgono la loro azione di schermatura contro i raggi UV, la loro composizione ha effetti negativi sulla pelle. Le creme solari, per svolgere il loro ruolo di protezione dalle radiazioni UVA e UVB, contengono al loro interno dei filtri solari che possono essere sia schermi fisici (ovvero minerali che riflettono i raggi solari impedendone la penetrazione) sia filtri chimici (ovvero sostanze chimiche che assorbono le radiazioni solari). Nota: le sostanze chimiche = filtri; le sostanze fisiche = schermi. Mentre i raggi uvb causano scotatture, sono quelli uva a provocare le rughe, ed entrambi i raggi possono portare al cancro. 1) I filtri chimici sono sostanze chimiche molto complesse (non naturali, sono sostanze estranee all’organismo, di sintesi) che hanno la proprietà (per la loro struttura molecolare) di catturare su di sè l’energia degli UV evitando il danno alle cellule cutanee, anche se ancora oggi non sono chiare fino in fondo tutte le implicazioni di questo processo. In genere hanno nella loro molecola degli “anelli aromatici”; questi anelli hanno la proprietà di “assorbire” gli UV su di sè, bloccandone l’energia. Trattandosi appunto di sostanze chimiche complesse non è escluso che la pelle le interpreti come “nemiche” e scateni una reazione allergica; inoltre ciascun filtro si comporta in maniera diversa rispetto a ciascuna banda di raggi solari e alcuni, una volta colpiti, liberano radicali liberi o si destabilizzano perdendo o falsando il loro potere filtrante. Molti filtri chimici possono degradarsi (non usare mai un prodotto dell’anno precedente), la crema ha lo stesso aspetto e profumo ma può proteggere meno, o, peggio, può scatenare una reazione allergica. Le sostanze chimiche usate in questo tipo di filtro sono generalmente derivate dal petrolio, e sono molto pericolose perché, come già accennato precedentemente, i filtri chimici vengono assorbiti dalla pelle. La combinazione degli ingredienti di queste creme riesce ad assorbire bene i raggi del sole, ma allo stesso tempo crea un surriscaldamento dell’epidermide causato dalla dispersione del calore provocata appunto da questi filtri. Solitamente tali filtri vengono utilizzati nelle creme solari proprio per via del loro costo ridotto, essendo creati in laboratorio, e per la loro peculiarità estetica in quanto risultano trasparenti una volta applicati. Sfortunatamente però, la loro complessa composizione fa si che la pelle reagisca alle sostanze chimiche, e possono verificarsi allergie e altri problemi cutanei più o meno gravi. Addirittura, ci sono agenti chimici che sono in grado di interferire con l’attività di alcuni estrogeni. 2) I filtri solari fisici, invece, sono sostanze molto più semplici: si tratta di minerali polverizzati (o micronizzati), che riflettono i raggi solari, a prescindere dalla loro intensità o lunghezza d’onda. Le creme con soli filtri solari fisici riporteranno in etichetta SPF più bassi, ma proprio grazie alla natura di questi filtri, sarà sufficiente spalmarsi la crema solare più spesso e in dosi più generose per avere sempre una protezione ottimale (indipendentemente dal numero di SPF scritto). Meno prodotto si usa, e più si dirada la frequenza di applicazione, più raggi solari passano. I Filtri solari fisici differiscono da quelli chimici perché, come sappiamo, usano sostanze più naturali come:ossido di titanio;ossido di zinco;talco. Questi schermi di tipo minerale producono un effetto specchio che riflette indifferentemente i raggi del sole impedendo che questi raggiungano l’epidermide. I raggi quindi non vengono assorbiti dalla cute, come avviene per i filtri chimici, ma vengono quasi completamente respinti, evitando che l’epidermide si surriscaldi. I filtri solari fisici sono senza dubbio più sicuri di quelli chimici proprio perché sono composti da semplici ingredienti e non hanno una struttura chimica complessa, dunque sono più tollerabili a livello cutaneo. Il difetto dei filtri fisici è che lasciano una patina bianca sulla pelle e sono difficili da spalmare, e questo lo rende meno appetibile agli occhi della gente che preferisce una protezione trasparente e quindi più estetica, ricorrendo a filtri chimici. Inutile dire che i filtri fisici sono da preferire a quelli chimici, tra l’altro sono questi i tipi di schermatura usati in prodotti bio-ecologici e quindi certificati dall’AIAB e dall’ICEA. 3) Altri accorgimenti: la prima regola fondamentale è di evitare le ore più calde della giornata e di bere sempre molta acqua per reidratare i liquidi persi. Per evitare le allergie da sole è necessario preparare la pelle al sole, la salute nell`estate viene anche dall`interno: una delle cose migliori da fare è proteggere e nutrire la pelle anche dall’interno, mangiando carote o meglio ancora bevendo succo di carote (rigorosamente biologico), e mangiando abbondanti quantità di frutta di stagione(avocado, pesche, banane, albicocche, meloni e tutte le bacche). Queste forniranno una grande quantità di Vitamina C, betacarotene e minerali, che agiscono come antiossidanti. Anche i pomodori maturi sono ottimi, grazie al pigmento licopene, un altro potente antiossidante. Evitare i cibi pesanti che affaticano l’apparato digestivo (carne rossa, insaccati, zucchero bianco, le fritture e “cibo spazzatura”…) e ridurre l’assunzione di alcool per evitare un surriscaldamento interno, in quanto l’alcool aumenta il processo di ossidazione, producendo radicali liberi e danneggiando così la pelle dall’interno. dott.ssa Cristina Muratore MARTEDì-VENERDì: 9.00-13.00 / 14.30-19.00 SABATO: 9.00-13.00 / 16.00-19.00 DOMENICA E LUNEDì: CHIUSO SIAMO APERTI ANCHE QUANDO LE FARMACIE SONO CHIUSE!! BELLUNO - Via Cavour, 49 Tel. 0437 291661 - 348 7602943 - [email protected] www.paraf ar maciaolistica.it - f acebook: paraf ar macia olistica 31 31 H obby Zoo vi dà appuntamento con due avvenimenti per l’estate: domenica 6 luglio si terrà l’ottavo “Trofeo di agility Hobby Zoo”, la gara si svolgerà a partire dal mat- tino presso gli impianti sportivi di Pian dei Longhi in Nevegal. Sabato 12 luglio presso il punto vendita Hobby Zoo di Sedico ci sarà un’ originale Festa Bavarese con divertimento e birra offerti dall’azienda Rebo (Happy Dog e Happy Cat). Durante la giornata ci sarà anche una dimostrazione di agility a cura dell’Athletic Dog di Feltre. L’Agility è una disciplina sportiva che si può praticare sia a livello agonistico sia amatoriale, semplicemente per rafforzare il piacere di interazione fra proprietario e cane. Non c’è nessuna discriminazione: TUTTI i cani possono praticarla sia meticci sia di razza, sia di taglia grande sia piccola. A seconda dell’altezza del cane, infatti, vengono adattati gli ostacoli. Lo scopo di una gara è far affrontare al proprio cane una sequenza di salti, tubi, slalom in un’ ordine definito dal giudice, il quale va- Bellezza Capelli di sole Un’estate di agility luterà la presenza di errori durante lo svolgimento della prova. Il cane vincitore sarà quello che svolgerà il percorso nel minor tempo possibile e senza errori. Domenica 6 luglio in Nevegal avrete la possibilità di assistere ad una gara di agility valevole per le qualificazioni alla finale del Torneo Master 2014. L’obiettivo dell’organizzazione è quello di riconfermare i 130 cani iscritti alla gara tenutasi a maggio. Un record di concorrenti, con presenze importanti come i membri della Nazionale Italiana, che parteciperanno ai prossimi Campionati Europei e Mondiali. Sono attesi partecipanti da tutto il Nord Est, che garantiranno uno spettaco lo al pubblico dando la possibilità di trascorrere una giornata piacevole e di relax. Vi aspettiamo numerosi! ! Come proteggere i vostri cani Cogliamo l’occasione per ricordarvi di proteggere i vostri amici a 4 zampe da pulci, pidocchi, zecche e zanzare. Le zecche in particolare sono vettori di numerose malattie che possono colpire sia l’uomo che gli animali, le più diffuse in Provincia sono la malattia di Lyme (nota anche come morbo di Lyme o Borreliosi) e la TBE (Encefalite trasmessa da zecche). Ora potete difendere i vostri cani e gatti in modo naturale grazie ai prodotti della Linea Protection di Orme Naturali a base di olio di Neem, che risulta sgradito a parassiti ed insetti. Questa linea offre una protezione naturale e senza controindicazioni; molto pratica, rapida ed efficace. Tra i maggiori vantaggi troviamo la possibilità di utilizzare questi prodotti in tranquillità e sicurezza su cuccioli, animali anziani, malati, in convalescenza, in gravidanza e in allattamento, che fino ad oggi non potevano essere trattati con prodotti chimici. I prodotti della Linea Protection sono particolarmente indicati per animali che vivono a stretto contatto con bambini. La linea Protection offre un’ampia gamma di prodotti per i vostri amici a 4 zampe, venite a trovarci in negozio per maggiori informazioni nelle giornate di Martedì, Venerdì e Sabato la linea Protection viene supportata dalla Dott.sa Barbara Piaia. E ccoci pronti per l’estate, aspettando e sognando il bel tempo, sole, belle temperature e, soprattutto, vacanza, tanta vacanza... Estate in bellezza, da vivere bene possibilmente con il corpo in ordine, capelli compresi. Cosa diciamo di importante per preparare i capelli in estate 2014?? Come sempre è fondamentale prestare attenzione alla loro cura, proteggendoli il più possibile da agenti esterni, fonti di calore in eccesso, esposizione al sole, acqua di mare, piscina e vento. Fluidi idratanti, oli protettivi, creme barriera: tutto ciò che possa ridurre l’usura della struttura del capello è utile e benvenuto. Oltremodo importante il trattamento di rigenerazione: maschere ad alto contenuto proteico sono direi obbligatorie. E come portiamo i capelli per questa estate? Quali gli stili consigliati? Quale la tendenza? Individualità e personalizzazione le parole d’ordine, i binari su cui correre!! Questa stagione stilistica si sta particolarmente distinguendo dalle precedenti per un forte ritorno allo style, al design, alla forma, alla colorazione creativa, dove la personalità individuale diventi l’anima dell’immagine.Una forte riscoperta dei capelli come segno distintivo del proprio modo di essere. La riscoperta del viso aperto, dopo parecchio tempo di volumi avvolgenti, sta riportando il piacere di vivere i capelli con maggior libertà espressiva e creativa, esprimendo così una immagine di se stessi decisamente più interessante.I contrasti di volumi e la ricerca della forma riprendono motivi di ispirazione passata, direi senza precisi riferimenti datati, essendo ormai la storia un insieme di stili ed idee, un melting-pot di elementi da prendere e sviluppare sulla base di un contemporaneo gusto. Ecco la differenza: il gusto!! Se ieri si parlava di moda, oggi io parlerei di gusto, di interpretazione, di lettura estetica dove dentro i motivi correnti si riesca a trovare il giusto equilibrio. Ed a tale scopo è fondamentale l’opera competente dello stylist, del professionista capace di leggere, proporre e realizzare tutto questo. Per quanto riguarda le indicazioni di massima sugli stili più frequentemente utilizzati in questa stagione, rimane sempre molto attuale la forma asimmetrica, con prevalenza di settori molto corti, anche rasature, nelle zone laterali e della nuca. Come pure c’è una prevalenza delle lunghezze medie e corte, nella nuca in particolare, con ciuffi frontali fascianti e laterali lunghi a discrezione. La frangia geometrica, più o meno corta, sta avendo un buon ritorno, mentre il capello molto lungo rimane parcheggiato tra le linee più classiche. A dare completamento e valorizzazione allo style si inserisce il mondo della colorazione, e niente più della colorazione oggi riesce ad esprimere la caratteristiche creative dello stylist. La colorazione dei capelli si è progressivamente evoluta negli ultimi trenta anni, passando da uno strumento soprattutto finalizzato alla copertura dei capelli bianchi al make up più importante, inteso come massa colore che si riflette innanzitutto nel viso, illuminandolo o spegnendolo, un ritocco fondamentale a correzione e completamento delle caratteristiche naturali (pelle, occhi, lineamenti). La cresciuta consapevolezza e capacità di lettura dei punti di un viso, dei lineamenti come singoli pezzi di un puzzle che si chiama fisionomia, della tonalità calda o fredda di una carnagione, permette oggi di costruire un vero make up dei capelli, passando della soluzione più semplice a naturale a quella più creativa e particolareggiata. L’evoluzione tecnologica e scientifica hanno permesso lo sviluppo di sostanze e materiali innovativi intese a formulare nuovi prodotti di colorazione a maggior tutela del consumatore. Oggi la colorazione si propone in varie soluzioni cosmetiche, ammoniacali e non ammoniacali, totali o parziali, ossidanti o pre-ossidate, permanenti o fugaci: un’ampia possibilità di scelta per la giusta soluzione ad ogni persona. E per l’estate quale colorazione si consiglia? L’estate è una stagione in cui l’esposizione all’aria aperta ed al sole, agli agenti atmosferici in genere è maggiore, per cui si deve considerare il naturale sbiadimento che qualsiasi colorazione subisce. La colorazione quindi va direzionata verso tonalità naturali, meno pigmentanti e soprattutto composte, non uniformi. Da non dimenticare inoltre l’importanza del mantenimento della colorazione: maschere tonalizzanti e pigmentanti che ripristinano la tonalità di partenza e la ricostruzione del capello sono oggi molto apprezzate e sfruttate. Grande spazio alla colorazione composta, a miscele di tonalità. I contrasti di colore più o meno classici hanno lasciato il posto a velature tonali e schiariture sulle lunghezze verso le punte, attraverso tecniche variamente denominate (shatush, punti luce, luminage, ecc.) ma tutti aventi lo scopo di aumentare la luminosità della colorazione soprattutto verso il viso. Senza dimenticare l’aspetto psicologico che la colorazione riveste, come strumento di espressione caratteriale ed affermazione della personalità. Infatti se si considera che l’unico “abito” veramente naturale ed esclusivo che l’individuo possiede è la capigliatura, è facile affermare come l’uso di questo “abito” venga sfruttato per coprirsi come per mostrarsi, per uniformarsi come per distinguersi, per eccedere come per rimanere semplici e naturali. Ad ognuno il proprio style quindi, e soprattutto un ottimo percorso dentro lo sviluppo della propria personalità. Buona estate in bellezza!!!!! Siamo a: BELLUNO - in via Vittorio Veneto, 177 Tel. 0437 358112 SEDICO (BL) - in Via Feltre, 57 Tel. 0437 852831 FELTRE - in Viale Mazzini, 26 tel. 0439 310778 www.hobbyzoo.eu © Belluno Magazine Animali di Paolo Tesser 33 33 Filosofia di Eleonora D’Incà Schopenhauer e Leopardi, il dolore di vivere INNOVAZIONI DA ABITARE N onostante i molti “luoghi comuni”, i due pensatori in questione sono il risultato di due espressioni intellettuali molto diverse, maturate in distinti contesti storico-culturali; ciò, tuttavia, non esclude che esistano, tra loro, dei punti di contatto: infatti, proprio Arthur Schopenhauer manifestò grande considerazione nei confronti dell’ “italiano” che seppe rappresentare in maniera “profonda” il dolore. L’intersezione tra i due pensieri, avviene nella concezione del piacere: per entrambi gli autori, difatti, esso si configura come una semplice cessazione di dolore, dal momento che, come sosteneva il filosofo polacco, perché ci sia piacere è necessario che precedentemente sia stata presente una condizione di tensione o di dolore, precisando, altresì, che un simile procedimento non “gode della proprietà commutativa”, ovvero non può essere adattato al dolore. Il piacere, in questi termini, si costituisce come una funzione derivata dal dolore, che vive a spese di esso, tant’è vero che il piacere è in grado di vincere il dolore solo a patto di annullarsi: nel momento in cui cessa lo stato di tensione proprio del desiderio, cessa anche il godimento: “Che ogni felicità sia di natura negativa soltanto, e non positiva ne abbiamo una prova anche in quello specchio fedele dell’essenza del mondo e della vita che è l’arte, soprattutto nella poesia. Ogni poesia epica o drammatica può in ogni caso rappresentare soltanto uno sforzo, un’aspirazione attiva, una lotta per la conquista della felicità, e non mai la felicità stessa durevole e compiuta. Essa conduce il suo eroe attraverso mille difficoltà e pericoli sino alla meta: non appena questa è raggiunta, subito lascia cadere il sipario. Null’altro, infatti, le resterebbe, se non mostrare che la luminosa meta, nella quale l’’eroe sognava di trovare la felicità, ha beffato anche lui, di modo che, quando l’ha raggiunta, egli non si trova meglio di prima” (Il mondo come volontà e rappresentazione). Accanto al dolore, all’interno del sistema schopenhaueriano, c’è la noia, la quale subentra nel momento in cui scema il desiderio; il dolore, quindi si costituisce come il fondamento della vita, e ciò che distingue i casi e le situazioni umane è soltanto il diverso modo o le diverse fasi in cui esso si manifesta. Dato che, nella visione del filosofo polacco, la volontà di vivere, il Wille,, è un desiderio costantemente inappagato, il dolore investe ogni creatura: tutto soffre, dall’uomo alle creature vegetali e animali, e se l’uomo soffre di più degli altri esseri è perché egli possiede una maggiore consapevolezza e quindi percepisce in modo più accentuato la spinta della volontà e conseguentemente patisce maggiormente l’insoddisfazione del desiderio e i mali; tutto ciò vale, ancora di più, se ci si riferisce al “genio”, il quale avendo una sensibilità non comune, soffre di Tutte le novità in fatto di finestre e molto altro ancora. Ancora più innovazioni per soddisfare ogni desiderio. GAULHOFER NATURELINE GAULHOFER FUSIONLINE PVC e PVC-alluminio GAULHOFER NATURELINE è in legno naturale al 100%. Grazie al suo innovativo sviluppo dei prodotti raggiunge il VALORE STANDARD Uw di 0,8 W/m2K (senza utilizzare schiume poliuretaniche dannose per l‘ambiente). 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Una finestra per tutti quelli che già oggi pensano al domani. più rispetto agli altri uomini: “chi aumenta il sapere, moltiplica il dolore”, “più intelligenza avrai, più soffrirai” (L’Ecclesiaste). Un simile “pessimismo cosmico”, è presenta anche all’interno del pensiero leopardiano, infatti, nell’ottica del poeta, la causa della dilagante infelicità umana risiederebbe proprio nella vita stessa, la quale, nella sua organizzazione universale è orientata esclusivamente a perpetuare l’esistenza senza tenere in minima considerazione il desiderio di piacere proprio di ciascun individuo. Tuttavia, sostiene Leopardi, l’uomo è in grado, grazie alla civiltà, di smascherare la verità relativa alla propria condizione, recuperando, così, almeno la dignità della coscienza; ma la civiltà presenta un altro lato, quello dell’artificiale e dell’inautentico: la società “moderne” ospiterebbero, al loro interno, una lotta di “tutti contro tutti” (come certifica anche Hobbes), al fine di stabilire l’affermazione individuale. Anche nel pensiero di Schopenhauer, nella vicenda irrazionale che rappresenta la vita stessa, l’uomo risulta essere solamente uno strumento, un mezzo adatto alla specie, per essa, fuori a dalla quale egli non possiede alcun valore, quindi, al di là del “breve sogno” dell’esistenza individuale, l’unico fine di natura per l’uomo è quello di continuare al vita e con essa il dolore. Unica via d’uscita a questo “triste destino” potrebbe derivare del suicidio, ma entrambi i due pensatori rifiutano categoricamente tale istanza; Schopenhauer adduce due motivi di fondo: il primo risiede nel fatto che un simile gesto non rappresenta una negazione della volontà, ma semmai esso è, invece, una sua fortissima affermazione, in quanto “il suicida vuole la vita ed è solo malcontento della condizioni che gli sono toccate” (Il modo come volontà e rappresentazione) quindi egli non nega la volontà, ma la vita; la seconda motivazione consiste nel fatto che il suicidio sopprime unicamente l’individuo, vale a dire una manifestazione fenomenica della volontà di vivere (Wille), la quale pur morendo in un individuo, rinasce in altri. Leopardi rifiuta il suicidio perché lo ritiene un errore in quanto arreca ancora più dolore nei supersiti e anche perché questo sforzo deve essere compiuto verso la vita, non contro di essa: gli uomini, in altre parole, devono prendere atto dell’infelicità della loro condizione e stabilire tra loro un rapporto di solidarietà al fine di combattere la Natura, “nemica comune” (La Ginestra). In conclusione, oggi, più di altre epoche, dovremmo rivalutare le riflessioni di questi due pensatori, cercando di attualizzarne gli insegnamenti, capendo che il dolore, per quanto sia difficile ammetterlo, è parte della vita stessa, e solo accettandolo veramente potremmo aspirare ad uno spiraglio di felicità autentica. PARRUCCHIERA CLAUDIA FINESTRE PER GRANDI VISIONI www.bachmann-fenster.com Via Don Natale Carli, 4 San Gregorio Nelle Alpi (Bl) Tel 0437806210 [email protected] © Belluno Magazine C’è visione e visione: il vostro partner specializzato Gaulhofer Otto Bachmann - Tel: 338 40 68 208 Mail: [email protected] © Belluno Magazine DI SALET CLAUDIA 35 Venti e Quarantacinque S “ RO ABBRONZATURA CENT ED ESTETICA Via G. BUZZATTI 12/C - Sedico 32036 Belluno Tel. 0437 852828 cell. 349 5356718 [email protected] (1996) immetrico allineamento - “non gettare nessuno sguardo fuori dal finestrino”. Aerodinamiche scintillanti valigie sfidano sogni amaranto. Linea gialla. Suicidi di incandescenti luci tra i binari. Flebili echi di motivanti personalizzate colonne sonore. Danza di foulard e nuvole di tabacco fuso. Occhi fissi, posto finestrino, bagaglio a mano. Venti e Quarantacinque. Stanchi monologhi raramente incontrano la sinfonia del tuo viaggio. Neri panorami percuotono l’indomani, la cabala ci salverà. 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Luglio, invece, WEPWMGGI PE WSQMKPMER^E PI REZM MRdelle ½PE vedrà loHEXE Spazio Zuppani XVE 11 riempirsi GSRWYQ{ RIP2014 QEVI 0Icon ¾SXXI WIR^E WETIVI IWEXXEQIRXI indiana e il rotolo di salsicce da inserire nel forno. La mostra WM aprirà venerdì 27 giugno alle 19.00 unoREZMKERS showcase di Rosita opere della pittrice Silvia De Bastiani, già conosciuta per la sua HSZIWMXVSZEP´EZZIVWEVMSEPP´ITSGERSRIWMWXIZE 0E ,SGLWII¾SXXI VMIWGI EH IZMXEVI PE JYRIWXE deleNord, una musicisti tra le newyorkesi più granKèss Richard Julian, che hanno collaborato alcuni dei IWEXXEQIRXI partecipazione Oltre le Vette 2012,Uche la sua perMP VEHEV I ER^M con WIR^E WETIVI PE aTVSWTIXXMZE EXXVEZIVWS YIPPEinaugurerà GLIPEHSXXVMRE QMPMXEVI di battaglie (forse XIYXSRMGE GLMEQE PE ±+IJIGLXWOILVX[IRHYRK² musicisti più influenti navali al mondo come NorahlaJonesGSRWMWXIR^EHIPP´EZZIVWEVMS e Susan Vega, che ritornano a sonale “Tree - Logia” giovedì 10 luglio 2014 alle 19.00. più grande in assoluto) della nostro KMSVREXE WM WZMPYTTE GSR YR GSRXMRYS GIVGEVWM GMSrYREZMVEXEWMRGVSREHMGLITIVQIXXIEPPE Belluno dopo tre anni dal loro primo concerto nel 0E capoluogo. I WJYKKMVWM UYEWM GSQI YR JYKKIZSPI VETTSVXS ¾SXXEHMGEQFMEVIMPWIRWSHMHMVI^MSRIIHIZMXEVI L’artista usa l’acquerello per raccontare la natura, poiché l’acstoria. H´EQSVIWSPSGLIMRZIGIHIMFEGMIHIPPIVSWIMR appunto il taglio della T. 7MEQS RIP TMIRS HIP TVMQS GSR¾MXXS QSRHMEPI I querello stesso utilizza per vocazione la grammatica della natu(M GSRXVS KPM MRKPIWM JSVXM HIPPE PSVS QEKKMSV RSRWMrERGSVEQEMZIVM½GEXSYRSWGSRXVSHMVIXXS questo caso ci sono le cannonate e i siluri. ra: si declina sotto la forza dell’acqua, ha una sintassi fluida, si XVEPIHYIQEKKMSVMTSXIR^IREZEPMHIPQSQIRXS 2IP QSQIRXS TM GVMXMGS HIPPE FEXXEKPME UYERHS ZIPSGMXk GSWXVMRKSRS M XIHIWGLM E GSRXMRYI PI VMWTIXXMZI EZERKYEVHMI WM JVSRXIKKMERS KMk HE QERSZVI HMJIRWMZI MQTIHIRHS PSVS TSXIV arrende docile alla porosità del terreno, si aggruma. O HM scorre, in HEYRPEXSPE+VERH*PIIXPE¾SXXEMRKPIWIHEWIGSPM P´EQQMVEKPMS esercitare appieno la temibile potenza di fuoco. TEHVSRE HIM QEVM HEPP´EPXVE PE ,SGLWII¾SXXI PE EPGYRI SVI M GSQERHERXM MR GETS rivoli, in fiumi, tracciando nervature, tentacoli, intrecci. 0E FEXXEKPME WM TVSXVEI ½RS EPPI TVMQI SVI HIP ¾SXXEH´EPXSQEVIXIHIWGEHMVIGIRXIGSWXMXY^MSRI Jellicoe per gli inglesi, il contrammiraglio Scheer TIV M XIHIWGLM E FSVHS VMWTIXXMZEQIRXI HIPPI KMYKRS E UYERHS PE ¾SXXE XIHIWGE VMIWGI E I½SVIEPP´SGGLMIPPSHIP/EMWIV+YKPMIPQS-- Questa l’estate dello Spazio Zuppani 11 che si conferma anco2SRSWXERXI PE TSHIVSWE I VETMHE IZSPY^MSRI PE GSVE^^EXI -VSR (YOI I *VMIHVMGL HIV +VSWWI KYEHEKREVI PE ZME HM ;MPLIPQWLEZIR ZIRIRHS ra una volta lo spazio ideale per la promozione dell’arte e dell’arQYSZSRSPI¾SXXIWIGSRHSMHIXXEQMJSRHEQIRXEPM accolta in trionfo. marina tedesca è comunque numericamente In realtà lo scontro si conclude in un tigianato bellunese. MRJIVMSVI EPPE 6S]EP 2EZ] I PE XEXXMGE KIVQERMGE HIPPEKYIVVEREZEPI Grazie alla forza della Cooperazione e di un grande gruppo, Dentalcoop è in grado di offrirti la grande qualità italiana, con il massimo del risparmio. I l mirtillo è un piccolo arbusto: cresce spontaneamente nel sottobosco montano di Alpi e Appennini tra i 900 e i 1800 metri di altitudine, ma può essere coltivato anche in collina o pianura. In origine le popolazioni nordiche usavano il mirtillo nero come colorante per le loro vesti e per ricavarne un’acquavite di sapore gradevole, tradizione ancora viva: anche ai nostri giorni la grappa di mirtillo è un liquore molto apprezzato. I frutti del mirtillo hanno particolari proprietà terapeutiche: hanno spiccate virtù antiossidanti, grazie alla presenza delle vitamine A, B e C e di sali minerali, che inibiscono la formazione dei radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare. e auto matico r to u ib tr is d l I di Belluno Sapori Il mirtillo ha anche capacità blandamente antinfiammatorie e diuretiche ed è utile nel trattamento della cellulite, della ritenzione idrica, delle emorroidi e delle vene varicose. Si ritiene che le antocianine contenute nel mirtillo migliorano la vista, soprattutto in condizioni di scarsa luminosità: si racconta che durante la seconda guerra mondiale, infatti, i piloti della RAF (Royal Air Force britannica) facevano largo uso di marmellata di mirtilli, allo scopo di affinare la capacità visiva durante le missioni notturne. Sempre queste sostanze conferiscono al mirtillo un effetto antisettico, utile nel trattamento di diarrea e cistite, nonché antiaggregante, vasodilatatorio ed antiossidante, proprietà che costituiscono un vero toccasana per l’intero sistema cardiovascolare: per problemi di circolazione, è infatti consigliabile bere un bicchiere di succo di mirtillo al mattino a stomaco vuoto, un rimedio naturale e piacevole al palato. I frutti del mirtillo hanno particolari proprietà terapeutiche Qualità Seguici su FACEBOOK italiana Il sapore dalle Dolomiti Bellunesi Dir. San. Dott. Luca Tormen Alcuni vantaggi per i nostri pazienti PRENOTA SUBITO LA TUA VISITA SIAMO A TUA DISPOSIZIONE! BELLUNO uno LT R E SEDICO FE Otturazione semplice estetica � 70 Igiene dentale � 45 Corona ceramica � 395 OPT (panoramica) � 35 Impianto endosseo � 575 Bell Via sal Belluno Magazine Con Dentalcoop, sorride anche la convenienza. 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In il periodico gratuito di informazione ed attualità della Provincia di Belluno WM WZMPYTTE EXXVEZIVWS ZIPSGM EXXEGGLM GSR KPM incrociatori da battaglia che fungono da esca per separare ed attirare parte delle forza britanniche ZIVWSPE¾SXXEXIHIWGEEPGSQTPIXSGLITSXVkGSWv XVSZEVWMMRWMXYE^MSRIHMWYTIVMSVMXk )´ GSR UYIWXE TMERM½GE^MSRI GLI ERGLI MP QEKKMSPE,SGLWII¾SXXIWEPTEHEPPEFEWIHM ;MPLIPQWLEZIR -RUYIWXSSGGEWMSRITIV{PE¾SXXEMRKPIWIKVE^MI EMFYSRMYJ½^MHIMWIVZM^MWIKVIXMVMIWGIMRUYEPGLI Il Mirtillo nero: buono e salutare Unità locale di Sedico SEDICO - Via Belluno, 76 - Tel. 0437 853391 Puoi trovare i nostri prodotti presso la nostra sede (Vich) o presso i distributori automatici di Paludi, di Ponte Nelle Alpi e di Belluno in via Tasso © Belluno Magazine > Storia Eventi Spazio Zuppani 11 Scontro tra titani: 39 39 Al ! o p u P di Claudia Bernabei Summertime Il pupo, manifeGiugno: mese di esami. stando crescente Ma anche mese delle prime vacanze. diffidenza, accettava di essere acDate le seguenti premesse: compagnato sul 1 mamma e papà hanno immolato ogni sabato mattina nel periodo bagnasciuga solo compreso tra ottobre e aprile al corso di nuoto del pargolo; a patto di rima2 il soprannome del pupo è Paguro, animale marino per eccellenza; nere tutto il tem3 ad abundantiam, l’infante è nato sotto il segno dei pesci. po in braccio al padre, onde non Indichi il candidato lo scenario realmente verificatosi nell’ultimo rischiare il miniweekend trascorso al mare, scegliendo tra i due proposti nella traccia. mo contatto con il proprio nemico ACome da programma, alle ore 16 in punto la famiglia giungeva in naturale, cioè l’acspiaggia con passo leggiadro, recando seco un contenuto bagaglio qua; ad ogni tentad’impronta minimal-chic. tivo di avvicinarlo a meno di mezzo metro dall’infido Adriatico, Il pupo, trattenendo a stento l’eccitazione, si tuffava in acqua con egli mostrava di possedere l’acquaticità di un cucciolo di gatto e la sicurezza di un cucciolo di delfino sotto lo sguardo vigile e fiero tentava di sfuggire alla tortura scuoiando vivi i genitori e produdei genitori, teneramente abbracciati sul bagnasciuga. cendosi in alti lai. I pochi turisti presenti, rapiti dalla sobria eleganza del terzetto, ave Richiamate dalle grida disperate del pargolo, le truppe tedesche vano la sensazione di essere trasportati come per incanto dal Lido assiepate sulla spiaggia additavano lo sciagurato trio, alternando in di Jesolo ad una bianca spiaggia degli Hamptons. egual misura disapprovazione e scherno. L’idilliaco pomeriggio si concludeva a bordo piscina, ove il pargolo dava nuovamente sfoggio delle proprie abilità natatorie, men- I nostri battevano, dunque, un’umiliante ritirata, riparando nella piscina condominiale; là, tuttavia, con l’imprudenza del vero ditre padre e madre, attingendo da un grazioso cestinetto di vimini, lettante, lasciavano il pargolo privo di pannolino per 30 (trenta) allestivano un prelibato aperitivo da gustare pieds dans l’eau, col secondi, durante i quali l’impunito provvedeva a defecare abbontramonto sullo sfondo. dantemente sulle pregiate assi di teak del bordo vasca. Costretti nuovamente dagli eventi ad una disonorevole quanto leBNonostante il programma, la famiglia riusciva a varcare la soglia di sta fuga, i tapini concludevano la serata in un infame chioschetto, casa praticamente al crepuscolo, essendosi attardata nella preparaove consumavano un numero imprecisato di americani annacquazione delle masserizie indispensabili per la gravosa trasferta; chiuti, mentre il loro erede, trionfante, s’ingozzava di laide patatine deva la carovana la madre, con un coccodrillo galleggiante sotto ad fritte, bersagliando gli avventori del locale con la verdura della meun braccio ed un contenitore con la verdura per la merenda sotto renda, molto opportunamente tagliata a julienne. all’altro. CAMPAGNA SICUREZZA SOLARE: IL TUO SOLARE SCADUTO VALE 5 EURO! ROTTAMA I TUOI PRODOTTI SOLARI SCADUTI (sino fine settembre). 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Da questo momento mamma e bambino sono fatti per stare l’uno accanto all’altro e la separazione genera ansia e allarme. è stato fatto un eloquente esperimento…un cotone impregnato dell’odore materno e uno con l’odore di un’altra donna sono stati posti nella culla del bambino che, immancabilmente, strisciava sino al batuffolo giusto! In lui ogni cellula lo spinge a cercare il contatto e la vicinanza della madre. Ovvio, il cucciolo d’uomo è un mammifero che dipende in tutto e per tutto dalle cure materne. E’ un cucciolo che non ha altre risorse di sopravvivenza (scappare, mimetizzarsi, ecc.), un cucciolo che ha bisogno di contatto, calore, contenimento, latte e rassicurazione per stare tranquillo. A volte, nella nostra cultura, si può essere sopraffatte da tanta “dipendenza”- Si è visto che un buon “bonding” (termine inglese che significa “cementare”, “saldare”) si ottiene non separando mamma e bambino nelle ore dopo il parto e non interferendo in alcun modo nel processo. Un buon bonding permette una più elevata espressione degli istinti materni, minore senso di fatica nella cure parentali, maggiore durata dell’allattamento, meno depressione post parto e migliore risposta ai bisogni primari del bambino. Quindi un bambino più sereno, tranquillo e facile da “gestire”. è importante comprendere la fisiologia del cucciolo d’uomo, l’evoluzione della specie “uomo” nei millenni e la necessità di un periodo di eso-gestazione per i nostri neonati per vivere più serenamente i primi mesi con il bambino, senza timore di viziarlo... Eso-gestazione sta a significare un periodo di gestazione fuori dalla pancia della mamma. Gli Antropologi infatti sostengono che da quando siamo diventati bipedi, l’assetto del nostro bacino è cambiato e dobbiamo partorire, prima di quanto non succedesse in passato, i nostri bambini. Questi neonati, però, per continuare uno sviluppo fisiologico richiedono e ricercano le condizioni il più simili possibile a quelle uterine ovvero: contenimento e calore, movimento, rumore e cibo. Tutti sanno che un bambino si calma quando viene preso in braccio (contenimento e calore e movimento tutto assieme!), quando l’aspirapolvere è in funzione (si crede ricordi al bebè il suono dell’aria che entrava ed usciva dai polmoni), quando è posto sul petto vicino al cuore (dare colpetti ritmici sul sederino del bambino ha potere rilassante perché gli ricorda il battito cardiaco ma- Infanzia Attenti terno). Sarebbe tutto semplice se…non vivessimo in una cultura che vede nel bisogno di contatto del bambino un vizio, le mamme vivrebbero con meno senso di fatica i bisogni dei bambini! Pensiamo alle culture dove i bambini da appena nati vengono tenuti in fascia, portati per tutto il girono dalla madre, dalle nonne, dai fratelli. Dove il sonno è solo condiviso. Ebbene queste culture dovrebbero mostrarci un branco di bamboccioni capricciosi…invece chi ha avuto la fortuna di fare un giro per Africa, India, Sud America può testimoniare che non si evidenziano problemi particolari di morbosità o dipendenza, anzi! In queste culture per permettere alla madre di lavorare (dopo la quarantena, il periodo di riposo post parto che esiste in tutte le culture del mondo!) viene fatto largo uso delle più disparate tipologie di fasce per portare addosso i bambini garantendo loro la dose di contatto necessaria. Portare un bambino addosso con qualche supporto non è una moda del momento ma una pratica antica che mette insieme molteplici vantaggi di natura diversa per mamma e bambino. Da una parte la comodità di avere le mani libere, nessun passeggino da aprire, chiudere, caricare e scaricare dal bagagliaio, dall’altra uno stretto contatto corporeo con tutte le sue implicazioni positive a livello psico-fisico. La mamma ha meno probabilità di incorrere in depressione post partum, gode di maggiori livelli di prolattina utili per l’allattamento, vive un maggior coinvolgimento emotivo. Il bambino ritrova un ambiente simile al ventre materno, tutto questo lo aiuta ad adattarsi alla vita “fuori” dalla mamma, pian piano, senza stress inutili. Il bambino portato frequentemente in fascia riduce i momenti di pianto del 43% durante il giorno e del 51% nelle ore serali rispetto ai bambini non portati. Inoltre usualmente i bambini portati in fascia sono più tranquilli anche una volta messi giù, dormono di più e soffrono meno di coliche. Si pensa che la posizione verticale nella fascia (da preferire a quella a culla che è meno fisiologica), unita al massaggio continuo che esercita la mamma con il suo corpo su quello del bambino, favorisca l’espulsione di aria dal pancino. Inoltre l’uso della fascia scherma il bambino dai troppi stimoli che si suppone siano una delle cause delle coliche serali. Nella nostra cultura tenere un bambino molto in braccio viene visto negativamente. E’ difficile per la mamma circondata da una cultura che spinge al distacco precoce, che fa dell’indipendenza infantile un cavallo di battaglia, riuscire a vivere serenamente il bisogno del bambino di stare in braccio. Sembra sia molto più faticoso proprio perché manca il sostegno della comunità, il riconoscimento per il grande lavoro che la madre (assieme al padre) svolge. Incontrarsi con altre mamme può rivelarsi molto piacevole ed utile per vivere serenamente questi preziosi primi mesi con il bambino. Alla” Casa delle Mamme”, le mamme si incontrano per condividere un pezzo di maternità, imparano ad usare la fascia per non rinunciare alla libertà ed al movimento in società, ricostruiscono quel cerchio di solidarietà e sapere femminile che per millenni ha aiutato le donne a svolgere il loro lavoro di madri. Alla Casa delle Mamme le donne sentono di potersi fidare dei segnali del bambino e delle loro risposte intuitive, si sganciano dalle pressioni culturali che sentono non appartenere loro e trovano il loro personale stile genitoriale. • PIZZA fino a mezzanotte! • FESTE • CENE DI LAVORO • PIZZE DA ASPORTO (anche a mezzogiorno) • COMPLEANNI Promozioni valide fino 31 luglio LONGARONE • tel. 335 1491301 [email protected] • www.centrobenessereebellezza.com• facebook: benessere e bellezza longarone Trattoria Pizzeria Dolada PONTE NELLE ALPI (BL) - Via Soccher, 11 Tel. 392 3650885 - Chiuso il martedì 41 Giugno 2014 [email protected] AMORE: Possibili tensioni con il partner, trascorrere del tempo con gli amici va bene, ma non scaricate su di loro i nervosismi di coppia. LAVORO: Prima di prendere decisioni su nuove opportunità, ascoltate i suggerimenti di persone amiche, ma poi la scelta spetta a voi. SALUTE: Voce del verbo “relax” la conoscete? Ma se pensate che mantenere costante la tensione vada bene…. AMORE: Piccole tensioni da superare, fatelo senza dar troppo peso alla cosa, ma trovando nuove proposte costruttive. LAVORO: Siete chiamati a prendere decisioni, fatelo senza troppi indugi, anche se la questione è importante. SALUTE: Attenzione all’alimentazione, potrebbe causare disturbi cutanei AMORE: Siete accattivanti e magnetici, ottimo periodo per i single. Per gli impegnati è importante manifestare i vostri sentimenti. LAVORO: Cercate di chiarire le vostre strategie operative condividendole, ma ascoltando quelle degli altri e trovate il modo di mediare. SALUTE: Periodo buono, ma non è il caso di esagerare con ritmi sostenuti. AMORE: Se in questo periodo siete ostinati a non modificare la situazione, sappiate anche che le conseguenze non gradite arrivano. Un ridimensionamento all’orgoglio molte volte aiuta. LAVORO: Siete chiamati ad avere pazienza, anche se l’ambiente di lavoro e colleghi vi rendono la vita difficile. SALUTE: Abbastanza bene, solo un po’ di attenzione a problemi circolatori per chi già ne soffre. AMORE: Attenti, è un mese difficile per voi, mettete da parte la superbia anche se pensate di avere ragione. LAVORO: Ottime intuizioni che risolveranno problemi importanti, non importa se qualcuno non sarà pienamente in sintonia con voi. SALUTE: In qualche notte è possibile non riuscire a prendere sonno, problemi passeggeri ma cercate lo stesso di rilassarvi di più AMORE: Alcuni rapporti già delicati potrebbero chiudersi, certo non è piacevole, ma chiusa una porta si aprono migliori opportunità. LAVORO: La fretta non è mai buona consigliera, in particolar modo negli affari. SALUTE: Alimentazione da tener sotto controllo, ma nulla di particolare. AMORE: Le certezze in amore possono essere molto ridimensionate, anche in senso positivo e fatti imprevedibili possono manifestarsi. LAVORO: Le ambizioni vi stuzzicano, e prima di accettare una nuova sfida è preferibile valutare bene la proposta. SALUTE: Lo stress può essere motivo di inappetenza, non preoccupatevi è solo un periodo passeggero. AMORE: A volte ci sono fasi di stanca anche nei rapporti, date tempo al tempo prima di prendere decisioni affrettate. LAVORO: Le buone idee non mancano e siete sulla buona strada, attenzione però a non agire d’impulso. SALUTE: Cercate di stare di più all’aria aperta, una gita ristoratrice è suggerita. AMORE: Il suggerimento è di affrontare la situazione per quella che è, le questioni non risolte rischiano di degenerare. LAVORO: Non volete ascoltare nessuno, ma è invece il caso di dare ascolto per evitare errori. SALUTE: Probabilmente vi sentirete un po’ stanchi, ma nulla di importante. AMORE: Intenzione e comprensione non vanno di pari passo, dialogo e saper ascoltare è il suggerimento delle stelle. LAVORO: Le malelingue non fanno mai piacere, chiarite la situazione anche in presenza di altri, farete uscire allo scoperto il vero colpevole. SALUTE: Già siete famosi peri vostri alti e bassi d’umore, ma questo periodo vi mette a dura prova e l’entusiasmo dovete metterlo voi. AMORE: Siate il più possibile voi stessi nei chiarimenti col partner, serve per allontanare qualche nuvola passeggera. LAVORO: Nelle collaborazioni non sempre troverete la lealtà che vi aspettate, ascoltate il vostro intuito e proseguite. SALUTE: Bene sia nella forma fisica che mentale, divertitevi. AMORE: Se il vostro partner vi sembra più sfuggente del solito, abbiate pazienza. Potrebbe avere sue situazioni da risolvere e non desidera coinvolgervi. LAVORO: I miglioramenti non stanno arrivando, ponderate con pazienza. Per le decisioni importanti non è il momento. SALUTE: Attenzione all’aria condizionata, almeno utilizzatela con moderazione. 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MAS DI SEDICO - V.Le Dolomiti 117 - Tel. e Fax 0437 87158 - Cell. 338 5424561 WWW.ZANVETTORLEGNO.IT - [email protected] 43 43 dal 1951 diamo forma forma chediamo sogni. alla casa dal 1951 che sogni. alla casa
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