RASSEGNASTAMPA RASSEGNASTAMPA 30 aprile 2014 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianodellabasilicata.it ANNO 13 - N. 118 e 1,20 Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466 Per le Europee riesce il miracolo fallito al Comune: insieme Petrone e Falotico Gianni Pittella riunisce il centrosinistra #Potenza2014 Ricusata una seconda lista: Sinistra per la Città SANTORO e LORUSSO alle pagine 6, 7 e 8 Martelli con Pittella allo Stabile (Mattiacci) Dopo il caso dei 210 dipendenti regionali, partono i giudizi davanti alla Corte dei Conti per gli enti subregionali Arbea, a processo i premi di produttività Erano davvero dovuti i bonus elargiti ai “mini dirigenti” tra il 2007 e il 2012 ? I giudici contabili chiedono indietro ai “controllori” 108mila euro. Uno dei membri del nucleo di valutazione, Paolo Albano, spiega: «Non fissavamo noi gli obiettivi da raggiungere Abbiamo solo validato quanto dichiarato dai vertici» AMATO a pagina 10 AMBIENTE I DATI DEL CENTRO STUDI UIL Bonifiche Fenice Il Consiglio di Stato respinge i ricorsi Nuovo lavoro? Solo dal 2017 E si spendono 40 milioni per far studiare i figli fuori PANETTIERI alle pagine 12 e 13 LABANCA a pagina 9 CHE MATERA SI IMPAGLI PER UN MONUMENTO AL MULO di GIOVANNI CASERTA GENTILE direttrice, Leggo con piacere (domenica 27 aprile) l’articolo a firma di Giovanni Russo, dal titolo “Dal Salento un’idea per il monumento al mulo a Matera”. Si legge anche, nel sottotitolo, che “nei Sassi la ‘vettura’ del passato, simbolo della fatica e della civiltà contadina, merita un omaggio”. continua a pagina 15 PSICOPATOLOGIA DA INTERNET di PIERLUIGI ARGONETO E se internet sparisse così, da un momento all’altro? Le conseguenze sarebbero catastrofiche, non c’è continua a pagina 17 40430 9 771128 022007 VI SEGNALIAMO: CALCIO: VERSO LA LEGA PRO Cresce l’attesa Il Matera anticipa la prevendita CALIA a pagina 14 FAIDA DEL VULTURE Loconsolo confessa: «Ho ucciso io Giancarlo Tetta» AMATO a pagina 11 Saverio Loconsolo MARCONIA 7.000 telefonate all’ex dipendente Denunciato il datore stalker D’ALESSANDRO a pagina 30 La minaccia via telefono CULTURA Il lucano Calbi da Matera 2019 a direttore del Teatro di Roma QUARTO a pagina 18 Antonio Calbi RASSEGNASTAMPA Mercoledì 30 aprile 2014 TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE Quotidiano fondato nel 1887 PUGLIE www.lagazzettadelmezzogiorno.it B A S I L I C ATA Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 - 70124 Bari. Sede centrale di Bari (prefisso 080): Informazioni 5470200 - Direzione Generale 5470316 - Direzione Politica 5470250 (direzione [email protected]) - Segreteria di Redazione 5470400 ([email protected]) - Cronaca di Bari 5470430-431 ([email protected]) - Cronache italiane 5470413 ([email protected]) - Economia 5470265 ([email protected]) - Esteri 5470247 ([email protected]) - Interni 5470209 ([email protected]) - Regioni 5470364 ([email protected]) - Spettacoli 5470418 (cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorni,it) - Speciali 5470448 ([email protected]) - Sport 5470225 ([email protected]) - Vita Culturale 5470239 ([email protected]). Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 118 TARANTO IN ATTESA SI TEME UN AUMENTO DEI CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ LA PROCURA CONTABILE ACCUSA 28 EX CONSIGLIERI REGIONALI Cresce l’ansia per l’Ilva stop ad altri due tubifici Potenza, Rimborsopoli Il pm: «Danno erariale» per circa 300mila euro SERVIZI A PAGINA 13 E IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA IV >> Nessuno spiraglio dal vertice a Palazzo Chigi Il 2 il sì della Corte dei conti al piano ambientale ACCUSA Il procuratore Oricchio [foto Tony Vece] PALMIOTTI A PAGINA 14 >> GOVERNO SLITTANO AL 10 GIUGNO I TERMINI PER APPROVARE LA REVISIONE DEL SENATO: «IO QUI PER FARE LE COSE, ALTRIMENTI PRENDANO UN ALTRO» Aut aut di Renzi: riforme o lascio PERUGIA L’OMICIDIO DI MEREDITH I giudici sicuri «Amanda sferrò Berlusconi definisce un golpe la sentenza Mediaset, rischia i servizi sociali il colpo fatale Asse tra Pd e Cinque Stelle, bocciata la responsabilità civile dei magistrati e Raffaele era lì» ARCHIVIATE LE ACCUSE ALL’IMPRENDITORE BARESE MA IL BICCHIERE DEL PREMIER È MEZZO PIENO O MEZZO VUOTO? «Nessuna estorsione per i 500mila euro del Cav a Tarantini» di GIOVANNI VALENTINI P otrà anche sembrare ingenua o brutale. Ma in fin dei conti la domanda a cui dobbiamo rispondere in questo momento è semplice: il bicchiere di Matteo Renzi è mezzo pieno o mezzo vuoto? E cioè, nell’attività di questo governo, prevalgono gli aspetti positivi o quelli negativi? Ognuno, naturalmente, giudicherà in base alle proprie convinzioni e ai propri orientamenti. Non c’è una risposta unica, assoluta, valida per tutti. In ogni caso, su un punto forse si può concordare: oggi conviene comunque guardare al bicchiere mezzo pieno e, anzi, cercare di contribuire – ciascuno per la propria parte – a riempirlo il più possibile, nella speranza di evitare tutti insieme il peggio. SEGUE A PAGINA 25 >> COZZI CON ALTRI SERVIZI DA PAGINA 2 A 9 >> IN TV Berlusconi contro tutti l Gianpi Tarantini, la moglie Nicla Devenuto e il faccendiere Valter Lavitola non estorsero 500mila euro a Silvio Berlusconi dietro la minaccia di aggravarne la posizione nell’inchiesta sulle escort. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Roma che ha disposto l’archiviazione delle accuse a carico dell’imprenditore barese e del faccendiere. SCAGLIARINI A PAGINA 4 >> PRESENTATO IL SUPERCOMPUTER CHE INCROCERÀ TUTTI I DATI Guerra ai falsi parte da Bari l’offensiva della Finanza PERUGIA Amanda e Raffaele [Foto d’archivio] SERVIZIO A PAGINA 15 >> LA RIVOLUZIONE DELLE BANANE PER DARE UN CALCIO AL RAZZISMO di FRANCESCO COSTANTINI I l mondo è tutto un selfie da quando Dani Alves si è chinato sul prato dello stadio del Villareal, ha raccolto una banana che un idiota gli aveva lanciato contro in segno di sfregio razzista, l’ha sbucciata, e, mentre si accingeva a battere un calcio d’angolo, se l’è tranquillamente mangiata. Giocatori di ogni angolo del pianeta, ma anche artisti e gente qualunque, sbucciano e mangiano banane come macachi. SERVIZIO A PAGINA 11 >> SEGUE NELLO SPORT A PAGINA 31 >> GDF Un vasto campionario di merci contraffatte sequestrate IL PROBLEMA CASO ALDROVANDI In Puglia 415 cave Applausi agli agenti un bel business condannati non per la Regione scoppia la bufera A PAGINA 12 >> A PAGINA 15 >> S E D R LOU 16 - 19 MAGGIO 4 GIORNI IN AEREO DA BARI QUOTA € 680,00 + T.I. EVES Tour Operator RASSEGNASTAMPA Mercoledì 30 aprile 2014 LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 www.lagazzettadelmezzogiorno.it LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: [email protected] Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: [email protected] Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418536 - Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/331548 - Fax: 0835/251316 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com LE ALTRE REDAZIONI Bari: Barletta: 080/5470430 0883/341011 Foggia: Brindisi: 0881/779911 0831/223111 Lecce: Taranto: 0832/463911 099/4580211 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 VERSO IL VOTO PARTITA LA CAMPAGNA ELETTORALE. LE LISTE ESCLUSE RICORRONO AL TAR Fra l’Europa e i 55 Comuni COMUNALI Il candidato Dario De Luca con Alemanno [T. Vece] EUROPEE Il candidato del Pd, Gianni Pittella [foto Tony Vece] POTENZA LA PROCURA DELLA CORTE DEI CONTI CONTESTA AGLI EX CONSIGLIERI REGIONALI 300MILA EURO DI RIMBORSI «Danno erariale» per Rimborsopoli Il procuratore Oricchio ha depositato la citazione in giudizio per i rimborsi «scroccati» Raffica di convocazioni Dalla Guardia di finanza gli ex collaboratori di Vito De Filippo l Per gli investigatori contabili sono «sprechi». La Procura regionale della Corte dei conti ritiene che 28 consiglieri della Regione Basilicata abbiano sprecato, nel 2010, circa 300mila euro. L’unico consigliere per cui è stata chiesta l’archiviazione è Pasquale Di Lorenzo. L’altra mattina la Procura regionale ha depositato alla Corte dei conti la citazione in giudizio. «Danno all’erario» lo definisce il procuratore regionale contabile Michele Oricchio che ha firmato l’atto di accusa nei confronti dei consiglieri. Solo quattro consiglieri non sono incorsi immediatamente nell’abuso rilevato: Maria Antezza, Er- C’È CHI DÀ AVIGLIANO C’È CHI PRENDE Punto Zero «scopre» PER QUALCOSA l’acqua inquinata O ANCHE SENZA Arpab però rassicura di MIMMO SAMMARTINO C’ è chi dà e c’è chi prende. Sono fatte così le facce del mondo. Il meglio di questo Paese, anche in questa stagione decandente, è fatta di volontari che, senza prendere nulla, danno: il loro tempo, le capacità, l’entusiasmo. Ci sono quelli che danno una mano agli ammalati anche negli ospedali lucani. O ai senza tetto, ai migranti, a chi è solo o non ha i soldi per assicurarsi un pasto. Ci sono stati (e ci sono) gli angeli dei disastri: nei terremoti, nelle alluvioni. Li abbiamo conosciuti anche in Basilicata. Ma si dà e si prende anche nell’immaginario. Robin Hood prendeva ai ricchi per dare ai poveri. I despoti prendevano ai poveri per i propri lussi e sollazzi. E i politici regionali? Quelli prendono. E senza «per...». l È piena campagna elettorale. Gianni Pittella (Pd) ha avviato il suo tour lucano per le elezioni europee dal centro sociale di rione Malvaccaro, a Potenza. Dario De Luca, uno dei due candidati sindaco del centrodestra, ieri si è presentato alla città al Motel Park. Con lui c’era anche l’ex sindaco di Roma, Gianno Alemanno. Restano in bilico le liste ricusate a Potenza, Maratea, Acerenza, Pomarico. C’è lavoro per il Tar. SERVIZI ALLE PAGINE II E III >> AUTOMOBILI minio Restaino, Vincenzo Ruggiero e Antonio Tisci. A Di Lorenzo venivano contestate spese per 900 euro. Ma il procuratore ha i suoi conti in regola e ha archiviato la posizione dell’ex consigliere regionale. Ora saranno i giudici della Corte dei conti a valutare il danno erariale. E ieri, per un’altra inchiesta, sono stati convocati dalla Guardia di finanza gli ex collaboratori di Vito De Filippo. L’indagine si concentra sul vecchio ufficio di presidenza. Mentre il procedimento penale di «Rimborsopoli» va verso la decisione del Gup. SERVIZI A PAGINA IV >> POTENZA Sequestrati 9 cavalli di dubbia provenienza dal Corpo Forestale GUGLIELMI E LAGUARDIA A PAGINA VII >> Iniziative elettorali di Dario De Luca, candidato sindaco di Potenza (destra) e, per le europee, di Gianni Pittella (Pd) Visita di settanta ingegneri alla Fiat di Melfi l È durata più di tre ore la visita di settanta ingegneri lucani, la prima in assoluto, allo stabilimento Sata di San Nicola di Melfi. Ad accogliere ieri mattina i professionisti, per lo più ingegneri meccanici, partiti in pullman da Potenza, c’era il direttore della Sata, Sebastiano Garofalo. BOCCIA A PAGINA VIII >> SERVIZIO A PAGINA VII >> POTENZA ANGELO NARCISI CHIEDE IL RICONOSCIMENTO DI PATERNITÀ POTENZA DISMISSIONE DEI PREFABBRICATI ED EMERGENZA AMBIENTE Riesumato un imprenditore Bucaletto, dove c’era il bar «Quell’uomo è mio padre» resta un immondezzaio DNA Disposto l’esame genetico l L’unico modo per stabilire «con altissima probabilità» la paternità è l’esame del Dna. Per questo i giudici della Corte d’appello di Potenza hanno stabilito la riesumazione della salma di Giovanni Venneri, imprenditore potentino molto noto in città, morto alcuni anni fa. A chiedere il riconoscimento di paternità è Angelo Narcisi, 56 anni, imprenditore che ha fatto fortuna prima in Belgio e ora in Olanda. AMENDOLARA A PAGINA V >> DEGRADO Rifiuti a Bucaletto l Una volta era un bar, anche molto frequentato, oggi è diventata una sorta di discarica a cielo aperto dove puoi trovare di tutto. La fotografia più nitida e reale dello stato di abbandono in cui versa la Cittadella di Bucaletto, sempre più un «corpo» a parte rispetto al resto del capoluogo. A nulla sono valse le segnalazioni dei cittadini che hanno chiamato in causa amministrazione, Polizia Municipale e Ufficio Sanitario. MAIORELLA A PAGINA VI >> SOS DA POTENZA NEI QUARTIERI di PASQUALE LAURENZANA D a qualche giorno nella nostra città si parla di un argomento scottante, un problema che oggi è diventato una rappresentazione teatrale drammatica, prima era solo una fiction cittadina (visto che si protrae da 30 anni); questa mia, mi permetta di chiamarla lettera aperta, è e vuole essere un tam tam, per richiamare all'unione tutti i diretti interessati. SEGUE A PAGINA VI >> RASSEGNASTAMPA Neri non si nasce ma si diventa, per colpa degli sguardi degli altri. A me accadde quando arrivai in Francia a nove anni. La banana e gli ululati sono pura violenza. Il razzismo in Occidente esiste eccome. Liliam Thuram ex calciatore Anno 91 n. 117 1,30 Mercoledì 30 Aprile 2014 U: Berlusconi insulta i suoi giudici Dietro le quinte del Gomorra televisivo Gallozzi pag. 17 ● ● 1° maggio: pronto il concertone Boschero Miliani Sabato pag. 18-19 Zanetti lascia Trap ricomincia dal Marocco Caruso Fonsato pag. 23 Escalation a Canale 5: il condannato definisce un «golpe» la sentenza Mediaset e ingiuria Napolitano Il Tribunale di sorveglianza «vaglia» le sue parole: ora può revocare l’affidamento ai servizi sociali È un’escalation: sempre dalla tv di famiglia, Berlusconi alza il tiro contro il Quirinale e contro i giudici che l’hanno condannato: «La sentenza Mediaset è un golpe». Il Tribunale di sorveglianza ora vaglia se sussitano ancora i requisiti per l’affidamento ai servizi sociali. DOMANI IN EDICOLA FANTOZZI FUSANI LOMBARDO A PAG. 2-3 Strategia dell’aggressione MICHELE PROSPERO ● CON LE SUE PAROLE SEMPRE PIÙ ARMATE, BERLUSCONI COSTRINGE AD UN REPENTINO RISVEGLIO IL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA DI MILANO. L’ex Cavalie- re pensa che le sue frasi di fuoco siano solo delle sparate innocenti, che male non fanno. E con espressioni al vetriolo, sfida il mondo intero immaginando però di non lasciare feriti. Per qualche decimale in più nei consensi, ora che è precipitato stabilmente in terza posizione, è disposto a spezzare le reni ai tedeschi sfidando le ire dei popolari euSEGUE A PAG. 3 ropei. Una vita Aldrovandi, l’ovazione della vergogna con l’Unità: foto e storie dei lettori Al congresso Sap cinque minuti di applausi per tre dei quattro agenti condannati per l’uccisione di Federico ROSSI A PAG. 11 La madre: «Terrificante, mi si rivolta lo stomaco» Renzi: riforme o prendano un altro ● Il premier: entro il 10 giugno il primo sì al nuovo Senato ● Vicina l’intesa nel Pd ● E oggi il governo vara la riforma della Pa Matteo Renzi è pronto a mediare senza oiù la scadenza del 25 maggio per il primo sì al nuovo Senato: ma la riforma va fatta presto, entro il 10 giugno, o lascerà. «Ne prendano un altro». Intesa vicina nel Pd. E oggi via alla riforma della Pa. ANDRIOLO CARUGATI DI GIOVANNI FRULLETTI A PAG. 4-5 e 7 La mediazione, una bella parola Staino ● Insieme al giornale del Primo maggio un fascicolo di 48 pagine ORESTE PIVETTA IL COMMENTO Album di famiglia, di un paese e qualche cosa di più: nell’universalità delle facce, dei cuori, delle proteste, delle speranze, immagini di tante epoche e del mondo intero. L’Unità tra le mani di un operaio, di un contadino, di uno studente. L’Unità tra le mani di un pensionato o di una massaia in un tempo di lasagne e agnolotti tirati in casa. L’Unità nei SEGUE A PAG. 14 cortei. CLAUDIO SARDO Non è impazzito Berlusconi quando lancia contro la cancelliera Merkel accuse volgari e iperboliche, o quando tenta di trascinare Napolitano nella rissa, o quando si dichiara vittima non di uno bensì di quattro «colpi di SEGUE A PAG. 15 Stato». IL RICHIAMO DELLA UE FRONTE DEL VIDEO LUIGI MANCONI STEFANO ANASTASIA Poi dice che uno si butta a sinistra Meno studenti nell’armamentario leghista le palle più meno docenti: ● col fasci- clamorose, senza mai trovare quella che smo (vedi la «peste rossa»), parla sem- gli faccia conquistare le prime pagine. Carceri, urla dal silenzio È proprio il caso di dire: ogni giorno ha la sua pena. Nel senso che, con frequenza pressoché quotidiana, l'Italia viene sanzionata da organismi sovranazionali in ragione delle sue gravi inadempienze, o peggio, sul piano del rispetto dei diritti fondamentali della persona. Questa volta, particolarmente severo è stato il Consiglio d’Europa. SEGUE A PAG. 15 MARIA NOVELLA OPPO GRILLO, CON QUELLA VISIONE MORTUARIA CHE CONDIVIDE IL CASO L’appartamento che divide Bertone e il Papa MONTEFORTE A PAG. 10 pre di cadaveri ma nel suo affollato cimitero ci può già seppellire parecchie delle sue previsioni. Per esempio quella secondo la quale l’Italia doveva fallire l’anno scorso. Ma certo non vale la pena di inseguirlo sul suo terreno, come non varrebbe la pena di inseguire Berlusconi, visto che i due fanno a chi la spara più grossa, col risultato di mettere all’angolo il povero Salvini. Il quale è costretto a pescare D’altra parte, è difficile far dimenticare agli italiani che leghisti e berlusconiani insieme hanno ridotto il Paese così come è ridotto, arraffando quello che era possibile arraffare e firmando tutti i trattati europei che hanno firmato e controfirmato. Riesce più facile ai grillini, che in vita loro non si sono mai presi una responsabilità, sparare contro le palle a palle incatenate. IL RAPPORTO così tramonta l’università ● Eurostat: gli atenei italiani ultimi nell’Unione GRECO A PAG. 16 RASSEGNASTAMPA 2 PRIMO PIANO Mercoledì 30 aprile 2014 SALE LA TENSIONE I PROGETTI E LE POLEMICHE Il premier incontra i senatori del Pd. Si allungano i tempi di approvazione. Forza Italia non vuole il sì prima delle europee Riforme, l’ultimatum di Renzi «O me le fanno fare o vado via» Tratta sul Senato: delega alle Regioni su come eleggere i rappresentanti l ROMA. Matteo Renzi usa il bastone e la carota sulla partita delle riforme. In pubblico attacca a testa bassa i frenatori ma quando arriva al Senato parcheggia in garage il rullo compressore e smette di correre per mediare: e ciò basta ad allentare un po’ la tensione che si era creata tanto in seno al Pd, quanto con Forza Italia, che torna ad essere della partita come testimonia una riunione serale tra i capigruppo Paolo Romani, Luigi Zanda e la relatrice Anna Finocchiaro. Incontrando la mattina i senatori del Pd, il premier ha detto che il «si» alla riforma può anche andare oltre il 25 maggio, sganciando quindi le riforme dalla campagna elettorale, che stava rendendo impraticabile il percorso, con Berlusconi che bombarda con le sue dichiarazioni mentre i suoi senatori dovrebbero dialogare nelle Aule. La giornata è iniziata in realtà la sera di lunedì con un incontro tra il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerrini con Denis Verdini e Paolo Romani. Gli «azzurri» hanno detto chiaramente che non lasceranno a Renzi e ai dem l’atout elettorale di una approvazione delle riforme prima delle europee: sono però interessati alla loro realizzazione con alcuni cambiamenti al ddl del governo: gli stessi indicati da molti senatori del Pd, su cui Renzi ha aperto il dialogo. La novità non sta tanto nell’aver accolto alcune modifiche, su cui il ministro Maria Elena Boschi sveva già dato la disponibilità, quanto nella frenata sui tempi che ha garantito FI (ma diversi senatori di Fi come Augusto Minzolini, arricciano ancora il naso). La frenata è stata vista anche dai senatori Pd, dubbiosi sul testo del governo, come la disponibilità ad un confronto vero. Per questo alla fine tutti, anche Vannino Chiti, hanno parlato di «clima nuovo» e «passi avanti». Nel merito Renzi ha detto sì ad un Senato con un maggior numero di rappresentanti delle Regioni rispetto ai CRITICO Il pd Vannino Chiti sindaci (l'attuale testo dice 50/50), con in più una ponderazione dei senatori di ciascuna Regioni in base al peso demografico (il ddl assegna a tutte 6 senatori). Un passo indietro ci sarà anche sui 21 nominati dal Quirinale. Sul vero nodo, cioè l’elezione dei senatori o da parte dei Consigli regionali o direttamente da parte dei cittadini come chiede Chiti, Renzi ha avanzato una mediazione inaspettata: lasciare che ogni singola Regione le- giferi sulle modalità di elezione dei propri senatori. Tecnicamente la soluzione solleva dubbi, per la disomogeneità delle rappresentanze in Senato di ciascuna Regione. Con espressione efficace Miguel Gotor ha detto che Renzi ha «volutamente tirato la palla in tribuna» nel senso che la proposta ha lo scopo di far capire la volontà di confrontarsi, anche sforando la fatidica data del 25 maggio. Non a caso in Commissione affari costituzionali i relatori, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, hanno annunciato che il testo base sarà presentato non oggi bensì martedì 6 maggio, e che esso recepirà rispetto al ddl del governo gli elementi maggiormente condivisi emersi nel dibattito. «Non c'è stata apertura del premier – ha commentato Donato Bruno di Fi – ha solo dovuto prendere atto della situazione, altrimenti il governo andava sotto». In serata, da Bruno Vespa, Renzi, tira fuori il bastone e mette i puntini sulle «i»: «Siccome la polemica era che l'iniziativa era solo a fine elettorale, vi mostriamo che non è così e arriviamo al 10 giugno per il voto in prima lettura. Basta che non sia un modo per rinviare», perchè allora si rimette sul tavolo la pistola delle dimissioni dal governo e dal Pd, è la sintesi del suo ragionamento. «Se posso fare le cose che posso fare le faccio, se hanno bisogno di uno che nasconde le cose, prendano un altro", non resto qui "a tutti costi». Giovanni Innamorati Braccio di ferro Pd-Ncd Portò la spigola in Aula sulla «ricetta» del lavoro diaria giù di 2.605 euro I Dem difendono le modifiche, stop degli alfaniani Punito il leghista Buonanno. Sospesi 23 del M5S l ROMA. Ancora braccio di ferro tra il Pd e Ncd sul tema del lavoro. Il partito democratico non è disposto a fare marcia indietro sulle modifiche approvate alla Camera al dl Poletti, che da lunedì sarà messo ai voti in commissione al Senato, mentre il partito di Angelino Alfano insiste sulla necessità di tornare al testo originario approvato dal Consiglio dei ministri. «Non è in gioco – assicura il presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama e esponente Ncd Maurizio Sacconi – la continuità del governo ma l’efficacia della sua azione». Dubbi anche da Scelta civica, che rinnova l’invito a intervenire sui contratti stabili minacciando in caso contrario l'astensione. Il diavolo, spiega Sacconi, è sempre «nei dettagli». Vale a dire quelle modifiche a firma Pd approvate durante l’iter a Montecitorio e che ora sono all’esame dei senatori. Ma i democratici non ci stanno a vedere smontata l’operazione messa in piedi nelle scorse settimane e che ha portato a corregge il dl Poletti su più fronti, dalle proroghe all’apprendistato. LAVORO Si tratta sulla riforma E in una riunione dei rappresentati Dem delle commissioni Lavoro di Camera e Senato, alla presenza del presidente Pd a Palazzo Madama Luigi Zanda e del vicesegretario del partito Lorenzo Guerini, avvertono gli alleati di governo: una sola modifica di sostanza (a scelta di Ncd) oppure si riapre l’intero dossier degli emendamenti. Tradotto, Alfano e Sacconi dovrebbero scegliere se chiedere modifiche sul tetto degli apprendisti da stabilizzare o sulla formazione. Posizione poi ribadi- ta nel corso anche dell’Assemblea del gruppo Dem del Senato e sulla quale, come evidenzia il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, «si registra una piena convergenza con la segreteria e con il governo». L’opzione che però viene respinta al mittente da Sacconi, che non vuole accettare mediazioni al ribasso e che continua a sostenere la tesi della necessità di cancellare «le modifiche introdotte unilateralmente dal Partito democratico». Intanto però il Senato ha deciso di accelerare l’iter del decreto legge, che già martedì sarà all’esame dell’Aula. Venerdì prossimo infatti, due maggio, scade il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione che saranno votati nella giornata di lunedì. Un timing troppo serrato per il M5S, che lamenta la mancanza di spazi adeguati per l’opposizione e che fa intendere, spiega il senatore grillino Sergio Puglia, che anche in Senato il governo sia pronto alla fiducia. Chiara Scalise l ROMA. Portare nell’Aula di Montecitorio una spigola di circa mezzo chilo e sventolarla platealmente a beneficio delle telecamere in tribuna stampa a Gianluca Buonanno è costato salato. L’ufficio di presidenza ha sospeso per dieci giorni il deputato leghista, ormai considerato il «giamburrasca» della legislatura per le sue plateali sortite nell’Emiciclo simbolo del potere legislativo. Oltre ad impedire al leghista di partecipare alle sedute per dieci giornate (più altre due, comminategli per aver dato del «clandestino» al ministro dell’Interno Angelino Alfano con il collega Massimiliano Fedriga durante una informativa sull'emergenza immigrazione) la sanzione fa «male» pure alla tasca del deputato: nelle giornate di cartellino rosso, infatti, Buonanno non maturerà la diaria prevista per chi partecipa alle sedute: 206,58 euro al giorno, 2.605 euro in totale. Buonanno arrivò con la sua spigola nell’Aula di Montecitorio lo scorso 1 aprile, il giorno dedicato ai «pesci d’aprile». Il giorno dopo l’immagine del deputato CAMERA Buonanno con la spigola con il pesce in mano campeggiava sulle prime pagine di tutti i giornali: un fatto che ha particolarmente danneggiato l’immagine di Montecitorio secondo i deputati questori che hanno proposto la sanzione, approvata dall’Ufficio di presidenza. Una punizione dura, anche perchè tiene conto anche di altre intemperanze di cui il leghista, per sua stessa ammissione in cerca di «visibilità» per se e per il Carroccio, si è reso protagonista nelle ultime settimane. Una «somma di ammoni- zioni» per il colorito leghista che in Aula aveva esposto in Aula un finocchio, un forcone di cartone, si era presentato con la faccia dipinta di nero ed aveva sventolato un paio di manette, oltre a portare anche un megafono nell’Emiciclo. Ma Buonanno non abbozza, e attacca Laura Boldrini: «Sarebbe la presidente della Camera ideale nella Corea del Nord, è una radical chic che mangia le spigole mentre i pensionati mangiano le acciughe»", sbotta. E minaccia: «la prossima volta porto il pescespada, così infilo qualcuno». La lista delle sospensioni irrogate dall’ufficio di presidenza di Montecitorio sembra quella del giudice sportivo. In 23 del M5S si prendono quindici giorni di sospensione per aver bloccato la votazione sulla fiducia al dl Imu-Bankitalia il 24 gennaio scorso sdraiandosi per terra in Aula. La sanzione massima è stata per chi «ha impedito agli altri parlamentari di esercitare il loro diritto di votare». Altri sei seguaci di Grillo sono stati sospesi per quattro sedute. Francesco Bongarrà RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 3 Mercoledì 30 aprile 2014 LA DIRETTA Ribatte a Berlusconi: «lo ringrazio per il simpatico, ma certo non sono un tassatore» Sui marò «chiedo rispetto per l’Italia» Gli aggiornamenti sul telefonino. Istruzioni a pagina 25 Matteo: servirebbero i marines per cambiare gli uffici statali Ma rassicura gli impiegati: non c’è il tema esuberi, nessuno verrà licenziato RIFORME In alto l’aula del Senato. Il confronto sul nuovo ruolo di Palazzo Madama si fa sempre più serrato Accanto, il premier Matteo Renzi . l ROMA. Nel giorno in cui, per la prima volta, deve mediare e cedere un pò di sovranità per non far affossare la riforma del Senato, Matteo Renzi avverte che l'eccezione non diventerà la norma. E lui non cambia stile. "O riesco a fare le cose o me ne vado e se ne trovino un altro", è l'aut aut che rinnova nel salotto di Bruno Vespa, garantendo che lui non diventerà "un pollo da batteria" della politica. E, chiuso un fronte, domani il premier ne apre un altro, quello della riforma della pubblica amministrazione, già consapevole che "farà discutere". Con la campagna elettorale che entra nel vivo, Renzi ha deciso di anteporre «ai quotidiani fuochi di artificio» di Silvio Berlusconi e di Beppe Grillo il profilo di chi fa promesse e le mantiene stando dalla parte dei cittadini. Rivendica il decreto degli 80 euro, "per il Cav e Grillo sono pochi perchè loro ne hanno tanti". Insiste sulla novità delle misure del governo che «per la prima volta fa pagare chi non ha mai pagato». Ma, ribatte al Cav, «lo ringrazio per il simpatico, ma certo non sono un tassatore». Visto che "meno politici ci sono in giro e più sono i posti di lavoro per combattere la disoccupazione giovanile". Slogan che i critici bollano come demagogiche ma Renzi dà poco peso alle critiche. E molto agli impegni presi insediandosi al governo. Anche perchè se non riesco «mi fanno fuori politicamente», sa bene il leader Pd, da poco alla ribalta della politica nazionale ma conscio della velocità SINDACATI I rappresentanti degli statali e dei dipendenti pubblici chiedono di partecipare direttamente alla stesura della riforma della P.A. . con cui leader e premier vengono archiviati. Per portare a casa le riforme, il segretario Pd si dice pronto a «compromessi». Ma non a farsi fermare. Nè dai tecnici della Regioneria che- dice«mi avevano smontato il decreto dalla a alla z». Ma poi lui- spiega- si è imposto. Nè dalle associazioni di categoria, siano magistrati (dall’Anm «frasi offensive e sbagliate») o sindacati. Ed infatti la riforma della P.A. arriva a Palazzo Chigi e prima dell’approvazione sarà sottoposta «ad una forma di consultazione ma non ad un referendum». La «rivoluzione» della pubblica amministrazione, che il premier vuole, «è la più difficile, non basta la Nasa, ci vorrebbero i Marines». E si basa su una filosofia che Renzi riassume nella sintesi di 2 tweet: semplificare dando un Pin ad ogni cittadino per entrare negli uffici pubblici. E "beccare i fannulloni e farli smettere, valorizzare i tanti non fannulloni dando un premio a chi non è fannullone incentivando gli scatti di carriera e magari lo stipendio». Il premier non vuole generalizzare come fece Brunetta, liquidando come fannulloni tutti i dipendenti pubblici. «Non la fac- Giudici, asse Pd-M5S sulla responsabilità ciamo contro la pubblica amministrazione ma coinvolgendola e sfidandola», sostiene assicurando che il numero degli 85mila esuberi, dati da Carlo Cottarelli, «è teorica» e che «nessuno sarà licenziato». Renzi preferisce convincere a votare Pd con i fatti, evitando attacchi politici. Pur sicuro che il Cav «ha interesse» a rispettare il patto del Nazareno, lo stoppa sugli attacchi alla magistratura: «Non la penso come lui, io rispetto, chiedendo lo stesso rispetto, le sentenze della magistratura. Si possono rimettere in discussione? Non commento e le rispetto». Poi difende il Capo dello Stato dagli attacchi da Fi ed M5s rinnovandogli la "stima e l’affetto profondo". Più vis polemica invece gli provoca Grillo: «Non ha a cuore l'Italia ma il suo spettacolo", si sfila dal confronto e dalle riforme perchè "vuole che l’Italia vada male». Renzi ha toccato anche il tema dei due militari italiani prigionieri in India: «C'è un luogo, il tribunale naturale, nel quale devono essere giudicati i Marò. Non c'è altra strada all’internazionalizzazione della vicenda, ne ho parlato con Ban Ki Moon e glielo dirò quando lo vedrò a Roma: la detenzione in India e inaccettabile». «Chiedo rispetto - sottolinea - per l’Italia, per due persone sotto accusa ma non considerate colpevoli da nessun tribunale. E soprattutto chiedo rispetto per la giustizia». Cristina Ferrulli IL CASO IL DEPUTATO DI FORZA ITALIA CHIEDE AZIONI CONCRETE Forza Italia: le toghe rosse vanno all’incasso Giornali, sullo stop agli avvisi pubblici Palese sfida Emiliano l ROMA. La campagna elettorale torna a condizionare pesantemente i lavori parlamentari. Accade al Senato, in commissione Giustizia, dove il Pd, insieme al M5S, a sorpresa approva (con 10 sì e 8 no) un emendamento dei pentastellati al ddl sulla responsabilità civile dei magistrati che cancella l’articolo 1, cioè il cuore del provvedimento. Il Pd se la prende con FI che avrebbe forzato la mano per mettere subito ai voti la proposta di modifica per poi gridare al «nuovo asse tra Dem e 5 Stelle». Mentre il centrodestra, che grida appunto «al nuovo asse Dem-5 Stelle», parla anche di «toghe rosse che passano all’incasso» accusando il Pd di non voler affrontare un problema come quello della responsabilità civile dei magistrati che invece «i cittadini chiedono a gran voce». «Anche Renzi – ricorda il presidente della commissione Giustizia del Senato Francesco Nitto Palma – aveva chiesto che si intervenisse su questo tema. Ora che dice?». E Renzi pronto ribatte: «Finchè i toni saranno da derby ideologico e da campagna elettorale» non ci potrà essere «nessun intervento sulla giustizia». E poi una procedura sulla responsabilità civile «c'è già» anche se ora «è un pò complessa...». «Il fatto – spiega il capogruppo del Pd in commissione Giuseppe Lumia – è che il centrodestra voleva fare campagna elettorale su un tema così delicato come questo e noi non glielo abbiamo permesso». Già, perchè la que- l ROMA. Rocco Palese,capogruppo di Forza Italia in commissione bilancio della Camera, in una nota afferma che «le dichiarazioni del sindaco di Bari, Emiliano, a proposito dello stop alla pubblicazione di avvisi e gare sui giornali imposto dal cosiddetto decreto spending del Governo Renzi, sono talmente contraddittorie da avermi fatto insorgere il dubbio che egli non fosse più il Presidente del Pd pugliese. Posto che, invece, che lo è ancora, non si capisce come possa da un lato scagliarsi contro quella norma, dall'altro dirsi “entusiasta” dell'attività del Governo Renzi». Palese sottolinea che «piuttosto che fare demagogia, magari per accattivarsi le simpatie del mondo della carta stampata, se davvero Emiliano, proprio come noi, non condivide quella norma (che, lo ricordiamo, comporterebbe un risparmio di circa100 milioni di euro PDL Rocco Palese su un Bilancio dello stato che si aggira intorno agli 810 miliardi) sia consequenziale e coerente e, posto che quel decreto ora è in votazione al Senato, dica ai suoi Senatori di fare come noi, ossia di non votarlo! Per chi, come il Pd, è maggioranza, volere è potere! Non ha senso quindi limitarsi a presentare un emendamento: Emiliano e il Pd, se davvero vogliono, possono eliminare quella norma, imporre al governo di cambiare il decreto e, cosí, rendere forte anche la battaglia che noi, dall'opposizione, conduciamo sin dal primo istante a sostegno della sopravvivenza dei giornali e del mantenimento dei posti di lavoro e della libertà di stampa». stione che scatena il vespaio di polemiche, nasce dall’ordine di votazione degli emendamenti. Il Pd, con Lumia, chiede subito l’accantonamento della proposta di modifica dei M5S che abroga l’art.1 anche perchè il relatore del testo Enrico Buemi (Psi) non c'è, è in Calabria con la commissione Antimafia. Ma Nitto Palma rifiuta e chiede che si metta subito ai voti la norma. «Se noi avessimo detto no all’emendamento – spiega Lumia a fine seduta – sarebbe passata la linea che il Pd diceva sì al risarcimento diretto delle toghe, cosa che non esiste in nessun altro paese Ue, mentre i 5 Stelle diventavano i difensori dei magistrati». E «siccome non ci prestiamo a fare campagna elettorale su questi temi abbiamo deciso tutti insieme di dire ok all’abrogazione anche perchè l’articolo 1 così com'era non ci piaceva per niente». «Noi – spiega anche Sergio Lo Giudice (Pd) – siamo per la responsabilità indiretta del magistrato. Il cittadino prima si rivale sullo Stato e solo in seconda battuta sulle toghe». Mentre così com'è scritto l’art.1 del ddl Buemi-Nencini dice il contrario: se il magistrato non ottempera alle competenze della Corte di Cassazione, che vengono riscritte ex novo, l’azione risarcitoria può essere diretta. Risultato: il cuore del provvedimento salta e ora "sarà difficile – osserva Giuseppe Cucca (Pd) – ricomporre un testo organico". E' vero che meno di 48 ore fa la Lega, con TOGHE Scontro sui magistrati Gianluca Pini, presenta un emendamento alla Comunitaria alla Camera per introdurre la responsabilità civile diretta dei magistrati, ma il fatto che un provvedimento su questo tema sia stato affossato così, in commissione, fa andare su tutte le furie ("davvero o per finta non si sa", si ironizza nel Pd) il Ncd, FI e Gal. Lucio Malan (FI) parla di "colpo di mano" di Pd-M5S. Elisabetta Casellati (FI) di una «nuova maggioranza» nata al Senato. Lucio Barani (Gal) di "una sintonia Grillo-Renzi a difesa della magistratura che continua a prendersela con Berlusconi". Carlo Giovanardi (Ncd) di affossamento" della legge. Mentre l’Unione Camere Penali non ha dubbi: «all’interno di alcune forze politiche», «nonostante i proclami di cambiamento» resta un «riflesso di protezione corporativa» delle toghe. Anna Laura Bussa RASSEGNASTAMPA 6 PRIMO PIANO Mercoledì 30 aprile 2014 LA CRISI ECONOMICA L’ITALIA E L’EUROPA «Missioni» a Madrid, Parigi e Londra per il responsabile dell’Economia che presenta le politiche del nuovo governo Padoan punge la Germania «Tutti sostengano la crescita» Il ministro a Le Monde: non è solo un problema di Italia e Francia l LONDRA. Lo ha detto chiaramente anche alla London School of Economics: quello di cui l’Europa ha bisogno è una strategia di crescita. L’Europa ha fatto molto, ma molto ancora resta da fare. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan fa tappa a Londra nell’ambito di un tour europeo che lo ha visto prima a Madrid e poi a Parigi. E durante il quale, ha detto, ha registrato reazioni positive per le prospettive dell’Italia. Alla City ieri, in incontri con la comunità finanziaria, "è emerso grande interesse, quasi entusiasmo", ha osservato. Si parla d’Italia quindi, del processo di riforme che, dice ancora Padoan "è una grande opportunità di cui l’Italia deve saper approfittare". Ma si parla parallelamente di Europa, che resta al centro anche della missione londinese: Padoan è venuto nella capitale britannica anche per presentare l’agenda politica ed economica del'Italia nel semestre di presidenza europea al via a luglio, in un momento tra l’altro delicato per l’Unione con l’insediamento del nuovo parlamento. E in un momento, inoltre, in cui, dice, "c'è da parte di molti miei colleghi la convinzione che bisogna puntare a più crescita e più occupazione in Europa". Una sorta di appello in questo senso lo aveva lanciato in un’intervista a Le Monde: la crescita "non può essere solo l'obiettivo di Francia e Italia. Tutti gli Stati membri, incluso quelli del Nord che hanno girato più rapidamente la pagina della crisi, devono condividere questa visione". Alla domanda però se anche la Germania condivida questo approccio, Padoan al quotidiano francese ha risposto «no comment». Ed è a questo tema che è dedicata anche la conferenza alla London School of Economics, dal titolo 'The Eu economy after the great recession', in cui il ministro, che in una battuta si è definito «una volta professore, sempre professore», ha ricordato come l’Europa ha fatto molto, ma "resta ancora molto da fare". E che adesso le "priorità sono crescita e lavoro"', che ci sono sì stati già alcuni interventi, ma quello che in agenda manca è una strategia di crescita. Una indicazione in questo senso sembra averla data ancora a Le «NO COMMENT» Eloquente risposta alla domanda se i tedeschi condividono gli sforzi Incentivi alle auto ecologiche Sono i veicoli a trazione elettrica, ibrida, a Gpl, a metano, a biometano, a biocombustibile e a idrogeno Veicoli a bassa emissione di C02 fino a 50 g/km da 51 a 95 g/km da 96 a 120 g/km Sconto sul prezzo d'acquisto 20% 20% 20% 5.000 4.000 2.000 Rottamazione veicolo obsoleto NO NO SÌ Acquirenti TUTTI TUTTI Aziende, taxi, noleggio Quota sui fondi statali (prenotabili dai concessionari) 15% 35% 50% Sconto massimo Fondi stanziati dal Governo per il 2014 euro euro euro 31.363.943 euro + somme non utilizzate nel 2013 ANSA Monde, nell’intervista pubblicata ieri Padoan esprime l’auspicio che dalle prossime elezioni europee si formi una maggioranza «convinta che l’Europa è una opportunità e non un problema. La vera sfida è questa, ecco perchè è essenziale che l’Europa, che ha risposto alla crisi, innanzitutto con la riduzione del deficit, metta ora la crescita al centro delle sue politiche». Anna Lisa Rapanà La decisione è della Cassa Depositi e Prestiti Nomine, oggi in arrivo le scelte sui vertici di Terna . Si avviano a conclusione le nomine delle partecipate pubbliche in vista delle rispettive assemblee dei soci. Dopo Eni, Enel, Finmeccanica e Poste, «sistemate» una decina di giorni fa, ieri è stata la volta delle indicazioni arrivate da Cdp per le sue controllate «minori», Fsi e Fintecna mentre è andata delusa l’attesa per le cariche in Terna, ultima grande quotata pubblica. Le nomine a questo punto, sebbene ci sia tempo fino al 2 maggio per la consegna, dovrebbero arrivare oggi. Sono date per scontate l’uscita del presidente Luigi Roth e la sua sostituzione con Catia Bastioli e dell’amministratore delegato Flavio Cattaneo. Sul presidente la scelta è in continuità con le decisioni prese per Eni (Emma Marcegaglia), Enel (Patrizia Grieco) e Poste (Luisa Todini) mentre per la posizione di a.d. il toto-nomine è più vivace, anche se la sfida sembra essere limitata a due soli nomi, Gianni Armani e Matteo Del Fante con quest’ultimo forse in pole position. Incentivi alle auto ecologiche 84 i modelli interessati l ROMA. Conto alla rovescia per gli eco incentivi del Governo di cui dal 6 maggio potranno usufruire gli acquirenti di nuove vetture a basse emissioni comprese in tre fasce: fino a 50 g/Km di CO2, fino a 95 g/Km di CO2 e fino a 120 g/Km di CO2. E mentre le case automobilistiche si scaldano i muscoli, arriva il commento del presidente di Federauto Filippo Pavan Bernacchi che definisce il nuovo stanziamento del ministero dello Sviluppo economico (63,4 milioni di euro tra nuove risorse 2014 e risorse non utilizzate nel 2013) «il Porcellum dell’auto». Il settore – precisa – ha bisogno «di un piano organico a tutto tondo, che «abbiamo presentato al premier Ren- zi», invece gli ecoincentivi riguarderanno «solo l'1% del mercato privati». "Le risorse inoltre – aggiunge - sono ridottissime, e per le aziende le condizioni di accesso sono impossibili». I modelli di automobili che rientrano negli ecoincentivi sono 84, come emerge da un’elaborazione dell’Unrae effettuata su vetture immatricolate al 28 aprile 2014 ed anticipata dall’Ansa. Tra questi spicca anche l’ibrida Porsche Panamera che rientra nella fascia fino a 95 g/Km di emissioni. L’ibrida Mercedes Classe E, invece, rientra in quella fino a 120 g/Km di CO2. Quest’ultima è la fascia più popolata, comprende 48 modelli quasi tutti alimentati a Gpl. È se- guita dai 20 modelli che rientrano nella fascia fino a 95 g/Km di emissioni e dai 16 modelli fino a 50 g/Km di CO2. In quest’ultima fascia ovviamente la parte del leone la fanno le vetture elettriche, in tutto 10, che vanno dalle Renault Fluence e Zoe e la Nissan Leaf, alla Smart Fortwo, la Volkswagen UP!, la Peugeot ION, la Citroen C-ZERO, la Mitsubishi I-MIEV, la Ford Focus e la Bmw i3. Nella fascia «più pulita» ci sono anche sei ibride: Bmw i3, Chevrolet Volt, Mitsubishi Outlander, Opel Ampera, Toyota Prius e Volvo V60. Altre vetture ibride interessate agli ecoincentivi rientrano sia nella fascia di emissioni fino a 95 g/Km di CO2 (Citroen DS5, Lexus CT, Peugeot 3008, Peugeot 508, Porsche Panamera e le tre Toyota Auris, Prius e Yaris), sia in quella fino a 120 g/Km (Citroen DS5, le tre Honda CR-Z, Insight e Jazz, le Lexus GS e IS, la Mercedes Classe E, le due Peugeot 3008 e 508 e la Toyota Prius). Le vetture a Gpl sono le più numerose (33 di cui solo 4 nella fascia fino a 95 g/Km e il resto in quella fino a 120 g/Km di CO2. Tra queste compaiono le Fiat 500, Idea, Panda e Punto. Rientrano invece tra le vetture alimentate a metano (in tutto 17 i modelli inseriti negli ecoincentivi, di cui 8 fino a 95 g/Km di CO2 e 9 fino a 120 g/Km di CO2) le Fiat 500L, Panda, Punto e Qubo e la Lancia Ypsilon. Tra le altre vetture del Lingotto che possono usufruire del bonus ci sono anche la Fiat Panda e la Lancia Ypsilon a Gpl. Graziella Marino RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 7 Mercoledì 30 aprile 2014 Registrato il 23esimo calo consecutivo Tuttavia nonostante l’assenza di sulle abitudini d’acquisto delle famiglie svolte l’Istat registra un aumento del Edilizia e commercio più in difficoltà clima di fiducia da parte delle aziende Consumi, imprese, lavoro i numeri scendono ancora Tagli della spesa in tutti i campi, si salvano solo i discount PADOAN Il ministro dell’Economia ha parlato anche a Londra sui temi della crisi e della ripresa «Professori una volta, professori per sempre», ha commentato a proposito dei suoi ruoli Btp, nuovo minimo storico tassi in discesa e Borsa +2,15% l Il Tesoro fa centro ancora una volta e colloca tutti i Btp a medio-lungo termine con tassi in discesa a nuovi minimi storici, in un mercato che torna a scommettere su manovre espansive della Bce in chiave anti-deflazione, a partire dal quantitative easing. E se lo spread con il Bund si mantiene in area 160 punti base, l’euro si deprezza dello 0,3% fino a 1,3810 dollari proprio sulle aspettative di un massiccio acquisto di titoli di Stato e asset finanziari da parte dell’Eurotower. Sulle Borse europee parte il rally con Milano maglia rosa. Piazza Affari archivia un solido +2,15% seguita da Francoforte (+1,46%), Madrid (+1,36%), Londra (+1,04%) e Parigi (+0,83%). A trainare i listini anche la nuova ondata di merger, (vedi Pzifer-Astrazeneca) e conti trimestrali migliori del previsto come nel caso di Deutsche Bank. Via XX Settembre – che ha già venduto senza problemi Bot a 6 mesi per 7 miliardi di euro – ha piazzato ieri tutti i 6,5 miliardi di euro di Btp a cinque e dieci anni e i rendimenti sono scesi rispettivamente all’1,84% e al 3,22%, livelli mai visti dalla nascita dell’euro. Venduti anche CCtEu (titoli a tasso variabile indicizzati all’Euribor) per 2,28 miliardi al tasso dell’1,32%. I mercati sembrano ormai aver metabolizzato le nuove sanzioni alla Russia e – messe momentaneamente da parte le preoccupazioni per la crisi tra Kiev e Mosca – focalizzano l’attenzione su possibili mosse espansive della Banca centrale europea per contrastare la 'low-flation'. Il test chiave è oggi con l'inflazione dell’Eurozona ad aprile. E se nelle ultime ore lo stesso presidente Mario Draghi ha cercato di smorzare le attese di un intervento già nella riunione del board della prossima settimana, ieri la delusione per il dato sull'inflazione tedesca ha riacceso le aspettative. In Germania l’indice dei prezzi al consumo ha segnato ad aprile un -0,3% su mese e +1,1% su anno. Un livello inferiore alle stime (+1,3% tendenziale) che aggiunge pressione sulla Bce per misure anti-deflazione. Per l’intera zona euro – dopo la gelata dei prezzi a marzo (+0,5%) – gli economisti scommettono su un rimbalzo ad aprile a +0,8% puntando sull'effetto Pasqua. l Dai negozi, dalle grandi fabbriche e dai cantieri come gli elettrodomestici, le radio, le tv e i regiarrivano segnali negativi per l’economia con gli ulstratori. timi dati Istat. Il clima di fiducia delle imprese, E' il 23esimo calo consecutivo delle vendite per i infatti, non è positivo come quello dei consumatori, piccoli, sottolinea la Confesercenti. L’associazione che ha toccato il livello più alto dal 2010, e anzi cala a denuncia una vera «emorragia» per gli esercizi di 88,8 punti ad aprile dagli 89,5 di marzo, dopo sei quartiere che hanno visto oltre 17 mila chiusure nei aumenti consecutivi. Soffrono anche le vendite al primi due mesi dell’anno. I dati sui consumi, osserva dettaglio, che perdono l’1% a febbraio rispetto al 2013, invece la Confcommercio, confermano che l'inizio del e si contrae l’occupazione nelle imprese con almeno 2014 è «di piena stagnazione» e di «convalescenza per 500 dipendenti (dell’1% al lordo della cassa intel’economia». Entrambe le organizzazioni sollecitano grazione su febun taglio della braio 2013). pressione fiscale La pesantezza per consentire la Dati di febbraio 2014 della situazione ripresa. emerge dal taglio Nonostante l’asRispetto a gennaio Rispetto a un anno fa* alimentari -1,0% dei consumi alisenza di svolte sul mentari, che vivofronte della vendinon alimentari -1,2% % % no una stretta a te, le imprese del cui riescono a sotcommercio sono Maggiori cali Così gli esercizi commerciali trarsi solo i dicomunque più otCartoleria, libri, scount, dove le timiste che in pas-0,5% -2,5% Grande distribuzione giornali e riviste vendite aumentasato, secondo i dati no del 2,6%. Sono sulla fiducia di -0,9% Ipermercati Mobili, articoli tessili -2,4% in difficoltà infatti aprile, e insieme e abbigliamento -1,7% Supermercati anche gli ipermeralla manifattura Elettrodomestici, cati e i supermersono le uniche real-2,4% radio, tv e registratori +2,6% Discount cati, con diminutà in controtendenzioni degli sconza in uno scenario Minori cali trini rispettivadi pessimismo gePiccole superfici -1,6% Giochi, giocattoli, mente dello 0,9% e neralizzato. L’indi-0,1% sport e campeggio Negozi alimentari -2,1% dell’1,7%. I più colce Istat sul clima piti sono ancora delle aziende sale Profumeria e cura -1,5% -0,2% Altri negozi una volta i piccoli infatti sia nella della persona negozi che perdogrande distribuANSA Fonte: Istat *terzo calo tendenziale consecutivo no il 2,1% delle zione che in quella vendite per i protradizionale e sono dotti alimentari e l'1,5% per quelli non alimentari. E in recupero soprattutto le aspettative per il futuro. in generale, la diminuzione degli acquisti è dello 0,5% Ancora migliore è la fiducia per le aziende maper la grande distribuzione e dell’1,6% per le sunifatturiere che raggiungono il livello più alto dopo perfici minori. giugno 2011. Per l'industria migliorano inoltre i giuLe famiglie comprano meno tutte le tipologie di dizi sugli ordini, mentre le attese di produzione e le prodotti con cali che spaziano dal 2,5% di cartoleria, scorte di magazzino rimangono invariate. A vedere libri, giornali e riviste allo 0,1% di giochi, giocattoli, nero sono in primis le imprese delle costruzioni, che sport e campeggio e allo 0,2% dei prodotti di prohanno aspettative in peggioramento anche per l'ocfumeria e cura della persona. Soffrono particolarcupazione. Sono in calo, infine, anche i giudizi e le mente i mobili, gli articoli tessili e l'arredamento così attese delle imprese di servizi. Le vendite al dettaglio 0,2 1,0 RASSEGNASTAMPA PUGLIA E BASILICATA 13 Mercoledì 30 aprile 2014 CASO BASILICATA IL CONSIGLIO REGIONALE I FATTI DEL 2010 L’inchiesta è ora al vaglio della Corte dei Conti. Oltre 4mila capitoli di spesa non legata alle attività istituzionali Rimborsopoli, in 28 nel mirino dei giudici GOVERNO DE FILIPPO Anche l’ex governatore tra gli indagati nell’inchiesta «Rimborsopoli» . La Procura: malcostume diffuso e danni per 300mila euro FABIO AMENDOLARA l La Procura regionale della Corte dei conti di Basilicata ritiene che 28 consiglieri della Regione Basilicata abbiano sprecato, nel 2010, circa 300mila euro. Chiesta l’archiviazione per una posizione. L’altra mattina la Procura regionale ha depositato alla Corte dei conti la citazione in giudizio. «Danno all’erario» lo definisce il procuratore regionale contabile Michele Oricchio che ha firmato l’atto di accusa nei confronti dei consiglieri. Il totale degli sprechi ipotizzati dalla Procura contabile: 16mila euro per Autilio, 13mila per Carelli, 4mila per l’ex governatore Vito De Filippo, 19mila per Prospero De Franchi, 18mila per Antonio Di Sanza, 17mila euro per Roberto Falotico, 10mila per Gaetano Fierro, 9mila per Antonio Flovilla, 9mila per Vincenzo Folino, 8mila per Sergio Lapenna, 3mila per Innocenzo Lo Guercio, 5mila per Agatino Mancusi, 14mila per Rosa Mastrosimone, 5mila per Franco Mattia, 2mila per Franco Mollica, 3mila per Michele Napoli, 20mila per Giacomo Nardiello, 2mila per Nicola Pagliuca, 7mila per il neo-presidente regionale Marcello Pittella, 3mila per Antonio Potenza, 15mila per Adeltina Salierno, 9mila per Donato Paolo Salvatore, 25mila per Vincenzo Santochirico, 15mila per Luigi Scaglio- ne, 4mila per Emilia Simonetti, 35mila per Gennaro Straziuso, 11mila per Rocco Vita e 7mila per Vincenzo Viti. «L’invito a dedurre», così si chiama tecnicamente l’atto che la Procura contabile ha fatto notificare ai consiglieri, risale a gennaio. Alcuni consiglieri sono riusciti a fornire giustificazioni per alcune spese e le contestazioni sono state ridotte. Ma di poco. È il caso di Emilia Simonetti: aveva pagato poco più di mille euro per trasformare una ricerca sul mondo del lavoro in un libro. Il pm contabile lo aveva considerato uno spreco. Ma non era così: e quella spesa è stata riconosciuta come consentita. La notifica dell’invito a dedurre fu accompagnata da un generico comunicato stampa. Che non faceva alcun cenno al fatto che l’inchiesta era partita da un esposto anonimo (il pm contabile lo de- PUGLIA VETTURE PICCOLE PER LA SPENDING REVIEW: IL COSTO NON DOVRÀ SUPERARE I 275MILA EURO ANNUI Regione, l’esordio delle auto ibride Addio alle Giulietta, 13 Toyota a doppia alimentazione (benzina ed elettrica) Crediamo che anche il migliore dei materiali possa essere sempre migliorato: Super Titanio 5 volte più resistente del normale titanio Collezione da 178 a 298 euro PARCO AUTO Si rinnovano le auto in dotazione alla Regione Puglia Foto Luca Turi l La Regione Puglia passa alle auto ibride. Sono state appena consegnate 13 nuove Toyota «Yaris» con doppia alimentazione, benzina ed elettrica, che sostituiranno le attuali Giulietta 1.4 (in leasing) in dotazione agli assessori. La scelta di passare ad automobili ancora più piccole è dettata dai vincoli della spending review, che impongono di tagliare la spesa da 440mila euro a non più di 275mila euro l'anno. Restano ancora in flotta (per le necessità degli uffici) 8 Punto diesel: quella a servizio della presidenza ha percorso più di 200mila km. 5 volte più resistente del normale titanio 40% più leggero dell’acciaio inox Vetro Zaffiro, prezioso ed inscalfibile Energia inesauribile grazie alla carica luce . € 298 finisce «specifico e concreto»). «Al di là dei profili penali - precisa il magistrato contabile riferendosi all’inchiesta della Procura della Repubblica denominata «Rimborsopoli» - in questa sede ci si deve soffermare sull’inesistenza di alcun nesso di causalità fra le spese contestate, e per le quali si era ottenuto il rimborso attraverso un meccanismo di anticipazioni e successive rendicontazioni, e l’attività rappresentativa svolta. Le indagini del drappello della Guardia di finanza hanno portato ad accertare - secondo Oricchio - che nel periodo in esame oltre 4mila titoli di spesa portati a rimborso non sono riconducibili all’attività istituzionale, con l’ovvia conseguenza che non possono essere inseriti nella categoria delle spese di rappresentanza e non sono rimborsabili, a differenza di quanto è avvenuto». L’esame della documentazione acquisita, sostiene il procuratore Oricchio, «ha portato all’emersione di un diffuso malcostume amministrativo». Solo quattro consiglieri non sono incorsi immediatamente nell’abuso rilevato: Maria Antezza, Erminio Restaino, Vincenzo Ruggiero e Antonio Tisci. A Di Lorenzo venivano contestate spese per 900 euro. Ma il procuratore ha ritenuto i conti in regola e ha archiviato la posizione dell’ex consigliere regionale. Ora saranno i giudici della Corte dei conti a valutare il danno erariale. RASSEGNASTAMPA Mercoledì 30 aprile 2014 21 ECONOMIA&FINANZA Arriva la lettera di Etihad Alitalia: tagli da 400 milioni Riduzione degli stipendi oltre i 40.000 euro. Duemila esuberi l ROMA. Dopo un’attesa durata quasi un mese, finalmente arriva la lettera di Etihad dalla quale dipende il futuro di Alitalia. Sui contenuti resta ancora il massimo riserbo, in attesa che l’amministratore delegato Gabriele Del Torchio la illustri alle parti sociali, agli azionisti ed al Governo, come ha spiegato il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, dopo aver annunciato lui stesso l’arrivo della lettera da Abu Dhabi. Il prossimo appuntamento con i sindacati è per il 2 maggio, mentre non sono in programma riunioni del consiglio di amministrazione nei prossimi giorni. Sicuramente, sottolineano fonti vicine al dossier, la lettera, che conterrebbe le condizioni per chiudere l’accordo, rappresenta un «grandissimo passo avanti» verso l’intesa dopo la frenata della prima missiva arrivata a Fiumicino 10 giorni fa. La nuova lettera, infatti, definisce i contorni della trattativa e pone «le condizioni per portare avanti il negoziato», che è stato illustrato dall’azienda ai sindacati, nel primo incontro dopo due mesi di stallo al tavolo sulla riduzione del costo del lavoro. Un confronto che però è ripreso in salita, con le sigle dei trasporti che avvertono: no a nuovi sacrifici senza un accordo con Etihad, anche perchè avverte Marco Veneziani della Uilt, è «molto difficile che Alitalia possa sopravvivere da sola». La linea aerea, però, ci prova e mette sul piatto, con un segnale che sicuramente non procurerà dispiaceri ad Etihad, tagli ai costi per 400 milioni di euro, un importo superiore ai circa 300 milioni annunciati a luglio 2013. E, stando a quanto riferito dall’azienda ai sindacati, ad oggi sono già stati risparmiati 290 milioni. Restano invariati i numeri relativi ai tagli del costo del lavoro: 128 milioni, di cui ne mancano ancora all’appello 48 (si punterebbe al blocco di indennità e alla riduzione degli stipendi oltre i 40.000 euro). Nella lettera potrebbe esserci nero su bianco la cifra che Etihad intende versare nelle casse di Alitalia e che potrebbe essere salita fino a 560 milioni di euro, a fronte delle principali richieste della compagnia araba: in primis il nodo del debito, che Etihad vorrebbe rinegoziare per 400 milioni e su cui le trattative con le banche sarebbero ancora in corso. La preoccupazione maggiore per i lavoratori riguarda le richieste sugli esuberi, di cui non LA PARTITA Nella foto accanto al titolo, Gabriele Del Torchio amministratore delegato di Alitalia A sinistra: il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi . si è parlato nell’incontro con i sindacati, che rimandano la trattativa sul tema ad un momento successivo alla presentazione del piano industriale di Etihad. Le cui richieste, comunque, dovrebbero essere più vicine a 2.000 esuberi che non a 3.000, con un forte coinvolgimento del personale di terra. Sul tema è intervenuto a gamba tesa anche il presidente del Consiglio del piano Fenice, Silvio Berlusconi, ha rivendicato il salvataggio di Alitalia, «facendola restare italiana», ma ha sottolineato che ora Ryanair trasporta il triplo dei passeggeri con meno della metà del personale, indispettendo il ministro Lupi: l’in- tesa con Etihad è «la migliore risposta a Berlusconi, che non so se si è dimenticato di essere un imprenditore, quando ha proposto di licenziare 9.000 persone. Il che mi sembra una cosa impensabile». Tra le richieste di Etihad c'è inoltre la manleva sui contenziosi pregressi, oltre ad alcune misure infrastrutturali come l’alta velocità con Fiumicino e la liberalizzazione di Linate. «L'alta velocità negli aeroporti italiani non va portata perchè ce lo chiede Etihad ma perchè siamo un grande paese», ha spiegato sempre Lupi, mentre il destino di Linate continua a preoccupare le autorità lombarde. Partita delle pay tv nel vivo Mediaset sferra l’attacco ai giganti di Internet MILANO – La partita per lo sviluppo delle attività pay tv di Mediaset entra nel vivo e l’esito «è aperto a molte soluzioni». Lo conferma Pier Silvio Berlusconi, il primo che volle investire nel settore, confermando che «stiamo dialogando con più gruppi internazionali» e che per ora sono stati firmati solo accordi non vincolanti. Cioè quelli che servono ad avviare nei prossimi giorni la «due diligence» sui conti di Premium: tanto è bastato perchè in Borsa il Biscione passasse un’altra giornata molto positiva, chiudendo in crescita del 3% nonostante la pubblicità fatichi a ripartire. Nel primo trimestre dell’anno la raccolta pubblicitaria di Publitalia è infatti scesa dell’1% rispetto allo stesso periodo 2013 anche se «nel totale dei primi 4 mesi ci stiamo avvicinando al pareggio», afferma il numero uno del comparto Giuliano Adreani, spiegando che «aprile è andato benissimo nella prima parte, mentre nella seconda stiamo un po’ soffrendo». Con stime per l’intero 2014 che rimangono comunque lievemente positive. «Da italiano tifo per questo governo, ma servono azioni che stimolino l’economia e i consumi nel più breve tempo possibile», aggiunge il vicepresidente di Mediaset Pier Silvio Berlusconi. Scaroni lascia l’Eni con gli utili in calo del 15% ASSEMBLEA IL 21 MAGGIO I SOCI DECIDERANNO SE ACCOGLIERE LA RICHIESTA DI PROFUMO E VIOLA DI PORTARE IL CAPITALE DA 3 A 5 MILIARDI l ROMA. L'ultima trimestrale di Paolo Scaroni alla guida dell’Eni mostra l’utile in calo, ma la Borsa premia il gruppo petrolifero (+2,95%, meglio del +2,15% dell’indice FtseMib), che è comunque riuscito a contenere la flessione con risultati migliori delle attese. Nel primo trimestre del 2014 l’utile netto si è fermato a 1,3 miliardi, in calo del 15,6% rispetto allo stesso trimestre del 2013 e più o meno allo stesso modo è andata per quello adjusted (vale a dire in assenza di componenti straordinarie) a 1,19 miliardi (-14,3%). Scaroni, nella nota, parla di «risultati solidi in un mercato ancora difficile» e sottolinea in particolare il «buon andamento» della divisione Esplorazione e produzione, proprio quella guidata dal suo futuro successore (il cambio della guardia è previsto per l’assemblea dell’8 maggio) Claudio Descalzi. In realtà anche questo fondamentale settore ha chiuso con un calo del 21% dell’utile netto adjusted a 1,3 miliardi, ma non per una flessione della produzione di idrocarburi, che viceversa è aumentata dello 0,6% rispetto allo scorso anno e del 2,5% sull'ultimo trimestre 2013. A pesare, dunque, sono il prezzo del petrolio (-3,9% il Brent) e il rafforzamento dell’euro (+3,7%). L’altra voce positiva del bilancio è quella del settore Gas & Power, che chiude con un utile adjusted di 157 milioni, contro la perdita di 141 milioni. In questo caso, il contributo determinante è arrivato dalla rinegoziazione del contratto a lungo termine con la norvegese Statoil: la nota dolente delle vendite di gas, infatti, resta in tutta la sua gravità, con una flessione dell’11%. Le voci che fanno da zavorra, invece, sono un po’ sempre le stesse: particolarmente grave appare la situazione della divisione Refining & marketing, la cui perdita netta adjusted ammonta a 159 milioni, circa il triplo sul primo trimestre 2013. Il settore appare «penalizzato dal continuo deterioramento dello scenario di raffinazione e della domanda di carburanti»: le vendite di prodotti petroliferi sul mercato italiano sono infatti scese ancora (-12%) a 1,45 milioni di tonnellate. Anche il settore Ingegneria e Costruzioni ha registrato un calo del 26,9%, per effetto dei minori margini delle commesse in fase di completamento. In difficoltà è anche la chimica, con Versalis, che a causa della «perdurante debolezza della domanda di commodity plastiche» registra una perdita netta adjusted in peggioramento da 58 a 75 milioni. l SIENA. Il Montepaschi approva il primo bilancio nelle vesti di public-company. Col voto di maggioranza espresso dal mercato (il 14,7% sul 34% presente), per la prima volta nella sua storia Mps ha detto sì ai conti – archiviati nel 2013 con un miliardo e 400 milioni di perdite – senza poter contare Montepaschi, ormai «public-company» approva il bilancio senza la Fondazione sul voto determinante della Fondazione, ormai ridimensionata. L’assemblea è servita, dunque, come banco di prova in vista del grande giorno (21 maggio) in cui i soci saranno nuovamente convocati per decidere se accogliere o meno la richiesta di Profumo e Viola di incrementare l’aumento di ca- pitale da 3 a 5 miliardi. E così la riunione è passata senza intoppi se non per un ritardo all’avvio dei lavori per consentire di raggiungere il quorum del 33%, necessario per costituire la riunione anche in seduta straordinaria per recepire le norme sulle quote rosa e dei consiglieri indipendenti. Il momento più «caldo» l'intervento del leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, per la seconda volta all’assemblea di Siena e non a caso alla vigilia di elezioni. Grande assente, invece, il presidente della Fondazione, Antonella Mansi. La neo-quarantenne è stata sostituita dal direttore generale Enrico Granata che però ha preferito non intervenire nè sul bilancio nè sugli altri punti all’ordine del giorno. Un atteggiamento «di discontinuità rispetto al passato», è stata l’interpretazione del presidente Profumo. Palazzo Sansedoni si è così presentato portando con sè l’intera quota del 9%, destinata a ridursi al 2,5% una volta che Bankitalia (entro maggio) darà il via libera alla vendita del 6,5% ai due nuovi azionisti sudamericani, Fintech e Btg Pactual. Al di là dell’ente, la mappa dei soci non ha evidenziato particolari novità, confermando il fondo americano Blackrock secondo azionista (3,22%), segui- to dai francesi di Axa (3,72%), JpMorgan (2,53%) e la famiglia Aleotti (1%). A fare la voce grossa, quindi, il mercato indistinto (investitori istituzionali, privati e famiglie) che ha portato in sala il 14,5% del capitale. Il bilancio, così come le altre delibere, sono passate con risultati plebiscitari. In vista dell’assemblea di maggio per la ricapitalizzazione, Viola ha ribadito la tabella di marcia dell’operazione (da metà giugno a metà luglio) e che chiederà al ministero dell’economia una dilazione per il pagamento della cedola sui Monti bond in scadenza a luglio. Quanto all’importo da 5 miliardi, «l'auspicio è che sia sufficiente», ha detto, ma questo si saprà solo a ottobre, dopo l’asset quality review e gli stress-test Bce. Quanto al futuro della banca, oggi public-company, Profumo ha ammesso di non avere «nessuna» certezza che la banca avrà dei soci stabili post aumento. «L'unico modo per difendere un’azienda è cercare di essere redditizi e valere molto – ha concluso -. Altre forme di difesa hanno sempre fatto morire le aziende. Cercheremo di fare del nostro meglio ma mi faccia dire che gli azionisti possono essere stabili oggi e non domani». Nicola Capodanno RASSEGNASTAMPA LETTERE E COMMENTI 25 Mercoledì 30 aprile 2014 VALENTINI Mezzo pieno o mezzo vuoto? >> CONTINUA DALLA PRIMA ci troviamo, qual è l’alternativa? Non c’è. Matteo Renzi è il segretario del partito di er ricapitolare brevemente la si- maggioranza relativa e, in quanto tale, è tuazione, ripeterò che a mio pa- legittimamente il capo del governo. È il rere – come qui ho già avuto primo leader del Pd che è riuscito a dimodo di scrivere in passato – ventare anche premier. Ed è anche il primo sarebbe stato meglio fin dall’inizio ripri- che, provenendo dalle file dell’ex Marstinare il Mattarellum, l’ultima legge elet- gherita, ha interrotto la sequenza torale legittima, per tornare quindi alle Pci-Pds-Ds, incarnata prima da Walter Velurne. Tanto più dopo la sentenza della troni, poi da Pierluigi Bersani e infine da Corte costituzionale che Guglielmo Epifani, con il ha abrogato il Porcellum, breve intervallo della delegittimando di fatto il “reggenza” di Dario Parlamento attuale sul Franceschini. piano politico. E per riPuò piacere o non piasalire ancora più indiecere, ma il giovane pretro, probabilmente alla fisidente del Consiglio rapne del 2010 il Capo dello presenta una discontiStato avrebbe fatto menuità che corrisponde alglio a prendere atto che le le attese di una larga parmozioni di sfiducia di Pd, te dell’elettorato di siniIdv, Udc e Fli mettevano stra e anche di un eletin minoranza l’ultimo gotorato trasversale che orverno Berlusconi, evitanmai ha rinnegato il cendo magari di concedergli trodestra e rifugge un mese di proroga per la dell’estremismo grillino. “campagna acquisti” e PREMIER Matteo Renzi, 39 anni Una volta tanto, come ha sciogliendo di conseguenriconosciuto perfino za le Camere. Massimo D’Alema, lo schieramento proNon saremmo passati sotto le forche gressista ha trovato un abile comunicatore caudine delle “larghe intese”. Non avrem- che sa parlare direttamente alla gente. E mo avuto in successione tre governi e tre forse un leader, più o meno carismatico, in presidenti del Consiglio scelti dal Qui- grado potenzialmente di vincere le elerinale piuttosto che espressi da un re- zioni e almeno avviare la modernizzazione sponso popolare. È vero che la nostra è pur del Paese. sempre una Repubblica parlamentare e Mentre la casa brucia, continuiamo inche anche gli ultimi tre governi hanno vece a discutere se - per spegnere l’inottenuto regolarmente la fiducia. Ma nes- cendio – è meglio usare la pompa dell’acsuno può ignorare onestamente il deficit qua, l’estintore o la polvere ignifuga. C’è d’investitura che ha condizionato i governi chi si ostina a spaccare il capello in quattro di Monti e di Letta e che tuttora pesa come o magari in otto. E chi, anche all’inter no un’ipoteca sul governo Renzi. del Partito democratico, rema contro il suo Ciò detto, a questo punto, nella situa- leader e il suo premier. zione in cui siamo e nelle condizioni in cui Prova ne sia la discussione, francamente P grottesca, sulla riforma del Senato. Da trent’anni e passa, si dice basta con il “bicameralismo perfetto”, con la duplicazione delle funzioni fra le due Camere, con il ping-pong legislativo tra Montecitorio e palazzo Madama. Prima Renzi propone l’abolizione del Senato elettivo, sebbene nel suo progetto originario la maggior parte dei componenti (108 sindaci di capoluogo e 21 presidenti di Regione su 150) siano stati già eletti dal popolo. E dal suo stesso partito, arrivano non emendamenti o correttivi come pure sarebbe lecito e comprensibile, bensì addirittura una proposta alternativa del senatore Vannino Chiti, su cui convergono dall’opposizione il Movimento Cinque Stelle e addirittura una parte di Forza Italia. Poi si ripiega su una mediazione al ribasso, per cui il Senato rimane “non elettivo” e viene composto da una rappresentanza dei consiglieri regionali, anche loro eletti in precedenza. È così che il Partito democratico intende favorire le riforme e sostenere il governo che le promuove? Oppure, è un boicottaggio da “fuoco amico”? Ovvero un attacco strumentale che punta a destabilizzare l’esecutivo guidato dal segretario del medesimo Pd? Anche per difendere meglio il suo impegno di rinnovamento da questo tiro incrociato, Renzi farebbe bene a non compromettere l’autonomia della libera stampa, ripristinando l’obbligo di pubblicità legale sui quotidiani. Non sarà la babele di Internet a fare opinione in funzione dell’interesse generale. E la trasparenza degli appalti pubblici, garantita proprio dalla pubblicità sui giornali, rappresenta già di per sé un antidoto contro la corruzione e la dilapidazione della spesa pubblica. Giovanni Valentini GENNARO PICINNI Se qualcuno fa il diavolo a 4 D i recente Sky Cinema ha mandato in onda «Tutti gli uomini del Presidente» (1976) di Alan J. Pakula nella scintillante versione restaurata. Sarebbe estremamente stucchevole se volessi ritornare sullo scandalo «Watergate» che portò il Presidente Richard Nixon alle dimissioni. Non altrettanto stucchevole potrebbe essere la descrizione della redazione del «Washington Post» che fece scoppiare il caso (e che le «intellighenzie» d’Oltreoceano anteponevano al «N.Y.T. ») nonché la presa d’atto della recessione dei «newspaper» negli USA e nel mondo. Redazione, dicevo, che in un «open space» da poter contenere un «Boeing 767», costringe i due redattori-protagonisti Robert Redford e Dustin Hoffman a folli corse da un telefono all’altro fino a conferire col direttore Jason Robards affiancato dal redattore capo Martin Balsam. Se è vero che oggi, col superamento numerico dei bianchi da parte dei neri e dei «latinos», l’America si è data un Presidente «abbronzato» come Barack Hussein Obama ed un sindaco di New York «oriundo» come Bill de Blasio (per non parlare delle rispettive mogli) quarant’anni fa negli USA l’acronimo WASP faceva la granitica differenza ritenuta inattaccabile. Talché nella «redazione-hangar» figura soltanto un caposervizio «colored», per non dire delle «quote rosa» forse al 5%. E se è vero che il contesto «vintage» ha un fascino nelle nostre menti non abbastanza illuminate dalla «informatizzazione ad oltranza» (escludendo le maniacali «iperconnessioni») ebbene, culliamoci al ticchettío delle innumerevoli «Remington» e consoliamoci con trionfi di fumogene «Lucky Strike», di block notes, di telefoni fissi dal «rotellone» mai fermo, di ricerca di numeri su taccuini, di consultazioni cartacee di schedari e tabulati fino a notte fonda, di «american coffee», di estenuanti visite a domicilio per ottenere reticenti testimonianze, di telefoni a gettone e di «compiti a casa» (il tutto svolto dai due giovanissimi cronisti dai capelloni «nella misura» e collettoni e cravattoni «fuori misura» all’epoca «trendy»). A quanto sopra descritto si oppone oggi un allegorico «meticciato» (absit iniuria verbo) «da esportazione», ben recepito qui da noi nel mentre che procede – ovviamente iperconnesso – verso un futuro sempre più impostato su una (spesso) vacua velocità. A dispetto di una Economia ai minimi e di una classe politica che pare addirittura ferma a cesellare bizantinismi rapportabili soltanto ad una «aurea mediocritas» e di una monolitica «burocrazia» paragonabile allo scoglio delle Scole (del quale un minuscolo frammento fu capace di far affondare la «Concordia» all’isola del Giglio). E sapete qual è il «totem» del sistema burocratico? Nient’altro che quel foglio di 21 x 29,7 cm: il cosiddetto formato A4. Berlusconi a suo tempo sottolineò (magari esagerando un po’) che, malgrado la informatizzazione, in Italia si consumano ogni giorno tanti A4 da formare un cubo della dimensione del Duomo di Milano ad altezza «Madunina». Avete voi presente, per fare un esempio, quegli italici, voluminosi «faldoni» processuali trasportati a volte con carrelli nelle aule giudiziarie? Pertanto (tornando all’inizio del récit) se da una parte cresce «l’insostenibile leggerezza dell’A4», dall’altra le tirature dei giornali calano a livello globale. Tanto da spingere al giuramento Mrs. Jill Abramson in veste di direttore: - «N.Y.T. io ti salverò» - che vale più di ogni altro. E, per rimanere nel cartaceo, l’equazione ci dice «tanti più A4 per stampanti, tante meno bobine per rotative». A men che non si vogliano invertire i significati di una «schiavitù burocratica» con «libertà di stampa». Comunque, in questo «mischiar le carte» come se si trattasse di una partita di un gioco d’azzardo, mentre da un lato c’era ieri chi rilevava il «peso» delle pagine A4, dall’altro c’è oggi chi vorrebbe tagliare un servizio di indubbia utilità quale la «pubblicità legale» alle «testate indipendenti che non percepiscono contributi pubblici» (come il Giornale che state leggendo), convogliandola sul WEB, nella «presunzione» che tutti gli interessati ne abbiano dimestichezza. Nulla di più falso, anzi è dimostrato il contrario perché comunque tuttora, come suol dirsi, «carta canta che villan dorme». E se Pieter Bruegel, nel quale Charles Baudelaire intravedeva «… una sorta di grazia speciale e satanica…», intitolò un suo capolavoro «Il combattimento tra Carnevale e Quaresima» (1559), oggi assistiamo a quello tra «A4 e Bobine», altrettanto satanico se pensiamo alla «nuvola» dei sullodati fogli sprigionatasi nell’istante dell’impatto dei «Boeing 767» di Atta con le Twin Towers. E dire che ancora oggi c’è chi, per promulgare leggi sbagliate, fa «il diavolo A4». LA PROSPETTIVA DEV’ESSERE EUROPEA NON NAZIONALE di VITO SPADA C erchiamo di riassumere i dati statistici sulla crisi economica che affligge il nostro Paese. Dall’inizio della crisi finanziaria del 2008 il prodotto lordo italiano si è contratto del 9%, la produzione industriale del 25% e gli investimenti fissi sono diminuiti del 30%. A questo bisogna aggiungere la perdita di competitività che abbiamo registrato negli ultimi 10 anni di circa il 20%, con il costo del lavoro che è cresciuto dal 1999 al 2008 del 3% l’anno con ritmi superiori alla media dell’eurozona. I minori investimenti di capitale fisso, l’aumento del costo del lavoro per unità di prodotto e le minori esportazioni registrate nel periodo, hanno contribuito con la perdita conseguente della produttività e della competitività sui mercati, alla crisi economica. Al contrario, l’eurozona ha registrato al 2008 al 2013 una flessione del prodotto lordo interno dell’1% con un aumento per la Germania del 4,5% e per la Francia dello 0,7%. A conferma della tendenza diversa fra i dati economici dell’Italia e quelli degli altri Paesi nell’euro, si è registrato tra il 2007 ed il 2013 un aumento delle esportazioni di quei Paesi in media dell’11%, mentre quelle italiane sono state praticamente nulle. Eppure tutti i Paesi dell’eurozona sono arrivati all’appuntamento con la moneta comune in condizioni finanziarie omogenee con un riallineamento dei costi del capitale a seguito della integrazione monetaria e della scomparsa del rischio di cambio. Non solo. I bassi tassi di interesse ottenuti con l’euro, soprattutto per l’Italia che aveva vissuto periodi di alta inflazione, potevano essere la condizione ideale per una ristrutturazione del bilancio pubblico che invece non si è fatta perché abbiamo privilegiato i consumi agli investimenti. Negli anni iniziali dell’euro la Germania registrava una crescita economica dell’1,2% inferiore persino a quella italiana dell’1,5% e della media europea del 2,1%. Sono state le riforme strutturali sul mercato del lavoro del Cancelliere Schroeder in Germania, a permettere a quel Paese di ottenere negli anni successivi le migliori prestazioni economiche che tutti osserviamo. In questo contesto bisognerebbe ricordare che la Germania aumentando in questi anni le importazioni dal resto dell’Europa (+46%) ha visto diminuire il suo attivo verso i Paesi europei (a causa delle maggiori importazioni) e contemporaneamente lievitare il suo attivo verso il resto del mondo. A dimostrazione della sua abilità ad intercettare la domanda dei mercati internazionali con prodotti ad alta tecnologia. RESPONSABILITÀ -Questo significa fra l’altro che l’euro non è responsabile della nostra crisi che deriva dalla nostra incapacità di stare sui mercati con le responsabilità di una moneta comune. Abbiamo ottenuto, con tutti i Paesi periferici dell’eurozona all’inizio dell’adesione all’euro, un largo afflusso di capitali dalla Germania che sono stati utilizzati per finanziare consumi e non sostegni agli investimenti. Questo gap di ristrutturazione non fatta, presenta oggi il conto nella mancata crescita economica che è interamente dovuta alle nostra incapacità di riformare la nostra economia. Come abbiamo visto la nostra capacità competitiva sui mercati internazionali si è molto ridotta sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi. Non abbiamo intercettato la maggiore domanda globale dei Paesi emergenti perché a differenza degli altri Paesi dell’eurozona il valore delle esportazioni italiane è cresciuto molto di meno rispetto agli altri Paesi dell’eurozona. L’Italia , diversamente dagli anni d’oro, è poco esposta alla concorrenza internazionale e continua a privilegiare i settori interni poco efficienti e senza competizione effettiva, soprattutto nel settore dei servizi. Basta pensare al mercato dell’energia dove paghiamo tariffe molto più alte degli altri Paesi europei. Da questo punto di vista le decisioni del nuovo Governo mentre cercano da una parte di fare ripartire la domanda che effettivamente langue, rischiano di non avere effetto sul lato dell’offerta. Intervenire timidamente nel taglio del cuneo fiscale per ridurre il costo complessivo del lavoro e non procedere speditamente e con convinzione sulla riforma del mercato del lavoro, potrebbe non creare l’incentivo corretto all’intero sistema economico che continuerebbe a privilegiare i settori interni e non esposti alla concorrenza internazionale. Questa direzione è quella che al contrario deve essere privilegiata se vogliamo rimanere a galla sui mercati con le necessarie trasformazioni aziendali. Dobbiamo cercare cioè di incentivare la produttività con la fusione delle micro imprese familiari che non possono da sole sostenere i mercati, migliorare le funzioni di organizzazione aziendale per molte imprese ferme al solo rispetto formale della autonomia aziendale , favorire con agevolazioni fiscali le imprese che si impegnano nei nuovi settori tecnologici e sostenere con una burocrazia più efficiente , una giustizia più rapida e un “sistema paese” più integrato, tutta l’attività economica che non può essere osteggiata per principio. La prospettiva deve essere europea, non nazionale. RASSEGNASTAMPA 2 mercoledì 30 aprile 2014 POLITICA Berlusconi attacca i giudici: «Sentenza Mediaset è golpe» ● L’ex Cavaliere: «In Italia abbiamo avuto quattro colpi di Stato» ● Ma il vero bersaglio è Grillo: «Come Hitler» ● L’ira per lo stop: «Vogliono zittirmi». Avvocati e famiglia predicano prudenza FEDERICA FANTOZZI twitter @Federicafan In bilico tra consapevole strategia da «martire della giustizia» e sparate una più grossa dell’altra all’insegna del ritorno del «caimano picconatore», a 25 giorni dal voto per le europee Silvio Berlusconi rischia grosso. Pattinando sul ghiaccio sottile che separa una campagna elettorale aggressiva e competitiva con il rivale Beppe Grillo dallo sforamento dei limiti impostigli dai magistrati di sorveglianza. Che lo avvertono: sebbene non sia stata aperta nessuna procedura ufficiale, le sue dichiarazioni sono monitorate e in caso di eccessi rischia una diffida. Nel novero delle possibilità c’è il cartellino giallo, prima della eventuale revoca dell’affido ai servizi sociali. Dove comincerà venerdì 2 maggio con le prime 4 ore presso la Sacra Famiglia. Intanto, c’è un nuovo passo nell’escalation di attacchi dell’ex premier. Dopo Giorgio Napolitano, «parte attiva» nello strappo ai suoi danni di Ganfranco Fini e ieri liquidato come «profondo rosso». Dopo Alfano e gli altri dell’Ncd bollati come «poltronisti» e «traditori». Dopo Angela Merkel, sacerdotessa dell’austerity e dell’Europa che non esce dalla stagnazione: altro che i vecchi Kohl e Adenauer. Stavolta Berlusconi se la prende con Beppe Grillo, paragonandolo addirittura a Hitler, Robespierre, Marx e Lenin: «Gli italiani devono imparare ad avere paura di lui per come organizza la sua setta». Usa termini e concetti piuttosto simili al linguaggio grillino: «Mi ricorda personaggi come Robespierre oppure Marx e Lenin. Robespierre, voleva imporre uno Stato di virtù, ed è finito nel terrore, con la ghigliottina. Marx, Lenin e Stalin diedero vita al regime comunista, il più accentratore, più criminale e sanguinario della storia. Grillo è il prototipo di questi signori, Hitler compreso». Ennesima apparizione sui media - a Mattino 5, di nuovo su Mediaset - per l’ex Cavaliere, convinto che solo un massiccio bombardamento (virtuale) della sua persona nelle case degli italiani può evitare il tracollo di forza Italia al 15% alle imminenti Europee. E se lo share delude - sia la D’Urso che Formigli sono andati sotto la loro media - i sondaggi mostrano una timida risalita. Così il leader attacca il bersaglio grosso: quel Beppe Grillo che, a sua volta, punta a scalzare il Pd di Renzi da primo partito girando l’Italia contro la «peste rossa» e promettendo agli elettori che se vince rivendicherà per sé Palazzo Chigi. Non soltanto la fidata Alessandra Ghisleri ha avvisato Silvio che i suoi voti in uscita non vanno agli alfaniani bensì ai pentastellati. Ieri anche Maurizio Belpietro ha ammonito sulla prima pagina di «Libero«: «Cavaliere torni in sella e cavalchi la rivolta. I suoi elettori non la capiscono più». Argomentando sulla missiva di un’ex elettrice che il 25 maggio sosterrà M5S perché non le piace l’abbraccio con Renzi «demagogo di sinistra». Così l’ex direttore del «Giornale» esorta il suo ex editore a riprendersi la battaglia contro superburocrati, sprechi della P.A., tasse ed eurofunzionari. Berlusconi, in cuor suo, è d’accordissimo. E in videocollegamento a una manifestazione a Torino insiste: «La si- tuazione è peggio del ‘94, c'è M5S che è guidato da un personaggio che definire inquietante è troppo poco, è un pericolo assoluto per il nostro futuro». Il problema, come sa chi lo conosce, non è attivare Berlusconi ma fermarlo quando è partito. Se ne è resa conto la task force dell’informazione - Giovanni Toti, Maria Rosaria Rossi, Deborah Bergamini - quando a «Porta a Porta» Silvio ha disatteso i consigli di non esagerare. «La linea la decido io». Dimenticando i limiti posti dai magistrati di sorveglianza per la concessione. Così, l’avvertimento dei giudici arriva forte e chiaro ieri pomeriggio. L’ex Cavaliere è furibondo, legge nello stop l’ennesima manovra del Quirinale: «Vogliono zittirmi, come faccio a fare campagna elettorale così?». Gli avvocati lo avvertono dei pericoli che corre. Anche i figli lo esortano a maggiore prudenza. Non può continuare a parlare di «4 golpe» anche se senza carri armati, di una sentenza «inaccettabile e mostruosa», di Napolitano come regista di trame oscure. Ma può essere letta come rifiuto della pena anche l’esternazione: «È ridicolo pensare che si possa rieducarmi consegnandomi a dei servizi sociali e a dei colloqui quindicinali con assistenti sociali». Anche Toti cerca di indurlo a più miti consigli, poi minimizza: «Non spara sui giudici». Il proseguimento della campagna elettorale è tutto da valutare, ma ieri c’è stata se non una frenata almeno una pausa di riflessione. Per capire la portata elle possibili conseguenze. Sta di fatto che il comizio previsto sabato 3 maggio al teatro di Milano non è ancora confermato, in attesa di definirne i «paletti». Intanto, Gaetano Quagliareillo e Fabrizio Cicchitto scrivono all loro ex presidente una lettera aperta: «Con noi e senza cupio dissolvi avrebbe avuto la grazia. I presuposti c’erano, poi i cattivi consiglieri hanno avuto la meglio». Silvio Berlusconi durante un’apparizione televisiva IL CASO Vietti: «Chi mira sul Capo dello Stato scherza col fuoco» «Chi pensa di farsi la campagna elettorale utilizzando come bersaglio il presidente della Repubblica scherza col fuoco». Così il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, ha commentato ieri, a margine del plenum, le dichiarazioni del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sul Capo dello Stato ripetute in vario modo in tv. «Napolitano - sottolinea Vietti - è sempre stato e continua ad essere per tutti gli Italiani la garanzia del corretto rispetto delle regole e dell’equilibrio tra poteri. Il mio consiglio - conclude il vicepresidente del Csm - è scherzare con i fanti e lasciare in pace i santi». Sono continui gli insulti dell’ex premier al Presidente della Repubblica. Ieri a «Mattino 5», per altro sulle sue televisioni (Canale5), ha voluto fare lo spiritoso dicendo che il Capo dello Stato gli ricorda il film horror «Profondo rosso». .. . Ghisleri, (Euromedia): i consensi perduti da Fi vanno al M5S Silvio alza il tiro .. . Venerdì 2 maggio le prime quattro ore presso la Sacra Famiglia Il giorno prima aveva detto, sempre in televisione, che Napolitano Napolitano doveva sentire «il dovere morale» di concedergli la grazia di sua iniziativa, perché la sentenza di condanna per il processo Mediaset sarebbe «infondata e ingiusta». Poi, indirettamente, l’ex premier ha accusato il Capo dello Stato di aver messo in atto «quattro golpe» con i cambi di governo dal 2011, da quando lui si è dimesso (e non dice mai che aveva perso la sua maggioranza). In compenso Berlusconi sta usando un leit motiv della campagna elettorale pe dire che Napolitano avrebbe ordito un complotto con Gianfranco Fini per spodestarlo: «Sono venuto a scoprire che Napoltano, ndr - spingeva Fini a mandare la maggioranza dall’altra parte, mandando a casa il governo eletto dagli elettori» e che già a giugno del 2011 stava lavoravando, secondo lui, a un nuovo governo con Monti. Tutto verificato da testimoni, giura Berlusconi, peccato che naturalmente non faccia nomi. «L’ex premier guarda i sondaggi e alza i toni, ma rischia» NATALIA LOMBARDO @NataliaLombard2 Berlusconi definisce la sua condanna un «golpe»? «Deve alzare i toni per recuperare sui sondaggi. Rispettare le restrizioni che gli ha imposto il Tribunale di Sorveglianza non gli conviene. Bisogna vedere cosa farà la magistratura». Felice Casson senatore del Partito democratico, ex magistrato, non discute la correttezza della scelta fatta dai giudici di Sorveglianza, quanto l’opportunità di imporre misure così tenui. Berlusconistaalzandoitonidellacampagnaelettorale,attaccaigiudicichel’hanno condannato e dice che la sua sentenza è stata un «golpe». Ma sono cose che non può dire... «La sua è una ferrea strategia, quella di alzare i toni. Lui e i suoi non riescono a invertire il trend negativo dei sondaggi su Forza Italia, quindi ha bisogno di uno scatto. Solo la reazione forte e violenta anche alle decisioni della magistratura può eccitare gli animi». Secondo lei l’ex premier lo fa apposta per tirare la corda e spingere i giudici a togliergli l’affidamento ai servizi sociali e così fare la vittima dai domiciliari? «Questa è la sua impostazione di origine. Del resto rispettare le restrizioni imposte dal Tribunale di Sorveglianza non gli giova ai fini della campagna elettorale. Si vede che lui e i cervelli pensanti attorno a lui hanno calcolato che sia meglio correre questo rischio, dare uno scatto per vivacizzare, piuttosto che fare una campagna elettorale piatta e contenuta, quindi perdente». Ma se attacca i magistrati che hanno emesso la sua sentenza, quanto rischia? «Mah, ci sono tanti condannati che contestano le loro sentenze, anche in modo più violento. Il fatto è che Berlusconi ha molti più mezzi di comunicazione. Un condannato normale parla male dei suoi giudici e se lo tiene per sé, non interessa a nessuno. Uno come lui, che dice pubblicamente queste cose, naturalmente fa molto clamore». Ma può fare campagna elettorale così apertamente? «I giudici sono rimasti certamente nei limiti della normativa, che concede al Tribunale di Sorveglianza una discrezionalità amplissima. Passare da una condanna a quattro anni per fatti così gravi al vedere che deve scontare ai servizi sociali solo quattr’ore alla settima- «Bisogna vedere chi è il gatto e chi è il topo...». L’INTERVISTA Lei cosa si aspetta da questa vicenda? Felice Casson «Non credo che possa esserci un rinsavimento del personaggio, sono troppi anni che è così». Il senatore Pd, ex magistrato: «Vediamo che cosa farà la magistratura Hanno scelto le misure più lievi, peccato che non vada tutti i giorni in comunità...» na... be’, è troppo poco». Un trattamento di favore per il condannato Berlusconi Silvio, insomma? «Sicuramente a una persona normale non sarebbe stata data una pena così lieve. È tutto legittimo, la normativa prevede una misura minima e una massima, in questo caso il Tribunale si è tenuto sul livello minimo». Pensa che ci sia stato un accordo politico? «No, no. Sono sicuro che i giudici abbiano agito in piena autonomia, non discuto questo. Semplicemente io dico che non sono d’accordo con questa scelta, Da magistrato lei, se avesse fatto parte del Tribunale di Sorveglianza, l’avrebbe mandato agli arresti domiciliari? la penso diversamente». Berlusconiattaccapureleistituzioni,Napolitano,laConsulta...Anchequesteprovocazioni lo mettono a rischio di finire agli arresti domiciliari? «Fa parte del suo gioco. Se deve alzare i toni per la campagna elettorale, secondo lui deve attaccare il presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale, dire che i magistrati sono di sinistra eccetera. Ora la domanda è: cosa farà la magistratura? Sarebbe interessante saperlo». Insomma, l’ex Cavaliere gioca al gatto col topo con i magistrati? «Ma no, non è questo. Dico solo che la misura scelta è troppo benevola. Mandare Berlusconi tutti i giorni a lavorare in una comunità di recupero, in un’associazione no profit, e ce ne sono tante, avrebbe avuto un senso, magari avrebbe fatto del bene a delle persone». L’ex premier può fare campagna elettorale, ma non è possibile che sia posto un limite alla sua presenza mediatica? È in tvmattinaesera,soprattuttosullesuetelevisioni, e da lì accusa i giudici... È normale? «Il limite non può esserci perché se si considera l’attività politica come un lavoro, il suo lavoro è quello e lo può svolgere. Per questo dico che se fosse stato impegnato tutti i giorni in qualche struttura a svolgere i servizi sociali almeno si sarebbe dovuto dare un senso a questo residuo di pena». RASSEGNASTAMPA 3 mercoledì 30 aprile 2014 Insulti e sparate: teoria e prassi dell’aggressione IL COMMENTO MICHELE PROSPERO SEGUE DALLA PRIMA Strappi continui, affidamento in bilico Dichiarazioni al vaglio del tribunale S ilvio Berlusconi scherza col fuoco. Se lo fa consapevolmente, è in cerca del martirio, nel senso che tenta di provocare gli arresti domiciliari probabilmente utili in campagna elettorale. Se invece parla e le spara a caso, allora sta diventando un uomo non più nel totale controllo di sé. Tendiamo a scartare la seconda ipotesi. L’una o l’altra, ieri mattina i giudici dell’Ufficio esecuzione pene esterne e del Tribunale di Sorveglianza hanno cominciato a «raccogliere le numerose esternazioni televisive» dell’ex premier e si può stare certi che d’ora in poi «ogni parola sarà attentamente valutata e monitorata». Non è ancora stata aperta una vera procedura d’infrazione delle prescrizioni (12) sottoscritte dal condannato Berlusconi che ha chiesto ed ottenuto l’affidamento in prova ai servizi sociali. La «raccolta dei dati» è però l’indizio certo dell’avvio di un monitoraggio che potrebbe anche portare «ad una diffida», una sorta di primo richiamo dell’affidato Berlusconi che dovrebbe andare davanti al suo giudice naturale, Severina Panarello responsabile dell’Uepe, per essere ammonito e invitato a comportarsi in modo consono rispetto alle prescrizioni del Tribunale di Sorveglianza. Che ciò non avvenga mai perché già è complicato gestire il leader politico ai servizi sociali, figurarsi agli arresti domiciliari. Certo è che se la misura sembrava colma lunedì sera dopo le esternazioni dell’ex Cav a PiazzaPulita su La7, ieri mattina la situazione è fortemente peggiorata. Lunedì sera, ai microfoni di Formigli, è tornato sulla «sentenza mostruosa e ridicola» che lo ha condannato per frode fiscale. Ieri, all’ora di colazione (MattinoCinque) ha aggiunto che «la sentenza Mediaset è stata un altro colpo di Stato con due obiettivi: cacciarmi dal Senato per rendermi incandidabile per 6 anni e togliere di mezzo il leader del centrodestra e l'unico che riusciva a tenere insieme i moderati». Tante altre ne ha dette l’ex premier in queste prime due settimane di affidamento (ieri è andato al Centro anziani di Cesano Boscone per «definire l’avvio», ma i dettami di cosa dovrà fare saranno rivelati oggi). Contro il presidente Giorgio Napolitano («se lo vedo in foto mi viene in mente solo profondo IL RETROSCENA CLAUDIA FUSANI @claudiafusani Non è stata aperta una procedura d’infrazione ma il Tribunale raccoglie i dati Nelle restrizioni non può insultare i magistrati. Ora rischia l’arresto domiciliare rosso»), contro la Corte costituzionale «organo di garanzia in mano alla sinistra». E poi l’amico Marcello Dell’Utri «torturato». Dai soliti giudici... Il fatto è che stavolta le esternazioni vanno incrociate con le prescrizioni decise il 15 aprile dal Tribunale di Sorveglianza e sottoscritte da Berlusconi medesimo il 23 aprile dopo quasi un’ora di colloquio con il giudice Panarello. Il progetto rieducativo al quale l’ex premier ha domandato di essere ammesso, è incompatibile con - si legge nel provvedimento di 10 pagine - «le dichia- IL TWEET Kostler, eurodeputato «Chi ha bisogno di Berlusconi nel Ppe?» Il più giovane eurodeputato del Ppe, Martin Kostler, ha postato questo tweet ieri pomeriggio: «Da Berlusconi ci aspettiamo delle scuse. Chi ha bisogno di Berlusconi nel Ppe? Berlusconi è insopportabile». Lo stesso Junker, candidato del Ppe alla presidenza della Commissione europea, aveva commentato duramente le dichiarazioni dell’ex premier sulla Shoah che hanno fatto infuriare Angela Merkel («per i tedeschi i lager non sono mai esistiti»): Junker ha definito «inaccettabile» quello che ha detto Berlusconi, aggiungendo: «Non accetterei mai uno che fa dichiarazioni di questo tipo». E molti pensano a un’espulsione di Forza Italia dal Ppe. razioni offensive e di spregio nei confronti della magistratura». E lo raccomanda di «mantenersi nell’ambito delle regole della civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni». Non sono frasi di circostanza ma punti specifici delle dodici prescrizioni che Berlusconi si è impegnato a rispettare. Attenzione quindi. I giudici di Milano sono stati molto generosi e tolleranti con l’anziano leader politico. Non hanno preteso manifestazioni di pentimento o autocritica tanto che può anche dichiararsi «innocente o vittima di errore giudiziario». Non gli hanno imposto alcun bavaglio, neppure sui temi generali della giustizia. «È tollerato hanno spiegato i giudici di Sorveglianza - tutto quello che rientra in un generale diritto di critica». Ma guai, hanno aggiunto, «se l’affidato dovesse pronunciare parole offensive e di spregio nei confronti dei giudici». Durante l’udienza del 10 aprile il pg Lamanna portò come esempio di ciò non doveva più succedere, quando Berlusconi definì «mafia» quei giudici che dovevano decidere se affidarlo ai servizi sociali o dargli gli arresti domiciliari. La domanda oggi è: peggio dire «giudici-mafia» o «sentenza-colpo di stato»? Il fidatissimo Ghedini gli ha fatto mandare a memoria, prima di cominciare la campagna tv, uno speciale vademecum con rigidi paletti su cosa dire e non dire. Con cura e il cuore in mano l’avvocato ha chiesto al Presidente di rispettare e fare attenzione a quello che avrebbe detto. Ma, come dice il presidente forzista Francesco Sisto, «dare consigli a Berlusconi è come darne a Mourinho in Champions». Nella prima conferenza stampa nella sede di Forza Italia Berlusconi è stato rispettoso arrivando persino a mimare di cucirsi la bocca con ago e filo. Da quando è partita la campagna elettorale, però, ha già sgarrato almeno tre volte: quando ha giudicato la Corte Costituzionale non imparziale; quando ha definito la sentenza Mediaset «una vergogna»; fino a ieri quando è arrivato a giudicarla «un colpo di stato» finalizzato a farlo fuori dal Parlamento e dalla scena politica. È presto per dire a cosa porterà il monitoraggio dei giudici di sorveglianza. Il confine tra lecito e illecito, trattandosi di Berlusconi, è molto sottile. Di certo definire una sentenza «un colpo di stato» è molto oltre il diritto di proclamarsi innocente. .. . Ieri è andato al Centro anziani di Cesano Boscone Oggi si sapranno i suoi compiti Così come non esita ad accusare di golpismo permanente il capo dello Stato. Per catturare i titoli dei giornali, e per vedere l’effetto che fa la sua intemperanza verbale crescente nel troppo pigro termometro dei sondaggi, spara colpi sempre più micidiali. E come se accusare di infedeltà alla repubblica l’alta magistratura ospitata nel Quirinale non costituisse già di per sé una violazione trasparente del patto siglato al momento dell’affidamento in prova ai servizi sociali, il tribunale ha lasciato sinora correre la voce uscita dal senno. Faceva comodo fingere di non sentire negli affondi del Cavaliere il suono stridulo della sovversione. Quando ha percepito che le sue accuse roventi contro l’ordinamento costituzionale scorrevano senza scatenare alcuna riprovazione formale tangibile, Berlusconi ha osato ancora di più. Ha alzato il tiro nella sua sfida demolitrice. E ha gridato che la sentenza della Cassazione, quella che lo ha colpito al cuore costringendolo alla decadenza da senatore, è una cosa mostruosa. Un golpe anch’essa. I giudici, che avevano ascoltato piuttosto indifferenti le gravi accuse complottarde piovere addosso a Napolitano, alla Corte costituzionale, al Parlamento ora sentono il ronzio fastidioso della ingiuria abbattersi anche contro l’operato della magistratura. E perciò, feriti nell’orgoglio della nobile professione, intervengono d’autorità per riparare all’offesa recata alle toghe da un reo acclarato, peraltro in via di rieducazione. E così l’agibilità politica, che il Cavaliere aveva ottenuto con una facilità estrema da giudici assai comprensivi, che gli risparmiarono i temuti arresti domiciliari, rischia adesso di vederla sfumare. Per un eccesso di confidenza nell’impunità, che sempre attende per le sue parole immacolate ogni volta ripulite da eterne smentite, l’attacco ai giudici potrebbe pagarlo in moneta sonante. Per uno che ha con sfrontatezza scolpito sul proprio corpo violato l’immagine del grande perseguitato dalla magistratura d’ogni ordine e grado, non è andata poi così male nella trattativa con le toghe per definire come scontare la pena residua. Ai poveri diavoli certe attenzioni speciali, per assicurare comunque l’agibilità pubblica, non sono proprie conferite. Costoro possono solo attirare la sensibilità civile dei radicali, ricevere la compassione umana di Antigone o suscitare l’attenzione di qualche associazione per i diritti dei detenuti. Il denaro per Berlusconi è invece una attenuante perpetua che gli permette di ritoccare con le sue truppe parlamentari il codice penale scrivendo leggi ad personam capaci di cancellare dei delitti e delle pene. E quando una condanna comunque arriva in giudicato, la potenza simbolica sempre riconosciuta al denaro riesce a trasformare un condannato in via definitiva in un soggetto praticamente innocente che scorazzando nei salotti della televisione può accusare il Quirinale, il Parlamento, la Corte costituzionale, la Cassazione di aver gestito ben quattro colpi di Stato. Loro si che sono i veri criminali. Il senso della colpa da scontare per chi è riconosciuto colpevole, in questo modo sfuma. E, dopo la raffica distruttiva contro i legittimi poteri costituiti, Berlusconi aspira al riconoscimento di un suo esplicito ruolo di padre costituente. Con un gruppo parlamentare che non gli obbedisce più, con la mitica neoborghesia che guarda altrove e non lo capisce bene quando si ripropone come garante sicuro di interessi minacciati, al Cavaliere non riesce più la facile risalita nelle intenzioni di voto. La sua affabulazione non stuzzica come una volta gli interessi materiali del suo popolo, non scalda come un tempo l’immaginario della speranza nei marginali, non accende l’astio diffuso contro i poteri e il sistema dei partiti. E allora non gli rimane che la follia di parole in libertà (provvisoria?) o la prova estrema degli arresti domiciliari, da scontare a pochi giorni dal voto chiamando in soccorso di solidarietà una valanga di schede. Il significato rieducativo della pena, uno dei principi più alti scolpiti nella Costituzione, con il Cavaliere non sembra proprio trovare fondamento. Per lui solo il denaro conta perché colloca il potere al di là del bene e del male. RASSEGNASTAMPA 4 mercoledì 30 aprile 2014 POLITICA Renzi: «Sì alle riforme o me ne vado a casa» Il premier apre a modifiche e rinuncia all’ok entro il 25 maggio: «Via libera il 10 giugno». ● Contro Grillo «Spera che l’Italia vada male così potrà vendere più biglietti del suo spettacolo» ● VLADIMIRO FRULLETTI [email protected] Non conferma la disponibilità a rinunciare alla riforma del Senato in cambio di una vittoria della Fiorentina sabato sera nella finale di Coppa Italia contro il Napoli. In cambio però ribadisce di essere pronto ad tornarsene a casa se non riuscirà a portare in fondo il suo progetto a cominciare, appunto dalle riforme istituzionali. «Avrei preferito non andare a Palazzo Chigi senza passare per il voto perciò se riesco a fare le cose le faccio, se invece le devo mettere sotto il tappeto non ci sto. Non resto qui a tutti i costi» spiega rilanciando il ragionamento fatto in mattinata ai senatori. Certo poi una volta a casa non rimarebbe fermo a Pontassieve ma si andrebbe diritti al voto anticipato. Tanto che il premier non dà seguito alla richiesta del senatore Stefano Esposito che gli aveva chiesto di «tenere a bada» Roberto Giachetti, “colpevole” proprio di aver invitato Renzi a non scartare l’ipotesi del voto per sottrarsi al pantano di chi vuole bloccare le riforme. Si tratterebbe di una estrema ratio, ma da non escludere. Certo Renzi dice che l’Italia dovrebbe abituarsi a legislature che durano 5 anni. e che l’arma dello scioglimento delle Camere non è nelle sua mani, ma in quelle di Napolitano. E però ricorda come il Presidente della Repubblica abbia legato il proprio sì al secondo eccezionale mandato proprio alla possibilità concreta di fare finalmente le riforme. E quindi anche per questo si dice convinto che le riforme non salteranno. Anche perché oramai la partita il premier la sente davvero vicina alla conclusione e in attesa del triplice fischio s’è convinto di avere un margine di vantaggio sugli avversari difficilmente recuperabile. Convinzione rafforzata dall’incontro di ieri mattina con i senatori del Pd con cui l’intesa in pratica viene considerata acquisita. Certo non tutto è andato (né andrà) come avrebbe voluto. Su qualcosa ha ce- duto e cederà. Il compromesso gli sta bene, spiega, purché non riporti i senatori a prendere le indennità. Ad esempio ci sarà una riduzione della presenza dei sindaci a vantaggio dei rappresentanti delle Regioni. «Io avrei messo più sindaci ma ci saranno più consiglieri regionali, non sono le riforme di Matteo» dice.Ma si tratta di particolari. «Dettagli - spiega ai suoi - che non sminuiranno la portata di una riforma che l’Italia aspetta da 30 anni». L’impianto di una profonda modifica degli assetti istituzionali resta: dalla fine del bicameralismo, allo stop ai continui conflitti di competenze fra Regioni e Stato, alla cancellazione del Cnel. A cui poi va aggiunta una legge elettorale che col ballottaggio garantisce un vincitore dandogli la forza per governare. Insomma una riforma di struttura. E quindi non potranno essere due o tre settimane in più a modificarne la portata politica. «Si voterà entro il 10 di giugno» annun- IL CASO Responsabilità civile no di Pd-M5S Proteste di Forza Italia Il disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati, fortemente voluto da Forza Italia, è stato sostanzialmente bocciato ieri dal voto di Partito democratico e Movimento 5 Stelle, che hanno approvato in commissione Giustizia, al Senato, l’emendamento del M5S che cancella l’articolo 1. Proteste del Nuovo centrodestra e soprattutto di Forza Italia. «Il presidente Renzi ha più volte annunciato un netto intervento sulla responsabilità civile dei magistrati. Alla prova dei fatti i suoi parlamentari si sono espressi in netto contrasto con il governo», dichiara Romani, che chiede al premier di chiarire. cia lo stesso Renzi. Lo slittamento del sì al disegno di legge costituzionale a dopo le elezioni europee e amministrative (compresi eventuali ballottaggi per i sindaci) oramai a Palazzo Chigi è stato ampiamente digerito. Renzi ha messo in conto che li clima elettorale e la voglia di Berlusconi di risalire nei sondaggi che lo danno terzo da qui al giorno del voto non avrebbero consentito alcun vero accordo. E così quel posticipo al 10 giugno vale anche come risposta a chi l’aveva accusato di aver fissato come data ultimativa il 25 maggio per poter alzare una bandierina elettorale. In realtà quella bandiera, è convinto Renzi, l’avrebbe alzata tutta la classe politica di fronte agli italiani e non solo lui e il Pd. «Non l’hanno capito? Ok, va bene lo stesso, non è un problema» ragiona il premier coi suoi . «Ci hanno chiesto 15 giorni in più. D’accordo così dimostrando che non lo facciamo per prendere i voti in campagna elettorale. L’importante è arrivare alla fine» spiega da Vespa avvertendo però che quei giorni di discussione in più non dovranno trasformarsi in un modo per perdere tempo, «uno strumento per far finta di niente e rinviare». In quel caso il tavolo lo farebbe saltare lui stesso. Certo il suo obiettivo resta arrivare al 2018 per vedere come dice da Vespa l’Italia risalire nelle classifiche grazie alle riforme del suo governo tra cui quelle del fisco, della giustizia (riforma un po’ difficile da fare, ammette, se c’è chi dice che i magistrati sono un cancro), della pubblica amministrazione che presenterà oggi al consiglio dei ministri delle 16. Intanto annuncia lo sblocco dei fondi per la scuola e il futuro pagamento dei debiti della pa. Certo ci sarà da vedere come vanno le elezioni. In particolare come andrà Grillo (a cui Renzi non perdona la polemica che gli ha impedito di giocare la partita del Cuore) che infatti assai più di Berlusconi finisce nel mirino di Renzi. «Grillo scommette sulla disperazione, spera che l'Italia vada male per vendere più biglietto ai suoi spettacoli» è l’affondo del premier. .. . Il premier pronto al compromesso purché non reintroduca l’indennità per i senatori Rodotà: tolga il segreto al patto del Nazareno RACHELE GONNELLI ROMA I partigiani si preparano ad «una battaglia di civiltà che non sarà breve», ad «una mobilitazione nei territori fondata sull’informazione». I toni di Carlo Smuraglia, il presidente dell’Anpi, sono drastici, quasi ultimativi, al Teatro Eliseo di Roma. Sul palco c’è la bandiera dell’Anpi, «comitato nazionale», con accanto il medagliere ricamato in oro, dal loggione pendono gli striscioni delle sezioni locali, da Napoli a Cattolica. Il pubblico, fatto di anziani e giovanissimi, porta il fazzoletto tricolore al collo. Prima dei discorsi degli orato- ri, si assiste a un video che riproduce il discorso di Pietro Calamandrei agli studenti in difesa della Costituzione, anno 1955. «Una questione democratica» è il titolo della manifestazione a pochi giorni dalla festa del 25 aprile ma si parla unicamente delle riforme messe in essere dal governo Renzi. L’approccio è quello di una ferma e argomentata contrarietà, l’appello alla mobilitazione in nome dei valori «dell’antifascismo e della Resistenza». La giovane anpista Elena De Rosa, quindi Carlo Smuraglia e poi ancora di più Stefano Rodotà e Gianni Ferrara nei loro interventi entrano nel dettaglio, sia sul Senato sia sull’Italicum, af- Sposetti: «Sui fondi ai partiti facciamo come in Europa» L ui, scherzosamente, si autodefinisce come l’ultimo giapponese. Quello ritrovato 30 anni dopo la fine della guerra. Rimasto lì, spiegò poi, perché facendo gli ordini erano di non morire e quindi di evitare di offrire troppo facilmente il petto al nemico. Ecco, analogamente, anche Ugo Sposetti, senatore Pd, già storico tesoriere dei Ds, ha deciso che il petto non vada offerto imprudentemente, ma che comunque la battaglia debba continuare. Quale? Quella naturalmente per mantenere in piedi, finanziamento pubblico compreso, i partiti politici. Non certo “questi” partiti, ma quei soggetti collettivi che sono previsti dalla Costituzione come attori, seppur non unici ma comunque fondamentali, della democrazia. Perché va bene twitter o facebook, ma Sposetti rimane convinto che poi servano anche i luoghi in cui la gente può parlarsi «guardandosi negli occhi». Non un’operazione nostalgia, garantisce, ma al contrario la scelta di uno che in sezione s’è fatto ossa e muscoli di dare la stessa possibilità «ai giovani». Da qui la resistenza al disegno di legge del governo Letta che abolisce il finan- IL CASO V. FRU. ROMA Il senatore Pd annuncia una legge a favore del finanziamento pubblico «Come previsto dalla Ue, col sì dei nostri governi, da Monti a Letta» ziamento pubblico dei partiti. Tanto più che anche in Europa la pensano così. Col voto di «tutti i parlamentari europei» e col via libera dei governi italiani da Monti a Letta a Renzi, sottolinea Sposetti, è stato approvato il nuovo regolamento sullo statuto dei partiti politici e delle loro fondazioni. Una nuova legislazione europea che stabilisce sostanzialmente due cose. Prima di tutto che i partiti, essendo «fondamentali» (come indica l’articolo 10.4 del Trattato Ue) per garantire la rappresentanza democratica, saranno dotati di «uno sta- tus giuridico europeo». E poi che proprio per questo potranno chiedere e ottenere finanziamenti pubblici. Nel 2014 ammonta a circa 27 milioni il budget complessivo distribuito fra i partiti presenti nel Parlamento di Strasburgo. Condizione indispensabile infatti è avere almeno un eurodeputato. Ma per essere riconosciuti come partiti europei occorrerà essere veri partiti, e cioè non solo rispettare i valori fondamentali della Ue, ma anche garantire una effettiva democrazia interna. Criterio che dando un’occhiata a come funzionano alcuni degli attuali partiti italiani, come M5S e Forza Italia, rappresenterebbe un ostacolo non da poco. Il problema però è che questo regolamento entrerà in vigore solo nel 2017, a seguito, «purtroppo» sottolinea l’europarlamentare Roberto Gualtieri, di una specifica richiesta di deroga presentata dall’Italia. Così per non perdere troppo tempo Sposetti, col deputato Sel Sergio Boccadutri, ha deciso di trasformare quel regolamento Ue in un progetto di legge, magari accompagnato da una raccolta di firme per una analoga iniziativa di legge popolare. RASSEGNASTAMPA 5 mercoledì 30 aprile 2014 Ma in Senato i tempi si allungano E spunta il sistema francese S Il premier Matteo Renzi esce dal Senato dopo la riunione con i senatori Pd FOTO LAPRESSE frontano paragoni con altri Paesi europei, con altri periodi storici, tipo la legge truffa. L’uditorio non solo ascolta, partecipa, sottolinea con gli applausi i passaggi più graditi. Non piace soprattutto la fretta con cui Matteo Renzi sta procedendo alle riforme costituzionali. «È cattiva consigliera soprattutto in materia costituzionale», dice Smuraglia, che trova «inaccettabile» il mix di leggi elettorali proposte, «inconcepibile» che si motivi interventi su materia così delicata con la necessità di risparmi. Prende di mira anche il cosiddetto «voto a data certa»: sarebbe a dire il calendario imposto dal premier per le riforme, uno scadenzario che «tende a ridurre a nulla l’iniziativa parlamentare, determinando l’agenda del massimo organo mentre l’esecutivo potrebbe solo suggerire le priorità». Gianni Ferrara è particolarmente sferzante contro quella che vede come una cultura istituzionale raffazzonata e approssimativa, che non garantisce il sistema di pesi e contrappesi. Se la prende persino, con una battuta, con l’eccessiva prodigalità in lauree dei colleghi dell’ateneo fiorentino. Per Ferrara la Costituzione «è in pericolo», il Parlamento è di fatto illegale dopo la sentenza della Corte costituzionale e siamo «ad un golpe permanente» in cui si chiede solo «una investitura del capo». «Non siamo conservatori», ripete Smuraglia dicendosi pronto a discutere un differente ruolo delle due Camere, e lo stesso respinge l’idea di un Senato svilito da una elezione di secondo livello «con rappresentanti delle Regioni che verrebbero a Roma ogni tanto, gratuitamente, non si sa a fare cosa». Rodotà avverte nel disprezzo dimostrato per i «professoroni» una regressione anticulturale mutuata dal berlusconismo, mentre «il contatto con la cultura libera la politica dalla pressione degli interessi». E mette l’accento sul patto extraparlamentare che sta alla base dell’intero percorso di riforme, il patto del Nazareno, i cui contenuti - nota - restano celati. «Visto che Renzi vuole levare il segreto su tutto, cominci a levarlo su questo». ul nuovo Senato il premier apre a una mediazione, ma i tempi si allungano. L’adozione del testo base, prevista per oggi, è slittata al 6 maggio. E così non solo non ci sarà il fatidico sì dell’aula di palazzo Madama entro il 25 maggio, ma è assai difficile che anche la commissione Affari costituzionali possa esprimersi entro quella data. Per il ministro Boschi l’opzione è ancora «fattibile», ma ieri in Senato si respirava l’aria del rinvio. Con somma soddisfazione di Forza Italia e dei grillini. I primi, con il capogruppo in commissione Donato Bruno, snocciolavano il calendario, consapevoli che «dopo il 18 maggio il Parlamento sarà fermo per la chiusura della campagna elettorale...». «Renzi ha dovuto prendere atto della situazione, altrimenti il governo andava sotto», ha commentato Bruno. Mentre i grillini hanno incassato le parole di Anna Finocchiaro, presidente della commissione, che ha assicurato che il testo base «recepirà le indicazioni maggiormente condivise nella discussione generale». Insomma, sembra svanire uno dei paletti che era emerso dal vertice di lunedì mattina a palazzo Chigi con Renzi, Boschi, Finocchiaro e Zanda: e cioè che il testo di partenza fosse proprio quello del ministro delle Riforme. Ieri Calderoli, che è relatore insieme a Finocchiaro, gongolava: «Portare il testo del governo era come offrire pesce a una tavola di commensali che aveva chiesto carne...». L’ex ministro leghista sta dunque lavorando insieme alla presidente al testo che arriverà martedì prossimo. E ha apprezzato la proposta fatta ieri mattina da Renzi ai senatori Pd: e cioè che ogni regione decida autonomamente come indicare i propri senatori. Qualcuna facendoli eleggere dai consiglieri regionali, altre con un listino ad hoc da presentare ai cittadini alle elezioni regionali. Per Calderoli «funziona benissimo, anche oggi ogni regione sceglie la sua legge elettorale», ma a palazzo Madama molti sono scettici su questa soluzione. «Una confusione inaccettabile», tuona Paolo Romani di Forza Italia che in serata ha visto Zanda e Finocchiaro. La mossa di Renzi, che sembra aver fatto rientrare molti dei malesseri in casa Pd, viene interpretata come un’apertura al dialogo, così come l’allungamento dei tempi. «Non c’è più il muro contro muro, e questo è un fatto IL RETROSCENA ANDREA CARUGATI ROMA Testo base il 6 maggio Finocchiaro: non sarà quello del governo Migliaia di amministratori locali potrebbero essere i grandi elettori dei senatori IL CASO M5S: via i giornalisti da Montecitorio L’Asp: «Fascisti» Due deputati Cinque Stelle hanno chiesto al loro vicepresidente della Camera, Di Maio, di limitare l’accesso e la possibilità di movimento a Montecitorio dei giornalisti della stampa parlamentare. Vietato girare in Transatlantico e parlare con i politici, dicono i grillini, che hanno chiesto l’istituzione di un gruppo di lavoro. Richiesta accettata dall’ufficio di presidenza convocato da Laura Boldrini. La Stampa Parlamentare condanna la proposta e ricorda che «L’unica fase politica che ha visto la chiusura e la cacciata dell'Associazione stampa parlamentare, fu il regime fascista» positivo», dice il bersaniano Miguel Gotor. Una sorta di «palla al centro», in attesa di trovare una soluzione tecnica per l’elezione dei senatori che accontenti tutti ma che soprattutto funzioni. Ieri ha ripreso quota il modello francese, apprezzato dallo stesso Gotor, che configura una elezione indiretta dei senatori. A scegliere gli inquilini di palazzo Madama sarebbe una vasta platea composta da tutti i sindaci e i consiglieri comunali e regionali di ogni regione. Un modello che comporterebbe assemblea di alcune migliaia di persone, in numero inferiore a quanto accade in Francia, ma comunque molto ampie. Il sistema francese piace anche al sottosegretario Luciano Pizzetti, che lavora con il ministro Boschi. E rispetta il paletto del premier: nessuna elezione popolare. Tra oggi e martedì prossimi i relatori avranno tempo per cucire il testo-base. «Uno schema ce l’abbiamo già in testa», assicura Calderoli, mentre Finocchiaro rispetta rigorosamente la consegna del silenzio. Di certo c’è che nel testo base, a differenza della bozza del governo, non ci saranno più i 21 nominati dal Quirinale (al massimo saranno 5), i rappresentanti delle Regioni saranno in proporzione molto maggiore dei sindaci e ogni regione avrà un numero di senatori proporzionale agli abitanti, come chiedono da tempo i governatori. Per il premier non è stato facile rinunciare alla rappresentanza paritaria degli ex colleghi sindaci, come ha spiegato a Vespa. «Io avrei messo più sindaci, ma non sono un pasdaran, serve un compromesso, queste non sono le riforme di Matteo». Per lui la nuova dead line per il sì del Senato alla riforma è il 10 giugno. La settimana prossima saranno auditi dalla commissione molti costituzionalisti. Tra questi anche i «professoroni» Rodotà e Zagrebelsky (il secondo con una relazione scritta). Ieri da Rodotà è arrivata un’altra stoccata: «Se Renzi vuole levare il segreto, cominci a levare il segreto sull' accordo del Nazareno con Berlusconi...». Al premier arriva l’appoggio convinto dei montiani. E anche dentro il Pd le acque sembrano più calme: «ci sono punti significati di avvicinamento», dice il ribelle Vannino Chiti. E l’esperto Giorgio Tonini avverte: «Invece che sulle modalità di elezione, è opportuno concentrarci sulle funzioni di garanzia del nuovo Senato, a cominciare dall’elezione del Capo dello Stato». E il realismo politico del premier ricompatta il Pd IL PUNTO NINNI ANDRIOLO ● SFRONDATA DALLE FRASI A EFFETTO PRONUNCIATE DA RENZI PER REGALARE TITOLI A GIORNALI E TV, l’assemblea dei senatori Pd ha segnato un passaggio positivo che le diverse anime del gruppo a Palazzo Madama non hanno avuto difficoltà a evidenziare. «Il governo ha smesso di dare orari, date, pilastri, pilastrini commenta un esponente della minoranza democrat - finalmente siamo tornati alla politica». Il rischio concreto di non incassare la riforma «storica» del Senato ha spinto il presidente del Consiglio a prendere atto della legge dei numeri e a perseguire la strada della mediazione. Sono stati spostati paletti considerati fino all’altro ieri «irrinunciabili», primo tra tutti quello che avrebbe dovuto commisurare l’iter di una riforma valida per decenni alla scadenza elettorale del 25 maggio. Comprensibile il monito del premier a fare «tutti gli sforzi per trovare un punto comune altrimenti sono pronto a fare un passo indietro e andare a casa». Mentre pronunciava queste frasi, però, Renzi sapeva già che l’intesa sul nuovo Senato era a portata di mano. Un risultato possibile grazie anche al suo passo indietro. Sul metodo, in particolare. La consapevolezza che non si poteva ridurre a protagonismo di pochi la richiesta diffusa di modifiche alla riforma Boschi alla fine si è fatta strada, dubbi e perplessità tra l’altro andavano ben oltre la cosiddetta minoranza Pd. Renzi ha dato prova ieri di realismo politico. L’«andiamo avanti uguale» dei giorni scorsi ha ceduto il passo al confronto di merito. Indispensabile, tra l’altro, l’apporto alle riforme di un Pd ricompattato. Al Senato i numeri non danno garanzie e la sponda di Forza Italia si rivela incerta, esposta alle variabili tattiche ed elettoralistiche di un leader che non controlla più l’intero partito. Renzi cambia verso. Non strappa nel Pd e punta su un partito unito e una maggioranza di governo coesa. E il fuoco di fila delle dichiarazioni di ieri fa comprendere le preoccupazioni di Forza Italia. Brunetta, Romani, Sisto, Minzolini, ecc, tutti a mettere l’accento sulla presunta confusione del premier. Questo mentre il pd Vannino Chiti, primo firmatario del disegno di legge alternativo a quello del governo sul Senato, sottolinea il cambio di clima e il riavvicinamento con Renzi. Certo, servirà «un approfondimento» sul nodo della elettività, ma il premier ha aperto anche alle funzioni di garanzia (e di riferimento ai diritti civili) che dovrebbe assumere la Seconda Camera, gli stessi temi auspicati da Chiti e non solo da lui. Non un “dopolavoro” quindi, ma un Senato coerente con un profilo da organo costituzionale. Senatori elettivi, quindi? Intorno a questa richiesta si è formata un’ampia maggioranza trasversale. Per conciliarla con le posizioni del governo, contrario all’elezione diretta, hanno profuso impegno molti «facilitatori», tra questi il lettiano Russo e il leghista Calderoli. La strada possibile da seguire? Quella di consiglieri scelti dai cittadini per rappresentare la Regione a Palazzo Madama e individuati da un apposito listino contestualmente al rinnovo delle singole assemblee. Renzi ieri non ha alzato barricate. Ha citato espressamente il listino anzi, anche se ha ribadito con forza la sua contrarietà all’elezione diretta. La proposta che ogni Regione decida autonomamente come scegliere i propri rappresentanti a Palazzo Madama? Un’ulteriore apertura alla mediazione. Renzi sa bene che non sono ipotizzabili soluzioni locali «in ordine sparso» per questioni delicate che attengono la composizione di un organo come il Senato. La presidente Anna Finocchiaro, tra l’altro, ha rivendicato il ruolo che spetta alla commissione Affari costituzionali e ha ricordato i compiti che questa dovrà esercitare in vista della definizione del testo base della riforma. Una sorta di richiamo all’autonomia che spetta al Senato dopo le trattative intercorse con il governo e i numerosi confronti con i ministri e con lo stesso premier. Al di là delle soluzioni tecniche che verranno individuate, magari sull’esempio francese, le parole di Renzi hanno modificato il clima. E hanno mostrato un presidente del Consiglio intento a dare seguito con i fatti a ciò che ripete in questi giorni replicando a chi lo taccia di autoritarismo. Il messaggio di un presidente del Consiglio dialogante e aperto al confronto - diametralmente opposto a quello «dell’uomo solo al comando» - potrebbe rivelarsi utile anche per quei settori di popolo democratico incerti sul voto europeo. Secondo alcuni sondaggisti Renzi pescherebbe molto in campi non tradizionali, ma rischierebbe di non fare il pieno a sinistra. Anche a questi pezzi d’elettorato tradizionale si rivolgerà l’attenzione del premier. RASSEGNASTAMPA 6 mercoledì 30 aprile 2014 POLITICA Allarme immigrati 800mila in arrivo Nei Cie solo 6 mesi Due emendamenti del governo alla legge comunitaria riducono la permanenza nei Centri ● Il Viminale: «Sistema di accoglienza al collasso» ● 25 mila sbarchi solo da gennaio ● CLAUDIA FUSANI @claudiafusani Gli allarmi sono ormai quotidiani. I numeri dicono tutto: 25 mila sbarchi dall’inizio dell’anno (11 mila in tutto il 2013) e a fine 2014 saremo ben oltre i 61 mila sbarcati nel 2011 sull’onda eccezionale della Primavera araba. Quello alle coste siciliane è ormai un vero e proprio assalto di fronte al quale l’Europa si gira dall’altra parte. Ed è fondato l’allarme di Giovanni Pinto, il direttore centrale dell’Immigrazione e della polizia di frontiera presso il ministero dell’Interno. «Il sistema di accoglienza è ormai al collasso e nei paesi da dove arrivano i flussi, a cominciare dalla Libia, non esistono più interlocutori» ha detto ieri in audizione al Senato davanti alle Commissioni Esteri e Difesa facendo il punto sull’Operazione Mare Nostrum, sistema di controllo e salvataggio nato dopo i 600 morti nel canale di Sicilia nell’ottobre 2013 e che ci costa la bellezza di 300 mila euro al giorno. Sono venute fuori analisi («Mare Nostrum ha incrementato le partenze dalle coste africane») e numeri («800 mila persone in partenza dall’Africa all’Italia») che hanno buttato altra benzina sul fuoco acceso da settimane, soprattutto da Lega e Forza Italia, contro Alfano, il Viminale e la politica dell’immigrazione. L’allarme immigrazione è diventato così, purtroppo, pane da campagna elettorale. Il governo non si fa prendere alla sprovvista. Sul tavolo infatti ha già pronti un paio di provvedimenti destinati a far discutere e che avranno almeno il merito di mettere ordine in un altro luogo di offesa e di spreco che sono i Centri di identificazione ed espulsione. Il ministro Alfano ha provveduto ad infilare due emendamenti nel testo della legge Comunitaria che sta per arrivare in aula alla Camera nei prossimi giorni. Il primo emendamento impone che l’identificazione debba avvenire già in carcere. Semberà assurdo ma è proprio così: le strutture carcerarie non possono procedere con l’identiificazione del clandestino fermato e portato in cella. L’emendamento corregge questa mostruosità burocratica e cerca di accorciare i tempi. Il secondo emendamento al testo della legge comunitaria è quello che scotta. Prevede infatti che i tempi di trattenimento nei Cie non possono più essere «fino a 18 mesi» ma «al massimo 5/6 mesi». Il governo comunque è pronto ad intervenire anche con un decreto per accellerare questa parte. Magari integrandola con altre decisioni prese con il ministero della Giustizia dove, ad esempio, si lavora per rimpatriare i carcerati comunitari. Solo i rumeni sono 3-4 mila unità. Allarme immigrazione e allarme carceri sono, spesso, due facce della stessa medaglia. La decisione di ridurre di due terzi i tempi di permanenza nei Cie è stata presa per più motivi. «È dimostrato si spiega al Viminale - che dopo i primi tre, quattro mesi la possibilità di iden- .. . Per Palazzo Chigi possibile anche il decreto Il sottosegretario Minniti: «L’Ue ci dia una mano» Immigrati in un centro di identificazione PAROLE POVERE Il Sciur Grillo Entra, taglia l’aria, il bosco dei microfoni. Grillo nuota, ancora, anche se l’acqua dello Stretto non gli inzuppa più la muta mentre raggiunge e penetra l’aria condizionata del Monte dei Paschi. Si piega al rito, giacca, cravatta, volto imbiancato e reso campione di souplesse dalla barba pepesale; ed è, il suo corpo, una processione di convessità, angolo apertissimo, testimone perenne della soddisfazione delle sue cellule. Un sciùr. È un sciùr quello che torna su un motivo già cantato mentre, mescolando ex-voto e sondaggi “interni”, rilancia contro la sinistra, contro il Pd: «Peste rossa», il male da estirpare. E Napolitano, l’uomo che il caimano ha “impiccato” solo poche ore prima come suo nemico numero uno, per questo sciùr è il “dittatore”. Carambola, fratelli: la palla è in buca, l'entusiasmo, o la paura, scopre, tra caimano e Grillo, lo stesso, identico feeling. Siamo noi, per due sciuri, la «peste rossa», noi il male da estirpare. TONI JOP tificare un soggetto è quasi pari a zero. Poichè a quel punto è inutile, probabilmente ingiusto (i più sono persone che vogliono transitare verso altri Paesi, ndr) e anche dannoso e costoso tenerli chiusi nei Cie, tanto vale liberarli». Su dodici Cie, sette sono praticamenti chiusi per devastazione, distrutti dalle rivolte dei clandestini. L’idea di limitare a sei mesi la permanenza nei Cie era nata qualche mese in un’ottica di spending review. Al netto di qualche scandalo, per i Cie sono stati stanziati 236 milioni di euro per il 2013 (66 milioni in più rispetto al 2012), 220 per il 2014 e 178 per il 2015. La riduzione dei tempi potrebbe come minimo dimezzare la spesa. Poi c’è Mare Nostrum, sistema di navi della Marina pronte a partire non appena i radar segnalano la presenza di imbarcazioni al largo nel canale di Sicilia. Costa 300 mila al giorno, circa 100 milioni l’anno. Ieri la parole di Pinto sono state usate, tirate e stiracchiate, campagna elettorale purtroppo. Il senso di quello che ha detto era emerso anche lunedì mattina nel vertice sull’immigrazione voluto dal premier Renzi a palazzo Chigi. Non c’è dubbio che Mare Nostrum sia «anche un pull factor dell’immigrazione, un elemento cioè che favorisce i flussi dei disperati in partenza dall’Africa». Scafisti e trafficanti di clandestini (207 arrestati dall’inizio dell’anno) è chiaro che partono volentieri sapendo che basta uscire dalle acque territoriali e c’è qualcuno che ti viene a prendere. La prova sono, racconta una qualificata fonte del Viminale, «le tante imbarcazioni che vengono trovate in mare senza chiglia. Non nelle condizioni cioè di fare la traversata ma perfettamente in grado di accompagnare i disperati che pagano 5-6 mila euro in contanti fino al punto di raccolta delle navi di Mare nostrum». Di opinione diversa la Marina che invece sostiene «il valore umanitario dell’operazione». Le due cose probabilmente non sono in contrasto. Il sistema di accoglienza nazionale comunque è allo stremo. «Non abbiamo più luoghi dove portare i migranti e le popolazioni locali, non solo quelle siciliane, non ne possono più di questi continui che condizionano anche le attività ordinarie». Un esodo biblico da guerre, carestie, epidemie. Palazzo Chigi ha riunito la conferenza stato-Regioni per distribuire i flussi. Ma è chiaro che non può bastare. Il sottosegretario con delega ai servizi Marco Minniti chiede l’intervento dell’Europa. «L’Italia - dice - non può più farcela da sola, così non si può andare avanti». «I flussi migratori siano governati dalla Ue. Con più poteri» ANDREA CARUGATI ROMA «Sull’immigrazione c’è una gara a chi la spara più grossa tra Forza Italia, Lega e Grillo. È solo sciacallaggio, una rincorsa al populismo e alla demagogia». Gianni Pittella, Pd, vicepresidente del Parlamento europeo, non si nasconde i gravi limiti dell’Europa nel far fronte al fenomeno migratorio. «L’operazione Mare Nostrum voluta dal governo Letta dopo la tragedia di Lampedusa è stata un ottimo strumento per gestire l’emergenza e salvare molte vite. Ma non poteva e non può essere risolutivo. Ora serve per davvero una soluzione di tipo europeo ai flussi migratori». Tutti la invocano da anni ma poi in concreto non succede niente... «Il problema fondamentale, che deve essere chiaro a tutti, è che attualmente le istituzioni comunitarie non hanno competenze sull’immigrazione. I governi nazionali si tengono stretta questa competenza, poi partono le lamentele. Ma se la Commissione europea non ha poteri, come ci si può aspettare un aiuto reale?». Dunque come se ne esce? «La governance dell’immigrazione va affidata alla Commissione europea, e deve essere basata su 5 punti: polizia di frontiera comunitaria per il pattugliamento delle coste e il salvataggio; ac- cordi bilaterali tra l’Ue e i Paesi del sud del Mediterraneo per la lotta ai trafficanti di persone e per la collaborazione sui rimpatri; presidi nei paesi di emigrazione per selezionare il fabbisogno reale di immigrati; suddivisione dei flussi migratori nei paesi Ue in modo vincolante e non più volontario; selezione delle richiesta di asilo e distribuzione dei richiedenti nei paesi Ue; aumento delle risorse nel bilancio comunitario». La destra italiana sostiene che il pattugliamentodellecosterealizzatoconMare Nostrum abbia favorito l’arrivo di immigrati. Lei cosa ne pensa? «Serve un meccanismo di europeizzazione di Mare Nostrum. Il problema infatti si risolve non solo col pattugliamento ma con gli accordi bilaterali con l’Ue e con i presidi nei paesi dell’Africa per selezionare il fabbisogno di immigrazione. Non deve più essere Roma o Madrid a firmare gli accordi bilaterali con i paesi mediterranei, ma Bruxelles. Al di là della retorica leghista sull’invasione, l’Italia è ancora un paese che ha bisogno di una quota di forza lavoro immigrata. Che va selezionata e inserita nelle quote». Pare difficile che un’Europa così claudicante nella politica estera comune possa trovare un accordo. «Non c’è alternativa. La commissione europea deve governare i flussi, sia nei convinto che nel semestre di presidenza italiano la questione sarà posta. Questa linea ci consentirebbe di mettere ai margini le forze populiste e xenofobe, e di dare nel contempo una soluzione a uno dei più gravi problemi dell’Europa. Capisco e condivido le critiche che vengono fatte all’Italia per la situazione drammatica dei Cie, in particolare quello di Lampedusa, ma la commissione Ue non può limitarsi ai richiami o alle minacce di tagliare i fondi all’Italia: deve governare questo fenomeno in prima persona». L’INTERVISTA Gianni Pittella Vicepresidente del Parlamento europeo, Pd «Mare Nostrum è un ottimo strumento per l’emergenza e salva vite, ma non è la soluzione» rapporti con i paesi extra Ue sia all’interno dell’Unione. Altrimenti tutto il peso grava sull’Italia. I flussi vanno spalmati in tutti i paesi europei secondo una proporzionalità e in modo obbligatorio. C’è una direttiva del 2001 che non è mai stata attuata: se non la si rende vincolante non ne usciremo mai. Non è possibile, ad esempio, che la Svezia non debba gestire neppure una richiesta di asilo mentre l’Italia ne ha migliaia. Senza un principio di solidarietà ... «La Ue deve avere una sua polizia di frontiera e distribuire gli immigrati tra tutti i Paesi membri» l’Ue non sopravvive. E i governi che danno i soldi al bilancio comunitario devono cambiare verso: gli stati membri devono essere meno avari». Insisto: con questa Ue è molto difficile che la sua proposta si realizzi. «Guardi, o c’è questo salto di qualità, oppure l’Unione viene inghiottita e deglutita dagli euroscettici. Sono proprio l’inazione e lo scarso coraggio politico a rendere l’Europa poco attraente. I cittadini devono avere chiaro il bivio: se si vuole una Europa politica bisogna sostenere il Pd e i socialisti. Se invece vengono premiati i nazionalisti, le cose restano come oggi: e cioè una incapacità di gestire i problemi». Crede che il governo italiano sosterrà questa impostazione? «Conoscendo il presidente Renzi, sono Credechel’Italiapossacontaresualleanze con altri paesi su questi temi? «Credo che i paesi mediterranei saranno nostri alleati. Ma serve un’offensiva politica per convincere anche gli altri. Tutta l’Europa è depotenziata se non assume queste decisioni, compresa la Germania. Se non aprono gli occhi, saremo tutti travolti dagli euroscettici». Oggi Giovanni Pinto, direttore centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere del Viminale, ha lanciato un allarmesu800milanuoviarriviesullecriticitàdelsistemadiaccoglienza.Ilsottosegretario Minniti parla di «esodo biblico»... «Non ho gli elementi per una stima precisa sull’entità dei flussi. Ma se non scatta il meccanismo di condivisione europea il problema non si risolverà mai». RASSEGNASTAMPA 7 mercoledì 30 aprile 2014 ECONOMIA BIANCA DI GIOVANNI ROMA Oggi è il giorno della pubblica amministrazione. Al termine del consiglio dei ministri il premier Matteo Renzi presenterà una iniziativa di consultazione online sulla semplificazione della macchina pubblica. Questa la novità nell’approccio che il premier ha voluto inaugurare nella partita statali. «Presentiamo con il ministro Marianna Madia i provvedimenti che noi proponiamo alla pubblica amministrazione, con un metodo un po’ diverso dal solito», ha detto Renzi intervenendo a Porta a Porta. Sarà una conferenza stampa «simile a quella definita della televendita ha scherzato Renzi - Ci saranno molte cose che faranno discutere». Infatti i sindacati sono già sul piede di guerra per via della mancata convocazione a un tavolo. Oggi comunque non si prevede un varo: il riordino sarà effettuato a tappe, con diversi interventi diluiti nel tempo. Il premier ha indicato due temi: la giustizia amministrativa (cambierà il meccanismo della sospensiva del Tar) alla licenziabilità dei dirigenti (che per la verità è già in vigore). Renzi ha confermato che una misura allo studio è quella dell’incarico a termine per i dirigenti. Quanto ai cittadini, ha annunciato un Pin unico per l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione. «Vuol dire mai più code. Vuol dire che sono le istituzioni che si adeguano alle esigenze del cittadino», ha aggiunto il premier. Il programma è strettamente collegato con l’agenda digitale, cioè il piano di informatizzazione e collegamento di tutte le banche dai pubbliche. Ai sindacati tuttavia il premier ha inviato anche messaggi rassicuranti. Come quello sui supposti esuberi, indicati in 85mila nella spending review. «L'ha detta Cottarelli, ma è una cifra teorica. Ma non si fa così. Intanto perché con il blocco del turn over il numero dei lavoratori nella pa è simile a quella di altri Paesi, anzi un po’ meno della Francia». Insomma, «nessuno verrà licenziato perché il governo deve tagliare - continua il premier - ma i dipendenti dobbiamo farli lavorare di più e meglio, pagare di più chi lavora meglio e punire i dirigenti che fanno i furbi». Ieri si sono susseguiti incontri a Palazzo Chigi prima con i tecnici dei Comuni, poi con quelli delle Regioni. «Dalla riforma della pubblica amministrazione un'Italia più semplice, con meno enti, come stiamo già facendo con legge province», ha annunciato a Radio anch’io il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio. Si con- Oggi la riforma della Pa Renzi: farà discutere Solo una presentazione con Madia: nessun provvedimento ● Tra i temi: limiti alla sospensiva del Tar, dirigenti a termine ● Sindacati: subito un tavolo ● ferma che l’intervento sarà effettuato con due provvedimenti, un decreto e un disegno di legge, sul modello del Jobs Act. Tra le indiscrezioni filtrate in questi giorni, compare anche quella del ruolo unico: si verrebbe assunti come dipendenti dello Stato e poi assegnati ai ministeri che necessitano personale (oggi si viene assunti da un ministero). Altro capitolo importante è quello delle scuole di formazione, che saranno riformate. È possibile che ai cinque istituti attualmente in vita si proponga una cura dimagrante, con l’accentramento di direzioni, strutture e locali. L’intervento si collega allo «sforbicia Italia», cioè al piano di sfoltimento degli enti, con l’eliminazione di quelli inutili. Quanto alle retribuzioni dei dirigenti, è possibile che si confermi il tetto già stabilito di 240mila euro. MISSIONE EUROPEA Una manifestazione del Pubblico impiego FOTO LAPRESSE Di riforme ha parlato anche Pier Carlo Padoan a Londra, dove il ministro ha avuto contatti riservati con gli operatori della city. Appuntamento importantissimo per un paese che emette 400 miliardi di titoli all’anno, e che si appresta ad avviare un nuovo piano di privatizzazioni. Padoan ha parlato del suo «capo giovane e energico», riferendosi a Renzi, sottolineando come fra le ricette per la ripresa italiana, ci sono «anche le riforme istituzionali, che introducono certezza politica e la possibilità di un governo più duraturo». Secondo il titolare di via XX Settembre le riforme consentono anche un aggiustamento di bilancio «più morbido, sempre nel rispetto delle regole di Bruxelles». Sullo scacchiere europeo Padoan non ama parlare di «alleanze», ma sottolinea che per Parigi e Roma le priorità sono crescita e lavoro. «Ma questo non può essere solo l'obiettivo di Francia e Italia - ha spiegato Padoan - Tutti gli Stati membri, compresi quelli del Nord, che hanno voltato più rapidamente la pagina della crisi, devono condividere questa visione». Alitalia, il tormentato matrimonio con Etihad S i sblocca la trattativa Alitalia: è arrivata finalmente l’attesa lettera di Etihad con le controdeduzioni alla posizione di Alitalia nell’ambito del negoziato tra le due compagnie. Ad annunciarlo è stato il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi: «L’amministratore delegato Del Torchio (numero uno di Alitalia, ndr) ha comunicato che Etihad ha inviato la lettera in cui ha risposto alle osservazioni della stessa Alitalia, ed ora inizia un lavoro puntuale per verificare punto per punto le osservazioni della compagnia», ha spiegato a margine di un convegno a Milano. «Del Torchio presenterà agli azionisti e al governo lo Stato della trattativa», ha aggiunto poi, «e noi crediamo che quella tra Etihad e Alitalia sia una buona alleanza per rilanciare il trasporto aereo in Italia e la nostra compagnia». A questo punto, la maggior preoccupazione del governo è che da parte di Etihad «ci sia davvero un piano industriale di rilancio della compagnia», ha aggiunto Lupi, perché «non ci possiamo permettere di avere una compagnia regionale». E ieri è stata anche la giornata dell’incontro tra i sindacati e i vertici di Alitalia: incontro interlocutorio, da cui comunque è emerso che la ex compagnia di bandiera mira a risparmiare fino a 400 milioni di euro l’anno, come riferiscono gli stessi sindacati. Si tratta di una mano ancora più pesante da parte IL CASO LAURA MATTEUCCI MILANO Arrivata la lettera della compagnia emiratina, la trattativa prosegue Incontro con i sindacati: ora l’azienda chiede risparmi fino a 400 milioni dei vertici, che nel piano di luglio prevedevano 300 milioni di risparmi. L’incontro proseguirà già questo venerdì, sulle richieste aziendali di ulteriori risparmi sul costo del lavoro per 48 milioni. LA LIBERALIZZAZIONE DI LINATE L’ormai imminente matrimonio con Etihad spariglia ancora le carte. Tra le condizioni finora poste dalla compagnia degli Emirati arabi per siglare l’alleanza e salvare Alitalia dal fallimento, infatti, mettendo sul piatto 500 milioni, ci sono l’ampliamento dello scalo di Fiumicino e la riduzione del personale. A favorire lo sblocco della situazione, con la lettera arrivata ieri, sarebbero state l’apertura delle banche sul nodo dei debiti e i passi avanti sul decreto per la liberalizzazione di Linate. Su quest’ultimo punto, il ministro Lupi ha confermato che «si sta ragionando» e comunque il provvedimento non è legato alla richiesta di Etihad, ha detto, ma rientra nelle misure in vista di Expo 2015. Ribadendo che il governo darà «tutto il supporto che può dare», ma al momento intende lasciare lavorare le imprese. Lupi ha anche risposto a Berlusconi, sostenendo sia «impensabile» che Alitalia possa fare a meno di 9mila dipendenti, come ha fatto intendere il leader di Forza Italia. Il quale ha rivendicato co- me un suo successo l’aver tenuto Alitalia in Italia e, «se adesso è nei problemi ha proseguito - è perché con 21 milioni di passeggeri trasportati all’anno impiega 14mila collaboratori. Ryanair, con 61 milioni di passeggeri l’anno, ne ha solo 6mila». La lettera di Etihad ad Alitalia, che fa proseguire la trattativa tra le due compagnie, per Lupi è «la migliore risposta a Berlusconi, che non so se si è dimenticato di essere un imprenditore visto che ha proposto di licenziare 9mila persone in Alitalia. Ovviamente una cosa impensabile». «Se dopo cinque anni siamo qui a discutere il rilancio della nostra compagnia di bandiera - ha proseguito Lupi sempre riferendosi alle dichiarazioni di Berlusconi - forse non tutto è andato bene nel passato. Magari se smettiamo di dire che tutto va bene e iniziamo ciascuno a prendersi le proprie responsabilità, magari questo Paese finalmente inizierà a cambiare», ha concluso Lupi. Intanto in Europa la compagnia degli Emirati Arabi si muove e va in soccorso della controllata Air Berlin (di cui Etihad possiede il 29,21% e potrebbe salire fino al 49,9%), anch’essa alle prese con problemi di liquidità. Il vettore di Abu Dhabi ha infatti deciso di fornire ulteriori fondi alla compagnia tedesca, acquistando bond convertibili per 300 milioni di euro, mentre altri 150 milioni verranno collocati sul mercato. Un mercato rionale I consumi non sentono la ripresa, vendite in calo M. FR. ROMA La ripresa non si sente ancora e - anzi - a febbraio è arrivata un’ulteriore gelata sui consumi. Sono calate le vendite al dettaglio: l’indice destagionalizzato - rileva l’Istat - registra una diminuzione rispetto al gennaio dello 0,2%, mentre rispetto a febbraio 2013 la flessione è dell’1%. Variazioni tendenziali negative si registrano sia per le vendite di prodotti alimentari (-1,0%) sia per quelle di prodotti non alimentari (-1,2%). Nel confronto con gennaio 2014, diminuiscono sia le vendite di prodotti alimentari (-0,1%) sia quelle di prodotti non alimentari (-0,2%). Con riferimento alla forma distributiva, nel confronto con il mese di febbraio 2013 si registrano cali sia per le vendite della grande distribuzione (-0,5%) sia per quelle delle imprese operanti su piccole superfici (-1,6%). Alla luce dei dati Istat, le associazioni dei consumatori tornano a chiedere misure del governo per il rilancio della capacità di acquisto dei lavoratori, ma anche dei pensionati e degli incapienti: «Sono necessari immediati interventi di rilancio della domanda interna», sostengono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. Occorre «trovare il più in fretta possibile le coperture per i prossimi anni del bonus di 80 euro, attualmente valido solo per il 2014 e ad estenderlo a disoccupati, pensionati ed incapienti», afferma il Codacons. Una «profonda svolta fiscale» per uscire definitivamente dalla crisi dei consumi invoca la Confesercenti, mentre la Coldiretti fa notare come 3 famiglie su 4 tagliano gli sprechi a tavola. Confcommercio fa notare che «la fiducia in crescita rilevata nei mesi di marzo e aprile, tutta centrata sulle prospettive future, è un buon segnale per un possibile miglioramento del quadro congiunturale che resta, tuttavia, ancora tutto da verificare e da costruire». E in una nota, evidenzia che «proprio i dati sulle vendite al dettaglio del bimestre gennaio-febbraio evidenziano una situazione molto critica dei consumi dalla cui ripresa passa quella dell'intera economia italiana». Secondo Nomisma la discesa dei prezzi al consumo, insieme ai dati sulle imprese segnalano la debolezza della ripresa e una situazione da monitorare per il rischio deflazione. Ad aprile, infine, si è contratto l'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane passato da 89,5 di marzo a 88,8. In arretramento ad aprile anche la fiducia nella situazione economica nell'Eurozona (-0,5 punti a 102), ma la Commissione europea rivela che l'Italia è il solo, fra i maggiori paesi dell'Euro, nel quale il «sentimento economico» è migliorato (+0,5). RASSEGNASTAMPA 8 mercoledì 30 aprile 2014 ECONOMIA Mediaset: Google e Facebook sono neocolonialisti Urbano Cairo sale in Rcs e si propone per il cda Confalonieri: «Sfruttano il mercato senza pagare tasse» ● Pay tv, un patto internazionale ● LUIGINA VENTURELLI MILANO Non stupisce che il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri si scagli all’attacco dei colossi globali del web. Il gruppo del Biscione, pioniere della difesa del diritto d’autore in rete, ha avviato già da anni azioni legali per tentare di arginarli. E misura in centinaia di milioni di euro la «seria minaccia» che soggetti come Google, Youtube, Facebook e Amazon rappresentano per il modello di business dei gruppi televisivi tradizionali. «Aziende fantasma», che in Italia «rastrellano centinaia di milioni di ricavi pubblicitari» senza pagare le tasse, senza sviluppare prodotti, e senza creare occupazione. Che «fanno gli editori con i contenuti degli altri» e che, in ultima analisi, si macchiano di una nuova ed insidiosa forma di «colonialismo». Ma queste accuse - al di là delle letture evocative che ricordano lo scontro tra il piccolo Davide e il gigante Golia assumono un peso maggiore quando vengono lanciate davanti all’assemblea degli azionisti del Biscione riuniti negli studi di Cologno Monzese per l’approvazione del bilancio 2013. E diventano una chiave interpretativa fon- damentale delle strategie del gruppo, stretto tra la perdurante crisi del mercato pubblicitario nazionale e la rivoluzione in corso nella modalità di fruizione dei contenuti audiovisivi, sempre più via internet e sempre più on demand. Per affrontare la sfida che le chiede di superare o rinnovare la sua natura prevalente di televisione generalista, Mediaset si è preparata per tempo. A cominciare da un piano per recuperare efficienza che, al termine del 2013, le ha concesso di tornare a chiudere i conti in positivo, grazie a 600 milioni di euro di risparmi, la ristrutturazione del debito bancario, l’emissione di due prestiti obbligazionari per 610 milioni, e la recente cessione del 25% di EiTowers. Così i ricavi consolidati hanno raggiunto i 3,4 miliardi di euro e l’azienda è tornata a registrare utili per 9 milioni di euro rispetto ai 287 milioni di perdite dell’anno precedente. Ma Confalonieri resta cauto: «È fragile il nostro utile proprio come fragile è la ripresa italiana», visto che «quella strutturale, che parte dai consumi delle famiglie, non c’è». Così la pubblicità non smette di decrescere, con un mercato nazionale ormai sceso a 6,4 miliardi di euro rispetto ai 9 miliardi del Fedele Confalonieri FOTO LAPRESSE 2010: secondo i dati Nielsen, gennaio e febbraio hanno visto una flessione del 4,5%, e se anche si prevede un 2014 «leggermente migliore» rispetto all’anno passato, per il futuro «ci vorranno idee, contenuti, aggressività». Insomma, «non basterà una gestione brillante dei conti per agganciare il ciclo positivo dell’economia» quando avverrà, ma «ci vorrà il riposizionamento di Mediaset nel quadro dei media». A cominciare dal progetto di integrazione delle pay-tv in Italia e in Spagna che dovrebbe completarsi entro il prossimo semestre, quando la nuova socie- tà in cui andranno a confluire Mediaset Premium e Digital+ dovrebbe avvalersi di un nuovo partner industriale che, secondo le indiscrezioni, potrebbe essere l’araba Al Jazeera o la francese Canal Plus. «C’è l’interesse da parte di più gruppi internazionali con cui stiamo dialogando, ma nessun accordo vincolante è stato siglato» ha confermato il vicepresidente della società, Piersilvio Berlusconi. E dopo un periodo di «necessari risparmi», il gruppo si dice pronto per tornare ad investire, «innanzi tutto nel core business, consapevoli che tutto parte dai contenuti». Urbano Cairo tenta di mantenere un basso profilo: «Non ci ho pensato, non me l’ha chiesto nessuno, ma se mi fanno una proposta ci penserò». All’indomani delle nuove acquisizioni in Rcs che l’hanno portato a rastrellare sul mercato 3,5 milioni di azioni e ad aumentare la sua quota fino al 3,68%, però, il suo possibile ingresso nel consiglio d’amministrazione della società editoriale sembra una ipotesi probabile. Tanto più che proprio oggi è in calendario una riunione per definire ed individuare il profilo dell’eventuale nuovo consigliere che dovrebbe sostituire Carlo Pesenti, dimessosi a febbraio. «Sono cresciuto un pochino in Rcs. Adesso ho 15 milioni e 570 mila di titoli» ha spiegato il presidente di Cairo Communications, a margine dell’assemblea degli azionisti. L’imprenditore ha poi precisato di non avere in portafoglio azioni di risparmio: «Non ne ho mai comprate nè vendute. L’ho comunicato anche alla Consob» ha aggiunto. Nel corso dell’assemblea di Cairo Communications, l’editore si è poi concesso una battuta a proposito del sollecito arrivato dall’imprenditore Diego Della Valle che lo vedrebbe alla guida del gruppo editoriale milanese: «Lo dice perché in Italia, a livello di periodici, credo siano poche le società che vanno bene. Molti stanno cedendo i periodici, altri li tengono malvolentieri, noi invece li stiamo lanciando. Invece di vendere, ne lanceremo di nuovi e andiamo a prenderci le quote lasciate dagli altri». RASSEGNASTAMPA 9 mercoledì 30 aprile 2014 UnipolSai, ok al bilancio: dividendi per 550 milioni ANDREA BONZI BOLOGNA Il bilancio 2013 di UnipolSai - il primo dopo la fusione in Fondiaria-Sai di Unipol, Milano assicurazioni e Premafin - è stato approvato: l’utile netto consolidato del colosso assicurativo ammonta a 694 milioni di euro (1.172 milioni imposte incluse) e i dividendi arrivano a 550 milioni di euro, di cui la metà derivanti da Unipol. Si tratta di 0,19559 euro per singola azione, che verranno pagati dal prossimo 22 maggio. Questi i numeri emersi dall’assemblea dei soci svoltasi ieri a San Lazzaro di Savena (Bologna): il «sì» ai conti del gruppo è arrivato dal 99,94% degli azionisti, e dal 71,77% del capitale sociale. Gli azionisti più rilevanti sono Finsoe e le cooperative (tramite Ugf) complessivamente al 65,83%. A riassumere i dati degli ultimi mesi è stato l’amministratore delegato Carlo Cimbri, che ha riepilogato le tappe dell’operazione della fusione, valida nei suoi effetti dall’inizio di quest’anno. Partendo dall’inizio: «Il progetto è stato reso pubblico alla fine del 2011 - ricorda il manager -, un periodo critico per il Paese. Allora lo spread era oltre i 500 punti, gli indici azionari in calo del 25% e del 20% a livello europeo». Cimbri sottolinea anche le difficoltà ad ottenere il via libera delle autorità di vigilanza italiane, come Antitrust e Consob, ed europee, non dimenticando di rimarcare «alcune prescrizioni di inusitato rigore», come quella di far rientrare la quota di mercato sotto il 30% per ogni singolo ramo di attività delle compagnie a livello nazionale e provinciale, un paletto «totalmente nuovo per il panorama assicurativo italiano». Ma ora i primi passi sono stati compiuti: «Ci vorranno ancora un paio di anni di intenso lavoro da parte di tutte le strutture del gruppo - ammette il manager -, ma qualche risultato già si vede». Basti sapere che UnipolSai oggi vale circa 7,4 miliardi di euro, «4,3 miliardi in più di quanto valessero prima tutte le compagnie coinvolte nel progetto - osserva ... Cimbri: chi ha seguito la fusione e gli aumenti di capitale ha già guadagnato il 90% Cimbri -. Dal giorno dell’annuncio, 30 gennaio 2012, chi ha seguito gli aumenti di capitale ha guadagnato dal 90% (per le azioni ordinarie di Unipol) al 513% (per le azioni di risparmio di Milano Assicurazioni). Chi ha comprato in aumento di capitale, ha portato a casa tra il 168% (per le azioni Fondiaria-Sai) e il 404% (per le Unipol privilegiate». Due i temi più delicati. Gli esuberi del gruppo innanzittutto: saranno «quelli previsti nell'ambito del progetto industriale: c'è l'accordo coi sindacati per agevolare l'accesso al fondo esuberi per 900 persone», i cui «costi ammontano a 150 milioni, già nel bilancio chiuso», spiega Cimbri ricordando anche le 500 persone trasferite ad Allianz. Complessivamente, in UnipolSai operano 136 dirigenti, 1.347 funzionari e 6.268 Eni, trimestre difficile: utile da 1,3 miliardi in calo (-15%) AUGUSTO MATTIOLI SIENA Un’assemblea preoccupata, in certi momenti incattivita e rancorosa, nella quale non sono mancati attacchi agli attuali vertici della banca quella che si è svolta ieri a Siena per l’approvazione dei conti del 2013. Stati d’animo, su cui Beppe Grillo ha gettato olio sul fuoco volendo fare «un po’ di casino», risultato del lungo periodo di crisi del gruppo che non fa utili dal 2010 a causa della lunga crisi e dalle scelte sbagliate fatte in passato dalla banca, a partire dall’acquisizione di Banca Antoveneta. Operazione sulla quale a Siena è in corso un processo nel quale sono coinvolti anche i passati vertici di Banca Mps, l’ex presidente Giuseppe Mussari e l’ex direttore generale Antonio Vigni. Scelte che hanno impoverito quella che una volta era ritenuta la banca più patrimonializzata del sistema bancario con effetti negativi per la Fondazione Mps che a fatica e dopo avere pagato i debiti contratti per sostenere gli aumenti di capitale seguiti all’operazione Antonveneta, è riuscita a mantenere una presenza limitata nell’azionariato di una banca della quale fino a pochi anni fa deteneva la maggioranza assoluta delle azioni. UN ESERCIZIO COMPLICATO Ma è il difficile presente a preoccupare. Infatti il bilancio 2013 approvato dall’assemblea dei soci, evidenzia una perdita di 1,439 miliardi di euro, anche se l’amministratore delegato Fabrizio Viola ha puntualizzato che "rispetto a due anni fa la situazione in Mps è migliore sotto il profilo del capitale e della liquidità" ma prendendo atto che quello del 2013 “è stato un esercizio complicato, in primis dovuto ad un ciclo economico molto negativo. Solo a fine anno ci sono stati deboli segnali di miglioramento che però non hanno inciso sulle dinamiche della banca". La giornata è stata contrassegnata dalla presenza all’assemblea dei leader di 5stelle Beppe Grillo che ha colto l’occasione per portare avanti la sua campagna elettorale. Dopo Piombino, Siena. Come ha lui stesso ha ammesso, , gettando benzina sul fuoco, che “con il casino facciamo un po’ di trasparenza”. Grillo nella sua polemica sulla situazione del gruppo bancario, ha ripetuto lo show attaccando nell’ordine il presidente della Repubblica Napolitano, il primo ministro Matteo Renzi, il Partito democratico che ha definito la “peste rossa”, la banca d’Italia, la Consob, Draghi, i vertici di Mps, “da mandare via con un click del computer”, il sistema bancario nel suo insieme accusato “di fare milioni di morti”. Il bilancio è stato approvato (ma Grillo che se n’è andato prima, inseguito da un nugolo di telecamere, aveva invitato a votare contro) con il 99,17% delle azioni rappresentate in assemblea. I vertici di Banca Mps comunque hanno ancora molto da lavorare per far tornare la banca ad una situazione che tranquillizzi i dipendenti e il sisetyma. Alessandro Profumo ha detto che "siamo riusciti a formare un consorzio di garanzia da 5 miliardi che porterà la banca ad uscire dai problemichje ave- impiegati. Poi, le cause pendenti attorno all’operazione UnipolSai, in particolare quelle che vedono coinvolte i Ligresti e la holding del loro ex gruppo, Premafin. «Dove è possibile ci siamo costituiti parte civile verso gli ex amministratori - dice Cimbri - La parte penale è ancora alle fasi preliminari, ed è difficile prevedere i tempi. Parliamo di anni. A seguito di queste cause prenderanno corpo o meno i risarcimenti dei Ligresti: abbiamo ottenuto fino a 120 milioni di sequestro, lo stiamo portando avanti». Piuttosto, l’Ad ha stroncato duramente «il tentativo di vecchi azionisti di venire a mangiare il patrimonio attuale della società: è un furto agli attuali azionisti, resisteremo a queste cause in ogni grado di giudizio». A. BO. @andreabonzi74 Alessandro Profumo, presidente Mps FOTO LAPRESSE Il piano di Grillo per Mps «Fare un po’ di casino» ● ● Dopo Piombino, il comico replica lo show della «peste rossa» a Siena Profumo: decisivo l’aumento da 5 miliardi. Non ci saranno licenziamenti vamo", lasciando a Grillo le sue considerazioni. L’amministratore delegato Viola ha garantito che «non ci saranno licenziamenti». Approvate inoltre altre due delibere. La prima riguardante le politiche della remunerazione, la seconda modifiche dello statuto riguardanti la composizione degli organi statutari, sull’equilibrio dei generi sulla quota minima di amministratori indipendenti. Chiusa la pratica del bilancio 2013 nell’immediato futuro c’è l’operazione di aumento di capitale per cinque miliardi che serviranno per rimborso dei Monti Bond per tre miliardi e che cambierà gli assetti azionari. . La decisione dovrebbe essere presa nell’assemblea straordinaria dei soci convocata per il 20,21 e 22 maggio prossimi. Un appuntamento forse decisivo per il futuro del gruppo visto che nella compagine azionaria entreranno nuovi soci tra cui il fondo Black Rock, Fintech Advisor,Btg Pactual. Questi ultimi due hanno sottoscritto un patto di sindacato con la Fondazione Mps.. GRUPPO MARCEGAGLIA Buildtech, incontro al ministero. A Mantova prende fuoco un capannone È stato convocato per lunedì 12 maggio il tavolo ministeriale sulla Marcegaglia Buildtech di Sesto San Giovanni, la fabbrica di pannelli per l’edilizia che il gruppo guidato dalla neo presidente dell’Eni, Emma Marcegaglia, vuole chiudere per trasferire la produzione e parte dei 167 operai a Pozzolo Formigaro, in provincia di Alessandria. Contro il trasferimento, che per molti significa perdita del posto di lavoro, si sono opposti i dipendenti e i sindacati. Erano stati questi ultimi, Fiom e Fim, a chiedere l’interessamento dello Sviluppo economico, che ieri ha messo in calendario l’incontro. A motivare lo spostamento della produzione in provincia di Alessandria, dove già esiste uno stabilimento Buildtech, sarebbero esigenze economiche e di organizzazione. I sindacati chiedono invece investimenti sul territorio e il rilancio della fabbrica milanese. Intanto in un altro stabilimento del gruppo Marcegaglia, a Contino di Volta Mantovana, ieri mattina un incendio ha bruciato il tetto di un capannone per una superficie di cento metri quadrati. Le fiamme, divampate intorno alle 7,30, sono state spente subito e non hanno ferito nessuno. Il fuoco ha invece danneggiato la struttura industriale, intaccando anche materiale in cemento-amianto. Le cause dell’incendio sono ancora incerte. «Non risulta sia suonato alcun allarme antincendio - dice Mauro Mantovanelli della Fiom - si parla di un corto circuito elettrico, stando alle primissime ricostruzioni. La produzione non si è fermata e per un paio d'ore abbiamo assistito alla disorganizzazione più totale». Nello stabilimento di Contino lavorano circa 140 operai. Utile netto in calo per Eni nel primo trimestre dell'anno: un miliardo e 300 milioni di euro, -15,6% rispetto allo stesso periodo del 2013. L’utile operativo adjusted del colosso italiano del carburante ammonta a 3,49 miliardi di euro, con una riduzione del -6,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, dovuto in particolare alle divisioni Exploration & Production (-13,7%) e Refining & Marketing (-66,4%), alla flessione del prezzo del petrolio e all’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro. Risultati che Paolo Scaroni, amministratore delegato uscente di Eni, ritiene «solidi, in un mercato ancora difficile, grazie ai progressi compiuti nei business mid e downstream, in particolare con la rinegoziazione del contratto di fornitura del gas con Statoil». La produzione di gas naturale, sempre nel trimestre, è stata di 26,76 miliardi di metri cubi, con una flessione di 3,41 miliardi rispetto al 2013 (-11,3%), in un quadro di «perdurante debolezza della domanda, pressione competitiva ed eccesso di offerta, ai quali si è aggiunto l'effetto climatico». Per quest’anno, la produzione di idrocarburidi di Eni è prevista in linea rispetto al 2013, al netto dell' effetto della cessione dell'interest Eni nella joint venture Artic Russia. Per quanto riguarda la raffinazione, depressi anche i margini nell'area del Mediterraneo (in media 2,07 dollari/barile), complice il calo della domanda e la crescente pressione competitiva da flussi di prodotto importato da Russia, Medio Oriente e Usa. Posto che «la crescita in termini di cashflow nel 2014 e 2015» è confermata (nel primo trimestre 2014 è di 2,15 miliardi), per discutere delle priorità del colosso partecipato dallo Stato bisognerà aspettare ancora. «Oggi (ieri per chi legge, ndr) parliamo del primo trimestre, inizierò a rispondere sul futuro a maggio, dopo averne discusso con il cda», spiega Claudio Descalzi, attuale direttore della divisione Exploration & Production, che subentrerà a Scaroni sulla poltrona di amministratore delegato di Eni. Certo, le questioni delicate non mancano. La situazione in Libia, ad esempio, resta «volatile», ma il gruppo «si è comportato abbastanza bene», conferma Descalzi, che, riferendosi alla questione di Kashagan, spiega come, al momento, Eni non sia in grado di dire quando la produzione del giacimento kazako potrà riprendere. C’è però un piano di emergenza per il 2015, in caso di mancata produzione. RASSEGNASTAMPA 15 mercoledì 30 aprile 2014 COMUNITÀ L’intervento Il commento Carceri, urla dal silenzio Quando la mediazione è una bella parola Luigi Manconi Senatore Pd Stefano Anastasia Antigone SEGUE DALLA PRIMA Il quale ha ribadito un’aspra verità: nel settembre del 2012 abbiamo strappato alla Grecia il mortificante primato del sovraffollamento penitenziario tra i Paesi dell' Unione europea; e nel più ampio bacino del Consiglio d'Europa siamo secondi solo alla Serbia. In estrema sintesi il rapporto è sempre quello: dove ci sono due posti letto, il sistema penitenziario italiano colloca tre detenuti. Si dirà: ma sono dati vecchi, che risalgono a quasi due anni fa. Vero. Ed è pur vero che da allora a oggi la popolazione detenuta è diminuita di circa 6.500 unità, ma il sovraffollamento resta e quasi ventimila detenuti ancora oggi non hanno un posto letto regolamentare. Quando il Consiglio d'Europa ha fatto la sua rilevazione per il rapporto presentato ieri a Strasburgo, la Corte europea dei diritti umani non aveva ancora deciso a proposito del caso Torreggiani. E non aveva ancora formalmente ammonito l'Italia a ricondurre il sistema penitenziario entro i binari della legalità. Eppure il presidente della Repubblica già si era espresso con forza contro «una realtà che ci umilia in Europa» e il governo Monti aveva già adottato il suo decreto cosiddetto «svuota carceri». Poi, dopo quella rilevazione, è venuta la sentenza Torreggiani, un nuovo decreto (Cancellieri I), il messaggio di Giorgio Napolitano alle Camere (8 ottobre 2013) e un nuovo decreto (Cancellieri II). Dopo tutto questo, la popolazione detenuta è diminuita solo di 6.500 unità su un' eccedenza di circa ventimila: un po' pochino per poter dire di aver fatto i compiti a casa. Aveva ragione il presidente della Repubblica: il sovraffollamento penitenziario si batte con riforme ordinarie e con misure straordinarie. Con le riforme destinate a introdurre un ampio ventaglio di alternative alla detenzione in cella, con la drastica riduzione del ricorso alla custodia cautelare e con un radicale mutamento della legislazione sulle sostanze stupefacenti e sull'immigrazione irregolare. E con le misure straordinarie che riportino immediatamente il nostro sistema penitenziario nella legalità, mettendo fine alla perdurante violazione dei diritti umani che si consuma nelle nostre carceri. In- L’analisi I disperati che arrivano dalle rivoluzioni fallite Umberto De Giovannangeli ● parlare genericamente di immigrati, quando NONBASTADAREINUMERI,PERALTROTUTTI DA VERIFICARE. NON È ACCETTABILE quell’umanità sofferente ha un altro status da rivendicare: quello di richiedenti asilo. L’allarme lanciato dal Viminale su una nuova, enorme, ondata di migranti in rotta verso l’Europa, va tradotto in politica e non relegato a problema di ordine pubblico. Va tradotto in politica e nell’ammissione di un fallimento che investe l’Europa nel suo insieme e i Paesi euromediterranei in particolare. Da tempo i segnali che giungono dai Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, come dal devastato Corno d’Africa, avrebbero dovuto determinare nelle cancellerie europee uno scatto di responsabilità e un’azione condivisa. Così non è stato. Non lo è stato per la Libia del dopo-Gheddafi, non lo è stato per la martoriata Siria, distrutta da oltre tre anni di guerra che ha trasformato il popolo siriano in un popolo di sfollati (oltre 5 milioni). Al di somma, prima di adottare le terapie ordinarie (le riforme di sistema), è necessario abbassare drasticamente la febbre che affligge e deforma il corpo malato del sistema penitenziario. Solo dopo aver abbattuto quella temperatura così parossisticamente alterata e aver introdotto un po' di normalità, attraverso un provvedimento di amnistia e indulto, si potrà intervenire con misure di lungo periodo e che agiscano in profondità. Un ceto politico pavido ha futilmente discettato dell'uovo e della gallina, se vengano prima le riforme o un misurato ed efficace atto di clemenza; e non ha avuto il coraggio di dire (e di fare) quello che il presidente della Repubblica sollecita, quello che Marco Pannella tenacemente richiede, quello che papa Francesco - nel solco dei suoi predecessori appena canonizzati si è impegnato a sostenere («Cristo è stato prigioniero», così ai reclusi nel carcere minorile di Casal del Marmo). Il 28 maggio, data di scadenza dell'ulti- .. . La riforma ordinaria del nostro sistema penitenziario non riesce a cancellare qui e ora il sovraffollamento matum della Corte europea dei diritti umani, si avvicina. Il governo ha ancora in serbo qualche «rimedio compensativo», finalizzato a riportare il contenzioso sulle condizioni delle carceri alla competenza dei giudici nazionali. Ma che ne è dei rimedi preventivi? Che ne è della richiesta all'Italia di rimuovere la cause strutturali del sovraffollamento? Sarà uovo o sarà gallina? La via impervia della riforma ordinaria del nostro sistema penale e penitenziario non riesce a cancellare qui e ora lo scandalo del sovraffollamento. Ne abbiamo un esempio in Parlamento in queste ore: si vota la fiducia al decreto-legge sulle droghe e la principale misura di decarcerizzazione in materia resta quella compiuta dalla Consulta con la dichiarazione di incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi. Nel merito, le Camere non riescono ad andare più in là di quanto viene loro imposto dai giudici della Corte costituzionale. È una sconfitta della politica, questa, ma è anche il segno che la politica - il confronto tra diversi programmi e diverse culture - ha bisogno di trovare tempi e modi per scelte condivise. Intanto, però, la realtà urge, la «nuda vita» reclusa e degradata in carcere chiede dignità e diritti. Possiamo permetterci di continuare a ignorarla? Maramotti là delle dichiarazioni formali, rimaste sulla carta, nei fatti l’Europa ha continuato a guardare alle frontiere Sud non come un luogo di cooperazione e di interscambio, ma come un luogo da presidiare, in armi, perché quei Paesi in guerra potevano essere la base di una «invasione» di migranti. Libia, Egitto, Siria, Tunisia, Somalia, Nigeria, Sud Sudan...Da questi Paesi milioni di persone cercano di fuggire, non per garantirsi una vita più agiata, ma per salvare la vita. Una vita messa in discussione da pulizie etniche, da conflitti «dimenticati» ma sempre più sanguinosi (Sud Sudan), dall’avidità senza freni di organizzazioni di trafficanti d’uomini che calcolano una vita in dollari, prendere o lasciare. L’epicentro di questa tragedia è il Mediterranneo. Un mare trasformatosi in tomba per migliaia e migliaia di disperati che hanno perso la vita nel momento in cui hanno messo i piedi in una delle tante carrette del mare inabissatesi. La Libia è l’emblema di una stabilizzazione inesistente. Un Paese in mano ad oltre 350 gruppi armati, alcuni dei quali autoproclamatisi «governo» (in Cirenaica). La Libia è a un passo da casa nostra. Un passo tragico per tanta, troppa gente. La Libia del post-Gheddafi è un Paese ingovernato e ingovernabile, in balia di mercenari, trafficanti di esseri umani, miliziani qaedisti...Da questo inferno cercano di fuggire in migliaia. Parte di quel popolo di richiedenti asilo che ingrossa ogni giorno le proprie fila in altri Paesi devastati dalla guerra. Paesi lasciati in balia di dittatori senza scrupoli, di oligarchie che hanno ingrossato i propri conti in banca sulla pelle, e non è una metafora, di milioni di diseredati. La politica ha abdica- to. La diplomazia ha fallito. Di fronte a questa bancarotta il minimo che si deve alle vittime di questa debacle è quelle di trattarle per ciò che sono, riconoscendone la storia, dando ad esse la dignità dovuta, e concedendo asilo. Non siamo di fronte a un cataclisma naturale. Siamo alle prese con rivoluzioni fallite, fatte fallire. L’Europa non l’ha fatto. Così come ha assistito inerme allo sfiorire delle Primavere arabe, sostituite da restaurazioni in divisa (militare) o da teocrazie islamiste. Cooperazione è rimasta una parola vuota, nel migliore dei casi è stata evocata con sincerità ma mai praticata come si sarebbe dovuto fare. E farlo non in nome di valori che pure dovrebbero far parte di una civiltà dei diritti e della cittadinanza che ha rappresentato il meglio dell’Europa; solidarietà, giustizia, inclusività...La ragione meno poetica, ma molto concreta, per la quale l’Europa dovrebbe attivare finalmente politiche di sostegno nei Paesi del Sud del Mediterraneo, è perché è nel nostro interesse. Perché dare soluzione ai conflitti che agitano quella parte di mondo significa dare una motivazione a milioni di persone per restare nelle loro città, per scommettere su una vita possibile, non solo migliore. La crisi libica, la guerra siriana, la restaurazione egiziana, non sono capitoli della politica estera di una cancelleria europea. Sono, soprattutto per Paesi frontalieri come l’Italia, parte della propria politica interna. Perché non esistono barriere, muri, mari militarizzati che possono fermare l’esodo biblico di una umanità sofferente che non ha più nulla da perdere. Di questa sofferenza, l’Europa è parte. Responsabile, anche se non lo ammette. Claudio Sardo SEGUE DALLA PRIMA C’è del calcolo nella sua apparente follia. È indietro nei sondaggi, la sua forza politica è ai minimi storici, dunque gioca la carta della disperazione. Cerca di rimontare urlando più forte di Grillo e spiegando il suo fallimento come l’esito di una congiura mondiale. Provoca persino i giudici che gli hanno concesso i benefici dei servizi sociali. Tanto, l’obiettivo è solo questo: ottenere qualche voto in più il 25 maggio per sedere ancora ad un tavolo di trattativa. Berlusconi non ha più la pretesa di governare alcunché, né l’idea di un programma per il Paese. Non è un contendente politico: è un giocatore marginale, il cui scopo è condizionare, inibire, minacciare per incamerare dividendi. Per Grillo gli eccessi verbali sono la quotidianità. Mai uscite da quella bocca, o da quel blog, parole meno che violente e insulti meno che estremi. Del resto, sul «vaffa» ha costruito una politica. E una buona rendita. Non c’è alcun motivo perché rinunci al filone aurifero. Certo, c’è una malattia di fondo nel sistema se il nichilismo di Grillo e la voglia di autodistruzione catturano tanti consensi. C’è una malattia che la crisi economica aggrava e che la democrazia non riesce a curare. Ma anche Grillo, come Berlusconi, pesca nel torbido perché non ha alcuna intenzione di governare. Non vuole uscire dalla crisi. Vuole lucrare sulla crisi. Vuole che si allarghino le fratture, che si renda ingovernabile il sistema. Così in Europa: giocherà la partita per impedire il cambiamento e spingere le contraddizioni fino al punto che esplodano. È uno strano tripolarismo quello italiano. Due dei tre poli non intendono governare. Sono out. Altro che consociativismo. Il sistema-Italia è vicino al collasso, l’economia è al punto più basso dal dopoguerra e c’è un solo partito, il Pd, in grado oggi di sostenere le istituzioni e guidare un cambiamento. Qualcuno tenta di sfuggire alla cruda realtà inseguendo il miraggio di un bipolarismo che non c’è più. Intanto il tripolarismo si diffonde anche in Europa. Si parla tanto degli errori delle classi dirigenti del centrosinistra nell’ultimo ventennio. Ne sono stati compiuti di gravi. Ma è anche vero che quelle classi dirigenti sono riuscite a costruire l’Ulivo e (sia pure in ritardo) il Pd. E hanno consegnato ai quarantenni di oggi uno strumento nuovo, pensato proprio per far uscire il Paese dalla palude della seconda Repubblica. Questo è negato da molti commentatori. Sembra che lo facciano per compiacere Renzi e alimentare il mito del demiurgo. Ma in realtà lo fanno per indebolire Renzi, per ridurre la sua autonomia separandolo dal Pd e dal processo storico che lo ha generato. Questa è la partita che si gioca oggi tra i poteri più forti del Paese. Tutti sanno bene che, nel breve, non ci sono alternative. Se il governo fallisse, le conseguenze sarebbero devastanti. Il tentativo di chi ha sempre avversato il Pd e la sinistra è allora quello di scollegare Renzi dal retroterra politico e sociale che lo ha portato alla leadership del Paese. Il tentativo è usare Renzi - e il rinnovamento che interpreta - contro quel retroterra. Dietro la dialettica, talvolta aspra, tra il premier e la minoranza di sinistra del Pd c’è questo nodo. E ci sono questi interessi. Devono esserne consapevoli sia il premier che la minoranza. Dire che la responsabilità del rilancio dell’Italia e della sua stessa tenuta democratica è oggi quasi per intero sulle spalle del Pd, non vuol dire affatto che il compito del centrosinistra sia semplicemente quello di applaudire Renzi. Al contrario, vuol dire che il Pd deve allargare la sua capacità di rappresentanza, esprimere una dialettica costruttiva e coinvolgente, comporre sintesi più avanzate. La forza personale di Renzi non può temere il confronto sui contenuti e la mediazione. Mediazione è una bella parola della politica: va recuperata nel suo significato ri-costruttivo. Tutto il contrario dei «bastoni tra le ruote». Qualcuno paragona il Pd di oggi alla Dc del dopoguerra. Per molti aspetti la somiglianza è forte: le condizioni interne ed esterne portano oggi la sinistra ad assumere quella funzione che sessant’anni fa ebbe il centro. Anche allora i benpensanti tiravano De Gasperi per la giacchetta e cercavano di contrapporlo ad alcune forze interne alla Dc. Volevano spingere la Dc su una linea clericale, oppure farne strumento esclusivo degli interessi confindustriali. Il radicamento sociale e la capacità dialettica di quel partito divenne invece un presidio di autonomia politica. Si possono riprodurre oggi quelle virtù senza pagarne i prezzi in termini di instabilità governativa? Questa è la sfida. Del resto, cosa sarebbe il tripolarismo italiano se si trasformasse in un tri-leaderismo, o peggio in un tri-populismo? Cosa sarebbe del nostro tessuto democratico, se il Pd non fosse capace di dialogare e di offrire una sponda anche a quelle parti della destra che hanno rotto con Berlusconi e agli ex-grillini che si sono ribellati al Capo e hanno aperto un confronto con Sel? Solo un Pd vivo, plurale, autonomo, può farsi strumento di una ricostruzione più ampia dei confini stessi del partito. La grande responsabilità del Pd è sulle spalle di tutte le sue componenti. Il leader va aiutato, integrato. Così sarà più forte. E la dialettica interna deve porsi il suo limite nel merito delle scelte, perché il fallimento, quello sì, travolgerebbe tutti. RASSEGNASTAMPA 15 mercoledì 30 aprile 2014 COMUNITÀ L’intervento Il commento Carceri, urla dal silenzio Quando la mediazione è una bella parola Luigi Manconi Senatore Pd Stefano Anastasia Antigone SEGUE DALLA PRIMA Il quale ha ribadito un’aspra verità: nel settembre del 2012 abbiamo strappato alla Grecia il mortificante primato del sovraffollamento penitenziario tra i Paesi dell' Unione europea; e nel più ampio bacino del Consiglio d'Europa siamo secondi solo alla Serbia. In estrema sintesi il rapporto è sempre quello: dove ci sono due posti letto, il sistema penitenziario italiano colloca tre detenuti. Si dirà: ma sono dati vecchi, che risalgono a quasi due anni fa. Vero. Ed è pur vero che da allora a oggi la popolazione detenuta è diminuita di circa 6.500 unità, ma il sovraffollamento resta e quasi ventimila detenuti ancora oggi non hanno un posto letto regolamentare. Quando il Consiglio d'Europa ha fatto la sua rilevazione per il rapporto presentato ieri a Strasburgo, la Corte europea dei diritti umani non aveva ancora deciso a proposito del caso Torreggiani. E non aveva ancora formalmente ammonito l'Italia a ricondurre il sistema penitenziario entro i binari della legalità. Eppure il presidente della Repubblica già si era espresso con forza contro «una realtà che ci umilia in Europa» e il governo Monti aveva già adottato il suo decreto cosiddetto «svuota carceri». Poi, dopo quella rilevazione, è venuta la sentenza Torreggiani, un nuovo decreto (Cancellieri I), il messaggio di Giorgio Napolitano alle Camere (8 ottobre 2013) e un nuovo decreto (Cancellieri II). Dopo tutto questo, la popolazione detenuta è diminuita solo di 6.500 unità su un' eccedenza di circa ventimila: un po' pochino per poter dire di aver fatto i compiti a casa. Aveva ragione il presidente della Repubblica: il sovraffollamento penitenziario si batte con riforme ordinarie e con misure straordinarie. Con le riforme destinate a introdurre un ampio ventaglio di alternative alla detenzione in cella, con la drastica riduzione del ricorso alla custodia cautelare e con un radicale mutamento della legislazione sulle sostanze stupefacenti e sull'immigrazione irregolare. E con le misure straordinarie che riportino immediatamente il nostro sistema penitenziario nella legalità, mettendo fine alla perdurante violazione dei diritti umani che si consuma nelle nostre carceri. In- L’analisi I disperati che arrivano dalle rivoluzioni fallite Umberto De Giovannangeli ● parlare genericamente di immigrati, quando NONBASTADAREINUMERI,PERALTROTUTTI DA VERIFICARE. NON È ACCETTABILE quell’umanità sofferente ha un altro status da rivendicare: quello di richiedenti asilo. L’allarme lanciato dal Viminale su una nuova, enorme, ondata di migranti in rotta verso l’Europa, va tradotto in politica e non relegato a problema di ordine pubblico. Va tradotto in politica e nell’ammissione di un fallimento che investe l’Europa nel suo insieme e i Paesi euromediterranei in particolare. Da tempo i segnali che giungono dai Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, come dal devastato Corno d’Africa, avrebbero dovuto determinare nelle cancellerie europee uno scatto di responsabilità e un’azione condivisa. Così non è stato. Non lo è stato per la Libia del dopo-Gheddafi, non lo è stato per la martoriata Siria, distrutta da oltre tre anni di guerra che ha trasformato il popolo siriano in un popolo di sfollati (oltre 5 milioni). Al di somma, prima di adottare le terapie ordinarie (le riforme di sistema), è necessario abbassare drasticamente la febbre che affligge e deforma il corpo malato del sistema penitenziario. Solo dopo aver abbattuto quella temperatura così parossisticamente alterata e aver introdotto un po' di normalità, attraverso un provvedimento di amnistia e indulto, si potrà intervenire con misure di lungo periodo e che agiscano in profondità. Un ceto politico pavido ha futilmente discettato dell'uovo e della gallina, se vengano prima le riforme o un misurato ed efficace atto di clemenza; e non ha avuto il coraggio di dire (e di fare) quello che il presidente della Repubblica sollecita, quello che Marco Pannella tenacemente richiede, quello che papa Francesco - nel solco dei suoi predecessori appena canonizzati si è impegnato a sostenere («Cristo è stato prigioniero», così ai reclusi nel carcere minorile di Casal del Marmo). Il 28 maggio, data di scadenza dell'ulti- .. . La riforma ordinaria del nostro sistema penitenziario non riesce a cancellare qui e ora il sovraffollamento matum della Corte europea dei diritti umani, si avvicina. Il governo ha ancora in serbo qualche «rimedio compensativo», finalizzato a riportare il contenzioso sulle condizioni delle carceri alla competenza dei giudici nazionali. Ma che ne è dei rimedi preventivi? Che ne è della richiesta all'Italia di rimuovere la cause strutturali del sovraffollamento? Sarà uovo o sarà gallina? La via impervia della riforma ordinaria del nostro sistema penale e penitenziario non riesce a cancellare qui e ora lo scandalo del sovraffollamento. Ne abbiamo un esempio in Parlamento in queste ore: si vota la fiducia al decreto-legge sulle droghe e la principale misura di decarcerizzazione in materia resta quella compiuta dalla Consulta con la dichiarazione di incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi. Nel merito, le Camere non riescono ad andare più in là di quanto viene loro imposto dai giudici della Corte costituzionale. È una sconfitta della politica, questa, ma è anche il segno che la politica - il confronto tra diversi programmi e diverse culture - ha bisogno di trovare tempi e modi per scelte condivise. Intanto, però, la realtà urge, la «nuda vita» reclusa e degradata in carcere chiede dignità e diritti. Possiamo permetterci di continuare a ignorarla? Maramotti là delle dichiarazioni formali, rimaste sulla carta, nei fatti l’Europa ha continuato a guardare alle frontiere Sud non come un luogo di cooperazione e di interscambio, ma come un luogo da presidiare, in armi, perché quei Paesi in guerra potevano essere la base di una «invasione» di migranti. Libia, Egitto, Siria, Tunisia, Somalia, Nigeria, Sud Sudan...Da questi Paesi milioni di persone cercano di fuggire, non per garantirsi una vita più agiata, ma per salvare la vita. Una vita messa in discussione da pulizie etniche, da conflitti «dimenticati» ma sempre più sanguinosi (Sud Sudan), dall’avidità senza freni di organizzazioni di trafficanti d’uomini che calcolano una vita in dollari, prendere o lasciare. L’epicentro di questa tragedia è il Mediterranneo. Un mare trasformatosi in tomba per migliaia e migliaia di disperati che hanno perso la vita nel momento in cui hanno messo i piedi in una delle tante carrette del mare inabissatesi. La Libia è l’emblema di una stabilizzazione inesistente. Un Paese in mano ad oltre 350 gruppi armati, alcuni dei quali autoproclamatisi «governo» (in Cirenaica). La Libia è a un passo da casa nostra. Un passo tragico per tanta, troppa gente. La Libia del post-Gheddafi è un Paese ingovernato e ingovernabile, in balia di mercenari, trafficanti di esseri umani, miliziani qaedisti...Da questo inferno cercano di fuggire in migliaia. Parte di quel popolo di richiedenti asilo che ingrossa ogni giorno le proprie fila in altri Paesi devastati dalla guerra. Paesi lasciati in balia di dittatori senza scrupoli, di oligarchie che hanno ingrossato i propri conti in banca sulla pelle, e non è una metafora, di milioni di diseredati. La politica ha abdica- to. La diplomazia ha fallito. Di fronte a questa bancarotta il minimo che si deve alle vittime di questa debacle è quelle di trattarle per ciò che sono, riconoscendone la storia, dando ad esse la dignità dovuta, e concedendo asilo. Non siamo di fronte a un cataclisma naturale. Siamo alle prese con rivoluzioni fallite, fatte fallire. L’Europa non l’ha fatto. Così come ha assistito inerme allo sfiorire delle Primavere arabe, sostituite da restaurazioni in divisa (militare) o da teocrazie islamiste. Cooperazione è rimasta una parola vuota, nel migliore dei casi è stata evocata con sincerità ma mai praticata come si sarebbe dovuto fare. E farlo non in nome di valori che pure dovrebbero far parte di una civiltà dei diritti e della cittadinanza che ha rappresentato il meglio dell’Europa; solidarietà, giustizia, inclusività...La ragione meno poetica, ma molto concreta, per la quale l’Europa dovrebbe attivare finalmente politiche di sostegno nei Paesi del Sud del Mediterraneo, è perché è nel nostro interesse. Perché dare soluzione ai conflitti che agitano quella parte di mondo significa dare una motivazione a milioni di persone per restare nelle loro città, per scommettere su una vita possibile, non solo migliore. La crisi libica, la guerra siriana, la restaurazione egiziana, non sono capitoli della politica estera di una cancelleria europea. Sono, soprattutto per Paesi frontalieri come l’Italia, parte della propria politica interna. Perché non esistono barriere, muri, mari militarizzati che possono fermare l’esodo biblico di una umanità sofferente che non ha più nulla da perdere. Di questa sofferenza, l’Europa è parte. Responsabile, anche se non lo ammette. Claudio Sardo SEGUE DALLA PRIMA C’è del calcolo nella sua apparente follia. È indietro nei sondaggi, la sua forza politica è ai minimi storici, dunque gioca la carta della disperazione. Cerca di rimontare urlando più forte di Grillo e spiegando il suo fallimento come l’esito di una congiura mondiale. Provoca persino i giudici che gli hanno concesso i benefici dei servizi sociali. Tanto, l’obiettivo è solo questo: ottenere qualche voto in più il 25 maggio per sedere ancora ad un tavolo di trattativa. Berlusconi non ha più la pretesa di governare alcunché, né l’idea di un programma per il Paese. Non è un contendente politico: è un giocatore marginale, il cui scopo è condizionare, inibire, minacciare per incamerare dividendi. Per Grillo gli eccessi verbali sono la quotidianità. Mai uscite da quella bocca, o da quel blog, parole meno che violente e insulti meno che estremi. Del resto, sul «vaffa» ha costruito una politica. E una buona rendita. Non c’è alcun motivo perché rinunci al filone aurifero. Certo, c’è una malattia di fondo nel sistema se il nichilismo di Grillo e la voglia di autodistruzione catturano tanti consensi. C’è una malattia che la crisi economica aggrava e che la democrazia non riesce a curare. Ma anche Grillo, come Berlusconi, pesca nel torbido perché non ha alcuna intenzione di governare. Non vuole uscire dalla crisi. Vuole lucrare sulla crisi. Vuole che si allarghino le fratture, che si renda ingovernabile il sistema. Così in Europa: giocherà la partita per impedire il cambiamento e spingere le contraddizioni fino al punto che esplodano. È uno strano tripolarismo quello italiano. Due dei tre poli non intendono governare. Sono out. Altro che consociativismo. Il sistema-Italia è vicino al collasso, l’economia è al punto più basso dal dopoguerra e c’è un solo partito, il Pd, in grado oggi di sostenere le istituzioni e guidare un cambiamento. Qualcuno tenta di sfuggire alla cruda realtà inseguendo il miraggio di un bipolarismo che non c’è più. Intanto il tripolarismo si diffonde anche in Europa. Si parla tanto degli errori delle classi dirigenti del centrosinistra nell’ultimo ventennio. Ne sono stati compiuti di gravi. Ma è anche vero che quelle classi dirigenti sono riuscite a costruire l’Ulivo e (sia pure in ritardo) il Pd. E hanno consegnato ai quarantenni di oggi uno strumento nuovo, pensato proprio per far uscire il Paese dalla palude della seconda Repubblica. Questo è negato da molti commentatori. Sembra che lo facciano per compiacere Renzi e alimentare il mito del demiurgo. Ma in realtà lo fanno per indebolire Renzi, per ridurre la sua autonomia separandolo dal Pd e dal processo storico che lo ha generato. Questa è la partita che si gioca oggi tra i poteri più forti del Paese. Tutti sanno bene che, nel breve, non ci sono alternative. Se il governo fallisse, le conseguenze sarebbero devastanti. Il tentativo di chi ha sempre avversato il Pd e la sinistra è allora quello di scollegare Renzi dal retroterra politico e sociale che lo ha portato alla leadership del Paese. Il tentativo è usare Renzi - e il rinnovamento che interpreta - contro quel retroterra. Dietro la dialettica, talvolta aspra, tra il premier e la minoranza di sinistra del Pd c’è questo nodo. E ci sono questi interessi. Devono esserne consapevoli sia il premier che la minoranza. Dire che la responsabilità del rilancio dell’Italia e della sua stessa tenuta democratica è oggi quasi per intero sulle spalle del Pd, non vuol dire affatto che il compito del centrosinistra sia semplicemente quello di applaudire Renzi. Al contrario, vuol dire che il Pd deve allargare la sua capacità di rappresentanza, esprimere una dialettica costruttiva e coinvolgente, comporre sintesi più avanzate. La forza personale di Renzi non può temere il confronto sui contenuti e la mediazione. Mediazione è una bella parola della politica: va recuperata nel suo significato ri-costruttivo. Tutto il contrario dei «bastoni tra le ruote». Qualcuno paragona il Pd di oggi alla Dc del dopoguerra. Per molti aspetti la somiglianza è forte: le condizioni interne ed esterne portano oggi la sinistra ad assumere quella funzione che sessant’anni fa ebbe il centro. Anche allora i benpensanti tiravano De Gasperi per la giacchetta e cercavano di contrapporlo ad alcune forze interne alla Dc. Volevano spingere la Dc su una linea clericale, oppure farne strumento esclusivo degli interessi confindustriali. Il radicamento sociale e la capacità dialettica di quel partito divenne invece un presidio di autonomia politica. Si possono riprodurre oggi quelle virtù senza pagarne i prezzi in termini di instabilità governativa? Questa è la sfida. Del resto, cosa sarebbe il tripolarismo italiano se si trasformasse in un tri-leaderismo, o peggio in un tri-populismo? Cosa sarebbe del nostro tessuto democratico, se il Pd non fosse capace di dialogare e di offrire una sponda anche a quelle parti della destra che hanno rotto con Berlusconi e agli ex-grillini che si sono ribellati al Capo e hanno aperto un confronto con Sel? Solo un Pd vivo, plurale, autonomo, può farsi strumento di una ricostruzione più ampia dei confini stessi del partito. La grande responsabilità del Pd è sulle spalle di tutte le sue componenti. Il leader va aiutato, integrato. Così sarà più forte. E la dialettica interna deve porsi il suo limite nel merito delle scelte, perché il fallimento, quello sì, travolgerebbe tutti. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 4 Primo piano Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it POLITICA E POLEMICHE Oggi la riforma della pubblica amministrazione arriva a Palazzo Chigi e sarà sottoposta alla consultazione «Senza riforme me ne vado» Il presidente del Consiglio Renzi nel salotto di Vespa indica ancora una volta qual è il suo stile politico di CRISTINA FERRULLI ROMA - Nel giorno in cui, per la prima volta, deve mediare e cedere un pò di sovranità per non far affossare la riforma del Senato, Matteo Renzi avverte che l’eccezione non diventerà la norma. E lui non cambia stile. «O riesco a fare le cose o me ne vado e se ne trovino un altro», è l’aut aut che rinnova nel salotto di Bruno Vespa, garantendo che lui non diventerà «un pollo da batteria» della politica. E, chiuso un fronte, oggi il premier ne apre un altro, quello della riforma della pubblica amministrazione, già consapevole che «farà discutere». Con la campagna elettorale che entra nel vivo, Renzi ha deciso di anteporre «ai quotidiani fuochi di artificio» di Silvio Berlusconi e di Beppe Grillo il profilo di chi fa promesse e le mantiene stando dalla parte dei cittadini. Rivendica il decreto degli 80 euro, «per il Cavaliere e Grillo sono pochi perchè loro ne hanno tanti». Insiste sulla novità delle misure del governo che «per la prima volta fa pagare chi non ha mai pagato». Ma, ribatte al Cavaliere, «lo ringrazio per il simpatico, ma certo non sono un tassatore». Visto che «meno politici ci sono in giro e più sono i posti di lavoro per combattere la disoccupazione giovanile». Slogan che i critici bollano come demagogiche ma Renzi dà poco peso alle critiche. E molto agli impegni presi insediandosi al governo. Anche perchè se non riesco «mi fanno fuori politicamente», sa bene il leader Pd, da poco alla ribalta della politica nazionale ma conscio della velocità con cui leader e premier vengono archiviati. Per portare a casa le riforme, il segretario Pd si dice pronto a «compromessi». Ma non a farsi fermare. Nè dai tecnici della Regioneria chedice- «mi avevano smontato il decreto dalla a alla z». Ma poi lui- spiegasi è imposto. Nè dalle associazioni di categoria, siano magistrati (dall’Anm «frasi offensive e sbagliate”) o sindacati. Ed infatti oggi la riforma della Pubblica amministrazione arriva a Palazzo Chigi e prima dell’approvazione sarà sottoposta «ad una forma di consultazione ma non ad un referendum». La «rivoluzione» della pubblica amministrazione, che il premier vuole, «è la più difficile, non basta la Nasa, ci vorrebbero i Marines». E si basa su una filosofia che Renzi riassume nella sintesi di 2 tweet: semplificare dando un Pin ad ogni cittadino per entrare negli uffici pubblici. E «beccare i fannulloni e farli smettere, valorizzare i tanti non fannulloni dando un premio a chi non è fannullone incentivando gli scatti di carriera e magari lo stipendio». Il premier non vuole genera- lizzare come fece Brunetta, liquidando come fannulloni tutti i dipendenti pubblici. «Non la facciamo contro la pubblica amministrazione ma coinvolgendola e sfidandola», sostiene assicurando che il numero degli 85mila esuberi, dati da Carlo Cottarelli, «è teorica» e che «nessuno sarà licenziato». Renzi preferisce convincere a votare Pd con i fatti, evitando attacchi politici. Pur sicuro che il Cavaliere «ha interesse» a rispettare il patto del Nazareno, lo stoppa sugli attacchi alla magistratura: «Non la penso come lui, io rispetto, chiedendo lo stesso rispetto, le sentenze della magistratura. Si possono rimettere in discussione? Non commento e le rispetto». Poi difende il Capo dello Stato dagli attacchi da Fi ed M5s rinnovandogli la «stima e l’affetto profondo». Più vis polemica invece gli provoca Grillo: «Non ha a cuore l’Italia ma il suo spettacolo». Il presidente del Consiglio Renzi ospite a “Porta a porta” | LA STRATEGIA | Attacchi in pubblico mediazione in Senato di GIOVANNI INNAMORATI ROMA - Matteo Renzi usa il bastone e la carota sulla partita delle riforme. In pubblico attacca a testa bassa i frenatori ma quando arriva al Senato parcheggia in garage il rullo com- Il senatore Vannino Chiti pressore e smette di correre per mediare: e ciò basta ad allentare un pò la tensione che si era creata tanto in seno al Pd, quanto con Forza Italia, che torna ad essere della partita come testimonia una riunione serale tra i capigruppo Paolo Romani, Luigi Zanda e la relatrice Anna Finocchiaro. Incontrando la mattina i senatori del Pd, il premier ha detto che il «si» alla riforma può anche andare oltre il 25 maggio, sganciando quindi le riforme dalla campagna elettorale, che stava rendendo impraticabile il percorso, con Berlusconi che bombarda con le sue dichiarazioni mentre i suoi senatori dovrebbero dialogare nelle Aule. La giornata è iniziata in realtà la sera di lunedì con un incontro tra il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerrini con Denis Verdini e Paolo Romani. Gli «azzurri» hanno detto chiaramente che non lasceranno a Renzi e ai democratici l’atout elettorale di una approvazione delle riforme prima delle europee: sono però interessati alla loro realizzazione con alcuni cambiamenti al ddl del governo: gli stessi indicati da molti senatori del Pd, su cui ieri Renzi ha aperto il dialogo. La novità non sta tanto nell’aver accolto alcune modifiche, su cui il ministro Maria Elena Boschi sveva già dato la disponibilità, quanto nella frenata sui tempi che ha garantito FI (ma diversi senatori di Fi come Augusto Minzolini, arricciano ancora il naso). La frenata è stata vista anche dai senatori Pd, dubbiosi sul testo del governo, come la disponibilità ad un confronto vero. Per questo alla fine tutti, anche Vannino Chiti, hanno parlato di «clima nuovo» e «passi avanti». Nel merito Renzi ha detto sì ad un Senato con un maggior numero di rappresentanti delle Regioni rispetto ai sindaci. LA CURIOSITÀ Il deputato non è la prima volta che si esibisce durante i suoi interventi Spigola salata per il leghista Buonanno Aver portato il pesce nell’aula di Montecitorio gli è costato una multa salata e la sospensione di FRANCESCO BONGARRÀ ROMA - Portare nell’Aula di Montecitorio una spigola di circa mezzo chilo e sventolarla platealmente a beneficio delle telecamere in tribuna stampa a Gianluca Buonanno è costato salato. L’ufficio di presidenza ha sospeso per dieci giorni il deputato leghista, ormai considerato il «giamburrasca» della legislatura per le sue plateali sortite nell’Emiciclo simbolo del potere legislativo. Oltre ad impedire al le- ghista di partecipare alle sedute per dieci giornate (più altre due, comminategli per aver dato del «clandestino» al ministro dell’Interno Angelino Alfano con il collega Massimiliano Fedriga durante una informativa sull’emergenza immigrazione) la sanzione fa male pure alla tasca del deputato: nelle giornate di cartellino rosso, infatti, Buonanno non maturerà la diaria prevista per chi partecipa alle sedute: 206,58 euro al giorno, 2.605 euro in totale. Buonanno arrivò con la sua spigola nell’Aula di Montecitorio lo scorso 1 aprile, il giorno dedicato ai pesci d’aprile. Il giorno dopo l’immagine del deputato con il pesce in mano campeggiava sulle prime pagine di tutti i giornali: un fatto che ha particolarmente danneggiato l’immagine di Montecitorio secondo i deputati questori che hanno proposto la sanzione, approvata dall’Ufficio di presidenza. Una punizione dura, anche perchè tiene conto anche di altre intemperanze di cui il leghista, per sua stessa ammissione in cerca di «visibilità» per se e per il Carroccio, si è reso protagonista nelle ultime settimane. Il deputato Gianluca Buonanno RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 5 EUROPEE Campagna elettorale dura Berlusconi senza freni parla di sentenza-golpe e attacca Napolitano di YASMIN INANGIRAY Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi | LA PROTESTA | L’M5s vuole fuori i cronisti dalla Camera di FRANCESCA CHIRI ROMA - Hanno mantenuto la promessa: dopo i ripetuti attacchi alla stampa e i tentativi di tenere i giornalisti alla larga dal Movimento, i Cinque Stelle ci riprovano. I tre componenti M5s dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio hanno fatto richiesta di costituire un gruppo di lavoro che punti a limitare l’accesso e la possibilità di movimento a Montecitorio per i lobbisti e per i giornalisti. Con la creazione di un organismo, costituito da rappresentanti dei gruppi, dell’associazione della stampa parlamentare, di Confindustria e dell’istituzione della Camera per vagliare i criteri di accesso in Parlamento. «E’ un grande successo» e non «una cacciata dal Tempio» spiega il vicepresidente della Camera, il deputato M5s, Luigi Di Maio che dice di ispirarsi al modello francese. Quello che, ricor- di DOMENICO MUGNAINI Il leader dell’M5s Beppe Grillo da, prevede l’accesso della stampa nelle sedi parlamentari «strettamente limitato alle tribune stampa, sala per le conferenze stampa, sala stampa». Un’iniziativa di stampo fascista, replica l’associazione della stampa parlamentare. «Spiace constatare che il M5s, nato con l’obiettivo dichiarato di aprire il Parlamento “come una scatola di tonno” e dunque di favorire la trasparenza delle istituzioni, una volta entrato a farne parte, si trasformi nel promotore del più grande tentativo di chiusura della Camera ai giornalisti», si lamenta l’Asp che annuncia battaglia. Tentativi che hanno fatto capolino più volte nella storia del Parlamento repubblicano. E che hanno visto schierarsi contro il libero accesso in Transatlantico anche illustri paladini della trasparenza come Marco Pannella. Fui lui, infatti, che in occasione della sua battaglia per l’introduzione dell’uninominale secco durante la Bicamerale, deplorando i giornalisti che avevano notato un suo lavorio per portare alla sua causa anche Umberto Bossi dichiarò: «ritengo che il Transatlantico debba essere sgombro da giornalisti»: I giornalisti reagiscono «Iniziativa di stampo fascista» dall’evitare accuse contro i giudici ed il rischio conseguente di una reROMA - Il rischio di revoca dei ser- voca dei servizi sociali e la destinavizi sociali non ferma Silvio Berlu- zione ai domiciliari. Nessuna decisconi che nell’offensiva mediatica sione è stata presa in tal senso ma continua a picchiare duro contro la per l’ex capo del governo è a rischio magistratura. Le toghe non sono «ammonimento» per quanto detto l’unico obiettivo dell’ex premier sui pm. pronto a non fare sconti a nessuno: Nel copione dell’ex capo del gonel mirino finisce anche Giorgio verno non mancano poi gli attacNapolitano e poi a seguire la can- chi al governo e al premier Matteo celliera tededesca Angela Merkel, Renzi: «Tassa ci cova», commenta il premier Matteo Renzi e anche nel vedere una foto del presidente Beppe Grillo. del Consiglio accusato di «aver triOspite della trasmissione Matti- plicato le tasse. La sinistra fa solo no Cinque in onda su Mediaset il gli interessi dei suoi elettori e colpiCavaliere va giù sce il ceto medio, duro contro i manel 2015 gli italiagistrati bollando ni dovranno pacome «colpo di gare 34 miliarStato» la sentenza di». Mediaset, insiste Il Cavaliere va sulla necessità oltre accusando il che Napolitano leader Democradovesse concetico di «non essedergli la grazia re stato eletto dai (“pensando a lui cittadini» e di mi viene in mente «avere un esecutiil film profondo vo che si basa sui rossò”) e l’infine voti dei traditori ennesima frecciaex Pdl», riferita alla Merkel: “lo mento ovviamendico in romanete ad Angelino Alsco «aridatece Il presidente Giorgio Napolitano fano e agli espoKohl». nenti di Ncd. L’idea insomma resta quella di Ancora più dure le consideraziotenere un campagna elettorale tut- ni su Beppe Grillo ed il Movimento ta all’attacco tant’è che Berlusconi Cinque Stelle paragonato ad una non risparmia nulla ripercorren- «setta» mentre il comico genovese do a ritroso la sua storia politica è accostato a «Robespierre, Marx e «sono stato vittima di 4 colpi di Sta- Hitler». Il Cavaliere invita la «gente to» e soffermandosi in particolare ad avere paura» dei grillini ma sosul ruolo di Napolitano: «sarà la pratutto di un personaggio che storia a giudicare se è stato super «definire inquietante è dire poco». partes», è l’opinione dell’ex pre- Ed è proprio per la situazione «gramier che aggiunge: «nel giugno ve» che il Cavaliere chiama direttadel 2011 mentre ero in carica lui mente in causa i moderati «non già riceveva al Colle Monti per fare possono restare alla finestra - dice un esecutivo tecnico». Nel tritacar- ma devono scendere e votare». Inne dell’ex capo del governo finisce tanto Berlusconi ieri ha incontrato anche la procura di Milano che «nel il direttore generale della Fonda2011 ha deciso di calpestare la mia zione Sacra Famiglia di Cesano Boprivacy». Parole forti, quelle del- scone Paolo Pigni e il direttore dei l’ex capo del governo, che non cado- servizi residenziali Michele Restelno nel vuoto. Mentre il Quirinale li. Con loro ha definito i dettagli del tiene ferma la decisione di non re- progetto di volontariato che svolplicare, a difendere il presidente gerà presso la struttura. Si è trattadella Repubblica ci pensa il vice- to di un incontro strettamente ripresidente del Csm: «Chi pensa di servato che è avvenuto nel centro di far campagna elettorale utilizzan- formazione permanente dell’istido il presidente della Repubblica tuto e in cui si è stabilito il piano di scherza col fuoco», è l’avvertimen- assistenza agli anziani che si doto di Michele Vietti. Sul piede di vrebbe concentrare nei reparti San guerra però anche i magistrati del Pietro e San Luigi. Piano che statribunale di sorveglianza di Mila- mattina i responsabili della Fondano. Berlusconi era stato avvertito zione renderanno noto. LA PROVOCAZIONE Il leader dell’M5s si presenta a Siena e duetta con Profumo legge 231, Grillo ha infatti aperto il suo intervento: «determinano che la banca rispondeva ai vertici di un certo partito. Non fanno i nomi ma evidente che sono politici del Pd e l’indirizzo è quello di via del Nazzareno a Roma» spiega ai soci. Vuole che tutto il Pd, «i vertici dal 2005 ad oggi venga processato», e con loro anche «la Consob, la Banca d’Italia e forse anche Mario Draghi», cioè quelli che «dovevano controllare e non l’hanno fatto», ma anche il presidente di Banco Santader, Emilio Botin, che poi però applaude «perchè in 48 ore, grazie al Monte, guadagnò 5 miliardi». Poi se ne va, senza rispondere a chi gli chiede se tornerà a Siena anche il 21 maggio, per l’assemblea sull’aumento di capitale da 5 mld, che dovrà essere deciso proprio 4 giorni prima del voto per le Europee. Grillo in assemblea parla di mafia e capitalismo SIENA- Beppe Grillo arriva a Siena come un ciclone annunciato: torna a un’assemblea di Banca Monte dei Paschi dopo oltre un anno dalla sua prima apparizione, nel gennaio 2013. Allora erano passati pochi giorni dall’esplosione dello scandalo che ha cambiato la vita dell’istituto e della città del Palio. Una banca che è un’“osservata speciale” del leader del M5s perchè «questa è la mafia del capitalismo, non la Sicilia: qui siamo nel cuore della peste rossa e del voto di scambio» spiega, ancor prima di entrare e sedersi tra i soci per votare no al bilancio. Grillo sembra arrivato con un obiettivo preciso: colpire la vecchia gestione del Pd e della banca, ma anche i vertici di oggi. Attacca tutti, dall’ex presidente Giuseppe Mussari (“incapace anche di fare un bonifico”), a quello attuale, Alessandro Profumo: «bocciate questo bilancio, mandate a casa questo Cda e la peste rossa. Sono tutti finti dalla fine all’inizio» avverte i soci quando prende la parola. Immediata la replica del presidente Profumo che, sorridendo, lo invita a stare attento: «è sempre così emozionato le potrebbe venire un accidente». Per qualche minuto c’è quasi un battibecco tra i due: «La conosco bene, è di Genova come me - risponde Grillo -: ha iniziato facendo il casellante. Ha fatto una bella carriera». A lui Profumo replicherà più tardi, «mai fatto il ca- sellante. Sono entrato in banca a 20 anni e ho firmato tante cambiali». Grillo, anche da Siena, non perde l’occasione per attaccare Napolitano, Renzi (“un bugiardo”), e Berlusconi, e conferma che se alle europee il suo movimento avrà la maggioranza chiederà “le elezioni anticipate». Del resto quella che c’è ora in Italia è una «vera dittatura: un Parlamento di non eletti», quasi grida nei corridoi dopo essere entrato (sbagliando?) negli uffici prima di arrivare all’auditorum. «C’è un presidente del Consiglio non eletto» prosegue, e Napolitano «gestisce la roba che arriva dalla Troika, sono figli di Troika», men- tre Berlusconi ormai rappresenta «l’oltretomba», perchè «il “nanetto fa piaceri all’ebetino”. Loro sono pronti a vincere le elezioni europee, e se dopo non verranno ascoltate le loro proposte, a fare il referendum sull’euro: «raccoglieremo milioni di firme». L’attacco al Monte serve a Grillo soprattutto per colpire il Partito democratico e l’assist il leader di M5s se lo prende dalle parole usate la scorsa settimana dai pm senesi, titolari dell’inchiesta sull’acquisizione di Antoneveneta. Proprio citando il decreto per la richiesta di archiviazione della banca, inizialmente indagata sulla base della RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 6 Primo piano #POTENZA2014 Pittella con Martelli per l’orgooglio socialista Elettorale Petrone oggi apre il comitato Alle 19, in via del Gallitello 183 oggi si svolgel'inaugurazione del comitato “Petrone sindaco”. «Sarà uno spazio aperto dove tutti i cittadini - si legge nella nota a correndo della notizia - potranno contribuire a cambiare la città con le loro proposte. Bisogna promuovere il confronto e gli spazi di condivisione di idee per favorire davvero la partecipazione dal basso. Oggi, Matera “con Tsipras” Alle 20 in Piazzetta Pascoli il Comitato L’Altra Europa con Tsipras-Matera organizza un incontro dibattito sul tema: Europa dei cittadini, Europa dei diritti”. Partecipano gli eurocandidati Silvana Arbia, Costanza Boccardi, Domenico Gattuso e Claudio Riccio. Benedetto oggi al “Pepenero” Nicola Benedetto, candidato a Bruxelles per “Scelta europea” incontra i cittadini stasera alle 19 a Villa d’Agri presso il locale Pepenero. Fitto domani a Matera L’ex ministro Raffaele Fitto domani alle 10 e 30, sarà a Matera al Cinema “Il Piccolo” per la propria campagna elettorale per le elezioni europee. Macaluso venerdì a Matera Presso la sala consiliare del palazzo di Provincia a Matera, venerdì prossimo alle 17 prevista la presentazione del libro di Emanuele Manaluso, “Comunisti e riformisti. Togliatti e la via italiana al socialismo”. All’evento organizzato dall’associazione “Diritti di cittadinanza” sarà presente l’autore. Venerdì con Scelta civica Il coordinatore provinciale di Sceltà civica di Potenza, Gaetano Fierro ha annunciato un convegno su “Multietnicità: norme e regolamenti per rafforzare la crescita e la democrazia in ogni territorio”. L’appuntamento è per venerdì a Potenza alle 18 presso la sede dell’Angloschool. All’incontro, oltre a Fierro parteciperanno Adeyanju Lanrewaju Monzur candidato alle comunali a Potenza e il segretario lucano di Sc Vernola. 5 maggio, Quagliariello (Ncd) Lunedì prossimo il Nuovo centro destra di Basilicata apre la propria campagna elettorale a Potenza alle 17 presso l’Hotel Vittoria. saranno presenti i senatori Gaetano Quagliariello e Guido Viceconte. Il coordinatore regionale Vincenzo Taddei e altri dirigenti del partito. Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Fabio Lottino: “#Berlusconi #2014 l'invasione mediatica di un condannato plurindagato dai Tribunali di mezza Italia. Lanciamo il progetto #TeleCarceri” Vito Santarsiero: “Ieri presentazione lista Socialisti Uniti di Pino Ferrara.Buona,sicuro valore per coalizione e per Luigi Petrone”. Gianni riunisce il centrosinistra Alla kermesse potentina dell’eurodeputato in prima fila sia Luigi Petrone che Roberto Falotico di SALVATORE SANTORO POTENZA - Il miracolo di Gianni Pittella: al Centro sociale di Potenza riesce a mettere insieme in prima fila i due candidati sindaci del centrosinistra e cioè Luigi Petrone e Roberto Falotico e tanti aspiranti consiglieri comunali che alle amministrative per il capoluogo di Regione si scontreranno su fronti diversi. Ma evidentemente le europee con Gianni Pittella candidato di punta per la Basilicata mettono d’accordo tutto il centrosinistra. Insomma quello che non si è riuscito a fare per le Comunali a Potenza, dove di fatto il centrosinistra corre diviso, è riuscito ieri sera al vicepresidente vicario uscente del Parlamento europeo che si ricandida per la quarta volta con decise ambizioni di rivestire (dopo l’eventuale elezione) incarichi di altro prestigio a Bruxelles e Strasburgo. Arrivando al Centro sociale sembrava che nulla fosse accaduto nelle scorse settimane. Seduti tra le varie file del teatro potentino tantissimi volti noti che anche se avversari per le comunali del prossimo 25 maggio erano serenamente mischiati per rendere omaggio a Gianni Pittella. Ovviamente le sfide restano in piedi. Non è il tempo della tregua. Petrone e Falotico restano avversari. Ma per un paio di ore ieri sera il “fuoco” è stato sospeso. In prima fila anche il presidente della Regione Marcello Pittella che si è fermato per i saluti sia con Falotico e sia con Petrone. Insomma il prestigio e il carisma A Pittella senjor riesce il miracolo di mettere tutti insieme. Cosa che invece non è riuscita al Pd per le comunali Sopra Claudio Martelli e Gianni Pittella allo Stabile, a destra Roberto Falotico tra i “vecchi” socialisti. In alto il bagno di folla dell’eurodeputato lucano al Centro sociale di Gianni Pittella mettono tutti d’accordo. Per quanto riguarda i messaggi, Pittella dal palco non si è occupato delle “beghe” locali ma ha lanciato i propri temi elettorali: rilancio del Mezzoggiorno, Importante dell’Europa ma con un profilo meno austero: «Dobbiamo concentrare i fondi comunitari su i grandi assi: formazione, turismo, agricoltura, innovazione». Ovviamente gli applausi sono stati tutti per lui. Ma è stata una giornata intensa per l’eurocandidato Gianni Pittella ieri a Potenza. In mattinata ha incontrato il mondo “imprendotoriale” e poi nel pomeriggio ha partecipato alla presentazione del libro dell’ex ministro del Psi, Claudio Martelli: “Ri- cordati di vivere”. Presentazione organizzata dall’associazione “Riformisti e socialisti della Basilicata” di Franco Adamo e Rocco Vita. E alla presentazione del libro dell’ex leader socialista pre tangentopoli è stata una vera e propria “rimpatriata” degli storici socialisti lucani. In sala tra gli altri Nicola Savino e Franco Mattia. Sull’importanza dell’evento socialista lo stesso Gianni Pittella ha detto: «Le intuizioni che ebbe Martelli tanti anni fa sono ancora attualissime. La prima riguarda la famosa teoria del “merito e del bisogno” e cioè di valorizzare il merito e di tutelare i bisogni dei deboli. La seconda è quella di una politica per la persona che non significa egoismo Nel pomeriggio il vicepresidente europeo partecipa alla “rimpatriata” socialista con Claudio Martelli IPSE DIXIT GERARDO BRUSCO (NCD) GIANNI ALEMANNO (FDI - AN) MARIA LUISA CANTISANI (IDV) «Per le regioni dell'Italia Meridionale la fiscalità di vantaggio costituisce uno strumento efficacissimo per ridurre il divario che le separa da quelle del Nord e così eliminare lo squilibrio che ne compromette le capacità competitive e di pieno inserimento in Europa». Ne è convinto Gerardo Brusco, candidato al Parlamento Europeo con il Nuovo Centrodestra che spiega: «Mi sono candidato con il preciso intento di svolgere il ruolo politico di intermediazione tra istituzioni europee ed enti locali al fine di rendere effettive e fattive le opportunità offerte in meridione, a cominciare da opportuni piani normativi». «IL Mezzogiorno è il grande assente della politica italiana. E’ da almeno tre governi, Monti, Letta e Renzi che nessuno parla più del Sud Italia. FdI – An è l’unica forza politica che difende i diritti del Mezzogiorno, perché siamo il Partito della Nazione e siamo consapevoli che non si può parlare di Nazione Italia se non c’e’ parità tra Nord e Sud. Rivendichiamo con forza i 29 miliardi di euro bloccati dal Patto di stabilità europeo e dai Fondi Strutturali non spesi nel 2013. Questi soldi devono essere utilizzati fare politiche di investimento nel Mezzogiorno, per creare posti di lavoro». Lo dichiara l’eurocandidato Gianni Alemanno. «La decisione della Tucam, azienda dell’indotto Eni, di mandare a casa i propri dipendenti che, come denunciano Cgil, Cisl, Uil verrebbero rimpiazzati da lavoratori provenienti da altre regioni, riapre la ferita mai rimarginata delle promesse occupazionali da parte delle compagnie petrolifere, promesse avallate da tutti i Governi dell’ultimo decennio». E’ quanto sostiene la segretaria regionale di Idv Maria Luisa Cantisani, che avverte: «il problema del mantenimento degli attuali livelli occupazionali va affrontato contestualmente alla concertazione complessiva da riprendere con il nuovo management Eni». «Far ripartire il Sud» «Noi per il Mezzogiorno» Allarme occupazione petrolio RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Ernesto Navazio: “ Revisori dei conti in Reg. #Basilicata non più sorteggio ma scelte fiduciarie. Si cambia verso:ripristinare le clientele. Fermate la proposta”. Andreina Romano: “Perché non essere noi quel cambiamento? Io ho scelto di provarci. Oggi è #giàdomani #potenza2014” Giampiero Iudicello: “#Potenza deve smetterla di essere un grande paese. Dobbiamo farne una piccola città moderna. (Comitato) #pz2014 #iudicello”. Pescati dalla rete Sul web lo dichiarano già vincitore. Almeno dal punto di vista della comunicazione il fisarmonicista folk locale, Agostino Gerardi promette di “suonarle a tutti”. I PROGRAMMI IN BREVE: DE LUCA Aiutare i poveri con i tagli delle spese per sindaco e giunta ma significa rinunciare a quell’idea del collettivismo che tanto ha fatto male al mondo. La terza la dimensione europea. Martelli e Craxi hanno sempre sostenuto la necessità di un pieno ancoraggio al socialismo europeo. E oggi anche noi del Partito democratico ci siamo arrivati. La quarta cosa è l’ammodernamento dello Stato che ancora non è stato completato». Sulla possibile ricomposizione della diaspora socialista, auspicata anche da Martelli, Pittella ha dichiarato: «Io sono uno dei tanti socialisti lucani che credono in alcuni valori. Credo che sia arrivato il tempo e si siano create le condizioni per tornare a stare tutti insieme e tutti dalla stessa parte politica. Credo che ci siano le condizioni che anche gradualmente tutti i socialisti arrivano al Pd per far vivere una grande cultura riformista e socialista». [email protected] POTENZA - “Un’altra Potenza è possibile”. Questo lo slogan o meglio l’impegno che il candidato sindaco Dario De Luca (che è sostenuto dai Popolari per l’Italia e da Fratelli d’Italia - An) assume con i cittadini di Potenza. Un programma breve e sintetico. De Luca in particolare dice di voler affrontare i problemi attuali del capoluogo della Basilicata come priorità: «Il mio proposito - si legge nel documento elettorale - è quello di affrontare tutti i problemi, iniziando a creare una scala di priorità e iniziando da quelle più urgenti e indifferibili». La considerazione iniziale di De Luca è che «Potenza è diventata una città triste». Per questo punto cardine per programma del candidato sindaco di FdI e PpI è quello delle problematiche sociali. Per De Luca infatti «ci sono troppe famiglie in gravi difficoltà economiche e sociali e il Comune deve mettersi al fianco delle organizzazioni che prestano assistenza a queste famiglie, sostenendole anche dal punto di vista economico». Come? Questa la risposta del candidato sindaco di una parte del centrodestra potentino: «Per far questo, intendo agire subito con l’eliminazione di tutti gli sprechi e di tutti i privilegi presenti nell’amministrazione comunale a partire dai privilegi del sindaco e degli assessori». Non solo politiche sociali. «Ritengo - aggiunge De Luca - che la priorità da affrontare sia quella della riqualificazione urbana da ottenersi quanto prima con un programma di manutenzione straordinaria di marciapiedi, strade e verde urbano, con una particolare attenzione all’abbattimento delle barriere architettoniche». Per il resto De Luca assicura massima «attenzione» «al rione Bucaletto, nel tentativo di iniziare a ricolvere il problema abitativo delle famiglie ospitate nei prefabbricati. Si tratta di un problema di civiltà». Per concludere prevista la sospensione temporanea della Ztl «per poterla successivamente ripristinare, solo quando il trasporto pubblico sarà in grado di garantire in maniera agevole l’accesso dei cittadini a questa zona della città». De Luca poi sul metodo per affrontare i problemi: da “buon padre di famiglia”«facendo sì che, piccole o grandi che siano le disponibilità economiche, ad ogni euro speso corrisponda un risultato chiaro e trasparente, nella consapevolezza che il denaro pubblico è “sacro”. Alla trasparenza della spesa corrisponderà la puntuale verifica dei risultati ottenuti, affinchè ogni opera eseguita sia conforme alla “regola d’arte”, in modo tale da durare nel tempo, evitando così gli sprechi». Un Luigi Petrone che nella foto che circola sul web mostra una straordinaria somiglianza con Franco Battiato. Il web se ne accorge e ne parla... “Chi segna segna, basta che segna”. Non poteva mancare sul web anche il ritocco fotografico da stadio che incita alla candidatura più che ai candidati. © RIPRODUZIONE RISERVATA PINO BICCHIELLI (CD) GIANNI ROSA (FDI -AN) «CON le elezioni amministrative il Centro democratico che è presente con proprie liste e candidati a Potenza e in buona parte dei 55 Comuni lucani dove si vota punta a rafforzare l’area liberal-democratica del centrosinistra puntando su candidati forti e legati al territorio». Lo dichiara Pino Bicchielli, commissario regionale per la Basilicata e coordinatore nazionale di Centro Democratico che aggiunge: «Puntiamo a continuare il nostro lavoro di radicamento territoriale che sarà la base di un largo progetto più vasto che costruiremo dopo le elezioni europee» «Nel contrasto alla diffusione di droghe si torna all’anno zero. Il decreto su cui Renzi ha appena chiesto la fiducia depenalizza di fatto l’uso di sostanze stupefacenti, svuota il Dipartimento Politiche Antidroga collocando le attività di coordinamento in capo all’Istituto Superiore di Sanità, come se la questione non avesse rilievi sociali e non coinvolgesse attività criminali, ma sia solo un fatto sanitario. Il decreto reintroduce la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti (...)». E’ quanto dichiata il coordinatore regionale di FdI - An, Gianni Rosa. «Puntiamo a crescere» Legge contro le droghe Non si sa se sarà eletto consigliere regionale. Di sicuro Sileo candidato al Comune di Potenza con il Pd divide il web con la frase: “Un cristiano deve reagire”. Si poteva evitare. 7 RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 8 Primo Piano #POTENZA2014 Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Verso il voto del 25 maggio, i primi stop sulle sigle Tra i candidati c’è chi sceglie strategie originali COMUNALI Esclusa una delle otto liste del centrosinistra a sostegno di Petrone Ricusata anche Sinistra per la città Pronto il ricorso: «Abbiamo molte più firme valide di quelle necessarie» di SARA LORUSSO ANCHE la lista Sinistra per Potenza è stata ricusata. Passa così a 19, almeno per il momento, il numero di liste in corsa per l’elezione del consiglio comunale di Potenza. Dopo l’esclusione della lista Azione Civica, unica lista a sostenere il candidato sindaco Dino De Angelis, la commissione elettorale ha ricusato anche la lista formata da volti di Sel e Rifondazione comunista che sostengono il candidato sindaco Luigi Petrone. In entrambi i casi, però, è già pronto il ricorso. Alla lista di De Angelis la commissione ha contestato la carenza di documentazione nell’attestazione dell’inesistenza delle cause di incandidabilità per gli aspiranti consiglieri. I responsabili della lista, però, hanno già spiegato di ritenere che basti un’integrazione: con questa motivazione - hanno spiegato - si appelleranno all’esclusione. Diverso il caso contestato alla lista in coalizione con il centrosinistra. La commissione elettorale ha contestato l’assenza dei certificati elettorali per tre sottoscrittori rispetto al numero minimo necessario per presentare la lista. I responsabili della lista Sinistra per la città spiegheranno le loro ragioni nel ricorso al Tar. Chiederanno la riammissione della lista convinti di aver presentato un numero di sottoscrizioni valide di gran lunga superiore alla cifra minima richiesta: tutte firme che - spiegano - non hanno sottoscritto alcuna altra lista. Passano a 19 le liste Anche il gruppo di De Angelis deciso a opporsi allo stop L’ordine dei simboli sulla scheda secondo il sorteggio Ieri pomeriggio in Comune si è svolto il sorteggio per l’ordine dei simboli e delle liste sulla scheda elettorale. In ordine, sulla scheda gli elettori potentini troveranno i nomi di Dario De Luca (sostenuto da Popolari per l’Italia, Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, Lista civica per la CittàDe Luca Sindaco); Roberto Falotico (Potenza condivisa, Movimento Nuova Repubblica-Basilicata, Realtà Italia, Italia dei Valori); Savino Giannizzari (Movimento cinque stelle); Luigi Petrone (Petrone Sindaco, Popolari Uniti, Socialisti Uniti Psi, Partito democratico, Socialist & Democrats, Scelta civica perl'Italia, Centro democratico); Giuseppe Di Bello (Liberiamo la Basilicata); Michele Cannizzaro (Nuovo Centro Destra, Forza Italia Berlusconi per Potenza, Con Cannizzaro Liberiamo la Città). | IL PERSONAGGIO Avete presente quando il tempo è poco, pochissimo e bisogna fare diecimila cose e farle tutte? Ecco, la raccolta delle liste, soprattutto quelle in arrivo dai Comuni della Provincia, in un giornale rispecchia più o meno questa idea. Il Municipio chiude a mezzogiorno, poi c’è un arco di tempo breve per poter contattare qualcuno del posto (personale comunale o referente di lista) e recuperare l’elenco pre- sentato. Ovunque. E no, non basta una mail. Ci sono comuni lontani dove la connessione manca, altri dove è difficile capire che accade. Allora spesso la lista arriva via telefono, dettata da qualcuno che la ricorda a mente «perchè ho lasciato in ufficio l’elenco e ora è tutto chiuso, accidenti». Ecco, capita così il refuso, la lettera sbagliata, il genere invertito. Ma segnalate, noi rettifichiamo. | L’idea dell’artista Corbisiero, candidato Pd: bigliettini come opere d’arte Un santino originale, anzi unico «MI sono chiesto: ma davvero questo bigliettino mi rappresenta?». Poi: «Che cosa posso mai raccontare di me?». E siccome cinque anni fa avevano avuto successo, Franco Corbisiero ha deciso di replicare l’esperienza. In questi giorni è alle prese con la realizzazione di circa cinquecento santini unici. Ex direttore di banca, artista da sempre, con una passione per la pittura sfociata in uno stile personale in età adulta. Si era candidato al consiglio comunale di Potenza già nel 2009, con il Pd. Ma in aula è entrato solo 40 giorni fa, dopo le dimissioni del consigliere Raffaele Rinaldi, incompatibile con il ruolo di capo di gabinetto del governatore. Candidato di nuovo, sempre con il Pd, ha deciso di recuperare l’idea e ri-allestire la campagna elettorale con un tocco di colore. Ha fatto stampare cinquecento bi- gliettini nel formato comune. Sul fronte nome, data delle elezioni e il primo piano in banco e nero. Sul resto, spazio bianco. Lo sta riempiendo di disegni unici, originali, nessuno uguale all’altro. Colore acrilico o pantoni, rispettando le tre grandi linee delle sue opere: paesaggi, volti di donna o musica. Nel suo studio, in via Genova, sta piano piano completando l’opera. Su ogni bigliettino traccia il disegno «senza mai alzare la punta dal biglietto». Poi passa al riempimento, in tonalità accese. «È che almeno così, finita questa campagna elettorale, qualcosa resta. In genere tutti i santini vengono gettati. Chi vorrà, potrà decidere di tenersi il mio, nascondendo magari il fronte e conservando la piccola opera». Una vita a lavorare sui numeri (prima ispettore Agip, poi direttore di banca). A sinistra da sempre, fin dai tempi della tessera del Pci. Poi l’allontanamento dalla pratica politica dopo gli anni del terrorismo. Con la pensione anticipata ha trasformato la passione di sempre in un’attività a tempo pieno. Vocazione artistica da sempre, studi all’isti- Catenaccio due righe, Catenaccio due righe, Catenaccio due righe, Catenaccio due righe, tuto d’arte. «A un certo punto ho smesso di fare mostre, cercavo una tecnica tutta mia. L’ho trovata da grande, disegno per per sottrazione». Ricopre il pannello di strati di colore, a olio, qualche volta acrilico, tutto sotto un ultimo strato di bitume. «È questo il materiale su cui comincio a disegnare, andando a raschiare per far emergere colori e forme che desidero». Giovedì sarà con i suoi quadri in una collettiva romana, nel complesso museale della Basilica di Santa Maria. Poi si immergerà nella campagna elettorale cittadina. I 40 giorni in consiglio, racconta, lo hanno convinto che si può fare molto. «Serve più ordine nel governo della città. Io, dovessi entrare, cercherei di svolgere al meglio il ruolo di vigilanza». sa.lo. I santini di Franco Corbisiero sono pezzi unici che l’artista, candidato con il Pd, realizza a mano RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo Piano Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it ECONOMIA LUCANA 9 Il Centro Studi Uil: economia lucana sempre più in crisi. «Necessario cambiare marcia» Nuovo lavoro, se ne parla nel 2017 Le previsioni occupazionali da qui a cinque anni tra molte ombre e poche luci di MARIATERESA LABANCA POTENZA - Se gli ultimi mesi del 2013 non fanno che confermare il quadro di difficoltà crescenti per il tessuto economico locale, le previsioni occupazionali per l’arco temporale che va dal 2013 al 2017, oltre a qualche luce, contengono anche molte ombre. E’ quanto emerge dal nuovo rapporto sull’economia lucana elaborato dal Centro Studi della Uil, che verrà presentato alla stampa questa mattina, nella sala A del Consiglio regionale. Questa volta, la nota, oltre ad analizzare i principali indicatori economici dei mesi passati, traccia anche una tendenza della domanda di lavoro attesa per i prossimi cinque anni. Lo scopo rimane quello che il Centro Studi, braccio operativo della Uil, si è dato fin dalla sua costituzione: una base proposte per contribuire alla pianificazione dello sviluppo lucano. Non perdendo di vista la sfida che la regione si trova a vivere: o si cambia marcia o si va verso il il declino irreversibile. La fase è di quelle delicatissime. Soprattutto in vista di due appuntamenti che le Regione ha di fronte: la nuova programmazione di fondi comunitari e la “ricontrattazione” a Roma delle compensazioni legate alle attività estrattive. Risorse che - a parere del sindacato - devono essere tutte indirizzate al sostegno di azioni di rilancio della basi imprenditoriali e occupazionali. Nuovi “investimenti” da accompagnare, necessariamente, a una qualità amministrativa che ha molto da farsi perdonare rispetto al passato. Gli ultimi mesi del 2013 Nella parte finale dell’anno trova conferma il deterioramento del tessuto produttivo ed occupazionale della regione, con numeri ancora più negativi rispetto a quelli che hanno caratterizzato la prima parte dell’anno. 4.700 occupati in meno, che si aggiungono agli 11 mila posti persi dall’inizio della crisi fino al 2012. La disoccupazione raggiunge il 16, 6 per cento. Il tasso di attività, fermo al 46, 27 per cento, raggiunge il suo minimo storico dal 2010. 102 aziende in meno rispetto al trimestre precedente. Un sensibile aumentano della cassa integrazione. I livelli produttivi delle imprese restano per lo più invariati, ma i fatturati denotano andamenti molto negativi. In quadro sostanzialmente negativo. Le previsioni occupazionali 2013-2017 Lo studio analizza l’evoluzione della domanda di lavoro su fonte Excelsior, sulla Occupazione: le entrate annuali totali e medie per settore, livello e gruppo professionale. Anno 2013-2017 base delle evoluzioni del mercato del lavoro. Facendo distinzione tra quelli che sono i nuovi ingressi nel mercato del lavoro, e quelle che invece possono essere considerate sostituzioni per pensionamento. E il primo dato, non proprio roseo, è questo: nel periodo preso in considerazione il fabbisogno espresso dalle imprese sarà essenzialmente del secondo tipo. La domanda di vero nuovo lavo- ro conoscerà una lieve crescita solo nel 2017. «Un flusso occupazionale debole e lento conclude il Centro Studi - determinato da una previsione di riassorbimento dei lavoratori in Cig». Le entrate più sensibili si registreranno soprattutto nel settore dei servizi (soprattutto quelli legati all’offerta turistico culturale), e non tanto dell’industria (va meglio il settore legato alle estrazioni). Sarà, ancora una volta, soprattutto il pubblico impiego ad assorbire i nuovi occupati. I profili maggiormente interessati dalla domanda di lavoro saranno quelli di medio-bassi. Tra i laureati andranno meglio quelli con profili altamente specializzati. Le proposte del Centro Studi Le proposte elaborate dal Centro Studi, che cerca di fare da pungolo alla program- mazione regionale, riguardano soprattutto il lavoro. Alcune derivano dalla piattaforma unitaria che la Uil, insieme a Cisl e Cgil ha elaborato nel Piano del lavoro regionale. Due gli assi d’intervento. Da una parte le misure per fronteggiare le varie emergenze, dall’altra misure di politiche attive del alvoro per la creazione di nuova occupazione. Quindi - rispetto alla prima sfera - nuovi ammor- tizzatori sociali in grado di ridurre gli effetti della disoccupazione, accompagnati da interventi per il reimpiego o temporaneao impiego nella sfera dei servizi sociali, pubblici e di riqualificazione del territorio. Per quanto riguarda invece il secondo campo di interventi, un piano di rilancio dell’occupazione sostanzialmente in accordo con le linee guida dei documenti europei. In primo luogo attraverso una “mappatura” di quei posti di lavoro che spesso rimangono scoperti per mancanza di manodopera qualificata. Anche attraverso un rafforzamento delle strutture pubbliche dedicate a creare lavoro: un servizio del lavoro integrato, anche con le agenzie private. Una forte azione di stimolo ai privati, in una regione in cui il pubblico fa ancora da padrone. Decisiva è la destinazione delle risorse derivanti dal petrolio e dei fondi Ue per sostenere le azioni di rilancio delle basi imprenditoriali e occupazionali. Il sindacato ribadisce l’idea di una regione “più aperta”, ben integrata con le altre regioni, «più efficiente, e moderna nell’economia pubblica e privata». Infrastrutture fisiche e immateriali, qualità amministrativa, vantaggi localizzativi, creatività e innovazione: sone le parole d’ordine che il Centro Studi torna a ribadire anche in questa occasione. Università, 40 milioni all’anno per far studiare i figli fuori Il 40% non torna più POTENZA - Su uno studente che sceglie di studiare presso l’Univesità di Basilicata, ben cinque colleghi preferiscono andare altrove, a formarsi in altri atenei. La note del Centro Studi Uil che verrà presentata alla stampa questa mattina contiene anche un interessante approfondimento sugli studenti universitari lucani. Lo studio, basato su fonti Miur, Almalaurea e Federconsumatori analizza, nella sua prima parte, le dinamiche relative agli anni 2012 e 2013. In questo periodo i laureati all’Uniba s sono stati circa 700, di cui 400 donne. Contro i circa 3.000 (2.000 studentesse) che, invece, nello stesso periodo, si sono laureati fuori regione. Nell’ateneo lucano, l’età media di conseguimento della laurea è di 27 anni. Di questi, a un anno dalla laurea, circa il 40 per cento non ha mai lavorato. Mente il 33 per cento ha partecipato ad attività di formazione post laurea. Dai dati a disposizione emerge che rispetto ad altri studenti del Sud, i lucani impiegano più tempo per laurearsi. E che la formazione posta laurea è la più bassa rispetto a Cam- pania, Puglia e Calabria. Di segno opposto invece il dato di chi non si forma e non lavora (Neet) che resta il più alto in Basilicata. Altra cifra “sensibile” è quella relativa al tipo di occupazione. Il 30 per cento circa dei laureati più facilmente trova impiego nel settore pubblico (dato doppio rispetto a quello della Campania). Per quanto riguarda, invece, i tre mila studenti lucani che si sono laureati altrove, il Centro Studi Uil ha elaborato una sorta di sistema di misurazione dei costi sostenuti dalle famiglie, sulla base dei dati 2011 della Federconsumatori. Studiare in uno degli atenei del Centro Nord (mete preferite degli studenti lucani fuori sede) significa spendere circa 10.000 euro all’anno. Se a queste spese si aggiungono le altre relative a materiale didattico e i cosiddetti costi alimentari e di socialità socialità, se ne deduce che ogni anno la Regione perde 40 milioni di euro che vengono portate altrove. Ne deriva, dunque, un doppio danno in termini economici derivante dall’export di talenti e compe- tenze: al costo derivante dalla perdita dal capitale umano e sociale che nella maggior parte si stacca in maniera definitiva dal sistema locale per andare a creare ricchezza altrove, si aggiunge la spesa complessiva che le famiglie sostengono per gli studi in altri atenei. Anche in questo caso, il Centro Studi della Uil avanza la sua proposta, pure sulla scorta di quanto è stato fatto in altre regioni: un progetto, sulla scorta di quello denominato “Re-Turn”, che nasce con l’obiettivo di creare le condizioni per il mantenimento del acpitale umano e la fuga dei cervelli. Che vede insieme Università, enti locali, centri di innovazione di vari Paesi europei. A casa nostra progetti che vanno in questa direzione può essere considerato l’accordo di collaborazione Campus Biomedico di Roma e Regione. Così come altri due campi fertili potrebbero essere quello dell’infrastrutturazione digitale e del data center potenzialmente realizzabile nell’ambito degli interventi Eni in Val d’Agri. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 10 Primo piano Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it LE INCHIESTE Bonus elargiti a pioggia per i “mini” dirigenti dell’ente A giudizio direttori e membri del nucleo di valutazione A processo i premi risultato Arbea Tra i beneficiari anche la moglie del sottosegretario De Filippo. Ancora aperto il filone sui manager | di LEO AMATO POTENZA - Secondo la procura contabile hanno elargito premi produzione per oltre 100mila euro come se fossero caramelle, mentre l’ente veniva sanzionato e poi persino commissariato. Per questo adesso dovrebbero risarcirli. Sia i controllori, ovvero i membri del nucleo di valutazione; che i controllori dei controllori, ovvero i diretLA REPLICA tori che li hanno nominati. Compariranno il prossimo 8 luglio davanti al col«NOI valutiamo il lavoro legio della dei dirigenti, quello delle Corte dei conpoc è competenza loro, ti i vertici delnoi validiamo soltanto l’Agenzia requello che ci dicono, gionale per le che è una cosa ben di- erogazioni in versa». E’ quello che agricoltura, sostiene Paolo Albano, soppressa da avvocato e membro del meno di un nucleo di valutazione mese ma dedell’Arpab assieme a stinata a far Luigi Tardi e Andrea parlare di sé Pellegrino. Per loro l’ac- chissà quancusa della procura con- to a lungo antabile del capoluogo è di cora. non aver vegliato sulL’ex diretl’assegnazione dei pre- tore generale mi di produttività ai “mini Gabriele di dirgenti” dell’agenzia Mauro, l’atnonostante non risul- tuale Rocco tassero prefissati degli Colangelo, e il obiettivi. «Parliamo di commissario un ente pagatore della pro-tempore comunità europea - si Andrea Fredifende Albano - per cui schi e i memgli obiettivi vengono sta- bri del nucleo biliti dalla legge. Tant’è di valutaziovero che sulla base di ne, Luigi Taruna nostra proposta nel di, Andrea 2012 sono stati appro- Pellegrino e vati, ma soltanto perché Paolo Albaprima la qualifica di ente no, devono ripagatore era venuta spondere di meno ed è stato possi- un presunto bile farlo». danno erariale di oltre 108mila euro (39mila Di Mauro, 21mila Colangelo, 10mila Freschi e 12mila a testa Tardi, Pellegrino e Albano). IL CASO DEI 209 REGIONALI | «Non stanno rubando» La Uil difende le Po Il sindacato: «Basta caccia alle streghe» «Non spetta a noi fissare gli obiettivi» La sede dell’Arbea, nel riquadro il pm Oricchio Si tratta dei premi produttivi- quella legata all’inquadramentà incassati tra il 2007 e il 2012 to iniziale. In soldoni si parla di dai “mini dirigenti” scelti tra i un aumento fisso sulla busta dipendenti dell’agenzia per ri- paga, uguale a enne volte le coprire le «posizioni organizza- somme accantonate per il botive complesse» previste all’in- nus annuale di produttività. terno dell’ente. Sette o otto a seSecondo i pm contabili i diretconda del periodo. Tra i quali tori generali di Arbea non anche la moglie del sottosegre- avrebbero nemmeno prefissato tario alla Salute Vito De Filip- gli obiettivi necessari per valupo, in quegli anni a capo della tare a posteriori il lavoro svolto, giunta regionale, che ne ha ri- per questo la gran parte dei cevuti oltre 18mila. 108mila euro è stata addebitata A lei come a tutti gli altri ri- a loro. sulta elargito sempre il massiL’inchiesta condotta dai milimo previsto. Per la procura, tari del nucleo di polizia tribusenza accertare gli obiettivi taria ha preso le mosse nel 2010 raggiunti, se non attraverso al- da alcuni esposti sul magovercune «autorelazioni» in cui i di- no dell’Agenzia. Resta ancora retti interessati illustravano il aperta, invece, quella sui premi lavoro svolto. corrisposti ai dirigenti in senso Gli inquirenti della Corte dei stretto di Arpab come di altri 15 conti contestano anche i criteri enti regionali e società dipen«arbitrari» adottati per selezio- denti da via Verrastro, per cui nare le persone a cui affidare nelle prossime settimane gli ingli incarichi in questione, che quirenti si accingono a inviare già prevedono una retribuzio- gli inviti a dedurre per una quane «di posizione» da sommare a rantina di posizioni sospette. «UNA demagogica demonizza- preparare la nuova programmazione dei dipendenti pubblici di zione 2014-2020. Siamo tutti cui troppo spesso viene calpesta- chiamati a dare il meglio di noi ta la dignità». stessi e per questo siamo consaE’ quella che denunciano il se- pevoli che il sistema di valutaziogretario regionale Fp Uil Anto- ne va corretto, per rendere onore nio Guglielmi, il segretario ai tanti che danno di più e per iniaziendale Mario Lorenzino e gli ziare un processo virtuoso che rsu Rocco Giorgio, Vincenzo Bar- coinvolga e stimoli tutti i lavoraba e Luigi Brienza a proposito del- tori regionali, di tutte le categol’articolo sui premi facili per i rie. Allo stesso tempo ribadiamo, “quasi dirigenti” di via Verrastro con altrettanta fermezza, che i tipubblicato sabato scorso dal Quo- tolari di Po (Posizione organizzatidiano. Al suo interno veniva evi- tiva) non stanno rubando nulla denziato come su 210 giornalisti anzi, spesso, in assenza di dirie titolari di posizioni organizzati- genti o di altro personale contive a 209 è stato riconuano a sopperire a nosciuto il massimo tale carenza senza del bonus, nonopercepire alcun instante la recente nodennizzo». mina di un nucleo di «Se non ci fossero valutazione esterno. questi lavoratori (...) I sindacalisti spiecome pensa che la gano che «alimentamacchina amminire la furia denigratostrativa possa andaria che si abbatte sui re avanti?»Domandipendenti pubblici dano i sindacalisti ricome una mandria volti al direttore del di sfaticati, centri di Quotidiano. sprechi e corruzio«Non premiare i ne, non aiuta a capi- La Regione Basilicata nullafacenti, sanziore ed a sgominare le nare gli assenteisti, inefficienze che ci sono». portare rispetto e ridare dignità «La Uil - aggiungono in una no- ed orgoglio alla grande maggiota diffusa ieri mattina - ha posto ranza dei dipendenti che lavorada tempo il tema della meritocra- no, valorizzare i meriti e le compezia, sapendo che questo significa tenze. Continuiamo a ribadirlo e che le buste paga non potranno sollecitiamo, da un lato, la politiessere uguali per tutti (...) Noi vo- ca regionale a fare i dovuti passi gliamo lavorare meglio e premia- in tal senso, e dall’altro, gli organi re chi merita di più». di informazione a prestare mag«Stiamo chiedendo con forza giore attenzione anche alla dignipropositiva di uscire dalla palu- tà ed ai meriti dei pubblici dipende, in una fase politico-ammini- denti. L’articolo lo vogliamo strativa delicatissima, in cui ac- prendere come uno stimolo a fare canto all’ordinario, ci sono da af- meglio, ma evitiamo la caccia alle frontare tante emergenze e da streghe». Rimborsopoli 2009/2010: archiviata solo la posizione di Di Lorenzo Il pm contabile porta a giudizio 28 consiglieri POTENZA - La Procura regionale della Corte dei Conti della Basilicata ha depositato 28 inviti a comparire per altrettanti consiglieri regionali in carica tra il 2009 e il 2010 per la gestione dei rimborsi per le spese di segreteria e rappresentanza. Inclusi il presidente della giunta regionale Marcello Pittella, il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, il deputato Vincenzo Folino, e i consiglieri regionali in carica Michele Napoli, Franco Mollica, oltre che il candidato sindaco del capoluogo Roberto Falotico. Nei prossimi giorni dovrebbe essere fissata l’udeinza in cui dovranno cpomparire assieme a Emilia Simonetti, Donato salvatore, Rocco vita, Innocenzo Loguercio, Nicola Pagliuca, Sergio La- penna, Franco Mattia, Antonio Di Sanza, Vincenzo Santochirico, Gennaro Straziuso, Adeltina Salierno, Rosa Mastrosimone, Luigi Scaglione, Antonio Autilio, Nino Carelli, Prospero De Franchi, Antonio Flovilla, Agatino Mancusi, Gaetano Fierro, Giacomo Nardiello, Vincenzo viti e Antonio Potenza. Il danno erariale ipotizzato nei loto confronti è di circa 300 mila euro in totale, per chi 2.500 euro e per chi 35mila e rotti. L’unica posizione archiviata tra quelle dei 29 destinatari dell’invito a dedurre notificato alla fine di novembre dell’anno scorso è stata quella di Pasquale Di Lorenzo, a cui venivano contestati solo 900 euro di rimborsi indebiti. «Sono felice per me e per la mia fami- glia e soprattutto per quanti in tanti anni di attività politica mi hanno riposto la loro fiducia e sempre fiducioso nell’operato della magistratura che ha il dovere di indagare e dissolvere ogni minimo dubbio su chi ha avuto l ‘onore e l ‘onere di rappresentare i cittadini nella cosa pubblica» ha dichiarato Di Lorenzo. Il Pm regionale Michele Oricchio ha motivato il provvedimento di archiviazione sostenendo che «dalle controdeduzioni scritte ed orali presentate con allegata documentazione (...) ritiene che tali spese possano ragionevolmente considerarsi direttamente riconducibili all’attività istituzionale dello stesso in quanto coeve a specifiche attività politico – amministrative svolte da Pasquale Di Lorenzo in quel ristretto periodi di tempo coincidente anche con la preparazione della campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Matera. Del resto l’episocidità di due rimborsi originariamente contestati e il loro complessivo ammontare –inferiore a mille euro-induce a ritenere che , anche sotto i l profilo soggettivo, non possa parlarsi di condotta inescusabile negligente». Pasquale Di Lorenzo RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it FAIDA DEL VULTURE 11 Le rivelazioni dell’ultimo pentito dei Cassotta Loconsolo ammette l’omicidio del “cantante” «Ho ucciso io Giancarlo Tetta» Nei primi verbali di fronte agli investigatori si era chiamato fuori, poi la marcia indietro di LEO AMATO POTENZA - A sparare a Giacarlo Tetta, ad aprile del 2008, sarebbe stato proprio lui: un colpo al petto e in testa il resto del caricatore. Per andare sul sicuro. E’ quanto ha raccontato agli inquirenti Saverio Loconsolo, 35enne di Melfi considerato a lungo uno dei colonnelli del clan Cassotta, che da quest’estate ha iniziato a collaborare con la giustizia. La sua confessione di fronte agli investigatori dell’antimafia di Potenza sarebbe arrivata soltanto in un secondo momento. All’inizio infatti aveva preso le distanze dall’accaduto, salvo fare marcia indietro subito dopo e vuotare il sacco una volta per tutte. Fin da principio gli investigatori si erano convinti che l’omicidio di Giancarlo Tetta, soprannominato il “cantante” e cugino del boss Rocchino Delli Gatti, ucciso a colpi di Kalashnikov a novembre del 2002, fosse da inserire nell’ambito della faida tra il clan Cassotta e i Di Muro-Delli Gatti. Lo stesso Loconsolo era stato accusato di aver avuto un ruolo nell’agguato, ma in seguito era stato prosciolto dal gup e a nulla erano servite le parole di un altro collaboratore di giustizia, Alessandro D’Amato, che l’aveva indicato come il palo del “commando”entrato in azio- La polizia vicino al corpo di Giancarlo Tetta. Nei riquadri in alto Loconsolo, sotto la vittima ne. Loconsolo è stato condannato di recente a 10 anni in appello per associazione mafiosa ed estorsione ed era stato arrestato a febbraio del 2010 a Santo Domingo gra- zia a un’operazione condotta dagli agenti della Squadra mobile di Potenza con la collaborazione dell’Interpol. L’omicidio Tetta viene considerata la ritorsione del clan Cassotta dopo l’assassi- | LA prima Commissione consiliare Affari Istituzionali, presieduta da Vito Santarsiero (Pd), ha approvato, ieri, la proposta di legge di modifica della legge in materia di nomina dei componenti dei collegi dei revisori dei conti degli enti pubblici. Il progetto legislativo, frutto della sintesi di due proposte di legge d’iniziativa, la prima, del consigliere Rosa (Lb-Fdi) e la seconda, dei consiglieri Cifarelli e Robortella (Pd), è stato approvato a maggioranza con il voto favorevole di Santarsiero, Robortella e Spada (Pd), Pietrantuono (Psi), Bradascio (Pp) e Romaniello (Sel). Si sono astenuti i consiglieri Napoli (Pdl-Fi) e Perrino (M5s); contrario il consigliere Galante (Ri). «Il progetto legislativo – ha spiegato il presidente Santarsiero - si pone l’obiettivo di permettere l’accesso agli elenchi dei revisori anche a quei professionisti con età inferiore a 35 anni e che non abbiano un’esperienza triennale. Per tutti coloro che superano i 35 anni di età ridotto, da 5 Disegno di legge per ridurrre i requisiti d’età nio di Marco Ugo, fratello maggiore del boss Massimo, in un casale nella periferia della città federiciana, nell’estate del 2007. Giancarlo Tetta sarebbe stato considerato responsabile per l’as- LA RIFORMA sassinio di Marco Ugo, per questo è scattata nei suoi confronti. Ma a distanza di due anni è arrivato il pentimento di Alessandro D’Amato, che ha raccontato di aver fatto parte del gruppo | Revisori dei conti «Aprire ai più giovani» L’ingresso del palazzo della giunta regionale a 3, il numero degli anni richiesti di esperienza maturata nello svolgimento di incarichi di revisori presso enti pubblici». In particolare, la normativa licenziata dalla commissione prevede che la nomina dei componenti dei collegi dei revisori dei conti nei vari enti e aziende regionali avvenga mediante estrazio- di fuoco di quelli del Castello e di aver ucciso il boss per suggellare il suo passaggio da un clan all’altro, per un problema di poche migliaia di euro. Loconsolo era stato arrestato qualche giorno dopo la morte di Tetta ma due settimane più tardi il Tribunale del riesame non ha riscontrato la presenza dei gravi indizi di colpa nei suoi confronti rimandandolo in libertà. A questo punto però sarebbe stato lui a decidere di cambiare aria, forse temendo di subire ritorsioni, come poi ha D’Amato ha confermato che stava per accadere. Nel suo itinerario americano Loconsolo avrebbe fatto una prima tappa dai familiari della moglie in Venezuela, per poi raggiungere la madre a Santo Domingo dove avrebbe alcune proprietà. Qui sarebbero arrivate anche la moglie e i due bambini, e lui si era dato da fare come manovale prima di lasciare a causa «del suo brutto carattere». Nelle sue dichiarazioni agli inquirenti Loconsolo avrebbe fatto il nome anche di un complice che l’ha accompagnato sul luogo dell’agguato a Giancarlo Tetta e di chi gli ha fornito la pistola calibro 7,65 utilizzata per fare fuoco. Accuse per cui prosegue ancora oggi la caccia ai riscontri da parte degli investigatori dell’Antimafia coordinati dal pm Francesco Basentini. ne da un elenco nel quale possono essere inseriti, a richiesta, i soggetti che abbiano tre requisiti: l’iscrizione nel registro dei revisori legali; esperienza almeno triennale maturata nello svolgimento di incarichi di revisione dei conti presso enti pubblici, enti del servizio sanitario, università pubbliche o aziende di trasporto locale di rilevante interesse in ambito regionale o, in alternativa, esperienza almeno triennale maturata nello svolgimento di incarichi di pari durata presso enti con analoghe caratteristiche, di responsabile dei servizi economici e finanziari; l’acquisizione di almeno dieci crediti formativi in materia di contabilità pubblica matu- rati nel triennio precedente. Laddove il Collegio è composto da almeno tre membri, uno dei componenti effettivi e uno dei supplenti devono essere estratti da un elenco speciale nel quale sono inseriti, a richiesta, i soggetti che siano in possesso dei requisiti relativi all’iscrizione nel registro dei revisori, abbiano acquisito almeno dieci crediti formativi ed abbiano un’età inferiore a 35 anni. Il consigliere Perrino (M5s) precedentemente aveva presentato un emendamento, non accolto dalla commissione, con il quale proponeva di eliminare il limite di età per l’iscrizione nell’elenco speciale. Sono intervenuti nel dibattito oltre al presidente Santarsiero, i consiglieri Rosa, Cifarelli, Romaniello, Spada, Napoli, Perrino e Galante. Hanno partecipato ai lavori della Commissione i consiglieri Santarsiero, Cifarelli, Robortella e Spada (Pd), Rosa (Lb-Fdi), Romaniello (Sel), Napoli (Pdl-Fi), Perrino (M5s), Galante (Ri) e Pace (Gm). Diminiuti anche gli anni di pratica necessari RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 12 Primo piano Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it AMBIENTE Irricevibili anche i ricorsi del Comune di Melfi sulla questione dei terreni ancora da bonificare di VALERIO PANETTERI POTENZA - Appelli respinti, sia quello della Fenice Edf sia il ricorso incidentale del Comune di Melfi. È la sentenza del Consiglio di Stato che mette una pietra sopra una vicenda che parte dallo sversamento di acque contaminate nei territori adiacenti l’inceneritore di Melfi e culminata nel 2013 con una sentenza del Tar lucano che in sostanza accoglieva il ricorso dell’azienda sulla responsabilità e i siti da bonificare. Dunque è bene partire dalla sentenza del Tar che ha stabilito: «Per ordinare alla Fenice l’estensione dell’ubicazione dei punti di indagine anche sui terreni di proprietà altrui, posti a valle (...) devono prima nuovamente accertare il superamento dei valori di concentrazione soglia di contaminazione nelle acque sotterranee dei predetti terreni confinanti». In pratica Fenice non è responsabile della bonifica delle acque contaminate al di fuori il terreno di proprietà della società. I rilievi di Fenice Edf però erano molti più e solo due in quella sentenza sono stati accolti: il primo è quello che riguarda l’estensione dell’area di indagine e il secondo invece sul divieto di utilizzo di acqua demineralizzata nei pozzi di ricarica della falda, nella zona tra la barriera idraulica creata per mettere in sicurezza l’area dell’impianto, con la realizzazione di una serie di pozzi da dove viene estratta in continuo l’acqua sotterranea, e i pozzi di monitoraggio del Vulture Melfese esistenti nell’area dell’impianto prima della scoperta dell’inquinamento. Le cose poi sono cambiate, alla fine la responsabilità della bonifica dei terreni al di fuori della proprietà del gruppo transalpino è finita in mano al Comune di Melfi, così come stabilito dalla nuova Aia licenziata dalla Giunta Pittella, che di fatto permette a Fenice di continuare a bruciare rifiuti. E il consiglio di stato, in effetti, non smuove nulla e lascia tutto così come era. Il ricorso infatti è irricevibile, in quanto non c’è stata «l’erronea utilizzazione, come obiettivo della bonifica, del parametro delle concentrazioni di soglia di contaminazione invece di quello delle concentrazioni soglia di rischio». Fenice nel ricorso si sarebbe appellata ai parametri considerati che di fatto al tavolo tecnico avrebbero portato al respingimento del progetto di messa in sicurezza presentato da Fenice nel 2011 dove veniva Non c’è bisogno di ulteriori controlli Inquinamento Fenice Il ricorso è respinto Il Consiglio di Stato si è espresso sulle osservazioni della società in merito agli sversamenti di acque contaminate nelle falde anche ribadito l’obbligo di “adottare tutte le misure idonee a garantire il rispetto delle Csc delle acque sotterranee. Ma a “vincere”non è neanche il Comune di Melfi che anzi incassa l’infondatezza in merito alle osservazioni sull’estensione dell’ubicazione dei punti di indagine anche al di fuori della proprietà in questione. Per il Consiglio di Stato non ci sarebbe ragione di andare a guardare anche su quei terreni “tenuto conto della fisiologica riduzione delle concentrazioni e della tempestiva eliminazione della causa della contaminazione”. Stesso vale per l’appello di contestazione sulla perimetrazione delle aree da bonificare in quanto “la Fenice ha dimostrato di aver individuato per ogni contaminante le relative aree di delimitazione suddivise per singolo acquifero”. E infine respinta anche la contestazione sulla prescrizione che aveva imposto un’attività di monitoraggio delle acque in corrispondenza di tutti i punti disponibili a cadenza mensile. E anche in questo caso i giudici si rifanno alla relazione dell’inge- gnere Di Molfetta, consulente tecnico di Fenice, che aveva stabilito la sufficienza delle attività di monitoraggio dei pozzi della barriera idraulica. Non c’è bisogno, quindi, di ulteriori ed “onerosi” interventi di questo tipo. Nessuna vittoria quindi, Fenice dovrà badare soltanto ai suoi terreni, monitorandoli come ha sempre fatto, senza interventi aggiunti, così come ribadito dal comune di Melfi. v. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Sull’inceneritore di Melfi resa pubblica soltanto la delibera di giunta, poi il silenzio Che fine hanno fatto le prescrizioni dell’Aia ? Nella foto: L’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata Aldo Berlinguer POTENZA L’Autorizzazione integrata ambientale licenziata dalla Regione Basilicata riguardo Fenice è una realtà. Solo pochi giorni fa si parlava di prescrizioni molto restrittive, oltre 130, che addirittura hanno fatto dire all’assessore all’ambiente Berlinguer che con questo tipo di Aia «forse anche all’Ilva non si sarebbe arrivati alla situazione attuale». Dunque l’Aia arriva dopo un’altra sentenza del Tar che obbligava la Regione a pronunciarsi. Il risultato è stato che Fenice potrà continuare a dare lavoro ai suoi circa 50 dipendenti e a bruciare rifiuti nelle sue due linee. E per il principio di trasparenza la delibera regionale, così come si fa ormai da anni, è finita sul sito web della Regione e incorporata anche su sito del sito web del Comune di Melfi. Peccato che del noto allegato A, quello che contiene la lista di osservazioni, se ne è persa traccia. O meglio, non è nota con precisione la sequela di prescrizioni imposte da Fenice, nonostante la questione sia stata già lungamente approvata. Di quello che è contenuto nell’allegato se ne è già parlato, ma non di tutto. Entro due mesi Fenice dovrà preparare e trasmettere agli uffici di compatibilità ambientale regionale, all'ufficio ambiente della provincia e all'Arpab un “protocollo di gestione dei rifiu- ti” che sarà valutato dagli enti. In questo protocollo dovranno esserci tutte le procedure adottate a partire dalle caratterizzazioni preliminari. In pratica Fenice dovrà descrivere tutto: conferimento, accettazione, congedo dell'automezzo, tempi e modalità di stoccaggio dei rifiuti fino a fine trattamento, le procedure di trattamento anche sanitarie e le procedure di miscelazione di rifiuti pericolosi, caratteristiche chimiche delle miscele prima dell'ingresso ai forni e le procedure di registrazione di carico e scarico dei rifiuti fino alle modalità di gestione delle annotazioni sulle anomalie. Per quanto riguarda le emissioni invece viene stabilito il valore limite del 20%, riducendo di fatto le soglie di attenzione. A questo proposito Fenice dovrà registrare i dati in tempo reale, compresi quelli del sistema automatico. Ma nell'Aia viene anche predisposto uno studio di sorveglianza ambientale e sanitaria in relazioni alle emissioni di sostanze inquinanti. Entro sei mesi invece Fenice è tenuta ad installare una stazione meteorologica e una di monitoraggio dell'aria all'interno dello stabilimento. Per quanto riguarda invece la trasparenza: Fenice Ambiente Srl dovrà realizzare in sei mesi all'Urp dei comuni di Melfi e Lavello due punti aperti al pubblico ed un sito web per la verifica degli inquinanti immessi nell'aria. Tra le altre cose sono state accolte le istanze del comune di Melfi riguardo l'acquisizione dei dati provenienti dal sistema di monitoraggio prima di ogni attività di elaborazione svolta dal gestore stesso, al rifacimento delle reti interrate, ormai obsolete e potenzialmente pericolose, e un organico, composto da sette unità specializzate, addette al corretto funzionamento degli impianti. In totale le prescrizioni sarebbero oltre 130, ma non si tratta di un provvedimento “definitivo” sulla questione inquinamento ambientale. In tutto questo vanno inserite anche le possibili sanzioni a cui potrebbe incorrere la società in caso di mancato rispetto di anche un solo parametro. E poi? v. p. © RIPRODUZIONE RISERVATA RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 13 Nella regione non esistono piani sulle estrazioni e la regione non ci guadagna nulla In Basilicata le cave valgono zero Lo svela il rapporto di Legambiente A sinistra una parte degli impianti di fenice, in alto: una cava in Puglia | FOCUS | Piano ambientale Ilva Il 2 maggio il parere della Corte dei Conti L’Ilva di Taranto TARANTO - Il parere della Corte dei Conti sul piano ambientale dell’Ilva sarà espresso entro il 2 maggio. Ancora un rinvio quindi, visto che l’attesa della registrazione del Dpcm - varato dal Governo a metà marzo - era per ieri. La notizia che entro il 2 maggio la Corte dei Conti si pronuncerà formalmente è arrivata mentre era in corso a Palazzo Chigi il vertice sull'Ilva, presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, il capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente, il commissario dell’Ilva, Enrico Bondi, il sub commissario, Edo Ronchi. L’incontro è servito a fare il punto della situazione in ordine sia al piano ambientale che a quello industriale, due piani strettamente concatenati fra loro. Dalla presentazione del piano industriale, inoltre, di- pende anche l'aumento di capitale dell’Ilva che è lo strumento con cui i commissari dell’azienda intendono finanziare il risanamento e il rilancio dello stabilimento tarantino. Poichè l’Ilva sta attraversando una crisi di liquidità molto pesante e ci sono tutte le scadenze dell’Aia - l’Autorizzazione integrata ambientale da rispettare - è evidente l’urgenza e il rilievo che i commissari pongono sull'aumento di capitale. Intanto secondo fonti sindacali dall’1 maggio e per una settimana si fermeranno i tubifici 1 e 2 del siderurgico in quanto non ci sono ordini di lavoro da eseguire. Non è la prima volta, in questi ultimi mesi, che c'è lo stop dei tubifici proprio per l'assenza di commesse. Resta infine confermato per domani pomeriggio l’incontro a Taranto tra sindacati e azienda, rappresentata dal responsabile delle relazioni industriali, Enrico Martino. PETROLIO Risparmio energetico nella Valle del Sauro NELLA Valle del Sauro, area interna tra le province di Potenza e Matera dove si trova il secondo giacimento petrolifero della Basilicata, si attuerà un progetto per il risparmio e l’efficientamento energetico da parte della Sel (Società Energetica Lucana) e della Total, l’operatore che andrà in produzione dal 2016 con l’estrazione di greggio e gas. L’obiettivo è costruire un modello di efficienza energetica da replicare anche nelle altre aree della regione e nel resto del Paese. Con il supporto della Total, la Sel ha avviato un’analisi sul patrimonio immobiliare pubblico e privato dei territori di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione, finalizzata ad individuare gli interventi di efficientamento energetico più efficaci sia in termini economici sia in termini ambientali. Lo studio s'inserisce nell’attività di pianificazione energetica locale che la Società Energetica Lucana sta svolgendo con il “Patto dei Sindaci” per raggiungere e superare gli ambiziosi obiettivi dell’Europa 20-20-20. Anche quando si parla di cave l'Italia si divide. A livello normativo, la situazione è leggermente migliore al centro-nord, dove il quadro delle regole è in gran parte completo, con Piani cava (lo strumento che indica le quantità di materiale estraibile e le aree dove è consentita l’attività di cava) periodicamente aggiornati, mentre non vi sono Piani in vigore in Veneto, Abruzzo, Molise, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Sicilia, Calabria e Basilicata. Il Piemonte ha solamente Piani di indirizzo e rimanda alle Province l’approvazione del Piano. Lo rileva il “Rapporto cave 2014”di Legambiente, registrando una situazione di incertezza che lascia tutto il potere decisionale in mano a chi concede le autorizzazioni. Considerando il peso che interessi economici e criminalità organizzata, in particolare nel Mezzogiorno, hanno nella gestione del ciclo del cemento e nel controllo della aree cava, sottolinea Legambiente, è necessario correre ai ripari e regolamentare il settore. Prelevare e vendere materie prime del territorio è un’attività altamente redditizia eppure i canoni di concessione pagati da chi cava sono spesso irrisori, se non inesistenti. In media infatti, si paga il 3,5% del prezzo di vendita degli inerti ma esistono situazioni limite come nel Lazio, in Valle d’Aosta e in Puglia dove il prelievo degli inerti costa solo pochi centesimi e regioni come Basilicata e Sardegna dove si cava addirittura gratis. E in Basilicata di cave attive ce ne sono 61, 32 invece sono abbandonate. Ma nel rapporto si dice altro: su 804mila tonnellate di sabbia e ghiaia estratta in basilicata quanto si guadagna? Zero. E si potrebbero invece guadagnare circa due milioni e mezzo di euro. Ma non solo sabbia e ghiaia: nella nostra regione si estraggono 34mila tonnellate di pietre ornamentali e 375mila tonnellate di argilla, tutte gratis. Le entrate degli enti pubblici attraverso i canoni di prelievo, rileva Legambiente, sono dunque ridicole in confronto ai guadagni del settore: il totale nazionale dei canoni pagati nelle diverse regioni, per sabbia e ghiaia, è arrivato nel 2012 a 34,5 milioni di euro, mentre il ricavato annuo dei cavatori risulta pari a un miliardo di euro. Ad emergere è una netta differenza tra ciò che viene richiesto e incassato dagli enti pubblici e il volume d’affari generato dalle attività estrattive in tutte le regioni, in quelle dove canone richiesto non arrivano nemmeno ad un decimo del loro prezzo di vendita. «In un periodo di tagli alla spesa pubblica - dichiara il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini - è inaccettabile che un settore tanto rilevante da un punto di vista economico e ambientale venga completamente trascurato dalla politica nazionale. E’ possibile creare filiere innovative di lavoro e ricerca applicata, ridurre il prelievo di cava attraverso il recupero di materiali e aggregati provenienti dall’edilizia e da altri processi produttivi, ma serve intervenire su una normativa nazionale vecchia di quasi 90 anni, per ripristinare legalità, trasparenza e tutela». Raggiungere questi obiettivi in tempi brevi, secondo Legambiente è possibile, e per questo l’associazione chiede: di rafforzare tutela del territorio e legalità (attraverso controlli, individuazione delle aree da escludere e delle modalità di escavazione, obbligo di valutazione di impatto ambientale, ecc.); aumentare i canoni di concessione per equilibrare i guadagni pubblici e privati e tutelare il paesaggio (gli attuali 34,5 milioni di euro guadagnati dalle regioni italiane per l’estrazione di sabbia e ghiaia, potrebbero diventare ben 239 milioni, se fossero applicati i canoni in vigore nel Regno Unito; in Sardegna si potrebbe passare da 0 a 17 milioni di euro); spingere l’utilizzo di materiali riciclati nell’industria delle costruzioni. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 14 Primo piano Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it VERSO LA LEGAPRO Fervono i preparativi L’attesa è importante per l’appuntamento con la promozione di FRANCESCO CALIA ENTUSIASMO continuamente in crescita in città. Si attende solamente l’arrivo di domenica pomeriggio, intorno alle 17, quando il campionato avrà dato i suoi verdetti, o meglio il suo verdetto, quel risultato che tutti aspettano, il ritorno tra i professionisti del Matera, ma soprattutto l’approdo nella serie C unica, quella che, quale terza serie nazionale, manca nella città dei Sassi da 24 lunghissimi anni. Al XXI Settembre “Franco Salerno” la voglia di festa è grandissima, i preparativi sono nel vivo e tutto l’ambiente sprizza gioia. Bisognerò confermare sul campo tutte le buone intenzioni, ma sicuramente un ambiente che viaggia verso un’unica direzione ha il dovere di raggiungere l’obiettivo individuato, dopo tante peripezie, tante difficoltà, tanti anni e soprattutto, una rincorsa a quel primo posto lunga un sogno, materializzata con il ritorno in panchina di Cosco e la definitiva creazione di un gruppo squadra stupendo all’interno degli spogliatoi. Domenica l’appuntamento è con la storia e nessuno vuole mancare, tanto che già da domani sarà possibile acquistare i biglietti per assistere alla gara contro il Manfredonia, giorno in cui è previsto davvero il tutto esaurito e con l’ipotesi che i tagliandi possano terminare anche prima del fischio d’inizio. Uno stadio che si colorerà completamente di bianco e azzurro con diverse iniziative pronte ad essere lanciate. I gruppi organizzati sono pronti a regalare una coreografia da brividi, top secret, ma con la garanzia di vedere nuovamente un impatto devastante e superaltivo; mentre altri sostenitori hanno lanciato l’idea di appendere dai balconi di ogni abitazione una sciarpa o una bandiera biancazzurra, per colorare l’intera città, dare un tocco di partecipazione comune al raggiungimento di un sogno e stringersi attorno a capitan Fernandez e compagni in maniera ancor più viscera- L’under Tundo torna in campo A disposizione di Cosco per il Manfredonia Lo spettacolo offerto dai tifosi del Matera pronti a “godere” della vittoria dei biancazzurri, che vorrebbe dire Lega Pro Unica I tifosi pronti per la festa Gli ultras studiano la grande coreografia Si va verso il tutto esaurito al “Franco Salerno” le e unica, in una bolgia di emozioni e sensazioni positive. La squadra, dal canto suo, è tornata in campo con grande determinazione, voglia e concentrazione. Parte atletica e partitelle a metà campo hanno inframezzato una seduta prettamente di scarico post Massaquano, con i titolari di domenica scorsa che hanno lavorato, invece, a parte rispetto al resto del gruppo. Questo è il momento in cui ogni dettaglio deve essere preso in considerazione, ma anche la parte di stagione in cui non è giusto dover stravolgere il lavoro svolto sino a questo momento. Quindi poco spazio alle novità, ma settimana sarà tutta costellata dal normale programma di allenamenti, con la partitella del giovedì prevista per domani, sempre con la juniores, ma solamente posticipata alle 16. Nota molto positiva, il rientro di Tundo, che non si è allenato con il resto dei suoi compagni, ma ha iniziato a svolgere alcuni esercizi con il pallone, dimostrando di essere comunque sulla via del completo rientro tra i ranghi e dunque, con molta probabilità, a disposizione di mister Cosco per la gara contro il Manfredonia di domenica, per permettere al tecnico molisano di avere a disposizione qualunque tipo di scelta, anche in termini di under, per la gara che decide la stagione. Lo spirito è quello giusto, il momento di forma è ottimale, la squadra risponde bene ad ogni stimolo che arriva dallo staff tecnico, la festa si avvicina. Certamente si dovrà andare in campo con la giusta determinazione e, a ricordarlo, sono proprio i tifosi, accorsi in buon numero al XXI Settembre “Franco Salerno” e più volte pronti ad incitare il patron Columella, il tecnico Cosco e l’intera squadra, a ritmo di «Riprendiamoci questa serie C». Il count down verso l’ultima sfida è iniziato, Matera freme per partecipare all’appuntamento con la storia. [email protected] SARO’ FRANCO... Il sogno inizia a materalizzarsi «Possiamo dirlo: Ci siamo» di FRANCO BRUNO Totò Letizia dopo il gol dell’1-0 realizzato contro il Real Vico IL SORRISO della squadra di Cosco e Columella battendo il Real Hyria, ha suscitato una tempesta dentro Taranto, che crollava con il Marcianise. Ebbene, i calciatori del Matera con gli occhi rossi, a fine partita nello stadio di Massaquano. Non solo per le lacrime di gioia. Con i numerosi tifosi biancoazzurri, che saltano il recinto, stropicciandosi vestiti, rischiando dolori, per quanto visto sul campo di gioco, finalmente materializzarsi un sogno. I biancoazzurri della città dei Sassi di Matera non sbagliano la partita che poteva sembrare facile, vizio che tante volte ha “fregato” sul più bello. Poi, Roselli e Iannini, insieme a Letizia, che francamente, voglio dire che, quando Picci è marcato duramente, ci pensano loro in campo a piegare le ginocchia al portiere avversario. Come domenica, segnando tre reti, eurogol che ci permettono di ripren- derci saldamente la testa della classifica. Un numero che fa sbarrare gli occhi a chi ci insegue. E, poi diciamolo insieme con franchezza: «Siamo con un piede e mezzo in Lega Pro». La città di Matera se lo merita. La svolta così inaspettata ora c’è, quella ventata d’aria nuova dopo tanti dolori, soprattutto economici, il presidente Columella merita tutto l’entusiasmo dei pallonari materani, compreso me. Le autorità locali devono scendere dalle sedie gestatorie e rimettersi in gioco per rinnovare, rafforzare, sostenere le operazioni per aprire un nuovo tessuto calcistico, che affronterà il prossimo campionato tra i professionisti. Il dinamico Columella si merita il sostegno da questa città della cultura. Oggi, il patron biancoazzurro ha gestito senza l’avallo di nessuno, nel bene e nel male. La sua risposta è chiara “in toto” il Matera calcio è in serie C. Ma che significa per la città di Matera? Parlando con tanti tifosi, perché Franco, vive tra i tifosi, ascolta le loro emozioni, qualche volta anche la loro rabbia, ma fa parte del gioco del calcio, che è un elemento di affetto, di amore verso i colori della propria città. Credono nel presidente Columella. Essi dicono che l’anno in corso per il Matera calcio non è stata un’annata normale. Si è visto e si vede dalle gradinate dalla tribuna che ogni domenica si innalza al cielo un alto coro di popolo che sembra quasi un sacrilego «Serie C, oh Cosco oh Columella portateci in C». Questi sono le urla che sento e che vedo con i miei occhi la domenica dalla tribuna stampa. Il nostro vantaggio lo dovremo confermare domenica contro il Manfredonia. E domenica sarà una grande giornata di festa per la città di Matera, buttando a mare le chiacchiere noiose dei tarantini. [email protected] Domenica il brindisi finale la presenza sarà d’obbligo © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA BIGLIETTERIA Da domani la prevendita BIGLIETTERIA attiva sin da domani, giovedì 1 maggio. La società biancazzurra ha deciso di mettere immediatamente a disposizione i botteghini dello stadio XXI Settembre “Franco Salerno” per permettere a chiunque di partecipare alla festa di domenica. Gli orari, sino a sabato, saranno i medesimi, dalle 9 della mattina sino alle 13; mentre nel pomeriggio dalle 16 alle 19. Domenica, invece, apertura dalle 9 sino ad inizio gara. I botteghini attivi saranno quelli della Tribuna centrale dello stadio e permetteranno l’acquisto dei tagliandi ai prezzi scelti sino da inizio stagione dal Matera: 12 euro per la Tribuna centrale (coperta), 8 euro per le tribune laterali e 5 euro per la gradinata. [email protected] RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Primo piano Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 15 In un libro curato dallo storico Vittorio Sebastiani testimonianze e fotografie raccolte dall’esercito britannico e rimaste chiuse negli archivi militari per decenni La resistenza? Iniziò a Matera Settanta anni dopo un dossier inglese fa luce sullo scontro con i nazisti di ANTONELLO GRASSI Fu vera resistenza? Sono passati settanta anni dal giorno in cui puntando, per la prima volta, le armi verso gli italiani - l’esercito tedesco decise di alzare il tiro contro la popolazione del nostro Paese. Accadde a Matera il 21 settembre del 1943. Neanche due settimane prima Badoglio aveva siglato l’armistizio con gli americani, ormai padroni della Sicilia e pronti a risalire, anche grazie allo sbarco di Taranto, la Penisola occupata (in via precauzionale, dopo la caduta del fascismo) dalle truppe naziste. Settanta anni: eppure il giudizio su ciò che davvero avvenne nella città dei Sassi non è ancora concluso. Gli storici locali continuano a dividersi tra coloro che danno un’interpretazione minimalista dei fatti, come se quegli episodi fossero la conseguenza occasionale di circostanze fatali; e chi, invece, vede nella tragica sequenza di morte che segnò quel pomeriggio materano l’esito di un disegno preciso (da un lato la messa in opera del cosiddetto piano Kesselring, dall’altro la consapevole ribellione di un popolo esasperato). Vittorio Sebastiani non ha dubbi da che parte stare. A suo giudizio (e per la verità non soltanto suo, Sebastiani cita tra gli altri Giorgio Bocca), quello di Matera fu il primo vero atto di insurrezione italiana contro le truppe di occupazione. Questa tesi, alla quale lo storico ha dedicato decenni di studi e ricerche, sarebbe ora provata anche documentalmente grazie alla traduzione (a cura dello stesso Sebastiani) di un rapporto realizzato dall’Esercito britannico appena un anno dopo l’eccidio. Una relazione, quella redatta nel 1944 dal capitano William James Hutchins che ha, significativamente, per titolo “Matera Atrocities are murders” (Le atrocità di Matera sono degli assassinii), e che è il risultato di un’indagine accuratissima svolta sul posto mettendo insieme documenti pubblici e privati di prima mano e assemblando una settantina di testimonianze tra coloro che avevano avuto viva parte ai fatti. La storia di questo rapporto è, a sua volta, emblematica: essendo venuto alla luce, quasi per caso, nella sede della Procura militare a Palazzo Cesi-Gaddi a Roma, e quindi reso pubblico, soltanto negli anni Novanta, in occasione del processo al criminale nazista Erik Priebke. A parlare, nel documento top secret, che ha anche una interessantissima sezione fotografica, sono alti ufficiali britannici e soprattutto i tanti materani chiamati a testimoniare . Ne viene fuori un’istantanea di Matera 1944 di grande interesse sociologico, forse al di là delle intenzioni dello storico, il quale è interessato soprattutto a dare i giusto valore a quello che lui definisce un episodio esemplare “per la storia della città, del Mezzogiorno e dell’Italia”. Sulla base di questa ricca documentazione Sebastiani ricostruisce gli avvenimenti del 21 settembre e li reinterpreta in un quadro nel quale, avverte, pesano “fatti storici locali, nazionali e internazionali che si influenzano reciprocamente”. Nell’autunno del ’43, a detta dello storico, Matera rappresenta per i nazisti uno snodo strategico. Qui il maggiore Wolf Werner Graf von der Schulemburg agisce alle dirette dipendenze di Kesselring, il feldmaresciallo al quale si deve il sanguinario Piano Achse: un piano che prevede misure anche terroristiche (come i fatti, dopo Matera, si incaricheranno di dimostrare) “allo scopo di sottomettere le popolazioni e rallentare l’avanzata verso la Germania dell’esercito anglo-americano”, una parte del quale avrebbe dovuto raggiungere, passando per Matera, la linea Gustav. Ed ecco che l’episodio materano che dà il via alle stragi (due tedeschi uccisi in una gioielleria, dopo un alter- co, dai soldati italiani), acquista una nuova luce. Ciò che accade dopo lo scontro a fuoco (i nazisti faranno saltare l’edificio della Milizia causando la morte di sedici persone tra cui un ragazzo, e poi uccideranno a colpi di mitra gli impiegati del palazzo dell’Energia elettrica) darà vita a una ribellione spontanea. Quella “reazione armata, improvvisa e non organizzata impedì ai tedeschi di realizzare i loro scopi, tra i quali quello di far saltare il Palazzo del Governo, le caserme delle forze dell’ordine, gli uffici pubblici della comunicazione”. Fu dunque resistenza vera? Sebastiani non ha dubbi. “Resistenza spontanea, certo – dice -. Ma resistenza”. L’INTERVENTO Che Matera si impagli per un monumento al mulo segue dalla prima di GIOVANNI CASERTA E’ inutile dire che mi fa piacere il fatto che della questione ci si stia occupando fuori regione. E poiché nessuno, soprattutto da noi, è profeta in patria, c’è da sperare che l’intervento di Giovanni Russo, essendo “forestiero”, abbia un seguito. Voglio tuttavia precisare alcune cose, che vanno al di là dell’interesse personale. Lo faccio perché parlarne può essere utile e può portare alla realizzazione di un progetto. Voglio innanzitutto precisare che è merito di Celano aver rilanciato l’idea del monumento al mulo su mio suggerimento, fatto anche in modo provocatorio, quando scrissi la recensione al suo romanzo “L’animale a sei zampe” (“Il quotidiano” domenica 29 settembre 2013). Vincenzo Celano, successivamente, ne parlò sul Quotidiano” di domenica 13 ottobre 2013, arricchendo la proposta con interessanti esempi tratti da altre regioni. Tuttavia, per amore del vero e sempre per sostegno all’idea, mi corre l’obbligo di precisare che fu nel 2001 che Donato Cascione pubblicò un volume-testimonianza intitolato “I racconti del Museo”. Donato Cascione, poeta, ha creato un interessante e ricco museo contadino, che si può visitare in via San Giovanni Vecchio, 60, nel cuore del Sasso Barisano. Chi voglia può trovare notizie via internet. Il Museo è ubicato in locali che furono abitazioni. Cascione riuscì a trovare gli ultimi abitanti dei Sassi e si fece raccontare la loro storia. A me chiese un intervento. Fu un quella occasio- ne che mi ricordai che abitante di quelle grotte, con pari dignità, era stato il mulo, che era la più importante forza-lavoro della famiglia contadina, tanto che a Potenza, e nel Potentino, c’è un canto popolare che dice che alla morte dell‘asino, l’equivalente del mulo a Matera, è preferibile quella della padre. Michele Parrella, poeta lucano di Laurenzana (1929-1996), tradusse quel canto, intitolandolo “Il canto del cafone” e dedicandolo ad Ignazio Silone. Così scrisse: “Se mio padre fosse morto / e l’asino vivo. / L’asino andava a legna e mio padre a vino. Fosse morto mio padre / e l’asino vivo [...] Se l’asino fosse vivo / e mio padre morto, / salterei tra il cupo cupo sulle canne”. Ricordando come in processione si andasse a dare le condoglianze a quella fami- glia contadina dei Sassi che fosse stata colpita dalla luttuosa morte del mulo, scrissi un pezzo intitolato “Un monumento al mulo”. Compare a p. 121 della pubblicazione curata da Cascione nel 2011, prima edizione. Naturalmente non è successo niente. Sia reso merito quindi a Vincenzo Celano e Giovanni Russo, che ha già preparato il bozzetto del monumento. Può essere la svolta. Matera, a dire la verità, è una città che si ubriaca facilmente. Si ubriacò inseguendo il suo inserimento nel patrimonio Unesco; si ubriaca sognando e spendendo milioni di euro per il titolo di capitale europea della cultura 2019; si ubriaca per Pasolini 50 anni dopo; si ubriaca per la medaglia d’oro ai valori della Resistenza 69 anni dopo, quando non esistono più i partigiani. Però si distrae sull’imbroglio del Mulino Alvino che risale al 1884. Speriamo che, nell’ambito delle sue ingenti spese per il 2019, e a seguito dell’intervento “forestiero” di Celano e Russo, Matera si “impagli” per un monumento al mulo. Per la cronaca, “impagliarsi” era detto di muli e asini che si “ubriacavano”, ovvero si “drogavano” di paglia. Cordialità. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 16 Economia Italia / Mondo Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Il dl “Sforbicia-Italia” incontra difficoltà «Nuove norme e più pin per tutti» Il presidente del Consiglio spinge sulla riforma ma la tabella di marcia slitta di BEPPE COLONNA ROMA - La riforma della Pubblica amministrazione approda in consiglio dei ministri, ma senza alcun decreto. Nell’ultimo giorno utile di aprile, cercando di rispettare la tabella di marcia dettata da Matteo Renzi, il governo non varerà le nuove norme, destinate a confluire in due provvedimenti distinti nelle prossime settimane (giorni fa si era parlato del cosiddetto “Sforbicia-Italia”), ma comunque le presenterà e le «racconterà» ufficialmente agli italiani, avviando un nuovo metodo «a sorpresa» per coinvolgere le stesse amministrazioni pubbliche in un impegno e una sfida tra le più difficili. Anzi, «la più difficile», l’ha definita Renzi, invocando addirittura i Marines per affrontare temi e misure che sicuramente saranno destinate a «far discutere». Ancora una volta una delle idee di base è quella di rendere la PA più accessibile e semplice, trasparente e a portata di tutti. Ogni cittadino verrà quindi innanzitutto dotato di una «identità digitale», il che vuol dire, ha spiegato il presidente del Consiglio, «dare a tutti un pin» che permetterà l’accesso ai servizi pubblici, senza più code per un certificato o per pagare le bollette. Il mare magnum della pubblica amministrazione implica però anche ben altro ed è per questo da sempre uno dei terreni più spinosi per i governi. Renzi ha chiarito ancora una volta che nella riforma di esuberi non si parlerà, soprattutto degli 85.000 indicati in un primo momento da Carlo Cottarelli. I «poveri dipendenti», l’ha chiamati il presidente del Consiglio, non saranno toccati: «nessuno verrà licenziato perché il governo ha da tagliare», ha assicurato il premier presentando di fatto in anticipo i punti salienti della riforma direttamente ai cittadini, approfittando del salotto televisivo di Porta a Porta. I dirigenti «che fanno i furbi invece vanno beccati». Ancora una volta la lente si concentrerà dunque sulla parte alta della p.a., come già fatto imponendo un tetto agli stipendi dei manager. «Servono dirigenti che facciano i dirigenti, non è possibile poi che il premio di produzione aumenti con l’indennità e a prescindere dai risultati e dalla situazione del paese», ha detto ancora Renzi, lasciando intendere che i premi saranno variabili e commisurati alle performance. Per loro ci sarà anche una specie di contratto a tempo determinato, i cui dettagli saranno svelati però più in là. Più in generale, l’obiettivo è «beccare i fannulloni e farli smettere» di stare con le mani in mano e valorizzare «i tanti non fannulloni» dandogli un premio, incentivandone gli scatti di carriera e magari anche lo stipendio. L’intento non è quello di tagliare o ridurre ma di far lavorare tutti di più. DATI ISTAT Soffre il dettaglio e si contrae l’occupazione Cala il clima di fiducia delle imprese Segnali negativi da negozi e fabbriche Più ottimista il settore del commercio e quello manifatturiero Bene i giudizi sugli ordini dell’industria ROMA - Dai negozi, dalle grandi fabbriche e dai cantieri arrivano segnali negativi per l’economia con gli ultimi dati Istat. Il clima di fiducia delle imprese, infatti, non è positivo come quello dei consumatori, che ha toccato il livello più alto dal 2010, e anzi cala a 88,8 punti ad aprile dagli 89,5 di marzo, dopo sei aumenti consecutivi. Soffrono anche le vendite al dettaglio, che perdono l’1% a febbraio rispetto al 2013, e si contrae l’occupazione nelle imprese con almeno 500 di- Non toccati «i poveri dipendenti» ALITALIA Del Torchio “taglia” costi per 400 milioni LaBorsa Titolo pendenti (dell’1% al lordo della cassa integrazione su febbraio 2013). La pesantezza della situazione emerge dal taglio dei consumi alimentari, che vivono una stretta a cui riescono a sottrarsi solo i discount, dove le vendite aumentano del 2,6%. Sono in difficoltà infatti anche gli ipermercati e i supermercati, con diminuzioni degli scontrini rispettivamente dello 0,9% e dell’1,7%. I più colpiti sono ancora una volta i piccoli negozi che perdono il 2,1% delle vendite per i prodotti alimentari e l’1,5% per quelli non alimentari. E in generale, la diminuzione degli acquisti è dello 0,5% per la grande distribuzione e dell’1,6% per le superfici minori. Le famiglie comprano meno tutte le tipologie di prodotti con cali che spaziano dal 2,5% di cartoleria, libri, giornali e riviste allo 0,1% di giochi, giocattoli, sport e campeggio e allo 0,2% dei prodotti di profumeria e cura della persona. Soffrono particolar- mente i mobili, gli articoli tessili e l’arredamento così come gli elettrodomestici, le radio, le tv e i registratori. E’ il 23esimo calo consecutivo delle vendite per i piccoli, sottolinea la Confesercenti. L’associazione denuncia una vera «emorragia» per gli esercizi di quartiere che hanno visto oltre 17 mila chiusure nei primi due mesi dell’anno. I dati sui consumi, osserva invece la Confcommercio, confermano che l’inizio del 2014 è «di piena stagnazione» e di «convalescenza per l’economia». Entrambe le organizzazioni sollecitano un taglio della pressione fiscale per consentire la ripresa. Nonostante l’assenza di svolte sul fronte della vendite, le imprese del commercio sono comunque più ottimiste che in passato, secondo i dati sulla fiducia di aprile, e insieme alla manifattura sono le uniche realtà in controtendenza in uno scenario di pessimismo generalizzato. L’indice Istat sul clima delle aziende sale infatti sia nella grande distribuzione che in quella tradizionale e sono in recupero soprattutto le aspettative per il futuro. Ancora migliore è la fiducia per le aziende manifatturiere che raggiungono il livello più alto dopo giugno 2011. Per l’industria migliorano inoltre i giudizi sugli ordini, mentre le attese di produzione e le scorte di magazzino rimangono invariate. Ultimo Prezzo Variazione Max Min A2a 0,8820 Atlantia 19,0100 Autogrill Spa 0,0000 Azimut 22,5800 Banco Popolare 15,0100 Bca Mps 0,0000 Bca Pop Emil Romagna 8,5300 Bca Pop Milano 0,7225 Buzzi Unicem 12,9900 Campari 6,2850 Cnh Industrial 8,4350 Enel 4,1240 Enel Green Power 2,0600 Eni 18,8600 Exor 32,9500 Fiat 8,8300 Finmeccanica 6,6650 Generali Ass 16,9800 Gtech 21,7200 Intesa Sanpaolo 2,4800 Luxottica Group 0,0000 Mediaset S.p.a 3,9560 Mediobanca 8,0050 Mediolanum 6,5400 Moncler 12,6900 Pirelli E C 12,1200 Prysmian 18,5800 Saipem 19,6800 Salvatore Ferragamo 22,9900 Snam 4,3500 Stmicroelectronics 6,8650 Telecom Italia 0,8980 Tenaris 16,5900 Terna 3,9180 Tod's 101,6000 Ubi Banca 6,9400 Unicredit 6,5650 Unipolsai 0,0000 World Duty Free 9,8200 Yoox 25,6900 1,85% 3,94% 3,04% 0,85% 2,74% 0,93% 3,14% 5,40% 0,08% 1,37% 0,90% 2,28% 0,39% 2,95% 1,63% 3,70% 1,76% 1,55% 0,28% 2,65% 1,67% 3,18% 1,33% 1,55% 0,71% 0,92% 0,38% 0,82% 0,70% 1,49% 2,08% 2,45% 1,78% 1,71% 0,49% 2,97% 1,86% 0,45% 0,56% 2,43% 0,882 19,01 6,995 22,62 15,05 0,2516 8,55 0,724 13,14 6,3 8,47 4,124 2,06 18,86 32,98 8,83 6,665 16,99 21,81 2,484 41,32 3,968 8,07 6,57 12,77 12,19 18,73 19,76 23,21 4,35 6,89 0,9015 16,59 3,918 101,9 6,94 6,585 2,702 9,85 25,69 0,866 18,36 6,76 22,42 14,61 0,2475 8,305 0,675 12,9 6,215 8,335 4,042 2,048 18,42 32,42 8,62 6,565 16,8 21,5 2,42 40,74 3,87 7,925 6,445 12,6 12 18,42 19,55 22,86 4,278 6,6 0,8825 16,34 3,87 101,1 6,77 6,46 2,67 9,745 25,23 Indici FTSE/Nome MIB All-Share Mid Cap Small Cap Micro Cap STAR Valore 21.976,84 23.400,17 30.103,53 21.136,26 26.121,59 19.420,02 Var % +2,15 +1,96 +0,28 +0,43 +0,15 +0,51 MaggioriRialzi Nome Valore Banca Pop Milano 0,7225 Atlantia 19,01 Fiat 8,83 Mediaset 3,956 Banca Pop E. Romagna 8,53 Var % +5,40 +3,94 +3,70 +3,18 +3,14 MaggioriRibassi Nome ------------------------------------------------------------- Valore ------------------------------------ MercatiEsteri Var % ------------------------------* ore 21 Indice NASDAQ 100 Dow Jones FTSE 100 DAX 30 CAC 40 Valore 3.575,884 16.552,10 6.769,91 9.584,12 4.497,68 Cambi aggiornato ore 21 Nome Acquisto Euro/Dollaro 1,38127 Euro/Sterlina 0,82077 Euro/Franco Svizzero 1,221 Euro/Yen 141,693 Var. % +0,87 +0,63 +1,04 +1,46 +0,83 Vendita 1,38129 0,82093 1,2214 141,704 MateriePrime Nome Petrolio Oro Argento Valore $ 101.36 $ 1296.2 $ 19.52 Unità di misura Barile (158,987 Litri) 100 Troy Oz. (3,110 Kg) 5000 Oz. (155,517 Kg) Arriva la lettera di Etihad Contenuto segreto e avanti tutta ROMA - Dopo un’attesa durata quasi un mese, finalmente arriva la lettera di Etihad dalla quale dipende il futuro di Alitalia. Sui contenuti resta ancora il massimo riserbo, in attesa che l’amministratore delegato Gabriele Del Torchio la illustri alle parti sociali, agli azionisti ed al Governo, come ha spiegato ieri il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, dopo aver annunciato lui stesso l’arrivo della lettera da Abu Dhabi. Il prossimo appuntamento con i sindacati è per il 2 maggio, mentre non sono in programma riunioni del consiglio di amministrazione nei prossimi giorni. Sicuramente, sottolineano fonti vicine al dossier, la lettera, che conterrebbe le condizioni per chiudere l’accordo, rappresenta un «grandissimo passo avanti» verso l’intesa dopo la frenata della prima missiva arrivata a Fiumicino 10 giorni fa. La nuova lettera, infatti, definisce i contorni della trattativa e pone «le condizioni per portare avanti il negoziato», che è stato illustrato ieri dall’azienda ai sindacati, nel primo incontro dopo due mesi di stallo al tavolo sulla riduzione del costo del lavoro. Un confronto che però è ripreso in salita, con le sigle dei trasporti che avvertono: no a nuovi sacrifici senza un accordo con Etihad, anche perché avverte Marco Veneziani della Uilt, è «molto difficile che Alitalia possa sopravvivere da sola». La linea aerea, però, ci prova e mette sul piatto, con un segnale che sicuramente non procurerà dispiaceri ad Etihad, tagli ai costi per 400 milioni di euro, un importo superiore ai circa 300 milioni annunciati a luglio 2013. E, stando a quanto riferito dall’azienda ai sindacati, ad oggi sono già stati risparmiati 290 milioni. Restano invariati i numeri relativi ai tagli del costo del lavoro: 128 milioni, di cui ne mancano ancora all’appello 48 (si punterebbe al blocco di indennità e alla riduzione degli stipendi oltre i 40.000 euro). Nella lettera potrebbe esserci nero su bianco la cifra che Etihad intende versare nelle casse di Alitalia e che potrebbe essere salita fino a 560 milioni di euro, a fronte delle principali richieste della compagnia araba: in primis il nodo del debito, che Etihad vorrebbe rinegoziare per 400 milioni e su cui le trattative con le banche sarebbero ancora in corso. La preoccupazione maggiore per i lavoratori riguarda le richieste sugli esuberi, di cui non si è parlato nell’incontro con i sindacati, che rimandano la trattativa sul tema ad un momento successivo alla presentazione del piano industriale di Etihad. Le cui richieste, comunque, dovrebbero essere più vicine a 2.000 esuberi che non a 3.000, con un forte coinvolgimento del personale di terra. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 17 Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it IL FUMO NON TI ALZA DI UN CENTIMETRO PSICOPATOLOGIA DA INTERNET di PIERLUIGI ARGONETO di ASSOCIAZIONE AMICI DEL CUORE GRASSANO I ragazzi non hanno la percezione dei pericoli connessi all’abitudine al fumo. Pensano di porsi su un piedistallo più grande, con la sigaretta tra le labbra. Un problema senza confini, con soluzioni non facili in ogni parte del Mondo. Occorre investire sui ragazzi, con una politica corretta d’informazione, con politiche economiche e sanitarie che tutelino la salute senza ma e senza se. Dire no al fumo, presuppone atti conseguenti da parte delle autorità preposte. Non è semplice parlare dei pericoli del fumo ai ragazzi mentre si vendono sigarette. I ragazzi non avvertono il pericolo legato a quest’abitudine, che vedono come uno statu symbol: si sentono più grandi, appaiono come “grandi”. Occorre porsi l’obiettivo d’interrompere il cortocircuito che spinge il 13 a emulare il 15enne con la sigaretta in bocca e via di seguito. Il nostro motto: “La sigaretta non ti alza di 1 centimetro”. Importante l’esempio. Un genitore che fuma non è credibile quando dice a suo figlio o a sua figlia, non fumare. Responsabilizzare i ragazzi dicendo loro, se decidi di fumare devi sapere a cosa vai incontro . I problemi vanno aumentando. L’incidenza dell’abitudine al fumo tra maschi e femmine, vede oggi una sostanziale parità di genere. Non dovrebbe essere questo l’ambito della parità. La parità delle cattive abitudini non rende più forti. Dati eloquenti dimostrano chiaramente il nesso tra fumo e sviluppo del cancro, così come è dimostrato l’aumento dell’incidenza del cancro del polmone nelle donne contestualmente all’aumento dell’abitudine a fumare. Il fumo è uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di malattie tumorali, cardiovascolari e respiratorie. Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità il fumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo. Come per molte altre patologie, il principale strumento di contrasto è la prevenzione. L'epidemia mondiale di tabacco uccide quasi 6 milioni di persone ogni anno, di cui oltre 600.000 sono persone esposte a fumo passivo. Se non si mettono in atto azioni di contrasto, l’epidemia mondiale di tabacco ucciderà fino a 8 milioni di persone entro il 2030, di cui oltre l'80% di paesi a basso e medio reddito. Vi sono molto dati allarmanti sul consumo delle sigarette già nei ragazzi: ogni giorno, nel nostro paese, circa 600 ragazzi iniziano a fumare; tre bambini su quattro, prima di compiere i cinque anni, sanno cosa sono le sigarette, sia che i loro genitori fumino sia che non fumino; all’età di 11 anni un terzo dei bambini, e all’età di 16 anni due terzi, ha già sperimentato il fumo; il 95% dei fumatori ha iniziato durante l’adolescenza. Sgombriamo il campo da falsi problemi: sigarette leggere - sigarette pesanti. Il fumo fa male! Fumare poco? Non ci sono mediazioni: Il fumo fa male, anche una sola sigaretta. Ovvio che vi è un elemento esponenziale relativo alla quantità di sigarette fumate. Smettere di fumare fa bene a qualsiasi età. Alcune considerazioni: Per chi smette di fumare, dopo un anno, il rischio di avere un infarto del miocardio si ridurrà del 50% . Vi sembra poco? Considerazione tra fumo e gravidanza: - nelle fumatrici aumenta del 40% il rischio di una gravidanza extrauterina - chi fuma ha una capacità di concepire di un terzo più bassa rispetto chi non fuma morte in culla del bambino, aumento di 7 volte per le madri che hanno fumato un pacchetto al giorno in gravidanza - i componenti del tabacco attraversano la placenta e danneggiano il feto. In varie parti del Mondo si cerca di disincentivare i consumatori dall’acquisto di un prodotto dannoso per la loro salute: le sigarette. Varie le iniziative. In Inghilterra, negli Stati Uniti in altre nazioni hanno optato per scene forti sui pacchetti delle sigarette. Nel 2011 a New York è entrata in vigore una nuova legge che estende il divieto di fumo anche a parchi, spiagge, campi da golf e stadi In Spagna oltre al divieto a fumare anche nei parchi, nei perimetri degli ospedali e delle scuole, è vietato fumare in auto, in particolare se in automobile viaggia anche un minore. Rifacendoci a quello che avviene in altri Paesi, abbiamo elaborato delle proposte: Eliminare distributori automatici delle sigarette Divieto di fumo nei perimetri esterni delle scuole, degli ospedali, delle case di cura. Divieto di fumo nei parchi, nelle ville, nelle oasi ecologiche. Divieto di fumo anche per le sigarette elettriche. Ci rendiamo conto che non è sufficiente dire solo No, E’ vietato, il fumo fa male. Occorre agire su due ambiti, illustrare le conseguenze dei danni del fumo sulla salute, ricordare che chi fuma è una minoranza, che fumare non è una scelta in positivo, e che è più forte chi dice no al branco sulle cattive abitudini, rispetto a chi supinamente si adegua. segue dalla prima dubbio: dai siti di informazione, ai gestori di energia, ai cellulari, ai nostri conti in banca, ai lm in streaming, ai social, al 99% del nostro lavoro, gelosamente e misteriosamente custodito in anonimi les su di un cloud immateriale, tutto potrebbe essere trascinato via e cancellato in una frazione di secondo. Le persone a cui è andato irreparabilmente in crash il pc, o a cui hanno rubato da poco lo smartphone, sanno benissimo di cosa sto parlando. Pensateci un attimo. Gli esperti lo chiamano il Grande Blackout. A parlarne per primo in termini rigorosi è stato Dan Dennett, Direttore del Center for Cognitive Studies alla Tufts University di Boston, non più di qualche mese fa. Il suo invito è stato quello di cercare «almeno di prepararci (psicologicamente e non solo) a sopravvivere per le prime 48 ore di caos e paralisi totale» che deriverebbe dal Grande Blackout, perché «in quei primi due giorni forse ci giocheremmo tutto, l’umanità (almeno quella che abita nei paesi avanzati) rischierebbe di retrocedere in una sorta di Medioevo». Sarà vero? Probabilmente questo pericolo è così grande che non riusciamo a percepirlo compiutamente, o forse, per via della struttura stessa di Internet, policentrica, federata, non gerarchica, diffusa, flessibile, è semplicemente poco probabile che la rete mondiale possa essere esposta ad un collasso generale ed istantaneo. È un dato di fatto però che Internet, insieme ai tantissimi vantaggi, abbia portato anche qualche problema. Uno di questi, per ora ancora poco studiato, è sicuramente quello dell’IRP, la Internet Related Psychopathology, ovvero la psicopatologia internet-correlata. Già, perché se è vero che di gente un po’ strana ce n’è sempre stata in giro, da recenti studi sembra che Internet fomenti i disordini di carattere psicopatologico. In particolare, le patologie preminenti sembra siano cinque: 1) dipendenza dal cybersesso, e non c’è bisogno di dire molto altro, 2) la dipendenza patologica da gioco d’azzardo on-line, 3) l’esclusività delle cyber-relazioni, ovvero coloro che preferiscono chattare con qualche sconosciuto o postare continuamente immagini sui social piuttosto che uscire di casa e incontrare qualcuno di persona, 4) la sudditanza compulsiva verso qualsiasi tipo di informazione online (dalle news, alle mail, alle notiche social: basta far caso a quante volte controlliamo il nostro smartphone o tablet in un’ora per capire di cosa si parla) e, da ultimo, 5) l’immedesimazione con i personaggi deigiochi di ruolo. Essere supereroi o divinità per intere notti, protagonisti di vite eccitanti e parallele, stile I sogni segreti di Walter Mitty nel mondo virtuale di Internet e non in quello immaginico di Hollywood, sembra sia un problema molto più diffuso di quanto si pensi. Internet e i videogiochi permettono, molto più facilmente che in loro assenza, di creare storie virtuali, trasformate in elementi di compensazione per i problemi reali della vita di tutti i giorni. L'identicazione in superuomini o in personalità di successo è un fenomeno abbastanza frequente quando si tratta di disturbi mentali: una volta lo stereotipo di questa patologia era il paziente che si credeva Napoleone, ora non più. Così, magicamente, un disoccupato diventa un manager di successo, un trentenne si trasforma in un dio onnipotente e una studentessa si sente sotto i riettori delle telecamere come nel lm The Truman Show. Un vero e proprio sdoppiamento di personalità, noto da tempo anche in letteratura, e solo amplicato da Internet. Voltaire, ad esempio, in una nota a Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, raccontava di un pazzo vissuto verso la metà del Seicento che, non potendo credersi Napoleone per ovvi motivi cronologici, si credeva nientemeno che Cristo. Quest'uomo venne rinchiuso in un ospizio dove però incontrò un altro folle che, ironia del caso, si credeva il «Padre Celeste». L’incontro tra Gesù e il Padre Celeste turbò così tanto il primo da causargli un (temporaneo) rinsavimento. Letto questo racconto di Voltaire, Milton Rokeach, psicologo americano di origine polacca morto nel 1988, pensò bene di provare ad intaccare quell’ergastolo mentale che è la paranoia patologica seguendo lo stesso “percorso terapeutico”. Egli provò a mettere in contatto, in modo continuativo e controllato, tre pazienti dotati di convinzioni simili riguardo alla loro identità: Clyde Benson, agricoltore settantenne alcolizzato; Jospeh Cassel, scrittore; Leon Gabor, ex seminarista e veterano della Seconda guerra mondiale. Tutti affetti da schizofrenia di tipo paranoide. Tutti e tre convinti di essere Cristo. A partire dallo shock iniziale, se io sono Gesù Cristo, come è possibile che ci siano altre due persone in questa stanza che dicono la stessa cosa?, Rokeach narra l’esperimento in un'opera di grande poesia, cruda e divertente: I tre Cristi. Un libro interessante, non sempre di facile lettura, da cui però esce un ritratto lucido ed eteroclito di tre esseri umani nella loro completezza. Tre persone nel senso più pieno della parola: degli esseri unici e imprevedibili. È vero, dopo l’esperimento nessuno di loro si tolse mai dalla testa la convinzione di essere Gesù Cristo, ma è altrettanto vero che ognuno di essi continuò ad esserlo in un modo proprio ed originalissimo. Cosa che, forse, ognuno di noi quasi mai riesce a fare con le proprie personali follie, internet compreso. Lasciandoci così col dubbio che, in fondo in fondo, i poveri Cristi potremmo proprio essere noi. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 18 Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Originario di San Mauro Forte, ha portato la Basilicata alla Milanesiana 2013 Calbi è il direttore del Teatro di Roma Ruolo chiave per la cultura a Milano. Ha organizzato le stagioni teatrali lucane DA MILANO a Matera 2019, fino al teatro di Roma. Una storia professionale importante che tocca fortemente negli ultimi anni la Basilicata e la città di Matera in particolare ma che trova a Milano prima e a Roma oggi il suo epilogo più importante. E’ il percorso di Antonio Calbi, mente di iniziative culturali soprattutto legate alla città di Milano sin dal 2007 quando viene scelto da Letizia Moratti, che oggi prende una strada importante e prestigiosa come quella del Teatro di Roma di cui diventa direttore. Non c'è ancora l'ufficialità della notizia ma oramai la scelta sembra essere stata definita. Calbi, originario di San Mauro Forte è stato spesso impegnato con una serie di iniziative in Basilicata legate ad appuntamenti culturali. Si ricorda in particolare l'organizzazione delle ultime due stagioni dei Teatri uniti di Basilicata così come l'occasione, più frivola ma gradita ad un numeroso pubblico che ha portato, per la gioia di una parte importante degli appassionati di calcio, Massimo Moratti a Matera. Per passare ancora al focus sulla Basilicata che la “Milanesiana”, di cui è artefice ha voluto riservare alla regione di cui Calbi è originario nell’anno appena trascorso. Al momento della costituizione e fino a pochi mesi fa è stato anche componente del Comitato scientifico di Matera 2019 da cui è uscito, defilandosi dall'impegno pur condividendo fortemente l'idea e il progetto di Matera capitale della cultura. Lavorando per legare nomi e idee al sostegno di Matera a capitale della cutlrua. Recentemente è stato anche uno dei candidati alla carica di direttore artistico presentando il suo curriculum che, secondo indiscrezioni, ha trovato l'apprezzamento di una parte del Comitato scientifico anche se poi al momento della decisione finale la scelta è caduta su Joseph Grima. “Ho lasciato il mio paese di origine, San Mauro Forte, nel 1976, a tredici anni”, raccontava Calbi tempo fa sul “Quotidiano”, “trasferendomi a Milano con la famiglia. Nell'amore per tutte le forme della cultura e delle arti, il teatro ha sempre occupato nella mia vita un posto speciale. Ho costruito spettacoli e accadimenti vari sin da bambino ed è stato naturale poi nell'adolescenza scegliere come mestiere l’ideazione e la cura di fatti culturali e di spettacolo”. Forse già nella prossima settimana la formalizzazione di una decisione che non incontra però altri ostacoli almeno al In corsa fino all’ultimo con Grima per diventare direttore artistico di Matera 2019 L’ORDINE dei Giornalisti della Basilicata apprende con stupore l’avvio di una richiesta di risarcimento, da parte del presidente del Cda Tecnoparco Valbasento, a carico dei giornalisti Roberto D’Alessandro e Pietro Miolla, in seguito ad articoli pubblicati su un quotidiano e su una testata on-line, riguardanti l’attività della stessa società e le sue possibili conseguenze sul versante ambientale. Premesso che l’esercizio del diritto dovere di cronaca e di critica non pretende alcun dogma di infallibilità, esso deve garantire il proprio svolgimento fondato su buona fede, onestà intellettuale, correttezza e completezza al solo fine di offrire ai lettori la possibilità di crearsi una libera opinione. Cosa possibile dando spazio alla pluralità delle voci, alla ricchezza del dibattito e alla garan- TECNOLOGIA E TERRITORIO L’applicazione gratuita realizzata da una giovane impresa My Basilicata, un’App per scoprire le bellezze lucane Il cinquantenne Antonio Calbi momento. È certo che Calbi risponde bene alle nuove direttive ministeriali che intendono escludere dalla direzione dei teatri stabili i registi, con i loro immancabili spettacoli in cartellone. DOMANI Aree archeologiche e musei lucani aperti DOMANI in Basilicata saranno aperti al pubblico, con ingresso gratuito, alcuni musei ed aree archeologiche: il Parco archeologico di Metaponto di Bernalda (Matera), «in seguito agli eventi alluvionali di Ottobre e Dicembre 2013, è parzialmente visitabile». Lo ha reso noto la Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata: saranno aperti i musei archeologici di Melfi, Venosa, Muro Lucano e di Potenza «Dinu Adamesteanu», dell’alta Val d’Agri e il museo archeologico nazionale «Domenico Ridola» di Matera; visitabile a Tricarico la sede espositiva di Palazzo Ducale, il museo archeologico nazionale di Metaponto di Bernalda il museo archeologico nazionale della Siritide, e a Maratea il Palazzo De Lieto. Aperti i parchi archeologici di Venosa e Grumentum, e le aree archeologiche di Policoro e Metaponto. SI chiama My Basilicata, ed è la di Milano, 22 milioni di italiani nanuova applicazione che ti permet- vigano sul Web e il mobile internet terà di scoprire tutte le bellezze lu- è aumentato del 53%. «Questa apcane. Nasce dall’idea di una giova- plicazione-spiega Fucci- non vuole ne impresa lucana, la Gieffe Servi- in nessun modo sostituire la classices di Gerardo Maria Fucci, svilup- ca attività di promozione del terripatore della app. Una guida turisti- torio, ma semplicemente affianca mobile per tutti coloro che vo- carla utilizzando l’immediatezza gliono conoscere e visitare la Basi- dello strumento. Dobbiamo pensalicata. «L’idea - spiega Fucci - nasce re che oggi il 41per cento degli itaper dare la possibilità di far cono- liani è dotato di smartphone, semscere e visitare la Basilicata a luca- pre accesi e a portata di mano; l'84% ni e turisti semplicemente utiliz- cerca informazioni sui prodotti e zando il proprio smarsui servizi, quindi lo tphone». L’app è parte utilizza come impordi una rete nazionale tante punto di accesdi guide turistiche per so; il 92 per ecntoinvedispositivi mobili, con ce cerca informazioni un pubblico già consogià localizzate (tanti lidato di oltre 200.000 smartphone sono funutenti i quali possono zionali per le ricerche condividere in tempo mirate). Il mercato reale le informazioni delle app per dispositidelle guide pubblicate vi mobili –conclude- è in territori quali, Roin forte espansione ma, Venezia, Palermo, quindi bisogna stare Treviso, Praga, Lisboal passo con i tempi» . na, solo per citarne al- L’applicazione per In soli sette giorni smartphone cuni. fanno sapere dall’uffiMy Basilicata nello cio comunicazione specifico rientra in un progetto l’app è stata scaricata da oltre 300 molto ambizioso che vede impe- utenti, ormai . Un buon risultato se gnata nella realizzazione di App si considera che non è stata attivaanche per il Cilento, la Puglia e la ta, al momento, nessuna forma di Calabria, ed ha come obiettivo quel- pubblicità. Completamente gratuilo di raggiungere un pubblico loca- ta, l'applicazione, compatibile con i le di oltre 3 milioni di persone ed ol- principali sistemi operativi per tre un milione di turisti provenien- smartphone e tablet sarà, a breve, ti da tutto il mondo. Il tutto attra- disponibile anche in tedesco e inverso azioni di promozione territo- glese. Per tutti i modelli di smarriale, partecipazione a fiere ed tphone non basati su piattaforma eventi nazionali ed internazionali, Apple o Android l’app è accessibile road show, installazioni pubblici- attraverso il browser del proprio tarie permanenti in luoghi di parti- smartphone o sul web all’indirizzo colare affluenza ed interesse, azio- www.mybasilicata.it. ne di co-marketing sulla carta My Basilicata propone le migliostampata e sul web e attività social. ri soluzioni per l'accoglienza, lo Le statistiche in Italia sono molto shopping, i trasporti, le offerte, lo confortanti, infatti secondo una ri- sport, i servizi, le lifestyle, gli evencerca dell'osservatore mobile In- ti, le news e il meteo. Tutto questo ternet content Apps del Politecnico consultabile anche off line. L’ORDINE DEI GIORNALISTI SULLA VICENDA VALBASENTO Solidarietà di rito, ma anche di parte zia del diritto di replica nei modi e nei tempi dovuti. Ridurre dissensi e critiche a materia di tribunale, accompagnata (come in questo caso) da richieste risarcitorie, esprime un’idea assai discutibile della libertà d’informazione e della possibilità di sviluppare un dibattito complesso in un Paese civile e democratico nel quale l’informazione ha sovente aiutato a portare alla luce fatti di pubblico interessa. Un Paese nel quale dovrebbe essere possibile affermare le proprie legittime ragioni, le opinioni e i punti di vista, con argomenti e rife- rimenti tangibili, senza la necessità di ricorrere a strumenti coercitivi. A D’Alessandro e a Miolla l’Ordine dei Giornalisti esprime la propria solidarietà. Al presidente della società Tecnoparco Valbasento indirizza un appello affinché rinunci alle azioni legali intraprese scegliendo la strada del confronto, anche serrato, sul merito delle questioni. Osserviamo con piacere che l'Ordine dei giornalisti dei Basilicata testimonia la sua vicinanza a un collega della Gazzetta del Mezzogiorno (stesso giornale del presidente dell'Ordine) e del collega Roberto D'Alessandro, nostro collaboratore ma in questo caso coinvolto nella vicenda risarcitoria per il blog Pisticci.com. D'Alessandro aveva rilanciato un pezzo della Gazzetta. Non riesco a non aggiungere, però, che la stessa sensibilità l'Ordine dei giornalisti della Basilicata non ha avuto quando alla sottoscritta e al collega Leo Amato è stato chiesto analogo risarcimento da parte dell'ex direttore generale all'ambiente, Donato Viggiano, nonostante il mio appello e la mia denuncia pubblica. Proprio ieri il consiglio di disciplina della Basilicata mi ha notificato l'archiviazione di una denuncia inviata dalla sottoscritta provocatoriamente a Mimmo Sammartino su un caso di suicidio pubblicato dalla Gazzetta. A dimostrazione di quanto fosse ingiusto analogo procedimento fatto precedentemente dall'Ordine dei giornalisti nei confronti del Quotidiano, quando ancora esercitava funzioni disciplinari. Mi sarei aspettata, in questa nuova vicenda relativa alla Valbasento, una discussione più generale sul problema dei risarcimenti di cui sono vittima i giornali, soprattutto quelli piccoli. Niente. Solidarietà di rito ai colleghi della propria bandiera. Che crepino gli altri. Lucia Serino RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. POTENZA Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 19 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 [email protected] Dalla Provincia un contributo di 10.000 euro l’anno. Nel 2004 erano 22.000 Cras, se la passione non basta Chiesto da mesi un tavolo tecnico con gli enti interessati, ma finora silenzio QUANDO il Cras è stato istituzionalizzato, nel 2004, la Provincia di Potenza mise a disposizione 22.000 euro all’anno. Non è una cifra enorme, «ma era giusta, con quei soldi riuscivamo ad andare in pari». Per offrire riparo e cure agli animali selvatici, il Cras (Centro recupero animali selvatici) di Pantano di Pignola ha oggi invece un budget molto meno “ricco”, meno della metà. Parliamo di 10.000 euro l’anno e di un bel bagaglio di insicurezza per il futuro. Ciononostante il Centro ospita al momento circa una ventina di rapaci e 36 tartarughe, «anche se il numero è variabile, possono esserci di continuo nuovi arrivi». Francesco Romano e Andrea Cerverizzo sono i responsabili di NovaTerra, la cooperativa che da circa un decennio gestisce il Centro. Ma la passione e l’amore per quegli animali, negli ultimi anni si è trasformata in continua ricerca di equilibri difficili da mantenere. Perché gli animali che vengono raccolti e portati al Cras spesso sono feriti e bisogna chiamare il veterinario. «E lui deve giustamente essere pagato», spiega Francesco Romano. Ma poi bisogna garantire agli animali il necessario per mangiare, così come sarebbe necessario riuscire a tirar fuori degli stipendi minimi per chi materialmente lì lavora. «E a parole si dicono tutti interessati, ma poi alla fine nessuno paga». E al danno la beffa quando, alla fine dello scorso dicembre, la convezione con la Provincia scade. «A quel punto noi materialmente non potevamo più accogliere animali. Le leggi sono diventate molto restrittive e quando sono venuti a portarci animali in difficoltà abbiamo dovuto dire di no. Avremmo potuto rischiare anche una denuncia». Per risolvere la situazione almeno dal punto di vista legale la Provincia «ci ha fatto un bel nulla osta», che non risolve però i problemi pratici. Perchè quelli restano e mettono sempre a rischio una A BUCALETTO Va a firmare con la droga e i carabinieri trovano in casa 20 dosi e allacci Enel abusivi Il Cras al pantano di Pignola struttura che, invece, è essenziale. «E’ da tempo - spiega Francesco - che chiediamo la convocazione di un tavolo tecnico con tutti i soggetti interessati. Perchè in effetti non è solo la Provincia a essere interessata alla questione. A noi, infatti, si rivolgono gli operatori dell’Ente Parco Appennino Val d’Agri, per esempio. Circa un terzo degli animali che ospitiamo vengono dal Parco. Ma coinvolto è anche il Corpo forestale dello Stato, la Regione Basilicata, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), oltre al Wwf di cui noi siamo un braccio operativo». Tutti interessati, ma poi nessuno muove un dito. E così quel tavolo tecnico più volte chiesto dalla cooperativa, da mesi viene rinviato. E il problema resta solo dei ragazzi che, tra mille difficoltà, cercano di tenere in piedi una struttura importante per il territorio. «Finora ce l’abbiamo fatta inventandoci anche altre iniziative, come per esempio i corsi di educazione ambientale con le scuole. Così riusciamo a tamponare. Ma, per esempio, non possiamo tenere aperta la struttura tutta la giornata, come invece facevamo all’inizio. E so che le persone non sono contente di trovare i cancelli chiusi». Ma senza soldi - diceva il proverbio - non si cantano messe. E senza il necessario sostegno anche le passioni e l’entusiasmo più sincero alla lunga viene meno. «Il punto è che ti ritrovi a fare un lavoro particolare, non è che possiamo prendere gli animali e abbandonarli». Ed è per questo che poi fanno ancora più male i silenzi di chi dovrebbe star lì ad aiutarti. Così come offendono i tagli continui: diecimila euro significa dover lavorare con molto meno di mille euro al mese. E il lavoro vero così è riuscire a stare in piedi. Antonella Giacummo NON è stato molto furbo in possesso di diversi tipi Cioffredi, il ragazzo di 30 di droga suddivisa in dosi, anni arrestato ieri a Buca- per un peso complessivo di letto dopo una perquisi- circa 20 grammi. Insomzione nella sua abitazione. ma il pusher era capace di L’uomo infatti sarebbe soddisfare le più svariate andato a firmare in caser- esigenze dei suoi clienti. ma con della droga nelle Ma poi è arrivata la setasche. E siccome, tra l’al- conda sorpresa, perchè i tro, neppure dieci giorni carabinieri hanno potuto prima il trentenne era verificare un’altra trauscito dal sgressioregime di ne alla arresti dolegge. miciliari, i Per allegcarabiniegerire la ri si sono bolletta insospetEnel, intiti e hanfatti, il no deciso ragazzo di effetaveva tuare una pensato perquisibene di zione in allacciacasa del re abusiragazzo. vamente Dopo aver la proindivipria abiduato il tazione fabbricato Alcune casette di Bucaletto la rete in di Bucapubbliletto, dove il giovane vive- ca, sottraendo energia alva, è partito un controllo a la società elettrica per un 360 gradi, che ha portato a valore complessivo di ciruna doppia scoperta. La ca quattromila euro. prima è stata l’esistenza di E’ scattato quindi un un piccolo bazar della dro- nuovo arresto per spaccio ga. di sostanze stupefacenti e Il trentenne infatti era furto di energia elettrica. © RIPRODUZIONE RISERVATA Vincenzo Guidotti è il coordinatore. Ecco il nuovo l’esecutivo regionale Nasce Genererazioni: i giovani di Legacoop È VINCENZO Guidotti il primo coordinatore di Generazioni Basilicata, costituito dai giovani cooperatori aderenti a Legacoop. Guidotti, 28 anni, della cooperativa Coserplast di Miglionico, è stato eletto nell'assemblea costitutiva che si è svolta il 28 aprile a Potenza, presso la sede regionale dell'associazione, e che ha sancito ufficialmente la nascita del coordinamento in Basilicata. Gli altri membri dell’esecutivo sono Milena Viggiano (Casa del sole), Maria Antonietta Castelluccio e Maria Teresa Lomuscio (La Mimosa), Mauro Rutigliano (Prisma), Antonio Curcio (Colli lucani) e Teodoro Avigliano (Promozione 80). Generazioni è il coordinamento nazionale dei soci e dei dipendenti under 40 delle cooperative aderenti a Legacoop, nato per valutare opportunità e problematiche che i giovani affrontano nelle imprese cooperative e nelle strutture associative. Ha il compito di proporre agli organismi dirigenti possibili politiche e strumenti di sviluppo, innovazione, sostenibilità, con particolare attenzione ai temi del ricambio generazionale, della formazione e della crescita dei cooperatori. Generazioni promuove la cultura e il modello cooperativo tra i giovani, presso gli organismi giovanili delle sedi istituzionali, presso le università e i centri di ricerca, le scuole e le strutture di promozione delle politiche attive del lavoro. All'assemblea costitutiva regionale, dopo il saluto del presidente di Legacoop Basilicata Paolo Laguardia, è intervenuta in videoconferenza Katia De Luca, componente dell'esecutivo nazionale di Generazioni. L’esecutivo regionale L’INIZIATIVA Naturalmente al buio, per star a tavola diversamente Cena al buio SI svolgerà dal 1° al 4 maggio 2014, nell’ambito della 14° edizione di Naturalmente Lucano presso il salone fieristico di Tito Scalo l’iniziativa “Naturalmente al buio”, con degustazione di prodotti lucani. L’evento di singolare intensità è promosso dalla sezione provinciale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti di Potenza per esaltare il momento conviviale e per vivere nel buio una particolare esperienza di relazione e di comunicazione. Anche gesti quotidiani, come mangiare o afferrare un bicchiere, diventeranno un esperienza inedita e stimolante. Olfatto, tatto e udito acquisiranno nuova importanza nel ridefinire la realtà che normalmente ci circonda. In un ambiente rigorosamente oscurato, scopriremo che c’è un modo diverso di stare a tavola, di parlare ai commensali, di intendere il galateo. La denuncia della Cgil Aias, emergenze e assenze ANCORA un’emergenza per le sedi dell’Ais di Potenza e di Melfi. A denunciare una difficile situazione è Roberta Laurino della Cgil che, in particolare, attacca la Regione Basilicata colpevole d’essere «completamente assente al tavolo di confronto. La Regione, infatti, ha deciso di scaricare sull’Asp di Potenza il tavolo sindacale ritenendo non necessaria la propria presenza. Ci; consente alle Aias di gestire “a mani libere” un’attività così importante per la salute pubblica al di fuori delle regole ed in violazione dei diritti dei lavoratori. Oltre alla mancata corresponsione degli arretrati contrattuali e al cumulo degli arretrati stipendiali, i lavoratori vivono quotidianamente un fortissimo disagio. In particolare, la situazione che vivono i lavoratori dell’Aias di Melfi. Sono all-ordine del giorno le assunzioni e i licenziamenti fatti senza alcun criterio, la costante incertezza nel pagamento delle spettanze stipendiali, la rimodulazione dei turni e degli orari di lavoro». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 22 Potenza Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it Lettera aperta di un cittadino di Macchia Giocoli: «Facciamoci sentire dai politici» «Io la mia casa l’ho già pagata» «Partecipiamo a tutti i comizi, facendo capire che ci saranno tanti voti in meno» PIU’di trent’anni fa il Comune di Potenza rilasciò una concessione edilizia in una bella zona verde, Macchia Giocoli. Trent’anni e decine di faldoni di atti giudiziari dopo, l’esito è la sentenza del 16 aprile scorso, l’ennesima, questa volta del Consiglio di Stato, dunque presumibile pietra tombale sulla vicenda amminiE’ giunto il momento di tagliare quel crine di cavallo che sostiene la spada di Damocle sulle teste dei nostri signori governanti, e sì, amici di Macchia Giocoli e di Murate, è arrivato il momento in cui bisogna unirsi ma “con coraggio” e affrontare l’ultimo atto di questa guerra che ormai dura da moltissimi anni. Ascoltando le voci della strada, ascoltando in giro nel nostro quartiere, mi sono reso conto ancora una volta (ma lo sapevo già, solo che volevo illudermi del contrario) di quanto servilismo ancora serpeggia, di quanti interessi nascosti ancora ci sono, sono allibito, sentendo che c’è ancora gente che tenta di sdrammatizzare la situazione defilandosi da ogni tipo di azione venga promossa contro i nostri illustri politici, guidati a loro volta, dal potere dei signori dirigenti che risiedono negli uffici comunali; sono allibito vedendo che c’è ancora gente che aspetta in finestra il “portabandiera” del quartiere, si sentono affermazioni del tipo: «ma sì, vedrai che non possono fare niente,....ma figurati se possano fare una azione del genere...ma dai, inutile fare questa cosa, tanto non si risolve il problema....io non pago, che venissero a prendersi la casa....io pago perchè bisogna finirla....è inutile consegnare, è da imbecilli consegnare le schede elettorali......ecc. ecc.». E questi commenti sono sempre gli stessi da 30 anni. Io (e parlo di me senza fare nessun riferimento ad altri) la casa, la mia casa, l’ho pagata con soldi guadagnati col sudore, con privazioni continue, e non ho nessuna intenzione di regalarla ai nostri bravi governanti, avrei voluto chiudere la partita anni addietro, quando vi era la possibilità di rag- strativa. Per i proprietari degli appartamenti è una mannaia sospesa sui propri conti correnti: dovranno acquistare, sborsando fior di soldoni, le aree su cui sono sorti gli edifici delle cooperative edilizie. Aree per cui alcuni di loro avevano già dato soldi, spariti in un buco nero. I cittadini si sono già detti pronti a non vo- tare alle prossime elezioni comunali per protesta. Riceviamo e pubblichiamo oggi la lettera di uno di loro, «per richiamare all’unione tutti i diretti interessati per fare tutto ciò che la legge e “non legge”ci permette contro delle decisioni ingiuste a solo danno degli abitanti dei quartieri Macchia Giocoli e rione Murate». CAMERA DI COMMERCIO Digitalizzazione: 2 borse di studio per laureandi Alcune delle case di Macchia Giocoli giungere accordi giusti, ma purtroppo la collettività “spesso guidata male” non lo ha permesso, oggi ci troviamo in una situazione che oltre ad essere ridicola per la durata, è pericolosa (grazie alle leggi e alle leggerezze di chi ha giudicato, senza rendersi conto che magari ha giudicato negativamente coloro che sono stati vittime di situazioni e di interessi privati lucrosi, come mai a distanza di tempo in una zona, una volta agricola, oggi c’è una espansione rurale quasi di lusso? Forse perchè quelle vittime hanno fatto da capro espiatorio?). Pericolosa perchè ci sono i paladini della legge che essendo dotati di paraocchi, stanno lì ad aspettare il via per la corsa al podio di tutori della legge e sono quelli più ignoranti, quelli che non hanno cuore, quelli che non hanno sentimenti, sono quelli dal corpo freddo, sono quelli che si nascondono dietro alla frase «ma questa è la legge», a noi la casa non è stata regalata «come in altre zone della città», a noi ci hanno costretto a costruire nelle zone scelte da quei dirigenti che guidano i vari politici. Noi siamo quelli che comunque hanno pagato senza discutere le opere urbane realizzate (tra l’altro in modo maldestro, vedi le fogne, i marciapiedi, le illuminazioni, le strade di accesso) e oggi chiedono che ripaghiamo per l’ennesima volta le stesse cose? Ripaghiamo quelli che erano e che sono i nostri diritti, diritti che per alcuni sono stati gratis (e mi riferisco ai quartieri confinanti). Concludo: attiviamoci tutti, riuniamoci, discutiamo concordiamo insieme una strategia utile alla difesa dei nostri diritti e delle nostre case, c’è chi ha lanciato la proposta di consegnare le schede elettorali, io concordo in pieno e aggiungo, cerchiamo di essere presenti tutti ai vari comizi che tra un pò si terranno per le elezioni, e fare azione di disturbo/protesta, per strappare loro una promessa per la risoluzione del problema. Bisogna gridare in faccia a tutti quelli che si presentano che la percentuale dei votanti diminuirà e che si inizia la battaglia finale dove soprattutto loro futuri amministratori non avranno vita facile. Pasquale Laurenzana C’E’ chi le vuole abolire, ma le avere conoscenza della lingua Camere di Commercio, in diver- inglese, del territorio e del consi modi, continuano a sostenere testo economico-sociale dell’ale piccole economie locali. E non rea nella quale si candideranno solo, attraverso due borse di a operare. studio, la Camera di CommerI giovani selezionati ricevecio di Potenza, vuole valorizza- ranno una borsa di studio di re laureandi e neolaureati in 6.000 euro e, dopo un percorso grado di aiutare le Pmi dell’arti- formativo realizzato da Google gianato e dell’agroalimentare a e Unioncamere, in collaboraziosfruttare le opportunità attra- ne con l’Agenzia Ice, aiuteranverso processi di digitalizzazio- no le imprese dei territori a ne. sfruttare le opLa Camera di portunità offerCommercio di Pote dal web. Dopo tenza è tra gli Enil training forti camerali ademativo, i ragazrenti all’iniziatizi selezionati fava di sistema “Soranno base nelstegno alla digile Camere di talizzazione dei Commercio che distretti e delle ecaderiscono all’icellenze del Made niziativa. Il banin Italy”, finalizdo completo è zata a sostenere le Acquisti on line disponibile sul Pmi. L’iniziativa, sito www.uniche è parte del progetto di Goo- mercatorum.it. Le iscrizioni gle “Made in Italy: Eccellenze in potranno effettuarsi solo onliDigitale”, ha il patrocinio del ne. Ministero dello Sviluppo Eco«Uno degli obiettivi per le Pmi nomico e si inserisce all’interno del nostro territorio è quello di della campagna e-Skills for jobs aumentare il grado di internadella Commissione Europea. zionalizzazione - dichiara il preIl progetto prevede la forma- sidente della Cciaa potentina, zione di laureandi o neolaureati Pasquale Lamorte -Al contem(due per ogni territorio interes- po, il progetto dà risposte consato) che dovranno dimostrare crete ai giovani che su questi di avere competenze di econo- ambiti sono dei forti acceleratomia, marketing e manage- ri dei processi e possono mettement, competenze digitali re a servizio delle Pmi conoscenorientate al web marketing e ze e competenze acquisite». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza e provincia Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 23 SANT’ANGELO LE FRATTE Dibattito a più voci sul Piano di sviluppo rurale Puntare sui prodotti di qualità Un gruppo di giovani vede nell’agricoltura un possibile investimento per il futuro SANT’ANGELO LE FR. – Entro il mese di luglio, la regione Basilicata, dipartimento agricoltura e foreste, dovrà redigere il PSR, Piano di sviluppo rurale regionale. Saranno disponibili per gli anni 2014, 2020 circa 750 milioni di euro da parte della Cee, spalmabili in 7 anni. L’assessore Ottati Michele vuole che le iniziative arrivino dal basso, vengano formulati eventuali suggerimenti per rendere il piano più snello e, al tempo stesso, più adatto ai bisogni reali dei singoli territori con le loro rispettive vocazioni. Di qui la necessità di incontrare, nel frattempo, le singole comunità e i singoli territori per scoprire vocazioni agricole atti a promuovere aggregazioni, prodotti di nicchia, turismo rurale, patrimonio storico - culturale. Per questa ragione, si è svolta nei giorni scorsi il primo incontro nella sala cinema della cittadina, per un’informativa sulla natura e gli obiettivi del piano, voluta da un gruppo di giovani tecnici del posto che cominciano a sentire il bisogno di progettare il loro futuro, tra questi l’architetto Mastroberti Giuseppe. Il futuro confina, nell’area del Melandro, con l’agro – alimentare. Dunque all’agricoltura, sia pure in modo intelligente, magari con un prodotto leader, bisogna tornarci, visto anche il fallimento della colonizzazione post terremoto (1980) da parte di aziende del nord nelle nostre aree industriali ormai diventate deserto. Si ripeterà il 16 maggio e poi, per far convergere intorno ad un’idea progettuale adatta al territorio, ci si rivede il 26 maggio. Presenti diversi giovani, acceso il dibattito: un barlume di speranza si affaccia all’orizzonte! L’idea progettuale non può ignorare le spese di partenza, ma non può non considerare un possibile moltiplicatore di reddito e ancora: la valorizzazione del paesaggio e il patrimonio storico. Non più l’agricoltura intensiva, ma prodotti di qualità ed esclusivi da offrire ad un turista particolare che vuole assaggiare prodotti particolari legati alla specificità di un territorio e godersi un ambiente ancora sano. Perché questo accada occorre farsi venire delle idee speciali, fare rete, rendere vivibile l’ambiente rurale e sapere accogliere. In questo progetto complesso e articolato deve essere coinvolta l’intera comunità: associazioni, istituzioni, comuni di una stessa area e gli attori principali che sono i cittadini. Bisogna dire addio ai particolarismi: “o ci si salva insieme o moriamo del tutto. Il nuovo programma di sviluppo avrà di sicuro almeno 5 priorità importanti: la formazione permanente sui territori, con l’utilizzando, dove possibile, delle risorse umane del posto; creare aziende agricole o crearne delle nuove, soprattutto da parte di giovani; fare aggregazione volta alla promozione di prodotti legati alla specificità dei singoli territori; rendere fruibile il paesaggio; creare le condizioni per un turismo rurale, come agriturismo e strutture recettive e altro. Antonio Monaco SCATTI SULLA “PERLA” Tutto pronto per il Maratea photo tour challenge Competizione internazionale tra fotografi Il primo premio sarà 500 euro MARATEA - L’idea è di quelle vincenti. La natura, la gastronomia e la sana competizione. Da queste piccole - ma belle cose - che nasce il progetto “Maratea photo tour challenge”, un concorso fotografico che si terrà proprio nella perla del Tirreno dal 19 al 23 maggio. Quattro giorni immersi nella bellezza. Un set naturale per una gara dove il più bravo dovrà catturare l’essenza del paesaggio marateota. L’iniziativa, presentata ieri, è promossa da Luca Lancieri, in collaborazione con l’Associazione Culturale Potenza Fotografica di Andrea Mattiacci. La scoperta di spiagge, vicoli e calette e gite in barca, sarà abbinato a dell’ottimo cibo e notti nel fia- La conferenza stampa di ieri besco scenario della Foresteria Illicini. Quattro giorni e quattro notti, dunque, per immortalare Maratea e le sue spiagge ancora non affollate. L’evento è aperto a fotografi italiani e stranieri, amatori e professionisti ma è soprattutto aperto agli amanti del bello. Infatti durante i quattro giorni di permanenza i partecipanti scatteranno le fotografie che sottoporranno poi al giudizio della giuria che premierà il miglior scatto con 500 euro. «L'evento - hanno spiegato gli organizzatori - è aperto a tutti, fotografi amatori e professionisti, o semplici amanti del bello e della buona cucina. Durante i quattro giorni di permanenza i partecipanti sono invitati a scattare le loro fotografie lungo i 33 km della costa della “nostra”perla, e la giuria sceglierà il miglior scatto». La giuria sarà composta da Oreste Lo Pomo, capo redattore Rai Basilicata, Paride Leporace, direttore Lucana Film Commission, Elisa Laraia, visual artist, Gianpaolo Carretta, avvocato e Luca Lancieri. Previsti inoltre anche un premio offerto dalla profumeria Adriana ed uno offerto dalla Pisani Distribuzione. I pranzi e le cene si terranno alla Scialuppa 25 del buon Pasquale Cernicchiaro al porto in compagnia del vino Il Titolo, l’Aglianico offerto dalla Elena Fucci. I neoeletti hanno annunciato un incontro con Ottati. Sul tavolo il tema del ricambio generazionale Nuovo ufficio di presidenza all’Agia A guidare l’associazione della Cia è stato chiamato il giovane Rudy Marranchelli L’ASSOCIAZIONE giovani imprenditori di Basilicata ha il suo nuovo organigramma. A capo della struttura della Cia è stato chiamato Rudy Marranchelli, imprenditore ortofrutticolo di Rotondella, titolare di un’azienda di circa 100 ha. L’ufficio di presidenza eletto nella giornata di ieri a Potenza si completa con due vice presidenti: Chiara Gerardi, di Avigliano, titolare di un’azienda avifaunistico-zootecnica e Giuseppe Pricolo, di Grumento Nova, titolare di un’azienda con circa 150 capi bovini da latte. Al centro dell’iniziativa dell’Agia Basilicata il Pacchetto integrato Giovani in agricoltura con le proposte per favorire il ricambio generazionale nei campi attraverso misure specifiche che dovrà contenere il nuovo Psr 2014-2020. In proposito i nuovi dirigenti dell’Associazione hanno annunciato un incontro con l’Assessore regionale all’Agricoltura Ottati al quale saranno sottoposte anche le proposte relative a nuovi strumenti creditizi per investimenti e innovazione, alla sburocratizzazione specie dei passaggi riferiti al Psr, all’utilizzo delle opportunità di formazione, specializzazione contenute nel Protocollo d’intesa firmato fra il Ministero del Lavoro, la Cia-Confederazione italiana agricoltori e la sua Associazione giovani. Si tratta di un significativo atto concreto del Il nuovo ufficio di presidenza Piano nazionale “Garanzia per i giovani” che prevede uno stanziamento complessivo per tutti i settori produttivi di 1,7 miliardi di euro e consentirà alle imprese agricole associate di attivare tirocini e rapporti di apprendistato con giovani che intendono avvicinarsi all’agricoltura. Nello stesso tempo sono previste anche azioni per l’auto-imprenditorialità. Altro impegno dei Giovani dell’Agia Basilicata è l’individuazione di strumenti di filiera corta per la commercializzazione delle produzioni e maggiore reddito. «Per determinare le condi- zioni di una nuova stagione dell’agricoltura lucana – sottolinea il presidente Marranchelli – abbiamo bisogno di un'agenzia per il riordino fondiario per facilitare l'accesso alla proprietà della terra (Banca per la terra); la costituzione di società miste giovani e anziani, società in cui l’anziano proprietario, titolare dell’azienda, entra in società con il giovane; misure per facilitare nuove imprese agricole attraverso l’accesso al credito e al mercato, la semplificazione normativa, la fiscalità agevolata, il supporto alla gestione. Il ricambio generazionale in agricoltura –conti- nua - è un passaggio cruciale per l’agricoltura lucana, in quanto l’agricoltura è un patrimonio, oltre che dei prodotti che gli agricoltori creano, fatto di cultura dei territori, di tradizioni e saperi che, molto spesso, non si imparano ma si tramandano di generazione in generazione. In presenza di investimenti, in quote di produzione, nel miglioramento delle aziende, di mutui e prestiti contratti anche a breve periodo, sono evidenti le maggiori difficoltà che possono incontrare i giovani nell’attuale fase economica rispetto al resto del comparto». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. VULTURE Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 24 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 [email protected] MELFI Questo pomeriggio l’assise chiarirà una volta per tutte la questione Surroga della Sassone: è scontro L’ex consigliera: «Convocata anche se dimissionaria». Valvano: «Polemica infondata» MELFI - Si annuncia particolarmente animato il consiglio comunale previsto oggi a Melfi durante il quale si discuterà soprattutto dell’approvazione del rendiconto consuntivo 2013. Tra gli ultimi lavori dell’assise di piazza, Festa Campanile e quest’oggi, infatti, non si è ancora provveduto alla sostituzione del consigliere dimissionario Mina Sassone. «Si tratta di una cosa inaspettata – spiega l’esponente di Io amo Melfi, Sassone perché le dimissioni risalgono al febbraio scorso e quindi pensavo l’amministrazione avesse già avviato le procedure per il subentro del nuovo consigliere. Di fatto potrei partecipare, ma illegittimamente, ai lavori di questo consiglio comunale ed infatti sono stata convocata sia per la commissione che per il consiglio stesso. Questo dispiace perché tra i punti all’ordine del giorno vi è l’approvazione del rendiconto consuntivo 2013 e così non si consente all’opposizione di esprimere, sull’importante questione, alcun parere dal momento che non siamo stati messi in condizione di partecipare e di comprendere il documento. Cosa che avrebbe dovuto fare il mio collega, Rauseo sempre che abbia, anche in questo caso, i requisiti previsti dalla norma. Di solito la surroga viene fatta nel primo consiglio co- Il municipio di Melfi munale utile ma ciò non vuol dire che si aspetta necessariamente il consiglio per poter prendere atto delle dimissioni e della nomina. Si sarebbe potuto fare un consiglio ad hoc e mettere in condizioni Rauseo di potervi partecipare,fornire il contributo e rappresentare in seno al consiglio comunale i sentimenti di chi ci ha votato». Un’ultima precisazione. «Sono dispiaciuta – conclude l’ex consigliere comunale, Mina Sassone - perche aldilà degli atteggiamenti è importante rendere il ruolo del consigliere come un ruolo che venga sentito, vissuto e compreso dalla cittadinanza . in definitiva chi ne perde è il senso dell’istituzione che viene sempre meno sentita dalla cittadinanza. Tali atteggiamenti non aiutano a ridare credibilità alla politica». La risposta del primo cittadino non si è fatta attendere infatti: «trovo singolare - commenta il sindaco di Melfi, Livio Valvano - che dalla spedizione imprecisa fatta dalla segreteria di un consigliere anziché ad un altro si costruisca un caso per rappresentare la volontà di non far partecipare l'opposizione ai lavori del consiglio comunale. La sostanza dei fatti è ben altra e non merita particolare attenzione se non pendere atto che le preoccupazioni dell'opposizione sono rivolte a questioni formali di alcun contenuto. D'altronde gli atti sono pubblici e sono a disposizione di tutti i consiglieri e non posso pensare che l'ottimo ed efficiente consigliere Castaldi abbia voluto scientemente impedire al gruppo politico di cui fa parte o di cui faceva parte di conoscerne il contenuto. E' evidente, invece, che vi è il tentativo di bloccare o impedire il funzionamento dei lavori del consiglio minacciandone vizi procedurali che non hanno fondatezza. Per questo non mi sorprenderebbe l'assenza in consiglio comunale del primo dei non eletti che sta ricevendo insistenti pressioni di non presentarsi allo scopo di impedire la ricostituzione dell'assemblea. Questa e' la verità di ciò che sta accadendo». Stasera, al termine dei lavori del consiglio comunale di Melfi si capirà meglio cosa accadrà. Vittorio Laviano BREVI FORENZA I titolari delle “Masserie del Falco” scrivono alle istituzioni «Quella frana ci fa perdere i clienti» FORENZA - La pioggia delle ultime ore non ha fatto che acuire una situazione già di per sè insostenibile. A distanza di qualche giorno i proprietari delle “Masserie del Falco” hanno deciso di scrivere al presidente Pittela e a tutte le istituzioni locali. Al centro della loro denuncia la frana sulla provinciale 10 che, oltre a creare problemi alla normale circolazione, crea di fatto un danno economico ancora da quantificare. Infatti, spiegano dalla Masseria del Falco: «da due giorni a questa parte riceviamo di- sdetta di prenotazioni sia per il ristorante che per l’albergo a causa della totale impraticabilità della strada d’accesso». «Mentre sollecitiamo un intervento risolutivo - spiegano - in attesa chiediamo un intervento provvisorio e di emergenza tale da consentire l’attraversamento della frana al fine di evitare che detta condizione pregiudichi ulteriormente l’attività economica della nostra società e anche dell’intera area». La situazione a detta degli amministratori dell’azienda, riveste il ca- rattere della criticità. «L’urgenza - fanno notare è ulteriormente motivata e giusitficata dagli impegni collegati agli eventi già contrattualizzati del prossimo mese di maggio. Si è infatti nel pieno della stagione durante la quale, come noto a tutti, l’attività turistica e ristorativa è particolarmente intensa». Concludono. «La perdita di tali opportunità determinerebbe danni gravissimi all’esistenza della stessa impresa ed anche per le attività alla stessa connesse». VENOSA Il portavoce di Fratelli D’Italia e presidente della proloco punta il dito contro l’Udc Duino: «Hanno vinto i personalismi» RIONERO Un viaggio con Marinetti RIONERO - “Viaggio nella memoria di Aldo Marinetti” è il titolo di una mostra che verrà esposta a Rionero in Vulture dal 2 al 17 maggio prossimi. L’appuntamento culturale rientra nell’ambito delle celebrazioni del 25 aprile. L’allestimento sarà aperto dalle 17 alle 20.30. Per informazioni e prenotazioni si puù chiamare l’ufficio cultura del Comune al numero: 0972729204. BARILE Concorso Tiene banco il mancato accordo per la formazione di una lista di centrodestra di pittura VENOSA - Vive la mancanza della terza lista come una sconfitta dei partiti di centrodestra: «Hanno vinto personalismi e contrapposizioni! Ha perso il buon senso!» Così commenta a caldo Michele Duino le liste presentate per le elezioni al comune di Venosa. Tra gli sconfitti Fratelli d’Italia, il partito che Duino rappresenta a Venosa: «Per oltre due mesi ho cercato invano di creare convergenze tra le forze di centrodestra sia per la individuazione del candidato sindaco che per la formazione della lista e l’ elaborazione del programma - ci rivela Michele Duino - I miei tentativi a livello regionale hanno trovato subito l’appoggio dei vertici di Fratelli d’Italia e l’opposizione dell’Udc. A contrastare sistematicamente qualsiasi accordo tra Fratelli d’Italia era l’Udc , che ogni volta poneva come condizione alle intese la mia esclusione da qualsiasi trattativa». Una situazione che Mi- «Su di me è stato posto un veto» chele Duino voleva denunciare già qualche giorno fa, nella imminenza della chiusura delle liste. Quali motivi venivano addotti a sostegno della richiesta di esclusione ? «Mi è stato comunicato, mai direttamente ma tramite intermediari, che la mia presenza avrebbe provocato l’allontanamento di altre persone dalla coalizione. Ho capito che il mio coinvolgimento diretto sia a livello di trattative che di candidatura non era assolutamente gradito a qualcuno. Questa persona, evi- Michele Duino dentemente, temeva di perdere la leadership del centrodestra a Venosa». Quali le conseguenze di questo conflitto? «Si è venuta a creare una tale tensione tra di noi che ha determinato l’allontanamento dalle trattative di forze politiche che avevano già espresso l’intenzione di voler par- tecipare alla formazione della lista del centro destra- ci dice Michele Duino - I primi ad abbandonare il campo sono stati i rappresentanti di Forza Italia, nella persona di Domenico Cavallo. Gli altri tentativi e le successive trattative si sono sempre insabbiate per l’ostinato veto nei confronti della mia persona. Si sono tenute riunioni ristrette senza il coinvolgimento di tutte le forze di centro destra o delle associazioni di categoria vicino al centro destra». Il risultato di queste iniziative andate a vuoto è ora davanti agli occhi di tutti: per la prima volta nella recente storia delle vita democratica venosina non c’è una lista di destra o di centro destra che partecipa alla campagna elettorale. «Gran parte delle colpe di questa situazione è da addebitare a una sola persona, che è tra i principali sconfitti - sostiene Michele Duino - Dei tre consiglieri regionali, Carmine Castelgrande ha formato la lista di centro sinistra; Gianni Leggieri ha formato la lista del Movimento 5 Stelle. Il terzo consigliere non è riuscito a condurre in porto la lista di centro destra». Cosa provocherà nell’elettorato la mancanza di una lista di centro destra? «Sicuramente aumenterà la confusione e l’astensione - sostiene Michele Duino - Chi deciderà di votare potrà scegliere tra uno schieramento che rappresenta il rinnovamento e uno che rappresenta la continuità con i partiti tradizionali». Ha delle indicazioni di voto? «Il voto è segreto». Siamo consapevoli che quelle appena esposte sono le verità di una delle parti coinvolte nella formazione della terza lista. Siamo quindi a disposizione di chiunque voglia fare precisazioni, integrando o confutando quanto ricostruito da Michele Duino. Giuseppe Orlando BARILE - Si terrà domani all’interno del Palazzo Frusci, la cerimonia di premiazione del “Premio Barile”. L’appuntamento è per le ore 18. Il concorso internazionale di pittura è stato organizzato dalla locale proloco, l’Avis e la rivista “In Arte”. RIONERO Musical su Alice RIONERO - Tutto pronto per il grande Musical tratto dal libro di Lewis Carroll "Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie". L’appuntamento è per questa sera nel Centro Sociale di Rionero “Sacco” con sipario alle ore 21. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 25 REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102 85100 Potenza Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064 LAGONEGRESE [email protected] LAGONEGRO I locali saranno spostati provvisoriamente in un prefabbricato Restyling per l’ufficio postale cittadino LAGONEGRO - L'ufficio postale cittadino ha bisogno di un restyling e presto sarà chiuso per dare inizio ai lavori. La ristrutturazione del vecchio palazzo di architettura fascista, che sovrasta la centralissima Via Roma, è necessaria per ragioni strutturali e di sicurezza, oltre che per motivi puramente estetici e di arredamento. Secondo il progetto infatti si dovrebbe passare ad un ambiente open space con un diverso layout per gli sportelli del piano terra, quelli adibiti alle quotidiane operazioni di cassa e corrispondenza, per rendere più diretto e confortevole il contatto con l'utente, che «quando si rivolge alla Poste è sempre particolarmente esigente» sottolineano i dipendenti intervistati, i quali dicono di apprezzare la novità. Si tratta di una policy di Poste Italiane che sta interessando tutte le sedi di una certa importanza, volta ad avvicinarsi ai clienti grazie ad un rapporto face to face che va dagli uffici ai servizi on line. A lavori ultimati ci saranno due sale consulenza a disposizione e maggiore spazio per il pubblico; la sicurezza sarà garantita da un circuito di telecamere interne e da un complesso apparato di blindatura esterno, che dovrebbe assicurare la massima affidabilità. Per tutta la durata dei lavori, il tempo stimato è di circa cinque mesi, l'intero ufficio postale sarà trasferito presso il cortile del palazzo del comune, dove sono stati allestiti degli appositi prefabbricati; tutto funzionerà normalmente, ad eccezione dei giorni 12, 13 e 14 maggio quando i servizi saranno prestati dalla vicina filiale di Trecchina. Poi da giovedì 15 tutte le attività ricominceranno presso la location temporanea che non dovrebbe creare particolari problemi di funzionalità ai cittadini. Fabio Falabella Il prefabbricato dove sarà ospitato l’ufficio postale LAGONEGRO Il consigliere di maggioranza Mitidieri difende l’operato della giunta E’ scontro sul bilancio Critica la minoranza con Di Lascio : «Situazione debitoria di 5 milioni di euro» LAGONEGRO – Tempo di bilanci al Comune di Lagonegro e quando l’oste con cui tirare le somme si chiama Corte dei Conti l’esercizio può risultare alquanto insidioso. La seduta del consiglio comunale di ieri pomeriggio ha avuto come primo e principale punto all’ordine del giorno la discussione e l’approvazione del consuntivo 2013, in merito al quale le posizioni della maggioranza di centro-sinistra e quelle dell'opposizione della lista civica "Per Lagonegro" sono apparse nettamente divergenti nel merito e totalmente contrapposte in fase di votazione, come era prevedibile. Secondo Maria Di Lascio della minoranza, che ha votato contro, la condizione delle casse comunali «sarebbe disastrosa e l'atteggiamento dell'amministrazione sconcertante, a fronte delle legittime lamentele dei cittadini per i continui aumenti della tassazione». La consigliera di opposizione «ha evidenziato l'esistenza di una situazione debitoria che ammonterebbe a circa 5 milioni di euro», che « continua ad esMOLITERNO – Prospero Rotandaro, classe 89, nativo del piccolo paese del canestrato, pratica nuoto a livello agonistico e suona la chitarra, ma la sua passione è la scrittura, nella quale trova “ rifugio e conforto”. Infatti ha visto il proprio sogno diventare carta, sabato 3 maggio, nella biblio mediateca “G. Racioppi” di Moliterno, verrà presentato la sua opera prima “Viaggio nel sogno. Piccole prose in diretta”. pubblicato dalla casa editrice leccese Manni (una delle migliori del Mezzogiorno). Un resoconto di piccole prose in diretta in cui le emozioni, i sentimenti conservano ancora un senso. Chi è Prospero Rotondaro? «Mi sono diplomato all’I- La seduta di ieri del Consiglio sere mascherata con una leggerezza allarmante attraverso la redazione di conti consuntivi infarciti di poste fasulle, irregolari ed illegittime, che subiranno il vaglio e il taglio della Corte dei Conti». «Abbiamo uno scoperto di tesoreria di 929.000 euro, la cassa vuota e passivi per 5 milioni: ciononostante risultano falle preoccupanti nel sistema di riscossione dei tributi, con 170000 euro in me- no di IMU rispetto al 2012 e nessuna traccia di entrate alla voce TARSU, sebbene il costo totale e pro-capite del servizio sia in aumento costante. Questa amministrazione irresponsabile - ha concluso sta lasciando sulle spalle di ogni Lagonegrese una cambiale di 1560 euro, compresi neonati e pensionati». Il capogruppo di opposizione, consigliere Giovanni Santarsenio, ha rimarcato che le politiche di bilancio comunale «hanno subìto negli anni scorsi sonore e definitive bocciature, con l'accoglimento da parte delle istituzioni preposte di tutte le nostre istanze». Gli ha risposto a nome della maggioranza che ha votato favorevolmente, il consigliere Pasquale Mitidieri, già capogruppo PD in consiglio, il quale ha cominciato proprio dalle risoluzioni della magistratura contabile ricordando che «il comune ha presentato un piano di riequilibrio decennale che porterà al completo azzeramento del debito, ma fino ad allora il nostro bilancio riporterà sempre il segno meno, se non interverranno entrate particolari durante il percorso ipotizzato; per quanto riguarda l'esercizio 2013 i tre capitoli fondamentali che compongono il bilancio sono in regola: le voci di competenza sono in pareggio per un totale di circa 17 milioni per ciò che riguarda le entrate accertate e le spese impegnate, mentre quelle di cassa sono pari a zero a fronte di 16 milioni di transazioni per un 40% di debiti prece- denti al 2013 e il 60% per pagamenti relativi all'anno in corso. Dunque, l'amministrazione finanziaria 2013 è corretta e il disavanzo di circa 2 milioni riguarda solo i residui, nei quali figurano i crediti che il comune avanza dallo Stato, dalla Regione Basilicata e da enti quali Acquedotto Lucano, che ci deve circa 400000 euro». Mitidieri ha concluso la sua relazione soffermandosi su due aspetti politici, prima di terminare con una battuta: «purtroppo è innegabile la ridotta capacità di riscossione e di recupero della nostra amministrazione per un'evasione locale di circa 1.340.000 euro, ma è altrettanto apprezzabile la evidente diffusione tra dipendenti e amministratori, riscontrabile almeno a partire dall’anno in corso, di una cultura di corretta gestione finanziaria che darà sicuramente i suoi risultati nel tempo. Adesso tocca alla politica agevolare il compito degli amministratori con una verifica complessiva del funzionamento degli uffici». Fabio Falabella MOLITERNO Sabato la presentazione del libro nella bibliomediateca Il “viaggio nel sogno” di Rotondaro stituto Tecnico e Commerciale di Moliterno e abilitato alla professione di operatore Socio Sanitario, ma i miei diplomi non rispecchiano a pieno le mie passioni: scrittura, musica e sport. Pratico nuoto a livello agonistico e suono la chitarra da autodidatta, ma la mia prima passione re- Il giovane sta la scrittura, Rotondaro nella quale trovo rifugio e conforto. Sono par- tecipe alla vita e alle iniziative del mio paese come membro di un’associazione di volontariato e alle attività ludiche del paese». Com'è nata l'idea di scrivere questo libro? «L'idea è nata così, un pò per gioco, ho iniziato a scrivere per me stesso, perché scrivere mi fa stare bene e mi ha fatto scoprire lati di me che non conoscevo. Perchè "Viaggio nel sogno"? L’idea del viaggio si è concretizzata durante il percorso, racconto dopo racconto, come un in puzzle nel quale ogni tassello trova il suo posto». Cos'è o chi ti ha ispirato per questo libro? «Non c'è qualcosa che mi ha ispirato, avevo bisogno di dire alcune cose, di parlare con qualcuno e quindi ho deciso di affidarmi alle mie emozioni, ai miei stati d'ani- mo, alle mie piccole esperienze...ho preso un foglio ed una penna e tutto è venuto da sè!» Cosa consiglieresti a tutti gli aspiranti scrittori che in Italia cercano di emergere? «A loro consiglierei semplicemente di provare, scoprire qual'è il proprio sogno e tentare di realizzarlo...quello che poi è il senso dei miei racconti: credere nel sogno e lottare per esso perchè a volte potrebbe essere l'unica salvezza». Al momento quali altri LAGONEGRO «Grande traguardo» LAGONEGRO - Anche il Sindaco Domenico Mitidieri vuole porgere il proprio tributo alla Natura Energie Vini Santacosta, la squadra locale di volley reduce dall'impresa compiuta alle finali di Coppa Italia disputate a Chiusi scalo nei giorni scorsi. «È stato qualcosa di straordinario per la nostra comunità e di questo mi preme ringraziare personalmente e a nome di tutta l'amministrazione comunale il presidente della società Nicola Carlomagno e tutto lo staff dirigenziale, che fa degli sforzi grandissimi per portare avanti questo bel progetto di sport e sempre più in alto in nome di Lagonegro, raggiungendo i massimi traguardi della categoria in ogni competizione. I miei complimenti ai giocatori e all'allenatore che hanno saputo rappresentarci in un evento tanto importante e di portata nazionale. progetti hai nel cassetto? «Sto già lavorando ad un breve romanzo, insomma a qualcosa di diverso da quello che è il mio primo lavoro». All’incontro parteciperanno oltre all’autore, Giuseppe Tancredi, e Raffaele Acquafredda, rispettivamente Sindaco ed Assessore alla cultura del Comune di Moliterno, Marcello Pittella, Presidente della Giunta della Regione Basilicata, l’editore Anna Grazia D’Oria, Oreste Lo Pomo, direttore del Tgr Basilicata, Mimmo Sammartino, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Basilicata nonché direttore della Gazzetta di Basilicata, Mimmo Mastrangelo, cronista del “Quotidiano della Basilicata”. an. pe. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 26 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 MATERA [email protected] «Non si schieri con l’azienda ma con i cittadini. Accerti se ci sono altre varianti approvate» «Mulino Alvino, no al ricorso» Cinque esponenti di maggioranza chiedono al sindaco di riconciliarsi col Consiglio UNA CONCILIAZIONE tra il sindaco e la sua maggioranza evitando di fare ricorso al Tar al fianco dell’impresa ma prendendo le parti dei cittadini e del Consiglio. E’ questo il punto di partenza che alcuni consiglieri comunali di maggioranza (Angelo Cotugno, Angelo Lapolla, Michele Lamacchia, Michele Paterino e Enzo Massari) avanzano al sindaco Salvatore Adduce per sanare il vulnus venutosi a creare nei rapporti tra giunta e Consiglio dopo la decisione del Tar che di fatto ha smentito l’Amministrazione ed ha dato ragione a quella mozione consiliare che sottolineava la necessità di approvare in Consiglio comunale il permesso a costruire del Mulino Alvino. I cinque consiglieri che rappresentano i principali gruppi politici che hanno sostenuto Adduce sin dalla prima ora ritengono che il primo cittadino non possa fare ricorso al Consiglio di Stato e che l’Amministrazione debba verificare ogni altro provvedimento che contenga eventualmente varianti urbanistiche e che non è stato posto all’attenzione del Consiglio. Infine viene sollecitata la necessità di un’immediata inversione di rotta anche rispetto a Matera 2019 «realizzando ogni forma di coerenza tra il dossier di candidatura ed una gestione del territorio oggi affidata a tante varianti e che la Regione recuperi un ruolo di guida». «Speriamo sinceramente che il Sindaco, abbandonando la sua discutibile autorialità, voglia accettare con responsabilità e spirito di servizio queste coordinate politiche e amministrative, che gli vengono prospettate come una possibile e dignitosa via d’uscita da questo pasticcio e che gli consenta di completare agevolmente il suo mandato permettendo un più sereno e proficuo dibattito sia sul “Mulino Alvino”, che sul recupero dell’area Ex Barilla, sulla riqualificazione dei quartieri degradati (Cappuccini, Piccianello, San Pardo…), sui Sassi e sulla candidatura a Capitale Europea della cultura 2019» scrivono ancora i cinque consiglieri comunali espressione di un’importante fetta della maggioranza. «Sulla vicenda del permesso a costruire ‘Mulino Alvino’ si registrano tante autorevoli posizioni da parte di esponenti politici, personalità della società civile, oltre che di qualificate associazioni culturali che animano il dibattito cittadino. Tutte per la verità esprimono una forte censura dell’azione amministrativa e poli- «Speriamo Adduce lasci l’autorialità e accetti questa via d’uscita che offriamo» «Necessaria inversione di rotta su Matera 2019 con coerenza tra dossier e territorio» La struttura di via Dante che è stata bloccata dal Tar tica del Sindaco, fino a chiederne le dimissioni. Questo accade quando si tira la corda al di là di ogni ragionevole previsione, ed è quello che è accaduto nella vicenda del ‘Mulino Alvino’, oltre che in altre altrettanto gravi vicende che riguardano un’irresponsabile applicazione della legge 106, meglio nota come ‘Piano casa 2’» ricordano i consiglieri. «Al Sindaco chiediamo di comprendere e farsene una ragione. La sentenza del Tar si è espressa, prima ancora che sul merito, sulla illegittimità della procedura adottata e sulla lesione di sovranità che i funzionari comunali hanno prodotto alla massima Assise Cittadina, che è il Consiglio Comunale. La vicenda colpisce negativamente la nostra comunità e condiziona irrimediabilmente l'evoluzione delle politiche urbanistiche in corso oltre a compromettere le azioni politiche dei prossimi mesi. E' opportune ricordare che nonostante i ripetuti annunci ed i reiterati impegni da parte del Sindaco e dell'amministrazione, siamo ancora senza un Regolamento Urbanistico e senza il Piano Strutturale». Quindi l’indicazione di una via d’uscita da quest’impasse. «In via del tutto preliminare, bisogna che il Sinda- co si riconcili con la sua maggioranza politica e con il suo Consiglio Comunale, perché questo è il suo primo dovere. Questo lo impegnerebbe, in caso di ricorso al Consiglio di Stato da parte della Cogem avverso la recente sentenza del Tar, a valutare l'opportunità di non costituirsi ancora una volta a fianco dell’impresa e contro i cittadini ed il Consiglio, ma questa volta a difesa del ruolo del Consiglio Comunale e per una conferma della sentenza di primo grado. Coerentemente a questo approccio ed in relazione alla sentenza del TAR di Basilicata, invitare il Segretario Generale ed il dirigente al- l’urbanistica a verificare ogni eventuale altro provvedimento rilasciato per casi analoghi ove fosse presente una variante urbanistica. Produrre un’immediata inversione di rotta sulla vicenda “Matera 2019”, realizzando ogni forma di coerenza tra il dossier di candidatura, i suoi tanti paradigmi culturali, e una gestione urbanistica del territorio oggi affidata a tante varianti, sempre e solo improntate a consumo di suolo urbano. Porre al centro dell’azione amministrativa degli organi di “Matera 2019”, comitato e direzione, i processi attuativi e il tema delle industrie cultu- rali, affinché si impieghino celermente le risorse comunitarie già destinate, lo slogan e l'azione dovrebbe essere “meno conferenze stampa, più conferenze di servizi”. Mai più pochi Cattedratici all’apice di una piramide inviolabile ma, anche grazie all’accesso alla rete, informazione disponibile per tutti capace di anticipare e superare anche le pronunce amministrative. Questo è stato il vero “errore strategico” di questa amministrazione, altro che un illusorio ed ancora ignoto Piano Strategico!». Piero Quarto © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CASO DELLE COMPLANARI SULLA STATALE 99 Il grido d’allarme della Provincia che si appella ai vertici della Regione «Il mondo produttivo isolato» “La grave crisi economica che si è abbattuta sul territorio si aggrava di ora in ora anche per i mancati interventi promessi e purtroppo mai attuati. Sono trascorsi tre anni da quando questa Provincia evidenziava la necessità di risolvere la questione della realizzazione delle complanari sulla Statale 99. L’assenza di queste ultime, infatti, oltre a penalizzare le aziende esistenti, pregiudica lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali.” Il presidente dell’Ente di via Ridola, Franco Stella, e l’assessore alle Infrastrutture, Angelo Garbellano, hanno scritto al presidente e all’assessore alle Infrastrutture della Regione, al sindaco del Comune di Matera e per conoscenza al capo compartimento dell’Anas Basilicata, sollecitando un intervento rapido per risolvere il problema. La statale 99 è stata adeguata, le complanari non ancora “Un assetto viario inadeguato e sta tutta la sua gravità sul fronte incompleto dove il mancato rapi- economico ma anche su quello sodo accesso alla statale 99 ha de- ciale” “Nell’ottica di sostenere conterminato un pesante isolamento degli insediamenti produttivi cretamente il rilancio del tessuto esistenti che ancora oggi devono imprenditoriale locale – hanno affrontare numerose difficoltà. concluso il presidente Stella e Un problema –hanno evidenziato l’assessore Garbellano - e consiStella e Garbellano - che manife- derata la strategicità che l’infra- strutturazione del territorio ricopre per Matera2019 si sollecita un pronto intervento al fine di sbloccare l’iter di realizzazione degli interventi così come anticipato nel luglio dell’anno scorso quando si dava per vicino il raggiungimento dell’ambito traguardo”. Sulla questione è interventuo anche l’assessore comunale Giovanni Scarola che ha spiegato: «il Comune ha già programmato una commissione sul tema per venerdì prossimo, non siamo stati con le mani in mano e lo schema di convenzione è già stato predisposto. Serve l’adeguamento del finanziamento che copre una cifra intorno ai sette milioni per arrivare a definire gli interventi necessari, a cominciare dagli espropri, per la realizzazione delle complanari su cui la Regione già si era espressa con una delibera». RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Matera Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 27 Un sorriso stampato per i vincitori che si sono presentati con la schedina in via Gattini La fortuna bacia chi ha più bisogno Sono sei amici, tutti pensionati, a giocare 8 euro e vincerne 31.527 al Totocalcio SONO un gruppo di sei amici pensionati che puntualmente la domenica si danno appuntamento e giocano al Totocalcio, i fortunati vincitori che con solo otto euro hanno portato a casa 31527,48 euro. I sei ultrasessantenni hanno giocato due schedine identiche presso la ricevitoria Lottomatica Ba 796 di Angelo Sacco in Via Gattini meglio conosciuta alla ribalta della cronaca nel popolo degli scommettitori “Ebreo”. Un ennesimo bacio per gli scommettitori e per la ricevitoria che non manca (con una certa periodicità)di elargire grosse vincite. “Ogni anno riusciamo a portare fortuna ai nostri clienti e lo facciamo con piacere afferma Angelo Sacco. Anche questa volta siamo felici di aver reso felice i nostri affezionati giocatori e lo siamo soprattutto perchè sappiamo bene le difficoltà in cui un po’ tutte le famiglie oggigiorno vivono In queste due settimane continua Sacco sono stati distribuiti circa 50000 euro di vincite alle scommesse sportive cifra vinta giocando piccole somme, questo per dire che non è necessario giocare grosse somme di denaro. Ci riteniamo, conclude Sacco una ricevitoria fortunata non a caso il nostro motto è “qui la fortuna è di casa” nella convinzione che ci saranno ancora tante vincite. Quest'anno conclude speriamo in una grossa vincita al gratta e vinci”. La schedina vincente giocata nella ricevitoria di via Gattini La dea bendata torna a baciare di soli otto euro. la città degli antichi rioni in tufo I vincitori si sono presentati e in modo prorompente. con le schedine vincenti felici Questa volta la scommessa su per il “colpo” e dunque registrapartite di calcio pronosticando re le vincite. risultati non proprio facili. Un bel gruzzoletto consideI vincitori hanno azzeccato i ri- rando che è stata puntata una cisultati di quindici partite pre- fra assolutamente popolare e per senti nella giornata nella scheda giunta in sei persone e che ha redel Totocalcioe con unagiocata so tutti più felici. Operazione della Guardia di Finanza ad azienda del settore dei trasporti Imprenditore indagato per frode fiscale sequestrato immobile da 600.000 euro E’ stato sequestrato un immobile che è stato ricondotto ad un’impresa che opera nel materano nel settore dei trasporti. Un imprenditore è indagato per frode fiscale ed era già stato deferito all’autorità giudiziaria perchè considerato responsabili di indebiti vantaggi fiscali per circa 3 milioni di euro di imponibile. A condurre l’operazione ci ha pensato il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Materache è intervenuto dietro un’esplicita richiesta da parte del giudice per le indagine preliminari che ha deciso la misura del sequestro. Il valore complessivo del patrimonio immobiliare sottoposto a sequestro preventivo si aggira intorno ai 600.000 euro complessivi. L’operazione che è stata portata avanti dalla guardia di Finanza rientra in una serie di controlli che già erano stati avviati in passato tanto che l’imprenditore destinatario della misura coercitiva, era già stato deferito all’autorità giudiziaria e stando alle verifiche della Guardia di Finanza «aveva posto in essere un meccanismo fraudolento ideato allo scopo di consentire alla sua impresa indebiti vantaggi fiscali e contributivi, quantificabili, nella sostanza, in circa 3 milioni di euro di materia imponibile». L’emersione del sommerso e la lotta alle frodi fiscali sono i fattori chiave che consentono di conciliare rigore ed equità, garantendo, allo I controlli della Guardia di Finanza nelle aziende stesso tempo, più risorse da destinare alla crescita del noINCLOODO stro Paese. «Il sequestro preventivo per equivalente, preliminare all’applicazione della confisca per equivalente, è lo strumento legislativo coercitivo Un sito web, www.inclooodo.it, utile a vanificare le “illecite per aiutare persone sulla strada manovre imprenditoriali” del reinserimento sociale e lavomirate ad impedire il recuperativo, al termine di un percorso ro delle imposte evase. riabilitativo, o per fornire inforDetto provvedimento ablamazioni su orientamento e fortivo, generalmente, disposto mazione. L’iniziativa, promossa su somme di denaro ed altro dall’associazione «Amici di Gipatrimonio mobiliare ed imglio Zarattini», è stata presentamobiliare e altre utilità di cui ta presso il Csv Basilicata, dai l’indagato abbia la disponibisoci del sodalizio e da un gruppo lità per un valore corrispondi persone svantaggiate che ha dente al prezzo, al prodotto e imparato durante un corso-peral profitto del reato, è previcorso riabilitativo durato sei mesto per talune fattispecie crisi, e finanziato dalla Regione minose allorquando sia inBasilicata per quattromila euro tervenuta condanna e sia imnell’ambito del progetto «web olpossibile identificare fisicatre le barriere», a utilizzare il web mente le cose che ne costituie a costruire un sito dedicato per mettere la propria scono effettivamente il prezesperienza a servizio di altri. zo, il prodotto o il profitto». Un sito web per il reinserimento Una bella vincita quasi inusuale per il momento vista che si “punta” maggiormente verso giochi dove si vincono cifre cospicue e che sono ben lontane dalle vincite record del Totocalcio che una volta con il “tredici” significava far vivere nel benessere e di far tornare sconosciuti parenti pronti a battere cassa. Adesso, invece, può capitare di non dire nulla per evitare una brutta figura visto le cifre non proprio da record. Una domenica sicuramente fortunata per il “sestetto vincente” di appassionati scommettitori che ancora una volta hanno dato conferma di come la Basilicata ed in modo particolare Matera sia stata nel corso degli ultimi tempi più volte baciata dalla dea bendata. Fortuna e bravura?Il binomio si conferma ancora una volta vincente. Se non fosse una questione di vincita avremmo potuto dire che si tratta di una maledizione, ma fortunatamente possiamo felicitarci di essere baciati frequentemente dalla dea bendata. Michelangelo Ferrara © RIPRODUZIONE RISERVATA Integrazione della giunta al piano di opere pubbliche Interventi per alcuni milioni La Giunta comunale, su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici, Nicola Trombetta, ha approvato gli ulteriori atti tecnici preliminari già inseriti nel piano annuale 2014 dei lavori pubblici. “Lo schema del programma triennale e dell’elenco annuale dei lavori pubblici 2014 – 2016, predisposto dal Settore Opere Pubbliche secondo il Programma dell’Amministrazione – afferma Trombetta - è stato adottato con delibera di Giunta Comunale il 23 gennaio 2014 e l’Ufficio ha proceduto alla sua pubblicazione e pubblicizzazione, secondo legge, all’Albo Pretorio on line e sul sito Internet del Comune per 60 giorni consecutivi a partire dal 28 gennaio 2014 e fino al 29 marzo 2014. Al momento dell’adozione del piano triennale e dell’elenco annuale parte degli studi di fattibilità, delle progettazioni preliminari e stime dei costi riferiti ai lavori inseriti nell’elenco annuale 2014 era già stata approvata con precedenti deliberazioni di Giunta Comunale mentre altri preliminari risultavano in fase di ultimazione e si è proceduto alla loro definizione atteso che la norma prevede che la condizione dell’approvazione dei preliminari deve essere verificata e risultare soddisfatta nel momento in cui l’elenco annuale del programma triennale viene sottoposto all’approvazione dei competenti organi unitamente al Bilancio di previsione dell’Ente”. Tra gli interventi che sono stati aggiunti c’è la manutenzione straordinaria ed opere di completamento degli immobili comunali e dei distretti scolastici per 800.000 euro, opere di urbanizzazioni – Interventi urgenti e di somma urgenza per 800.000 euro; manutenzione dei Piani Viabili della Città e dei Borghi 300.000 euro. Interventi di rifacimento strade e marciapiedi della città per 500.000 euro e ancora interventi di riqualificazione urbana e rifacimento strade e marciapiedi al Rione San Pardo per 600.000 euro. Più altri 600.000 a Piccianello e 400.000 a Cappuccini. Lavori di mitigazione del rischio idrogeologico della strada comunale denominata Viale Italia per 800.000 e la manutenzione Impianto di Pubblica Illuminazione della Città e dei Borghi anche ai fini dell’ottimizzazione del risparmio energetico con un investimenti di 300.000 euro. Interventi di manutenzione sono poi previsti al Municipio (200.000 euro), alla Prefettura (150.000 euro) e al Palazzo di Giustizia (200.000 euro). Due milioni per gli impianti sportivi e 200.000 euro pe rla Villa Comunale. RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 30 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 PISTICCI [email protected] MARCONIA In pochi mesi oltre settemila telefonate e tentativi di approcci sessuali «Sarai mia o di nessun altro» Quarantenne ossessionata da un altamurano che le aveva offerto un lavoro MARCONIA - Quattro anni di persecuzioni potrebbero cessare, dopo tre mesi di indagini a carico di una persona, un ultrasessantenne di Altamura peraltro sposato, accusato di stalking nei confronti di una signora di Marconia, sulla quarantina, egualmente coniugata. A carico dell’uomo, infatti, il tribunale di Matera ha emesso un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale per stalking, disponendo il divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi dalla stessa frequentati, nonché l’obbligo di non comunicare con la persona offesa con qualsiasi mezzo, compreso il telefono ed una segnalazione ai servizi sociali al fine di intraprendere un percorso rieducativo. Due gli elementi decisivi ai fini del provvedimento: il coraggio della vittima di denunciare i fatti e la completezza dei dati raccolti nella documentazione trasmessa alla procura da parte dagli uomini del commissariato di Pisticci, guidato dal dirigente Gianni Albano. Il caso è stato seguito per circa tre mesi dall’ispettore Antonio Grieco e dall’assistente capo Maria Antonietta Tricarico. A fine gennaio scorso, infatti, una donna di Marconia presentò querela nei confronti di M.A.A. ovvero l’uomo che in passato le aveva offerto un lavoro, salvo poi rivelare intenzioni di natura extra professionale, che la stessa poli- Episodio di violenza su una donna zia ha definito essere “ap- so attuò un pedinamento procci di natura sessuale”, fino a Taranto, dove la dondecisamente rifiutati dalla na si trovava per accudire malcapitata, resa di conse- la figlia ricoverata in ospeguenza oggetto di stal- dale. In quella circostanza king attraverso pedina- la vittima fu costretta a rimenti, appofugiarsi in stamenti sotuna sala meto casa, teledicheria, per fonate e mesevitare di essaggi, al ritsere assalimo di 30-40 ta. chiamate e Furono acsms al giorcadimenti di no. questo geneUna situazione prose- re ad indurre nella donna il guita per lungo tempo, an- timore finanche di uscire che dopo la cessazione del di casa. Ma lo stalker, rapporto di lavoro ed esa- giunto a proferire frasi del sperata dal comportamen- tipo: “O sarai mia o di nesto dell’uomo, come dimo- sun altro”, continuava nelstrano alcuni episodi rac- la sua azione ricorrendo contati dalle forze dell’or- anche all’uso frequente del dine. telefono. M.A.A., infatti, in un caIn tre mesi di indagini, L’aveva seguita fino a Taranto per farla cedere infatti, sono pervenuti all’utenza della vittima oltre 7mila telefonate, tentativi di chiamate, messaggi e chiamate in modalità anonimo. Il quadro probatorio, peraltro, ha trovato conferme nelle testimonianza di partenti e vicini. Raccolte le prove, gli investigatori della Polizia di Pisticci hanno trasmesso le loro conclusioni all’autorità giudiziaria, che ha proceduto all’adozione dell’ordinanza applicativa di misura cautelare che, fra l’altro, gli intima di non mettere piede a Marconia, di non avvicinarsi a meno di 150 metri dalla signora, di non comunicare con lei in alcun modo. Il recente episodio verificatosi nel comune di Pisticci, fa comprendere quanto possa risultare decisiva la scelta di denunciare certi fatti alle autorità competenti, organizzate con professionalità tali da poter affrontare e risolvere i casi di stalking. Il recente risultato ottenuto dal Commissariato di Pisticci fa il paio, peraltro, con i sei arresti in flagranza operati nel 2014 per reati connessi a furto, danneggiamento, ricettazione e droga e con una puntuale attività di ricognizione e controllo del territorio. Un potenziale pericolo disinnescato dall’intervento dei tutori dell’ordine. Roberto D’Alessandro [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA PISTICCI Dai calanchi ai siti archeologici fino ai Sassi e nei musei In Motò alla scoperta del territorio Da domani nel Materano il raduno delle originali due ruote Aprilia PISTICCI - Il raduno nazionale Aprilia Motò 6.5, quest'anno intitolato "Herakleia", si svolgerà in Basilicata dal 1 al 4 maggio. Per l'occasione il team di Archeoart-Basilicata si renderà disponibile a guidare i possessori ed utilizzatori delle Motò 6.5 - veicoli dalle avvolgenti e belle forme, disegnate dal noto architetto e designer francese Philippe Starck- presso le attrattive storiconaturalistiche della Basilicata jonica. L'idea di organizzare un tour esplorativo di Club Italia Aprilia Motò 6.5 nel territorio lucano, è nata dalla volontà dei photoreporters Gambalvo&Napolitano, soci del Club e amanti della Basilicata, e dal team di archeologi e storici dell'arte di Archeoart, realtà che opera da molti anni nella valorizzazione del p atrimonio culturale lucano. In relazione al tour esplorativo in Basilicata, così riferiscono i soci del Club Aprilia: «Non siamo dei fanatici. Un po’ come tutti i possessori delle due ruote, giungere nei territori lucani per gustarli nella loro reale bellezza, proprio come di solito facciamo durante le nostre uscite esplorative, generalmente nei fine settimana, quando visitiamo luoghi incantevoli ove ci diamo convegno». I partecipanti al tour giungeranno domani a Pisticci, presso la strutturaalbergo il “Calanco”. Il tour esplorativo seguirà verso l'abitato storico di Pisticci. Nei giorni seguenti, le viUn’Aprilia Motò sul belvedere di Murgia Timone site ai Sassi, alle Tavole Pavogliamo solo tentare di accostare una latine di Metaponto, cuore archeologicultura motociclistica, espressione di co della Basilicata, al quartiere “Rabatana” di Tursi risalente alle antiche un design raffinato, ad un'antichissifrequentazioni arabe. Il tour si concluma e storica cultura, quella elevatissiderà con la visita al Museo Nazionale ma della Magna Grecia, patrimonio della Siritide di Policoro e al vicino Parstorico da proteggere, valorizzare e co Archeologico di Herakleia. salvare nella nostra amata Italia. Attraverso questa iniziativa, vogliamo [email protected] Il cumulo di inerti abbandonato vicino la pineta POMARICO Buco nel parcheggio Troppe insidie nell’area mercato POMARICO – In piazza che è andata a finire diretPrimo Maggio, ovvero tamente nella pineta. La nell’area parcheggio più stessa pineta che, più a grande di Pomarico, dove valle, verso il campo da solitamente si svolgono tennis abbandonato di via buona parte delle manife- Rago, adesso accoglie un stazioni pubbliche estive e accatastamento di matedove nel recente passato riali edili di scarto. Arriera stata allestita una vato a far compagnia alpiazza-mercato ortofrut- l’immondizia giacente fra ticolo, caratterizzata da gli alberi. Una piccola ambulanti montagna provvisti di materiadi cuccetta le di risulta in lamiera, da lavoraun cedizioni. Il mento cotutto libero mincia a nella terra. far preocSenza secupare. Da gnalaziodiversi ne alcuna. giorni, un Una situapaio di zione per transenne certi versi infatti erasimile a no state alun’altra, locate per questa volinterdire la ta del quarsosta nei La transenna dove c’è il buco tiere “A. pressi del Moro”. buco. A gaQui i lavori ranzia delpubblici la pubblica per la reaincolumilizzazione tà, come si d’una paledice. Ma stra cittaadesso le dina sono transenne fermi da sono state mesi, però rimosse. laterizi e Anzi pogaltro sono giate alla ancora acrecinzione catastati che delimiall’interno ta il confine del cantietra la piaz- La zona del mercato dall’alto re. Almeno za e la zona alberata sotto- insomma sono recintati. stante. Quindi, è possibile Seppur lasciati a riposaanche lasciare la propria re. Le imprese che lavoravettura sul buco stesso. no nell’edilizia conoscono Rischiando già qualcosa. comunque le norme in E la situazione complessi- materia. Ovvero sanno va non è incoraggiante, quanto tempo e in che mavisto che dal pertugio niera la risultanza delle adesso utilizzato da cani e lavorazioni può rimanere gatti a mo’ di passaggio accatastata prima di esseveloce, è possibile notare re trasferita nelle discariche proprio un pezzo della che specializzate. Nunzio Festa pavimentazione è crolla© RIPRODUZIONE RISERVATA to. Con la porzione caduta RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 31 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 TRICARICO [email protected] TRICARICO Applausi agli scampanatori di San Mauro Forte, tra i protagonisti della sfilata Un esperimento ben riuscito Grande partecipazione al raduno delle maschere antropologiche d’Italia TRICARICO - E’ stato un grande successo, sotto il profilo della promozione culturale del territorio, il terzo raduno delle maschere antropologiche a Tricarico. Tre giorni di riflessioni ed eventi sulle nuove chance del turismo culturale nelle aree interne, culminati nella sfilata di sabato, con maschere e segni autoctoni di tutto il Sud e non solo. Tricarico è stata per tre giorni un luogo cult, per la prima vera esperienza pensata e strutturata sulle note del folclore più autentico ed ancestrale. In questa culla della tradizione lucana, non potevano mancare, ovviamente, gli scampanatori di San Mauro Forte, certamente tra i protagonisti dell’evento, svoltosi nel pomeriggio di sabato 26 aprile nel paese del poeta-contadino Rocco Scotellaro. Oltre venti suonatori, guidati dal presidente della Pro loco, Salvatore Tricarico, e dal caposquadra, Rocco Tremamondo, sono giunti nella città arabonormanna alle prime ore del pomeriggio e nel lungo corteo di maschere provenienti da tutta l’Italia si sono posizionati appena dopo le maschere di Tricarico. Ancora una volta il suono magico dei campanacci ha attirato l’attenzione dei numerosi turisti presenti che hanno applaudito più volte gli scampanatori, durante il percorso che ha avuto inizio dalla via Appia fino a raggiungere piazza Garibaldi, cuore pulsante del paese. Alla manifestazione, oltre a San Mauro Forte, erano presenti gruppi di altri sette Comuni della Basilicata che fanno parte della Rete delle maschere antropologiche lucane: Aliano con le maschere cornute, CiriLe maschere in viaggio gliano con le quattro stagioni, Lavello con il Domino, Montescaglioso con il Carnevalone; Satriano con il Rummit, Teana con L’Orso e Tricarico con Le mascherE. A loro si sono aggiunte rappresentanze provenienti da altre parti d’Italia : le maschere del Carnevale occitano di Guardia Piemontese (Calabria), i Sos tumbarinos di Gavoi (Nuoro), il Carnevale di valtorta (Bergamo), la Quadriglia di Alessano (Lecce), il Carnaval d’allien (Valle d’Aosta), I Krampuss dall’ Austria e tanti altri ancora. Una vetrina importante, il cui merito va attribuito agli infaticabili dirigenti della Pro loco di Tricarico (a partire da Roberto Incudine e Rocco Stasi), che hanno creduto fermamente nel progetto di radunare gruppi e maschere aventi valenza antropologica con l’obiettivo di conservare e divulgare i riti legati al Carnevale. Di questi eventi il Campanaccio di San Mauro Forte è sicuramente uno dei più importanti, per il suo significato antropologico e per la rilevanza che esso, da diversi anni, ha assunto nel panorama culturale e turistico della regione. La Pro loco, con la sua presenza, ha rinnovato uno degli impegni assunti al momento della sua costituzione, cioè quello di esportare il rito al fuori delle mura cittadine, per farlo conoscere e fare in modo che siano sempre di più i visi- Tre giorni di riflessioni ed eventi culminati in piazza tatori interessati a raggiungere San Mauro Forte in occasione della sagra che si tiene ogni anno verso la metà del mese di gennaio. Quella di Tricarico è stata l’ultima tappa di un lungo viaggio, iniziato nell’ottobre del 2005, che ha visto i campanacci della Pro loco presenti in tante manifestazioni a carattere regionale e nazionale a partire dai carnevali di Aliano, Tricarico, Satriano, Pisticci, Armento, Rionero, Lauria, alla Kermesse “Cantinando” di Barile, alla sagra della “Città dei Sapori”di Brienza, alla manifestazione “Expo Alleva” di Tito Scalo, al Campionato Nazionale di Morra di Pergola, alla Fiera del Basento di Grassano Scalo, al raduno regionale degli allevatori di San Chirico Raparo, alla “Notte della Magia” di Albano. Presenza resa possibile grazie alla disponibilità dei tanti giovani (a Tricarico a sfilare anche due ragazze, Donatella e Isabella e una donna, Rosaria), che attraverso i campanacci testimoniano non solo l’attaccamento a una tradizione ma il piacere e la voglia di condividere un percorso umano e culturale. Antonio Corrado [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli scampanatori di San Mauro durante la sfilata a Tricarico Giovanni Pasciucco (Fdi): «Qui è come a Montescaglioso» «Frane, Stigliano non è terra di nessuno, la Regione intervenga» STIGLIANO - «Le vicende della frana di Stigliano, per come si stanno susseguendo, gettano sconforto su un territorio e, soprattutto, su una comunità già piegata dall’isolamento e dallo spopolamento». E’ il commento di Giovabni Pasciucco di Fratelli d’Italia, che non punta il dito sull’amministrazione comunale, bensì agli Enti superiori, Regione e Provincia. «Quanto sta accadendo sul versante della strada Acinello-Cogne in zona Monte Serra ha il sapore della beffa. spiega- Un fronte territoriale ampio, quanto e più del dissesto franoso di Montescaglioso, che sembra avere me- no dignità geo politica. Chissà se salirà qualche potente a Stigliano a manifestare solidarietà, a spendere qualche parola di conforto, ad informare i cittadini su come, tecnicamente e finanziariamente, si interverrà. Chiuso il Centro sociale, isolata la pompa di benzina, persino parti di centro storico impercorribili al traffico. Alcune famiglie fuori di casa, altre in pericolo. Ormai viviamo una situazione insostenibile. Non ci sono informazioni tecniche precise, non si capisce come e dove iniziare ad intervenire. Siamo alla commedia degli equivoci e delle incomprensioni. Per queste ragioni abbiamo chiesto e ot- tenuto dal consigliere Rosa, di interrogare formalmente il presidente della Regione, Marcello Pittella, e l’assessore competente per materia, per conoscere i dati tecnici della frana, perché sia chiaro l’importo complessivo dei danni prodotti ed, infine, per conoscere tempi e modi degli interventi previsti. Stigliano non è un feudo medioevale in disarmo -conclude ironico- ma una cittadina strategica nella Collina materana, fatta di persone, che esigono pari opportunità». La frana che sta assediando l’abitato di Stigliano da un mese GRASSANO Problemi per le famiglie dei defunti senza degna sepoltura In Consiglio non si discuterà dei loculi GRASSANO - Il presidente del Consiglio, Antonio Carbone, ha convocato una seduta ordinaria, che si terrà, nella sala consiliare di Palazzo Materi in corso Umberto I, oggi alle ore 18 (in seconda convocazione il giorno 2 maggio stessa ora), per la trattazione del seguente: Comunicazioni del sindaco e del presidente del Consiglio; lettura ed approvazione verbali sedute precedenti; determinazione indennità di funzione al presidente del Consiglio e gettoni di presenza consi- glieri comunali anno 2014; rendiconto dell'esercizio finanziario 2013. approvazione; destinazione fondi assegnati con Delibera Cipe 45 del 23 marzo 2012 –Rettifica. Intanto i consiglieri di opposizione Armando Stola, Michele Liuzzi e Digrazia Silvano auspicano che tra le comunicazioni del sindaco e del presidente del Consiglio venga affrontato l’argomento circa la situazione dei loculi nel cimitero di Grassano come da loro richiesta depositata all’ufficio protocollo lo scorso 24 aprile.«Episodi recenti hanno evidenziato problemi circa la disponibilità di loculi nel Cimitero di Grassano. -spiegano- Con la presenza si chiede di riferire al prossimo consiglio comunale (previsto per il 30 Il municipio di Grassano aprile) circa: la disponibilità dei loculi cimiteriali, le iniziative che si intendono intraprendere per superare i problemi di carenza, le azioni per prevenire eventuali future emergenze e i tempi attuativi delle soluzioni programmate». Intanto anche il Pd di Grassano pone l’attenzione sulla questione loculi cimitero. «Non possiamo ufficialmente partecipare ai lavori -spiega Antonello Malvinni- ma in sezione cerchiamo di non tralasciare i problemi. Per la questione loculi avevamo risolto il problema con il sistema dell’autofinanziamento, cioè la vendita dei loculi serviva a finanziare la costruzione dei successivi. Auspichiamo una soluzione in tempi rapidi». Giovanni Spadafino RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. BERNALDA Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 32 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 [email protected] TURSI Le domande si potranno presentare entro il 12, riguardano tecnici ed amministrativi Vie Blu, quaranta “riassunzioni” Bando aperto dal Comune capofila per la mitigazione del rischio idrogeologico TURSI - È disponibile sul sito internet della città di Tursi, Comune capofila dell’Area Programma Metapontino-Collina materana, il bando per gli impiegati tecnici ed amministrativi del Progetto Vie Blu - Stralcio 2014, pubblicato il 28 aprile. Con l’ausilio di tale personale, assunto dal Comune della città di Pierro per il secondo anno consecutivo, saranno realizzati, sul territorio provinciale, interventi di manutenzione del reticolo idrografico, riduzione del rischio idrogeologico e di riqualificazione dei sistemi ambientali e paesistici. «Un importante strumento di riqualificazione ambientale -si legge in una nota del Municipio- e di sostegno all’occupazione che consentirà agli impiegati iscritti nella short list, circa 40 unità afferenti alle Aree Programma “Metapontino Collina materana” e “Bradanica-Medio Basento”, nonché per quelle residenti nel Comune di Matera, di chiedere la riassunzione presentando domanda al Comune di Tursi. La domanda di riassunzione, per i soli impiegati che sono inseriti nella short list regionale -si spiega ancora nel comunicato ufficiale- dovrà essere presentata direttamente al protocollo od inviata a mezzo raccomandata A/R al Comune di Tursi entro il 12 maggio. Con l’attuazione di tale progetto, e con le azioni messe in campo dalla Regione Basilicata, si potrà intervenire su un territorio vasto che sconta il grave fenomeno del dissesto idrogeologico». Si tratta di attività tendenti a mitigare il rischio idraulico, a riqualificare la rete ecologica e dei sistemi ambientali con la protezione e la prevenzione dal rischio di incendi all’interno dei bacini idrografici. «Al fine di consentire agli impiegati di raggiungere gli otto mesi lavorativi per l'anno in corso -concludono dal Comune- e rendere proficua ed effica- ce la realizzazione unitaria del Progetto Vie Blu, questo Comune capofila, nell’ambito della dimostrata leale collaborazione istituzionale con la Regione Basilicata, ha provveduto alla immediata pubblicazione dell’avviso per tutto il personale della Provincia di Matera, in concomitanza con l’analogo per gli operai da assumere pubblicato dall’amministrazione provinciale». L’avviso e lo schema di domanda sono disponibili sulla home page del sito internet del Comune di Tursi nella sezione “Bacheca”. [email protected] Il sindaco Giuseppe Labriola Il municipio di Tursi MONTALBANO La richiesta di Pierro in consiglio provinciale Rotatoria per la sicurezza di viale Sacro Cuore MONTALBANO JONICO - Sono stati numerosi i punti trattati nell’ultimo consiglio provinciale del 28 aprile scorso, quasi tutti a firma del capogruppo di Alleanza Materana Donato Pierro. Il consigliere Pierro, eletto nel Collegio di Montalbano Jonico ha interrogato il presidente Stella sull’opportunità di rimuovere due situazioni di pericolo alla viabilità pedonale e veicolare, che riguardano il tratto della strada provinciale che attraversa il territorio urbano di Montalbano; specificatamente ha richiesto che la Provincia si faccia carico della costruzione di due rotatorie per la mo- derazione del traffico stradale sia all’incrocio con viale Sacro Cuore e sia quello del quartiere Montesano. Sulla questione vi è stata ampia disponibilità dell’assessore al ramo Angelo Garbellano e del presidente Stella. L’altra interrogazione ripresentata a distanza di un anno ( nel frattempo nulla si è ottenuto) rivolta sia al presidente che all’Assessore ai Trasporti Nicola Tauro, riguarda le Fal (Ferrovie Appuro Lucane) che con i propri autobus eseguono linee passeggeri Matera –Montalbano Jonico, in varie ore della giornata attraversando il centro urbano di Scanzano Jonico senza effettuare fermate; qua- lora le Fal prevedessero una o più fermate a Scanzano Jonico, agevolerebbero la fruibilità di numerosi passeggeri offrendo loro maggiori collegamenti con la sede della città capoluogo di provincia e con Montalbano Jonico. Pierro ha poi sollevato con forza la questione che si trascina da anni con responsabilità condivise tra Provincia e Regione, che deve dare esecuzione e realizzazione completa al “Parco naturale dei calanchi di Montalbano Jonico”. Infine è stato approvato all’unanimità l’odg sottoscritto da numerosi consiglieri sul problema del dissesto idrogeologico. [email protected] TURSI Grande folla di fedeli per onorare una tradizione ormai millenaria nella Diocesi La Madonna accolta in cattedrale La statua della Vergine di Anglona portata in processione dal suo santuario TURSI – Come ogni anno, da alcuni anni, la domenica successiva alla festa di Pasqua, è tradizione andare verso il Santuario di Anglona per prendere la statua della Madonna e portarla a Tursi, per essere venerata in cattedrale. Una seconda statua della Madonna di Anglona (che è una copia dell’originale, realizzata su commissione circa venti anni fa, da don Vinzenzo Bernardo, che allora era rettore del Santuario) è stata messa nella chiesa di Anglona e ci resterà fino al 18 maggio, quando la statua originale ritornerà di nuovo al suo posto. Da alcuni anni i fedeli si alzano presto al mattino svegliati alle sei dal suono delle campane della cattedrale e si recano a prendere gli autobus per andare ad Anglona. Qui dopo la messa celebrata alle sette del mattino. La statua esce dal San- Il vescovo Nolè ha celebrato la Messa La processione della Madonna a Tursi tuario e viene portata a piedi in processione fino a Tursi percorrendo circa due km. Il vescovo della diocesi di Tursi –Lagonegro, monsignor Francesco Nolé, il sindaco Giuseppe Labriola con il gonfalone della città di Tursi e il comandante dei carabinieri di Tursi, hanno aspettato l’arrivo della statua, cara ai tursitani di ogni età, in prossimità delle quattro palazzine, la cosiddetta “Zona 164” che si trova fuori paese, al di là del ponte “Famiglia Latronico”. La processione preceduta dai fuochi d’artificio e dai canti tradizionali come “Curra Curra ‘ala Cap- pelle” è arrivata ad incontrare il vescovo intorno alle 10.30. Qui dopo che la statua era stata poggiata su un tavolo addobbato per l’occasione dagli inquilini di quel nuovo quartiere, mons. Nolé ha recitato la preghiera alla Madonna e poi la processione è proseguita. Davanti alle mura imbiancate del campo sportivo “Angelo Cuccarese” gli abitanti del popoloso quartiere di Santi Quaranta, avevano preparato un altro tavolo per la sosta della statua, con palloncini colorati, coperte esposte sui balconi delle case. Insomma un’accoglienza festosa, che si ripete ogni anno. Poi la processione è proseguita verso il rione Petto, per il cuore del centro storico. Infine davanti alla cattedrale e sono entrati in chiesa. Nolé, assieme ai parroci don Battista Di Santo e don Giovanni Messuti, ha celebrato la messa, davanti ai numerosi fedeli e devoti della Madonna di Anglona. Salvatore Martire © RIPRODUZIONE RISERVATA A Montalbano si parla di carcinoma MONTALBANO JONICO - Si parla di prevenzione, sabato pomeriggio, a Montalbano Jonico, presso la sala “Di Tommaso” nella centrale piazza Vittoria, in un incontro appositamente voluto dal locale Circolo Acli con la partecipazione del Circolo del Partito democratico. Un incontro organizzato per sensibilizzare sul problema della prevenzione e dello screening del carcinoma del colon-retto. Modera e coordina il giornalista Antonello Lombardi; introduce l’infermiera professionale, Giovanna Cantanna; interverranno: Antonio Cilona, Dirigente medico Medicina Int.P.O. di Policoro; Patrizia Lastella, Dirigente medico centro malattie rare- Policlinico di Bari; Samanta Papagni, Dirigente medico Gastroenterologia- Policlinico di Bari; Salvatore Rizzi, Dirigente medico Gastroenterologia-Policlinico di Bari; Francesco Romito, Medico anestesista rianimazione - Ospedale di Matera; Luigi Bradascio, presidente Commissione Sanità della Regione Basilicata e Vito De Filippo Sottosegretario alla Salute. Un incontro molto interessante, vista l’alta incidenza di questa patologia nella popolazione lucana. Anna Carone RASSEGNASTAMPA E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Mercoledì 30 aprile 2014 www.ilquotidianoweb.it 33 REDAZIONE: piazza Mulino,15 75100 Matera Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466 POLICORO [email protected] POLICORO Cosa accade nella maggioranza? Assise rinviata in attesa di chiarimenti La squadra di Leone scricchiola Manca il numero legale in due sedute consecutive del consiglio comunale POLICORO – Come mai la maggioranza di centrodestra che amministra il Comune di Policoro guidata dal sindaco, Rocco Leone non si è presentata, in buona parte alla prima, lunedì sera, e in massa ieri alla seconda convocazione del consiglio comunale? Pare che non ci fossero i numeri e memori di quanto accaduto l'altro ieri sera, il primo cittadino abbia preferito rinviare tutto di qualche giorno; magari dopo un chiarimento interno, a questo punto necessario, e perché no, anche dopo un rimpasto di giunta. Una cosa é certa, al di là delle giustificazioni che si vogliono trovare o altro, la maggioranza di centrodestra che amministra il Comune di Policoro dal maggio 2012 è formata da due blocchi, oseremmo dire due comparti stagni, quello dei Trenta e di Impegno Comune da una parte e quello di Forza Italia dall'altro. Il primo blocco è vicinissimo alle posizioni del primo cittadino, mentre il secondo ruota intorno alla figura del consigliere regionale di Forza Italia, Paolo Castelluccio, che può contare su una pattuglietta di tre componenti del parlamentino municipale: Domenico Bianco, Gianluca Modarelli (presidente del Consiglio) e Veronica Lapadula. I Trenta constano invece di quattro scranni consiliari: Pinca Gorgoni, Montano, Sanasi e Lippo, mentre Impegno Comune di tre: Ferrara, Porsia e Antonio Lauria. Ma, di recente, la maggioranza si è arricchita di un sostegno importante ai fini strategici, poiché il consigliere Rocco Carrera è passato tra i banchi della maggioranza dopo essere stato eletto nel- l'Italia dei Valori di cui era capogruppo, lista che alle elezioni aveva sostenuto il candidato perdente del centrosinistra, Gianluca Marrese. Però la presenza di Carrera non era servita a non far venire meno il numero legale nel corso dell'assise di lunedì scorso, in quanto Giovanni Lippo dei Trenta, era assente per motivi personali. Così è accaduto che Modarelli (che tutti aspettavano di ritorno da Matera dove lavora) e Domenico Bianco non hanno partecipato alla seduta. Guardacaso entrambi di Forza Italia. Il Consiglio si era potuto insediare solo perchè all'inizio della seduta la consigliera Lapadula era regolarmente seduta al suo posto. Ma quando quest'ultima si era assentata dall'aula, la minoranza aveva deciso di far emergere che la maggioranza non era nelle condizioni di garantire il numero legale. Cosa é successo? Fibrillazione politica o altro? Un dato è certo, però: la defezione dei consiglieri guarda caso di Forza Italia era stata. Mentre l'assessore solo Rocco Colucci del partito di Berlusconi era regolarmente al suo posto, ma senza diritto di voto in quanto esterno come tutta la giunta. Non resta che attendere la prossima seduta per capire se la frattura si sarà ricomposta. Non é possibile che Leone possa pensare che basterà il solo ritorno di Lippo per arrivare tranquillo fino al 2017, anno in cui dovrebbe scadere naturalmente la consigliatura. Pierantonio Lutrelli [email protected] La consigliera Lapadula abbandona l’aula LA DISCUSSIONE «Argomento affrontato» Il documento finanziario era stato spiegato LUNEDÌ la discussione c’è stata, ma solo sul primo punto, che poi nell’avviso era il secondo solo che prima dell’inizio dei lavori c’è stata l’inversione della discussione dell’odg. Pertanto, l’assessore al Bilancio e lo stesso sindaco Rocco Leone (nella foto), hanno illustrato a grandi linee il documento contabile. Entrambi hanno evidenziato le ristrettezze economiche, che subiscono gli Enti locali dal Governo centrale, il rispetto dei vincoli di bilancio, Patto di stabilità europeo; le difficoltà che sta attraversando l’economia mondiale. Tuttavia, in un contesto generale non semplice entrambi nei loro interventi hanno evidenziato come il Comune di Policoro ha parametri economici/finanziari abbastanza solidi nel rispetto delle leggi che regolano il settore, garantendo alla comunità la manutenzione delle strade, il nuovo servizio di raccolta differenziata, la presa d’atto del Regolamento urbanistico, il bando sulla gestione del PalaOlimpia nella zona Lido che fa il paio con l’esternalizzazione del servizio legale e un’attenzione particolare agli abilmente diversi. Inoltre è stato fatto rilevare come per garantire alcuni ser- vizi e centrare degli obiettivi si è tagliata la spesa pubblica: 1.212,80 per il 2013 di spese di rappresentanza; 200mila euro recuperati dalla pubblica illuminazione; 100mila dalle notifiche della Tares; 48mila da un termostato del PalaErcole e altri tagli per un totale di 500mila euro di soldi recuperati il bilancio. I consiglieri di minoranza del Pd, Fabiano Montesano e Francesco Fortunato, insieme a quelli di Policoro Futura, Gianni Di Pierri e Policoro democratica, Carmine Vetere, hanno evidenziato le lacune politiche-amministrative della maggioranza, che governa da maggio 2012: mancata programmazione e sviluppo della città con alcuni progetti del passato che si sono arenati, tra questi la zona D7 a vocazione turistica e la piattaforma ortofrutticola; lo scostamento enorme tra le previsioni di spesa e gli impegni assunti, la carenza dei servizi individuali. Non è seguita la votazione perché la minoranza ha fatto mancare il numero legale. Gabriele Elia [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA ROTONDELLA Primo maggio amaro, i sindacati hanno ottenuto un tavolo per il 13 ELEZIONI EUROPEE Parte da Matera e Nova Siri il tour Si riapre la vertenza dei dipendenti per i servizi esternalizzati al Centro di Raffaele Fitto Lavoratori Enea senza certezze ROTONDELLA - Sarà un Primo Maggio amaro, per i lavoratori dei servizi esternalizzati del centro Enea Trisaia di Rotondella. Per tutti si prospettano pesanti tagli all'orario di lavoro e, di conseguenza, al salario. La denuncia arriva dalle segreterie regionali di Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil, che oggi alle 9 incontreranno i vertici Enea a Rotondella per un esame della vertenza. Il cambio di appalto nei servizi di mensa e facchinaggio si sta rivelando più complicato del previsto, con da una parte l'Enea che dichiara di non avere fondi a sufficienza e dall'altra le imprese appaltatrici che, a seguito dei tagli alla base d'asta delle rispettive gare, hanno comunicato pesanti tagli orizzontali di orario e salario. La “Lindoor Servizi”, ditta che gestisce il servizio mensa del centro ricerche Enea, ha ridotto drasticamente il monte ore ai suoi 7 dipendenti, col risultato che se prima un addetto full time alla mensa lavorava per 40 ore settimanali, ora ne farà solo 24, con una decur- I lavoratori davanti al Centro Enea della Trisaia di Rotondella tazione del salario e dei contri- oltre 300 euro. Per i segretari di Fisascat, buti di oltre il 50 per cento. Stessa sorte per i 5 addetti al Filcams e Uiltucs, Aurora servizio di facchinaggio (at- Blanca, Maurizio Girasole e tualmente in disoccupazione Filippo Viggiano, i tagli e i sadopo essere stati licenziati il 4 crifici imposti ai lavoratori soaprile scorso proprio a seguito no inaccettabili. I sindacati chiedono un indel cambio di appalto); dipendenti che, per via del taglio al- tervento tempestivo della Sol'orario di lavoro e del ricorso gin, in linea con quanto auspida parte della ditta subentran- cato nel mese di agosto, per te, la Tecno Gf, al più “conve- consentire il ripristino del niente” contratto multiservi- monte ore precedente, ma evizi, perderanno in busta paga denziano che a distanza di quasi un anno la disponibilità manifestata dalla Sogin di spostare sui propri servizi esternalizzati una parte dei lavoratori esternalizzati del centro Enea non ha prodotto nulla di concreto. Intanto viale Verrastro ha convocato un nuovo tavolo di confronto su sollecitazione dei sindacati per il 13 maggio alle 11. I segretari di Fisascat, Filcams e Uiltucs si augurano che «sia quello risolutivo e che non si debba assistere ancora una volta al singolare comportamento di una pubblica amministrazione che, invece di risolvere i problemi, affama i lavoratori e le loro famiglie». La vertenza dei lavoratori esternalizzati presso il Centro Enea della Trisaia di Rotondella rischia seriamente di incancrenirsi al punto tale da determinare una situazione socialmente insostenibile. Dopo il recente incontro chiarificatore, alla presenza del sindaco di Rotondella Francomano, si sperava che la vertenza fosse risolta. Invece il caso torna d’attualità [email protected] NOVA SIRI - Inizia domani, dalla fascia jonica al Materano, il tour elettorale dell’onorevole Raffalele Fitto, capolista al Sud per “Forza Italia” per le prossime elezioni europee sarà in Basilicata. In mattinata alle 10.30 a Matera è previsto un primo incontro al cinema “Il piccolo”, alle 13.30 poi iniziativa all’hotel “Toccacielo” di Nova Siri marina, dove si incontreranno cittadini ed elettori dell'area ionica. Nel pomeriggio, alle 16.30, prima una tappa a Montalbano Jonico, nella sala consiliare, e poi, alle 18.30, al “Park Hotel”di Potenza dove è in programma un evento conclusivo con gli elettori della città e della provincia alla presenza tra gli altri del candidato sindaco della città di Potenza, Michele Cannizzaro. A tutti gli incontri prenderanno parte responsabili locali, provinciali e regionali del partito. «Si apre in questo modo la campagna per le Europee di Forza Italia in Basilicata –ha commentato l’onorevole Cosimo Latronico, coordinatore regionale del partito- che intende rilanciare i temi di un’Europa che serva le cause della coesione, della giustizia sociale e dello sviluppo. Raffaele Fitto saprà rappresentare in modo significativo tali problematiche da leader meridionale di esperienza e di valore». Sullo sfondo la freddezza della mancata tappa a Policoro, città da sempre nevralgica per il popolo azzurro nella provincia [email protected] RASSEGNASTAMPA II I BASILICATA PRIMO PIANO POLITICA È CAMPAGNA ELETTORALE Mercoledì 30 aprile 2014 Per De Luca serve una svolta in città con il superamento di «un sistema politico clientelare-affaristico» Il programma di Dario De Luca per far rinascere la «città triste» Potenza, aperta la campagna elettorale del candidato di destra. Con Alemanno L’ingegnere sostenuto da Fratelli d’Italia, Per la città e Popolari d’Italia contro un sistema clientelare affaristico» l L’ingegnere Dario De Luca, candidato sindaco per Fratelli d’Italia, Per la città e Popolari per l’Italia, ieri ha parlato al suo popolo, al Motel Park di Potenza, dove nel pomeriggio ha fatto tappa anche l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. L’occasione è stata fornita dall’apertura della campagna elettorale di De Luca. L’altra «anima» del centrodestra che si è divisa fra il suo nome e quello di Michele Cannizzaro (sostenuto da Forza Italia, Nuovo Centrodestra-Udc e Liberiamo la città). Divisi anche loro, tanto per non essere da meno del dilaniato Centrosinistra. Quello presentato dalle liste che sostengono la candidatura di Dario De Luca a sindaco di Potenza «è un programma fatto di proposte concrete e di programmi reali, non di proclami elettorali» con «candidati che mettono in campo la loro professionalità». «Il mio impegno - ha affermato Dario De Luca – è prima di tutto quello di onorare gli impegni, promettendo solo ciò che si può onorare, a partire dalla spesa pubblica, ovvero da un tema da affrontare con estrema onestà». Un riferimento è stato fatto . . COMUNE DI POTENZA Il candidato sindaco della città capoluogo, Dario De Luca (FdI, Per la città, Popolari per l’Italia), all’apertura della sua campagna elettorale con lex sindaco di Roma, Gianni Alemanno [foto Tony Vece] alle politiche per le aree rurali, poichè «il Pd fonda una gran parte dei suoi voti sulle campagne di Potenza, che però oggi vivono ancora nel degrado». De Luca vuole partire dai problemi più sentiti di una «città triste», dalla «qualità urbana scadente», ammalata di precarietà e insufficienza di servizi. Con le famiglie che non ce la fanno a tirare avanti. Ma soprattutto, sottolinea De Luca, c’è bisogno di una nuova etica politica, superando «un sistema politico clientelare-affaristico». Nel corso dell’incontro il consigliere regionale dei Popolari per l’Italia, Aurelio Pace, ha spiegato che «questa sarà la coalizione vincente, poichè è l’unica vera novità dello scenario politico, senza “accozzaglie”, ma con il coinvolgimento di persone serie, e per questo non capisco i motivi per i quali il resto del centrodestra non ha sostenuto De Luca, una figura di qualità e di elevata professionalità». Per il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Gianni Rosa, «candidati, e i nostri sono liberi, sono in campo con tre squadre che compongono un’unica mente, per una battaglia di cui Potenza ha bisogno per un cambio di passo». Alemanno ha evidenziato come il Sud sia «assente dalla politica italiana» e ha contestato la scelta del governo Renzi di «cancellare il reato di immigrazione clandestina». Sindaci, sorteggiati i nomi sulla scheda L’ordine dei candidati estratto a sorte nel pomeriggio di ieri l È stato deciso l’ordine dei nomi dei candidati sindaci che sarà stampato sulla scheda elettorale per le amministrative nel capoluogo di regione. Il sorteggio è avvenuto nel pomeriggio di ieri dopo che la Commissione elettorale provinciale aveva concluso il lavoro di verifica della documentazione legata alle liste. In particolare, nell’ordine sono stati estratti i nomi di Dario De Luca, Roberto Falotico, Savino PARTITI AL LAVORO SUI RICORSI PER CHIEDERE LA RIAMMISSIONE AD ACERENZA, MARATEA E NEL CAPOLUOGO LUCANO Liste ricusate, la parola passa al Tar di Basilicata l Saranno i giudici del Tribunale amministrativo regionale a decidere il «destino» delle liste escluse ad Acerenza, Maratea e Potenza. Esattamente come avvenuto con le liste escluse alle elezioni regionali. I partiti coinvolti hanno già annunciato ricorsi, i candidati interessati come Dino De Angelis in corsa per la carica di primo cittadino, li hanno già depositati. La campagna elettorale, dunque, resterà con il fiato sospeso almeno fino alla fine della settimana ad Acerenza, Maratea e la stessa Potenza. Le decisioni della Commissione elettorale provinciale che hanno escluso la lista del Pd ad Acerenza, la lista grillina a Maratea e la lista di «Azione civile» a Potenza, quindi, finiscono a carte bollate. Da un lato i partiti che tentano di farle riammettere, dall’altro i giudici amministrativi che dovranno decidere sulla riammissione l’esclusione. Un «verdetto» che potrebbe cambiare non poco gli scenari. In particolare ad Acerenza dove, ora, in corsa c’è una sola lista: quella capeggiata da Rossella Quinto (mentre quella capeggiata da Rossella Foggetta è ricusata a causa del ritardo nella presentazione). Il che significa che se il quorum dei votanti raggiungerà il 50 per cento più uno, nel comune dell’Alto Bradano arriverà il commissario e vi resterà sino ale nuove elezioni. Acerenza, quindi, appare la situazione più complessa. Ma anche nel capoluogo per l’esclusione della lista di «Azione civile» e di quella di Sel gli esponenti politici sono pronti a dare battaglia. «Non possiamo buttare al vento due anni di lavoro« taglia corto il candidato sindaco Dino De Angelis, annunciando che il suo ricorso al Tribunale amministrativo sarà discusso, quasi sicuramente, il 2 maggio prossimo. Un’affermazione che, dopo la delusione per l’esclusione, lascia spazio alla voglia di combattere. A desiderio di provare - con tutti i mezzi previsti dalla [a.i.] legge - a tenere dentro la lista. Il particolare Bernalda, lista cambia simbolo e nome Cambia simbolo e nome la lista di centrodestra in corsa alle amministrative del 25 e 26 maggio al Comune di Bernalda. Non sarà più «Patto per la svolta», ma è stata ribattezzata «Svolta di centrodestra». Il cambio si è reso necessario in seguito all’input venuto dalla Commissione elettorale, in quanto il marchio e il nome «Patto per la svolta», si era già presentato alle scorse elezioni comunali del 2010. È il secondo cambio avvenuto nel giro di pochi giorni tra i 4 schieramenti che si contenderanno la poltrona di sindaco. Come già segnalato dalla Gazzetta, anche la lista civica «Bernalda e Metaponto al Centro» era stata costretta a modificare la propria icona, cancellando il campanile della Chiesa Madre di Bernalda, in quanto ritenuto un simbolo religioso, non consentito dalla legge negli appuntamenti elettorali. Entrambe le liste hanno immediatamente provveduto al cambio. La civica, guidata da Domenico Tataranno, ha tagliato di netto il campanile, mentre il centrodestra, capeggiato dal candidato sindaco Franco Carbone, si è visto costretto a modificare non solo l’immagine, ma anche la denominazione. Resta naturalmente immutato lo schieramento, composto da Nuovo centro destra, di cui è l’espressione Carbone, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Patto per la svolta. Senza alcun intoppo di carattere burocratico e procedurale le rimanenti due liste: Centrosinistra, guidata da Gennaro Collocola, attuale segretario cittadino del Pd, e “Destre unite”, con Massimo Perrone, sindacalista [ang.mor.] dell’Ugl, nel ruolo di candidato sindaco. Giannizzeri, Luigi Petrone, Giuseppe Di Bello e Michele Cannizzaro. Non c’è il nome di Dino De Angelis perchè la lista è stata ricusata (anche se il candidato ha annunciato il ricorso al Tar). Dopo il sorteggio dei nomi dei candidati primi cittadini si dovrà provvedere al sorteggio dei simboli delle liste che sono collegate al candidato primo cittadino del capoluogo. Il voto si terrà nella giornata di domenica dalle 7 alle 23. CHIESTA LA RETTIFICA DEL SIMBOLO E DELL’ACRONIMO Psi al Tar contro il nome nella lista «Socialisti uniti» l « Non abbiamo intenzione di impedire la partecipazione alle elezioni della lista presentata dal signor Antonio Femia, ma riteniamo non sia accettabile che il contrassegno della lista contenga l’acronimo Psi. È un simbolo fuorviante che comunica agli elettori un messaggio sbagliato, considerato che l’unico partito socialista legittimato dalla presenza in Parlamento che ha nella sua denominazione l’acronimo Psi è il partito socialista italiano rappresentato da Riccardo Nencini». Motiva così il ricorso al Tar il segretario regionale del Psi di Basilicata, Livio Valvano, dopo la decisione della Commissione elettorale provinciale di ammettere la lista “Socialisti uniti” con il simbolo Psi. «Riteniamo che sia stato commesso un errore anche da parte di chi ha legittimato questa situazione - continua Valvano - per questo abbiamo chiesto solamente di rettificare il simbolo e non di cancellare la lista. speriamo che il Tar, in pochi giorni, accolga la nostra istanza prima dell’avvio della procedura elettorale, evitando così il rischio dell’annullamento delle elezioni a cose fatte». «È originale infine aggiunga il segretario regionale socialista consentire che ci siano due liste con l’acronimo Psi, nonostante la denominazione dei partiti sia diversa. Uno è il partito socialista italiano del senatore Riccardo Nencini, presente in parlamento che ha appunto nel simbolo l’acronimo Psi, l’altro è il simbolo di un movimento che si chiama “I socialisti” rappresentato da Saverio Zavettieri che non è presente in Parlamento, il cui acronimo Psi è chiaramente fuorviante e del tutto slegato dalla denominazione del partito». Sulla questione la parola ora passa al Tar. RASSEGNASTAMPA BASILICATA PRIMO PIANO I III Mercoledì 30 aprile 2014 Gianni Pittella: «C’è bisogno di più e non di meno «Occorre rendere convenienti e attrattivi gli Europa. Ma un’Europa meno ragionieristica. investimenti al Sud. Per nuove produzioni Un’Europa che punti alla crescita» innovative e poli di ricerca. E per creare lavoro» Uno stop al patto di stabilità Zone economiche speciali a Sud Gianni Pittella (Pd) ha aperto a Potenza la sua campagna elettorale alle europee ELEZIONI EUROPEE Sopra. Il vicepresidente uscente del Parlamento europeo, ricandidato per il Pd, Gianni Pittella, ieri sera a Malvaccaro, a Potenza, per l’apertura della sua campagna elettorale in Basilicata [foto Tony Vece] . MIMMO SAMMARTINO l «L’Europa non può significare solo politiche di austerità. C’è urgente bisogno di crescita. Serve una sospensione temporanea del “patto di stabilità” per consentire investimenti in settori decisivi: infrastrutture, ricerca, cura del territorio...». Europa e Mezzogiorno, sono le coordinate intorno alle quali il vicepresidente uscente dell’europarlamento, Gianni Pittella (Pd), argomenta la propria ricandidatura. Ieri, aprendo la sua campagna elettorale per le elezioni europee in Ba- silicata, ha parlato nel centro sociale di rione Malvaccaro, a Potenza. È chiaro a tutti, in particolare a chi crede fermamente che i populismi anti-euro e anti-europei non portano da nessuna parte, che oggi «c’è bisogno di più e non di meno Europa». Il problema è capire di che Europa si parla. Il tetto del 3 per cento nel rapporto debito/Pil non sta forse strangolando la nostra economia? Tenere a posto i conti è una necessità. Impiccarsi all’albero dei ragionieri, bloccando qualsiasi possibilità di ripresa, è però altra cosa. «Non c’è dubbio - osserva Pittella - che si debba superare la mera politica di austerità che, si badi, è stata imposta dai Governi degli Stati membri». E l’Italia dov’era quando sono state assunte quelle decisioni e fissate quelle regole-capestro? E come mai solo oggi si accorge che certe cure stanno ammazzando il paziente prima che lo faccia la malattia? «Hanno pesato le politiche dei governi di centrodestra dei vari Berlusconi, Sarkozy e Merkel - spiega Pittella. - Ma ora, con il governo Renzi, c’è la possibilità di andare a chiedere la sospensione o almeno l’allentamento di quei patti. Serve un’Europa meno ragionieristica, più flessibile e attenta alla crescita». D’altronde non ha aiutato, e non aiuta, l’Italia il fenomeno diffuso dell’evasione fiscale. Né il fatto che «i fondi strutturali siano stati spesso utilizzati poco e male: da Sud a Nord. Usati, più che per creare sviluppo, per alimentare consenso e clientele». Le contromisure? «Occorre mettere in campo progetti infrastrutturali strategici - sostiene Pittella - pensati in dimensione interterritoriale. Capaci di guardare agli interessi di più regioni del Mezzogiorno. Penso, ad esempio, all’alta ve- POTENZA LA PRESENTAZIONE «RICORDATI DI VIVERE» (BOMPIANI) ALLA PRESENZA DI FRANCO ADAMO (ASRL) E L’EUROPARLAMENTARE GIANNI PITTELLA (PD) Claudio Martelli: un libro per affermare il dovere della memoria l Claudio Martelli, già vicepresidente del Consiglio e Ministro della Giustizia, già vicesegretario socialista negli anni Ottanta, giornalista, scrittore, conduttore televisivo, ha presentato ieri nel teatro Stabile di Potenza il suo ultimo libro «Ricordati di vivere», edizioni Bompiani, nell’ambito di un’iniziativa dell’Associazione socialisti riformisti lucani. La presenza di Franco Adamo, presidente Asrl, e di Gianni Pittella, vicepresidente vicario del Parlamento Europeo, candidato alle prossime elezioni europee, ha dato un significato prevalentemente politico all’evento. Adamo ha ricostruito una sua storia del socialismo italiano, con un’ottica molto critica verso il passato e il presente, deplorando, in particolare, la fine delle ideologie politiche e dei partiti. «Il libro di Martelli, - ha STABILITO DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE Errori in firme bocciata anche la lista di Sel l Fuori anche Sinistra ecologia e Libertà. Almeno per il momento, la lista del partito di Niki Vendola resta fuori dalla competizione per le amministrative nel comune di Potenza. La Commissione elettorale regionale, infatti, nella mattinata di ieri, ha ricusato la lista di Sel apparentata con il candidato del Centrosinistra, Luigi Petrone. «Mancata certificazione dell’iscrizione nelle liste elettorali per tre candidati» la motivazione alla base della decisione di esclusione. Sulla quale, però, come prevedibile, i vertici del partito presenteranno il ricorso ai giudici del Tribunale amministrativo regionale. «Noi abbiamo rinunciato al riesame davanti alla Commissione elettorale regionale per andare direttamente al Tribunale amministratico, certi di poter dimostrare di avere ragione», precisa l’assessore provinciale Paolo Pesacane. Anche il futuro della lista dei Sel, quindi, è appesa al «filo del ricorso». Con tutte le conseguenze del caso, considerato che se la decisione della Commissione elettorale dovesse essere confermata, il Centrosinistra si troverebbe con una lista in meno: sette, invece, di otto. Se, al contrario, l’indicazione dovesse essere ribaltata le liste del Centrosinistra in corsa rimarrebbero otto. Contro le quattro di Falotico, e le tre più tre del Centrodestra, divise fra Michele Cannizzaro e Dario De Luca. [a.i.] detto Pittella – si basa sulla memoria, ma senza nostalgia, egli afferma, infatti, che “Tutti sanno, nessuno ricorda. Io so poche cose, ma le ricordo benissimo... senza memoria non c’è futuro, lo sguardo anziché sollevarsi si inchina fino a terra, si incolla ad un presente impoverito”, proprio perché senza memoria». Il filo rosso della politica come vocazione, come scelta di vita totalizzante, lega tutto il libro. Tra le tante figure ricordate da Martelli quella di Bettino Craxi, riportato alla memoria il progetto politico che lo vide protagonista, basato su due parole chiave: «merito e bisogno» e la mancata riforma della giustizia, tesa ad un maggior equilibrio tra i poteri dello Stato. [lor.col.] LIBRI Adamo, Martelli e Pittella [foto Tony Vece] locità. O ai collegamenti trasversali fra costa tirrenica e costa adriatica. O ancora al potenziamento dei porti di Napoli e Gioia Tauro. Su queste linee dovrebbero lavorare gli Stati membri. Con meno veti e più poteri reali da parte dell’Europa: su materia come economia, lavoro, immigrazione, politica estera». E per il Mezzogiorno che si fa? Anche qui c’è bisogno di pensare in grande. Di progettare azioni di portata straordinaria. «Va evitato che il Sud d’Italia si riduca a un mercato di consumatori di beni prodotti al Nord - spiega Pittella. - Il punto decisivo, anche per creare lavoro, è la capacità di attrarre investimenti. Rendendo conveniente investire nel Mezzogiorno. Delocalizzare a Sud. In Polonia ha ottenuto successo un esperimento: la creazione delle cosiddette Zef (Zone economiche speciali). Si tratta di distretti che garantiscono straordinari vantaggi (su fiscalità, costi, strutture) per chi investe in loco. Questo va fatto anche nel nostro Sud. Si potrebbero in tal modo calamitare capitali italiani e stranieri. Far crescere nuove produzioni, caratterizzate da qualità e forza innovativa. Promuovere poli di ricerca. E creare lavoro, soprattutto per i nostri giovani». OTTIMISTA SULLA VITTORIA DI PETRONE, IL SEGRETARIO PROVINCIALE DEM ASSICURA «IL RINNOVAMENTO C’È STATO» ED IN PROVINCIA IL CENTROSINISTRA È UNITO Pd, ex consiglieri transfughi Molinari vuole «decisioni forti» ANTONELLA INCISO l Riunioni. Una dietro l’altra, perchè la campagna elettorale è partita, perchè ci sono 55 comuni «da conquistare». Per il Pd di Basilicata sono giorni intensi. Preludio di scenari complessi, imprevedibili, di cui le elezioni a Potenza saranno un vero e proprio «banco di prova». I vertici del partiti ne sono consapevoli ed Antonello Molinari, segretario provinciale, è uno di quelli che ipotizza «decisioni forti». Segretario, siete partiti con il rinnovamento, poi avete accettato in lista gli ex consiglieri, ed ora vi trovate con alcuni consiglieri uscenti del Pd che appoggiano apertamente Falotico. Direi che definirla una situazione ingarbugliata non è eccessivo? «La scelta che hanno fatto non semplici consiglieri del Pd ma persone su cui il Pd ha investito, perchè sono stati assessori, per me è politicamente incomprensibile. Nulla da dire sul piano personale perchè parlo di amici, ma sul piano politico per me è una scelta incomprensibile. Quanto, invece, alla candida- Antonello Molinari . tura di ex consiglieri nelle nostre liste rilevo che si tratta complessivamente tra la lista del sindaco e del Pd, di 5 o 6 persone su 60. Quindi, non vedere l’evidente rinnovamento di 54 candidati su 60 mi sembra assurdo. Per altro è compito della politica, sempre e comunque, tutelare patrimoni di radicamento territoriale ed esercitare nel contempo l’arte della mediazione. Nella tipologia di scontro che abbiamo davanti, tra l’altro, è evidente che la scelta dei cittadini elettori verrà effettuata guardando al candidato sindaco e su queste profilo, Luigi Petrone, rappresenta un rinnovamento inconfutabile rispetto agli altri». Lei da segretario ha sempre detto che il Pd non ha porte girevoli. Lo conferma anche ora? «Sì». Allora possiamo ipotizzare provvedimenti nei confronti degli ex consiglieri passati dalla parte dell’Altro Centrosinistra? «Verificheremo». Lo ha già detto in passato. Dovete ancora verificare? «Mi hanno insegnato che quando iniziano le regole in genere finisce la politica, quindi, anche in relazione a queste vicende spero che il Pd vorrà affidarsi per il futuro più che alle regole, alla saggezza della politica, assumendo ove necessario perchè no decisioni anche forti». Ora, comunque, la macchina elettorale è partita. Con sei sindaci in corsa ed uno che potrebbe tornare a correre è sempre dell’idea della vittoria al primo turno o ammette la possibilità del ballottaggio? «Credo che Petrone abbia tutte le caratteristiche per vincere al primo turno, però, non ho la possibilità di prevedere le cose al 100 per 100. Noi da parte nostra abbiamo fatto i maggiori sforzi possibili. non so dirle quando, ma so che vinceremo». Se le elezioni a Potenza saranno un banco di prova per il Pd, ancor di più questo vale per la Provincia dove i democrat appaiono divisi ed anche non poco. «Su questo dissento perchè nei piccoli e piccolissimi comuni ci sono dinamiche che non attengono alla politica ma alle relazioni umane e familiari su cui si innesta anche e forse purtroppo la vicenda elettorale regionale. Nei comuni maggiori tuttavia dove c’è, invece, un ragionamento politico più ampio non solo è unito il Pd ma tutto il centrosinistra come nel caso di Venosa, Tito e Picerno». Insomma, segretario il lavoro per le amministrative sarà complesso. Lei oggi è al lavoro a Potenza. È questo il motivo perchè non partecipa alla prima riunione allargata della corrente riformista che fa capo a Roberto Speranza o c’è altro? «No comment per il momento». RASSEGNASTAMPA IV I BASILICATA PRIMO PIANO «RIMBORSOPOLI» LA CORTE DEI CONTI Mercoledì 30 aprile 2014 LA CITAZIONE IN GIUDIZIO Sono 28 i consiglieri che dovranno difendersi davanti alla Corte dei conti Archiviata solo la posizione di Di Lorenzo La Procura contabile accusa i consiglieri regionali «Danni per 300mila euro» l Per gli investigatori contabili sono «sprechi». La Procura regionale della Corte dei conti ritiene che 28 consiglieri della Regione Basilicata abbiano sprecato, nel 2010, circa 300mila euro. L’unico consigliere per cui è stata chiesta l’archiviazione è Pasquale Di Lorenzo. L’altra mattina la Procura regionale ha depositato alla Corte dei conti la citazione in giudizio. «Danno all’erario» lo definisce il procuratore regionale contabile Michele Oricchio che ha firmato l’atto di accusa nei confronti dei consiglieri. Il totale degli sprechi ipotizzati dalla Procura contabile: 16mila euro per Autilio, 13mila per Carelli, 4mila per l’ex governatore Vito De Filippo, 19mila per Prospero De Franchi, 18mila per Antonio Di Sanza, 17mila euro per Roberto Falotico, 10mila per Gaetano Fierro, 9mila per Antonio Flovilla, 9mila per Vincenzo Folino, 8mila per Sergio Lapenna, 3mila per Innocenzo Lo Guercio, 5mila per Agatino Mancusi, 14mila per Rosa Mastrosimone, 5mila per Franco Mattia, 2mila per Franco Mollica, 3mila per Michele Napoli, 20mila per Giacomo Nardiello, 2mila per Nicola Pagliuca, 7mila per il neo-presidente regionale Marcello Pittella, 3mila per Antonio Potenza, 15mila per Adeltina Salierno, 9mila per Donato Paolo Salvatore, 25mila per Vincenzo Santochirico, 15mila per Luigi Scaglione, 4mila per Emilia Simonetti, 35mila per Gennaro Straziuso, 11mila per Rocco Vita e 7mila per Vincenzo Viti. «L’invito a dedurre», così si chiama tecnicamente l’atto che la Procura contabile ha fatto notificare ai consiglieri, risale a gennaio. Alcuni consiglieri sono riusciti a fornire giustificazioni per alcune spese e le contestazioni sono state ridotte. Ma di poco. È il caso di Emilia Simonetti: aveva pagato poco più di mille euro per trasformare una ricerca sul mondo del lavoro in un libro. Il pm contabile lo aveva considerato uno spreco. Ma non era così: e quella spesa è stata riconosciuta come consentita. La notifica dell’invito a dedurre fu accompagnata da un generico comunicato stampa. Che non faceva alcun cenno al fatto che l’inchiesta era partita da un esposto anonimo (il pm contabile lo definisce «specifico e concreto»). «Al di là dei profili penali - precisa il magistrato contabile riferendosi all’inchiesta della Procura della Repubblica denominata «Rimborsopoli» - in questa sede ci si deve MAGISTRATO Il procuratore regionale contabile Michele Oricchio ha depositato l’atto di accusa per i rimborsi dei consiglieri regionali di Basilicata. Ritiene che ci sia un danno all’erario di circa 300mila euro [foto Tony Vece] soffermare sull’inesistenza di alcun nesso di causalità fra le spese contestate, e per le quali si era ottenuto il rimborso attraverso un meccanismo di anticipazioni e successive rendicontazioni, e l’attività rappresentativa svolta. Le indagini del drappello della Guardia di finanza hanno portato ad accertare - secondo Oricchio - che nel periodo in esame oltre 4mila titoli di spesa portati a rimborso non sono riconduvibili all’attività istituzionale, con l’ovvia conseguenza che non possono essere inseriti nella categoria delle spese di rappresentanza e non sono rimborsabili, a differenza di quanto è avvenuto». L’esame della documentazione acquisita, sostiene il procuratore Oricchio, «ha portato all’emersione di un diffuso malcostume amministrativo». Solo quattro consiglieri non sono incorsi immediatamente nell’abuso rilevato: Maria Antezza, Erminio Restaino, Vincenzo Ruggiero e Antonio Tisci. A Di Lorenzo venivano contestate spese per 900 euro. Ma il procuratore ha i suoi conti in regola e ha archiviato la posizione dell’ex consigliere regionale. Ora saranno i giudici della Corte dei conti a valutare il danno erariale. E il processo penale va verso la decisione Verdetto Gup nella prossima settimana Ultime udienze per il procedimento sui rimborsi «scroccati» in Consiglio regionale RIMBORSI Indagini sulla Regione l Le udienze della settimana prossima potrebbero essere le ultime prima della camera di consiglio. Rimborsopoli va verso la decisione del gup. I politici indagati, lo ricordiamo, sono Vito De Filippo (governatore dimissionario e attuale sottosegretario alla Sanità), Vincenzo Santochirico (Pd, ex presidente del Consiglio regionale), Antonio Autilio (Idv), Nicola Benedetto (Democratici di centro), Luca Braia (Pd), Paolo Castelluccio (Pdl), Giuseppe D’Alessandro (Pd), Pasquale Di Lorenzo (Fli), Antonio Di Sanza (Pd), Roberto Falotico (Udc), Antonio Flovilla (Udc), Innocenzo Loguercio (Psi), Agatino Mancusi (Udc), Attilio Martorano (ex assessore esterno), Rosa Mastrosimone (Idv), Franco Mattia (Pdl), Vilma Mazzocco (Democratici di centro), Francesco Mollica (Udc), Michele Napoli (Pdl), Giacomo Nardiello (Sel), Nicola Pagliuca (Pdl), Mariano Pici (Pdl), Marcello Pittella (Pd), Antonio Potenza (Popolari uniti), Pasquale Robortella (Pd), Vincenzo Ruggiero (La Destra), Donato Paolo Salvatore (Psi), Luigi Scaglione (Popolari uniti), Alessandro Singetta (ex Api), Antonio Tisci (Pdl), Mario Venezia (Fratelli d’Italia), Rocco Vita (Psi), Vincenzo Viti (Pd). Coinvolti anche imprenditori e professionisti: Donata Santoro, Antonio Sanrocco, Rosa Amoroso, Serena Marino e Francesco Marino. L’accusa: «Peculato». Secondo la Procura «hanno scroccato i rimborsi al consiglio regionale della Basilicata». Il pubblico ministero Francesco Basentini ha chiesto il rinvio a giudizio per 37 dei 38 indagati. L’ex assessore regionale alla Sanità, Attilio Martorano, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato. La Regione si è costituita parte civile (per il tramite degli avvocati Pasquale Golia e Maurizio Roberto Brancati). E ha creato una situazione inedita: l’ente contro se stesso. Chi ha firmato la richiesta è la giunta uscente, ovvero presidente e assessori che risultano tra gli imputati. Per loro non c’è costituzione di parte civile. Il gup ha ammesso la richiesta per tutti gli imputati, tranne che per coloro che hanno votato la delibera che dava mandato all’ufficio legale regionale di preparare la richiesta di costituzione di parte civile. La nuova giunta non ha fatto lo stesso. E ora per De Filippo e i suoi assessori non c’è richiesta di risarcimento del danno da parte della Regione. La costituzione di parte civile però potrà essere presentata alla prima udienza del dibattimento, se il giudice dovesse decidere per il rinvio a giudizio. [f. a.] L’INCHIESTA Raffica di convocazioni dalla Guardia di finanza Sentiti i collaboratori dell’ex governatore l Alcuni collaboratori dell’ex presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo sono stati sentiti ieri pomeriggio dalla Guardia di finanza di Potenza come «persone informate sui fatti». C’è una nuova inchiesta sui rimborsi. Questa volta nel mirino c’è l’ufficio di presidenza della giunta. L’ufficio era finito già nella bufera durante l’inchiesta «Rimborsopoli» per la questione dei francobolli dell’ex presidente Vito De Filippo. I francobolli non li comprò direttamente il presidente. Si trattava di poco più di 3mila euro in francobolli con ricevute fiscali che gli investigatori hanno definito «anomale» e senza intestazione. Tra le 48 schede informative dell’inchiesta sui rimborsi «a go go» del consiglio regionale di Basilicata - compilate dai carabinieri e dagli investigatori della Guardia di finanza - finì in Procura anche quella del governatore dimissionario Vito De Filippo. I suoi rimborsi - secondo gli investigatori - sono tutti in regola. Tranne quei 3mila euro in francobolli. Le ricevute messe a rimborso da De Filippo - secondo gli investigatori della Guardia di finanza contengono delle anomalie e provengono da tre tabac- GDF Finanzieri alla Regione cherie di Potenza. In una di queste il presidente - o chi per lui - nel 2011 risulta aver acquistato 2.300 euro di valori bollati. Ma secondo i militari delle Fiamme gialle - la tabaccheria «risulta essersi approvvigionata con acquisti di francobolli effettuati da Poste italiane per euro 1.200». Gli investigatori giungono a queste conclusioni: «Oltre a rilevarsi l’irregolarità relativa alla mancata intestazione al cessionario (ovvero al presidente De Filippo, ndr) delle ricevute sulle presunte vendite di francobolli (la legge regionale prevede che tutta la documentazione giustificativa delle spese debba essere intestata al consigliere che chiede il rimborso, ndr), si rileva, di tutta evidenza, la sproporzione tra i francobolli acquistati e quelli ceduti». Il dato di cui tengono conto però gli investigatori è che la tabaccheria non è stata in grado di fornire alcun documento inerente a possibili giacenze. I francobolli in più potevano essere giacenze di magazzino? L’udienza preliminari di «Rimborsopoli» per De Filippo si basa su questo. Dopo poco è finito sotto accusa anche uno stretto collaboratore di De Filippo. E ora una raffica di convocazioni negli uffici della Guardia di finanza preoccupa i collaboratori dell’ex gover natore. RASSEGNASTAMPA POTENZA CITTÀ I V Mercoledì 30 aprile 2014 IL CASO IL PROTAGONISTA In passato tentò di acquistare la squadra del Potenza calcio RICONOSCIMENTO DI PATERNITÀ DNA I giudici hanno dato incarico a un genetista di effettuare la comparazione del Dna l Imprenditore in Olanda con un occhio puntato su Potenza. E sul calcio potentino. Nel 2010 cercò di comprare il Potenza Sport club. Dopo i primi contatti con Giuseppe Postiglione, però, non se ne fece nulla. Alcune stagioni fa, poco prima della fusione tra Fc Potenza e Asc Potenza siamo tra il 2002 e il 2004 - Narcisi ebbe anche contatti con entrambi i sodalizi per un suo eventuale ingresso nel calcio potentino. Non se ne fece nulla neanche allora. Allora si parlò addirittura di un suo intervento economico a salvaguardi dell’Fc Potenza, soldi che non sarebbero mai stati restituiti al mittente. Ma di cosa si occupa Angelo Narcisi? Di lui si sa molto poco se non che abita a Den Haag in Olanda e che le sue attività sono tutte domiciliate in Lussemburgo. CALCIO Narcisi voleva comprare il Potenza Sport club . Un ex paradiso fiscale nel quale molti imprenditori cercavano di allentare la pressione economica sui propri beni scegliendolo come sede legale delle proprie attività. Narcisi è proprietario di una società impegnata nell’import export di ogni sorta di merce. Ora, quel bimbo lasciato alle suore dell’orfanotrofio di Bari 56 anni fa, gira il mondo. Imprenditore riesumato «Quell’uomo è mio padre» I giudici della Corte d’appello di Potenza hanno disposto l’esame del Dna FABIO AMENDOLARA l L’unico modo per stabilire «con altissima probabilità» la paternità è l’esame del Dna. Per questo i giudici della Corte d’appello di Potenza hanno stabilito la riesumazione della salma di Giovanni Venneri, imprenditore potentino molto noto in città, morto alcuni anni fa. A chiedere il riconoscimento di paternità è Angelo Narcisi, 56 anni, imprenditore che ha fatto fortuna prima in Belgio e ora in Olanda. Ha avviato la causa per il riconoscimento della paternità - una quindicina di anni fa per poter portare il cognome di quell’uomo sposato che, nel 1958, stando a quanto ricostruiscono i legali di Narcisi - gli avvocati Raffaele Tripputi e Giovanni Arcieri nell’atto con cui hanno istruito il procedimento - ebbe una relazione con una donna, dalla quale nacque Angelo. I primi anni in orfanotrofio a Bari, poi ad Andria. L’adolescenza a Venosa e Avigliano. Fu Venneri - si legge negli atti - a svelare ad Angelo che era suo figlio. Le visite negli istituti erano saltuarie. Poi sempre più assidue. Venneri GIUDICI La Corte d’appello ha disposto la riesumazione della salma dell’imprenditore e Narcisi continuarono a sentirsi e vedersi nonostante la distanza. Narcisi cercò fortuna all’estero. Ma scriveva e telefonava. E spesso tornava a Potenza per incontrare quell’uomo che gli aveva detto di essere suo padre e che gli aveva promesso - sostiene Narcisi - che un giorno gli avrebbe dato finalmente il suo cognome. L’iter giudiziario è stato molto tormentato e in alcune occasioni è sconfinato anche nel penale. In primo grado, dopo undici anni di causa, il Tribunale ha dichiarato Angelo Narcisi figlio naturale di Venneri. La Corte d’appello ora ha disposto la riesumazione della LAURIA INCIDENTE SUL LAVORO IERI POMERIGGIO. VIGILI DEL FUOCO ALL’OPERA PER RIMUOVERE IL MEZZO Betoniera finisce fuori strada Autista ferito a una gamba l La betoniera si è poggiata su un fianco, poi è rotolata per la scarpata - circa dieci metri di dislivello - ed è tornata sulle quattro ruote. Un giro completo. Che è costato tanta paura e una gamba rotta all’autista, un uomo di Lauria di 59 anni, dipendente di un’impresa che produce calcestruzzo. Verso le 17.30 di ieri l’autista stava andando verso il deposito dei mezzi da lavoro della ditta di calcestruzzo. All’uscita dello svincolo di Lauria sud, Galdo, sulla statale 19 delle Calabrie, ha imboccato la strada del cantiere: una strettoia in terra battuta. Secondo una prima ricostruzione la betoniera sarebbe entrata con le ruote in una cunetta. Sarebbe questa la causa del ribaltamento. La betoniera - che i soccorritori hanno definito una «betopompa» - si è ribaltat prima su un fianco. È probabile che il peso della betoniera abbia fatto cedere il terreno. La cunetta sarebbe a quel punto un po’ franata. E la «betopompa» - mezzo da lavoro particolarmente pesante potrebbe essere finita giù. Sul posto è intervenuta la polizia stradale di Lagonegro. Necessario anche lintervento dei Vigili del fuoco di Lauria che hanno riportato il mezzo sulla strada. In serata però la «betopompa» era ancora sul luogo dell’incidente. Per portarla via sarà necessario l’impiego di un mezzo speciale che, con molta probabilità, arriverà non prima di domani mattina. Gli operatori sono stati impegnati per oltre tre ore. L’in- tervento non è stato semplice. E non è ancora concluso. L’uomo percorreva quella strada quotidianamente. È strano quindi che non abbia previsto i pericoli presenti sulla strettoia. Ecco perché tra i presenti si era fatta l’ipotesi del presunto cedimento della cunetta. L’autista potrebbe non aver visto la cunetta - la strada non è illuminata - ma potrebbe anche non aver preso bene le misure. La betoniera è uscita quindi di strada, ha fatto un giro completo su se stessa, cadendo nella scarpata. L’autista è stato sbalzato fuori dall’abitacolo. È stato soccorso e portato in ospedale a Lagonegro in eliambulanza. La polizia stradale sta cercando di ricostruire con precisione la dinamica. [p. p.] salma di Venneri. Narcisi l’aveva chiesto già in primo grado, ma i parenti di Venneri si erano opposti. Scrivono i giudici della Corte d’appello (presidente Ettore Nesti, a latere Rocco Pavese e Cataldo Collazzo): «Considerato che nel giudizio diretto a ottenere la dichiarazione giudiziale della paternità naturale deve escludersi la necessità di consenso dei congiunti per l’espletamento della consulenza tecnica sul Dna della persona deceduta, non essendo configurabile un loro diritto soggettivo sul corpo di quest’ultima, in quanto non è previsto da alcuna disposizione normativa il loro consenso per accertamenti per finalità di giustizia». E ancora: «In particolare - scrivono i giudici - il regolamento di polizia mortuaria prevede che le salme possano essere esumate per ordine dell’autorità giudiziaria». I giudici spiegano di ritenere «necessario» ai fini della decisione l’esame del Dna. È per questo che hanno disposto la riesumazione della salma di Venneri e hanno nominato un consulente tecnico. Sarà un genetista a stabilire se Narcisi è il figlio di Venneri. le altre notizie POTENZA DROGA E FURTO DI ENERGIA Un giovane arrestato dai carabinieri n Rubava l’energia nella casa in cui era detenuto agli arresti domiciliari. Non solo: aveva trasformato l’abitazione in «un piccolo bazar», così lo definiscono i carabinieri, per lo spaccio di stupefacenti. Un uomo di 30 anni è stato arrestato dai carabinieri a Potenza con le accuse di spaccio di droga e furto di energia elettrica. L’uomo aveva in casa, in contrada bucaletto, circa 20 grammi di droga. I militari hanno accertato che la casa – dove l’uomo fino a dieci giorni fa era detenuto agli arresti domiciliari - era allacciata abusivamente alla rete elettrica. Il consumo non pagato ammonta a circa 4mila euro. I militari dell’aliquota operativa hanno individuato il posto in cui il giovane occultava un piccolo «bazar» di sostanze stupefacenti. infatti il pusher era in possesso di diverse tipologie di droga suddivise in dosi, «destinate - sostengono i carabinieri - a soddisfare le svariate esigenze degli avventori». SERVIZIO SANITARIO REGIONALE BASILICATA AZIENDA SANITARIA LOCALE DI POTENZA BANDO DI GARA PER ESTRATTO Si rende noto che nei termini di legge sarà esperita dall’Azienda Sanitaria Locale di Potenza, con sede in Potenza alla Via Torraca, 2, in esecuzione della delibera n. 157 del 25/03/2014, una procedura aperta ai sensi del D.Lgs 12 aprile 2006, n. 163, e s.m.i., per l’affidamento della fornitura in modalità “service” di sistemi per infusione, occorrenti alle UU.OO. aziendali, ripartita nei lotti sottoindicati, e per le spese presunte annue, Iva esclusa, poste a base d’asta, riportate a fianco di ciascuno: Lotto 1 n. 9 Pompe di infusione (pompe siringa) - € 65.000,00 C.I.G. [5678400BE8]; Lotto 2 n. 3 Pompe volumetriche - € 40.000,00 C.I.G. [567840500C]; Lotto 3 n. 35 Pompe di infusione (pompe siringa) - € 160.000,00 C.I.G. [56784071B2]; Lotto 4 n. 8 Pompe volumetriche per rianimazione € 50.000,00 C.I.G. [56784136A4]; Lotto 5 n. 18 Pompe volumetriche a doppia via € 185.000,00 C.I.G. [56784136A4]. La durata della fornitura è stabilita in anni tre, con opzione di rinnovo per anni 2. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs 163/2006 e s.m.i. Termine perentorio per la presentazione delle offerte: ore 13,00 del giorno 05/06/2014. Per i termini, condizioni e requisiti dei concorrenti, si rinvia ai documenti di gara disponibili sul sito Web: www.aspbasilicata.net sezione concorsi - bandi - atti. Il bando di gara è stato trasmesso in data 16/04/2014, per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee. IL DIRETTORE GENERALE DR. MARIO MARRA Per la pubblicità su BARI: 080/5485111 - BARLETTA: 0883/531303 FOGGIA: 0881/772500 - LECCE: 0832/314185 TARANTO: 099/4532982 - POTENZA: 0971/418536 RASSEGNASTAMPA VI I POTENZA CITTÀ BUCALETTO EMERGENZA AMBIENTE Mercoledì 30 aprile 2014 RESIDENTI IN PRIMA LINEA Diverse le segnalazioni senza risposte fatte dai cittadini all’amministrazione comunale, alla Polizia Municipale e all’ Ufficio Sanitario PERICOLI PER LA SALUTE PUBBLICA Nell’area si trovano rifiuti di ogni genere compresi pezzi di eternit, oltre a ratti, topi, cani randagi ed insetti che nidificano Da bar a pattumiera del quartiere Dopo lo smantellamento del prefabbricato l’area è diventata una discarica SANDRO MAIORELLA IMMAGINI ELOQUENTI DEL DEGRADO DELL’AREA l Una volta era un bar, anche molto frequentato, oggi è diventata una sorta di discarica a cielo aperto dove puoi trovare di tutto. La fotografia più nitida e reale dello stato di abbandono in cui versa la Cittadella di Bucaletto, sempre più un «corpo» a parte rispetto al resto del capoluogo. A nulla sono valse le segnalazioni fatte dai cittadini che hanno chiamato in causa amministrazione, Polizia Municipale e Ufficio Sanitario. A quattro mesi è più dallo smantellamento del prefabbricato che fungeva da bar la situazione è al limite della sopportazione come denunciano i membri dell’Associazione «La Nuova Cittadella» decisamente amareggiati per questo trattamento. «È assurdo - ha commentato Angelo Quaratino, membro del direttivo - che nessuno faccia niente. Eppure il problema è ben noto considerato che abbiamo presentato diverse segnalazioni agli organi competenti e che ci sono stati sopralluoghi in loco anche da parte della Polizia Municipale». In effetti basta uno sguardo per capire quanto sia grave la situazione. «Dopo lo smantellamento del prefabbricato-bar - ha spiegato Quaratino c’è stata una pulizia dell’area molto superficiale tanto che all’interno del perimetro si può trovare di tutto, compresi pezzi di eternit che facevano parte della struttura del bar. Per non parlare degli dei topi che corrono tra l’immondizia, dei randagi che l’hanno fatta diventare la loro casa, degli insetti che nidificano tra i rifiuti». Una situazione limite a pochi metri da abitazioni e attività commerciali. «È intollerabile che non si faccia nulla. Il pericolo è costante per chi abita nella zona, per i bimbi che giocano a ridosso di questa struttura e rischiano di farsi male in ogni momento. Chiediamo un intervento urgente di pulizia dell’area, di bonifica della stessa altrimenti lo faremo noi a modo nostro. Siamo pronti anche a rivolgerci al Prefetto di Potenza per avere garanzie ne va dell’incolumità e della salute delle persone». Chiedono attenzione i residenti della Cittadella stanchi di essere ignorati anche su questioni di una certa urgenza che mettono a rischio la salute pubblica. LA RICHIESTA «Vogliamo che si provveda alla pulizia e alla bonifica dell’area» TAM TAM Una battaglia dei cittadini contro l’indifferenza . Da Macchia Romana e Murate grido di dolore verso i futuri eletti di PASQUALE LAURENZANA * D RIFIUTI L’area dell’ex bar diventata una discarica a cielo aperto a qualche giorno nella nostra città si parla di un argomento scottante, un problema che oggi è diventato una rappresentazione teatrale drammatica, prima era solo una fiction cittadina (visto che si protrae da 30 anni); questa mia, mi permetta di chiamarla lettera aperta, è e vuole essere un tam tam, per richiamare all'unione tutti i diretti interessati per fare tutto ciò che la legge e "non legge" ci permette contro delle decisioni ingiuste a solo danno degli abitanti dei quartieri "Macchia Giocoli e Rione Murate". È giunto il momento di tagliare quel crine di cavallo che sostiene la spada di Damocle sulle teste dei nostri signori governanti, e sì, amici di Macchia Giocoli e di Murate, è arrivato il momento in cui bisogna unirsi ma "con coraggio" ed affrontare l'ultimo atto di questa guerra che ormai dura da moltissimi anni..... Ascoltando le voci della strada, ascoltando in giro nel nostro quartiere, mi sono reso conto ancora una volta (ma lo sapevo già, solo che volevo illudermi del contrario) di quanto servilismo ancora serpeggia, di quanti interessi nascosti ancora ci sono, sono allibito, sentendo che c'è ancora gente che tenta di sdrammatizzare la situazione defilandosi da ogni tipo di azione venga promossa contro i nostri illustri Politici, guidati a loro volta, dal potere dei Sig. Dirigenti che risiedono negli uffici comunali; sono allibito vedendo che c'è ancora gente che aspetta in finestra il "Portabandiera" del quartiere, si sentono affermazioni del tipo: "ma si, vedrai che non possono fare niente,... ma figurati se possano fare una azione del genere,.. ma dai, inutile fare questa cosa, tanto non si risolve il problema,... io non pago, che venissero a prendersi la casa,... io pago perchè bisogna finirla,... è inutile consegnare, è da imbecilli consegnare le schede elettorali..... ecc. ecc". E questi commenti sono sempre gli stessi da 30 anni. Io (e parlo di me senza fare nessun riferimento ad altri) la casa, la mia casa, l'ho pagata con soldi guadagnati col sudore, con privazioni continue, e non ho nessuna intenzione di regalarla ai nostri bravi Governanti, avrei voluto chiudere la par- tita anni addietro, quando vi era la possibilità di raggiungere accordi giusti, ma purtroppo la collettività "spesso guidata male" non lo ha permesso, oggi ci troviamo in una situazione che oltre ad essere ridicola per la durata, è pericolosa (grazie alle leggi e alle leggerezze di chi ha giudicato, senza rendersi conto che magari ha giudicato negativamente coloro che sono stati vittime di situazioni e di interessi privati lucrosi, come mai a distanza di tempo in una zona, una volta agricola, oggi c'è una espansione rurale quasi di lusso? ...forse perchè quelle vittime hanno fatto da capro espiatorio?)... pericolosa perchè ci sono i paladini della legge che essendo dotati di paraocchi, stanno lì ad aspettare il via per la corsa al podio di tutori della legge... e sono quelli più ignoranti, quelli che non hanno cuore, quelli che non hanno sentimenti, sono quelli dal corpo freddo, sono quelli che si nascondono dietro alla frase "ma questa è la legge"... A noi la casa non è stata regalata "come in altre zone della città". A noi ci hanno costretto a costruire nelle zone scelte da quei dirigenti che guidano i vari politici.... noi siamo quelli che comunque hanno pagato senza discutere le opere urbane realizzate (tra l'altro in modo maldestro "vedi le fogne, i marciapiedi, le illuminazioni, le strade di accesso ecc. ecc.") e oggi chiedono che ripaghiamo per l'ennesima volta le stesse cose?... ripaghiamo quelli che erano e che sono i nostri diritti, diritti che per alcuni sono stati gratis (e mi riferisco ai quartieri confinanti)... Concludo: attiviamoci, tutti, riuniamoci, discutiamo concordiamo insieme una strategia utile alla difesa dei nostri diritti e delle nostre case, c'è chi ha lanciato la proposta di consegnare le schede elettorali, io concordo in pieno e aggiungo, cerchiamo di essere presenti tutti ai vari comizi che tra un pò si terranno per le elezioni, e fare azione di disturbo/protesta, per strappare loro una promessa per la risoluzione del problema.... Bisogna gridare in faccia a tutti quelli che si presentano che la percentuale dei votanti diminuirà e che si inizia la battaglia finale dove soprattutto loro "futuri amministratori" non avranno vita facile. [* cittadino e residente di questa città] RASSEGNASTAMPA POTENZA E PROVINCIA I VII Mercoledì 30 aprile 2014 INQUINAMENTO ALLARME Allarmanti i dati dei campionamenti effettuati dall’associazione Punto Zero in alcune abitazioni della città SALUTE PUBBLICA ANALISI In meno di un anno l’associazione ha campionato l’acqua in 12 comuni trovando piccole e grandi anomalie L’ansia scorre dentro il rubinetto Analisi Che fine ha fatto l’acqua più buona di tutta Italia? In una indagine condotta nel 2009 da Altroconsumo l’acqua del rubinetto di Potenza risultò al primo posto nella classifica delle acque potabili dei capoluoghi di Italia, qualificandosi come eccellente a Potenza e Campobasso e in altre otto città del centro-sud. Sempre nel 2009 in Basilicata l’acqua del rubinetto ha avuto addirittura l’onore di una propria etichetta, con la campagna di Acquedotto lucano «L’etichetta dell’acqua del tuo rubinetto», nel corso della quale venne inviato agli utenti di tutti i Comuni lucani un volantino con la descrizione dei valori dei principali componenti chimici, dal calcio al sodio. Ancora, nel 2013, Acquedotto Lucano elogiava la qualità della risorsa idrica lucana, dopo aver eseguito, nel 2012, 6.333 prelievi, contro i 901 controlli annui previsti dalla norma vigente, che hanno portato all’analisi di circa 107.500 parametri chimici e di 16.569 parametri microbiologi. Oggi, dopo i numerosi allarmi lanciati dalle associazioni di cittadini e dopo casi eclatanti come quello di Tito, è lecito chiedersi: ma che fine ha fatto quell’acqua che fu dichiarata la più buona d’Italia? Sos per le risorse idriche anche ad Avigliano Punto Zero: «Tra le sostanze pericolose trovate, idrocarburi, metalli, coliformi» SANDRA GUGLIELMI l AVIGLIANO. Metalli, coliformi, idrocarburi alifatici alogenati e clorurati cancerogeni e non, policiclici aromatici. Èlungo l’elenco delle sostanze potenzialmente pericolose per la salute umana trovate in due campioni prelevati dall’Associazione Punto Zero in altrettante abitazioni private della cittadina gianturchiana e resi noti sabato sera nel corso di un incontro moderato da Francesco Giordano. L’ingegner Silvana Baldantoni, presidente dell’Associazione Punto Zero, Eros Greco, responsabile qualità del progetto Earth G Basilicata ed il tenente della Polizia Provinciale Giuseppe Di Bello hanno snocciolato dati, spiegando come è avvenuto il campionamento da loro stessi effettuato e mostrando risultati di analisi che, seppur non ritenuti ufficiali (sono in attesa di conferma o smentita da parte degli enti regionali deputati al controllo), sono state effettuate da un ente certificato ed inserito nel circuito Accredia, il Laboratorio Sca di Mesagne. «Non vogliamo fare terrorismo – ha esordito Giordano – ma informazione, perché sapere è un diritto di tutti». «In meno di un anno – ha spiegato la Baldantoni - abbiamo campionato, su mandato di privati, l’acqua in 12 comuni ed in tutti abbiamo trovato piccole e grandi anomalie, sostanze che, anche in esigue quantità, nel corso del tempo, possono causare gravissime malattie. I risultati da noi ottenuti, sino ad ora, sono stati sempre confermati». Chissà se Avigliano, tra i comuni sin’ora attenzionati da Punto Zero, farà eccezione. Nonostante l’importante lavoro e le rilevanti scoperte, il cammino dell’associazione e delle indagini sulle acque non è stato semplice ed agevole. «Abbiamo avuto diver- se denunce- afferma Di Bello-, come quella di Tecnoparco Val Basento e quella annunciata dal comune di Tito. Noi, tuttavia andiamo avanti nel tentativo di avere una vera presa di coscienza della collettività, perché la prevenzione e la salute sono una cosa seria». «Ad Avigliano – continua il tenente -, non ci saremmo, sinceramente, mai aspettati di trovare questi valori. Non siamo assolutamente ai livelli di Tito, ma non c’è neppure qui da stare tranquilli. Da dove provengono le sostanze presenti nell’acqua? E’ importante ora ricercare la fonte di quest’inquinamento. Noi abbiamo dato un flash; la palla passa adesso all’amministrazione che dovrà cercare di capire e risolvere il problema». «Non dimentichiamoci – sottolinea - che alcune delle sostanze trovate possono agire direttamente sul dna nelle fasce più deboli della popolazione, come i bambini». «Dobbiamo stare con gli occhi aperti – ha rincarato Greco -, memori anche di quanto avvenuto nella terra dei fuochi. La pubblica amministrazione ha sicuramente colpe enormi per lo stato attuale dell’inquinamento della Regione, ma non sottovalutiamo che ogni singolo cittadino non è immune da mancanze: un cambio d’olio di un trattore, ad esempio, con il liquido versato nel terreno, può inquinare uno specchio d’acqua grande come un campo di calcio per anni; figuriamoci cosa accade in acque statiche come quelle delle falde». «La presa di coscienza colletiva è indispensabile – conclude –per tutelare noi, i nostri figli ed i nostri nipoti». «Abbiamo immediatamente attivato – ha detto l’assessore Ivan Santoro, intervenuto a nome dell’amministrazione comunale – tutti i canali affinché si faccia chiarezza sul reale stato dell’acqua che scorre dai rubinetti degli aviglianesi e siamo in attesa dei dati dell’Arpab, dell’Acquedotto lucano e dell’Asp. Prima di creare allarmismo cerchiamo di avere certezze. L’amministrazione è pronta a prendere, se fosse verificato l’inquinamento, tutte le iniziative necessarie per tutelare la salute pubblica, senza fare sconti a nessuno. Nel frattempo, tuttavia, io e i miei figli continueremo a bere l’acqua potabile». ACQUA Dati preoccupanti ad Avigliano secondo i campionamenti effettuati da Punto Zero [g.lag.] POTENZA IL SEI MAGGIO CONVOCATO UN TAVOLO TECNICO CON LA REGIONE E LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE «L’Arpab controlla tutti i giorni la qualità dell’acqua nei comuni» GIOVANNA LAGUARDIA ‘‘ CAMPIONAMENTI Vita: «Bisogna verificare le procedure di campionamento e di analisi dei campioni» l Il sei maggio prossimo sarà convocato un tavolo tecnico alla Regione con l’Arpab e le associazioni ambientaliste per fare il punto sulla questione acqua, dopo i risultati allarmanti dei campionamenti effettuati dai volontari (prima del caso di Avigliano c’è da ricordare quello, eclatante, di Tito). Nel frattempo l’Arpab continua a tenere sotto monitoraggio costante l’acqua potabile. Lo assicura il direttore generale Raffaele Vita. «Stiamo controllando tutti i giorni in tutta la Basilicata. Abbiamo fatto analisi anche ad Avigliano e torneremo a campionare anche a Tito. Il nostro lavoro, del resto, è controllare la qualità dell’acqua fornita da Acquedotto lucano. Quando riscontriamo dei valori che non sono nella norma lo comunichiamo all’Asp che emette i relativi provvedimenti». Intanto, però, i campionamenti effettuati in vari comuni dalle organizzazioni di volontariato preoccupano non poco i cittadini. «Il sei maggio prossimo - commenta Vita - su nostra sollecitazione, si riunirà un tavolo tecnico che vedrà la presenza dell’assessorato regionale dell’Arpab e delle associazioni ambientaliste. Il vero problema è valutare la metodologia con cui questi campionamenti vengono effettuati, perché il campionamento è una fase delicatissima di una indagine di questo genere e c’è bisogno di personale altamente specializzato. Per quanto riguarda l’Arpab, oggi i nostri laboratori sono assolutamente all’avanguardia, le procedure concordate con l’Istituto superiore di Sanità e il personale espertissimo. Questi incontri sono importanti per garantire la massima trasparenza ai cittadini e per questo motivo personalmente mi auguro che sia aperto anche alla stampa, anche se, non essendo in casa Arpab non sono io a decidere». POTENZA SIGILLI ANCHE ALLA STRUTTURA CHE LI OSPITAVA, SITUATA PROPRIO IN CITTÀ, PER MANCANZA DEI REQUISITI IGIENICO SANITARI PREVISTI DALLA LEGGE Il Corpo Forestale ha sequestrato nove cavalli le altre notizie AGRICOLTURA Eletti i nuovi Gli animali non avevano la documentazione necessaria. In corso le indagini per accertare la provenienza vertici Agia-Cia l Nove cavalli sequestrati in piena città, a Potenza, dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato e dai veterinari dell’Asp, perchè considerati di «dubbia provenienza» o perchè la loro documentazione risultava incompleta. Gli animali si trovavano in una struttura in una zona periferica della città capoluogo, anch’essa sottoposta a sequestro. Secondo quanto riscontrato dagli agenti della Forestale durante un controllo, infatti, la stalla dove erano custoditi gli animali non era idonea ad ospitare degli equini in base alle norme di legge attualmente vigenti, perchè priva di spazio sufficiente, priva di illuminazione e con un’aerazione insufficiente a garantire il benessere degli animali che vi si trovavano dentro. Per quanto riguarda i nove cavalli, invece, la Forestale ha accertato diverse violazioni alle leggi che riguardano l’anagrafe equina e la sanità animale. Secondo quanto si è potuto apprendere, infatti, alcuni dei cavalli non avevano il relativo «passaporto», un documento divenuto obbligatorio per legge dal 2007 e che, insieme al relativo microchip impiantato nel collo, serve ad identificare ogni equide e ad iscriverlo nell’apposita anagrafe dell’associazione allevatori. In mancanza di tale documento un cavallo viene considerato «di dubbia provenienza». Per altri animali la documentazione non era comunque completa mentre in altri casi ancora era la documentazione sanitaria a non essere in regola. Il possessore dei cavalli, un uomo di Potenza, è stato denunciato in stato di libertà alla magistratura. Intanto proseguono le indagini del Corpo Forestale dello Stato per verificare la provenienza degli animali sequestrati, per capire come sono arrivati a Potenza e come mai la documentazione ritrovata era incompleta. [f.a.] n Rudy Marranchelli, imprenditore ortofrutticolo di Rotondella, titolare di un’azienda di circa 100 ha, è il nuovo presidente regionale dell’ Associazione giovani imprenditori agricoli (Agia-Cia). L’ufficio di presidenza eletto si completa con due vice presidenti: Chiara Gerardi, di Avigliano, titolare di un’azienda avifaunistico-zootecnica e Giuseppe Pricolo, di Grumento Nova, titolare di un’azienda con circa 150 capi bovini da latte. RASSEGNASTAMPA VIII I POTENZA E PROVINCIA Mercoledì 30 aprile 2014 SAN NICOLA DI MELFI AI PROFESSIONISTI ILLUSTRATA LA STORIA DELLA FABBRICA COMINCIATA CON LA «PUNTO» Settanta ingegneri lucani in visita alla Fiat entusiasti delle linee di produzione «Mirate a ridurre l’affaticamento del lavoratore» ALESSANDRO BOCCIA INGEGNERI LUCANI IN VISITA ALLA FIAT In alto l’arrivo dei professionisti in bus allo stabilimento di Melfi l E’ durata più di tre ore la visita di settanta ingegneri lucani, la prima in assoluto, allo stabilimento Sata di San Nicola di Melfi. Ad accogliere ieri mattina i professionisti, per lo più ingegneri meccanici, partiti in pullman da Potenza, c’era il direttore della Sata, Sebastiano Garofalo, che ha illustrato la storia della fabbrica lucana cominciata con la produzione della «Punto» negli anni Novanta. Il tour è poi proseguito all’in- terno dello stabilimento con la visita ai nuovi reparti di recente sottoposti ad interventi di ristrutturazione in vista della produzione della «Renegade», la piccola Suv del marchio Jeep del nuovo gruppo Fiat Chrysler Automobilies, che rappresenta il primo progetto Usa ma di costruzione italiana e che troverà pieno regime produttivo a Melfi insieme al «crossover» Fiat «500X». L’iniziativa, che rientra nell’offerta formativa che l’Ordine degli ingegneri di Potenza riserva ai propri iscritti, si è dimostrata un POTENZA GRAZIE A DUE BORSE DI STUDIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO momento di grande valenza formativa per i professionisti lucani. «E’ stato per noi un grande privilegio; la Fiat ci ha concesso un’occasione unica per visitare un’azienda all’avanguardia – ha commentato il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Potenza, Egidio Comodo- ora la speranza è che ci sia una maggiore collaborazione tra il nostro Ordine ed il gruppo. In futuro auspichiamo, infatti, l’introduzione di nuove metodiche di collaborazione tra il mondo della produzione e dell’università così da individuare percorsi di studio e specializzazione che favoriscano l’occupazione dei nostri laureati». Quanto alle nuove linee di produzione, i settanta ospiti si sono detti entusiasti. «Si tratta di linee di produzione – ha spiegato Comodo - assolutamente innovative dove l’elemento che ci ha maggiormente colpito è l’aspetto dello studio ergonomico, cioè il tentativo di ridurre al minimo l’affaticamento del lavoratore, dimostrando quindi un’attenzione mirata al dipendente». POTENZA FP CGIL SU DON UVA, AIAS E CLINICA LUCCIONI «La sanità privata Giovani laureati a servizio delle Pmi nei distretti industriali è in apnea Per sfruttare le opportunità con i processi di digitalizzazione e la Regione è assente» l Due borse di studio dalla Cciaa di Potenza per laureandi e neolaureati in grado di aiutare le Pmi dell’artigianato e dell’agroalimentare a sfruttare le opportunità attraverso processi di digitalizzazione. Iniziativa di Unioncamere e Google e il patrocinio del Mise. Il Bando è online La Camera di Commercio di Potenza è tra gli Enti camerali aderenti all’iniziativa di sistema «Sostegno alla digitalizzazione dei distretti e delle eccellenze del Made in Italy», finalizzata a sostenere le Pmi operanti nei distretti industriali o, comunque, specializzate in produzioni di eccellenza. L’iniziativa, che è parte del progetto di Google «Made in Italy: Eccellenze in Digitale», ha il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico e si inserisce all’interno della campagna e-Skills for jobs della Commissione Europea. Il progetto prevede la formazione di laureandi o neolaureati (due per ogni territorio interessato) che dovranno dimostrare di avere competenze di economia, marketing e management, competenze digitali orientate al web marketing e avere conoscenza della lingua inglese, del territorio e del contesto economico-sociale dell’area nella quale si candideranno a operare. I giovani selezionati riceveranno una borsa di studio di 6 mila euro e, dopo un percorso formativo realizzato da Google e Unioncamere, in collaborazione con l’Agenzia Ice, aiuteranno le imprese dei territori a sfruttare le opportunità offerte dal web per far conoscere, nel mercato interno e a livello internazionale, le eccellenze del Made in Italy. Dopo il training formativo, i ragazzi selezionati faranno base nelle Camere di Commercio che aderiscono all’iniziativa. Il bando completo è disponibile sul sito www.unimercatorum.it. Le iscrizioni potranno effettuarsi solo online con form disponibile al seguente link: ht- tp://www.unimercatorum.it/eccellenze-in-digitale/. «Uno degli obiettivi per le Pmi del nostro territorio è quello di aumentare il grado di internazionalizzazione, agendo sulla leva delle competenze digitali e sulle potenzialità del canale e-commerce, ambiti che ci vedono penalizzati rispetto ai concorrenti internazionali dichiara il presidente della Cciaa potentina, Pasquale La- morte -. Al contempo, il progetto dà risposte concrete ai giovani che su questi ambiti sono dei forti acceleratori dei processi e possono mettere a servizio delle Pmi conoscenze e competenze acquisite». I settori su cui i borsisti opereranno, nel potentino, sono l’artigianato e l’agroalimentare, nello specifico nel segmento di vino, olio e acqua minerale. PICCOLE E MEDIE IMPRESE Sostegno alle Pmi dalla Camera di commercio di Potenza POTENZA CON INGRESSO GRATUITO Il 1° maggio in Basilicata saranno aperti musei e aree archeologiche l Il Primo Maggio in Basilicata saranno aperti al pubblico, con ingresso gratuito, alcuni musei ed aree archeologiche: il Parco archeologico di Metaponto di Bernalda, «in seguito agli eventi alluvionali di Ottobre e Dicembre 2013, è parzialmente visitabile». Lo ha reso noto la Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata: saranno aperti i musei archeologici di Melfi, Venosa, Muro Lucano e di Potenza «Dinu Adamesteanu», dell’alta Val d’Agri e il museo archeologico nazionale «Domenico Ridola» di Matera; visitabile a Tricarico la sede espositiva di Palazzo Ducale, il museo archeologico nazionale di Metaponto di Bernalda il museo archeologico nazionale della Siritide, e a Maratea il Palazzo De Lieto. Aperti i parchi archeologici di Venosa e Grumentum, e le aree archeologiche di Policoro e Metaponto. l «Dopo aver per mesi sollecitato più volte la Regione ad intervenire sulla drammatica situazione che stanno vivendo i lavoratori della sanità privata, per affrontare in maniera organica e compiuta tutte le criticità esistenti su Don Uva, Aias e Clinica Luccioni, nel primo incontro tematico convocato ieri sulle Aias di Potenza e di Melfi la Regione Basilicata era completamente assente al tavolo di confronto». Così Roberta Laurino, segretario generale Fp Cgil Potenza. «La Regione, infatti, - prosegue Laurino . ha deciso di scaricare sull’Asp di Potenza il tavolo sindacale ritenendo non necessaria la propria presenza, come se problemi così complessi e critici potessero essere risolti per procura. Si tratta di un fatto gravissimo che ci auguriamo non diventi una nuova “cattiva pratica” considerato che non si può più far finta di non sapere cosa accade in queste strutture che utilizzano risorse pubbliche e offrono, al pari delle strutture pubbliche regionali, assistenza ai cittadini lucani. Sono questioni sulle quali non è più tollerabile il silenzio e l’immobilismo della Regione che consente, di fatto, alle Aias di gestire “a mani libere” un’attività così importante per la salute pubblica al di fuori delle regole ed in violazione dei diritti dei lavoratori». «Oltre alla questione connessa con la mancata corresponsione degli arretrati contrattuali derivanti dal Ccnl, per i quali sono in corso le vertenze davanti alla magistratura, e al cumulo degli arretrati stipendiali in godimento per l’Aias di Potenza, i lavoratori vivono quotidianamente un fortissimo disagio. In particolare, la situazione che vivono i lavoratori dell’Aias di Melfi è diventata ormai davvero insostenibile in quanto, nell’assoluta indifferenza e in spregio alla correttezza nei rapporti con i lavoratori e con le organizzazioni sindacali, si continua a gestire l’associazione senza il rispetto di alcuna norma. «La situazione che vivono i lavoratori dell’Aias di Melfi è diventata insostenibile» FABBRICA LUCANA Gli ingegneri in visita ai nuovi reparti di recente sottoposti ad interventi di ristrutturazione Le altre notizie VILLA D’AGRI SANITÀ Nuova sede per la Guardia Medica n Da oggi nuova sede di Continuità Assistenziale (Guardia Medica) a Villa d'Agri: il servizio si trasferisce dal Plesso Ospedaliero ai nuovi locali di via Roma 22, conservando ilnumero di telefono 0975/312280. POTENZA SINDACATO PENSIONATI Rinviata per maltempo «Non stiamo sereni» n La prima delle iniziative di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil pensionati programmate nell’ambito della campagna di mobilitazione #nonstiamosereni, prevista ieri mattina nell piazzale della Regionea Potenza, è stata rinviata a data da destinarsi, a causa delle avverse condizioni metereologiche. POTENZA COOPERAZIONE Guidotti coordinatore di «Generazioni» n È Vincenzo Guidotti il primo coordinatore di Generazioni Basilicata, coordinamento regionale dei giovani cooperatori Legacoop. Guidotti, 28 anni, della Coserplast di Miglionico, è stato eletto nell'assemblea costitutiva che si è svolta il 28 aprile a Potenza. POTENZA INFORMAZIONI SUI SERVIZI RUOTI SALTA ANCORA IL CONSIGLIO L’azienda sanitaria presente Stanza del sindaco sui social network occupata dall’opposizione l L’Azienda Sanitaria di Potenza è presente sui social network attraverso Twitter e Youtube a entrambi si accede dal sito www.aspbasilicata.it. Accedendo ai due social network si possono avere informazioni sui servizi sanitari dell’Asp, in particolare sul canale Youtube è possibile visionare delle produzioni video sui servizi del Dipartimento Interaziendale di Oculistica (sede Ospedale di Venosa), del Centro di Riferimento Regionale di Chirurgia dell’Obesità (sede Ospedale di Villa D’Agri), del Centro di Riabilitazione Alcologica «Luigi Viola» (sede Ospedale di Chiaromonte). l Il consiglio comunale ancora non si tiene, malgrado l’intervento nei giorni scorsi del prefetto di Potenza e l’opposizione occupa la stanza del sindaco. «Si tratta - dice Ruoti Unita - dell'ennesimo atto di arroganza della maggioranza consiliare in spregio alle normali regole democratiche, che conferma come a Ruoti sia in corso un'emergenza democratica che deve investire le istituzioni intermedie. Per manifestare l'assoluta contrarietà a questo annullamento abbiamo deciso di occupare la stanza del sindaco sperando di sensibilizzare chi di competenza affinchè si ponga fine ad una situazione assurda che stronca il libero dibattito democratico». RASSEGNASTAMPA X I MATERA CITTÀ Mercoledì 30 aprile 2014 PUNTO E A CAPO DI NUOVO INCERTEZZA La Provincia ha sollecitato Potenza sino a ieri non si sapeva ancora E ORA CHE FARÀ LA REGIONE? ma nulla sulla navetta che collega a Palese È scaduto il servizio di bus per l’aeroporto Da Matera a Bari e viceversa, alla fine l’ennesima proroga EMILIO SALIERNO l Oggi scade il servizio di bus navetta dall’aeroporto di Bari Palese a Matera (e viceversa) finanziato dalla Regione Basilicata. È la quarta volta che va in scadenza negli ultimi tempi - ma si è perso, oramai, il conto esatto - e in tutti i casi é stata la Provincia di Matera, dopo aver ricevuto rassicurazioni dalla Regione, ad assumersi l’impegno per la copertura finanziaria. Siamo oggi ad una scadenza, ma non è ancora noto se il servizio potrà continuare. Ci sarà l’ennesima proroga? Lo chiediamo a Franco Stella, presidente della Provincia. «Credo che entro stamane possa arrivare da Potenza l’ok per garantire il servizio. Noi da Matera abbiamo sollecitato e risollecitato in vista della scadenza, ma sino ad oggi (ieri) non abbiamo avuto risposte. Come al solito, la volontà del nostro territorio e degli enti che li rappresentano, rispetto alle necessità di questa parte della Basilicata, cozza contro il muro». Appunto, c’è indubbiamente un problema di fondo legato all’approssimazione con cui sta andando avanti questa vicenda. Non è possibile che si possa andare avanti a colpi di proroghe, senza adottare un provvedimento definitivo, un discorso che vale anche per il collegamento dai centri materani con l’ospedale oncologico di Rionero in Vulture. È evidente che tutto questo rientra nel “capitolo” regionale dei servizi aggiuntivi, che devono essere compresi nella riprogrammazione delle percorrenze sul territorio lucano. La Regione Basilicata ha fatto sapere, in più occasioni, di non poter sostenere ulteriori costi, ma intanto deve dare risposte agli utenti e perciò dovrebbe tornare ad assicurare il servizio, al- meno così si spera. Sulle continue incertezze e sui conseguenti «tira e molla» relativi alla conferma del servizio si è pronunciato, nei mesi scorsi, anche la Camera di commercio ed in particolare il segretario generale Luigi Boldrin: «Non vogliono più garantire la navetta a causa dei pochi passeggeri che ne usufruiscono? Avrebbero ragione se ci fossero le condizioni per utilizzare quei bus nel modo migliore, se ci fossero più corse e non quelle presenti ad orari assurdi. Ma così non è». La possibilità di azzerare il servizio per l’aeroporto è oramai una costante, eppure viene ribadito in continuazione che il turismo in Basilicata è soprattutto Matera. Come si possa arrivare a Matera, da Bari, se quel servizio cessasse, in considerazione anche del fatto che qui non c’è una stazione delle Fs, qualcuno dovrebbe spiegarlo. Senza soffermarsi sulla qualità del collegamento delle Fal. Si parla di nuove opportunità per Matera, di capitale della cultura per il 2019, eppure si sta ancora a discutere su uno dei pochi mezzi che consente, a chi sbarca a Bari, di arrivare nella città dei Sassi. Il bus trasporta 10/12 persone, sia in andata che in ritorno, e di sicuro il numero non garantisce la copertura dei costi del servizio. Però è pur vero che andrebbero fatte alcune cose per migliorare la gestione e la funzionalità della navetta, ad esempio facendo collimare un po’ di più gli orari del bus a quelli degli aerei. E poi il costo del biglietto: tre euro da Bari a Matera, quattro euro da Matera a Bari. Forse perchè il ritorno si fa in salita? Siamo di fronte a cifre irrisorie, troppo basse sicuramente. Si provi ad aumentare il prezzo, anche sino a otto/dieci euro e magari ci si avvicinerebbe il più possibile a coprire le spese. Lo shuttle da Fiumicino al centro di Roma, e sono meno chilometri, costa dieci euro. O si utilizzi un mezzo più piccolo, con meno posti e quindi costi di gestione inferiori. SCALO PUGLIESE Aerei sulla pista di Bari Palese SOPRINTENDENZA DECISIONE MINISTERO BENI E ATTIVITÀ CULTURALI LOTTA ALLA EVASIONE Militari del Nucleo di Polizia tributaria all’opera per una verifica fiscale TRIBUTI PROVVEDIMENTO DELLA GUARDIA DI FINANZA NEI CONFRONTI DI UN’IMPRESA DI TRASPORTI Frode fiscale per 3 milioni sequestrato un immobile Fatture false e omissione di imposte e contributi scoperte dopo un procedimento penale l Indebiti vantaggi fiscali ottenuti con più azioni illecite e la Guardia di Finanza interviene contro un’impresa di trasporti. Su provvedimento del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Matera, il Nucleo di Polizia tributaria ha proceduto, la scorsa settimana, al sequestro di un immobile aziendale riconducibile all’attività di un’impresa che opera sul territorio della provincia. Il valore complessivo del patrimonio immobiliare sottoposto dai militari delle Fiamme gialle a sequestro preventivo per equivalente ammonta a circa 600 mila euro. Secondo le accuse, l’imprenditore destinatario della misu- ra coercitiva aveva posto in essere un meccanismo fraudolento ideato, forse con il concorso di una «mente» che non è stata ancora individuata, allo scopo di consentire alla sua impresa indebiti vantaggi fiscali e contributivi, quantificabili, nella sostanza, in circa 3 milioni di euro di materia imponibile. Per questo motivo era già stato deferito alla locale autorità giudiziaria. Dall’esito di una verifica fiscale che risale al 2012 e quindi dal successivo procedimento penale avviato nei confronti del titolare dell’impresa, per una fittizia assunzione di manodopera straniera, il Nucleo di polizia tributaria avrebbe tratto spunti investigativi utili a far emergere un «quadro contabile viziato». In particolare, i militari avrebbero accertato l’emissione di fatture false e l’omissione totale o parziale di versamenti di imposte e contributi, a favore di lavoratori che stranieri non erano. L’emersione del sommerso e INTERVENTI PUBBLICI LETTERA DI STELLA E GARBELLANO ALLA REGIONE PER INTERVENTI Museo Palazzo Lanfranchi E le complanari sulla statale aperto anche nel giorno 99? A rimetterci sono le imprese della Festa dei lavoratori La Provincia sulla mancata realizzazione delle opere l La Soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici della Basilicata ha aderito all’iniziativa del ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che in occasione del 1° maggio ha disposto l’apertura e l’ingresso gratuito dei musei, luoghi d’arte e siti archeologici, assicurando l'apertura del Museo nazionale d'arte medievale e moderna della Basilicata a Palazzo Lanfranchi per l'intera giornata, dalle 9 alle 20. In questa occasione i visitatori potranno accedere gratuitamente alle sale dove sono esposte le collezioni permanenti del Museo Arte Sacra, Pinacoteca D’Errico, Arte contemporanea (dipinti di Carlo Levi e Luigi Guerricchio, fotografie di Mario Cresci) e visitare la mo- stra Restituzioni. Opere restaurate del territorio. Nell’ambito di questa rassegna, allestita nelle sale del Museo dedicate all’Arte Sacra, sono esposte 12 importanti opere d’arte provenienti da chiese della Basilicata restaurate da questa Soprintendenza nell'ultimo triennio. Sarà possibile visitare, inoltre, la mostra La grande bellezza. Macchine, manifesti, passioni promossa dalla nostra Soprintendenza insieme al Comune di Matera, alla Lucana Film Commission e alla Cineteca Lucana, allestita nella Sala Levi. La mostra è un omaggio sentito e doveroso a Gaetano Martino che, con passione, competenza e dedizione, insieme alla sua famiglia, ha raccolto questo straordinario patrimonio che appartiene alla storia collettiva. l «La grave crisi economica che si è abbattuta sul territorio si aggrava di ora in ora anche per i mancati interventi promessi e purtroppo mai attuati. Sono trascorsi tre anni da quando questa Provincia evidenziava la necessità di risolvere la questione della realizzazione delle complanari sulla Statale 99. L’assenza di queste ultime, infatti, oltre a penalizzare le aziende esistenti, pregiudica lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali». Il presidente dell’ente di via Ridola, Franco Stella, e l’assessore alle Infrastrutture, Angelo Garbellano, hanno scritto al presidente e all’assessore alle Infrastrutture della Regione, al sindaco del Comune di Matera e per conoscenza al capo compartimento dell’Anas Basilicata, sollecitando un intervento rapido per risolvere il problema. «Un assetto viario inadeguato e incompleto dove il mancato rapido ac- cesso alla statale 99 ha determinato un pesante isolamento degli insediamenti produttivi esistenti che ancora oggi devono affrontare numerose difficoltà. Un problema – hanno evidenziato Stella e Garbellano - che manifesta tutta la sua gravità sul fronte economico ma anche su quello sociale, considerando che l’intera area, persa l’ambizione di essere considerata modello di sviluppo urbano come era nei piani originali, ha finito per diventare una zona caratterizzata da disagi. Nell’ottica di sostenere concretamente il rilancio del tessuto imprenditoriale locale e considerata la strategicità che l’infrastrutturazione del territorio ricopre per Matera 2019, si sollecita un pronto intervento al fine di sbloccare l’iter di realizzazione degli interventi così come anticipato nel luglio dell’anno scorso quando si dava per vicino il raggiungimento dell’ambito traguardo». la lotta alle frodi fiscali, fa presente la Guardia di Finanza, sono i fattori chiave che consentono di conciliare rigore ed equità, garantendo, allo stesso tempo, più risorse da destinare alla crescita del nostro Paese. Il sequestro preventivo per equivalente, preliminare all’applicazione della confisca, è lo strumento legislativo coercitivo utile a vanificare le «illecite manovre imprenditoriali» mirate ad impedire il recupero delle imposte evase. Il provvedimento ablativo, sottolinea la Finanza, «generalmente disposto su somme di denaro ed altro patrimonio mobiliare ed immobiliare o altre utilità di cui l’indagato abbia la disponibilità per un valore corrispondente al prezzo, al prodotto e al profitto del reato, è previsto per talune fattispecie criminose allorquando sia intervenuta condanna e sia impossibile identificare fisicamente le cose che ne costituiscono effettivamente il prezzo, il prodotto o il profitto». le altre notizie PREFETTURA SU PROTEZIONE INTERNAZIONALE Indagine sulla disponibilità di strutture per gli stranieri n La Prefettura intende espletare un'indagine conoscitiva fra gli enti pubblici nonché di mercato nell'ambito del privato-sociale per l'individuazione di strutture idonee ad accogliere cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, in attesa di inserimento nei centri governativi, ovvero nel circuito Sprar. Le strutture di accoglienza dovranno avere una capacità ricettiva per un numero medio di20-50ospiti. I soggetti interessati sono invitati a presentare la propria manifestazione di interesse utilizzando un apposito modello che dovrà pervenire, esclusivamente tramite PEC, al seguente indirizzo: [email protected] entro e non oltre le ore14 di oggi. DOMANI TRA IMPRENDITORI E LAVORATORI Al Paip 1 la visita pastorale di mons. Salvatore Ligorio n A conclusione della visita pastorale nella zona Paip, domani mattina l’arcivescovo monsignor Salvatore Ligorio incontrerà gli imprenditori e i lavoratori nel piazzale antistante il capannone dell’Azienda trasporti Santantonio, in via delle Arti 1. Alle 11 presiederà la santa messa, concelebrata da alcuni presbiteri diocesani. RASSEGNASTAMPA MATERA CITTÀ I XI Mercoledì 30 aprile 2014 SOTTO I RIFLETTORI SUCCESSI OLTRE CONFINE CARMELA COSENTINO l I dieci minuti di applausi più lunghi della loro vita. Dieci minuti di standing ovation che hanno messo i brividi. In uno dei tempi della musica quale la Berliner Philarmonie musicisti e allievi del Conservatorio materano “E.R. Duni” diretto da Saverio Vizziello hanno colto il loro successo più grande. Era la prima volta di un conservatorio alla Filarmonica di Berlino. «È stata un’esperienza che, insieme alle esibizioni a New York, a Gerusalemme e a Ginevra, dimostrano il grande fermento artistico e musicale che caratterizza il Conservatorio Duni», sottolinea Vizziello. «I dieci minuti di standing ovation per chiedere il bis – commenta Paolo Verri, direttore del Comitato Matera 2019 – sono la testimonianza che la qualità artistica e creativa già esiste sul territorio. Vale a dire che a Matera non partiamo da zero, ma abbiamo delle potenzialità che vanno ulteriormente valorizzate in una dimensione più europea, più internazionale». Il concerto, al quale hanno assistito 900 paganti, trasmesso in diretta da Trm in quattro regioni meridionali, è stato il momento più esaltante della trasferta di Matera 2019 in Germania. Due le tappe, Amburgo e Berlino, dove l’Orchestra sinfonica composta da allievi e docenti e diretta dal maestro Fausto Fun- IL COMITATO 2019 «Matera non parte da zero, ma possiede potenzialità che vanno valorizzate in una dimensione più europea e internazionale» ARTISTI INTERESSATI ALLA CITTÀ «Armin Linke si è detto disponibile a costruire con il Comitato un progetto basato sulla interazione fra arte visiva e pubblico» Dieci minuti di applausi nel tempio dei Berliner L’Orchestra del Conservatorio Duni sul palco della Filarmonica garoli si è esibita proponendo un repertorio di alto spessore, che ha spaziato da Bach a Mercadante, a Rossini, e l’esecuzione dell’Inno per Matera 2019 composto da Vito e Mariano Paternoster e il Canto dei Sassi-Cartoline sinfoniche da Matera del compositore Damiano D’Ambrosio, «in una felice relazione fra cultura accade- mica – osserva Verri – e cultura popolare che è stata recepita positivamente dal numeroso pubblico grazie anche alla sapiente direzione del maestro Fausto Fungaroli. Al direttore del Conservatorio il merito di aver portato la nostra storia nel tempo della musica mondiale». Si è chiusa così una settimana DUE CONCERTI AUTORI LUCANI Allievi e docenti erano diretti dal maestro Fausto Fungaroli Eseguiti brani anche di D’Ambrosio e Paternoster VIGILIA DI UN SUCCESSO Le ultime prove dell’Orchestra del Conservatorio a Berlino CREATIVITÀ TEDESCA Sulla terrazza di Tomas Saraceno e Paolo Verri con Armin Linke ECONOMIA LA CAMERA DI COMMERCIO HA ILLUSTRATO LE POTENZIALITÀ E I VANTAGGI box elettorale Expo 2015, le opportunità per le imprese lucane L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS QUESTA SERA IN PIAZZETTA PASCOLI Incontro dibattito sull’Europa dei cittadini e dei diritti n Organizzato dal Comitato L’Altra Europa con Tsipras-Matera, si terrà oggi, alle 20, in piazzetta Pascoli, un incontro dibattito sul tema “Europa dei cittadini, Europa dei diritti. Partecipano Silvana Arbia, Costanza Boccardi, Domenico Gattuso e Claudio Riccio, candidati al Parlamento Europeo per la Circoscrizione Meridionale. Prima dell’incontro, alle 19, nello Shibuya Cafe’ Music Store in via Ridola, è previsto un “aperiTsipras”. Un Catalogo digitale può metterle in mostra ENZO FONTANAROSA l Manca un anno all’inaugurazione dell’Expo 2015 a Milano. Un evento internazionale per il quale si prevede che nei sei mesi della sua apertura, dal 1 maggio al 31 ottobre del prossimo anno, avrà ben 20 milioni di visitatori, di cui 7 milioni solo di stranieri, oltre a tutti i componenti delle diverse delegazioni provenienti d’ogni dove, e i cui riflessi e benefici avranno ricadute ben più ampie dello stretto territorio lombardo e della stessa manifestazione. Di potenzialità e vantaggi per le aziende lucane in quel contesto, che non è una fiera campionaria, se ne è parlato ieri nella Camera di Commercio nel corso della presentazione di procedure, contenuti e opportunità del Catalogo Ufficiale dei partecipanti all’Expo 2015. «Il catalogo è una piattaforma online che permette alle imprese di iscriversi e di avere la possibilità di essere contattate dai partecipanti a Expo 2015 in diverse categorie merceologiche che vanno dalla costruzione e allestimento dei padiglioni ai servizi da offrire durante l'evento», ha spiegato Romina Rossini referente del Catalogo dei partecipanti a Expo2015. Lo strumento digitale è già operativo dallo scorso 16 dicembre 2013: «Si sono iscritte già tre imprese lucane, delle quali una è di Matera – ha anticipato Rossini – ci auguriamo che ce ne siano di più dopo questo incontro». La piattaforma informatica permette di «segnalare che si fa parte di una rete di impresa. È importante che le aziende si mettano insieme in modo da avere spalle più grosse per far fronte a delle commesse che speriamo siamo importanti», ha evidenziato Marco Romualdi, dirigente della società Digicamere. Delle opportunità per le imprese ha parlato Giacomo Braghi, coordinatore dei tavoli Expo 2015: «Queste sono non solo all'interno del parco tematico Expo, per la fornitura di prodotti e servizi ai padiglioni degli Stati. C’è anche la possibilità di presentarsi al mondo o nel padiglione Italia o nelle aree comuni, in singoli eventi o chioschi. Poi c'è l'occasione che i territori hanno di attrarre e fare continuare la visita in Italia al grande flusso di visitatori attesi nei sei mesi dell’Expo». La manifestazione di ieri ha visto Matera prima tappa nel centro-sud del mo- ricca di spunti e stimoli che ha permesso alla città di farsi conoscere non solo per le peculiarità del suo territorio, ma anche per il suo valore artistico-musicale, confermandosi un «luogo ideale per sviluppare un dibattito su temi di portata universale come il futuro della specie umana nell’epoca di una nuova era geologica», come ha detto il fotografo e regista Armin Linke, che ha partecipato all’iniziativa “MaterameetsBerlino” organizzata dal Comitato Matera 2019 sulla terrazza dello studio dell’artista Tomas Saraceno, invitato a Matera per assaporare dal vivo la bellezza e il fermento culturale che promana dalla città dei Sassi. Fra la degustazione di prodotti tipici lucani offerti dal ristorante La Muntagnola di Pino Bianco, e alcuni intermezzi musicali del quintetto di fiati dell’Orchestra del Conservatorio Duni, è stato presentato il territorio e illustrato il contenuto del Dossier di candidatura. «Abbiamo ricevuto risposte molto positive da parte di tanti talenti creativi che hanno espresso il desiderio di proporre progetti di dimensione europea da inserire nel programma culturale – ha concluso Verri – In particolare, proprio Armin Linke che ha visitato Matera di recente, si è detto disponibile a costruire con il Comitato un progetto basato sulla interazione fra arte visiva e pubblico». mento divulgativo sulle straordinaria opportunità per imprese e professionisti insite nell’Expo. Come hanno evidenziato il direttore dell'azienda speciale Cesp Vito Signati e il vicepresidente dell’ente camerale Pasquale Lorusso, per i quali parte «un collegamento tra Basilicata e Lombardia per promuovere progetti ambiziosi e valorizzare le nostre risorse come turismo, agricoltura, cultura come sta accadendo per la candidatura di Matera 2019». Un legame con la Camera lombarda, consolidatosi per altre esperienze, che il presidente di quella materana Angelo Tortorelli in una nota annuncia «che si intensificherà per favorire la presenza di operatori all’Expo e la iscrizione al catalogo dei partecipanti. Sono certo che la Basilicata si distinguerà per qualità e vivacità in questa nuova sfida, che può portare valore aggiunto all’economia locale». INCONTRO FORZA ITALIA DIVULGATIVO L’iniziativa DOMANI INCONTRO NEL CINEMA IL PICCOLO di ieri è stata la prima tappa nel centro-sud per parlare delle opporn Comincia da Matera, domani, con un incontunità deltro al cinema “Il Piccolo”, alle 10.30, la visita l’Expo 2015 elettorale dell’on. Raffaele Fitto, capolista al di Milano Sud per “Forza Italia” alle elezioni europee. Inizia da Matera la visita elettorale di Raffaele Fitto in Basilicata . Alle 13.30, nell’hotel “Toccacielo” di Nova Siri Marina, Fitto incontrerà cittadini ed elettori dell'area ionica. Nel pomeriggio, alle 16.30, una tappa a Montalbano Jonico, nella sala consiliare, prima di concludere la giornata a Potenza, alle 18.30, nel “Park Hotel”, alla presenza tra gli altri del candidato sindaco Michele Cannizzaro. RASSEGNASTAMPA XIV I MATERA PROVINCIA Mercoledì 30 aprile 2014 PISTICCI IL COMUNICATO DOPO LA DIFFIDA DI TECNOPARCO PER GLI ARTICOLI SULL’INQUINAMENTO IN VALBASENTO «Adesso denunciateci tutti» Sui social solidarietà ai giornalisti Un hashtag su Facebook prende le difese di Miolla e D’Alessandro Sinistra Ecologia e Libertà . a chi ha scritto gli articoli» «Tutela legale gratuita DONATO MASTRANGELO l PISTICCI SCALO. «Adesso denunciateci tutti». Dal web arriva un no secco al bavaglio alla stampa sui temi ambientali che riguardano l’area industriale basentana. Dopo la solidarietà espressa dal Forum Ambientale Permanente ai giornalisti de La Gazzetta del Mezzogiorno Piero Miolla e della testata web Pisticci.com Roberto D’Alessandro e al tenente della Polizia Provinciale Giuseppe Di Bello, raggiunti nei giorni scorsi da una diffida e risarcimento danni da parte della Tecnoparco, per il presunto intento diffamatorio contenuto in alcune frasi di un articolo sull’inquinamento in Valbasento, con particolare riferimento alle attività di trattamento dei reflui svolte dalla società, i social network si scatenano e prendono le difese degli estensori degli articoli “incriminati”. Una presa di posizione netta sfociata con la pubblicazione di un hashtag pubblicato su Facebook recante, dopo il simbolo del cancelletto la scritta TecnoparcoInquinaValbasento. Solidali con Miolla e D’Alessandro anche le associazioni Act in Circus e Legambiente Pisticci ma anche tanti cittadini. «È sempre più evidente - si legge nel comunicato pubblicato su Facebook - come le istituzioni siano chiamate in maniera improcrastinabile a decidere quali debbano essere le aspirazioni del territorio, partendo da un dato di fatto incontrovertibile, cioè che in un'area così piccola non è più possibile far coesistere le enormi contraddizioni presenti e che annientano la legittima aspirazione dei cittadini a vivere finalmente in un ambiente sano e sicuro. Adesso denunciateci tutti #TecnoparcoInquinaValbasento». La vicenda ha origine da un articolo a firma di Miolla, pubblicato il 2 marzo scorso sulle nostre colonne, nel quale il tenente Di Bello, nel corso di un intervista sui temi ambientali, dichiarava tra le altre cose che «Tecnoparco è una fonte certa di inquinamento in Valbasento». L’articolo fu poi riproposto integralmente il 3 marzo sulla testata online Pisticci.com, diretta da Roberto D’Alessandro. Una frase, quella di Di Bello, che Tecnoparco, per il tramite del suo legale Donatello Cimadomo, ha ritenuto essere “espressiva di intento diffamatorio” e “lesiva della reputazione e dell’immagine di Tecnoparco”. Di qui, dunque, la richiesta di risarcimento danni e la diffida ai giornalisti ad intraprendere ulteriori iniziative pregiudizievoli per Tecnoparco Valbasento. «Ciò che preoccupa tutti i cittadini, aldilà del colore politico, é il tentativo, maldestro e subdolo, di limitare la libertà di stampa ed il dirito di cronaca che la società consortile tenta di mettere in atto chiedendo un risarcimento dei danni e diffidando due giornalisti ed il pubblico ufficiale». Lo sostiene il circolo Sel Pisticci-Marconia che «stigmatizza e condanna con forza, invitando i due giornalisti a continuare la loro attività d`informazione come hanno sempre fatto con precisione ed assoluta imparzialità. Nel contempo, invitiamo il presidente della Regione Basilicata, nella sua qualità di rappresentante legale del socio al 40% di Tecnoparco, a prendere le distanze pubblicamente dall'assurda iniziativa di Tecnoparco ed a condannare il tentativo di limitare la libertà di stampa. Nel confermare che ci spenderemo sempre e comunque per il diritto di cronaca, annunciamo sin d’ora la disponibilità ad offrire tutela legale gratuita ai soggetti». INDUSTRIE L’ingresso di Tecnoparco in Valbasento POTENZA INVITO AL CONFRONTO SUL MERITO MARCONIA L’UOMO DENUNCIATO PER STALKING DALLA POLIZIA Ordine giornalisti e Assostampa Sommersa da telefonate «Tecnoparco rinunci alla richiesta di risarcimenti» dal suo ex datore di lavoro l L'Ordine dei Giornalisti e l’Assostampa della Basilicata esprimono solidarietà ai giornalisti Roberto D’Alessandro e Pietro Miolla dopo l'avvio di una richiesta di risarcimento a loro carico, da parte del presidente del cda Tecnoparco Valbasento, in seguito ad articoli pubblicati su un quotidiano e su una testata on-line, riguardanti l'attività della stessa società e le sue possibili conseguenze sul versante ambientale. Premesso che l'esercizio del diritto dovere di cronaca e di critica non pretende alcun dogma di infallibilità, esso deve garantire il proprio svolgimento fondato su buona fede, onestà intellettuale, correttezza e completezza al solo fine di offrire ai lettori la possibilità di crearsi una libera opinione. Cosa possibile dando spazio alla pluralità delle voci, alla ricchezza del dibattito e alla garanzia del diritto di replica nei modi e nei tempi dovuti. Ridurre dissensi e critiche a materia di tribunale, accompagnata (come in questo caso) da richieste risarcitorie, esprime un'idea assai discutibile della libertà d'informazione e della possibilità di sviluppare un dibattito complesso in un Paese civile e democratico nel quale l'informazione ha sovente aiutato a portare alla luce fatti di pubblico interesse. Un Paese nel quale dovrebbe essere possibile affermare le proprie legittime ragioni, le opinioni e i punti di vista, con argomenti e riferimenti tangibili, senza la necessità di ricorrere a strumenti coercitivi. Insieme alla solidarietà a D’Alessandro e Miolla, Ordine e sindacato invitano il presidente della società Tecnoparco Valbasento a rinunciare alle azioni legali intraprese scegliendo la strada del confronto, anche serrato, sul merito delle questioni. PIERO MIOLLA l MARCONIA. Oltre 7 mila telefonate ed un’infinità di sms. Così un rapporto di lavoro si è trasformato in un incubo per una 40enne di Marconia, vessata dal suo datore di lavoro che premeva per far sì che la donna diventasse qualcosa in più di una dipendente. Dopo circa 3 mesi di appostamenti, personale del Commissariato di Pubblica sicurezza di Pisticci, diretto dal commissario Gianni Albano, ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare per stalking a carico di un 61enne di Altamura. Nei suoi confronti, il giudice per le indagini preliminari Rosa Bia, del Tribunale di Matera, su richiesta del pubblico ministero Franca Ventricelli, ha disposto il divieto di avvicinamento alla vittima ed ai luoghi dalla stessa frequentati a meno di 150 metri, nonché l’obbligo di non comunicare con la donna con qualsiasi mezzo, telefono compreso. Allo stalker i poliziotti sono arrivati dopo la denuncia della 40enne che ha raccontato come che l’uomo la per- POLICORO E L’OPPOSIZIONE ATTACCA L’ESECUTIVO MONTALBANO JONICO SULLE TRACCE DELLA MAGNA GRECIA Forza Italia se ne va tensioni in Consiglio NICOLA BUCCOLO l POLICORO. Segnali di crisi a Policoro nella maggioranza di centrodestra che amministra da due anni? Si sono avvertiti nel Consiglio comunale di lunedì sera quando, dopo un dibattito molto acceso di oltre due ore sul rendiconto del 2013, al momento della votazione, risultando nella maggioranza già assente, oltre a Giovanni Lippo per motivi di salute di un suo familiare, anche il gruppo di Forza Italia, costituito da Domenico Bianco, Veronica Lapadula e dal presidente del Consiglio, Gianluca Modarelli, i consiglieri di opposizione Fabiano Montesano e Francesco Fortunato (Pd), Gianni Di Pierri (Policoro Futura) e Carmine Vetere (Policoro democratica) hanno abbandonano l’aula facendo venir meno il numero legale. I tre consiglieri di Forza Italia, assenti ingiustificati, hanno agito, si sostiene nella maggioranza, per creare problemi al sindaco Rocco Leone, il quale è apparso molto tranquillo: «La nostra – ha affermato – anche se avrà qualche numero in meno, sarà una maggioranza ancora più granitica. Nessuna crisi». Il Consiglio è tornato a riunirsi nuovamente ieri pomeriggio alle 18 in seconda convocazione. Erano presenti solo i consiglieri di opposizione. Dopo un’ora di attesa la seduta è stata sciolta. Nella prima serata lungo dibattito sul rendiconto 2013. L’assessore al Bilancio, Massimiliano Scarcia, e il sindaco Leone avevano presentato un’Amministrazione “virtuosa”, capace di ridurre le spese di rappresentanza a soltanto 1212,80 euro, a mettere in atto una serie di servizi che da tempo Policoro aspettava (tra gli altri, differenziata, lavori stradali e di marciapiedi ridotti a gruviera, pubblica illuminazione, servizi sociali, grande sensibilità per i diversamente abili e riduzione delle spese pubbliche). L’opposizione si è soffermata sulla mancata programmazione dello sviluppo. Archeoparco, il fascino del Neolitico promuove il territorio e l’ambiente Nell’area di Andriace un interessante sito storico-culturale l MONTALBANO JONICO. Un presidio culturale di alto profilo che, purtroppo, in pochi conoscono. Si tratta dell’Archeoparco di Montalbano, gestito dal 2008 dall’Archeoclub d’Italia “Siritide”, in partnership con il Comune Jonico. La struttura, definita un presidio culturale di alto profilo, si trova nel bosco di Andriace ed è il più grande “Archaeological open air museum” d’Italia: è vivo e pulsante grazie a un gruppo di studiosi che guidano il visitatore in un suggestivo percorso che rappresenta un vero e proprio tuffo nel passato, con tanto di capanne in paglia ed ambientazione preistorica. All’interno dell’area demaniale in cui l’Archeoparco è ospitato è possibile visitare il villaggio neolitico ricostruito a grandezza naturale, composto da due capanne e da altre strutture funzionali alle attività quotidiane come il pozzo, così come le aree di lavoro, il pagliaio e la riproduzione di diversi contesti funerari relativi ai periodi Enotrio e Greco. Si tratta, in buona sostanza, di una vasta offerta culturale corredata da numerosi laboratori didattici di archeologia sperimentale ed attività pratiche. All’inter- no troviamo anche l’Ikria, ricostruzione di una delle prime forme di strutture mobili lignee utilizzate per manifestazioni e rappresentazioni teatrali di epoca greca ed, ancora, il Castra: un accampamento militare romano fortificato e ricostruito secondo i canoni dell’organizzazione dell’esercito romano, al momento non ancora fruibile. L’obiettivo dell’Archeoparco è quello di veicolare una valorizzazione storico-antropologica del territorio, oltre che una tutela della natura per avvicinare gli studenti, le famiglie ed i turisti al patrimonio storico-archeologico ed ambientale di questo lembo di Magno Grecia per far comprendere loro e sperimentare il quotidiano dell’uomo preistorico nel villaggio neolitico. L’obiettivo, però, è anche un altro: far conoscere le forme di culto in un lasso di tempo che va dal periodo preistorico a quello greco, attraverso la simulazione di un vero e proprio scavo archeologico delle sepolture. Insomma, un vero e proprio tuffo nell’habitat mediterraneo per conoscerne diversità vegetali e biologiche. Info e prenotazioni, tel. 342 / 684.33.59 oppure www.archeoparcodiandriace.it [p.miol.] seguitava da 4 anni rendendone la vita un inferno: accettata una proposta di lavoro, in pochi mesi la donna si è ritrovata il datore di lavoro alle calcagna con numerosi tentativi di approcci di natura sessuale. Di fronte al rifiuto della donna, l’uomo ha dato inizio a pedinamenti, appostamenti sotto casa, telefonate ed sms. Cessato il rapporto di lavoro, l’uomo ha tentato ripetutamente di avvicinare la donna tanto da generare in lei la paura anche di uscire di casa. In un caso il pedinamento si è spinto fino a Taranto, dove la donna si trovava per accudire la figlia ricoverata in ospedale. Dopo la denuncia sono scattate le indagini degli investigatori del Commissariato, dirette da Albano, coordinate dall’ispettore capo Antonio Grieco, responsabile della divisione anticrimine del Commissariato, e rese esecutive dall’assistente capo Maria Antonietta Tricarico che ha materialmente svolto i pedinamenti nei pressi dell’abitazione della donna, fornendole anche un sostegno psicologico probabilmente decisivo per il racconto fornito dalla donna. le altre notizie GRASSANO IN CONSIGLIO COMUNALE Si decide su indennità e gettoni di presenza n Convocato dal presidente Antonio Carbone, il Consiglio comunale di Grassano si riunisce oggi, alle 18, nella sala consiliare di Palazzo Materi. All’ordine del giorno figurano la determinazione di indennità di funzione del presidente dell’assemblea e i gettoni di presenza dei consiglieri comunali nell’anno 2014, l’approvazione del bilancio di esercizio 2013 e la rettifica di destinazione dei fondi Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) già [g.pon.] assegnati. NOVA SIRI TRIBUTI E CONTO CONSUNTIVO 2013 Ultimo Consiglio comunale prima della tornata elettorale n Convocato dal presidente Antonio Melidoro, il Consiglio comunale di Nova Siri si riunisce oggi, alle 18. E sarà l’ultimo atto prima di cedere il passo alla nuova Amministrazione che sarà eletta il 25 maggio. Ben 20 punti all’ordine del giorno, tra cui la relazione sulle problematiche inerenti il servizio di riscossione tributi in concessione alla Censum spa e l’approvazione del conto consuntivo dell’anno finanziario 2013. E poi trasformazioni di superficie in diritto di proprietà della quota-parte dell’area di sedime di fabbricati cor[pi.acc.] renti nella zona Peep della Marina. RASSEGNASTAMPA Mercoledì 30 aprile 2014 LETTERE E COMMENTI I XV CARMINE VACCARO * DINO QUARATINO * Il lavoro per i giovani «Il governatore Pittella ci dica a quale futuro pensa per il teatro in Basilicata» L a delega sulla riforma dei servizi per il lavoro e politiche attive del Governo Renzi, molto ambiziosa, sembra muoversi verso un modello centralista che dovrà, necessariamente, fare i conti con le competenze decentrate a livello regionale e, soprattutto, senza risorse aggiuntive, ricordando che in Italia si spende 1/10 della Germania, che i Centri per l’impiego pubblici da noi collocano solo il 2,67 % dei nuovi assunti contro il 13% della Germania, che il 40% del collocamento nel mondo del lavoro nel nostro Paese passa per parentele e conoscenze, specie al Sud dove i giovani e le donne rinunciano ad iscriversi alle liste di collocamento. Ne ho discusso con i giovani di Potenza nel Centro Sociale di rione Lucania partecipando all’incontro “Il 25 aprile liberiamo i giovani dal bisogno”, promosso dai Giovani socialisti. È stato l’avvio utilissimo di un confronto che il sindacato vuole tenere sempre aperto con le giovani generazioni. E ai giovani che hanno sollecitato di “ascoltare le istanze di una generazione che è priva di tutele e di rappresentanza e che chiede risposte per il proprio futuro”, ho detto che si deve anticipare il Programma Youth Guarantee modellandolo sull’esperienza scandinava. Si deve puntare sulla formazione, solo così si potrà colmare la discrasia tra domanda e offerta. La novità incoraggiante è che il Governo prova ad accelerare l'avvio del programma sperimentale di apprendistato per gli studenti di quarta e quinta superiore. Bene quindi la messa a punto di un piano per coinvolgere le scuole a dialogare di più (e meglio) con le imprese e ad offrire opportunità di formazione in azienda ai ragazzi (che vale anche per il conseguimento del diploma) in analogia a quanto accade in Germania, con il modello duale. C’è bisogno però di una rivisitazione dell’attuale sistema di accesso al lavoro, soprattutto per i giovani, che deve trovare le sue basi in 'buoni' e 'stabilizzanti' ingressi al lavoro, indirizzando coerentemente verso questi strumenti gli incentivi fiscali e previdenziali senza la quale diventa effimera non solo una crescita occupazionale, ma soprattutto un aumento dei posti di lavoro standard. Il lavoro non standard aumenta le probabilità di transitare verso un impiego stabile. Inoltre, con il Patto di Sistema Obiettivo Basilicata 2012 abbiamo individuato alcune misure per non lasciare soli, specie i ragazzi e le ragazze, ad affrontare l’emergenza precariato che sarà, anche per il nuovo anno, uno dei temi centrali della questione lavoro. Dobbiamo ripartire da qui per puntare di più sull'apprendistato, per assicurare tutele a tutti i giovani precari che ne sono privi, usare la leva degli incentivi per trasformare la condizione di precarieta' in lavoro stabile. Resta, inoltre, da comprendere come il Governo intenda procedere rispetto al riordino delle tipologie contrattuali, pur ritenendo necessaria una semplificazione del quadro normativo, che la Uil ritiene debba reggersi comunque su alcuni istituti e principi fondamentali: il valore del contratto a tempo indeterminato, l’eccezionalità del contratto a termine connesso ad esigenze temporanee e flessibili dell’impresa, la forte vocazione formativa dell’apprendistato, ed un contratto incentivato normativamente che favorisca il consolidamento, nel tempo, del rapporto tra impresa e lavoratore. [* Segretario regionale Uil di Basilicata] NICOLA SAVINO * Tecnoparco chiede risarcimenti E gregio Direttore, siamo costretti nuovamente a chiedere la pubblicazione di una replica a un articolo a firma di Piero Miolla pubblicato nell’edizione di domenica 20 aprile che, come in altre occasioni, contiene una serie di inesattezze e soprattutto non ripropone, come correttamente avrebbe dovuto fare, i chiarimenti che sulla vicenda oggetto dell’articolo la scrivente ha fornito con la nota del 6 aprile scorso. Le analisi fatte eseguire dal Sindaco di Pisticci hanno riguardato la frazione che viene appositamente trattenuta nella vasca dalla quale è stata prelevata, posta prima dello scarico allo scopo proprio di evitare che tale frazione giunga allo scarico. Oltre alle infondate affermazioni del Sindaco, per una corretta informazione l’articolista avrebbe dovuto riportare le precisazioni che la società aveva formulato sul punto evitando così di ingenerare ingiustificate ed inutili preoccupazioni. È chiaro a tutti, tranne a chi non voglia, che le analisi delle acque e dei sedimenti del fiume Basento fatte eseguire dal Comune per tutto il 2013 hanno sempre evidenziato testualmente che: «...le acque del fiume Basento sono risultate conformi alle prescrizioni del d.Lgs. 152/06 allegato 5 alla parte III Tab. 3 “valori limiti di emissioni in acque superficiali e in fognatura” e non hanno subito significative alterazioni della composizione chimico-fisica a carico dei reflui emessi dallo stabilimento Tecnoparco Valbasento». Le stesse analisi in un solo caso hanno evidenziato la presenza di idrocarburi nei sedimenti in misura superiore ai limiti di legge, e ciò a monte dello scarico della Tecnoparco; dunque questo fenomeno non è ad essa attribuibile. I controlli cui la società è costantemente sottoposta, anche di recente, non hanno evidenziato il superamento dei limiti di legge. È del tutto fuori luogo, quindi, anche solo accostare le attività svolte dalla società ai fenomeni di inquinamento, veri e presunti, registrati in Valbasento. È per questa ragione che la società ha dato ingresso alle azioni legali per la tutela del proprio nome e per il risarcimento dei danni sin qui provocati, nei confronti di quanti infondatamente le attribuiscono lo svolgimento di attività in dispregio della legge. [* Presidente Tecnoparco Valbasento] FORUM AMBIENTALE PERMANENTE * Ambiente e libertà di stampa S ui temi ambientali, occorre massima tutela per la libertà di informazione. Il Forum Ambientale Permanente del Comune di Pisticci esprime la sua solidarietà al giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno Piero Miolla, al direttore responsabile della testata Pisticci.com, Roberto D'Alessandro, e al tenente Giuseppe Di Bello, raggiunti in questi giorni da una diffida e richiesta di risarcimento danni da parte di Tecnoparco, per il presunto intento diffamatorio contenuto in alcune frasi di un articolo che trattava dell'inquinamento in Valbasento, nello specifico dove faceva riferimento alle attività di trattamento reflui svolte dalla società. Non è tollerabile che la libertà di cronaca, e più in generale la libertà di espressione, siano oggetto di un'azione intimidatoria tendente di fatto a limitare anche quel diritto ad un ambiente salubre che lo stesso FAP esercita per statuto. La questione dell'inquinamento nell'area industriale di Pisticci Scalo è, infatti, al centro del documento programmatico - condiviso anche dal Sindaco di Pisticci, Vito Anio Di Trani, e dall'Assessore comunale all'Ambiente, Pasquale Domenico Grieco – presentato dal Forum nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Pisticci il 7 aprile scorso, durante la quale è stato invocato il principio di precauzione e quindi la cessazione in Valbasento di tutte le attività impattanti, pure in assenza di una valutazione completa e conclusiva del rischio. Tecnoparco, seppur autorizzata e seppur esercitando la propria attività secondo le norme di legge, rappresenta comunque una fonte di inquinamento non più accettabile in un quadro di sostenibilità esaurita. Per questo motivo il FAP ha già chiesto una presa di posizione forte da parte delle istituzioni, tendente a far prevalere le esigenze connesse alla protezione della salute, dell'aria, dell'acqua e del suolo, rispetto ai meri interessi economici. Peraltro, giova ricordare che Tecnoparco, assieme ad Eni, è sotto inchiesta da parte della Direzione Antimafia di Potenza per presunti reati di tipo ambientale. Tra l'altro, è la stessa società valbasentana, pure nata con tutt'altri scopi disattesi da tempo, a dichiarare annualmente al “Registro europeo degli inquinanti rilasciati e trasferiti” (l'E-PRTR) - accessibile alla pagina http://prtr.ec.europa.eu/ - dati allarmanti se messi in correlazione con la situazione di degrado ambientale in cui già versa l'area, individuata nel 2002 come Sito di Interesse Nazionale (SIN) da bonificare. Tra il 2002 e il 2012 Tecnoparco ha dichiarato di aver immesso in aria e in acqua diverse sostanze inquinanti (arsenico, cloruro, mercurio, rame, nichel, piombo, azoto, zinco, cromo, fluoruro, TOC), in quantità tali da essere individuata fra i grandi impianti a livello europeo obbligati a darne comunicazione a detto Registro, istituito con Regolamento CE N. 166/2006, recepito in Italia con DPR n.157 dell'11 luglio 2011. Questo database dovrebbe fornire "al pubblico, all’industria, agli scienziati, alle compagnie assicurative, agli enti locali, alle organizzazioni non governative e agli altri responsabili in campo decisionale una solida banca dati per i raffronti e per le decisioni future in campo ambientale”, così si legge nel Regolamento che cita anche la convenzione UNECE del 1998 sull’accesso alle informazioni, sottolineando che “un più ampio accesso del pubblico alle informazioni in campo ambientale e la diffusione di tali informazioni contribuiscono ad un’accresciuta sensibilizzazione alle tematiche ambientali, a un libero scambio di opinioni, a una partecipazione più efficace del pubblico ai processi decisionali in materia ambientale e, in ultima analisi, a un ambiente migliore”. Il contributo che il mondo dell'informazione può dare in questa ottica è imprescindibile. In Valbasento è tempo di fermarsi. E' tempo che le istituzioni regionali ripensino le politiche industriali dando ascolto alle istanze provenienti dal territorio per le quali la stampa svolge una irrinunciabile funzione di mediazione tra i cittadini e le istituzioni. Ed è proprio ai rappresentanti delle istituzioni che il FAP, nel rinnovare la sua solidarietà a Miolla, D'Alessandro e Di Bello, affinché facciano sentire la loro voce rispetto ad una vicenda che mette a rischio la tutela di libertà individuali, che riteniamo essere posta in termini del tutto strumentali, tanto più che, stando alle normative sopra menzionate, è la stessa Tecnoparco a dover dichiarare tipologie e quantitativi di sostanze inquinanti. [* Associazione di Pisticci] N el corso del Consiglio Regionale del 22 Aprile 2014 è stato ritirato un sub emendamento che avrebbe erogato un contributo finanziario cospicuo al Centro di Drammaturgia Europeo di Potenza. Il ritiro é stato quanto mai opportuno per evitare la reiterazione di interventi improvvisati e frammentari, che sostituiscono la necessaria organicità che devono avere le politiche culturali. Interpretiamo il ravvedimento come un segnale impegnativo del Presidente Pittella a cambiare pagina per agire non in modo arbitrario, ma in una logica di ampio respiro; ciò ci spinge a sollecitarlo nuovamente, ma, se possibile, con maggiore forza e determinazione, ad incontrare una buona volta gli Operatori Culturali Teatrali che producono in questo territorio, tra cui il Consorzio Teatri Uniti di Basilicata, da mesi in attesa di un incontro programmatico, non estemporaneo, per stabilire finalmente strategie e sostegni indispensabili per realizzare programmazioni condivise, stabili, che garantiscano un'offerta e consentano e salvaguardino il mantenimento di posti di lavoro. A tal proposito vale la pena ricordare quanto espresso dal Senatore D'Andrea, capo-gabinetto del Ministro per la Cultura Franceschini, a proposito delle linee guida e delle innovazioni della riforma della legge sullo spettacolo dal vivo: «È necessario che tutti i soggetti istituzionali riposizionino al centro del proprio impegno, in maniera sistematica e non solo sporadica, la promozione delle attività culturali, avendo di mira l'obiettivo di concorrere, attraverso di esse, alla crescita della comunità e alla liberazione delle energie creative». Opinione quanto mai opportuna che condividiamo in pieno. Si riparta, quindi, dall'operato di quanti mettono in campo oggi, nel presente, progetti e sinergie che dovrebbero essere considerati come autentici volani per la crescita culturale del nostro territorio e che invece, nella totale assenza di un dialogo serio e permanente con le istituzioni regionali, innanzitutto con il Presidente Pittella, rischiano inevitabilmente di perire. L’assenza di pronunciamenti e di impegni seri e coerenti in tal senso risultano, spiace dirlo, a dir poco offensive. Parliamo degli operatori culturali professionali della Basilicata, e dunque parliamo anche del Consorzio Teatri Uniti di Basilicata, possibile risposta, se abbiamo ben compreso, all’esigenza espressa nello stesso Consiglio di dotare la Regione di una “Agenzia teatrale” (che correrebbe il rischio di essere un ulteriore ente inutile e dispendioso): Il Consorzio Teatri Uniti di Basilicata ha infatti ottenuto il riconoscimento ministeriale come organismo di distribuzione, di promozione e formazione del pubblico per le attività teatrali, ma manca del sostegno certo da parte della Regione Basilicata, determinante per rafforzare quello ministeriale. La costituzione del Consorzio Teatri Uniti di Basilicata, lo ricordiamo per l’ennesima volta, è stata fortemente voluta dalla Giunta regionale precedente, anche nella speranza di trasformare le nostalgie nei confronti della defunta Associazione Basilicata Spettacolo, in nuova propositività e radicale trasformazione etica e programmatica: il Consorzio nasce infatti da soggetti privati che tentano di elaborare e migliorare l’esperienza dell’A.B.S., provenendo in qualche modo tutti dalle sue ceneri. Per evitare che si insinuino dubbi o malintesi, ciò che in buona sostanza si chiede al Presidente Pittella è di esprimere una volta per tutte un parere sull’utilità o meno di questo nostro Consorzio Teatrale, in modo da consentirci di decidere se e come continuare ad operare. La risposta del Presidente è quanto mai urgente, perché interessa non solo il Consorzio ma anche, a cascata, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (che attende di sapere se la Regione ha interesse ad avere un circuito teatrale regionale), le compagnie teatrali professionali ed amatoriali (che il Consorzio dovrebbe poter distribuire sul territorio locale e nazionale e coinvolgere in progetti innovativi), e i Comuni capoluogo e della provincia di Potenza e Matera (a cui poter proporre modelli innovativi di partecipazione). Sia molto chiaro che non è intenzione del Consorzio commettere gli errori del passato. Il Consorzio si guarda bene dal porsi l’obiettivo nefasto del monopolio in campo teatrale; al contrario intende diventare punto di riferimento operativo e democratico di programmazione organica, coerente e sinergica. Pertanto, nello spirito pragmatico che ci contraddistingue, in vista delle imminenti decisioni che il Ministero ci costringe a prendere, alla luce dell’impossibilità di proseguire le attività con la necessaria serenità, ritenendo indispensabile ed urgente discutere anche di spazi, di relazioni nazionali ed internazionali, di programmazione, produzione, distribuzione, residenze e legge regionale, convinti che la mancanza di richiesta di partecipazione da parte delle istituzioni sia in assoluto il peggiore di tutti i mali, chiediamo, un incontro ufficiale con il Presidente Pittella e l'audizione in IV Commissione, per esercitare il sacrosanto diritto di dialogo e confronto. Per parte nostra, ci impegniamo, sin da ora, a promuovere un confronto pubblico sulla politica per il teatro, pronti a dare corpo e anima alla proposta del Presidente Pittela di un Teatro Regione in cui chiamare ad esprimersi pubblicamente soggetti organizzatori, operatori, istituzioni regionali, nazionali e comunali. Un'occasione utile a raccogliere e fornire al Consiglio regionale materiale di idee e proposte per legiferare organicamente, dando impulso e sostegno organico e lungimirante alle attività culturali nella nostra regione [* Presidente Consorzio Teatri Uniti di Basilicata] RASSEGNASTAMPA corriere.it Renzi: «Voto sul Senato il 10 giugno, basta rinvii. Mercoledì tocca alla Pa» Il premier a Porta a Porta replica a Berlusconi: «Non so se sono simpatico, ma non sono tassatore. Se non riesco mi faranno fuori, se riesco Italia leader mondiale» di Redazione Online Matteo Renzi, intervistato a Porta a Porta, replica a Silvio Berlusconi, che giovedì scorso, dallo stesso palcoscenico, lo aveva definito «simpatico tassatore»: «Vedo che in questi giorni di ritrovata vivacità di Berlusconi gira la battuta del simpatico tassatore. Lo ringrazio per il simpatico, ho dubbi di esserlo ma certo non sono un tassatore. Le uniche che pagano più tasse sono le banche». Il 10 giugno il voto sul Senato: «Siamo all’ultimo miglio» Riguardo alla riforma del Senato, con la lettura del testo di riforma Costituzionale che prevede anche l’abolizione del Consiglio nazionale dell’Economia (Cnel) e il superamento del Titolo V, Renzi sottolinea: «Siccome la polemica era che l’iniziativa era solo a fine elettorale, vi mostriamo che non è così e arriviamo al 10 giugno per il voto in prima lettura: mi dispiace, ma con 15 giorni in più nessuno si scandalizza. Basta che non sia un modo per rinviare», rassicurando: «Siamo all’ultimo miglio», restano «le questioncine tecniche». Ma «sul 98%» delle modifiche «c’è un accordo molto ampio. Stiamo chiedendo ai senatori di fare uno sforzo importante».«Le riforme non saltano», assicura Renzi, e in ogni caso lo scioglimento delle Camere dovrebbe essere non un un’arma, ma uno strumento a disposizione del capo dello Stato, da usare «in casi eccezionali». Il che non significa che il presidente del Consiglio voglia «minimamente» sostituirsi a Napolitano, ma semplicemente che, a suo parere, «dobbiamo riabituarci ad andare a votare ogni cinque anni». «Va bene il compromesso, ma non tornino le indennità» Sulla composizione della nuova Camera Alta, poi, una precisazione: «I senatori saranno in parte dei sindaci e in parte consiglieri regionali, io avrei messo più sindaci, ma non sono le riforme di Matteo. A me va bene il compromesso, purché non porti il Senato a riprendere le indennità» dallo Stato, invece che dalle Regioni stesse. «Meno politici in giro ci sono, più si può combattere la disoccupazione» Riguardo alla possibilità di ridurre anche il numero di deputati, una precisazione: «Non sono d’accordo: il punto non è ridurre i costi della politica, non stiamo facendo le riforme solo per ridurli. Stiamo facendo questa rivoluzione per eliminare il peso della politica nella vita di tutti i giorni. Meno politici in giro ci sono e più posti di lavoro per combattere disoccupazione giovanile», ci sono. Quindi «a partire dallo stop alle elezioni delle province, vogliamo portare il numero delle persone che fanno politica più o meno al livello degli altri Paesi», e poi «semplificare l’iter delle leggi ed evitare il ping pong tra Camera e il Senato e insieme». «O posso fare cose o prendano un altro » Riguardo all’assemblea dei senatori Pd di martedì mattina, il premier ribadisce: «Io non ci sto a tutti i costi. Io ci sto se posso cambiare le cose. Se vogliono qualcuno che le cose le “abbuia” (affoga, ndr), prendano un altro. Io ci sto se posso fare le cose che voglio fare».E, in vista delle elezioni europee, Renzi chiarisce di non avere particolari aspettative: «In questo momento, so che non ci crederete, non sto pensando alle elezioni europee come a un voto per prendere due punti percentuali in più: se volevo far questo mettevo il nome nel simbolo». Per il presidente del Consiglio, «questa non è la mia sfida: la mia sfida è portare in Europa gente seria». «Se non riesco mi fanno fuori, se riesco Italia leader mondiale» La sensazione, però, è che «se non riesco, mi fanno fuori politicamente, ma più di così non posso fare. Vado avanti perché penso che in questo Paese, se si riesce a risolvere alcune questioni come il fisco o la giustizia, si diventa un paese leader mondiale». Irpef e coperture: «Convinto di trovare 15 miliardi per il 2015» Sul fronte delle coperture economiche per il taglio dell’Irpef, Renzi utilizza un paradosso: «Sono più convinto dei 15 miliardi del prossimo anno» per gli interventi fiscali » che degli ottanta euro che già sono in busta paga» e che scatteranno scattare con il mese di maggio. Pil in crescita, 244 milioni per la scuola Inoltre, «siamo talmente rigorosi e seri che a fine anno saremo molto più vicini all’uno» per cento di crescita del Pil «che non allo zero virgola otto». Intanto, «il 2 maggio firmiamo un atto per la scuola e nel decreto sblocchiamo 244 milioni dal patto di stabilità». Mercoledì presentata la riforma della P.a. Per quel che concerne, invece, la riforma della Pubblica amministrazione, il premier annuncia: «Domani (mercoledì, ndr) presentiamo i provvedimenti che noi proponiamo alla pubblica amministrazione con un metodo un po’ diverso. Molte misure faranno discutere». L’obiettivo è beccare i fannulloni e farli smettere e valorizzare i tanti non fannulloni dando un premio a chi non è fannullone incentivando gli scatti di carriera e magari lo stipendio». C’è, però, secondo il commissario alla Spending review Carlo Cottarelli, il rischio di 85mila esuberi tra i lavoratori statali. Per RASSEGNASTAMPA Renzi quella «è una cifra teorica che gli serve per dire i tagli necessari alla Pubblica amministrazione. Ma non si fa così. La percentuale dei lavoratori del pubblico è simile agli altri Paesi. Nessuno verrà licenziato perché il Governo deve tagliare. I dipendenti pubblici non devono lavorare di meno ma di più, però meglio». Comunque, l’ostacolo è impervio perché «è molto più facile andare sulla luna che cambiare la Pubblica amministrazione in Italia». Stipendi magistrati: «Protesta offensiva» I magistrati, però, protestano per il taglio degli stipendi, una posizione che l’ex sindaco di Firenze ritiene offensiva: «La storia dell’Anm che toccare lo stipendio dei magistrati sia un attentato alla libertà e all’indipendenza della magistratura è offensiva per il decoro e dignità dei magistrati che non guadagnano quella cifra e per i cittadini. Mi auguro che ci sia da parte della magistratura rispetto per leggi dello Stato». Per quanto riguarda il tema giustizia, «c’è uno spazio grande per riformarla. Io vorrei partire dalla giustizia civile». Marò, «ne parlerò con Ban Ki Moon» Anche le questioni internazionali sul piatto del presidente del Consiglio: per i marò il «tribunale naturale è evidente che, trattandosi di acque internazionali e venuta meno l’accusa di terrorismo» è quello «internazionale», dice Matteo Renzi a Porta a Porta. «La detenzione arbitraria in India è inaccettabile», aggiunge, spiegando che parlerà del dossier anche con Ban ki-moon.Con il segretario generale dell’Onu, che la prossima settimana sarà in Italia, parlerà anche della Libia: «Chiederemo formalmente all’ Onu di prendersi cura della Libia non solo con inviati dei singoli Paesi, ma con un inviato speciale dell’Onu».A proposito invece dell’immigrazione, il premier dice di essere colpito dalla «superficialità» con cui se ne è parlato: anche per colpa nostra, ammette Renzi, per come è stata presentata la notizia» degli sbarchi «da parte del governo» con «alcune valutazioni suonate allarmistiche». 29 aprile 2014 | 19:37
© Copyright 2025 ExpyDoc