Rassegna Stampa di sab. 18, dom. 19 e lun. 20 gennaio 2014 SNALS / CONFSAL GR1 RAI RUBRICA “L’ECONOMIA PRIMA DI TUTTO” – INTERVISTA A MARCO PAOLO NIGI 20/01/2014 SCUOLA, SCATTI DI STIPENDIO FERMI. SNALS: ANZIANITÀ BLOCCATA L’Eco di Bergamo DAL 2010 il Giorno - ed. Lombardia 20/01/2014 SAN BASSIANO NEL SEGNO DELLA CRISI IL SINDACO: "NE USCIREMO INSIEME" 20/01/2014 GLI "INVISIBILI" IN PARLAMENTO L'Unione Sarda 20/01/2014 SAN BASSIANO NEL SEGNO DELLA CRISI IL SINDACO: "NE USCIREMO Qn.Quotidiano.net INSIEME" La Nazione - Ed. Livorno 19/01/2014 "CI SIAMO MOSSI PER PRIMI MA SIAMO ESCLUSI DALLA TRATTATIVA" 19/01/2014 "IL CARO-ESTINTO E' ARRIVATO ANCHE DA NOI" LA GRAVISSIMA La Sicilia - Ed. Palermo/Trapani DENUNCIA DI UN SINDACALISTA 18/01/2014 LA REGIONE VUOL PRENDERSI SANTA CHIARA, IL COMITATO: "GIU' LE Il Cittadino (Lodi) MANI DALLA CASA DI RIPOSO!" 18/01/2014 "I PRONTO SOCCORSO SONO AL COLLASSO" LA SICILIA 18/01/2014 MALORE DURANTE L'OCCUPAZIONE DI VILLAMARINA L'Unione Sarda 18/01/2014 TRASPORTO FERROVIARIO, SALVI I 1500 DIPENDENTI Modena Qui 20/01/2014 Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore CorrierEconomia (Corriere della Sera) la Repubblica la Repubblica la Repubblica il Messaggero il Messaggero il Messaggero il Giornale Avvenire Avvenire Avvenire L'Unita' L'Unita' il Tempo il Mattino Il Secolo XIX ALLA FINE DEL MESE LO STIPENDIO IN DUE SCAGLIONI SCUOLA, RESTANO GLI SCATTI DI ANZIANITA' 18/01/2014 VIA AI FONDI ANTI-DISPERSIONE LA LOMBARDIA FA IL PIENO 20/01/2014 IMMOBILI ECCO CHI FRENA LE CESSIONI 18/01/2014 18/01/2014 LA SCUOLA DELLE EMOZIONI - MARIAPIA VELADIANO LA SCUOLA DELLE EMOZIONI - MASSIMO VINCENZI 18/01/2014 INGORGO FISCALE, CAOS TARES E MINI-IMU SCUOLA, SALVE LE BUSTE PAGA DEGLI INSEGNANTI 19/01/2014 E LA SCUOLA LOTTA ANCORA PER "QUOTA 96" 18/01/2014 INSEGNANTI, VIA AL DECRETO CHE SALVA GLI SCATTI E AZZERA I PRELIEVI 18/01/2014 SCUOLA, RICHIESTE ENTRO IL 7 FEBBRAIO 18/01/2014 PRELIEVO SUGLI STIPENDI DEI PROF, STOP DI PALAZZO CHIGI 19/01/2014 Int. a M.Santerini: "SCUOLA, FAMIGLIA E SOCIALE: RISORSE ANTICRISI" 19/01/2014 SCUOLA. "MADRE E PADRE" VIA DAI MODULI? IL MANUALE D'USO DEL MIUR SMENTISCE 18/01/2014 UN DECRETO PER SALVARE GLI STIPENDI DEI DOCENTI ORA UN NUOVO NEGOZIATO 18/01/2014 SCUOLA, SCIOLTO IL NODO SCATTI 18/01/2014 SCUOLA, L'ECLISSI DEI PROGETTI 18/01/2014 SALVI GLI SCATTI RETRIBUTIVI DEI DOCENTI 18/01/2014 INSEGNANTI, RIPRISTINATI GLI SCATTI D'ANZIANITA' 18/01/2014 C'E' IL DECRETO: SALVE LE BUSTE PAGA DEI PROF 20/01/2014 20/01/2014 il Messaggero il Messaggero il Messaggero il Giornale Alto Adige Italia Oggi Sette Gazzetta del Sud PAOLA: LA LAUREA NON E' SERVITA A NIENTE Int. a D.Nicoli: "MA ATTENTI TROPPA FORMAZIONE PUO' ADDIRITTURA ESSERE DANNOSA" 19/01/2014 TROVARE LAVORO, LA LAUREA SERVE ANCORA 18/01/2014 LETTA SI SMARCA DA ALFANO: SCARICATI NCD E MINISTRO 20/01/2014 CARROZZA AI RAGAZZI: NON VOTARE E' GRAVE. 20/01/2014 RECLUTAMENTO, PREMI E RICERCA: LA SVOLTA RIMANE SULLA CARTA 18/01/2014 "IL SUO AMORE PER LA RICERCA RAPPRESENTI UN ESEMPIO ASSOLUTO PER TUTTI NOI" 20/01/2014 19/01/2014 Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore CorrierEconomia (Corriere della Sera) la Repubblica la Stampa la Stampa la Stampa la Stampa Italia Oggi Italia Oggi Italia Oggi il Messaggero il Messaggero L'Unita' L'Unita' Giorno/Resto/Nazione il Mattino Casa (il Messaggero) Giorno/Resto/Nazione il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore la Stampa il Messaggero il Messaggero il Giornale LA NUOVA "SOCIAL CARD" RESTA INCAGLIATA PERMESSI A ORE INATTUATI 18/01/2014 ASSUNZIONI CONGIUNTE: ARRIVANO LE REGOLE 20/01/2014 RIFORME TRE MILIONI IN CERCA DI PASSAPORTO 20/01/2014 20/01/2014 BANKITALIA:"LA RIPRESA SARA' FIACCA PIU' DISOCCUPATI ANCHE NEL 2015" 20/01/2014 Int. a C.De vincenti: "SALVARE L'OCCUPAZIONE E' NECESSARIO PER RILANCIARE IL PAESE" 20/01/2014 CASALINGHE, ALL'INAIL UN EURO AL MESE PER ASSICURARSI 19/01/2014 CASSA INTEGRAZIONE, ANCHE NEL 2013 PIU' DI UN MILIARDO DI ORE PERDUTE 18/01/2014 PENSIONI RIVALUTATE MA L'AUMENTO E' MINI 18/01/2014 JOB SHARING PER GLI AGRICOLTORI 18/01/2014 IL PORTALE EURES SI POTENZIA 18/01/2014 PENSIONI, VIA ALLA PEREQUAZIONE 19/01/2014 PER LE DONNE STOP ALLA PENSIONE A 57 ANNI 18/01/2014 BANKITALIA, RIPRESA DEBOLE: PER 2 ANNI I DISOCCUPATI VICINI A QUOTA 13% 19/01/2014 PENSIONI, POCHI EURO IN PIU' IL RESTO E' EMERGENZA 18/01/2014 ANCHE CON LA "RIPRESINA" CRESCE LA DISOCCUPAZIONE 20/01/2014 EMERGENZA LAVORO, ITALIA NEL TUNNEL IN TRE MILIONI NON LO CERCANO PIU' 19/01/2014 "MINI-IMU, INIQUE LE SANZIONI PER I RITARDATARI" 18/01/2014 CON IL "CUMULO" LA PENSIONE E' SALVA 18/01/2014 PREVIDENZA UNISEX 19/01/2014 "STABILITA' E CAPACITA DI GOVERNARE" 19/01/2014 DETRAZIONI IRPEF RIDOTTE IN BASE AL REDDITO 18/01/2014 BERLUSCONI RITORNA E TENTA IL COLPACCIO: SPIAZZARE RENZI 20/01/2014 IMU E TARES, NIENTE SANZIONI PER LE SVISTE 18/01/2014 PANAMA DIVENTA UN AFFARE UE 19/01/2014 IMU, STANGATA SENZA FINE RECORD A MILANO: 200 EURO 18/01/2014 20/01/2014 Questa mattina, al Gr1 Rai nella rubrica “L’economia prima di tutto”, iniziata alle h.7,40, è andata in onda un’intervista a Marco Paolo Nigi, Segretario generale dello SNALS-Confsal, in cui ha fatto il punto sulla vicenda dei 150 euro degli scatti di anzianità per il personale della scuola. 20 gennaio 2014 Scuola, scatti di stipendio fermi. Snals: anzianità bloccata dal 2010 «Da una prima lettura del testo del decreto legge approvato dal consiglio dei ministri in data 17 gennaio, sul recupero degli scatti di anzianità del personale della scuola, traspaiono alcune certezze e molti dubbi». A dirlo è Loris Renato Colombo dello Snals Confsal. Di certo il Decreto mette fine alla vicenda del recupero dei 150 euro dagli stipendi del personale docente, come era stato annunciato dal messaggio NoiPA 157/2013. «Messaggio emanato senza alcun preventivo confronto con le OO.SS. e senza alcuna informativa - commenta ancora Colombo -. Inoltre il decreto stabilisce che per il 2014 “non trova applicazione” il blocco previsto dalla Manovrina correttiva del 2010 (dl 78, misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria). Lo Snals pertanto – sottolinea Colombo – valuta positivamente questi impegni assunti dal Governo». Restano, però, irrisolti i problemi relativi al recupero degli scatti stipendiali del 2012 e 2013, che dovranno essere negoziati all’ARAN. Per questi scatti viene accantonata la somma di 120 mln di euro provenienti dal fondo derivante dai risparmi provenienti dai tagli Gelmini. «Il resto dovrà provenire dal fondo di istituto - continua Colombo - e la manovra di taglio era già stata annunciata relativamente ai “risparmi delle scuole” negli anni precedenti. Sicuramente somme ingenti a livello nazionale: solo a Bergamo le somme non spese, soprattutto dalle scuole superiori, ammontano a 486 mila euro». «Il decreto, inoltre, non affronta la questione relativa al personale ATA, - ribadisce Colombo relativamente alla restituzione della retribuzione per lo svolgimento delle mansioni superiori. L’unico riferimento, ad oggi, è la comunicazione a firma del Capo Dipartimento dott. Luciano Chiappetta che se da un lato “sospende l’applicazione della nota prot. n. 2820 del 19.12.2013 nella parte relativa al recupero delle somme già erogate” dall’altro ribadisce che “Resta, viceversa, fermo quanto disposto in ordine alla necessità di procedere al blocco di ogni ulteriore mensilità con decorrenza 01/09/2013”. Mettere le mani nelle tasche del personale ATA, per prelevare somme erogate per prestazioni già realmente effettuate, si configurerebbe come un furto». Senza dimenticare un aspetto importante che Colombo sottolinea: «Il contratto nazionale della scuola è scaduto il 31/12/2009 e dal 2010 sono bloccati gli scatti d’anzianità: la retribuzione del personale della scuola è ferma, solo, da 5 anni». Quotidiano Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 18-01-2014 1O 1 www.ecostampa.it Gli effetti. Due accrediti con riduzioni e reintegri Alla fine del mese lo stipendio in due scaglioni Francesca Milano lia sugli stipendi di gennaio (da febbraio tornerà tutto alla Sarà uno stipendio in normalità) riguarda 52mila due tranche quello che rice- tra tecnici-amministrativi e veranno i 52mila tra docenti e docenti: di questi, circa 8mila personale tecnico-ammini- sono in servizio presso le rastrativo interessati dagli au- gionerie regionali. menti nello scorso anno. La decurtazione massima La busta paga in arrivo il 23 che gli insegnanti e gli amminigennaio sarà un po' più legge- strativi troveranno nel cedolira perché sarà calcolata inclu- no di gennaio è pari a 150 euro dendo il taglio (la cui entità evariainbaseall'aumentoperpuò arrivare a un massimo di cepito nel 2013, che in media è 150 euro) prima introdotto e stato di 7qo euro. poi abolito dal Governo (si veGià nella nota del 13 gennada l'articolo accanto). io scorso, Palazzo Chigi aveL'importo decurtato, però, va chiarito che «l'importo di sarà restituito nel giro di pochi 150 euro lordi verrà rimborsagior~, «forse addirittura il 24 to con esigibilità contestuale gennaio», si sbilaciano dal mi- a quella dello stipendio ordinistero dell'Economia . Non è nario in pagamento nel mese stato possibile elaborare le bu- di gennaio 2014». ste paga senza taglio «perché Nella scuola gli aumenti in spiegano dal Mef - gli stipendi busta paga dipendono esclusidi gennaio vengono preparati vamente dall'anzianità di sergià a dicembre». Però si è trova- vizio: il primo scatto si ottiene ta una soluzione che limita i dopo 9 anni (dal 2011 è stato danni, assicurando in poche abolito lo scatto dopo 3 anni), ore l'accredito della cifra decur- il secondo dopo 15, poi a seguitata. In gergo tecnico si tratta di re dopo 21, 28 e 35 anni di serviuna «nuova eìnissione», ossia zio.L'entità dello scatto dipendi un pagamento che integrerà de dall'anzianità (a condiziolo stipendio del 23 gennaio, re- ne che non ci sia demerito) stituendo ai circa 52mila sogget- ma anche dal grado di scuola ti interessati quanto dovuto. in cui si insegna. «L'aumento · «Il personale interessato - maggiore - spiega Rino Di Meassicurano dal ministero - è glio, coordinatore nazionale già stato informato attraverso della Gilda-; ossia quello che una comunicazione e il porta- equivale circa a 100 euro netle della Pa; docenti e Ata san- ti, è spettato agli insegnanti no che non devono spaventar- più anziani che insegnano nelsi per l'importo che percepi- le scuole superiori». ranno il 23, in quanto sarà velofrancesca.milano@i/sole24ore.com cemente integrato». L'anoma© RIPRODlJZlONE RISERVATA 068391 MILANO. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 14 mmrn Data Pagina I .,, Foglio 18-01-2014 10 1/ 2 www.ecostampa.it Il Sole?]{! Quotidiano -----------------------~ l~~-~-~b-era al decreto 0 52mila per la restituzione degli scatti ai professori ÈIL PERSONALE DELLA SCUOLA CHE Claudio lucci • pagilla 10, commento ~ pagina 12 HA RICEVUTO LO "SCATTO" NEL 2013 1 i - Scuola, restano gli scatti di anzianità Via libera al decreto che conferma gli aumenti per insegnanti e personale Ata Claudio Tucci ROMA tare il prelievo sugli stipendi del personale scolastico fino a concorrenza delle somme da restituire (in media i circa 52mila docenti e Ata hanno ricevuto per lo "scatto" un incremento stipendiale di quasi 700 euro). Questo perchè si riconsce validità al 2012 (in base alla trattativa all'Aran), ma non al2013 che resta non utile ai fini della progressione stipendiale in quanto non si modifica il blocco previsto dal Dpr 122 (che produce per l'erario risparmi stimati in 300 milioni). Il decreto legge contiene poi una norma interpretativa che parla ariche del 2014: questo anno, si evidenzia, è utile per il conseguimento dello scatto, ma solo LA DOPPIA GARANZIA se i capitoli di bilancio del Miur relativi alle competenze stipenCinquantaduemila persone, diali non saranno sforati. L'utilifra docenti e personale tà2014 vale circa 370 milioni e satecnico-amministrativo, rà riconosciuta, quindi, se si troconserveranno gli incrementi veranno le risorse all'interno dei 30 miliardi della massa stipendiaretributivi del 2013 le dell'Istruzione. Prime aperture da parte dei sancire il recupero dell'utilità sindacati che chiedono al mini2012, indicando le voci del stro Carrozza di aprire subito la trattativa all'Aran emanando «Mof» da tagliare. Il decreto legge di ieri fissa pe- l'atto d'indirizzo. «Ci aspettiarò un termine entro cui dovrà mo anche che ora si affrontino concludersi la trattativa tutti gli aspetti· retributivi del all'Aran: non dovrà andare oltre personale, a partire dal rinnovo il 30 giugno 2014. In caso di man-· del contratto», ha sottolineato il cato rispetto di questo termine si numero uno della Uil Scuola, autorizza il Tesoro a versare Massimo Di Menna. Mentre per ali' entrata del bilancio dello Sta- il leader della Flc Cgil, Domenito i 120 milioni di risparmi già in- co Pantaleo, «è grave che non dividuati; somma che quindi ri- sia stato evitato il prelievo dal marrà acquisita all'erario. In «Mofa. Ciò determinerà un ulteogni caso il mancato accordo riore peggioramento delle concon i sindacati, di fatto, annullerà dizioni di lavoro del personale e gli effetti del decreto legge, sotto- della qualità della scuola». lineano fonti del Miur, e farà scat©RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 I circa 52mila docenti e Ata, il personale tecnico-amministrativo, "scattati" nel 2013 non subiranno "retrocessioni" alla classe stipendiale inferiore. E, inoltre, non avranno decurtazioni sulla busta paga visto che il ministero dell'Economia è autorizzato a sospendere il recupero dei pagamenti già effettuati a partire dal 1° gennaio 2013 (in esecuzione dell'acquisizione della nuova classe stipendiale). Il Cònsiglio dei ministri, ieri, ha varato il decreto legge che "salva" gli stipendi del personale dellas~uola, confermando così l'impegno politico assu{lto nei giorni scorsi dal premier, Enrico Letta, dopo forti pressioni politiche e sindacali. Il provvedimento ricalca quanto anticipato nei giorni scorsi su questo giornale: si sterilizzano g}i effetti del Dpr 122 del 2013 (che ha bloccato gli scatti d'anzianità nella scuola fino a tutto il 2013) e in base al quale il Tesoro, a fine dicembre, aveva sollevato "il polverone. scatti'', annunciando il recupero delle somme già corrisposte.nel 2013 in tranche di 150 euro lorde al mese a partire dal cedolino di gennaio. Il decreto legge varato ieri dal governo ferma qualsiasi provvedimento di recupero «nelle more della conclusione della specifica sessione negoziale attivata ai sensi del dl 78 del 2010, finalizzata al recupero dell'utilità dell'anno 2012». In pratica, si compensa il mancato prelievo sulle buste paga con il recupero dello scatto 2012 (in una sorta di dare e avere). L'utilità 2012, spiegano· fonti dei ministeri dell'Istruzione e dell'Economia, vale circa 120 milioni nell'esercizio finanziario 2012; e dal 2013 circa 370 milioni, con una curva poi nel tempo decrescente. Le coperture arriveranno per 120 milioni dai risparmi derivanti dai tagli alla scuola dell'era Gelmini-Tremonti e per la restante parte da un taglio al «Mofa, il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa a vantaggio degli studenti. Una sessione negoziale ali'Aran con i sindacati (necessaria perchè i fondi del «Mofa sono risorse contrattuali) dovrà Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 15 Il Sole?]{! mmrn Istruzione LE MISURE DEL GOVERNO Niente recuperi in busta paga Il decreto legge varato ieri dal r;i 1 Htemrine Entro il 30 giugno necessario un accordo con i sindacati sui tagli all'offerta formativa economica attribuita nel . medesimoanno governo conferma lo stop al prelievo, fino a 150 euro mensili, sulle buste paga del personale scolastico "scattato" nel2013. In dettaglio, si autorizza il ministero dell'Economia a non adottare «i prowediment di recupero dei pagamenti già effettuati a partire dal 1'gennaio2013 in esecuzione dell'acquisizione della nuova classe stipendiale» Livelli stipendiali confermati Si autorizza poi il Tesoro a non stipendi verrà compensato con il recupero degli scatti d'anzianità 2012 da perfezionare nel corso di una sessione negoziale ali'Aran, attivata ai sensi dell'articolo 8 del di 78 del2010. Secondo il decreto legge licenziato ieri da I consiglio dei ministri questa sessione negozia le con i sindacati dovrà concludersi entro il 30 giugno2014. In caso di mancata conclusione entro tale terminei 120 milioni di risparmi già acquisiti dal Miur saranno versati all'entrata di bilancio dello Stato e quindi resteranno acquisiti all'erario 18-01-2014 1O Foglio 2/2 Data Lo sblocco Dal 2014 le retribuzioni cresceranno a patto di trovare le risorse nel bilancio Miur Le coperture m L'utilità 2012 costa circa 120 milioni nell'esercizio finanziario 2012 e dal2013 circa 370 milioni. Saranno coperti utilizzando i 120 milioni di risparmi derivanti dai tagli alla scuola dell'era Gelmini-Tremonti e per la restante quota pescando dal «Mof» il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa a vantaggio degli studenti Lo scatto 2014 Il decreto legge contiene una norma interpretativa che evidenzia comeil2014 sia utile per il consegui mento dello scatto, ma solo nell'ambito degli stanziamenti di bilancio relativi aIle competenze stipendiali il! 068391 "retrocedere" a una classe stipendiale inferiore docenti e Ata che in virtù dell'acquisizione dello scatto nel 2013 hanno acquisito una classe superiore proprio per effetto dell'anzianità La compensazione Il mancato prelievo sugli Pagina www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 16 Il Sole?]{! mmrn Data Pagina Foglio 18-01-2014 1Q 1 Abbandono scolastico. Pronto il provvedimento attuativo che distribuisce i fondi del decreto Carrozza Via ai fondi· anti-dispersione La Lombardia fa il pieno Eugenio Bruno ROMA Saranno Lombardia e Campania ad aggiudicarsi la fetta più ampia delle nuove risorse contro la dispersione scòlastica. A prevederlo è la bozza di decreto attuativo del dl "L'istruzione riparte'', che è all'esame della Conferenza unificata e che ripartisce lungo la penisola i15 milioni del programma anti-abbandoni. Suddivisi in due tranche: 3,6 milioni nell'anno scolastico 2013/2014 e 11>4 milioni nel 2014)2015. La dispersione scolastica è una delle principali emergenze con cui la scuola italiana deve confrontarsi quotidianamente. Lo dicono i numeri. Secondo la tabella allegata al decreto ministeriale che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare, gli early school leavers (cioè i giovani dai 18 ai 24 anni d'età che hanno la sola licenza media e hanno abbandonano gli studi o qualsiasi altro tipo di formazione) ammontavano al 16,5% a fine 2012. Un risultato che ci lascia agli ultimi posti della U e e che rende ancora parecchio distante l'obiettivo dì scendere al di sotto del 10% previsto da Europa2020. Per provare a recuperare il terreno perduto il dl Carrozza ha stanziato, come detto, 15 milioni in due anni. In base alla tabella allegata al provvedimento attuativo, che tiene conto sia della popolazione che del tasso regionale di dispersione, la fetta più ampia di risorse se le aggiudicherà la Lombardia (2,2 milioni), davanti alla Campania (1,8 milioni) e al Lazio (1,smilioni).FanalinodicodailMolisè con22mila euro, che tra l'altro è l'unico territorio a trovarsi già oggi al LE FINALITÀ Oltre a migliorare i risultati nei test di lettura e matematica i progetti serviranno a riorientare gli alunni delle superiori tori pomeridiani per attività culturali, artistiche, sportive e ricreative rivolte all'intera comunità studentesca. Per queste azioni servirà un modulo dì base diverso a seconda che si tratti di istituti comprensivi, circoli didattici e scuole medie oppure di supedi sotto del 10 per cento. All'interno delle singole re- riori. Per queste ultime ci si gionii fondi saranno distribui- concentrerà sul biennio ti tra i vincitori del bando na- dell'obbligo e si punterà a verizionale anti-dispersione pre- ficare se la scelta della scuola visto dal dm. A cui la responsa- è stata giusta oppure si provbile dell'Istruzione affida il vederà a riorientarli su un alcompito esplicito di ridurre tro percorso di studi. gli ab bandoni in corso d'anno Nonostante il carattere nao tra un anno e l'altro, i debiti zionale del bando, la valutaformativi, le ripetenze, le as- zione dei progetti sarà affidasenze e le sanzioni disciplina- ta ad apposite commissioni ri: oltre a quello di migliorare · locali, nominate dai direttori i risultati dei test Invalsi in ma- degli uffici scolastici regionatematica e lettura. Ogni scuo- li. A disposizione ci saranno la potrà partecipare al bando al massimo 100 punti. Di quecon un progetto contenente sti 35 saranno riconosciuti sull'individuazione delle due fi- la base dei requisiti di efficanalità prescelte tra le tre previ- cia ed efficienza (cioè sui riste dal decreto attuativo (lot- sultati attesi e sull'impatto rita agli abbandoni, rafforza- spetto agli obiettivi); 35 per la mento delle competenze e in- capacità di innovazione; 20 tegrazione degli alunni stra- per la presenza dì partner nieri) e l'indicazione di even- esterni alla rete scolastica (università, enti locali, assotuali partner esterni. Al suo interno dovranno es- ciazioni); 10 per la trasferibilisere presenti due diverse tipo- tà ovvero l'avere già sperilogie di azioni: la formazione mentato con successo la stesdi gruppi con 7-10 alunni "ari- sa iniziativa in altre scuole. schio", a cui fare recuperare "JI @Eugenio_Bruno gli strumenti di base, elabora©RIPRODUZIONE RJSERVATA www.ecostampa.it Quotidiano Il riparto del finanziamento Popolazione Dispersione Finanzi~me~to Regioni stolastica scolastica • Esl 2012 E.F.2014 complessivo _--~!'._F. 2013 '307.41Q 73.778 Abruzzo 179.596 12,58 -____,-.233.631 106.147 _B_a_si_li_ca_t_a_ _ _ _ _-+-_ _ _ _ _8_6_.0_0_5+1_ _ _ _ _ _1_3_,8_0_,...~----!!:?·667 33.520 Calabria 299.722 17,17 578,551 138.852 439.699 Campania 941.990 21,77 1.'847.212 443.331 1.403.881 Emilia Romgna 526.019 15,27 9SJ3,6ll 238.467 755.144 Friuli Venezia Giulia 144.789 13,33 247.721 59.453 188.268 Lazio 729.536 13,01 326.827 1.034.953 Liguria 173.052 17,17 80.780 ' 255.803 Lombardia 1.159.776 _ _ _ _ _ ____._l-'-_ ___.~___.~~,+----52--'9-'-.1_5-'-9+-----'l._67--'5'-'-.6_6-'--9 · Marche 216.425 97.636 309.181 -···-.."-.. Molise 43.268 5.411 17.135 --··-·····-- ..-· Piemonte 533.168 243.875 + - - - 772.272 --Puglia 635.819 298.716 945.935 213.637 118.277 374.543 Sardegna 778.736 375.554 1.189.253 Sicilia 470.195 217.679 689.318 Toscana i 151.566 Umbria ----------+-------··-----~ -··---------+-----------~------ ---------+---------+----------;--~-- ---·--~-·-- ---··-~-·- 068391 ·-·-·-·····-·---+----------t-----·~-····--···--~··"'""~~ Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 17 20-01-2014 Data Corrie.onomia Pagina 4 Foglio 2/ 2 www.ecostampa.it Settimanale Gli acquisti di Cdp ~iTh!'~~~~miiil'nti i1il' Pt'il';s;t~! !~I conclusi da Cassa Depositi 26- 27 dicembre 2013 ,4~i!i;) iit1l~~ni di euro in 40 immobili di cui: ~:~ F;l;::i!~1 $t~to e 7 da enti territoriali Ospedale al.Mare.. Véneiftl Caserma Masini-Bologna Villa toloiìì\!l~ Ettfnt~ 1 Isole San Giacomo e Sant'Angelo-Venezia J>alano Glffçi,nt~tropéfl Palazzo degli esami-Roma Teatro tom1;1nale-Fftenié 068391 Fonte:Cdp Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 19 la Repubblica Data Pagina Foglio 20-01-2014 25 1 Bambini a lezione di sentimenti. Succede in America, dove gli alunni possono imparare a riconoscere e gestire felicità e rabbia La scuola delle emozioni www.ecostampa.it Quotidiano MARIAPIA VELADIANO uanto libero può essere un bambino a scuola» è ovviamente una domanda tendenziosa. Di quelle che vogliono scatenare risse. Perché a scuola si va per imparare, e se una bambina si rifiuta di fare il disegno delle foglie il lunedì mattina dalle die. ci alle undici, in qualche modo disturba la propensione più o meno spontanea degli altri bambini a obbedire alla consegna, e in una interpretazione piuttosto circoscritta del suo bene, disturba anche il suo processo di apprendimento dell'arte del disegno e quindi è una libertà solo apparentemente innocua la sua e a scuola diventa un problema da affrontare se si ripresenta più di una volta, massimo due. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE MARIAPIA VELADIANO (segùe dalla copertina) se poi è lo studente delle superiori a mancare un giorno sì e uno no dalle lezioni, anche questa è una libertà pe·' ricolosa, il perché qui non è così evidente e luminoso, ·ma il fatto è tanto grave da farlo escludere dallo scrutinio per legge, bocciato d'ufficio. Quali che siano i risultati scolastici. Poi ci sono le emozioni. Anche la domanda" quali emozioni possono abitare a buon diritto le aule di scuola" è tendenziosa. Fare un elenco è stupido, entrano tutte, insieme allepersoneche la frequentano. Sollevare un mare di distinguo, tipo: amichevole sì, affettuoso sì, grato sì, ribelle meglio di no, o con moderazione, odioso foi:se, però solo in privato, amichevole sì anche in pubblico purché si agisca poco poco, e già ci si trova sommersi dal politicamente scivoloso. Ma da Daniel Goleman in poi anche i non addetti sono più o meno informati circal' esistenzadell'intelligenza emotiva, che ha a che fare con la capacità di affrontare con successo la vita e anche la scuola, e infattila tesi che le abilità emozionali siano strategiche per i risultati scolastici ha portato a un investimento importante sui programmi di Social Emotional Learning (SEL) all'interno dell'istruzione in ambito anglosassone. Con risultati, dopo decenni di monitoraggio, sconfortantemente diseguali, discussi, eclatanti e deludenti a seconda dell'indagine o dell'esperienza che si va a scegliere per parlarne. ©RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 LA LIBERTÀ DEI PICCOLI DI DIFENDERSI DAL MONDO ADULTO Ci son questioni così grandi dentro. C'è il punto di vista bambino ad esempio: la sua individualità, se sconfina la composta vita d'aula, va coltivata oppure normalizzata? E poi, un'educazione alle emozioni corre sempre il rischio di esprimere una visione standardizzata di gestione delle emozioni, addirittura funzionale banalmente al mondo di scuola, dove i tagli di organico rendono più conveniente la disciplina e quasi ingestibile le diversità. Picchiare, far danni alle cose, dire parolacce e impedire la lezione, per semplicità e un po' all'ingrosso si può dire che non sono problemi né di libertà né di emozione, ma di maleducazione, almeno fino a una certa età. Poi è delinquenza e basta, sempre parlando all'ingrosso, perché a pensarci poi la scuola raccoglie quel che il mondo le consegna e a volte è proprio difficile mettere il confine fra la reazione adolescenzialmente sgangherata a situazioni di vita ferita e il reato ben deliberato. Di sicuro le emozioni sono tema di scuola, insieme allalibertà che ciascuno, fin da bambina e da bambino, ha il diritto di vedere riconosciuta, libertà di essere unico e di difendersi. E di ribellarsi a manipolazione, depressione, frustrazione, stanchezza, sfiducia del mondo adulto come ce lo descrivono le indagini e come celo consegnala letteratura oggi. Perché è evidente che le emozioni a scuola sono anche quelle degli adulti, eppure non c'è programma di formazione dei docenti che preveda un lavoro sulle proprie emozioni d'aula e su come fare a fidarsi e affidarsi ali' empatia, che è sentire quel che sente chi ci sta davanti, e così entrare in relazione, senza perdersi. Bisogna non perdersi quando si è in aula. Sulla scuola tutti hanno da dire ed è giusto, perché la scuola è il bene di tutti. Però in virtù dell'essere stati studenti o di avere figli studenti, il dire di scuola è spesso un dire (troppo) assertivo. Beati quelli che son sicuri di quel che si deve fare. Pazzi quelli che son sicuri di quel che si deve fare. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 20 Quotidiano 20-01-2014 25/26 Foglio 1/ 4 Data www.ecostampa.it la Repubblica Pagina Oggi ascuola lezione di emozioni dal nostro inviato MASSIMO VINCENZI NEW YORK NSEGNAREaibambiniagestire le emozioni, sviluppare l'empatia, domare rabbia e nervosismo. La rivoluzione che mette al centro della didattica l'intelligenza emotiva, secondo la definizione dello psicologo Daniel Goleman, sta conquistando sempre più consensi. I ALLE PAGINE 25, 26 E 39 CON UN COMMENTO DI MARIAPIA VELADIANO Lascuòiaaene=emozrombia NEW YORK mezzogiorno, c'èfinalmenteunbelsolequasicaldo,dopo igiornidellatempesta polare i bambini possono mettere il naso fuori dalle loro classi. Sono una ventina, stanno in cerchio tenendosi la mano nel cortile della Corlears School a Chelsea nella parte bassa di Manhattan. ln mezzo a loro LaTasha, la maestra, parla con tono quasi musicale: «C'è qualcosa che volete raccontare? Qualcosa che non va come vorreste a casa o a scuola? O con i vostri amici?». Tim è intabarrato dentro un giubbino troppo largo, ha otto anni, abbassalo sguardo e alza un filo di voce: «A me non piace mio fratello più grande: mi ruba sempre i giochi». SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE (segue dalla copertina) DAL NOSTRO INVIATO MASSIMO Vll\ICEl\IZI NEW YORK engono assegnati i ruoli: uno più alto degli altri interpreta il "cattivo" e in mezzo al cerchio va in scena la riproduzione del "furto". La maestra guida tutte léfasisinoaquandoTimnonritrova il sorriso, il finto fratello chiede scusa e tutti si dondolano avanti e indietro nel loro palcoscenico immaginario. Quello di LaTasha non è un esperimento empirico ma segue alla lettera uno dei tanti programmiper"quellamateria fondamentale che ancora mancava nelle scuole americane": l'educazione emotiva. Ovvero insegnare ai bambini a gestire quello che capita loro attorno, comprendere i propri Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del sentimenti, quelli degli altn, sviluppare l'empatia, domare rabbia e nervosismo. La piccola rivoluzione che mette al centro della didattica l'intelligenza emotiva, secondo la definizione del best seller dello psicologo Daniel Gole man, si appoggia su basi scientifiche e sta conquistando sempre più consensi. Mare Brackett, dell'università di Yale, è uno dei più attenti studiosi del fenomeno: "Dopoannidiricercheedesperimenti non ci sono più dubbi: sappiamo che le emozioni possono migliorare o ostacolare la capacità di apprendimento", spiega ad un convegno. Il concetto è semplice ma non scontato: se un alunno ha problemi a casa certo faticherà a concentrarsi sui libri, se litiga con i compagni non riuscirà a stare attento, se è sospinto dall' euforia o zavorrato dalla tristezza sarà impossibile farlo progredire negli studi. La scuola è un'enorme pentolone che ribolle, dall'infanzia all'adolescenza le emozioni viaggiano alla velocità della luce: imparare a governarle diventa decisivo. Per molto tempo gli insegnanti (e pure i genitori) non si sono preoccupati di questo aspetto: l'idea generale era che queste capacità si sviluppano naturalmente con il tempo, attraverso l'esperienza. Ma gli studi confermano che non è affatto così: molti non riescono destinatario, non 068391 DAL NOSTRO INVIATO MASSIMO Vll\ICEl\IZI riproducibile. Pag. 21 Quotidiano la Repubblica Foglio Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad cativo è che non abitua alla libertà di pensiero, altro che controllare le emozioni: andrebbero scatenate". L'ombra si allunga sul cortile della scuola dì Chelsea. Fa freddo e i bambini rientrano in fretta, si spingono e urlano nella strettoiadellaporta,LaTashalisgrida sorridendo: "Non penso che creiamo dei robot, offriamo uno strumento per aiutarli a stare meglio. Prendi l'inglese, insegniamolagrammaticapoiognuno di loro, grazie a Dio, in quello che scrive ci mette il cuore, la vita e la propria personalità". uso esclusivo www.ecostampa.it ragazzi per strada diventa prioritario e nelle ore passate con gli insegnanti di sostegno, va da sé, l'educazione emotiva è la materia regina. Billy fa il preside in una scuola di Sacramento, racconta la sua esperienza al New York Times, che dedica al tema una copertina del suo magazine: "Andava tuttomale, pessimirisultati, indisciplina, risse e guai simili. Allora ho cambiato molti professori, rifatto i programmi didattici ma ancoraniente: le cose non miglioravano. Poi ho messo nella didattica il corso e dopo pochissimo la situazione è migliorata. Anche io sto meglio, me lo dice pure mia moglie". Gliesercizieletecnichediinsegnamento variano: il tratto comune è la fisicità, il tentativo di far visualizzare ai bambini le loro emozioni in modo da imparare a riconoscerle dunque a domarle. Gli alunni devono ricordarsi che faccia avevano quando si sono arrabbiati con la mamma, oppure quando hanno fatto festa per un bel voto: ritrovata quell'espressione la ricreano e stanno immobili per un po'. Oppure devono colorare quadrati con diverse tonalità, ognuna legata ad uno stato d'animo particolare e poi incollarli al muro in modo da avere un grafico aggiornato del proprio umore. E anche viene chiesto di animare i libri, di recitare quello che hanno letto o i temi che hanno scritto. La respirazione è laltro filo eh e li tiene assieme: passa da qui infatti molta della nostra capacità di gestire i diversi stati animi, soprattutto la paura. Poi i vari programmi lasciano molto libertà ai professori, che devono capire quale tipo di bambino hannodavanti:c'èchidimentica una sensazione dopo pochi secondi e chi se la porta dietro per mesi. "Bisogna fare attenzione, si cammina in un campo delicato: addestrare bene i docenti diventa decisivo", avvertono gli psicologi. Ma non tutti applaudono la novità. La scrittrice Elizabeth Weil lancia l'allarme su New Republic: "Vogliono uniformare i nostri figli. Io difendo il loro diritto di essere esuberanti, originali, anticonformisti anche a costo di farsi male. Già le nostre scuole non brillano per fantasia: adesso andiamo incontro al rischio di un'ortodossia emotiva". E una attenta studiosa delle scuole americane, Diane Ravitch le dà ragione: "Il guaio del nostro sistema edu- 20-01-2014 25/26 2/4 © RIPRODUZ!ONE RISERVATA !Intelligenza emotiva e successo scola.stico 140 - ,, ................... ,, ....•.. ,, ..........•..•.•.•...••.. ,. i· MEDIO ALTO BASSO .. · -------------·-------------- 068391 mai a controllare i propri stati d'animo, attraversano in una sorta di altalena emotiva tutta la loro carriera scolastica sino a diventare giovani uomini e donne problematici. "Sono percezioni naturali mi ripete ancora qualcuno, i bimbi le apprendono guardandosi attorno in famiglia. È un'assurdità: cometutteledotivanno allenate", dice ancora Brackett, che poi aggiunge: "Non basta urlare calmati per ottenere leffetto sperato, bisogna spiegargli come fare a riprendere il controllo: va riconosciuto il problema, affrontato, risolto". I benefici sono assicurati, giurano gli esperti. Non solo nell'immediata carriera da studenti ma anche nel futuro: secondo uno studio dell'università della Virgillia leducazione emotiva è la chiave per avere successo nella vita e nel lavoro, poi ci guadagnano le relazioni di coppia e persino la salute. "Gli effetti positivi vanno ben al di là di un bel voto in un test: sono talmente tanti da dare quasi le vertigini", esulta Maurice Elias della Rutgers U niversìty. Nascono molti siti dove si trovano manuali di comportamento, nei blog padri e madri smarriti davanti ad un terreno sconosciuto trovano le risposte che cercano, su Google ci sono più di 8mila link collegati (ce n'era uno nel 1981). Edutopia, la fondazione di George Lucas, quello di Guerre Stellari, stanzia milioni di dollari ogni anno per promuovere questi programmi, altre organizzazioni no profit fanno pressione sul Congresso e sui singoli Stati perché la materia diventi obbligatoria per legge. L'Illinois, dal 2003, è il primo stato ad averla adottata, adesso si muovono anche altri: dalla California a New York. Tutti convinti che questa sia la strada per prevenire l'incubo dei professori americani: il bullìsmo, compreso la sua versione cyber: "Se riusciremo ad insegnare ai nostri ragazzi l'autocontrollo, tra vent'anni avremmo un mondo migliore", assicura Jessica che insegna anche lei alla Corlears. La fiducia nella prevenzione conquista anche la politica: tanto che da Washington parte la direttiva di cambiare linea sulla "tolleranza zero" a scuola. Sino ad ora gli studenti indisciplinati venivano puniti con severità, dall'espulsione sino al carcere nei casi di reati violenti: adesso si mettono in atto corsi di recupero, non perdere Data Pagina del destinatario, non riproducibile. Pag. 22 Quotidiano 20-01-2014 25/26 Foglio 3/4 Data www.ecostampa.it la Repubblica m~•• Pagina e~, did~Ciii.t.C'è~Bo .chiba.a~oa •e~~ ·CO~ip~ri WonH\'ld'~o .fidd'_..oa~ op-~o pm~~ill>~ Rabbia, felicità, malinconia o amore. e infine H?:~!:l"111 Un compito arduo pergH alunni 1nsea11a111u che da qualche tempo in America si trovano alle prese con forse la più difficile: 1 L'alfabeto del.I.e emozioni La teoria si diffonde negli ultimi 20 anni negli Usa (ma già si sviluppa anche in Italia negli anni '70) Gli obiettivi «Mi dispiac"' · h ·. · " e e sra succ Posso Pas'sare lo ste esso questo, ma sso un r:>omer·1 • . . 9910 piacevole» . «Nessuno vuole stare mai sempre fasciato da solo» con me, vengo 068391 //secondo è il pensiero "giusto" p ·. . . . . . er et""~' ·· b - .c.,..,,,re . ene le em,.....u ..../OnJ · . · Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 23 la Repubblica Pagina 18-01-2014 1O Foglio 1 Data Venerdì prossimo scadono i temrini per versare i due tributi residui. File ai Cafper la tassa sui rifiuti Ingorgo fiscale, caos Tares emini-Imu Scuola, salve le buste paga degli insegnanti ROBERTO PETRINI ROMA - Prima settimana di fuoco del 2014 sul fronte delle tasse comunali. Venerdì prossimo, 24 gennaio, scadono infatti i termini per pagare i due «residui» delle più discusse imposte dello scorso anno: la parte «patrimoniale» della Tares-rifiuti e la mini-Imu. Si tratta di due rate formato «$mali», ma esposte a calcoli, conteggi e modalità spesso assai complicate. Risultato: già durante la settimana che si conclude si sono registrate file ai Caf, iperlavoro per i commercialisti. A Roma si sono segnalati forti disagi durante le file agli sportelli edè andato il tilt il sito del Municipio. Intantoilconsigliodeiministri è corso ai ripari, come aveva assicurato nei giorni scorsi il premier Letta, per evitare da quest'anno la prevista restituzione dei 150 euro lordi al mese da parte di 50 mila insegnati. Il decreto blocca il prelievo, prevede per la copertura, pari384milioni (con un intervento entro giugno che taglia i fondi per l'offerta formativa) eripristina gli scatti per il 2014. «Bene il provvedimento, ma l'intervento sull'offerta formativa non va bene», ha commentato ieri il segretario della Flc-Cgil Pantaleo. La restituzione degli scatti erogati durante il 2013 era stata chiesta dal Tesoro in quanto non conforme al vecchio blocco introdotto nel 2010. Non viene invece risolto il problema per il cosiddetto personale Ata (bidelli, segreterie amministrative): la restituzione, in questo caso non degli scatti ma delle somme per attività aggiuntive (come l'assistenza ai ragazzi disabili a scuola) erogate nel periodo 2011- 2013, non è stata chiesta ma, in assenza di norme, potrebbe essere chiesta in futuro. Tornando alle tasse, cominciamo con la Tares: si paga in circa 800 Comuni, tra i quali Roma, Verona e Messina, dove alla fine dello scorso anno si è deciso di rinviare il pagamento della maggiorazione «patrimoniale» prevista dalla vecchia Tares che da quest'anno scompare lasciando posto alla nuova Tari. Si tratta di 30 centesimi al metro quadro relativi, come prevedeva la normativa in vigore nel 2013, ai cosiddetti «servizi indivisibili» comu· nali. Il saldo doveva essere pagato entro il 16 dicembre dello scorso anno insieme all'ultima bolletta dei rifiuti. Ma così non è stato: 800 Comunihanno infattirinviato a quest'anno il pagamento. Si tratta di un balzello dovuto solo per il 2013 che comunque costerà, secondo i calcoli della Uil www.ecostampa.it Quotidiano servizio politiche territoriali, 24 euro a famiglia per un gettito complessivo di 1,2 miliardi. L'altra scadenza rovente è la mini-Imu: si tratta della differenza tra l'Im u «virtuale» dello scorso anno a tariffa base del 4 per mille (che non si è pagata) e quanto aggiunto dai Comuni. In pratica si dovrà fare la differenza tra quanto si sarebbe dovuto pagare di Imu a tariffa base (detrazioni comprese) e quanto si sarebbedovutopagareconilrincaro imposto dal Comune: di questa differenza si dovrà versare il 40 percento (ilrestante60è a carico dello Stato). Novità da ricordare: se l'importo complessivo della differenza è inferiore a 12 euro non si paga nulla. Complessivamente, secondo la Uil servizio politiche territoriali, a carico del contribuente ci saranno 33 euro con picchi di oltre 150 euro in alcuni grandi centri. ©RIPRODUZIONE RISERVATA ~ltoaucora iipa'Obhmadel ~Ma, cmneWdeD.le ~ ' ? " •••• !..\~==~,::.:: . Bankitalia: "Laripresasaràfiacca più disoccupati anche nel 2015" 068391 &Jmpnm1crxprrifh11MlkÌ l'rrw/,11iw/u/az1011tJe!P1! Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 25 Data Pagina Foglio 19-01-2014 7 1 E la scuola lotta ancora per "quota 96" LA MOBILITAZIONE ROMA Portano avanti la loro battaglia nel nome di "quota 96": sono gli insegnanti e gli altri lavoratori della scuola che dopo la riforma previdenziale Fornero hanno dovuto rinunciare ad una prospettiva di pensione già intravista e ormai da tempo cercano di riconquistarla nelle aule parlamentari ed in quelle giudiziarie, finora senza successo. La vicenda somiglia ad altre innescate dalla stretta sulle pensioni di fine 2011, drastica nei contenuti e certo anche frettolosa nelle modalità di applicazione: a differenza però dei cosiddetti "esodati" questi dipendenti possono generalmente contare ancora sul posto di lavoro e sulla relativa retribuzione. SPARTIACQUE ASETTEMBRE IDOCENTI BLOCCATI DALLA RIFORMA CHIEDONO UNA DEROGA ALLE REGOLE MA C'E IL NODO DELLA COPERTURA dei docenti e degli altri lavoratori vano i requisiti, senza l'attesa di rimasti impigliati nella nuova ulteriori "finestre". norma, di certo alcune migliaia anche se le stime non sono univo- LA SENTENZA DELLA CONSULTA che. Sono partite le pressioni sul In ogni caso una parte consiParlamento ed anche le azioni le- stente del mondo politico si era gali, in nome della specificità del impegnato in favore delle ragioni lavoro scolastico. Specificità che dei dipendenti della scuola. Ma a onor del vero negli anni prece- tutti i tentativi di intervenire per denti si era tradotta anche in via legislativa si sono scontrati qualche vantaggio rispetto alla con l'opposizione della Ragionegeneralità dei lavoratori, visto ria generale dello Stato, che giuche gli insegnanti potevano la- dica non adeguate le coperture fisciare il servizio appunto nel set- nanziarie proposte. Una nuova tembre dell'anno in cui matura- proposta di legge è stata recentemente presentata alla Camera da Manuela Ghizzoni (Pd), anche se l'affollamento delle Camere e le prospettive incerte della legislatura non sembrano spingere le cose nella direzione desiderata dai lavoratori di "Quota 96'.'. Nel frattempo è sfumata la speranza di risolvere la questione per via giudiziaria, perché la Corte costituzionale ha respinto la questione di illegittimità sulla norma della riforma Fornero. Così i mesi passano e per qualcuno, magra consolazione, l'uscita dal lavoro si avvicina comunque con i più restrittivi requisiti della legge Fornero. L.Ci. ©RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 La richiesta degli interessati è semplice: ottenere che per loro la soglia di applicazione della riforma sia spostata dal 31 dicembre 2011al31 agosto dell'anno successivo. Questo perché il mondo della scuola ha sempre goduto di regole di uscita dal lavoro particolari, modellate sulle esigenze dell'anno scolastico: si lascia il servi- zio a settembre in corrispondenza dell'inizio delle scuole e non in altri mesi dell'anno. Così quando nell'autunno del 2011 vennero approvate le nuove regole, molti docenti avevano già fatto domanda per andare in pensione alla fine deH'anno scolastico: nel corso del 2012 avrebbero raggiunto i 61 anni di età e 35 di contributi, oppure rispettivamente 60 e 36, cioè appunto la "quota 96" richiesta per l'accesso alla pensione di anzianità. La riforma ha però stabilito che questa possibilità non era più valida, indistintamente, in caso di maturazione dei requisiti dopo lo spartiacque del 31 dicembre. Anche per chi lavorava nella scuola quindi la data dell'uscita del lavoro era spostata in avanti di alcuni anni. Immediata la mobilitazione www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 26 Data Pagina Foglio 18-01-2014 3 1 Insegnanti, via al decreto che salva gli scatti e azzera i prelievi Il CASO ROMA È il decreto salva-stipendi. Due articoli soltanto, ma il Consiglio dei ministri ha strappato un sorriso ai lavoratori della scuola. Si è chiuso così il capitolo più delicato sulla spinosa questione degli scatti d'anzianità degli insegnanti e del personale Ata (bidelli, ausiliari e amministrativi della scuola) ma la partita, estenuante, dovrà riaprirsi con "un apposito negoziato" per usare le parole del governo. Il risultato è che ai docenti in questi mesi verrà corrisposto lo stesso stipendio del 2013: non si avanza ma non si retrocede, fino a quando non sarà esaurito il negoziato e a quel punto gli stipendi verranno restituiti alla normale progressione d'anzianità ripristinando gli scatti con l'anno in corso. Il rischio di un passo indietro si era materializzato nei giorni scorsi con l'ormai famosa nota del ministero dell'Economia che chiedeva il recupero, a rate di 150 euro, degli scatti maturati nel 2012 e pagati l'anno scorso. Non ci saranno invece tagli e recuperi come già anticipato dal governo in questi giorni, frenando a colpi d'estintore le polemiche che si erano accese come paglia. 2013 con un negoziato. Formalmente, si discuterà anche di quelli del 2012, ma di fatto questi sono stati già acquisiti. Durante tutto il negoziato, e comunque per tutti i primi sei mesi del 2014, «al personale interessato verrà mantenuto il trattamento economico corrisposto nell'anno 2013». Il governo lo ha messo nero su bianco, i sindacati sono ancora critici, e rimarcano che - scatti a parte - mancano ancora risposte sul trattamento economico del personale Ata (bidelli e amministrativi). Si procede, come sempre, sanando il pregresso, arrivando in ritardo di proroga in proroga. All'origine di tutto c'è la norma del 2010 che bloccava per tre anni gli scatti di tutti i dipendenti pubblici. I SINDACATI ANCORA CRmCI: «MANCANO RISPOSTE SUGLI STIPENDI DEI BIDELLI» ©RIPRODUZIONE RISERVATA + 068391 Poi, con l'azione dei sindacati, si è cominciato a negoziare il recupero, mentre nel frattempo veniva prorogata anche la sterilizzazione degli scatti assieme al rinnovo del LA TRATTATIVA contratto collettivo di lavoro. Il provvedimento del governo conSi evita di appesantire il bilansente di recuperare gli scatti del cio dello Stato (che è lo scoglio da evitare) come si è già fatto per gli anni precedenti al 2012, finanziando gli aumenti con risparmi e risorse provenienti dal settore scolastico. In buona parte, e su questo i sindacati hanno polemizzato molto, si dovrà attingere al Mof, il fondo per il Miglioramento dell'offerta formativa. «Il decreto risolve solo in parte le questioni», commenta Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola. «Contrariamente quanto affermato dal ministro dell'Istruzione il governo non ha stanziato le risorse necessarie a evitare il prelievo dal fondo del Mo6> polemizza Mimmo Pantaleo, leader della Flc-Cgil scuola. Un conto è la partita degli scatti, un conto quella delle posizioni economiche del personale Ata. Non se ne parla nel decreto del governo. «E' gravissimo non aver previsto alcuna soluzione strutturale per questo», rimarca Pantaleo. Ai tecnici e ausiliari infatti era stata chiesta la restituzione, poi sospesa, dell'incentivo economico, come da accordo di tre anni fa, per le mansioni extra. Fatto è, che critiche a parte, il decreto del governo ha suscitato reazioni sul fronte degli altri dipendenti pubblici: il sindacato di polizia Silp Cgil ha subito reclamato un provvedimento analogo. Che è come dire: gli insegnanti hanno ottenuto qualcosa. Alessia Campione Un insegnante al lavoro Ritaglio Scuola: testate nazionali www.ecostampa.it Quotidiano stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 27 18-01-2014 20 1 Data Pagina Foglio www.ecostampa.it Quotidiano Scuola, richieste entro il 7 febbraio Bruno Benelli • perato il limite di età. · cadrà venerdì 7 febbraio il termine entro cui il personale della scuola che intende andare in pensione Inps quest'anno, ed esattamente dalla finestra del 1° settembre, deve presentare la relativa domanda in via telematica. Gli interessati sono le persone che cessano dal servizio perché: 1) hanno raggiunto il limite massimo di contribuzione, ad esempio 40 anni, 2) vogliono lasciare la scuola per dimissioni volontarie, 3) vogliono al contrario chiedere di essere trattenuti in servizio anche dopo avere su- S I requisiti sono diversi a se• conda dell'anno in cui sono stati : raggiunti. Nel primo caso in esa: me prendiamo in considerazio: ne le persone che hanno rag: giunto i requisiti entro l'anno : 2011. 1) Per la pensione di vec: chiaia occorrono: A) un'età di : 65 anni per gli uomini e 61 anni : per le donne; B) 20 anni di con: tributi. 2) Per la pensione antici: pata occorrono: A) quota 96, : cioè 60 anni di età+ 36 di contri. buti oppure 61 anni di età+ 35 di : contributi, B) 40 anni di cqntri• buti (con qualsiasi età). E co: munque previsto il pensiona: mento obbligatorio per chi com- • pie 65 anni entro agosto 2014. : Nel secondo caso si parla di : persone che hanno raggiunto i . requisiti dopo l'anno 2011 e che : li raggiungeranno al massimo • entro il 31 dicembre 2014. 1) Per : la pensione di vecchiaia occor: rono: A) un'età di 66 anni + 3 . mesi (uomini e donne); B) 20 an: nidi contributi. 2) Per la pensio: ne anticipata occorre la seguen: te contribuzione: A) per gli uo: mini 42 anni + 6 mesi; B) per le : donne 41 anni + 6 mesi. Per chi • ha meno di 62 anni potrebbe es: serci sulla pensione un taglio : dell'l % o del 2% annuo a secon: da dell'età. : ©R1PRoouz10NER1sERVATA La d.01nanda La risposta Consulente ammalato, quanto paga r1nps? L'indennità di malattia è in cifra fissa e va dai 10,85 ai 21,70 euro al giorno Mio figlio, che svolge la professione di consulente presso un'azienda commerciale, è stato assicurato alla gestione separata dell'Inps come collaboratore coordinato e continuativo. Nel corso del 2013 ha versato il contributodel27,72% in quanto la consulenza è l'unico lavoro svolto. Nel corso dei mesi di novembre e dicembre per un problema di salute è rimasto venti giorni a casa in malattia, regolarmente denunciata all'Inps. Chiedo se ha diritto all'indennità di malattia e in quale misura, in quanto mi dicono che l'Inps paga su importi fissi. NoemiF.-Roma La questione si sviluppa in questo modo: la misura della indennità è in cifra fissa indipendentemente dal compenso realmente percepito per la committenza svolta. Lei ha dimenticato di dirmi quanti mesi di contributi suo figlio ha versato all'Inps nei 12 mesi precedenti l'inizio della sua malattia. Perciò rispondo in via generale, indicando le tre possibilità previste dall'attuale normativa. Se suo figlio ha versato da tre a quattro mensilità, allora l'indennità giornaliera è di 10,85 euro; con cinque-otto mensilità l'indennità sale invece a 16,27 euro e si attesta infine a 21, 70 euro se le mensilità versate vanno da nove a dodici. I lettori che hanno quesiti da porre possono inviare un'e-mail a: [email protected]. Verrà data risposta su questa rubrica o direttamente all'indirizzo dell'interessato. ~"lr~~-.,~~ - ~~~ :~r~:'" s-~_ -;;;~~~- 068391 ;~~ =-=-~-= -L -_ ~~ ~- =---~ Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 28 Quotidiano il Giornale Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 18-01-2014 5 1 Prelievo sugli stipendi dei prof, stop di Palazzo Chigi Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto che mette una pezza alla vicenda degli scatti di stipendio del personale della scuola. II decreto conferma lo stop alla restituzione degli scatti percepiti nel 2013 che doveva awenirecontrattenutedi 150 euro mensili.Stabilisce, inoltre, che non ci sarà retrocessione a una classe di stipendio inferiore per il personale che ne abbia acquisita una superiore nel 2013 in virtù dell'anzianità. Quindi quei 45milatra insegnanti eausiliari che l'anno scorso hanno ricevuto un aumento in busta paga per lo scatto d'anzianità, non ritornerannoallacondizioneprecedente:nei prossimi anni il loro stipendio resterà «rinforzato», indipendentementedallefuturedecisioni sui successivi scatti.«Gli insegnanti possonostaretranquilli», ha assicurato il ministro della DifesaMarioMaurodopoil Cdm.La marcia indietrodelgovernorisolveuncasochelohafattotraballareacausadel rischio di prelievi di 1soeurodalle buste paga dei professori. Polemiche placate, ma Matteo Renzi non perdona: «Una figuraccia». ESECCTTYO TNlULJCO Lo scenario ~ Letta si smarca da Alfano: · ;<·.>:~.:,:~ scaricali ~cd e minislro ~-:·JL'.~1~~~.~~ 068391 r' :'. -: ·;:~.; "''"· r:;:,:·;',~:~::.~~~;;~,~~~:·:··:.:::~,'."'::;: ;,'.;~. :~,; '···"'"~"' "" :·:.· .~~. Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 29 Data 19-01-2014 Pagina 9 Foglio 1 «Scuola, famiglia e sociale: risorse anti-crisi» «Fare scuola» è il tema affrontato ieri, al "Conferenze center" di Roma, nell'ambito di una serie di incontri organizzati da "Fare per Fermare il declino" su temi cruciali per la vita politica e sociale italiana.A tema la qualità dell'apprendimento e la figura del docente, cruciali nel sistema scolastico. In altre parole, il merito e la formazione, strumenti ancora sottovalutati nel reclutamento e nell'inquadramento professionale dei protagonisti dell'istruzione. Fra gli interventi, quello di Pietro Ichino (senatore di Scelta Civica), Letizia De Torre (deputata del Pd); Giuseppe Desideri (presidente dell'Associazione Italiana Maestri Cattolici), Italo Fiorin (docente di pedagogia alla Lumsa), Pietro Lucisano (docente di pedagogia alla Sapienza), Antonio Pileggi (docente di Diritto del lavoro alla Luiss), il teologo Emilio Rocchi e Milena Santerini, deputata di "Per l'Italia" (la cui intervista è qui a fianco). ANGELO PICARIELLO ROMA L a dicotomia imprese-lavoratori è ormai inadeguata, e lo è ancora più in questa crisi. Per Milena Santerini, capogruppo di "Per l'Ita- lia" nella commissione Cultura e lstruzione della Camera, e docente di Pedagogia alla Cattolica di Milano, «anche in questo governo, di cui siamo convinti sostenitori, su Terzo settore e famiglia non si riesce ad andare oltre all'idea di costo». In tempi di crisi si taglia il Welfare. Ma è non solo ingiusto, è anche sbagliato e poco lungimirante sul piano economico. Quello che fanno le famiglie e le associazioni per fronteggiare i bisogni (penso ai non autosufficienti, penso all'assistenza alimentare) costituisce da un lato un risparmio notevole per la mano pubblica, dall'altro libera risorse per lo sviluppo e l'occupazione. C'è consapevolezza nel governo? Nelle intenzioni certamente sì, ma nei fatti poi si inciampa sempre. Un esempio? Il 5 per mille. La Corte dei Conti è ar rivata a richiamare quel che si sarebbe dovuto fare senza sollecitazioni. Togliere 96 milioni alle associazioni significa trasformarlo in pratica in 4 per mille, a scapito di en ti che intervengono nel vivo della crisi creando anche sviluppo. La scuola è tornata sotto i riflettori solo perii pasticcio degli scatti da restituire. Al di là del macroscopico errore, ancora una volta ci si è appassionati a un tema di costi, dimenticando che la scuola è formazione, formazione degli allievi come degli insegnanti, e formazione vuol dire sviluppo. Senza agire sulla leva del merito, della flessibilità, insistendo sull'automatismo delle carriere la scuola non potrà essere mai adeguata alle sfide e rispondente al bisogno di conoscenza dei ragazzi. Che cos'è il "Community act" che proponete? E una proposta con la quale, come Popolari per l' ltalia, chiediamo un provvedimento che metta insieme gli interventi sul sociale e contro la povertà. Accanto a misure strutturali contro la disoccupazione e di sostegno alle famiglie proponiamo un intervento per stabilizzare il" 5 xmille" e un sostegno che, accanto agli effetti della social card, sia previsto per le associazioni impegnate negli aiu ti alimentari agli indigenti, senza il cui intervento intere fasce sociali sarebbero già da tempo senza mezzi per sopravvivere alla crisi. www.ecostampa.it Quotidiano L'intervista Santerini (PI): «Con il Community act chiediamo interventi strutturali su 5x1000 e aiuti alimentari» 11 11 068391 DEPUTATO Milena Santerini Scuola: testate nazionali Pag. 30 Data Pagina Foglio 19-01-2014 1O 1 www.ecostampa.it Quotidiano Scuola .. «Madre e padre» via dai moduli? Il manuale d'uso del Miur smentisce Roma. Nei moduli per iscrivere gli studenti al primo anno di ogni tipo di scuola, «madre e padre» non sono scomparsi, sosliluili da «primo genilore e secondo genitore». E il Secolo XIX che ieri, in prima pagina, esultava affermando che i moduli online del Miur si sarebbero adeguati al politicamente corretto, si sbaglia. «Madre e padre» erano spariti dai libretti delle assenze del liceo Mamiani di Roma, due mesi fa, destando una certa sorpresa. E garbate critiche anche da parte di Awenire, che per il quotidiano ligure avrebbe invece addirittura «lapidato» la preside, «aprendo le ostilità». Ed ecco i toni grondanti soddisfazione: «ranteprima del modulo per iscrivere i ragazzi, sfornato dal Miur proprio in questi giorni e spedito via email a tutti gli istituti d'Italia, reca una dizione quasi sovrapponibile a quella del Mamiani: "Genitore" e "Secondo Genitore"». Un'affermazione curiosa. Sul sito internet del Miur il modulo d'iscrizione non è ancora disponibile. Ma lo è il suo «Manuale d'uso»: http:/ /www.iscrizioni.istruzione.it/ allegati/iscrizionionlineguidautente.pdf. A pagina 13 si chiede di indicare il «grado di parentela» dello studente e le possibilità sono quattro: «madre, padre, tu tore, affidatario». Quindi «madre e padre» non sono scomparsi, anzi resistono in prima fila. Soltanto in caso di separazione o divorzio vengono richiesti i dati del «secondo genitore», madre o padre che sia. raffermazione perentoria e in bella vista del Secolo XIX appare dunque destituita di fondamento. E il Ministero non ha affatto «legittimato i due adottati nel libretto delle assenze» del Ma miani. (U.Fo.) © RIPRODUZIONE RISERVATA ATILJALTA 068391 .... Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 31 Data Pagina Foglio 18-01-2014 9 1 www.ecostampa.it Quotidiano Il caso-scatti Un decreto per salvare gli stipendi dei docenti Ora un nuovo negoziato ROMA 068391 raguardo in vista per la «vertenza» sugli scatti di stipendio del personale della scuola. Un decreto varato ieri dal Consiglio dei ministri conferma quanto annunciato dal premier Letta nei giorni scorsi e cioè che dalle buste paga non verrà prelevata la tran che di 150 euro come restituzione degli scatti già pagati nel 2013, ripristina gli scatti d'anzianità per il 2014 e consente di recuperare quelli degli ultimi due anni. Il provvedimento demanda, infatti, a un'apposita sessione negoziale il riconoscimento dell'anno 2012 ai fini della progressione di stipendio. E assicura che nelle more della conclusione di questa sessione «al personale interessato verrà mantenuto il trattamento economico corrisposto nell'anno 2013». La procedura per il recupero dei mancati scatti è stata già utilizzata per gli anni precedenti e - si spiega -viene finanziata con risparmi e risorse provenienti dal settore scolastico senza alcun onere aggiuntivo per il bilancio dello Stato. Si attingerà dunque al 30% di risparmi derivanti dai tagli dell'era Gelmini (sono stati accantonati 120 milioni) e per la restante forse come in passato dal Mof, il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa. Cauta soddisfazione tra i sindacati tra i quali resta qualche perplessità. Il decreto «risolve solo in parte le questioni» afferma il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, che chiede di accelerare i tempi del negoziato. «Contrariamente a quanto affermato, il governo non ha stanziato le risorse necessarie a evitare il prelievo dal fondo per il miglioramento dell'offerta formativa», accusa poi il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. Se gli insegnanti possono stare più tranquilli, cominciano ad agitarsi altri dipendenti pubblici. Il sindacato di polizia Silp-Cgil auspica un provvedimento analogo a quello della scuola anche per il settore sicurezza. Scuola: testate nazionali Pag. 32 runità Data Pagina Foglio 18-01-2014 8 1 www.ecostampa.it Quotidiano Scuola, sciolto il nodo scatti MARCO VENTIMIGLIA MILANO NESSUN RECUPERO Il decreto prevede «altresì, come già annunciato, che non venga comunque effettuata alcuna azione di recupero delle somme attribuite al personale della Scuola per progressioni stipendiali nell' anno 2013. Viene inoltre prevista, per l'anno 2014, la non applicazione al personale della Scuola, con riferimento alle progressioni stipendiali correlate all'anzianità di servizio, del limite ai trattamenti economici individuali introdotto dall'art. 9, comma 1, del decreto legge n. 78 del 2010, nella considerazione - si conclude il testo - che, a legislazione vigente, la predetta annualità per il comparto scuola è già utile ai fini delle progressioni stipendiali». Soddisfatti solo in parte i sindacati. Per il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, «il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri indica una soluzione, ma è il blocco del contratto, oltre agli errori commessi dai ministri e dai ministeri, alla base del pasticcio a cui il decreto ha posto rimedio. Ora occorre dare maggiori certezze su tutti gli aspetti retributivi del personale, cosa che si può fare solo per via contrattuale. A tal fine rimane urgente un incontro con il ministro su tutte le questioni che attengono al rapporto di lavoro e al riconoscimento professionale». 068391 Si può ben dire che sia stata una riunione riparatrice, quella svoltasi ieri a Palazzo Chigi fra i membri dell'esecutivo Letta. Sul tavolo, infatti, c'era "la grana" materializzatasi qualche giorno fa, dopo che il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, aveva evocato l'obbligo di restituzione da parte del personale scolastico di somme a suo dire non dovute, suscitando così anche le ire del ministro della Pubblica Istruzione, Maria Chiara Carrozza, oltre che quelle dei lavoratori nel mondo della scuola. E così, per trovare una soluzione, e porre fine ad una polemica assai destabilizzante, il Consiglio dei ministri ha deciso di varare un decreto legge. Un provvedimento volto quantomeno a congelare il problema degli scatti stipendiali già percepiti nel 2013 che il personale della scuola avrebbe dovuto restituire allo Stato con 150 euro mensili trattenuti dal proprio stipendio. Dunque, nella mattinata di ieri l'esecutivo ha approvato, su proposta del premier Enrico Letta, e dei ministri Carroz- za, Saccomanni e della Pubblica amministrazione e Semplificazione, Gianpiero D'Alia, un decreto legge in materia di retribuzioni per il personale della Scuola «Che demanda - si legge nella nota del Consiglio dei ministri - ad un'apposita Sessione negoziale avviata dal ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, il riconoscimento dell'anno 2012 ai fini della progressione stipendiale del personale della Scuola (docente, educativo ed Ata)». Ed ancora, la nota sottolinea che «nelle more della conclusione della sessione, al personale interessato verrà mantenuto il trattamento economico corrisposto nell'anno 2013. La procedura negoziale per il recupero dei mancati scatti è stata già utilizzata per gli anni precedenti al 2012 e viene finanziata con risparmi e risorse rinvenienti dal settore scolastico senza alcun onere aggiuntivo per il bilancio dello Stato». Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 33 Quotidiano runità Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 18-01-2014 15 1 li commento Scuola, l'eclissi dei progetti Benedetto Vertecchi C'È QUALCOSA DI ANOMALO NEL CONFRONTO IN ATTO SULL'EDUCAZIONE, CHE SI MANIFESTA CON MAGGIORE evidenza in quei ragione della crisi che, in varia misura, ha investito i sistemi scolastici dei Paesi industrializzati. Anche quando i dati derivanti da rilevazioni comparative sembrano segnalare l'esistenza di condizioni migliori, ci si dovrebbe chiedere se a posizioni più favorevoli in graduatoria corrispondano risultati educativi capaci di configurare un profilo innovativo di cultura della popolazione, o se i livelli più elevati siano da porre in relazione solo a migliori condizioni organizzative e ad apparati ideologici più coinvolgenti. Non sarebbe inutile chiedersi, per esempio, quanta parte abbiano avuto le condizioni organizzative e la pressione ideologica nel consentire ai sistemi scolastici di alcuni Paesi dell'estremo oriente di scalare le posizioni più elevate nelle graduatorie dell'ultima indagine Ocse-Pisa. E, soprattutto, ci si dovrebbe chiedere se una competitività così spinta da far accettare, oltre a un orario scolastico lungo, alcune ore ulteriori di pre e di post scuola, con quel che ne consegue in termini di resistenza allo sforzo prolungato, corrisponda a una concezione educativa che si è disposti a riconoscere come preferibile o solo ad accettare come selezione de facto. Ma, in un caso e nell'altro, non si capisce quale sia il disegno culturale, se non per ciò che riguarda l'utilità che dagli studi si può trarre nel breve termine. In Italia la crisi è più grave non solo per leclissi di progettualità che da troppo tempo caratterizza il sistema educativo, ma anche per il crescere della distanza tra le soluzioni didattiche e organizzative del nostro sistema scolastico rispetto a quello degli atri paesi industrializzati. Mentre si discetta in un latinorum da Don Abbondio di soluzioni tecniche per questo o quell'aspetto del funzionamento del sistema, sembra che nessuno si preoccupi di capire che cosa stia accadendo nelle scuole, quali siano le difficoltà che gli insegnanti incontrano nel loro lavoro quotidiano, di che cosa ci sia realmente bisogno in un disegno di lungo termine, che cosa di culturalmente significativo bambini e ragazzi dovrebbero saper fare non solo al memento, ma nella lunga prospettiva di vita che li attende. 068391 contesti, come quello italiano, nei quali da troppo tempo si è rinunciato a sviluppare una riflessione originale ed autonoma circa il profilo culturale che si vorrebbe fosse generalmente posseduto dalla generalità della popolazione e le soluzioni educative che potrebbero consentire il conseguimento di tale intento. Nello sviluppo storico dell'educazione occidentale l'indicazione di traguardi ha anticipato l'assunzione di determinate caratteristiche dell'organizzazione educativa e delle pratiche didattiche. Ciò non significa che fossero enunciati principi, e tantomeno regole, uniformemente seguiti, né che vi fosse da parte degli educatori la medesima consapevolezza degli effetti che sarebbero potuti derivare dalla loro attività, ma che ali' educazione si riconosceva una funzione di concausa nei processi di trasformazione sociale. Il grande sviluppo dell'educazione scolastica che ha consentito negli ultimi secoli di assicurare crescenti opportunità d'istruzione per i bambini e i ragazzi, considerato dal punto di vista che prima s'indicava, quello dell'elaborazione di un profilo culturale diffuso, appare come la realizzazione di scenari delineati nelle grandi utopie che hanno rappresentato una parte importante del pensiero europeo dalla metà del secondo millennio. Attraverso l'utopia ci si poteva riferire a una realtà costruita per negazione di quella che costituiva la comune esperienza: se l'analfabetismo rappresentava la condizione più frequente, gli abitanti dei non-luoghi dell'utopia si distinguevano per il possesso di una cultura alfabetica; se l'educazione formale era per lo più rivolta a strati favoriti della popolazione maschile, nell'utopia tutti potevano fruirne, senza distinzione di classe o di genere; se il tempo della vita era in massima misura assorbito dal lavoro, si affermava l'idea che una uguale rilevanza dovessero avere il riposo e le attività rivolte a coltivare la sensibilità e l'intelligenza di ciascuno; se la conoscenza era considerata una prerogativa individuale, se ne affermava l'utilità per il miglioramento delle condizioni di vita; e così via. Ciò che interessa rilevare riflettendo sull'anomalia del confronto educativo in corso è che mentre negli scenari utopistici determinate caratteristiche della popolazione erano considerate necessarie per la coerenza dell'insieme della proposta di assetto sociale, da qualche tempo si tende ad affermare il contrario, e cioè che gli indirizzi dell'attività educativa devono essere congruenti a scelte che sono già operanti nei diversi contesti sociali, in particolar modo nelle attività produttive. Risulta evidente che è cambiata sostanzialmente la concezione del tempo: mentre il grande sviluppo dell'educazione formale è da considerarsi leffetto di progetti per il lungo periodo, da qualche tempo sembra essere stato abbandonato l'intento progettuale, e sostituito da una nozione funzionalista dell'offerta di apprendimento. In altre parole, le scelte educative non sono più coerenti con un disegno a lungo termine volto a definire il profilo della popolazione, ma rispondono alle esigenze di breve periodo che si manifestano nel sistema produttivo. Le concezioni educative elaborate nell'ambito dell'utopia classica hanno anticipato il corso di eventi che si sarebbero osservati nei secoli successivi, mentre nelle condizioni attuali si vorrebbe realizzare un'improbabile concomitanza tra le richieste del mercato del lavoro e l'offerta di apprendimento del sistema d'istruzione formale. La rinuncia a interpretare leducazione secondo una logica autonoma non è l'ultima Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 34 Quotidiano Data 18-01-2014 Pagina 47 Foglio 1 www.ecostampa.it Scuola Salvi gli scatti retributivi dei docenti Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, 068391 11111111 Il personale della scuola può tirare un sospiro di sollievo. Non dovrà restituire gli scatti retributivi del 2013 come aveva invece indicato il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni. Il consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge in materia di retribuzioni per il personale della Scuola che demandaad un'apposita Sessione negoziale avviata dal Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, il riconoscimento dell'anno 2012 aifinidella prngressione stipendiale del personale della Scuola (docente, educativo edATA). Nelle more della conclusione della sessione, spiega il comunicato finale di palazzo Chigi, al personale interessato verrà mantenuto il trattamento economico corrisposto nell'anno 2013. La procedura negoziale per il recupero dei mancati scatti è stata già utilizzata per gli anni precedenti al 2012 e viene finanziata con risparmi e risorse rinvenienti dal settore scolastico senza alcun onere aggiuntivo per il bilancio dello Stato. Il decreto prevede altresì, come già annunciato, che non venga comunque effettuata alcuna azione di recupero delle somme attribuite al personale della Scuola per progressioni stipendiali nell'anno 2013. Inoltre il ministero dell'Economiahaautorizzato 3. 740 immissioni in ruolo del personale non docente della scuola con decorrenza dal 1° settembre 2013. Secondo il sindacato Anief-Confedir mancano all'appello almeno altre 8.000 assunzioni. <<Ad oggi, infatti, i posti vacanti e disponibili per tutti i profiliATA, ovvero collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici, Direttori dei servizi generali ed amministrativi, sono circa 12.000». non riproducibile. Pag. 35 IL~MA.TTINO Data Pagina Foglio 18-01-2014 9 1 Insegnanti, ripristinati gli scatti d'anzianità ta del ministero dell'Economia che chiedeva il recupero, arate di 150 euro, degli scatti maturati nel 2012 e già pagati. Ora per tutti i primi sei mesi del 2014, «al personale interessato verrà mantenuto il trattamento economico corrisposto nell'anno 2013». Il governo lo ha messo nero su bianco, i sindacati sono ancora critici, e rimarcano che - scatti a parte - mancano ancora risposte sul trattamento economico del personale Ata. Si evita di appesantire il bilancio dello Stato. In buona parte, e su questo i sindacati polemizzano, si dovrà attingere al Mof, il fondo perii Miglioramento dell'offerta formativa. «Il decreto risolve solo in parte le questioni», commenta Francesco Scrima, segretario generale della Cisl scuola, perii quale è «indispensabile e risolutivo» il negoziato. «Contrariamente a quanto affermato dal ministro dell'Istruzione il governo non ha stanziato le risorse necessarie a evitare il prelievo dal fondo del Mofo polemizza Mimmo Pantaleo, leader della Flc-Cgil scuola. Nei primi sei mesi del 2014 lo stipendio sarà lo stesso dello scorso anno: nel frattempo dovrà partire un negoziato ROMA. È il decreto salva-stipendi. Due articoli soltanto, mail Consiglio dei ministri ha strappato un sorriso ai lavoratori della scuola. Si è chiuso così il capitolo più delicato sulla spinosa questione degli scatti d'anzianità degli insegnanti e del personale Ata (tecnici, ausiliari e amministrativi della scuola) ma la partita, estenuante, dovrà riaprirsi con un apposito negoziato. li risultato è che ai docenti in questi mesi verrà corrisposto lo stesso stipendio del 2013: non si avanza ma non si retrocede, fino a quando non sarà esaurito il negoziato e a quel punto gli stipendi verranno restituiti alla normale progressione d'anzianità ripristinando gli scatti con lanno in corso. Il rischio di un passo indietro si era materializzato nei giorni scorsi con lormai famosa no- a.e. I docenti Sono stati ripristinati dal governo con un decreto gli scatti d'anzianità del 2013 068391 © R!PRODUZIONE RISERVATA www.ecostampa.it Quotidiano Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 36 IL SECOLO XIX ' Data 18-01-2014 Pagina 4 Foglio 1 SALTA ANCORA LA SOLUZIONE PER LA TASI: SI TENTA UNA MEDIAZIONE CON I SINDACI C'E IL DECRETO: SALVE LE BUSTE PAGA DEI PROF Confermato lo stop al taglio degli stipendi e al recupero di 150 euro per gli scatti di anzianità corrisposti nel 2013 MICHELE LOMBARDI ROMA. Stop al "taglio" degli stipendi di insegnanti e lavoratori della scuola. Come promesso dal premier Enrico Letta, il Consiglio dei ministri ha varato ieri un decreto che rimedia al pasticcio degli scatti di anzianità: viene sospeso il recupero fino a 150 euro lorde al mese per compensare gli aumenti corrisposti nel corso del 2013 a docenti e personale Ata. Non solo. Il decreto conferma inoltre che, da febbraio, saranno pagati gli stipendi attualmente percepiti, compresi quindi gli scatti maturati nel 2013 e già acquisiti in busta paga. Una marcia indietro completa da parte del Tesoro, che aveva deciso il recupero degli scatti pagati l'anno scorso in base a quanto previsto da un decreto varato a settembre che disponeva il blocco di tutti gli aumenti di stipendio erogati nel corso del 2013. Un pasticcio, appunto. Con relativo braccio di ferro tra il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, e la titolare dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, contraria alla restituzione degli scatti decisa dal Tesoro. Sul dietrofront del governo ha pesato l'aut aut del leader del Pd Matteo Renzi, che aveva sparato contro l'iniziativa di Saccomanni, spingendo Letta a intervenire per bloccare la trattenuta dei 150 euro pagati nel 2013. Il decreto salva gli stipendi di 53 mila lavoratori della scuola, lascian do le buste paga inalterate. La somma che il governo rinuncia a recu perare ammonta mediamente a circa 700 euro lordi l'anno: l'aumento di anzianità corrisposto a insegnanti e personale amministrativo. Il primo cedolino del 2014 con la trattenuta, accreditato il 23 gennaio, sarà corretto pochi giorni dopo da un secondo cedolino, che terrà conto dello stop al recupero deciso ieri dal governo. L'operazione costerà complessivamente circa 500 milioni che saranno coperti con i risparmi deri- www.ecostampa.it Quotidiano vanti dai tagli alla scuola decisi dal governo Berlusconi e da una stretta sulle risorse del Mof, il Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa a favore degli studenti. Sul capitolo Mof si aprirà una trattativa con i sindacati, che però non hanno gradito le coperture scelte dal governo per finanziare gli scatti di anzianità. Archiviato il pasticcio della scuola, il rischio ora è una reazione a catena sugli altri comparti pubblici senza aumenti dal 2010 per effetto dei contratti congelati ancora per tutto il 2014. I primi a farsi avanti sono stati i sindacati del comparto sicurezza con il Silp-Cgil che ha chiesto al governo una misura analoga a quella della scuola per il personale della polizia. Niente decreto, invece, per la Tasi: dopo l'aut aut dei sindaci, che non vogliono aumentare le aliquote della tassa sui servizi per finanziare le detrazioni, il governo ha preso tempo per decidere se confermare la maggiorazione o cambiare proposta per non andare allo scontro con i Comuni. [email protected] ©RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 Il ministro Maria Chiara Carrozza Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 37 Data 20-01-2014 Pagina 7 Foglio 1 www.ecostampa.it Quotidiano Paola: la laurea non è servita a niente STORIA/1- - - - <(SOGNAVO DI SALVARE L'AMBIENTE CON l MIEI STUDI DA BIOLOGA E CHE NON PER CERTE PROFESSIONI" za di Paola arriva dal marito. «Per fortuna lui un lavoro ce l'ha per poter sostenere la famiglia». Una consolazione (ma amara) ce l'ha accorgendosi che il suo non è un caso isolato. «Un po' mi consola ammette infatti vedere che la mia è una situazione molto comune. Anzi, mi capita di incontrare anche chi è davvero molto qualificato, ma non trova un impiego. Però allo stesso tempo è davvero sconsolante rendersi conto che non c'è più spazio per molte professionalità». Una ricerca costante, ogni giorno. «Faccio la ricerca sui siti. Oppure prendo gli elenchi delle aziende del territorio e mi propongo. Bisogna iscriversi alle agenzie pubbliche e private di collocamento, cercare l'azienda, contattarla. E sperare». Alessia Camplone ©RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 ROMA «È un lavoro anche cercare lavoro». È rassegnata Paola R., mamma di Pescara di 39 anni, con una laurea in biologia e alle spalle anni di corsi di formazione nel settore ambientale. «Disoccupata? In realtà io non lo sono mai stata perché non ho mai avuto un vero lavoro». Lavorare in difesa dell'ambiente sarebbe stato il suo sogno. «Ma in tutti questi anni sono riuscita a lavorare solo con contratti a progetto o collaborazioni. Mai nulla di stabile. Ogni volta incarichi a tempo e senza prospettive», racconta. Un settore «che non tira». A complicare tutto, i tre figli. «Ogni volta che ho avuto un bambino mi sono dovuta fermare. E ogni volta ho dovuto ricominciare daccapo, perché senza una collo- cazione stabile tutto si interrompe definitivamente». Così, di anno in anno, piccoli impieghi, e qualche ora di insegnamento nelle scuole private. E ora? «Al momento sto partecipando a un progetto di ricollocamento nel mondo del lavoro per le neo mamme. Sto facendo lin tirocinio formativo all'interno di una struttura. Ma senza prospettive. Rimarrò sempre disoccupata anche alla fine di questo progetto». La sicurez- Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 38 Quotidiano Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 19-01-2014 13 1 G Intervista «Ma attenti troppa formazione può addirittura essere dannosa» ROMA «Non è più vero che un titolo di laurea consente di avvicinare un posto di lavoro. Le stesse iscri-. zioni all'università stanno calando. Per anni proseguire gli studi è stato una sorta di adolescenza prolungata». Dario Nicoli, docente di Sociologia economica e dell'organizzazione del lavoro presso la Cattolica di Brescia, non si lascia convincere dalle conclusioni di AlmaLaurea. «Bisogna distinguere tra tipi di lauree. In alcuni casi la laurea può essere addirittura dannosa per trovare un posto». Quali sono le lauree che premia- «È PIÙ RICHIESTO CHI HA FATTO ESPERIENZA ALL'ESTERO» no? «Le lauree tecniche sono molto più appetibili. Anche se è necessaria un'esperienza all'estero. Il problema è che molti ragazzi, una volta fuori, poi non rientrano». È solo questione di laurea, o per il lavoro serve altro? «L'over education, l'avere tanti titoli di formazione, non premia più. Bisogna avere le competenze che servono al mercato». A.Cam. 068391 Trovare lavoro, la laurea serve ancora Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 39 Quotidiano Data Pagina www.ecostampa.it Foglio 19-01-2014 13 1/ 2 .L'indagine Per trovare un lavoro la laurea serve ancora Campione a pag. 13 Trovare lavoro, la laurea serve ancora ~Cinque anni dopo l'università, solo il 6% non ha occupazione LA RICERCA cupati-inoccupati. Considerando che i disoccu patì tra i 15-24enni sono 659 mila, dunque tra i giovani di quell'età i disoccupati sono in realtà 1'11 %del totale. Va detto però che, se studiare rappresenta tuttora un antidoto alla disoccupazione, secondo i risultati raccolti da AlmaLaurea, non è più efficace quanto in passato. La crisi si fa sentire anche per chi ha un titolo di studio come la laurea: a un anno dal conseguimento il tasso di disoccupazione (sia triennale, sia laurea specialistica o specialistica a ciclo unico) è leggermente superiore al 20%. E l'area della disoccupazione tra i laureati è di fatto raddoppiata nel giro di appena quattro anni. Soprattutto, c'è laurea e laurea. Esaminando le rilevazioni dell'AlmaLaurea con la lente d'ingrandimento tutte le differenze vengono alla luce. Tra i neolaureati specialistici biennali, a un anno dal titolo, la disoccupazione supera il 30% nel gruppo psicologico, seguito a breve distanza dai laureati dei gruppi giuridico e letterario. Va meglio ai laureati dei gruppi chimico-farmaceutico, ingegneria e scientifico, per i quali l'area della disoccupazione è prossima al 10%. Meglio ancora i laureati delle professioni sanitarie. ROMA Cinque anni dopo la laurea solo il 6% dei giovani che hanno scelto l'università è ancora senza lavoro. È il dato che rileva AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario che mira a coinvolgere studenti, mondo accademico e aziende, in una rilevazione che si muove sulla scia degli ultimi dati dell'Istat sulla disoccupazione giovanile, giunta invece al suo massimo storico. Si potrebbe dire: la laurea è ancora un buon passaporto per entrare nel mercato del lavoro. Ma forse sarebbe meglio dire: una buona laurea. La disoccupazione giovanile, tra i 15 e i 24 anni, secondo l'Istat (l'Istituto centrale di statistica) a novembre ha raggiunto il suo poco ammirevole primato, toccando il 41,6%, addirittura di quattro punti più alto rispetto a novembre 2012. Si tratta però di un dato che va tarato considerando che riguarda, fortunatamente, non l'intera popolazione giovanile (che comprende ovviamente anLA VITA LAVORATIVA che i ragazzi che studiano, tra seNell'intero arco della vita lavoraticondarie e università) ma soltanto va, i laureati beneficiano di un "tasla platea dei cosiddetti "attivi" ocso di occupazione" di 13 punti mag- giore rispetto ai diplomati (77 contro 64%). E una laurea - questo lo rileva l'Ocse - rispetto a un diploma, vale una retribuzione superiore del 50%. Ma anche qui è un dato medio. Quando la realtà italiana è vista in un'ottica europea, secondo AlmaLaurea, va ricordato che il nostro percorso di studi preuniversitari risulta uno dei più lunghi nel continente, con l'inevitabile ingresso all'università in età più avanzata e, quindi, l'arrivo nel mercato del lavoro anch'esso posticipato. Se c'è laurea e laurea, ci sono anche differenze tra Nord e Sud. La media del 6% di disoccupati dopo cinque anni, è frutto appunto di media: al Nord si scende al 4%, al Sud si sale al 10%. L'età media della laurea per la platea degli oltre 226mila laureati usciti nel 2012 dai 64 atenei AlmaLaurea è 27 anni e diviene prossima ai 28 anni per i laureati magistrali/specialistici. DIFFERENZE TRA I SESSI Ci sono, ancora, differenze tra donne e uomini. A cinque anni dalla laurea, il tasso di disoccupazione delle donne (7%) supera ampiamente quello degli uomini (4% ). La differenza di sesso, come quelle del territorio, continua a dare risultati diversi: è l'Italia delle differenze, che resiste ancora alla prova dei fatti. Alessia Campione ~)RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 MA NON TUTTI I TITOLI SONO UGUALI TRA CHI HA STUDIATO PSICOLOGIA Il 30% NON HA TROVATO UN POSTO Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 40 Pagina 19-01-2014 13 Foglio 2/2 Data www.ecostampa.it Quotidiano I numeri Ilaureati che hanno trovato lavoro Tasso di disoccupazione dei giovani tra i15 ei24anni ----·-----al Nord 52,5% 37%--Idisoccupati neolaureati a 1anno dal titolo -20% a 5anni dal titolo , •s% Chi ha trovato lavoro nell'intero arco della vita lavorativa Laureati -----64% f.:.e.niime.tri STUDIO ELAVORO Chi ha una laurea trova lavoro più facilmente e ha una retribuzione più alta del 50% 111111 lllt55agg1•ro lii 068391 i•P?s~~-1~ Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 41 Italia Oggi Sette Pagina 20-01-2014 40 Foglio 1/ 2 Data I A quattro anni dalla riforma universitaria, l'attuazione è ancora in alto mare Reclutamento, premi e ricerca: la svolta rimane sulla carta Pagine a cura DI BENEDETTA PACELLI premi per i migliori? Un lusso per pochi. Il nuovo reclutamento accademico? Un traguardo ancora lontano per i 60 mila aspiranti alla cattedra. E il futuro dei giovani ricercatori? Inesistente, senza un percorso credibile di accesso permanente al ruolo. A quattro anni dalla sua entrata in vigore, la riforma universitaria (legge 240/10) con cui l'ex ministro dell'istruzione, università e ricerca Mariastella Gelmini ha puntato a riformare i mali del sistema universitario (dai bilanci in rosso, alla proliferazione dei corsi, fino ai concorsi truccati) rimane, pressoché sulla carta. Poche le norme che hanno davvero cambiato il volto degli atenei, aprendo le porte ai giovani e garantendo quel ricambio generazionale promesso. Molte, invece, quelle che li hanno gettati nella confusione. Una cosa è certa, affinché le attese di riforma del sistema si traducano in realtà e quindi, il merito venga effettivamente premiato e il reclutamento, quello delle assunzioni vere e non solo della lista degli idonei, entri a regime, ci sarà da aspettare ancora. Del resto, che la riforma sia una sorta di pachiderma di adempimenti ingestibile ne è convinto pure l'attuale ministro dell'università Maria Chiara Carrozza, che solo pochi giorni fa ha chiesto al suo organo consultivo, il Cun (Consiglio universitario nazionale), di «proporre analisi e riflessioni» su alcune questioni chiave del sistema che «meritano attenzione anche in al 2009, per poi scendere del 5% in termini reali ogni anno, con un calo complessivo che per l'ultimo anno si annuncia prossimo al 20%. E chi contava su qualche fondo in più per la qualità dell'attività di ricerca si è illuso. Perché quel che resta del primo rapporto sulla valutazione dell'attività di ricerca in Italia stilato dall'Anvur, che avrebbe dovuto garantire premi ai più bravi è finito nel cassetto. Vista la ristrettezza di risorse generali, infatti, l'applicazione piena delle premialità nell'Ffo avrebbe tirato troppo la coperta dalla parte degli atenei virtuosi, scoprendo in modo drastico gli altri. Ancora per quest'anno quindi nessuna università potrà ricevere più dell'anno scorso, a prescindere dalla pagella ottenuta. Il dottorato di ricerca. Ancora lontano dagli intenti iniziali il capitolo del dottorato, i cui obiettivi erano quelli di assicurare che i corsi, cui ogni anno accedono circa 12 mila laureati, fossero legati a doppio nodo con il mondo del lavoro. Ma non solo, perché tra le conseguenze della scarsa chiarezza sullo status del dottorando c'è pure il mancato superamento della figura del «dottorando senza borsa», che impone anche il pagamento di tasse di iscrizione ai corsi, fino a 2 mila euro l'anno secondo l'ultima indagine dell'Associazione dottorandi italiani. Il numero dei dottorandi senza borsa, sempre «grazie» a un passaggio della riforma Gelmini, potrà addirittura aumentare, grazie all'eliminazione del tetto del 50% di posti che possono essere banditi senza borsa soprattutto nei settori nei quali le risorse e il personale impiegato nella ricerca sono diminuiti drasticamente in questi ultimi anni. Per non parlare poi del dopo, cioè di quello che attende i dottori. Non è un caso, quindi, che di fronte a questo panorama per i cosiddetti «cervelli» si tratti di una vera emorragia: i giovani dottori che abbandonano l1talia erano l'll,9% nel 2002 e sono stati il 27,6 nel 2012: più del doppio in dieci anni. Le semplificazioni. Proprio da questi numeri l'attuale ministro Carrozza intende ripartire, chiedendo al Cun che le vengano indicate alcune «misure di semplificazione con particolare riferimento alle procedure funzionali al reclutamento del personale accademico, all'accreditamento dei corsi di studio e al dottorato di ricerca». Poiché poi il modello di valutazione così pensato ha scontentato tutti, la Carrozza chiede un contributo anche su questo tema. Con un obiettivo preciso: «Potenziarne la capacità di operare come strumento per l'incentivazione della qualità del sistema e per la valorizzazione delle autonomie universitarie». Infine c'è il grande tema del finanziamento complessivo perchè possa operare «in un contesto di competizione amministrata, entro il quale le singole sedi, dotate di un proprio budget, abbiano libertà di programmazione e di definizione della propria politica finanziaria, con verifica del prodotto e dei risultati della loro attività, garantendo il necessario equilibrio tra le diverse realtà». Dunque si riparte con una nuova riforma della riforma. 068391 I vista di possibili ridefinizioni o ripensamenti». E per il reclutamento, la ricerca, i meccanismi premiali la parola d'ordine è una sola: semplificare. I dati complessivi. Semplificazioni da attuare in fretta date le emergenze del sistema. I tagli progressivi ai finanziamenti, le regole vincolanti del turnover e le procedure di reclutamento bloccate da anni, hanno portato infatti a una graduale ma inesorabile diminuzione del personale docente. E quello delle nuovo risorse e quindi del reclutamento è uno dei nervi più scoperti della riforma universitaria, perché uno dei capitoli principali. Ad attendere l'avvio dell'abilitazione c'era, infatti, un limbo accademico affollato di circa 60 mila soggetti: gli associati che puntano a diventare ordinari, i ricercatori a tempo indeterminato che aspirano al ruolo, e poi gli assegnisti, i dottorandi e i contrattisti che ambiscono a una definizione più certa. Tutti fermi ai loro posti da anni, per norme inattuabili. Per il periodo 2004-2012 i professori ordinari sono scesi da un massimo storico di quasi 20 mila a fine 2006 agli attuali 14.500 (-27%), e gli associati dai 19 mila del 2006 ai 16 mila di oggi (-16%). Le risorse. C'è poi il capitolo delle risorse e del progressivo e graduale calo del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) che ha conosciuto una contrazione delle risorse tanto da essere stato, per il 2013, inferiore all'ammontare delle spese fisse a carico dei singoli atenei. L'andamento dell'Ffo è rimasto quasi stabile dal 2001 www.ecostampa.it Settimanale Ritaglio Maria Chiara Carrozza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 45 Italia Oggi Pagina 20-01-2014 40 Foglio 2/2 Data Sette Lo stato di attuazione della riforma , » Reclutamento " 2006-2012: ! Due fasi: • ordinari scesida20.000 I i. abilitazione nazionale a 14.500 (-27%) I con lista idonei di tutti i associati da 19.000 a I settori concorsuali (181 16.000 (-16%) I settori totali) • -22% totale I 2. concorso locale solo per gli abilitati « ~ www.ecostampa.it Settimanale un anno per creare le ! commissioni giudicatrici I • sei mesi (diventati 12) i per il lavoro delle com- I missioni per esaminare ! i 59.151 curricula degli i aspiranti i • al 15 gennaio 2013: an- i cora nessun idoneo i -----~·-·--·~--.,~-·-·-···-·--·-- . ----.-----·------------.-J • Per~vitare ecç>esslvit~gli ~i I perlore all'anno preèedente i è stabilito .che nessup ate- l neo.può avere urrbudgetsu- ! a - • -6 mila dottorandi di ricerca ogni anno rispetto ai paesi Ue dal 2007 al 2011: +precari da 11.810 fino a 18.300 nel 2012 sono stati 14.907 gli assegnisti di. ricerca. Afine2013: 2817 ricercatori a tempo determinato, 2774 di tipo «a», 43 di tipo «b» • la legge ha previsto l'assorbimento degli ex assegnisti come ricercatori ha regolamentato il dottorato industria1e .ha creato due figure di ricercatori a tempo determinato: A) contratti max 5 anni, B) max 3 anni, gli unici che possono accedere al ruolo \' _____n._e_ss~-nn_uovo dottorato . ~pa_rti~o I 068391 Ricerca e inferiore una determi- I nata cifra. Nessuna .quota i premiale sostanziale. 1 Le università hanno iniziato I ad applicare gradualmente i il sistema Ava {che però ha I subito ulteriori correttivi) da I poche settimane i • il modello di reclutamen- i to previsto dalla legge ! implica l'espulsione del- ! la maggior parte degli I ;~~',3sgnisti anziani ; gii t..tenei non hanno i · a oggi alcun incentivo i 1. ;:, utìlizznre i posti di- i sponibili su posizioni I ricerca'.:or: a tempo de- i terminato «b» I Ritaglio Maria Chiara Carrozza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 46 Quotidiano Data LA STAMPA Pagina www.ecostampa.it Foglio 18-01-2014 24 1 Pensioni rivalutate ma l'aumento è mini '""'1 068391 catta la rivalutazione nel 2014 anche per i trattamenti pensionistici superiori a tre volte il trattamento minimo (1.486,29 euro) bloccati per gli anni 2012-2013 dal decreto Salva Italia. Ma l'aumento previsto dalla legge di stabilità sarà «mignon» dato che per il 2014 ci si basa sull'aumento del 2013 fissato dal governo in via previsiona- La rivalutazione sarà all'1,2% le sull'l,2% mentre nel 2013 l'aumento definitivo di perequazione automatica (basato sul 2012) è stato pari al 3% (bloccato per tutti ad eccezioni dei trattamenti fino a tre volte il minimo). La rivalutazione sarà all'l,2% (e quindi al 100% dell'inflazione) per gli assegni fino a tre volte il minimo per poi diminuire al salire dell'importo dell'assegno. L'importo minimo di aumento per una pensione di 500 euro sarà di 6 euro al mese mentre l'importo massimo sarà di 22,3 euro per un trattamento di 2.477 euro al mese (si recupera il 75% dell'l,2%, quindi lo 0,90%). [R. E.J Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 58 ItaliaOggi Data 18-01-2014 Pagina 27 Foglio 1 Il ministro Giovannini ha firmato il decreto che dà attuazione al pacchetto lavoro Joh sharing per gli agricoltori www.ecostampa.it Quotidiano Più aziende possono assumere congiuntamente lavoratori m DANIELE Cmmu sunzioni congiunte n agricoltura. Più mprese, infatti, posono co-assumere uno o più dipendenti da occupare presso le rispettive aziende. Se l'assunzione congiunta avviene per gruppi d'impresa o contratti di rete, alle comunicazioni obbligatorie (Co) deve provvedere l'impresa capogruppo; se avviene per imprese riconducibili a un unico proprietario, deve provvedere lo stesso proprietario; se avviene per imprese di soggetti diversi ma legati da vincoli familiari, invece, servirà fare prima un accordo per individuare il soggetto incaricato. Lo prevede il decreto firmato martedì dal ministro del lavoro, Enrico Giovannini, che dà una prima attuazione alla novità introdotta dal dl n. 76/2013. Sarà più facile lavorare. La novità è stata collocata tra le norme di semplificazione Infatti, il dl n. 76/2013 prevede la possibilità di instaurare «rapporti di lavori congiunti» nel settore agricolo, mediante l'assunzione congiunta di un lavoratore dipendente per lo svolgimento di attività lavorative presso le aziende dei coobbligati all'assunzione. Le imprese che possono avvalersi della nuova opportunità sono quelle che siano: a) appartenenti a uno stesso gruppo di imprese; b) legate da un contratto di rete, a condizione che almeno il 50% di esse siano imprese agricole; Oggi è già previsto, in questi casi, la possibilità di delegare alla società capogruppo lo svolgimento degli adempimenti sul lavoro per tutte le società controllate e collegate; lo stesso per i consorzi di cooperative, che possono anche organizzar- tabella). Ma il provvedimento a sua volta rinvia a un altro decreto direttoriale il quale dovrà apportale le necessarie modifiche al modello UniLav. Dopodiché dovranno arrivare le istruzioni operative le quali, tra l'altro, serviranno a suggerire anche come effettuare le L'assunzione congiunta. registrazioni sul libro unico del c) riconducibili a uno stesso lavoro (Lul). proprietario; Ma c'è la responsabilità d) riconducibili a soggetti solidale. La semplificazione, diversi legati tra loro da un tuttavia, non può non essere vincolo di parentela o affinità misurata con il rischio della responsabilità solidale. Il dl n. entro il terzo grado. Chi effettua le «Co». Per 76/2013, infatti, stabilisce che i l'operatività del nuovo rappor- datori di lavoro rispondono in to di lavoro il dl n. 7612013 fa solido di tutte le obbligazioni rinvio a un apposito decreto per contrattuali, previdenziali e «la definizione delle modalità di legge che scaturiscono dal con le quali si procede alle as- rapporto di lavoro congiunto. sunzioni congiunte». Martedì, il Una norma che, agli effetti ministro del lavoro ha firmato pratici, vincola strettamente il decreto il quale si preoccupa, le imprese: se un datore di essenzialmente, di individuare lavoro dovesse dimenticare di il responsabile delle comunica- pagare il lavoratore o di verzioni di assunzione, trasforma- sargli i contributi (per quanto zione, proroga e cessazioni dei di propria competenza, eviden«lavoratori congiunti» (si veda temente), lo dovranno fare le altre imprese coobbligate. li con i consulenti del lavoro. Il dl n. 76/2013 (convertito dalla legge n. 99/2013), però, va oltre la gestione degli adempimenti dei rapporti di lavoro e prevede che lo stesso rapporto di lavoro possa essere utilizzato in comune tra più imprese limitatamente al settore agricolo. 068391 A degli adempimenti dei gruppi di imprese (art. 31 del dlgs n. 276/2003, la riforma Biagi). Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 59 Data ItaliaOggi Pagina Foglio 18-01-2014 28 1 www.ecostampa.it Quotidiano Nel web anche gli annunci dei privati Il portale Eures • si• potenzia DI SIMONA D'ALESSIO ures, «l'ufficio di collocamento europeo», si irrobustisce: maggiori chance per chi vuole trovare un posto (ed è pronto a trasferirsi all'estero), visto che il database sul web conterrà annunci anche da parte di privati, finora esclusi. E i curricula che affluiranno verranno scannerizzati, per accoppiarli nel tempo più breve possibile alle offerte, mentre occupati e aziende che intendono assumere riceveranno consulenza per prendere le decisioni migliori. La commissione europea mantiene la promessa lanciata un anno e mezzo fa di potenziare, nel 2014, il canale che costituirà un'arma in più per combattere la disoccupazione giovanile nel Vecchio continente, grazie alla rinnovata versione del portale che sarà aperta quest'anno; in primavera, intanto, arriverà il «passaporto» di settore, per fornire dettagliatamente l'elenco delle opportunità che possano soddisfare le varie competenze professionali (si vedaltaliaOggi del 27/11/2012). Al momento, lo strumento funziona molto su base volontaristica: non c'è, infatti, alcun obbligo per i paesi membri di segnalarvi i propri posti vacanti (ad oggi ne 068391 E compare online una quota che si aggira sul 30% ), ma con le nuove regole che Bruxelles intende approvare, invece, sarà attivata una cooperazione assai più strutturata tra i servizi per l'impiego nazionali e l'organismo Ue; inoltre, si mira a garantire che chi chiede lavoro possa avere accesso immediato alle proposte, e che le imprese possano effettivamente servirsi di tali dati per il reclutamento del personale. Per oltre 20 anni Eures ha aiutato le persone a scovare l'occasione giusta d'inserimento, attraverso il suo portale e la sua rete di 850 consiglieri in tutta Europa, riuscendo a dare una risposta positiva a «circa 150 mila cittadini all'anno», sostiene il commissario all'occupazione Laszl6Ando~che ha fortemente voluto il restyling della piattaforma multimediale per stimolare la mobilità nel mercato. Attualmente, circa 7,5 milioni di europei esercitano un'attività in un'altra nazione comunitaria (3,1% della forza lavoro totale), mentre in media 700 mila si spostano ogni anno all'interno dell'Ue per ragioni professionali, percentuale (0,29%) molto inferiore a quella dell'Australia (1,5 % in 8 stati) o degli Usa (2,4% in 50 stati). Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 60 Data ItaliaOggi Pagina Foglio 18-01-2014 28 1 I nuovi importi in una circolare lnps che recepisce le novità della legge di Stabilità Pensioni, via alla perequazione www.ecostampa.it Quotidiano Con l'aumento dell'l,2o/o la minima sale a 502 euro m LEONARDO CoMEGNA er effetto della cosiddetta perequazione automatica (ex scala mobile), le pensioni nel 2014 crescono dell'l,2%. Gli importi dei trattamenti minimi e delle quote di incremento da attribuire alle rendite di importo più elevato sono indicati nella circolare lnps n. 7/2014. I nuovi valori, spiega la nota dell'Istituto, sono stati stabiliti sulla base del decreto interministeriale (EconomiaLavoro) del 20 novembre scorso, pubblicato nella G. U. del giorno 29. E tengono conto della reintroduzione dell'indicizzazione (a opera della legge di Stabilità 2014), dopo il P Importo della pensione i i al dicembre 20131 1 1 Fino a€ l 1.486,29 i Da € 1.486,29 i a € 1.981, 72 t1iai-i9s~:c12 1a € «congelamento» delle rendite superiori a 3 volte il minimo, messo in atto dalla manovra economica Salva Italia (art. 24 della legge n. 214/2011) per il biennio 2012-2013. In proposito precisa l'ente, al fine di consentire i rinnovo dei pagamenti in tempo utile per la rata di gennaio, larivalutazione è stata effettuata sulla base del testo della legge di Stabilità approvata dal senato. Le differenze fra le due disposizioni (il disegno di legge e la versione definitiva della legge di Stabilità) riguardano la misura percentuale dell'indice di rivalutazione da applicare ai trattamenti di importo compreso fra 3 e 4 volte il trattamento minimo, e ai trattamenti di Aumento provvisorio +1,2% : (100% lstat) ( +1,08% (90% lstat) --+o;9oo~···· J -~·- .. che l'assegno sociale, la rendita assistenziale corrisposta agli ultrasessantacinquenni privi di altri redditi: passa da 443 a 448 euro al mese. Superiori al minimo. Prima della riforma MontiFornero, l'adeguamento pieno all'inflazione riguardava tutte le pensioni fino a 3 volte il trat- +1,2% 17,83 (~99~ I~~~!) ' 1 ... +1,14% i (9?~ lstat) . +0,9ò% j_, 22,59 22,29 ...... f!!:)~l~~~tt +0,60% (50% lstat) ... L . . . . . ··-z--···· -...... tamento minimo e scendeva al 90% per gli importi fra 3 e 5 volte il minimo e al 75% oltre 5 volte il minimo. Con la legge di Stabilità 2014 (nel testo approvato al Senato), fermo restando l'adeguamento al 100% per le pensioni fino a 3 volte il minimo, si scende al 90% per i trattamenti fra 3 e 4 volte; al 75% per gli importi compresi fra 4 e 5 volte; e al 50% per quelli superiori a 6 volte (solo per il 2014 viene esclusa ogni rivalutazione). Inoltre, il meccanismo di rivalutazione non avverrà più per scaglioni. In sostanza, vuol dire che le riduzioni, quando previste, riguardano l'intero assegno e non solo la parte eccedente la soglia garantita, come avveniva prima. Aumento mensile massimo (euro) Aumento definitivo 2.4!! .~~: . . . . . . . . . .- J!?~ 1~~~~r. Da€ 2.477,16 a€ 2.972,58-- -...... --- '" ---.. --- ..-- .,,............ importo' superiore a 6 volte il minimo. Le pensioni di importo compreso fra 3 e 4 volte il trattamento minimo e quelle diimportosuperiorea6volte, saranno oggetto di un nuovo ricalcolo. Le minime. Con l'incremento dell'l,2% l'importo del trattamento minimo sale da 495 a 502 euro al mese. Con l'aggiornamento Istat, sale an- +0,60% (50% 17,84 Aumentp .· . . ·, .' Aumento'"fissò ' 0,48% (40% d. ell'ind.i~ · .. flsso dL14,27 t111d; •. ·oe' · .. . : lstat)sino Oltre€ 2.9~2,58 ·1· L17 ,q, ~1,1ro a 2.972.58 eum 068391 · • · .· Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 61 Quotidiano Data Pagina Pensioni, le donne Foglio www.ecostampa.it I 19-01-2014 7 1/2 Le cifre . ' 35 non potranno p1u lasciare a 57 anni ... Si chiude la finestra per uscire in anticipo ma la norma doveva essere valida fino al 2015 ROMA Finirà in anticipo per le lavoratrici la possibilità di andare in pensione a 57 anni di età (58 se autonome) con 35 anni di contributi e l'assegno decurtato in virtù del sistema di calcolo contributivo. L'opzione, resa più appetibile dalle regole rigide della riforma Fornero, doveva terminare nel 2015 ma inizierà di fatto a diventare impossibile dai primi mesi di quest'anno per un'interpretazione restrittiva della norma. Cifoni a pag. 7 e PZIONE ERA Gli anni di contributi richiesti alle lavoratrici per poter sfruttare l'opzione contributiva a 57 o 58 anni, in base al regime sperimentale introdotto con la riforma del 2004 15-20% La decurtazione indicativa della pensione con l'applicazione integrale del calcolo contributivo, rispetto a quella calcolata con il sistema retributivo. Ma lo scarto effettivo varia caso per caso APPETIBILE DOPO LA RIFORMA FORNERO DOVEVA ESSERE APPLICATA FINO Al 2015 Previdenza'1>er le donne stop alla pensione a 57 anni llli> Finirà in anticipo la possibilità di uscita ..-Interpretazione restrittiva delle norme con l'assegno decurtato dal contributivo nonostante una risoluzione del Senato Il CASO ROMA L'uscita di sicurezza inizierà a chiudersi tra poche settimane. Dal prossimo mese di marzo non sarà più possibile per le lavoratrici autonome andare in pensione a 58 anni, con 35 di contributi, accettando un assegno decurtato per l'applicazione del calcolo contributivo. Poi da settembre l'alt verrà dato alle dipendenti, che avrebbero potuto scegliere la stessa via di fuga già a 57 anni. Verrà così meno una delle ultime scappatoie alle regole rigide della riforma previdenziale voluta a fine 2011 dal governo Monti nel pieno dell'emergenza finanziaria e passata alla storia con il nome dell'allora ministro del LaRitaglio Lavoro e previdenza stampa ad varo Elsa Fornero. Ma la fine di questo regime alternativo, reso appetibile proprio dal brusco innalzamento dei requisiti ordinari per la pensione, è tutt'altro che pacifica. Lo scorso novembre la commissione Lavoro del Senato ha approvato una risoluzione che impegna il governo a rivedere la situazione: in particolare con la modifica della circolare dell'Inps che di fatto anticipa i tempi rispetto all'originaria scadenza di fine 2015. Finora però non c'è stata nessuna novità. La storia inizia nel 2004, quando in una delle riforme previdenziali che hanno costellato la storia recente(la Maroni-Tremonti, quella del famoso "scalone") viene inserita un'opzione particolare riservata alle donne. Per loro sauso esclusivo del rebbe stato possibile, in via sperimentale fino al 2015, sfruttare ancora i requisiti per la pensione di anzianità che venivano cancellati (57 anni di età e 35 di contributi, con un anno in più di età per le lavoratrici autonome); a condizione però di optare per il calcolo dell'intero trattamento previdenziale con il sistema di calcolo contributivo, generalmente più svantaggioso. SCAMBIO CONVENIENTE Insomma, un po' di soldi in meno in cambio della possibilità di andare a riposo prima. La decurtazione è significativa, almeno del 15-20 per cento (anche se varia caso per caso) ma per più di qualcuna lo scambio risulta comunque appetibile. La convenienza au- destinatario, non 068391 ------·-------- riproducibile. Pag. 62 Quotidiano Data Pagina Foglio ad applicare le vecchie "finestre mobili" di uscita (un anno di attesa per le dipendenti, uno e mezzo per le autonome), con la conseguenza che il termine ultimo del 31dicembre2015 per la fine del regime sperimentale deve essere riferito proprio all'uscita effettiva e non alla maturazione dei requisiti. buti) entro febbraio di quest'anno, perché poi ci sono i tre mesi aggiuntivi e l'anno e mezzo di finestra Per le dipendenti il compleanno deve cadere di fatto entro agosto, massimo settembre per le pubbliche. A meno di un intervento del governo che vada nella direzione richiesta dalla commissione Lavoro: la resistenza non è all'Inps ma al ministero dell'EconoLA RICHIESTA AL GOVERNO mia, che a suo tempo per ragioni Ecco quindi che per sfruttare I'op- finanziarie aveva sollecitato l'inzione le lavoratrici autonome de- terpretazione restrittiva. vono aver compiuto l'età di 58 anLucaCifoni ni (e raggiunto i 35 anni di contri©RIPRODUZIONE RISERVATA www.ecostampa.it menta poi a partire dal 2012, con la riforma Fornero che stringe le maglie della pensione di vecchiaia e di quella anticipata: l'opzione contributiva consente di andare via sei-sette anni prima, che non sono pochi. Nel marzo del 2012 arriva però una circolare dell'Inps che precisa alcune cose. Intanto ai requisiti di età bisognerà aggiungere gli ulteriori mesi (tre dal 2013) imposti dalle nuove norme in corrispondenza dell'incremento della speranza di vita. Ma soprattutto a questo regime si continueranno 19-01-2014 7 2/2 ~e pe_nsioni '!i_~~~-cl"l~~!-~ D_t!!_~Q_!'! REQUISITI : Almeno 20 anni di contributi, · se si ècominciato a versare prima del 1996 + Un importo di pensione di almeno 1,5 volte la soglia minima se si ècominciato a versare dopo il 1996 SETTORE PRIVATO , DONNE DIPENDENTI :Bollll 70 63 anni e9 mesi di età DONNE AUTONOME EGESTIONE SEPARATA 160~~!.! 70 Il ministro Fabrizio Saccomanni UOMINI 70 60 66 anni e3mesi di età ! SETTORE PUBBLICO I DONNE EUOMINI ' 70 60 66 anni e3mesi di età 068391 ANSA +.:.e.ntime.tri Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 63 Pagina 18-01-2014 2/3 Foglio 2/2 Data www.ecostampa.it Quotidiano I : Analisi Bankitalia i ANsA+.:.e.niime.tri ULTIMlDATITIDMESTRALl201l ____ -- -- --- -- - --- --- i mfl Crescita Pil i r.ill {ott-dic) "MODESTA" I +l,0% : . . . Produzione industriale I ~ (ott-dic) primo aumento da due anni I 1 ~ Prestiti bancari alle imprese ~ (sett-nov) NON Cl SARANNO EFFETII POSITIVI SUL MERCATO DEL LAVORO FINO ATUTIO Il 2015 Il NODO CREDITO -8,0% continua freno alla ripresa 1::1 Sofferenze bancarie 1!111 (ott-nov) ~1''4*."8% . calo rispetto ' m aun anno fa 1,5 miliardi di euro tornati in positivo Impatto sui prezzi I~ • dell'aumento Iva di ottobre I • "LIMITATO" I I i I LE PREVISIONI 2014 18 2015 I I +l,0% +l,4% i I I 128% i I I I Fonte: Bankitalia (Bollettino economico) - ---------~~---- Crescita modesta secondo la Banca d'Italia nel 2014 068391 l_ Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 65 Quotidiano runità I Data 19-01-2014 Pagina 9 Foglio 1/2 www.ecostampa.it Pensioni, pochi euro in più Il resto è emergenza Sindacati in pressing per un incontro con il ministro Giovannini I nodi sul tavolo, dagli esodati alla non autosufficienza Damiano: «Dossier da tenere aperto, anche nel Pd» ANDREA BONZI @andreabonzi74 job act del nuovo corso renziano, non si faccia alcun riferimento alle pensioni: «È un errore». «Anche perché - prosegue il parlamentare del Pd - non capisco come Renzi possa pensare di risolvere la questione degli esodati senza andare a correggere la riforma Fornero, che è il provvedimento che ha creato il problema». L'ultimo invito ai colleghi di partito è di non generalizzare: «lo sono totalmente d'accordo che diventi strutturale un contributo di solidarietà delle pensioni d'oro a vantaggio di quelle più basse, ma attenzione a non confondere gli assegni oltre i 90mila euro lordi l'anno con analoghi interventi su trattamenti d'argento o di bronzo, se non addirittura di ferro ... ». Ma a quanto ammonteranno le rivalutazioni degli assegni Inps? Facciamo due calcoli, tenendo ben presente che si tratta di importi lordi. Per le pensioni fino a tre volte il minimo (cioé 1.486,29 euro), il recupero dell'inflazione è dell'l,2%, e quindi il destinatario riceverà 1.504 euro. Meno di 18 euro ogni trenta giorni. Tra tre e quattro volte il minimo - cioè fino a 1.981,72 euro- larivalutazione è dell'l,08, ovvero 2.003,12 euro al mese. Gli scaglioni successivi hanno una rivalutazione dello 0,90% e dello 0,60%, fino ad arrivare ai pensionati più ricchi oltre i 2.972,58 euro di assegno mensile - che percepiranno 17,84 euro in più. 068391 Per un pugno di soldi. Non possono bastare i circa 22 euro (lordi) mensili di recupero massimo dell'inflazione calcolati dall'Inps per chiudere il dossier pensioni. È vero che, dopo due anni di blocco, qualcosa si è mosso, ma la circolare dell'istituto previdenziale diffusa venerdì lascia aperti sul tavolo molti problemi. E ora - tra i sindacati ma anche nella maggioranza - si moltiplicano le voci di chi chiede al governo uno scatto, che affronti i nodi ancora irrisolti. La pensa così anche Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera ed ex ministro del governo Prodi, che mette in fila i problemi. Ricordando all'esecutivo la recente approvazione di un ordine del giorno del Pd «Che chiede l'apertura di un tavolo con i sindacati per affrontare il tema di una indicizzazione più adeguata delle pensioni. Se il ministro Giovannini desse seguito a questo impegno - sottolinea l'esponente democratico - sarebbe l'occasione per esaminare problemi di particolare delicatezza e urgenza sociale», come la non autosufficienza e la crescita della povertà nella popolazione più anziana. Un appello cui plaudono i sindacati da tempo in attesa di risposte e mobili- tati unitariamente contro i tagli subiti in questi anni dalla categoria. Innanzitutto, bisogna «pensare allineare gli assegni al costo della vita - elenca Damiano - Perché se non aumentiamo il potere d'acquisto dei ceti popolari, poi non ci possiamo lamentare se l'economia ristagna». Secondo dati Istat, infatti, quasi un pensionato su due (il 46,3%) riceve infatti un assegno inferiore a 1.000 euro, il 38,6% ne percepisce uno fra mille e duemila euro, e solo il 15,1% ha un reddito superiore. Un altro tema da affrontare è quello della «clausola di flessibilità in uscita», ovvero dare la possibilità, per chi ha tra i 62 e i 70 anni (e 35 anni di contributi), di andare in pensione con una penalizzazione massima dell'8%. Questa l'idea sostenuta anche da Damiano. Ma la discussione è aperta, in quanto il ministro Giovannini propone la formula del «prestito pensionistico», cioè la possibilità, per un cittadino a cui manchino 2 o 3 anni di lavoro, di ottenere un anticipo della pensione sulla base di un importo minimo (non superiore a 600-700 euro mensili) da restituire poi all'Inps "a rate" (con una trattenuta del 10-15% sugli assegni futuri), una volta raggiunti i requisiti necessari. Un dibattito che va affrontato anche nel Pd. Damiano, infatti, critica apertamente il fatto che, nel cosiddetto Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 66 runità Data Pagina I Foglio 18-01-2014 8 1/ 2 www.ecostampa.it Quotidiano Anche con la «ripresina» cresce la disoccupazione • La Banca d'Italia vede un miglioramento della nostra economia ma ancora insufficiente per awiare nuovi investimenti e creare occupazione ANGELO DE MATTIA Il Bollettino trimestrale della Banca d'Italia è una miniera di dati e di analisi. Avendo natura congiunturale, non si può basare su desso una valutazione di medio-lungo periodo. Tuttavia, soprattutto se si guarda alle prospettive riportate nel documento, elementi di riflessione ve ne sono in abbondanza. Nel 2013 registriamo una lieve ripresa ma ad essa si contrappongono una elevata differenziazione nella partecipazione al miglioramento a seconda del tipo di imprese e della loro localizzazione,e un pesante tasso di disoccupazione che, nel bimestre ottobre-novembre, sarebbe salito al 12,6%, mentre si è arrestata la caduta dell'occupazione. Il tasso di disoccupazione salirà al 12,8 quest'anno e al 12,9% nel 2015. Il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato al 40,1%. Comunque, qualche segnale di risalita si awerte: la produzione industriale torna a crescere, migliora la fiducia delle imprese, crescono le esportazioni e le importazioni, l'inflazione è in calo (0,7% a dicembre) anche se non è del tutto un dato positivo. A questo proposito, il Bollettino osserva che il rischio di una deflazione in forma generalizzata resta nel complesso modesto; ma vi è un " caveat'': il calo dell'inflazione potrebbe essere più accentuato di quanto prefigurato, se la debolezza della domanda si riflettesse sulle aspettative. INVESTIMENTI DEBOLI, EURO FORTE CRESCITA INSUFFICIENTE Il Bollettino non è la sede per le proposte. Comunque, dall'analisi, si traggono queste conseguenze: la crescita prevista è del tutto insoddisfacente. Allora occorrerebbe uno sforzo rilevante della politica economica per accrescere il novero dei fattori positivi che possono avere una funzione propulsiva, a partire dalla domanda interna, della quale vediamo rilevata la debolezza, senza owiamente escludere interventi dal lato dell'offerta. La triade sulla quale il Governo pensa di fare affidamento per i prossimi mesi insieme con le privatizzazioni - lotta all'evasione, spendingreview e rientro dei capitali illegittimamente esportati - non è sufficiente, ammesso che comunque possa attuare tempestivamente i relativi interventi. Occorre un progetto di più ampio respiro che coinvolga l'Unione europea e che possa andare anche oltre il 3% del rapporto deficit/Pii, sulla base però di un piano organico e rigoroso che non metta in forse il riequilibrio del bilancio oppure ottenendo, per tutti i Paesi della Comunità, la esclusione degli investimenti dall'obbligo del pareggio di bilancio. Insomma, deve mutare la linea dell'Unione. Non si potrà di certo attendere il 2015 per conseguire un misero 1% di crescita del prodotto. C'è bisogno di misure straordinarie, mentre il rischio di deflazione non è più astratto. La politica economica deve riprendere la sua centralità, superando la frammentarietà delle misure e gli intermittenti silenzi sulle condizioni di vita e sulle aspettative dei cittadini. I progetti d riforma della legge elettorale e le ipotesi di modifiche costituzionali non vivrebbero a lungo se la politica economica passasse in secondo piano. 068391 A fronte, comunque, degli aspetti positivi del quadro economico, si riscontrano: la debolezza degli investimenti, i ri- flessi negativi sulla competitività derivanti dall'apprezzamento dell'euro, l'accentuazione della contrazione del credito in conseguenza anche della debolezza congiunturale, e il permanere del deterioramento della sua qualità, la riduzione della spesa delle famiglie, l'interruzione del recupero della fiducia dei consumatori. In definitiva, un quadro frastagliato sul quale si innesta la previsione di un aumento del Pii dello 0,7% in quest'anno e dell'l nel 2015, a fronte della caduta dell'l,8% nello scorso anno. Quanto al traino di questa ripresa esso è dato dalla domanda estera, mentre perdura la debolezza della domanda interna che risente della fragilità del mercato del lavoro e della fiacchezza del reddito disponibile. Insomma, molto ancora continua a riposare sulle esportazioni e si dovrebbe sperare in una graduale espansione degli investimenti che fosse favorita dal miglioramento delle prospettive di domanda e dall'aumento delle disponibilità liquide delle imprese derivanti dal pagamento dei debiti delle Amministrazioni pubbliche. Tuttavia sussistono rischi al ribasso per una crescita già così debole che si materializzerebbero se le condizioni del credito restassero restrittive. Ma, accanto a questa negativa eventualità, va considerata anche l'altra, che si rifletterebbe sfavorevolmente sui tassi di interesse a lungo termine: essa si verificherebbe se dovessero riaccendersi i timori sulla determinazione delle autorità nel perseguire il consolidamento delle finanze pubbliche o nel proseguire sulla strada delle riforme strutturali, e delle istituzioni europee nel continuare l'azione per la riforma della governance dell'Unione. Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 68 Quotidiano Data Pagina iilèso.i.,1 QJiriilllO LA NAZIONE Foglio www.ecostampa.it IL GIORNO 20-01-2014 19 1 Il dato è il triplo della media Ue. Al Sud gli scoraggiati sono due su tre ROMA che sarebbero disponibili a lavorare ma non cercano, con il 13,l % della forza lavoro contro una percentuale di appena l'l,3% in Gennania, il 2,5% nel Regno Unito e il 5,1% in Spagna. IN ITALIA c'è invece una percentuale inferiore alla media di part time involontari, con il 2,2% a fronte del 4% medio europe. Nel Paese ci sono in pratica oltre 6,15 milioni di cosiddetti "sfiduciati" sulla possibilità di trovare un lavoro, tra chi risulta disoccupato e chi, pur essendo disponibile a lavorare, non entra nemmeno nel mercato (3,3 milioni nel terzo trimestre). Quasi metà di coloro che si dichiarano disponibili al lavoro senza cercarlo (1,518 milioni su 3,3 milioni) si definisce "scoraggiato", motivando la mancata ricerca con la convinzione di non avere grandi chance nel trovare un posto di alcun tipo. Si tratta di un esercito in forte crescita sia rispetto al secondo trimestre 2013 ( + 219.000), sia rispetto allo stesso periodo del 2012 (+ 234.000). Oltre due "scoraggiati" su tre vivono al Sud: esattamente 1,068 milioni. 068391 SOSPESI Secondo le rilevazioni Eurostat, il Il, I% della forza lavoro rientra negli 'scoraggiati' l'ALLARME lavoro non riguarda solo i disoccupati. I dati ufficiali contano in Italia circa 3 milioni di persone, ma statistiche più approfondite parlano anche di altri 3,3 milioni di italiani che sarebbero disponibìli a lavorare, ma non si isc1ivono a nessuna lista e di fatto non cercano alcun posto di lavoro. Si tratta, secondo le rilevazioni di Eurostat relative al terzo trimestre dello scorso anno, del 13,l % della forza lavoro (quasi un punto in più del terzo trimestre 2012), un'enormità se si pensa che l'equivalente media dell'Ue a 28 membri è del 4,1 %, praticamente un terzo della nostra. Nel terzo trimestre 2013 in Italia i disoccupati in senso stretto erano 2,84 milioni. Il tasso di disoccupazione era pari all'l 1,3%, in crescita di 1,5 punti percentuali rispetto a un anno prima, mentre in Europa nello stesso periodo luglio-settembre il tasso dei senza lavoro era al 10,5% in crescita di appena 0,2 punti. L'Italia detiene appunto il record assoluto di coloro Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 70 Quotidiano IL~MA.TTINO Foglio «Mini-lmu, inique le sanzioni per i ritardatari» Valerio luliano Il saldo Imu 2013 di venerdì prossimo è un'imposta iniqua che ricade come un macigno sui contribuenti napoletani già tartassati. Il grido d'allarme arriva dai sindacati e dalle associazioni dei consumatori. Tutti d'accordo nel protestare contro la tassa prima cancellata dal governo e poi riproposta sotto forma di «Mini-Imu». E i malumori sono perfino più acuti, il giorno dopo l' ordinanza del Tar del Lazio che ha di fatto rinviato la decisione all'autunno prossimo. Una sentenza che aveva alimentato molte illusioni in città. Tutte speranze smentite dai fatti cosicché il 24 gennaio è la data del versamento del saldo che coinvolgerà 190mila napoletani, molti dei quali saranno sottoposti ad una ba tosta inattesa. Oltre il 30% dei proprietari di prime case - secondo le prime proiezioni - dovranno fare i conti con importi superiori ai 100 euro. Decisamente troppi per un'imposta che - per comodità o per eccesso di semplificazione -viene definita «mini». Tra i più critici, il presidente regionale di Feden;onsumatori Rosario Stornaiuolo: «E assolutamente necessario che il governo provveda ad una sospensione del provvedimento o ad un rinvio. C'è ancora tempo per rimediare. I contribuenti non possono sopportare questo balzello odioso e ingiusto. Per i napoletani è ancora più intollerabile perché la crisi è più acuta Consumatori che altrove e il prelievo fiscale è alle eCgil: stelle. Semplice- «Napoletani mente assurdo tartassati pensare alle mul- più di altri te per chi non riesce a pagare. Il Co- Il balzello mune non può e è odioso» non deve permetterlo». Ma le sanzioni previste da Roma per chi non pagherà saranno salate. Ogni giorno di ritardo sarà punito con una multa pari al 2% della somma. E, dal quindicesimo giorno, la sanzione si bloccherà alla percentuale fissa del 30%, cui si aggiungeRitaglio Lavoro e previdenza ranno interessi ed atti di notifica. Troppi anche per la Cgil, in prima linea contro le vessazioni fiscali a cui vengono sottoposti i contribuenti partenopei. «Il saldo Imu - spiega la segretaria della Camera del Lavoro Teresa Potenza - viene a cadere in un quadro già catastrofico. A Napoli si pagano le tasse più alte d'Italia, dalla Tares alle addizionali Irpef, a fronte di servizi scadenti e di una bassa qualità della vita. Il 2014 comincia molto male, anche peggio dello scorso anno. E per lascadenza del24 gennaio si sono già profilati enormi disagi nei nostri patronati che vengono letteralmente assediati dai cittadini». Le file presso i Caf e gli studi dei fiscalisti proseguiranno fino a venerdì prossimo. «Ci stiamo adeguando - afferma il presidente dell'Ordine dei Commercialisti Vincenzo Moretta - progressivamente alla scadenza Imu. La decisione del Tarme l'aspettavo. Quello che noto è che tanti contribuenti non hanno le risorse sufficienti per assolvere agli obblighi fiscali. E perciò si appellano a tutto perché la crisi è grave. Ma il pagamento deve essere effettuato perché le sanzioni saranno dure». stampa www.ecostampa.it I sindacati 19-01-2014 42 1 ©RIPRODUZIONE RISERVATA 068391 H Data Pagina ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 71 Data Pagina SUPPI. de lfl 31tfi!ial\l\tftl Foglio 18-01-2014 5 1 www.ecostampa.it Settimanale di BRUNO BENELLI spezzoni contributivi 11 sig. assurdo e irreparabile la normativa mette a disposizione: 1) la ricongiunzione. che ha il .. difetto" di costare molto salata, anche se dà luogo alia pensione migliore; 2) la totalizzazione che è gratuita ma calcola di norma la pensione con il sistema contributivo e poi fa perdere molti mesi applicando il sistema della finestra mobile; 3) il cumulo che è gratuito e calcola la pensione con il sistema retributivo, con quello misto e con il contributivo a seconda dei casi e dei periodi cli riferimento. sono alcune condizioni da rispettare. A) Si possono sommare tutti i contributi versati come lavoratore dipendente o autonomo e in qualsiasi gestione esclusiva ed esonerativa dell'lnps (lnpdap, Enpals, Ipost, gestione separata. ecc.). B) Non possono sommarsi i contributi versati alle casse dei liberi professionisti (medici. avvocati, commercialisti, ecc.). C) I periodi non devono essere coincidenti. D) I lavoratori non devono già essere in pensione in una gestione. E) I lavoratori possono sommare i periodi solo se in ogni gestione non ragPer evitare questo danno Focalizziamo l'attenzione giungono il diritto alla pensul cumulo, per il quale ci sione autonoma. Basta che in un Ente sia raggiunto il diritto alla pensione (ad esempio: 20 an·· nidi versamenti all'lnps, e se uomo un'età di oltre 66 anni) e il cumulo non viene più riconosciuto. Attenzione però. Non tutte le pensioni possono essere raggiunte con il cumulo. A) Con il cumulo si possono avere le pensioni di vecchiaia, di inabilità e ai superstiti. B) Non si possono chiedere la pensione anticipata (ex anzianità) e l'assegno di invalidità. C) Il calcolo è frazionato in pro-quota in base ai contributi versatì in ogni sin- gola gestione. Supponiamo che il sig. Rossi abbia 18 anni cli lnps, 16 anni di lnpdap, 3 anni di gestione separata. Ebbene, sarà calcolata non una pensione da 37 anni, ma una prestazione formata da tre sotto-pensioni, che poi ai fini della riscossione sono unificate in un unico mandato di pagamento. La pensione deve essere chiesta all'Ente in cui si è in quel momento iscritti o si è stati iscritti da ultimo. Questo Ente si fa carico cli contattare tutte le altre gestioni. Ognuna gestione liquida la propria quota e passa le carte all'lnps. L'lnps somma le varie quote e paga una sola complessiva pensione (anche se i contributi sono stati versati solo ad altre gestioni). 068391 Mario Rossi è rio; giunto al termine di - una vita lavorativa ab_. bastanza diversificata. Ha versato contributi all'lnps come lavoratore dipendente, all'ex lnpdap come lavoratore di un ente locale, di nuovo all'lnps come commerciante e ha terminato con l'iscrizione alla gestione separata come co.co.co. In ogni gestione non ha raggiunto l'anzianità minima per avere la pensione. per cui - se non unificasse i versamenti - resterebbe senza rendita pur avendo versato contributi per tanti anni. Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 72 Quotidiano Data Pagina iilèso.i.,1 QJiriilllO LA NAZIONE PREVIDENZA UNISEX LA RICERCA della flessibilità previdenziale, dopo la drastica stretta della rifonna Fomero, sta impegnando governo e Parlamento con svariate proposte: dal cosiddetto «prestito pensionistico», messo in campo dal ministro Giovannini, alla previsione di anticipi di trattamenti, ma con penalizzazioni, ipotizzati dalle iniziative legislative dell'ex titolare del Welfare, Damiano. Ma perché escogitare nuovi marchingegni, quando basterebbe estendere anche aqli uomini la soluzione già prevista per le donne? Estendere, cioe, la possibilità di andare ugualmente in pensione con 35 anni di contributi e 57 anni di età per i lavoratori dipendenti o 58 per gli autonoml ma con il calcolo della rendita su base interamente contributiva. In un solo colpo, con una regola semplice, si introdurrebbe la dose di flessibilità che oggi manca, si avvierebbe a soluzione strutturale la partita degli esodati, si favorirebbero le uscite nelle aziende in crisi. E, senza scassare la coerenza di una riforma che ha comunque garantito un solido equilibrio finanziario, si eviterebbero non solo contenziosi, ma anche possibili condanne dell1talia da parte della Corte di Giustizia europea in materia di parità di genere. Foglio lavoro privato e in quello autonomo. Ora la stessa questione, ma rovesciata, potrebbe riproporsi per l'opzione per il contributivo. Si può obiettare che tendenzialmente il sistema di calcolo contributivo, basato sui contributi versati, conduce a un assegno più basso di quello determinato con il metodo retributivo.fondato sulla media delle retribuzioni degli ultimi 5-1 O anni. Ma allo stesso risultato si arriva anche con il «prestito», che è da restituire sotto forma di taglio alla pensione, così come vi si giunge pure con la proposta delle penalizzazioni. E allora davvero non vale la pena immaginare nuovi e complessi percorsi di flessibilità, quando ne esiste già uno pronto. Basta solo ampliarlo, lasciando ai singoli la valutazione della convenienza. www.ecostampa.it IL GIORNO 18-01-2014 8 1 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa 068391 GIÀ nel 2008, lo Stato italiano è stato condannato, per violazione del principio della parità retributiva tra uomini e donne, a equiparare l'età pensionabile delle lavoratrici e dei lavoratori nel pubblico impiego. E proprio sulla scorta di quella sentenza, si è stabilita una soglia di età uguale per i due sessi dal 2012, sia pure lasciando una certa gradualità nel ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag. 73
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