Edilizia scolastica, social housing e opere per la difesa

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24 febbraio 2014
Edilizia scolastica, social housing e opere per la
difesa del territorio, ecco le priorità
di Massimo Frontera
Sfondare il tetto del rapporto deficit/Pil per investire cinque miliardi di euro in vari interventi di edilizia scolastica. Il
premier Renzi ha detto e ripetuto che la considera una priorità.
«Prendere 5 miliardi di euro per mille interventi architettonici di recupero delle scuole. Bisogna andare in tutte le
province a prendere 10-20 scuole. E dire che in ciascuna di queste scuole si va a fare un intervento di rimessa a
posto di edifici che sono spesso vergognosi», ha affermato l'allora sindaco di Firenze in un intervista rilasciata il 23
gennaio al Tg3.
Un'altra indicazione programmatica forte l'aveva data il mese prima, dicembre 2013, questa volta sul tema della
casa e dell'abitare. «Una delle cose che spero di rilanciare con maggior forza anche come segretario Pd è un
grande progetto caserme», aveva detto Renzi a Lady Radio in un'intervista del 12 dicembre. In quell'occasione,
sempre quando era ancora sindaco di Firenze, Renzi ha ipotizzato un piano «per recuperare edilizia popolare in
caserme abbandonate, e fare delle caserme una struttura di ricchezza: alcune magari anziché trasformarle in
edilizia popolare si trasformano in alberghi, e si finanziano iniziative sul sociale».
Se queste sono le priorità, in tema di edilizia scolastica il lavoro da fare a imponente. Nonostante le misure avviate
dal ministro uscente Maria Chiara Carrozza, pesa un arretrato fatto di fondi non spesi, procedure intricate ed
estrema frammentazione di competenze, programmi e centri di spesa.
Non si tratta solo di soldi. Dall'ultima analisi diffusa dal centro studi dell'Ance, è emerso che dei 2,3 miliardi di euro
stanziati negli ultimi dieci anni non si è riusciti a impegnare neanche la metà («Edilizia e Territorio» n. 37/2013).
Ci sono poi soldi che dovrebbero arrivare – nelle sole regioni cosiddette "obiettivo convergenza" – dalla
riprogrammazione dei fondi comunitari 2007-2013. L'idea del ministro uscente della Coesione territoriale, Carlo
Trigilia, è di finanziare gli interventi prontamente "cantierabili" che molti Comuni hanno proposto al Miur in
occasione del bando per assegnare 150 milioni di euro a interventi urgenti di manutenzione. La lista dei progetti è
all'attenzione delle rispettive autorità regionali, ma i fondi hanno una scadenza, perché la spesa deve avvenire entro
il dicembre 2015.
Venendo poi alle iniziative varate dal ministro Carrozza, oltre al già ricordato stanziamento di 150 milioni, ci sono
due capitoli su cui c'è forte attesa. Il primo è la possibilità di stipulare mutui trentennali con Bei, Cdp o Banca dello
Sviluppo europeo, per uno stanziamento complessivo di 40 milioni all'anno. La misura prevista dal decreto legge
Istruzione 104/2013, consentirebbe, secondo stime dell'Ance, di mettere in moto 850 milioni di investimenti.
Ancora inattuata l'altra misura di rilevo lanciata dal ministro del governo Letta, che prevede l'intervento dell'Inail con
300 milioni nel triennio 2014-2016 come investitore.
C'è poi il tema – che resta tuttora inesplorato – del coinvolgimento dei capitali privati per la realizzazione delle
strutture scolastiche. Anche su questo i costruttori dell'Ance hanno riproposto al nuovo premier la formula di
intervento dove la remunerazione per il privato può venire dalla riconversione (con cambio d'uso) della vecchia
struttura scolastica e/o dalla gestione di funzioni a reddito da insediare nel nuovo complesso scolastico.
Emergenza abitativa, cantiere aperto
Proprio quando il decreto «Lupi» sull'emergenza abitativa era arrivato al giusto punto di maturazione per essere
portato in consiglio dei ministri è arrivata la "spallata" all'esecutivo Letta.
Il punto di partenza per l'elaborazione delle misure per contrastare l'emergenza casa è stata la conferenza unificata
straordinaria del 31 ottobre scorso.
Dopo quella data il ministro Lupi ha lavorato per mettere insieme un pacchetto di misure che mettono insieme
http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/art/infrastrutture24/2014-02-24/edilizia... 25/02/2014
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sgravi fiscali e agevolazioni al proprietario per mettere in affitto l'immobile, incentivi all'acquisto degli alloggi popolari
da parte degli inquilini (con possibilità di riscattare l'alloggio già a partire dal settimo anno di permanenza), incentivi
volumetrici per la demolizione ricostruzione di complessi residenziali pubblici. Quanto poi agli interventi da avviare
nell'immediato, la bozza di Dl prevedeva un finanziamento per consentire il rapido recupero di alloggi inagibili da
parte degli Iacp. Dagli iniziali 568 milioni lo stanziamento si era poi ridotto a circa 300 milioni nelle ultime bozze del
provvedimento.
Strappare il consenso all'Economia è stato il lavoro che ha impegnato il ministro nelle ultime settimane di vita del
governo per la necessaria copertura delle misure. Pochi giorni prima dello scoppio della crisi di governo, fonti delle
Infrastrutture hanno fatto sapere che era stata raggiunta un'intesa con l'Economia sulla copertura. Ma una volta
pronto, il decreto è rimasto nel cassetto. Peraltro il Dl non è mai stato ufficialmente condiviso con le Regioni, che
hanno già fatto sapere di non approvare le misure che incoraggiano l'alienazione degli alloggi pubblici e – in
definitiva – del patrimonio gestito. Gli enti hanno semmai posto l'accento sulla necessità di aumentare il patrimonio
in affitto mentre il Dl incentivava la possibilità di acquistare l'alloggio anche da chi lo ha occupato per soli sette anni.
Sempre in tema di emergenza casa, l'altra incompiuta riguarda la novità – anche questa voluta dal ministro Lupi –
della morosità cosiddetta incolpevole. Il fondo apposito è stato previsto con il decreto legge 102/2013 (articolo 6,
comma 5) con una dotazione di 40 milioni. Anche in questo caso c'è un decreto nel cassetto che non consente
l'attuazione della misura. Gli uffici di Porta Pia hanno infatti definito una bozza che ripartisce i primi 20 milioni tra le
Regioni e fornisce anche le necessarie norme regolamentari sulla morosità cosiddetta incolpevole che rappresenta
una novità assoluta per il legislatore nazionale. La bozza è stata colta dalla crisi di governo nella fase di
condivisione con il ministero dell'Economia.
Un altro aspetto non secondario del cantiere casa è quello dei gestori regionali costituiti dalle varie aziende casa o
ex Iacp. Dal mondo degli ex Iacp si è già levato un appello affinché «Il nascente governo, il presidente del Consiglio
incaricato Matteo Renzi, siano consapevoli dell'importante ruolo giocato dall'edilizia residenziale pubblica nel Paese
– ha detto il presidente di Federcasa, Ettore Isacchini – e agiscano di conseguenza, impegnandosi con
determinazione in una politica a favore della gente che ha di meno e degli istituti che la tutelano. A Renzi, che già
nella sua Firenze ha sostenuto e valorizzato le case popolari, chiediamo coraggio e fatti concreti».
«Il mondo delle case popolari, presidio sociale che da sempre garantisce un tetto a milioni di famiglie bisognose, sta
vivendo il suo momento più difficile – spiega Isacchini –. Gli Iacp e gli ex Iacp, a rischio default, chiedono di
continuare a esistere e a lavorare, ed esortano la politica a impegnarsi concretamente nell'affrontare le tante
problematiche che li riguardano, sino a oggi irrisolte: dalla confusione sul pagamento dell'Imu all'assenza di
agevolazioni sotto il profilo energetico, dalla mancanza di finanziamenti per il settore alla necessità di stabilire
norme precise sull'attività degli enti gestori».
24 febbraio 2014
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