Settembre - Cabrini Triulza

La Nostra Voce - Settembre 2014
mensile di cultura e informazione cristiana
SETTEMBRE
2014
Mons.
Maurizio
Malvestiti
nominato
nuovo
Vescovo
della
nostra
Diocesi
PARROCCHIE
S. FRANCESCA CABRINI - CODOGNO
ASSUNZIONE B.V. MARIA - TRIULZA
Xxxxxxxxxxxxxx
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La Nostra Voce - Settembre 2014
LA NOSTRA VOCE
mensile di cultura e informazione cristiana
Direttore responsabile: Don Giorgio CROCE
ANNO 32 - N° 1 - SETTEMBRE 2014
registrato presso il Tribunale di Lodi in data 03/11/86 al N° 189
Pubblicato il 1-09-2014 - Tiratura copie N° 400
Sede redazione e stampa: PARROCCHIA SANTA FRANCESCA CABRINI
Viale Papa Giovanni XXIII n° 1 - 26845 CODOGNO (LO)
Sito web: www.cabrinitriulza.it
Posta elettronica: [email protected]
Sito web della Parrocchia S. Francesca Cabrini di Houston (Texas, USA): sfchoutx.org
Nuovo Vescovo
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La Nostra Voce - Settembre 2014
Mons. Maurizio
Malvestiti
nuovo Vescovo
della Diocesi
di Lodi
IL
PRIMO MESSAGGIO
AI FEDELI
Cari Lodigiani, affido con gratitudine al vescovo Giuseppe il mio primo saluto per ciascuno di voi.
È molto cordiale e sgorga dalla intensa preghiera che ha scandito costantemente il mio ricordo per la
Chiesa di Lodi dal giorno in cui Papa Francesco mi ha scelto come vostro vescovo. Sento di amarla dal
profondo del cuore. Vorrei tanto contribuire a servire la sua fede, dalla quale scaturisce la gioia cristiana,
che è sicuro sostegno nelle innumerevoli fatiche della storia.
Il Signore Crocifisso e Risorto mi pone quale nuovo pastore in un solco ecclesiale antico e tuttora molto
promettente. Sia Lui - e solo Lui - a condurre i nostri passi. Li renda partecipi del tempo che condividiamo con l’intera umanità, delle attese e possibilità, come delle sue immense problematiche, ma soprattutto li
renda attenti alla venuta del suo regno eterno, che è portatore di giustizia, di amore e di pace.
Chiedo la preghiera comune per il nuovo vescovo. È l’ultimo arrivato ed assume per volontà di Dio la
prima responsabilità, quella dei successori degli apostoli di Cristo, affinché il vangelo cresca in mezzo a noi
e si consolidi sempre di più la Chiesa, quale famiglia universale dei figli di Dio. Se la Chiesa prega, il
Padre è sollecito nel donare in abbondanza lo Spirito del suo Figlio Gesù e il vescovo potrà essere dedito
alla missione e pienamente solidale con tutte le sofferenze, confermando ovunque la speranza.
Estendo il mio saluto alla comunità civile e a tutti assicuro il desiderio di incontrarvi per conoscervi e
rendervi partecipi dei doni ricevuti dal Signore, in particolare nel servizio alle amate e tanto provate
Chiese Orientali. Tutti ringrazio fin da ora per la bontà e la pazienza che vorrete riservarmi.
Ho incontrato il Santo Padre domenica 24 agosto nella Basilica di San Pietro. Ero con il vescovo di
Bergamo che aveva guidato il pellegrinaggio dei giovani venuti da Assisi a Roma per “vedere Pietro”. Il
Papa mi ha incoraggiato in modo tanto paterno, consegnandomi la Benedizione Apostolica per la
Chiesa di Lodi.
Siamo, perciò, in buona compagnia! La Santissima Madre di Dio e San Bassiano, con tutti i nostri
Santi e Beati, intercedano per noi e il Signore ci conceda di rendere grazie sempre per vivere “a lode della
sua gloria”.
27 agosto 2014
+ MAURIZIO, vescovo eletto di Lodi
Nuovo Vescovo
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La Nostra Voce - Settembre 2014
Profilo biografico essenziale
di Mons. Maurizio Malvestiti
S. E. Rev. Mons. Maurizio Malvestiti è nato a Marne, in Diocesi di Bergamo, il 25
agosto del 1953.
Dopo gli studi ecclesiastici nel Seminario Vescovile di Bergamo, affiliato alla
Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, è stato ordinato presbitero l’l 1
giugno 1977. Ha poi frequentato corsi di Lingua e Letteratura straniera all’Università degli Studi di Bergamo ed ha conseguito la Licenza in Sacra Teologia a Roma.
Ha svolto i seguenti incarichi: vicario parrocchiale a Pedrengo; dal 1978 al
1994 educatore, insegnante e vicerettore delle Medie del Seminario di
Bergamo, coadiutore festivo nella Parrocchia di Suisio, vicerettore della Comunità del Liceo del Seminario, studente a Roma. Dal 1994 al 2009 officiale e
poi capo-ufficio nella Congregazione per le Chiese Orientali col compito di
segretario particolare dei tre Cardinali Prefetti che si sono succeduti alla sua
guida. Dal 2009 Sotto-Segretario della medesima Congregazione, Responsabile dell’ufficio Studi e Formazione, Membro delle Commissioni Bilaterali tra la
Santa Sede e gli Stati di Israele e Palestina, Docente nel Pontificio Istituto Orientale e Rettore della Chiesa di San Biagio degli Armeni in Roma.
Nel 1996 è stato nominato Cappellano di Sua Santità e Prelato d’Onore il 26
agosto 2006.
Conosce l’inglese e il francese.
Il giorno 26 agosto 2014, solennità di Sant’Alessandro martire, Patrono della
Città e della Diocesi di Bergamo, è stata resa nota la sua nomina a Vescovo
di Lodi in Cattedrale al termine della Celebrazione Eucaristica presieduta dal
Vescovo e a Roma nella sede della Congregazione per le Chiese Orientali dal
Prefetto, S. Em.za il Cardinale Leonardo Sandri, alla presenza del Vescovo
eletto.
Nei prossimi giorni saranno date le indicazioni riguardanti la sacra Ordinazione episcopale e il solenne inizio del Ministero pastorale nella Diocesi di Lodi.
Fino all’insediamento del nuovo Vescovo, la Diocesi continuerà ad essere guidata dall’Amministratore Apostolico S. E. Rev. Mons. Giuseppe Merisi.
Lettera pastorale
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La Nostra Voce - Settembre 2014
Il 4 luglio nella festa di Sant’Alberto Quadrelli,
patrono secondario della Diocesi di Lodi,
monsignor Merisi ha presentato la lettera programmatica
«Continuate nel servizio alla Chiesa»
il vescovo di lodi
Carissimi,
avendo lo scorso settembre rassegnato
nelle mani di Papa Francesco le mie dimissioni da Vescovo di Lodi per raggiunti
limiti di età, ho creduto opportuno non proporre per il prossimo anno un Piano Pastorale vero e proprio. Del resto il percorso
della nostra Diocesi ben si inserisce, come
sempre, nel cammino tracciato dalla Chiesa Universale e dagli Orientamenti pastorali della Conferenza Episcopale Italiana
che hanno già messo in calendario una serie di eventi significativi per il 2015, dai quali
volentieri ci lasceremo stimolare e coinvolgere.
IL NOSTRO CAMMINO
Precorrendo i tempi, già negli anni scorsi
abbiamo messo a tema il grave dovere dell’educazione, rivisitando l’Iniziazione cristiana, i percorsi educativi per gli adolescenti
e la proposta formativa offerta agli adulti.
Abbiamo insistito sulla pastorale familiare,
sull’importanza di coinvolgere in modo più
serio e attivo i genitori nei cammini formativi offerti per i loro figli, partendo già dalla
richiesta del battesimo. Abbiamo proposto
di allestire in ogni casa un “angolo della
preghiera” e abbiamo offerto spunti e sussidi adeguati per pregare in famiglia con i
bambini più piccoli. L’evento del Congresso Eucaristico Diocesano celebrato nel
2012, insieme ai Convegni ecclesiali che
ci hanno visti impegnati insieme per una
verifica ed un ulteriore discernimento del
cammino pastorale, ci hanno aiutato a vivere il nostro essere Chiesa con un respiro di autentica ecclesialità diocesana.
L’attenzione ai ragazzi e ai giovani proposta innanzitutto attraverso i nostri Oratori, il
coinvolgimento sempre più attento e consapevole delle famiglie, l’impegno per la formazione rivolta a tutte le fasce d’età, l’attenzione di una comunità che non si chiude alle necessità dei fratelli, ma diventa sempre più accogliente, fraterna, sensibile ai
bisogni materiali e spirituali degli uomini,
l’investimento su un laicato maturo che grazie anche ai percorsi associativi trova il
modo di vivere positivamente da protagonista sia nelle comunità parrocchiali come
nella Società civile, con le necessarie distinzioni, sono attenzioni costanti che debbono essere riproposte, sollecitate ed ancorate all’ossatura portante delle nostre comunità di fede rappresentata dall’ascolto
della Parola e dalla celebrazione dell’Eucaristia.
Tutto questo siamo invitati a realizzare con
uno slancio veramente aperto e missionario a cui costantemente ci richiama Papa
Francesco, condividendo il cammino degli
uomini del nostro tempo e facendo risuonare il Vangelo nei passaggi e nei momenti
più significativi e sensibili della nostra esistenza. Tutto ciò può ben dirsi “nuova
evangelizzazione” che parte da una rinnovata adesione a Cristo e al suo Vangelo,
Lettera pastorale
con la speranza e la fiducia che si apre
alla fantasia e alla creatività dello Spirito per
purificare e rinnovare ciò che già si fa e,
nel contempo per trovare strade nuove perché la vita buona che nasce dal Vangelo
possa ancora testimoniare l’affidabilità di
Dio e della proposta cristiana.
Il rinnovo lo scorso autunno degli Organismi di comunione e il Convegno Diocesano che abbiamo celebrato il 17 maggio 2014
e che ha visto coinvolti tra gli altri, in modo
particolare, i membri dei Consigli Pastorali
Vicariali, proposti in conseguenza della Visita pastorale alla Diocesi, rappresentano
un chiaro invito alla corresponsabilità, alla
collaborazione e alla valorizzazione dei laici che sono chiamati, insieme ai religiosi e
alle religiose a contribuire alla animazione
delle realtà ecclesiali, sotto la responsabilità dei pastori. Lo impone con urgenza anche la diminuzione del numero dei sacerdoti e della presenza di Istituti religiosi. Su
questo tema dei Consigli pastorali nei prossimi giorni offriremo qualche indicazione
operativa, appunto in conseguenza del Convegno del 17 maggio, con l’invito a parlarne nei diversi ambiti pastorali.
Anche la celebrazione del 50° anniversario della dedicazione della Basilica Cattedrale, dopo i gravosi e radicali lavori di restauro voluti e attuati dal mio predecessore
mons. Tarcisio Vincenzo Benedetti, ci ha
offerto un’occasione in più per vivere il mistero della comunione della nostra Chiesa
radunata intorno all’Eucarestia e al suo Vescovo. La diocesanità è indice di quella
apertura e di quella comunione necessaria
affinchè le nostre comunità possano rinnovarsi e trovare nuovo slancio di testimonianza apostolica.
Il riconoscimento delle virtù eroiche da parte di Papa Francesco di un nostro
presbitero, il Servo di Dio Don Luigi Savarè,
comunicato nei giorni scorsi, ci onora e ci
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La Nostra Voce - Settembre 2014
incoraggia nel cammino della santità, riconoscendo la fecondità del Vangelo che ancora oggi, come in passato, può conquistare il cuore degli uomini e rendere la loro
vita luminosa ed esemplare. Questi doni
spirituali, insieme a tutti gli altri, ci colmano
di fiducia e ci invitano a guardare con rinnovata speranza anche al futuro della nostra Chiesa.
Nell’anno che verrà sono due gli appuntamenti ecclesiali che possiamo utilmente tener presenti per segnare il cammino pastorale diocesano e quindi di tutte le comunità parrocchiali.
L’ANNO DELLA VITA CONSACRATA
Il prossimo anno pastorale per volontà di
Papa Francesco sarà un anno dedicato alla
vita consacrata. La preziosità della testimonianza dei consacrati e delle consacrate,
l’umile servizio che le religiose offrono nelle Parrocchie e nelle scuole d’infanzia,
come anche la dedizione dei religiosi nei
servizi pastorali loro affidati, ci stimola ad
una riflessione e alla riconsiderazione del
valore di questa vocazione nella Chiesa.
Purtroppo a seguito del calo di vocazioni
assistiamo in questi anni alla chiusura di
diverse case religiose con le conseguenza
negative per le comunità, private di una testimonianza di consacrazione totale al Signore, di una vita dedicata alla preghiera e
al servizio gratuito, di un’esperienza di vita
comune che si fonda sul Vangelo.
L’anno pastorale potrà dunque offrire l’occasione per ripresentare la vita religiosa
nelle nostre Parrocchie, rinsaldando quei
rapporti di stima e di mutuo sostegno che
devono legare le comunità religiose alle
nostre comunità parrocchiali. Come spesso invochiamo il Signore affinché non faccia mancare alla nostra Chiesa vocazioni
al ministero sacerdotale, con altrettanta forza dobbiamo invocare Dio affinchè non ven-
Lettera pastorale
gano meno neppure vocazioni alla sequela
di Cristo per la via della radicalità evangelica
e della verginità consacrata, secondo i diversi carismi presenti nella vita della Chiesa.
IL CONVEGNO ECCLESIALE
NAZIONALE DI FIRENZE
Indubbiamente l’evento che coinvolgerà poi
in modo determinante anche la nostra Diocesi nel prossimo anno sarà il Convegno
Ecclesiale di Firenze che sarà celebrato
dal 9 al 13 novembre 2015. Ogni decennio,
infatti, le Chiese italiane si radunano per
un momento di riflessione, verifica e confronto pastorale. Il tema del Convegno sarà
questa volta: “In Gesù Cristo il nuovo
umanesimo”. E’ facile intuire che in continuità con il Convegno ecclesiale di Palermo del 1995 e con quello di Verona del
2006 che ha evidenziano alcuni “ambiti di
vita” in cui far risuonare la Parola che illumina e libera, anche a Firenze si intende
mettere in evidenza il legame profondo e
intrinseco tra Cristo e tutto ciò che è autenticamente umano, come pure riproporre
il suo insegnamento come cammino di vera
umanizzazione. Un umanesimo alimentato
innanzitutto dalla vita delle famiglie come
senz’altro ricorderà il prossimo Sinodo dei
Vescovi ad essa dedicato.
Già gli Organismi di partecipazione
diocesani sono stati sollecitati in questi mesi
da un “invito” offerto dal Comitato preparatorio che chiedeva di indicare alcune esperienze vissute dalla nostra Chiesa Locale
come “dono” promettente che opportunamente potrebbero essere portate ad esempio ed essere condivise con le altre Diocesi italiane. Ci è sembrato significativo indicare l’esperienza degli Stati Generali del
Lodigiano e il sostegno articolato alle famiglie che comprende anche la lodevole e significativa iniziativa del Fondo di Solidarietà, esempio quotidiano e fattivo di dedizio-
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La Nostra Voce - Settembre 2014
ne nei confronti dei poveri, che ha coinvolto Parrocchie, Vicariati, Caritas diocesana.
Cari sacerdoti, ringraziandovi di vero cuore per la collaborazione e la disponibilità
che avete sempre dimostrato nell’impegno
a servizio del Popolo che vi è affidato, vi
esorto a continuare nel servizio obbediente e generoso alla Chiesa che è in Lodi.
Alla vostra saggezza pastorale affido queste indicazioni insieme a quelle degli anni
passati affinché la vita delle nostre comunità possa rinnovarsi alla luce del Vangelo
e di un cammino di discernimento ecclesiale comune e condiviso.
Cari fedeli tutti, in occasione della Visita
pastorale e dei diversi incontri che mi hanno visto presente nelle vostre Parrocchie o
in cui avete partecipato a qualche celebrazione in Cattedrale, ho potuto apprezzare
e ammirare la vostra fede e la vostra carità, caratteristiche proprie del popolo
lodigiano. Ciò che ci accompagna e ci sostiene nel cammino non può che essere la
Parola di Dio, letta, meditata, attualizzata
in comunione con tutta la Chiesa, nella fedeltà al suo Insegnamento e alla sua viva
Tradizione.
Ad essa prestiamo ascolto, sapendo di contare sull’intercessione di Maria Santissima,
presenza materna e preziosa nel cammino
della mia e vostra vita, sui santi Patroni
Bassiano e Alberto e sulla lunga schiera di
santi che rappresentano il frutto più bello e
luminoso della lunga storia di fede di questa nostra Chiesa e che ancora ci invita a
fissare il nostro sguardo sul Cristo, a confidare nella sua misericordia, a camminare
verso la Patria beata del Cielo.
Lodi, 4 luglio 2014
Festa di Sant’ Alberto Quadrelli,
Patrono secondario della Diocesi di Lodi
Giuseppe Merisi
Vescovo di Lodi
Beatificazione di Paolo VI
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La Nostra Voce - Settembre 2014
Il primo discorso di Paolo VI all’episcopato italiano
È il momento dell’unità
Il 14 aprile 1964 Paolo VI riceve in udienza, nella Sala Clementina, i
partecipanti all’assemblea plenaria della Conferenza episcopale italiana. Il
testo del discorso di Papa Montini, citato da Papa Francesco, è stato distribuito ai presuli durante l’incontro di lunedì 19 maggio nell’Aula del Sinodo
Signori Cardinali, Venerati Confratelli,
Abbiamo accolto con spontaneo favore,
nonostante la pressione delle sempre insorgenti
occupazioni, la domanda che Ci è stata rivolta
di ricevere in Udienza la Conferenza Episcopale
Italiana, convocata a Roma in assemblea plenaria per dare modo ai Vescovi italiani di meglio
conoscere gli schemi, che saranno trattati nella
prossima terza sessione del Concilio Ecumenico
Vaticano Secondo, e di studiare insieme alcuni
temi di comune interesse pastorale.
Ringraziamo dell’opportunità, che
così Ci è offerta,
d’incontrarci con i
Nostri diletti e venerati Confratelli
dell’Episcopato Italiano; di porgere a
voi, che vediamo
così solleciti e così
numerosi, presenti a
questa importante
riunione, il Nostro
cordiale e riverente
saluto, e di assicurarvi, ancora una
volta, dell’interesse
particolare, con cui
seguiamo le vostre
fatiche pastorali, esempio, stimolo e conforto al
Nostro ministero apostolico, e della comunione di carità e di preghiera, con cui spiritualmente Ci associamo fraternamente, ogni giorno, a
tutto il Ceto episcopale della santa Chiesa di Dio,
nel quale Ceto il gruppo eletto e cospicuo dei
Vescovi italiani occupa per Noi, com’è naturale
e doveroso, un posto di speciale ed affettuosa
considerazione.
E siamo lieti di ravvisare in questa convocazione un segno della
buona e saggia efficienza della Conferenza Episcopale
Italiana, che va assumendo coscienza
della sua funzione
importantissima e
ormai acquisita al
programma della
vita ecclesiastica in
Italia; e va acquistando insieme sempre migliore capacità di compierla degnamente, quella
funzione. Ne esprimiamo la Nostra
compiacenza a chi
presiede la Conferenza stessa (Ci duo-
Beatificazione di Paolo VI
le di sapere indisposto, e perciò assente, il Signor Cardinale Siri, e formuliamo per lui i Nostri voti migliori ed a lui inviamo il Nostro benedicente saluto; così vada il Nostro memore
augurio ai Signori Cardinali pure assenti per indisposizione: Fossati e Castaldo); esprimiamo
la compiacenza medesima a chi, nella Segreteria
e nelle Commissioni, le presta opera assidua e
preziosa, ed a chi, compreso dei compiti della
Conferenza, corrisponde ai suoi inviti ed alle sue
iniziative e ne auspica e ne stimola l’incremento.
È bene che sia così.
La Conferenza Episcopale Italiana è organismo
di recente istituzione, ma ormai di indispensabile funzionalità. Non è da supporre che
l’Episcopato Italiano possa ormai mancare di
questa sua unitaria espressione, di questo strumento di unione, di coordinamento, di mutua
collaborazione, di promozione al livello degli
Episcopati degli altri Paesi. Se la sua posizione
geografica, storica, spirituale lo pone in speciale posizione - di ossequio, di fedeltà, di cooperazione, di conversazione - verso la Sede Apostolica, non per questo può mancare d’una sua
propria configurazione canonica e morale, di una
sua propria responsabilità collettiva nella cura
della vita religiosa di questo Paese, e di un suo
piano d’azione pastorale, conforme certamente
alle istruzioni direttive della Santa Sede, ma studiato e svolto da organi propri e con mezzi propri.
Grandi problemi si prospettano all’Episcopato
Italiano, a cominciare da quello che nasce dal
numero eccessivo delle diocesi, per passare a
quello della preservazione della fede nel popolo italiano, minacciata dalla evoluzione stessa
della vita moderna, e direttamente dal laicismo
e dal comunismo, per cercare poi di risolvere
quello delle vocazioni e dei Seminari, quello dell’istruzione religiosa, quello dell’assetto sociale
cristiano, quello della stampa cattolica, quello
della cultura e della scuola nostra, e così via.
Noi pensiamo che tutti quanti qui siamo abbia-
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La Nostra Voce - Settembre 2014
mo la persuasione che questi ed altri problemi,
interessanti la stabilità e l’efficienza della Chiesa
in Italia, non possono essere risolti da quel vecchio medico, che in altre circostanze è il tempo;
nella presente condizione di cose il tempo non
corre a nostro vantaggio; da sé i nostri problemi non si risolvono; né è da credere che la nostra fiducia nella Provvidenza, fiducia sempre
doverosa e sempre immensa, esoneri noi Pastori, noi responsabili, dal compiere ogni possibile
sforzo per offrire alla Provvidenza l’occasione
di suoi misericordiosi interventi. Come non è
da credere che a tali problemi ciascun Vescovo,
e nemmeno ciascuna regione possa da sé dare
sufficiente soluzione; se, per ipotesi, ciò fosse in
alcun caso possibile, ivi nascerebbe il dovere di
aiuto e di solidarietà per quanti meno fortunati la maggioranza certamente - non possono da sé
vincere difficoltà, di solito gravissime e aventi
di per sé dimensioni nazionali.
Cioè: bisogna procedere uniti. È venuto il momento (e dovremmo noi dolerci di ciò?) di dare
a noi stessi e di imprimere alla vita ecclesiastica
italiana un forte e rinnovato spirito di unità. Non
è la prima volta che il cattolicesimo italiano cerca di attestarsi in concordia unitaria; l’organizzazione, ad esempio, dell’Azione Cattolica su
base nazionale è stata utile ai fini ch’erano nella
mente dei Papi, dei Sacerdoti e dei Laici, che in
tale forma e in tale misura l’hanno promossa.
Ma lo spirito d’unità attende ulteriore approfondimento e nuove manifestazioni; oltre che
esigenze operative pratiche, ragioni religiose intrinseche alla vita soprannaturale della Chiesa
reclamano l’effusione di questo spirito di unità;
crediamo che ciò rappresenti questione vitale per
la Chiesa e che risponda alla maturità del nostro
tempo.
Ora a tale animazione unitaria, nello spirito e
nelle opere, Noi crediamo possa egregiamente
provvedere una Conferenza Episcopale Italiana
consapevole della sua missione, ed animata da
sapiente e coraggioso proposito di svolgerla
Beatificazione di Paolo VI
concretamente e tempestivamente. Sono a questo fine rivolti i Nostri voti, ai quali questa riunione offre argomento di espressione e di speranza.
Come vedete, venerati Confratelli, questo dice
la Nostra stima e la Nostra fiducia nella Conferenza Episcopale, che qui vi raccoglie, ed implica il proposito, da parte Nostra, di sostenerla,
di riconoscerla, di richiederle consiglio ed aiuto, di impegnarla a lavoro utile per sé e per la
Chiesa intera, e, com’è ovvio, di assisterla, perché siamo ad essa collegati, sia come Vescovo
di Roma e Primate d’Italia, e sia come onerati,
dal Nostro ufficio apostolico, della «sollicitudo
omnium ecclesiarum» (2 Cor. 11, 28).
Questo per la Conferenza. E per il Concilio che
cosa vi diremo, Venerati Confratelli?
Voi vedete che grande avvenimento esso sia, voi
conoscete la gravità e la complessità che esso
presenta e che solleva in crescente misura a mano
a mano che il Concilio procede. Il fatto stesso
della sua lentezza a raggiungere plausibili conclusioni genera qualche stanchezza, qualche impazienza, qualche arbitraria previsione. Ci è perciò di conforto vedere come anche l’Episcopato
Italiano si prepari alla terza Sessione conciliare,
imitando così gli Episcopati d’altre Nazioni, alcuni dei quali hanno dedicato allo studio dei temi
del Concilio esami, discussioni, pubblicazioni di
grande rilievo.
Noi Ci asteniamo di proposito dall’interloquire
in questa fase dei lavori conciliari nel merito delle
dottrine e dei decreti, che saranno discussi alla
riapertura del Concilio. Abbiamo così voluto
perseverare nella linea pratica, che Ci siamo prefissa; quella di lasciare ai Padri conciliari, e con
essi alle varie Conferenze Episcopali ed alle
Commissioni del Concilio, libera ed ampia possibilità d’indagine, di discussione e di espressione. È stata questa una nota dominante di questo
grande Concilio; desideriamo di restarvi fedeli.
Solo è stata Nostra premura disporre che i lavori preparatori delle Commissioni e della Se-
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La Nostra Voce - Settembre 2014
greteria procedessero con alacrità, al duplice
scopo di rivedere, in questo periodo intermedio fra la seconda e la terza Sessione, gli Schemi
alla luce delle osservazioni fatte dai Padri nelle
precedenti Sessioni, per offrirli subito all’esame
dei Padri stessi; e di far raccogliere le loro osservazioni e suggerimenti dalle Commissioni,
secondo la rispettiva competenza, facendo redigere di conseguenza la stesura degli Schemi in
forma tale da poterli presentare al Concilio, nella
fiducia che, dopo qualche definitiva discussione, essi possano meritare più rapidamente le
deliberazioni conclusive, in un senso o nell’altro, dell’Assemblea Conciliare, senza con questo pregiudicare la durata del Concilio, circa la
quale non è dato, in questo momento, fare previsioni. Si è voluto cioè agevolare al Concilio la
sua efficienza e la sua speditezza; non imporgli
limiti e decisioni.
Ma non possiamo astenerCi con voi, Venerati
Confratelli, da alcune considerazioni estrinseche
ai temi conciliari, ma relative alla celebrazione
di questo avvenimento, che dicevamo grande,
arduo, e complesso, anche se ciò che Noi vi diciamo è stato già ben detto da molti di voi, e
specialmente dal Nostro compianto Predecessore Giovanni XXIII, di felice memoria, con l’autorità che gli era propria, non che in varie occasioni da Noi stessi.
Come dobbiamo giudicare questo fatto nella
storia, anzi nella vita della Chiesa? In senso assolutamente positivo. Esso è una grazia, che il
Signore fa alla sua Chiesa. Esso è un’occasione
unica e felice perché la Chiesa possa studiare
profondamente e collettivamente tante sue questioni pratiche e pastorali specialmente, ma non
senza diretti riferimenti anche a punti di dottrina molto importanti. Esso è uno sforzo portato
al più alto grado per adeguare la rispondenza
della Chiesa ai doveri della sua missione e ai bisogni dei tempi. Esso è un atto solenne e clamoroso, quant’altri mai, per dar onore a Dio, per
attestare amore a Cristo, per offrire obbedienza
Beatificazione di Paolo VI
allo Spirito Santo; cioè per ravvivare il rapporto religioso fra Dio e la Chiesa, e per riaffermare
la necessità, la natura, la fortuna della nostra religione di fronte al mondo moderno. Esso è un
incomparabile momento, in cui la Chiesa celebra se stessa, si conosce, si stringe, in vincoli interiori con incontri, amicizie, collaborazioni altrimenti impossibili. Esso è un vertice di carità
gerarchica e fraterna, non mai prima raggiunto.
Esso è una chiamata a tutte le risorse interiori
della Chiesa, affinché abbiano ad esplicare le loro
energie spirituali, a rifarsi alla genuinità delle loro
radici, alla fecondità del loro genio particolare.
Esso è una grande preghiera di seguaci di Cristo, riuniti nel suo nome, per attualizzare in mezzo a loro la sua ineffabile e operante presenza.
Esso poi rappresenta ed esplica l’intenzione più
sincera, più disinteressata, più ardente del Cattolicesimo per ricomporre la comunione perfetta con i Fratelli cristiani separati nell’unica
Chiesa di Cristo. Esso è una voce di spiritualità,
di bontà, di pace al mondo intero, in un’ora decisiva per l’orientamento ideale e morale dell’umanità. Qualunque sia l’esito del Concilio,
esso dev’essere oggi considerato da noi nella sua
realtà: intenzionale, spirituale, soprannaturale,
come un’ora di Dio, un «transitus Domini» nella
vita della Chiesa e nella storia del mondo.
Bisogna guardare al Concilio con animo grande
e sereno. Magnanimità è la virtù, che questo sacro avvenimento vuole da noi. Né le molestie,
né le fatiche, né le difficoltà, né i cambiamenti,
né le esigenze che il Concilio può recare con sé
ci devono trattenere dal celebrarlo con piena
adesione del nostro spirito. Noi confidiamo che
quanto maggiore è la vicinanza alla Cattedra di
Pietro di chi è chiamato al Concilio, tanto più
effettivo e più cordiale sia il suo concorso alla
buona riuscita e alla degna celebrazione del Concilio medesimo.
Perciò, Venerati Fratelli, Noi facciamo assegnamento sopra la vostra partecipazione attenta,
entusiasta, fattiva. Né paurosa, né incerta, né
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La Nostra Voce - Settembre 2014
cavillosa, né polemica vuol essere certamente
tale vostra partecipazione; ma franca, nobile,
esperta e vantaggiosa. Ve ne siamo Noi stessi
riconoscenti. Se essa apparirà anche in se stessa
più coordinata e desiderosa di offrire giusta via
all’intesa con le espressioni legittime degli altri
Padri, l’Episcopato Italiano avrà reso al Papa e
alla Chiesa migliore servizio e avrà dato ai
Confratelli l’esempio, che da lui è sempre atteso, di promotore del supremo magistero ecclesiastico, di fautore della concordia nel corpo
episcopale e di assertore dell’adesione al Capo
visibile del Corpo mistico di Cristo. Alimentare
qualche saggia e fraterna conversazione con i
gruppi episcopali degli altri Paesi sarà parimente
di spirituale utilità, per una reciproca edificazione, per una fraterna emulazione.
In ogni modo, Venerati Fratelli, questo Concilio offre a quanti vi prendono parte occasione
ad esperienze preziose, invito a virtuosi esercizi, obbligo a rinnovata unione con Dio nell’amore
e nell’orazione. A vicenda ci esortiamo dunque
a profittare .di questo «tempus acceptabile» (2 Cor.
6, 2). Non vogliamo omettere, in un’occasione così
propizia al fraterno colloquio, di dare uno sguardo fugace ad un altro quadro, degno d’ogni
Nostro interesse, come lo è del vostro generoso impegno pastorale; vogliamo dire il quadro
della vita religiosa e morale italiana, al cui bene
è tutto rivolto il vostro ministero. Venerati Fratelli, vi diremo semplicemente che vi siamo cordialmente vicini! Le condizioni spirituali e sociali di questo diletto Paese, mentre conservano
un preziosissimo patrimonio di tradizioni cattoliche, e dimostrano segni consolantissimi di
cristiana vitalità, voi lo sapete, non sono tranquille, non sono sicure; nuovi e quasi impensati
bisogni si manifestano in ogni settore della vita
e reclamano soccorsi urgenti, ingegnosi e poderosi. L’ordinaria amministrazione del governo
pastorale non è più sufficiente a pareggiare la
misura dei Nostri doveri e delle altrui necessità!
Beatificazione di Paolo VI
Noi osserviamo con occhio trepidante ed ammirato le vostre premure, le vostre fatiche, le
vostre pene; ed anche godiamo del bene che
andate compiendo, e sempre con voi soffriamo,
speriamo e preghiamo.
Non possiamo in questo momento passare ordinatamente in rassegna i punti dolenti della presente situazione; ma come trascurare, a comune
esortazione e conforto, di accennare almeno ad
alcuni di essi?
Primo punto. La vita religiosa, è chiaro. Questa
ci deve interessare soprattutto. Bisogna che ce
ne occupiamo a fondo, preferendo questo capitale problema ad ogni altro pur rilevante connesso con la realtà civile della Nazione. Quaerite
primum regnum Dei (Matth. 6, 33). Ce ne dà ottima occasione la riforma liturgica, la quale ci richiama alla visione teologica delle sorti umane,
al primato dell’azione della grazia, e perciò della vita sacramentale e della preghiera. Essa ci
offre modo di rieducare religiosamente il nostro popolo, di purificare e restaurare le sue
espressioni di culto e di pietà, di ridare dignità,
decoro, semplicità, buon gusto alle nostre cerimonie religiose: senza questo restauro interiore
ed esteriore non è da sperare che la vita religiosa possa largamente sopravvivere nel mutato
costume moderno. Due raccomandazioni Ci
permettiamo a questo riguardo: dare massima
cura alla santificazione dei giorni festivi, facendo ogni sforzo affinché la celebrazione della
Messa festiva, con la parola di Dio, con la partecipazione dei fedeli abbia per tutti il più vivo
interesse; e promuovere il canto sacro, il canto
religioso e corale del popolo. Ricordiamo: se i
fedeli cantano, non disertano la Chiesa; se non
disertano la Chiesa, conservano la fede e la vita
cristiana.
Un fenomeno meritevole oggi di una particolare attenzione pastorale è quello di una sempre
più estesa mobilità della popolazione nei giorni
festivi, con la conseguente necessità che si provveda ad un’adeguata assistenza religiosa dei fe-
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La Nostra Voce - Settembre 2014
deli nei luoghi dove essi più numerosi concorrono; ed anche per questo sembrano necessarie
opportune intese ed iniziative tanto sul piano
diocesano come anche su quello nazionale. Sarebbe, anzi, assai utile ogni suggerimento che,
dopo un accurato esame e studio del fatto generale, valesse ad indicare rimedi giovevoli a far sì
che più agevole riesca per tutti il
soddisfacimento dei doveri religiosi nei giorni
festivi.
La realtà di questi occasionali movimenti della
popolazione richiama alla Nostra mente un’altra categoria di fedeli bisognosa anch’essa di
speciali cure pastorali ed è quella tanto numerosa degli immigrati e degli emigrati per ragioni
di lavoro. Lontani dall’ambiente nel quale erano
prima vissuti, dalle loro famiglie, dai loro affetti, essi restano sovente più esposti al pericolo di
tralasciare l’adempimento dei doveri religiosi o
anche di aderire a dottrine ed organizzazioni che
ancor più li alienerebbero dalla Fede. Anche per
questi, quindi, occorrono da parte della Sacra
Gerarchia opportune provvidenze nell’intento
che i vari nuclei abbiano la possibilità e la facilità di inserirsi e di innestarsi vitalmente nelle abitudini e nelle associazioni delle Diocesi che li
accolgono.
Secondo punto. La moralità pubblica e privata.
Siamo in piena crisi di costume. Tema delicato e
immenso. Esso si estende ad un programma
quanto mai vasto ed impegnativo, che parte da
un’azione concorde per la moralizzazione della
vita privata degli individui e delle famiglie, per
giungere all’intera società e per far risentire i suoi
benèfici effetti fino nella vita pubblica e le sue
molteplici istituzioni.
Quanto mai necessaria ed urgente appare, a tal
riguardo, una concordata attività di tutto.
1’Episcopato per far sì che venga posto un argine al preoccupante dilagare di ogni forma di licenza ed immoralità che tanto facilmente si diffondono, particolarmente attraverso il veicolo
di certi spettacoli e di certa stampa, dimentichi
Beatificazione di Paolo VI
della loro vera funzione elevante e formativa per
l’uomo e mossi spesso, invece, da finalità commerciali, materialistiche ed edonistiche.
Per assicurare una maggiore efficacia a tale intervento potrebbe riuscire opportuna l’elaborazione di un nuovo piano concreto di azione,
che dovrebbe poi, con gli adattamenti richiesti
dalle circostanze locali, essere applicato ed attuato nelle singole Diocesi, sotto la solerte vigilanza ed il paterno stimolo dei Vescovi.
Un terzo punto, al quale vogliamo riferirCi e che
riveste, per la sua particolare delicatezza, un’importanza sostanziale, è quello dei rapporti tra i
singoli Vescovi ed il proprio Clero. Oggi più
che mai Ci sembra infatti necessario che i Presuli
stiano vicini materialmente e spiritualmente ai
loro sacerdoti, specialmente a quelli giovani, e
che si interessino di loro, li conoscano, li amino
e li aiutino nelle loro difficoltà... Ad essi il Vescovo ricorderà sempre amorevolmente che,
assunti a sì alto ministero, devono essere ornati
di tutte le virtù ed offrire agli altri un esempio di
vita santa, spiegando che proprio per questo la
Chiesa ha sempre avuto cura di seguire da vicino, con materna trepidazione, la vita dei sacerdoti, dagli albori della loro vocazione allo svolgimento della loro missione, dettando di volta
in volta, a seconda delle necessità, provvide e
sagge norme intese a salvaguardarli dai pericoli
tanto più gravi quanto, talora, meno evidenti e a
sviluppare in essi la vita soprannaturale, lo spirito di preghiera e di sacrificio, l’abitudine al raccoglimento, l’amore allo studio; cose tutte che
assicurano al sacerdote quell’abbondanza di grazie e di superni lumi ai quali i fedeli debbono
poi poter attingere a sostegno della loro vita
spirituale.
È in questa luce che vanno considerati e valutati
i sacrifici e le rinunce che il Sacerdozio comporta, ed in particolare l’obbligo del celibato ecclesiastico, del quale sarà, anzi, opportuno mettere
frequentemente in evidenza la bellezza per il suo
significato e per la necessità d’una esclusiva e
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La Nostra Voce - Settembre 2014
completa dedizione del Clero all’amore di Cristo ed ai molteplici impegni dell’apostolato.
Questa paterna funzione di guida spirituale esercitata da parte del Vescovo nei riguardi dei suoi
sacerdoti farà si che tra essi si stabilisca e si sviluppi un legame sempre più stretto che non si
limiterà solo al piano dei rapporti disciplinari e
giuridici, ma che comporterà anche una unione
filiale di mente e di cuore ed una stretta collaborazione sul piano apostolico diocesano, con
maggiore abbondanza di risultati consolanti per
tutti.
E quarto punto: la stampa cattolica, ancora tanto necessaria, tanto importante per la diffusione
dei principi cristiani e per la difesa degli interessi cattolici, tanto opportuna per la formazione
d’un’opinione pubblica sana e favorevole ad ogni
buona causa; ma ancora tanto bisognosa di unità, di sostegno, di vigore, di diffusione. La vostra saggezza Ci dispensa ora dal dire di più su
tema così conosciuto e dibattuto; Ci basta raccomandarlo al vostro interessamento come uno
dei problemi più gravi ed urgenti della vita cattolica.
Vogliamo alla fine ricordare che le considerazioni contenute nella Nostra lettera al Signor
Cardinale Siri del 22 agosto 1963, e nel messaggio vostro del novembre scorso, Ci sembrano
ancora valide oggi, e perciò le richiamiamo alla
vostra riflessione ed al vostro interessamento,
affinché abbiano da voi suffragio di nuove e prudenti divulgazioni ed applicazioni.
Fiduciosi che la Conferenza Episcopale Italiana, rivolgendo la sua particolare attenzione ai
punti che abbiamo creduto utile di toccare, saprà col suo zelo e con la sua saggezza trovare le
vie ed i modi più idonei per assicurare ogni desiderato miglioramento e progresso della vita
religiosa della Nazione a Noi tanto diletta, ne
accompagniamo i lavori con la Nostra fervida
preghiera, mentre a tutti di cuore impartiamo la
Nostra affettuosa Benedizione Apostolica.
Papa Paolo VI
Grest 2014
Il grande Papa Paolo VI diceva che l’oratorio
è un grande movimento di popolo. Probabilmente chi esamina la vita oratoriana non trova
quella selezione che è tipica nei movimenti e
nelle associazioni: questo è dunque il limite o
il pregio dell’oratorio lombardo?
Per alcuni è un limite, perché la richiesta bassa può deludere chi cercava altro e può lasciare in difficoltà gli animatori che, avendo dato
l’animo, speravano...
Avendo guidato direttamente un oratorio, voglio
confidarvi perché
sono ancora convinto dell’oratorio.
1. L’oratorio è
un grande
luogo d’integrazione,
perché è
aperto a tutti
e conserva
un’alta funzione
sociale.
2.
L’oratorio è la più alta
palestra di volontariato e il
luogo di primo volontariato per gli adolescenti e i giovani.
3. L’oratorio è un punto d’integrazione fra il
mondo giovanile e quello adulto.
4.
L’oratorio è un luogo specifico di formazione delle menti e dei cuori al
volontariato.
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La Nostra Voce - Settembre 2014
5. L’oratorio è la sede di tante iniziative culturali, sociali e ricreative.
6.
L’oratorio sovente svolge una funzione
anche sostitutiva della famiglia in difficoltà e dei servizi sociali.
7. L’oratorio ha una sua dimensione spirituale: istruzione cristiana e avvio alla pratica
religiosa.
8. L’oratorio, anche nella sua espressione religiosa, è il luogo del
dialogo religioso.
9. L’oratorio è il luogo del tempo libero
perché diventi tempo progettuale.
10. L’oratorio
partecipa positivamente a crescere il futuro.
Una comunità
che abbandona
l’oratorio, rischia
l’estinzione.
Ecco perché, non solo
continuo a ritenere importante l’oratorio nella mia
comunità, ma esorto gli animatori
a non abbassare mai i livelli di richiesta, a pazientare davanti alle difficoltà dei ragazzi e delle famiglie, a non deludersi mai, perché la loro
animazione ha un’importanza di cui neanche
riescono ora a immaginarne lo spessore.
Coraggio, sempre!
Don Mario Cipelli
Grest 2014
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La Nostra Voce - Settembre 2014
Il dono delle sentinelle: dare prima di ricevere
Al Grest è ai ragazzi che viene affidato il compito di prendersi cura dei loro
coetanei e dei bimbi piccoli, anche dal punto di vista spirituale. La sorpresa?
Ce la fanno alla grande. E insegnano la speranza anche ai genitori
«Quella è una Sentinella!». «Occhi sgranati pieni d’ammirazione, seduto al tavolo di una
piadineria con i genitori e la sorellina, Gioele,
un bimbo di sette anni, timidissimo e dolcissimo, deve aver avuto più o meno la stessa
espressione dei fans di qualche calciatore, cantante, attore che si scopre mangiare al tavolo
vicino al proprio.
Terzo giorno di grest all’Oratorio San Giovanni
Paolo II di Perugia. Come in tutta Italia, anche
il nostro oratorio è impegnato nell’avventura
educativa dei gruppi estivi. La storia di Aslan,
il Re dì Narnia, accompagna le giornate di 160
bambini delle elementari che faranno a meno
di televisione, cartoni animati, telefonino, per
giocare le avventure dei quattro fratelli alleati
di Aslan che sconfiggono la Strega Bianca. Il
Vangelo raccontato ai piccoli. Ed anche agli
adolescenti. Sessanta “Sentinelle”, ragazzi dal
primo al quarto superiore, hanno regalato quattro settimane del loro tempo, per prendersi
cura di questi bimbi. Con loro una quindicina
di adulti, uomini e donne che hanno scelto,
anch’essi, di prendersi cura dei figli di “altri”
per regalare loro quella scoperta che loro per
primi hanno fatto: c’è più gioia nel dare che
nel ricevere. Chi sono le Sentinelle? Ragazzi
e ragazze fuori dall’ordinario? Eroi ed eroine? Pazzi incoscienti? Adolescenti un po’
“sfigati “ che non avevano niente di meglio da
fare? Niente di tutto questo e, forse, tutto questo insieme! Sono giovanissimi che si incontrano durante l’anno all’oratorio e che incarnano quella visione che Giovanni Paolo II ebbe
a Tor Vergata, nel 2000, quando vide nei gio-
vani le sentinelle del mattino del nuovo millennio. Ragazzi come tutti, fragili, incostanti,
insicuri, capaci del meglio e del peggio insieme, trasognati e disillusi, eppure con qualcosa di diverso: la speranza di farcela! Farcela
perché continuano a mettersi alla sequela del
Signore. Ragazzi che con Gesù scoprono che
la misericordia è più grande del male, che la
strada si riapre ad ogni perdono, che la vita ha
senso se riesci a tenere il sorriso di qualcuno
più importante della tua stessa felicità. Li ho
visti, ancora una volta, in queste settimane:
hanno lavorato davvero tanto, sono stati loro i
protagonisti del grest. Seppur capitanati dal nostro coordinatore Simone, gran genio dell’animazione, la scommessa davvero vinta è consistita nell’affidare a loro tutta la conduzione,
anche spirituale. Non manodopera, ma operai
del Vangelo a pieno titolo. «Chi vede voi vede
Gesù» era stato detto loro all’inizio di questa
avventura quando i nostri parrocì avevano invocato su di loro lo Spirito Santo per la missione. «Non solo i bambini, ma anche i genitori di questi piccoli hanno bisogno di vedere
Gesù in voi, genitori che spesso, purtroppo,
sono in debito di speranza, di lucidità, di pace»,
abbiamo detto loro. Adolescenti chiamati ad
evangelizzare gli adulti. Questo il Signore ha
concesso loro, gli ha permesso di dare, prima
che di ricevere dagli adulti. Ed hanno così ricevuto loro stessi con abbondanza. Trasformati
in queste settimane, la chiazza arancione delle
loro magliette spiccava alla Messa finale, davanti ai parrocchiani, come il gioiello più bello delle nostre parrocchie. No, tranquilli, non
Grest 2014
m’illudo: non sono certo arrivati alla meta,
quando provano a fare il bene, vale anche per
loro che “il male è accanto”, ma l’esperienza
resta. E restano gli occhi di Gioele: a lui che
sognerà di diventare da “grande” una Sentinella, una proposta di vita buona a portata di mano,
possibile, concreta. E resta per i genitori, i loro
e dei bambini, che scoprono nei ragazzi una
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La Nostra Voce - Settembre 2014
riserva di speranza e di cambiamento, non solo
problemi da risolvere e preoccupazioni che
tolgono il sonno.
Giorgio La Pira diceva che i giovani sono
come le le rondini, annunciano la primavera:
ma facciamoli volare, diamo loro responsabilità. Non la tradiranno.
Roberta Vinerba
Gli adolescenti ringraziano il Don
Caro Don,
cogliamo l’occasione di questo momento di festa conclusiva per ringraziarla di
questa opportunità, che anche quest’anno ci ha dato, di metterci in gioco come animatori, al servizio dei più piccoli. Il nostro gruppo, che si è arricchito anche con la presenza
dei tanti nuovi aiuto-animatori, ha potuto sperimentare sul campo cosa significa mettersi al servizio degli altri e dedicar loro il proprio tempo con generosità, pazienza e affetto.
Siamo contenti di aver contribuito nel nostro piccolo a far sì che il grest sia stato per
questi ragazzi un’ottima esperienza educativa, grazie alla giusta alternanza tra gioco e
preghiera.
Tutto ciò lo abbiamo potuto svolgere seguendo il suo esempio: per tutti i giorni di questi
due mesi è sempre stato presente, a disposizione dei ragazzi fin dalle prime ore dei
mattino. Ci ha saputo guidare nelle attività da svolgere, nell’educazione dei bambini, ma
anche nel nostro cammino di animatori e nella formazione come adolescenti. Al termine
di queste otto settimane siamo felici ed entusiasti per questa esperienza che ci lasciamo alle spalle e vogliamo esprimerle il nostro grazie donandole questo piccolo pensiero
a nome di noi tutti animatori.
Grest 2014
Martedì 22 luglio i ragazzi, ragazze e
animatori del Grest di S. Francesca
Cabrini a Codogno hanno accolto e ricambiato il saluto del nostro Vescovo
Giuseppe Merisi. Annunciato con un festoso suono di campane, introdotto dal
Parroco don Giorgio Croce e da suor
Daniela Sanguigni, sua Eccellenza ha rivolto il suo
saluto e un breve
pensiero ai ragazzi che dal 9 giugno trovano nei
locali dell’oratorio
S. Cabrini spazi e
momenti intensi
di gioco e animazione.
Il parroco ha illustrato i numeri e
l e at ti vi tà del l’esperienza esti-
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La Nostra Voce - Settembre 2014
va che la parrocchia da anni porta avanti come servizio significativo per le famiglie nel periodo estivo.
130 i minori ospitati (di cui circa 30
nella fascia di età 3-6 anni), circa 25
gli animatori che si sono avvicendati
nel periodo di apertura, supportati da
Grest 2014
altrettanti adulti che si occupano invece dei servizi
collegati (mensa, pre e
post grest, pulizia, segreteria, ecc). Nella struttura trovano accoglienza anche ragazzi di altre religioni (musulmani e buddisti) e minori diversamente abili la cui presenza diventa arricchimento
e motivo di crescita per
tutti.
Il Vescovo ha sottolineato l’importanza di questa esperienza,
la bellezza di imparare vivendo e giocando insieme nella gioia ma sempre
nel rispetto delle regole che è soprattutto rispetto verso l’altro.
La prima parte del Grest si concluderà
giovedì 31 luglio. Un momento di festa con le famiglie è previsto per mercoledì 30 luglio alle ore 21.00 nel salone dell’oratorio. L’attività riprenderà
poi il 27 agosto per proseguire fino al
10 di settembre. In questa seconda
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La Nostra Voce - Settembre 2014
parte, oltre al gioco e allo sport, sarà
dato spazio ai compiti, per un breve
ripasso in vista della ripresa scolastica.
La visita del Vescovo ha permesso di
rivolgere un particolare ringraziamento alla Sig.ra Lina Bassini di 89 anni
che fino all’anno scorso ha prestato la
sua infaticabile opera di pulizia dei locali dell’oratorio con semplicità, umiltà e spirito di servizio. Ora, a causa di
problemi della vista, Lina, con dispiacere, ha dovuto venir meno al suo servizio, ma la sua persona è viva e presente nella comunità di
Santa Cabrini che martedì le ha rivolto un caloroso e affettuoso ringraziamento.
L’invito a lei rivolto da
parte di don Giorgio e del
Vescovo è quello di continuare nella preghiera la
sua opera di collaborazione e di sostegno, tanto necessaria per il buon
funzionamento e la riuscita del Grest e di tutte
le iniziative parrocchiali.
Marinella Adami
Grest 2014
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La Nostra Voce - Settembre 2014
Una giovane volontaria ringrazia
Sono ormai trascorsi due mesi da quando ho iniziato la mia esperienza
del Grest con tutti voi.
Devo ammettere che inizialmente ero un po’ “timorosa”, dover inserirsi in un gruppo di giovani già collaudato. Mi faceva pensare a un’esclusione quasi a un’intromissione.
Poi appena ho cominciato è stato tutto più semplice e naturale... mi
sono sentita accolta come in una grande famiglia, ho respirato il
profumo dello stare insieme senza distinzioni.
E’ stata una bellissima esperienza che mi ha arricchito interiormente,
ho capito tante cose di me che fino a quel momento non avevo colto.
Un ringraziamento particolare va a Don Giorgio che mi ha dato la
possibilità di fare questa esperienza e ha creduto nelle mie capacità.
Grazie a voi animatori che mi avete trattato come una sorella e mi
avete insegnato che nonostante la vostra giovane età, vi impegnate
quotidianamente per garantire ogni giorno spensieratezza e divertimento a questi bambini.
Un enorme grazie va ai bambini della materna, se noi adulti imparassimo a essere come loro sono convinta che le cose di questo mondo
andrebbero meglio. Litigano tra loro e subito dopo li ritrovi a giocare
di nuovo insieme senza rancore e volendosi bene come prima. Ti insegnano il significato vero del volersi e voler bene senza distinzioni di
razza, colore, lingua, ecc...
A tutti voi genitori dico solo una cosa, avete un dono bellissimo che vi
ha fatto il Signore, i vostri figli, amateli e qualche volta imparate a
vivere come loro.
Ultimo grazie non per ordine di importanza va a Suor Daniela, Fiorella,
Morena, Giuliano e a tutte le donne che quotidianamente ci hanno
servito in mensa.
A tutti voi auguro di cuore buon cammino di vita.
Sabrina Magenes
Grest 2014
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La Nostra Voce - Settembre 2014
Lettera inviata a “il Cittadino” da un gruppo di mamme
Don Giorgio,
autentico padre spirituale
E’ successo alcuni anni fa. Vincenzo, che oggi ha sei anni, amava stare
insieme agli altri bimbi fin da quando ad otto mesi lo portammo all’asilo
nido, tanto che il sabato appena iniziò a farfugliare qualche frase, mi chiedeva: “papi nido”.
Quella mattina, lui aveva quattro anni e con mio stupore mi disse: «papi
non voglio andare al grest, voglio venire con te al lavoro”.
Era uno di quei campi estivi affidati alle cooperative: ottime iniziative, nelle quali però talvolta gli educatori sono ragazzi disoccupati, privi di un’autentica passione per i bambini.
Un compagno più grande, che avrebbe avuto bisogno di assistenza continua, di un vero educatore, era abbandonato ai suoi istinti ed in un caso
aveva colpito Vincenzo ad un occhio: episodio che venimmo a sapere
direttamente dal nostro piccolo.
L’anno successivo, affidammo Vincenzo durante il periodo estivo, alle cure
del grest dell’oratorio della Parrocchia Santa Francesca Cabrini di
Codogno.
Lì, Vincenzo ed i suoi piccoli amici sono seguiti, nel senso pieno del termine,
da un gruppo di volontari, in gran parte adolescenti ma anche da qualche mamma e nonna, che i bambini chiamano “animatori”.
L’espressione restituisce a pieno il senso del loro contributo alla vita dell’oratorio, luogo cruciale nel forgiare le anime con l’insegnamento evangelico e la società coi suoi valori secolari oltre che spirituali. Ragazzi, che
ogni genitore ambirebbe avere come figli, che restituiscono alla comunità
le cure avute all’età di Vincenzo e che incarnano perfettamente la passione, la gioia e la generosità della loro età.
La serenità e la fiducia con la quale lasciamo i nostri piccoli alle loro cure
sono merito di Don Giorgio, “anima” dell’oratorio e padre spirituale autentico di grandi e piccini, al quale, oltre alla famiglia di Vincenzo G., vogliono
esprimere la loro gratitudine anche le famiglie di Gabriele e Riccardo M., di
Greta P., Giorgia M., Vittoria M. e Lorenzo R.
Un gruppo di mamme
Bicentenario Don Bosco
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La Nostra Voce - Settembre 2014
Don Bosco oggi,
il santo dei giovani unisce il mondo
Al via le celebrazioni del bicentenario. Parla il rettor maggiore dei salesiani
«Il Bicentenario della sua nascita sia un cammino percorso con fedeltà e radicalità nell’essere più “don Bosco oggi”». È l’augurio che il
rettor maggiore dei salesiani, don Angel
Fernández Artime, rivolge ai salesiani e ai giovani del mondo, in occasione dell’apertura
dell’anno giubilare di san Giovanni Bosco.
«Questo evento è stato pensato e preparato
con grande affetto e riflessione dal mio predecessore, don Pasqual Chávez, con il supporto del suo Consiglio generale» racconta il
rettor maggiore. «Sono stati tre anni di preparazione per tutta la Congregazione e la Famiglia salesiana in ogni parte del mondo, in cui
si sono volute approfondire la figura storica
di don Bosco, il suo sistema educativo e pastorale, la sua spiritualità» conclude indicando lo spirito con cui adesso sarà necessario
vivere l’anno santo salesiano: «Rendere più
profondo e reale il nostro modo di seguire il
Signore a partire proprio dal carisma suscitato da don Bosco». A favorire questo impegno
è il Capitolo generale XXVII dei salesiani, recentemente celebrato. «Vogliamo che questo
anno sia un cammino anche per il futuro in cui
la nostra consacrazione religiosa sia vissuta
con una maggiore dimensione mistica, per trasmettere al mondo una vera testimonianza di
fraternità evangelica, al fine di poter essere più
radicalmente servitori dei giovani, in particolare di quelli che hanno più bisogno: i più poveri; come ci ricorda anche papa Francesco» precisa don Angel Fernández. Da alcuni giorni, e
in queste ore in particolare, migliaia tra
salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice e giova-
ni giungono da ogni continente nella terra in
cui san Giovanni Bosco nasceva nel 1815, da
mamma Margherita Occhiena (oggi venerabile) e Francesco Bosco.
Ed è proprio in questa terra che «si vuole riconoscere che don Bosco è uno dei figli prediletti e una figura speciale di rilievo non solo
in Piemonte, ma in tutta Italia» dichiara il
rettor maggiore, commentando il «riconoscimento onorifico di evento di interesse nazionale» attribuito di recente al Bicentenario da
parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri del Governo italiano. E don Fernández
conclude: «Don Bosco è un dono dello Spirito per tutta la Chiesa e nella sua dimensione di
educatore e padre della gioventù è patrimonio
di tutto il mondo».
«Gli appuntamenti in programma fino al aiuteranno i giovani e i salesiani a mettere a fuoco il senso che si intende dare al Bicentenario,
al termine del quale – tornando alla quotidianità
– i salesiani siano in grado di sentir battere
più forte il proprio cuore salesiano per saper
essere più “Don Bosco oggi” in mezzo ai giovani; in molti ragazzi e ragazze, invece, delle
diverse presenze salesiane nel mondo, resti
forte il desiderio di vivere più profondamente
la propria vocazione cristiana, di discepoli
missionari».
Insieme all’anno di don Bosco, la diocesi di
Torino vivrà un altro momento fondamentale:
l’ostensione della Sindone dal 17 aprile al 24
giugno 2015, con la partecipazione, auspicata
dallo stesso Pontefice, di papa Francesco.
Antonio Carriero
Testimoni
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La Nostra Voce - Settembre 2014
Cinque oratoriani in paradiso
San Giovanni Paolo II, in Polonia, nel 1999,
beatificò cinque giovani dell’oratorio salesiano
di Poznan. Questi giovani, familiarmente
detti “i Cinque di Poznan”, furono arrestati
dai tedeschi nei giorni 21 e 23 settembre 1940
per il loro impegno patriottico
e l’opera pastorale salesiana presso la chiesa
di S. Maria Ausiliatrice di Poznan
e ghigliottinati a Dresda il 24 agosto 1942
I beati oratoriani morirono molto giovani. Edward Klinik
e Czeslaw Józwiak, i più anziani, al momento della morte
avevano 23 anni compiuti; Edward Kazmierski ne aveva
22; Franciszek Kesy 21; Jarogniew Wojciechowski, il più
giovane, solo 19. Dei “Cinque di Poznan” solo due erano
nativi di Poznan: Edward Kazmierski e Jarogniew
Wojciechowski. La famiglia di Czeslaw Józwiak proveniva dalla zona di Bydgoszcz, Edward Klinik e Franciszek
Kesy nacquero in Germania. Le situazioni familiari ed
economiche delle famiglie dei ragazzi differivano, ma i
valori che le guidavano e i metodi educativi erano simili,
generalmente condivisi e, nelle finalità più importanti,
motivati dalla religione. Ciò significava, tra l’altro, che
un accento particolare veniva posto sullo sviluppo delle
virtù ritenute indispensabili nella vita sociale, come l’onestà, la veracità, la coscienziosità, l’onore, l’obbedienza e
il rispetto per i genitori e per gli anziani, la disponibilità
al sacrificio. Il Decalogo come fonte primaria della moralità, il ruolo della religione cattolica nella vita sociale
e la partecipazione alle pratiche religiose prescritte, restavano, in sostanza, incontestati; in larga misura, ciò era
dovuto alla storia della società, la cui identità nazionale
e civile fu protetta ai tempi delle spartizioni, dall’unica
istituzione ufficiale della vita pubblica rimasta: la Chiesa cattolica. Con la riconquista dell’indipendenza, sin da
subito le istituzioni dello Stato polacco, in particolare il
sistema scolastico, posero un forte accento sull’educa-
Fedeli fino all’ultimo
Dall’alto:
Czelaw,
Edward
Kazmierski,
Edward Klinic,
Jagnoriew e
Franciszek.
Testimoni
zione civica e patriottica, e questo in poco tempo portò tutti i Polacchi, di tutti gli strati della
società, a identificarsi con la propria appartenenza ad uno Stato nazionale. I cinque ragazzi
posnaniani, come del resto tutta la generazione nata negli anni Venti, entrarono nel mondo
adulto in un contesto famigliare e sociale formatosi proprio in questo modo.
Le famiglie, anche quelle dei loro coetanei,
erano in maggior parte numerose, con più figli e il senso di comunità e responsabilità, non
solo per i propri cari, era in esse fortissimo.
Le famiglie di Czeslaw Józwiak, Edward Klinik
e Franciszek Kesy erano regolari e stabili.
Nella famiglia Kazmierski, a causa della morte prematura del padre, tutta la responsabilità
del mantenimento e dell’educazione dei figli
gravava sulla madre, che già prima aveva sofferto per la morte di due figlie piccole. La
sorella minore di Edward, Urszula, era fisicamente disabile. Per aiutare la famiglia, sin da
giovanissimo Edward fece diversi lavori: dava
ripetizioni, si impiegò come fattorino in un negozio di arredi per gli interni e anche come
apprendista fabbro. La situazione più difficile
era quella della famiglia di Jarogniew
Wojciechowski. Il padre di Jarogniew, alcolizzato, nel 1933 abbandonò la famiglia peggiorandone notevolmente la situazione economica e costringendo così Jarogniew ad abbandonare il ginnasio che stava frequentando.
La linfa vitale dell’oratorio salesiano
L’oratorio salesiano di Poznan fu una delle più
importanti tappe dello sviluppo di personalità
dei giovani martiri. Nell’anteguerra l’oratorio
fu luogo di incontri della gioventù maschile
che ricalcava fedelmente la struttura e lo spirito oratoriano dell’epoca di don Bosco. Oltre al servizio liturgico nella chiesa, i ragazzi
partecipavano nelle attività dei gruppi di formazione, le tradizionali Compagnie del San-
21
La Nostra Voce - Settembre 2014
tissimo Sacramento (per i più piccoli), dell’Immacolata e di san Giovanni Bosco (per i più
grandi). Molto attivi furono il teatro e i gruppi
sportivi. Durante le vacanze venivano organizzate gite e colonie estive.
La casa di via Wroniecka doveva la sua efficacia formativa in gran parte al notevole numero
di salesiani da cui era composta la comunità,
tra i quali diversi erano giovani pieni d’entusiasmo per lo spirito e lo stile educativo di
don Bosco. I giovani oratoriani appartenevano
al gruppo dei cosiddetti “anziani” che aiutavano i salesiani nell’organizzazione delle attività dell’oratorio e nell’assistenza ai più piccoli. Nelle associazioni oratoriane ricoprivano
l’incarico di presidenti. Il periodo dell’oratorio fu un’importante fase della loro crescita
integrale: religiosa, sociale e culturale.
La guerra e la resistenza
Tutti i ragazzi dell’oratorio, inclusi i “Cinque
di Poznan”, appartenevano alla prima generazione nata nella Polonia indipendente, formata molto patriotticamente attraverso l’opera di
quasi tutte le istituzioni pubbliche polacche:
la scuola, la Chiesa, l’esercito, lo scoutismo,
i partiti politici più importanti, la stampa. La
gioventù veniva educata al culto dell’amore per
la Patria, dell’eroismo dei suoi antichi difensori, delle insurrezioni indipendentiste nazionali. Nell’oratorio i chierici e i ragazzi più
grandi leggevano ai più giovani la trilogia di
H. Sienkiewicz, romanzi storici popolarissimi, scritti, come disse l’autore, “per rincuorare la nazione” oppressa. I sentimenti patriottici s’intensificarono di fronte all’imminente
minaccia della guerra. Edward Kazmierski annotò nel suo “Diario” alcuni avvenimenti politici internazionali – l’occupazione tedesca di
Klaipeda [Memel] e della Cecoslovacchia, la
nascita dello stato della Slovacchia, l’attacco
italiano all’Albania, un discorso importante del
Testimoni
ministro degli
affari esteri Józef Beck – e descrisse la propria partecipazione alla manifestazione antitedesca del 4
maggio 1939.
Al momento dello scoppio della
guerra i più grandi dei Cinque –
Klinik, Józwiak
e Kazmierski –
avevano raggiunto l’età della
leva. Poco prima
avevano seguito
un Corso Statale
di Addestramento Militare di 1°
grado. Dopo essersi arruolato
nell’Esercito polacco, Czeslaw
Józwiak partecipò alla difesa militare nel settembre 1939.
Edward Kazmierski partecipò ad una manifestazione pubblica che invocava la difesa di
Poznan, e più tardi marciò, insieme ad una colonna di volontari, da Poznan verso l’est per
unirsi all’armata polacca, ma il gruppo si sciolse non avendo raggiunto l’obiettivo.
Nei primi mesi dopo il rientro a Poznan,
Czeslaw Józwiak si unì all’Organizzazione Nazionale di Combattimento. Aveva il compito
di crearvi una sezione adibita alla ricognizione delle postazioni della Wehrmacht nel quartiere centrale di Poznan. Edward Klinik diventò suo vice. Józwiak accolse nella sua squadra
gli altri compagni dell’oratorio, che giuraro-
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La Nostra Voce - Settembre 2014
no fedeltà alla
NOB. L’attività
del gruppo iniziò
nel gennaio e finì
nel settembre
1940, quando
furono tutti arrestati. Nella cospirazione i singoli membri del
gruppo ebbero il
compito di disegnare le planimetrie delle
scuole del proprio vicinato in
cui erano dislocate le unità tedesche, di distribuire il gazzettino “Polska Narodowa”, di raccogliere materiali sanitari e
medicamenti e
accertare gli indirizzi
dei
Volksdeutschen e dei tedeschi venuti a Poznan
dai Paesi Baltici. Quando la chiesa e l’oratorio furono definitivamente chiusi dai tedeschi,
i ragazzi continuarono a incontrarsi nelle case
private e nella casa dei Fratelli del Cuore di
Gesù. Di solito erano incontri di carattere amichevole e informale, ma vi furono anche quelli di preghiera, musicali e le serate patriottiche.
Verso il patibolo
Venerdì 21 settembre 1940 la Gestapo arrestò Edward Klinik, e il 23 settembre, nella tarda
serata, gli altri ragazzi. Il primo luogo della detenzione fu la sede posnaniana della Gestapo.
Testimoni
Qui si svolsero i primi interrogatori, i più
cruenti. Dopo 24 ore gli arrestati furono trasferiti al Fort VII, dove trascorsero il primo
mese del loro lungo supplizio. Tutti, tranne
Klinik, furono messi nella stessa cella, la n.
58. Il 14 ottobre 1940 furono trasferiti, insieme con altri prigionieri, nella prigione di via
Mlynska, dove furono separati. Czeslaw
Józwiak fu tormentato più degli altri carcerati, criminali comuni, forse perché figlio di un
poliziotto. Verso la fine di quella detenzione
dovette essere ricoverato in infermeria. Il 16
novembre 1940 tutti vennero trasportati in treno nella prigione di Wronki. Lì rimasero per
cinque mesi, inizialmente in celle singole,
soffrendo la fame e il freddo, lavorando a intrecciare spago e incollare sacchetti di carta.
Il 23 aprile 1941 furono trasferiti nuovamente, questa volta nelle prigioni di Berlino.
Józwiak, Kazmierski, Kesy e Klinik finirono
nella prigione situata presso il tribunale, mentre Wojciechowski fu detenuto nel carcere di
Spandau. Le condizioni della detenzione a Berlino furono migliori dal punto di vista dell’alloggio, dell’alimentazione e del trattamento,
rispetto a quelle di Wronki. Su questo periodo
sappiamo di più grazie alle missive clandestine scritte da Edward Kazmierski e Franciszek
Kesy, trafugate all’esterno. Il 30 maggio 1942
i quattro detenuti di Neuköln furono spostati
nel carcere preventivo di Zwickau, destinato a
prigionieri politici. Nella seconda metà di giugno vi arrivò anche Wojciechowski. Il 3 agosto 1942 a Zwickau ebbe luogo una sessione
del Tribunale Superiore Nazionale di Poznan
in trasferta, durante la quale venne data lettura
della sentenza, emessa due giorni prima, che
condannava a morte tutti e cinque. Il 18 agosto i prigionieri furono trasferiti nel carcere
di Dresda. Il 24 agosto 1942, tra le ore 20.00
e 21.00, la sentenza di morte fu eseguita e i
condannati ghigliottinati nel cortile del carce-
23
La Nostra Voce - Settembre 2014
re situato nello stesso edificio del Tribunale
Nazionale di Dresda, in Münchner Platz. I corpi furono sepolti nel cimitero cattolico di
Bremerstrasse. I cinque giovani alunni salesiani
di Poznan, prima della decapitazione, pregavano insieme in una cella del carcere. Un prigioniero più anziano li avvertiva del pericolo
e chiedeva: «Sapete cosa vi aspetta?». In risposta udì: «Quello che ci aspetta lo sa solo Dio.
In Lui riponiamo fiducia. Qualunque cosa accada, sarà la Sua volontà».
«Arrivederci in cielo!»
Nella chiesa di S. Maria Ausiliatrice di Poznan
i cinque beati sono venerati come coloro che
intercedono per i giovani allontanatisi da Dio
e dalla Chiesa, impetrando per loro la grazia
del ritorno alla fedeltà a Cristo. Le ultime lettere dalla prigionia, scritte prima dell’esecuzione, rivelano la profondità davvero sorprendente delle loro motivazioni religiose. Uno di
loro, Czeslaw Józwiak, scrisse: «Proprio oggi,
cioè il 24, giorno di Maria Ausiliatrice, mi
tocca andarmene da questo mondo. So che
Maria Ausiliatrice dei cristiani, che ho venerato per tutta la vita, mi impetrerà il perdono di Gesù. Mi sono appena confessato e
tra poco riceverò nel mio cuore la santa Comunione. Alle 8.30, ovvero mezz’ora prima
delle nove, lascerò questo mondo. Vi chiedo
una cosa soltanto, non piangete, non vi disperate, non vi angosciate. Dio ha voluto
così. Lo chiedo specialmente a Te, Mamma
cara, offri il Tuo dolore alla Madre Addolorata, Lei allevierà la pena del Tuo cuore afflitto. Vi prego, se Vi ho mai offeso in qualche modo, perdonate la mia anima. Io pregherò Dio per Voi, perché Vi conceda la Sua
benedizione e perché possiamo ancora, un
giorno, rivederci tutti insieme in cielo. Arrivederci in cielo! – Vostro figlio e fratello
Czeslaw».
Pierluigi Cameroni
Viaggio in Russia
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La Nostra Voce - Settembre 2014
Quest’anno la meta del viaggio è stata la Russia
landia. La città con circa 5 milioni di abitanti, è la
cristiana. Ritrovo il 2 agosto all’alba per raggiunseconda di tutta la Russia per dimensioni e popogere l’aeroporto di Milano Malpensa in tempo utilazione nonché per il porto più importante, inoltre
le per il check-in delle 7.00. Il cielo nero e la piogè una città federale.
gia torrenziale lungo il percorso in pullman, faceFondata dallo Zar Pietro il Grande (1682-1725)
vano presagire disagi a cui saremmo andati insul delta della Neva fu a lungo capitale dell’Impero
contro.
russo, sede della Corte degli Zar ed oggi è uno
La prima tratta aerea Milano-Monaco, causa indei principali centri artistici e culturali d’Europa. E’
convenienti tecnici è riuscito a decollare con molconsiderata la metropoli più a nord del mondo.
to ritardo solo alle 11.20 facendoci perdere la coinLa prima meta è stata la Chiesa cattolica di Santa
cidenza Monaco-San Pietroburgo. Il gruppo si è
Caterina di Alessandria che sorge sulla Prospetticosì ritrovato in aeroporto ad attendere il primo
va Nevskij o Nevskij Prospekt, ossia “Viale
volo utile per San Pietroburgo previsto per le 19.50.
della Neva” dove abbiamo partecipato alla S.
Stanchi e un po’ annoiati per via della durata del
Messa domenicale.
viaggio fatto di lunghe attese, arriviamo a San
Il terreno su cui è stata costruita la chiesa è un
Pietroburgo alle ore 2.00 ora locale (2 ore in più
dono dello Zar Pietro il Grande.
rispetto l’Italia per via dell’ora legale in corso).
La visita è proseguita con la visita del “Campo di
Ad attenderci Olga la nostra guida. Un pullman ci
Marte”. Questo prato veniva utilizzato nel 18° seha accompagnati in hotel per rinfrescarci, dormicolo dai soldati come punto di ritrovo per riposo
re e iniziare, dopo
e festeggiamenti.
poche ore di sonno,
Caterina II ha trasforChiesa Salvatore Sangue Versato
la nostra prima giormato il parco rennata
a
San
dendolo rettangolaPietroburgo. Olga ci
re e tracciando dei
spiega che San
lunghi sentieri pedoPietroburgo sorge
nali. Nel 1917 vensulle rive del fiume
ne scelto come luoNeva, che a sua volgo di sepoltura per
ta sfocia nel Mar
gli eroi della RivoluBaltico ed include
zione e nel 1919
anche molte isole,
dove venne deposicirca 42.
tata una lapide di
La città di San Piegranito rosso in loro
troburgo è situata ai
onore.
confini con la FinDal 1957 al centro
landia e l’Estonia,
brucia una fiamma
sulla riva più orieneterna. In lontanantale del Golfo di Finza si vedono le ca-
Viaggio in Russia
25
La Nostra Voce - Settembre 2014
Ermitage
ratteristiche cupole della Chiesa sul Sangue Versua finestra sull’Europa”. La visita prosegue con il
sato e il ponte sulla Neva. Si narra che Pietro il
Parco Inferiore che si estende tra il Mar Baltico ed
Grande posò la prima pietra per fondare San
il Grande Palazzo su una superficie di oltre 100
Pietroburgo proprio ai piedi del ponte.
ettari. Il parco è famoso per il più grande sistema
Successiva meta è il Museo dell’Ermitage. Il mudi fontane, circa 140 tutte perfettamente dorate in
seo è uno dei più grandi della Russia. La sua colstile barocco che incorniciano il palazzo e degralezione è composta da circa 3 milioni di capoladano verso il Golfo di Finlandia.
vori autentici esposti in cinque palazzi risalenti ad
Ci sono tre cascate principali. La principale è detepoche diverse, collegati tra di loro da gallerie. Il
ta “Grand Cascade” caratterizzata da una impomuseo fu fondato nel 1764. I cinque edifici che lo
nente statua dorata di Sansone con un leone. Di
compongono sono: il Palazzo d’Inverno, il Piccolo
grande suggestione anche la fontana denominaErmitage, il Vecchio Ermitage, il Nuovo Ermitage
ta “il Sole”. E’ formata da una vasca che irradia
e il Teatro dell’Ermitage.
getti d’acqua che danno l’impressione di essere
Poco prima della pausa pranzo Olga ci accomveri e propri raggi di sole. Il centro della fontana
pagna a vedere la chiesa del Salvatore sul Sanruota su un’asse verticale in modo che la direziogue Versato. Fu eretta sul luogo dove venne uccine del sole cambi continuamente. La passeggiaso lo zar Alessandro II di Russia, vittima di un atta in questo parco meraviglioso rinfranca tutti i
tentato nell’anno 1881.
Dopo la pausa pranzo riprendiamo le visite in altre zone della città. Visitiamo Peterhof la “Versailles
russa” o capitale delle Fontane,
residenza estiva di Pietro il Grande sul golfo di Helsinki. E’ la tenuta più famosa e spettacolare, ricca di palazzi, di fontane e di parchi. E’ stata la residenza estiva
preferita di Pietro il Grande e per
un lungo periodo fu anche la residenza ufficiale della dinastia
Parco inferiore Peterhof
Romanov, Pietro la definiva “la
Viaggio in Russia
partecipanti. Lungo il percorso alcuni membri del
gruppo fanno un piacevole incontro con uno scoiattolo molto socievole che vive nel parco.
A fine giornata facciamo rientro in hotel per la cena
ed un meritato riposo.
Il giorno successivo, dopo una ricca colazione, abbiamo assistito alla messa in seminario e poi, sempre accompagnati da Olga, siamo andati in giro
per la città. Una prima sosta ha permesso di vedere la Piazza di Sant’Isacco su cui si affaccia
l’omonima cattedrale. La cattedrale di S. Isacco è
la seconda chiesa ortodossa orientale più alta
dopo la cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. La
sua altezza è di circa 101 m, la cupola ha un peso
di 300.000 tonnellate. Sulla piazza si affaccia anche la dimora dello scrittore e filosofo russo
Dostoevskij dove scrisse “Le notti bianche”.
Dopo la sosta per le fotografie di rito, siamo partiti
alla volta della residenza estiva di Caterina I nel
villaggio di Pushkin, conosciuto come Palazzo
Pushkin. Questo Palazzo è famoso per la “Camera d’ambra”.
E’ una stanza le cui pareti sono completamente
rivestite da pannelli decorati con ben sei tonnellate d’ambra, oltre a foglie d’oro e specchi. E’ stata
spesso definita l’ottava “Meraviglia del Mondo”.
L’affluenza di visitatori è così alta che l’accesso alla
Camera è consentito a gruppi ristretti e per un limitato periodo di tempo. Nell’attesa abbiamo visitato il parco e i laghetti artificiali che circondano la
costruzione ammirando la moltitudine di fiori e
piante e la loro perfetta simmetria. Attraversando i
giardini Olga ci ha svelato la leggenda di Anastasia
Romanov.
Anastasia era la quarta figlia di Nicola II (ultimo
zar di Russia) e Alessandra. La famiglia Romanov
venne assassinata dal primo all’ultimo componente durante la rivoluzione di Febbraio con l’avvento
della prima guerra mondiale. La leggenda che
Anastasia fosse sopravvissuta al massacro è completamente falsa, in quanto durante il periodo che
va dal 1991 al 2008, dopo il ritrovamento dei primi sette corpi dei Romanov incluso quello di
Anastasia, si succedette il ritrovamento dei resti di
Maria e Alessio. Vennero sepolti i resti di tutta la
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La Nostra Voce - Settembre 2014
famiglia nella Cattedrale di S. Pietro e Paolo all’interno della fortezza a San Pietroburgo, a loro è
dedicata un’apposita cappella.
Nel pomeriggio abbiamo proseguito la visita con
la Fortezza di Pietro e Paolo. Venne edificata per
ordine di Pietro il Grande a partire dal 1703. Questa si estende sull’isola delle lepri, affacciata sul
fiume Neva. Al suo interno si trovano: la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, il Mausoleo dei Granduchi, il Museo storico di San Pietroburgo e il
Museo dello spazio e della tecnologia missilistica.
Ormeggiato sul fiume Neva nei pressi della fortezza c’è l’incrociatore Aurora, oggi destinato a
museo galleggiante. Passò alla storia perché nell’anno 1917 durante la rivoluzione di Ottobre, l’incrociatore sparò il colpo che diede il segnale per
la conquista del Palazzo d’Inverno.
Siamo poi rientrati in hotel per prepararci a trascorrere la serata presso un tipico ristorante russo per consumare la cena accompagnato da uno
spettacolo con cori russi.
Il giorno successivo, ultimo giorno di permanenza a San Pietroburgo, dopo aver assistito alla funzione nella chiesa di S. Caterina, abbiamo visitato
la Piazza del Cavaliere di Ferro, monumentale
statua equestre in bronzo dedicata a Pietro il Grande. Piacevole l’esperienza della navigazione lungo i principali canali che attraversano la città. Dalla nave abbiamo potuto ammirare la residenza di
rappresentanza del Presidente, l’incrociatore Aurora, il collegio dei giovani marinai, la Fortezza e
navigare sul fiume Neva.
Il fascino di questa città ti avvolge, è la San
Pietroburgo che hai sempre sognato, quella vista,
amata e ammirata sui libri, cartoline, riviste, in Tv
o al cinema. Le grandi residenze degli Zar e i
fastosi palazzi nobiliari; le chiese che innalzano al
cielo le loro ardite guglie dorate; il placido scorrere della Neva; il viale infinito della Prospettiva
Nevskij tutto racconta il mito di una città tra le più
belle del mondo. L’atmosfera che si respira ti fa
sentire a casa, in fondo San Pietroburgo è la più
occidentale tra tutte le città dell’ex impero sovietico.
Nel pomeriggio ci siamo trasferiti alla stazione ferroviaria per partire alla volta della capitale: Mo-
Viaggio in Russia
sca. Abbiamo salutato Olga la nostra guida con
grande affetto.
La capitale ci è apparsa da subito grande,
mastodontica, un autentico gigante. La prima cosa
che colpisce il visitatore sono le strade, enormi, le
scie luminose tracciate dalle macchine in transito
sembrano serpenti pieni di luci, il traffico è congestionato. Strade enormi appunto, fino a sei corsie
per senso di marcia piene di macchine… e che
macchine!
Ad attenderci in stazione c’è Dimitri la nostra guida russa a Mosca. Dimitri ci spiega che i moscoviti
sono circa 15 milioni tra residenti regolari e clandestini, il territorio urbano è vastissimo. Basti pensare che per andare da ovest a est di Mosca si
devono percorre circa 29 km e per andare da nord
a sud circa 40 km. La capitale è un nodo centrale
nel trasporto. Comprende 11 ferrovie, 3 porti fluviali, 4 aeroporti civili ed un sistema di metropolitana che si snoda per 220 km di lunghezza con
161 stazioni.
Mosca è una città dai forti contrasti: ad alcuni può
apparire triste o addirittura tetra, per altri interessante e vivace. I grandi monasteri che documentano la sua cultura antichissima sono quasi soffocati dai palazzi ultramoderni sorti grazie ad un’economia multinazionale in forte espansione, mentre
la popolazione si divide tra una parte decisamente avviata verso uno stile di vita caratterizzato dal
benessere occidentale ed una larga fetta di poveri
che vivono con redditi ai limiti della sussistenza e
che non di rado sono costretti a mendicare.
Mosca si presenta con questo volto al turista, un
volto capace di affascinare e di rappresentare il
nuovo corso della nazione, la modernità e lo sviluppo. Questo apparire, purtroppo, porta con sé
gravi problemi e forti contraddizioni.
Il giorno successivo ci addentriamo nel centro di
Mosca. Prima tappa il Cremlino. Il Cremlino è una
cittadella fortificata posta nel centro geografico della
città. E’ sito sulla riva sinistra del fiume Moskova.
E’ sede delle istituzioni governative nazionali della
Russia. La parte orientale del Cremlino si affaccia
sulla famosa Piazza Rossa: 74.000 mq circa di
superficie.
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La Nostra Voce - Settembre 2014
La visita del Cremlino è partita dalla “piazza delle
chiese” il suo cuore. E’ un angolo di paradiso questa piazza. Il sole fa sfavillare gli ori di moltissime
cupole. Ci si ferma estasiati, come in una piazza
rinascimentale fiorentina intrisa di arte e poesia.
Vi aleggia un clima religioso che non fa pensare
affatto di essere in quello che fu il centro della
teorizzazione più enfatizzata dell’ateismo.
Questa piazza prende il nome dalle chiese che vi
sorgono, la cattedrale della Dormizione, la cattedrale dell’Arcangelo Gabriele e la cattedrale dell’Annunciazione, il palazzo Sfaccettato, la chiesa
della Deposizione della Veste, la chiesa dei Dodici Apostoli ed il campanile di Ivan il Grande... La
piazza nei secoli è stata il luogo delle incoronazioni solenni e dei cortei funebri di tutti gli zar russi,
dei patriarchi e dei granduchi di Moscovia. Sorgono tutte chiese ortodosse affrescate con
iconografie particolari.
Nel percorso guidato è stato possibile vedere da
vicino la “Zarina delle campane”, alta 6 m e il cui
peso è di 200 t, è la più grande di tutte le campane del mondo, che paradossalmente non suonò
mai così come lo “Zar dei cannoni” anch’esso mai
utilizzato.
Il cinquecentesco cannone pesa 40 t ed è considerato il più grande mai costruito ed ideato per
quel periodo. Incuriosisce la posizione di questo
cannone, la cui bocca è rivolta verso il palazzo
del governo e più precisamente verso la sede
dell’ufficio presidenziale… Dopo la visita alle chiese ed aver ammirato le cupole dorate che le sovrastano, accompagnati da Dimitri visitiamo il palazzo dell’Armeria ed il relativo museo. All’interno
del museo è possibile ammirare armi storiche,
pregiati gioielli, insegne reali e pezzi esclusivi di
artigianato in oro e argento, risalenti all’arco di tempo tra i secoli XIII e XIX. All’interno è allestita anche
la mostra permanente del “Fondo dei Diamanti”
dove sono esposti pezzi pregiati di gioielleria artigianale, reliquie degli zar e rare gemme preziose.
Il monumento che più ci ha colpito è stata la Cattedrale ortodossa di San Basilio, un vero gioiello che
adorna la Piazza Rossa. La cattedrale venne costruita per volontà di Ivan il Terribile per comme-
Viaggio in Russia
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La Nostra Voce - Settembre 2014
morare la
Zar dei cannoni
presa di Kazan ed Astrachan. Recentemente è
stata dichiarata Patrimonio
dell’Umanità
dall’Unesco.
La leggenda
narra che lo
zar, quando
ha visto la cattedrale comzo al traffico aumentando progressivamente la vepleta, ha ordilocità. La velocità era davvero elevata, tanto da
nato di rensembrare di essere in pieno svolgimento di un
der ciechi gli
Ivan il terribile
gran premio di formula uno!!!
architetti per
Il giorno dopo abbiamo visitato alcune stazioni
impedir loro
della Metropolitana. L’impressione che trasmesdi costruire
saci è che è pulita, efficiente. Sulle guide turistiche
altrove una cattedrale dalla bellezza simile. L’efè nota per la ricca realizzazione di alcune staziofetto che l’edificio trasmette è a dir poco fiabesco
ni, che recano esempi dell’arte del realismo soquasi irreale.
cialista. Le stazioni sono alte, spaziose e ben illuUn’altra grande emozione che abbiamo provato
in questa giornata appassionante, è stato passeggiare sulla Piazza Rossa.
Nel nostro immaginario questa piazza
è sempre stata teatro di grandi rivoluzioni, parate militari, una piazza chiusa
a tanti ed ora accessibile anche per noi
“occidentali”.
Non a caso i Moscoviti la ritengono il
“centro del loro mondo” ed effettivamente dalla magnificenza che traspare si è
portati a pensare ciò, anche se non sei
un Moscovita!!!.
Alla sera abbiamo assistito allo spettacolo “Russian National Dance ShowKostroma” tipico folklore russo dedicato alla storia della Russia dalla sua nascita ad oggi. Avventuroso è stato arrivare al locale!!! Eravamo in ritardo per
colpa di un incidente per strada, e quando questa si è liberata, l’autista ha iniSan Basilio
ziato a zigzagare con il pullman in mez-
Viaggio in Russia
minate. I tunnel e le piattaforme sono tra i più larghi fra quelli finora realizzati nel mondo. Abbiamo
visto le stazioni di: Kropotkinskaja (pavimento in
granito rosa e grigio e colonne esagonali in marmo grigio chiaro), Belorusskaja (motivi a rilievo
ispirati al popolo ucraino), Novokuzneckaja (bassorilievi che celebrano la gloria degli eroi russi e
dei soldati sovietici), Kurskaja e Novoslobodskaja
(pannello decorativo Pace in tutto il mondo).
Proseguendo nel giro abbiamo visitato il Monastero delle Vergini (convento di Novodevicij) e la
Galleria Tret’jakovskaja museo contenente la più
imponente raccolta di icone russe.
Girando col pullman per le vie di Mosca non si
può non notare edifici imponenti, tendenti a uno
stile gotico-modernista, che si incontrano in diversi punti della città. Si tratta delle cosiddette “Sette
sorelle “ edifici voluti da Stalin per dare un tocco di
modernità alla città in occasione dell’ottocentesimo
anniversario della fondazione di Mosca (1947).
Si dice che siano state volute per emulare i grattacieli americani, volgarmente vengono descritti
come “i sette denti di Stalin”. Una spiegazione più
misteriosa narra che Stalin avesse una terribile
paura della morte ed aspirasse all’immortalità.
Riteneva che le foto potessero colpirlo con malefici, per cui evitava di farsi fotografare. Stalin prima
di prendere decisioni importanti consultava la sua
astrologa personale.
Fu infatti lei che consigliò la costruzione dei sette
palazzi per creare un campo energetico che convergesse verso l’ottavo palazzo “palazzo del Soviet”
e lo proteggesse da influssi malefici. Per costruire
quest’ultimo Stalin diede ordine di far “saltare” la
Monastero delle Vergini
29
La Nostra Voce - Settembre 2014
Chiesa di Cristo Salvatore, ma non ottenne il suo
scopo perché morì e la chiesa venne in seguito
ricostruita.
Il Monastero delle Vergini o convento di
Novodevicij. Era un monastero femminile noto per
dar rifugio a molte donne delle famiglie imperiali
russe e della famiglia dei Boiardi, che venivano
spesso obbligate a prendere i voti, come capitò
ad esempio alla moglie di Fedor I, Irina Gudonova,
a Sofia Romanova (sorella di Pietro il Grande) e a
Eudoxia Lopukhina (prima moglie di Pietro il Grande). La struttura più antica del convento è la cattedrale a cinque cupole dedicata a Nostra Signora
di Smolensk. All’interno si trova la più bella
iconostasi di tutte le chiese della capitale. Fu Sofia
a volere così ed è un vero capolavoro costituito da
una serie di cinque file di icone, incastonate in una
cornice di legno intagliato e stucchi. La più importante è quella della Vergine di Smolensk detta anche Vergine della dolcezza, che dà il nome alla
chiesa. Fu poi la stessa Sofia ad essere imprigionata in questo stesso monastero per volere di suo
fratello Pietro il Grande.
Immancabile il “Mosca by night” dove abbiamo
potuto ammirare le “fontane rosse di Mosca” che
simboleggiano tutti i caduti nella rivoluzione; il lago
che ispirò Cajkovskij, che compose il lago dei cigni, ed infine la Piazza Rossa per poter ammirare
i giochi di luce sui vari monumenti. Una curiosità:
come a Milano si sosta in Galleria Vittorio Emanuele presso il mosaico del Toro per “buona fortuna”, anche nel “centro di Mosca” detto punto zero
si fa sosta davanti alla Porta della Resurrezione,
in un punto che collega la Piazza Rossa alla Piaz-
Teatro Bolshoi
Viaggio in Russia
za Manezhnaya affiancato al Museo statale di storia e al vecchio Municipio di Mosca. Abbiamo visto persone che si posizionavano sulla placca in
ottone (che simboleggia il punto zero), esprimevano un desiderio e lanciavano una monetina. Tutto estremamente suggestivo e romantico…
Il giorno dopo abbiamo visitato Sergiev Posad. La
città dista circa 70 km da Mosca. Nel raggiungerla, abbiamo attraversato la città di Korolev, famosa per opera di Sergej Korolëv, pioniere dell’industria aerospaziale sovietica. Nel 1996 la città
venne dedicata al suo fondatore.
Abbiamo attraversato ampie distese di boschi, intervallate da piccole zone dove si vedevano le famose “Dacie Russe”. Dacia russa è un’abitazione
o residenza sita in campagna, di solito ne sono
proprietari gli abitanti delle grandi città che la usano per trascorrervi le vacanze o per affittarle ad
altri villeggianti. Le dacie sono molto comuni in
Russia e sono altresì molto diffuse in alcune repubbliche dell’ex Unione sovietica. Differiscono
dalle “Isbe russe” tipiche abitazioni rurali, a uno o
due piani, interamente costruite di tavole di legno
e di tronchi d’albero, abitate tutto l’anno, di solito
da contadini, in russo chiamati mužik.
Sergiev Posad è conosciuta soprattutto per il Monastero della Trinità di San Sergio. Rappresenta il
più importante monastero (lavra) e centro spirituale della Chiesa ortodossa russa ed è meta di
pellegrinaggio da tutti gli angoli della grande Russia. Venne costruito nel XIV secolo e poi modificato e arricchito in più periodi. Al suo interno si trovano la cattedrale della Trinità e la cattedrale dell’Assunzione; fa parte dei patrimoni dell’umanità
dell’Unesco. Monastero maschile tuttora abitato da
circa 300 monaci. Residenza dell’attuale patriarca ortodosso, priore del monastero. All’interno di
questo complesso vi sono tre scuole: la scuola
dei cori, la scuola delle icone e l’accademia e seminario degli ortodossi. Questa città fa parte dell’anello d’oro di antiche città russe che circondano
Mosca.
All’interno del Monastero della Trinità di San
Sergio vi sono molte attrazioni, le più visitate delle
quali sono la Cattedrale dell’Assunzione, la Catte-
30
La Nostra Voce - Settembre 2014
drale della Trinità e il Refettorio di San Sergio. Ci
sono molte altre chiese, un palazzo che ospita gli
appartamenti degli zar e il refettorio, dedicato a
San Sergio. È particolare il campanile, dagli esterni
molto decorati, intonacati in azzurro e in bianco.
E’ il più alto di tutta la Russia, infatti supera di 7 m
il campanile del Cremlino, per un’altezza totale di
88 m.
Ricordiamo che San Sergio è il patrono di Mosca
e San Giorgio il patrono di tutta la Russia.
L’ultimo pomeriggio è stato dedicato agli acquisti
nella vecchia via Arbat, strada pedonale sita nel
centro storico di Mosca; piena di bancarelle e case
di scrittori, bar famosi come “l’Hard Rock Cafè” e
ristoranti come Kruzhka, Praim e Mu-Mu.
La visita in Russia è stata ricchissima: abbiamo
percorso le strade di famosi personaggi russi:
Puskin, Gogol, Tolstoj, Dostoevskij, Zar, Zarine e
visto le loro case, i palazzi, i monumenti a loro
dedicati. Abbiamo “vissuto” con la mente con il
cuore i loro racconti, le loro vicissitudini, le loro
traversie.
Molta strada abbiamo percorso e molti luoghi abbiamo visitato a testimonianza che la Russia è un
paese immenso, ricco di opere e di storia che vale
la pena visitare. Visitare luoghi nuovi, approcciare
nuove culture, ha permesso di accresce ulteriormente le nostre conoscenze, aprendo le nostre
menti a scelte più consapevoli.
E’ con molto dispiacere che il giorno dopo abbiamo lasciato questo splendido paese per fare ritorno in Italia.
Ringraziamo tutti quelli che hanno partecipato attivamente alla realizzazione di questo viaggio dandoci l’opportunità di visitare un paese dalle molte
facce e dalle molte contraddizioni, che rimane
sempre interessante stimolante e tutto da vivere.
Le genti che lo abitano, il clima così variabile, la
sua vastità che è possibile misurare grazie ai suoi
numerosi fusi orari... Paese attraversato da opere
di collegamento immense per poterlo unire geograficamente da un capo all’altro, da una così vasta nazione... al resto del mondo.
Do svidaniya Russia!
Vittoria Sommariva
Riflessione
L’anomalia meteo di quest’estate è davvero sorprendente. Balzi, ribaltoni e sobbalzi termici la rendono unica. Il clima dall’umore tanto volubile quanto imprevedibile, fa pensare che pure il tempo, al
pari di tanti benemeriti politici, abbia perso la bussola e non riesca più a orientarsi per trovare la
giusta rotta di navigazione.
A questi capricci atmosferici, dispettosi e violenti,
si è quasi tentati, dovendo uscire da casa, di portarsi appresso un trolley stipato con indumenti estivo-invernali che, per evitare bronchiti inattese e
code interminabili nell’atrio del Pronto Soccorso,
ci metteremo addosso sotto il primo portico incontrato, al riparo da sguardi indiscreti. E magari, per
non insospettire qualcuno che non siamo riusciti
a schivare, mentre ci togliamo i pantaloncini estivi
per sostituirli con jeans di velluto, potremmo fingere, con gli occhi puntati al cielo, di fischiettare
un motivetto e dare l’impressione che cambiarsi
per strada, sia la cosa più normale di questo
mondo.
Al clima temperato cui eravamo abituati, in alcune settimane di quest’estate la cui temperatura
scendeva di botto a sfiorare i quindici gradi, al posto
del bicchierino fresco, invitante e gustoso di Estathè
che il caldo estivo ci obbligava a degustare,
avremmo potuto sostituirlo in tutta tranquillità, con
un altro di grappa alla ruta per riscaldarci un poco.
E così, anche le condizioni atmosferiche si adeguano all’attuale epoca che fa parlare di sé, per il
modo in cui l’apparenza e la concorrenza fanno
della propria immagine uno stile di vita esclusivo,
maniacale. Si ha l’impressione, allora, di abitare
in un mondo fittizio in cui i nostri desideri sono plasmati dalla pubblicità e i consumi dipendessero
dallo sguardo del vicino e dal modo di pensare
da ciò che ascoltiamo alla TV. E un rimedio a tutti
questi imbrogli, forse posso evitarlo chiudendo gli
occhi davanti a quello che non voglio vedere, ma
non posso chiudere anche il cuore davanti a quello
che non voglio sentire.
31
La Nostra Voce - Settembre 2014
Probabilmente, dove altri vedono chiusura e solitudine, io vi attingo istinto di sopravvivenza che va
arricchendosi della convinzione che nella vita,
avere poco da perdere, sia la cosa migliore. Adeguo di continuo i sentimenti all’ambiente circostante, ho riguardo per gli affetti, m’infilo nelle decine
di piccoli ruoli quotidiani, faccio l’equilibrista, ragiono, soppeso, il tutto per evitare di danneggiare
la struttura portante, dal momento che ne sono
parte integrante.
Sì, è vero, e ammetterlo non mi costa nulla, sono
fatto piuttosto male perché devo immaginare sempre il peggio per sviluppare gli anticorpi con cui
affrontarlo qualora si dimostrasse reale. E, come
una sorta di una piccola enclave nell’enclave del
mio mondo, racchiuso e protetto, vedo scorrere
la vita senza mai farne realmente parte, e la percezione di trovarmi fuori posto, ora che il giorno
comincia a declinare, si fa davvero prepotente.
S’insinua negli anfratti della memoria la cui capacità di tirare a sorte i frammenti del passato e farli
riemergere, è davvero crudele, spingendosi fino
a ripescare quel pensiero che ormai è certezza
assoluta: tutto ciò che ho perso, non lo riavrò mai
più. Ed è allora che mi prende la paura di trovarmi alla deriva, dominato dall’incapacità di non controllare più niente, per assaporare, infine, il disgusto di vivere in un mondo senza pietà, capace solo
di stroncare i più deboli e i meno protetti.
A un costante impegno per tenere occupata una
mente sempre affamata di tempo e quindi lasciare poco spazio per il dolore, si contrappone il peso
degli anni, ciascuno ben determinato a lasciare il
proprio segno sull’aspetto, che mi sorride con l’aria
benevola di un’infermiera al trentesimo anno di
servizio e che odia il proprio lavoro. Pertanto, non
c’è da stupirsi se qualcuno, a un “al di qua” sempre più incerto, sempre più brutto e meno ospitale, preferisca, anticipando il destino, trasferire la
propria residenza “nell’aldilà”.
Bassano, Nino, Fusari
Statistiche 2013/2014
32
La Nostra Voce - Settembre 2014
Statistiche rilevate dopo la visita del Parroco alle famiglie
Parrocchia
SANTA FRANCESCA SAVERIO CABRINI
Codogno
STATISTICHE ANAGRAFICHE
Abitanti
Uomini
Coniugati
Vedovi
Celibi maggiorenni
Nati
Defunti
Minorenni maschi
Infanti (pre scuola)
Studenti
Disoccupati
1328
638
629
19
182
4
10
80
30
69
28
Famiglie
Donne
Separati o divorziati
Vedove
Nubili maggiorenni
Nate
Defunte
Minorenni femmine
Freq. scuola d’obbligo
Universitari
Età media
594
690
55
142
107
2
4
70
72
33
49,97
FASCE D’ETA’
Donne
Uomini
0-9
27
42
10-19
52
55
20-29
52
64
30-39
61
58
40-49
100
106
50-59
109
107
60-69
78
83
70-79
131
77
>79
80
46
Statistiche 2013/2014
33
La Nostra Voce - Settembre 2014
Parrocchia
SANTA FRANCESCA SAVERIO CABRINI
Codogno
Statistiche 2013/2014
34
La Nostra Voce - Settembre 2014
Parrocchia
ASSUNZIONE BEATA VERGINE MARIA
Triulza di Codogno
STATISTICHE ANAGRAFICHE
Abitanti
Uomini
Coniugati
Vedovi
Celibi maggiorenni
Nati
Defunti
Minorenni maschi
Infanti (pre scuola)
Studenti
Disoccupati
378
196
182
3
52
2
0
35
12
25
4
Famiglie
Donne
Separati o divorziati
Vedove
Nubili maggiorenni
Nate
Defunte
Minorenni femmine
Freq. scuola d’obbligo
Universitari
Età media
158
182
15
19
34
2
1
24
28
8
44,38
FASCE D’ETA’
Donne
Uomini
0-9
9
15
10-19
19
24
20-29
11
20
30-39
29
24
40-49
33
30
50-59
27
34
60-69
26
28
70-79
16
13
>79
12
8
Statistiche 2013/2014
35
La Nostra Voce - Settembre 2014
Parrocchia
ASSUNZIONE BEATA VERGINE MARIA
Triulza di Codogno
Sacramenti
36
La Nostra Voce - Settembre 2014
Prima Confessione
Prima Comunione
S. Cresima
I Doni
dello Spirito Santo
Note di Vita Parrocchiale
Parroco tel. 430244 - tel. 33949
N O T E
37
La Nostra Voce - Settembre 2014
P A R R O C C H I A L I
Parrocchia
S. FRANCESCA CABRINI
BATTESIMO:
Domenica 31 Agosto, il nostro Diacono Don Alessandro ha amministrato, per la prima volta, il
Battesimo al piccolo
ANDREA FERRARI
ai genitori le più vive felicitazioni da parte della Comunità Parrocchiale e per il neo-battezzato la
preghiera al Signore perchè possa crescere in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli
uomini.
DEFUNTI:
Nei mesi estivi, sono tornati alla Casa del Padre
ANGELA MONTICELLI (ANNI 84)
GIOVANNA FOLLI (anni 101)
ai familiari la partecipazione da parte della Comunità al loro dolore ed ai defunti la preghiera
del suffragio.
MARTEDI 16:
ORE 21,00 - ADORAZIONE EUCARISTICA E SANTE CONFESSIONI
ci prepariamo all'Apertura del nuovo Anno Pastorale diponendo i nostri cuori e le nostre
menti ad accogliere il dono del Signore
MERCOLEDI 17
PELLEGRINAGGIO MARIANO AL SANTUARIO DELLA MADONNA
DEI CAPPUCCINI - IN CASALPUSTERLENGO
Si terrà Mercoledi 17 Settembre con partenza davanti alla Parrocchia in pullman alle ore 20.15,
PRENOTARSI PRESSO LA SAGRESTIA VERSANDO LA QUOTA DI Euro 5,00
N.B.: L'arrivo a Casalpusterlengo sarà davanti all'Ospedale (tempo permettendo), quindi proseguiremo processionalmente verso il Santuario. E' sempre bene che la partenza sia effettuata
insieme, anche per chi partecipa con i mezzi propri. Per chi è impossibilitato di fare il tratto a
piedi, può giungere con il pullman davanti al Santuario.
Note di Vita Parrocchiale
38
La Nostra Voce - Settembre 2014
DOMENICA 21
APERTURA ANNO PASTORALE
PROGRAMMA:
Ore 10.30 - Canto Solenne delle Lodi
Ore 11.00 - S. Messa Solenne
Ore 15.30 - Iscrizione Anno Catechistico 2014/2015 da parte dei genitori
Ricordo ai genitori interessati che come primi responsabili dei propri figli sono chiamati a
compiere questo gesto personalmente, come segno di condivisione e collaborazione all'opera educativa della Parrocchia.
PESCA DI BENEFICENZA
Sempre in occasione dell'inizio del Nuovo Anno Pastorale verrà allestita una Pesca di
Beneficenza, il ricavato, grazie alla vostra generosità, servirà per sostenere l'aspetto economico della Parrocchia.
LA PESCA APRIRA' NEI GIORNI PROSSIMI DELL'APERTURA
DELL'ANNO PASTORALE
AVVISO AI LETTORI
Da questo numero è possibile rinnovare o sottoscrivere l'abbonamento al nostro mensile Parrocchiale: LA NOSTRA VOCE. Il costo di ogni singola copia è di Euro 3,00, l'abbonamento per
11 numeri è di Euro 18.00 anziché di Euro 33.00. Ricordiamo che abbonarsi al giornale è
sempre un segno di interesse e partecipazione alla vita della Comunità ed inoltre è conveniente non solo per il risparmio sul prezzo di copertina, ma anche perché assicura la consegna del
giornale ogni mese nella propria casa. Chi fosse interessato può rivolgersi direttamente agli
incaricati della distribuzione.
DOMENICA 5 OTTOBRE
MEMORIA SOLENNE DELLA
BEATA VERGINE MARIA DEL S. ROSARIO
- Ore 11,00 - S. Messa Solenne e presentazione dei Catechisti alla Comunità
- Ore 15,00 - Canto del Vespero Solenne e Processione con la statua della Beata Vergine
(Le vie del passaggio verranno comunicate con gli avvisi in Chiesa)
Note di Vita Parrocchiale
39
La Nostra Voce - Settembre 2014
SABATO 20 SETTEMBRE - ORE 21.00
Il Gruppo Teatrale "QUEI DE VORI" presenterà la Commedia:
"CATANAI E MATRIMONI"
a cura dei ragazzi/e dell'Oratoroio di ORIO LITTA
PRESSO IL NOSTRO SALONE TEATRO
Note di Vita Parrocchiale
40
La Nostra Voce - Settembre 2014
OFFERTE MESI DI LUGLIO E AGOSTO
Per la Chiesa
N.N. €. 50,00 - N.N. €. 50,00 - N.N. €. 10,00 - Funerale (Monticelli) €. 200,00 Battesimo €. 30,00 - ad onore Madonna: N.N. €. 10,00 - N.N. €. 10,00 - N.N. €. 30,00
- N.N. €. 50,00 - ad onore S. Cabrini: N.N. €. 10,00 - N.N. €. 50,00
LUGLIO
AGOSTO
Lampada SS. Sacramento
Anna
Cibra
N.N.
N.N.
€.
€.
€.
€.
5,00
5,00
5,00
10,00
€.
€.
5,00
5,00
Incaricati Vie:
Papa Giovanni, De Gasperi
Passerini (Medaglia)
Kennedy
Scala O (Cappelletti)
Scala N (Marzi M.)
Scala T (N.N.)
Scale V (N.N.)
€.
€.
€.
€.
€.
€.
€.
20,00
20,00
40,00
10,00
10,00
6,00
15,00
€.
€.
€.
€.
€.
€.
€.
10,00
20,00
40,00
10,00
10,00
6,00
20,00
Varie:
Giornale "La Nostra Voce"
Vendita Miele
Banca Centro Padana
€.
€.
€.
3,00
63,00
700,00
Cassa Ufficio Defunti:
€.
17,40
€.
28,50
Fiori per Altare:
Gruppo donne
€.
133,00
€.
133,00
Lampada tomba Don Ennio:
Marignani
Amalia
€.
€.
5,00
5,00
€.
€.
5,00
5,00
Sante Messe
41
La Nostra Voce - Settembre 2014
SANTE MESSE DI SETTEMBRE
1 Ln
def.ti Egidio BIANCHI e fam.e UGGERI - BIANCHI
2 Mt
def.ti Emiliano, Angelo e Franca
3 Mc def.to Ernesto PIFFERI
4 Gv
UFFICIO PER TUTTI I DEFUNTI DELLA PARROCCHIA
5 Vn
PRIMO VENERDI’ DEL MESE
Ore 16:00 - Adorazione Eucaristica
17:00 - Canto del Vespero e Benedizione Eucaristica
17:30 - def.to Mario SPEDINI
6 Sb
def.to Giuseppe BRUSCHI
7 DO Ore 8:00 - per intenzione
11:00 - def.te sorelle MONTICELLI
8 Ln
def.ti cg. Antonia e Giuseppe ZAMMATI
9 Mt
def.ti fam.e COMIZZOLI - SUSANI
10 Mc def.to Sac. SEVERGNINI don Arnaldo
11 Gv
def.to Luigi PODINI
12 Vn
def.ta Maria
13 Sb
def.ta Maria VERRILLO
14 DO Ore 8:00 - Pro Populo
11:00 - def.to Tonino TAGLIAFERRI
15 Ln
per intenzione
16 Mt
per intenzione
17 Mc def.ti cg. Giuseppina e Renzo ABBA’
18 Gv
def.to Livio FERRO
19 Vn
def.ti Lucia e Alessandro TAVAZZI
20 Sb
def.ti Teresa CODECA’ e familiari
Sante Messe
42
La Nostra Voce - Settembre 2014
21 DO Ore 8:00 - def.ti fam.e CIBRA - STOPPINI ed Elvira e Fernando
11:00 - def.to Gianni BIGNAMI
22 Ln
Pro Populo
23 Mt
def.ti Giovanni e fam. LONGARI
24 Mc def.to Umberto CIPOLLA
25 Gv
def.ti cg. Giovanna e Alessandro SCALMANI
26 Vn
def.ti cg. Paola e Gherardo
27 Sb
def.ti Laura, Adalberto e Giuseppe
28 DO Ore 8:00 - def.to Costante GEROLI
11:00 - def.to Angelo PETTINARI
29 Ln
Pro Populo
30 Mt
def.ti Santina GRECCHI, Giovanni BRUSCHI
SANTE MESSE DI OTTOBRE
1 Mc def.to Luigi POLLEDRI
2 Gv
UFFICIO PER TUTTI I DEFUNTI DELLA PARROCCHIA
3 Vn
PRIMO VENERDI’ DEL MESE
Ore 16:00
17:00
17:30
21:00
4 Sb
- Adorazione Eucaristica
- Canto del Vespero e Benedizione Eucaristica
- def.ti fam.e SBARSI - CAPPELLETTI
- Adorazione Eucaristica
def.to Francesco GRECCHI
Note di Vita Parrocchiale - Triulza
43
La Nostra Voce - Settembre 2014
Casa Parrocchiale - Custode tel. 33949
N O T E
P A R R O C C H I A L I
Parrocchia
ASSUNZIONE B.V. MARIA
DEFUNTO:
Nel mese di Agosto a Piacenza, è tornato alla Casa del Padre
ANTONIO LOMBARDELLI
La Comunità Parrocchiale unita al Parroco, porge le più sentite condoglianze a Sergio, fratello
del defunto, raccomandando la sua anima alla Misericordia del Signore ed ai familiari la preghiera del suffragio.
MERCOLEDI 17
PELLEGRINAGGIO MARIANO AL SANTUARIO
DELLA MADONNA DEI CAPPUCCINI
IN CASALPUSTERLENGO
Si terrà Mercoledi 17 Settembre con partenza davanti alla Parrocchia S. Cabrini in pullman alle
ore 20.15
PRENOTARSI PRESSO LA SAGRESTIA VERSANDO LA QUOTA DI Euro 5,00
N.B.: L'arrivo a Casalpusterlengo sarà davanti all'Ospedale (tempo permettendo), quindi proseguiremo processionalmente verso il Santuario. E' sempre bene che la partenza sia effettuata
insieme, anche per chi partecipa con i mezzi propri.
DOMENICA 21
APERTURA ANNO PASTORALE
VEDI PROGRAMMA S. CABRINI
Note di Vita Parrocchiale - Triulza
44
La Nostra Voce - Settembre 2014
DAL QUOTIDIANO: "IL CITTADINO"
IN RUSSIA LA TRIULZA
HA RICORDATO I SUOI CADUTI
Il Pellegrinaggio in terra Russa ha ricordato i soldati dispersi della Frazione Triulza. Ha espresso un forte sentimento di memoria e di identità di territorio la celebrazione Liturgica che nelle
scorse settimane a Mosca, precisamente nella Cattedrale Cattolica dell'Immacolata Concezione della B.V. Maria, ha dato ricordo di: Silvio Alberi, Cesare Bernini, Giuseppe Folli e Luigi
Grazioli, dispersi di guerra della Frazione Triulza, i cui nomi sono incisi a imperitura memoria
sulla lapide collocata proprio sul muro perimetrale della Chiesa. A celebrare la Messa è stato il
Parroco Don Giorgio durante il recente Pellegrinaggio che lo ha portato in Russia insieme ad
un gruppo di Parrocchiani.
La Cattedrale Moscovita custodita e servita nel Ministero dalla famiglia Salesiana ha fatto da
appropriata cornice alla celebrazione della S. Messa che ha visto presente anche lo stesso
Vicario Generale dell'Arcidiocesi Moscovita.
Cariche di emozioni sono stata le parole pronunciate da Don Giorgio che, durante l'Omelia, ha
rievocato non solo il contesto storico delle esperienze belliche del tempo, ma anche le vicende
personali di questi soldati, dispersi giovanissimi in Russia. Forte commozione in tutti i presenti
e un'unico auspicio ad accomunare i fedeli, quello che questi soldati possano essere sempre
commemorati adeguatamente e dignitosamente anche dalle istituzioni civili.
OFFERTE MESI DI LUGLIO E AGOSTO
LUGLIO
Per i fiori:
Gruppo donne
N.N.
€.
€.
35,00
5,00
Banca Centro Padana:
€.
300,00
AGOSTO
€.
€.
35,00
10,00
Sante Messe - Triulza
45
La Nostra Voce - Settembre 2014
SANTE MESSE DI SETTEMBRE
3 Mc Ore 20:30 - def.ti Gaetano GRAZIOLI e familiari
7 DO Ore 9:30 - def.ti cg. Armida e Pino BOFFELLI
10 Mc Ore 20:30 - def.ti cg. Carolina e Giuseppe LAZZARINI
14 DO Ore 9:30 - def.ti cg. Angela e Santino CATTANEO e genitori cg. Silvia e Pietro
- BATTESIMO
17 Mc Ore 20:30 - def.ti Giorgio, Maria e Paola
21 DO Ore 9:30 - def.ti fam.e MUSSI - RANCATI
24 Mc Ore 20:30 - def.ti Battista, Maria e Pinuccio
27 Sb Ore 18:30 - anniversario matrimonio cg. Lucrezia SOMMARIVA - Pietro BERTOGLIO
28 DO Ore 9:30 - def.ti cg. Pina e Nino RAIMONDI
SANTE MESSE DI OTTOBRE
1 Mc Ore 16:00 - def.ti fam.e TAVAZZI - ANELLI
5 DO Ore 9:30 - def.to Angelo PEDRAZZINI