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QUINDICIMARZOO2014
Suli nni lassaru!...Forsi ci la facemu lu stessu!
di Antonino Bencivinni
N
ella battaglia che ha visto recentemente contrapposti in cagnesco
i due Istituti Superiori prestigiosi
della Valle del Belice, il (chiamiamolo ancora così) vecchio glorioso Magistrale "Dante Alighieri" di Partanna e il Liceo Classico
"Francesco D'Aguirre" di Salemi, ha vinto
come era prevedibile in nome di una continuità con quanto deciso già l'anno scorso, il "D'Aguirre" di Salemi che nel tavolo
regionale ha mantenuto la presidenza
ed ha mantenuto altresì l'accorpamento
dell'Istituto "Dante Alighieri". Non è questo che dispiace, ma è l'indifferenza con
cui - dopo la sortita del sindaco di Partanna Nicola Catania che aveva fatto sperare
in un risultato positivo quando nel tavolo
provinciale era riuscito, mutatis mutandis,
ad ottenere l'unanimità sulla presidenza
all'Istituto "Dante Alighieri" e sull'accorpamento a Partanna del "D'Aguirre" di
Salemi - anche questa seconda notizia è
stata accolta dai politici partannesi che
non hanno saputo neanche inscenare una
benché minima protesta lasciando ancora
una volta il sindaco Nicola Catania solo in
questa battaglia quasi di nicchia. Perfino
nella seduta del consiglio comunale del
10 marzo, a cose già fatte, non si è sentito il bisogno di fare anche un solo cenno
allo scandalo che ha visto l'anno scorso
l'accorpamento dell'Istituto Magistrale di
Partanna al Liceo "D'Aguirre" di Salemi per
uno scarto di 7 alunni (non è un errore è
proprio 7): nell'ambito della cosiddetta
razionalizzazione scolastica nel febbraio
dell'anno scorso si registrò, infatti, quello
che abbiamo considerato uno "scippo"
di autonomia: il Liceo Classico "D'Aguirre" di Salemi, infatti, accorpava, come un
fulmine a ciel sereno, l'Istituto Superiore
"Dante Alighieri" di Partanna, reo di avere 576 alunni iscritti rispetto ai 583 del
Liceo "D'Aguirre" (che arrivava a quel numero con l'abbinamento ad una scuola
di S. Ninfa). Tale scelta stava per essere
in un certo senso ribaltata dalla decisione all'unanimità del collegio provinciale
per la razionalizzazione scolastica (di cui
il sindaco di Partanna, Nicola Catania fa
parte) che il 23 gennaio scorso ha proposto un ritorno dell’autonomia per l’Istituto
Superiore “Dante Alighieri” che avrebbe
accorpato (in questa proposta-ipotesi) il
Liceo “D’Aguirre” di Salemi ripetendo, ma
stavolta al contrario, lo "scippo" fatto l’anno scorso dal Liceo “D’Aguirre” di Salemi
che accorpò l’Istituto Magistrale di Partanna. Al tavolo regionale tutto è tornato
come prima della decisione provinciale di
quest'anno. Cioè ancora l'Istituto di Salemi è sede di presidenza e il Magistrale è
sede aggregata. E Catania ancora una volta ha trovato i politici partannesi tiepidi e
indifferenti. Nè nella seduta del consiglio
comunale del 7 febbraio né in quella del
10 marzo se n'è fatto cenno!. Il sindaco di
Partanna ci ha detto che ci sarà un'audizione all'Ars per spingere a trovare in extremis una soluzione per l'Istituto "Dante
Alighieri" di Partanna. Speriamo che il suo
ottimismo sortisca effetto (il problema infatti non è danneggiare il Liceo "D'Aguirre"
di Salemi, ma salvare in extremis l'autonomia del Magistrale di Partanna): vuole dire
proprio questo la nostra copertina che
rappresenta Don Chisciotte (Catania) e
Sancho Panza (Zinnanti) che discutono tra
loro anche della non presenza dei politici
partannesi sulla questione dell'autonomia
del magistrale di Partanna.
L’Avis Partanna ha consegnato le benemerenze ai donatori
L
a VI Festa del donatore dell’Avis di Partanna si colloca tra
le più significative e partecipate manifestazioni organizzate nelle scuderie del Castello Grifeo. I bambini della scuola
dell’infanzia hanno aperto la serata con i loro canti a tema, emozionando il pubblico presente. Nel corso della serata sono stati proiettati dei video di sensibilizzazione per coloro che ancora
donatori non sono diventati. Uno di questi filmati, dal titolo “Donerò”, è stato realizzato dal giovanissimo videomaker Alessandro
Triolo. Infine la premiazione dei donatori con le benemerenze e
i distintivi in rame, argento e argento dorato. Consegnata anche
una targa, per le 70 donazioni, al “veterano” Vito Zarzana. Per la
prima volta hanno collaborato, per l’accoglienza e il buffet, alcuni
alunni partannesi frequentanti l’Istituto Alberghiero “V. Titone” di
Castelvetrano. I risultati raggiunti sono eloquenti di per sé: 364
soci donatori, 615 donazioni nel corso del 2013. una crescita
esponenziale, basta pensare che nel 2008 i soci donatori erano
Il prossimo numero sarà in
edicola il 12 aprile 2014
Copertina del mese scorso
Periodico di informazione
Iscrizione al Registro dei Giornali periodici
del Tribunale di Marsala n. 168 del 31/12/2007
DIRETTORE RESPONSABILE
Antonino Bencivinni
Stampa Grafiche Napoli Campobello di Mazara
Tel. 0924 912366
EDIZIONI LUX MULTIMEDIA
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109 e le donazioni 166. A chiusura della serata il presidente Antonino Battaglia ha voluto ringraziare tutti i presenti, i donatori
e il direttivo per aver contribuito alla “realizzazione di un sogno
collettivo, quello di portare l’Avis di Partanna ai primissimi posti
assoluti, per funzionalità ed efficienza. Diffondere la cultura del
dono è stata da sempre una priorità per questo gruppo di lavoro;
solo con la costanza e la passione è stato possibile scrivere un’altra
bella pagina di storia dell’Avis Comunale di Partanna”. Ed ha concluso dicendo: “Questa sera lanciamo un messaggio, in particolare
ai giovani: la solidarietà da sola non basta a costruire una piena
speranza, occorre impegnarsi per un domani migliore, esortando
ciascuno a sentirsi, ad essere più consapevolmente e responsabilmente partecipe del destino di tutti. Se non ci rendiamo conto
che ciò che capita a uno riguarda direttamente anche gli altri, e
viceversa, non riusciremo mai a dare una speranza comune e una
concreta fiducia nel futuro”.
Sommario del n. 3
CASTELVETRANO - Restano gli Uffici del Giudice di Pace
p.
3
CASTELVETRANO - La pagina del "Ferrigno"
p.
4
BELICE - C'era una volta il Carnevale santaninfese
p.
5
PARTANNA - Mozione per l’istituzione del Bilancio Partecipativo e Trasparente
p.
6
IL PERSONAGGIO - Don Stefano Caronia martire della genuina idea di carità
p.
8
LA CRITICA - Per le vie di Partanna
p.
10
RICETTE, GIOCHI E PASSATEMPI
p.
12
SALUTE - Caso Avastin®- Lucentis®: i farmaci contro risvolti economici
p.
14
PSICOLOGIA - La Violenza Psicologica: Il Gaslinghting
p.
15
QUINDICIMARZO2014
Castelvetrano
Restano gli Uffici del giudice di pace Città pilota per un asfalto ecologico
S
ono state accolte quasi tutte le istanze presentate dagli enti locali che si
sono impegnati a mantenere a loro cura e spese gli uffici giudiziari nei loro
territori. Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha, infatti, firmato l'11
marzo il decreto che dispone il mantenimento di 285 uffici del Giudice di Pace a
seguito della recente riforma delle circoscrizioni giudiziarie. Rimangono pertanto
Partanna, Castelvetrano, Alcamo, Menfi, Ribera, Bivona e Licata per indicare quelli
più vicini. Soddisfatti i sindaci delle città, primo fra tutti il sindaco di Menfi, Vincenzo Lotà che ha dichiarato: “Menfi - ha detto – mantiene l’ufficio del Giudice di
pace. La notizia, nella sua apparente semplicità è in realtà, la notizia di una grande
vittoria. Un lungo processo che ha visto impegnati, con ferrei volontà ed impegno,
Amministrazione, Giunta ed opinione pubblica in una battaglia in favore del mantenimento di un servizio dal forte valore civile e legalitario. Siamo riusciti a salvare
un importante presidio di legalità, garantendo così anche la vicinanza agli uffici
per i cittadini e gli avvocati di Menfi e dei paesi limitrofi”. Non si è fatta attendere
anche la soddisfazione del sindaco di Partanna Nicola Catania e dell’Associazione
degli Avvocati Valle del Belice. “Come è ben noto a tutti – ha detto Catania – la
nostra sede del Giudice di Pace era destinata ad essere soppressa. Ma noi ci siamo impegnati affinchè la nostra comunità non fosse deprivata anche di questo
importante servizio per i cittadini". Grande compiacimento è stato manifestato
dall’Associazione degli Avvocati Valle del Belice che in una nota ha dichiarato il
proprio compiacimento per il risultato ottenuto e "ringrazia le Amministrazioni
Comunali di Castelvetrano e Partanna, ed in primis i Sindaci Felice Errante e Nicola
Catania, per l’impegno profuso per il raggiungimento dell’importante obiettivo”.
C
astelvetrano, assieme ad altre tre
città europee, è
stata scelta come pilota
per la posa di un asfalto
rifresato che sarà a totale costo zero per le casse
comunali e sarà posato
su strade, che saranno
indicate dall’Amministrazione, e che verranno poi
monitorate per due anni
per controllare le prestazioni delle miscele. Nei
mesi scorsi il responsabile degli uffici tecnici,
che aveva avuto notizia
di questa operazione
che sarebbe stata messa
in atto da un’importante
multinazionale, ha avviato dei contatti presentando una dettagliata
relazione
sul
territorio e sulla capacità
che Castelvetrano aveva
avuto di intercettare importanti
finanziamenti
comunitari. Dallo studio
presentato dall’ing. Giuseppe Taddeo Castelvetrano è risultata essere
tra le più interessanti per
la società che ha scelto 4
città in tutta Europa, con
condizioni
climatiche
differenti, proprio al fine
di testare la risposta di
questo nuovo prodotto.
In pratica l’Amministrazione sceglierà alcune
arterie che, grazie a questo intervento, saranno
completamente riqualificate, senza spendere
un centesimo.
I cento anni della signora Giuseppa Barone
A
nno veramente di grazia il 1914 nel quale sono nati
tanti bambini e bambine che sono riusciti a vivere
fin oltre cent’anni. Il 5 marzo è toccato al vicesindaco
di Castelvetrano Marco Campagna a rendere omaggio alla
signora Giuseppa Barone che ha compiuto cento anni. La
signora, che è nata a Castelvetrano il 5 marzo del 1914, ha
sempre fatto la casalinga, non ha avuto figli ed ha vissuto oltre 50 anni con il marito Vito Parrino, che è venuto a mancare
16 anni fa. La signora ha avuto però 14 nipoti e 20 pronipoti,
che erano tutti presenti per stringersi attorno alla nonnina,
che è ancora in grado di
vivere da sola e che gode
di una buona salute. Il vicesindaco ha consegnato
un mazzo di rose ed una
pergamena per celebrare
l’importante ricorrenza. La
signora Giuseppa, dopo le
foto e le felicitazioni, ha ricevuto gli auguri della sua numerosa famiglia ed ha gustato la torta e lo spumante.
upim
Via Nicolò Tortorici - PARTANNA (TP)
Reparti: Uomo, Donna, Accessori, Bambino, Casa, Intimo Donna
Orari: lun-sab 8:00 - 20:30; domenica 9:00 - 13:00; 16,30 - 20:00
L'upim si trova all'interno del
3
QUINDICIMARZOO2014
Castelvetrano - La pagina del "Ferrigno"
Il bullismo si prende a “Calci”
Ogni giorno, tutti noi, adolescenti e non,
assistiamo in tv, ma anche nella vita, a terribili fenomeni di bullismo. Il bullismo è un
comportamento di chi cerca di imporre la
propria personalità con atteggiamenti prepotenti nei confronti di persone psicologicamente più “deboli”. La vittima del bullismo,
bersaglio di scherzi “innocenti”, a volte può
diventare oggetto di gratuite violenze come
il pestaggio. Il bullismo spesso si trasforma
in fenomeni d’intolleranza verso coloro che
sono considerati dei “diversi” per il loro orien-
tamento sessuale, per il colore della pelle o
addirittura, per l’appartenenza a differenti
culture.
L’atteggiamento che più ci colpisce è l’indifferenza degli amici o dei compagni di
scuola della vittima che non solo guardano
divertiti il pestaggio, come se stessero assistendo a uno spettacolo televisivo, ma diventano essi stessi registi di filmati pubblicati poi
su internet.
La famiglia e la scuola secondo noi, hanno
…Anche8 quest’anno
marzoè arrivato
– Ilil fatidico
valore
della donna
giorno: 8 marzo, giornata in-
ternazionale della donna, per ricordarne le conquiste sociali, culturali,
politiche ma anche le discriminazioni e le violenze. Un giorno speciale
per persone speciali che, purtroppo, viene molto spesso dimenticato e
cancellato dalle coscienze di coloro che del valore delle donne ne inneggiano le celebrazioni. Non servono le feste, non basta la “giornata del riscatto” per riconoscere il coraggio delle donne. Sono forti e coraggiose
nelle parole, nelle intelligenze e nei silenzi. Sanno amare e donare anche
con profondi sacrifici e portano con loro errori e rimpianti. Donne scalze,
con tacchi alti e con scarpe di ginnastica percorrono il cammino della vita
senza mai dire mai; non farle tacere, non negare l’identità e, soprattutto
riconoscerne la dignità di persona è ciò che va celebrato non per un giorno ma per tutti i giorni, per tutte le ore, per ogni istante della vita. E’ per
questo che il Ferrigno vuole riflettere, fare riflettere ed agire per il riconoscimento del valore della donna da sempre e per sempre.
il compito di far sviluppare in noi ragazzi, fin
dalla più giovane età, un atteggiamento di
rispetto e di tolleranza reciproci, con un’attenzione particolare alle norme di comportamento.
Noi ragazzi dobbiamo acquisire quella
consapevolezza e quella responsabilità che
ci porta a seguire un antico, ma più che mai
attuale saggio principio:“Non fare agli altri
ciò che non vorresti venisse fatto a te”.
Cristian Cudia III E
Donna perché…..
Oggi vorrei essere ricordata non per una mimosa da portare, ma come una
compagna di viaggio in questa tortuosa strada della vita;
vorrei essere ricordata per tutte quelle volte che ti sei sentito sperduto ed
hai trovato me per indicarti una via;
vorrei essere ricordata come colei che, ogni qualvolta uno come te usa violenza, riesce sempre a non perdere la dignità, ad alzare la testa , raccogliere le
forze e continuare il suo cammino:
vorrei essere ricordata da te per tutto quello che è il mio valore come la
storia ti dimostra ogni giorno;
vorrei essere ricordata da te come colei che non si arrende mai, qualsiasi
siano gli ostacoli che la vita presenta;
vorrei essere ricordata da te non perché uguale a te , ma come quella diversa
da te che da sola rappresenta forza e che insieme a te costituisce ricchezza.
Anna Patrizia Cirabisi IV B Profess.
Incontro con John Peter Sloan
Di solito non vado mai nelle scuole per incontrare gli alunni … ma Asia mi ha talmente colpito che non ho potuto fare a meno di accontentarla ” ! Esordisce così Jhon Peter Sloan non
appena salito in auto a Marsala. Ricordo ancora il tono quando Asia mi dice: ”Prof., lui viene
e non vuole alcun compenso! Però vuole qualcuno che vada a prenderlo e a lasciarlo!” Ovviamente la mia pronta risposta: ” E di cosa ti preoccupi? Vado io”! ……. ben felice di fare
questo regalo a quest’alunna speciale, Asia Gagliano, della IV A Sistemi Informativi Aziendali.
E’ stato un piacere vedere la luce nei suoi occhi e vedere la partecipazione a quello che gli alunni del “Ferrigno” hanno definito come una “lezione di vita”; un’occasione unica e irripetibile!
Antonella Castro
Con immensa gioia abbiamo avuto la possibilità di incontrare John Peter Sloan, l’insegnante di inglese più divertente della tv italiana! Con la sua simpatia e comicità, ci
ha coinvolti nel suo ‘’talk show ‘’ pieno di battute acute ed intelligenti, fondendo il suo
humour inglese a quello italiano. Durante la conferenza ha parlato degli studenti italiani e del loro approccio alla lingua inglese, accennando al suo ‘’metodo di studio tutto
nuovo’’ all’insegna dell’ironia, ma soprattutto ha trattato tantissimi argomenti considerevoli, dall’importanza della lingua inglese a quella dei valori morali, sentimentali e non
materiali. E’ riuscito con naturalezza e spontaneità a coinvolgere le numerose persone
presenti le quali hanno avuto la possibilità di porgergli delle domande. Ha colpito tutti, studenti, professori, genitori, collaboratori e anche persone al di fuori della scuola;
siamo felicissimi di questo ulteriore incontro piacevole, divertente e molto educativo
che la Scuola ci ha offerto.
Asia Gagliano IV A S.I.A
Conferenza sul rispetto delle norme civili
Nel giorno 7 Marzo 2014, presso il nostro Istituto Tecnico Commerciale G.B. Ferrigno, si è svolta ,in aula magna, una conferenza sul tema della legalità per
le classi del biennio. Ospiti della conferenza i Carabinieri del dipartimento di Castelvetrano:Tenente Guerra, Luogotenente Maurizio, Brigadierie Stallone. Nel
corso del congresso, e’ stato presentato un breve video riassuntivo sulla storia e le varie attività che svolgono le Fiamme Rosse nel nostro territorio. Sono stati
trattati argomenti riguardanti problematiche adolescenziali come il bullismo e il cyberbullismo, estorsioni e in particolare la violenza sui minori e sulle donne.
Inoltre, durante il dibattito, sono state illustrate le norme civili e stradali che ogni individuo deve rispettare per garantire la sicurezza per se stesso e gli altri. E’
stata anche effettuata una prova di alcol test con l’apposito Etilometro. Gli alunni hanno partecipato e seguito con entusiasmo la conferenza, acquisendo in pieno
i consigli e gli ammaestramenti trasferiti.
4
Dario Bonafede e Vito Di Carlo Cuttone 4°E AFM
QUINDICIMARZO2014
L'angolo del rimatore
Nota di presentazione della rubrica
I
Il prof. Rosario Di Bella continua la colnella
rubrica
inaugurata due
mesi fa ed intitolata
"L'angolo del rimatore". Il prof. Di Bella si
definisce “rimatore
a tempo perso” e ar-
gutamente firma i suoi parti letterari in versi
- generalmente burleschi, raramente di altro
genere - con lo pseudonimo di Salario del
Brio; come a voler dire, immedesimandosi
coi suoi stessi scritti e con tale pseudonimo
caratterizzandoli, che, disinteressato, ottimista e gioviale com'é – ogni scherzo in versi
ch'egli licenzia gli è gratificante compenso
(salario) del brio con cui – senza alcun fine
di notorietà, tanto meno di lucro - lo ha composto; brio che peraltro spera di suscitare
nel lettore o nell'ascoltare partecipe. Ed è da
notare che tale significativo “nom de plum”,
Rosario Di Bella se lo è dato anagrammando
il suo stesso nome e cognome. (a.b.)
NEL RICORDO DI LÀLAGE
Rosario Di Bella
LA VITA È ANCORA BELLA!
Fosca è l'aria iemale ed impietoso
squassa pioppi e cipressi il vento argeste,
e squallido m'appare ed accidioso
il paesaggio. Ed ho freddo. Eppure queste
son le giornate a me quanto mai grate,
perché mi fan sentire in armonia
con la natura, poi che raggelate
sento le fonti d'ogni mia energia.
Ma ecco: un raggio timido di sole
traluce per i nembi. È come un raggio
di speranza. Ed il cuore più non vuole
il triste inverno. Vecchio, su, coraggio!
La vita è ancora bella se le viole
del pensier t'invia Làlage in omaggio.
TEDIO INVERNALE E GIOCONDITÀ PRIMAVERILE
È desolata la campagna. Il vento
sferza gli olivi, brulli ed imbiancati,
spettrali, gemebondi, martoriati
da quel furioso, gelido tormento.
Salici e palme sono tristi, quanto
nemmeno quei cipressi che le scure
chiome protendon sulle sepolture
d'un silente, deserto camposanto.
Sotto il fitto nevischio, non discerno
cosa che non sia lugubre, stasera;
e sul cuor grava il tedio dell'inverno.
Ma or vien, dolceridente dispensiera
di gaiezza, lei, Flora, che l'eterno
femminino impersona. È primavera.
Castelvetrano, 30 - 31 gennaio 1999
Salario del Brio
Belice
C'era una volta il Carnevale santaninfese
SANTA NINFA - C’era una volta il Carnevale Santaninfese che non
iniziava il “giovedi grasso” come nel resto del mondo, ma almeno tre
giovedì precedenti. Prima del giovedì grasso si festeggiava il giovedì di
“li parenti”, dove i parenti più stretti, di solito fratelli e primi cugini con
le rispettive famiglie, organizzavano feste danzanti. Prima di “lu giovedì
di li parenti” c’era “lu giovedì di li cummari”, dove a riunirsi erano gli amici più stretti. La gioiosità e l’armonia erano talmente contagiose che le
baracche santaninfesi negli anni ‘80 ospitavano gente da tutte le zone
limitrofe. Persino al Magistrale o al Commerciale di Partanna e di Castelvetrano, in quella giornata, i professori chiudevano un occhio di fronte
all’assenza di massa. E prima di “lu giovedì di li cummari” c’era quello
“degli zoppi” che in pochi festeggiavano, ma che tutti vivevano come
il “sabato del villaggio” di leopardiana memoria. Infatti, “lu giovedì di li
zoppi” era il giovedì che apriva le danze e fomentava l’euforia. Fino agli
anni ‘90, anche dopo la rimozione delle baracche, sostituite dai garage
più ampi e spaziosi, quei giovedì che precedevano il Carnevale rappresentavano il motivo per incontrarsi, per scambiare quattro chiacchiere
per chi non sapeva ballare, per fare “ammuino” e per divertirsi anche
nel cucinare secondo la tradizione paesana. I giovedì duravano un’intera giornata, con le donne già di prima mattina ai fornelli per preparare
fritti misti, polpette, stufati, “pasta cu l’agghia” e perfino dolciumi. Non
mancavano mai o li cassitteddi o li sfingi. E con l’impasto delle cassattedi “chi suvicchiava” nascevano le moderne chiacchiere. Gli uomini nel
frattempo arrostivano, al vento e alla pioggia, “sassizza” che troppe volte era o troppo cotta o troppo cruda. Ma il freddo di quelle giornate
passava in fretta, perché ci si riscaldava tra un tango ed una polca, per
chiudere senza fiato con la mitica “contradanza”. E le vecchie canzoni
rappresentavano il sottofondo perfetto per rubare un bacio nel buio
delle stanze, tra una “strinciuta” ed un “ammuttini”. Erano i tempi i cui ci
si divertiva con poco, ma che aveva dentro la “sostanza” delle cose. Poi
c’erano le serate di Carnevale e si aprivano le porte della Società Operaia, del Circolo e della Casa del Popolo. Con poche lire si acquistavano
i toast ed una bottiglia in vetro di “azzusa”. Il sapore della sottiletta di
quelle serate è dentro i ricordi di intere generazioni del Belice. Di quello
spirito cosa è rimasto? Subito dopo la prima ricostruzione, la Società
Operaia ed il Circolo Civile vennero ospitati dentro una parte di quei lo-
cali che oggi si chiamavano “Centro Sociale”. Per ballare i soci non pagavano, ed i “non soci” venivano ammessi chiudendo un occhio. I giovani e
“i non socii” dei circoli privati, si recavano in massa alla “Casa del Popolo”,
dove per entrare si pagava un biglietto. Gli organizzatori si facevano i
conti perché il costo fosse “equo e sostenibile”. Tutte le serate o quasi
“arrinisciano”, perché tanta era la voglia di stare insieme e divertirsi. Finita la ricostruzione, eliminate completamente le baracche, e chiusa la
Casa Del Popolo, per diversi anni il Carnevale Santaninfese è stato spento e morto. I giovani e “i non soci” dei circoli privati non avevano più una
struttura in cui organizzare, e spesso andavano fuori a riempire le discoteche limitrofe. Per anni alcuni “impetuosi” hanno chiesto che i locali del
Centro Sociale fossero utilizzati per organizzare il Carnevale. Per anni,
l’amministrazione comunale utilizzando tecnicismi ha chiuso le “porte”.
Poi, dall’anno scorso con un bando pubblico i locali del Centro sociale
vengono affidati ad un’associazione in concessione onerosa e solo con
adeguate garanzie economiche. L’associazione “senza scopo di lucro” è
quindi costretta a pagare il comune per svolgere un’attività ludica di
riscoperta delle tradizioni. Dei privati sono costretti a sborsare denaro
per risuscitare il Carnevale Santaninfese e per impedire le migrazioni
carnevalesche di massa. Non c’è nulla di male. Eppure occorre riflettere
mettendo su una bilancia: da un lato, le tradizioni, il concetto di luogo pubblico aperto a tutti, la sicurezza dei cittadini; dall’altro, iniziativa
economica e utilizzo oneroso dei beni pubblici. E su quest’ultimo dato,
ancora fermarsi a riflettere sul fatto che: per la concessione dei locali,
l’associazione che anima il Carnevale, deve pagare; mentre l’associazione che utilizza i locali per l’altare di San Giuseppe no. Così come bisogna
guardare che a Capodanno si può ballare e brindare gratis, mentre a
Carnevale bisogna pagare un biglietto; che per il Carnevale Estivo la
piazza è aperta a tutti, mentre a Carnevale il centro sociale è aperto solo
dietro “compenso”. Viviamo in un tempo in cui la crisi economica ci impone di riflettere su ciò che conta veramente, se vogliamo una società i
cui i beni pubblici vengano gestiti dai privati “onerosamente” od invece
fondata sul principio per cui i beni pubblici devono essere accessibili
a tutti a parità di condizioni e nel rispetto di regole chiare. La prima a
dover scegliere è la politica praticando scelte coerenti.
Batman
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Partanna
QUINDICIMARZOO2014
Oggetto: Mozione Consiliare per l’istituzione del Bilancio Partecipativo e Trasparente
PREAMBOLO
Negli ultimi anni le aree urbane si sono accreditate agli occhi della
società civile come i luoghi privilegiati di produzione di nuovi modi di
governare, di nuove forme di democrazia e di relazione tra cittadini e
istituzioni, di nuove politiche di sviluppo sostenibile.
La dimensione locale è percepita dalle persone come lo spazio dei
diritti della cittadinanza, dove è possibile la costruzione di un modello di welfare basato sul principio della partecipazione dei cittadini al
governo del territorio e sulla convinzione che il benessere di una comunità rappresenta un interesse e un impegno collettivo, e non una
responsabilità esclusiva dell’amministrazione.
1^ Circoscrizione
4^ Circoscrizione
2^ Circoscrizione
3^ Circoscrizione
I CONSIGLIERI COMUNALI
PREMESSO CHE:
− Il Bilancio Partecipativo è un procedimento attraverso il quale la
cittadinanza, in un ambito predefinito, contribuisce a stabilire le modalità di assegnazione di una parte delle risorse economiche a disposizione dell'ente.
− Si tratta di una pratica di governo che favorisce la partecipazione
diretta dei cittadini alla vita del proprio territorio, consentendo loro di
proporre in quali settori e con quali modalità investire parte dei fondi a
disposizione del Comune, il quale si impegna a recepire nel bilancio di
previsione dell'anno successivo e conseguentemente a realizzare parte delle proposte;
− I cittadini non solo riescono ad articolare una vasta gamma di proposte e progetti fattibili e finanziabili, ma possono anche indicare possibilità di risparmio e di spesa pubblica più intelligente.
− Inoltre, con un bilancio partecipativo, l’amministrazione si obbliga
anche di spiegare meglio il suo bilancio e le sue strategie di investimento.
− Il Comune nelle sue scelte finanziarie è tenuto ad orientarsi maggiormente secondo le preferenze espresse dai cittadini.
Si definiscono i quattro modelli possibili di Bilancio Partecipativo:
• Partecipazione Integrata - (I cittadini propongono i progetti e definiscono le priorità degli stessi).
• Guida illuminata - (L'Amministrazione propone i progetti e definisce
le priorità degli stessi).
• Innovazione dal basso - (I cittadini propongono i progetti e l'Amministrazione definisce le priorità degli stessi).
• Partecipazione guidata - (L'Amministrazione individua le tematiche
e le risorse disponibili e i cittadini votano le priorità degli stessi).
PROPOSIZIONE PROGETTI
CIRCOSCRIZIONI
AMMINISTRAZIONE
Il sindaco dopo aver diviso la città in quattro aree invierà una lettera
di invito per ogni circoscrizione riunendo i cittadini in assemblee.
CICLO DEL BILANCIO PARTECIPATIVO
Quando parliamo di <<ciclo>> intendiamo un modello ideale per lo
svolgimento dei passaggi che nell’arco di un anno portano la cittadinanza a esprimersi sulla destinazione di una parte di bilancio comunale;
APPLICAZIONE
Tale sequenza si svolge in tre momenti:
EMERSIONE DEL BISOGNO (aprile-luglio)
CIRCOSCRIZIONI
AMMINISTRAZIONE
DEFINIZIONE
PRIORITÀ
Campagne comunicative
Anche l’aspetto comunicativo ha un’importanza non secondaria dei
processi di partecipazione. Si potrebbe sostenere che una delle principali cause della diffidenza che comunemente i cittadini riservano alle
pubbliche amministrazioni sia proprio il tipico linguaggio burocratico
che, utilizzato per le comunicazioni pubbliche, genera soltanto incomprensione. Semplicità e chiarezza (distribuzione di apposito depliant
informativo a domicilio) dovranno quindi essere i codici comunicativi
utilizzati nei confronti dei cittadini.
Sarà inoltre cura dell’amministrazione promuovere questi incontri
mediante campagne stampa rivolte ai giornali, radio, social netwoork,
sito del comune.
Infine di notevole importanza affiancare una pratica di comunicazione più tradizionale, cartacea, con distribuzione porta a porta e affissione.
In sintesi i principali obiettivi del Bilancio Partecipativo sono:
• facilitare il confronto e la determinazione di scelte e decisioni condivise;
• rispondere, in modo più efficace, alle richieste di una società sempre più complessa;
• ricostruire un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini;
• migliorare equilibrio tra bisogni da soddisfare e risorse limitate;
• coinvolgimento dei cittadini nel processo di costruzione del bilancio di previsione come strumento efficace di gestione pubblica;
• RITENUTO CHE, il modello di bilancio partecipativo attuabile per
Partanna può essere realizzato mediante suddivisione della pianta in
quattro circoscrizioni come di seguito esposto:
6
Assemblee di circoscrizione
Sono il principale luogo di emersione dei bisogni della cittadinanza.
Le circoscrizioni (quartieri) identificano micro-comunità che si sono
formate parallelamente allo sviluppo urbanistico. Gli abitanti di queste
circoscrizioni condividono lo stesso tipo di problematiche legate alla
morfologia urbana e alla carenza di servizi nello stesso quartiere.
Analisi questionari
Elaborazioni dei dati raccolti e sintesi su grafici al fine di definire per
macro-aree le classi di bisogno che la comunità locale ha espresso nei
diversi ambiti (cultura, ambiente, servizi sociali, urbanistica ecc.).
Il questionario è un indicatore che aiuta gli operatori a comprendere
la percezione diffusa della sperimentazione in corso e a valutare il livello di partecipazione raggiunto (importante anche la distribuzione del
QUINDICIMARZO2014
Partanna
questionario durante le assemblee di circoscrizione).
Creazione griglia priorità
Sarà lo strumento con cui sistematizzare gli elementi emersi nelle
assemblee di area e con cui si costituiranno i tavoli di concertazione.
Si realizzerà una griglia di raccolta dati aperta e flessibile, ma con la precisa funzione di orientare il piano
operativo dal generale al particolare.
I dati che vengono acquisiti valgono come binari entro cui la compilazione dettagliata si compie per tappe
successive. Inizialmente raccoglierà le indicazioni provenienti dai questionari volte a identificare le macroaree di intervento (per macro-aree si intendono classi
di bisogno generali, quali: ambiente, servizi, infrastrutture, cultura).
Partendo da queste indicazioni, durante le assemblee di circoscrizioni, si andranno a identificare le vere
e proprie priorità, cercando di associare ad ognuna di
esse un nucleo di cittadini che siano disposti a responsabilizzarsi e un profilo dei soggetti coinvolgibili per la
composizione dei TTP.
Tavoli di Progettazione Partecipata (TPP)
Sono i luoghi dove si sperimenta la costruzione partecipata delle risposte alle priorità individuate nella fase di emersione del bisogno.
Ai tavoli partecipano i cittadini che promuovono il progetto: tecnici comunali, protagonisti dei vari progetti tematici di partecipazione
e tutti gli attori del sistema dei servizi sociale pubblico e del privato
sociale, coinvolti e coinvolgibili a livello territoriale.
Fine di questi tavoli è affrontare in maniera progettuale il problema
della fattibilità delle proposte evidenziate nella griglia delle priorità, arrivando a compilare un Piano Operativo completo in tutte le sue parti
per ogni progetto che l’Ente dovrà approvare.
Circolazione interna e verifica griglia
Fase di circolazione interna all’ente. È necessario un primo riscontro
<<preventivo>> negli ambiti competenti, sulla praticabilità delle proposte che potrebbero emergere all’interno delle macro-aree individuate.
COSTRUZIONE DEL PIANO OPERATIVO DI RISPOSTA (settembre-dicembre)
Analisi e progettazione
Attivazione dei tavoli di progettazione partecipata al fine di definire,
in coerenza con le indicazioni della fase precedente, un piano di risposte ai bisogni emersi da attivare e potenziare. L’obiettivo è trasformare
ogni priorità in una traccia di Piano Operativo.
Concertazione
I progetti costruiti nella fase di analisi e progettazione affrontano il
problema centrale delle risorse, vengono confrontati con la politica
delle entrate e delle uscite definita dall’amministrazione comunale e
contrattati con il sistema dei servizi socio-sanitari, pubblici e del privato
sociale. Obiettivo in questa fase è la definizione delle risorse necessarie
alla concretizzazione di ogni progetto.
Assemblee di circoscrizione
I Piani Operativi che rientrano nei criteri di fattibilità tornano al vaglio
delle assemblee di circoscrizione che selezionano i progetti.
CONSUNTIVO ( gennaio-febbraio)
Relazione consuntiva
L’amministrazione redige una relazione consuntiva pubblica per l’anno trascorso, indicando quali progetti troveranno
immediata attuazione, quali vengono posposti all’anno successivo e quali avanzano al livello degli indirizzi condivisi, motivando le scelte e gli eventuali casi di rifiuto.
Assemblea municipale (assemblea popolare)
La relazione viene presentata e discussa pubblicamente in
un’assemblea municipale, alla presenza del Consiglio Comunale della Giunta. Seguono la discussione e le modifiche al
regolamento, e poi la definizione delle priorità che slittano sul
piano degli indirizzi condivisi.
VISTO
- L’articolo 3 della Costituzione;
- L’articolo 8 del decreto legislativo 18 agosto del 2000, n. 267, Testo
unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali.
- il Dlgs 33/2013, art.1 comma 2- “La trasparenza concorre ad attuare il principio democratico e i principi costituzionali di eguaglianza, di
imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza
nell'utilizzo di risorse pubbliche, integrità e lealtà nel servizio alla nazione. Essa è condizione di garanzia delle libertà individuali e collettive,
nonché dei diritti civili, politici e sociali, integra il diritto ad una buona
amministrazione e concorre alla realizzazione di un amministrazione
aperta, al servizio del cittadino. La massima trasparenza consente inoltre ai Consiglieri Comunali un pieno e più agevole esercizio del loro
mandato;
EVIDENZIATO CHE:
Nel programma elettorale è espressione del sindaco adottare e
realizzare il Bilancio Sociale, uno strumento che avvicina a sua volta il
cittadino alle istituzioni permettendogli anche di contribuire al miglioramento delle attività. “La nostra amministrazione redigerà il bilancio
sociale per 'dar conto' alla cittadinanza del nostro modo di operare e
delle risposte offerte”.
TUTTO CIÒ PREMESSO
IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA SINDACO E GIUNTA A:
promuovere un regolamento, in tempi utili per il prossimo bilancio
di previsione 2015, ed intraprendere un'azione politico-amministrativa
reale e concreta atta a deliberare l'introduzione, in forma sperimentale,
dello strumento democratico del "Bilancio Partecipativo" nei modi sopra indicati o con le modalità che Codesto Esecutivo riterrà più opportuno adottare per una completa ed efficace realizzazione del progetto
di decentramento amministrativo oggetto della presente trattazione.
Partanna 11/03/2014
primo firmatario Giovanni Lo Piano Rametta
PARVA FAVILLA
Al Comune di Partanna trasparenza a fasi alterne
O arcani disegni della lingua italiana! Una volta il termine
“trasparenza” stava ad indicare soltanto la “proprietà di un corpo a lasciare trapassare la luce”,
come l’acqua limpida o un vaso di cristallo. Dalla fisica alla linguistica, poi, il passo fu breve, per cui “trasparenza”
significò anche estrema chiarezza, come nel caso della “trasparenza” di un testo. Per un trapassar figurato di significato, infine,
“trasparenza” divenne il “diritto del cittadino ad essere informato sui procedimenti amministrativi che lo riguardano”. E allora tutti giù, i politici, ad evocare la “trasparenza” per ingraziarsi le simpatie degli elettori. Volete che gli amministratori comunali di Partanna restassero indietro in
questa corsa? Basta aprire il sito “Comune di Partanna” per rendersi conto che, no, non sono stati da meno dei colleghi degli altri 7.999 comuni! E così la
parola “trasparenza” in tale sito compare ben 77 volte. Riscontrare per credere. Ora, quali sono i “procedimenti amministrativi” che più riguardano il cittadino
? Sì, non c’è dubbio, sono interessanti la “struttura organizzativa” e le “pubblicazioni matrimoniali”; così come gli “eventi”, gli “appuntamenti del giorno”, i “comunicati stampa”, la “Sagra della cipolla” e altre baggianate del genere che sanno molto di fumo negli occhi. Ciò che veramente conta per il cittadino, però, è il
resoconto dei lavori della Giunta e del Consiglio Comunale. E’ qui che il cittadino può conoscere le decisioni che riguardano la sua vita di contribuente o quella
di fruitore dei servizi che il Comune dovrebbe assicurare. Perchè è qui che può esercitare un “controllo” sull’operato dei rappresentanti che ha scelto con
il suo voto. Ma, cosa strana, proprio in questo campo da qualche tempo la “trasparenza” … si è offuscata. Provate a cliccare sulla voce “delibere”
del sito in questione. Invariabilmente riceverete come risposta una schermata con un vuoto di tre anni: il periodo che va dal settembre/
ottobre 2011 al febbraio 2014. Un dubbio tricorne mi assale: sono io a non saper maneggiare lo strumento infernale, è
lo strumento in questione ad oppormi resistenza o mi si vuol nascondere qualcosa?
7
QUINDICIMARZOO2014
Il Personaggio
Don Stefano Caronia martire della genuina idea di carità
Da “Gocce e segni indelebili della Chiesa di Mazara”di Don Pietro Pisciotta
quella parrocchia per un decennio. Nella nuova sede, il Caronia tenne alta
la fede del popolo riuscendo a superare beghe e pettegolezzi, frutto di
acredine anche da parte del clero locale che mal sopportava un arciprete
(Riduzione a cura di Nino Passalacqua)
non del luogo. Apostolo instancabile, organizzò una florida sezione del
Partito Popolare riuscendo a conseguire lusinghieri risultati e una prima
Cenni biografici
Nato a Partanna l’11 agosto 1876 da una famiglia di modeste condi- radiosa vittoria a livello provinciale.
zioni economiche, entrò ancora giovinetto nel Seminario Vescovile di
1920: anno della vittoria …
Mazara distinguendosi per amore allo studio e profonda responsabiliL’anno 1920 segnò due tappe della sua azione sociale che detertà. A ventiquattro anni, il 23 maggio 1900, fu ordinato presbitero per minarono il suo Tabor e il suo Calvario. In quell’anno, infatti, il Partito
la Chiesa di Mazara. Eletto nel 1913 arciprete di Gibellina, vi trovò la Popolare di Gibellina affrontò due competizioni elettorali: quella comorte il 27 novembre 1920 per mano assassina.
munale e quella provinciale. Con un programma di rinnovamento e di
lotta contro ogni sopruso conseguì la piena vittoria sulle forze liberalAttività sociale a Partanna
Ordinato sacerdote, nella sua Partanna il Caronia si rivelò subito un massoniche e socialiste. Nella diatriba pre-elettorale, sorta in quei giorvero pioniere nel progetto per organizzare il laicato cattolico, secondo le ni tra i partiti, l’arciprete Caronia divenne l’anima del Partito Popolare
direttive della Rerum Novarum e sensibilizzare i lavoratori nell’istituzio- alla luce del concetto a lui caro di “carità” quale amore, servizio, condine delle Casse Rurali e dei Circoli Cattolici. La Cassa Rurale di
visione e riscoperta della dignità della persona umana riuPartanna sorse in questo arco di tempo grazie all’impegno
scendo a risvegliare le coscienze e contribuendo a segnare
di don Stefano oltre che di don Giuseppe Nastasi e del dott.
una doppia strepitosa vittoria per il Partito di don Sturzo.
Luigi Parisi Asaro. Questa divenne floridissima e il Circolo
Le consultazioni elettorali del 12 settembre 1920, infatti,
Cattolico fu frequentato da molti giovani tanto da riuscire,
videro a livello provinciale l’elezione del prof. Liborio Sansuperando ostacoli d’ogni sorta, a pubblicare il periodico
tangelo e a livello comunale la conquista dell’amministra“La Bandiera Bianca”. Erano gli anni in cui imperversava l’anzione civica.
ticlericalismo massonico e veniva agitata la bandiera del
… ma anche anno del martirio
libero pensiero.
Duplice vittoria che risultò anche fatale per l’indomito arIl Movimento Cattolico
ciprete al quale ignoti prepararono presto la croce. Colpito
Nel 1907 il Circolo Cattolico e la Cassa Rurale si resero
da mano assassina, cadde vittima la sera del 27 novemprotagonisti di due episodi degni di nota. Nel maggio di
bre 1920, martire di un’Idea: avere affermato il Movimento
quell’anno, infatti, fu organizzato il primo riuscitissimo ConCattolico della Sicilia, espressione della religiosità e della
gresso diocesano che vide convogliati in Partanna tutti i
fede di un popolo. L’assassinio lasciò un vuoto profondo e
Circoli cattolici e i rappresentanti del Movimento cattolico
tanta costernazione. Il settimanale “Il Popolo”, organo del
della Diocesi, dove trovarono spazio tutte le sigle dei catto- Arciprete Stefano Caronia P.P.I. per la provincia di Trapani in data 1° dicembre esordì
lici organizzati; numerosa si dimostrò, in quella occasione,
con l’articolo “Ancora una vittima dell’idea e del dovere”.
la presenza del clero della diocesi e assai valida la parte“Con un senso di raccapriccio registriamo la tragedia della
cipazione di propagandisti arrivati anche da Palermo. Felice fu soprat- quale fu funestata Gibellina la sera del 27 u.s. Il nostro povero amico e
tutto il Caronia che, da assistente spirituale, si era adoperato con la sua compagno di fede, il valoroso organizzatore Arciprete Stefano Carobrillante eloquenza per la migliore riuscita della grande adunata. Non si nia, sull’imbrunire veniva assassinato in pieno Corso con tre colpi di
fece attendere la risposta della massoneria che inviò subito a Partanna rivoltella. Ebbe appena il tempo di trascinarsi nei vicini locali della Coun conferenziere bruniano per organizzare un anticongresso. Il Caronia operativa di Consumo, ove ricevette gli ultimi conforti religiosi, e dopo
ed il dott. Asaro mobilitarono i giovani del Circolo ed in breve tempo il pochi minuti spirò. Il pastore buono ed operoso, l’infaticabile Apostolo
popolo di Partanna, in modo agguerrito ed organizzato, dimostrò che è spento. Si volle in lui colpire l’araldo dell’idea, l’assertore delle forme
la Partanna cattolica non era assolutamente disposta ad ascoltare le in- più alte di essa, l’organizzatore abile e forte. L’arciprete Caronia fu esgiurie nefande e le bugie della setta massonica: la conferenza liberal- senzialmente un Parroco, e l’opera sociale svolta, non solo non diminuì
massonica si rivelò un disastro.
la sua sacerdotale attività, ma quel che è più in niente svalutò la mitezza e la bontà del suo carattere di Sacerdote di Cristo e di padre di tutArciprete di Gibellina
Come si è detto, nel 1913, il 6 luglio, don Stefano Caronia venne eletto ti”. Del rammarico generale si fece interprete in modo particolare don
arciprete di Gibellina, succedendo a don Giacomo Leone che aveva retto Luigi Sturzo, segretario e fondatore del P.P.I., con incisive espressioni
dettate in un telegramma.
Cultura popolare
I
bambini sono stati sempre il perno principale su cui giostra tutta la famiglia. Una volta tutti i lavori erano eseguiti manualmente, per questo era
necessaria una numerosa mano d’opera; per soddisfare questa necessità,
nelle famiglie la prole era sempre numerosa (tutta quella che mandava Dio).
Purtroppo la prole richiedeva cibo e panni fino all’età di poter lavorare. Per
questo motivo i bambini erano considerati quasi degli incomodi. Così la morte
di un bambino di qualche mese non recava ai genitori molto dolore, perché,
si diceva, era ancora un angelo, che andava direttamente in paradiso, ma era
anche una bocca da sfamare in meno perché ancora improduttivo. Quando invece erano già grandicelli e rappresentavano una forza lavorativa che aiutava
la famiglia a crescere, allora erano presi in maggiore considerazione ed amati
di più. Nell’educazione familiare i genitori lasciavano a desiderare: il padre lavorava, mentre la madre badava alla casa e alla numerosa prole; inoltre aiutava
il marito in certi lavori. A loro bastava insegnare l’ubbidienza cieca verso i genitori, il timore verso Dio e il rispetto dei proverbi antichi, “che non sbagliano
mai” (si diceva). Al resto pensavano i nonni. Infatti i proverbi dicevano: “Onura
sempri ed ascuta lu patri, chi a tia ti vonnu beni puru li petri” – “Timisci Diu e
rispetta li Santi, chi masinnò pi beru ti ni penti” – “Di l’anticu pigghiani sempri,
chi sapi assai e giuva a tutti tempi” – “Travagghia attentu, travagghia custanti
e cu la fami mai nun ci apparenti”.
Allora le banche erano poco conosciute dal popolo, anche perché i sudati risparmi servivano sempre per qualche imprevisto e non restava niente da mettere in banca; tuttavia ai bambini s’insegnava il risparmio, dando loro un “car-
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"Auguri e figghi masculi"
ruseddu” (salvadanaio di terracotta) dove poter conservare qualche soldino.
Nella vecchia civiltà maschilista non c’era posto per la donna, nemmeno
nell’ambito del lavoro. Pertanto, i genitori preferivano la nascita di un figlio
maschio. Così, in segno augurale si soleva dire: “auguri e figghi masculi”. Allora,
per una famiglia povera, la nascita di una femminuccia rappresentava un vero
castigo di Dio; infatti c’era una bocca in più da sfamare, una dote da preparare per il matrimonio e delle braccia in meno per il lavoro. Inoltre un padre
che aveva avuto solo figlie femmine, era disperato, perché con lui si sarebbe
estinto il suo cognome, portato con tanto orgoglio ed ereditato dai suoi avi.
Un antico proverbio diceva:- Cu bona reda voli fari, di figghia fimmina avi a
cuminciari, ma all’annu nun ci avi arrivari.
Cioè la nascita di una femmina, come primogenito, era un buon auspicio, purché questa morisse entro l’anno. Così, spesse volte succedeva che la nascita di una femminuccia provocava in famiglia dolori e piagnistei (una bocca
da sfamare in più, la dote da preparare, un’educazione severa seguita da una
stretta sorveglianza). Nata la femminuccia si incominciava a preparare la dote;
un proverbio a tal riguardo diceva: “la figghia 'nta la fascia e la doti ‘nta la cascia”. I più giovani non sanno che i neonati si fasciavano con una lunga fascia
di lino, lasciando solo la testa scoperta. Siccome a causa della denutrizione
ai bambini crescendo si arcuavano le gambe, “li cosci torti” o la schiena con
la formazione della gobba, c’era la credenza che con una stretta fasciatura si
risolvesse ogni cosa..
Vito Marino
P
e
di Vito Piazza
La
r
critica
C
redo che conoscano tutti una
persona che è partita da Partanna per andare a Milano. E ha
fatto bene: essendo un po’, come dire?,
“desueto”, forse solo un po’ bizzarro, rischiava di fare la fine dello scemo del villaggio, sotto
i dardi malevoli di quelli di
lu “pedi di pignu”. Credo
che molti sappiano come
la sindrome del paranoico sia per metà colpa della
“vittima” e per l’altra metà di gente che fa dell’intelligenza cognitiva “COMUNE” una discriminante. Aveva (ha) un nome che non corre: marcia. Al participio
presente. A chi gli chiedeva nei suoi ritorni al nostro
paesello dove abitasse, rispondeva: a Milano. E a chi,
insistente perché il sogno di ogni partannese che si
rispetti è quello di far “scippare” l’altro, domandava:
a Milano? In che via? E lui rispondeva incavolato: Ma
che via e via! Io abito in CORSO Lodi. Per via e via
non me ne stavo a Partanna! Ridete pure. Ma non
potrete dargli torto. I nomi delle nostre vie non
sono un modello di fantasia o di immaginazione.
Nella zona vicino alla Grazia abbiamo Via Napoli, via
Torino, via degli Abruzzi, via Genova. Domanda: si
crede che così i nostri ragazzi possano imparare la
geografia? Da maestro elementare dico no: i bambini si confonderanno perché loro per imparare lo fanno secondo un processo di genus et differentiam.
E Così Torino diventa capitale degli Abruzzi, e via
Napoli confina con via Palermo per la famosa legge
dell’apprendimento che parla di contiguità. Altro
esempio: via Mazzini che confluisce in via prima - ai
tempi del fascismo - via IMPERO del popolo e dopo
la liberazione si è tolto impero, ma sempre una via
fascista rimane. Il bravo Bano Pellicane ha tentato di
“riscoprire” le ragioni delle vie più belle. A lui l’invito
di continuare in queste ricerche che ci fanno scoprire non solo le radici, ma l’operosità dei partannesi
di una volta (via dei polverai, vicolo battumari, ecc.
Per non parlare delle vie del Camarro: pochi sanno
Agrigento
BURGIO - Burgio è sempre stato considerato luogo identificativo per eccellenza nella costruzione
delle campane di bronzo nel panorama nazionale
e soprattutto nel Meridione d’Italia. La città ha rappresentato, e continua ancora a farlo, l’immenso e
ricco patrimonio artigianale della cultura siciliana
che nella cittadina ha trovato la massima espressione nella sua fonderia, antica di ben cinque secoli.
Luigi Mulè Cascio, un giovane di 31 anni, burgitano,
laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo,
nella divisione scultura, nipote di Mario Virgadamo
che per circa un secolo ha mandato avanti l’omonima sua fonderia di campane esportate in tutte
le chiese del mondo, ha programmato la prossima
nascita a Burgio di un museo storico delle campane
all’interno del Palazzo Mandile, già Di Martino, oggi
di proprietà della famiglia Mulè Cascio, situato sul
centrale corso Vittorio Veneto e in corso di restauro
Burgio Le campane realizzate da Luigi Mulè Cascio
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QUINDICIMARZOO2014
le vie di Partanna
di abitare in via Pirandello, meno ancora sa chi
abita in vie sconosciute.
Alle vittime della mafia sono dedicati i “Larghi”
che sono stretti: nomi dati così per tacitare la
nostra coscienza antimafia che è tutta
da costruire. Ma ci sono luoghi che
oltre al danno hanno subito anche la beffa. Chi si ricorda della
Vanedda “cacata”? Era - nella povertà di allora - l’intrigo di vicoli
più belli del mondo. C’è nato
mons. Crociata che, se anche
non condivido le sue idee piuttosto retrive, è la dimostrazione di ciò che cantava Frabrizio De Andrè:
dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono
i fior”. Gli avvoltoi della ricostruzione per allargare il
proprio spazio hanno distrutto - di più, cancellato,
- quella via cacata che solo un genio come Dedalo
avrebbe potuto progettare e che solo un prepotente più cattivo di Attila avrebbe potuto distruggere.
Meglio i garage, i box, i sotterranei che le vacche, i
muli, le capre? De gustibus. Dormire fra i piedi delle
bestie - ALLORA - era l’unico modo per riscaldarsi.
Quel cortile lunghissimo, pieno di ramificazioni,
di strettoie dove un carretto avrebbe fatto fatica a
passare, pieno di case contigue che si sorreggevano l’un l’altra e che tra le stanze avevano le stalle - si
dormiva e ci si scaldava tra i piedi delle bestie - e
in quel cortile, fuori camminavano muli e asini che
portavano al lavoro, nei campi, nei feudi, i villani, gli
uomini che lavoravano da suli a suli. La chiamavano
“vanedda cacata” appunto per questo. Vista dall’alto
sembrava una teoria di tegole - i “canali” d’altri tempi - che procedeva come un irregolare formicaio. E
si lasciò che gli avvoltoi si facessero da sé il proprio
piano regolatore e la propria casa, il privato a spese del pubblico, come sempre a Partanna. Le case
contigue furono trasferite al Camarro, la zona piena
d’acqua dove tutti i profughi e i deportati potevano
trasformarsi in rabdomanti. Scelte di quel’Amministrazione che aveva in odio tutto ciò che è ricordo,
memoria, rispetto, lealtà, bellezza. Qualche baciapile che ha permesso (favorito?) la distruzione della
magia dei cortili, nascondendola in cretti di cemento, l’infanzia di chi è stato costretto ad andar via, la
disperazione muta di chi ritorna e trova la sua casa
fagocitata dai politici Commettevano un solo peccato i responsabili, il più grave, il più partannese dei
peccati: il peccato di omissione, visto che il peccato
di concorso in associazione mafiosa non era ancora
previsto. Forse anche il Padreterno amava i cortili di
Nakona - i più belli d’Europa come venivano definiti in libri di geografia non sospetti - che questo o
quell’Assessore, che questo o quell'ingegnere avevano fatto distruggere, malgrado anche Dio riposava il suo sguardo sulla “vanedda cacata.” E la vanedda cacata come era ombrosa e fresca d’estate,
doveva averla progettata - come ricordato - Dedalo in persona. E se qualcuno allora che avesse
voluto distruggerla, avrebbe dovuto possedere
lo stesso genio, la stessa capacità di creare una
bellezza senza tempo capace di creare un tempo pietrificato e vivo. Non si capì (non si capisce?) che le “cose” non solo hanno la vita che noi
gli diamo, ma hanno una vita propria, non sono
“oggetti”, ma visioni, ricordi, mille fatti, mille vite:
viuzza dentro viuzza che portava ad altra via
ad altro sentiero, dove potevi perderti per gioco dentro vie così strette che mai nessun'auto
avrebbe potuto profanare: e quel sole a spicchi
ci giocava di giorno un po’ a mosca cieca, un po’
a nascondino. Era una casa la vanedda lunga, interminabile, capricciosa, tortuosa, e le case che
conteneva, contenevano tutto all’affaccio, dove
l’intimità rompeva gli argini per mostrarsi fuori.
Mostrava il viso, la vanedda e anche il suo dorso. Ora la vanedda cacata è un ricordo, è orfana,
con un nome da trovatello: vicolo caprera.
Res ipsa loquitur. No. Non parlerà più a nessuno la vanedda. Il suo posto è stato occupato
da ignobili bellezze inflazionate di cemento. E
dentro quel cemento sepolta col calcestruzzo
la bellezza è morta. Saltino fuori i responsabili:
dedicheremo loro una via. La via della merda. La
via dei merdosi. Seguono nomi e cognomi.
Il museo delle campane di bronzo
conservativo. Al suo interno può trovare posto l’immenso patrimonio campanario di antichi luoghi di
culto o di famiglie depositarie dell’identità culturale religiosa e artigianale della Sicilia. Al progetto di
massima sta lavorando da qualche mese Luigi Mulè
Cascio, che è sostenuto da tutta la famiglia e che si
avvarrà anche della collaborazione dell’amministrazione comunale a cui sta a cuore che cittadina possa
inaugurare al più presto e rendere fruibile il quarto museo del piccolo centro agricolo e artigianale.
“Quello dei maestri campanari è stato ed è un lavoro che è soprattutto arte – ci dice Luigi Mulè Cascio
davanti alla monumentalità del palazzo Mandile
che ha al suo interno un caratteristico cortile e una
chiesetta sconsacrata – dal disegno su carta sino alla
preparazione e fusione del bronzo, compresa la rifinitura di elementi decorativi, è la storia degli uomini
che cercano di ottenere dalla campana la maggiore
purezza e dolcezza del suono. La nostra è una tradizione campanara che si tramanda di generazione in
generazione fin dal XVI secolo. Vogliamo realizzare
un museo interattivo, didattico, di interesse scientifico e culturale per offrirlo alla fruizione pubblica”.
Il progetto è stato sposato in pieno dall’amministrazione comunale che, con il sindaco Vito Ferrantelli,
sta collaborando attivamente al’iniziativa che offre
decoro a Burgio e apre prospettive economiche e
turistiche, ma soprattutto dovrebbe essere sponsorizzato dall’assessorato regionale ai Beni Culturali
e della Pubblica Istruzione che, con un proprio in-
Burgio Le campane di bronzo nell'istituendo museo
tervento, potrebbe permettere la nascita dell’unico
museo di campane di bronzo di tutto il Meridione
d’Italia.
I fortunati turisti, che numerosi oggi arrivano a Burgio per visitare gli altri tre musei, nati nell’ultimo decennio e diventati subito location di attrazione turistica e culturale, avranno la possibilità di apprezzare
la storia evolutiva e cronologia delle campane, tramite appropriate tavole didattiche con la rappresentazione di una fonderia simulata delle campane, con
la camera del suono per ascoltare le varie melodie
e con la possibilità di potere visitare l’antica fonderia, ancora in uso e posta all’ingresso della cittadina,
sul fianco destro del torrente Garella. L’istituendo
museo si inquadra nel piano di sviluppo per la salvaguardia, valorizzazione e gestione dei tanti beni
monumentali, storico e artistici di cui la cittadina è
ricca.
Enzo Minio
Le nostre ricette
QUINDICIMARZOO2014
SETTEPANI
a cura di Giovanna Bondì
Musica
Ingredienti: 200 gr di farina di grano duro, 150 gr di farina manitoba, 200 ml di acqua, 3
cucchiai di olio d'oliva, 20 gr di lievito di birra, sale, 100 gr
di prosciutto cotto a dadini, 100 gr di emmental a pezzetti,
semi di papavero.
D
isponete la farina a fontana su di una spianatoia
e formate un buco al centro, aggiungete l'olio e
il sale. Sciogliete a parte in una ciotolina il lievito
con un po' di acqua tiepida e versatelo nel centro della
farina. Impastate e lasciate lievitare il composto per un'ora e mezzo. Formate 7 palline e disponete al centro di ciascuna di esse alcuni dadini di prosciutto ed emmenthal.
In una teglia rotonda disponete una al centro e le altre
intorno, spennellate con olio d'oliva e aggiungete i semi di papavero. Lasciate lievitare
ancora una volta per un'ora. Tenete per 25 minuti in forno a 220°.
a cura di Ina Venezia
CASSATELLE
Ingredienti per la pasta:
1 Kg di farina rimacinata di grano duro, 200 g di strutto, 100 g
di zucchero, 1 bustina di vanillina, 2 uova, vino bianco tiepido
q.b., olio per friggere.
Ingredienti per la farcia:
1, 5 kg di ricotta, 400 g di zucchero, 80 g di cioccolato fondente tagliato a piccoli quadretti o a gocce, scorza di limone grattugiata.
P
assate al setaccio la ricotta e unitevi gli altri ingredienti
della farcia. Fate la sabbiatura con la farina e lo strutto,
strofinando fra i palmi. Formate una conca centrale e
amalgamate le uova con lo zucchero e la vanillina, aggiungete il vino poco alla volta fino ad ottenere un impasto compatto (non morbido). Preparate la sfoglia, distribuitevi il ripieno di ricotta a mucchietti, ritagliate
le cascatelle con il tagliapasta. Sigillate il bordo con i rebbi della forchetta. Friggete e spolverate con zucchero. Le cassatelle possono essere anche congelate e fritte al bisogno.
Film - Le nostre recensioni
Sotto una buona stella
Sotto una buona stella di Carlo Verdone, con Carlo Verdone, Paola Cortellesi, Tea Falco,
Lorenzo Richelmy, Eleonora Sergio; Italia 2014; colore; durata 106’. Commedia.
opo aver recitato ne La grande bellezza, fresco fresco di Oscar come miglior film straniero,
Carlo Verdone, dal 13 febbraio, è ritornato al cinema, con una pellicola tutta sua: Sotto
una buona stella. Ha scritto, diretto e interpretato la storia di Federico Picchioni, ingenuo
uomo d’affari divorziato, che vive stretto al guinzaglio della giovane compagna Gemma (Eleonora
Sergio). Tutto sembra andare bene fin quando perde il lavoro e la ex moglie muore all’improvviso,
ritrovandosi sotto lo stesso tetto con due figli ventenni, una nipotina di tre
anni e una fidanzata infastidita dalla sue scelte. Federico, adesso, è costretto
a fare il padre e il nonno, senza un lavoro e attanagliato dall’incomunicabilità
cronica dei figli, arrabbiati per i suoi anni di assenza. Per di più, Gemma, stanca
della situazione, lo lascia e va via di casa. La buona stella di Federico riprende
a brillare quando conosce Luisa Tombolini (Paola Cortellesi), la nuova vicina di
casa. Grazie ad un finto accento romeno e ad una virile capacità nel riparare
qualsiasi marchingegno, Luisa, conquisterà il cuore di tutti i Picchioni. «A papà
ce voleva una così!» «E secondo te, una così, se prendeva uno come papà?»
Già, ad una come Luisa piacerà un inguaribile nevrotico come Federico? Carlo
Verdone si serve del genere della commedia per mettere in scena, fra amarezza
e ironia, i problemi reali della società italiana. C’è chi perde il lavoro a
La locandina del film
causa del capo truffaldino; c’è un dilagante licenziamento di personale dovuto
alla crisi economica; ci sono figli tristemente consapevoli del fatto che «l’Italia non è un paese per
giovani». La storia di Federico è un po’ la storia di tutti, alla quale fa da sfondo una Roma ispiratrice
di sogni ma incapace di realizzarli.
Elenia Teri
D
Antichi Proverbi belicini
Discovery Parade
a cura di Salvo Li Vigni e Pinob
01 AVICII - Hey Brother
02 STROMAE – Tous les memes
03 U2 - Invisible
04 PHARREL WILLIAMS - Happy
05 MODA’ – La sua bellezza
06 SAULE & CHARLIE WINSTON – Dusty men
07 FRANCESCO RENGA – Vivendo adesso
08 LIGABUE – Per sempre
09 GEORGE EZRA - Budapest
10 CLEAN BANDIT – Rather be
Deejay Club
Chart
a cura di Alemix Dj
01 - KLINGANDE - Jubel
02 - PITBULL feat KESHA – Timber
03 - AVICII – Hey brother
04 - FAUL WAD AD vs PNAU - Changes
05 - MARTIN GARRIX - Wizard
06 - FLY PROJECT - Toca Toca
07 - AFROJACK – The spark
a cura del dr. Francesco La Rocca
La liggi è uguali pi tutti, ma cu avi dinari si nni futti.
La Legge è uguale per tutti, ma chi ha soldi se ne frega
Il proverbio esprime l'antica poca fiducia nella giustizia - sulla carta uguale per tutti - quando l'imputato è una persona
ricca in condizioni di pagarsi un buon avvocato e non solo....
12
Le 10 canzoni più programmate
dal 13 febbraio al 12 marzo 2014
08 - STORM QUEEN – Look right thorugh
09 - EELKE KLEIJN – Ein tag am strand
10 - ZEED – Stay the night
QUINDICIMARZO2014
Giochi e svago
Qualche passatempo tra una lettura e l’altra
(Lucio Bencivinni)
ORIZZONTALI: 1. Squadra di calcio di Bergamo - 8. Lesto, sollecito - 13. Sud Est - 15. Ingordo, insaziabile - 16. Serpente velenoso - 18.
Capitale dell’Arabia Saudita - 20. Risultati - 21. Gioco da tavolo che si svolge utilizzando una serie di tessere - 22. Svincolo stradale - 23. Organo olfattivo - 24. Struttura in muratura
che costituisce l’appoggio di arcate - 25.
La parte del teatro in cui recitano gli attori - 26. Preposizione semplice - 27. Spinte
date al pedale della bicicletta - 29. Gruppo
ristretto di persone che si distinguono per
prestigio - 31. Internet Explorer - 32. Asta
da lancio simile al giavellotto - 33. Tragedia
di Shakespeare - 35. Titolo nobiliare - 38.
Fiume dell’Europa centrale - 39. Dote senza pari - 40. Una delle quattro cavità dello
stomaco dei ruminanti - 42. Attività industriale che ha per oggetto la pubblicazione
di libri - 45. Faraone del Basso Egitto - 46. Il
segno che rimane in un tessuto quando si
smacchia - 47. Vescovo e teologo dell’antica Roma - 48. Combinazione di due o più
elementi di cui almeno uno è un metallo
- 49. Piccole cavità gassose che si formano
nei liquidi per ebollizione - 50. Tipo di pena
che comporta l’allontanamento temporaneo o permanente dalla patria - 51. Recipiente per miscelare bevande - 52. Autori
di imprese memorabili - 53. È considerato
il fondatore di Chioggia - 54. Solennità nel
parlare - 55. Siena - 56. Costellazione della
sfera celeste - 57. Celato, latente.
VERTICALI: 1. Uno dei sette colli su cui venne fondata Roma - 2. Tagliare la lana alle pecore - 3. Nome d’arte di Rosalba Pippa - 4. Segmento
che unisce due vertici consecutivi di un poligono - 5. Si innamorò della ninfa Galatea - 6. Simbolo chimico del neon - 7. Comune in provincia di Siracusa - 8. Foro della botte in cui si inserisce la cannella per spillare - 9. Regione italiana - 10. Figura della mitologia greca - 11. Nota
musicale - 12. Il nome della cantante Vanoni - 13. Fu Presidente dell’Egitto negli anni ‘70 - 14. Antico nome della città di Tokyo - 17. Comune
emiliano sede di un famoso autodromo - 19. Il mare che bagna Catania - 21. Regina fenicia fondatrice di Cartagine - 22. Nato a Caltagirone fu
Presidente del Consiglio dei ministri italiano negli anni ‘50 - 24. Unità monetaria di diversi paesi dell’America latina - 27. Osso della gamba 28. Immateriale, impalpabile - 30. Foce di fiume a forma di imbuto - 32. Viene usato come carburante nei motori diesel - 34. Elemento chimico
di simbolo He - 35. Movimento del corpo a tempo di musica - 36. Inventò il fonografo - 37. Fusti delle piante erbacee - 39. Giornale periodico
che pubblica una selezione di articoli già apparsi su altre pubblicazioni - 41. Popolo polinesiano - 43. Membrana pigmentata dell’occhio - 44.
Cipolla in inglese - 45. Stato degli U.S.A. - 48. Uno dei metodi utilizzati per la gestione delle scorte di magazzino - 49. Benessere Equo e Sostenibile - 50. È stato un gruppo rock britannico - 51. Mobile Network Code - 53. Carta d’Identità - 54. Iniziali dello scrittore Siciliano.
L'artista del mese
STROMAE – Tous les mêmes
di Salvo Li Vigni
I
l tormentone radiofonico del momento? “Tous les mêmes”, l’ultimo
singolo di Stromae (all’anagrafe
Paul Van Haver), l’originale cantautore
belga di origini ruandesi. In Italia si era
già fatto conoscere per “Alors on danse” già nel 2010, estratto dall’album
Cheese, un disco contaminato da diversi generi quali la chanson française,
l’hip hop, la house music, l’electrodance, le percussioni africane e la melodia
classica. Tre anni dopo, ha pubblicato
il suo secondo album Racine Carrée,
confermando tutte le qualità già intraviste nel disco d’esordio e ottenendo
un exploit commerciale assolutamente imprevedibile: trascinato dai primi
due singoli Papaoutai e Formidable,
l’album ha infatti venduto quasi
due milioni di copie piazzandosi
nella top-30 mondiale del 2013,
un risultato eccezionale per un
prodotto discografico distribuito
e pubblicizzato prevalentemente
nei soli paesi francofoni.
Tous Les Mêmes (Tutti uguali) è
il terzo singolo estratto da “Racine
Carrée” ed è un brano dal significato controverso, dove l’artista
belga sembra divertirsi a mostrare i vari comportamenti degli
uomini ma soprattutto delle donne. La canzone è accompagnata
da un video che in soli due mesi
è stato visto su Youtube circa 20
milioni di volte.
13
Salute
QUINDICIMARZOO2014
Caso Avastin®- Lucentis®: efficacia dei farmaci contro risvolti economici
L
o scandalo sanitario di questo mese è puntualmente arrivato e certamente noi non esitiamo a dire la nostra, più che
altro per fare un po’ di chiarezza in una giungla in cui, non
per la prima volta, spesso suscitano più dubbi gli intervistatori che
gli intervistati. Ho tristemente notato infatti che i giornalisti che
rivolgevano domande ora ai medici, ora al garante dell’Antitrust,
ora all’Agenzia nazionale del Farmaco, in molti casi non sono riusciti a cogliere il tema del discorso, generando disinformazione e
soprattutto qualunquismo. Un esempio? Si è detto che a rimetterci
è come al solito il povero anziano, malato di maculopatia, che non
ha accesso alle cure e che ha dovuto curarsi pagando una fiala di
farmaco poco meno di mille euro. Una domanda: ma da quando in
qua è il paziente a pagarsi le cure in Italia per una patologia grave
e debilitante? Improbabile e fuorviante, visto che il nostro SSN dà
accesso a qualsiasi tipo di cura regolarmente in commercio. Provo
a spiegare brevemente la questione: la maculopatia senile è una
patologia della retina che colpisce prevalentemente la popolazione con età media superiore ai 60, caratterizzata da una progressiva
perdita della visione al centro del campo visivo (immaginate quanto possa essere odiosa
ed invalidante!), causata da una eccessiva formazione di nuovi vasi sanguigni nella retina.
Fino a qualche anno fa era praticamente incurabile, ed il paziente che vi andava incontro
era destinato ad avere un “buco” centrale nel
proprio campo visivo che si andava progressivamente allargando fino alla cecità. Un paio di anni fa l’azienda
farmaceutica Novartis ha immesso in commercio nel mondo occidentale il farmaco Lucentis® che con un meccanismo d’azione
rivoluzionario andava a contrastare il progredire della patologia
inibendo l’eccessiva vascolarizzazione della retina. Contemporaneamente ed in maniera indipendente dalle patologie oculari, è già in
commercio da circa un decennio un farmaco della Roche contro alcuni tipi di tumori, Avastin®, che agisce con un meccanismo d’azione molto simile al primo appena descritto, ossia l’inibizione della
formazione di nuovi vasi sanguigni che in pratica è un ottimo modo
per inibire lo sviluppo di alcuni tumori, che nella loro crescita spropositata hanno bisogno della formazione di nuovi vasi sanguigni
(neovascolarizzazione) per riuscire a portare ossigeno alla nuova
massa cellulare in via di formazione (tumore). Dunque l’ Avastin® è
un antitumorale in quanto interrompendo la neovascolarizzazione
inibisce la crescita tumorale. È chiaro a tutti adesso cosa abbiano in
comune questi due farmaci, non hanno però in comune l’indicazione terapeutica. Dopo l’uscita in commercio di Lucentis, notando un
meccanismo d’azione pressochè identico (pur trattandosi di princivi
attivi completamente diversi tra loro, altro errore che spesso è stato
fatto dai giornalisti che parlavano di prodotti identici) alcuni oculisti hanno prodotto studi clinici che mettevano a confronto questi
due farmaci nella cura della maculopatia, notando dei risultati sovrapponibili: entrambi i farmaci si è infatti visto, erano egualmente
efficaci. Da lì in poi è nato un incredibile imbarazzo da parte di tutti:
dell’AIFA perché andava incontro a continue richieste di autorizzazioni off-label (al di fuori delle proprie indicazioni terapeutiche) da
parte degli oculisti per Avastin, non avendo però sufficienti dati sulla sicurezza di utilizzo per la maculopatia senile (cavallo di battaglia
degli avvocati delle multinazionali), delle due case farmaceutiche,
soprattutto di Novartis perché in tal modo non avrebbe potuto più
vendere il suo Lucentis per la maculopatia
andando a perdere il milioni di euro per la
ricerca, del paziente che in alcune regioni
veniva trattato da serie A usufruendo del
Lucentis indicato per la sua patologia ed
in altre regioni, quelle più povere, da serie B essendo curato con Avastin che era
sì efficace, ma non veniva usato in sicurezza ossia seguendo il proprio foglietto
illustrativo. Cosa è nato da tutto ciò? AIFA
nella persona del suo direttore generale dr.
Pani ad un certo punto non ha più autorizzato l’utilizzo off-label
di Avastin (perché? Evidentemente è stato “convinto” da Novartis
che vedeva perdere fatturato non vendendo più Lucentis), ciò ha
portato alla rivolta degli oculisti che ormai utilizzavano abitualmente Avastin per la maculopatia essendo molto soddisfatti della sua
efficacia incontrovertibile, che hanno sporto denuncia all’Antitrust.
Il resto è storia d’oggi, sappiamo tutti come sia finita: multa salatissima alle due case farmaceutiche che comunque avranno ottime motivazioni per difendersi nell’annunciato ricorso al TAR. Tra le
tante possono chiedere perché autorizzare l’utilizzo di un farmaco
off-label per una patologia se esiste già la cura per quella patologia.
L’unico passaggio oscuro è semmai perché l’Aifa sotto un direttore
generale (dr. Guido Rasi) autorizzava l’utilizzo off-label, sotto il suo
successore (dr. Pani) ha tolto l’autorizzazione?
Fabrizio Barone
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Psicologia
La Violenza Psicologica: Il Gaslinghting
e pagine di cronaca sono ormai ricche di episodi di violenza perpetrati nei confronti di
ogni tipologia di vittima; tuttavia esiste una
forma di violenza che a tutt’oggi rimane in gran
parte taciuta, ovvero quella psicologica. Tale forma
di violenza, pur risultando difficilmente riconoscibile rispetto alle altre, è una delle più pesanti, giacché subdola e talvolta impercettibile, ed è causa
di danni gravi e talvolta incurabili. Nel 2001 viene
definita da Kolb come “violenza che sminuisce ed
umilia attraverso continue manipolazioni verbali,
attuandosi in modo incostante ed imprevedibile,
con il risultato di tenere la vittima sempre sul chi
vive, insicura ed in stato di continua soggezione”. Si
può quindi definire la violenza psicologica come un
insieme di strategie lesive della libertà e dell’identità personale dell’altro, con una conseguente insicurezza, paura e svalutazione di sé da parte della vittima. Tutte le molteplici manifestazioni che essa può
avere si riconducono ad un unico nucleo centrale
ovvero ad una distorsione ed un irrigidimento nel
processo comunicativo all’interno di un rapporto
di qualsivoglia genere, causando un vero e proprio
“omicidio psicologico” poiché mettono in atto un
vero e proprio terrorismo psichico ed un annientamento dell’altra persona. L’aggressore inoltre raggiunge più facilmente il proprio obbiettivo grazie
al tentativo di isolamento della vittima: costringendola in casa senza telefono o mezzi di locomozione,
controllandone le scelte individuali e le relazioni
sociali, sottraendole i documenti d’identità, aprendole la posta. Un esempio di tale forma di violenza,
specialmente all’interno della coppia, è dato dal gaslighting, crudele ed infida manipolazione mentale
dove l’aggressore presenta alla vittima false informazioni, nega atti di violenza che in realtà sono accaduti e mette in scena eventi bizzarri con l’intento
di disorientare la vittima stessa. Tale termine deriva
dal film “ Gaslight “ del 1944 del regista americano
Cukor, che narra la vita matrimoniale tra un uomo
affascinante ed una bellissima donna che viene costretta dal marito a vivere nella vecchia casa di lei
ove, con una diabolica strategia psicologica, altera
le luci delle lampade a gas della dimora portando
la donna alla pazzia. Si tratta quindi di un crudele
comportamento manipolatore messo in atto da un
soggetto abusante in modo da portare la vittima a
dubitare di se stessa e della propria percezione della realtà, cominciando a sentirsi confusa e temendo
di impazzire. Esempi di cattiveria: “Sei obesa!”, “Scusatela, mia moglie è manchevole!”, “Sbagli sempre
tutto!, Ma come non ti ricordi! Me l’hai detto proprio tu!”, “Non me l’hai mai detto! Te lo sarai immaginato!”, “Le tue amiche sono banali, proprio come
te!”, “Se ti lascio rimarrai abbandonata per tutta la
vita!”, “Tu sei una nullità!”.
Messaggi dunque di svalutazione, ingiunzioni che
feriscono emotivamente e l’anima, ancor di più se
pronunciati alla presenza di altre persone come
fosse una pubblica umiliazione. Il gaslighter sa
come ferire e prova godimento dagli effetti del suo
comportamento.
La vittima attraversa tre fasi fondamentali:
1) Incredulità: la vittima non crede a quello che sta
accadendo né a ciò che vorrebbe farle credere il
suo “carnefice”.
2) Difesa: la vittima inizia a difendersi con rabbia e
a sostenere la sua posizione di persona sana e ben
“piantata” nella realtà oggettiva.
3) Depressione: la vittima si convince che il manipolatore ha ragione, getta le armi, si rassegna,
diventa insicura ed estremamente vulnerabile e
dipendente.
Esistono tre categorie fondamentali di manipolatore:
1) il bravo ragazzo che sembra avere a cuore solo
il bene della vittima ma in realtà antepone ad ogni
altra cosa i propri bisogni,
2) l’adulatore che attua la manipolazione in manie-
ra strategica lusingando la vittima,
3) l’intimidatore che utilizza il rimprovero continuo,
il sarcasmo, l’aggressività diretta.
Lo scopo del comportamento di gaslighting, comune alle tre categorie di manipolatori, è ridurre
la vittima a un totale livello di dipendenza fisica
e psicologica, annullare la sua capacità di scelta e
responsabilità. Si tratta di una grave forma di perversione relazionale che rende le vittime talmente
assuefatte e dipendenti da essere nella maggior
parte dei casi inconsapevoli rispetto a ciò che sta
loro accadendo. La violenza si cronicizza non appena la vittima entra nella fase depressiva, quella
in cui si convince della ragione e anche della bontà del manipolatore (che si prende cura di lei, la
capisce, la sostiene) che è spesso addirittura idealizzato. Ecco che si crea così il paradosso, in cui
la vittima idealizza il proprio carnefice. Proprio per
quanto detto finora è difficile che chi è vittima del
gaslighter si renda conto della situazione perversa
in cui vive e chieda aiuto, cosa ancor più vera se si
pensa che essa diventa così dipendente da isolarsi
anche a livello sociale per la paura di essere inadeguata o giudicata pazza. Più spesso la richiesta
di aiuto o la capacità di far “aprire gli occhi” alla
vittima arriva da chi le sta intorno, altri familiari,
amici o colleghi. È allora che può e deve iniziare
il percorso di ricostruzione della propria identità,
della fiducia e del senso di sé che porti la donna
a liberarsi da una relazione perversa e dolorosa.
Le donne vittime di violenza psicologica, devono
imparare a riconoscere che la parte più difficile
del viaggio è uscire dalla porta e trovare il coraggio per farlo ammettendo a se stesse che “non c’è
peggior solitudine che quello di essere annientate
nell’anima e che non è Amore e soprattutto smetterla di sentirsi colpevoli”.
Marilena Pipitone
Le farmacie di turno dal 15 marzo al 6 aprile 2014
Partanna
Santa Ninfa
Castelvetrano
Campobello
di Mazara
Salemi
Vita
Gibellina
Salaparuta
Poggioreale
Mazara del
Vallo
15 marzo
Ciulla R.
Barbiera e Conf.
Papa
Pace
Aleci S.
Pandolfo
Cusumano
Siragusa
Misuraca
16 marzo
Ciulla R.
Barbiera e Conf.
Rizzuto
Pace
Aleci S.
Pandolfo
Cusumano
Siragusa
Montalbano
22 marzo
Ciulla N.
Dallo
Rizzuto
Tummarello
Mangogna/Aleci V.
Caputo
Gerardi
Di Giovanni
Montalbano
23 marzo
Ciulla N.
Dallo
Spinelli
Tummarello
Mangogna/Aleci V.
Caputo
Gerardi
Di Giovanni
Pandolfo
29 marzo
Rotolo
Barbiera e Conf.
Spinelli
Parisi
Rubino
Pandolfo
Cusumano
Siragusa
Pandolfo
30 marzo
Rotolo
Barbiera e Conf.
Cardella
Parisi
Rubino
Pandolfo
Cusumano
Siragusa
Spanò
5 aprile
Galante
Dallo
Cardella
Pace
Spina
Caputo
Gerardi
Di Giovanni
Spanò
6 aprile
Galante
Dallo
Di Prima
Pace
Spina
Caputo
Gerardi
Di Giovanni
Accardi
15
ENERGIA NATURALE e PULITA
per RISPARMIO e TUTELA AMBIENTALE
LAMPIONE FOTOVOLTAICO
PER PUBBLICA ILLUMINAZIONE
SEGNALETICA STRADALE
LUMINOSA A LED
LAMPIONI FOTOVOLTAICI - SEGNALETICA STRADALE LUMINOSA A LED - STAZIONI DI ENERGIA SOLARE
Sede legale: Via M. De Sabato - Stabilimento ed uffici: Contrada Strasatto S.S. 115 Km 76+450 91022 Castelvetrano (TP)
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