Il “mammismo” patologico è punito anche dalla Chiesa

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IL CAFFÈ
2 marzo 2014
tra
parentesi
LA SOCIETÀ
L’invadenza
dei genitori nella
vita di coppia può
portare alla rottura
del sacro vincolo
La sessuologa
“Senza la fede
è difficile
resistere
alle difficoltà”
“Essere in tre
e condividere
il talamo
è complicato”
“A
lla base di tutto c’è
un’estrema fragilità. Il
rapporto di coppia si
basa su fondamenta deboli e al
minimo scossone tutto va all’aria”. Don Gianfranco Feliciani,
parroco di Chiasso, sa bene
quanto il matrimonio sia in crisi.
E se pure il mammismo è ora
considerato un problema tale da
provocare l’annullamento dell’unione siamo davvero messi
male. “Ovviamente un attaccamento morboso a uno dei genitori è deleterio - dice -, tuttavia,
se c’è il desiderio di restare uniti,
Corbis
La religione
Il “mammismo” patologico
è punito anche dalla Chiesa
Se la suocera è troppo presente il matrimonio può essere nullo
PATRIZIA GUENZI
T
di superare le difficoltà si riesce
a trovare una sorta di modus vivendi”.
Oltre alla fragilità c’è forse
pure leggerezza nel compiere
il grande passo.
“Questo è indubbio. Prima di
scambiarsi l’anello i due fidanzati dovrebbero chiedersi cosa
vogliono davvero”.
E oggi cosa vogliono le coppie?
“Forse non lo sanno. Troppo poche sono quelle che fanno una
scelta di fede. Non basta essere
innamorati”.
Ma è comunque una buona
base. O no?
“Sicuramente. Ma senza la fede
non si resiste alle difficoltà. È un
collante indispensabile per
compiere il viaggio del matrimonio. A me piace ricordare Renzo
e Lucia dei Promessi sposi quando incontrano padre Cristoforo,
malato di peste, che dice loro:
amatevi come compagni di viaggio. Ecco, il matrimonio è un
lungo viaggio, con alti e bassi”.
E la passione?
“Se c’è un’esasperazione del piacere sessuale, quando finisce resta solo la disperazione. Il matrimonio non è stare sempre appiccicati, ma rispettarsi, ascoltarsi, condividere, il bello e il
brutto”.
Nella buona e nella cattiva sorte...
“Il regista è solo Dio, dobbiamo
seguire i suoi suggerimenti anche quando non ci stanno bene”.
E con la fede si è più resistenti?
“Certo. I modelli di riferimento
non possono essere i personaggi
della tv. Che esempio possono
dare? ”.
ra moglie e marito non mettere il
dito. Proverbio sacrosanto, a cui
molte suocere da sempre fanno
spallucce. Invadenti, indiscrete, onnipresenti, s’infilano nella vita dei
due sposi e… ci restano. Tollerate, ma spesso
pure ben accolte, da uno dei due coniugi, quasi sempre lui. Eh sì, perché è sovente l’uomo a
soffrire di “mammismo” nei confronti del proprio genitore. Così, si instaura una sorta di
ménage a trois, in cui il vero coniuge è la suocera. Nulla si muove senza il parere e il consenso di mammà. Una dipendenza psicologica che sfiora la patologia. E se pensate di minimizzare, ritenendo che dopotutto non è così
grave, che insomma si può anche chiudere un
occhio che, si sa, il maschio è da sempre attaccato alla figura materna, vi sbagliate di grosso.
Il mammismo rientra in uno dei problemi psicologici gravi, è un rapporto patologico che
può anche determinare la nullità del matrimonio. Lo dice la Chiesa.
Una scelta epocale. D’ora in poi il sacramento
del matrimonio potrà essere dichiarato nullo
dal Tribunale ecclesiastico - ovviamente seguendo un iter lungo e complicato - per il
mammismo di uno dei due coniugi. S’aggiun-
matrimoni celebrati nel 2012, sedici sono stati
resi nulli per cause diverse. Inevitabilmente il
mammismo andrà ad incrementare questa
casistisca. Anche dal profilo del nuovo diritto
di famiglia, visto che dal 2000 non viene più
valutato il motivo del divorzio, si può solo immaginare che, tra gli altri motivi, ci possa essere anche la suocera troppo invadente.
Una presenza, quella della suocera, ingombrante e che pregiudica anche le gioie del talamo.... Non si fa più pace nemmeno sotto le
lenzuola, il sesso non basta più, spiega la sessuologa. Non basta più anche perché, forse,
altro non c’è mai stato a spingere i due sposi a
infilarsi la fede al dito. E quando l’intesa traballa... “C’è una fragilità di fondo, una banalizzazione dei sentimenti che mina le coppie”,
nota severo don Feliciani. Non è una novità,
da più parti c’è l’impressione che spesso ci si
sposi senza grandi motivazioni. Così, un po’
per gioco, perché gli amici hanno già fatto il
grande passo, mamma e papà ci tengono o lei
è incinta... “Non c’è più una preparazione
vera, s’è perso il concetto di famiglia, si pensa
che il matrimonio sia una sorta di festa permanente. Ma in breve tempo ci si scontra con
la realtà”, nota Daniele Jörg, avvocato divorzista.
Una realtà in cui, spesso, si deve fare i conti
anche con la suocera. E, allora, i guai diventano seri. Difficile trovare un modus vivendi, un
giusto equilibrio. La luna di miele si esaurisce
in un lampo, seguono le recriminazioni, i risentimenti e le difficoltà nel ritrovare un’intesa comune da cui ripartire. “Da quando nel divorzio è stato eliminato il concetto di colpa,
quindi anche di punizione, il valore del matrimonio si è completamente svilito - nota Jörg -.
Tant’è che anche dopo un divorzio non si è
imparata la lezione e ricomincia la trafila con
un altro partner”.
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Q@PatriziaGuenzi
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ge a quei motivi che già possono determinare
la nullità per vizi di volontà, come i disturbi e
le deviazioni che impediscono una normale e
naturale vita sessuale, o se uno dei due fidanzati si sposa con la riserva mentale di non volere dei figli.
Intanto, in Svizzera si va all’altare sempre
meno. Negli ultimi quindici anni, il numero di
unioni cattoliche nelle diocesi di Sion, Lugano
e San Gallo è sceso del 40%. Fenomeno analogo si registra nelle Chiese riformate. Su 17.550
“Non c’è più il concetto
di colpa e s’è svilito il
significato dell’unione”
sipuòchiederese...
1
Incapacità di assolvere
agli obblighi matrimoniali
Essersi sposati
con riserva mentale
L’incapacità di assolvere agli obblighi
matrimoniali a causa di problemi psicologici e
neurologici. In questo capitolo rientra il
mammismo, quando “lo sposo diventa un
sostituto e il vero coniuge è invece la mamma
o il papà”. Se per ogni scelta serve
l’approvazione di un genitore, il ménage di
coppia diventa un simulacro e il matrimonio
non è più un atto di volontà consapevole
4
L’assenza di responsabilità
verso l’altro coniuge
In aumento nelle richieste di annullamento c’è
il riferimento al narcisismo. In particolare,
se il peso del ménage è tutto sulle spalle di uno
solo, l’altro non fa nulla e delega qualunque
cosa, anteponendo ai diritti e ai doveri della vita
di coppia i suoi hobby e interessi vari.
Insomma, seppur sposato uno dei due non
considera diritti e doveri del matrimonio,
ma vive una vita da single
La convinzione che il vincolo
si possa sciogliere
Fra i vizi di volontà pure quello di essere
convolati a nozze con la riserva mentale di non
volere dei figli e, quindi, non accettare la finalità
procreativa del matrimonio, fondamentale
invece per la Chiesa cattolica. Se uno dei due
sposi al momento del “sì” non ha rivelato i suoi
dubbi in proposito ecco che l’altro può chiedere
che il vincolo sia annullato. Da qui, infatti, si
aggiungono molte concause psicologiche
5
Immaturità e mancanza
di discernimento
Un aumento del peso della litigiosità e della
conflittualità fra i coniugi è dovuto
all’immaturità, così come la mancanza di
discernimento, di capacità di giudizio su diritti e
doveri del matrimonio. Secondo la Chiesa,
questo è uno dei sintomi della mancanza di
preparazione alla vita matrimoniale, di molte
coppie che si sposano senza sapere bene a
cosa stanno realmente andando incontro
Salire all’altare con la riserva mentale
sull’indissolubilità del matrimonio è uno dei motivi
classici di annullamento. In sostanza, uno dei due
mentre infila l’anello al dito all’altro pensa già alla
possibilità del divorzio, e magari anche a quella di
risposarsi. Per la Chiesa, se uno dei due coniugi
pensa sia possibile sciogliere il vincolo
matrimoniale, significa che non ha una corretta
consapevolezza spirituale del sacramento
6
I problemi
di tipo sessuale
Nella casistica del Tribunale ecclesiale anche i
problemi di tipo sessuale che impediscono o
rendono molto difficoltosa l’unione coniugale e
una normale e naturale vita di coppia. Tra
queste c’è l’impotenza, un tempo la ragione più
diffusa di annullamento insieme al matrimonio
non consumato, ma anche le deviazioni
sessuali causate da impostazioni di vita vissute
sin dalla giovinezza
“B
è, certo, la presenza di
una suocera ingombrante incide eccome
sul matrimonio e sul rapporto di
coppia. Ci va di mezzo anche
l’intesa sessuale, complicato
condividere il talamo essendo in
tre”. Non fa giri di parole la dottoressa Rosamaria Spina, sessuologa e perito del Tribunale ecclesiastico e individua esattamente
il terreno di scontro di due sposi
in crisi: il letto. “Se ci sono dei
problemi, di qualsiasi tipo, diventa arduo ritrovarsi nell’intimità, si preferisce evitarsi. Con
conseguenze anche nefaste per
l’unione”.
Convivere con una suocera non
è certo facile.
“Ovvio. Ma spetta al figlio, della
suocera intendo, cercare di mediare, in modo intelligente però
non riversando la colpa sul partner. Perché la presenza di una
suocera può anche essere una risorsa”.
Più facile a dirsi che a farsi...
“Un accordo va trovato, se non ci
si prova significa che il matrimonio poggia davvero su basi fragilissime”.
Non crede che a volte ci si sposi,
anche in Chiesa, con troppa
leggerezza?
“Sono d’accordo. Spesso le coppie finiscono sull’altare perché è
una logica conseguenza di una
relazione che dura da un po’, perché tutti se l’aspettano, perché è
una festa... Ma in realtà non c’è
una reale consapevolezza di ciò
che si va a fare. I due non si sono
mai interrogati seriamente sui
motivi che li spingono a compiere il grande passo. Insomma, non
sempre il rito religioso è sentito”.
Così, quando iniziano le difficoltà tutto salta.
“Probabilmente il dialogo è sempre stato carente se la coppia alla
minima crisi smette di comunicare e a non più ritrovarsi nell’intimità”.
Ma quanto pesa il sesso in una
crisi di coppia?
“A volte è la causa della rottura,
ma questo soprattutto se ci sono
delle disfunzioni fisiche. Spesso
c’è però già un’insofferenza di
fondo che s’infila anche sotto le
lenzuola”.