La Nostra Voce - Settembre 2014 mensile di cultura e informazione cristiana SETTEMBRE 2014 Mons. Maurizio Malvestiti nominato nuovo Vescovo della nostra Diocesi PARROCCHIE S. FRANCESCA CABRINI - CODOGNO ASSUNZIONE B.V. MARIA - TRIULZA Xxxxxxxxxxxxxx 00 La Nostra Voce - Settembre 2014 LA NOSTRA VOCE mensile di cultura e informazione cristiana Direttore responsabile: Don Giorgio CROCE ANNO 32 - N° 1 - SETTEMBRE 2014 registrato presso il Tribunale di Lodi in data 03/11/86 al N° 189 Pubblicato il 1-09-2014 - Tiratura copie N° 400 Sede redazione e stampa: PARROCCHIA SANTA FRANCESCA CABRINI Viale Papa Giovanni XXIII n° 1 - 26845 CODOGNO (LO) Sito web: www.cabrinitriulza.it Posta elettronica: [email protected] Sito web della Parrocchia S. Francesca Cabrini di Houston (Texas, USA): sfchoutx.org Nuovo Vescovo 1 La Nostra Voce - Settembre 2014 Mons. Maurizio Malvestiti nuovo Vescovo della Diocesi di Lodi IL PRIMO MESSAGGIO AI FEDELI Cari Lodigiani, affido con gratitudine al vescovo Giuseppe il mio primo saluto per ciascuno di voi. È molto cordiale e sgorga dalla intensa preghiera che ha scandito costantemente il mio ricordo per la Chiesa di Lodi dal giorno in cui Papa Francesco mi ha scelto come vostro vescovo. Sento di amarla dal profondo del cuore. Vorrei tanto contribuire a servire la sua fede, dalla quale scaturisce la gioia cristiana, che è sicuro sostegno nelle innumerevoli fatiche della storia. Il Signore Crocifisso e Risorto mi pone quale nuovo pastore in un solco ecclesiale antico e tuttora molto promettente. Sia Lui - e solo Lui - a condurre i nostri passi. Li renda partecipi del tempo che condividiamo con l’intera umanità, delle attese e possibilità, come delle sue immense problematiche, ma soprattutto li renda attenti alla venuta del suo regno eterno, che è portatore di giustizia, di amore e di pace. Chiedo la preghiera comune per il nuovo vescovo. È l’ultimo arrivato ed assume per volontà di Dio la prima responsabilità, quella dei successori degli apostoli di Cristo, affinché il vangelo cresca in mezzo a noi e si consolidi sempre di più la Chiesa, quale famiglia universale dei figli di Dio. Se la Chiesa prega, il Padre è sollecito nel donare in abbondanza lo Spirito del suo Figlio Gesù e il vescovo potrà essere dedito alla missione e pienamente solidale con tutte le sofferenze, confermando ovunque la speranza. Estendo il mio saluto alla comunità civile e a tutti assicuro il desiderio di incontrarvi per conoscervi e rendervi partecipi dei doni ricevuti dal Signore, in particolare nel servizio alle amate e tanto provate Chiese Orientali. Tutti ringrazio fin da ora per la bontà e la pazienza che vorrete riservarmi. Ho incontrato il Santo Padre domenica 24 agosto nella Basilica di San Pietro. Ero con il vescovo di Bergamo che aveva guidato il pellegrinaggio dei giovani venuti da Assisi a Roma per “vedere Pietro”. Il Papa mi ha incoraggiato in modo tanto paterno, consegnandomi la Benedizione Apostolica per la Chiesa di Lodi. Siamo, perciò, in buona compagnia! La Santissima Madre di Dio e San Bassiano, con tutti i nostri Santi e Beati, intercedano per noi e il Signore ci conceda di rendere grazie sempre per vivere “a lode della sua gloria”. 27 agosto 2014 + MAURIZIO, vescovo eletto di Lodi Nuovo Vescovo 2 La Nostra Voce - Settembre 2014 Profilo biografico essenziale di Mons. Maurizio Malvestiti S. E. Rev. Mons. Maurizio Malvestiti è nato a Marne, in Diocesi di Bergamo, il 25 agosto del 1953. Dopo gli studi ecclesiastici nel Seminario Vescovile di Bergamo, affiliato alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, è stato ordinato presbitero l’l 1 giugno 1977. Ha poi frequentato corsi di Lingua e Letteratura straniera all’Università degli Studi di Bergamo ed ha conseguito la Licenza in Sacra Teologia a Roma. Ha svolto i seguenti incarichi: vicario parrocchiale a Pedrengo; dal 1978 al 1994 educatore, insegnante e vicerettore delle Medie del Seminario di Bergamo, coadiutore festivo nella Parrocchia di Suisio, vicerettore della Comunità del Liceo del Seminario, studente a Roma. Dal 1994 al 2009 officiale e poi capo-ufficio nella Congregazione per le Chiese Orientali col compito di segretario particolare dei tre Cardinali Prefetti che si sono succeduti alla sua guida. Dal 2009 Sotto-Segretario della medesima Congregazione, Responsabile dell’ufficio Studi e Formazione, Membro delle Commissioni Bilaterali tra la Santa Sede e gli Stati di Israele e Palestina, Docente nel Pontificio Istituto Orientale e Rettore della Chiesa di San Biagio degli Armeni in Roma. Nel 1996 è stato nominato Cappellano di Sua Santità e Prelato d’Onore il 26 agosto 2006. Conosce l’inglese e il francese. Il giorno 26 agosto 2014, solennità di Sant’Alessandro martire, Patrono della Città e della Diocesi di Bergamo, è stata resa nota la sua nomina a Vescovo di Lodi in Cattedrale al termine della Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo e a Roma nella sede della Congregazione per le Chiese Orientali dal Prefetto, S. Em.za il Cardinale Leonardo Sandri, alla presenza del Vescovo eletto. Nei prossimi giorni saranno date le indicazioni riguardanti la sacra Ordinazione episcopale e il solenne inizio del Ministero pastorale nella Diocesi di Lodi. Fino all’insediamento del nuovo Vescovo, la Diocesi continuerà ad essere guidata dall’Amministratore Apostolico S. E. Rev. Mons. Giuseppe Merisi. Lettera pastorale 3 La Nostra Voce - Settembre 2014 Il 4 luglio nella festa di Sant’Alberto Quadrelli, patrono secondario della Diocesi di Lodi, monsignor Merisi ha presentato la lettera programmatica «Continuate nel servizio alla Chiesa» il vescovo di lodi Carissimi, avendo lo scorso settembre rassegnato nelle mani di Papa Francesco le mie dimissioni da Vescovo di Lodi per raggiunti limiti di età, ho creduto opportuno non proporre per il prossimo anno un Piano Pastorale vero e proprio. Del resto il percorso della nostra Diocesi ben si inserisce, come sempre, nel cammino tracciato dalla Chiesa Universale e dagli Orientamenti pastorali della Conferenza Episcopale Italiana che hanno già messo in calendario una serie di eventi significativi per il 2015, dai quali volentieri ci lasceremo stimolare e coinvolgere. IL NOSTRO CAMMINO Precorrendo i tempi, già negli anni scorsi abbiamo messo a tema il grave dovere dell’educazione, rivisitando l’Iniziazione cristiana, i percorsi educativi per gli adolescenti e la proposta formativa offerta agli adulti. Abbiamo insistito sulla pastorale familiare, sull’importanza di coinvolgere in modo più serio e attivo i genitori nei cammini formativi offerti per i loro figli, partendo già dalla richiesta del battesimo. Abbiamo proposto di allestire in ogni casa un “angolo della preghiera” e abbiamo offerto spunti e sussidi adeguati per pregare in famiglia con i bambini più piccoli. L’evento del Congresso Eucaristico Diocesano celebrato nel 2012, insieme ai Convegni ecclesiali che ci hanno visti impegnati insieme per una verifica ed un ulteriore discernimento del cammino pastorale, ci hanno aiutato a vivere il nostro essere Chiesa con un respiro di autentica ecclesialità diocesana. L’attenzione ai ragazzi e ai giovani proposta innanzitutto attraverso i nostri Oratori, il coinvolgimento sempre più attento e consapevole delle famiglie, l’impegno per la formazione rivolta a tutte le fasce d’età, l’attenzione di una comunità che non si chiude alle necessità dei fratelli, ma diventa sempre più accogliente, fraterna, sensibile ai bisogni materiali e spirituali degli uomini, l’investimento su un laicato maturo che grazie anche ai percorsi associativi trova il modo di vivere positivamente da protagonista sia nelle comunità parrocchiali come nella Società civile, con le necessarie distinzioni, sono attenzioni costanti che debbono essere riproposte, sollecitate ed ancorate all’ossatura portante delle nostre comunità di fede rappresentata dall’ascolto della Parola e dalla celebrazione dell’Eucaristia. Tutto questo siamo invitati a realizzare con uno slancio veramente aperto e missionario a cui costantemente ci richiama Papa Francesco, condividendo il cammino degli uomini del nostro tempo e facendo risuonare il Vangelo nei passaggi e nei momenti più significativi e sensibili della nostra esistenza. Tutto ciò può ben dirsi “nuova evangelizzazione” che parte da una rinnovata adesione a Cristo e al suo Vangelo, Lettera pastorale con la speranza e la fiducia che si apre alla fantasia e alla creatività dello Spirito per purificare e rinnovare ciò che già si fa e, nel contempo per trovare strade nuove perché la vita buona che nasce dal Vangelo possa ancora testimoniare l’affidabilità di Dio e della proposta cristiana. Il rinnovo lo scorso autunno degli Organismi di comunione e il Convegno Diocesano che abbiamo celebrato il 17 maggio 2014 e che ha visto coinvolti tra gli altri, in modo particolare, i membri dei Consigli Pastorali Vicariali, proposti in conseguenza della Visita pastorale alla Diocesi, rappresentano un chiaro invito alla corresponsabilità, alla collaborazione e alla valorizzazione dei laici che sono chiamati, insieme ai religiosi e alle religiose a contribuire alla animazione delle realtà ecclesiali, sotto la responsabilità dei pastori. Lo impone con urgenza anche la diminuzione del numero dei sacerdoti e della presenza di Istituti religiosi. Su questo tema dei Consigli pastorali nei prossimi giorni offriremo qualche indicazione operativa, appunto in conseguenza del Convegno del 17 maggio, con l’invito a parlarne nei diversi ambiti pastorali. Anche la celebrazione del 50° anniversario della dedicazione della Basilica Cattedrale, dopo i gravosi e radicali lavori di restauro voluti e attuati dal mio predecessore mons. Tarcisio Vincenzo Benedetti, ci ha offerto un’occasione in più per vivere il mistero della comunione della nostra Chiesa radunata intorno all’Eucarestia e al suo Vescovo. La diocesanità è indice di quella apertura e di quella comunione necessaria affinchè le nostre comunità possano rinnovarsi e trovare nuovo slancio di testimonianza apostolica. Il riconoscimento delle virtù eroiche da parte di Papa Francesco di un nostro presbitero, il Servo di Dio Don Luigi Savarè, comunicato nei giorni scorsi, ci onora e ci 4 La Nostra Voce - Settembre 2014 incoraggia nel cammino della santità, riconoscendo la fecondità del Vangelo che ancora oggi, come in passato, può conquistare il cuore degli uomini e rendere la loro vita luminosa ed esemplare. Questi doni spirituali, insieme a tutti gli altri, ci colmano di fiducia e ci invitano a guardare con rinnovata speranza anche al futuro della nostra Chiesa. Nell’anno che verrà sono due gli appuntamenti ecclesiali che possiamo utilmente tener presenti per segnare il cammino pastorale diocesano e quindi di tutte le comunità parrocchiali. L’ANNO DELLA VITA CONSACRATA Il prossimo anno pastorale per volontà di Papa Francesco sarà un anno dedicato alla vita consacrata. La preziosità della testimonianza dei consacrati e delle consacrate, l’umile servizio che le religiose offrono nelle Parrocchie e nelle scuole d’infanzia, come anche la dedizione dei religiosi nei servizi pastorali loro affidati, ci stimola ad una riflessione e alla riconsiderazione del valore di questa vocazione nella Chiesa. Purtroppo a seguito del calo di vocazioni assistiamo in questi anni alla chiusura di diverse case religiose con le conseguenza negative per le comunità, private di una testimonianza di consacrazione totale al Signore, di una vita dedicata alla preghiera e al servizio gratuito, di un’esperienza di vita comune che si fonda sul Vangelo. L’anno pastorale potrà dunque offrire l’occasione per ripresentare la vita religiosa nelle nostre Parrocchie, rinsaldando quei rapporti di stima e di mutuo sostegno che devono legare le comunità religiose alle nostre comunità parrocchiali. Come spesso invochiamo il Signore affinché non faccia mancare alla nostra Chiesa vocazioni al ministero sacerdotale, con altrettanta forza dobbiamo invocare Dio affinchè non ven- Lettera pastorale gano meno neppure vocazioni alla sequela di Cristo per la via della radicalità evangelica e della verginità consacrata, secondo i diversi carismi presenti nella vita della Chiesa. IL CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE DI FIRENZE Indubbiamente l’evento che coinvolgerà poi in modo determinante anche la nostra Diocesi nel prossimo anno sarà il Convegno Ecclesiale di Firenze che sarà celebrato dal 9 al 13 novembre 2015. Ogni decennio, infatti, le Chiese italiane si radunano per un momento di riflessione, verifica e confronto pastorale. Il tema del Convegno sarà questa volta: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. E’ facile intuire che in continuità con il Convegno ecclesiale di Palermo del 1995 e con quello di Verona del 2006 che ha evidenziano alcuni “ambiti di vita” in cui far risuonare la Parola che illumina e libera, anche a Firenze si intende mettere in evidenza il legame profondo e intrinseco tra Cristo e tutto ciò che è autenticamente umano, come pure riproporre il suo insegnamento come cammino di vera umanizzazione. Un umanesimo alimentato innanzitutto dalla vita delle famiglie come senz’altro ricorderà il prossimo Sinodo dei Vescovi ad essa dedicato. Già gli Organismi di partecipazione diocesani sono stati sollecitati in questi mesi da un “invito” offerto dal Comitato preparatorio che chiedeva di indicare alcune esperienze vissute dalla nostra Chiesa Locale come “dono” promettente che opportunamente potrebbero essere portate ad esempio ed essere condivise con le altre Diocesi italiane. Ci è sembrato significativo indicare l’esperienza degli Stati Generali del Lodigiano e il sostegno articolato alle famiglie che comprende anche la lodevole e significativa iniziativa del Fondo di Solidarietà, esempio quotidiano e fattivo di dedizio- 5 La Nostra Voce - Settembre 2014 ne nei confronti dei poveri, che ha coinvolto Parrocchie, Vicariati, Caritas diocesana. Cari sacerdoti, ringraziandovi di vero cuore per la collaborazione e la disponibilità che avete sempre dimostrato nell’impegno a servizio del Popolo che vi è affidato, vi esorto a continuare nel servizio obbediente e generoso alla Chiesa che è in Lodi. Alla vostra saggezza pastorale affido queste indicazioni insieme a quelle degli anni passati affinché la vita delle nostre comunità possa rinnovarsi alla luce del Vangelo e di un cammino di discernimento ecclesiale comune e condiviso. Cari fedeli tutti, in occasione della Visita pastorale e dei diversi incontri che mi hanno visto presente nelle vostre Parrocchie o in cui avete partecipato a qualche celebrazione in Cattedrale, ho potuto apprezzare e ammirare la vostra fede e la vostra carità, caratteristiche proprie del popolo lodigiano. Ciò che ci accompagna e ci sostiene nel cammino non può che essere la Parola di Dio, letta, meditata, attualizzata in comunione con tutta la Chiesa, nella fedeltà al suo Insegnamento e alla sua viva Tradizione. Ad essa prestiamo ascolto, sapendo di contare sull’intercessione di Maria Santissima, presenza materna e preziosa nel cammino della mia e vostra vita, sui santi Patroni Bassiano e Alberto e sulla lunga schiera di santi che rappresentano il frutto più bello e luminoso della lunga storia di fede di questa nostra Chiesa e che ancora ci invita a fissare il nostro sguardo sul Cristo, a confidare nella sua misericordia, a camminare verso la Patria beata del Cielo. Lodi, 4 luglio 2014 Festa di Sant’ Alberto Quadrelli, Patrono secondario della Diocesi di Lodi Giuseppe Merisi Vescovo di Lodi Beatificazione di Paolo VI 6 La Nostra Voce - Settembre 2014 Il primo discorso di Paolo VI all’episcopato italiano È il momento dell’unità Il 14 aprile 1964 Paolo VI riceve in udienza, nella Sala Clementina, i partecipanti all’assemblea plenaria della Conferenza episcopale italiana. Il testo del discorso di Papa Montini, citato da Papa Francesco, è stato distribuito ai presuli durante l’incontro di lunedì 19 maggio nell’Aula del Sinodo Signori Cardinali, Venerati Confratelli, Abbiamo accolto con spontaneo favore, nonostante la pressione delle sempre insorgenti occupazioni, la domanda che Ci è stata rivolta di ricevere in Udienza la Conferenza Episcopale Italiana, convocata a Roma in assemblea plenaria per dare modo ai Vescovi italiani di meglio conoscere gli schemi, che saranno trattati nella prossima terza sessione del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, e di studiare insieme alcuni temi di comune interesse pastorale. Ringraziamo dell’opportunità, che così Ci è offerta, d’incontrarci con i Nostri diletti e venerati Confratelli dell’Episcopato Italiano; di porgere a voi, che vediamo così solleciti e così numerosi, presenti a questa importante riunione, il Nostro cordiale e riverente saluto, e di assicurarvi, ancora una volta, dell’interesse particolare, con cui seguiamo le vostre fatiche pastorali, esempio, stimolo e conforto al Nostro ministero apostolico, e della comunione di carità e di preghiera, con cui spiritualmente Ci associamo fraternamente, ogni giorno, a tutto il Ceto episcopale della santa Chiesa di Dio, nel quale Ceto il gruppo eletto e cospicuo dei Vescovi italiani occupa per Noi, com’è naturale e doveroso, un posto di speciale ed affettuosa considerazione. E siamo lieti di ravvisare in questa convocazione un segno della buona e saggia efficienza della Conferenza Episcopale Italiana, che va assumendo coscienza della sua funzione importantissima e ormai acquisita al programma della vita ecclesiastica in Italia; e va acquistando insieme sempre migliore capacità di compierla degnamente, quella funzione. Ne esprimiamo la Nostra compiacenza a chi presiede la Conferenza stessa (Ci duo- Beatificazione di Paolo VI le di sapere indisposto, e perciò assente, il Signor Cardinale Siri, e formuliamo per lui i Nostri voti migliori ed a lui inviamo il Nostro benedicente saluto; così vada il Nostro memore augurio ai Signori Cardinali pure assenti per indisposizione: Fossati e Castaldo); esprimiamo la compiacenza medesima a chi, nella Segreteria e nelle Commissioni, le presta opera assidua e preziosa, ed a chi, compreso dei compiti della Conferenza, corrisponde ai suoi inviti ed alle sue iniziative e ne auspica e ne stimola l’incremento. È bene che sia così. La Conferenza Episcopale Italiana è organismo di recente istituzione, ma ormai di indispensabile funzionalità. Non è da supporre che l’Episcopato Italiano possa ormai mancare di questa sua unitaria espressione, di questo strumento di unione, di coordinamento, di mutua collaborazione, di promozione al livello degli Episcopati degli altri Paesi. Se la sua posizione geografica, storica, spirituale lo pone in speciale posizione - di ossequio, di fedeltà, di cooperazione, di conversazione - verso la Sede Apostolica, non per questo può mancare d’una sua propria configurazione canonica e morale, di una sua propria responsabilità collettiva nella cura della vita religiosa di questo Paese, e di un suo piano d’azione pastorale, conforme certamente alle istruzioni direttive della Santa Sede, ma studiato e svolto da organi propri e con mezzi propri. Grandi problemi si prospettano all’Episcopato Italiano, a cominciare da quello che nasce dal numero eccessivo delle diocesi, per passare a quello della preservazione della fede nel popolo italiano, minacciata dalla evoluzione stessa della vita moderna, e direttamente dal laicismo e dal comunismo, per cercare poi di risolvere quello delle vocazioni e dei Seminari, quello dell’istruzione religiosa, quello dell’assetto sociale cristiano, quello della stampa cattolica, quello della cultura e della scuola nostra, e così via. Noi pensiamo che tutti quanti qui siamo abbia- 7 La Nostra Voce - Settembre 2014 mo la persuasione che questi ed altri problemi, interessanti la stabilità e l’efficienza della Chiesa in Italia, non possono essere risolti da quel vecchio medico, che in altre circostanze è il tempo; nella presente condizione di cose il tempo non corre a nostro vantaggio; da sé i nostri problemi non si risolvono; né è da credere che la nostra fiducia nella Provvidenza, fiducia sempre doverosa e sempre immensa, esoneri noi Pastori, noi responsabili, dal compiere ogni possibile sforzo per offrire alla Provvidenza l’occasione di suoi misericordiosi interventi. Come non è da credere che a tali problemi ciascun Vescovo, e nemmeno ciascuna regione possa da sé dare sufficiente soluzione; se, per ipotesi, ciò fosse in alcun caso possibile, ivi nascerebbe il dovere di aiuto e di solidarietà per quanti meno fortunati la maggioranza certamente - non possono da sé vincere difficoltà, di solito gravissime e aventi di per sé dimensioni nazionali. Cioè: bisogna procedere uniti. È venuto il momento (e dovremmo noi dolerci di ciò?) di dare a noi stessi e di imprimere alla vita ecclesiastica italiana un forte e rinnovato spirito di unità. Non è la prima volta che il cattolicesimo italiano cerca di attestarsi in concordia unitaria; l’organizzazione, ad esempio, dell’Azione Cattolica su base nazionale è stata utile ai fini ch’erano nella mente dei Papi, dei Sacerdoti e dei Laici, che in tale forma e in tale misura l’hanno promossa. Ma lo spirito d’unità attende ulteriore approfondimento e nuove manifestazioni; oltre che esigenze operative pratiche, ragioni religiose intrinseche alla vita soprannaturale della Chiesa reclamano l’effusione di questo spirito di unità; crediamo che ciò rappresenti questione vitale per la Chiesa e che risponda alla maturità del nostro tempo. Ora a tale animazione unitaria, nello spirito e nelle opere, Noi crediamo possa egregiamente provvedere una Conferenza Episcopale Italiana consapevole della sua missione, ed animata da sapiente e coraggioso proposito di svolgerla Beatificazione di Paolo VI concretamente e tempestivamente. Sono a questo fine rivolti i Nostri voti, ai quali questa riunione offre argomento di espressione e di speranza. Come vedete, venerati Confratelli, questo dice la Nostra stima e la Nostra fiducia nella Conferenza Episcopale, che qui vi raccoglie, ed implica il proposito, da parte Nostra, di sostenerla, di riconoscerla, di richiederle consiglio ed aiuto, di impegnarla a lavoro utile per sé e per la Chiesa intera, e, com’è ovvio, di assisterla, perché siamo ad essa collegati, sia come Vescovo di Roma e Primate d’Italia, e sia come onerati, dal Nostro ufficio apostolico, della «sollicitudo omnium ecclesiarum» (2 Cor. 11, 28). Questo per la Conferenza. E per il Concilio che cosa vi diremo, Venerati Confratelli? Voi vedete che grande avvenimento esso sia, voi conoscete la gravità e la complessità che esso presenta e che solleva in crescente misura a mano a mano che il Concilio procede. Il fatto stesso della sua lentezza a raggiungere plausibili conclusioni genera qualche stanchezza, qualche impazienza, qualche arbitraria previsione. Ci è perciò di conforto vedere come anche l’Episcopato Italiano si prepari alla terza Sessione conciliare, imitando così gli Episcopati d’altre Nazioni, alcuni dei quali hanno dedicato allo studio dei temi del Concilio esami, discussioni, pubblicazioni di grande rilievo. Noi Ci asteniamo di proposito dall’interloquire in questa fase dei lavori conciliari nel merito delle dottrine e dei decreti, che saranno discussi alla riapertura del Concilio. Abbiamo così voluto perseverare nella linea pratica, che Ci siamo prefissa; quella di lasciare ai Padri conciliari, e con essi alle varie Conferenze Episcopali ed alle Commissioni del Concilio, libera ed ampia possibilità d’indagine, di discussione e di espressione. È stata questa una nota dominante di questo grande Concilio; desideriamo di restarvi fedeli. Solo è stata Nostra premura disporre che i lavori preparatori delle Commissioni e della Se- 8 La Nostra Voce - Settembre 2014 greteria procedessero con alacrità, al duplice scopo di rivedere, in questo periodo intermedio fra la seconda e la terza Sessione, gli Schemi alla luce delle osservazioni fatte dai Padri nelle precedenti Sessioni, per offrirli subito all’esame dei Padri stessi; e di far raccogliere le loro osservazioni e suggerimenti dalle Commissioni, secondo la rispettiva competenza, facendo redigere di conseguenza la stesura degli Schemi in forma tale da poterli presentare al Concilio, nella fiducia che, dopo qualche definitiva discussione, essi possano meritare più rapidamente le deliberazioni conclusive, in un senso o nell’altro, dell’Assemblea Conciliare, senza con questo pregiudicare la durata del Concilio, circa la quale non è dato, in questo momento, fare previsioni. Si è voluto cioè agevolare al Concilio la sua efficienza e la sua speditezza; non imporgli limiti e decisioni. Ma non possiamo astenerCi con voi, Venerati Confratelli, da alcune considerazioni estrinseche ai temi conciliari, ma relative alla celebrazione di questo avvenimento, che dicevamo grande, arduo, e complesso, anche se ciò che Noi vi diciamo è stato già ben detto da molti di voi, e specialmente dal Nostro compianto Predecessore Giovanni XXIII, di felice memoria, con l’autorità che gli era propria, non che in varie occasioni da Noi stessi. Come dobbiamo giudicare questo fatto nella storia, anzi nella vita della Chiesa? In senso assolutamente positivo. Esso è una grazia, che il Signore fa alla sua Chiesa. Esso è un’occasione unica e felice perché la Chiesa possa studiare profondamente e collettivamente tante sue questioni pratiche e pastorali specialmente, ma non senza diretti riferimenti anche a punti di dottrina molto importanti. Esso è uno sforzo portato al più alto grado per adeguare la rispondenza della Chiesa ai doveri della sua missione e ai bisogni dei tempi. Esso è un atto solenne e clamoroso, quant’altri mai, per dar onore a Dio, per attestare amore a Cristo, per offrire obbedienza Beatificazione di Paolo VI allo Spirito Santo; cioè per ravvivare il rapporto religioso fra Dio e la Chiesa, e per riaffermare la necessità, la natura, la fortuna della nostra religione di fronte al mondo moderno. Esso è un incomparabile momento, in cui la Chiesa celebra se stessa, si conosce, si stringe, in vincoli interiori con incontri, amicizie, collaborazioni altrimenti impossibili. Esso è un vertice di carità gerarchica e fraterna, non mai prima raggiunto. Esso è una chiamata a tutte le risorse interiori della Chiesa, affinché abbiano ad esplicare le loro energie spirituali, a rifarsi alla genuinità delle loro radici, alla fecondità del loro genio particolare. Esso è una grande preghiera di seguaci di Cristo, riuniti nel suo nome, per attualizzare in mezzo a loro la sua ineffabile e operante presenza. Esso poi rappresenta ed esplica l’intenzione più sincera, più disinteressata, più ardente del Cattolicesimo per ricomporre la comunione perfetta con i Fratelli cristiani separati nell’unica Chiesa di Cristo. Esso è una voce di spiritualità, di bontà, di pace al mondo intero, in un’ora decisiva per l’orientamento ideale e morale dell’umanità. Qualunque sia l’esito del Concilio, esso dev’essere oggi considerato da noi nella sua realtà: intenzionale, spirituale, soprannaturale, come un’ora di Dio, un «transitus Domini» nella vita della Chiesa e nella storia del mondo. Bisogna guardare al Concilio con animo grande e sereno. Magnanimità è la virtù, che questo sacro avvenimento vuole da noi. Né le molestie, né le fatiche, né le difficoltà, né i cambiamenti, né le esigenze che il Concilio può recare con sé ci devono trattenere dal celebrarlo con piena adesione del nostro spirito. Noi confidiamo che quanto maggiore è la vicinanza alla Cattedra di Pietro di chi è chiamato al Concilio, tanto più effettivo e più cordiale sia il suo concorso alla buona riuscita e alla degna celebrazione del Concilio medesimo. Perciò, Venerati Fratelli, Noi facciamo assegnamento sopra la vostra partecipazione attenta, entusiasta, fattiva. Né paurosa, né incerta, né 9 La Nostra Voce - Settembre 2014 cavillosa, né polemica vuol essere certamente tale vostra partecipazione; ma franca, nobile, esperta e vantaggiosa. Ve ne siamo Noi stessi riconoscenti. Se essa apparirà anche in se stessa più coordinata e desiderosa di offrire giusta via all’intesa con le espressioni legittime degli altri Padri, l’Episcopato Italiano avrà reso al Papa e alla Chiesa migliore servizio e avrà dato ai Confratelli l’esempio, che da lui è sempre atteso, di promotore del supremo magistero ecclesiastico, di fautore della concordia nel corpo episcopale e di assertore dell’adesione al Capo visibile del Corpo mistico di Cristo. Alimentare qualche saggia e fraterna conversazione con i gruppi episcopali degli altri Paesi sarà parimente di spirituale utilità, per una reciproca edificazione, per una fraterna emulazione. In ogni modo, Venerati Fratelli, questo Concilio offre a quanti vi prendono parte occasione ad esperienze preziose, invito a virtuosi esercizi, obbligo a rinnovata unione con Dio nell’amore e nell’orazione. A vicenda ci esortiamo dunque a profittare .di questo «tempus acceptabile» (2 Cor. 6, 2). Non vogliamo omettere, in un’occasione così propizia al fraterno colloquio, di dare uno sguardo fugace ad un altro quadro, degno d’ogni Nostro interesse, come lo è del vostro generoso impegno pastorale; vogliamo dire il quadro della vita religiosa e morale italiana, al cui bene è tutto rivolto il vostro ministero. Venerati Fratelli, vi diremo semplicemente che vi siamo cordialmente vicini! Le condizioni spirituali e sociali di questo diletto Paese, mentre conservano un preziosissimo patrimonio di tradizioni cattoliche, e dimostrano segni consolantissimi di cristiana vitalità, voi lo sapete, non sono tranquille, non sono sicure; nuovi e quasi impensati bisogni si manifestano in ogni settore della vita e reclamano soccorsi urgenti, ingegnosi e poderosi. L’ordinaria amministrazione del governo pastorale non è più sufficiente a pareggiare la misura dei Nostri doveri e delle altrui necessità! Beatificazione di Paolo VI Noi osserviamo con occhio trepidante ed ammirato le vostre premure, le vostre fatiche, le vostre pene; ed anche godiamo del bene che andate compiendo, e sempre con voi soffriamo, speriamo e preghiamo. Non possiamo in questo momento passare ordinatamente in rassegna i punti dolenti della presente situazione; ma come trascurare, a comune esortazione e conforto, di accennare almeno ad alcuni di essi? Primo punto. La vita religiosa, è chiaro. Questa ci deve interessare soprattutto. Bisogna che ce ne occupiamo a fondo, preferendo questo capitale problema ad ogni altro pur rilevante connesso con la realtà civile della Nazione. Quaerite primum regnum Dei (Matth. 6, 33). Ce ne dà ottima occasione la riforma liturgica, la quale ci richiama alla visione teologica delle sorti umane, al primato dell’azione della grazia, e perciò della vita sacramentale e della preghiera. Essa ci offre modo di rieducare religiosamente il nostro popolo, di purificare e restaurare le sue espressioni di culto e di pietà, di ridare dignità, decoro, semplicità, buon gusto alle nostre cerimonie religiose: senza questo restauro interiore ed esteriore non è da sperare che la vita religiosa possa largamente sopravvivere nel mutato costume moderno. Due raccomandazioni Ci permettiamo a questo riguardo: dare massima cura alla santificazione dei giorni festivi, facendo ogni sforzo affinché la celebrazione della Messa festiva, con la parola di Dio, con la partecipazione dei fedeli abbia per tutti il più vivo interesse; e promuovere il canto sacro, il canto religioso e corale del popolo. Ricordiamo: se i fedeli cantano, non disertano la Chiesa; se non disertano la Chiesa, conservano la fede e la vita cristiana. Un fenomeno meritevole oggi di una particolare attenzione pastorale è quello di una sempre più estesa mobilità della popolazione nei giorni festivi, con la conseguente necessità che si provveda ad un’adeguata assistenza religiosa dei fe- 10 La Nostra Voce - Settembre 2014 deli nei luoghi dove essi più numerosi concorrono; ed anche per questo sembrano necessarie opportune intese ed iniziative tanto sul piano diocesano come anche su quello nazionale. Sarebbe, anzi, assai utile ogni suggerimento che, dopo un accurato esame e studio del fatto generale, valesse ad indicare rimedi giovevoli a far sì che più agevole riesca per tutti il soddisfacimento dei doveri religiosi nei giorni festivi. La realtà di questi occasionali movimenti della popolazione richiama alla Nostra mente un’altra categoria di fedeli bisognosa anch’essa di speciali cure pastorali ed è quella tanto numerosa degli immigrati e degli emigrati per ragioni di lavoro. Lontani dall’ambiente nel quale erano prima vissuti, dalle loro famiglie, dai loro affetti, essi restano sovente più esposti al pericolo di tralasciare l’adempimento dei doveri religiosi o anche di aderire a dottrine ed organizzazioni che ancor più li alienerebbero dalla Fede. Anche per questi, quindi, occorrono da parte della Sacra Gerarchia opportune provvidenze nell’intento che i vari nuclei abbiano la possibilità e la facilità di inserirsi e di innestarsi vitalmente nelle abitudini e nelle associazioni delle Diocesi che li accolgono. Secondo punto. La moralità pubblica e privata. Siamo in piena crisi di costume. Tema delicato e immenso. Esso si estende ad un programma quanto mai vasto ed impegnativo, che parte da un’azione concorde per la moralizzazione della vita privata degli individui e delle famiglie, per giungere all’intera società e per far risentire i suoi benèfici effetti fino nella vita pubblica e le sue molteplici istituzioni. Quanto mai necessaria ed urgente appare, a tal riguardo, una concordata attività di tutto. 1’Episcopato per far sì che venga posto un argine al preoccupante dilagare di ogni forma di licenza ed immoralità che tanto facilmente si diffondono, particolarmente attraverso il veicolo di certi spettacoli e di certa stampa, dimentichi Beatificazione di Paolo VI della loro vera funzione elevante e formativa per l’uomo e mossi spesso, invece, da finalità commerciali, materialistiche ed edonistiche. Per assicurare una maggiore efficacia a tale intervento potrebbe riuscire opportuna l’elaborazione di un nuovo piano concreto di azione, che dovrebbe poi, con gli adattamenti richiesti dalle circostanze locali, essere applicato ed attuato nelle singole Diocesi, sotto la solerte vigilanza ed il paterno stimolo dei Vescovi. Un terzo punto, al quale vogliamo riferirCi e che riveste, per la sua particolare delicatezza, un’importanza sostanziale, è quello dei rapporti tra i singoli Vescovi ed il proprio Clero. Oggi più che mai Ci sembra infatti necessario che i Presuli stiano vicini materialmente e spiritualmente ai loro sacerdoti, specialmente a quelli giovani, e che si interessino di loro, li conoscano, li amino e li aiutino nelle loro difficoltà... Ad essi il Vescovo ricorderà sempre amorevolmente che, assunti a sì alto ministero, devono essere ornati di tutte le virtù ed offrire agli altri un esempio di vita santa, spiegando che proprio per questo la Chiesa ha sempre avuto cura di seguire da vicino, con materna trepidazione, la vita dei sacerdoti, dagli albori della loro vocazione allo svolgimento della loro missione, dettando di volta in volta, a seconda delle necessità, provvide e sagge norme intese a salvaguardarli dai pericoli tanto più gravi quanto, talora, meno evidenti e a sviluppare in essi la vita soprannaturale, lo spirito di preghiera e di sacrificio, l’abitudine al raccoglimento, l’amore allo studio; cose tutte che assicurano al sacerdote quell’abbondanza di grazie e di superni lumi ai quali i fedeli debbono poi poter attingere a sostegno della loro vita spirituale. È in questa luce che vanno considerati e valutati i sacrifici e le rinunce che il Sacerdozio comporta, ed in particolare l’obbligo del celibato ecclesiastico, del quale sarà, anzi, opportuno mettere frequentemente in evidenza la bellezza per il suo significato e per la necessità d’una esclusiva e 11 La Nostra Voce - Settembre 2014 completa dedizione del Clero all’amore di Cristo ed ai molteplici impegni dell’apostolato. Questa paterna funzione di guida spirituale esercitata da parte del Vescovo nei riguardi dei suoi sacerdoti farà si che tra essi si stabilisca e si sviluppi un legame sempre più stretto che non si limiterà solo al piano dei rapporti disciplinari e giuridici, ma che comporterà anche una unione filiale di mente e di cuore ed una stretta collaborazione sul piano apostolico diocesano, con maggiore abbondanza di risultati consolanti per tutti. E quarto punto: la stampa cattolica, ancora tanto necessaria, tanto importante per la diffusione dei principi cristiani e per la difesa degli interessi cattolici, tanto opportuna per la formazione d’un’opinione pubblica sana e favorevole ad ogni buona causa; ma ancora tanto bisognosa di unità, di sostegno, di vigore, di diffusione. La vostra saggezza Ci dispensa ora dal dire di più su tema così conosciuto e dibattuto; Ci basta raccomandarlo al vostro interessamento come uno dei problemi più gravi ed urgenti della vita cattolica. Vogliamo alla fine ricordare che le considerazioni contenute nella Nostra lettera al Signor Cardinale Siri del 22 agosto 1963, e nel messaggio vostro del novembre scorso, Ci sembrano ancora valide oggi, e perciò le richiamiamo alla vostra riflessione ed al vostro interessamento, affinché abbiano da voi suffragio di nuove e prudenti divulgazioni ed applicazioni. Fiduciosi che la Conferenza Episcopale Italiana, rivolgendo la sua particolare attenzione ai punti che abbiamo creduto utile di toccare, saprà col suo zelo e con la sua saggezza trovare le vie ed i modi più idonei per assicurare ogni desiderato miglioramento e progresso della vita religiosa della Nazione a Noi tanto diletta, ne accompagniamo i lavori con la Nostra fervida preghiera, mentre a tutti di cuore impartiamo la Nostra affettuosa Benedizione Apostolica. Papa Paolo VI Grest 2014 Il grande Papa Paolo VI diceva che l’oratorio è un grande movimento di popolo. Probabilmente chi esamina la vita oratoriana non trova quella selezione che è tipica nei movimenti e nelle associazioni: questo è dunque il limite o il pregio dell’oratorio lombardo? Per alcuni è un limite, perché la richiesta bassa può deludere chi cercava altro e può lasciare in difficoltà gli animatori che, avendo dato l’animo, speravano... Avendo guidato direttamente un oratorio, voglio confidarvi perché sono ancora convinto dell’oratorio. 1. L’oratorio è un grande luogo d’integrazione, perché è aperto a tutti e conserva un’alta funzione sociale. 2. L’oratorio è la più alta palestra di volontariato e il luogo di primo volontariato per gli adolescenti e i giovani. 3. L’oratorio è un punto d’integrazione fra il mondo giovanile e quello adulto. 4. L’oratorio è un luogo specifico di formazione delle menti e dei cuori al volontariato. 12 La Nostra Voce - Settembre 2014 5. L’oratorio è la sede di tante iniziative culturali, sociali e ricreative. 6. L’oratorio sovente svolge una funzione anche sostitutiva della famiglia in difficoltà e dei servizi sociali. 7. L’oratorio ha una sua dimensione spirituale: istruzione cristiana e avvio alla pratica religiosa. 8. L’oratorio, anche nella sua espressione religiosa, è il luogo del dialogo religioso. 9. L’oratorio è il luogo del tempo libero perché diventi tempo progettuale. 10. L’oratorio partecipa positivamente a crescere il futuro. Una comunità che abbandona l’oratorio, rischia l’estinzione. Ecco perché, non solo continuo a ritenere importante l’oratorio nella mia comunità, ma esorto gli animatori a non abbassare mai i livelli di richiesta, a pazientare davanti alle difficoltà dei ragazzi e delle famiglie, a non deludersi mai, perché la loro animazione ha un’importanza di cui neanche riescono ora a immaginarne lo spessore. Coraggio, sempre! Don Mario Cipelli Grest 2014 13 La Nostra Voce - Settembre 2014 Il dono delle sentinelle: dare prima di ricevere Al Grest è ai ragazzi che viene affidato il compito di prendersi cura dei loro coetanei e dei bimbi piccoli, anche dal punto di vista spirituale. La sorpresa? Ce la fanno alla grande. E insegnano la speranza anche ai genitori «Quella è una Sentinella!». «Occhi sgranati pieni d’ammirazione, seduto al tavolo di una piadineria con i genitori e la sorellina, Gioele, un bimbo di sette anni, timidissimo e dolcissimo, deve aver avuto più o meno la stessa espressione dei fans di qualche calciatore, cantante, attore che si scopre mangiare al tavolo vicino al proprio. Terzo giorno di grest all’Oratorio San Giovanni Paolo II di Perugia. Come in tutta Italia, anche il nostro oratorio è impegnato nell’avventura educativa dei gruppi estivi. La storia di Aslan, il Re dì Narnia, accompagna le giornate di 160 bambini delle elementari che faranno a meno di televisione, cartoni animati, telefonino, per giocare le avventure dei quattro fratelli alleati di Aslan che sconfiggono la Strega Bianca. Il Vangelo raccontato ai piccoli. Ed anche agli adolescenti. Sessanta “Sentinelle”, ragazzi dal primo al quarto superiore, hanno regalato quattro settimane del loro tempo, per prendersi cura di questi bimbi. Con loro una quindicina di adulti, uomini e donne che hanno scelto, anch’essi, di prendersi cura dei figli di “altri” per regalare loro quella scoperta che loro per primi hanno fatto: c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Chi sono le Sentinelle? Ragazzi e ragazze fuori dall’ordinario? Eroi ed eroine? Pazzi incoscienti? Adolescenti un po’ “sfigati “ che non avevano niente di meglio da fare? Niente di tutto questo e, forse, tutto questo insieme! Sono giovanissimi che si incontrano durante l’anno all’oratorio e che incarnano quella visione che Giovanni Paolo II ebbe a Tor Vergata, nel 2000, quando vide nei gio- vani le sentinelle del mattino del nuovo millennio. Ragazzi come tutti, fragili, incostanti, insicuri, capaci del meglio e del peggio insieme, trasognati e disillusi, eppure con qualcosa di diverso: la speranza di farcela! Farcela perché continuano a mettersi alla sequela del Signore. Ragazzi che con Gesù scoprono che la misericordia è più grande del male, che la strada si riapre ad ogni perdono, che la vita ha senso se riesci a tenere il sorriso di qualcuno più importante della tua stessa felicità. Li ho visti, ancora una volta, in queste settimane: hanno lavorato davvero tanto, sono stati loro i protagonisti del grest. Seppur capitanati dal nostro coordinatore Simone, gran genio dell’animazione, la scommessa davvero vinta è consistita nell’affidare a loro tutta la conduzione, anche spirituale. Non manodopera, ma operai del Vangelo a pieno titolo. «Chi vede voi vede Gesù» era stato detto loro all’inizio di questa avventura quando i nostri parrocì avevano invocato su di loro lo Spirito Santo per la missione. «Non solo i bambini, ma anche i genitori di questi piccoli hanno bisogno di vedere Gesù in voi, genitori che spesso, purtroppo, sono in debito di speranza, di lucidità, di pace», abbiamo detto loro. Adolescenti chiamati ad evangelizzare gli adulti. Questo il Signore ha concesso loro, gli ha permesso di dare, prima che di ricevere dagli adulti. Ed hanno così ricevuto loro stessi con abbondanza. Trasformati in queste settimane, la chiazza arancione delle loro magliette spiccava alla Messa finale, davanti ai parrocchiani, come il gioiello più bello delle nostre parrocchie. No, tranquilli, non Grest 2014 m’illudo: non sono certo arrivati alla meta, quando provano a fare il bene, vale anche per loro che “il male è accanto”, ma l’esperienza resta. E restano gli occhi di Gioele: a lui che sognerà di diventare da “grande” una Sentinella, una proposta di vita buona a portata di mano, possibile, concreta. E resta per i genitori, i loro e dei bambini, che scoprono nei ragazzi una 14 La Nostra Voce - Settembre 2014 riserva di speranza e di cambiamento, non solo problemi da risolvere e preoccupazioni che tolgono il sonno. Giorgio La Pira diceva che i giovani sono come le le rondini, annunciano la primavera: ma facciamoli volare, diamo loro responsabilità. Non la tradiranno. Roberta Vinerba Gli adolescenti ringraziano il Don Caro Don, cogliamo l’occasione di questo momento di festa conclusiva per ringraziarla di questa opportunità, che anche quest’anno ci ha dato, di metterci in gioco come animatori, al servizio dei più piccoli. Il nostro gruppo, che si è arricchito anche con la presenza dei tanti nuovi aiuto-animatori, ha potuto sperimentare sul campo cosa significa mettersi al servizio degli altri e dedicar loro il proprio tempo con generosità, pazienza e affetto. Siamo contenti di aver contribuito nel nostro piccolo a far sì che il grest sia stato per questi ragazzi un’ottima esperienza educativa, grazie alla giusta alternanza tra gioco e preghiera. Tutto ciò lo abbiamo potuto svolgere seguendo il suo esempio: per tutti i giorni di questi due mesi è sempre stato presente, a disposizione dei ragazzi fin dalle prime ore dei mattino. Ci ha saputo guidare nelle attività da svolgere, nell’educazione dei bambini, ma anche nel nostro cammino di animatori e nella formazione come adolescenti. Al termine di queste otto settimane siamo felici ed entusiasti per questa esperienza che ci lasciamo alle spalle e vogliamo esprimerle il nostro grazie donandole questo piccolo pensiero a nome di noi tutti animatori. Grest 2014 Martedì 22 luglio i ragazzi, ragazze e animatori del Grest di S. Francesca Cabrini a Codogno hanno accolto e ricambiato il saluto del nostro Vescovo Giuseppe Merisi. Annunciato con un festoso suono di campane, introdotto dal Parroco don Giorgio Croce e da suor Daniela Sanguigni, sua Eccellenza ha rivolto il suo saluto e un breve pensiero ai ragazzi che dal 9 giugno trovano nei locali dell’oratorio S. Cabrini spazi e momenti intensi di gioco e animazione. Il parroco ha illustrato i numeri e l e at ti vi tà del l’esperienza esti- 15 La Nostra Voce - Settembre 2014 va che la parrocchia da anni porta avanti come servizio significativo per le famiglie nel periodo estivo. 130 i minori ospitati (di cui circa 30 nella fascia di età 3-6 anni), circa 25 gli animatori che si sono avvicendati nel periodo di apertura, supportati da Grest 2014 altrettanti adulti che si occupano invece dei servizi collegati (mensa, pre e post grest, pulizia, segreteria, ecc). Nella struttura trovano accoglienza anche ragazzi di altre religioni (musulmani e buddisti) e minori diversamente abili la cui presenza diventa arricchimento e motivo di crescita per tutti. Il Vescovo ha sottolineato l’importanza di questa esperienza, la bellezza di imparare vivendo e giocando insieme nella gioia ma sempre nel rispetto delle regole che è soprattutto rispetto verso l’altro. La prima parte del Grest si concluderà giovedì 31 luglio. Un momento di festa con le famiglie è previsto per mercoledì 30 luglio alle ore 21.00 nel salone dell’oratorio. L’attività riprenderà poi il 27 agosto per proseguire fino al 10 di settembre. In questa seconda 16 La Nostra Voce - Settembre 2014 parte, oltre al gioco e allo sport, sarà dato spazio ai compiti, per un breve ripasso in vista della ripresa scolastica. La visita del Vescovo ha permesso di rivolgere un particolare ringraziamento alla Sig.ra Lina Bassini di 89 anni che fino all’anno scorso ha prestato la sua infaticabile opera di pulizia dei locali dell’oratorio con semplicità, umiltà e spirito di servizio. Ora, a causa di problemi della vista, Lina, con dispiacere, ha dovuto venir meno al suo servizio, ma la sua persona è viva e presente nella comunità di Santa Cabrini che martedì le ha rivolto un caloroso e affettuoso ringraziamento. L’invito a lei rivolto da parte di don Giorgio e del Vescovo è quello di continuare nella preghiera la sua opera di collaborazione e di sostegno, tanto necessaria per il buon funzionamento e la riuscita del Grest e di tutte le iniziative parrocchiali. Marinella Adami Grest 2014 17 La Nostra Voce - Settembre 2014 Una giovane volontaria ringrazia Sono ormai trascorsi due mesi da quando ho iniziato la mia esperienza del Grest con tutti voi. Devo ammettere che inizialmente ero un po’ “timorosa”, dover inserirsi in un gruppo di giovani già collaudato. Mi faceva pensare a un’esclusione quasi a un’intromissione. Poi appena ho cominciato è stato tutto più semplice e naturale... mi sono sentita accolta come in una grande famiglia, ho respirato il profumo dello stare insieme senza distinzioni. E’ stata una bellissima esperienza che mi ha arricchito interiormente, ho capito tante cose di me che fino a quel momento non avevo colto. Un ringraziamento particolare va a Don Giorgio che mi ha dato la possibilità di fare questa esperienza e ha creduto nelle mie capacità. Grazie a voi animatori che mi avete trattato come una sorella e mi avete insegnato che nonostante la vostra giovane età, vi impegnate quotidianamente per garantire ogni giorno spensieratezza e divertimento a questi bambini. Un enorme grazie va ai bambini della materna, se noi adulti imparassimo a essere come loro sono convinta che le cose di questo mondo andrebbero meglio. Litigano tra loro e subito dopo li ritrovi a giocare di nuovo insieme senza rancore e volendosi bene come prima. Ti insegnano il significato vero del volersi e voler bene senza distinzioni di razza, colore, lingua, ecc... A tutti voi genitori dico solo una cosa, avete un dono bellissimo che vi ha fatto il Signore, i vostri figli, amateli e qualche volta imparate a vivere come loro. Ultimo grazie non per ordine di importanza va a Suor Daniela, Fiorella, Morena, Giuliano e a tutte le donne che quotidianamente ci hanno servito in mensa. A tutti voi auguro di cuore buon cammino di vita. Sabrina Magenes Grest 2014 18 La Nostra Voce - Settembre 2014 Lettera inviata a “il Cittadino” da un gruppo di mamme Don Giorgio, autentico padre spirituale E’ successo alcuni anni fa. Vincenzo, che oggi ha sei anni, amava stare insieme agli altri bimbi fin da quando ad otto mesi lo portammo all’asilo nido, tanto che il sabato appena iniziò a farfugliare qualche frase, mi chiedeva: “papi nido”. Quella mattina, lui aveva quattro anni e con mio stupore mi disse: «papi non voglio andare al grest, voglio venire con te al lavoro”. Era uno di quei campi estivi affidati alle cooperative: ottime iniziative, nelle quali però talvolta gli educatori sono ragazzi disoccupati, privi di un’autentica passione per i bambini. Un compagno più grande, che avrebbe avuto bisogno di assistenza continua, di un vero educatore, era abbandonato ai suoi istinti ed in un caso aveva colpito Vincenzo ad un occhio: episodio che venimmo a sapere direttamente dal nostro piccolo. L’anno successivo, affidammo Vincenzo durante il periodo estivo, alle cure del grest dell’oratorio della Parrocchia Santa Francesca Cabrini di Codogno. Lì, Vincenzo ed i suoi piccoli amici sono seguiti, nel senso pieno del termine, da un gruppo di volontari, in gran parte adolescenti ma anche da qualche mamma e nonna, che i bambini chiamano “animatori”. L’espressione restituisce a pieno il senso del loro contributo alla vita dell’oratorio, luogo cruciale nel forgiare le anime con l’insegnamento evangelico e la società coi suoi valori secolari oltre che spirituali. Ragazzi, che ogni genitore ambirebbe avere come figli, che restituiscono alla comunità le cure avute all’età di Vincenzo e che incarnano perfettamente la passione, la gioia e la generosità della loro età. La serenità e la fiducia con la quale lasciamo i nostri piccoli alle loro cure sono merito di Don Giorgio, “anima” dell’oratorio e padre spirituale autentico di grandi e piccini, al quale, oltre alla famiglia di Vincenzo G., vogliono esprimere la loro gratitudine anche le famiglie di Gabriele e Riccardo M., di Greta P., Giorgia M., Vittoria M. e Lorenzo R. Un gruppo di mamme Bicentenario Don Bosco 19 La Nostra Voce - Settembre 2014 Don Bosco oggi, il santo dei giovani unisce il mondo Al via le celebrazioni del bicentenario. Parla il rettor maggiore dei salesiani «Il Bicentenario della sua nascita sia un cammino percorso con fedeltà e radicalità nell’essere più “don Bosco oggi”». È l’augurio che il rettor maggiore dei salesiani, don Angel Fernández Artime, rivolge ai salesiani e ai giovani del mondo, in occasione dell’apertura dell’anno giubilare di san Giovanni Bosco. «Questo evento è stato pensato e preparato con grande affetto e riflessione dal mio predecessore, don Pasqual Chávez, con il supporto del suo Consiglio generale» racconta il rettor maggiore. «Sono stati tre anni di preparazione per tutta la Congregazione e la Famiglia salesiana in ogni parte del mondo, in cui si sono volute approfondire la figura storica di don Bosco, il suo sistema educativo e pastorale, la sua spiritualità» conclude indicando lo spirito con cui adesso sarà necessario vivere l’anno santo salesiano: «Rendere più profondo e reale il nostro modo di seguire il Signore a partire proprio dal carisma suscitato da don Bosco». A favorire questo impegno è il Capitolo generale XXVII dei salesiani, recentemente celebrato. «Vogliamo che questo anno sia un cammino anche per il futuro in cui la nostra consacrazione religiosa sia vissuta con una maggiore dimensione mistica, per trasmettere al mondo una vera testimonianza di fraternità evangelica, al fine di poter essere più radicalmente servitori dei giovani, in particolare di quelli che hanno più bisogno: i più poveri; come ci ricorda anche papa Francesco» precisa don Angel Fernández. Da alcuni giorni, e in queste ore in particolare, migliaia tra salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice e giova- ni giungono da ogni continente nella terra in cui san Giovanni Bosco nasceva nel 1815, da mamma Margherita Occhiena (oggi venerabile) e Francesco Bosco. Ed è proprio in questa terra che «si vuole riconoscere che don Bosco è uno dei figli prediletti e una figura speciale di rilievo non solo in Piemonte, ma in tutta Italia» dichiara il rettor maggiore, commentando il «riconoscimento onorifico di evento di interesse nazionale» attribuito di recente al Bicentenario da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri del Governo italiano. E don Fernández conclude: «Don Bosco è un dono dello Spirito per tutta la Chiesa e nella sua dimensione di educatore e padre della gioventù è patrimonio di tutto il mondo». «Gli appuntamenti in programma fino al aiuteranno i giovani e i salesiani a mettere a fuoco il senso che si intende dare al Bicentenario, al termine del quale – tornando alla quotidianità – i salesiani siano in grado di sentir battere più forte il proprio cuore salesiano per saper essere più “Don Bosco oggi” in mezzo ai giovani; in molti ragazzi e ragazze, invece, delle diverse presenze salesiane nel mondo, resti forte il desiderio di vivere più profondamente la propria vocazione cristiana, di discepoli missionari». Insieme all’anno di don Bosco, la diocesi di Torino vivrà un altro momento fondamentale: l’ostensione della Sindone dal 17 aprile al 24 giugno 2015, con la partecipazione, auspicata dallo stesso Pontefice, di papa Francesco. Antonio Carriero Testimoni 20 La Nostra Voce - Settembre 2014 Cinque oratoriani in paradiso San Giovanni Paolo II, in Polonia, nel 1999, beatificò cinque giovani dell’oratorio salesiano di Poznan. Questi giovani, familiarmente detti “i Cinque di Poznan”, furono arrestati dai tedeschi nei giorni 21 e 23 settembre 1940 per il loro impegno patriottico e l’opera pastorale salesiana presso la chiesa di S. Maria Ausiliatrice di Poznan e ghigliottinati a Dresda il 24 agosto 1942 I beati oratoriani morirono molto giovani. Edward Klinik e Czeslaw Józwiak, i più anziani, al momento della morte avevano 23 anni compiuti; Edward Kazmierski ne aveva 22; Franciszek Kesy 21; Jarogniew Wojciechowski, il più giovane, solo 19. Dei “Cinque di Poznan” solo due erano nativi di Poznan: Edward Kazmierski e Jarogniew Wojciechowski. La famiglia di Czeslaw Józwiak proveniva dalla zona di Bydgoszcz, Edward Klinik e Franciszek Kesy nacquero in Germania. Le situazioni familiari ed economiche delle famiglie dei ragazzi differivano, ma i valori che le guidavano e i metodi educativi erano simili, generalmente condivisi e, nelle finalità più importanti, motivati dalla religione. Ciò significava, tra l’altro, che un accento particolare veniva posto sullo sviluppo delle virtù ritenute indispensabili nella vita sociale, come l’onestà, la veracità, la coscienziosità, l’onore, l’obbedienza e il rispetto per i genitori e per gli anziani, la disponibilità al sacrificio. Il Decalogo come fonte primaria della moralità, il ruolo della religione cattolica nella vita sociale e la partecipazione alle pratiche religiose prescritte, restavano, in sostanza, incontestati; in larga misura, ciò era dovuto alla storia della società, la cui identità nazionale e civile fu protetta ai tempi delle spartizioni, dall’unica istituzione ufficiale della vita pubblica rimasta: la Chiesa cattolica. Con la riconquista dell’indipendenza, sin da subito le istituzioni dello Stato polacco, in particolare il sistema scolastico, posero un forte accento sull’educa- Fedeli fino all’ultimo Dall’alto: Czelaw, Edward Kazmierski, Edward Klinic, Jagnoriew e Franciszek. Testimoni zione civica e patriottica, e questo in poco tempo portò tutti i Polacchi, di tutti gli strati della società, a identificarsi con la propria appartenenza ad uno Stato nazionale. I cinque ragazzi posnaniani, come del resto tutta la generazione nata negli anni Venti, entrarono nel mondo adulto in un contesto famigliare e sociale formatosi proprio in questo modo. Le famiglie, anche quelle dei loro coetanei, erano in maggior parte numerose, con più figli e il senso di comunità e responsabilità, non solo per i propri cari, era in esse fortissimo. Le famiglie di Czeslaw Józwiak, Edward Klinik e Franciszek Kesy erano regolari e stabili. Nella famiglia Kazmierski, a causa della morte prematura del padre, tutta la responsabilità del mantenimento e dell’educazione dei figli gravava sulla madre, che già prima aveva sofferto per la morte di due figlie piccole. La sorella minore di Edward, Urszula, era fisicamente disabile. Per aiutare la famiglia, sin da giovanissimo Edward fece diversi lavori: dava ripetizioni, si impiegò come fattorino in un negozio di arredi per gli interni e anche come apprendista fabbro. La situazione più difficile era quella della famiglia di Jarogniew Wojciechowski. Il padre di Jarogniew, alcolizzato, nel 1933 abbandonò la famiglia peggiorandone notevolmente la situazione economica e costringendo così Jarogniew ad abbandonare il ginnasio che stava frequentando. La linfa vitale dell’oratorio salesiano L’oratorio salesiano di Poznan fu una delle più importanti tappe dello sviluppo di personalità dei giovani martiri. Nell’anteguerra l’oratorio fu luogo di incontri della gioventù maschile che ricalcava fedelmente la struttura e lo spirito oratoriano dell’epoca di don Bosco. Oltre al servizio liturgico nella chiesa, i ragazzi partecipavano nelle attività dei gruppi di formazione, le tradizionali Compagnie del San- 21 La Nostra Voce - Settembre 2014 tissimo Sacramento (per i più piccoli), dell’Immacolata e di san Giovanni Bosco (per i più grandi). Molto attivi furono il teatro e i gruppi sportivi. Durante le vacanze venivano organizzate gite e colonie estive. La casa di via Wroniecka doveva la sua efficacia formativa in gran parte al notevole numero di salesiani da cui era composta la comunità, tra i quali diversi erano giovani pieni d’entusiasmo per lo spirito e lo stile educativo di don Bosco. I giovani oratoriani appartenevano al gruppo dei cosiddetti “anziani” che aiutavano i salesiani nell’organizzazione delle attività dell’oratorio e nell’assistenza ai più piccoli. Nelle associazioni oratoriane ricoprivano l’incarico di presidenti. Il periodo dell’oratorio fu un’importante fase della loro crescita integrale: religiosa, sociale e culturale. La guerra e la resistenza Tutti i ragazzi dell’oratorio, inclusi i “Cinque di Poznan”, appartenevano alla prima generazione nata nella Polonia indipendente, formata molto patriotticamente attraverso l’opera di quasi tutte le istituzioni pubbliche polacche: la scuola, la Chiesa, l’esercito, lo scoutismo, i partiti politici più importanti, la stampa. La gioventù veniva educata al culto dell’amore per la Patria, dell’eroismo dei suoi antichi difensori, delle insurrezioni indipendentiste nazionali. Nell’oratorio i chierici e i ragazzi più grandi leggevano ai più giovani la trilogia di H. Sienkiewicz, romanzi storici popolarissimi, scritti, come disse l’autore, “per rincuorare la nazione” oppressa. I sentimenti patriottici s’intensificarono di fronte all’imminente minaccia della guerra. Edward Kazmierski annotò nel suo “Diario” alcuni avvenimenti politici internazionali – l’occupazione tedesca di Klaipeda [Memel] e della Cecoslovacchia, la nascita dello stato della Slovacchia, l’attacco italiano all’Albania, un discorso importante del Testimoni ministro degli affari esteri Józef Beck – e descrisse la propria partecipazione alla manifestazione antitedesca del 4 maggio 1939. Al momento dello scoppio della guerra i più grandi dei Cinque – Klinik, Józwiak e Kazmierski – avevano raggiunto l’età della leva. Poco prima avevano seguito un Corso Statale di Addestramento Militare di 1° grado. Dopo essersi arruolato nell’Esercito polacco, Czeslaw Józwiak partecipò alla difesa militare nel settembre 1939. Edward Kazmierski partecipò ad una manifestazione pubblica che invocava la difesa di Poznan, e più tardi marciò, insieme ad una colonna di volontari, da Poznan verso l’est per unirsi all’armata polacca, ma il gruppo si sciolse non avendo raggiunto l’obiettivo. Nei primi mesi dopo il rientro a Poznan, Czeslaw Józwiak si unì all’Organizzazione Nazionale di Combattimento. Aveva il compito di crearvi una sezione adibita alla ricognizione delle postazioni della Wehrmacht nel quartiere centrale di Poznan. Edward Klinik diventò suo vice. Józwiak accolse nella sua squadra gli altri compagni dell’oratorio, che giuraro- 22 La Nostra Voce - Settembre 2014 no fedeltà alla NOB. L’attività del gruppo iniziò nel gennaio e finì nel settembre 1940, quando furono tutti arrestati. Nella cospirazione i singoli membri del gruppo ebbero il compito di disegnare le planimetrie delle scuole del proprio vicinato in cui erano dislocate le unità tedesche, di distribuire il gazzettino “Polska Narodowa”, di raccogliere materiali sanitari e medicamenti e accertare gli indirizzi dei Volksdeutschen e dei tedeschi venuti a Poznan dai Paesi Baltici. Quando la chiesa e l’oratorio furono definitivamente chiusi dai tedeschi, i ragazzi continuarono a incontrarsi nelle case private e nella casa dei Fratelli del Cuore di Gesù. Di solito erano incontri di carattere amichevole e informale, ma vi furono anche quelli di preghiera, musicali e le serate patriottiche. Verso il patibolo Venerdì 21 settembre 1940 la Gestapo arrestò Edward Klinik, e il 23 settembre, nella tarda serata, gli altri ragazzi. Il primo luogo della detenzione fu la sede posnaniana della Gestapo. Testimoni Qui si svolsero i primi interrogatori, i più cruenti. Dopo 24 ore gli arrestati furono trasferiti al Fort VII, dove trascorsero il primo mese del loro lungo supplizio. Tutti, tranne Klinik, furono messi nella stessa cella, la n. 58. Il 14 ottobre 1940 furono trasferiti, insieme con altri prigionieri, nella prigione di via Mlynska, dove furono separati. Czeslaw Józwiak fu tormentato più degli altri carcerati, criminali comuni, forse perché figlio di un poliziotto. Verso la fine di quella detenzione dovette essere ricoverato in infermeria. Il 16 novembre 1940 tutti vennero trasportati in treno nella prigione di Wronki. Lì rimasero per cinque mesi, inizialmente in celle singole, soffrendo la fame e il freddo, lavorando a intrecciare spago e incollare sacchetti di carta. Il 23 aprile 1941 furono trasferiti nuovamente, questa volta nelle prigioni di Berlino. Józwiak, Kazmierski, Kesy e Klinik finirono nella prigione situata presso il tribunale, mentre Wojciechowski fu detenuto nel carcere di Spandau. Le condizioni della detenzione a Berlino furono migliori dal punto di vista dell’alloggio, dell’alimentazione e del trattamento, rispetto a quelle di Wronki. Su questo periodo sappiamo di più grazie alle missive clandestine scritte da Edward Kazmierski e Franciszek Kesy, trafugate all’esterno. Il 30 maggio 1942 i quattro detenuti di Neuköln furono spostati nel carcere preventivo di Zwickau, destinato a prigionieri politici. Nella seconda metà di giugno vi arrivò anche Wojciechowski. Il 3 agosto 1942 a Zwickau ebbe luogo una sessione del Tribunale Superiore Nazionale di Poznan in trasferta, durante la quale venne data lettura della sentenza, emessa due giorni prima, che condannava a morte tutti e cinque. Il 18 agosto i prigionieri furono trasferiti nel carcere di Dresda. Il 24 agosto 1942, tra le ore 20.00 e 21.00, la sentenza di morte fu eseguita e i condannati ghigliottinati nel cortile del carce- 23 La Nostra Voce - Settembre 2014 re situato nello stesso edificio del Tribunale Nazionale di Dresda, in Münchner Platz. I corpi furono sepolti nel cimitero cattolico di Bremerstrasse. I cinque giovani alunni salesiani di Poznan, prima della decapitazione, pregavano insieme in una cella del carcere. Un prigioniero più anziano li avvertiva del pericolo e chiedeva: «Sapete cosa vi aspetta?». In risposta udì: «Quello che ci aspetta lo sa solo Dio. In Lui riponiamo fiducia. Qualunque cosa accada, sarà la Sua volontà». «Arrivederci in cielo!» Nella chiesa di S. Maria Ausiliatrice di Poznan i cinque beati sono venerati come coloro che intercedono per i giovani allontanatisi da Dio e dalla Chiesa, impetrando per loro la grazia del ritorno alla fedeltà a Cristo. Le ultime lettere dalla prigionia, scritte prima dell’esecuzione, rivelano la profondità davvero sorprendente delle loro motivazioni religiose. Uno di loro, Czeslaw Józwiak, scrisse: «Proprio oggi, cioè il 24, giorno di Maria Ausiliatrice, mi tocca andarmene da questo mondo. So che Maria Ausiliatrice dei cristiani, che ho venerato per tutta la vita, mi impetrerà il perdono di Gesù. Mi sono appena confessato e tra poco riceverò nel mio cuore la santa Comunione. Alle 8.30, ovvero mezz’ora prima delle nove, lascerò questo mondo. Vi chiedo una cosa soltanto, non piangete, non vi disperate, non vi angosciate. Dio ha voluto così. Lo chiedo specialmente a Te, Mamma cara, offri il Tuo dolore alla Madre Addolorata, Lei allevierà la pena del Tuo cuore afflitto. Vi prego, se Vi ho mai offeso in qualche modo, perdonate la mia anima. Io pregherò Dio per Voi, perché Vi conceda la Sua benedizione e perché possiamo ancora, un giorno, rivederci tutti insieme in cielo. Arrivederci in cielo! – Vostro figlio e fratello Czeslaw». Pierluigi Cameroni Viaggio in Russia 24 La Nostra Voce - Settembre 2014 Quest’anno la meta del viaggio è stata la Russia landia. La città con circa 5 milioni di abitanti, è la cristiana. Ritrovo il 2 agosto all’alba per raggiunseconda di tutta la Russia per dimensioni e popogere l’aeroporto di Milano Malpensa in tempo utilazione nonché per il porto più importante, inoltre le per il check-in delle 7.00. Il cielo nero e la piogè una città federale. gia torrenziale lungo il percorso in pullman, faceFondata dallo Zar Pietro il Grande (1682-1725) vano presagire disagi a cui saremmo andati insul delta della Neva fu a lungo capitale dell’Impero contro. russo, sede della Corte degli Zar ed oggi è uno La prima tratta aerea Milano-Monaco, causa indei principali centri artistici e culturali d’Europa. E’ convenienti tecnici è riuscito a decollare con molconsiderata la metropoli più a nord del mondo. to ritardo solo alle 11.20 facendoci perdere la coinLa prima meta è stata la Chiesa cattolica di Santa cidenza Monaco-San Pietroburgo. Il gruppo si è Caterina di Alessandria che sorge sulla Prospetticosì ritrovato in aeroporto ad attendere il primo va Nevskij o Nevskij Prospekt, ossia “Viale volo utile per San Pietroburgo previsto per le 19.50. della Neva” dove abbiamo partecipato alla S. Stanchi e un po’ annoiati per via della durata del Messa domenicale. viaggio fatto di lunghe attese, arriviamo a San Il terreno su cui è stata costruita la chiesa è un Pietroburgo alle ore 2.00 ora locale (2 ore in più dono dello Zar Pietro il Grande. rispetto l’Italia per via dell’ora legale in corso). La visita è proseguita con la visita del “Campo di Ad attenderci Olga la nostra guida. Un pullman ci Marte”. Questo prato veniva utilizzato nel 18° seha accompagnati in hotel per rinfrescarci, dormicolo dai soldati come punto di ritrovo per riposo re e iniziare, dopo e festeggiamenti. poche ore di sonno, Caterina II ha trasforChiesa Salvatore Sangue Versato la nostra prima giormato il parco rennata a San dendolo rettangolaPietroburgo. Olga ci re e tracciando dei spiega che San lunghi sentieri pedoPietroburgo sorge nali. Nel 1917 vensulle rive del fiume ne scelto come luoNeva, che a sua volgo di sepoltura per ta sfocia nel Mar gli eroi della RivoluBaltico ed include zione e nel 1919 anche molte isole, dove venne deposicirca 42. tata una lapide di La città di San Piegranito rosso in loro troburgo è situata ai onore. confini con la FinDal 1957 al centro landia e l’Estonia, brucia una fiamma sulla riva più orieneterna. In lontanantale del Golfo di Finza si vedono le ca- Viaggio in Russia 25 La Nostra Voce - Settembre 2014 Ermitage ratteristiche cupole della Chiesa sul Sangue Versua finestra sull’Europa”. La visita prosegue con il sato e il ponte sulla Neva. Si narra che Pietro il Parco Inferiore che si estende tra il Mar Baltico ed Grande posò la prima pietra per fondare San il Grande Palazzo su una superficie di oltre 100 Pietroburgo proprio ai piedi del ponte. ettari. Il parco è famoso per il più grande sistema Successiva meta è il Museo dell’Ermitage. Il mudi fontane, circa 140 tutte perfettamente dorate in seo è uno dei più grandi della Russia. La sua colstile barocco che incorniciano il palazzo e degralezione è composta da circa 3 milioni di capoladano verso il Golfo di Finlandia. vori autentici esposti in cinque palazzi risalenti ad Ci sono tre cascate principali. La principale è detepoche diverse, collegati tra di loro da gallerie. Il ta “Grand Cascade” caratterizzata da una impomuseo fu fondato nel 1764. I cinque edifici che lo nente statua dorata di Sansone con un leone. Di compongono sono: il Palazzo d’Inverno, il Piccolo grande suggestione anche la fontana denominaErmitage, il Vecchio Ermitage, il Nuovo Ermitage ta “il Sole”. E’ formata da una vasca che irradia e il Teatro dell’Ermitage. getti d’acqua che danno l’impressione di essere Poco prima della pausa pranzo Olga ci accomveri e propri raggi di sole. Il centro della fontana pagna a vedere la chiesa del Salvatore sul Sanruota su un’asse verticale in modo che la direziogue Versato. Fu eretta sul luogo dove venne uccine del sole cambi continuamente. La passeggiaso lo zar Alessandro II di Russia, vittima di un atta in questo parco meraviglioso rinfranca tutti i tentato nell’anno 1881. Dopo la pausa pranzo riprendiamo le visite in altre zone della città. Visitiamo Peterhof la “Versailles russa” o capitale delle Fontane, residenza estiva di Pietro il Grande sul golfo di Helsinki. E’ la tenuta più famosa e spettacolare, ricca di palazzi, di fontane e di parchi. E’ stata la residenza estiva preferita di Pietro il Grande e per un lungo periodo fu anche la residenza ufficiale della dinastia Parco inferiore Peterhof Romanov, Pietro la definiva “la Viaggio in Russia partecipanti. Lungo il percorso alcuni membri del gruppo fanno un piacevole incontro con uno scoiattolo molto socievole che vive nel parco. A fine giornata facciamo rientro in hotel per la cena ed un meritato riposo. Il giorno successivo, dopo una ricca colazione, abbiamo assistito alla messa in seminario e poi, sempre accompagnati da Olga, siamo andati in giro per la città. Una prima sosta ha permesso di vedere la Piazza di Sant’Isacco su cui si affaccia l’omonima cattedrale. La cattedrale di S. Isacco è la seconda chiesa ortodossa orientale più alta dopo la cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. La sua altezza è di circa 101 m, la cupola ha un peso di 300.000 tonnellate. Sulla piazza si affaccia anche la dimora dello scrittore e filosofo russo Dostoevskij dove scrisse “Le notti bianche”. Dopo la sosta per le fotografie di rito, siamo partiti alla volta della residenza estiva di Caterina I nel villaggio di Pushkin, conosciuto come Palazzo Pushkin. Questo Palazzo è famoso per la “Camera d’ambra”. E’ una stanza le cui pareti sono completamente rivestite da pannelli decorati con ben sei tonnellate d’ambra, oltre a foglie d’oro e specchi. E’ stata spesso definita l’ottava “Meraviglia del Mondo”. L’affluenza di visitatori è così alta che l’accesso alla Camera è consentito a gruppi ristretti e per un limitato periodo di tempo. Nell’attesa abbiamo visitato il parco e i laghetti artificiali che circondano la costruzione ammirando la moltitudine di fiori e piante e la loro perfetta simmetria. Attraversando i giardini Olga ci ha svelato la leggenda di Anastasia Romanov. Anastasia era la quarta figlia di Nicola II (ultimo zar di Russia) e Alessandra. La famiglia Romanov venne assassinata dal primo all’ultimo componente durante la rivoluzione di Febbraio con l’avvento della prima guerra mondiale. La leggenda che Anastasia fosse sopravvissuta al massacro è completamente falsa, in quanto durante il periodo che va dal 1991 al 2008, dopo il ritrovamento dei primi sette corpi dei Romanov incluso quello di Anastasia, si succedette il ritrovamento dei resti di Maria e Alessio. Vennero sepolti i resti di tutta la 26 La Nostra Voce - Settembre 2014 famiglia nella Cattedrale di S. Pietro e Paolo all’interno della fortezza a San Pietroburgo, a loro è dedicata un’apposita cappella. Nel pomeriggio abbiamo proseguito la visita con la Fortezza di Pietro e Paolo. Venne edificata per ordine di Pietro il Grande a partire dal 1703. Questa si estende sull’isola delle lepri, affacciata sul fiume Neva. Al suo interno si trovano: la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, il Mausoleo dei Granduchi, il Museo storico di San Pietroburgo e il Museo dello spazio e della tecnologia missilistica. Ormeggiato sul fiume Neva nei pressi della fortezza c’è l’incrociatore Aurora, oggi destinato a museo galleggiante. Passò alla storia perché nell’anno 1917 durante la rivoluzione di Ottobre, l’incrociatore sparò il colpo che diede il segnale per la conquista del Palazzo d’Inverno. Siamo poi rientrati in hotel per prepararci a trascorrere la serata presso un tipico ristorante russo per consumare la cena accompagnato da uno spettacolo con cori russi. Il giorno successivo, ultimo giorno di permanenza a San Pietroburgo, dopo aver assistito alla funzione nella chiesa di S. Caterina, abbiamo visitato la Piazza del Cavaliere di Ferro, monumentale statua equestre in bronzo dedicata a Pietro il Grande. Piacevole l’esperienza della navigazione lungo i principali canali che attraversano la città. Dalla nave abbiamo potuto ammirare la residenza di rappresentanza del Presidente, l’incrociatore Aurora, il collegio dei giovani marinai, la Fortezza e navigare sul fiume Neva. Il fascino di questa città ti avvolge, è la San Pietroburgo che hai sempre sognato, quella vista, amata e ammirata sui libri, cartoline, riviste, in Tv o al cinema. Le grandi residenze degli Zar e i fastosi palazzi nobiliari; le chiese che innalzano al cielo le loro ardite guglie dorate; il placido scorrere della Neva; il viale infinito della Prospettiva Nevskij tutto racconta il mito di una città tra le più belle del mondo. L’atmosfera che si respira ti fa sentire a casa, in fondo San Pietroburgo è la più occidentale tra tutte le città dell’ex impero sovietico. Nel pomeriggio ci siamo trasferiti alla stazione ferroviaria per partire alla volta della capitale: Mo- Viaggio in Russia sca. Abbiamo salutato Olga la nostra guida con grande affetto. La capitale ci è apparsa da subito grande, mastodontica, un autentico gigante. La prima cosa che colpisce il visitatore sono le strade, enormi, le scie luminose tracciate dalle macchine in transito sembrano serpenti pieni di luci, il traffico è congestionato. Strade enormi appunto, fino a sei corsie per senso di marcia piene di macchine… e che macchine! Ad attenderci in stazione c’è Dimitri la nostra guida russa a Mosca. Dimitri ci spiega che i moscoviti sono circa 15 milioni tra residenti regolari e clandestini, il territorio urbano è vastissimo. Basti pensare che per andare da ovest a est di Mosca si devono percorre circa 29 km e per andare da nord a sud circa 40 km. La capitale è un nodo centrale nel trasporto. Comprende 11 ferrovie, 3 porti fluviali, 4 aeroporti civili ed un sistema di metropolitana che si snoda per 220 km di lunghezza con 161 stazioni. Mosca è una città dai forti contrasti: ad alcuni può apparire triste o addirittura tetra, per altri interessante e vivace. I grandi monasteri che documentano la sua cultura antichissima sono quasi soffocati dai palazzi ultramoderni sorti grazie ad un’economia multinazionale in forte espansione, mentre la popolazione si divide tra una parte decisamente avviata verso uno stile di vita caratterizzato dal benessere occidentale ed una larga fetta di poveri che vivono con redditi ai limiti della sussistenza e che non di rado sono costretti a mendicare. Mosca si presenta con questo volto al turista, un volto capace di affascinare e di rappresentare il nuovo corso della nazione, la modernità e lo sviluppo. Questo apparire, purtroppo, porta con sé gravi problemi e forti contraddizioni. Il giorno successivo ci addentriamo nel centro di Mosca. Prima tappa il Cremlino. Il Cremlino è una cittadella fortificata posta nel centro geografico della città. E’ sito sulla riva sinistra del fiume Moskova. E’ sede delle istituzioni governative nazionali della Russia. La parte orientale del Cremlino si affaccia sulla famosa Piazza Rossa: 74.000 mq circa di superficie. 27 La Nostra Voce - Settembre 2014 La visita del Cremlino è partita dalla “piazza delle chiese” il suo cuore. E’ un angolo di paradiso questa piazza. Il sole fa sfavillare gli ori di moltissime cupole. Ci si ferma estasiati, come in una piazza rinascimentale fiorentina intrisa di arte e poesia. Vi aleggia un clima religioso che non fa pensare affatto di essere in quello che fu il centro della teorizzazione più enfatizzata dell’ateismo. Questa piazza prende il nome dalle chiese che vi sorgono, la cattedrale della Dormizione, la cattedrale dell’Arcangelo Gabriele e la cattedrale dell’Annunciazione, il palazzo Sfaccettato, la chiesa della Deposizione della Veste, la chiesa dei Dodici Apostoli ed il campanile di Ivan il Grande... La piazza nei secoli è stata il luogo delle incoronazioni solenni e dei cortei funebri di tutti gli zar russi, dei patriarchi e dei granduchi di Moscovia. Sorgono tutte chiese ortodosse affrescate con iconografie particolari. Nel percorso guidato è stato possibile vedere da vicino la “Zarina delle campane”, alta 6 m e il cui peso è di 200 t, è la più grande di tutte le campane del mondo, che paradossalmente non suonò mai così come lo “Zar dei cannoni” anch’esso mai utilizzato. Il cinquecentesco cannone pesa 40 t ed è considerato il più grande mai costruito ed ideato per quel periodo. Incuriosisce la posizione di questo cannone, la cui bocca è rivolta verso il palazzo del governo e più precisamente verso la sede dell’ufficio presidenziale… Dopo la visita alle chiese ed aver ammirato le cupole dorate che le sovrastano, accompagnati da Dimitri visitiamo il palazzo dell’Armeria ed il relativo museo. All’interno del museo è possibile ammirare armi storiche, pregiati gioielli, insegne reali e pezzi esclusivi di artigianato in oro e argento, risalenti all’arco di tempo tra i secoli XIII e XIX. All’interno è allestita anche la mostra permanente del “Fondo dei Diamanti” dove sono esposti pezzi pregiati di gioielleria artigianale, reliquie degli zar e rare gemme preziose. Il monumento che più ci ha colpito è stata la Cattedrale ortodossa di San Basilio, un vero gioiello che adorna la Piazza Rossa. La cattedrale venne costruita per volontà di Ivan il Terribile per comme- Viaggio in Russia 28 La Nostra Voce - Settembre 2014 morare la Zar dei cannoni presa di Kazan ed Astrachan. Recentemente è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. La leggenda narra che lo zar, quando ha visto la cattedrale comzo al traffico aumentando progressivamente la vepleta, ha ordilocità. La velocità era davvero elevata, tanto da nato di rensembrare di essere in pieno svolgimento di un der ciechi gli Ivan il terribile gran premio di formula uno!!! architetti per Il giorno dopo abbiamo visitato alcune stazioni impedir loro della Metropolitana. L’impressione che trasmesdi costruire saci è che è pulita, efficiente. Sulle guide turistiche altrove una cattedrale dalla bellezza simile. L’efè nota per la ricca realizzazione di alcune staziofetto che l’edificio trasmette è a dir poco fiabesco ni, che recano esempi dell’arte del realismo soquasi irreale. cialista. Le stazioni sono alte, spaziose e ben illuUn’altra grande emozione che abbiamo provato in questa giornata appassionante, è stato passeggiare sulla Piazza Rossa. Nel nostro immaginario questa piazza è sempre stata teatro di grandi rivoluzioni, parate militari, una piazza chiusa a tanti ed ora accessibile anche per noi “occidentali”. Non a caso i Moscoviti la ritengono il “centro del loro mondo” ed effettivamente dalla magnificenza che traspare si è portati a pensare ciò, anche se non sei un Moscovita!!!. Alla sera abbiamo assistito allo spettacolo “Russian National Dance ShowKostroma” tipico folklore russo dedicato alla storia della Russia dalla sua nascita ad oggi. Avventuroso è stato arrivare al locale!!! Eravamo in ritardo per colpa di un incidente per strada, e quando questa si è liberata, l’autista ha iniSan Basilio ziato a zigzagare con il pullman in mez- Viaggio in Russia minate. I tunnel e le piattaforme sono tra i più larghi fra quelli finora realizzati nel mondo. Abbiamo visto le stazioni di: Kropotkinskaja (pavimento in granito rosa e grigio e colonne esagonali in marmo grigio chiaro), Belorusskaja (motivi a rilievo ispirati al popolo ucraino), Novokuzneckaja (bassorilievi che celebrano la gloria degli eroi russi e dei soldati sovietici), Kurskaja e Novoslobodskaja (pannello decorativo Pace in tutto il mondo). Proseguendo nel giro abbiamo visitato il Monastero delle Vergini (convento di Novodevicij) e la Galleria Tret’jakovskaja museo contenente la più imponente raccolta di icone russe. Girando col pullman per le vie di Mosca non si può non notare edifici imponenti, tendenti a uno stile gotico-modernista, che si incontrano in diversi punti della città. Si tratta delle cosiddette “Sette sorelle “ edifici voluti da Stalin per dare un tocco di modernità alla città in occasione dell’ottocentesimo anniversario della fondazione di Mosca (1947). Si dice che siano state volute per emulare i grattacieli americani, volgarmente vengono descritti come “i sette denti di Stalin”. Una spiegazione più misteriosa narra che Stalin avesse una terribile paura della morte ed aspirasse all’immortalità. Riteneva che le foto potessero colpirlo con malefici, per cui evitava di farsi fotografare. Stalin prima di prendere decisioni importanti consultava la sua astrologa personale. Fu infatti lei che consigliò la costruzione dei sette palazzi per creare un campo energetico che convergesse verso l’ottavo palazzo “palazzo del Soviet” e lo proteggesse da influssi malefici. Per costruire quest’ultimo Stalin diede ordine di far “saltare” la Monastero delle Vergini 29 La Nostra Voce - Settembre 2014 Chiesa di Cristo Salvatore, ma non ottenne il suo scopo perché morì e la chiesa venne in seguito ricostruita. Il Monastero delle Vergini o convento di Novodevicij. Era un monastero femminile noto per dar rifugio a molte donne delle famiglie imperiali russe e della famiglia dei Boiardi, che venivano spesso obbligate a prendere i voti, come capitò ad esempio alla moglie di Fedor I, Irina Gudonova, a Sofia Romanova (sorella di Pietro il Grande) e a Eudoxia Lopukhina (prima moglie di Pietro il Grande). La struttura più antica del convento è la cattedrale a cinque cupole dedicata a Nostra Signora di Smolensk. All’interno si trova la più bella iconostasi di tutte le chiese della capitale. Fu Sofia a volere così ed è un vero capolavoro costituito da una serie di cinque file di icone, incastonate in una cornice di legno intagliato e stucchi. La più importante è quella della Vergine di Smolensk detta anche Vergine della dolcezza, che dà il nome alla chiesa. Fu poi la stessa Sofia ad essere imprigionata in questo stesso monastero per volere di suo fratello Pietro il Grande. Immancabile il “Mosca by night” dove abbiamo potuto ammirare le “fontane rosse di Mosca” che simboleggiano tutti i caduti nella rivoluzione; il lago che ispirò Cajkovskij, che compose il lago dei cigni, ed infine la Piazza Rossa per poter ammirare i giochi di luce sui vari monumenti. Una curiosità: come a Milano si sosta in Galleria Vittorio Emanuele presso il mosaico del Toro per “buona fortuna”, anche nel “centro di Mosca” detto punto zero si fa sosta davanti alla Porta della Resurrezione, in un punto che collega la Piazza Rossa alla Piaz- Teatro Bolshoi Viaggio in Russia za Manezhnaya affiancato al Museo statale di storia e al vecchio Municipio di Mosca. Abbiamo visto persone che si posizionavano sulla placca in ottone (che simboleggia il punto zero), esprimevano un desiderio e lanciavano una monetina. Tutto estremamente suggestivo e romantico… Il giorno dopo abbiamo visitato Sergiev Posad. La città dista circa 70 km da Mosca. Nel raggiungerla, abbiamo attraversato la città di Korolev, famosa per opera di Sergej Korolëv, pioniere dell’industria aerospaziale sovietica. Nel 1996 la città venne dedicata al suo fondatore. Abbiamo attraversato ampie distese di boschi, intervallate da piccole zone dove si vedevano le famose “Dacie Russe”. Dacia russa è un’abitazione o residenza sita in campagna, di solito ne sono proprietari gli abitanti delle grandi città che la usano per trascorrervi le vacanze o per affittarle ad altri villeggianti. Le dacie sono molto comuni in Russia e sono altresì molto diffuse in alcune repubbliche dell’ex Unione sovietica. Differiscono dalle “Isbe russe” tipiche abitazioni rurali, a uno o due piani, interamente costruite di tavole di legno e di tronchi d’albero, abitate tutto l’anno, di solito da contadini, in russo chiamati mužik. Sergiev Posad è conosciuta soprattutto per il Monastero della Trinità di San Sergio. Rappresenta il più importante monastero (lavra) e centro spirituale della Chiesa ortodossa russa ed è meta di pellegrinaggio da tutti gli angoli della grande Russia. Venne costruito nel XIV secolo e poi modificato e arricchito in più periodi. Al suo interno si trovano la cattedrale della Trinità e la cattedrale dell’Assunzione; fa parte dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Monastero maschile tuttora abitato da circa 300 monaci. Residenza dell’attuale patriarca ortodosso, priore del monastero. All’interno di questo complesso vi sono tre scuole: la scuola dei cori, la scuola delle icone e l’accademia e seminario degli ortodossi. Questa città fa parte dell’anello d’oro di antiche città russe che circondano Mosca. All’interno del Monastero della Trinità di San Sergio vi sono molte attrazioni, le più visitate delle quali sono la Cattedrale dell’Assunzione, la Catte- 30 La Nostra Voce - Settembre 2014 drale della Trinità e il Refettorio di San Sergio. Ci sono molte altre chiese, un palazzo che ospita gli appartamenti degli zar e il refettorio, dedicato a San Sergio. È particolare il campanile, dagli esterni molto decorati, intonacati in azzurro e in bianco. E’ il più alto di tutta la Russia, infatti supera di 7 m il campanile del Cremlino, per un’altezza totale di 88 m. Ricordiamo che San Sergio è il patrono di Mosca e San Giorgio il patrono di tutta la Russia. L’ultimo pomeriggio è stato dedicato agli acquisti nella vecchia via Arbat, strada pedonale sita nel centro storico di Mosca; piena di bancarelle e case di scrittori, bar famosi come “l’Hard Rock Cafè” e ristoranti come Kruzhka, Praim e Mu-Mu. La visita in Russia è stata ricchissima: abbiamo percorso le strade di famosi personaggi russi: Puskin, Gogol, Tolstoj, Dostoevskij, Zar, Zarine e visto le loro case, i palazzi, i monumenti a loro dedicati. Abbiamo “vissuto” con la mente con il cuore i loro racconti, le loro vicissitudini, le loro traversie. Molta strada abbiamo percorso e molti luoghi abbiamo visitato a testimonianza che la Russia è un paese immenso, ricco di opere e di storia che vale la pena visitare. Visitare luoghi nuovi, approcciare nuove culture, ha permesso di accresce ulteriormente le nostre conoscenze, aprendo le nostre menti a scelte più consapevoli. E’ con molto dispiacere che il giorno dopo abbiamo lasciato questo splendido paese per fare ritorno in Italia. Ringraziamo tutti quelli che hanno partecipato attivamente alla realizzazione di questo viaggio dandoci l’opportunità di visitare un paese dalle molte facce e dalle molte contraddizioni, che rimane sempre interessante stimolante e tutto da vivere. Le genti che lo abitano, il clima così variabile, la sua vastità che è possibile misurare grazie ai suoi numerosi fusi orari... Paese attraversato da opere di collegamento immense per poterlo unire geograficamente da un capo all’altro, da una così vasta nazione... al resto del mondo. Do svidaniya Russia! Vittoria Sommariva Riflessione L’anomalia meteo di quest’estate è davvero sorprendente. Balzi, ribaltoni e sobbalzi termici la rendono unica. Il clima dall’umore tanto volubile quanto imprevedibile, fa pensare che pure il tempo, al pari di tanti benemeriti politici, abbia perso la bussola e non riesca più a orientarsi per trovare la giusta rotta di navigazione. A questi capricci atmosferici, dispettosi e violenti, si è quasi tentati, dovendo uscire da casa, di portarsi appresso un trolley stipato con indumenti estivo-invernali che, per evitare bronchiti inattese e code interminabili nell’atrio del Pronto Soccorso, ci metteremo addosso sotto il primo portico incontrato, al riparo da sguardi indiscreti. E magari, per non insospettire qualcuno che non siamo riusciti a schivare, mentre ci togliamo i pantaloncini estivi per sostituirli con jeans di velluto, potremmo fingere, con gli occhi puntati al cielo, di fischiettare un motivetto e dare l’impressione che cambiarsi per strada, sia la cosa più normale di questo mondo. Al clima temperato cui eravamo abituati, in alcune settimane di quest’estate la cui temperatura scendeva di botto a sfiorare i quindici gradi, al posto del bicchierino fresco, invitante e gustoso di Estathè che il caldo estivo ci obbligava a degustare, avremmo potuto sostituirlo in tutta tranquillità, con un altro di grappa alla ruta per riscaldarci un poco. E così, anche le condizioni atmosferiche si adeguano all’attuale epoca che fa parlare di sé, per il modo in cui l’apparenza e la concorrenza fanno della propria immagine uno stile di vita esclusivo, maniacale. Si ha l’impressione, allora, di abitare in un mondo fittizio in cui i nostri desideri sono plasmati dalla pubblicità e i consumi dipendessero dallo sguardo del vicino e dal modo di pensare da ciò che ascoltiamo alla TV. E un rimedio a tutti questi imbrogli, forse posso evitarlo chiudendo gli occhi davanti a quello che non voglio vedere, ma non posso chiudere anche il cuore davanti a quello che non voglio sentire. 31 La Nostra Voce - Settembre 2014 Probabilmente, dove altri vedono chiusura e solitudine, io vi attingo istinto di sopravvivenza che va arricchendosi della convinzione che nella vita, avere poco da perdere, sia la cosa migliore. Adeguo di continuo i sentimenti all’ambiente circostante, ho riguardo per gli affetti, m’infilo nelle decine di piccoli ruoli quotidiani, faccio l’equilibrista, ragiono, soppeso, il tutto per evitare di danneggiare la struttura portante, dal momento che ne sono parte integrante. Sì, è vero, e ammetterlo non mi costa nulla, sono fatto piuttosto male perché devo immaginare sempre il peggio per sviluppare gli anticorpi con cui affrontarlo qualora si dimostrasse reale. E, come una sorta di una piccola enclave nell’enclave del mio mondo, racchiuso e protetto, vedo scorrere la vita senza mai farne realmente parte, e la percezione di trovarmi fuori posto, ora che il giorno comincia a declinare, si fa davvero prepotente. S’insinua negli anfratti della memoria la cui capacità di tirare a sorte i frammenti del passato e farli riemergere, è davvero crudele, spingendosi fino a ripescare quel pensiero che ormai è certezza assoluta: tutto ciò che ho perso, non lo riavrò mai più. Ed è allora che mi prende la paura di trovarmi alla deriva, dominato dall’incapacità di non controllare più niente, per assaporare, infine, il disgusto di vivere in un mondo senza pietà, capace solo di stroncare i più deboli e i meno protetti. A un costante impegno per tenere occupata una mente sempre affamata di tempo e quindi lasciare poco spazio per il dolore, si contrappone il peso degli anni, ciascuno ben determinato a lasciare il proprio segno sull’aspetto, che mi sorride con l’aria benevola di un’infermiera al trentesimo anno di servizio e che odia il proprio lavoro. Pertanto, non c’è da stupirsi se qualcuno, a un “al di qua” sempre più incerto, sempre più brutto e meno ospitale, preferisca, anticipando il destino, trasferire la propria residenza “nell’aldilà”. Bassano, Nino, Fusari Statistiche 2013/2014 32 La Nostra Voce - Settembre 2014 Statistiche rilevate dopo la visita del Parroco alle famiglie Parrocchia SANTA FRANCESCA SAVERIO CABRINI Codogno STATISTICHE ANAGRAFICHE Abitanti Uomini Coniugati Vedovi Celibi maggiorenni Nati Defunti Minorenni maschi Infanti (pre scuola) Studenti Disoccupati 1328 638 629 19 182 4 10 80 30 69 28 Famiglie Donne Separati o divorziati Vedove Nubili maggiorenni Nate Defunte Minorenni femmine Freq. scuola d’obbligo Universitari Età media 594 690 55 142 107 2 4 70 72 33 49,97 FASCE D’ETA’ Donne Uomini 0-9 27 42 10-19 52 55 20-29 52 64 30-39 61 58 40-49 100 106 50-59 109 107 60-69 78 83 70-79 131 77 >79 80 46 Statistiche 2013/2014 33 La Nostra Voce - Settembre 2014 Parrocchia SANTA FRANCESCA SAVERIO CABRINI Codogno Statistiche 2013/2014 34 La Nostra Voce - Settembre 2014 Parrocchia ASSUNZIONE BEATA VERGINE MARIA Triulza di Codogno STATISTICHE ANAGRAFICHE Abitanti Uomini Coniugati Vedovi Celibi maggiorenni Nati Defunti Minorenni maschi Infanti (pre scuola) Studenti Disoccupati 378 196 182 3 52 2 0 35 12 25 4 Famiglie Donne Separati o divorziati Vedove Nubili maggiorenni Nate Defunte Minorenni femmine Freq. scuola d’obbligo Universitari Età media 158 182 15 19 34 2 1 24 28 8 44,38 FASCE D’ETA’ Donne Uomini 0-9 9 15 10-19 19 24 20-29 11 20 30-39 29 24 40-49 33 30 50-59 27 34 60-69 26 28 70-79 16 13 >79 12 8 Statistiche 2013/2014 35 La Nostra Voce - Settembre 2014 Parrocchia ASSUNZIONE BEATA VERGINE MARIA Triulza di Codogno Sacramenti 36 La Nostra Voce - Settembre 2014 Prima Confessione Prima Comunione S. Cresima I Doni dello Spirito Santo Note di Vita Parrocchiale Parroco tel. 430244 - tel. 33949 N O T E 37 La Nostra Voce - Settembre 2014 P A R R O C C H I A L I Parrocchia S. FRANCESCA CABRINI BATTESIMO: Domenica 31 Agosto, il nostro Diacono Don Alessandro ha amministrato, per la prima volta, il Battesimo al piccolo ANDREA FERRARI ai genitori le più vive felicitazioni da parte della Comunità Parrocchiale e per il neo-battezzato la preghiera al Signore perchè possa crescere in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. DEFUNTI: Nei mesi estivi, sono tornati alla Casa del Padre ANGELA MONTICELLI (ANNI 84) GIOVANNA FOLLI (anni 101) ai familiari la partecipazione da parte della Comunità al loro dolore ed ai defunti la preghiera del suffragio. MARTEDI 16: ORE 21,00 - ADORAZIONE EUCARISTICA E SANTE CONFESSIONI ci prepariamo all'Apertura del nuovo Anno Pastorale diponendo i nostri cuori e le nostre menti ad accogliere il dono del Signore MERCOLEDI 17 PELLEGRINAGGIO MARIANO AL SANTUARIO DELLA MADONNA DEI CAPPUCCINI - IN CASALPUSTERLENGO Si terrà Mercoledi 17 Settembre con partenza davanti alla Parrocchia in pullman alle ore 20.15, PRENOTARSI PRESSO LA SAGRESTIA VERSANDO LA QUOTA DI Euro 5,00 N.B.: L'arrivo a Casalpusterlengo sarà davanti all'Ospedale (tempo permettendo), quindi proseguiremo processionalmente verso il Santuario. E' sempre bene che la partenza sia effettuata insieme, anche per chi partecipa con i mezzi propri. Per chi è impossibilitato di fare il tratto a piedi, può giungere con il pullman davanti al Santuario. Note di Vita Parrocchiale 38 La Nostra Voce - Settembre 2014 DOMENICA 21 APERTURA ANNO PASTORALE PROGRAMMA: Ore 10.30 - Canto Solenne delle Lodi Ore 11.00 - S. Messa Solenne Ore 15.30 - Iscrizione Anno Catechistico 2014/2015 da parte dei genitori Ricordo ai genitori interessati che come primi responsabili dei propri figli sono chiamati a compiere questo gesto personalmente, come segno di condivisione e collaborazione all'opera educativa della Parrocchia. PESCA DI BENEFICENZA Sempre in occasione dell'inizio del Nuovo Anno Pastorale verrà allestita una Pesca di Beneficenza, il ricavato, grazie alla vostra generosità, servirà per sostenere l'aspetto economico della Parrocchia. LA PESCA APRIRA' NEI GIORNI PROSSIMI DELL'APERTURA DELL'ANNO PASTORALE AVVISO AI LETTORI Da questo numero è possibile rinnovare o sottoscrivere l'abbonamento al nostro mensile Parrocchiale: LA NOSTRA VOCE. Il costo di ogni singola copia è di Euro 3,00, l'abbonamento per 11 numeri è di Euro 18.00 anziché di Euro 33.00. Ricordiamo che abbonarsi al giornale è sempre un segno di interesse e partecipazione alla vita della Comunità ed inoltre è conveniente non solo per il risparmio sul prezzo di copertina, ma anche perché assicura la consegna del giornale ogni mese nella propria casa. Chi fosse interessato può rivolgersi direttamente agli incaricati della distribuzione. DOMENICA 5 OTTOBRE MEMORIA SOLENNE DELLA BEATA VERGINE MARIA DEL S. ROSARIO - Ore 11,00 - S. Messa Solenne e presentazione dei Catechisti alla Comunità - Ore 15,00 - Canto del Vespero Solenne e Processione con la statua della Beata Vergine (Le vie del passaggio verranno comunicate con gli avvisi in Chiesa) Note di Vita Parrocchiale 39 La Nostra Voce - Settembre 2014 SABATO 20 SETTEMBRE - ORE 21.00 Il Gruppo Teatrale "QUEI DE VORI" presenterà la Commedia: "CATANAI E MATRIMONI" a cura dei ragazzi/e dell'Oratoroio di ORIO LITTA PRESSO IL NOSTRO SALONE TEATRO Note di Vita Parrocchiale 40 La Nostra Voce - Settembre 2014 OFFERTE MESI DI LUGLIO E AGOSTO Per la Chiesa N.N. €. 50,00 - N.N. €. 50,00 - N.N. €. 10,00 - Funerale (Monticelli) €. 200,00 Battesimo €. 30,00 - ad onore Madonna: N.N. €. 10,00 - N.N. €. 10,00 - N.N. €. 30,00 - N.N. €. 50,00 - ad onore S. Cabrini: N.N. €. 10,00 - N.N. €. 50,00 LUGLIO AGOSTO Lampada SS. Sacramento Anna Cibra N.N. N.N. €. €. €. €. 5,00 5,00 5,00 10,00 €. €. 5,00 5,00 Incaricati Vie: Papa Giovanni, De Gasperi Passerini (Medaglia) Kennedy Scala O (Cappelletti) Scala N (Marzi M.) Scala T (N.N.) Scale V (N.N.) €. €. €. €. €. €. €. 20,00 20,00 40,00 10,00 10,00 6,00 15,00 €. €. €. €. €. €. €. 10,00 20,00 40,00 10,00 10,00 6,00 20,00 Varie: Giornale "La Nostra Voce" Vendita Miele Banca Centro Padana €. €. €. 3,00 63,00 700,00 Cassa Ufficio Defunti: €. 17,40 €. 28,50 Fiori per Altare: Gruppo donne €. 133,00 €. 133,00 Lampada tomba Don Ennio: Marignani Amalia €. €. 5,00 5,00 €. €. 5,00 5,00 Sante Messe 41 La Nostra Voce - Settembre 2014 SANTE MESSE DI SETTEMBRE 1 Ln def.ti Egidio BIANCHI e fam.e UGGERI - BIANCHI 2 Mt def.ti Emiliano, Angelo e Franca 3 Mc def.to Ernesto PIFFERI 4 Gv UFFICIO PER TUTTI I DEFUNTI DELLA PARROCCHIA 5 Vn PRIMO VENERDI’ DEL MESE Ore 16:00 - Adorazione Eucaristica 17:00 - Canto del Vespero e Benedizione Eucaristica 17:30 - def.to Mario SPEDINI 6 Sb def.to Giuseppe BRUSCHI 7 DO Ore 8:00 - per intenzione 11:00 - def.te sorelle MONTICELLI 8 Ln def.ti cg. Antonia e Giuseppe ZAMMATI 9 Mt def.ti fam.e COMIZZOLI - SUSANI 10 Mc def.to Sac. SEVERGNINI don Arnaldo 11 Gv def.to Luigi PODINI 12 Vn def.ta Maria 13 Sb def.ta Maria VERRILLO 14 DO Ore 8:00 - Pro Populo 11:00 - def.to Tonino TAGLIAFERRI 15 Ln per intenzione 16 Mt per intenzione 17 Mc def.ti cg. Giuseppina e Renzo ABBA’ 18 Gv def.to Livio FERRO 19 Vn def.ti Lucia e Alessandro TAVAZZI 20 Sb def.ti Teresa CODECA’ e familiari Sante Messe 42 La Nostra Voce - Settembre 2014 21 DO Ore 8:00 - def.ti fam.e CIBRA - STOPPINI ed Elvira e Fernando 11:00 - def.to Gianni BIGNAMI 22 Ln Pro Populo 23 Mt def.ti Giovanni e fam. LONGARI 24 Mc def.to Umberto CIPOLLA 25 Gv def.ti cg. Giovanna e Alessandro SCALMANI 26 Vn def.ti cg. Paola e Gherardo 27 Sb def.ti Laura, Adalberto e Giuseppe 28 DO Ore 8:00 - def.to Costante GEROLI 11:00 - def.to Angelo PETTINARI 29 Ln Pro Populo 30 Mt def.ti Santina GRECCHI, Giovanni BRUSCHI SANTE MESSE DI OTTOBRE 1 Mc def.to Luigi POLLEDRI 2 Gv UFFICIO PER TUTTI I DEFUNTI DELLA PARROCCHIA 3 Vn PRIMO VENERDI’ DEL MESE Ore 16:00 17:00 17:30 21:00 4 Sb - Adorazione Eucaristica - Canto del Vespero e Benedizione Eucaristica - def.ti fam.e SBARSI - CAPPELLETTI - Adorazione Eucaristica def.to Francesco GRECCHI Note di Vita Parrocchiale - Triulza 43 La Nostra Voce - Settembre 2014 Casa Parrocchiale - Custode tel. 33949 N O T E P A R R O C C H I A L I Parrocchia ASSUNZIONE B.V. MARIA DEFUNTO: Nel mese di Agosto a Piacenza, è tornato alla Casa del Padre ANTONIO LOMBARDELLI La Comunità Parrocchiale unita al Parroco, porge le più sentite condoglianze a Sergio, fratello del defunto, raccomandando la sua anima alla Misericordia del Signore ed ai familiari la preghiera del suffragio. MERCOLEDI 17 PELLEGRINAGGIO MARIANO AL SANTUARIO DELLA MADONNA DEI CAPPUCCINI IN CASALPUSTERLENGO Si terrà Mercoledi 17 Settembre con partenza davanti alla Parrocchia S. Cabrini in pullman alle ore 20.15 PRENOTARSI PRESSO LA SAGRESTIA VERSANDO LA QUOTA DI Euro 5,00 N.B.: L'arrivo a Casalpusterlengo sarà davanti all'Ospedale (tempo permettendo), quindi proseguiremo processionalmente verso il Santuario. E' sempre bene che la partenza sia effettuata insieme, anche per chi partecipa con i mezzi propri. DOMENICA 21 APERTURA ANNO PASTORALE VEDI PROGRAMMA S. CABRINI Note di Vita Parrocchiale - Triulza 44 La Nostra Voce - Settembre 2014 DAL QUOTIDIANO: "IL CITTADINO" IN RUSSIA LA TRIULZA HA RICORDATO I SUOI CADUTI Il Pellegrinaggio in terra Russa ha ricordato i soldati dispersi della Frazione Triulza. Ha espresso un forte sentimento di memoria e di identità di territorio la celebrazione Liturgica che nelle scorse settimane a Mosca, precisamente nella Cattedrale Cattolica dell'Immacolata Concezione della B.V. Maria, ha dato ricordo di: Silvio Alberi, Cesare Bernini, Giuseppe Folli e Luigi Grazioli, dispersi di guerra della Frazione Triulza, i cui nomi sono incisi a imperitura memoria sulla lapide collocata proprio sul muro perimetrale della Chiesa. A celebrare la Messa è stato il Parroco Don Giorgio durante il recente Pellegrinaggio che lo ha portato in Russia insieme ad un gruppo di Parrocchiani. La Cattedrale Moscovita custodita e servita nel Ministero dalla famiglia Salesiana ha fatto da appropriata cornice alla celebrazione della S. Messa che ha visto presente anche lo stesso Vicario Generale dell'Arcidiocesi Moscovita. Cariche di emozioni sono stata le parole pronunciate da Don Giorgio che, durante l'Omelia, ha rievocato non solo il contesto storico delle esperienze belliche del tempo, ma anche le vicende personali di questi soldati, dispersi giovanissimi in Russia. Forte commozione in tutti i presenti e un'unico auspicio ad accomunare i fedeli, quello che questi soldati possano essere sempre commemorati adeguatamente e dignitosamente anche dalle istituzioni civili. OFFERTE MESI DI LUGLIO E AGOSTO LUGLIO Per i fiori: Gruppo donne N.N. €. €. 35,00 5,00 Banca Centro Padana: €. 300,00 AGOSTO €. €. 35,00 10,00 Sante Messe - Triulza 45 La Nostra Voce - Settembre 2014 SANTE MESSE DI SETTEMBRE 3 Mc Ore 20:30 - def.ti Gaetano GRAZIOLI e familiari 7 DO Ore 9:30 - def.ti cg. Armida e Pino BOFFELLI 10 Mc Ore 20:30 - def.ti cg. Carolina e Giuseppe LAZZARINI 14 DO Ore 9:30 - def.ti cg. Angela e Santino CATTANEO e genitori cg. Silvia e Pietro - BATTESIMO 17 Mc Ore 20:30 - def.ti Giorgio, Maria e Paola 21 DO Ore 9:30 - def.ti fam.e MUSSI - RANCATI 24 Mc Ore 20:30 - def.ti Battista, Maria e Pinuccio 27 Sb Ore 18:30 - anniversario matrimonio cg. Lucrezia SOMMARIVA - Pietro BERTOGLIO 28 DO Ore 9:30 - def.ti cg. Pina e Nino RAIMONDI SANTE MESSE DI OTTOBRE 1 Mc Ore 16:00 - def.ti fam.e TAVAZZI - ANELLI 5 DO Ore 9:30 - def.to Angelo PEDRAZZINI
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