30_4_2014 - CGIL Basilicata

RASSEGNASTAMPA
RASSEGNASTAMPA
30 aprile 2014
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianodellabasilicata.it
ANNO 13 - N. 118 e 1,20
Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel. 0971 69309, fax 0971 601064; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel. 0835 256440, fax 0835 256466
Per le Europee riesce il miracolo fallito al Comune: insieme Petrone e Falotico
Gianni Pittella riunisce il centrosinistra
#Potenza2014 Ricusata una seconda lista: Sinistra per la Città
SANTORO e LORUSSO alle pagine 6, 7 e 8
Martelli con Pittella allo Stabile (Mattiacci)
Dopo il caso dei 210 dipendenti regionali, partono i giudizi
davanti alla Corte dei Conti per gli enti subregionali
Arbea, a processo
i premi
di produttività
Erano davvero dovuti i bonus elargiti ai “mini dirigenti” tra il 2007
e il 2012 ? I giudici contabili chiedono indietro ai “controllori”
108mila euro. Uno dei membri del nucleo di valutazione, Paolo
Albano, spiega: «Non fissavamo noi gli obiettivi da raggiungere
Abbiamo solo validato quanto dichiarato dai vertici»
AMATO a pagina 10
AMBIENTE
I DATI DEL CENTRO STUDI UIL
Bonifiche Fenice
Il Consiglio di Stato
respinge i ricorsi
Nuovo lavoro? Solo dal 2017
E si spendono 40 milioni
per far studiare i figli fuori
PANETTIERI alle pagine 12 e 13
LABANCA a pagina 9
CHE MATERA SI IMPAGLI
PER UN MONUMENTO AL MULO
di GIOVANNI CASERTA
GENTILE direttrice, Leggo con piacere (domenica 27 aprile)
l’articolo a firma di Giovanni Russo, dal titolo “Dal Salento
un’idea per il monumento al mulo a Matera”. Si legge anche,
nel sottotitolo, che “nei Sassi la ‘vettura’ del passato, simbolo
della fatica e della civiltà contadina, merita un omaggio”.
continua a pagina 15
PSICOPATOLOGIA DA INTERNET
di PIERLUIGI ARGONETO
E se internet sparisse così, da un momento all’altro?
Le conseguenze sarebbero catastrofiche, non c’è
continua a pagina 17
40430
9
771128
022007
VI SEGNALIAMO:
CALCIO: VERSO LA LEGA PRO
Cresce l’attesa
Il Matera anticipa
la prevendita
CALIA a pagina 14
FAIDA DEL VULTURE
Loconsolo
confessa:
«Ho ucciso io
Giancarlo Tetta»
AMATO a pagina 11
Saverio
Loconsolo
MARCONIA
7.000 telefonate
all’ex dipendente
Denunciato
il datore stalker
D’ALESSANDRO a pagina 30
La minaccia
via telefono
CULTURA
Il lucano Calbi
da Matera 2019
a direttore
del Teatro di Roma
QUARTO a pagina 18
Antonio
Calbi
RASSEGNASTAMPA
Mercoledì 30 aprile 2014
TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N° 250/90
La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20
LA GAZZETTA
DI
PUGLIA - CORRIERE
DELLE
Quotidiano fondato nel 1887
PUGLIE
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
B A S I L I C ATA
Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l’Africano 264 - 70124 Bari. Sede centrale di Bari
(prefisso 080): Informazioni 5470200 - Direzione Generale 5470316 - Direzione Politica 5470250 (direzione [email protected]) - Segreteria di Redazione 5470400 ([email protected]) - Cronaca di Bari 5470430-431
([email protected]) - Cronache italiane 5470413 ([email protected]) - Economia 5470265
([email protected]) - Esteri 5470247 ([email protected]) - Interni 5470209 ([email protected]) - Regioni 5470364 ([email protected]) - Spettacoli 5470418
(cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorni,it) - Speciali 5470448 ([email protected]) - Sport
5470225 ([email protected]) - Vita Culturale 5470239 ([email protected]).
Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127° Numero 118
TARANTO IN ATTESA SI TEME UN AUMENTO DEI CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ
LA PROCURA CONTABILE ACCUSA 28 EX CONSIGLIERI REGIONALI
Cresce l’ansia per l’Ilva
stop ad altri due tubifici
Potenza, Rimborsopoli
Il pm: «Danno erariale»
per circa 300mila euro
SERVIZI A PAGINA 13 E IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA IV >>
Nessuno spiraglio dal vertice a Palazzo Chigi
Il 2 il sì della Corte dei conti al piano ambientale
ACCUSA Il procuratore Oricchio [foto Tony Vece]
PALMIOTTI A PAGINA 14 >>
GOVERNO SLITTANO AL 10 GIUGNO I TERMINI PER APPROVARE LA REVISIONE DEL SENATO: «IO QUI PER FARE LE COSE, ALTRIMENTI PRENDANO UN ALTRO»
Aut aut di Renzi: riforme o lascio
PERUGIA L’OMICIDIO DI MEREDITH
I giudici sicuri
«Amanda sferrò
Berlusconi definisce un golpe la sentenza Mediaset, rischia i servizi sociali il colpo fatale
Asse tra Pd e Cinque Stelle, bocciata la responsabilità civile dei magistrati e Raffaele era lì»
ARCHIVIATE LE ACCUSE ALL’IMPRENDITORE BARESE
MA IL BICCHIERE
DEL PREMIER
È MEZZO PIENO
O MEZZO VUOTO?
«Nessuna estorsione
per i 500mila euro
del Cav a Tarantini»
di GIOVANNI VALENTINI
P
otrà anche sembrare ingenua o brutale. Ma in fin dei
conti la domanda a
cui dobbiamo rispondere in
questo momento è semplice:
il bicchiere di Matteo Renzi è
mezzo pieno o mezzo vuoto? E
cioè, nell’attività di questo
governo,
prevalgono
gli
aspetti positivi o quelli negativi?
Ognuno,
naturalmente,
giudicherà in base alle proprie convinzioni e ai propri
orientamenti. Non c’è una
risposta unica, assoluta, valida per tutti. In ogni caso, su
un punto forse si può concordare: oggi conviene comunque guardare al bicchiere mezzo pieno e, anzi, cercare di contribuire – ciascuno
per la propria parte – a riempirlo il più possibile, nella
speranza di evitare tutti insieme il peggio.
SEGUE A PAGINA 25 >>
COZZI CON ALTRI SERVIZI DA PAGINA 2 A 9 >>
IN TV Berlusconi contro tutti
l Gianpi Tarantini, la moglie Nicla
Devenuto e il faccendiere Valter Lavitola non estorsero 500mila euro a Silvio
Berlusconi dietro la minaccia di aggravarne la posizione nell’inchiesta sulle
escort. Lo ha deciso il gip del Tribunale
di Roma che ha disposto l’archiviazione
delle accuse a carico dell’imprenditore
barese e del faccendiere.
SCAGLIARINI A PAGINA 4 >>
PRESENTATO IL SUPERCOMPUTER CHE INCROCERÀ TUTTI I DATI
Guerra ai falsi
parte da Bari
l’offensiva
della Finanza
PERUGIA Amanda e Raffaele [Foto d’archivio]
SERVIZIO A PAGINA 15 >>
LA RIVOLUZIONE DELLE BANANE
PER DARE UN CALCIO AL RAZZISMO
di FRANCESCO COSTANTINI
I
l mondo è tutto un selfie da quando Dani Alves si è chinato sul prato
dello stadio del Villareal, ha raccolto una banana che un idiota gli
aveva lanciato contro in segno di sfregio razzista, l’ha sbucciata, e,
mentre si accingeva a battere un calcio d’angolo, se l’è tranquillamente
mangiata. Giocatori di ogni angolo del pianeta, ma anche artisti e gente
qualunque, sbucciano e mangiano banane come macachi.
SERVIZIO A PAGINA 11 >>
SEGUE NELLO SPORT A PAGINA 31 >>
GDF Un vasto campionario di merci contraffatte sequestrate
IL PROBLEMA
CASO ALDROVANDI
In Puglia 415 cave Applausi agli agenti
un bel business
condannati
non per la Regione scoppia la bufera
A PAGINA 12 >>
A PAGINA 15 >>
S
E
D
R
LOU
16 - 19 MAGGIO
4 GIORNI IN AEREO DA BARI
QUOTA € 680,00 + T.I.
EVES Tour Operator
RASSEGNASTAMPA
Mercoledì 30 aprile 2014
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887
www.lagazzettadelmezzogiorno.it
LA GAZZETTA DI POTENZA - LA GAZZETTA DI MATERA
Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418511 - Fax: 080/5502360 - Email: [email protected]
Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/251311 - Fax: 080/5502350 - Email: [email protected]
Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/418536 - Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/331548 - Fax: 0835/251316
Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com
LE ALTRE REDAZIONI
Bari:
Barletta:
080/5470430
0883/341011
Foggia:
Brindisi:
0881/779911
0831/223111
Lecce:
Taranto:
0832/463911
099/4580211
ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00;
trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel.
080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213
VERSO IL VOTO PARTITA LA CAMPAGNA ELETTORALE. LE LISTE ESCLUSE RICORRONO AL TAR
Fra l’Europa
e i 55 Comuni
COMUNALI Il candidato Dario De Luca con Alemanno [T. Vece]
EUROPEE Il candidato del Pd, Gianni Pittella [foto Tony Vece]
POTENZA LA PROCURA DELLA CORTE DEI CONTI CONTESTA AGLI EX CONSIGLIERI REGIONALI 300MILA EURO DI RIMBORSI
«Danno erariale»
per Rimborsopoli
Il procuratore Oricchio
ha depositato la
citazione in giudizio per
i rimborsi «scroccati»
Raffica di convocazioni
Dalla Guardia di finanza
gli ex collaboratori
di Vito De Filippo
l Per gli investigatori contabili sono
«sprechi». La Procura regionale della
Corte dei conti ritiene che 28 consiglieri
della Regione Basilicata abbiano sprecato, nel 2010, circa 300mila euro. L’unico consigliere per cui è stata chiesta
l’archiviazione è Pasquale Di Lorenzo.
L’altra mattina la Procura regionale ha
depositato alla Corte dei conti la citazione in giudizio. «Danno all’erario»
lo definisce il procuratore regionale
contabile Michele Oricchio che ha firmato l’atto di accusa nei confronti dei
consiglieri. Solo quattro consiglieri
non sono incorsi immediatamente
nell’abuso rilevato: Maria Antezza, Er-
C’È CHI DÀ AVIGLIANO
C’È CHI PRENDE Punto Zero «scopre»
PER QUALCOSA l’acqua inquinata
O ANCHE SENZA Arpab però rassicura
di MIMMO SAMMARTINO
C’
è chi dà e c’è chi
prende. Sono fatte
così le facce del
mondo. Il meglio di
questo Paese, anche in questa stagione decandente, è fatta di volontari che, senza prendere nulla,
danno: il loro tempo, le capacità,
l’entusiasmo. Ci sono quelli che
danno una mano agli ammalati
anche negli ospedali lucani. O ai
senza tetto, ai migranti, a chi è solo
o non ha i soldi per assicurarsi un
pasto. Ci sono stati (e ci sono) gli
angeli dei disastri: nei terremoti,
nelle alluvioni. Li abbiamo conosciuti anche in Basilicata. Ma si dà
e si prende anche nell’immaginario. Robin Hood prendeva ai ricchi
per dare ai poveri. I despoti prendevano ai poveri per i propri lussi
e sollazzi. E i politici regionali?
Quelli prendono. E senza «per...».
l È piena campagna elettorale. Gianni Pittella
(Pd) ha avviato il suo tour lucano per le elezioni
europee dal centro sociale di rione Malvaccaro, a
Potenza. Dario De Luca, uno dei due candidati
sindaco del centrodestra, ieri si è presentato alla
città al Motel Park. Con lui c’era anche l’ex
sindaco di Roma, Gianno Alemanno. Restano in
bilico le liste ricusate a Potenza, Maratea, Acerenza, Pomarico. C’è lavoro per il Tar.
SERVIZI ALLE PAGINE II E III >>
AUTOMOBILI
minio Restaino, Vincenzo Ruggiero e
Antonio Tisci. A Di Lorenzo venivano
contestate spese per 900 euro. Ma il
procuratore ha i suoi conti in regola e
ha archiviato la posizione dell’ex consigliere regionale. Ora saranno i giudici della Corte dei conti a valutare il
danno erariale. E ieri, per un’altra
inchiesta, sono stati convocati dalla
Guardia di finanza gli ex collaboratori
di Vito De Filippo. L’indagine si concentra sul vecchio ufficio di presidenza.
Mentre il procedimento penale di «Rimborsopoli» va verso la decisione del
Gup.
SERVIZI A PAGINA IV >>
POTENZA
Sequestrati 9 cavalli
di dubbia provenienza
dal Corpo Forestale
GUGLIELMI E LAGUARDIA A PAGINA VII >>
Iniziative elettorali di
Dario De Luca, candidato
sindaco di Potenza
(destra) e, per le europee,
di Gianni Pittella (Pd)
Visita di settanta
ingegneri
alla Fiat di Melfi
l È durata più di tre ore la visita
di settanta ingegneri lucani, la prima
in assoluto, allo stabilimento Sata di
San Nicola di Melfi. Ad accogliere
ieri mattina i professionisti, per lo
più ingegneri meccanici, partiti in
pullman da Potenza, c’era il direttore
della Sata, Sebastiano Garofalo.
BOCCIA A PAGINA VIII >>
SERVIZIO A PAGINA VII >>
POTENZA ANGELO NARCISI CHIEDE IL RICONOSCIMENTO DI PATERNITÀ
POTENZA DISMISSIONE DEI PREFABBRICATI ED EMERGENZA AMBIENTE
Riesumato un imprenditore Bucaletto, dove c’era il bar
«Quell’uomo è mio padre» resta un immondezzaio
DNA Disposto l’esame genetico
l L’unico modo per stabilire
«con altissima probabilità» la
paternità è l’esame del Dna. Per
questo i giudici della Corte d’appello di Potenza hanno stabilito
la riesumazione della salma di
Giovanni Venneri, imprenditore potentino molto noto in città,
morto alcuni anni fa. A chiedere
il riconoscimento di paternità è
Angelo Narcisi, 56 anni, imprenditore che ha fatto fortuna prima in Belgio e ora in Olanda.
AMENDOLARA A PAGINA V >>
DEGRADO Rifiuti a Bucaletto
l Una volta era un bar, anche
molto frequentato, oggi è diventata una sorta di discarica a cielo
aperto dove puoi trovare di tutto.
La fotografia più nitida e reale
dello stato di abbandono in cui
versa la Cittadella di Bucaletto,
sempre più un «corpo» a parte rispetto al resto del capoluogo. A
nulla sono valse le segnalazioni
dei cittadini che hanno chiamato
in causa amministrazione, Polizia
Municipale e Ufficio Sanitario.
MAIORELLA A PAGINA VI >>
SOS DA POTENZA
NEI QUARTIERI
di PASQUALE LAURENZANA
D
a qualche giorno nella nostra città si parla di un argomento
scottante, un problema che oggi è diventato una rappresentazione teatrale drammatica, prima era solo una fiction cittadina (visto che si protrae da 30 anni); questa mia, mi
permetta di chiamarla lettera
aperta, è e vuole essere un tam
tam, per richiamare all'unione
tutti i diretti interessati.
SEGUE A PAGINA VI >>
RASSEGNASTAMPA
Neri non si nasce ma
si diventa, per colpa degli
sguardi degli altri. A me
accadde quando arrivai
in Francia a nove anni. La
banana e gli ululati sono
pura violenza. Il razzismo in
Occidente esiste eccome.
Liliam Thuram
ex calciatore
Anno 91 n. 117
1,30
Mercoledì 30 Aprile 2014
U:
Berlusconi insulta i suoi giudici
Dietro le quinte
del Gomorra
televisivo
Gallozzi pag. 17
●
●
1° maggio: pronto
il concertone
Boschero Miliani Sabato pag. 18-19
Zanetti lascia
Trap ricomincia
dal Marocco
Caruso Fonsato pag. 23
Escalation a Canale 5: il condannato definisce un «golpe» la sentenza Mediaset e ingiuria Napolitano
Il Tribunale di sorveglianza «vaglia» le sue parole: ora può revocare l’affidamento ai servizi sociali
È un’escalation: sempre dalla tv di famiglia, Berlusconi alza il tiro contro il
Quirinale e contro i giudici che l’hanno
condannato: «La sentenza Mediaset è
un golpe». Il Tribunale di sorveglianza
ora vaglia se sussitano ancora i requisiti per l’affidamento ai servizi sociali.
DOMANI IN EDICOLA
FANTOZZI FUSANI LOMBARDO A PAG. 2-3
Strategia
dell’aggressione
MICHELE PROSPERO
●
CON LE SUE PAROLE SEMPRE PIÙ ARMATE, BERLUSCONI COSTRINGE AD
UN REPENTINO RISVEGLIO IL TRIBUNALE DI
SORVEGLIANZA DI MILANO. L’ex Cavalie-
re pensa che le sue frasi di fuoco siano
solo delle sparate innocenti, che male
non fanno. E con espressioni al vetriolo, sfida il mondo intero immaginando
però di non lasciare feriti. Per qualche
decimale in più nei consensi, ora che è
precipitato stabilmente in terza posizione, è disposto a spezzare le reni ai
tedeschi sfidando le ire dei popolari euSEGUE A PAG. 3
ropei.
Una vita
Aldrovandi, l’ovazione della vergogna con l’Unità:
foto e storie
dei lettori
Al congresso Sap cinque minuti di applausi per tre dei quattro agenti condannati per l’uccisione di Federico
ROSSI A PAG. 11
La madre: «Terrificante, mi si rivolta lo stomaco»
Renzi: riforme o prendano un altro
● Il premier: entro
il 10 giugno il primo sì
al nuovo Senato
● Vicina l’intesa nel Pd
● E oggi il governo vara
la riforma della Pa
Matteo Renzi è pronto a mediare senza
oiù la scadenza del 25 maggio per il primo sì al nuovo Senato: ma la riforma va
fatta presto, entro il 10 giugno, o lascerà.
«Ne prendano un altro». Intesa vicina
nel Pd. E oggi via alla riforma della Pa.
ANDRIOLO CARUGATI DI GIOVANNI
FRULLETTI A PAG. 4-5 e 7
La mediazione,
una bella parola
Staino
● Insieme al giornale
del Primo maggio
un fascicolo di 48 pagine
ORESTE PIVETTA
IL COMMENTO
Album di famiglia, di un paese e
qualche cosa di più: nell’universalità delle facce, dei cuori, delle proteste, delle speranze, immagini di tante epoche e del mondo intero. L’Unità tra le mani di un operaio, di un
contadino, di uno studente. L’Unità
tra le mani di un pensionato o di una
massaia in un tempo di lasagne e
agnolotti tirati in casa. L’Unità nei
SEGUE A PAG. 14
cortei.
CLAUDIO SARDO
Non è impazzito Berlusconi
quando lancia contro la
cancelliera Merkel accuse volgari
e iperboliche, o quando tenta di
trascinare Napolitano nella rissa,
o quando si dichiara vittima non
di uno bensì di quattro «colpi di
SEGUE A PAG. 15
Stato».
IL RICHIAMO DELLA UE
FRONTE DEL VIDEO
LUIGI MANCONI
STEFANO ANASTASIA
Poi dice che uno si butta a sinistra Meno studenti
nell’armamentario leghista le palle più
meno docenti:
●
col fasci- clamorose, senza mai trovare quella che
smo (vedi la «peste rossa»), parla sem- gli faccia conquistare le prime pagine.
Carceri, urla dal silenzio
È proprio il caso di dire: ogni giorno ha
la sua pena. Nel senso che, con frequenza pressoché quotidiana, l'Italia viene
sanzionata da organismi sovranazionali in ragione delle sue gravi inadempienze, o peggio, sul piano del rispetto
dei diritti fondamentali della persona.
Questa volta, particolarmente severo è
stato il Consiglio d’Europa.
SEGUE A PAG. 15
MARIA NOVELLA OPPO
GRILLO, CON QUELLA VISIONE MORTUARIA CHE CONDIVIDE
IL CASO
L’appartamento
che divide
Bertone e il Papa
MONTEFORTE A PAG. 10
pre di cadaveri ma nel suo affollato cimitero ci può già seppellire parecchie delle
sue previsioni. Per esempio quella secondo la quale l’Italia doveva fallire l’anno
scorso. Ma certo non vale la pena di inseguirlo sul suo terreno, come non varrebbe la pena di inseguire Berlusconi, visto
che i due fanno a chi la spara più grossa,
col risultato di mettere all’angolo il povero Salvini. Il quale è costretto a pescare
D’altra parte, è difficile far dimenticare agli italiani che leghisti e berlusconiani insieme hanno ridotto il Paese così come è ridotto, arraffando quello che era
possibile arraffare e firmando tutti i trattati europei che hanno firmato e controfirmato. Riesce più facile ai grillini, che
in vita loro non si sono mai presi una responsabilità, sparare contro le palle a
palle incatenate.
IL RAPPORTO
così tramonta
l’università
● Eurostat: gli atenei
italiani ultimi nell’Unione
GRECO A PAG. 16
RASSEGNASTAMPA
2 PRIMO PIANO
Mercoledì 30 aprile 2014
SALE LA TENSIONE
I PROGETTI E LE POLEMICHE
Il premier incontra i senatori del Pd. Si
allungano i tempi di approvazione. Forza
Italia non vuole il sì prima delle europee
Riforme, l’ultimatum di Renzi
«O me le fanno fare o vado via»
Tratta sul Senato: delega alle Regioni su come eleggere i rappresentanti
l ROMA. Matteo Renzi usa il bastone e la carota sulla partita delle
riforme. In pubblico attacca a testa
bassa i frenatori ma quando arriva al
Senato parcheggia in garage il rullo
compressore e smette di correre per
mediare: e ciò basta ad allentare un po’
la tensione che si era creata tanto in
seno al Pd, quanto con Forza Italia, che
torna ad essere della partita come testimonia una riunione serale tra i capigruppo Paolo Romani, Luigi Zanda e
la relatrice Anna Finocchiaro. Incontrando la mattina i senatori del Pd, il
premier ha detto che il «si» alla riforma può anche andare oltre il 25
maggio, sganciando quindi le riforme
dalla campagna elettorale, che stava
rendendo impraticabile il percorso,
con Berlusconi che bombarda con le
sue dichiarazioni mentre i suoi senatori dovrebbero dialogare nelle Aule.
La giornata è iniziata in realtà la
sera di lunedì con un incontro tra il
vicesegretario del Pd Lorenzo Guerrini con Denis Verdini e Paolo Romani. Gli «azzurri» hanno detto chiaramente che non lasceranno a Renzi e ai
dem l’atout elettorale di una approvazione delle riforme prima delle europee: sono però interessati alla loro
realizzazione con alcuni cambiamenti
al ddl del governo: gli stessi indicati da
molti senatori del Pd, su cui Renzi ha
aperto il dialogo.
La novità non sta tanto nell’aver
accolto alcune modifiche, su cui il ministro Maria Elena Boschi sveva già
dato la disponibilità, quanto nella frenata sui tempi che ha garantito FI (ma
diversi senatori di Fi come Augusto
Minzolini, arricciano ancora il naso).
La frenata è stata vista anche dai senatori Pd, dubbiosi sul testo del governo, come la disponibilità ad un confronto vero. Per questo alla fine tutti,
anche Vannino Chiti, hanno parlato di
«clima nuovo» e «passi avanti».
Nel merito Renzi ha detto sì ad un
Senato con un maggior numero di rappresentanti delle Regioni rispetto ai
CRITICO Il pd Vannino Chiti
sindaci (l'attuale testo dice 50/50), con
in più una ponderazione dei senatori
di ciascuna Regioni in base al peso
demografico (il ddl assegna a tutte 6
senatori). Un passo indietro ci sarà
anche sui 21 nominati dal Quirinale.
Sul vero nodo, cioè l’elezione dei
senatori o da parte dei Consigli regionali o direttamente da parte dei
cittadini come chiede Chiti, Renzi ha
avanzato una mediazione inaspettata:
lasciare che ogni singola Regione le-
giferi sulle modalità di elezione dei
propri senatori.
Tecnicamente la soluzione solleva
dubbi, per la disomogeneità delle rappresentanze in Senato di ciascuna Regione. Con espressione efficace Miguel Gotor ha detto che Renzi ha «volutamente tirato la palla in tribuna»
nel senso che la proposta ha lo scopo di
far capire la volontà di confrontarsi,
anche sforando la fatidica data del 25
maggio. Non a caso in Commissione
affari costituzionali i relatori, Anna
Finocchiaro e Roberto Calderoli, hanno annunciato che il testo base sarà
presentato non oggi bensì martedì 6
maggio, e che esso recepirà rispetto al
ddl del governo gli elementi maggiormente condivisi emersi nel dibattito.
«Non c'è stata apertura del premier –
ha commentato Donato Bruno di Fi –
ha solo dovuto prendere atto della situazione, altrimenti il governo andava
sotto».
In serata, da Bruno Vespa, Renzi,
tira fuori il bastone e mette i puntini
sulle «i»: «Siccome la polemica era che
l'iniziativa era solo a fine elettorale, vi
mostriamo che non è così e arriviamo
al 10 giugno per il voto in prima lettura. Basta che non sia un modo per
rinviare», perchè allora si rimette sul
tavolo la pistola delle dimissioni dal
governo e dal Pd, è la sintesi del suo
ragionamento. «Se posso fare le cose
che posso fare le faccio, se hanno bisogno di uno che nasconde le cose,
prendano un altro", non resto qui "a
tutti costi».
Giovanni Innamorati
Braccio di ferro Pd-Ncd Portò la spigola in Aula
sulla «ricetta» del lavoro diaria giù di 2.605 euro
I Dem difendono le modifiche, stop degli alfaniani Punito il leghista Buonanno. Sospesi 23 del M5S
l ROMA. Ancora braccio di ferro tra il Pd e Ncd sul tema del
lavoro. Il partito democratico non
è disposto a fare marcia indietro
sulle modifiche approvate alla Camera al dl Poletti, che da lunedì
sarà messo ai voti in commissione
al Senato, mentre il partito di Angelino Alfano insiste sulla necessità di tornare al testo originario
approvato dal Consiglio dei ministri. «Non è in gioco – assicura il
presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama e esponente Ncd Maurizio Sacconi – la
continuità del governo ma l’efficacia della sua azione». Dubbi anche da Scelta civica, che rinnova
l’invito a intervenire sui contratti
stabili minacciando in caso contrario l'astensione.
Il diavolo, spiega Sacconi, è
sempre «nei dettagli». Vale a dire
quelle modifiche a firma Pd approvate durante l’iter a Montecitorio e che ora sono all’esame dei
senatori. Ma i democratici non ci
stanno a vedere smontata l’operazione messa in piedi nelle scorse
settimane e che ha portato a corregge il dl Poletti su più fronti,
dalle proroghe all’apprendistato.
LAVORO Si tratta sulla riforma
E in una riunione dei rappresentati Dem delle commissioni Lavoro di Camera e Senato, alla presenza del presidente Pd a Palazzo
Madama Luigi Zanda e del vicesegretario del partito Lorenzo
Guerini, avvertono gli alleati di
governo: una sola modifica di sostanza (a scelta di Ncd) oppure si
riapre l’intero dossier degli emendamenti. Tradotto, Alfano e Sacconi dovrebbero scegliere se chiedere modifiche sul tetto degli apprendisti da stabilizzare o sulla
formazione. Posizione poi ribadi-
ta nel corso anche dell’Assemblea
del gruppo Dem del Senato e sulla
quale, come evidenzia il presidente della commissione Lavoro della
Camera Cesare Damiano, «si registra una piena convergenza con
la segreteria e con il governo».
L’opzione che però viene respinta
al mittente da Sacconi, che non
vuole accettare mediazioni al ribasso e che continua a sostenere la
tesi della necessità di cancellare
«le modifiche introdotte unilateralmente dal Partito democratico».
Intanto però il Senato ha deciso
di accelerare l’iter del decreto legge, che già martedì sarà all’esame
dell’Aula. Venerdì prossimo infatti, due maggio, scade il termine
per la presentazione degli emendamenti in commissione che saranno votati nella giornata di lunedì. Un timing troppo serrato per
il M5S, che lamenta la mancanza
di spazi adeguati per l’opposizione
e che fa intendere, spiega il senatore grillino Sergio Puglia, che
anche in Senato il governo sia
pronto alla fiducia.
Chiara Scalise
l ROMA. Portare nell’Aula di
Montecitorio una spigola di circa
mezzo chilo e sventolarla platealmente a beneficio delle telecamere in tribuna stampa a Gianluca
Buonanno è costato salato. L’ufficio di presidenza ha sospeso per
dieci giorni il deputato leghista,
ormai considerato il «giamburrasca» della legislatura per le sue
plateali sortite nell’Emiciclo simbolo del potere legislativo. Oltre
ad impedire al leghista di partecipare alle sedute per dieci giornate (più altre due, comminategli
per aver dato del «clandestino» al
ministro dell’Interno Angelino
Alfano con il collega Massimiliano Fedriga durante una informativa sull'emergenza immigrazione) la sanzione fa «male» pure
alla tasca del deputato: nelle giornate di cartellino rosso, infatti,
Buonanno non maturerà la diaria prevista per chi partecipa alle
sedute: 206,58 euro al giorno, 2.605
euro in totale.
Buonanno arrivò con la sua
spigola nell’Aula di Montecitorio
lo scorso 1 aprile, il giorno dedicato ai «pesci d’aprile». Il giorno dopo l’immagine del deputato
CAMERA Buonanno con la spigola
con il pesce in mano campeggiava
sulle prime pagine di tutti i giornali: un fatto che ha particolarmente danneggiato l’immagine
di Montecitorio secondo i deputati questori che hanno proposto
la sanzione, approvata dall’Ufficio di presidenza. Una punizione
dura, anche perchè tiene conto
anche di altre intemperanze di
cui il leghista, per sua stessa ammissione in cerca di «visibilità»
per se e per il Carroccio, si è reso
protagonista nelle ultime settimane. Una «somma di ammoni-
zioni» per il colorito leghista che
in Aula aveva esposto in Aula un
finocchio, un forcone di cartone,
si era presentato con la faccia dipinta di nero ed aveva sventolato
un paio di manette, oltre a portare
anche un megafono nell’Emiciclo. Ma Buonanno non abbozza, e
attacca Laura Boldrini: «Sarebbe
la presidente della Camera ideale
nella Corea del Nord, è una radical chic che mangia le spigole
mentre i pensionati mangiano le
acciughe»", sbotta. E minaccia:
«la prossima volta porto il pescespada, così infilo qualcuno».
La lista delle sospensioni irrogate dall’ufficio di presidenza di
Montecitorio sembra quella del
giudice sportivo. In 23 del M5S si
prendono quindici giorni di sospensione per aver bloccato la votazione sulla fiducia al dl
Imu-Bankitalia il 24 gennaio
scorso sdraiandosi per terra in
Aula. La sanzione massima è stata per chi «ha impedito agli altri
parlamentari di esercitare il loro
diritto di votare». Altri sei seguaci di Grillo sono stati sospesi per
quattro sedute.
Francesco Bongarrà
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 3
Mercoledì 30 aprile 2014
LA DIRETTA
Ribatte a Berlusconi: «lo ringrazio per il
simpatico, ma certo non sono un tassatore»
Sui marò «chiedo rispetto per l’Italia»
Gli aggiornamenti sul telefonino.
Istruzioni a pagina 25
Matteo: servirebbero i marines
per cambiare gli uffici statali
Ma rassicura gli impiegati: non c’è il tema esuberi, nessuno verrà licenziato
RIFORME
In alto l’aula del
Senato. Il confronto
sul nuovo ruolo di
Palazzo Madama si
fa sempre più
serrato
Accanto, il premier
Matteo Renzi
.
l ROMA. Nel giorno in cui, per la
prima volta, deve mediare e cedere un
pò di sovranità per non far affossare
la riforma del Senato, Matteo Renzi
avverte che l'eccezione non diventerà
la norma. E lui non cambia stile. "O
riesco a fare le cose o me ne vado e se
ne trovino un altro", è l'aut aut che
rinnova nel salotto di Bruno Vespa,
garantendo che lui non diventerà "un
pollo da batteria" della politica. E,
chiuso un fronte, domani il premier
ne apre un altro, quello della riforma
della pubblica amministrazione, già
consapevole che "farà discutere".
Con la campagna elettorale che
entra nel vivo, Renzi ha deciso di
anteporre «ai quotidiani fuochi di
artificio» di Silvio Berlusconi e di
Beppe Grillo il profilo di chi fa promesse e le mantiene stando dalla
parte dei cittadini. Rivendica il decreto degli 80 euro, "per il Cav e Grillo
sono pochi perchè loro ne hanno
tanti". Insiste sulla novità delle misure del governo che «per la prima
volta fa pagare chi non ha mai pagato». Ma, ribatte al Cav, «lo ringrazio
per il simpatico, ma certo non sono un
tassatore». Visto che "meno politici ci
sono in giro e più sono i posti di lavoro
per combattere la disoccupazione giovanile". Slogan che i critici bollano
come demagogiche ma Renzi dà poco
peso alle critiche. E molto agli impegni presi insediandosi al governo.
Anche perchè se non riesco «mi fanno
fuori politicamente», sa bene il leader
Pd, da poco alla ribalta della politica
nazionale ma conscio della velocità
SINDACATI
I
rappresentanti
degli statali e
dei dipendenti
pubblici
chiedono di
partecipare
direttamente
alla stesura
della riforma
della P.A.
.
con cui leader e premier vengono
archiviati.
Per portare a casa le riforme, il
segretario Pd si dice pronto a «compromessi». Ma non a farsi fermare. Nè
dai tecnici della Regioneria che- dice«mi avevano smontato il decreto dalla
a alla z». Ma poi lui- spiega- si è
imposto. Nè dalle associazioni di categoria, siano magistrati (dall’Anm
«frasi offensive e sbagliate») o sindacati. Ed infatti la riforma della P.A.
arriva a Palazzo Chigi e prima dell’approvazione sarà sottoposta «ad una
forma di consultazione ma non ad un
referendum».
La «rivoluzione» della pubblica amministrazione, che il premier vuole,
«è la più difficile, non basta la Nasa, ci
vorrebbero i Marines». E si basa su
una filosofia che Renzi riassume nella
sintesi di 2 tweet: semplificare dando
un Pin ad ogni cittadino per entrare
negli uffici pubblici. E "beccare i
fannulloni e farli smettere, valorizzare i tanti non fannulloni dando un
premio a chi non è fannullone incentivando gli scatti di carriera e
magari lo stipendio». Il premier non
vuole generalizzare come fece Brunetta, liquidando come fannulloni tutti i dipendenti pubblici. «Non la fac-
Giudici, asse Pd-M5S
sulla responsabilità
ciamo contro la pubblica amministrazione ma coinvolgendola e sfidandola», sostiene assicurando che il
numero degli 85mila esuberi, dati da
Carlo Cottarelli, «è teorica» e che
«nessuno sarà licenziato».
Renzi preferisce convincere a votare Pd con i fatti, evitando attacchi
politici. Pur sicuro che il Cav «ha
interesse» a rispettare il patto del
Nazareno, lo stoppa sugli attacchi alla
magistratura: «Non la penso come lui,
io rispetto, chiedendo lo stesso rispetto, le sentenze della magistratura.
Si possono rimettere in discussione?
Non commento e le rispetto». Poi
difende il Capo dello Stato dagli attacchi da Fi ed M5s rinnovandogli la
"stima e l’affetto profondo".
Più vis polemica invece gli provoca
Grillo: «Non ha a cuore l'Italia ma il
suo spettacolo", si sfila dal confronto e
dalle riforme perchè "vuole che l’Italia vada male».
Renzi ha toccato anche il tema dei
due militari italiani prigionieri in
India: «C'è un luogo, il tribunale naturale, nel quale devono essere giudicati i Marò. Non c'è altra strada
all’internazionalizzazione della vicenda, ne ho parlato con Ban Ki Moon
e glielo dirò quando lo vedrò a Roma:
la detenzione in India e inaccettabile».
«Chiedo rispetto - sottolinea - per
l’Italia, per due persone sotto accusa
ma non considerate colpevoli da nessun tribunale. E soprattutto chiedo
rispetto per la giustizia».
Cristina Ferrulli
IL CASO IL DEPUTATO DI FORZA ITALIA CHIEDE AZIONI CONCRETE
Forza Italia: le toghe rosse vanno all’incasso
Giornali, sullo stop
agli avvisi pubblici
Palese sfida Emiliano
l ROMA. La campagna elettorale torna a
condizionare pesantemente i lavori parlamentari. Accade al Senato, in commissione Giustizia, dove il Pd, insieme al M5S, a sorpresa
approva (con 10 sì e 8 no) un emendamento dei
pentastellati al ddl sulla responsabilità civile
dei magistrati che cancella l’articolo 1, cioè il
cuore del provvedimento. Il Pd se la prende
con FI che avrebbe forzato la mano per mettere subito ai voti la proposta di modifica per
poi gridare al «nuovo asse tra Dem e 5 Stelle».
Mentre il centrodestra, che grida appunto «al
nuovo asse Dem-5 Stelle», parla anche di «toghe rosse che passano all’incasso» accusando
il Pd di non voler affrontare un problema
come quello della responsabilità civile dei magistrati che invece «i cittadini chiedono a gran
voce». «Anche Renzi – ricorda il presidente
della commissione Giustizia del Senato Francesco Nitto Palma – aveva chiesto che si intervenisse su questo tema. Ora che dice?».
E Renzi pronto ribatte: «Finchè i toni saranno da derby ideologico e da campagna
elettorale» non ci potrà essere «nessun intervento sulla giustizia». E poi una procedura
sulla responsabilità civile «c'è già» anche se
ora «è un pò complessa...».
«Il fatto – spiega il capogruppo del Pd in
commissione Giuseppe Lumia – è che il centrodestra voleva fare campagna elettorale su
un tema così delicato come questo e noi non
glielo abbiamo permesso». Già, perchè la que-
l ROMA. Rocco Palese,capogruppo di Forza Italia in commissione bilancio della Camera, in una nota afferma che «le
dichiarazioni del sindaco di Bari, Emiliano, a proposito dello
stop alla pubblicazione di avvisi e gare sui giornali imposto
dal cosiddetto decreto spending del Governo Renzi, sono
talmente contraddittorie da avermi fatto insorgere il dubbio
che egli non fosse più il Presidente del Pd pugliese. Posto che,
invece, che lo è ancora, non si capisce come possa da un lato scagliarsi contro quella norma, dall'altro dirsi “entusiasta” dell'attività del Governo Renzi».
Palese sottolinea che «piuttosto
che fare demagogia, magari per accattivarsi le simpatie del mondo
della carta stampata, se davvero
Emiliano, proprio come noi, non
condivide quella norma (che, lo ricordiamo, comporterebbe un risparmio di circa100 milioni di euro PDL Rocco Palese
su un Bilancio dello stato che si
aggira intorno agli 810 miliardi) sia consequenziale e coerente e, posto che quel decreto ora è in votazione al Senato,
dica ai suoi Senatori di fare come noi, ossia di non votarlo! Per
chi, come il Pd, è maggioranza, volere è potere! Non ha senso
quindi limitarsi a presentare un emendamento: Emiliano e il
Pd, se davvero vogliono, possono eliminare quella norma,
imporre al governo di cambiare il decreto e, cosí, rendere forte
anche la battaglia che noi, dall'opposizione, conduciamo sin
dal primo istante a sostegno della sopravvivenza dei giornali
e del mantenimento dei posti di lavoro e della libertà di
stampa».
stione che scatena il vespaio di polemiche,
nasce dall’ordine di votazione degli emendamenti. Il Pd, con Lumia, chiede subito l’accantonamento della proposta di modifica dei
M5S che abroga l’art.1 anche perchè il relatore
del testo Enrico Buemi (Psi) non c'è, è in
Calabria con la commissione Antimafia. Ma
Nitto Palma rifiuta e chiede che si metta subito ai voti la norma. «Se noi avessimo detto no
all’emendamento – spiega Lumia a fine seduta
– sarebbe passata la linea che il Pd diceva sì al
risarcimento diretto delle toghe, cosa che non
esiste in nessun altro paese Ue, mentre i 5
Stelle diventavano i difensori dei magistrati».
E «siccome non ci prestiamo a fare campagna
elettorale su questi temi abbiamo deciso tutti
insieme di dire ok all’abrogazione anche perchè l’articolo 1 così com'era non ci piaceva per
niente». «Noi – spiega anche Sergio Lo Giudice (Pd) – siamo per la responsabilità indiretta del magistrato. Il cittadino prima si
rivale sullo Stato e solo in seconda battuta
sulle toghe». Mentre così com'è scritto l’art.1
del ddl Buemi-Nencini dice il contrario: se il
magistrato non ottempera alle competenze
della Corte di Cassazione, che vengono riscritte ex novo, l’azione risarcitoria può essere diretta. Risultato: il cuore del provvedimento salta e ora "sarà difficile – osserva
Giuseppe Cucca (Pd) – ricomporre un testo
organico".
E' vero che meno di 48 ore fa la Lega, con
TOGHE Scontro sui magistrati
Gianluca Pini, presenta un emendamento alla
Comunitaria alla Camera per introdurre la
responsabilità civile diretta dei magistrati,
ma il fatto che un provvedimento su questo
tema sia stato affossato così, in commissione,
fa andare su tutte le furie ("davvero o per finta
non si sa", si ironizza nel Pd) il Ncd, FI e Gal.
Lucio Malan (FI) parla di "colpo di mano" di
Pd-M5S. Elisabetta Casellati (FI) di una «nuova maggioranza» nata al Senato. Lucio Barani
(Gal) di "una sintonia Grillo-Renzi a difesa
della magistratura che continua a prendersela con Berlusconi". Carlo Giovanardi (Ncd)
di affossamento" della legge. Mentre l’Unione
Camere Penali non ha dubbi: «all’interno di
alcune forze politiche», «nonostante i proclami di cambiamento» resta un «riflesso di protezione corporativa» delle toghe.
Anna Laura Bussa
RASSEGNASTAMPA
6 PRIMO PIANO
Mercoledì 30 aprile 2014
LA CRISI ECONOMICA
L’ITALIA E L’EUROPA
«Missioni» a Madrid, Parigi e Londra
per il responsabile dell’Economia che
presenta le politiche del nuovo governo
Padoan punge la Germania
«Tutti sostengano la crescita»
Il ministro a Le Monde: non è solo un problema di Italia e Francia
l LONDRA. Lo ha detto chiaramente anche
alla London School of Economics: quello di cui
l’Europa ha bisogno è una strategia di crescita.
L’Europa ha fatto molto, ma molto ancora resta
da fare. Il ministro dell’Economia Pier Carlo
Padoan fa tappa a Londra nell’ambito di un tour
europeo che lo ha visto prima a Madrid e poi a
Parigi. E durante il quale, ha detto, ha registrato
reazioni positive per le prospettive dell’Italia.
Alla City ieri, in incontri con la comunità
finanziaria, "è emerso grande interesse, quasi
entusiasmo", ha osservato.
Si parla d’Italia quindi, del
processo di riforme che, dice
ancora Padoan "è una grande
opportunità di cui l’Italia deve
saper approfittare". Ma si parla
parallelamente di Europa, che
resta al centro anche della missione londinese: Padoan è venuto nella capitale britannica
anche per presentare l’agenda politica ed economica del'Italia nel semestre di presidenza
europea al via a luglio, in un momento tra l’altro
delicato per l’Unione con l’insediamento del
nuovo parlamento. E in un momento, inoltre, in
cui, dice, "c'è da parte di molti miei colleghi la
convinzione che bisogna puntare a più crescita
e più occupazione in Europa".
Una sorta di appello in questo senso lo aveva
lanciato in un’intervista a Le Monde: la crescita
"non può essere solo l'obiettivo di Francia e
Italia. Tutti gli Stati membri, incluso quelli del
Nord che hanno girato più rapidamente la
pagina della crisi, devono condividere questa
visione". Alla domanda però se anche la Germania condivida questo approccio, Padoan al
quotidiano francese ha risposto «no comment».
Ed è a questo tema che è
dedicata anche la conferenza
alla London School of Economics, dal titolo 'The Eu economy after the great recession', in cui il ministro, che in
una battuta si è definito «una
volta professore, sempre professore», ha ricordato come
l’Europa ha fatto molto, ma "resta ancora molto
da fare". E che adesso le "priorità sono crescita
e lavoro"', che ci sono sì stati già alcuni
interventi, ma quello che in agenda manca è
una strategia di crescita. Una indicazione in
questo senso sembra averla data ancora a Le
«NO COMMENT»
Eloquente risposta alla
domanda se i tedeschi
condividono gli sforzi
Incentivi alle auto ecologiche
Sono i veicoli a trazione elettrica, ibrida, a Gpl, a metano, a biometano,
a biocombustibile e a idrogeno
Veicoli a bassa
emissione di C02
fino a
50 g/km
da 51
a 95 g/km
da 96
a 120 g/km
Sconto sul prezzo
d'acquisto
20%
20%
20%
5.000
4.000
2.000
Rottamazione
veicolo obsoleto
NO
NO
SÌ
Acquirenti
TUTTI
TUTTI
Aziende,
taxi, noleggio
Quota sui fondi
statali (prenotabili
dai concessionari)
15%
35%
50%
Sconto
massimo
Fondi stanziati
dal Governo
per il 2014
euro
euro
euro
31.363.943
euro +
somme non utilizzate nel 2013
ANSA
Monde, nell’intervista pubblicata ieri Padoan
esprime l’auspicio che dalle prossime elezioni
europee si formi una maggioranza «convinta
che l’Europa è una opportunità e non un
problema. La vera sfida è questa, ecco perchè è
essenziale che l’Europa, che ha risposto alla
crisi, innanzitutto con la riduzione del deficit,
metta ora la crescita al centro delle sue politiche».
Anna Lisa Rapanà
La decisione è della Cassa Depositi e Prestiti
Nomine, oggi in arrivo
le scelte sui vertici di Terna
.
Si avviano a conclusione le nomine delle
partecipate pubbliche in vista delle rispettive
assemblee dei soci. Dopo Eni, Enel, Finmeccanica e Poste, «sistemate» una decina di
giorni fa, ieri è stata la volta delle indicazioni
arrivate da Cdp per le sue controllate «minori», Fsi e Fintecna mentre è andata delusa
l’attesa per le cariche in Terna, ultima grande
quotata pubblica. Le nomine a questo punto,
sebbene ci sia tempo fino al 2 maggio per la
consegna, dovrebbero arrivare oggi. Sono
date per scontate l’uscita del presidente Luigi Roth e la sua sostituzione con Catia Bastioli e dell’amministratore delegato Flavio Cattaneo. Sul presidente la scelta è in continuità
con le decisioni prese per Eni (Emma Marcegaglia), Enel (Patrizia Grieco) e Poste (Luisa
Todini) mentre per la posizione di a.d. il toto-nomine è più vivace, anche se la sfida
sembra essere limitata a due soli nomi, Gianni Armani e Matteo Del Fante con quest’ultimo forse in pole position.
Incentivi alle auto ecologiche
84 i modelli interessati
l ROMA. Conto alla rovescia
per gli eco incentivi del Governo
di cui dal 6 maggio potranno usufruire gli acquirenti di nuove vetture a basse emissioni comprese
in tre fasce: fino a 50 g/Km di CO2,
fino a 95 g/Km di CO2 e fino a 120
g/Km di CO2. E mentre le case
automobilistiche si scaldano i muscoli, arriva il commento del presidente di Federauto Filippo Pavan Bernacchi che definisce il
nuovo stanziamento del ministero
dello Sviluppo economico (63,4 milioni di euro tra nuove risorse 2014
e risorse non utilizzate nel 2013) «il
Porcellum dell’auto». Il settore –
precisa – ha bisogno «di un piano
organico a tutto tondo, che «abbiamo presentato al premier Ren-
zi», invece gli ecoincentivi riguarderanno «solo l'1% del mercato
privati». "Le risorse inoltre – aggiunge - sono ridottissime, e per le
aziende le condizioni di accesso
sono impossibili».
I modelli di automobili che rientrano negli ecoincentivi sono 84,
come emerge da un’elaborazione
dell’Unrae effettuata su vetture
immatricolate al 28 aprile 2014 ed
anticipata dall’Ansa. Tra questi
spicca anche l’ibrida Porsche Panamera che rientra nella fascia
fino a 95 g/Km di emissioni. L’ibrida Mercedes Classe E, invece,
rientra in quella fino a 120 g/Km di
CO2. Quest’ultima è la fascia più
popolata, comprende 48 modelli
quasi tutti alimentati a Gpl. È se-
guita dai 20 modelli che rientrano
nella fascia fino a 95 g/Km di emissioni e dai 16 modelli fino a 50
g/Km di CO2.
In quest’ultima fascia ovviamente la parte del leone la fanno le
vetture elettriche, in tutto 10, che
vanno dalle Renault Fluence e Zoe
e la Nissan Leaf, alla Smart Fortwo, la Volkswagen UP!, la Peugeot
ION, la Citroen C-ZERO, la Mitsubishi I-MIEV, la Ford Focus e la
Bmw i3. Nella fascia «più pulita»
ci sono anche sei ibride: Bmw i3,
Chevrolet Volt, Mitsubishi Outlander, Opel Ampera, Toyota
Prius e Volvo V60. Altre vetture
ibride interessate agli ecoincentivi rientrano sia nella fascia di
emissioni fino a 95 g/Km di CO2
(Citroen DS5, Lexus CT, Peugeot
3008, Peugeot 508, Porsche Panamera e le tre Toyota Auris, Prius e
Yaris), sia in quella fino a 120
g/Km (Citroen DS5, le tre Honda
CR-Z, Insight e Jazz, le Lexus GS e
IS, la Mercedes Classe E, le due
Peugeot 3008 e 508 e la Toyota
Prius). Le vetture a Gpl sono le più
numerose (33 di cui solo 4 nella
fascia fino a 95 g/Km e il resto in
quella fino a 120 g/Km di CO2. Tra
queste compaiono le Fiat 500, Idea,
Panda e Punto.
Rientrano invece tra le vetture
alimentate a metano (in tutto 17 i
modelli inseriti negli ecoincentivi, di cui 8 fino a 95 g/Km di CO2 e
9 fino a 120 g/Km di CO2) le Fiat
500L, Panda, Punto e Qubo e la
Lancia Ypsilon.
Tra le altre vetture del Lingotto
che possono usufruire del bonus ci
sono anche la Fiat Panda e la Lancia Ypsilon a Gpl.
Graziella Marino
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 7
Mercoledì 30 aprile 2014
Registrato il 23esimo calo consecutivo Tuttavia nonostante l’assenza di
sulle abitudini d’acquisto delle famiglie svolte l’Istat registra un aumento del
Edilizia e commercio più in difficoltà
clima di fiducia da parte delle aziende
Consumi, imprese, lavoro
i numeri scendono ancora
Tagli della spesa in tutti i campi, si salvano solo i discount
PADOAN Il ministro
dell’Economia ha
parlato anche a
Londra sui temi della
crisi e della ripresa
«Professori una volta,
professori per
sempre», ha
commentato a
proposito dei suoi ruoli
Btp, nuovo minimo storico
tassi in discesa e Borsa +2,15%
l Il Tesoro fa centro ancora una volta e
colloca tutti i Btp a medio-lungo termine
con tassi in discesa a nuovi minimi storici,
in un mercato che torna a scommettere su
manovre espansive della Bce in chiave anti-deflazione, a partire dal quantitative easing. E se lo spread con il Bund si mantiene
in area 160 punti base, l’euro si deprezza
dello 0,3% fino a 1,3810 dollari proprio sulle
aspettative di un massiccio acquisto di titoli
di Stato e asset finanziari da parte dell’Eurotower. Sulle Borse europee parte il rally
con Milano maglia rosa. Piazza Affari archivia un solido +2,15% seguita da Francoforte (+1,46%), Madrid (+1,36%), Londra
(+1,04%) e Parigi (+0,83%). A trainare i listini anche la nuova ondata di merger, (vedi
Pzifer-Astrazeneca) e conti trimestrali migliori del previsto come nel caso di Deutsche Bank. Via XX Settembre – che ha già
venduto senza problemi Bot a 6 mesi per 7
miliardi di euro – ha piazzato ieri tutti i 6,5
miliardi di euro di Btp a cinque e dieci anni
e i rendimenti sono scesi rispettivamente
all’1,84% e al 3,22%, livelli mai visti dalla
nascita dell’euro. Venduti anche CCtEu (titoli a tasso variabile indicizzati all’Euribor)
per 2,28 miliardi al tasso dell’1,32%.
I mercati sembrano ormai aver metabolizzato le nuove sanzioni alla Russia e – messe momentaneamente da parte le preoccupazioni per la crisi tra Kiev e Mosca – focalizzano l’attenzione su possibili mosse
espansive della Banca centrale europea per
contrastare la 'low-flation'. Il test chiave è
oggi con l'inflazione dell’Eurozona ad aprile.
E se nelle ultime ore lo stesso presidente
Mario Draghi ha cercato di smorzare le attese di un intervento già nella riunione del
board della prossima settimana, ieri la delusione per il dato sull'inflazione tedesca ha
riacceso le aspettative. In Germania l’indice
dei prezzi al consumo ha segnato ad aprile
un -0,3% su mese e +1,1% su anno. Un livello
inferiore alle stime (+1,3% tendenziale) che
aggiunge pressione sulla Bce per misure anti-deflazione. Per l’intera zona euro – dopo la
gelata dei prezzi a marzo (+0,5%) – gli economisti scommettono su un rimbalzo ad
aprile a +0,8% puntando sull'effetto Pasqua.
l Dai negozi, dalle grandi fabbriche e dai cantieri
come gli elettrodomestici, le radio, le tv e i regiarrivano segnali negativi per l’economia con gli ulstratori.
timi dati Istat. Il clima di fiducia delle imprese,
E' il 23esimo calo consecutivo delle vendite per i
infatti, non è positivo come quello dei consumatori,
piccoli, sottolinea la Confesercenti. L’associazione
che ha toccato il livello più alto dal 2010, e anzi cala a
denuncia una vera «emorragia» per gli esercizi di
88,8 punti ad aprile dagli 89,5 di marzo, dopo sei
quartiere che hanno visto oltre 17 mila chiusure nei
aumenti consecutivi. Soffrono anche le vendite al
primi due mesi dell’anno. I dati sui consumi, osserva
dettaglio, che perdono l’1% a febbraio rispetto al 2013,
invece la Confcommercio, confermano che l'inizio del
e si contrae l’occupazione nelle imprese con almeno
2014 è «di piena stagnazione» e di «convalescenza per
500 dipendenti (dell’1% al lordo della cassa intel’economia». Entrambe le organizzazioni sollecitano
grazione su febun taglio della
braio 2013).
pressione fiscale
La pesantezza
per consentire la
Dati di febbraio 2014
della situazione
ripresa.
emerge dal taglio
Nonostante l’asRispetto a gennaio Rispetto a un anno fa*
alimentari
-1,0%
dei consumi alisenza di svolte sul
mentari, che vivofronte della vendinon alimentari -1,2%
%
%
no una stretta a
te, le imprese del
cui riescono a sotcommercio sono
Maggiori cali
Così gli esercizi commerciali
trarsi solo i dicomunque più otCartoleria, libri,
scount, dove le
timiste che in pas-0,5%
-2,5% Grande distribuzione
giornali e riviste
vendite aumentasato, secondo i dati
no del 2,6%. Sono
sulla fiducia di
-0,9%
Ipermercati
Mobili, articoli tessili
-2,4%
in difficoltà infatti
aprile, e insieme
e abbigliamento
-1,7%
Supermercati
anche gli ipermeralla manifattura
Elettrodomestici,
cati e i supermersono le uniche real-2,4%
radio, tv e registratori
+2,6%
Discount
cati, con diminutà in controtendenzioni degli sconza in uno scenario
Minori cali
trini
rispettivadi pessimismo gePiccole superfici
-1,6%
Giochi, giocattoli,
mente dello 0,9% e
neralizzato. L’indi-0,1%
sport e campeggio
Negozi alimentari
-2,1%
dell’1,7%. I più colce Istat sul clima
piti sono ancora
delle aziende sale
Profumeria e cura
-1,5%
-0,2% Altri negozi
una volta i piccoli
infatti sia nella
della persona
negozi che perdogrande distribuANSA
Fonte: Istat
*terzo calo tendenziale consecutivo
no il 2,1% delle
zione che in quella
vendite per i protradizionale e sono
dotti alimentari e l'1,5% per quelli non alimentari. E
in recupero soprattutto le aspettative per il futuro.
in generale, la diminuzione degli acquisti è dello 0,5%
Ancora migliore è la fiducia per le aziende maper la grande distribuzione e dell’1,6% per le sunifatturiere che raggiungono il livello più alto dopo
perfici minori.
giugno 2011. Per l'industria migliorano inoltre i giuLe famiglie comprano meno tutte le tipologie di
dizi sugli ordini, mentre le attese di produzione e le
prodotti con cali che spaziano dal 2,5% di cartoleria,
scorte di magazzino rimangono invariate. A vedere
libri, giornali e riviste allo 0,1% di giochi, giocattoli,
nero sono in primis le imprese delle costruzioni, che
sport e campeggio e allo 0,2% dei prodotti di prohanno aspettative in peggioramento anche per l'ocfumeria e cura della persona. Soffrono particolarcupazione. Sono in calo, infine, anche i giudizi e le
mente i mobili, gli articoli tessili e l'arredamento così
attese delle imprese di servizi.
Le vendite al dettaglio
0,2
1,0
RASSEGNASTAMPA
PUGLIA E BASILICATA 13
Mercoledì 30 aprile 2014
CASO BASILICATA
IL CONSIGLIO REGIONALE
I FATTI DEL 2010
L’inchiesta è ora al vaglio della Corte
dei Conti. Oltre 4mila capitoli di spesa
non legata alle attività istituzionali
Rimborsopoli, in 28
nel mirino dei giudici
GOVERNO
DE FILIPPO
Anche l’ex
governatore
tra gli
indagati
nell’inchiesta
«Rimborsopoli»
.
La Procura: malcostume diffuso e danni per 300mila euro
FABIO AMENDOLARA
l La Procura regionale della Corte dei
conti di Basilicata ritiene che 28 consiglieri della Regione Basilicata abbiano
sprecato, nel 2010, circa 300mila euro.
Chiesta l’archiviazione per una posizione. L’altra mattina la Procura regionale
ha depositato alla Corte dei conti la citazione in giudizio.
«Danno all’erario» lo definisce il procuratore regionale contabile Michele
Oricchio che ha firmato l’atto di accusa
nei confronti dei consiglieri. Il totale degli sprechi ipotizzati dalla Procura contabile: 16mila euro per Autilio, 13mila
per Carelli, 4mila per l’ex governatore
Vito De Filippo, 19mila per Prospero De
Franchi, 18mila per Antonio Di Sanza,
17mila euro per Roberto Falotico, 10mila
per Gaetano Fierro, 9mila per Antonio
Flovilla, 9mila per Vincenzo Folino, 8mila per Sergio Lapenna, 3mila per Innocenzo Lo Guercio, 5mila per Agatino
Mancusi, 14mila per Rosa Mastrosimone, 5mila per Franco Mattia, 2mila per
Franco Mollica, 3mila per Michele Napoli, 20mila per Giacomo Nardiello, 2mila per Nicola Pagliuca, 7mila per il
neo-presidente regionale Marcello Pittella, 3mila per Antonio Potenza, 15mila
per Adeltina Salierno, 9mila per Donato
Paolo Salvatore, 25mila per Vincenzo
Santochirico, 15mila per Luigi Scaglio-
ne, 4mila per Emilia Simonetti, 35mila
per Gennaro Straziuso, 11mila per Rocco
Vita e 7mila per Vincenzo Viti.
«L’invito a dedurre», così si chiama
tecnicamente l’atto che la Procura contabile ha fatto notificare ai consiglieri,
risale a gennaio. Alcuni consiglieri sono
riusciti a fornire giustificazioni per alcune spese e le contestazioni sono state
ridotte. Ma di poco. È il caso di Emilia
Simonetti: aveva pagato poco più di mille
euro per trasformare una ricerca sul
mondo del lavoro in un libro. Il pm contabile lo aveva considerato uno spreco.
Ma non era così: e quella spesa è stata
riconosciuta come consentita.
La notifica dell’invito a dedurre fu accompagnata da un generico comunicato
stampa. Che non faceva alcun cenno al
fatto che l’inchiesta era partita da un
esposto anonimo (il pm contabile lo de-
PUGLIA VETTURE PICCOLE PER LA SPENDING REVIEW: IL COSTO NON DOVRÀ SUPERARE I 275MILA EURO ANNUI
Regione, l’esordio delle auto ibride
Addio alle Giulietta, 13 Toyota a doppia alimentazione (benzina ed elettrica)
Crediamo che anche il migliore dei materiali possa essere sempre migliorato:
Super Titanio 5 volte più resistente del normale titanio
Collezione
da 178 a 298 euro
PARCO
AUTO
Si rinnovano
le auto in
dotazione alla
Regione
Puglia
Foto Luca Turi
l La Regione Puglia passa alle auto
ibride. Sono state appena consegnate
13 nuove Toyota «Yaris» con doppia
alimentazione, benzina ed elettrica,
che sostituiranno le attuali Giulietta
1.4 (in leasing) in dotazione agli assessori. La scelta di passare ad automobili ancora più piccole è dettata
dai vincoli della spending review, che
impongono di tagliare la spesa da
440mila euro a non più di 275mila
euro l'anno. Restano ancora in flotta
(per le necessità degli uffici) 8 Punto
diesel: quella a servizio della presidenza ha percorso più di 200mila
km.
5 volte più resistente del normale titanio
40% più leggero dell’acciaio inox
Vetro Zaffiro, prezioso ed inscalfibile
Energia inesauribile grazie alla carica luce
.
€ 298
finisce «specifico e concreto»). «Al di là
dei profili penali - precisa il magistrato
contabile riferendosi all’inchiesta della
Procura della Repubblica denominata
«Rimborsopoli» - in questa sede ci si deve
soffermare sull’inesistenza di alcun nesso di causalità fra le spese contestate, e
per le quali si era ottenuto il rimborso
attraverso un meccanismo di anticipazioni e successive rendicontazioni, e l’attività rappresentativa svolta. Le indagini
del drappello della Guardia di finanza
hanno portato ad accertare - secondo
Oricchio - che nel periodo in esame oltre
4mila titoli di spesa portati a rimborso
non sono riconducibili all’attività istituzionale, con l’ovvia conseguenza che
non possono essere inseriti nella categoria delle spese di rappresentanza e non
sono rimborsabili, a differenza di quanto
è avvenuto». L’esame della documentazione acquisita, sostiene il procuratore
Oricchio, «ha portato all’emersione di un
diffuso malcostume amministrativo».
Solo quattro consiglieri non sono incorsi
immediatamente nell’abuso rilevato:
Maria Antezza, Erminio Restaino, Vincenzo Ruggiero e Antonio Tisci. A Di
Lorenzo venivano contestate spese per
900 euro. Ma il procuratore ha ritenuto i
conti in regola e ha archiviato la posizione dell’ex consigliere regionale. Ora
saranno i giudici della Corte dei conti a
valutare il danno erariale.
RASSEGNASTAMPA
Mercoledì 30 aprile 2014
21
ECONOMIA&FINANZA
Arriva la lettera di Etihad
Alitalia: tagli da 400 milioni
Riduzione degli stipendi oltre i 40.000 euro. Duemila esuberi
l ROMA. Dopo un’attesa durata
quasi un mese, finalmente arriva la
lettera di Etihad dalla quale dipende il futuro di Alitalia. Sui contenuti resta ancora il massimo riserbo, in attesa che l’amministratore delegato Gabriele Del Torchio
la illustri alle parti sociali, agli
azionisti ed al Governo, come ha
spiegato il ministro dei Trasporti,
Maurizio Lupi, dopo aver annunciato lui stesso l’arrivo della lettera
da Abu Dhabi. Il prossimo appuntamento con i sindacati è per il 2
maggio, mentre non sono in programma riunioni del consiglio di
amministrazione nei prossimi giorni.
Sicuramente, sottolineano fonti
vicine al dossier, la lettera, che
conterrebbe le condizioni per chiudere l’accordo, rappresenta un
«grandissimo passo avanti» verso
l’intesa dopo la frenata della prima
missiva arrivata a Fiumicino 10
giorni fa. La nuova lettera, infatti,
definisce i contorni della trattativa
e pone «le condizioni per portare
avanti il negoziato», che è stato
illustrato dall’azienda ai sindacati,
nel primo incontro dopo due mesi
di stallo al tavolo sulla riduzione del
costo del lavoro. Un confronto che
però è ripreso in salita, con le sigle
dei trasporti che avvertono: no a
nuovi sacrifici senza un accordo
con Etihad, anche perchè avverte
Marco Veneziani della Uilt, è «molto difficile che Alitalia possa sopravvivere da sola». La linea aerea,
però, ci prova e mette sul piatto, con
un segnale che sicuramente non
procurerà dispiaceri ad Etihad, tagli ai costi per 400 milioni di euro,
un importo superiore ai circa 300
milioni annunciati a luglio 2013. E,
stando a quanto riferito dall’azienda ai sindacati, ad oggi sono già
stati risparmiati 290 milioni. Restano invariati i numeri relativi ai
tagli del costo del lavoro: 128 milioni, di cui ne mancano ancora
all’appello 48 (si punterebbe al blocco di indennità e alla riduzione
degli stipendi oltre i 40.000 euro).
Nella lettera potrebbe esserci nero su bianco la cifra che Etihad
intende versare nelle casse di Alitalia e che potrebbe essere salita
fino a 560 milioni di euro, a fronte
delle principali richieste della compagnia araba: in primis il nodo del
debito, che Etihad vorrebbe rinegoziare per 400 milioni e su cui le
trattative con le banche sarebbero
ancora in corso. La preoccupazione
maggiore per i lavoratori riguarda
le richieste sugli esuberi, di cui non
LA PARTITA
Nella foto accanto
al titolo, Gabriele
Del Torchio
amministratore
delegato di Alitalia
A sinistra: il
ministro
dei Trasporti
Maurizio Lupi
.
si è parlato nell’incontro con i sindacati, che rimandano la trattativa
sul tema ad un momento successivo
alla presentazione del piano industriale di Etihad. Le cui richieste,
comunque, dovrebbero essere più
vicine a 2.000 esuberi che non a
3.000, con un forte coinvolgimento
del personale di terra. Sul tema è
intervenuto a gamba tesa anche il
presidente del Consiglio del piano
Fenice, Silvio Berlusconi, ha rivendicato il salvataggio di Alitalia, «facendola restare italiana», ma ha
sottolineato che ora Ryanair trasporta il triplo dei passeggeri con
meno della metà del personale, indispettendo il ministro Lupi: l’in-
tesa con Etihad è «la migliore risposta a Berlusconi, che non so se si
è dimenticato di essere un imprenditore, quando ha proposto di licenziare 9.000 persone. Il che mi
sembra una cosa impensabile».
Tra le richieste di Etihad c'è inoltre la manleva sui contenziosi pregressi, oltre ad alcune misure infrastrutturali come l’alta velocità
con Fiumicino e la liberalizzazione
di Linate. «L'alta velocità negli aeroporti italiani non va portata perchè ce lo chiede Etihad ma perchè
siamo un grande paese», ha spiegato sempre Lupi, mentre il destino
di Linate continua a preoccupare le
autorità lombarde.
Partita delle pay tv nel vivo
Mediaset sferra l’attacco
ai giganti di Internet
MILANO – La partita per lo sviluppo
delle attività pay tv di Mediaset entra nel vivo e l’esito «è aperto a molte soluzioni». Lo
conferma Pier Silvio Berlusconi, il primo
che volle investire nel settore, confermando che «stiamo dialogando con più gruppi
internazionali» e che per ora sono stati firmati solo accordi non vincolanti. Cioè quelli che servono ad avviare nei prossimi giorni la «due diligence» sui conti di Premium:
tanto è bastato perchè in Borsa il Biscione
passasse un’altra giornata molto positiva,
chiudendo in crescita del 3% nonostante la
pubblicità fatichi a ripartire. Nel primo trimestre dell’anno la raccolta pubblicitaria di
Publitalia è infatti scesa dell’1% rispetto allo stesso periodo 2013 anche se «nel totale
dei primi 4 mesi ci stiamo avvicinando al
pareggio», afferma il numero uno del comparto Giuliano Adreani, spiegando che
«aprile è andato benissimo nella prima parte, mentre nella seconda stiamo un po’ soffrendo». Con stime per l’intero 2014 che rimangono comunque lievemente positive.
«Da italiano tifo per questo governo, ma
servono azioni che stimolino l’economia e i
consumi nel più breve tempo possibile»,
aggiunge il vicepresidente di Mediaset Pier
Silvio Berlusconi.
Scaroni lascia l’Eni
con gli utili
in calo del 15%
ASSEMBLEA IL 21 MAGGIO I SOCI DECIDERANNO SE ACCOGLIERE LA RICHIESTA DI PROFUMO E VIOLA DI PORTARE IL CAPITALE DA 3 A 5 MILIARDI
l ROMA. L'ultima trimestrale di Paolo Scaroni alla guida
dell’Eni mostra l’utile in calo, ma la Borsa premia il gruppo
petrolifero (+2,95%, meglio del +2,15% dell’indice FtseMib),
che è comunque riuscito a contenere la flessione con risultati
migliori delle attese. Nel primo trimestre del 2014 l’utile netto
si è fermato a 1,3 miliardi, in calo del 15,6% rispetto allo stesso
trimestre del 2013 e più o meno allo stesso modo è andata per
quello adjusted (vale a dire in assenza di componenti straordinarie) a 1,19 miliardi (-14,3%). Scaroni, nella nota, parla di
«risultati solidi in un mercato ancora difficile» e sottolinea in
particolare il «buon andamento» della divisione Esplorazione e produzione, proprio quella guidata dal suo futuro
successore (il cambio della guardia è previsto per l’assemblea dell’8 maggio) Claudio Descalzi. In realtà anche questo
fondamentale settore ha chiuso con un calo del 21% dell’utile
netto adjusted a 1,3 miliardi, ma non per una flessione della
produzione di idrocarburi, che viceversa è aumentata dello
0,6% rispetto allo scorso anno e del 2,5% sull'ultimo trimestre
2013. A pesare, dunque, sono il prezzo del petrolio (-3,9% il
Brent) e il rafforzamento dell’euro (+3,7%). L’altra voce positiva del bilancio è quella del settore Gas & Power, che chiude
con un utile adjusted di 157 milioni, contro la perdita di 141
milioni. In questo caso, il contributo determinante è arrivato
dalla rinegoziazione del contratto a lungo termine con la
norvegese Statoil: la nota dolente delle vendite di gas, infatti,
resta in tutta la sua gravità, con una flessione dell’11%.
Le voci che fanno da zavorra, invece, sono un po’ sempre le
stesse: particolarmente grave appare la situazione della divisione Refining & marketing, la cui perdita netta adjusted
ammonta a 159 milioni, circa il triplo sul primo trimestre
2013. Il settore appare «penalizzato dal continuo deterioramento dello scenario di raffinazione e della domanda di
carburanti»: le vendite di prodotti petroliferi sul mercato
italiano sono infatti scese ancora (-12%) a 1,45 milioni di
tonnellate. Anche il settore Ingegneria e Costruzioni ha
registrato un calo del 26,9%, per effetto dei minori margini
delle commesse in fase di completamento. In difficoltà è
anche la chimica, con Versalis, che a causa della «perdurante
debolezza della domanda di commodity plastiche» registra
una perdita netta adjusted in peggioramento da 58 a 75
milioni.
l SIENA. Il Montepaschi approva il primo bilancio nelle
vesti di public-company. Col voto di maggioranza espresso dal
mercato (il 14,7% sul 34% presente), per la prima volta nella
sua storia Mps ha detto sì ai
conti – archiviati nel 2013 con
un miliardo e 400 milioni di
perdite – senza poter contare
Montepaschi, ormai «public-company»
approva il bilancio senza la Fondazione
sul voto determinante della
Fondazione, ormai ridimensionata. L’assemblea è servita,
dunque, come banco di prova
in vista del grande giorno (21
maggio) in cui i soci saranno
nuovamente convocati per decidere se accogliere o meno la
richiesta di Profumo e Viola di
incrementare l’aumento di ca-
pitale da 3 a 5 miliardi. E così la
riunione è passata senza intoppi se non per un ritardo
all’avvio dei lavori per consentire di raggiungere il quorum
del 33%, necessario per costituire la riunione anche in seduta straordinaria per recepire
le norme sulle quote rosa e dei
consiglieri indipendenti. Il momento più «caldo» l'intervento
del leader del Movimento 5
Stelle, Beppe Grillo, per la seconda volta all’assemblea di
Siena e non a caso alla vigilia di
elezioni. Grande assente, invece, il presidente della Fondazione, Antonella Mansi. La
neo-quarantenne è stata sostituita dal direttore generale
Enrico Granata che però ha
preferito non intervenire nè
sul bilancio nè sugli altri punti
all’ordine del giorno. Un atteggiamento «di discontinuità
rispetto al passato», è stata l’interpretazione del presidente
Profumo. Palazzo Sansedoni si
è così presentato portando con
sè l’intera quota del 9%, destinata a ridursi al 2,5% una
volta che Bankitalia (entro
maggio) darà il via libera alla
vendita del 6,5% ai due nuovi
azionisti sudamericani, Fintech e Btg Pactual.
Al di là dell’ente, la mappa
dei soci non ha evidenziato particolari novità, confermando il
fondo americano Blackrock secondo azionista (3,22%), segui-
to dai francesi di Axa (3,72%),
JpMorgan (2,53%) e la famiglia
Aleotti (1%). A fare la voce
grossa, quindi, il mercato indistinto (investitori istituzionali, privati e famiglie) che ha
portato in sala il 14,5% del capitale. Il bilancio, così come le
altre delibere, sono passate con
risultati plebiscitari. In vista
dell’assemblea di maggio per la
ricapitalizzazione, Viola ha ribadito la tabella di marcia
dell’operazione (da metà giugno a metà luglio) e che chiederà al ministero dell’economia una dilazione per il pagamento della cedola sui Monti
bond in scadenza a luglio.
Quanto all’importo da 5 miliardi, «l'auspicio è che sia sufficiente», ha detto, ma questo si
saprà solo a ottobre, dopo l’asset quality review e gli
stress-test Bce.
Quanto al futuro della banca,
oggi public-company, Profumo
ha ammesso di non avere «nessuna» certezza che la banca
avrà dei soci stabili post aumento. «L'unico modo per difendere un’azienda è cercare di
essere redditizi e valere molto –
ha concluso -. Altre forme di
difesa hanno sempre fatto morire le aziende. Cercheremo di
fare del nostro meglio ma mi
faccia dire che gli azionisti possono essere stabili oggi e non
domani».
Nicola Capodanno
RASSEGNASTAMPA
LETTERE E COMMENTI 25
Mercoledì 30 aprile 2014
VALENTINI
Mezzo pieno o mezzo vuoto?
>> CONTINUA DALLA PRIMA ci troviamo, qual è l’alternativa? Non c’è.
Matteo Renzi è il segretario del partito di
er ricapitolare brevemente la si- maggioranza relativa e, in quanto tale, è
tuazione, ripeterò che a mio pa- legittimamente il capo del governo. È il
rere – come qui ho già avuto primo leader del Pd che è riuscito a dimodo di scrivere in passato – ventare anche premier. Ed è anche il primo
sarebbe stato meglio fin dall’inizio ripri- che, provenendo dalle file dell’ex Marstinare il Mattarellum, l’ultima legge elet- gherita, ha interrotto la sequenza
torale legittima, per tornare quindi alle Pci-Pds-Ds, incarnata prima da Walter Velurne. Tanto più dopo la sentenza della troni, poi da Pierluigi Bersani e infine da
Corte costituzionale che
Guglielmo Epifani, con il
ha abrogato il Porcellum,
breve intervallo della
delegittimando di fatto il
“reggenza” di Dario
Parlamento attuale sul
Franceschini.
piano politico. E per riPuò piacere o non piasalire ancora più indiecere, ma il giovane pretro, probabilmente alla fisidente del Consiglio rapne del 2010 il Capo dello
presenta una discontiStato avrebbe fatto menuità che corrisponde alglio a prendere atto che le
le attese di una larga parmozioni di sfiducia di Pd,
te dell’elettorato di siniIdv, Udc e Fli mettevano
stra e anche di un eletin minoranza l’ultimo gotorato trasversale che orverno Berlusconi, evitanmai ha rinnegato il cendo magari di concedergli
trodestra
e
rifugge
un mese di proroga per la
dell’estremismo grillino.
“campagna acquisti” e PREMIER Matteo Renzi, 39 anni Una volta tanto, come ha
sciogliendo di conseguenriconosciuto
perfino
za le Camere.
Massimo D’Alema, lo schieramento proNon saremmo passati sotto le forche gressista ha trovato un abile comunicatore
caudine delle “larghe intese”. Non avrem- che sa parlare direttamente alla gente. E
mo avuto in successione tre governi e tre forse un leader, più o meno carismatico, in
presidenti del Consiglio scelti dal Qui- grado potenzialmente di vincere le elerinale piuttosto che espressi da un re- zioni e almeno avviare la modernizzazione
sponso popolare. È vero che la nostra è pur del Paese.
sempre una Repubblica parlamentare e
Mentre la casa brucia, continuiamo inche anche gli ultimi tre governi hanno vece a discutere se - per spegnere l’inottenuto regolarmente la fiducia. Ma nes- cendio – è meglio usare la pompa dell’acsuno può ignorare onestamente il deficit qua, l’estintore o la polvere ignifuga. C’è
d’investitura che ha condizionato i governi chi si ostina a spaccare il capello in quattro
di Monti e di Letta e che tuttora pesa come o magari in otto. E chi, anche all’inter no
un’ipoteca sul governo Renzi.
del Partito democratico, rema contro il suo
Ciò detto, a questo punto, nella situa- leader e il suo premier.
zione in cui siamo e nelle condizioni in cui
Prova ne sia la discussione, francamente
P
grottesca, sulla riforma del Senato. Da
trent’anni e passa, si dice basta con il
“bicameralismo perfetto”, con la duplicazione delle funzioni fra le due Camere,
con il ping-pong legislativo tra Montecitorio e palazzo Madama. Prima Renzi
propone l’abolizione del Senato elettivo,
sebbene nel suo progetto originario la
maggior parte dei componenti (108 sindaci
di capoluogo e 21 presidenti di Regione su
150) siano stati già eletti dal popolo. E dal
suo stesso partito, arrivano non emendamenti o correttivi come pure sarebbe
lecito e comprensibile, bensì addirittura
una proposta alternativa del senatore Vannino Chiti, su cui convergono dall’opposizione il Movimento Cinque Stelle e addirittura una parte di Forza Italia. Poi si
ripiega su una mediazione al ribasso, per
cui il Senato rimane “non elettivo” e viene
composto da una rappresentanza dei consiglieri regionali, anche loro eletti in precedenza.
È così che il Partito democratico intende
favorire le riforme e sostenere il governo
che le promuove? Oppure, è un boicottaggio da “fuoco amico”? Ovvero un attacco strumentale che punta a destabilizzare l’esecutivo guidato dal segretario
del medesimo Pd?
Anche per difendere meglio il suo impegno di rinnovamento da questo tiro
incrociato, Renzi farebbe bene a non compromettere l’autonomia della libera stampa, ripristinando l’obbligo di pubblicità
legale sui quotidiani. Non sarà la babele di
Internet a fare opinione in funzione
dell’interesse generale. E la trasparenza
degli appalti pubblici, garantita proprio
dalla pubblicità sui giornali, rappresenta
già di per sé un antidoto contro la corruzione e la dilapidazione della spesa pubblica.
Giovanni Valentini
GENNARO PICINNI
Se qualcuno fa il diavolo a 4
D
i recente Sky Cinema ha mandato in onda «Tutti gli
uomini del Presidente» (1976) di Alan J. Pakula nella
scintillante versione restaurata. Sarebbe estremamente stucchevole se volessi ritornare sullo scandalo
«Watergate» che portò il Presidente Richard Nixon alle dimissioni. Non altrettanto stucchevole potrebbe essere la descrizione della redazione del «Washington Post» che fece scoppiare il caso (e che le «intellighenzie» d’Oltreoceano anteponevano al «N.Y.T. ») nonché la presa d’atto della recessione dei
«newspaper» negli USA e nel mondo. Redazione, dicevo, che in un
«open space» da poter contenere un «Boeing 767», costringe i due
redattori-protagonisti Robert Redford e Dustin Hoffman a folli
corse da un telefono all’altro fino a conferire col direttore Jason
Robards affiancato dal redattore capo Martin Balsam.
Se è vero che oggi, col superamento numerico dei bianchi da
parte dei neri e dei «latinos», l’America si è data un Presidente
«abbronzato» come Barack Hussein Obama ed un sindaco di New
York «oriundo» come Bill de Blasio (per non parlare delle
rispettive mogli) quarant’anni fa negli USA l’acronimo WASP
faceva la granitica differenza ritenuta inattaccabile. Talché nella
«redazione-hangar» figura soltanto un caposervizio «colored»,
per non dire delle «quote rosa» forse al 5%. E se è vero che il
contesto «vintage» ha un fascino nelle nostre menti non
abbastanza illuminate dalla «informatizzazione ad oltranza»
(escludendo le maniacali «iperconnessioni») ebbene, culliamoci
al ticchettío delle innumerevoli «Remington» e consoliamoci con
trionfi di fumogene «Lucky Strike», di block notes, di telefoni
fissi dal «rotellone» mai fermo, di ricerca di numeri su taccuini,
di consultazioni cartacee di schedari e tabulati fino a notte fonda,
di «american coffee», di estenuanti visite a domicilio per ottenere
reticenti testimonianze, di telefoni a gettone e di «compiti a casa»
(il tutto svolto dai due giovanissimi cronisti dai capelloni «nella
misura» e collettoni e cravattoni «fuori misura» all’epoca
«trendy»).
A quanto sopra descritto si oppone oggi un allegorico
«meticciato» (absit iniuria verbo) «da esportazione», ben recepito qui da noi nel mentre che procede – ovviamente
iperconnesso – verso un futuro sempre più impostato su una
(spesso) vacua velocità. A dispetto di una Economia ai minimi e
di una classe politica che pare addirittura ferma a cesellare
bizantinismi rapportabili soltanto ad una «aurea mediocritas» e
di una monolitica «burocrazia» paragonabile allo scoglio delle
Scole (del quale un minuscolo frammento fu capace di far
affondare la «Concordia» all’isola del Giglio). E sapete qual è il
«totem» del sistema burocratico? Nient’altro che quel foglio di 21
x 29,7 cm: il cosiddetto formato A4. Berlusconi a suo tempo
sottolineò (magari esagerando un po’) che, malgrado la informatizzazione, in Italia si consumano ogni giorno tanti A4 da
formare un cubo della dimensione del Duomo di Milano ad
altezza «Madunina».
Avete voi presente, per fare un esempio, quegli italici,
voluminosi «faldoni» processuali trasportati a volte con carrelli
nelle aule giudiziarie? Pertanto (tornando all’inizio del récit) se
da una parte cresce «l’insostenibile leggerezza dell’A4», dall’altra
le tirature dei giornali calano a livello globale. Tanto da spingere
al giuramento Mrs. Jill Abramson in veste di direttore: - «N.Y.T.
io ti salverò» - che vale più di ogni altro. E, per rimanere nel
cartaceo, l’equazione ci dice «tanti più A4 per stampanti, tante
meno bobine per rotative». A men che non si vogliano invertire
i significati di una «schiavitù burocratica» con «libertà di
stampa». Comunque, in questo «mischiar le carte» come se si
trattasse di una partita di un gioco d’azzardo, mentre da un lato
c’era ieri chi rilevava il «peso» delle pagine A4, dall’altro c’è oggi
chi vorrebbe tagliare un servizio di indubbia utilità quale la
«pubblicità legale» alle «testate indipendenti che non percepiscono contributi pubblici» (come il Giornale che state
leggendo), convogliandola sul WEB, nella «presunzione» che
tutti gli interessati ne abbiano dimestichezza. Nulla di più falso,
anzi è dimostrato il contrario perché comunque tuttora, come
suol dirsi, «carta canta che villan dorme».
E se Pieter Bruegel, nel quale Charles Baudelaire intravedeva
«… una sorta di grazia speciale e satanica…», intitolò un suo
capolavoro «Il combattimento tra Carnevale e Quaresima» (1559),
oggi assistiamo a quello tra «A4 e Bobine», altrettanto satanico se
pensiamo alla «nuvola» dei sullodati fogli sprigionatasi
nell’istante dell’impatto dei «Boeing 767» di Atta con le Twin
Towers. E dire che ancora oggi c’è chi, per promulgare leggi
sbagliate, fa «il diavolo A4».
LA PROSPETTIVA
DEV’ESSERE EUROPEA
NON NAZIONALE
di VITO SPADA
C
erchiamo di riassumere i dati statistici sulla crisi
economica che affligge il nostro Paese. Dall’inizio
della crisi finanziaria del 2008 il prodotto lordo
italiano si è contratto del 9%, la produzione industriale del 25% e gli investimenti fissi sono diminuiti del
30%. A questo bisogna aggiungere la perdita di competitività che abbiamo registrato negli ultimi 10 anni di circa il
20%, con il costo del lavoro che è cresciuto dal 1999 al 2008 del
3% l’anno con ritmi superiori alla media dell’eurozona. I
minori investimenti di capitale fisso, l’aumento del costo del
lavoro per unità di prodotto e le minori esportazioni registrate nel periodo, hanno contribuito con la perdita conseguente della produttività e della competitività sui mercati,
alla crisi economica. Al contrario, l’eurozona ha registrato
al 2008 al 2013 una flessione del prodotto lordo interno
dell’1% con un aumento per la Germania del 4,5% e per la
Francia dello 0,7%. A conferma della tendenza diversa fra i
dati economici dell’Italia e quelli degli altri Paesi nell’euro,
si è registrato tra il 2007 ed il 2013 un aumento delle esportazioni di quei Paesi in media dell’11%, mentre quelle italiane sono state praticamente nulle. Eppure tutti i Paesi
dell’eurozona sono arrivati all’appuntamento con la moneta
comune in condizioni finanziarie omogenee con un riallineamento dei costi del capitale a seguito della integrazione
monetaria e della scomparsa del rischio di cambio. Non solo.
I bassi tassi di interesse ottenuti con l’euro, soprattutto per
l’Italia che aveva vissuto periodi di alta inflazione, potevano
essere la condizione ideale per una ristrutturazione del bilancio pubblico che invece non si è fatta perché abbiamo
privilegiato i consumi agli investimenti. Negli anni iniziali
dell’euro la Germania registrava una crescita economica
dell’1,2% inferiore persino a quella italiana dell’1,5% e della
media europea del 2,1%. Sono state le riforme strutturali sul
mercato del lavoro del Cancelliere Schroeder in Germania, a
permettere a quel Paese di ottenere negli anni successivi le
migliori prestazioni economiche che tutti osserviamo. In
questo contesto bisognerebbe ricordare che la Germania aumentando in questi anni le importazioni dal resto dell’Europa (+46%) ha visto diminuire il suo attivo verso i Paesi
europei (a causa delle maggiori importazioni) e contemporaneamente lievitare il suo attivo verso il resto del mondo. A
dimostrazione della sua abilità ad intercettare la domanda
dei mercati internazionali con prodotti ad alta tecnologia.
RESPONSABILITÀ -Questo significa fra l’altro che l’euro
non è responsabile della nostra crisi che deriva dalla nostra
incapacità di stare sui mercati con le responsabilità di una
moneta comune. Abbiamo ottenuto, con tutti i Paesi periferici dell’eurozona all’inizio dell’adesione all’euro, un largo
afflusso di capitali dalla Germania che sono stati utilizzati
per finanziare consumi e non sostegni agli investimenti.
Questo gap di ristrutturazione non fatta, presenta oggi il
conto nella mancata crescita economica che è interamente
dovuta alle nostra incapacità di riformare la nostra economia. Come abbiamo visto la nostra capacità competitiva
sui mercati internazionali si è molto ridotta sia nel settore
manifatturiero che in quello dei servizi. Non abbiamo intercettato la maggiore domanda globale dei Paesi emergenti
perché a differenza degli altri Paesi dell’eurozona il valore
delle esportazioni italiane è cresciuto molto di meno rispetto
agli altri Paesi dell’eurozona. L’Italia , diversamente dagli
anni d’oro, è poco esposta alla concorrenza internazionale e
continua a privilegiare i settori interni poco efficienti e senza competizione effettiva, soprattutto nel settore dei servizi.
Basta pensare al mercato dell’energia dove paghiamo tariffe
molto più alte degli altri Paesi europei. Da questo punto di
vista le decisioni del nuovo Governo mentre cercano da una
parte di fare ripartire la domanda che effettivamente langue,
rischiano di non avere effetto sul lato dell’offerta. Intervenire timidamente nel taglio del cuneo fiscale per ridurre il
costo complessivo del lavoro e non procedere speditamente e
con convinzione sulla riforma del mercato del lavoro, potrebbe non creare l’incentivo corretto all’intero sistema economico che continuerebbe a privilegiare i settori interni e
non esposti alla concorrenza internazionale. Questa direzione è quella che al contrario deve essere privilegiata se
vogliamo rimanere a galla sui mercati con le necessarie
trasformazioni aziendali. Dobbiamo cercare cioè di incentivare la produttività con la fusione delle micro imprese
familiari che non possono da sole sostenere i mercati, migliorare le funzioni di organizzazione aziendale per molte
imprese ferme al solo rispetto formale della autonomia
aziendale , favorire con agevolazioni fiscali le imprese che si
impegnano nei nuovi settori tecnologici e sostenere con una
burocrazia più efficiente , una giustizia più rapida e un
“sistema paese” più integrato, tutta l’attività economica che
non può essere osteggiata per principio. La prospettiva deve
essere europea, non nazionale.
RASSEGNASTAMPA
2
mercoledì 30 aprile 2014
POLITICA
Berlusconi attacca i giudici:
«Sentenza Mediaset è golpe»
● L’ex Cavaliere: «In Italia abbiamo avuto quattro
colpi di Stato» ● Ma il vero bersaglio è Grillo:
«Come Hitler» ● L’ira per lo stop: «Vogliono
zittirmi». Avvocati e famiglia predicano prudenza
FEDERICA FANTOZZI
twitter @Federicafan
In bilico tra consapevole strategia da
«martire della giustizia» e sparate una
più grossa dell’altra all’insegna del ritorno del «caimano picconatore», a 25
giorni dal voto per le europee Silvio
Berlusconi rischia grosso. Pattinando
sul ghiaccio sottile che separa una
campagna elettorale aggressiva e competitiva con il rivale Beppe Grillo dallo
sforamento dei limiti impostigli dai
magistrati di sorveglianza. Che lo avvertono: sebbene non sia stata aperta
nessuna procedura ufficiale, le sue dichiarazioni sono monitorate e in caso
di eccessi rischia una diffida. Nel novero delle possibilità c’è il cartellino giallo, prima della eventuale revoca
dell’affido ai servizi sociali. Dove comincerà venerdì 2 maggio con le prime 4 ore presso la Sacra Famiglia.
Intanto, c’è un nuovo passo
nell’escalation di attacchi dell’ex premier. Dopo Giorgio Napolitano, «parte attiva» nello strappo ai suoi danni di
Ganfranco Fini e ieri liquidato come
«profondo rosso». Dopo Alfano e gli altri dell’Ncd bollati come «poltronisti»
e «traditori». Dopo Angela Merkel, sacerdotessa dell’austerity e dell’Europa che non esce dalla stagnazione: altro che i vecchi Kohl e Adenauer.
Stavolta Berlusconi se la prende
con Beppe Grillo, paragonandolo addirittura a Hitler, Robespierre, Marx e
Lenin: «Gli italiani devono imparare
ad avere paura di lui per come organizza la sua setta». Usa termini e concetti
piuttosto simili al linguaggio grillino:
«Mi ricorda personaggi come Robespierre oppure Marx e Lenin. Robespierre, voleva imporre uno Stato di
virtù, ed è finito nel terrore, con la ghigliottina. Marx, Lenin e Stalin diedero
vita al regime comunista, il più accentratore, più criminale e sanguinario
della storia. Grillo è il prototipo di questi signori, Hitler compreso».
Ennesima apparizione sui media - a
Mattino 5, di nuovo su Mediaset - per
l’ex Cavaliere, convinto che solo un
massiccio bombardamento (virtuale)
della sua persona nelle case degli italiani può evitare il tracollo di forza Italia
al 15% alle imminenti Europee. E se lo
share delude - sia la D’Urso che Formigli sono andati sotto la loro media - i
sondaggi mostrano una timida risalita.
Così il leader attacca il bersaglio
grosso: quel Beppe Grillo che, a sua
volta, punta a scalzare il Pd di Renzi da
primo partito girando l’Italia contro la
«peste rossa» e promettendo agli elettori che se vince rivendicherà per sé
Palazzo Chigi. Non soltanto la fidata
Alessandra Ghisleri ha avvisato Silvio
che i suoi voti in uscita non vanno agli
alfaniani bensì ai pentastellati. Ieri anche Maurizio Belpietro ha ammonito
sulla prima pagina di «Libero«: «Cavaliere torni in sella e cavalchi la rivolta.
I suoi elettori non la capiscono più».
Argomentando sulla missiva di un’ex
elettrice che il 25 maggio sosterrà
M5S perché non le piace l’abbraccio
con Renzi «demagogo di sinistra». Così l’ex direttore del «Giornale» esorta
il suo ex editore a riprendersi la battaglia contro superburocrati, sprechi
della P.A., tasse ed eurofunzionari.
Berlusconi, in cuor suo, è d’accordissimo. E in videocollegamento a una
manifestazione a Torino insiste: «La si-
tuazione è peggio del ‘94, c'è M5S che
è guidato da un personaggio che definire inquietante è troppo poco, è un pericolo assoluto per il nostro futuro».
Il problema, come sa chi lo conosce,
non è attivare Berlusconi ma fermarlo
quando è partito. Se ne è resa conto la
task force dell’informazione - Giovanni Toti, Maria Rosaria Rossi, Deborah
Bergamini - quando a «Porta a Porta»
Silvio ha disatteso i consigli di non esagerare. «La linea la decido io». Dimenticando i limiti posti dai magistrati di
sorveglianza per la concessione. Così,
l’avvertimento dei giudici arriva forte
e chiaro ieri pomeriggio. L’ex Cavaliere è furibondo, legge nello stop l’ennesima manovra del Quirinale: «Vogliono zittirmi, come faccio a fare campagna elettorale così?». Gli avvocati lo avvertono dei pericoli che corre. Anche i
figli lo esortano a maggiore prudenza.
Non può continuare a parlare di «4 golpe» anche se senza carri armati, di una
sentenza «inaccettabile e mostruosa»,
di Napolitano come regista di trame
oscure.
Ma può essere letta come rifiuto
della pena anche l’esternazione: «È ridicolo pensare che si possa rieducarmi consegnandomi a dei servizi sociali e a dei colloqui quindicinali con assistenti sociali». Anche Toti cerca di indurlo a più miti consigli, poi minimizza: «Non spara sui giudici». Il proseguimento della campagna elettorale è
tutto da valutare, ma ieri c’è stata se
non una frenata almeno una pausa di
riflessione. Per capire la portata elle
possibili conseguenze. Sta di fatto che
il comizio previsto sabato 3 maggio al
teatro di Milano non è ancora confermato, in attesa di definirne i «paletti».
Intanto, Gaetano Quagliareillo e Fabrizio Cicchitto scrivono all loro ex
presidente una lettera aperta: «Con
noi e senza cupio dissolvi avrebbe avuto la grazia. I presuposti c’erano, poi i
cattivi consiglieri hanno avuto la meglio».
Silvio Berlusconi durante
un’apparizione televisiva
IL CASO
Vietti: «Chi mira
sul Capo dello Stato
scherza col fuoco»
«Chi pensa di farsi la campagna
elettorale utilizzando come bersaglio il
presidente della Repubblica scherza
col fuoco». Così il vicepresidente del
Csm, Michele Vietti, ha commentato
ieri, a margine del plenum, le
dichiarazioni del leader di Forza Italia,
Silvio Berlusconi, sul Capo dello Stato
ripetute in vario modo in tv.
«Napolitano - sottolinea Vietti - è
sempre stato e continua ad essere per
tutti gli Italiani la garanzia del corretto
rispetto delle regole e dell’equilibrio
tra poteri. Il mio consiglio - conclude il
vicepresidente del Csm - è scherzare
con i fanti e lasciare in pace i santi».
Sono continui gli insulti dell’ex
premier al Presidente della
Repubblica. Ieri a «Mattino 5», per
altro sulle sue televisioni (Canale5), ha
voluto fare lo spiritoso dicendo che il
Capo dello Stato gli ricorda il film
horror «Profondo rosso».
.. .
Ghisleri, (Euromedia):
i consensi perduti
da Fi vanno al M5S
Silvio alza il tiro
.. .
Venerdì 2 maggio
le prime quattro
ore presso
la Sacra Famiglia
Il giorno prima aveva detto, sempre
in televisione, che Napolitano
Napolitano doveva sentire «il dovere
morale» di concedergli la grazia di sua
iniziativa, perché la sentenza di
condanna per il processo Mediaset
sarebbe «infondata e ingiusta».
Poi, indirettamente, l’ex premier ha
accusato il Capo dello Stato di aver
messo in atto «quattro golpe» con i
cambi di governo dal 2011, da quando
lui si è dimesso (e non dice mai che
aveva perso la sua maggioranza).
In compenso Berlusconi sta usando
un leit motiv della campagna
elettorale pe dire che Napolitano
avrebbe ordito un complotto con
Gianfranco Fini per spodestarlo:
«Sono venuto a scoprire che Napoltano, ndr - spingeva Fini a
mandare la maggioranza dall’altra
parte, mandando a casa il governo
eletto dagli elettori» e che già a
giugno del 2011 stava lavoravando,
secondo lui, a un nuovo governo con
Monti. Tutto verificato da testimoni,
giura Berlusconi, peccato che
naturalmente non faccia nomi.
«L’ex premier guarda i sondaggi e alza i toni, ma rischia»
NATALIA LOMBARDO
@NataliaLombard2
Berlusconi definisce la sua condanna
un «golpe»? «Deve alzare i toni per recuperare sui sondaggi. Rispettare le restrizioni che gli ha imposto il Tribunale
di Sorveglianza non gli conviene. Bisogna vedere cosa farà la magistratura».
Felice Casson senatore del Partito democratico, ex magistrato, non discute
la correttezza della scelta fatta dai giudici di Sorveglianza, quanto l’opportunità di imporre misure così tenui.
Berlusconistaalzandoitonidellacampagnaelettorale,attaccaigiudicichel’hanno condannato e dice che la sua sentenza è stata un «golpe». Ma sono cose che
non può dire...
«La sua è una ferrea strategia, quella di
alzare i toni. Lui e i suoi non riescono a
invertire il trend negativo dei sondaggi
su Forza Italia, quindi ha bisogno di
uno scatto. Solo la reazione forte e violenta anche alle decisioni della magistratura può eccitare gli animi».
Secondo lei l’ex premier lo fa apposta
per tirare la corda e spingere i giudici a
togliergli l’affidamento ai servizi sociali
e così fare la vittima dai domiciliari?
«Questa è la sua impostazione di origine. Del resto rispettare le restrizioni
imposte dal Tribunale di Sorveglianza
non gli giova ai fini della campagna
elettorale. Si vede che lui e i cervelli
pensanti attorno a lui hanno calcolato
che sia meglio correre questo rischio,
dare uno scatto per vivacizzare, piuttosto che fare una campagna elettorale
piatta e contenuta, quindi perdente».
Ma se attacca i magistrati che hanno
emesso la sua sentenza, quanto rischia?
«Mah, ci sono tanti condannati che contestano le loro sentenze, anche in modo più violento. Il fatto è che Berlusconi ha molti più mezzi di comunicazione. Un condannato normale parla male dei suoi giudici e se lo tiene per sé,
non interessa a nessuno. Uno come lui,
che dice pubblicamente queste cose,
naturalmente fa molto clamore».
Ma può fare campagna elettorale così
apertamente?
«I giudici sono rimasti certamente nei
limiti della normativa, che concede al
Tribunale di Sorveglianza una discrezionalità amplissima. Passare da una
condanna a quattro anni per fatti così
gravi al vedere che deve scontare ai servizi sociali solo quattr’ore alla settima-
«Bisogna vedere chi è il gatto e chi è il
topo...».
L’INTERVISTA
Lei cosa si aspetta da questa vicenda?
Felice Casson
«Non credo che possa esserci un rinsavimento del personaggio, sono troppi
anni che è così».
Il senatore Pd, ex
magistrato: «Vediamo che
cosa farà la magistratura
Hanno scelto le misure più
lievi, peccato che non vada
tutti i giorni in comunità...»
na... be’, è troppo poco».
Un trattamento di favore per il condannato Berlusconi Silvio, insomma?
«Sicuramente a una persona normale
non sarebbe stata data una pena così
lieve. È tutto legittimo, la normativa
prevede una misura minima e una massima, in questo caso il Tribunale si è
tenuto sul livello minimo».
Pensa che ci sia stato un accordo politico?
«No, no. Sono sicuro che i giudici abbiano agito in piena autonomia, non discuto questo. Semplicemente io dico che
non sono d’accordo con questa scelta,
Da magistrato lei, se avesse fatto parte
del Tribunale di Sorveglianza, l’avrebbe
mandato agli arresti domiciliari?
la penso diversamente».
Berlusconiattaccapureleistituzioni,Napolitano,laConsulta...Anchequesteprovocazioni lo mettono a rischio di finire
agli arresti domiciliari?
«Fa parte del suo gioco. Se deve alzare
i toni per la campagna elettorale, secondo lui deve attaccare il presidente
della Repubblica, la Corte Costituzionale, dire che i magistrati sono di sinistra eccetera. Ora la domanda è: cosa
farà la magistratura? Sarebbe interessante saperlo».
Insomma, l’ex Cavaliere gioca al gatto
col topo con i magistrati?
«Ma no, non è questo. Dico solo che la
misura scelta è troppo benevola. Mandare Berlusconi tutti i giorni a lavorare
in una comunità di recupero, in un’associazione no profit, e ce ne sono tante,
avrebbe avuto un senso, magari avrebbe fatto del bene a delle persone».
L’ex premier può fare campagna elettorale, ma non è possibile che sia posto un
limite alla sua presenza mediatica? È in
tvmattinaesera,soprattuttosullesuetelevisioni, e da lì accusa i giudici... È normale?
«Il limite non può esserci perché se si
considera l’attività politica come un lavoro, il suo lavoro è quello e lo può svolgere. Per questo dico che se fosse stato
impegnato tutti i giorni in qualche
struttura a svolgere i servizi sociali almeno si sarebbe dovuto dare un senso
a questo residuo di pena».
RASSEGNASTAMPA
3
mercoledì 30 aprile 2014
Insulti e sparate:
teoria e prassi
dell’aggressione
IL COMMENTO
MICHELE PROSPERO
SEGUE DALLA PRIMA
Strappi continui, affidamento in bilico
Dichiarazioni al vaglio del tribunale
S
ilvio Berlusconi scherza
col fuoco. Se lo fa consapevolmente, è in cerca del
martirio, nel senso che
tenta di provocare gli arresti domiciliari probabilmente utili in campagna elettorale. Se
invece parla e le spara a caso, allora sta
diventando un uomo non più nel totale
controllo di sé. Tendiamo a scartare la
seconda ipotesi.
L’una o l’altra, ieri mattina i giudici
dell’Ufficio esecuzione pene esterne e
del Tribunale di Sorveglianza hanno
cominciato a «raccogliere le numerose
esternazioni televisive» dell’ex premier e si può stare certi che d’ora in poi
«ogni parola sarà attentamente valutata e monitorata». Non è ancora stata
aperta una vera procedura d’infrazione delle prescrizioni (12) sottoscritte
dal condannato Berlusconi che ha chiesto ed ottenuto l’affidamento in prova
ai servizi sociali. La «raccolta dei dati»
è però l’indizio certo dell’avvio di un
monitoraggio che potrebbe anche portare «ad una diffida», una sorta di primo richiamo dell’affidato Berlusconi
che dovrebbe andare davanti al suo giudice naturale, Severina Panarello responsabile dell’Uepe, per essere ammonito e invitato a comportarsi in modo
consono rispetto alle prescrizioni del
Tribunale di Sorveglianza.
Che ciò non avvenga mai perché già
è complicato gestire il leader politico ai
servizi sociali, figurarsi agli arresti domiciliari. Certo è che se la misura sembrava colma lunedì sera dopo le esternazioni dell’ex Cav a PiazzaPulita su
La7, ieri mattina la situazione è fortemente peggiorata. Lunedì sera, ai microfoni di Formigli, è tornato sulla
«sentenza mostruosa e ridicola» che lo
ha condannato per frode fiscale. Ieri,
all’ora di colazione (MattinoCinque) ha
aggiunto che «la sentenza Mediaset è
stata un altro colpo di Stato con due
obiettivi: cacciarmi dal Senato per rendermi incandidabile per 6 anni e togliere di mezzo il leader del centrodestra e
l'unico che riusciva a tenere insieme i
moderati».
Tante altre ne ha dette l’ex premier
in queste prime due settimane di affidamento (ieri è andato al Centro anziani
di Cesano Boscone per «definire l’avvio», ma i dettami di cosa dovrà fare
saranno rivelati oggi). Contro il presidente Giorgio Napolitano («se lo vedo
in foto mi viene in mente solo profondo
IL RETROSCENA
CLAUDIA FUSANI
@claudiafusani
Non è stata aperta una
procedura d’infrazione ma
il Tribunale raccoglie i dati
Nelle restrizioni non può
insultare i magistrati. Ora
rischia l’arresto domiciliare
rosso»), contro la Corte costituzionale
«organo di garanzia in mano alla sinistra». E poi l’amico Marcello Dell’Utri
«torturato». Dai soliti giudici...
Il fatto è che stavolta le esternazioni
vanno incrociate con le prescrizioni decise il 15 aprile dal Tribunale di Sorveglianza e sottoscritte da Berlusconi medesimo il 23 aprile dopo quasi un’ora di
colloquio con il giudice Panarello. Il
progetto rieducativo al quale l’ex premier ha domandato di essere ammesso, è incompatibile con - si legge nel
provvedimento di 10 pagine - «le dichia-
IL TWEET
Kostler, eurodeputato
«Chi ha bisogno
di Berlusconi nel Ppe?»
Il più giovane eurodeputato del Ppe,
Martin Kostler, ha postato questo
tweet ieri pomeriggio:
«Da Berlusconi ci aspettiamo delle
scuse. Chi ha bisogno di Berlusconi
nel Ppe? Berlusconi è insopportabile».
Lo stesso Junker, candidato del Ppe
alla presidenza della Commissione
europea, aveva commentato
duramente le dichiarazioni dell’ex
premier sulla Shoah che hanno fatto
infuriare Angela Merkel («per i
tedeschi i lager non sono mai
esistiti»): Junker ha definito
«inaccettabile» quello che ha detto
Berlusconi, aggiungendo: «Non
accetterei mai uno che fa
dichiarazioni di questo tipo». E molti
pensano a un’espulsione di Forza
Italia dal Ppe.
razioni offensive e di spregio nei confronti della magistratura». E lo raccomanda di «mantenersi nell’ambito delle regole della civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni».
Non sono frasi di circostanza ma punti
specifici delle dodici prescrizioni che
Berlusconi si è impegnato a rispettare.
Attenzione quindi. I giudici di Milano sono stati molto generosi e tolleranti con l’anziano leader politico. Non
hanno preteso manifestazioni di pentimento o autocritica tanto che può anche dichiararsi «innocente o vittima di
errore giudiziario». Non gli hanno imposto alcun bavaglio, neppure sui temi
generali della giustizia. «È tollerato hanno spiegato i giudici di Sorveglianza - tutto quello che rientra in un generale diritto di critica». Ma guai, hanno
aggiunto, «se l’affidato dovesse pronunciare parole offensive e di spregio nei
confronti dei giudici». Durante l’udienza del 10 aprile il pg Lamanna portò
come esempio di ciò non doveva più
succedere, quando Berlusconi definì
«mafia» quei giudici che dovevano decidere se affidarlo ai servizi sociali o dargli gli arresti domiciliari. La domanda
oggi è: peggio dire «giudici-mafia» o
«sentenza-colpo di stato»?
Il fidatissimo Ghedini gli ha fatto
mandare a memoria, prima di cominciare la campagna tv, uno speciale vademecum con rigidi paletti su cosa dire
e non dire. Con cura e il cuore in mano
l’avvocato ha chiesto al Presidente di
rispettare e fare attenzione a quello
che avrebbe detto. Ma, come dice il presidente forzista Francesco Sisto, «dare
consigli a Berlusconi è come darne a
Mourinho in Champions». Nella prima
conferenza stampa nella sede di Forza
Italia Berlusconi è stato rispettoso arrivando persino a mimare di cucirsi la
bocca con ago e filo. Da quando è partita la campagna elettorale, però, ha già
sgarrato almeno tre volte: quando ha
giudicato la Corte Costituzionale non
imparziale; quando ha definito la sentenza Mediaset «una vergogna»; fino a
ieri quando è arrivato a giudicarla «un
colpo di stato» finalizzato a farlo fuori
dal Parlamento e dalla scena politica.
È presto per dire a cosa porterà il
monitoraggio dei giudici di sorveglianza. Il confine tra lecito e illecito, trattandosi di Berlusconi, è molto sottile. Di
certo definire una sentenza «un colpo
di stato» è molto oltre il diritto di proclamarsi innocente.
.. .
Ieri è
andato
al Centro
anziani
di Cesano
Boscone
Oggi si
sapranno i
suoi compiti
Così come non esita ad accusare di golpismo
permanente il capo dello Stato.
Per catturare i titoli dei giornali, e per vedere
l’effetto che fa la sua intemperanza verbale
crescente nel troppo pigro termometro dei
sondaggi, spara colpi sempre più micidiali. E come
se accusare di infedeltà alla repubblica l’alta
magistratura ospitata nel Quirinale non costituisse
già di per sé una violazione trasparente del patto
siglato al momento dell’affidamento in prova ai
servizi sociali, il tribunale ha lasciato sinora correre
la voce uscita dal senno. Faceva comodo fingere di
non sentire negli affondi del Cavaliere il suono
stridulo della sovversione.
Quando ha percepito che le sue accuse roventi
contro l’ordinamento costituzionale scorrevano
senza scatenare alcuna riprovazione formale
tangibile, Berlusconi ha osato ancora di più. Ha
alzato il tiro nella sua sfida demolitrice. E ha
gridato che la sentenza della Cassazione, quella che
lo ha colpito al cuore costringendolo alla decadenza
da senatore, è una cosa mostruosa. Un golpe
anch’essa.
I giudici, che avevano ascoltato piuttosto
indifferenti le gravi accuse complottarde piovere
addosso a Napolitano, alla Corte costituzionale, al
Parlamento ora sentono il ronzio fastidioso della
ingiuria abbattersi anche contro l’operato della
magistratura. E perciò, feriti nell’orgoglio della
nobile professione, intervengono d’autorità per
riparare all’offesa recata alle toghe da un reo
acclarato, peraltro in via di rieducazione. E così
l’agibilità politica, che il Cavaliere aveva ottenuto
con una facilità estrema da giudici assai
comprensivi, che gli risparmiarono i temuti arresti
domiciliari, rischia adesso di vederla sfumare. Per
un eccesso di confidenza nell’impunità, che sempre
attende per le sue parole immacolate ogni volta
ripulite da eterne smentite, l’attacco ai giudici
potrebbe pagarlo in moneta sonante.
Per uno che ha con sfrontatezza scolpito sul proprio
corpo violato l’immagine del grande perseguitato
dalla magistratura d’ogni ordine e grado, non è
andata poi così male nella trattativa con le toghe
per definire come scontare la pena residua. Ai
poveri diavoli certe attenzioni speciali, per
assicurare comunque l’agibilità pubblica, non sono
proprie conferite. Costoro possono solo attirare la
sensibilità civile dei radicali, ricevere la
compassione umana di Antigone o suscitare
l’attenzione di qualche associazione per i diritti dei
detenuti. Il denaro per Berlusconi è invece una
attenuante perpetua che gli permette di ritoccare
con le sue truppe parlamentari il codice penale
scrivendo leggi ad personam capaci di cancellare dei
delitti e delle pene.
E quando una condanna comunque arriva in
giudicato, la potenza simbolica sempre riconosciuta
al denaro riesce a trasformare un condannato in via
definitiva in un soggetto praticamente innocente
che scorazzando nei salotti della televisione può
accusare il Quirinale, il Parlamento, la Corte
costituzionale, la Cassazione di aver gestito ben
quattro colpi di Stato. Loro si che sono i veri
criminali.
Il senso della colpa da scontare per chi è
riconosciuto colpevole, in questo modo sfuma. E,
dopo la raffica distruttiva contro i legittimi poteri
costituiti, Berlusconi aspira al riconoscimento di un
suo esplicito ruolo di padre costituente. Con un
gruppo parlamentare che non gli obbedisce più, con
la mitica neoborghesia che guarda altrove e non lo
capisce bene quando si ripropone come garante
sicuro di interessi minacciati, al Cavaliere non
riesce più la facile risalita nelle intenzioni di voto.
La sua affabulazione non stuzzica come una volta
gli interessi materiali del suo popolo, non scalda
come un tempo l’immaginario della speranza nei
marginali, non accende l’astio diffuso contro i poteri
e il sistema dei partiti. E allora non gli rimane che
la follia di parole in libertà (provvisoria?) o la prova
estrema degli arresti domiciliari, da scontare a
pochi giorni dal voto chiamando in soccorso di
solidarietà una valanga di schede. Il significato
rieducativo della pena, uno dei principi più alti
scolpiti nella Costituzione, con il Cavaliere non
sembra proprio trovare fondamento. Per lui solo il
denaro conta perché colloca il potere al di là del
bene e del male.
RASSEGNASTAMPA
4
mercoledì 30 aprile 2014
POLITICA
Renzi: «Sì alle riforme
o me ne vado a casa»
Il premier apre a modifiche e rinuncia
all’ok entro il 25 maggio: «Via libera il 10 giugno».
● Contro Grillo «Spera che l’Italia vada male così
potrà vendere più biglietti del suo spettacolo»
●
VLADIMIRO FRULLETTI
[email protected]
Non conferma la disponibilità a rinunciare alla riforma del Senato in cambio
di una vittoria della Fiorentina sabato
sera nella finale di Coppa Italia contro
il Napoli. In cambio però ribadisce di
essere pronto ad tornarsene a casa se
non riuscirà a portare in fondo il suo
progetto a cominciare, appunto dalle riforme istituzionali. «Avrei preferito
non andare a Palazzo Chigi senza passare per il voto perciò se riesco a fare le
cose le faccio, se invece le devo mettere
sotto il tappeto non ci sto. Non resto qui
a tutti i costi» spiega rilanciando il ragionamento fatto in mattinata ai senatori. Certo poi una volta a casa non rimarebbe fermo a Pontassieve ma si andrebbe diritti al voto anticipato. Tanto
che il premier non dà seguito alla richiesta del senatore Stefano Esposito che
gli aveva chiesto di «tenere a bada» Roberto Giachetti, “colpevole” proprio di
aver invitato Renzi a non scartare l’ipotesi del voto per sottrarsi al pantano di
chi vuole bloccare le riforme. Si tratterebbe di una estrema ratio, ma da non
escludere. Certo Renzi dice che l’Italia
dovrebbe abituarsi a legislature che durano 5 anni. e che l’arma dello scioglimento delle Camere non è nelle sua mani, ma in quelle di Napolitano. E però
ricorda come il Presidente della Repubblica abbia legato il proprio sì al secondo eccezionale mandato proprio alla
possibilità concreta di fare finalmente
le riforme.
E quindi anche per questo si dice convinto che le riforme non salteranno. Anche perché oramai la partita il premier
la sente davvero vicina alla conclusione
e in attesa del triplice fischio s’è convinto di avere un margine di vantaggio sugli avversari difficilmente recuperabile. Convinzione rafforzata dall’incontro di ieri mattina con i senatori del Pd
con cui l’intesa in pratica viene considerata acquisita.
Certo non tutto è andato (né andrà)
come avrebbe voluto. Su qualcosa ha ce-
duto e cederà. Il compromesso gli sta
bene, spiega, purché non riporti i senatori a prendere le indennità. Ad esempio ci sarà una riduzione della presenza
dei sindaci a vantaggio dei rappresentanti delle Regioni. «Io avrei messo più
sindaci ma ci saranno più consiglieri regionali, non sono le riforme di Matteo»
dice.Ma si tratta di particolari. «Dettagli - spiega ai suoi - che non sminuiranno la portata di una riforma che l’Italia
aspetta da 30 anni». L’impianto di una
profonda modifica degli assetti istituzionali resta: dalla fine del bicameralismo, allo stop ai continui conflitti di
competenze fra Regioni e Stato, alla
cancellazione del Cnel. A cui poi va aggiunta una legge elettorale che col ballottaggio garantisce un vincitore dandogli la forza per governare. Insomma
una riforma di struttura. E quindi non
potranno essere due o tre settimane in
più a modificarne la portata politica.
«Si voterà entro il 10 di giugno» annun-
IL CASO
Responsabilità civile
no di Pd-M5S
Proteste di Forza Italia
Il disegno di legge sulla responsabilità
civile dei magistrati, fortemente
voluto da Forza Italia, è stato
sostanzialmente bocciato ieri dal voto
di Partito democratico e Movimento 5
Stelle, che hanno approvato in
commissione Giustizia, al Senato,
l’emendamento del M5S che cancella
l’articolo 1. Proteste del Nuovo
centrodestra e soprattutto di Forza
Italia. «Il presidente Renzi ha più volte
annunciato un netto intervento sulla
responsabilità civile dei magistrati.
Alla prova dei fatti i suoi parlamentari
si sono espressi in netto contrasto con
il governo», dichiara Romani, che
chiede al premier di chiarire.
cia lo stesso Renzi. Lo slittamento del sì
al disegno di legge costituzionale a dopo le elezioni europee e amministrative
(compresi eventuali ballottaggi per i
sindaci) oramai a Palazzo Chigi è stato
ampiamente digerito. Renzi ha messo
in conto che li clima elettorale e la voglia di Berlusconi di risalire nei sondaggi che lo danno terzo da qui al giorno
del voto non avrebbero consentito alcun vero accordo. E così quel posticipo
al 10 giugno vale anche come risposta a
chi l’aveva accusato di aver fissato come data ultimativa il 25 maggio per poter alzare una bandierina elettorale. In
realtà quella bandiera, è convinto Renzi, l’avrebbe alzata tutta la classe politica di fronte agli italiani e non solo lui e il
Pd. «Non l’hanno capito? Ok, va bene lo
stesso, non è un problema» ragiona il
premier coi suoi . «Ci hanno chiesto 15
giorni in più. D’accordo così dimostrando che non lo facciamo per prendere i
voti in campagna elettorale. L’importante è arrivare alla fine» spiega da Vespa avvertendo però che quei giorni di
discussione in più non dovranno trasformarsi in un modo per perdere tempo, «uno strumento per far finta di niente e rinviare». In quel caso il tavolo lo
farebbe saltare lui stesso. Certo il suo
obiettivo resta arrivare al 2018 per vedere come dice da Vespa l’Italia risalire
nelle classifiche grazie alle riforme del
suo governo tra cui quelle del fisco, della giustizia (riforma un po’ difficile da
fare, ammette, se c’è chi dice che i magistrati sono un cancro), della pubblica
amministrazione che presenterà oggi
al consiglio dei ministri delle 16. Intanto annuncia lo sblocco dei fondi per la
scuola e il futuro pagamento dei debiti
della pa. Certo ci sarà da vedere come
vanno le elezioni. In particolare come
andrà Grillo (a cui Renzi non perdona
la polemica che gli ha impedito di giocare la partita del Cuore) che infatti assai
più di Berlusconi finisce nel mirino di
Renzi. «Grillo scommette sulla disperazione, spera che l'Italia vada male per
vendere più biglietto ai suoi spettacoli»
è l’affondo del premier.
.. .
Il premier pronto
al compromesso purché
non reintroduca
l’indennità per i senatori
Rodotà: tolga il segreto
al patto del Nazareno
RACHELE GONNELLI
ROMA
I partigiani si preparano ad «una battaglia di civiltà che non sarà breve», ad
«una mobilitazione nei territori fondata sull’informazione». I toni di Carlo
Smuraglia, il presidente dell’Anpi, sono drastici, quasi ultimativi, al Teatro
Eliseo di Roma. Sul palco c’è la bandiera dell’Anpi, «comitato nazionale»,
con accanto il medagliere ricamato in
oro, dal loggione pendono gli striscioni delle sezioni locali, da Napoli a Cattolica. Il pubblico, fatto di anziani e giovanissimi, porta il fazzoletto tricolore
al collo. Prima dei discorsi degli orato-
ri, si assiste a un video che riproduce il
discorso di Pietro Calamandrei agli
studenti in difesa della Costituzione,
anno 1955. «Una questione democratica» è il titolo della manifestazione a pochi giorni dalla festa del 25 aprile ma si
parla unicamente delle riforme messe
in essere dal governo Renzi.
L’approccio è quello di una ferma e
argomentata contrarietà, l’appello alla mobilitazione in nome dei valori
«dell’antifascismo e della Resistenza».
La giovane anpista Elena De Rosa,
quindi Carlo Smuraglia e poi ancora di
più Stefano Rodotà e Gianni Ferrara
nei loro interventi entrano nel dettaglio, sia sul Senato sia sull’Italicum, af-
Sposetti: «Sui fondi ai partiti facciamo come in Europa»
L
ui, scherzosamente, si autodefinisce come l’ultimo giapponese.
Quello ritrovato 30 anni dopo la
fine della guerra. Rimasto lì, spiegò poi,
perché facendo gli ordini erano di non
morire e quindi di evitare di offrire troppo facilmente il petto al nemico.
Ecco, analogamente, anche Ugo Sposetti, senatore Pd, già storico tesoriere
dei Ds, ha deciso che il petto non vada
offerto imprudentemente, ma che comunque la battaglia debba continuare.
Quale? Quella naturalmente per mantenere in piedi, finanziamento pubblico
compreso, i partiti politici. Non certo
“questi” partiti, ma quei soggetti collettivi che sono previsti dalla Costituzione
come attori, seppur non unici ma comunque fondamentali, della democrazia. Perché va bene twitter o facebook,
ma Sposetti rimane convinto che poi
servano anche i luoghi in cui la gente
può parlarsi «guardandosi negli occhi».
Non un’operazione nostalgia, garantisce, ma al contrario la scelta di uno
che in sezione s’è fatto ossa e muscoli di
dare la stessa possibilità «ai giovani».
Da qui la resistenza al disegno di legge
del governo Letta che abolisce il finan-
IL CASO
V. FRU.
ROMA
Il senatore Pd annuncia
una legge a favore
del finanziamento
pubblico «Come previsto
dalla Ue, col sì dei nostri
governi, da Monti a Letta»
ziamento pubblico dei partiti. Tanto
più che anche in Europa la pensano così. Col voto di «tutti i parlamentari europei» e col via libera dei governi italiani
da Monti a Letta a Renzi, sottolinea
Sposetti, è stato approvato il nuovo regolamento sullo statuto dei partiti politici e delle loro fondazioni. Una nuova
legislazione europea che stabilisce sostanzialmente due cose. Prima di tutto
che i partiti, essendo «fondamentali»
(come indica l’articolo 10.4 del Trattato
Ue) per garantire la rappresentanza democratica, saranno dotati di «uno sta-
tus giuridico europeo». E poi che proprio per questo potranno chiedere e ottenere finanziamenti pubblici. Nel
2014 ammonta a circa 27 milioni il budget complessivo distribuito fra i partiti
presenti nel Parlamento di Strasburgo.
Condizione indispensabile infatti è avere almeno un eurodeputato. Ma per essere riconosciuti come partiti europei
occorrerà essere veri partiti, e cioè non
solo rispettare i valori fondamentali della Ue, ma anche garantire una effettiva
democrazia interna. Criterio che dando
un’occhiata a come funzionano alcuni
degli attuali partiti italiani, come M5S e
Forza Italia, rappresenterebbe un ostacolo non da poco. Il problema però è
che questo regolamento entrerà in vigore solo nel 2017, a seguito, «purtroppo»
sottolinea l’europarlamentare Roberto
Gualtieri, di una specifica richiesta di
deroga presentata dall’Italia. Così per
non perdere troppo tempo Sposetti, col
deputato Sel Sergio Boccadutri, ha deciso di trasformare quel regolamento Ue
in un progetto di legge, magari accompagnato da una raccolta di firme per
una analoga iniziativa di legge popolare.
RASSEGNASTAMPA
5
mercoledì 30 aprile 2014
Ma in Senato i tempi si allungano
E spunta il sistema francese
S
Il premier Matteo Renzi
esce dal Senato dopo
la riunione con i senatori Pd
FOTO LAPRESSE
frontano paragoni con altri Paesi europei, con altri periodi storici, tipo la legge
truffa. L’uditorio non solo ascolta, partecipa, sottolinea con gli applausi i passaggi più graditi. Non piace soprattutto la
fretta con cui Matteo Renzi sta procedendo alle riforme costituzionali. «È cattiva consigliera soprattutto in materia
costituzionale», dice Smuraglia, che trova «inaccettabile» il mix di leggi elettorali proposte, «inconcepibile» che si motivi interventi su materia così delicata
con la necessità di risparmi. Prende di
mira anche il cosiddetto «voto a data certa»: sarebbe a dire il calendario imposto
dal premier per le riforme, uno scadenzario che «tende a ridurre a nulla l’iniziativa parlamentare, determinando
l’agenda del massimo organo mentre
l’esecutivo potrebbe solo suggerire le
priorità». Gianni Ferrara è particolarmente sferzante contro quella che vede
come una cultura istituzionale raffazzonata e approssimativa, che non garantisce il sistema di pesi e contrappesi. Se la
prende persino, con una battuta, con
l’eccessiva prodigalità in lauree dei colleghi dell’ateneo fiorentino. Per Ferrara la Costituzione «è in pericolo», il Parlamento è di fatto illegale dopo la sentenza della Corte costituzionale e siamo
«ad un golpe permanente» in cui si chiede solo «una investitura del capo».
«Non siamo conservatori», ripete
Smuraglia dicendosi pronto a discutere
un differente ruolo delle due Camere, e
lo stesso respinge l’idea di un Senato svilito da una elezione di secondo livello
«con rappresentanti delle Regioni che
verrebbero a Roma ogni tanto, gratuitamente, non si sa a fare cosa». Rodotà
avverte nel disprezzo dimostrato per i
«professoroni» una regressione anticulturale mutuata dal berlusconismo, mentre «il contatto con la cultura libera la
politica dalla pressione degli interessi».
E mette l’accento sul patto extraparlamentare che sta alla base dell’intero percorso di riforme, il patto del Nazareno, i
cui contenuti - nota - restano celati. «Visto che Renzi vuole levare il segreto su
tutto, cominci a levarlo su questo».
ul nuovo Senato il premier apre a una mediazione, ma i tempi si allungano. L’adozione del testo
base, prevista per oggi, è
slittata al 6 maggio. E così non solo non ci sarà il fatidico sì
dell’aula di palazzo Madama entro il
25 maggio, ma è assai difficile che anche la commissione Affari costituzionali possa esprimersi entro quella data. Per il ministro Boschi l’opzione è
ancora «fattibile», ma ieri in Senato si
respirava l’aria del rinvio. Con somma
soddisfazione di Forza Italia e dei grillini.
I primi, con il capogruppo in commissione Donato Bruno, snocciolavano il calendario, consapevoli che «dopo il 18 maggio il Parlamento sarà fermo per la chiusura della campagna
elettorale...». «Renzi ha dovuto prendere atto della situazione, altrimenti il
governo andava sotto», ha commentato Bruno. Mentre i grillini hanno incassato le parole di Anna Finocchiaro,
presidente della commissione, che ha
assicurato che il testo base «recepirà
le indicazioni maggiormente condivise nella discussione generale».
Insomma, sembra svanire uno dei
paletti che era emerso dal vertice di lunedì mattina a palazzo Chigi con Renzi, Boschi, Finocchiaro e Zanda: e cioè
che il testo di partenza fosse proprio
quello del ministro delle Riforme. Ieri
Calderoli, che è relatore insieme a Finocchiaro, gongolava: «Portare il testo
del governo era come offrire pesce a
una tavola di commensali che aveva
chiesto carne...». L’ex ministro leghista sta dunque lavorando insieme alla
presidente al testo che arriverà martedì prossimo. E ha apprezzato la proposta fatta ieri mattina da Renzi ai senatori Pd: e cioè che ogni regione decida
autonomamente come indicare i propri senatori. Qualcuna facendoli eleggere dai consiglieri regionali, altre con
un listino ad hoc da presentare ai cittadini alle elezioni regionali. Per Calderoli «funziona benissimo, anche oggi
ogni regione sceglie la sua legge elettorale», ma a palazzo Madama molti sono scettici su questa soluzione. «Una
confusione inaccettabile», tuona Paolo Romani di Forza Italia che in serata
ha visto Zanda e Finocchiaro.
La mossa di Renzi, che sembra aver
fatto rientrare molti dei malesseri in
casa Pd, viene interpretata come
un’apertura al dialogo, così come l’allungamento dei tempi. «Non c’è più il
muro contro muro, e questo è un fatto
IL RETROSCENA
ANDREA CARUGATI
ROMA
Testo base il 6 maggio
Finocchiaro: non sarà
quello del governo
Migliaia di amministratori
locali potrebbero essere i
grandi elettori dei senatori
IL CASO
M5S: via i giornalisti
da Montecitorio
L’Asp: «Fascisti»
Due deputati Cinque Stelle hanno
chiesto al loro vicepresidente della
Camera, Di Maio, di limitare l’accesso
e la possibilità di movimento a
Montecitorio dei giornalisti della
stampa parlamentare. Vietato girare
in Transatlantico e parlare con i
politici, dicono i grillini, che hanno
chiesto l’istituzione di un gruppo di
lavoro. Richiesta accettata
dall’ufficio di presidenza convocato
da Laura Boldrini. La Stampa
Parlamentare condanna la proposta
e ricorda che «L’unica fase politica
che ha visto la chiusura e la cacciata
dell'Associazione stampa
parlamentare, fu il regime fascista»
positivo», dice il bersaniano Miguel
Gotor. Una sorta di «palla al centro»,
in attesa di trovare una soluzione tecnica per l’elezione dei senatori che accontenti tutti ma che soprattutto funzioni. Ieri ha ripreso quota il modello
francese, apprezzato dallo stesso Gotor, che configura una elezione indiretta dei senatori. A scegliere gli inquilini
di palazzo Madama sarebbe una vasta
platea composta da tutti i sindaci e i
consiglieri comunali e regionali di
ogni regione. Un modello che comporterebbe assemblea di alcune migliaia
di persone, in numero inferiore a quanto accade in Francia, ma comunque
molto ampie.
Il sistema francese piace anche al
sottosegretario Luciano Pizzetti, che
lavora con il ministro Boschi. E rispetta il paletto del premier: nessuna elezione popolare. Tra oggi e martedì
prossimi i relatori avranno tempo per
cucire il testo-base. «Uno schema ce
l’abbiamo già in testa», assicura Calderoli, mentre Finocchiaro rispetta rigorosamente la consegna del silenzio. Di
certo c’è che nel testo base, a differenza della bozza del governo, non ci saranno più i 21 nominati dal Quirinale
(al massimo saranno 5), i rappresentanti delle Regioni saranno in proporzione molto maggiore dei sindaci e
ogni regione avrà un numero di senatori proporzionale agli abitanti, come
chiedono da tempo i governatori.
Per il premier non è stato facile rinunciare alla rappresentanza paritaria degli ex colleghi sindaci, come ha
spiegato a Vespa. «Io avrei messo più
sindaci, ma non sono un pasdaran, serve un compromesso, queste non sono
le riforme di Matteo». Per lui la nuova
dead line per il sì del Senato alla riforma è il 10 giugno. La settimana prossima saranno auditi dalla commissione
molti costituzionalisti. Tra questi anche i «professoroni» Rodotà e Zagrebelsky (il secondo con una relazione
scritta). Ieri da Rodotà è arrivata un’altra stoccata: «Se Renzi vuole levare il
segreto, cominci a levare il segreto sull'
accordo del Nazareno con Berlusconi...». Al premier arriva l’appoggio convinto dei montiani. E anche dentro il
Pd le acque sembrano più calme: «ci
sono punti significati di avvicinamento», dice il ribelle Vannino Chiti. E
l’esperto Giorgio Tonini avverte: «Invece che sulle modalità di elezione, è
opportuno concentrarci sulle funzioni
di garanzia del nuovo Senato, a cominciare dall’elezione del Capo dello Stato».
E il realismo politico del premier ricompatta il Pd
IL PUNTO
NINNI ANDRIOLO
●
SFRONDATA DALLE FRASI A
EFFETTO PRONUNCIATE DA RENZI
PER REGALARE TITOLI A GIORNALI E TV,
l’assemblea dei senatori Pd ha segnato
un passaggio positivo che le diverse
anime del gruppo a Palazzo Madama
non hanno avuto difficoltà a
evidenziare. «Il governo ha smesso di
dare orari, date, pilastri, pilastrini commenta un esponente della
minoranza democrat - finalmente
siamo tornati alla politica». Il rischio
concreto di non incassare la riforma
«storica» del Senato ha spinto il
presidente del Consiglio a prendere
atto della legge dei numeri e a
perseguire la strada della mediazione.
Sono stati spostati paletti considerati
fino all’altro ieri «irrinunciabili», primo
tra tutti quello che avrebbe dovuto
commisurare l’iter di una riforma
valida per decenni alla scadenza
elettorale del 25 maggio.
Comprensibile il monito del premier a
fare «tutti gli sforzi per trovare un
punto comune altrimenti sono pronto
a fare un passo indietro e andare a
casa». Mentre pronunciava queste
frasi, però, Renzi sapeva già che
l’intesa sul nuovo Senato era a portata
di mano. Un risultato possibile grazie
anche al suo passo indietro. Sul
metodo, in particolare. La
consapevolezza che non si poteva
ridurre a protagonismo di pochi la
richiesta diffusa di modifiche alla
riforma Boschi alla fine si è fatta
strada, dubbi e perplessità tra l’altro
andavano ben oltre la cosiddetta
minoranza Pd. Renzi ha dato prova
ieri di realismo politico. L’«andiamo
avanti uguale» dei giorni scorsi ha
ceduto il passo al confronto di merito.
Indispensabile, tra l’altro, l’apporto
alle riforme di un Pd ricompattato. Al
Senato i numeri non danno garanzie e
la sponda di Forza Italia si rivela
incerta, esposta alle variabili tattiche
ed elettoralistiche di un leader che non
controlla più l’intero partito. Renzi
cambia verso. Non strappa nel Pd e
punta su un partito unito e una
maggioranza di governo coesa. E il
fuoco di fila delle dichiarazioni di ieri
fa comprendere le preoccupazioni di
Forza Italia. Brunetta, Romani, Sisto,
Minzolini, ecc, tutti a mettere l’accento
sulla presunta confusione del premier.
Questo mentre il pd Vannino Chiti,
primo firmatario del disegno di legge
alternativo a quello del governo sul
Senato, sottolinea il cambio di clima e
il riavvicinamento con Renzi. Certo,
servirà «un approfondimento» sul
nodo della elettività, ma il premier ha
aperto anche alle funzioni di garanzia
(e di riferimento ai diritti civili) che
dovrebbe assumere la Seconda
Camera, gli stessi temi auspicati da
Chiti e non solo da lui. Non un
“dopolavoro” quindi, ma un Senato
coerente con un profilo da organo
costituzionale. Senatori elettivi,
quindi? Intorno a questa richiesta si è
formata un’ampia maggioranza
trasversale. Per conciliarla con le
posizioni del governo, contrario
all’elezione diretta, hanno profuso
impegno molti «facilitatori», tra questi
il lettiano Russo e il leghista Calderoli.
La strada possibile da seguire? Quella
di consiglieri scelti dai cittadini per
rappresentare la Regione a Palazzo
Madama e individuati da un apposito
listino contestualmente al rinnovo
delle singole assemblee. Renzi ieri non
ha alzato barricate. Ha citato
espressamente il listino anzi, anche se
ha ribadito con forza la sua contrarietà
all’elezione diretta. La proposta che
ogni Regione decida autonomamente
come scegliere i propri rappresentanti
a Palazzo Madama? Un’ulteriore
apertura alla mediazione. Renzi sa
bene che non sono ipotizzabili
soluzioni locali «in ordine sparso» per
questioni delicate che attengono la
composizione di un organo come il
Senato. La presidente Anna
Finocchiaro, tra l’altro, ha rivendicato
il ruolo che spetta alla commissione
Affari costituzionali e ha ricordato i
compiti che questa dovrà esercitare in
vista della definizione del testo base
della riforma. Una sorta di richiamo
all’autonomia che spetta al Senato
dopo le trattative intercorse con il
governo e i numerosi confronti con i
ministri e con lo stesso premier. Al di
là delle soluzioni tecniche che
verranno individuate, magari
sull’esempio francese, le parole di
Renzi hanno modificato il clima. E
hanno mostrato un presidente del
Consiglio intento a dare seguito con i
fatti a ciò che ripete in questi giorni
replicando a chi lo taccia di
autoritarismo. Il messaggio di un
presidente del Consiglio dialogante e
aperto al confronto - diametralmente
opposto a quello «dell’uomo solo al
comando» - potrebbe rivelarsi utile
anche per quei settori di popolo
democratico incerti sul voto europeo.
Secondo alcuni sondaggisti Renzi
pescherebbe molto in campi non
tradizionali, ma rischierebbe di non
fare il pieno a sinistra. Anche a questi
pezzi d’elettorato tradizionale si
rivolgerà l’attenzione del premier.
RASSEGNASTAMPA
6
mercoledì 30 aprile 2014
POLITICA
Allarme immigrati
800mila in arrivo
Nei Cie solo 6 mesi
Due emendamenti del governo alla legge
comunitaria riducono la permanenza nei Centri
● Il Viminale: «Sistema di accoglienza al collasso»
● 25 mila sbarchi solo da gennaio
●
CLAUDIA FUSANI
@claudiafusani
Gli allarmi sono ormai quotidiani. I numeri dicono tutto: 25 mila sbarchi
dall’inizio dell’anno (11 mila in tutto il
2013) e a fine 2014 saremo ben oltre i
61 mila sbarcati nel 2011 sull’onda eccezionale della Primavera araba. Quello alle coste siciliane è ormai un vero e
proprio assalto di fronte al quale l’Europa si gira dall’altra parte. Ed è fondato l’allarme di Giovanni Pinto, il direttore centrale dell’Immigrazione e della polizia di frontiera presso il ministero dell’Interno. «Il sistema di accoglienza è ormai al collasso e nei paesi
da dove arrivano i flussi, a cominciare
dalla Libia, non esistono più interlocutori» ha detto ieri in audizione al Senato davanti alle Commissioni Esteri e
Difesa facendo il punto sull’Operazione Mare Nostrum, sistema di controllo e salvataggio nato dopo i 600 morti
nel canale di Sicilia nell’ottobre 2013 e
che ci costa la bellezza di 300 mila euro al giorno. Sono venute fuori analisi
(«Mare Nostrum ha incrementato le
partenze dalle coste africane») e numeri («800 mila persone in partenza
dall’Africa all’Italia») che hanno buttato altra benzina sul fuoco acceso da
settimane, soprattutto da Lega e Forza Italia, contro Alfano, il Viminale e
la politica dell’immigrazione.
L’allarme immigrazione è diventato così, purtroppo, pane da campagna
elettorale. Il governo non si fa prendere alla sprovvista. Sul tavolo infatti ha
già pronti un paio di provvedimenti destinati a far discutere e che avranno
almeno il merito di mettere ordine in
un altro luogo di offesa e di spreco che
sono i Centri di identificazione ed
espulsione.
Il ministro Alfano ha provveduto ad
infilare due emendamenti nel testo
della legge Comunitaria che sta per arrivare in aula alla Camera nei prossimi giorni. Il primo emendamento impone che l’identificazione debba avvenire già in carcere. Semberà assurdo
ma è proprio così: le strutture carcerarie non possono procedere con l’identiificazione del clandestino fermato e
portato in cella. L’emendamento corregge questa mostruosità burocratica
e cerca di accorciare i tempi. Il secondo emendamento al testo della legge
comunitaria è quello che scotta. Prevede infatti che i tempi di trattenimento
nei Cie non possono più essere «fino a
18 mesi» ma «al massimo 5/6 mesi».
Il governo comunque è pronto ad
intervenire anche con un decreto per
accellerare questa parte. Magari integrandola con altre decisioni prese con
il ministero della Giustizia dove, ad
esempio, si lavora per rimpatriare i
carcerati comunitari. Solo i rumeni sono 3-4 mila unità. Allarme immigrazione e allarme carceri sono, spesso,
due facce della stessa medaglia.
La decisione di ridurre di due terzi i
tempi di permanenza nei Cie è stata
presa per più motivi. «È dimostrato si spiega al Viminale - che dopo i primi
tre, quattro mesi la possibilità di iden-
.. .
Per Palazzo Chigi
possibile anche il decreto
Il sottosegretario Minniti:
«L’Ue ci dia una mano»
Immigrati in un centro di identificazione
PAROLE POVERE
Il Sciur Grillo
Entra, taglia l’aria, il bosco dei microfoni.
Grillo nuota, ancora, anche se l’acqua
dello Stretto non gli inzuppa più la muta
mentre raggiunge e penetra l’aria
condizionata del Monte dei Paschi. Si
piega al rito, giacca, cravatta, volto
imbiancato e reso campione di
souplesse dalla barba pepesale; ed è, il
suo corpo, una processione di
convessità, angolo apertissimo,
testimone perenne della soddisfazione
delle sue cellule. Un sciùr. È un sciùr
quello che torna su un motivo già
cantato mentre, mescolando ex-voto e
sondaggi “interni”, rilancia contro la
sinistra, contro il Pd: «Peste rossa», il
male da estirpare. E Napolitano, l’uomo
che il caimano ha “impiccato” solo
poche ore prima come suo nemico
numero uno, per questo sciùr è il
“dittatore”. Carambola, fratelli: la palla è
in buca, l'entusiasmo, o la paura, scopre,
tra caimano e Grillo, lo stesso, identico
feeling. Siamo noi, per due sciuri, la
«peste rossa», noi il male da estirpare.
TONI JOP
tificare un soggetto è quasi pari a zero. Poichè a quel punto è inutile, probabilmente ingiusto (i più sono persone che vogliono transitare verso altri
Paesi, ndr) e anche dannoso e costoso
tenerli chiusi nei Cie, tanto vale liberarli». Su dodici Cie, sette sono praticamenti chiusi per devastazione, distrutti dalle rivolte dei clandestini.
L’idea di limitare a sei mesi la permanenza nei Cie era nata qualche mese in un’ottica di spending review. Al
netto di qualche scandalo, per i Cie sono stati stanziati 236 milioni di euro
per il 2013 (66 milioni in più rispetto
al 2012), 220 per il 2014 e 178 per il
2015. La riduzione dei tempi potrebbe
come minimo dimezzare la spesa.
Poi c’è Mare Nostrum, sistema di
navi della Marina pronte a partire non
appena i radar segnalano la presenza
di imbarcazioni al largo nel canale di
Sicilia. Costa 300 mila al giorno, circa
100 milioni l’anno. Ieri la parole di Pinto sono state usate, tirate e stiracchiate, campagna elettorale purtroppo. Il
senso di quello che ha detto era emerso anche lunedì mattina nel vertice
sull’immigrazione voluto dal premier
Renzi a palazzo Chigi. Non c’è dubbio
che Mare Nostrum sia «anche un pull
factor dell’immigrazione, un elemento
cioè che favorisce i flussi dei disperati
in partenza dall’Africa». Scafisti e trafficanti di clandestini (207 arrestati
dall’inizio dell’anno) è chiaro che partono volentieri sapendo che basta uscire dalle acque territoriali e c’è qualcuno che ti viene a prendere. La prova
sono, racconta una qualificata fonte
del Viminale, «le tante imbarcazioni
che vengono trovate in mare senza chiglia. Non nelle condizioni cioè di fare
la traversata ma perfettamente in grado di accompagnare i disperati che pagano 5-6 mila euro in contanti fino al
punto di raccolta delle navi di Mare
nostrum». Di opinione diversa la Marina che invece sostiene «il valore umanitario dell’operazione». Le due cose
probabilmente non sono in contrasto.
Il sistema di accoglienza nazionale
comunque è allo stremo. «Non abbiamo più luoghi dove portare i migranti
e le popolazioni locali, non solo quelle
siciliane, non ne possono più di questi
continui che condizionano anche le attività ordinarie». Un esodo biblico da
guerre, carestie, epidemie. Palazzo
Chigi ha riunito la conferenza stato-Regioni per distribuire i flussi. Ma
è chiaro che non può bastare. Il sottosegretario con delega ai servizi Marco
Minniti chiede l’intervento dell’Europa. «L’Italia - dice - non può più farcela da sola, così non si può andare avanti».
«I flussi migratori siano governati dalla Ue. Con più poteri»
ANDREA CARUGATI
ROMA
«Sull’immigrazione c’è una gara a chi
la spara più grossa tra Forza Italia, Lega e Grillo. È solo sciacallaggio, una rincorsa al populismo e alla demagogia».
Gianni Pittella, Pd, vicepresidente del
Parlamento europeo, non si nasconde i
gravi limiti dell’Europa nel far fronte
al fenomeno migratorio. «L’operazione Mare Nostrum voluta dal governo
Letta dopo la tragedia di Lampedusa è
stata un ottimo strumento per gestire
l’emergenza e salvare molte vite. Ma
non poteva e non può essere risolutivo.
Ora serve per davvero una soluzione di
tipo europeo ai flussi migratori».
Tutti la invocano da anni ma poi in concreto non succede niente...
«Il problema fondamentale, che deve
essere chiaro a tutti, è che attualmente
le istituzioni comunitarie non hanno
competenze sull’immigrazione. I governi nazionali si tengono stretta questa competenza, poi partono le lamentele. Ma se la Commissione europea
non ha poteri, come ci si può aspettare
un aiuto reale?».
Dunque come se ne esce?
«La governance dell’immigrazione va
affidata alla Commissione europea, e
deve essere basata su 5 punti: polizia di
frontiera comunitaria per il pattugliamento delle coste e il salvataggio; ac-
cordi bilaterali tra l’Ue e i Paesi del sud
del Mediterraneo per la lotta ai trafficanti di persone e per la collaborazione
sui rimpatri; presidi nei paesi di emigrazione per selezionare il fabbisogno
reale di immigrati; suddivisione dei
flussi migratori nei paesi Ue in modo
vincolante e non più volontario; selezione delle richiesta di asilo e distribuzione dei richiedenti nei paesi Ue; aumento delle risorse nel bilancio comunitario».
La destra italiana sostiene che il pattugliamentodellecosterealizzatoconMare Nostrum abbia favorito l’arrivo di immigrati. Lei cosa ne pensa?
«Serve un meccanismo di europeizzazione di Mare Nostrum. Il problema infatti si risolve non solo col pattugliamento ma con gli accordi bilaterali con
l’Ue e con i presidi nei paesi dell’Africa
per selezionare il fabbisogno di immigrazione. Non deve più essere Roma o
Madrid a firmare gli accordi bilaterali
con i paesi mediterranei, ma Bruxelles.
Al di là della retorica leghista sull’invasione, l’Italia è ancora un paese che ha
bisogno di una quota di forza lavoro immigrata. Che va selezionata e inserita
nelle quote».
Pare difficile che un’Europa così claudicante nella politica estera comune possa trovare un accordo.
«Non c’è alternativa. La commissione
europea deve governare i flussi, sia nei
convinto che nel semestre di presidenza italiano la questione sarà posta. Questa linea ci consentirebbe di mettere ai
margini le forze populiste e xenofobe,
e di dare nel contempo una soluzione a
uno dei più gravi problemi dell’Europa. Capisco e condivido le critiche che
vengono fatte all’Italia per la situazione drammatica dei Cie, in particolare
quello di Lampedusa, ma la commissione Ue non può limitarsi ai richiami o
alle minacce di tagliare i fondi all’Italia: deve governare questo fenomeno
in prima persona».
L’INTERVISTA
Gianni Pittella
Vicepresidente del
Parlamento europeo, Pd
«Mare Nostrum è
un ottimo strumento per
l’emergenza e salva vite,
ma non è la soluzione»
rapporti con i paesi extra Ue sia all’interno dell’Unione. Altrimenti tutto il
peso grava sull’Italia. I flussi vanno
spalmati in tutti i paesi europei secondo una proporzionalità e in modo obbligatorio. C’è una direttiva del 2001 che
non è mai stata attuata: se non la si rende vincolante non ne usciremo mai.
Non è possibile, ad esempio, che la Svezia non debba gestire neppure una richiesta di asilo mentre l’Italia ne ha migliaia. Senza un principio di solidarietà
...
«La Ue deve avere una sua
polizia di frontiera e
distribuire gli immigrati
tra tutti i Paesi membri»
l’Ue non sopravvive. E i governi che
danno i soldi al bilancio comunitario
devono cambiare verso: gli stati membri devono essere meno avari».
Insisto: con questa Ue è molto difficile
che la sua proposta si realizzi.
«Guardi, o c’è questo salto di qualità,
oppure l’Unione viene inghiottita e deglutita dagli euroscettici. Sono proprio
l’inazione e lo scarso coraggio politico
a rendere l’Europa poco attraente. I cittadini devono avere chiaro il bivio: se si
vuole una Europa politica bisogna sostenere il Pd e i socialisti. Se invece vengono premiati i nazionalisti, le cose restano come oggi: e cioè una incapacità
di gestire i problemi».
Crede che il governo italiano sosterrà
questa impostazione?
«Conoscendo il presidente Renzi, sono
Credechel’Italiapossacontaresualleanze con altri paesi su questi temi?
«Credo che i paesi mediterranei saranno nostri alleati. Ma serve un’offensiva
politica per convincere anche gli altri.
Tutta l’Europa è depotenziata se non
assume queste decisioni, compresa la
Germania. Se non aprono gli occhi, saremo tutti travolti dagli euroscettici».
Oggi Giovanni Pinto, direttore centrale
dell'immigrazione e della polizia delle
frontiere del Viminale, ha lanciato un allarmesu800milanuoviarriviesullecriticitàdelsistemadiaccoglienza.Ilsottosegretario Minniti parla di «esodo biblico»...
«Non ho gli elementi per una stima precisa sull’entità dei flussi. Ma se non
scatta il meccanismo di condivisione
europea il problema non si risolverà
mai».
RASSEGNASTAMPA
7
mercoledì 30 aprile 2014
ECONOMIA
BIANCA DI GIOVANNI
ROMA
Oggi è il giorno della pubblica amministrazione. Al termine del consiglio dei
ministri il premier Matteo Renzi presenterà una iniziativa di consultazione
online sulla semplificazione della macchina pubblica. Questa la novità
nell’approccio che il premier ha voluto
inaugurare nella partita statali. «Presentiamo con il ministro Marianna Madia i provvedimenti che noi proponiamo alla pubblica amministrazione, con
un metodo un po’ diverso dal solito»,
ha detto Renzi intervenendo a Porta a
Porta. Sarà una conferenza stampa «simile a quella definita della televendita ha scherzato Renzi - Ci saranno molte
cose che faranno discutere». Infatti i
sindacati sono già sul piede di guerra
per via della mancata convocazione a
un tavolo. Oggi comunque non si prevede un varo: il riordino sarà effettuato a
tappe, con diversi interventi diluiti nel
tempo. Il premier ha indicato due temi: la giustizia amministrativa (cambierà il meccanismo della sospensiva del
Tar) alla licenziabilità dei dirigenti
(che per la verità è già in vigore). Renzi
ha confermato che una misura allo studio è quella dell’incarico a termine per
i dirigenti. Quanto ai cittadini, ha annunciato un Pin unico per l’accesso ai
servizi della pubblica amministrazione. «Vuol dire mai più code. Vuol dire
che sono le istituzioni che si adeguano
alle esigenze del cittadino», ha aggiunto il premier. Il programma è strettamente collegato con l’agenda digitale,
cioè il piano di informatizzazione e collegamento di tutte le banche dai pubbliche.
Ai sindacati tuttavia il premier ha inviato anche messaggi rassicuranti. Come quello sui supposti esuberi, indicati
in 85mila nella spending review. «L'ha
detta Cottarelli, ma è una cifra teorica.
Ma non si fa così. Intanto perché con il
blocco del turn over il numero dei lavoratori nella pa è simile a quella di altri
Paesi, anzi un po’ meno della Francia».
Insomma, «nessuno verrà licenziato
perché il governo deve tagliare - continua il premier - ma i dipendenti dobbiamo farli lavorare di più e meglio, pagare di più chi lavora meglio e punire i
dirigenti che fanno i furbi».
Ieri si sono susseguiti incontri a Palazzo Chigi prima con i tecnici dei Comuni, poi con quelli delle Regioni. «Dalla riforma della pubblica amministrazione un'Italia più semplice, con meno
enti, come stiamo già facendo con legge province», ha annunciato a Radio
anch’io il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio. Si con-
Oggi la riforma della Pa
Renzi: farà discutere
Solo una presentazione con Madia: nessun provvedimento ● Tra i temi:
limiti alla sospensiva del Tar, dirigenti a termine ● Sindacati: subito un tavolo
●
ferma che l’intervento sarà effettuato
con due provvedimenti, un decreto e
un disegno di legge, sul modello del
Jobs Act. Tra le indiscrezioni filtrate in
questi giorni, compare anche quella
del ruolo unico: si verrebbe assunti come dipendenti dello Stato e poi assegnati ai ministeri che necessitano personale (oggi si viene assunti da un ministero). Altro capitolo importante è
quello delle scuole di formazione, che
saranno riformate. È possibile che ai
cinque istituti attualmente in vita si
proponga una cura dimagrante, con
l’accentramento di direzioni, strutture
e locali. L’intervento si collega allo
«sforbicia Italia», cioè al piano di sfoltimento degli enti, con l’eliminazione di
quelli inutili. Quanto alle retribuzioni
dei dirigenti, è possibile che si confermi il tetto già stabilito di 240mila euro.
MISSIONE EUROPEA
Una manifestazione del Pubblico impiego FOTO LAPRESSE
Di riforme ha parlato anche Pier Carlo
Padoan a Londra, dove il ministro ha
avuto contatti riservati con gli operatori della city. Appuntamento importantissimo per un paese che emette 400
miliardi di titoli all’anno, e che si appresta ad avviare un nuovo piano di privatizzazioni. Padoan ha parlato del suo
«capo giovane e energico», riferendosi
a Renzi, sottolineando come fra le ricette per la ripresa italiana, ci sono «anche le riforme istituzionali, che introducono certezza politica e la possibilità di
un governo più duraturo». Secondo il
titolare di via XX Settembre le riforme
consentono anche un aggiustamento
di bilancio «più morbido, sempre nel
rispetto delle regole di Bruxelles». Sullo scacchiere europeo Padoan non ama
parlare di «alleanze», ma sottolinea
che per Parigi e Roma le priorità sono
crescita e lavoro. «Ma questo non può
essere solo l'obiettivo di Francia e Italia - ha spiegato Padoan - Tutti gli Stati
membri, compresi quelli del Nord, che
hanno voltato più rapidamente la pagina della crisi, devono condividere questa visione».
Alitalia, il tormentato matrimonio con Etihad
S
i sblocca la trattativa Alitalia: è
arrivata finalmente l’attesa lettera di Etihad con le controdeduzioni alla posizione di Alitalia nell’ambito del negoziato tra le due compagnie.
Ad annunciarlo è stato il ministro dei
Trasporti, Maurizio Lupi: «L’amministratore delegato Del Torchio (numero
uno di Alitalia, ndr) ha comunicato che
Etihad ha inviato la lettera in cui ha risposto alle osservazioni della stessa Alitalia, ed ora inizia un lavoro puntuale
per verificare punto per punto le osservazioni della compagnia», ha spiegato a
margine di un convegno a Milano. «Del
Torchio presenterà agli azionisti e al governo lo Stato della trattativa», ha aggiunto poi, «e noi crediamo che quella
tra Etihad e Alitalia sia una buona alleanza per rilanciare il trasporto aereo
in Italia e la nostra compagnia». A questo punto, la maggior preoccupazione
del governo è che da parte di Etihad «ci
sia davvero un piano industriale di rilancio della compagnia», ha aggiunto Lupi, perché «non ci possiamo permettere di avere una compagnia regionale».
E ieri è stata anche la giornata dell’incontro tra i sindacati e i vertici di Alitalia: incontro interlocutorio, da cui comunque è emerso che la ex compagnia
di bandiera mira a risparmiare fino a
400 milioni di euro l’anno, come riferiscono gli stessi sindacati. Si tratta di
una mano ancora più pesante da parte
IL CASO
LAURA MATTEUCCI
MILANO
Arrivata la lettera
della compagnia emiratina,
la trattativa prosegue
Incontro con i sindacati:
ora l’azienda chiede
risparmi fino a 400 milioni
dei vertici, che nel piano di luglio prevedevano 300 milioni di risparmi. L’incontro proseguirà già questo venerdì,
sulle richieste aziendali di ulteriori risparmi sul costo del lavoro per 48 milioni.
LA LIBERALIZZAZIONE DI LINATE
L’ormai imminente matrimonio con
Etihad spariglia ancora le carte. Tra le
condizioni finora poste dalla compagnia degli Emirati arabi per siglare l’alleanza e salvare Alitalia dal fallimento,
infatti, mettendo sul piatto 500 milioni, ci sono l’ampliamento dello scalo di
Fiumicino e la riduzione del personale.
A favorire lo sblocco della situazione,
con la lettera arrivata ieri, sarebbero
state l’apertura delle banche sul nodo
dei debiti e i passi avanti sul decreto per
la liberalizzazione di Linate. Su
quest’ultimo punto, il ministro Lupi ha
confermato che «si sta ragionando» e
comunque il provvedimento non è legato alla richiesta di Etihad, ha detto, ma
rientra nelle misure in vista di Expo
2015. Ribadendo che il governo darà
«tutto il supporto che può dare», ma al
momento intende lasciare lavorare le
imprese.
Lupi ha anche risposto a Berlusconi,
sostenendo sia «impensabile» che Alitalia possa fare a meno di 9mila dipendenti, come ha fatto intendere il leader di
Forza Italia. Il quale ha rivendicato co-
me un suo successo l’aver tenuto Alitalia in Italia e, «se adesso è nei problemi ha proseguito - è perché con 21 milioni
di passeggeri trasportati all’anno impiega 14mila collaboratori. Ryanair, con 61
milioni di passeggeri l’anno, ne ha solo
6mila». La lettera di Etihad ad Alitalia,
che fa proseguire la trattativa tra le due
compagnie, per Lupi è «la migliore risposta a Berlusconi, che non so se si è
dimenticato di essere un imprenditore
visto che ha proposto di licenziare 9mila persone in Alitalia. Ovviamente una
cosa impensabile». «Se dopo cinque anni siamo qui a discutere il rilancio della
nostra compagnia di bandiera - ha proseguito Lupi sempre riferendosi alle dichiarazioni di Berlusconi - forse non tutto è andato bene nel passato. Magari se
smettiamo di dire che tutto va bene e
iniziamo ciascuno a prendersi le proprie responsabilità, magari questo Paese finalmente inizierà a cambiare», ha
concluso Lupi.
Intanto in Europa la compagnia degli Emirati Arabi si muove e va in soccorso della controllata Air Berlin (di cui
Etihad possiede il 29,21% e potrebbe salire fino al 49,9%), anch’essa alle prese
con problemi di liquidità. Il vettore di
Abu Dhabi ha infatti deciso di fornire
ulteriori fondi alla compagnia tedesca,
acquistando bond convertibili per 300
milioni di euro, mentre altri 150 milioni
verranno collocati sul mercato.
Un mercato rionale
I consumi
non sentono
la ripresa,
vendite in calo
M. FR.
ROMA
La ripresa non si sente ancora e - anzi - a febbraio è arrivata un’ulteriore
gelata sui consumi. Sono calate le
vendite al dettaglio: l’indice destagionalizzato - rileva l’Istat - registra
una diminuzione rispetto al gennaio
dello 0,2%, mentre rispetto a febbraio 2013 la flessione è dell’1%. Variazioni tendenziali negative si registrano sia per le vendite di prodotti
alimentari (-1,0%) sia per quelle di
prodotti non alimentari (-1,2%).
Nel confronto con gennaio 2014,
diminuiscono sia le vendite di prodotti alimentari (-0,1%) sia quelle di
prodotti non alimentari (-0,2%).
Con riferimento alla forma distributiva, nel confronto con il mese di febbraio 2013 si registrano cali sia per
le vendite della grande distribuzione (-0,5%) sia per quelle delle imprese operanti su piccole superfici
(-1,6%).
Alla luce dei dati Istat, le associazioni dei consumatori tornano a
chiedere misure del governo per il
rilancio della capacità di acquisto
dei lavoratori, ma anche dei pensionati e degli incapienti: «Sono necessari immediati interventi di rilancio
della domanda interna», sostengono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e
Adusbef. Occorre «trovare il più in
fretta possibile le coperture per i
prossimi anni del bonus di 80 euro,
attualmente valido solo per il 2014 e
ad estenderlo a disoccupati, pensionati ed incapienti», afferma il Codacons. Una «profonda svolta fiscale»
per uscire definitivamente dalla crisi dei consumi invoca la Confesercenti, mentre la Coldiretti fa notare
come 3 famiglie su 4 tagliano gli
sprechi a tavola.
Confcommercio fa notare che «la
fiducia in crescita rilevata nei mesi
di marzo e aprile, tutta centrata sulle prospettive future, è un buon segnale per un possibile miglioramento del quadro congiunturale che resta, tuttavia, ancora tutto da verificare e da costruire». E in una nota, evidenzia che «proprio i dati sulle vendite al dettaglio del bimestre gennaio-febbraio evidenziano una situazione molto critica dei consumi dalla cui ripresa passa quella dell'intera
economia italiana».
Secondo Nomisma la discesa dei
prezzi al consumo, insieme ai dati
sulle imprese segnalano la debolezza della ripresa e una situazione da
monitorare per il rischio deflazione.
Ad aprile, infine, si è contratto l'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane passato da 89,5
di marzo a 88,8. In arretramento ad
aprile anche la fiducia nella situazione economica nell'Eurozona (-0,5
punti a 102), ma la Commissione europea rivela che l'Italia è il solo, fra i
maggiori paesi dell'Euro, nel quale
il «sentimento economico» è migliorato (+0,5).
RASSEGNASTAMPA
8
mercoledì 30 aprile 2014
ECONOMIA
Mediaset: Google
e Facebook sono
neocolonialisti
Urbano Cairo
sale in Rcs
e si propone
per il cda
Confalonieri: «Sfruttano il mercato senza
pagare tasse» ● Pay tv, un patto internazionale
●
LUIGINA VENTURELLI
MILANO
Non stupisce che il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri si scagli all’attacco dei colossi globali del web. Il
gruppo del Biscione, pioniere della difesa del diritto d’autore in rete, ha avviato già da anni azioni legali per tentare
di arginarli. E misura in centinaia di milioni di euro la «seria minaccia» che
soggetti come Google, Youtube, Facebook e Amazon rappresentano per il
modello di business dei gruppi televisivi tradizionali. «Aziende fantasma»,
che in Italia «rastrellano centinaia di
milioni di ricavi pubblicitari» senza pagare le tasse, senza sviluppare prodotti, e senza creare occupazione. Che
«fanno gli editori con i contenuti degli
altri» e che, in ultima analisi, si macchiano di una nuova ed insidiosa forma
di «colonialismo».
Ma queste accuse - al di là delle letture evocative che ricordano lo scontro
tra il piccolo Davide e il gigante Golia assumono un peso maggiore quando
vengono lanciate davanti all’assemblea degli azionisti del Biscione riuniti
negli studi di Cologno Monzese per
l’approvazione del bilancio 2013. E diventano una chiave interpretativa fon-
damentale delle strategie del gruppo,
stretto tra la perdurante crisi del mercato pubblicitario nazionale e la rivoluzione in corso nella modalità di fruizione dei contenuti audiovisivi, sempre
più via internet e sempre più on demand.
Per affrontare la sfida che le chiede
di superare o rinnovare la sua natura
prevalente di televisione generalista,
Mediaset si è preparata per tempo. A
cominciare da un piano per recuperare efficienza che, al termine del 2013,
le ha concesso di tornare a chiudere i
conti in positivo, grazie a 600 milioni
di euro di risparmi, la ristrutturazione
del debito bancario, l’emissione di due
prestiti obbligazionari per 610 milioni,
e la recente cessione del 25% di EiTowers. Così i ricavi consolidati hanno
raggiunto i 3,4 miliardi di euro e
l’azienda è tornata a registrare utili per
9 milioni di euro rispetto ai 287 milioni
di perdite dell’anno precedente.
Ma Confalonieri resta cauto: «È fragile il nostro utile proprio come fragile
è la ripresa italiana», visto che «quella
strutturale, che parte dai consumi delle famiglie, non c’è». Così la pubblicità
non smette di decrescere, con un mercato nazionale ormai sceso a 6,4 miliardi di euro rispetto ai 9 miliardi del
Fedele Confalonieri FOTO LAPRESSE
2010: secondo i dati Nielsen, gennaio e
febbraio hanno visto una flessione del
4,5%, e se anche si prevede un 2014
«leggermente migliore» rispetto all’anno passato, per il futuro «ci vorranno
idee, contenuti, aggressività». Insomma, «non basterà una gestione brillante dei conti per agganciare il ciclo positivo dell’economia» quando avverrà,
ma «ci vorrà il riposizionamento di Mediaset nel quadro dei media».
A cominciare dal progetto di integrazione delle pay-tv in Italia e in Spagna
che dovrebbe completarsi entro il prossimo semestre, quando la nuova socie-
tà in cui andranno a confluire Mediaset
Premium e Digital+ dovrebbe avvalersi di un nuovo partner industriale che,
secondo le indiscrezioni, potrebbe essere l’araba Al Jazeera o la francese Canal Plus. «C’è l’interesse da parte di più
gruppi internazionali con cui stiamo
dialogando, ma nessun accordo vincolante è stato siglato» ha confermato il
vicepresidente della società, Piersilvio
Berlusconi. E dopo un periodo di «necessari risparmi», il gruppo si dice
pronto per tornare ad investire, «innanzi tutto nel core business, consapevoli
che tutto parte dai contenuti».
Urbano Cairo tenta di mantenere
un basso profilo: «Non ci ho pensato, non me l’ha chiesto nessuno, ma
se mi fanno una proposta ci penserò». All’indomani delle nuove acquisizioni in Rcs che l’hanno portato a
rastrellare sul mercato 3,5 milioni
di azioni e ad aumentare la sua quota fino al 3,68%, però, il suo possibile
ingresso nel consiglio d’amministrazione della società editoriale sembra una ipotesi probabile. Tanto più
che proprio oggi è in calendario una
riunione per definire ed individuare
il profilo dell’eventuale nuovo consigliere che dovrebbe sostituire Carlo
Pesenti, dimessosi a febbraio.
«Sono cresciuto un pochino in
Rcs. Adesso ho 15 milioni e 570 mila
di titoli» ha spiegato il presidente di
Cairo Communications, a margine
dell’assemblea degli azionisti. L’imprenditore ha poi precisato di non
avere in portafoglio azioni di risparmio: «Non ne ho mai comprate nè
vendute. L’ho comunicato anche alla Consob» ha aggiunto.
Nel corso dell’assemblea di Cairo
Communications, l’editore si è poi
concesso una battuta a proposito
del sollecito arrivato dall’imprenditore Diego Della Valle che lo vedrebbe alla guida del gruppo editoriale
milanese: «Lo dice perché in Italia, a
livello di periodici, credo siano poche le società che vanno bene. Molti
stanno cedendo i periodici, altri li
tengono malvolentieri, noi invece li
stiamo lanciando. Invece di vendere, ne lanceremo di nuovi e andiamo
a prenderci le quote lasciate dagli altri».
RASSEGNASTAMPA
9
mercoledì 30 aprile 2014
UnipolSai, ok al bilancio: dividendi per 550 milioni
ANDREA BONZI
BOLOGNA
Il bilancio 2013 di UnipolSai - il primo
dopo la fusione in Fondiaria-Sai di Unipol, Milano assicurazioni e Premafin - è
stato approvato: l’utile netto consolidato del colosso assicurativo ammonta a
694 milioni di euro (1.172 milioni imposte incluse) e i dividendi arrivano a 550
milioni di euro, di cui la metà derivanti
da Unipol. Si tratta di 0,19559 euro per
singola azione, che verranno pagati dal
prossimo 22 maggio.
Questi i numeri emersi dall’assemblea dei soci svoltasi ieri a San Lazzaro
di Savena (Bologna): il «sì» ai conti del
gruppo è arrivato dal 99,94% degli azionisti, e dal 71,77% del capitale sociale.
Gli azionisti più rilevanti sono Finsoe e
le cooperative (tramite Ugf) complessivamente al 65,83%. A riassumere i dati
degli ultimi mesi è stato l’amministratore delegato Carlo Cimbri, che ha riepilogato le tappe dell’operazione della fusione, valida nei suoi effetti dall’inizio
di quest’anno. Partendo dall’inizio: «Il
progetto è stato reso pubblico alla fine
del 2011 - ricorda il manager -, un periodo critico per il Paese. Allora lo spread
era oltre i 500 punti, gli indici azionari
in calo del 25% e del 20% a livello europeo». Cimbri sottolinea anche le difficoltà ad ottenere il via libera delle autorità
di vigilanza italiane, come Antitrust e
Consob, ed europee, non dimenticando
di rimarcare «alcune prescrizioni di inusitato rigore», come quella di far rientrare la quota di mercato sotto il 30%
per ogni singolo ramo di attività delle
compagnie a livello nazionale e provinciale, un paletto «totalmente nuovo per
il panorama assicurativo italiano». Ma
ora i primi passi sono stati compiuti:
«Ci vorranno ancora un paio di anni di
intenso lavoro da parte di tutte le strutture del gruppo - ammette il manager -,
ma qualche risultato già si vede». Basti
sapere che UnipolSai oggi vale circa 7,4
miliardi di euro, «4,3 miliardi in più di
quanto valessero prima tutte le compagnie coinvolte nel progetto - osserva
...
Cimbri: chi ha seguito
la fusione e gli aumenti
di capitale ha già
guadagnato il 90%
Cimbri -. Dal giorno dell’annuncio, 30
gennaio 2012, chi ha seguito gli aumenti di capitale ha guadagnato dal 90%
(per le azioni ordinarie di Unipol) al
513% (per le azioni di risparmio di Milano Assicurazioni). Chi ha comprato in
aumento di capitale, ha portato a casa
tra il 168% (per le azioni Fondiaria-Sai)
e il 404% (per le Unipol privilegiate».
Due i temi più delicati. Gli esuberi
del gruppo innanzittutto: saranno
«quelli previsti nell'ambito del progetto
industriale: c'è l'accordo coi sindacati
per agevolare l'accesso al fondo esuberi
per 900 persone», i cui «costi ammontano a 150 milioni, già nel bilancio chiuso», spiega Cimbri ricordando anche le
500 persone trasferite ad Allianz. Complessivamente, in UnipolSai operano
136 dirigenti, 1.347 funzionari e 6.268
Eni, trimestre
difficile: utile
da 1,3 miliardi
in calo (-15%)
AUGUSTO MATTIOLI
SIENA
Un’assemblea preoccupata, in certi
momenti incattivita e rancorosa, nella
quale non sono mancati attacchi agli
attuali vertici della banca quella che si
è svolta ieri a Siena per l’approvazione
dei conti del 2013. Stati d’animo, su cui
Beppe Grillo ha gettato olio sul fuoco
volendo fare «un po’ di casino», risultato del lungo periodo di crisi del gruppo
che non fa utili dal 2010 a causa della
lunga crisi e dalle scelte sbagliate fatte
in passato dalla banca, a partire dall’acquisizione di Banca Antoveneta. Operazione sulla quale a Siena è in corso un
processo nel quale sono coinvolti anche i passati vertici di Banca Mps, l’ex
presidente Giuseppe Mussari e l’ex direttore generale Antonio Vigni. Scelte
che hanno impoverito quella che una
volta era ritenuta la banca più patrimonializzata del sistema bancario con effetti negativi per la Fondazione Mps
che a fatica e dopo avere pagato i debiti
contratti per sostenere gli aumenti di
capitale seguiti all’operazione Antonveneta, è riuscita a mantenere una presenza limitata nell’azionariato di una
banca della quale fino a pochi anni fa
deteneva la maggioranza assoluta delle azioni.
UN ESERCIZIO COMPLICATO
Ma è il difficile presente a preoccupare. Infatti il bilancio 2013 approvato
dall’assemblea dei soci, evidenzia una
perdita di 1,439 miliardi di euro, anche
se l’amministratore delegato Fabrizio
Viola ha puntualizzato che "rispetto a
due anni fa la situazione in Mps è migliore sotto il profilo del capitale e della liquidità" ma prendendo atto che
quello del 2013 “è stato un esercizio
complicato, in primis dovuto ad un ciclo economico molto negativo. Solo a
fine anno ci sono stati deboli segnali di
miglioramento che però non hanno inciso sulle dinamiche della banca".
La giornata è stata contrassegnata
dalla presenza all’assemblea dei leader
di 5stelle Beppe Grillo che ha colto l’occasione per portare avanti la sua campagna elettorale. Dopo Piombino, Siena. Come ha lui stesso ha ammesso, ,
gettando benzina sul fuoco, che “con il
casino facciamo un po’ di trasparenza”. Grillo nella sua polemica sulla situazione del gruppo bancario, ha ripetuto lo show attaccando nell’ordine il
presidente della Repubblica Napolitano, il primo ministro Matteo Renzi, il
Partito democratico che ha definito la
“peste rossa”, la banca d’Italia, la Consob, Draghi, i vertici di Mps, “da mandare via con un click del computer”, il
sistema bancario nel suo insieme accusato “di fare milioni di morti”.
Il bilancio è stato approvato (ma
Grillo che se n’è andato prima, inseguito da un nugolo di telecamere, aveva
invitato a votare contro) con il 99,17%
delle azioni rappresentate in assemblea. I vertici di Banca Mps comunque
hanno ancora molto da lavorare per
far tornare la banca ad una situazione
che tranquillizzi i dipendenti e il sisetyma. Alessandro Profumo ha detto che
"siamo riusciti a formare un consorzio
di garanzia da 5 miliardi che porterà la
banca ad uscire dai problemichje ave-
impiegati.
Poi, le cause pendenti attorno all’operazione UnipolSai, in particolare quelle
che vedono coinvolte i Ligresti e la holding del loro ex gruppo, Premafin. «Dove è possibile ci siamo costituiti parte
civile verso gli ex amministratori - dice
Cimbri - La parte penale è ancora alle
fasi preliminari, ed è difficile prevedere
i tempi. Parliamo di anni. A seguito di
queste cause prenderanno corpo o meno i risarcimenti dei Ligresti: abbiamo
ottenuto fino a 120 milioni di sequestro,
lo stiamo portando avanti». Piuttosto,
l’Ad ha stroncato duramente «il tentativo di vecchi azionisti di venire a mangiare il patrimonio attuale della società: è
un furto agli attuali azionisti, resisteremo a queste cause in ogni grado di giudizio».
A. BO.
@andreabonzi74
Alessandro Profumo, presidente Mps FOTO LAPRESSE
Il piano di Grillo per Mps
«Fare un po’ di casino»
●
●
Dopo Piombino, il comico replica lo show della «peste rossa» a Siena
Profumo: decisivo l’aumento da 5 miliardi. Non ci saranno licenziamenti
vamo", lasciando a Grillo le sue considerazioni. L’amministratore delegato
Viola ha garantito che «non ci saranno
licenziamenti».
Approvate inoltre altre due delibere. La prima riguardante le politiche
della remunerazione, la seconda modifiche dello statuto riguardanti la composizione degli organi statutari,
sull’equilibrio dei generi sulla quota minima di amministratori indipendenti.
Chiusa la pratica del bilancio 2013
nell’immediato futuro c’è l’operazione
di aumento di capitale per cinque miliardi che serviranno per rimborso dei
Monti Bond per tre miliardi e che cambierà gli assetti azionari. .
La decisione dovrebbe essere presa
nell’assemblea straordinaria dei soci
convocata per il 20,21 e 22 maggio prossimi. Un appuntamento forse decisivo
per il futuro del gruppo visto che nella
compagine azionaria entreranno nuovi soci tra cui il fondo Black Rock, Fintech Advisor,Btg Pactual. Questi ultimi
due hanno sottoscritto un patto di sindacato con la Fondazione Mps..
GRUPPO MARCEGAGLIA
Buildtech, incontro al ministero. A Mantova prende fuoco un capannone
È stato convocato per lunedì 12 maggio
il tavolo ministeriale sulla Marcegaglia
Buildtech di Sesto San Giovanni, la
fabbrica di pannelli per l’edilizia che il
gruppo guidato dalla neo presidente
dell’Eni, Emma Marcegaglia, vuole
chiudere per trasferire la produzione e
parte dei 167 operai a Pozzolo
Formigaro, in provincia di Alessandria.
Contro il trasferimento, che per molti
significa perdita del posto di lavoro, si
sono opposti i dipendenti e i sindacati.
Erano stati questi ultimi, Fiom e Fim, a
chiedere l’interessamento dello
Sviluppo economico, che ieri ha messo
in calendario l’incontro. A motivare lo
spostamento della produzione in
provincia di Alessandria, dove già
esiste uno stabilimento Buildtech,
sarebbero esigenze economiche e di
organizzazione. I sindacati chiedono
invece investimenti sul territorio e il
rilancio della fabbrica milanese.
Intanto in un altro stabilimento del
gruppo Marcegaglia, a Contino di Volta
Mantovana, ieri mattina un incendio ha
bruciato il tetto di un capannone per
una superficie di cento metri quadrati.
Le fiamme, divampate intorno alle 7,30,
sono state spente subito e non hanno
ferito nessuno. Il fuoco ha invece
danneggiato la struttura industriale,
intaccando anche materiale in
cemento-amianto. Le cause
dell’incendio sono ancora incerte. «Non
risulta sia suonato alcun allarme
antincendio - dice Mauro
Mantovanelli della Fiom - si parla di un
corto circuito elettrico, stando alle
primissime ricostruzioni. La produzione
non si è fermata e per un paio d'ore
abbiamo assistito alla
disorganizzazione più totale». Nello
stabilimento di Contino lavorano circa
140 operai.
Utile netto in calo per Eni nel primo
trimestre dell'anno: un miliardo e
300 milioni di euro, -15,6% rispetto
allo stesso periodo del 2013. L’utile
operativo adjusted del colosso italiano del carburante ammonta a 3,49
miliardi di euro, con una riduzione
del -6,8% rispetto allo stesso periodo
dell’anno scorso, dovuto in particolare alle divisioni Exploration & Production (-13,7%) e Refining & Marketing
(-66,4%), alla flessione del prezzo del
petrolio e all’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro.
Risultati che Paolo Scaroni, amministratore delegato uscente di Eni, ritiene «solidi, in un mercato ancora
difficile, grazie ai progressi compiuti
nei business mid e downstream, in particolare con la rinegoziazione del
contratto di fornitura del gas con Statoil».
La produzione di gas naturale,
sempre nel trimestre, è stata di
26,76 miliardi di metri cubi, con una
flessione di 3,41 miliardi rispetto al
2013 (-11,3%), in un quadro di «perdurante debolezza della domanda, pressione competitiva ed eccesso di offerta, ai quali si è aggiunto l'effetto climatico». Per quest’anno, la produzione di idrocarburidi di Eni è prevista
in linea rispetto al 2013, al netto dell'
effetto della cessione dell'interest
Eni nella joint venture Artic Russia.
Per quanto riguarda la raffinazione,
depressi anche i margini nell'area
del Mediterraneo (in media 2,07 dollari/barile), complice il calo della domanda e la crescente pressione competitiva da flussi di prodotto importato da Russia, Medio Oriente e Usa.
Posto che «la crescita in termini di
cashflow nel 2014 e 2015» è confermata (nel primo trimestre 2014 è di 2,15
miliardi), per discutere delle priorità
del colosso partecipato dallo Stato bisognerà aspettare ancora. «Oggi (ieri per chi legge, ndr) parliamo del primo trimestre, inizierò a rispondere
sul futuro a maggio, dopo averne discusso con il cda», spiega Claudio Descalzi, attuale direttore della divisione Exploration & Production, che subentrerà a Scaroni sulla poltrona di
amministratore delegato di Eni.
Certo, le questioni delicate non
mancano. La situazione in Libia, ad
esempio, resta «volatile», ma il gruppo «si è comportato abbastanza bene», conferma Descalzi, che, riferendosi alla questione di Kashagan, spiega come, al momento, Eni non sia in
grado di dire quando la produzione
del giacimento kazako potrà riprendere. C’è però un piano di emergenza per il 2015, in caso di mancata produzione.
RASSEGNASTAMPA
15
mercoledì 30 aprile 2014
COMUNITÀ
L’intervento
Il commento
Carceri, urla dal silenzio
Quando la mediazione
è una bella parola
Luigi
Manconi
Senatore Pd
Stefano
Anastasia
Antigone
SEGUE DALLA PRIMA
Il quale ha ribadito un’aspra verità: nel settembre del 2012 abbiamo strappato alla
Grecia il mortificante primato del sovraffollamento penitenziario tra i Paesi dell'
Unione europea; e nel più ampio bacino
del Consiglio d'Europa siamo secondi solo
alla Serbia. In estrema sintesi il rapporto è
sempre quello: dove ci sono due posti letto, il sistema penitenziario italiano colloca
tre detenuti. Si dirà: ma sono dati vecchi,
che risalgono a quasi due anni fa. Vero. Ed
è pur vero che da allora a oggi la popolazione detenuta è diminuita di circa 6.500 unità, ma il sovraffollamento resta e quasi
ventimila detenuti ancora oggi non hanno
un posto letto regolamentare.
Quando il Consiglio d'Europa ha fatto
la sua rilevazione per il rapporto presentato ieri a Strasburgo, la Corte europea dei
diritti umani non aveva ancora deciso a
proposito del caso Torreggiani. E non aveva ancora formalmente ammonito l'Italia
a ricondurre il sistema penitenziario entro i binari della legalità. Eppure il presidente della Repubblica già si era espresso
con forza contro «una realtà che ci umilia
in Europa» e il governo Monti aveva già
adottato il suo decreto cosiddetto «svuota
carceri». Poi, dopo quella rilevazione, è venuta la sentenza Torreggiani, un nuovo decreto (Cancellieri I), il messaggio di Giorgio Napolitano alle Camere (8 ottobre
2013) e un nuovo decreto (Cancellieri II).
Dopo tutto questo, la popolazione detenuta è diminuita solo di 6.500 unità su un'
eccedenza di circa ventimila: un po' pochino per poter dire di aver fatto i compiti a
casa.
Aveva ragione il presidente della Repubblica: il sovraffollamento penitenziario si batte con riforme ordinarie e con misure straordinarie. Con le riforme destinate a introdurre un ampio ventaglio di alternative alla detenzione in cella, con la drastica riduzione del ricorso alla custodia
cautelare e con un radicale mutamento
della legislazione sulle sostanze stupefacenti e sull'immigrazione irregolare. E
con le misure straordinarie che riportino
immediatamente il nostro sistema penitenziario nella legalità, mettendo fine alla
perdurante violazione dei diritti umani
che si consuma nelle nostre carceri. In-
L’analisi
I disperati che arrivano
dalle rivoluzioni fallite
Umberto
De Giovannangeli
●
parlare genericamente di immigrati, quando
NONBASTADAREINUMERI,PERALTROTUTTI DA VERIFICARE. NON È ACCETTABILE
quell’umanità sofferente ha un altro status
da rivendicare: quello di richiedenti asilo.
L’allarme lanciato dal Viminale su una nuova, enorme, ondata di migranti in rotta verso
l’Europa, va tradotto in politica e non relegato a problema di ordine pubblico. Va tradotto in politica e nell’ammissione di un fallimento che investe l’Europa nel suo insieme e
i Paesi euromediterranei in particolare.
Da tempo i segnali che giungono dai Paesi
della sponda Sud del Mediterraneo, come
dal devastato Corno d’Africa, avrebbero dovuto determinare nelle cancellerie europee
uno scatto di responsabilità e un’azione condivisa. Così non è stato. Non lo è stato per la
Libia del dopo-Gheddafi, non lo è stato per la
martoriata Siria, distrutta da oltre tre anni di
guerra che ha trasformato il popolo siriano
in un popolo di sfollati (oltre 5 milioni). Al di
somma, prima di adottare le terapie ordinarie (le riforme di sistema), è necessario
abbassare drasticamente la febbre che affligge e deforma il corpo malato del sistema penitenziario.
Solo dopo aver abbattuto quella temperatura così parossisticamente alterata e
aver introdotto un po' di normalità, attraverso un provvedimento di amnistia e indulto, si potrà intervenire con misure di
lungo periodo e che agiscano in profondità.
Un ceto politico pavido ha futilmente discettato dell'uovo e della gallina, se vengano prima le riforme o un misurato ed efficace atto di clemenza; e non ha avuto il
coraggio di dire (e di fare) quello che il presidente della Repubblica sollecita, quello
che Marco Pannella tenacemente richiede, quello che papa Francesco - nel solco
dei suoi predecessori appena canonizzati si è impegnato a sostenere («Cristo è stato
prigioniero», così ai reclusi nel carcere minorile di Casal del Marmo).
Il 28 maggio, data di scadenza dell'ulti-
.. .
La riforma ordinaria del
nostro sistema penitenziario
non riesce a cancellare
qui e ora il sovraffollamento
matum della Corte europea dei diritti umani, si avvicina. Il governo ha ancora in serbo qualche «rimedio compensativo», finalizzato a riportare il contenzioso sulle condizioni delle carceri alla competenza dei
giudici nazionali.
Ma che ne è dei rimedi preventivi? Che
ne è della richiesta all'Italia di rimuovere
la cause strutturali del sovraffollamento?
Sarà uovo o sarà gallina? La via impervia
della riforma ordinaria del nostro sistema
penale e penitenziario non riesce a cancellare qui e ora lo scandalo del sovraffollamento.
Ne abbiamo un esempio in Parlamento
in queste ore: si vota la fiducia al decreto-legge sulle droghe e la principale misura di decarcerizzazione in materia resta
quella compiuta dalla Consulta con la dichiarazione di incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi. Nel merito, le Camere
non riescono ad andare più in là di quanto
viene loro imposto dai giudici della Corte
costituzionale. È una sconfitta della politica, questa, ma è anche il segno che la politica - il confronto tra diversi programmi e
diverse culture - ha bisogno di trovare tempi e modi per scelte condivise. Intanto, però, la realtà urge, la «nuda vita» reclusa e
degradata in carcere chiede dignità e diritti.
Possiamo permetterci di continuare a
ignorarla?
Maramotti
là delle dichiarazioni formali, rimaste sulla
carta, nei fatti l’Europa ha continuato a guardare alle frontiere Sud non come un luogo di
cooperazione e di interscambio, ma come un
luogo da presidiare, in armi, perché quei Paesi in guerra potevano essere la base di una
«invasione» di migranti.
Libia, Egitto, Siria, Tunisia, Somalia, Nigeria, Sud Sudan...Da questi Paesi milioni di
persone cercano di fuggire, non per garantirsi una vita più agiata, ma per salvare la vita.
Una vita messa in discussione da pulizie etniche, da conflitti «dimenticati» ma sempre
più sanguinosi (Sud Sudan), dall’avidità senza freni di organizzazioni di trafficanti d’uomini che calcolano una vita in dollari, prendere o lasciare. L’epicentro di questa tragedia è
il Mediterranneo. Un mare trasformatosi in
tomba per migliaia e migliaia di disperati che
hanno perso la vita nel momento in cui hanno messo i piedi in una delle tante carrette
del mare inabissatesi. La Libia è l’emblema
di una stabilizzazione inesistente. Un Paese
in mano ad oltre 350 gruppi armati, alcuni
dei quali autoproclamatisi «governo» (in Cirenaica). La Libia è a un passo da casa nostra. Un passo tragico per tanta, troppa gente. La Libia del post-Gheddafi è un Paese ingovernato e ingovernabile, in balia di mercenari, trafficanti di esseri umani, miliziani qaedisti...Da questo inferno cercano di fuggire
in migliaia. Parte di quel popolo di richiedenti asilo che ingrossa ogni giorno le proprie
fila in altri Paesi devastati dalla guerra. Paesi
lasciati in balia di dittatori senza scrupoli, di
oligarchie che hanno ingrossato i propri conti in banca sulla pelle, e non è una metafora,
di milioni di diseredati. La politica ha abdica-
to. La diplomazia ha fallito.
Di fronte a questa bancarotta il minimo
che si deve alle vittime di questa debacle è
quelle di trattarle per ciò che sono, riconoscendone la storia, dando ad esse la dignità
dovuta, e concedendo asilo. Non siamo di
fronte a un cataclisma naturale. Siamo alle
prese con rivoluzioni fallite, fatte fallire.
L’Europa non l’ha fatto. Così come ha assistito inerme allo sfiorire delle Primavere arabe,
sostituite da restaurazioni in divisa (militare) o da teocrazie islamiste. Cooperazione è
rimasta una parola vuota, nel migliore dei casi è stata evocata con sincerità ma mai praticata come si sarebbe dovuto fare. E farlo non
in nome di valori che pure dovrebbero far
parte di una civiltà dei diritti e della cittadinanza che ha rappresentato il meglio dell’Europa; solidarietà, giustizia, inclusività...La ragione meno poetica, ma molto concreta, per
la quale l’Europa dovrebbe attivare finalmente politiche di sostegno nei Paesi del Sud del
Mediterraneo, è perché è nel nostro interesse. Perché dare soluzione ai conflitti che agitano quella parte di mondo significa dare
una motivazione a milioni di persone per restare nelle loro città, per scommettere su
una vita possibile, non solo migliore. La crisi
libica, la guerra siriana, la restaurazione egiziana, non sono capitoli della politica estera
di una cancelleria europea. Sono, soprattutto per Paesi frontalieri come l’Italia, parte
della propria politica interna. Perché non esistono barriere, muri, mari militarizzati che
possono fermare l’esodo biblico di una umanità sofferente che non ha più nulla da perdere. Di questa sofferenza, l’Europa è parte. Responsabile, anche se non lo ammette.
Claudio
Sardo
SEGUE DALLA PRIMA
C’è del calcolo nella sua apparente follia. È indietro nei
sondaggi, la sua forza politica è ai minimi storici, dunque
gioca la carta della disperazione. Cerca di rimontare urlando più forte di Grillo e spiegando il suo fallimento come
l’esito di una congiura mondiale. Provoca persino i giudici
che gli hanno concesso i benefici dei servizi sociali. Tanto,
l’obiettivo è solo questo: ottenere qualche voto in più il 25
maggio per sedere ancora ad un tavolo di trattativa. Berlusconi non ha più la pretesa di governare alcunché, né l’idea
di un programma per il Paese. Non è un contendente politico: è un giocatore marginale, il cui scopo è condizionare,
inibire, minacciare per incamerare dividendi.
Per Grillo gli eccessi verbali sono la quotidianità. Mai
uscite da quella bocca, o da quel blog, parole meno che
violente e insulti meno che estremi. Del resto, sul «vaffa»
ha costruito una politica. E una buona rendita. Non c’è
alcun motivo perché rinunci al filone aurifero. Certo, c’è
una malattia di fondo nel sistema se il nichilismo di Grillo e
la voglia di autodistruzione catturano tanti consensi. C’è
una malattia che la crisi economica aggrava e che la democrazia non riesce a curare. Ma anche Grillo, come Berlusconi, pesca nel torbido perché non ha alcuna intenzione
di governare. Non vuole uscire dalla crisi. Vuole lucrare
sulla crisi. Vuole che si allarghino le fratture, che si renda
ingovernabile il sistema. Così in Europa: giocherà la partita per impedire il cambiamento e spingere le contraddizioni fino al punto che esplodano.
È uno strano tripolarismo quello italiano. Due dei tre
poli non intendono governare. Sono out. Altro che consociativismo. Il sistema-Italia è vicino al collasso, l’economia
è al punto più basso dal dopoguerra e c’è un solo partito, il
Pd, in grado oggi di sostenere le istituzioni e guidare un
cambiamento. Qualcuno tenta di sfuggire alla cruda realtà
inseguendo il miraggio di un bipolarismo che non c’è più.
Intanto il tripolarismo si diffonde anche in Europa.
Si parla tanto degli errori delle classi dirigenti del centrosinistra nell’ultimo ventennio. Ne sono stati compiuti di
gravi. Ma è anche vero che quelle classi dirigenti sono riuscite a costruire l’Ulivo e (sia pure in ritardo) il Pd. E hanno
consegnato ai quarantenni di oggi uno strumento nuovo,
pensato proprio per far uscire il Paese dalla palude della
seconda Repubblica. Questo è negato da molti commentatori. Sembra che lo facciano per compiacere Renzi e alimentare il mito del demiurgo. Ma in realtà lo fanno per
indebolire Renzi, per ridurre la sua autonomia separandolo dal Pd e dal processo storico che lo ha generato. Questa
è la partita che si gioca oggi tra i poteri più forti del Paese.
Tutti sanno bene che, nel breve, non ci sono alternative. Se
il governo fallisse, le conseguenze sarebbero devastanti. Il
tentativo di chi ha sempre avversato il Pd e la sinistra è
allora quello di scollegare Renzi dal retroterra politico e
sociale che lo ha portato alla leadership del Paese. Il tentativo è usare Renzi - e il rinnovamento che interpreta - contro
quel retroterra.
Dietro la dialettica, talvolta aspra, tra il premier e la minoranza di sinistra del Pd c’è questo nodo. E ci sono questi
interessi. Devono esserne consapevoli sia il premier che la
minoranza. Dire che la responsabilità del rilancio dell’Italia e della sua stessa tenuta democratica è oggi quasi per
intero sulle spalle del Pd, non vuol dire affatto che il compito del centrosinistra sia semplicemente quello di applaudire Renzi. Al contrario, vuol dire che il Pd deve allargare la
sua capacità di rappresentanza, esprimere una dialettica
costruttiva e coinvolgente, comporre sintesi più avanzate.
La forza personale di Renzi non può temere il confronto
sui contenuti e la mediazione. Mediazione è una bella parola della politica: va recuperata nel suo significato ri-costruttivo. Tutto il contrario dei «bastoni tra le ruote».
Qualcuno paragona il Pd di oggi alla Dc del dopoguerra.
Per molti aspetti la somiglianza è forte: le condizioni interne ed esterne portano oggi la sinistra ad assumere quella
funzione che sessant’anni fa ebbe il centro. Anche allora i
benpensanti tiravano De Gasperi per la giacchetta e cercavano di contrapporlo ad alcune forze interne alla Dc. Volevano spingere la Dc su una linea clericale, oppure farne
strumento esclusivo degli interessi confindustriali. Il radicamento sociale e la capacità dialettica di quel partito divenne invece un presidio di autonomia politica. Si possono
riprodurre oggi quelle virtù senza pagarne i prezzi in termini di instabilità governativa? Questa è la sfida. Del resto,
cosa sarebbe il tripolarismo italiano se si trasformasse in
un tri-leaderismo, o peggio in un tri-populismo? Cosa sarebbe del nostro tessuto democratico, se il Pd non fosse
capace di dialogare e di offrire una sponda anche a quelle
parti della destra che hanno rotto con Berlusconi e agli
ex-grillini che si sono ribellati al Capo e hanno aperto un
confronto con Sel? Solo un Pd vivo, plurale, autonomo,
può farsi strumento di una ricostruzione più ampia dei confini stessi del partito.
La grande responsabilità del Pd è sulle spalle di tutte le
sue componenti. Il leader va aiutato, integrato. Così sarà
più forte. E la dialettica interna deve porsi il suo limite nel
merito delle scelte, perché il fallimento, quello sì, travolgerebbe tutti.
RASSEGNASTAMPA
15
mercoledì 30 aprile 2014
COMUNITÀ
L’intervento
Il commento
Carceri, urla dal silenzio
Quando la mediazione
è una bella parola
Luigi
Manconi
Senatore Pd
Stefano
Anastasia
Antigone
SEGUE DALLA PRIMA
Il quale ha ribadito un’aspra verità: nel settembre del 2012 abbiamo strappato alla
Grecia il mortificante primato del sovraffollamento penitenziario tra i Paesi dell'
Unione europea; e nel più ampio bacino
del Consiglio d'Europa siamo secondi solo
alla Serbia. In estrema sintesi il rapporto è
sempre quello: dove ci sono due posti letto, il sistema penitenziario italiano colloca
tre detenuti. Si dirà: ma sono dati vecchi,
che risalgono a quasi due anni fa. Vero. Ed
è pur vero che da allora a oggi la popolazione detenuta è diminuita di circa 6.500 unità, ma il sovraffollamento resta e quasi
ventimila detenuti ancora oggi non hanno
un posto letto regolamentare.
Quando il Consiglio d'Europa ha fatto
la sua rilevazione per il rapporto presentato ieri a Strasburgo, la Corte europea dei
diritti umani non aveva ancora deciso a
proposito del caso Torreggiani. E non aveva ancora formalmente ammonito l'Italia
a ricondurre il sistema penitenziario entro i binari della legalità. Eppure il presidente della Repubblica già si era espresso
con forza contro «una realtà che ci umilia
in Europa» e il governo Monti aveva già
adottato il suo decreto cosiddetto «svuota
carceri». Poi, dopo quella rilevazione, è venuta la sentenza Torreggiani, un nuovo decreto (Cancellieri I), il messaggio di Giorgio Napolitano alle Camere (8 ottobre
2013) e un nuovo decreto (Cancellieri II).
Dopo tutto questo, la popolazione detenuta è diminuita solo di 6.500 unità su un'
eccedenza di circa ventimila: un po' pochino per poter dire di aver fatto i compiti a
casa.
Aveva ragione il presidente della Repubblica: il sovraffollamento penitenziario si batte con riforme ordinarie e con misure straordinarie. Con le riforme destinate a introdurre un ampio ventaglio di alternative alla detenzione in cella, con la drastica riduzione del ricorso alla custodia
cautelare e con un radicale mutamento
della legislazione sulle sostanze stupefacenti e sull'immigrazione irregolare. E
con le misure straordinarie che riportino
immediatamente il nostro sistema penitenziario nella legalità, mettendo fine alla
perdurante violazione dei diritti umani
che si consuma nelle nostre carceri. In-
L’analisi
I disperati che arrivano
dalle rivoluzioni fallite
Umberto
De Giovannangeli
●
parlare genericamente di immigrati, quando
NONBASTADAREINUMERI,PERALTROTUTTI DA VERIFICARE. NON È ACCETTABILE
quell’umanità sofferente ha un altro status
da rivendicare: quello di richiedenti asilo.
L’allarme lanciato dal Viminale su una nuova, enorme, ondata di migranti in rotta verso
l’Europa, va tradotto in politica e non relegato a problema di ordine pubblico. Va tradotto in politica e nell’ammissione di un fallimento che investe l’Europa nel suo insieme e
i Paesi euromediterranei in particolare.
Da tempo i segnali che giungono dai Paesi
della sponda Sud del Mediterraneo, come
dal devastato Corno d’Africa, avrebbero dovuto determinare nelle cancellerie europee
uno scatto di responsabilità e un’azione condivisa. Così non è stato. Non lo è stato per la
Libia del dopo-Gheddafi, non lo è stato per la
martoriata Siria, distrutta da oltre tre anni di
guerra che ha trasformato il popolo siriano
in un popolo di sfollati (oltre 5 milioni). Al di
somma, prima di adottare le terapie ordinarie (le riforme di sistema), è necessario
abbassare drasticamente la febbre che affligge e deforma il corpo malato del sistema penitenziario.
Solo dopo aver abbattuto quella temperatura così parossisticamente alterata e
aver introdotto un po' di normalità, attraverso un provvedimento di amnistia e indulto, si potrà intervenire con misure di
lungo periodo e che agiscano in profondità.
Un ceto politico pavido ha futilmente discettato dell'uovo e della gallina, se vengano prima le riforme o un misurato ed efficace atto di clemenza; e non ha avuto il
coraggio di dire (e di fare) quello che il presidente della Repubblica sollecita, quello
che Marco Pannella tenacemente richiede, quello che papa Francesco - nel solco
dei suoi predecessori appena canonizzati si è impegnato a sostenere («Cristo è stato
prigioniero», così ai reclusi nel carcere minorile di Casal del Marmo).
Il 28 maggio, data di scadenza dell'ulti-
.. .
La riforma ordinaria del
nostro sistema penitenziario
non riesce a cancellare
qui e ora il sovraffollamento
matum della Corte europea dei diritti umani, si avvicina. Il governo ha ancora in serbo qualche «rimedio compensativo», finalizzato a riportare il contenzioso sulle condizioni delle carceri alla competenza dei
giudici nazionali.
Ma che ne è dei rimedi preventivi? Che
ne è della richiesta all'Italia di rimuovere
la cause strutturali del sovraffollamento?
Sarà uovo o sarà gallina? La via impervia
della riforma ordinaria del nostro sistema
penale e penitenziario non riesce a cancellare qui e ora lo scandalo del sovraffollamento.
Ne abbiamo un esempio in Parlamento
in queste ore: si vota la fiducia al decreto-legge sulle droghe e la principale misura di decarcerizzazione in materia resta
quella compiuta dalla Consulta con la dichiarazione di incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi. Nel merito, le Camere
non riescono ad andare più in là di quanto
viene loro imposto dai giudici della Corte
costituzionale. È una sconfitta della politica, questa, ma è anche il segno che la politica - il confronto tra diversi programmi e
diverse culture - ha bisogno di trovare tempi e modi per scelte condivise. Intanto, però, la realtà urge, la «nuda vita» reclusa e
degradata in carcere chiede dignità e diritti.
Possiamo permetterci di continuare a
ignorarla?
Maramotti
là delle dichiarazioni formali, rimaste sulla
carta, nei fatti l’Europa ha continuato a guardare alle frontiere Sud non come un luogo di
cooperazione e di interscambio, ma come un
luogo da presidiare, in armi, perché quei Paesi in guerra potevano essere la base di una
«invasione» di migranti.
Libia, Egitto, Siria, Tunisia, Somalia, Nigeria, Sud Sudan...Da questi Paesi milioni di
persone cercano di fuggire, non per garantirsi una vita più agiata, ma per salvare la vita.
Una vita messa in discussione da pulizie etniche, da conflitti «dimenticati» ma sempre
più sanguinosi (Sud Sudan), dall’avidità senza freni di organizzazioni di trafficanti d’uomini che calcolano una vita in dollari, prendere o lasciare. L’epicentro di questa tragedia è
il Mediterranneo. Un mare trasformatosi in
tomba per migliaia e migliaia di disperati che
hanno perso la vita nel momento in cui hanno messo i piedi in una delle tante carrette
del mare inabissatesi. La Libia è l’emblema
di una stabilizzazione inesistente. Un Paese
in mano ad oltre 350 gruppi armati, alcuni
dei quali autoproclamatisi «governo» (in Cirenaica). La Libia è a un passo da casa nostra. Un passo tragico per tanta, troppa gente. La Libia del post-Gheddafi è un Paese ingovernato e ingovernabile, in balia di mercenari, trafficanti di esseri umani, miliziani qaedisti...Da questo inferno cercano di fuggire
in migliaia. Parte di quel popolo di richiedenti asilo che ingrossa ogni giorno le proprie
fila in altri Paesi devastati dalla guerra. Paesi
lasciati in balia di dittatori senza scrupoli, di
oligarchie che hanno ingrossato i propri conti in banca sulla pelle, e non è una metafora,
di milioni di diseredati. La politica ha abdica-
to. La diplomazia ha fallito.
Di fronte a questa bancarotta il minimo
che si deve alle vittime di questa debacle è
quelle di trattarle per ciò che sono, riconoscendone la storia, dando ad esse la dignità
dovuta, e concedendo asilo. Non siamo di
fronte a un cataclisma naturale. Siamo alle
prese con rivoluzioni fallite, fatte fallire.
L’Europa non l’ha fatto. Così come ha assistito inerme allo sfiorire delle Primavere arabe,
sostituite da restaurazioni in divisa (militare) o da teocrazie islamiste. Cooperazione è
rimasta una parola vuota, nel migliore dei casi è stata evocata con sincerità ma mai praticata come si sarebbe dovuto fare. E farlo non
in nome di valori che pure dovrebbero far
parte di una civiltà dei diritti e della cittadinanza che ha rappresentato il meglio dell’Europa; solidarietà, giustizia, inclusività...La ragione meno poetica, ma molto concreta, per
la quale l’Europa dovrebbe attivare finalmente politiche di sostegno nei Paesi del Sud del
Mediterraneo, è perché è nel nostro interesse. Perché dare soluzione ai conflitti che agitano quella parte di mondo significa dare
una motivazione a milioni di persone per restare nelle loro città, per scommettere su
una vita possibile, non solo migliore. La crisi
libica, la guerra siriana, la restaurazione egiziana, non sono capitoli della politica estera
di una cancelleria europea. Sono, soprattutto per Paesi frontalieri come l’Italia, parte
della propria politica interna. Perché non esistono barriere, muri, mari militarizzati che
possono fermare l’esodo biblico di una umanità sofferente che non ha più nulla da perdere. Di questa sofferenza, l’Europa è parte. Responsabile, anche se non lo ammette.
Claudio
Sardo
SEGUE DALLA PRIMA
C’è del calcolo nella sua apparente follia. È indietro nei
sondaggi, la sua forza politica è ai minimi storici, dunque
gioca la carta della disperazione. Cerca di rimontare urlando più forte di Grillo e spiegando il suo fallimento come
l’esito di una congiura mondiale. Provoca persino i giudici
che gli hanno concesso i benefici dei servizi sociali. Tanto,
l’obiettivo è solo questo: ottenere qualche voto in più il 25
maggio per sedere ancora ad un tavolo di trattativa. Berlusconi non ha più la pretesa di governare alcunché, né l’idea
di un programma per il Paese. Non è un contendente politico: è un giocatore marginale, il cui scopo è condizionare,
inibire, minacciare per incamerare dividendi.
Per Grillo gli eccessi verbali sono la quotidianità. Mai
uscite da quella bocca, o da quel blog, parole meno che
violente e insulti meno che estremi. Del resto, sul «vaffa»
ha costruito una politica. E una buona rendita. Non c’è
alcun motivo perché rinunci al filone aurifero. Certo, c’è
una malattia di fondo nel sistema se il nichilismo di Grillo e
la voglia di autodistruzione catturano tanti consensi. C’è
una malattia che la crisi economica aggrava e che la democrazia non riesce a curare. Ma anche Grillo, come Berlusconi, pesca nel torbido perché non ha alcuna intenzione
di governare. Non vuole uscire dalla crisi. Vuole lucrare
sulla crisi. Vuole che si allarghino le fratture, che si renda
ingovernabile il sistema. Così in Europa: giocherà la partita per impedire il cambiamento e spingere le contraddizioni fino al punto che esplodano.
È uno strano tripolarismo quello italiano. Due dei tre
poli non intendono governare. Sono out. Altro che consociativismo. Il sistema-Italia è vicino al collasso, l’economia
è al punto più basso dal dopoguerra e c’è un solo partito, il
Pd, in grado oggi di sostenere le istituzioni e guidare un
cambiamento. Qualcuno tenta di sfuggire alla cruda realtà
inseguendo il miraggio di un bipolarismo che non c’è più.
Intanto il tripolarismo si diffonde anche in Europa.
Si parla tanto degli errori delle classi dirigenti del centrosinistra nell’ultimo ventennio. Ne sono stati compiuti di
gravi. Ma è anche vero che quelle classi dirigenti sono riuscite a costruire l’Ulivo e (sia pure in ritardo) il Pd. E hanno
consegnato ai quarantenni di oggi uno strumento nuovo,
pensato proprio per far uscire il Paese dalla palude della
seconda Repubblica. Questo è negato da molti commentatori. Sembra che lo facciano per compiacere Renzi e alimentare il mito del demiurgo. Ma in realtà lo fanno per
indebolire Renzi, per ridurre la sua autonomia separandolo dal Pd e dal processo storico che lo ha generato. Questa
è la partita che si gioca oggi tra i poteri più forti del Paese.
Tutti sanno bene che, nel breve, non ci sono alternative. Se
il governo fallisse, le conseguenze sarebbero devastanti. Il
tentativo di chi ha sempre avversato il Pd e la sinistra è
allora quello di scollegare Renzi dal retroterra politico e
sociale che lo ha portato alla leadership del Paese. Il tentativo è usare Renzi - e il rinnovamento che interpreta - contro
quel retroterra.
Dietro la dialettica, talvolta aspra, tra il premier e la minoranza di sinistra del Pd c’è questo nodo. E ci sono questi
interessi. Devono esserne consapevoli sia il premier che la
minoranza. Dire che la responsabilità del rilancio dell’Italia e della sua stessa tenuta democratica è oggi quasi per
intero sulle spalle del Pd, non vuol dire affatto che il compito del centrosinistra sia semplicemente quello di applaudire Renzi. Al contrario, vuol dire che il Pd deve allargare la
sua capacità di rappresentanza, esprimere una dialettica
costruttiva e coinvolgente, comporre sintesi più avanzate.
La forza personale di Renzi non può temere il confronto
sui contenuti e la mediazione. Mediazione è una bella parola della politica: va recuperata nel suo significato ri-costruttivo. Tutto il contrario dei «bastoni tra le ruote».
Qualcuno paragona il Pd di oggi alla Dc del dopoguerra.
Per molti aspetti la somiglianza è forte: le condizioni interne ed esterne portano oggi la sinistra ad assumere quella
funzione che sessant’anni fa ebbe il centro. Anche allora i
benpensanti tiravano De Gasperi per la giacchetta e cercavano di contrapporlo ad alcune forze interne alla Dc. Volevano spingere la Dc su una linea clericale, oppure farne
strumento esclusivo degli interessi confindustriali. Il radicamento sociale e la capacità dialettica di quel partito divenne invece un presidio di autonomia politica. Si possono
riprodurre oggi quelle virtù senza pagarne i prezzi in termini di instabilità governativa? Questa è la sfida. Del resto,
cosa sarebbe il tripolarismo italiano se si trasformasse in
un tri-leaderismo, o peggio in un tri-populismo? Cosa sarebbe del nostro tessuto democratico, se il Pd non fosse
capace di dialogare e di offrire una sponda anche a quelle
parti della destra che hanno rotto con Berlusconi e agli
ex-grillini che si sono ribellati al Capo e hanno aperto un
confronto con Sel? Solo un Pd vivo, plurale, autonomo,
può farsi strumento di una ricostruzione più ampia dei confini stessi del partito.
La grande responsabilità del Pd è sulle spalle di tutte le
sue componenti. Il leader va aiutato, integrato. Così sarà
più forte. E la dialettica interna deve porsi il suo limite nel
merito delle scelte, perché il fallimento, quello sì, travolgerebbe tutti.
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
4
Primo piano
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
POLITICA E POLEMICHE
Oggi la riforma della pubblica amministrazione arriva
a Palazzo Chigi e sarà sottoposta alla consultazione
«Senza riforme
me ne vado»
Il presidente del Consiglio Renzi nel salotto di Vespa
indica ancora una volta qual è il suo stile politico
di CRISTINA FERRULLI
ROMA - Nel giorno in cui, per la prima volta, deve mediare e cedere un
pò di sovranità per non far affossare
la riforma del Senato, Matteo Renzi
avverte che l’eccezione non diventerà la norma. E lui non cambia stile.
«O riesco a fare le cose o me ne vado e
se ne trovino un altro», è l’aut aut
che rinnova nel salotto di Bruno Vespa, garantendo che lui non diventerà «un pollo da batteria» della politica. E, chiuso un fronte, oggi il
premier ne apre un altro, quello della riforma della pubblica amministrazione, già consapevole che «farà discutere».
Con la campagna elettorale che
entra nel vivo, Renzi ha deciso di anteporre «ai quotidiani fuochi di artificio» di Silvio Berlusconi e di Beppe
Grillo il profilo di chi fa promesse e
le mantiene stando dalla parte dei
cittadini. Rivendica il decreto degli
80 euro, «per il Cavaliere e Grillo sono pochi perchè loro ne hanno tanti». Insiste sulla novità delle misure
del governo che «per la prima volta
fa pagare chi non ha mai pagato».
Ma, ribatte al Cavaliere, «lo ringrazio per il simpatico, ma certo non sono un tassatore». Visto che «meno
politici ci sono in giro e più sono i posti di lavoro per combattere la disoccupazione giovanile». Slogan che i
critici bollano come demagogiche
ma Renzi dà poco peso alle critiche.
E molto agli impegni presi insediandosi al governo. Anche perchè
se non riesco «mi fanno fuori politicamente», sa bene il leader Pd, da poco alla ribalta della politica nazionale ma conscio della velocità con cui
leader e premier vengono archiviati.
Per portare a casa le riforme, il segretario Pd si dice pronto a «compromessi». Ma non a farsi fermare.
Nè dai tecnici della Regioneria chedice- «mi avevano smontato il decreto dalla a alla z». Ma poi lui- spiegasi è imposto. Nè dalle associazioni di
categoria, siano magistrati (dall’Anm «frasi offensive e sbagliate”)
o sindacati. Ed infatti oggi la riforma della Pubblica amministrazione
arriva a Palazzo Chigi e prima dell’approvazione sarà sottoposta «ad
una forma di consultazione ma non
ad un referendum».
La «rivoluzione» della pubblica
amministrazione, che il premier
vuole, «è la più difficile, non basta la
Nasa, ci vorrebbero i Marines». E si
basa su una filosofia che Renzi riassume nella sintesi di 2 tweet: semplificare dando un Pin ad ogni cittadino per entrare negli uffici pubblici. E «beccare i fannulloni e farli
smettere, valorizzare i tanti non
fannulloni dando un premio a chi
non è fannullone incentivando gli
scatti di carriera e magari lo stipendio». Il premier non vuole genera-
lizzare come fece Brunetta, liquidando come fannulloni tutti i dipendenti pubblici. «Non la facciamo
contro la pubblica amministrazione ma coinvolgendola e sfidandola», sostiene assicurando che il numero degli 85mila esuberi, dati da
Carlo Cottarelli, «è teorica» e che
«nessuno sarà licenziato».
Renzi preferisce convincere a votare Pd con i fatti, evitando attacchi
politici. Pur sicuro che il Cavaliere
«ha interesse» a rispettare il patto
del Nazareno, lo stoppa sugli attacchi alla magistratura: «Non la penso come lui, io rispetto, chiedendo lo
stesso rispetto, le sentenze della magistratura. Si possono rimettere in
discussione? Non commento e le rispetto». Poi difende il Capo dello
Stato dagli attacchi da Fi ed M5s rinnovandogli la «stima e l’affetto profondo».
Più vis polemica invece gli provoca Grillo: «Non ha a cuore l’Italia ma
il suo spettacolo».
Il presidente del Consiglio Renzi
ospite a “Porta a porta”
|
LA STRATEGIA
|
Attacchi in pubblico
mediazione in Senato
di GIOVANNI INNAMORATI
ROMA - Matteo Renzi usa il bastone e la carota sulla partita
delle riforme. In pubblico attacca a testa bassa i frenatori ma
quando arriva al Senato parcheggia in garage il rullo com-
Il senatore Vannino Chiti
pressore e smette di correre per
mediare: e ciò basta ad allentare
un pò la tensione che si era creata tanto in seno al Pd, quanto
con Forza Italia, che torna ad essere della partita come testimonia una riunione serale tra i capigruppo Paolo Romani, Luigi
Zanda e la relatrice Anna Finocchiaro. Incontrando la mattina i
senatori del Pd, il premier ha
detto che il «si» alla riforma può
anche andare oltre il 25 maggio,
sganciando quindi le riforme
dalla campagna elettorale, che
stava rendendo impraticabile il
percorso, con Berlusconi che
bombarda con le sue dichiarazioni mentre i suoi senatori dovrebbero dialogare nelle Aule.
La giornata è iniziata in realtà
la sera di lunedì con un incontro
tra il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerrini con Denis Verdini e Paolo Romani. Gli «azzurri»
hanno detto chiaramente che
non lasceranno a Renzi e ai democratici l’atout elettorale di
una approvazione delle riforme
prima delle europee: sono però
interessati alla loro realizzazione con alcuni cambiamenti al
ddl del governo: gli stessi indicati da molti senatori del Pd, su
cui ieri Renzi ha aperto il dialogo.
La novità non sta tanto nell’aver accolto alcune modifiche, su
cui il ministro Maria Elena Boschi sveva già dato la disponibilità, quanto nella frenata sui
tempi che ha garantito FI (ma
diversi senatori di Fi come Augusto Minzolini, arricciano ancora il naso). La frenata è stata
vista anche dai senatori Pd, dubbiosi sul testo del governo, come
la disponibilità ad un confronto
vero. Per questo alla fine tutti,
anche Vannino Chiti, hanno
parlato di «clima nuovo» e «passi avanti». Nel merito Renzi ha
detto sì ad un Senato con un
maggior numero di rappresentanti delle Regioni rispetto ai
sindaci.
LA CURIOSITÀ Il deputato non è la prima volta che si esibisce durante i suoi interventi
Spigola salata per il leghista Buonanno
Aver portato il pesce nell’aula di Montecitorio
gli è costato una multa salata e la sospensione
di FRANCESCO BONGARRÀ
ROMA - Portare nell’Aula di
Montecitorio una spigola di circa
mezzo chilo e sventolarla platealmente a beneficio delle telecamere in tribuna stampa a Gianluca
Buonanno è costato salato.
L’ufficio di presidenza ha sospeso per dieci giorni il deputato
leghista, ormai considerato il
«giamburrasca» della legislatura per le sue plateali sortite nell’Emiciclo simbolo del potere legislativo. Oltre ad impedire al le-
ghista di partecipare alle sedute
per dieci giornate (più altre due,
comminategli per aver dato del
«clandestino» al ministro dell’Interno Angelino Alfano con il collega Massimiliano Fedriga durante una informativa sull’emergenza immigrazione) la sanzione fa male pure alla tasca del deputato: nelle giornate di cartellino rosso, infatti, Buonanno non
maturerà la diaria prevista per
chi partecipa alle sedute: 206,58
euro al giorno, 2.605 euro in totale.
Buonanno arrivò con la sua
spigola nell’Aula di Montecitorio
lo scorso 1 aprile, il giorno dedicato ai pesci d’aprile. Il giorno dopo l’immagine del deputato con il
pesce in mano campeggiava sulle prime pagine di tutti i giornali:
un fatto che ha particolarmente
danneggiato l’immagine di Montecitorio secondo i deputati questori che hanno proposto la sanzione, approvata dall’Ufficio di
presidenza. Una punizione dura,
anche perchè tiene conto anche
di altre intemperanze di cui il leghista, per sua stessa ammissione in cerca di «visibilità» per se e
per il Carroccio, si è reso protagonista nelle ultime settimane.
Il deputato Gianluca Buonanno
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Primo piano
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
5
EUROPEE Campagna elettorale dura
Berlusconi senza freni
parla di sentenza-golpe
e attacca Napolitano
di YASMIN INANGIRAY
Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi
|
LA PROTESTA
|
L’M5s vuole fuori
i cronisti dalla Camera
di FRANCESCA CHIRI
ROMA - Hanno mantenuto la
promessa: dopo i ripetuti attacchi alla stampa e i tentativi di tenere i giornalisti alla larga dal
Movimento, i Cinque Stelle ci riprovano. I tre componenti M5s
dell’Ufficio di Presidenza di
Montecitorio hanno fatto richiesta di costituire un gruppo di lavoro che punti a limitare l’accesso e la possibilità di movimento a
Montecitorio per i lobbisti e per i
giornalisti. Con la creazione di
un organismo, costituito da rappresentanti dei gruppi, dell’associazione della stampa parlamentare, di Confindustria e dell’istituzione della Camera per vagliare i criteri di accesso in Parlamento.
«E’ un grande successo» e non
«una cacciata dal Tempio» spiega il vicepresidente della Camera, il deputato M5s, Luigi Di
Maio che dice di ispirarsi al modello francese. Quello che, ricor-
di DOMENICO MUGNAINI
Il leader dell’M5s Beppe Grillo
da, prevede l’accesso della stampa nelle sedi parlamentari
«strettamente limitato alle tribune stampa, sala per le conferenze
stampa, sala stampa».
Un’iniziativa di stampo fascista, replica l’associazione della
stampa parlamentare. «Spiace
constatare che il M5s, nato con
l’obiettivo dichiarato di aprire il
Parlamento “come una scatola di
tonno” e dunque di favorire la
trasparenza delle istituzioni,
una volta entrato a farne parte, si
trasformi nel promotore del più
grande tentativo di chiusura della Camera ai giornalisti», si lamenta l’Asp che annuncia battaglia.
Tentativi che hanno fatto capolino più volte nella storia del
Parlamento repubblicano. E che
hanno visto schierarsi contro il
libero accesso in
Transatlantico anche illustri paladini
della trasparenza
come Marco Pannella. Fui lui, infatti, che in occasione
della sua battaglia
per l’introduzione
dell’uninominale
secco durante la Bicamerale, deplorando i giornalisti
che avevano notato un suo lavorio per portare alla sua causa anche Umberto Bossi dichiarò: «ritengo che il Transatlantico debba essere sgombro da giornalisti»:
I giornalisti
reagiscono
«Iniziativa
di stampo
fascista»
dall’evitare accuse contro i giudici
ed il rischio conseguente di una reROMA - Il rischio di revoca dei ser- voca dei servizi sociali e la destinavizi sociali non ferma Silvio Berlu- zione ai domiciliari. Nessuna decisconi che nell’offensiva mediatica sione è stata presa in tal senso ma
continua a picchiare duro contro la per l’ex capo del governo è a rischio
magistratura. Le toghe non sono «ammonimento» per quanto detto
l’unico obiettivo dell’ex premier sui pm.
pronto a non fare sconti a nessuno:
Nel copione dell’ex capo del gonel mirino finisce anche Giorgio verno non mancano poi gli attacNapolitano e poi a seguire la can- chi al governo e al premier Matteo
celliera tededesca Angela Merkel, Renzi: «Tassa ci cova», commenta
il premier Matteo Renzi e anche nel vedere una foto del presidente
Beppe Grillo.
del Consiglio accusato di «aver triOspite della trasmissione Matti- plicato le tasse. La sinistra fa solo
no Cinque in onda su Mediaset il gli interessi dei suoi elettori e colpiCavaliere va giù
sce il ceto medio,
duro contro i manel 2015 gli italiagistrati bollando
ni dovranno pacome «colpo di
gare 34 miliarStato» la sentenza
di».
Mediaset, insiste
Il Cavaliere va
sulla necessità
oltre accusando il
che Napolitano
leader Democradovesse concetico di «non essedergli la grazia
re stato eletto dai
(“pensando a lui
cittadini» e di
mi viene in mente
«avere un esecutiil film profondo
vo che si basa sui
rossò”) e l’infine
voti dei traditori
ennesima frecciaex Pdl», riferita alla Merkel: “lo
mento ovviamendico in romanete ad Angelino Alsco
«aridatece Il presidente Giorgio Napolitano
fano e agli espoKohl».
nenti di Ncd.
L’idea insomma resta quella di
Ancora più dure le consideraziotenere un campagna elettorale tut- ni su Beppe Grillo ed il Movimento
ta all’attacco tant’è che Berlusconi Cinque Stelle paragonato ad una
non risparmia nulla ripercorren- «setta» mentre il comico genovese
do a ritroso la sua storia politica è accostato a «Robespierre, Marx e
«sono stato vittima di 4 colpi di Sta- Hitler». Il Cavaliere invita la «gente
to» e soffermandosi in particolare ad avere paura» dei grillini ma sosul ruolo di Napolitano: «sarà la pratutto di un personaggio che
storia a giudicare se è stato super «definire inquietante è dire poco».
partes», è l’opinione dell’ex pre- Ed è proprio per la situazione «gramier che aggiunge: «nel giugno ve» che il Cavaliere chiama direttadel 2011 mentre ero in carica lui mente in causa i moderati «non
già riceveva al Colle Monti per fare possono restare alla finestra - dice un esecutivo tecnico». Nel tritacar- ma devono scendere e votare». Inne dell’ex capo del governo finisce tanto Berlusconi ieri ha incontrato
anche la procura di Milano che «nel il direttore generale della Fonda2011 ha deciso di calpestare la mia zione Sacra Famiglia di Cesano Boprivacy». Parole forti, quelle del- scone Paolo Pigni e il direttore dei
l’ex capo del governo, che non cado- servizi residenziali Michele Restelno nel vuoto. Mentre il Quirinale li. Con loro ha definito i dettagli del
tiene ferma la decisione di non re- progetto di volontariato che svolplicare, a difendere il presidente gerà presso la struttura. Si è trattadella Repubblica ci pensa il vice- to di un incontro strettamente ripresidente del Csm: «Chi pensa di servato che è avvenuto nel centro di
far campagna elettorale utilizzan- formazione permanente dell’istido il presidente della Repubblica tuto e in cui si è stabilito il piano di
scherza col fuoco», è l’avvertimen- assistenza agli anziani che si doto di Michele Vietti. Sul piede di vrebbe concentrare nei reparti San
guerra però anche i magistrati del Pietro e San Luigi. Piano che statribunale di sorveglianza di Mila- mattina i responsabili della Fondano. Berlusconi era stato avvertito zione renderanno noto.
LA PROVOCAZIONE Il leader dell’M5s si presenta a Siena e duetta con Profumo
legge 231, Grillo ha infatti aperto il suo intervento:
«determinano
che la banca rispondeva
ai vertici di un certo partito. Non fanno i nomi
ma evidente che sono politici del Pd e l’indirizzo è
quello di via del Nazzareno a Roma» spiega ai soci. Vuole che tutto
il Pd, «i vertici dal 2005 ad oggi
venga processato», e con loro anche «la Consob, la Banca d’Italia e
forse anche Mario Draghi», cioè
quelli che «dovevano controllare e
non l’hanno fatto», ma anche il presidente di Banco Santader, Emilio
Botin, che poi però applaude «perchè in 48 ore, grazie al Monte, guadagnò 5 miliardi». Poi se ne va, senza rispondere a chi gli chiede se tornerà a Siena anche il 21 maggio,
per l’assemblea sull’aumento di capitale da 5 mld, che dovrà essere deciso proprio 4 giorni prima del voto
per le Europee.
Grillo in assemblea parla di mafia e capitalismo
SIENA- Beppe Grillo arriva a Siena come un ciclone annunciato: torna
a un’assemblea di Banca
Monte dei Paschi dopo
oltre un anno dalla sua
prima apparizione, nel gennaio
2013.
Allora erano passati pochi giorni dall’esplosione dello scandalo
che ha cambiato la vita dell’istituto
e della città del Palio. Una banca
che è un’“osservata speciale” del
leader del M5s perchè «questa è la
mafia del capitalismo, non la Sicilia: qui siamo nel cuore della peste
rossa e del voto di scambio» spiega,
ancor prima di entrare e sedersi tra
i soci per votare no al bilancio.
Grillo sembra arrivato con un
obiettivo preciso: colpire la vecchia
gestione del Pd e della banca, ma
anche i vertici di oggi.
Attacca tutti, dall’ex presidente
Giuseppe Mussari (“incapace anche di fare un bonifico”), a quello
attuale, Alessandro Profumo:
«bocciate questo bilancio, mandate a casa questo Cda e la peste rossa.
Sono tutti finti dalla fine all’inizio»
avverte i soci quando prende la parola. Immediata la replica del presidente Profumo che, sorridendo,
lo invita a stare attento: «è sempre
così emozionato le potrebbe venire
un accidente». Per qualche minuto
c’è quasi un battibecco tra i due:
«La conosco bene, è di Genova come
me - risponde Grillo -: ha iniziato
facendo il casellante. Ha fatto una
bella carriera». A lui Profumo replicherà più tardi, «mai fatto il ca-
sellante. Sono entrato in banca a 20
anni e ho firmato tante cambiali».
Grillo, anche da Siena, non perde l’occasione per attaccare Napolitano, Renzi (“un bugiardo”), e
Berlusconi, e conferma che se alle
europee il suo movimento avrà la
maggioranza chiederà “le elezioni
anticipate». Del resto quella che c’è
ora in Italia è una «vera dittatura:
un Parlamento di non eletti», quasi
grida nei corridoi dopo essere entrato (sbagliando?) negli uffici prima di arrivare all’auditorum.
«C’è un presidente del Consiglio
non eletto» prosegue, e Napolitano
«gestisce la roba che arriva dalla
Troika, sono figli di Troika», men-
tre Berlusconi ormai rappresenta
«l’oltretomba», perchè «il “nanetto
fa piaceri all’ebetino”. Loro sono
pronti a vincere le elezioni europee, e se dopo non verranno ascoltate le loro proposte, a fare il referendum sull’euro: «raccoglieremo
milioni di firme».
L’attacco al Monte serve a Grillo
soprattutto per colpire il Partito
democratico e l’assist il leader di
M5s se lo prende dalle parole usate
la scorsa settimana dai pm senesi,
titolari dell’inchiesta sull’acquisizione di Antoneveneta. Proprio citando il decreto per la richiesta di
archiviazione della banca, inizialmente indagata sulla base della
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
6
Primo piano
#POTENZA2014
Pittella con Martelli
per l’orgooglio socialista
Elettorale
Petrone oggi apre il comitato
Alle 19, in via del Gallitello 183 oggi si svolgel'inaugurazione del comitato “Petrone sindaco”. «Sarà uno spazio aperto dove tutti i cittadini
- si legge nella nota a correndo della notizia - potranno contribuire a cambiare la città con le loro
proposte. Bisogna promuovere il confronto e gli
spazi di condivisione di idee per favorire davvero la partecipazione dal basso.
Oggi, Matera “con Tsipras”
Alle 20 in Piazzetta Pascoli il Comitato L’Altra
Europa con Tsipras-Matera organizza un incontro dibattito sul tema: Europa dei cittadini,
Europa dei diritti”. Partecipano gli eurocandidati Silvana Arbia, Costanza Boccardi, Domenico Gattuso e Claudio Riccio.
Benedetto oggi al “Pepenero”
Nicola Benedetto, candidato a Bruxelles per
“Scelta europea” incontra i cittadini stasera alle
19 a Villa d’Agri presso il locale Pepenero.
Fitto domani a Matera
L’ex ministro Raffaele Fitto domani alle 10 e 30,
sarà a Matera al Cinema “Il Piccolo” per la propria campagna elettorale per le elezioni europee.
Macaluso venerdì a Matera
Presso la sala consiliare del palazzo di Provincia
a Matera, venerdì prossimo alle 17 prevista la
presentazione del libro di Emanuele Manaluso,
“Comunisti e riformisti. Togliatti e la via italiana al socialismo”. All’evento organizzato dall’associazione “Diritti di cittadinanza” sarà presente l’autore.
Venerdì con Scelta civica
Il coordinatore provinciale di Sceltà civica di Potenza, Gaetano Fierro ha annunciato un convegno su “Multietnicità: norme e regolamenti per
rafforzare la crescita e la democrazia in ogni territorio”. L’appuntamento è per venerdì a Potenza alle 18 presso la sede dell’Angloschool. All’incontro, oltre a Fierro parteciperanno Adeyanju
Lanrewaju Monzur candidato alle comunali a
Potenza e il segretario lucano di Sc Vernola.
5 maggio, Quagliariello (Ncd)
Lunedì prossimo il Nuovo centro destra di Basilicata apre la propria campagna elettorale a Potenza alle 17 presso l’Hotel Vittoria. saranno
presenti i senatori Gaetano Quagliariello e Guido Viceconte. Il coordinatore regionale Vincenzo Taddei e altri dirigenti del partito.
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
Fabio Lottino: “#Berlusconi #2014 l'invasione
mediatica di un condannato plurindagato dai
Tribunali di mezza Italia. Lanciamo il progetto
#TeleCarceri”
Vito Santarsiero: “Ieri presentazione lista Socialisti Uniti di Pino Ferrara.Buona,sicuro valore per coalizione e per Luigi Petrone”.
Gianni riunisce
il centrosinistra
Alla kermesse potentina dell’eurodeputato
in prima fila sia Luigi Petrone che Roberto Falotico
di SALVATORE SANTORO
POTENZA - Il miracolo di Gianni
Pittella: al Centro sociale di Potenza
riesce a mettere insieme in prima fila i due candidati sindaci del centrosinistra e cioè Luigi Petrone e Roberto Falotico e tanti aspiranti consiglieri comunali che alle amministrative per il capoluogo di Regione
si scontreranno su fronti diversi.
Ma evidentemente le europee con
Gianni Pittella candidato di punta
per la Basilicata mettono d’accordo
tutto il centrosinistra.
Insomma quello che non si è riuscito a fare per le Comunali a Potenza, dove di fatto
il centrosinistra corre diviso, è riuscito ieri sera al vicepresidente vicario uscente
del Parlamento
europeo che si
ricandida per la
quarta
volta
con decise ambizioni di rivestire (dopo l’eventuale elezione) incarichi di altro prestigio a
Bruxelles e Strasburgo.
Arrivando al Centro sociale sembrava che nulla fosse accaduto nelle
scorse settimane. Seduti tra le varie
file del teatro potentino tantissimi
volti noti che anche se avversari per
le comunali del prossimo 25 maggio erano serenamente mischiati
per rendere omaggio a Gianni Pittella.
Ovviamente le sfide restano in
piedi. Non è il tempo della tregua.
Petrone e Falotico restano avversari. Ma per un paio di ore ieri sera il
“fuoco” è stato sospeso.
In prima fila anche il presidente
della Regione Marcello Pittella che
si è fermato per i saluti sia con Falotico e sia con Petrone.
Insomma il prestigio e il carisma
A Pittella senjor riesce
il miracolo di mettere
tutti insieme.
Cosa che invece
non è riuscita al Pd
per le comunali
Sopra Claudio Martelli e Gianni Pittella allo Stabile, a destra Roberto Falotico tra i
“vecchi” socialisti. In alto il bagno di folla dell’eurodeputato lucano al Centro sociale
di Gianni Pittella mettono tutti d’accordo.
Per quanto riguarda i messaggi,
Pittella dal palco non si è occupato
delle “beghe” locali ma ha lanciato i
propri temi elettorali:
rilancio del Mezzoggiorno, Importante
dell’Europa ma con
un profilo meno austero: «Dobbiamo concentrare i fondi comunitari su i grandi assi:
formazione, turismo,
agricoltura, innovazione». Ovviamente
gli applausi sono stati
tutti per lui.
Ma è stata una giornata intensa per l’eurocandidato Gianni Pittella ieri a
Potenza. In mattinata ha incontrato
il mondo “imprendotoriale” e poi
nel pomeriggio ha partecipato alla
presentazione del libro dell’ex ministro del Psi, Claudio Martelli: “Ri-
cordati di vivere”. Presentazione organizzata dall’associazione “Riformisti e socialisti della Basilicata” di
Franco Adamo e Rocco Vita. E alla
presentazione del libro dell’ex leader socialista pre tangentopoli è stata
una vera e propria
“rimpatriata” degli
storici socialisti lucani. In sala tra gli
altri Nicola Savino e
Franco Mattia.
Sull’importanza
dell’evento socialista lo stesso Gianni
Pittella ha detto:
«Le intuizioni che
ebbe Martelli tanti
anni fa sono ancora
attualissime. La prima riguarda la
famosa teoria del “merito e del bisogno” e cioè di valorizzare il merito e
di tutelare i bisogni dei deboli. La seconda è quella di una politica per la
persona che non significa egoismo
Nel pomeriggio
il vicepresidente
europeo partecipa
alla “rimpatriata”
socialista con
Claudio Martelli
IPSE DIXIT
GERARDO BRUSCO (NCD)
GIANNI ALEMANNO (FDI - AN)
MARIA LUISA CANTISANI (IDV)
«Per le regioni dell'Italia Meridionale la fiscalità
di vantaggio costituisce uno strumento efficacissimo per ridurre il divario che le separa da quelle
del Nord e così eliminare lo squilibrio che ne compromette le capacità competitive e di
pieno inserimento in Europa». Ne è
convinto Gerardo Brusco, candidato
al Parlamento Europeo con il Nuovo
Centrodestra che spiega: «Mi sono
candidato con il preciso intento di
svolgere il ruolo politico di intermediazione tra istituzioni europee ed enti locali al fine di rendere effettive e fattive le opportunità offerte in meridione, a cominciare da opportuni piani normativi».
«IL Mezzogiorno è il grande assente della politica
italiana. E’ da almeno tre governi, Monti, Letta e
Renzi che nessuno parla più del Sud Italia. FdI –
An è l’unica forza politica che difende i diritti del
Mezzogiorno, perché siamo il Partito della Nazione e siamo consapevoli che non
si può parlare di Nazione Italia se non
c’e’ parità tra Nord e Sud. Rivendichiamo con forza i 29 miliardi di euro
bloccati dal Patto di stabilità europeo
e dai Fondi Strutturali non spesi nel
2013. Questi soldi devono essere utilizzati fare politiche di investimento nel
Mezzogiorno, per creare posti di lavoro». Lo dichiara l’eurocandidato Gianni Alemanno.
«La decisione della Tucam, azienda dell’indotto
Eni, di mandare a casa i propri dipendenti che,
come denunciano Cgil, Cisl, Uil verrebbero rimpiazzati da lavoratori provenienti da altre regioni, riapre la ferita mai rimarginata
delle promesse occupazionali da parte delle compagnie petrolifere, promesse avallate da tutti i Governi dell’ultimo decennio». E’ quanto sostiene la segretaria regionale di Idv Maria Luisa Cantisani, che avverte: «il
problema del mantenimento degli attuali livelli occupazionali va affrontato
contestualmente alla concertazione complessiva
da riprendere con il nuovo management Eni».
«Far ripartire il Sud»
«Noi per il Mezzogiorno»
Allarme occupazione petrolio
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Primo piano
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
Ernesto Navazio: “ Revisori dei conti in Reg. #Basilicata non più sorteggio ma scelte fiduciarie. Si cambia
verso:ripristinare le clientele. Fermate la proposta”.
Andreina Romano: “Perché non essere noi quel cambiamento? Io ho scelto di provarci. Oggi è #giàdomani #potenza2014”
Giampiero Iudicello: “#Potenza deve smetterla di essere un grande paese. Dobbiamo farne una piccola
città moderna. (Comitato) #pz2014 #iudicello”.
Pescati dalla rete
Sul web lo dichiarano già vincitore. Almeno dal
punto di vista della comunicazione il fisarmonicista
folk locale, Agostino Gerardi promette di “suonarle
a tutti”.
I PROGRAMMI IN BREVE: DE LUCA
Aiutare i poveri con i tagli
delle spese per sindaco e giunta
ma significa rinunciare a quell’idea
del collettivismo che tanto ha fatto
male al mondo. La terza la dimensione europea. Martelli e Craxi hanno sempre sostenuto la necessità di
un pieno ancoraggio al socialismo
europeo. E oggi anche noi del Partito democratico ci siamo arrivati. La
quarta cosa è l’ammodernamento
dello Stato che ancora non è stato
completato».
Sulla possibile ricomposizione
della diaspora socialista, auspicata
anche da Martelli, Pittella ha dichiarato: «Io sono uno dei tanti socialisti lucani che credono in alcuni
valori. Credo che sia arrivato il tempo e si siano create le condizioni per
tornare a stare tutti insieme e tutti
dalla stessa parte politica. Credo
che ci siano le condizioni che anche
gradualmente tutti i socialisti arrivano al Pd per far vivere una grande
cultura riformista e socialista».
[email protected]
POTENZA - “Un’altra Potenza è possibile”. Questo lo slogan o meglio
l’impegno che il candidato sindaco
Dario De Luca (che è sostenuto dai
Popolari per l’Italia e da Fratelli d’Italia - An) assume con i cittadini di Potenza.
Un programma breve e sintetico.
De Luca in particolare dice di voler
affrontare i problemi attuali del capoluogo della Basilicata come priorità: «Il mio proposito - si legge nel documento elettorale - è quello di affrontare tutti i problemi, iniziando a
creare una scala di priorità e iniziando da quelle più urgenti e indifferibili».
La considerazione iniziale di De
Luca è che «Potenza è diventata una
città triste».
Per questo punto cardine per programma del candidato sindaco di
FdI e PpI è quello delle problematiche sociali. Per De Luca infatti «ci sono troppe famiglie in gravi difficoltà
economiche e sociali e il Comune deve mettersi al fianco delle organizzazioni che prestano assistenza a queste famiglie, sostenendole anche dal
punto di vista economico».
Come? Questa la risposta del candidato sindaco di una parte del centrodestra potentino: «Per far questo,
intendo agire subito con l’eliminazione di tutti gli sprechi e di tutti i privilegi presenti nell’amministrazione comunale a partire dai privilegi
del sindaco e degli assessori».
Non solo politiche sociali. «Ritengo - aggiunge De Luca - che la priorità da affrontare sia quella della riqualificazione urbana da ottenersi
quanto prima con un programma di
manutenzione straordinaria di marciapiedi, strade e verde urbano, con
una particolare attenzione all’abbattimento delle barriere architettoniche».
Per il resto De Luca assicura massima «attenzione» «al rione Bucaletto, nel tentativo di iniziare a ricolvere
il problema abitativo delle famiglie
ospitate nei prefabbricati. Si tratta di
un problema di civiltà». Per concludere prevista la sospensione temporanea della Ztl «per poterla successivamente ripristinare, solo quando il
trasporto pubblico sarà in grado di
garantire in maniera agevole l’accesso dei cittadini a questa zona della
città». De Luca poi sul metodo per affrontare i problemi: da “buon padre
di famiglia”«facendo sì che, piccole o
grandi che siano le disponibilità economiche, ad ogni euro speso corrisponda un risultato chiaro e trasparente, nella consapevolezza che il denaro pubblico è “sacro”. Alla trasparenza della spesa corrisponderà la
puntuale verifica dei risultati ottenuti, affinchè ogni opera eseguita
sia conforme alla “regola d’arte”, in
modo tale da durare nel tempo, evitando così gli sprechi».
Un Luigi Petrone che nella foto che circola sul web
mostra una straordinaria somiglianza con Franco
Battiato. Il web se ne accorge e ne parla...
“Chi segna segna, basta che segna”. Non poteva
mancare sul web anche il ritocco fotografico da stadio
che incita alla candidatura più che ai candidati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PINO BICCHIELLI (CD)
GIANNI ROSA (FDI -AN)
«CON le elezioni amministrative il Centro democratico che è presente con proprie liste e
candidati a Potenza e in buona parte dei 55 Comuni lucani dove si vota punta a rafforzare l’area liberal-democratica del centrosinistra puntando su candidati forti e legati al territorio». Lo dichiara Pino
Bicchielli, commissario regionale
per la Basilicata e coordinatore nazionale di Centro Democratico che
aggiunge: «Puntiamo a continuare il nostro lavoro di radicamento
territoriale che sarà la base di un largo
progetto più vasto che costruiremo dopo le elezioni europee»
«Nel contrasto alla diffusione di droghe si
torna all’anno zero. Il decreto su cui Renzi ha
appena chiesto la fiducia depenalizza di fatto
l’uso di sostanze stupefacenti, svuota il Dipartimento Politiche Antidroga collocando le attività di coordinamento in capo all’Istituto Superiore di
Sanità, come se la questione non
avesse rilievi sociali e non coinvolgesse attività criminali, ma
sia solo un fatto sanitario. Il decreto reintroduce la distinzione tra
droghe leggere e droghe pesanti (...)».
E’ quanto dichiata il coordinatore regionale
di FdI - An, Gianni Rosa.
«Puntiamo a crescere»
Legge contro le droghe
Non si sa se sarà eletto consigliere regionale. Di
sicuro Sileo candidato al Comune di Potenza con il
Pd divide il web con la frase: “Un cristiano deve
reagire”. Si poteva evitare.
7
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
8
Primo Piano
#POTENZA2014
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
Verso il voto del 25 maggio, i primi stop sulle sigle
Tra i candidati c’è chi sceglie strategie originali
COMUNALI Esclusa una delle otto liste del centrosinistra a sostegno di Petrone
Ricusata anche Sinistra per la città
Pronto il ricorso: «Abbiamo molte più firme valide di quelle necessarie»
di SARA LORUSSO
ANCHE la lista Sinistra per Potenza è stata
ricusata. Passa così a 19, almeno per il momento, il numero di liste in corsa per l’elezione del consiglio comunale di Potenza.
Dopo l’esclusione della lista Azione Civica,
unica lista a sostenere il candidato sindaco
Dino De Angelis, la commissione elettorale
ha ricusato anche la lista formata da volti
di Sel e Rifondazione comunista che sostengono il candidato sindaco Luigi Petrone.
In entrambi i casi, però, è già pronto il ricorso.
Alla lista di De Angelis
la commissione ha contestato la carenza di documentazione nell’attestazione
dell’inesistenza
delle cause di incandidabilità per gli aspiranti
consiglieri. I responsabili della lista, però, hanno
già spiegato di ritenere
che basti un’integrazione: con questa motivazione - hanno spiegato - si appelleranno all’esclusione.
Diverso il caso contestato alla lista in coalizione con il centrosinistra. La commissione elettorale ha contestato l’assenza dei
certificati elettorali per tre sottoscrittori
rispetto al numero minimo necessario per
presentare la lista.
I responsabili della lista Sinistra per la
città spiegheranno le loro ragioni nel ricorso al Tar. Chiederanno la riammissione
della lista convinti di aver presentato un
numero di sottoscrizioni valide di gran
lunga superiore alla cifra minima richiesta: tutte firme che - spiegano - non hanno
sottoscritto alcuna altra lista.
Passano a 19
le liste
Anche il gruppo
di De Angelis
deciso a opporsi
allo stop
L’ordine dei simboli
sulla scheda
secondo il sorteggio
Ieri pomeriggio in Comune si è svolto il sorteggio per l’ordine dei simboli e delle liste sulla scheda elettorale.
In ordine, sulla scheda gli elettori
potentini troveranno i nomi di Dario De Luca (sostenuto da Popolari
per l’Italia, Fratelli d’Italia-Alleanza
nazionale, Lista civica per la CittàDe Luca Sindaco); Roberto Falotico
(Potenza condivisa, Movimento
Nuova Repubblica-Basilicata, Realtà Italia, Italia dei Valori); Savino
Giannizzari (Movimento cinque
stelle); Luigi Petrone (Petrone Sindaco, Popolari Uniti, Socialisti Uniti
Psi, Partito democratico, Socialist
& Democrats, Scelta civica perl'Italia, Centro democratico); Giuseppe Di Bello (Liberiamo la Basilicata); Michele Cannizzaro (Nuovo
Centro Destra, Forza Italia Berlusconi per Potenza, Con Cannizzaro
Liberiamo la Città).
|
IL PERSONAGGIO
Avete presente quando il tempo è
poco, pochissimo e bisogna fare
diecimila cose e farle tutte? Ecco,
la raccolta delle liste, soprattutto
quelle in arrivo dai Comuni della
Provincia, in un giornale rispecchia più o meno questa idea. Il Municipio chiude a mezzogiorno, poi
c’è un arco di tempo breve per poter contattare qualcuno del posto
(personale comunale o referente
di lista) e recuperare l’elenco pre-
sentato. Ovunque. E no, non basta una mail. Ci sono comuni lontani dove la connessione manca,
altri dove è difficile capire che accade. Allora spesso la lista arriva
via telefono, dettata da qualcuno
che la ricorda a mente «perchè ho
lasciato in ufficio l’elenco e ora è
tutto chiuso, accidenti». Ecco, capita così il refuso, la lettera sbagliata, il genere invertito. Ma segnalate, noi rettifichiamo.
|
L’idea dell’artista Corbisiero, candidato Pd: bigliettini come opere d’arte
Un santino originale, anzi unico
«MI sono chiesto: ma davvero questo bigliettino mi rappresenta?».
Poi: «Che cosa posso mai raccontare
di me?». E siccome cinque anni fa
avevano avuto successo, Franco
Corbisiero ha deciso di replicare l’esperienza. In questi giorni è alle prese con la realizzazione di circa cinquecento santini unici.
Ex direttore di banca, artista da sempre, con una passione per la pittura sfociata in
uno stile personale in età adulta. Si era candidato al consiglio comunale di
Potenza già nel
2009, con il Pd. Ma
in aula è entrato solo 40
giorni fa, dopo le dimissioni del consigliere Raffaele Rinaldi, incompatibile con il ruolo di capo di gabinetto
del governatore. Candidato di nuovo, sempre con il Pd, ha deciso di recuperare l’idea e ri-allestire la campagna elettorale con un tocco di colore.
Ha fatto stampare cinquecento bi-
gliettini nel formato comune. Sul
fronte nome, data delle elezioni e il
primo piano in banco e nero. Sul resto, spazio bianco. Lo sta riempiendo di disegni unici, originali, nessuno uguale all’altro. Colore acrilico o
pantoni, rispettando le tre grandi linee delle sue opere: paesaggi, volti
di donna o musica. Nel suo studio, in
via Genova, sta piano piano completando l’opera. Su ogni bigliettino
traccia il disegno «senza mai alzare
la punta dal biglietto». Poi passa al
riempimento, in tonalità accese.
«È che almeno così, finita questa
campagna elettorale, qualcosa resta. In genere tutti i santini vengono
gettati. Chi vorrà, potrà decidere di
tenersi il mio, nascondendo magari
il fronte e conservando la piccola
opera».
Una vita a lavorare sui numeri
(prima ispettore Agip, poi direttore
di banca). A sinistra da sempre, fin
dai tempi della tessera del Pci. Poi
l’allontanamento dalla pratica politica dopo gli anni del terrorismo.
Con la pensione anticipata ha trasformato la passione di sempre in
un’attività a tempo pieno. Vocazione artistica da sempre, studi all’isti-
Catenaccio due righe, Catenaccio due righe, Catenaccio due righe, Catenaccio due righe,
tuto d’arte. «A un certo punto ho
smesso di fare mostre, cercavo una
tecnica tutta mia. L’ho trovata da
grande, disegno per per sottrazione». Ricopre il pannello di strati di
colore, a olio, qualche volta acrilico,
tutto sotto un ultimo strato di bitume. «È questo il materiale su cui comincio a disegnare, andando a raschiare per far emergere colori e forme che desidero».
Giovedì sarà con i suoi quadri in
una collettiva romana, nel complesso museale della Basilica di Santa
Maria. Poi si immergerà nella campagna elettorale cittadina. I 40 giorni in consiglio, racconta, lo hanno
convinto che si può fare molto. «Serve più ordine nel governo della città.
Io, dovessi entrare, cercherei di svolgere al meglio il ruolo di vigilanza».
sa.lo.
I santini di
Franco
Corbisiero sono
pezzi unici che
l’artista,
candidato con il
Pd, realizza a
mano
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Primo Piano
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
ECONOMIA LUCANA
9
Il Centro Studi Uil: economia lucana sempre
più in crisi. «Necessario cambiare marcia»
Nuovo lavoro, se ne parla nel 2017
Le previsioni occupazionali da qui a cinque anni tra molte ombre e poche luci
di MARIATERESA LABANCA
POTENZA - Se gli ultimi mesi del 2013 non fanno che
confermare il quadro di difficoltà crescenti per il tessuto
economico locale, le previsioni occupazionali per l’arco
temporale che va dal 2013 al
2017, oltre a qualche luce,
contengono anche molte ombre. E’ quanto emerge dal
nuovo rapporto sull’economia lucana elaborato dal
Centro Studi della Uil, che
verrà presentato alla stampa
questa mattina, nella sala A
del Consiglio regionale.
Questa volta, la nota, oltre ad
analizzare i principali indicatori economici dei mesi
passati, traccia anche una
tendenza della domanda di
lavoro attesa per i prossimi
cinque anni. Lo scopo rimane quello che il Centro Studi,
braccio operativo della Uil, si
è dato fin dalla sua costituzione: una base proposte per
contribuire alla pianificazione dello sviluppo lucano.
Non perdendo di vista la sfida che la regione si trova a vivere: o si cambia marcia o si
va verso il il declino irreversibile. La fase è di quelle delicatissime. Soprattutto in vista
di due appuntamenti che le
Regione ha di fronte: la nuova programmazione di fondi
comunitari e la “ricontrattazione” a Roma delle compensazioni legate alle attività
estrattive. Risorse che - a parere del sindacato - devono
essere tutte indirizzate al sostegno di azioni di rilancio
della basi imprenditoriali e
occupazionali.
Nuovi “investimenti” da
accompagnare, necessariamente, a una qualità amministrativa che ha molto da
farsi perdonare rispetto al
passato.
Gli ultimi mesi del 2013
Nella parte finale dell’anno trova conferma il deterioramento del tessuto produttivo ed occupazionale della
regione, con numeri ancora
più negativi rispetto a quelli
che hanno caratterizzato la
prima parte dell’anno. 4.700
occupati in meno, che si aggiungono agli 11 mila posti
persi dall’inizio della crisi fino al 2012. La disoccupazione raggiunge il 16, 6 per cento. Il tasso di attività, fermo al
46, 27 per cento, raggiunge
il suo minimo storico dal
2010. 102 aziende in meno rispetto al trimestre precedente. Un sensibile aumentano
della cassa integrazione. I livelli produttivi delle imprese
restano per lo più invariati,
ma i fatturati denotano andamenti molto negativi. In
quadro sostanzialmente negativo.
Le previsioni occupazionali 2013-2017
Lo studio analizza l’evoluzione della domanda di lavoro su fonte Excelsior, sulla
Occupazione: le entrate annuali totali e medie per settore, livello e gruppo professionale. Anno 2013-2017
base delle evoluzioni del mercato del lavoro. Facendo distinzione tra quelli che sono i
nuovi ingressi nel mercato
del lavoro, e quelle che invece
possono essere considerate
sostituzioni per pensionamento. E il primo dato, non
proprio roseo, è questo: nel
periodo preso in considerazione il fabbisogno espresso
dalle imprese sarà essenzialmente del secondo tipo. La
domanda di vero nuovo lavo-
ro conoscerà una lieve crescita solo nel 2017. «Un flusso
occupazionale debole e lento conclude il Centro Studi - determinato da una previsione
di riassorbimento dei lavoratori in Cig». Le entrate più
sensibili si registreranno soprattutto nel settore dei servizi (soprattutto quelli legati
all’offerta turistico culturale), e non tanto dell’industria
(va meglio il settore legato alle estrazioni). Sarà, ancora
una volta, soprattutto il pubblico impiego ad assorbire i
nuovi occupati. I profili maggiormente interessati dalla
domanda di lavoro saranno
quelli di medio-bassi. Tra i
laureati andranno meglio
quelli con profili altamente
specializzati.
Le proposte del Centro
Studi
Le proposte elaborate dal
Centro Studi, che cerca di fare da pungolo alla program-
mazione regionale, riguardano soprattutto il lavoro.
Alcune derivano dalla piattaforma unitaria che la Uil, insieme a Cisl e Cgil ha elaborato nel Piano del lavoro regionale. Due gli assi d’intervento. Da una parte le misure per
fronteggiare le varie emergenze, dall’altra misure di
politiche attive del alvoro per
la creazione di nuova occupazione. Quindi - rispetto alla
prima sfera - nuovi ammor-
tizzatori sociali in grado di
ridurre gli effetti della disoccupazione, accompagnati da
interventi per il reimpiego o
temporaneao impiego nella
sfera dei servizi sociali, pubblici e di riqualificazione del
territorio. Per quanto riguarda invece il secondo
campo di interventi, un piano di rilancio dell’occupazione sostanzialmente in accordo con le linee guida dei documenti europei. In primo luogo attraverso una “mappatura” di quei posti di lavoro che
spesso rimangono scoperti
per mancanza di manodopera qualificata. Anche attraverso un rafforzamento delle
strutture pubbliche dedicate
a creare lavoro: un servizio
del lavoro integrato, anche
con le agenzie private. Una
forte azione di stimolo ai privati, in una regione in cui il
pubblico fa ancora da padrone. Decisiva è la destinazione
delle risorse derivanti dal petrolio e dei fondi Ue per sostenere le azioni di rilancio delle
basi imprenditoriali e occupazionali. Il sindacato ribadisce l’idea di una regione
“più aperta”, ben integrata
con le altre regioni, «più efficiente, e moderna nell’economia pubblica e privata». Infrastrutture fisiche e immateriali, qualità amministrativa, vantaggi localizzativi,
creatività e innovazione: sone le parole d’ordine che il
Centro Studi torna a ribadire
anche in questa occasione.
Università, 40 milioni all’anno
per far studiare i figli fuori
Il 40% non torna più
POTENZA - Su uno studente che
sceglie di studiare presso l’Univesità di Basilicata, ben cinque colleghi
preferiscono andare altrove, a formarsi in altri atenei. La note del
Centro Studi Uil che verrà presentata alla stampa questa mattina contiene anche un interessante approfondimento sugli studenti universitari lucani. Lo studio, basato su
fonti Miur, Almalaurea e Federconsumatori analizza, nella sua prima
parte, le dinamiche relative agli anni 2012 e 2013. In questo periodo i
laureati all’Uniba s sono stati circa
700, di cui 400 donne. Contro i circa
3.000 (2.000 studentesse) che, invece, nello stesso periodo, si sono laureati fuori regione. Nell’ateneo lucano, l’età media di conseguimento
della laurea è di 27 anni. Di questi, a
un anno dalla laurea, circa il 40 per
cento non ha mai lavorato. Mente il
33 per cento ha partecipato ad attività di formazione post laurea. Dai
dati a disposizione emerge che rispetto ad altri studenti del Sud, i lucani impiegano più tempo per laurearsi. E che la formazione posta
laurea è la più bassa rispetto a Cam-
pania, Puglia e Calabria. Di segno
opposto invece il dato di chi non si
forma e non lavora (Neet) che resta
il più alto in Basilicata.
Altra cifra “sensibile” è quella relativa al tipo di occupazione. Il 30
per cento circa dei laureati più facilmente trova impiego nel settore
pubblico (dato doppio rispetto a
quello della Campania).
Per quanto riguarda, invece, i tre
mila studenti lucani che si sono laureati altrove, il Centro Studi Uil ha
elaborato una sorta di sistema di
misurazione dei costi sostenuti dalle famiglie, sulla base dei dati 2011
della Federconsumatori. Studiare
in uno degli atenei del Centro Nord
(mete preferite degli studenti lucani fuori sede) significa spendere
circa 10.000 euro all’anno. Se a queste spese si aggiungono le altre relative a materiale didattico e i cosiddetti costi alimentari e di socialità
socialità, se ne deduce che ogni anno la Regione perde 40 milioni di
euro che vengono portate altrove.
Ne deriva, dunque, un doppio
danno in termini economici derivante dall’export di talenti e compe-
tenze: al costo derivante dalla perdita dal capitale umano e sociale che
nella maggior parte si stacca in maniera definitiva dal sistema locale
per andare a creare ricchezza altrove, si aggiunge la spesa complessiva che le famiglie sostengono per
gli studi in altri atenei.
Anche in questo caso, il Centro
Studi della Uil avanza la sua proposta, pure sulla scorta di quanto è
stato fatto in altre regioni: un progetto, sulla scorta di quello denominato “Re-Turn”, che nasce con l’obiettivo di creare le condizioni per il
mantenimento del acpitale umano
e la fuga dei cervelli. Che vede insieme Università, enti locali, centri di
innovazione di vari Paesi europei. A
casa nostra progetti che vanno in
questa direzione può essere considerato l’accordo di collaborazione
Campus Biomedico di Roma e Regione. Così come altri due campi
fertili potrebbero essere quello dell’infrastrutturazione digitale e del
data center potenzialmente realizzabile nell’ambito degli interventi
Eni in Val d’Agri.
[email protected]
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
10
Primo piano
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
LE INCHIESTE
Bonus elargiti a pioggia per i “mini” dirigenti dell’ente
A giudizio direttori e membri del nucleo di valutazione
A processo i premi risultato Arbea
Tra i beneficiari anche la moglie del sottosegretario De Filippo. Ancora aperto il filone sui manager
|
di LEO AMATO
POTENZA - Secondo la procura
contabile hanno elargito premi
produzione per oltre 100mila
euro come se fossero caramelle,
mentre l’ente veniva sanzionato e poi persino commissariato.
Per questo adesso dovrebbero
risarcirli. Sia i controllori, ovvero i membri del nucleo di valutazione; che i controllori dei
controllori,
ovvero i diretLA REPLICA
tori che li
hanno nominati.
Compariranno il prossimo 8 luglio
davanti al col«NOI valutiamo il lavoro legio
della
dei dirigenti, quello delle Corte dei conpoc è competenza loro, ti i vertici delnoi validiamo soltanto l’Agenzia requello che ci dicono, gionale per le
che è una cosa ben di- erogazioni in
versa». E’ quello che agricoltura,
sostiene Paolo Albano, soppressa da
avvocato e membro del meno di un
nucleo di valutazione mese ma dedell’Arpab assieme a stinata a far
Luigi Tardi e Andrea parlare di sé
Pellegrino. Per loro l’ac- chissà quancusa della procura con- to a lungo antabile del capoluogo è di cora.
non aver vegliato sulL’ex diretl’assegnazione dei pre- tore generale
mi di produttività ai “mini Gabriele di
dirgenti” dell’agenzia Mauro, l’atnonostante non risul- tuale Rocco
tassero prefissati degli Colangelo, e il
obiettivi. «Parliamo di commissario
un ente pagatore della pro-tempore
comunità europea - si Andrea Fredifende Albano - per cui schi e i memgli obiettivi vengono sta- bri del nucleo
biliti dalla legge. Tant’è di valutaziovero che sulla base di ne, Luigi Taruna nostra proposta nel di,
Andrea
2012 sono stati appro- Pellegrino e
vati, ma soltanto perché Paolo Albaprima la qualifica di ente no, devono ripagatore era venuta spondere di
meno ed è stato possi- un presunto
bile farlo».
danno erariale di oltre
108mila euro (39mila Di Mauro, 21mila Colangelo, 10mila
Freschi e 12mila a testa Tardi,
Pellegrino e Albano).
IL CASO DEI 209 REGIONALI
|
«Non stanno rubando»
La Uil difende le Po
Il sindacato: «Basta caccia alle streghe»
«Non spetta
a noi fissare
gli obiettivi»
La sede dell’Arbea, nel riquadro il pm Oricchio
Si tratta dei premi produttivi- quella legata all’inquadramentà incassati tra il 2007 e il 2012 to iniziale. In soldoni si parla di
dai “mini dirigenti” scelti tra i un aumento fisso sulla busta
dipendenti dell’agenzia per ri- paga, uguale a enne volte le
coprire le «posizioni organizza- somme accantonate per il botive complesse» previste all’in- nus annuale di produttività.
terno dell’ente. Sette o otto a seSecondo i pm contabili i diretconda del periodo. Tra i quali tori generali di Arbea non
anche la moglie del sottosegre- avrebbero nemmeno prefissato
tario alla Salute Vito De Filip- gli obiettivi necessari per valupo, in quegli anni a capo della tare a posteriori il lavoro svolto,
giunta regionale, che ne ha ri- per questo la gran parte dei
cevuti oltre 18mila.
108mila euro è stata addebitata
A lei come a tutti gli altri ri- a loro.
sulta elargito sempre il massiL’inchiesta condotta dai milimo previsto. Per la procura, tari del nucleo di polizia tribusenza accertare gli obiettivi taria ha preso le mosse nel 2010
raggiunti, se non attraverso al- da alcuni esposti sul magovercune «autorelazioni» in cui i di- no dell’Agenzia. Resta ancora
retti interessati illustravano il aperta, invece, quella sui premi
lavoro svolto.
corrisposti ai dirigenti in senso
Gli inquirenti della Corte dei stretto di Arpab come di altri 15
conti contestano anche i criteri enti regionali e società dipen«arbitrari» adottati per selezio- denti da via Verrastro, per cui
nare le persone a cui affidare nelle prossime settimane gli ingli incarichi in questione, che quirenti si accingono a inviare
già prevedono una retribuzio- gli inviti a dedurre per una quane «di posizione» da sommare a rantina di posizioni sospette.
«UNA demagogica demonizza- preparare la nuova programmazione dei dipendenti pubblici di zione 2014-2020. Siamo tutti
cui troppo spesso viene calpesta- chiamati a dare il meglio di noi
ta la dignità».
stessi e per questo siamo consaE’ quella che denunciano il se- pevoli che il sistema di valutaziogretario regionale Fp Uil Anto- ne va corretto, per rendere onore
nio Guglielmi, il segretario ai tanti che danno di più e per iniaziendale Mario Lorenzino e gli ziare un processo virtuoso che
rsu Rocco Giorgio, Vincenzo Bar- coinvolga e stimoli tutti i lavoraba e Luigi Brienza a proposito del- tori regionali, di tutte le categol’articolo sui premi facili per i rie. Allo stesso tempo ribadiamo,
“quasi dirigenti” di via Verrastro con altrettanta fermezza, che i tipubblicato sabato scorso dal Quo- tolari di Po (Posizione organizzatidiano. Al suo interno veniva evi- tiva) non stanno rubando nulla
denziato come su 210 giornalisti anzi, spesso, in assenza di dirie titolari di posizioni organizzati- genti o di altro personale contive a 209 è stato riconuano a sopperire a
nosciuto il massimo
tale carenza senza
del bonus, nonopercepire alcun instante la recente nodennizzo».
mina di un nucleo di
«Se non ci fossero
valutazione esterno.
questi lavoratori (...)
I sindacalisti spiecome pensa che la
gano che «alimentamacchina amminire la furia denigratostrativa possa andaria che si abbatte sui
re avanti?»Domandipendenti pubblici
dano i sindacalisti ricome una mandria
volti al direttore del
di sfaticati, centri di
Quotidiano.
sprechi e corruzio«Non premiare i
ne, non aiuta a capi- La Regione Basilicata
nullafacenti, sanziore ed a sgominare le
nare gli assenteisti,
inefficienze che ci sono».
portare rispetto e ridare dignità
«La Uil - aggiungono in una no- ed orgoglio alla grande maggiota diffusa ieri mattina - ha posto ranza dei dipendenti che lavorada tempo il tema della meritocra- no, valorizzare i meriti e le compezia, sapendo che questo significa tenze. Continuiamo a ribadirlo e
che le buste paga non potranno sollecitiamo, da un lato, la politiessere uguali per tutti (...) Noi vo- ca regionale a fare i dovuti passi
gliamo lavorare meglio e premia- in tal senso, e dall’altro, gli organi
re chi merita di più».
di informazione a prestare mag«Stiamo chiedendo con forza giore attenzione anche alla dignipropositiva di uscire dalla palu- tà ed ai meriti dei pubblici dipende, in una fase politico-ammini- denti. L’articolo lo vogliamo
strativa delicatissima, in cui ac- prendere come uno stimolo a fare
canto all’ordinario, ci sono da af- meglio, ma evitiamo la caccia alle
frontare tante emergenze e da streghe».
Rimborsopoli 2009/2010: archiviata solo la posizione di Di Lorenzo
Il pm contabile porta a giudizio 28 consiglieri
POTENZA - La Procura regionale della
Corte dei Conti della Basilicata ha depositato 28 inviti a comparire per altrettanti consiglieri regionali in carica tra il
2009 e il 2010 per la gestione dei rimborsi per le spese di segreteria e rappresentanza. Inclusi il presidente della giunta
regionale Marcello Pittella, il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, il deputato Vincenzo Folino, e i consiglieri
regionali in carica Michele Napoli,
Franco Mollica, oltre che il candidato
sindaco del capoluogo Roberto Falotico.
Nei prossimi giorni dovrebbe essere
fissata l’udeinza in cui dovranno cpomparire assieme a Emilia Simonetti, Donato salvatore, Rocco vita, Innocenzo
Loguercio, Nicola Pagliuca, Sergio La-
penna, Franco Mattia, Antonio Di Sanza, Vincenzo Santochirico, Gennaro
Straziuso, Adeltina Salierno, Rosa Mastrosimone, Luigi Scaglione, Antonio
Autilio, Nino Carelli, Prospero De Franchi, Antonio Flovilla, Agatino Mancusi,
Gaetano Fierro, Giacomo Nardiello,
Vincenzo viti e Antonio Potenza.
Il danno erariale ipotizzato nei loto
confronti è di circa 300 mila euro in totale, per chi 2.500 euro e per chi 35mila e
rotti.
L’unica posizione archiviata tra quelle dei 29 destinatari dell’invito a dedurre
notificato alla fine di novembre dell’anno scorso è stata quella di Pasquale Di
Lorenzo, a cui venivano contestati solo
900 euro di rimborsi indebiti.
«Sono felice per me e per la mia fami-
glia e soprattutto per quanti in tanti anni di attività politica mi hanno riposto la
loro fiducia e sempre fiducioso nell’operato della magistratura che ha il dovere
di indagare e dissolvere ogni minimo
dubbio su chi ha avuto l ‘onore e l ‘onere
di rappresentare i cittadini nella cosa
pubblica» ha dichiarato Di Lorenzo.
Il Pm regionale Michele Oricchio ha
motivato il provvedimento di archiviazione sostenendo che «dalle controdeduzioni scritte ed orali presentate con
allegata documentazione (...) ritiene che
tali spese possano ragionevolmente
considerarsi direttamente riconducibili all’attività istituzionale dello stesso in
quanto coeve a specifiche attività politico – amministrative svolte da Pasquale
Di Lorenzo in quel ristretto periodi di
tempo coincidente anche con la preparazione della campagna elettorale per il
rinnovo del consiglio comunale di Matera. Del resto l’episocidità di due rimborsi
originariamente contestati e il loro complessivo ammontare –inferiore a mille
euro-induce a ritenere che , anche sotto i
l profilo soggettivo, non possa parlarsi
di condotta inescusabile negligente».
Pasquale
Di Lorenzo
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Primo piano
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
FAIDA DEL VULTURE
11
Le rivelazioni dell’ultimo pentito dei Cassotta
Loconsolo ammette l’omicidio del “cantante”
«Ho ucciso io Giancarlo Tetta»
Nei primi verbali di fronte agli investigatori si era chiamato fuori, poi la marcia indietro
di LEO AMATO
POTENZA - A sparare a Giacarlo Tetta, ad aprile del
2008, sarebbe stato proprio
lui: un colpo al petto e in testa
il resto del caricatore. Per andare sul sicuro.
E’ quanto ha raccontato
agli inquirenti Saverio Loconsolo, 35enne di Melfi considerato a lungo uno dei colonnelli del clan Cassotta,
che da quest’estate ha iniziato a collaborare con la giustizia.
La sua confessione di fronte agli investigatori dell’antimafia di Potenza sarebbe
arrivata soltanto in un secondo momento. All’inizio
infatti aveva preso le distanze dall’accaduto, salvo fare
marcia indietro subito dopo
e vuotare il sacco una volta
per tutte.
Fin da principio gli investigatori si erano convinti
che l’omicidio di Giancarlo
Tetta, soprannominato il
“cantante” e cugino del boss
Rocchino Delli Gatti, ucciso
a colpi di Kalashnikov a novembre del 2002, fosse da inserire nell’ambito della faida
tra il clan Cassotta e i Di Muro-Delli Gatti.
Lo stesso Loconsolo era
stato accusato di aver avuto
un ruolo nell’agguato, ma in
seguito era stato prosciolto
dal gup e a nulla erano servite le parole di un altro collaboratore di giustizia, Alessandro D’Amato, che l’aveva
indicato come il palo del
“commando”entrato in azio-
La polizia vicino al corpo di Giancarlo Tetta. Nei riquadri in alto Loconsolo, sotto la vittima
ne.
Loconsolo è stato condannato di recente a 10 anni in
appello per associazione mafiosa ed estorsione ed era stato arrestato a febbraio del
2010 a Santo Domingo gra-
zia a un’operazione condotta
dagli agenti della Squadra
mobile di Potenza con la collaborazione dell’Interpol.
L’omicidio Tetta viene
considerata la ritorsione del
clan Cassotta dopo l’assassi-
|
LA prima Commissione consiliare Affari Istituzionali, presieduta
da Vito Santarsiero (Pd), ha approvato, ieri, la proposta di legge
di modifica della legge in materia
di nomina dei componenti dei collegi dei revisori dei conti degli enti pubblici.
Il progetto legislativo, frutto
della sintesi di due proposte di
legge d’iniziativa, la prima, del
consigliere Rosa (Lb-Fdi) e la seconda, dei consiglieri Cifarelli e
Robortella (Pd), è stato approvato
a maggioranza con il
voto favorevole di
Santarsiero, Robortella e Spada (Pd),
Pietrantuono (Psi),
Bradascio (Pp) e Romaniello (Sel). Si sono astenuti i consiglieri Napoli (Pdl-Fi)
e Perrino (M5s); contrario il consigliere
Galante (Ri).
«Il progetto legislativo – ha spiegato il presidente
Santarsiero - si pone l’obiettivo di
permettere l’accesso agli elenchi
dei revisori anche a quei professionisti con età inferiore a 35 anni
e che non abbiano un’esperienza
triennale. Per tutti coloro che superano i 35 anni di età ridotto, da 5
Disegno
di legge
per ridurrre
i requisiti
d’età
nio di Marco Ugo, fratello
maggiore del boss Massimo,
in un casale nella periferia
della città federiciana, nell’estate del 2007. Giancarlo
Tetta sarebbe stato considerato responsabile per l’as-
LA RIFORMA
sassinio di Marco Ugo, per
questo è scattata nei suoi
confronti. Ma a distanza di
due anni è arrivato il pentimento di Alessandro D’Amato, che ha raccontato di
aver fatto parte del gruppo
|
Revisori dei conti
«Aprire ai più giovani»
L’ingresso del palazzo della giunta regionale
a 3, il numero degli anni richiesti
di esperienza maturata nello svolgimento di incarichi di revisori
presso enti pubblici».
In particolare, la normativa licenziata dalla commissione prevede che la nomina dei componenti dei collegi dei revisori dei
conti nei vari enti e aziende regionali avvenga mediante estrazio-
di fuoco di quelli del Castello
e di aver ucciso il boss per
suggellare il suo passaggio
da un clan all’altro, per un
problema di poche migliaia
di euro.
Loconsolo era stato arrestato qualche giorno dopo la
morte di Tetta ma due settimane più tardi il Tribunale
del riesame non ha riscontrato la presenza dei gravi
indizi di colpa nei suoi confronti rimandandolo in libertà. A questo punto però
sarebbe stato lui a decidere di
cambiare aria, forse temendo di subire ritorsioni, come
poi ha D’Amato ha confermato che stava per accadere.
Nel suo itinerario americano Loconsolo avrebbe fatto una prima tappa dai familiari della moglie in Venezuela, per poi raggiungere
la madre a Santo Domingo
dove avrebbe alcune proprietà. Qui sarebbero arrivate
anche la moglie e i due bambini, e lui si era dato da fare
come manovale prima di lasciare a causa «del suo brutto carattere».
Nelle sue dichiarazioni
agli inquirenti Loconsolo
avrebbe fatto il nome anche
di un complice che l’ha accompagnato sul luogo dell’agguato a Giancarlo Tetta e
di chi gli ha fornito la pistola
calibro 7,65 utilizzata per fare fuoco. Accuse per cui prosegue ancora oggi la caccia
ai riscontri da parte degli investigatori dell’Antimafia
coordinati dal pm Francesco
Basentini.
ne da un elenco nel quale possono
essere inseriti, a richiesta, i soggetti che abbiano tre requisiti: l’iscrizione nel registro dei revisori
legali; esperienza almeno triennale maturata nello svolgimento
di incarichi di revisione dei conti
presso enti pubblici, enti del servizio sanitario, università pubbliche o aziende di trasporto locale di
rilevante interesse in ambito regionale o, in alternativa, esperienza almeno triennale maturata nello svolgimento di incarichi
di pari durata presso enti con analoghe caratteristiche, di responsabile dei servizi economici e finanziari; l’acquisizione di almeno dieci crediti formativi in materia di contabilità pubblica matu-
rati nel triennio precedente. Laddove il Collegio è composto da almeno tre membri, uno dei componenti effettivi e uno dei supplenti
devono essere estratti da un elenco speciale nel quale sono inseriti,
a richiesta, i soggetti che siano in
possesso dei requisiti relativi all’iscrizione nel registro dei revisori,
abbiano acquisito almeno dieci
crediti formativi ed abbiano un’età inferiore a 35 anni.
Il consigliere Perrino (M5s)
precedentemente aveva presentato un emendamento,
non accolto dalla
commissione, con il
quale proponeva di
eliminare il limite di
età per l’iscrizione
nell’elenco speciale.
Sono intervenuti
nel dibattito oltre al
presidente Santarsiero, i consiglieri
Rosa, Cifarelli, Romaniello, Spada, Napoli, Perrino e Galante.
Hanno partecipato ai lavori della Commissione i consiglieri Santarsiero, Cifarelli, Robortella e
Spada (Pd), Rosa (Lb-Fdi), Romaniello (Sel), Napoli (Pdl-Fi), Perrino (M5s), Galante (Ri) e Pace
(Gm).
Diminiuti
anche
gli anni
di pratica
necessari
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
12
Primo piano
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
AMBIENTE
Irricevibili anche
i ricorsi del Comune
di Melfi sulla questione
dei terreni
ancora da bonificare
di VALERIO PANETTERI
POTENZA - Appelli respinti, sia quello della
Fenice Edf sia il ricorso incidentale del Comune di Melfi. È la sentenza del Consiglio di
Stato che mette una pietra sopra una vicenda che parte dallo sversamento di acque contaminate nei territori adiacenti l’inceneritore di Melfi e culminata nel 2013 con una sentenza del Tar lucano che in sostanza accoglieva il ricorso dell’azienda sulla responsabilità e i siti da bonificare. Dunque è bene
partire dalla sentenza del Tar che ha stabilito: «Per ordinare alla Fenice l’estensione dell’ubicazione dei punti di indagine anche sui
terreni di proprietà altrui, posti a valle (...)
devono prima nuovamente accertare il superamento dei valori di concentrazione soglia di contaminazione nelle acque sotterranee dei predetti terreni confinanti». In pratica Fenice non
è responsabile della bonifica
delle acque contaminate al di
fuori il terreno di proprietà
della società. I rilievi di Fenice Edf però erano molti più e
solo due in quella sentenza
sono stati accolti: il primo è
quello che riguarda l’estensione dell’area di indagine e il
secondo invece sul divieto di utilizzo di acqua demineralizzata nei pozzi di ricarica
della falda, nella zona tra la barriera idraulica creata per mettere in sicurezza l’area
dell’impianto, con la realizzazione di una serie di pozzi da dove viene estratta in continuo
l’acqua sotterranea, e i pozzi di monitoraggio del Vulture Melfese esistenti nell’area
dell’impianto prima della scoperta dell’inquinamento. Le cose poi sono cambiate, alla
fine la responsabilità della bonifica dei terreni al di fuori della proprietà del gruppo transalpino è finita in mano al Comune di Melfi,
così come stabilito dalla nuova Aia licenziata
dalla Giunta Pittella, che di fatto permette a
Fenice di continuare a bruciare rifiuti.
E il consiglio di stato, in effetti, non smuove nulla e lascia tutto così come era. Il ricorso
infatti è irricevibile, in quanto non c’è stata
«l’erronea utilizzazione, come obiettivo della bonifica, del parametro delle concentrazioni di soglia di contaminazione invece di
quello delle concentrazioni soglia di rischio». Fenice nel ricorso si sarebbe appellata ai parametri considerati che di fatto al tavolo tecnico avrebbero portato al respingimento del progetto di messa in sicurezza
presentato da Fenice nel 2011 dove veniva
Non c’è
bisogno
di ulteriori
controlli
Inquinamento Fenice
Il ricorso è respinto
Il Consiglio di Stato si è espresso sulle osservazioni della società
in merito agli sversamenti di acque contaminate nelle falde
anche ribadito l’obbligo di “adottare tutte le
misure idonee a garantire il rispetto delle
Csc delle acque sotterranee.
Ma a “vincere”non è neanche il Comune di
Melfi che anzi incassa l’infondatezza in merito alle osservazioni sull’estensione dell’ubicazione dei punti di indagine anche al di
fuori della proprietà in questione. Per il Consiglio di Stato non ci sarebbe ragione di andare a guardare anche su quei terreni “tenuto conto della fisiologica riduzione delle concentrazioni e della tempestiva eliminazione
della causa della contaminazione”. Stesso
vale per l’appello di contestazione sulla perimetrazione delle aree da bonificare in quanto “la Fenice ha dimostrato di aver individuato per ogni contaminante le relative aree
di delimitazione suddivise per singolo acquifero”. E infine respinta anche la contestazione sulla prescrizione che aveva imposto un’attività di monitoraggio delle acque
in corrispondenza di tutti i punti disponibili
a cadenza mensile. E anche in questo caso i
giudici si rifanno alla relazione dell’inge-
gnere Di Molfetta, consulente tecnico di Fenice, che aveva stabilito la sufficienza delle
attività di monitoraggio dei pozzi della barriera idraulica. Non c’è bisogno, quindi, di
ulteriori ed “onerosi” interventi di questo tipo. Nessuna vittoria quindi, Fenice dovrà
badare soltanto ai suoi terreni, monitorandoli come ha sempre fatto, senza interventi
aggiunti, così come ribadito dal comune di
Melfi.
v. [email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sull’inceneritore di Melfi resa pubblica soltanto la delibera di giunta, poi il silenzio
Che fine hanno fatto le prescrizioni dell’Aia ?
Nella foto:
L’assessore
all’Ambiente
della Regione
Basilicata
Aldo
Berlinguer
POTENZA
L’Autorizzazione
integrata
ambientale licenziata dalla
Regione Basilicata riguardo
Fenice è una
realtà. Solo pochi giorni fa si parlava di prescrizioni molto restrittive, oltre
130, che addirittura hanno fatto dire all’assessore all’ambiente Berlinguer che con questo tipo di Aia «forse anche all’Ilva
non si sarebbe arrivati alla situazione attuale». Dunque
l’Aia arriva dopo un’altra sentenza del Tar che obbligava la
Regione a pronunciarsi. Il risultato è stato che Fenice potrà
continuare a dare lavoro ai suoi
circa 50 dipendenti e a bruciare
rifiuti nelle sue due linee. E per
il principio di trasparenza la delibera regionale, così come si fa
ormai da anni, è finita sul sito
web della Regione e incorporata anche su sito del sito web del
Comune di Melfi. Peccato che
del noto allegato A, quello che
contiene la lista di osservazioni, se ne è persa traccia.
O meglio, non è nota con precisione la sequela di prescrizioni imposte da Fenice, nonostante la questione sia stata già lungamente approvata. Di quello
che è contenuto nell’allegato se
ne è già parlato, ma non di tutto.
Entro due mesi Fenice dovrà
preparare e trasmettere agli uffici di compatibilità ambientale
regionale, all'ufficio ambiente
della provincia e all'Arpab un
“protocollo di gestione dei rifiu-
ti” che sarà valutato dagli enti.
In questo protocollo dovranno
esserci tutte le procedure adottate a partire dalle caratterizzazioni preliminari.
In pratica Fenice dovrà descrivere tutto: conferimento,
accettazione, congedo dell'automezzo, tempi e modalità di
stoccaggio dei rifiuti fino a fine
trattamento, le procedure di
trattamento anche sanitarie e
le procedure di miscelazione di
rifiuti pericolosi, caratteristiche chimiche delle miscele prima dell'ingresso ai forni e le
procedure di registrazione di
carico e scarico dei rifiuti fino
alle modalità di gestione delle
annotazioni sulle anomalie.
Per quanto riguarda le emissioni invece viene stabilito il valore limite del 20%, riducendo
di fatto le soglie di attenzione. A
questo proposito Fenice dovrà
registrare i dati in tempo reale,
compresi quelli del sistema automatico. Ma nell'Aia viene anche predisposto uno studio di
sorveglianza ambientale e sanitaria in relazioni alle emissioni
di sostanze inquinanti.
Entro sei mesi invece Fenice è
tenuta ad installare una stazione meteorologica e una di monitoraggio dell'aria all'interno
dello stabilimento. Per quanto
riguarda invece la trasparenza: Fenice Ambiente Srl dovrà
realizzare in sei mesi all'Urp dei
comuni di Melfi e Lavello due
punti aperti al pubblico ed un sito web per la verifica degli inquinanti immessi nell'aria.
Tra le altre cose sono state accolte le istanze del comune di
Melfi riguardo l'acquisizione
dei dati provenienti dal sistema
di monitoraggio prima di ogni
attività di elaborazione svolta
dal gestore stesso, al rifacimento delle reti interrate, ormai obsolete e potenzialmente pericolose, e un organico, composto
da sette unità specializzate, addette al corretto funzionamento degli impianti. In totale le
prescrizioni sarebbero oltre
130, ma non si tratta di un provvedimento “definitivo” sulla
questione inquinamento ambientale. In tutto questo vanno
inserite anche le possibili sanzioni a cui potrebbe incorrere la
società in caso di mancato rispetto di anche un solo parametro. E poi?
v. p.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Primo piano
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
13
Nella regione non esistono piani sulle estrazioni e la regione non ci guadagna nulla
In Basilicata le cave valgono zero
Lo svela il rapporto di Legambiente
A sinistra una parte degli impianti di fenice, in alto: una cava in Puglia
|
FOCUS
|
Piano ambientale Ilva
Il 2 maggio il parere
della Corte dei Conti
L’Ilva di Taranto
TARANTO - Il parere della
Corte dei Conti sul piano ambientale dell’Ilva sarà espresso entro il 2 maggio. Ancora
un rinvio quindi, visto che l’attesa della registrazione del
Dpcm - varato dal Governo a
metà marzo - era per ieri. La
notizia che entro il 2 maggio la
Corte dei Conti si pronuncerà
formalmente è arrivata mentre era in corso a Palazzo Chigi
il vertice sull'Ilva, presenti il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano
Delrio, il ministro dello Sviluppo economico, Federica
Guidi, il capo di gabinetto del
ministero dell’Ambiente, il
commissario dell’Ilva, Enrico
Bondi, il sub commissario,
Edo Ronchi.
L’incontro è servito a fare il
punto della situazione in ordine sia al piano ambientale che
a quello industriale, due piani
strettamente concatenati fra
loro. Dalla presentazione del
piano industriale, inoltre, di-
pende anche l'aumento di capitale dell’Ilva che è lo strumento con cui i commissari
dell’azienda intendono finanziare il risanamento e il rilancio dello stabilimento tarantino. Poichè l’Ilva sta attraversando una crisi di liquidità
molto pesante e ci sono tutte le
scadenze dell’Aia - l’Autorizzazione integrata ambientale
da rispettare - è evidente l’urgenza e il rilievo che i commissari pongono sull'aumento di
capitale. Intanto secondo fonti sindacali dall’1 maggio e per
una settimana si fermeranno i
tubifici 1 e 2 del siderurgico in
quanto non ci sono ordini di
lavoro da eseguire. Non è la
prima volta, in questi ultimi
mesi, che c'è lo stop dei tubifici
proprio per l'assenza di commesse. Resta infine confermato per domani pomeriggio l’incontro a Taranto tra sindacati
e azienda, rappresentata dal
responsabile delle relazioni
industriali, Enrico Martino.
PETROLIO
Risparmio
energetico
nella Valle
del Sauro
NELLA Valle del
Sauro, area interna tra le province di
Potenza e Matera
dove si trova il secondo giacimento
petrolifero
della
Basilicata, si attuerà un progetto per il
risparmio e l’efficientamento energetico da parte della Sel (Società
Energetica Lucana) e della Total,
l’operatore che andrà in produzione
dal 2016 con l’estrazione di greggio e gas.
L’obiettivo è costruire un modello
di efficienza energetica da replicare
anche nelle altre
aree della regione
e nel resto del Paese. Con il supporto
della Total, la Sel
ha avviato un’analisi sul patrimonio
immobiliare pubblico e privato dei
territori di Corleto
Perticara, Guardia
Perticara e Gorgoglione, finalizzata
ad individuare gli
interventi di efficientamento energetico più efficaci
sia in termini economici sia in termini ambientali.
Lo studio s'inserisce nell’attività di
pianificazione
energetica locale
che la Società
Energetica Lucana sta svolgendo
con il “Patto dei
Sindaci” per raggiungere e superare gli ambiziosi
obiettivi dell’Europa 20-20-20.
Anche quando si parla di cave l'Italia si divide. A livello normativo, la situazione è leggermente migliore al centro-nord, dove il quadro
delle regole è in gran parte completo, con Piani cava (lo strumento che indica le quantità di
materiale estraibile e le aree dove è consentita
l’attività di cava) periodicamente aggiornati,
mentre non vi sono Piani in vigore in Veneto,
Abruzzo, Molise, Sardegna, Friuli Venezia
Giulia, Lazio, Sicilia, Calabria e Basilicata. Il
Piemonte ha solamente Piani di indirizzo e rimanda alle Province l’approvazione del Piano.
Lo rileva il “Rapporto cave 2014”di Legambiente, registrando una situazione di incertezza che lascia tutto il potere decisionale in
mano a chi concede le autorizzazioni. Considerando il peso che interessi economici e criminalità organizzata, in particolare nel Mezzogiorno, hanno nella gestione del ciclo del
cemento e nel controllo della aree cava, sottolinea Legambiente, è necessario correre ai ripari e regolamentare il settore.
Prelevare e vendere materie prime del territorio è un’attività altamente redditizia eppure i canoni di concessione pagati da chi cava sono spesso irrisori, se non inesistenti. In
media infatti, si paga il 3,5% del prezzo di vendita degli inerti ma esistono situazioni limite
come nel Lazio, in Valle d’Aosta e in Puglia dove il prelievo degli inerti costa solo pochi centesimi e regioni come Basilicata e Sardegna
dove si cava addirittura gratis. E in Basilicata
di cave attive ce ne sono 61, 32 invece sono abbandonate. Ma nel rapporto si dice altro: su
804mila tonnellate di sabbia e ghiaia estratta
in basilicata quanto si guadagna? Zero. E si
potrebbero invece guadagnare circa due milioni e mezzo di euro. Ma non solo sabbia e
ghiaia: nella nostra regione si estraggono
34mila tonnellate di pietre ornamentali e
375mila tonnellate di argilla, tutte gratis.
Le entrate degli enti pubblici attraverso i
canoni di prelievo, rileva Legambiente, sono
dunque ridicole in confronto ai guadagni del
settore: il totale nazionale dei canoni pagati
nelle diverse regioni, per sabbia e ghiaia, è arrivato nel 2012 a 34,5 milioni di euro, mentre
il ricavato annuo dei cavatori risulta pari a un
miliardo di euro.
Ad emergere è una netta differenza tra ciò
che viene richiesto e incassato dagli enti pubblici e il volume d’affari generato dalle attività estrattive in tutte le regioni, in quelle dove
canone richiesto non arrivano nemmeno ad
un decimo del loro prezzo di vendita. «In un
periodo di tagli alla spesa pubblica - dichiara
il vice presidente di Legambiente Edoardo
Zanchini - è inaccettabile che un settore tanto
rilevante da un punto di vista economico e
ambientale venga completamente trascurato dalla politica nazionale. E’ possibile creare
filiere innovative di lavoro e ricerca applicata, ridurre il prelievo di cava attraverso il recupero di materiali e aggregati provenienti
dall’edilizia e da altri processi produttivi, ma
serve intervenire su una normativa nazionale vecchia di quasi 90 anni, per ripristinare legalità, trasparenza e tutela».
Raggiungere questi obiettivi in tempi brevi, secondo Legambiente è possibile, e per
questo l’associazione chiede: di rafforzare tutela del territorio e legalità (attraverso controlli, individuazione delle aree da escludere
e delle modalità di escavazione, obbligo di valutazione di impatto ambientale, ecc.); aumentare i canoni di concessione per equilibrare i guadagni pubblici e privati e tutelare il
paesaggio (gli attuali 34,5 milioni di euro
guadagnati dalle regioni italiane per l’estrazione di sabbia e ghiaia, potrebbero diventare
ben 239 milioni, se fossero applicati i canoni
in vigore nel Regno Unito; in Sardegna si potrebbe passare da 0 a 17 milioni di euro); spingere l’utilizzo di materiali riciclati nell’industria delle costruzioni.
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
14
Primo piano
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
VERSO
LA LEGAPRO
Fervono i preparativi
L’attesa è importante
per l’appuntamento
con la promozione
di FRANCESCO CALIA
ENTUSIASMO continuamente in crescita in città. Si attende solamente l’arrivo
di domenica pomeriggio, intorno alle
17, quando il campionato avrà dato i suoi
verdetti, o meglio il suo verdetto, quel risultato che tutti aspettano, il ritorno tra i
professionisti del Matera, ma soprattutto l’approdo nella serie C unica, quella
che, quale terza serie nazionale, manca
nella città dei Sassi da 24 lunghissimi
anni.
Al XXI Settembre “Franco Salerno” la
voglia di festa è grandissima, i preparativi sono nel vivo e tutto l’ambiente sprizza gioia. Bisognerò confermare sul campo tutte le buone intenzioni, ma sicuramente un ambiente che viaggia verso
un’unica direzione ha il dovere di raggiungere l’obiettivo individuato, dopo tante peripezie, tante difficoltà, tanti
anni e soprattutto, una
rincorsa a quel primo posto lunga un sogno, materializzata con il ritorno in
panchina di Cosco e la definitiva creazione di un
gruppo squadra stupendo
all’interno degli spogliatoi.
Domenica
l’appuntamento è con la storia e nessuno vuole
mancare, tanto che già da domani sarà
possibile acquistare i biglietti per assistere alla gara contro il Manfredonia,
giorno in cui è previsto davvero il tutto
esaurito e con l’ipotesi che i tagliandi
possano terminare anche prima del fischio d’inizio. Uno stadio che si colorerà
completamente di bianco e azzurro con
diverse iniziative pronte ad essere lanciate. I gruppi organizzati sono pronti a
regalare una coreografia da brividi, top
secret, ma con la garanzia di vedere nuovamente un impatto devastante e superaltivo; mentre altri sostenitori hanno
lanciato l’idea di appendere dai balconi di
ogni abitazione una sciarpa o una bandiera biancazzurra, per colorare l’intera
città, dare un tocco di partecipazione comune al raggiungimento di un sogno e
stringersi attorno a capitan Fernandez e
compagni in maniera ancor più viscera-
L’under Tundo
torna in campo
A disposizione
di Cosco per il
Manfredonia
Lo spettacolo offerto dai tifosi del Matera pronti a “godere” della vittoria dei biancazzurri, che vorrebbe dire Lega Pro Unica
I tifosi pronti
per la festa
Gli ultras studiano la grande coreografia
Si va verso il tutto esaurito al “Franco Salerno”
le e unica, in una bolgia di emozioni e
sensazioni positive.
La squadra, dal canto suo, è tornata in
campo con grande determinazione, voglia e concentrazione. Parte atletica e
partitelle a metà campo hanno inframezzato una seduta prettamente di scarico
post Massaquano, con i titolari di domenica scorsa che hanno lavorato, invece, a
parte rispetto al resto del gruppo. Questo è il momento in cui ogni dettaglio deve essere preso in considerazione, ma anche la parte di stagione in cui non è giusto dover stravolgere il lavoro svolto sino a questo momento. Quindi poco spazio alle novità, ma settimana sarà tutta
costellata dal normale programma di allenamenti, con la partitella del giovedì
prevista per domani, sempre con la juniores, ma solamente posticipata alle
16.
Nota molto positiva, il rientro di Tundo, che non si è allenato con il resto dei
suoi compagni, ma ha iniziato a svolgere
alcuni esercizi con il pallone, dimostrando di essere comunque sulla via del completo rientro tra i ranghi e dunque, con
molta probabilità, a disposizione di mister Cosco per la gara contro il Manfredonia di domenica, per permettere al tecnico molisano di avere a disposizione
qualunque tipo di scelta, anche in termini di under, per la gara che decide la stagione.
Lo spirito è quello giusto, il momento
di forma è ottimale, la squadra risponde
bene ad ogni stimolo che arriva dallo
staff tecnico, la festa si avvicina. Certamente si dovrà andare in campo con la
giusta determinazione e, a ricordarlo,
sono proprio i tifosi, accorsi in buon numero al XXI Settembre “Franco Salerno”
e più volte pronti ad incitare il patron Columella, il tecnico Cosco e l’intera squadra, a ritmo di «Riprendiamoci questa
serie C». Il count down verso l’ultima sfida è iniziato, Matera freme per partecipare all’appuntamento con la storia.
[email protected]
SARO’ FRANCO... Il sogno inizia a materalizzarsi
«Possiamo dirlo: Ci siamo»
di FRANCO BRUNO
Totò Letizia
dopo il gol
dell’1-0
realizzato
contro
il Real Vico
IL SORRISO della squadra di
Cosco e Columella battendo il
Real Hyria, ha suscitato una
tempesta dentro Taranto,
che crollava con il Marcianise.
Ebbene, i calciatori del Matera con gli occhi
rossi, a fine partita nello stadio di Massaquano. Non solo per le lacrime di gioia. Con i numerosi tifosi biancoazzurri, che saltano il recinto, stropicciandosi vestiti, rischiando dolori, per quanto visto sul campo di gioco, finalmente materializzarsi un sogno.
I biancoazzurri della città dei Sassi di Matera non sbagliano la partita che poteva sembrare facile, vizio che tante volte ha “fregato”
sul più bello. Poi, Roselli e Iannini, insieme a
Letizia, che francamente, voglio dire che,
quando Picci è marcato duramente, ci pensano loro in campo a piegare le ginocchia al portiere avversario. Come domenica, segnando
tre reti, eurogol che ci permettono di ripren-
derci saldamente la testa della classifica. Un
numero che fa sbarrare gli occhi a chi ci insegue. E, poi diciamolo insieme con franchezza:
«Siamo con un piede e mezzo in Lega Pro». La
città di Matera se lo merita. La svolta così inaspettata ora c’è, quella ventata d’aria nuova dopo tanti dolori, soprattutto economici, il presidente
Columella merita tutto l’entusiasmo dei pallonari materani, compreso me. Le autorità locali devono scendere dalle sedie gestatorie
e rimettersi in gioco per rinnovare, rafforzare, sostenere le operazioni per aprire un nuovo tessuto
calcistico, che affronterà il prossimo campionato tra i professionisti. Il dinamico Columella si merita il sostegno da questa
città della cultura. Oggi, il patron biancoazzurro ha gestito senza l’avallo di nessuno, nel
bene e nel male. La sua risposta è chiara “in toto” il Matera calcio è in serie C. Ma che significa per la città di Matera?
Parlando con tanti tifosi, perché Franco, vive tra i tifosi, ascolta le loro emozioni, qualche
volta anche la loro rabbia, ma fa parte del gioco del calcio, che è un elemento di affetto, di
amore verso i colori della propria città. Credono nel presidente Columella. Essi
dicono che l’anno in corso per il
Matera calcio non è stata un’annata normale. Si è visto e si vede dalle
gradinate dalla tribuna che ogni
domenica si innalza al cielo un alto coro di popolo che sembra quasi
un sacrilego «Serie C, oh Cosco oh
Columella portateci in C». Questi
sono le urla che sento e che vedo
con i miei occhi la domenica dalla
tribuna stampa. Il nostro vantaggio lo dovremo confermare domenica contro il Manfredonia. E domenica sarà una grande giornata
di festa per la città di Matera, buttando a mare
le chiacchiere noiose dei tarantini.
[email protected]
Domenica
il brindisi finale
la presenza
sarà d’obbligo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BIGLIETTERIA
Da domani
la prevendita
BIGLIETTERIA attiva sin da
domani, giovedì 1 maggio.
La società biancazzurra ha
deciso di mettere immediatamente a disposizione i
botteghini dello stadio XXI
Settembre “Franco Salerno” per permettere a chiunque di partecipare alla festa
di domenica. Gli orari, sino a
sabato, saranno i medesimi, dalle 9 della mattina sino
alle 13; mentre nel pomeriggio dalle 16 alle 19. Domenica, invece, apertura dalle 9
sino ad inizio gara. I botteghini attivi saranno quelli
della Tribuna centrale dello
stadio e permetteranno l’acquisto dei tagliandi ai prezzi
scelti sino da inizio stagione
dal Matera: 12 euro per la
Tribuna centrale (coperta),
8 euro per le tribune laterali
e 5 euro per la gradinata.
[email protected]
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Primo piano
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
15
In un libro curato dallo storico Vittorio Sebastiani testimonianze e fotografie
raccolte dall’esercito britannico e rimaste chiuse negli archivi militari per decenni
La resistenza? Iniziò a Matera
Settanta anni dopo un dossier inglese fa luce sullo scontro con i nazisti
di ANTONELLO GRASSI
Fu vera resistenza? Sono passati
settanta anni dal giorno in cui puntando, per la prima volta, le
armi verso gli italiani - l’esercito
tedesco decise di alzare il tiro contro la popolazione del nostro Paese. Accadde a Matera il 21 settembre del 1943. Neanche due settimane prima Badoglio aveva siglato l’armistizio con gli americani, ormai padroni della Sicilia e
pronti a risalire, anche grazie allo sbarco di Taranto, la Penisola
occupata (in via precauzionale,
dopo la caduta del fascismo) dalle
truppe naziste. Settanta anni: eppure il giudizio su ciò che davvero avvenne nella città dei Sassi
non è ancora concluso. Gli storici
locali continuano a dividersi tra
coloro che danno un’interpretazione minimalista dei fatti, come
se quegli episodi fossero la conseguenza occasionale di circostanze fatali; e chi, invece, vede nella
tragica sequenza di morte che segnò quel pomeriggio materano
l’esito di un disegno preciso (da
un lato la messa in opera del cosiddetto piano Kesselring, dall’altro la consapevole ribellione di
un popolo esasperato). Vittorio
Sebastiani non ha dubbi da che
parte stare. A suo giudizio (e per
la verità non soltanto suo, Sebastiani cita tra gli altri Giorgio
Bocca), quello di Matera fu il primo vero atto di insurrezione italiana contro le truppe di occupazione. Questa tesi, alla quale lo
storico ha dedicato decenni di
studi e ricerche, sarebbe ora provata anche documentalmente
grazie alla traduzione (a cura dello stesso Sebastiani) di un rapporto realizzato dall’Esercito britannico appena un anno dopo
l’eccidio. Una relazione, quella
redatta nel 1944 dal capitano
William James Hutchins che ha,
significativamente, per titolo
“Matera Atrocities are murders”
(Le atrocità di Matera sono degli
assassinii), e che è il risultato di
un’indagine accuratissima svolta sul posto mettendo insieme documenti pubblici e privati di prima mano e assemblando una settantina di testimonianze tra coloro che avevano avuto viva parte ai
fatti. La storia di questo rapporto
è, a sua volta, emblematica: essendo venuto alla luce, quasi per
caso, nella sede della Procura militare a Palazzo Cesi-Gaddi a Roma, e quindi reso pubblico, soltanto negli anni Novanta, in occasione del processo al criminale
nazista Erik Priebke. A parlare,
nel documento top secret, che ha
anche una interessantissima sezione fotografica, sono alti ufficiali britannici e soprattutto i
tanti materani chiamati a testimoniare . Ne viene fuori un’istantanea di Matera 1944 di grande
interesse sociologico, forse al di
là delle intenzioni dello storico, il
quale è interessato soprattutto a
dare i giusto valore a quello che
lui definisce un episodio esemplare “per la storia della città, del
Mezzogiorno e dell’Italia”.
Sulla base di questa ricca documentazione Sebastiani ricostruisce gli avvenimenti del 21 settembre e li reinterpreta in un quadro
nel quale, avverte, pesano “fatti
storici locali, nazionali e internazionali che si influenzano reciprocamente”. Nell’autunno del
’43, a detta dello storico, Matera
rappresenta per i nazisti uno snodo strategico. Qui il maggiore
Wolf Werner Graf von der Schulemburg agisce alle dirette dipendenze di Kesselring, il feldmaresciallo al quale si deve il
sanguinario Piano Achse: un
piano che prevede misure anche
terroristiche (come i fatti, dopo
Matera, si incaricheranno di dimostrare) “allo scopo di sottomettere le popolazioni e rallentare l’avanzata verso la Germania
dell’esercito anglo-americano”,
una parte del quale avrebbe dovuto raggiungere, passando per
Matera, la linea Gustav. Ed ecco
che l’episodio materano che dà il
via alle stragi (due tedeschi uccisi
in una gioielleria, dopo un alter-
co, dai soldati italiani), acquista
una nuova luce. Ciò che accade
dopo lo scontro a fuoco (i nazisti
faranno saltare l’edificio della
Milizia causando la morte di sedici persone tra cui un ragazzo, e
poi uccideranno a colpi di mitra
gli impiegati del palazzo dell’Energia elettrica) darà vita a una
ribellione spontanea. Quella
“reazione armata, improvvisa e
non organizzata impedì ai tedeschi di realizzare i loro scopi, tra i
quali quello di far saltare il Palazzo del Governo, le caserme delle
forze dell’ordine, gli uffici pubblici della comunicazione”. Fu dunque resistenza vera? Sebastiani
non ha dubbi. “Resistenza spontanea, certo – dice -. Ma resistenza”.
L’INTERVENTO
Che Matera si impagli per un monumento al mulo
segue dalla prima
di GIOVANNI CASERTA
E’ inutile dire che mi fa piacere il fatto che della questione ci si stia occupando
fuori regione. E poiché nessuno, soprattutto da noi, è
profeta in patria, c’è da sperare che l’intervento di Giovanni Russo, essendo “forestiero”, abbia un seguito.
Voglio tuttavia precisare
alcune cose, che vanno al di
là dell’interesse personale.
Lo faccio perché parlarne
può essere utile e può portare alla realizzazione di un
progetto. Voglio innanzitutto precisare che è merito
di Celano aver rilanciato l’idea del monumento al mulo
su mio suggerimento, fatto
anche in modo provocatorio, quando scrissi la recensione al suo romanzo “L’animale a sei zampe” (“Il
quotidiano” domenica 29
settembre 2013). Vincenzo
Celano, successivamente,
ne parlò sul Quotidiano” di
domenica 13 ottobre 2013,
arricchendo la proposta
con interessanti esempi
tratti da altre regioni.
Tuttavia, per amore del
vero e sempre per sostegno
all’idea, mi corre l’obbligo
di precisare che fu nel 2001
che Donato Cascione pubblicò un volume-testimonianza intitolato “I racconti del Museo”. Donato Cascione, poeta, ha creato un
interessante e ricco museo
contadino, che si può visitare in via San Giovanni Vecchio, 60, nel cuore del Sasso
Barisano. Chi voglia può
trovare notizie via internet.
Il Museo è ubicato in locali
che furono abitazioni. Cascione riuscì a trovare gli
ultimi abitanti dei Sassi e si
fece raccontare la loro storia. A me chiese un intervento. Fu un quella occasio-
ne che mi ricordai che abitante di quelle grotte, con
pari dignità, era stato il
mulo, che era la più importante forza-lavoro della famiglia contadina, tanto che
a Potenza, e nel Potentino,
c’è un canto popolare che
dice che alla morte dell‘asino, l’equivalente del mulo a
Matera, è preferibile quella
della padre. Michele Parrella, poeta lucano di Laurenzana (1929-1996), tradusse quel canto, intitolandolo
“Il canto del cafone” e dedicandolo ad Ignazio Silone.
Così scrisse: “Se mio padre
fosse morto / e l’asino vivo. /
L’asino andava a legna e
mio padre a vino. Fosse
morto mio padre / e l’asino
vivo [...] Se l’asino fosse vivo
/ e mio padre morto, / salterei tra il cupo cupo sulle
canne”.
Ricordando come in processione si andasse a dare le
condoglianze a quella fami-
glia contadina dei Sassi che
fosse stata colpita dalla luttuosa morte del mulo, scrissi un pezzo intitolato “Un
monumento al mulo”. Compare a p. 121 della pubblicazione curata da Cascione
nel 2011, prima edizione.
Naturalmente non è successo niente. Sia reso merito quindi a Vincenzo Celano e Giovanni Russo, che
ha già preparato il bozzetto
del monumento. Può essere
la svolta.
Matera, a dire la verità, è
una città che si ubriaca facilmente. Si ubriacò inseguendo il suo inserimento
nel patrimonio Unesco; si
ubriaca sognando e spendendo milioni di euro per il
titolo di capitale europea
della cultura 2019; si ubriaca per Pasolini 50 anni dopo; si ubriaca per la medaglia d’oro ai valori della Resistenza 69 anni dopo,
quando non esistono più i
partigiani. Però si distrae
sull’imbroglio del Mulino
Alvino che risale al 1884.
Speriamo che, nell’ambito
delle sue ingenti spese per
il 2019, e a seguito dell’intervento “forestiero” di Celano e Russo, Matera si “impagli” per un monumento
al mulo. Per la cronaca,
“impagliarsi” era detto di
muli e asini che si “ubriacavano”, ovvero si “drogavano” di paglia. Cordialità.
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
16
Economia Italia / Mondo
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Il dl “Sforbicia-Italia” incontra difficoltà
«Nuove norme e più pin per tutti»
Il presidente del Consiglio spinge sulla riforma ma la tabella di marcia slitta
di BEPPE COLONNA
ROMA - La riforma della
Pubblica amministrazione
approda in consiglio dei ministri, ma senza alcun decreto. Nell’ultimo giorno utile di
aprile, cercando di rispettare
la tabella di marcia dettata da
Matteo Renzi, il governo non
varerà le nuove norme, destinate a confluire in due provvedimenti distinti nelle prossime settimane (giorni fa si
era parlato del cosiddetto
“Sforbicia-Italia”), ma comunque le presenterà e le
«racconterà» ufficialmente
agli italiani, avviando un
nuovo metodo «a sorpresa»
per coinvolgere
le stesse amministrazioni pubbliche in un impegno e una sfida
tra le più difficili.
Anzi, «la più difficile», l’ha definita Renzi, invocando addirittura i Marines
per affrontare temi e misure
che sicuramente saranno destinate a «far discutere».
Ancora una volta una delle
idee di base è quella di rendere la PA più accessibile e semplice, trasparente e a portata
di tutti. Ogni cittadino verrà
quindi innanzitutto dotato di
una «identità digitale», il che
vuol dire, ha spiegato il presidente del Consiglio, «dare a
tutti un pin» che permetterà
l’accesso ai servizi pubblici,
senza più code per un certificato o per pagare le bollette.
Il mare magnum della pubblica amministrazione implica però anche ben altro ed
è per questo da sempre uno
dei terreni più spinosi per i
governi. Renzi ha chiarito
ancora una volta che nella riforma di esuberi non si parlerà, soprattutto degli 85.000
indicati in un primo momento da Carlo Cottarelli. I «poveri dipendenti», l’ha chiamati
il presidente del Consiglio,
non saranno toccati: «nessuno verrà licenziato perché il
governo ha da tagliare», ha
assicurato il premier presentando di fatto in anticipo i
punti salienti della riforma
direttamente ai cittadini, approfittando del salotto televisivo di Porta a Porta.
I dirigenti «che fanno i furbi invece vanno beccati». Ancora una volta la lente si concentrerà dunque sulla parte
alta della p.a., come già fatto imponendo un tetto
agli stipendi dei
manager. «Servono dirigenti
che facciano i dirigenti, non è
possibile poi che
il premio di produzione aumenti con l’indennità e a prescindere dai risultati e dalla
situazione del paese», ha detto ancora Renzi, lasciando
intendere che i premi saranno variabili e commisurati alle performance. Per loro ci
sarà anche una specie di contratto a tempo determinato, i
cui dettagli saranno svelati
però più in là.
Più in generale, l’obiettivo
è «beccare i fannulloni e farli
smettere» di stare con le mani in mano e valorizzare «i
tanti non fannulloni» dandogli un premio, incentivandone gli scatti di carriera e magari anche lo stipendio. L’intento non è quello di tagliare
o ridurre ma di far lavorare
tutti di più.
DATI ISTAT Soffre il dettaglio e si contrae l’occupazione
Cala il clima di fiducia delle imprese
Segnali negativi da negozi e fabbriche
Più ottimista il settore del commercio e quello manifatturiero
Bene i giudizi sugli ordini dell’industria
ROMA - Dai negozi, dalle grandi
fabbriche e dai cantieri arrivano segnali negativi per l’economia con
gli ultimi dati Istat. Il clima di fiducia delle imprese, infatti, non è positivo come quello dei consumatori, che ha toccato il livello più alto
dal 2010, e anzi cala a 88,8 punti ad
aprile dagli 89,5 di marzo, dopo sei
aumenti consecutivi. Soffrono anche le vendite al dettaglio, che perdono l’1% a febbraio rispetto al
2013, e si contrae l’occupazione
nelle imprese con almeno 500 di-
Non toccati
«i poveri
dipendenti»
ALITALIA Del Torchio “taglia” costi per 400 milioni
LaBorsa
Titolo
pendenti (dell’1% al lordo della cassa integrazione su febbraio 2013).
La pesantezza della situazione
emerge dal taglio dei consumi alimentari, che vivono una stretta a
cui riescono a sottrarsi solo i discount, dove le vendite aumentano
del 2,6%. Sono in difficoltà infatti
anche gli ipermercati e i supermercati, con diminuzioni degli scontrini rispettivamente dello 0,9% e dell’1,7%. I più colpiti sono ancora una
volta i piccoli negozi che perdono il
2,1% delle vendite per i prodotti alimentari e l’1,5% per
quelli non alimentari. E in generale, la
diminuzione degli
acquisti è dello 0,5%
per la grande distribuzione e dell’1,6%
per le superfici minori.
Le famiglie comprano meno tutte le
tipologie di prodotti
con cali che spaziano
dal 2,5% di cartoleria, libri, giornali e
riviste allo 0,1% di
giochi, giocattoli,
sport e campeggio e
allo 0,2% dei prodotti di profumeria e cura della persona.
Soffrono particolar-
mente i mobili, gli articoli tessili e
l’arredamento così come gli elettrodomestici, le radio, le tv e i registratori.
E’ il 23esimo calo consecutivo
delle vendite per i piccoli, sottolinea la Confesercenti. L’associazione denuncia una vera «emorragia»
per gli esercizi di quartiere che
hanno visto oltre 17 mila chiusure
nei primi due mesi dell’anno. I dati
sui consumi, osserva invece la Confcommercio, confermano che l’inizio del 2014 è «di piena stagnazione» e di «convalescenza per l’economia». Entrambe le organizzazioni
sollecitano un taglio della pressione fiscale per consentire la ripresa.
Nonostante l’assenza di svolte
sul fronte della vendite, le imprese
del commercio sono comunque più
ottimiste che in passato, secondo i
dati sulla fiducia di aprile, e insieme alla manifattura sono le uniche
realtà in controtendenza in uno
scenario di pessimismo generalizzato. L’indice Istat sul clima delle
aziende sale infatti sia nella grande
distribuzione che in quella tradizionale e sono in recupero soprattutto le aspettative per il futuro.
Ancora migliore è la fiducia per
le aziende manifatturiere che raggiungono il livello più alto dopo
giugno 2011. Per l’industria migliorano inoltre i giudizi sugli ordini, mentre le attese di produzione
e le scorte di magazzino rimangono invariate.
Ultimo
Prezzo
Variazione
Max
Min
A2a
0,8820
Atlantia
19,0100
Autogrill Spa
0,0000
Azimut
22,5800
Banco Popolare
15,0100
Bca Mps
0,0000
Bca Pop Emil Romagna
8,5300
Bca Pop Milano
0,7225
Buzzi Unicem
12,9900
Campari
6,2850
Cnh Industrial
8,4350
Enel
4,1240
Enel Green Power
2,0600
Eni
18,8600
Exor
32,9500
Fiat
8,8300
Finmeccanica
6,6650
Generali Ass
16,9800
Gtech
21,7200
Intesa Sanpaolo
2,4800
Luxottica Group
0,0000
Mediaset S.p.a
3,9560
Mediobanca
8,0050
Mediolanum
6,5400
Moncler
12,6900
Pirelli E C
12,1200
Prysmian
18,5800
Saipem
19,6800
Salvatore Ferragamo
22,9900
Snam
4,3500
Stmicroelectronics
6,8650
Telecom Italia
0,8980
Tenaris
16,5900
Terna
3,9180
Tod's
101,6000
Ubi Banca
6,9400
Unicredit
6,5650
Unipolsai
0,0000
World Duty Free
9,8200
Yoox
25,6900
1,85%
3,94%
3,04%
0,85%
2,74%
0,93%
3,14%
5,40%
0,08%
1,37%
0,90%
2,28%
0,39%
2,95%
1,63%
3,70%
1,76%
1,55%
0,28%
2,65%
1,67%
3,18%
1,33%
1,55%
0,71%
0,92%
0,38%
0,82%
0,70%
1,49%
2,08%
2,45%
1,78%
1,71%
0,49%
2,97%
1,86%
0,45%
0,56%
2,43%
0,882
19,01
6,995
22,62
15,05
0,2516
8,55
0,724
13,14
6,3
8,47
4,124
2,06
18,86
32,98
8,83
6,665
16,99
21,81
2,484
41,32
3,968
8,07
6,57
12,77
12,19
18,73
19,76
23,21
4,35
6,89
0,9015
16,59
3,918
101,9
6,94
6,585
2,702
9,85
25,69
0,866
18,36
6,76
22,42
14,61
0,2475
8,305
0,675
12,9
6,215
8,335
4,042
2,048
18,42
32,42
8,62
6,565
16,8
21,5
2,42
40,74
3,87
7,925
6,445
12,6
12
18,42
19,55
22,86
4,278
6,6
0,8825
16,34
3,87
101,1
6,77
6,46
2,67
9,745
25,23
Indici
FTSE/Nome
MIB
All-Share
Mid Cap
Small Cap
Micro Cap
STAR
Valore
21.976,84
23.400,17
30.103,53
21.136,26
26.121,59
19.420,02
Var %
+2,15
+1,96
+0,28
+0,43
+0,15
+0,51
MaggioriRialzi
Nome
Valore
Banca Pop Milano
0,7225
Atlantia
19,01
Fiat
8,83
Mediaset
3,956
Banca Pop E. Romagna 8,53
Var %
+5,40
+3,94
+3,70
+3,18
+3,14
MaggioriRibassi
Nome
-------------------------------------------------------------
Valore
------------------------------------
MercatiEsteri
Var %
------------------------------* ore 21
Indice
NASDAQ 100
Dow Jones
FTSE 100
DAX 30
CAC 40
Valore
3.575,884
16.552,10
6.769,91
9.584,12
4.497,68
Cambi
aggiornato ore 21
Nome
Acquisto
Euro/Dollaro
1,38127
Euro/Sterlina
0,82077
Euro/Franco Svizzero 1,221
Euro/Yen
141,693
Var. %
+0,87
+0,63
+1,04
+1,46
+0,83
Vendita
1,38129
0,82093
1,2214
141,704
MateriePrime
Nome
Petrolio
Oro
Argento
Valore
$ 101.36
$ 1296.2
$ 19.52
Unità di misura
Barile (158,987 Litri)
100 Troy Oz. (3,110 Kg)
5000 Oz. (155,517 Kg)
Arriva la lettera di Etihad
Contenuto segreto e avanti tutta
ROMA - Dopo un’attesa durata quasi un mese, finalmente arriva la lettera di Etihad dalla quale dipende il futuro di Alitalia. Sui contenuti resta ancora il massimo riserbo, in attesa che l’amministratore delegato Gabriele
Del Torchio la illustri alle parti sociali, agli
azionisti ed al Governo, come ha spiegato ieri il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi,
dopo aver annunciato lui stesso l’arrivo della
lettera da Abu Dhabi. Il prossimo appuntamento con i sindacati è per il 2 maggio, mentre non sono in programma riunioni del consiglio di amministrazione nei prossimi giorni.
Sicuramente, sottolineano fonti vicine al
dossier, la lettera, che conterrebbe le condizioni per chiudere l’accordo, rappresenta un
«grandissimo passo avanti» verso l’intesa
dopo la frenata della prima missiva arrivata
a Fiumicino 10 giorni fa. La nuova lettera,
infatti, definisce i contorni della trattativa e
pone «le condizioni per portare avanti il negoziato», che è stato illustrato ieri dall’azienda ai sindacati, nel primo incontro dopo due
mesi di stallo al tavolo sulla riduzione del costo del lavoro. Un confronto che però è ripreso in salita, con le sigle dei trasporti che avvertono: no a nuovi sacrifici senza un accordo con Etihad, anche perché avverte Marco
Veneziani della Uilt, è «molto difficile che
Alitalia possa sopravvivere da sola».
La linea aerea, però, ci prova e mette sul
piatto, con un segnale che sicuramente non
procurerà dispiaceri ad Etihad, tagli ai costi
per 400 milioni di euro, un importo superiore ai circa 300 milioni annunciati a luglio
2013. E, stando a quanto riferito dall’azienda ai sindacati, ad oggi sono già stati risparmiati 290 milioni. Restano invariati i numeri relativi ai tagli del costo del lavoro: 128 milioni, di cui ne mancano ancora all’appello
48 (si punterebbe al blocco di indennità e alla
riduzione degli stipendi oltre i 40.000 euro).
Nella lettera potrebbe esserci nero su bianco la cifra che Etihad intende versare nelle
casse di Alitalia e che potrebbe essere salita
fino a 560 milioni di euro, a fronte delle principali richieste della compagnia araba: in
primis il nodo del debito, che Etihad vorrebbe rinegoziare per 400 milioni e su cui le trattative con le banche sarebbero ancora in corso. La preoccupazione maggiore per i lavoratori riguarda le richieste sugli esuberi, di
cui non si è parlato nell’incontro con i sindacati, che rimandano la trattativa sul tema ad
un momento successivo alla presentazione
del piano industriale di Etihad. Le cui richieste, comunque, dovrebbero essere più vicine
a 2.000 esuberi che non a 3.000, con un forte
coinvolgimento del personale di terra.
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
17
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
IL FUMO
NON TI ALZA
DI UN CENTIMETRO
PSICOPATOLOGIA
DA INTERNET
di PIERLUIGI ARGONETO
di ASSOCIAZIONE AMICI DEL CUORE GRASSANO
I ragazzi non hanno la percezione dei pericoli connessi
all’abitudine al fumo. Pensano di porsi su un piedistallo
più grande, con la sigaretta tra le labbra. Un problema
senza confini, con soluzioni non facili in ogni parte del
Mondo. Occorre investire sui ragazzi, con una politica
corretta d’informazione, con politiche economiche e sanitarie che tutelino la salute senza ma e senza se. Dire no
al fumo, presuppone atti conseguenti da parte delle autorità preposte. Non è semplice parlare dei pericoli del
fumo ai ragazzi mentre si vendono sigarette. I ragazzi
non avvertono il pericolo legato a quest’abitudine, che
vedono come uno statu symbol: si sentono più grandi,
appaiono come “grandi”. Occorre porsi l’obiettivo d’interrompere il cortocircuito che spinge il 13 a emulare il
15enne con la sigaretta in bocca e via di seguito. Il nostro
motto: “La sigaretta non ti alza di 1 centimetro”. Importante l’esempio. Un genitore che fuma non è credibile
quando dice a suo figlio o a sua figlia, non fumare. Responsabilizzare i ragazzi dicendo loro, se decidi di fumare devi sapere a cosa vai incontro . I problemi vanno aumentando. L’incidenza dell’abitudine al fumo tra maschi e femmine, vede oggi una sostanziale parità di genere. Non dovrebbe essere questo l’ambito della parità.
La parità delle cattive abitudini non rende più forti.
Dati eloquenti dimostrano chiaramente il nesso tra
fumo e sviluppo del cancro, così come è dimostrato l’aumento dell’incidenza del cancro del polmone nelle donne contestualmente all’aumento dell’abitudine a fumare.
Il fumo è uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di malattie tumorali, cardiovascolari e respiratorie. Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità il fumo
di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel
mondo. Come per molte altre patologie, il principale
strumento di contrasto è la prevenzione. L'epidemia
mondiale di tabacco uccide quasi 6 milioni di persone
ogni anno, di cui oltre 600.000 sono persone esposte a
fumo passivo. Se non si mettono in atto azioni di contrasto, l’epidemia mondiale di tabacco ucciderà fino a 8 milioni di persone entro il 2030, di cui oltre l'80% di paesi a
basso e medio reddito. Vi sono molto dati allarmanti sul
consumo delle sigarette già nei ragazzi: ogni giorno,
nel nostro paese, circa 600 ragazzi iniziano a fumare;
tre bambini su quattro, prima di compiere i cinque anni,
sanno cosa sono le sigarette, sia che i loro genitori fumino sia che non fumino; all’età di 11 anni un terzo dei
bambini, e all’età di 16 anni due terzi, ha già sperimentato il fumo; il 95% dei fumatori ha iniziato durante l’adolescenza. Sgombriamo il campo da falsi problemi: sigarette leggere - sigarette pesanti. Il fumo fa male! Fumare poco? Non ci sono mediazioni: Il fumo fa male, anche una sola sigaretta. Ovvio che vi è un elemento esponenziale relativo alla quantità di sigarette fumate.
Smettere di fumare fa bene a qualsiasi età. Alcune considerazioni: Per chi smette di fumare, dopo un anno, il
rischio di avere un infarto del miocardio si ridurrà del
50% . Vi sembra poco? Considerazione tra fumo e gravidanza: - nelle fumatrici aumenta del 40% il rischio di
una gravidanza extrauterina - chi fuma ha una capacità
di concepire di un terzo più bassa rispetto chi non fuma morte in culla del bambino, aumento di 7 volte per le madri che hanno fumato un pacchetto al giorno in gravidanza - i componenti del tabacco attraversano la placenta e danneggiano il feto. In varie parti del Mondo si cerca
di disincentivare i consumatori dall’acquisto di un prodotto dannoso per la loro salute: le sigarette. Varie le iniziative. In Inghilterra, negli Stati Uniti in altre nazioni
hanno optato per scene forti sui pacchetti delle sigarette. Nel 2011 a New York è entrata in vigore una nuova
legge che estende il divieto di fumo anche a parchi,
spiagge, campi da golf e stadi In Spagna oltre al divieto a
fumare anche nei parchi, nei perimetri degli ospedali e
delle scuole, è vietato fumare in auto, in particolare se in
automobile viaggia anche un minore. Rifacendoci a
quello che avviene in altri Paesi, abbiamo elaborato delle
proposte: Eliminare distributori automatici delle sigarette Divieto di fumo nei perimetri esterni delle scuole,
degli ospedali, delle case di cura. Divieto di fumo nei parchi, nelle ville, nelle oasi ecologiche. Divieto di fumo anche per le sigarette elettriche. Ci rendiamo conto che
non è sufficiente dire solo No, E’ vietato, il fumo fa male.
Occorre agire su due ambiti, illustrare le conseguenze
dei danni del fumo sulla salute, ricordare che chi fuma è
una minoranza, che fumare non è una scelta in positivo,
e che è più forte chi dice no al branco sulle cattive abitudini, rispetto a chi supinamente si adegua.
segue dalla prima
dubbio: dai siti di informazione, ai
gestori di energia, ai cellulari, ai nostri conti in banca, ai lm in streaming, ai social, al 99% del nostro lavoro, gelosamente e misteriosamente custodito in anonimi les su di un
cloud immateriale, tutto potrebbe
essere trascinato via e cancellato in
una frazione di secondo. Le persone
a cui è andato irreparabilmente in
crash il pc, o a cui hanno rubato da
poco lo smartphone, sanno benissimo di cosa sto parlando. Pensateci
un attimo. Gli esperti lo chiamano il
Grande Blackout. A parlarne per
primo in termini rigorosi è stato Dan
Dennett, Direttore del Center for Cognitive Studies alla Tufts University
di Boston, non più di qualche mese
fa. Il suo invito è stato quello di cercare «almeno di prepararci (psicologicamente e non solo) a sopravvivere
per le prime 48 ore di caos e paralisi
totale» che deriverebbe dal Grande
Blackout, perché «in quei primi due
giorni forse ci giocheremmo tutto,
l’umanità (almeno quella che abita
nei paesi avanzati) rischierebbe di
retrocedere in una sorta di Medioevo».
Sarà vero? Probabilmente questo
pericolo è così grande che non riusciamo a percepirlo compiutamente,
o forse, per via della struttura stessa
di Internet, policentrica, federata,
non gerarchica, diffusa, flessibile, è
semplicemente poco probabile che la
rete mondiale possa essere esposta
ad un collasso generale ed istantaneo. È un dato di fatto però che Internet, insieme ai tantissimi vantaggi,
abbia portato anche qualche problema. Uno di questi, per ora ancora poco studiato, è sicuramente quello
dell’IRP, la Internet Related Psychopathology, ovvero la psicopatologia
internet-correlata. Già, perché se è
vero che di gente un po’ strana ce n’è
sempre stata in giro, da recenti studi
sembra che Internet fomenti i disordini di carattere psicopatologico. In
particolare, le patologie preminenti
sembra siano cinque: 1) dipendenza
dal cybersesso, e non c’è bisogno di
dire molto altro, 2) la dipendenza patologica da gioco d’azzardo on-line,
3) l’esclusività delle cyber-relazioni,
ovvero coloro che preferiscono chattare con qualche sconosciuto o postare continuamente immagini sui
social piuttosto che uscire di casa e
incontrare qualcuno di persona, 4)
la sudditanza compulsiva verso
qualsiasi tipo di informazione online (dalle news, alle mail, alle notiche
social: basta far caso a quante volte
controlliamo il nostro smartphone o
tablet in un’ora per capire di cosa si
parla) e, da ultimo, 5) l’immedesimazione con i personaggi deigiochi di
ruolo.
Essere supereroi o divinità per intere notti, protagonisti di vite eccitanti e parallele, stile I sogni segreti
di Walter Mitty nel mondo virtuale di
Internet e non in quello immaginico
di Hollywood, sembra sia un problema molto più diffuso di quanto si
pensi. Internet e i videogiochi permettono, molto più facilmente che in
loro assenza, di creare storie virtuali, trasformate in elementi di compensazione per i problemi reali della
vita di tutti i giorni. L'identicazione
in superuomini o in personalità di
successo è un fenomeno abbastanza
frequente quando si tratta di disturbi mentali: una volta lo stereotipo di
questa patologia era il paziente che
si credeva Napoleone, ora non più.
Così, magicamente, un disoccupato
diventa un manager di successo, un
trentenne si trasforma in un dio onnipotente e una studentessa si sente
sotto i riettori delle telecamere come
nel lm The Truman Show. Un vero e
proprio sdoppiamento di personalità, noto da tempo anche in letteratura, e solo amplicato da Internet.
Voltaire, ad esempio, in una nota a
Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, raccontava di un pazzo vissuto
verso la metà del Seicento che, non
potendo credersi Napoleone per ovvi
motivi cronologici, si credeva nientemeno che Cristo. Quest'uomo venne rinchiuso in un ospizio dove però
incontrò un altro folle che, ironia del
caso, si credeva il «Padre Celeste».
L’incontro tra Gesù e il Padre Celeste
turbò così tanto il primo da causargli
un (temporaneo) rinsavimento.
Letto questo racconto di Voltaire,
Milton Rokeach, psicologo americano di origine polacca morto nel
1988, pensò bene di provare ad intaccare quell’ergastolo mentale che è la
paranoia patologica seguendo lo
stesso “percorso terapeutico”. Egli
provò a mettere in contatto, in modo
continuativo e controllato, tre pazienti dotati di convinzioni simili riguardo alla loro identità: Clyde Benson, agricoltore settantenne alcolizzato; Jospeh Cassel, scrittore; Leon
Gabor, ex seminarista e veterano
della Seconda guerra mondiale.
Tutti affetti da schizofrenia di tipo
paranoide. Tutti e tre convinti di essere Cristo.
A partire dallo shock iniziale, se io
sono Gesù Cristo, come è possibile
che ci siano altre due persone in questa stanza che dicono la stessa cosa?,
Rokeach narra l’esperimento in
un'opera di grande poesia, cruda e
divertente: I tre Cristi. Un libro interessante, non sempre di facile lettura, da cui però esce un ritratto lucido
ed eteroclito di tre esseri umani nella
loro completezza. Tre persone nel
senso più pieno della parola: degli esseri unici e imprevedibili. È vero, dopo l’esperimento nessuno di loro si
tolse mai dalla testa la convinzione di
essere Gesù Cristo, ma è altrettanto
vero che ognuno di essi continuò ad
esserlo in un modo proprio ed originalissimo.
Cosa che, forse, ognuno di noi quasi mai riesce a fare con le proprie personali follie, internet compreso. Lasciandoci così col dubbio che, in fondo in fondo, i poveri Cristi potremmo
proprio essere noi.
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
18
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
Originario di San Mauro Forte, ha portato la Basilicata alla Milanesiana 2013
Calbi è il direttore del Teatro di Roma
Ruolo chiave per la cultura a Milano. Ha organizzato le stagioni teatrali lucane
DA MILANO a Matera 2019, fino al teatro di
Roma. Una storia professionale importante
che tocca fortemente negli ultimi anni la Basilicata e la città di Matera in particolare ma che
trova a Milano prima e a Roma oggi il suo epilogo più importante.
E’ il percorso di Antonio Calbi, mente di iniziative culturali soprattutto legate alla città di
Milano sin dal 2007 quando viene scelto da Letizia Moratti, che oggi prende una strada importante e prestigiosa come quella del Teatro
di Roma di cui diventa direttore. Non c'è ancora l'ufficialità della notizia ma oramai la scelta
sembra essere stata definita. Calbi, originario
di San Mauro Forte è stato spesso impegnato
con una serie di iniziative in Basilicata legate
ad appuntamenti culturali. Si ricorda in particolare l'organizzazione delle ultime due stagioni dei Teatri uniti di Basilicata così come
l'occasione, più frivola ma gradita ad un numeroso pubblico che ha portato, per la gioia di
una parte importante degli appassionati di calcio, Massimo
Moratti a Matera.
Per passare ancora al focus
sulla Basilicata che la “Milanesiana”, di cui è artefice ha voluto riservare alla regione di cui
Calbi è originario nell’anno appena trascorso.
Al momento della costituizione e fino a pochi mesi fa è stato
anche componente del Comitato scientifico di Matera 2019 da
cui è uscito, defilandosi dall'impegno pur condividendo fortemente l'idea e il progetto di Matera capitale della cultura. Lavorando per legare nomi e idee al sostegno di
Matera a capitale della cutlrua.
Recentemente è stato anche uno dei candidati alla carica di direttore artistico presentando il suo curriculum che, secondo indiscrezioni, ha trovato l'apprezzamento di una parte del
Comitato scientifico anche se poi al momento
della decisione finale la scelta è caduta su Joseph Grima.
“Ho lasciato il mio paese di origine, San Mauro Forte, nel 1976, a tredici anni”, raccontava
Calbi tempo fa sul “Quotidiano”, “trasferendomi a Milano con la famiglia.
Nell'amore per tutte le forme della cultura e
delle arti, il teatro ha sempre occupato nella
mia vita un posto speciale. Ho costruito spettacoli e accadimenti vari sin da bambino ed è stato naturale poi nell'adolescenza scegliere come mestiere l’ideazione e la cura di fatti culturali e di spettacolo”. Forse già nella prossima
settimana la formalizzazione di una decisione
che non incontra però altri ostacoli almeno al
In corsa
fino all’ultimo
con Grima
per diventare
direttore
artistico
di Matera 2019
L’ORDINE dei Giornalisti della Basilicata apprende con stupore l’avvio di una richiesta di risarcimento,
da parte del presidente del Cda Tecnoparco Valbasento, a carico dei
giornalisti Roberto D’Alessandro e
Pietro Miolla, in seguito ad articoli
pubblicati su un quotidiano e su
una testata on-line, riguardanti
l’attività della stessa società e le sue
possibili conseguenze sul versante
ambientale.
Premesso che l’esercizio del diritto dovere di cronaca e di critica non
pretende alcun dogma di infallibilità, esso deve garantire il proprio
svolgimento fondato su buona fede,
onestà intellettuale, correttezza e
completezza al solo fine di offrire ai
lettori la possibilità di crearsi una libera opinione. Cosa possibile dando
spazio alla pluralità delle voci, alla
ricchezza del dibattito e alla garan-
TECNOLOGIA E TERRITORIO
L’applicazione gratuita realizzata da una giovane impresa
My Basilicata, un’App
per scoprire le bellezze lucane
Il cinquantenne Antonio Calbi
momento.
È certo che Calbi risponde bene alle nuove direttive ministeriali che intendono escludere
dalla direzione dei teatri stabili i registi, con i
loro immancabili spettacoli in cartellone.
DOMANI
Aree archeologiche
e musei lucani aperti
DOMANI in Basilicata saranno aperti al pubblico, con ingresso gratuito, alcuni musei ed
aree archeologiche: il Parco archeologico di
Metaponto di Bernalda (Matera), «in seguito
agli eventi alluvionali di Ottobre e Dicembre
2013, è parzialmente visitabile». Lo ha reso
noto la Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata: saranno aperti i musei
archeologici di Melfi, Venosa, Muro Lucano
e di Potenza «Dinu Adamesteanu», dell’alta
Val d’Agri e il museo archeologico nazionale
«Domenico Ridola» di Matera; visitabile a
Tricarico la sede espositiva di Palazzo Ducale, il museo archeologico nazionale di Metaponto di Bernalda il museo archeologico
nazionale della Siritide, e a Maratea il Palazzo De Lieto. Aperti i parchi archeologici di
Venosa e Grumentum, e le aree archeologiche di Policoro e Metaponto.
SI chiama My Basilicata, ed è la di Milano, 22 milioni di italiani nanuova applicazione che ti permet- vigano sul Web e il mobile internet
terà di scoprire tutte le bellezze lu- è aumentato del 53%. «Questa apcane. Nasce dall’idea di una giova- plicazione-spiega Fucci- non vuole
ne impresa lucana, la Gieffe Servi- in nessun modo sostituire la classices di Gerardo Maria Fucci, svilup- ca attività di promozione del terripatore della app. Una guida turisti- torio, ma semplicemente affianca mobile per tutti coloro che vo- carla utilizzando l’immediatezza
gliono conoscere e visitare la Basi- dello strumento. Dobbiamo pensalicata. «L’idea - spiega Fucci - nasce re che oggi il 41per cento degli itaper dare la possibilità di far cono- liani è dotato di smartphone, semscere e visitare la Basilicata a luca- pre accesi e a portata di mano; l'84%
ni e turisti semplicemente utiliz- cerca informazioni sui prodotti e
zando il proprio smarsui servizi, quindi lo
tphone». L’app è parte
utilizza come impordi una rete nazionale
tante punto di accesdi guide turistiche per
so; il 92 per ecntoinvedispositivi mobili, con
ce cerca informazioni
un pubblico già consogià localizzate (tanti
lidato di oltre 200.000
smartphone sono funutenti i quali possono
zionali per le ricerche
condividere in tempo
mirate). Il mercato
reale le informazioni
delle app per dispositidelle guide pubblicate
vi mobili –conclude- è
in territori quali, Roin forte espansione
ma, Venezia, Palermo,
quindi bisogna stare
Treviso, Praga, Lisboal passo con i tempi» .
na, solo per citarne al- L’applicazione per
In soli sette giorni smartphone
cuni.
fanno sapere dall’uffiMy Basilicata nello
cio comunicazione specifico rientra in un progetto l’app è stata scaricata da oltre 300
molto ambizioso che vede impe- utenti, ormai . Un buon risultato se
gnata nella realizzazione di App si considera che non è stata attivaanche per il Cilento, la Puglia e la ta, al momento, nessuna forma di
Calabria, ed ha come obiettivo quel- pubblicità. Completamente gratuilo di raggiungere un pubblico loca- ta, l'applicazione, compatibile con i
le di oltre 3 milioni di persone ed ol- principali sistemi operativi per
tre un milione di turisti provenien- smartphone e tablet sarà, a breve,
ti da tutto il mondo. Il tutto attra- disponibile anche in tedesco e inverso azioni di promozione territo- glese. Per tutti i modelli di smarriale, partecipazione a fiere ed tphone non basati su piattaforma
eventi nazionali ed internazionali, Apple o Android l’app è accessibile
road show, installazioni pubblici- attraverso il browser del proprio
tarie permanenti in luoghi di parti- smartphone o sul web all’indirizzo
colare affluenza ed interesse, azio- www.mybasilicata.it.
ne di co-marketing sulla carta
My Basilicata propone le migliostampata e sul web e attività social. ri soluzioni per l'accoglienza, lo
Le statistiche in Italia sono molto shopping, i trasporti, le offerte, lo
confortanti, infatti secondo una ri- sport, i servizi, le lifestyle, gli evencerca dell'osservatore mobile In- ti, le news e il meteo. Tutto questo
ternet content Apps del Politecnico consultabile anche off line.
L’ORDINE DEI GIORNALISTI SULLA VICENDA VALBASENTO
Solidarietà di rito, ma anche di parte
zia del diritto di replica nei modi e
nei tempi dovuti.
Ridurre dissensi e critiche a materia di tribunale, accompagnata
(come in questo caso) da richieste risarcitorie, esprime un’idea assai discutibile della libertà d’informazione e della possibilità di sviluppare
un dibattito complesso in un Paese
civile e democratico nel quale l’informazione ha sovente aiutato a
portare alla luce fatti di pubblico interessa. Un Paese nel quale dovrebbe essere possibile affermare le proprie legittime ragioni, le opinioni e i
punti di vista, con argomenti e rife-
rimenti tangibili, senza la necessità
di ricorrere a strumenti coercitivi.
A D’Alessandro e a Miolla l’Ordine dei Giornalisti esprime la propria solidarietà.
Al presidente della società Tecnoparco Valbasento indirizza un appello affinché rinunci alle azioni legali intraprese scegliendo la strada
del confronto, anche serrato, sul
merito delle questioni.
Osserviamo con piacere che l'Ordine dei giornalisti dei Basilicata testimonia la sua vicinanza a un collega della Gazzetta del Mezzogiorno
(stesso giornale del presidente dell'Ordine) e del collega Roberto D'Alessandro, nostro collaboratore ma
in questo caso coinvolto nella vicenda risarcitoria per il blog Pisticci.com.
D'Alessandro aveva rilanciato un
pezzo della Gazzetta.
Non riesco a non aggiungere, però, che la stessa sensibilità l'Ordine
dei giornalisti della Basilicata non
ha avuto quando alla sottoscritta e
al collega Leo Amato è stato chiesto
analogo risarcimento da parte dell'ex direttore generale all'ambiente, Donato Viggiano, nonostante il
mio appello e la mia denuncia pubblica.
Proprio ieri il consiglio di disciplina della Basilicata mi ha notificato l'archiviazione di una denuncia
inviata dalla sottoscritta provocatoriamente a Mimmo Sammartino
su un caso di suicidio pubblicato
dalla Gazzetta. A dimostrazione di
quanto fosse ingiusto analogo procedimento fatto precedentemente
dall'Ordine dei giornalisti nei confronti del Quotidiano, quando ancora esercitava funzioni disciplinari. Mi sarei aspettata, in questa nuova vicenda relativa alla Valbasento,
una discussione più generale sul
problema dei risarcimenti di cui sono vittima i giornali, soprattutto
quelli piccoli. Niente. Solidarietà di
rito ai colleghi della propria bandiera. Che crepino gli altri.
Lucia Serino
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
POTENZA
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
19
REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102
85100 Potenza
Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064
[email protected]
Dalla Provincia un contributo di 10.000 euro l’anno. Nel 2004 erano 22.000
Cras, se la passione non basta
Chiesto da mesi un tavolo tecnico con gli enti interessati, ma finora silenzio
QUANDO il Cras è stato istituzionalizzato, nel 2004, la Provincia di Potenza
mise a disposizione 22.000 euro all’anno. Non è una cifra enorme, «ma era
giusta, con quei soldi riuscivamo ad
andare in pari». Per offrire riparo e cure agli animali selvatici, il Cras (Centro
recupero animali selvatici) di Pantano
di Pignola ha oggi invece un budget
molto meno “ricco”, meno della metà.
Parliamo di 10.000 euro l’anno e di un
bel bagaglio di insicurezza per il futuro. Ciononostante il Centro ospita al
momento circa una ventina di rapaci e
36 tartarughe, «anche se il numero è
variabile, possono esserci di continuo
nuovi arrivi».
Francesco Romano e Andrea Cerverizzo sono i responsabili di NovaTerra,
la cooperativa che da circa un decennio
gestisce il Centro. Ma la passione e l’amore per quegli animali, negli ultimi
anni si è trasformata in continua ricerca di equilibri difficili da mantenere.
Perché gli animali che vengono raccolti e portati al Cras spesso sono feriti e bisogna chiamare il veterinario. «E lui
deve giustamente essere pagato», spiega Francesco Romano. Ma poi bisogna
garantire agli animali il necessario per
mangiare, così come sarebbe necessario riuscire a tirar fuori degli stipendi
minimi per chi materialmente lì lavora. «E a parole si dicono tutti interessati, ma poi alla fine nessuno paga». E al
danno la beffa quando, alla fine dello
scorso dicembre, la convezione con la
Provincia scade. «A quel punto noi materialmente non potevamo più accogliere animali. Le leggi sono diventate
molto restrittive e quando sono venuti
a portarci animali in difficoltà abbiamo dovuto dire di no. Avremmo potuto
rischiare anche una denuncia». Per risolvere la situazione almeno dal punto
di vista legale la Provincia «ci ha fatto
un bel nulla osta», che non risolve però
i problemi pratici. Perchè quelli restano e mettono sempre a rischio una
A BUCALETTO
Va a firmare con la droga
e i carabinieri trovano in casa
20 dosi e allacci Enel abusivi
Il Cras al pantano di Pignola
struttura che, invece, è essenziale.
«E’ da tempo - spiega Francesco - che
chiediamo la convocazione di un tavolo
tecnico con tutti i soggetti interessati.
Perchè in effetti non è solo la Provincia
a essere interessata alla questione. A
noi, infatti, si rivolgono gli operatori
dell’Ente Parco Appennino Val d’Agri,
per esempio. Circa un terzo degli animali che ospitiamo vengono dal Parco.
Ma coinvolto è anche il Corpo forestale
dello Stato, la Regione Basilicata, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), oltre al Wwf
di cui noi siamo un braccio operativo».
Tutti interessati, ma poi nessuno
muove un dito. E così quel tavolo tecnico più volte chiesto dalla cooperativa,
da mesi viene rinviato. E il problema resta solo dei ragazzi che, tra mille difficoltà, cercano di tenere in piedi una
struttura importante per il territorio.
«Finora ce l’abbiamo fatta inventandoci anche altre iniziative, come per
esempio i corsi di educazione ambientale con le scuole. Così riusciamo a tamponare. Ma, per esempio, non possiamo tenere aperta la struttura tutta la
giornata, come invece facevamo all’inizio. E so che le persone non sono contente di trovare i cancelli chiusi». Ma
senza soldi - diceva il proverbio - non si
cantano messe. E senza il necessario
sostegno anche le passioni e l’entusiasmo più sincero alla lunga viene meno.
«Il punto è che ti ritrovi a fare un lavoro particolare, non è che possiamo
prendere gli animali e abbandonarli».
Ed è per questo che poi fanno ancora
più male i silenzi di chi dovrebbe star lì
ad aiutarti. Così come offendono i tagli
continui: diecimila euro significa dover lavorare con molto meno di mille
euro al mese. E il lavoro vero così è riuscire a stare in piedi.
Antonella Giacummo
NON è stato molto furbo in possesso di diversi tipi
Cioffredi, il ragazzo di 30 di droga suddivisa in dosi,
anni arrestato ieri a Buca- per un peso complessivo di
letto dopo una perquisi- circa 20 grammi. Insomzione nella sua abitazione. ma il pusher era capace di
L’uomo infatti sarebbe soddisfare le più svariate
andato a firmare in caser- esigenze dei suoi clienti.
ma con della droga nelle
Ma poi è arrivata la setasche. E siccome, tra l’al- conda sorpresa, perchè i
tro, neppure dieci giorni carabinieri hanno potuto
prima il trentenne era verificare un’altra trauscito dal
sgressioregime di
ne alla
arresti dolegge.
miciliari, i
Per allegcarabiniegerire la
ri si sono
bolletta
insospetEnel, intiti e hanfatti, il
no deciso
ragazzo
di effetaveva
tuare una
pensato
perquisibene di
zione in
allacciacasa del
re abusiragazzo.
vamente
Dopo aver
la proindivipria abiduato il
tazione
fabbricato Alcune casette di Bucaletto
la rete
in di Bucapubbliletto, dove il giovane vive- ca, sottraendo energia alva, è partito un controllo a la società elettrica per un
360 gradi, che ha portato a valore complessivo di ciruna doppia scoperta. La ca quattromila euro.
prima è stata l’esistenza di
E’ scattato quindi un
un piccolo bazar della dro- nuovo arresto per spaccio
ga.
di sostanze stupefacenti e
Il trentenne infatti era furto di energia elettrica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Vincenzo Guidotti è il coordinatore. Ecco il nuovo l’esecutivo regionale
Nasce Genererazioni: i giovani di Legacoop
È VINCENZO Guidotti il primo
coordinatore di Generazioni Basilicata, costituito dai giovani cooperatori aderenti a Legacoop.
Guidotti, 28 anni, della cooperativa Coserplast di Miglionico, è stato eletto nell'assemblea costitutiva che si è svolta il 28 aprile a Potenza, presso la sede regionale
dell'associazione, e che ha sancito
ufficialmente la nascita del coordinamento in Basilicata. Gli altri
membri dell’esecutivo sono Milena Viggiano (Casa del sole), Maria
Antonietta Castelluccio e Maria
Teresa Lomuscio (La Mimosa),
Mauro Rutigliano (Prisma), Antonio Curcio (Colli lucani) e Teodoro Avigliano (Promozione 80).
Generazioni è il coordinamento
nazionale dei soci e dei dipendenti
under 40 delle cooperative aderenti a Legacoop, nato per valutare opportunità e problematiche
che i giovani affrontano nelle imprese cooperative e nelle strutture
associative. Ha il compito di proporre agli organismi dirigenti
possibili politiche e strumenti di
sviluppo, innovazione, sostenibilità, con particolare attenzione ai
temi del ricambio generazionale,
della formazione e della crescita
dei cooperatori. Generazioni promuove la cultura e il modello cooperativo tra i giovani, presso gli
organismi giovanili delle sedi istituzionali, presso le università e i
centri di ricerca, le scuole e le
strutture di promozione delle politiche attive del lavoro.
All'assemblea costitutiva regionale, dopo il saluto del presidente
di Legacoop Basilicata Paolo Laguardia, è intervenuta in videoconferenza Katia De Luca, componente dell'esecutivo nazionale di
Generazioni.
L’esecutivo regionale
L’INIZIATIVA
Naturalmente al buio, per star a tavola diversamente
Cena al buio
SI svolgerà dal 1° al 4 maggio 2014,
nell’ambito della 14° edizione di Naturalmente Lucano presso il salone fieristico di Tito Scalo l’iniziativa “Naturalmente al buio”, con degustazione di
prodotti lucani. L’evento di singolare
intensità è promosso dalla sezione
provinciale dell’Unione Italiana dei
Ciechi e degli ipovedenti di Potenza
per esaltare il momento conviviale e
per vivere nel buio una particolare
esperienza di relazione e di comunicazione. Anche gesti quotidiani, come
mangiare o afferrare un bicchiere, diventeranno un esperienza inedita e
stimolante. Olfatto, tatto e udito acquisiranno nuova importanza nel ridefinire la realtà che normalmente ci circonda. In un ambiente rigorosamente
oscurato, scopriremo che c’è un modo
diverso di stare a tavola, di parlare ai
commensali, di intendere il galateo.
La denuncia della Cgil
Aias, emergenze
e assenze
ANCORA un’emergenza per le sedi
dell’Ais di Potenza e di Melfi. A denunciare una difficile situazione è
Roberta Laurino della Cgil che, in
particolare, attacca la Regione Basilicata colpevole d’essere «completamente assente al tavolo di confronto. La Regione, infatti, ha deciso di scaricare sull’Asp di Potenza il
tavolo sindacale ritenendo non necessaria la propria presenza. Ci;
consente alle Aias di gestire “a mani
libere” un’attività così importante
per la salute pubblica al di fuori delle regole ed in violazione dei diritti
dei lavoratori. Oltre alla mancata
corresponsione degli arretrati contrattuali e al cumulo degli arretrati
stipendiali, i lavoratori vivono quotidianamente un fortissimo disagio. In particolare, la situazione che
vivono i lavoratori dell’Aias di Melfi. Sono all-ordine del giorno le assunzioni e i licenziamenti fatti senza alcun criterio, la costante incertezza nel pagamento delle spettanze
stipendiali, la rimodulazione dei
turni e degli orari di lavoro».
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
22
Potenza
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
Lettera aperta di un cittadino di Macchia Giocoli: «Facciamoci sentire dai politici»
«Io la mia casa l’ho già pagata»
«Partecipiamo a tutti i comizi, facendo capire che ci saranno tanti voti in meno»
PIU’di trent’anni fa il Comune di Potenza rilasciò una
concessione edilizia in una bella zona verde, Macchia
Giocoli. Trent’anni e decine di faldoni di atti giudiziari dopo, l’esito è la sentenza del 16 aprile scorso, l’ennesima, questa volta del Consiglio di Stato, dunque
presumibile pietra tombale sulla vicenda amminiE’ giunto il momento di tagliare
quel crine di cavallo che sostiene
la spada di Damocle sulle teste dei
nostri signori governanti, e sì,
amici di Macchia Giocoli e di Murate, è arrivato il momento in cui
bisogna unirsi ma “con coraggio”
e affrontare l’ultimo atto di questa
guerra che ormai dura da moltissimi anni.
Ascoltando le voci della strada,
ascoltando in giro nel nostro
quartiere, mi sono reso conto ancora una volta (ma lo sapevo già,
solo che volevo illudermi del contrario) di quanto servilismo ancora serpeggia, di quanti interessi
nascosti ancora ci sono, sono allibito, sentendo che c’è ancora gente che tenta di sdrammatizzare la
situazione defilandosi da ogni tipo di azione venga promossa contro i nostri illustri politici, guidati
a loro volta, dal potere dei signori
dirigenti che risiedono negli uffici comunali; sono allibito vedendo
che c’è ancora gente che aspetta in
finestra il “portabandiera” del
quartiere, si sentono affermazioni del tipo: «ma sì, vedrai che non
possono fare niente,....ma figurati se possano fare una azione del
genere...ma dai, inutile fare questa cosa, tanto non si risolve il problema....io non pago, che venissero a prendersi la casa....io pago
perchè bisogna finirla....è inutile
consegnare, è da imbecilli consegnare le schede elettorali......ecc.
ecc.». E questi commenti sono
sempre gli stessi da 30 anni.
Io (e parlo di me senza fare nessun riferimento ad altri) la casa, la
mia casa, l’ho pagata con soldi
guadagnati col sudore, con privazioni continue, e non ho nessuna
intenzione di regalarla ai nostri
bravi governanti, avrei voluto
chiudere la partita anni addietro,
quando vi era la possibilità di rag-
strativa. Per i proprietari degli appartamenti è una
mannaia sospesa sui propri conti correnti: dovranno
acquistare, sborsando fior di soldoni, le aree su cui sono sorti gli edifici delle cooperative edilizie. Aree per
cui alcuni di loro avevano già dato soldi, spariti in un
buco nero. I cittadini si sono già detti pronti a non vo-
tare alle prossime elezioni comunali per protesta. Riceviamo e pubblichiamo oggi la lettera di uno di loro,
«per richiamare all’unione tutti i diretti interessati
per fare tutto ciò che la legge e “non legge”ci permette
contro delle decisioni ingiuste a solo danno degli abitanti dei quartieri Macchia Giocoli e rione Murate».
CAMERA DI COMMERCIO
Digitalizzazione: 2 borse
di studio per laureandi
Alcune delle case di Macchia Giocoli
giungere accordi giusti, ma purtroppo la collettività “spesso guidata male” non lo ha permesso,
oggi ci troviamo in una situazione
che oltre ad essere ridicola per la
durata, è pericolosa (grazie alle
leggi e alle leggerezze di chi ha
giudicato, senza rendersi conto
che magari ha giudicato negativamente coloro che sono stati vittime di situazioni e di interessi privati lucrosi, come mai a distanza
di tempo in una zona, una volta
agricola, oggi c’è una espansione
rurale quasi di lusso? Forse perchè quelle vittime hanno fatto da
capro espiatorio?).
Pericolosa perchè ci sono i paladini della legge che essendo dotati
di paraocchi, stanno lì ad aspettare il via per la corsa al podio di tutori della legge e sono quelli più
ignoranti, quelli che non hanno
cuore, quelli che non hanno sentimenti, sono quelli dal corpo freddo, sono quelli che si nascondono
dietro alla frase «ma questa è la
legge», a noi la casa non è stata regalata «come in altre zone della
città», a noi ci hanno costretto a costruire nelle zone scelte da quei dirigenti che guidano i vari politici.
Noi siamo quelli che comunque
hanno pagato senza discutere le
opere urbane realizzate (tra l’altro
in modo maldestro, vedi le fogne, i
marciapiedi, le illuminazioni, le
strade di accesso) e oggi chiedono
che ripaghiamo per l’ennesima
volta le stesse cose? Ripaghiamo
quelli che erano e che sono i nostri
diritti, diritti che per alcuni sono
stati gratis (e mi riferisco ai quartieri confinanti).
Concludo: attiviamoci tutti, riuniamoci, discutiamo concordiamo insieme una strategia utile alla difesa dei nostri diritti e delle
nostre case, c’è chi ha lanciato la
proposta di consegnare le schede
elettorali, io concordo in pieno e
aggiungo, cerchiamo di essere
presenti tutti ai vari comizi che tra
un pò si terranno per le elezioni, e
fare azione di disturbo/protesta,
per strappare loro una promessa
per la risoluzione del problema.
Bisogna gridare in faccia a tutti
quelli che si presentano che la percentuale dei votanti diminuirà e
che si inizia la battaglia finale dove soprattutto loro futuri amministratori non avranno vita facile.
Pasquale Laurenzana
C’E’ chi le vuole abolire, ma le avere conoscenza della lingua
Camere di Commercio, in diver- inglese, del territorio e del consi modi, continuano a sostenere testo economico-sociale dell’ale piccole economie locali. E non rea nella quale si candideranno
solo, attraverso due borse di a operare.
studio, la Camera di CommerI giovani selezionati ricevecio di Potenza, vuole valorizza- ranno una borsa di studio di
re laureandi e neolaureati in 6.000 euro e, dopo un percorso
grado di aiutare le Pmi dell’arti- formativo realizzato da Google
gianato e dell’agroalimentare a e Unioncamere, in collaboraziosfruttare le opportunità attra- ne con l’Agenzia Ice, aiuteranverso processi di digitalizzazio- no le imprese dei territori a
ne.
sfruttare le opLa Camera di
portunità offerCommercio di Pote dal web. Dopo
tenza è tra gli Enil training forti camerali ademativo, i ragazrenti all’iniziatizi selezionati fava di sistema “Soranno base nelstegno alla digile Camere di
talizzazione dei
Commercio che
distretti e delle ecaderiscono all’icellenze del Made
niziativa. Il banin Italy”, finalizdo completo è
zata a sostenere le Acquisti on line
disponibile sul
Pmi. L’iniziativa,
sito www.uniche è parte del progetto di Goo- mercatorum.it. Le iscrizioni
gle “Made in Italy: Eccellenze in potranno effettuarsi solo onliDigitale”, ha il patrocinio del ne.
Ministero dello Sviluppo Eco«Uno degli obiettivi per le Pmi
nomico e si inserisce all’interno del nostro territorio è quello di
della campagna e-Skills for jobs aumentare il grado di internadella Commissione Europea.
zionalizzazione - dichiara il preIl progetto prevede la forma- sidente della Cciaa potentina,
zione di laureandi o neolaureati Pasquale Lamorte -Al contem(due per ogni territorio interes- po, il progetto dà risposte consato) che dovranno dimostrare crete ai giovani che su questi
di avere competenze di econo- ambiti sono dei forti acceleratomia, marketing e manage- ri dei processi e possono mettement, competenze digitali re a servizio delle Pmi conoscenorientate al web marketing e ze e competenze acquisite».
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Potenza e provincia
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
23
SANT’ANGELO LE FRATTE Dibattito a più voci sul Piano di sviluppo rurale
Puntare sui prodotti di qualità
Un gruppo di giovani vede nell’agricoltura un possibile investimento per il futuro
SANT’ANGELO LE FR. – Entro
il mese di luglio, la regione Basilicata, dipartimento agricoltura e foreste, dovrà redigere il
PSR, Piano di sviluppo rurale
regionale. Saranno disponibili
per gli anni 2014, 2020 circa
750 milioni di euro da parte della Cee, spalmabili in 7 anni. L’assessore Ottati Michele vuole che
le iniziative arrivino dal basso,
vengano formulati eventuali
suggerimenti per rendere il piano più snello e, al tempo stesso,
più adatto ai bisogni reali dei
singoli territori con le loro rispettive vocazioni. Di qui la necessità di incontrare, nel frattempo, le singole comunità e i
singoli territori per scoprire vocazioni agricole atti a promuovere aggregazioni, prodotti di
nicchia, turismo rurale, patrimonio storico - culturale. Per
questa ragione, si è svolta nei
giorni scorsi il primo incontro
nella sala cinema della cittadina, per un’informativa sulla natura e gli obiettivi del piano, voluta da un gruppo di giovani tecnici del posto che cominciano a
sentire il bisogno di progettare
il loro futuro, tra questi l’architetto Mastroberti Giuseppe. Il
futuro confina, nell’area del Melandro, con l’agro – alimentare.
Dunque all’agricoltura, sia pure in modo intelligente, magari
con un prodotto leader, bisogna
tornarci, visto anche il fallimento della colonizzazione post terremoto (1980) da parte di aziende del nord nelle nostre aree industriali ormai diventate deserto. Si ripeterà il 16 maggio e poi,
per far convergere intorno ad
un’idea progettuale adatta al
territorio, ci si rivede il 26 maggio. Presenti diversi giovani, acceso il dibattito: un barlume di
speranza si affaccia all’orizzonte! L’idea progettuale non può
ignorare le spese di partenza,
ma non può non considerare un
possibile moltiplicatore di reddito e ancora: la valorizzazione
del paesaggio e il patrimonio
storico. Non più l’agricoltura
intensiva, ma prodotti di qualità
ed esclusivi da offrire ad un turista particolare che vuole assaggiare prodotti particolari legati
alla specificità di un territorio e
godersi un ambiente ancora sano. Perché questo accada occorre farsi venire delle idee speciali,
fare rete, rendere vivibile l’ambiente rurale e sapere accogliere. In questo progetto complesso e articolato deve essere coinvolta l’intera comunità: associazioni, istituzioni, comuni di una
stessa area e gli attori principali
che sono i cittadini. Bisogna dire addio ai particolarismi: “o ci si
salva insieme o moriamo del tutto.
Il nuovo programma di sviluppo avrà di sicuro almeno 5
priorità importanti: la formazione permanente sui territori,
con l’utilizzando, dove possibile,
delle risorse umane del posto;
creare aziende agricole o crearne delle nuove, soprattutto da
parte di giovani; fare aggregazione volta alla promozione di
prodotti legati alla specificità
dei singoli territori; rendere
fruibile il paesaggio; creare le
condizioni per un turismo rurale, come agriturismo e strutture
recettive e altro.
Antonio Monaco
SCATTI SULLA “PERLA”
Tutto pronto per il Maratea photo tour challenge
Competizione internazionale tra fotografi
Il primo premio sarà 500 euro
MARATEA - L’idea è di quelle vincenti. La
natura, la gastronomia e la sana competizione. Da queste piccole - ma belle cose - che
nasce il progetto “Maratea photo tour challenge”, un concorso fotografico che si terrà
proprio nella perla del Tirreno dal 19 al 23
maggio.
Quattro giorni immersi nella bellezza.
Un set naturale per una gara dove il più bravo dovrà catturare l’essenza del paesaggio
marateota. L’iniziativa, presentata ieri, è
promossa da Luca Lancieri, in collaborazione con l’Associazione Culturale Potenza Fotografica di Andrea Mattiacci. La scoperta
di spiagge, vicoli e calette e gite in barca, sarà abbinato a dell’ottimo cibo e notti nel fia-
La conferenza stampa di ieri
besco scenario della Foresteria Illicini.
Quattro giorni e quattro notti, dunque, per
immortalare Maratea e le sue spiagge ancora non affollate.
L’evento è aperto a fotografi italiani e
stranieri, amatori e professionisti ma è soprattutto aperto agli amanti del bello.
Infatti durante i quattro giorni di permanenza i partecipanti scatteranno le fotografie che sottoporranno poi al giudizio della
giuria che premierà il miglior scatto con
500 euro.
«L'evento - hanno spiegato gli organizzatori - è aperto a tutti, fotografi amatori e professionisti, o semplici amanti del bello e della buona cucina. Durante i quattro giorni di
permanenza i partecipanti sono invitati a
scattare le loro fotografie lungo i 33 km della costa della “nostra”perla, e la giuria sceglierà il miglior scatto».
La giuria sarà composta da Oreste Lo Pomo, capo redattore Rai Basilicata, Paride
Leporace, direttore Lucana Film Commission, Elisa Laraia, visual artist, Gianpaolo
Carretta, avvocato e Luca Lancieri. Previsti
inoltre anche un premio offerto dalla profumeria Adriana ed uno offerto dalla Pisani
Distribuzione. I pranzi e le cene si terranno
alla Scialuppa 25 del buon Pasquale Cernicchiaro al porto in compagnia del vino Il Titolo, l’Aglianico offerto dalla Elena Fucci.
I neoeletti hanno annunciato un incontro con Ottati. Sul tavolo il tema del ricambio generazionale
Nuovo ufficio di presidenza all’Agia
A guidare l’associazione della Cia è stato chiamato il giovane Rudy Marranchelli
L’ASSOCIAZIONE giovani imprenditori di Basilicata ha il
suo nuovo organigramma. A
capo della struttura della Cia è
stato chiamato Rudy Marranchelli, imprenditore ortofrutticolo di Rotondella, titolare di
un’azienda di circa 100 ha.
L’ufficio di presidenza eletto
nella giornata di ieri a Potenza
si completa con due vice presidenti: Chiara Gerardi, di Avigliano, titolare di un’azienda
avifaunistico-zootecnica e Giuseppe Pricolo, di Grumento Nova, titolare di un’azienda con
circa 150 capi bovini da latte.
Al centro dell’iniziativa dell’Agia Basilicata il Pacchetto
integrato Giovani in agricoltura con le proposte per favorire
il ricambio generazionale nei
campi attraverso misure specifiche che dovrà contenere il
nuovo Psr 2014-2020. In proposito i nuovi dirigenti dell’Associazione hanno annunciato
un incontro con l’Assessore regionale all’Agricoltura Ottati
al quale saranno sottoposte anche le proposte relative a nuovi
strumenti creditizi per investimenti e innovazione, alla sburocratizzazione specie dei passaggi riferiti al Psr, all’utilizzo
delle opportunità di formazione, specializzazione contenute
nel Protocollo d’intesa firmato
fra il Ministero del Lavoro, la
Cia-Confederazione italiana
agricoltori e la sua Associazione giovani. Si tratta di un significativo atto concreto del
Il nuovo ufficio di presidenza
Piano nazionale “Garanzia per
i giovani” che prevede uno
stanziamento complessivo per
tutti i settori produttivi di 1,7
miliardi di euro e consentirà alle imprese agricole associate di
attivare tirocini e rapporti di
apprendistato con giovani che
intendono avvicinarsi all’agricoltura. Nello stesso tempo sono previste anche azioni per
l’auto-imprenditorialità.
Altro impegno dei Giovani
dell’Agia Basilicata è l’individuazione di strumenti di filiera
corta per la commercializzazione delle produzioni e maggiore reddito.
«Per determinare le condi-
zioni di una nuova stagione
dell’agricoltura lucana – sottolinea il presidente Marranchelli – abbiamo bisogno di un'agenzia per il riordino fondiario
per facilitare l'accesso alla proprietà della terra (Banca per la
terra); la costituzione di società
miste giovani e anziani, società
in cui l’anziano proprietario,
titolare dell’azienda, entra in
società con il giovane; misure
per facilitare nuove imprese
agricole attraverso l’accesso al
credito e al mercato, la semplificazione normativa, la fiscalità agevolata, il supporto alla
gestione. Il ricambio generazionale in agricoltura –conti-
nua - è un passaggio cruciale
per l’agricoltura lucana, in
quanto l’agricoltura è un patrimonio, oltre che dei prodotti
che gli agricoltori creano, fatto
di cultura dei territori, di tradizioni e saperi che, molto spesso, non si imparano ma si tramandano di generazione in generazione. In presenza di investimenti, in quote di produzione, nel miglioramento delle
aziende, di mutui e prestiti contratti anche a breve periodo, sono evidenti le maggiori difficoltà che possono incontrare i
giovani nell’attuale fase economica rispetto al resto del comparto».
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
VULTURE
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
24
REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102
85100 Potenza
Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064
[email protected]
MELFI Questo pomeriggio l’assise chiarirà una volta per tutte la questione
Surroga della Sassone: è scontro
L’ex consigliera: «Convocata anche se dimissionaria». Valvano: «Polemica infondata»
MELFI - Si annuncia particolarmente animato il consiglio comunale previsto
oggi a Melfi durante il quale
si discuterà soprattutto dell’approvazione del rendiconto consuntivo 2013. Tra
gli ultimi lavori dell’assise
di piazza, Festa Campanile e
quest’oggi, infatti, non si è
ancora provveduto alla sostituzione del consigliere
dimissionario Mina Sassone. «Si tratta di una cosa inaspettata – spiega l’esponente di Io amo Melfi, Sassone perché le dimissioni risalgono al febbraio scorso e
quindi pensavo l’amministrazione avesse già avviato
le procedure per il subentro
del nuovo consigliere. Di
fatto potrei partecipare, ma
illegittimamente, ai lavori
di questo consiglio comunale ed infatti sono stata
convocata sia per la commissione che per il consiglio
stesso. Questo dispiace perché tra i punti all’ordine del
giorno vi è l’approvazione
del rendiconto consuntivo
2013 e così non si consente
all’opposizione di esprimere, sull’importante questione, alcun parere dal momento che non siamo stati
messi in condizione di partecipare e di comprendere il
documento. Cosa che avrebbe dovuto fare il mio collega,
Rauseo sempre che abbia,
anche in questo caso, i requisiti previsti dalla norma.
Di solito la surroga viene
fatta nel primo consiglio co-
Il municipio di Melfi
munale utile ma ciò non
vuol dire che si aspetta necessariamente il consiglio
per poter prendere atto delle
dimissioni e della nomina.
Si sarebbe potuto fare un
consiglio ad hoc e mettere in
condizioni Rauseo di potervi partecipare,fornire il
contributo e rappresentare
in seno al consiglio comunale i sentimenti di chi ci ha
votato». Un’ultima precisazione. «Sono dispiaciuta –
conclude l’ex consigliere comunale, Mina Sassone - perche aldilà degli atteggiamenti è importante rendere
il ruolo del consigliere come
un ruolo che venga sentito,
vissuto e compreso dalla cittadinanza . in definitiva chi
ne perde è il senso dell’istituzione che viene sempre
meno sentita dalla cittadinanza. Tali atteggiamenti
non aiutano a ridare credibilità alla politica». La risposta del primo cittadino non
si è fatta attendere infatti:
«trovo singolare - commenta il sindaco di Melfi, Livio
Valvano - che dalla spedizione imprecisa fatta dalla segreteria di un consigliere
anziché ad un altro si costruisca un caso per rappresentare la volontà di non far
partecipare l'opposizione ai
lavori del consiglio comunale. La sostanza dei fatti è
ben altra e non merita particolare attenzione se non
pendere atto che le preoccupazioni dell'opposizione sono rivolte a questioni formali di alcun contenuto.
D'altronde gli atti sono pubblici e sono a disposizione di
tutti i consiglieri e non posso pensare che l'ottimo ed efficiente consigliere Castaldi
abbia voluto scientemente
impedire al gruppo politico
di cui fa parte o di cui faceva
parte di conoscerne il contenuto. E' evidente, invece,
che vi è il tentativo di bloccare o impedire il funzionamento dei lavori del consiglio minacciandone vizi
procedurali che non hanno
fondatezza. Per questo non
mi sorprenderebbe l'assenza in consiglio comunale del
primo dei non eletti che sta
ricevendo insistenti pressioni di non presentarsi allo
scopo di impedire la ricostituzione
dell'assemblea.
Questa e' la verità di ciò che
sta accadendo». Stasera, al
termine dei lavori del consiglio comunale di Melfi si capirà meglio cosa accadrà.
Vittorio Laviano
BREVI
FORENZA I titolari delle “Masserie del Falco” scrivono alle istituzioni
«Quella frana ci fa perdere i clienti»
FORENZA - La pioggia delle ultime
ore non ha fatto che acuire una situazione già di per sè insostenibile. A distanza di qualche giorno i proprietari delle “Masserie del Falco” hanno
deciso di scrivere al presidente Pittela e a tutte le istituzioni locali. Al centro della loro denuncia la frana sulla
provinciale 10 che, oltre a creare problemi alla normale circolazione, crea
di fatto un danno economico ancora
da quantificare. Infatti, spiegano
dalla Masseria del Falco: «da due
giorni a questa parte riceviamo di-
sdetta di prenotazioni sia per il ristorante che per l’albergo a causa della
totale impraticabilità della strada
d’accesso». «Mentre sollecitiamo un
intervento risolutivo - spiegano - in
attesa chiediamo un intervento
provvisorio e di emergenza tale da
consentire l’attraversamento della
frana al fine di evitare che detta condizione pregiudichi ulteriormente
l’attività economica della nostra società e anche dell’intera area».
La situazione a detta degli amministratori dell’azienda, riveste il ca-
rattere della criticità.
«L’urgenza - fanno notare è ulteriormente motivata e giusitficata
dagli impegni collegati agli eventi
già contrattualizzati del prossimo
mese di maggio. Si è infatti nel pieno
della stagione durante la quale, come noto a tutti, l’attività turistica e
ristorativa è particolarmente intensa». Concludono. «La perdita di tali
opportunità determinerebbe danni
gravissimi all’esistenza della stessa
impresa ed anche per le attività alla
stessa connesse».
VENOSA Il portavoce di Fratelli D’Italia e presidente della proloco punta il dito contro l’Udc
Duino: «Hanno vinto i personalismi»
RIONERO
Un viaggio
con Marinetti
RIONERO - “Viaggio
nella memoria di Aldo Marinetti” è il titolo di una mostra che
verrà esposta a Rionero in Vulture dal 2
al 17 maggio prossimi. L’appuntamento
culturale rientra nell’ambito delle celebrazioni del 25 aprile. L’allestimento sarà aperto dalle 17 alle
20.30. Per informazioni e prenotazioni
si puù chiamare l’ufficio cultura del Comune al numero:
0972729204.
BARILE
Concorso
Tiene banco il mancato accordo per la formazione di una lista di centrodestra di pittura
VENOSA - Vive la mancanza della
terza lista come una sconfitta dei
partiti di centrodestra: «Hanno
vinto personalismi e contrapposizioni! Ha perso il buon senso!» Così
commenta a caldo Michele Duino
le liste presentate per le elezioni al
comune di Venosa. Tra gli sconfitti Fratelli d’Italia, il partito che
Duino rappresenta a Venosa: «Per
oltre due mesi ho cercato invano di creare
convergenze tra le
forze di centrodestra
sia per la individuazione del candidato
sindaco che per la formazione della lista e l’
elaborazione del programma - ci rivela Michele Duino - I miei
tentativi a livello regionale hanno
trovato subito l’appoggio dei vertici di Fratelli d’Italia e l’opposizione
dell’Udc. A contrastare sistematicamente qualsiasi accordo tra Fratelli d’Italia era l’Udc , che ogni volta poneva come condizione alle intese la mia esclusione da qualsiasi
trattativa». Una situazione che Mi-
«Su di me
è stato
posto
un veto»
chele Duino voleva denunciare già
qualche giorno fa, nella imminenza della chiusura delle liste.
Quali motivi venivano addotti
a sostegno della richiesta di
esclusione ?
«Mi è stato comunicato, mai direttamente ma tramite intermediari, che la mia presenza avrebbe provocato l’allontanamento di altre persone dalla coalizione. Ho capito che il mio coinvolgimento diretto sia a
livello di trattative
che di candidatura
non era assolutamente gradito a qualcuno.
Questa persona, evi- Michele Duino
dentemente, temeva
di perdere la leadership del centrodestra a Venosa».
Quali le conseguenze di questo
conflitto?
«Si è venuta a creare una tale tensione tra di noi che ha determinato
l’allontanamento dalle trattative
di forze politiche che avevano già
espresso l’intenzione di voler par-
tecipare alla formazione della lista
del centro destra- ci dice Michele
Duino - I primi ad abbandonare il
campo sono stati i rappresentanti
di Forza Italia, nella persona di Domenico Cavallo. Gli altri tentativi e
le successive trattative si sono
sempre insabbiate per l’ostinato
veto nei confronti
della mia persona. Si
sono tenute riunioni
ristrette senza il
coinvolgimento di
tutte le forze di centro destra o delle associazioni di categoria vicino al centro
destra».
Il risultato di queste iniziative andate
a vuoto è ora davanti
agli occhi di tutti: per
la prima volta nella recente storia
delle vita democratica venosina
non c’è una lista di destra o di centro destra che partecipa alla campagna elettorale. «Gran parte delle colpe di questa situazione è da
addebitare a una sola persona, che
è tra i principali sconfitti - sostiene
Michele Duino - Dei tre consiglieri
regionali, Carmine Castelgrande
ha formato la lista di centro sinistra; Gianni Leggieri ha formato
la lista del Movimento 5 Stelle. Il
terzo consigliere non è riuscito a
condurre in porto la lista di centro
destra».
Cosa provocherà nell’elettorato la mancanza di una lista di
centro destra?
«Sicuramente aumenterà la
confusione e l’astensione - sostiene Michele Duino - Chi deciderà di
votare potrà scegliere tra uno
schieramento che rappresenta il
rinnovamento e uno che rappresenta la continuità con i partiti tradizionali».
Ha delle indicazioni di voto?
«Il voto è segreto».
Siamo consapevoli che quelle
appena esposte sono le verità di
una delle parti coinvolte nella formazione della terza lista. Siamo
quindi a disposizione di chiunque
voglia fare precisazioni, integrando o confutando quanto ricostruito da Michele Duino.
Giuseppe Orlando
BARILE - Si terrà domani all’interno del
Palazzo Frusci, la cerimonia di premiazione del “Premio Barile”. L’appuntamento è per le ore 18. Il
concorso internazionale di pittura è stato
organizzato dalla locale proloco, l’Avis e
la rivista “In Arte”.
RIONERO
Musical
su Alice
RIONERO - Tutto
pronto per il grande
Musical tratto dal libro di Lewis Carroll
"Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie". L’appuntamento è per questa
sera nel Centro Sociale di Rionero “Sacco” con sipario alle
ore 21.
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
25
REDAZIONE: via Nazario Sauro, 102
85100 Potenza
Tel. 0971.69309 - Fax 0971.601064
LAGONEGRESE
[email protected]
LAGONEGRO I locali saranno spostati provvisoriamente in un prefabbricato
Restyling per l’ufficio postale cittadino
LAGONEGRO - L'ufficio
postale cittadino ha bisogno di un restyling e presto
sarà chiuso per dare inizio
ai lavori.
La ristrutturazione del
vecchio palazzo di architettura fascista, che sovrasta
la centralissima Via Roma,
è necessaria per ragioni
strutturali e di sicurezza,
oltre che per motivi puramente estetici e di arredamento.
Secondo il progetto infatti si dovrebbe passare ad un
ambiente open space con un
diverso layout per gli sportelli del piano terra, quelli
adibiti alle quotidiane operazioni di cassa e corrispondenza, per rendere più diretto e confortevole il contatto con l'utente, che
«quando si rivolge alla Poste è sempre particolarmente esigente» sottolineano i
dipendenti intervistati, i
quali dicono di apprezzare
la novità.
Si tratta di una policy di
Poste Italiane che sta interessando tutte le sedi di una
certa importanza, volta ad
avvicinarsi ai clienti grazie
ad un rapporto face to face
che va dagli uffici ai servizi
on line.
A lavori ultimati ci saranno due sale consulenza a disposizione e maggiore spazio per il pubblico; la sicurezza sarà garantita da un
circuito di telecamere interne e da un complesso apparato di blindatura esterno,
che dovrebbe assicurare la
massima affidabilità.
Per tutta la durata dei lavori, il tempo stimato è di
circa cinque mesi, l'intero
ufficio postale sarà trasferito presso il cortile del palazzo del comune, dove sono
stati allestiti degli appositi
prefabbricati; tutto funzionerà normalmente, ad eccezione dei giorni 12, 13 e 14
maggio quando i servizi saranno prestati dalla vicina
filiale di Trecchina.
Poi da giovedì 15 tutte le
attività
ricominceranno
presso la location temporanea che non dovrebbe creare particolari problemi di
funzionalità ai cittadini.
Fabio Falabella
Il prefabbricato dove sarà ospitato l’ufficio postale
LAGONEGRO Il consigliere di maggioranza Mitidieri difende l’operato della giunta
E’ scontro sul bilancio
Critica la minoranza con Di Lascio : «Situazione debitoria di 5 milioni di euro»
LAGONEGRO – Tempo di bilanci al Comune di Lagonegro e quando l’oste con cui tirare le somme si chiama Corte dei Conti l’esercizio può risultare alquanto insidioso.
La seduta del consiglio comunale di ieri pomeriggio
ha avuto come primo e principale punto all’ordine del
giorno la discussione e l’approvazione del consuntivo
2013, in merito al quale le posizioni della maggioranza di
centro-sinistra e quelle dell'opposizione della lista civica "Per Lagonegro" sono apparse nettamente divergenti
nel merito e totalmente contrapposte in fase di votazione, come era prevedibile. Secondo Maria Di Lascio della
minoranza, che ha votato
contro, la condizione delle
casse comunali «sarebbe disastrosa e l'atteggiamento
dell'amministrazione sconcertante, a fronte delle legittime lamentele dei cittadini
per i continui aumenti della
tassazione». La consigliera
di opposizione «ha evidenziato l'esistenza di una situazione debitoria che ammonterebbe a circa 5 milioni di
euro», che « continua ad esMOLITERNO – Prospero Rotandaro, classe 89, nativo del
piccolo paese del canestrato,
pratica nuoto a livello agonistico e suona la chitarra, ma
la sua passione è la scrittura,
nella quale trova “ rifugio e
conforto”. Infatti ha visto il
proprio sogno diventare carta, sabato 3 maggio, nella biblio mediateca “G. Racioppi”
di Moliterno, verrà presentato la sua opera prima “Viaggio nel sogno. Piccole prose
in diretta”. pubblicato dalla
casa editrice leccese Manni
(una delle migliori del Mezzogiorno). Un resoconto di
piccole prose in diretta in cui
le emozioni, i sentimenti conservano ancora un senso.
Chi è Prospero Rotondaro?
«Mi sono diplomato all’I-
La seduta di ieri del Consiglio
sere mascherata con una
leggerezza allarmante attraverso la redazione di conti
consuntivi infarciti di poste
fasulle, irregolari ed illegittime, che subiranno il vaglio
e il taglio della Corte dei Conti». «Abbiamo uno scoperto
di tesoreria di 929.000 euro,
la cassa vuota e passivi per 5
milioni: ciononostante risultano falle preoccupanti nel
sistema di riscossione dei tributi, con 170000 euro in me-
no di IMU rispetto al 2012 e
nessuna traccia di entrate alla voce TARSU, sebbene il costo totale e pro-capite del servizio sia in aumento costante. Questa amministrazione
irresponsabile - ha concluso sta lasciando sulle spalle di
ogni Lagonegrese una cambiale di 1560 euro, compresi
neonati e pensionati». Il capogruppo di opposizione,
consigliere Giovanni Santarsenio, ha rimarcato che le
politiche di bilancio comunale «hanno subìto negli anni scorsi sonore e definitive
bocciature, con l'accoglimento da parte delle istituzioni preposte di tutte le nostre istanze». Gli ha risposto
a nome della maggioranza
che ha votato favorevolmente, il consigliere Pasquale
Mitidieri, già capogruppo
PD in consiglio, il quale ha
cominciato proprio dalle risoluzioni della magistratura contabile ricordando che
«il comune ha presentato un
piano di riequilibrio decennale che porterà al completo
azzeramento del debito, ma
fino ad allora il nostro bilancio riporterà sempre il segno
meno, se non interverranno
entrate particolari durante
il percorso ipotizzato; per
quanto riguarda l'esercizio
2013 i tre capitoli fondamentali che compongono il bilancio sono in regola: le voci di
competenza sono in pareggio per un totale di circa 17
milioni per ciò che riguarda
le entrate accertate e le spese
impegnate, mentre quelle di
cassa sono pari a zero a fronte di 16 milioni di transazioni per un 40% di debiti prece-
denti al 2013 e il 60% per pagamenti relativi all'anno in
corso. Dunque, l'amministrazione finanziaria 2013 è
corretta e il disavanzo di circa 2 milioni riguarda solo i
residui, nei quali figurano i
crediti che il comune avanza
dallo Stato, dalla Regione
Basilicata e da enti quali Acquedotto Lucano, che ci deve
circa 400000 euro». Mitidieri ha concluso la sua relazione soffermandosi su due
aspetti politici, prima di terminare con una battuta:
«purtroppo è innegabile la
ridotta capacità di riscossione e di recupero della nostra
amministrazione per un'evasione locale di circa
1.340.000 euro, ma è altrettanto apprezzabile la evidente diffusione tra dipendenti e
amministratori, riscontrabile almeno a partire dall’anno in corso, di una cultura di
corretta gestione finanziaria che darà sicuramente i
suoi risultati nel tempo.
Adesso tocca alla politica
agevolare il compito degli
amministratori con una verifica complessiva del funzionamento degli uffici».
Fabio Falabella
MOLITERNO Sabato la presentazione del libro nella bibliomediateca
Il “viaggio nel sogno” di Rotondaro
stituto Tecnico e Commerciale di Moliterno e abilitato alla
professione di operatore Socio Sanitario, ma i
miei diplomi non
rispecchiano a pieno le mie passioni:
scrittura, musica
e sport. Pratico
nuoto a livello agonistico e suono la
chitarra da autodidatta, ma la mia
prima passione re- Il giovane
sta la scrittura, Rotondaro
nella quale trovo
rifugio e conforto. Sono par-
tecipe alla vita e alle iniziative
del mio paese come membro
di un’associazione di volontariato e alle attività ludiche del
paese».
Com'è nata l'idea di scrivere
questo libro?
«L'idea è nata
così, un pò per gioco, ho iniziato a
scrivere per me
stesso,
perché
scrivere mi fa stare bene e mi ha fatto scoprire lati di me che non
conoscevo.
Perchè "Viaggio nel sogno"?
L’idea del viaggio si è concretizzata durante il percorso, racconto dopo racconto,
come un in puzzle nel quale
ogni tassello trova il suo posto».
Cos'è o chi ti ha ispirato
per questo libro?
«Non c'è qualcosa che mi
ha ispirato, avevo bisogno di
dire alcune cose, di parlare
con qualcuno e quindi ho deciso di affidarmi alle mie
emozioni, ai miei stati d'ani-
mo, alle mie piccole esperienze...ho preso un foglio ed una
penna e tutto è venuto da sè!»
Cosa consiglieresti a tutti gli aspiranti scrittori che
in Italia cercano di emergere?
«A loro consiglierei semplicemente di provare, scoprire qual'è il proprio sogno e
tentare di realizzarlo...quello che poi è il senso dei miei
racconti: credere nel sogno e
lottare per esso perchè a volte
potrebbe essere l'unica salvezza».
Al momento quali altri
LAGONEGRO
«Grande
traguardo»
LAGONEGRO - Anche il Sindaco Domenico Mitidieri
vuole porgere il proprio tributo alla Natura Energie Vini
Santacosta, la squadra locale di volley reduce dall'impresa compiuta alle finali di Coppa Italia disputate a Chiusi
scalo nei giorni scorsi. «È
stato qualcosa di straordinario per la nostra comunità e di
questo mi preme ringraziare
personalmente e a nome di
tutta l'amministrazione comunale il presidente della società Nicola Carlomagno e
tutto lo staff dirigenziale, che
fa degli sforzi grandissimi per
portare avanti questo bel
progetto di sport e sempre
più in alto in nome di Lagonegro, raggiungendo i massimi
traguardi della categoria in
ogni competizione. I miei
complimenti ai giocatori e all'allenatore che hanno saputo rappresentarci in un evento tanto importante e di portata nazionale.
progetti hai nel cassetto?
«Sto già lavorando ad un
breve romanzo, insomma a
qualcosa di diverso da quello
che è il mio primo lavoro».
All’incontro parteciperanno oltre all’autore, Giuseppe
Tancredi, e Raffaele Acquafredda, rispettivamente Sindaco ed Assessore alla cultura del Comune di Moliterno,
Marcello Pittella, Presidente
della Giunta della Regione
Basilicata, l’editore Anna
Grazia D’Oria, Oreste Lo Pomo, direttore del Tgr Basilicata, Mimmo Sammartino,
Presidente dell’Ordine dei
Giornalisti di Basilicata nonché direttore della Gazzetta
di Basilicata, Mimmo Mastrangelo, cronista del “Quotidiano della Basilicata”.
an. pe.
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
26
REDAZIONE: piazza Mulino,15
75100 Matera
Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466
MATERA
[email protected]
«Non si schieri con l’azienda ma con i cittadini. Accerti se ci sono altre varianti approvate»
«Mulino Alvino, no al ricorso»
Cinque esponenti di maggioranza chiedono al sindaco di riconciliarsi col Consiglio
UNA CONCILIAZIONE tra il
sindaco e la sua maggioranza evitando di fare ricorso al
Tar al fianco dell’impresa ma
prendendo le parti dei cittadini e del Consiglio. E’ questo il
punto di partenza che alcuni
consiglieri comunali di maggioranza (Angelo Cotugno,
Angelo Lapolla, Michele Lamacchia, Michele Paterino e
Enzo Massari) avanzano al
sindaco Salvatore Adduce
per sanare il vulnus venutosi
a creare nei rapporti tra
giunta e Consiglio dopo la decisione del Tar che di fatto ha
smentito l’Amministrazione
ed ha dato ragione a quella
mozione consiliare che sottolineava la necessità di approvare in Consiglio comunale il
permesso a costruire del Mulino Alvino.
I cinque consiglieri che
rappresentano i principali
gruppi politici che hanno sostenuto Adduce sin dalla prima ora ritengono che il primo cittadino non possa fare
ricorso al Consiglio di Stato e
che l’Amministrazione debba verificare ogni altro provvedimento che contenga
eventualmente varianti urbanistiche e che non è stato
posto all’attenzione del Consiglio.
Infine viene sollecitata la
necessità di un’immediata
inversione di rotta anche rispetto a Matera 2019 «realizzando ogni forma di coerenza
tra il dossier di candidatura
ed una gestione del territorio
oggi affidata a tante varianti
e che la Regione recuperi un
ruolo di guida».
«Speriamo sinceramente
che il Sindaco, abbandonando la sua discutibile autorialità, voglia accettare con responsabilità e spirito di servizio queste coordinate politiche e amministrative, che gli
vengono prospettate come
una possibile e dignitosa via
d’uscita da questo pasticcio e
che gli consenta di completare agevolmente il suo mandato permettendo un più sereno
e proficuo dibattito sia sul
“Mulino Alvino”, che sul recupero dell’area Ex Barilla,
sulla riqualificazione dei
quartieri degradati (Cappuccini, Piccianello, San Pardo…), sui Sassi e sulla candidatura a Capitale Europea
della cultura 2019» scrivono
ancora i cinque consiglieri
comunali espressione di
un’importante fetta della
maggioranza.
«Sulla vicenda del permesso a costruire ‘Mulino Alvino’
si registrano tante autorevoli posizioni da parte di esponenti politici, personalità
della società civile, oltre che
di qualificate associazioni
culturali che animano il dibattito cittadino.
Tutte per la verità esprimono una forte censura dell’azione amministrativa e poli-
«Speriamo Adduce
lasci l’autorialità
e accetti questa via
d’uscita che offriamo»
«Necessaria inversione
di rotta su Matera
2019 con coerenza
tra dossier e territorio»
La struttura di via Dante che è stata bloccata dal Tar
tica del Sindaco, fino a chiederne le dimissioni.
Questo accade quando si tira la corda al di là di ogni ragionevole previsione, ed è
quello che è accaduto nella vicenda del ‘Mulino Alvino’, oltre che in altre altrettanto
gravi vicende che riguardano un’irresponsabile applicazione della legge 106, meglio nota come ‘Piano casa 2’»
ricordano i consiglieri.
«Al Sindaco chiediamo di
comprendere e farsene una
ragione. La sentenza del Tar
si è espressa, prima ancora
che sul merito, sulla illegittimità della procedura adottata e sulla lesione di sovranità
che i funzionari comunali
hanno prodotto alla massima Assise Cittadina, che è il
Consiglio Comunale.
La vicenda colpisce negativamente la nostra comunità e
condiziona irrimediabilmente l'evoluzione delle politiche
urbanistiche in corso oltre a
compromettere le azioni politiche dei prossimi mesi. E' opportune ricordare che nonostante i ripetuti annunci ed i
reiterati impegni da parte del
Sindaco e dell'amministrazione, siamo ancora senza un
Regolamento Urbanistico e
senza il Piano Strutturale».
Quindi l’indicazione di
una via d’uscita da quest’impasse. «In via del tutto preliminare, bisogna che il Sinda-
co si riconcili con la sua maggioranza politica e con il suo
Consiglio Comunale, perché
questo è il suo primo dovere.
Questo lo impegnerebbe,
in caso di ricorso al Consiglio
di Stato da parte della Cogem
avverso la recente sentenza
del Tar, a valutare l'opportunità di non costituirsi ancora
una volta a fianco dell’impresa e contro i cittadini ed il
Consiglio, ma questa volta a
difesa del ruolo del Consiglio
Comunale e per una conferma della sentenza di primo
grado. Coerentemente a questo approccio ed in relazione
alla sentenza del TAR di Basilicata, invitare il Segretario
Generale ed il dirigente al-
l’urbanistica a verificare
ogni eventuale altro provvedimento rilasciato per casi
analoghi ove fosse presente
una variante urbanistica.
Produrre un’immediata
inversione di rotta sulla vicenda “Matera 2019”, realizzando ogni forma di coerenza
tra il dossier di candidatura, i
suoi tanti paradigmi culturali, e una gestione urbanistica del territorio oggi affidata a tante varianti, sempre
e solo improntate a consumo
di suolo urbano.
Porre al centro dell’azione
amministrativa degli organi
di “Matera 2019”, comitato e
direzione, i processi attuativi
e il tema delle industrie cultu-
rali, affinché si impieghino
celermente le risorse comunitarie già destinate, lo slogan e l'azione dovrebbe essere “meno conferenze stampa,
più conferenze di servizi”.
Mai più pochi Cattedratici
all’apice di una piramide inviolabile ma, anche grazie all’accesso alla rete, informazione disponibile per tutti capace di anticipare e superare
anche le pronunce amministrative.
Questo è stato il vero “errore strategico” di questa amministrazione, altro che un
illusorio ed ancora ignoto
Piano Strategico!».
Piero Quarto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CASO DELLE COMPLANARI SULLA STATALE 99
Il grido d’allarme della Provincia che si appella ai vertici della Regione
«Il mondo produttivo isolato»
“La grave crisi economica che si è
abbattuta sul territorio si aggrava di ora in ora anche per i mancati interventi promessi e purtroppo mai attuati. Sono trascorsi tre
anni da quando questa Provincia
evidenziava la necessità di risolvere la questione della realizzazione delle complanari sulla Statale 99. L’assenza di queste ultime, infatti, oltre a penalizzare le
aziende esistenti, pregiudica lo
sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali.”
Il presidente dell’Ente di via Ridola, Franco Stella, e l’assessore
alle Infrastrutture, Angelo Garbellano, hanno scritto al presidente e all’assessore alle Infrastrutture della Regione, al sindaco del Comune di Matera e per conoscenza al capo compartimento
dell’Anas Basilicata, sollecitando
un intervento rapido per risolvere il problema.
La statale 99 è stata adeguata, le complanari non ancora
“Un assetto viario inadeguato e sta tutta la sua gravità sul fronte
incompleto dove il mancato rapi- economico ma anche su quello sodo accesso alla statale 99 ha de- ciale”
“Nell’ottica di sostenere conterminato un pesante isolamento
degli insediamenti produttivi cretamente il rilancio del tessuto
esistenti che ancora oggi devono imprenditoriale locale – hanno
affrontare numerose difficoltà. concluso il presidente Stella e
Un problema –hanno evidenziato l’assessore Garbellano - e consiStella e Garbellano - che manife- derata la strategicità che l’infra-
strutturazione del territorio ricopre per Matera2019 si sollecita
un pronto intervento al fine di
sbloccare l’iter di realizzazione
degli interventi così come anticipato nel luglio dell’anno scorso
quando si dava per vicino il raggiungimento dell’ambito traguardo”.
Sulla questione è interventuo
anche l’assessore comunale Giovanni Scarola che ha spiegato: «il
Comune ha già programmato
una commissione sul tema per
venerdì prossimo, non siamo stati con le mani in mano e lo schema
di convenzione è già stato predisposto. Serve l’adeguamento del
finanziamento che copre una cifra intorno ai sette milioni per arrivare a definire gli interventi necessari, a cominciare dagli espropri, per la realizzazione delle
complanari su cui la Regione già
si era espressa con una delibera».
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Matera
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
27
Un sorriso stampato per i vincitori che si sono presentati con la schedina in via Gattini
La fortuna bacia chi ha più bisogno
Sono sei amici, tutti pensionati, a giocare 8 euro e vincerne 31.527 al Totocalcio
SONO un gruppo di sei amici
pensionati che puntualmente la
domenica si danno appuntamento e giocano al Totocalcio, i
fortunati vincitori che con solo
otto euro hanno portato a casa
31527,48 euro.
I sei ultrasessantenni hanno
giocato due schedine identiche
presso la ricevitoria Lottomatica
Ba 796 di Angelo Sacco in Via
Gattini meglio conosciuta alla
ribalta della cronaca nel popolo
degli scommettitori “Ebreo”.
Un ennesimo bacio per gli
scommettitori e per la ricevitoria che non manca (con una certa
periodicità)di elargire grosse
vincite.
“Ogni anno riusciamo a portare fortuna ai nostri clienti e lo
facciamo con piacere afferma
Angelo Sacco.
Anche questa volta siamo felici di aver reso felice i nostri affezionati giocatori e lo siamo soprattutto perchè sappiamo bene
le difficoltà in cui un po’ tutte le
famiglie oggigiorno vivono
In queste due settimane continua Sacco sono stati distribuiti
circa 50000 euro di vincite alle
scommesse sportive cifra vinta
giocando piccole somme, questo
per dire che non è necessario giocare grosse somme di denaro.
Ci riteniamo, conclude Sacco
una ricevitoria fortunata non a
caso il nostro motto è “qui la fortuna è di casa” nella convinzione
che ci saranno ancora tante vincite. Quest'anno conclude speriamo in una grossa vincita al
gratta e vinci”.
La schedina vincente giocata nella ricevitoria di via Gattini
La dea bendata torna a baciare di soli otto euro.
la città degli antichi rioni in tufo
I vincitori si sono presentati
e in modo prorompente.
con le schedine vincenti felici
Questa volta la scommessa su per il “colpo” e dunque registrapartite di calcio pronosticando re le vincite.
risultati non proprio facili.
Un bel gruzzoletto consideI vincitori hanno azzeccato i ri- rando che è stata puntata una cisultati di quindici partite pre- fra assolutamente popolare e per
senti nella giornata nella scheda giunta in sei persone e che ha redel Totocalcioe con unagiocata so tutti più felici.
Operazione della Guardia di Finanza ad azienda del settore dei trasporti
Imprenditore indagato per frode fiscale
sequestrato immobile da 600.000 euro
E’ stato sequestrato un immobile che è stato ricondotto
ad un’impresa che opera nel
materano nel settore dei trasporti. Un imprenditore è indagato per frode fiscale ed
era già stato deferito all’autorità giudiziaria perchè considerato responsabili di indebiti vantaggi fiscali per circa
3 milioni di euro di imponibile. A condurre l’operazione ci
ha pensato il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia
di Finanza di Materache è intervenuto dietro un’esplicita
richiesta da parte del giudice
per le indagine preliminari
che ha deciso la misura del
sequestro.
Il valore complessivo del
patrimonio immobiliare sottoposto a sequestro preventivo si aggira intorno ai
600.000 euro complessivi.
L’operazione che è stata
portata avanti dalla guardia
di Finanza rientra in una serie di controlli che già erano
stati avviati in passato tanto
che l’imprenditore destinatario della misura coercitiva,
era già stato deferito all’autorità giudiziaria e stando alle
verifiche della Guardia di Finanza «aveva posto in essere
un meccanismo fraudolento
ideato allo scopo di consentire alla sua impresa indebiti
vantaggi fiscali e contributivi, quantificabili, nella sostanza, in circa 3 milioni di
euro di materia imponibile».
L’emersione del sommerso e la lotta alle frodi fiscali
sono i fattori chiave che consentono di conciliare rigore
ed equità, garantendo, allo
I controlli della Guardia di Finanza nelle aziende
stesso tempo, più risorse da
destinare alla crescita del noINCLOODO
stro Paese.
«Il sequestro preventivo
per equivalente, preliminare
all’applicazione della confisca per equivalente, è lo strumento legislativo coercitivo
Un sito web, www.inclooodo.it,
utile a vanificare le “illecite
per aiutare persone sulla strada
manovre imprenditoriali”
del reinserimento sociale e lavomirate ad impedire il recuperativo, al termine di un percorso
ro delle imposte evase.
riabilitativo, o per fornire inforDetto provvedimento ablamazioni su orientamento e fortivo, generalmente, disposto
mazione. L’iniziativa, promossa
su somme di denaro ed altro
dall’associazione «Amici di Gipatrimonio mobiliare ed imglio Zarattini», è stata presentamobiliare e altre utilità di cui
ta presso il Csv Basilicata, dai
l’indagato abbia la disponibisoci del sodalizio e da un gruppo
lità per un valore corrispondi persone svantaggiate che ha
dente al prezzo, al prodotto e
imparato durante un corso-peral profitto del reato, è previcorso riabilitativo durato sei mesto per talune fattispecie crisi, e finanziato dalla Regione
minose allorquando sia inBasilicata per quattromila euro
tervenuta condanna e sia imnell’ambito del progetto «web olpossibile identificare fisicatre le barriere», a utilizzare il web
mente le cose che ne costituie a costruire un sito dedicato per mettere la propria
scono effettivamente il prezesperienza a servizio di altri.
zo, il prodotto o il profitto».
Un sito web
per il reinserimento
Una bella vincita quasi inusuale per il momento vista che si
“punta” maggiormente verso
giochi dove si vincono cifre cospicue e che sono ben lontane
dalle vincite record del Totocalcio che una volta con il “tredici”
significava far vivere nel benessere e di far tornare sconosciuti
parenti pronti a battere cassa.
Adesso, invece, può capitare di
non dire nulla per evitare una
brutta figura visto le cifre non
proprio da record.
Una domenica sicuramente
fortunata per il “sestetto vincente” di appassionati scommettitori che ancora una volta hanno
dato conferma di come la Basilicata ed in modo particolare Matera sia stata nel corso degli ultimi tempi più volte baciata dalla
dea bendata.
Fortuna e bravura?Il binomio
si conferma ancora una volta
vincente.
Se non fosse una questione di
vincita avremmo potuto dire che
si tratta di una maledizione, ma
fortunatamente possiamo felicitarci di essere baciati frequentemente dalla dea bendata.
Michelangelo Ferrara
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Integrazione della giunta
al piano di opere pubbliche
Interventi per alcuni milioni
La Giunta comunale, su
proposta dell’assessore ai
Lavori pubblici, Nicola
Trombetta, ha approvato
gli ulteriori atti tecnici preliminari già inseriti nel piano annuale 2014 dei lavori
pubblici.
“Lo schema del programma triennale e dell’elenco
annuale dei lavori pubblici
2014 – 2016, predisposto
dal Settore Opere Pubbliche secondo il Programma
dell’Amministrazione – afferma Trombetta - è stato
adottato con delibera di
Giunta Comunale il 23 gennaio 2014 e l’Ufficio ha proceduto alla sua pubblicazione e pubblicizzazione, secondo legge, all’Albo Pretorio on line e sul sito Internet
del Comune per 60 giorni
consecutivi a partire dal 28
gennaio 2014 e fino al 29
marzo 2014.
Al momento dell’adozione del piano triennale e dell’elenco annuale parte degli
studi di fattibilità, delle
progettazioni preliminari e
stime dei costi riferiti ai lavori inseriti nell’elenco annuale 2014 era già stata approvata con precedenti deliberazioni di Giunta Comunale mentre altri preliminari risultavano in fase
di ultimazione e si è proceduto alla loro definizione
atteso che la norma prevede
che la condizione dell’approvazione dei preliminari
deve essere verificata e risultare soddisfatta nel momento in cui l’elenco annuale del programma
triennale viene sottoposto
all’approvazione dei competenti organi unitamente
al Bilancio di previsione
dell’Ente”.
Tra gli interventi che sono stati aggiunti c’è la manutenzione straordinaria
ed opere di completamento
degli immobili comunali e
dei distretti scolastici per
800.000 euro, opere di urbanizzazioni – Interventi
urgenti e di somma urgenza per 800.000 euro; manutenzione dei Piani Viabili
della Città e dei Borghi
300.000 euro.
Interventi di rifacimento
strade e marciapiedi della
città per 500.000 euro e ancora interventi di riqualificazione urbana e rifacimento strade e marciapiedi
al Rione San Pardo per
600.000 euro. Più altri
600.000 a Piccianello e
400.000 a Cappuccini.
Lavori di mitigazione del
rischio idrogeologico della
strada comunale denominata Viale Italia per
800.000 e la manutenzione
Impianto di Pubblica Illuminazione della Città e dei
Borghi anche ai fini dell’ottimizzazione del risparmio
energetico con un investimenti di 300.000 euro.
Interventi di manutenzione sono poi previsti al
Municipio (200.000 euro),
alla Prefettura (150.000 euro) e al Palazzo di Giustizia
(200.000 euro).
Due milioni per gli impianti sportivi e 200.000
euro pe rla Villa Comunale.
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
30
REDAZIONE: piazza Mulino,15
75100 Matera
Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466
PISTICCI
[email protected]
MARCONIA In pochi mesi oltre settemila telefonate e tentativi di approcci sessuali
«Sarai mia o di nessun altro»
Quarantenne ossessionata da un altamurano che le aveva offerto un lavoro
MARCONIA - Quattro anni di persecuzioni potrebbero cessare, dopo tre mesi
di indagini a carico di una
persona, un ultrasessantenne di Altamura peraltro sposato, accusato di
stalking nei confronti di
una signora di Marconia,
sulla quarantina, egualmente coniugata. A carico
dell’uomo, infatti, il tribunale di Matera ha emesso
un’ordinanza applicativa
di misura cautelare personale per stalking, disponendo il divieto di avvicinamento alla vittima e ai
luoghi dalla stessa frequentati, nonché l’obbligo
di non comunicare con la
persona offesa con qualsiasi mezzo, compreso il telefono ed una segnalazione ai servizi sociali al fine
di intraprendere un percorso rieducativo. Due gli
elementi decisivi ai fini del
provvedimento: il coraggio della vittima di denunciare i fatti e la completezza
dei dati raccolti nella documentazione trasmessa alla
procura da parte dagli uomini del commissariato di
Pisticci, guidato dal dirigente Gianni Albano.
Il caso è stato seguito per
circa tre mesi dall’ispettore Antonio Grieco e dall’assistente capo Maria Antonietta Tricarico.
A fine gennaio scorso,
infatti, una donna di Marconia presentò querela nei
confronti di M.A.A. ovvero
l’uomo che in passato le
aveva offerto un lavoro,
salvo poi rivelare intenzioni di natura extra professionale, che la stessa poli-
Episodio di violenza su una donna
zia ha definito essere “ap- so attuò un pedinamento
procci di natura sessuale”, fino a Taranto, dove la dondecisamente rifiutati dalla na si trovava per accudire
malcapitata, resa di conse- la figlia ricoverata in ospeguenza oggetto di stal- dale. In quella circostanza
king attraverso pedina- la vittima fu costretta a rimenti, appofugiarsi in
stamenti sotuna sala meto casa, teledicheria, per
fonate e mesevitare di essaggi, al ritsere assalimo di 30-40
ta.
chiamate e
Furono acsms al giorcadimenti di
no.
questo geneUna situazione prose- re ad indurre nella donna il
guita per lungo tempo, an- timore finanche di uscire
che dopo la cessazione del di casa. Ma lo stalker,
rapporto di lavoro ed esa- giunto a proferire frasi del
sperata dal comportamen- tipo: “O sarai mia o di nesto dell’uomo, come dimo- sun altro”, continuava nelstrano alcuni episodi rac- la sua azione ricorrendo
contati dalle forze dell’or- anche all’uso frequente del
dine.
telefono.
M.A.A., infatti, in un caIn tre mesi di indagini,
L’aveva seguita
fino a Taranto
per farla cedere
infatti, sono pervenuti all’utenza della vittima oltre
7mila telefonate, tentativi
di chiamate, messaggi e
chiamate in modalità anonimo.
Il quadro probatorio, peraltro, ha trovato conferme nelle testimonianza di
partenti e vicini. Raccolte
le prove, gli investigatori
della Polizia di Pisticci
hanno trasmesso le loro
conclusioni
all’autorità
giudiziaria, che ha proceduto all’adozione dell’ordinanza applicativa di misura cautelare che, fra l’altro,
gli intima di non mettere
piede a Marconia, di non
avvicinarsi a meno di 150
metri dalla signora, di non
comunicare con lei in alcun modo.
Il recente episodio verificatosi nel comune di Pisticci, fa comprendere quanto
possa risultare decisiva la
scelta di denunciare certi
fatti alle autorità competenti, organizzate con professionalità tali da poter affrontare e risolvere i casi di
stalking.
Il recente risultato ottenuto dal Commissariato di
Pisticci fa il paio, peraltro,
con i sei arresti in flagranza operati nel 2014 per reati connessi a furto, danneggiamento, ricettazione
e droga e con una puntuale
attività di ricognizione e
controllo del territorio.
Un potenziale pericolo
disinnescato
dall’intervento dei tutori dell’ordine.
Roberto D’Alessandro
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PISTICCI Dai calanchi ai siti archeologici fino ai Sassi e nei musei
In Motò alla scoperta del territorio
Da domani nel Materano il raduno delle originali due ruote Aprilia
PISTICCI - Il raduno nazionale Aprilia
Motò 6.5, quest'anno intitolato "Herakleia", si svolgerà in Basilicata dal 1 al
4 maggio. Per l'occasione il team di Archeoart-Basilicata si renderà disponibile a guidare i possessori ed utilizzatori delle Motò 6.5 - veicoli dalle avvolgenti e belle forme, disegnate dal noto
architetto e designer francese Philippe Starck- presso le attrattive storiconaturalistiche della Basilicata jonica.
L'idea di organizzare un tour esplorativo di Club Italia Aprilia Motò 6.5
nel territorio lucano, è nata dalla volontà dei photoreporters Gambalvo&Napolitano, soci del Club e amanti
della Basilicata, e dal team di archeologi e storici dell'arte di Archeoart, realtà che opera da molti anni nella valorizzazione del p atrimonio culturale lucano.
In relazione al tour esplorativo in Basilicata, così riferiscono i soci del Club
Aprilia: «Non siamo dei fanatici. Un po’
come tutti i possessori delle due ruote,
giungere nei territori lucani per gustarli nella loro
reale bellezza, proprio come di solito facciamo durante le nostre uscite esplorative, generalmente nei fine settimana, quando visitiamo luoghi incantevoli
ove ci diamo convegno».
I partecipanti al tour
giungeranno domani a Pisticci, presso la strutturaalbergo il “Calanco”. Il tour
esplorativo seguirà verso
l'abitato storico di Pisticci.
Nei giorni seguenti, le viUn’Aprilia Motò sul belvedere di Murgia Timone
site ai Sassi, alle Tavole Pavogliamo solo tentare di accostare una
latine di Metaponto, cuore archeologicultura motociclistica, espressione di
co della Basilicata, al quartiere “Rabatana” di Tursi risalente alle antiche
un design raffinato, ad un'antichissifrequentazioni arabe. Il tour si concluma e storica cultura, quella elevatissiderà con la visita al Museo Nazionale
ma della Magna Grecia, patrimonio
della Siritide di Policoro e al vicino Parstorico da proteggere, valorizzare e
co Archeologico di Herakleia.
salvare nella nostra amata Italia. Attraverso questa iniziativa, vogliamo
[email protected]
Il cumulo di inerti abbandonato vicino la pineta
POMARICO Buco nel parcheggio
Troppe insidie
nell’area mercato
POMARICO – In piazza che è andata a finire diretPrimo Maggio, ovvero tamente nella pineta. La
nell’area parcheggio più stessa pineta che, più a
grande di Pomarico, dove valle, verso il campo da
solitamente si svolgono tennis abbandonato di via
buona parte delle manife- Rago, adesso accoglie un
stazioni pubbliche estive e accatastamento di matedove nel recente passato riali edili di scarto. Arriera stata allestita una vato a far compagnia alpiazza-mercato ortofrut- l’immondizia giacente fra
ticolo, caratterizzata da gli alberi. Una piccola
ambulanti
montagna
provvisti
di materiadi cuccetta
le di risulta
in lamiera,
da lavoraun
cedizioni.
Il
mento cotutto libero
mincia a
nella terra.
far preocSenza secupare. Da
gnalaziodiversi
ne alcuna.
giorni, un
Una situapaio
di
zione per
transenne
certi versi
infatti erasimile
a
no state alun’altra,
locate per
questa volinterdire la
ta del quarsosta nei La transenna dove c’è il buco tiere “A.
pressi del
Moro”.
buco. A gaQui i lavori
ranzia delpubblici
la pubblica
per la reaincolumilizzazione
tà, come si
d’una paledice.
Ma
stra cittaadesso le
dina sono
transenne
fermi da
sono state
mesi, però
rimosse.
laterizi e
Anzi pogaltro sono
giate alla
ancora acrecinzione
catastati
che delimiall’interno
ta il confine
del cantietra la piaz- La zona del mercato dall’alto re. Almeno
za e la zona alberata sotto- insomma sono recintati.
stante. Quindi, è possibile Seppur lasciati a riposaanche lasciare la propria re. Le imprese che lavoravettura sul buco stesso. no nell’edilizia conoscono
Rischiando già qualcosa. comunque le norme in
E la situazione complessi- materia. Ovvero sanno
va non è incoraggiante, quanto tempo e in che mavisto che dal pertugio niera la risultanza delle
adesso utilizzato da cani e lavorazioni può rimanere
gatti a mo’ di passaggio accatastata prima di esseveloce, è possibile notare re trasferita nelle discariche proprio un pezzo della che specializzate.
Nunzio Festa
pavimentazione è crolla© RIPRODUZIONE RISERVATA
to. Con la porzione caduta
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
31
REDAZIONE: piazza Mulino,15
75100 Matera
Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466
TRICARICO
[email protected]
TRICARICO Applausi agli scampanatori di San Mauro Forte, tra i protagonisti della sfilata
Un esperimento ben riuscito
Grande partecipazione al raduno delle maschere antropologiche d’Italia
TRICARICO - E’ stato un grande successo, sotto il profilo della promozione culturale del territorio, il terzo raduno delle
maschere antropologiche a Tricarico.
Tre giorni di riflessioni ed eventi sulle
nuove chance del turismo culturale nelle
aree interne, culminati nella sfilata di
sabato, con maschere e segni autoctoni
di tutto il Sud e non solo.
Tricarico è stata per tre giorni un luogo cult, per la prima vera esperienza pensata e strutturata sulle note del folclore
più autentico ed ancestrale.
In questa culla della tradizione lucana,
non potevano mancare, ovviamente, gli
scampanatori di San Mauro Forte, certamente tra i protagonisti dell’evento,
svoltosi nel pomeriggio di sabato 26
aprile nel paese del poeta-contadino Rocco Scotellaro.
Oltre venti suonatori, guidati dal presidente della Pro loco, Salvatore Tricarico, e dal caposquadra, Rocco Tremamondo, sono giunti nella città arabonormanna alle prime ore del pomeriggio
e nel lungo corteo di maschere provenienti da tutta l’Italia
si sono posizionati appena dopo le maschere
di Tricarico.
Ancora una volta il
suono magico dei
campanacci ha attirato l’attenzione dei numerosi turisti presenti che hanno applaudito più volte gli scampanatori, durante il
percorso che ha avuto
inizio dalla via Appia
fino a raggiungere
piazza Garibaldi, cuore pulsante del paese.
Alla manifestazione, oltre a San Mauro
Forte, erano presenti
gruppi di altri sette
Comuni della Basilicata che fanno parte della Rete delle maschere
antropologiche lucane: Aliano con le maschere cornute, CiriLe maschere in viaggio gliano con le quattro
stagioni, Lavello con il Domino, Montescaglioso con il Carnevalone; Satriano
con il Rummit, Teana con L’Orso e Tricarico con Le mascherE.
A loro si sono aggiunte rappresentanze provenienti da altre parti d’Italia : le
maschere del Carnevale occitano di
Guardia Piemontese (Calabria), i Sos
tumbarinos di Gavoi (Nuoro), il Carnevale di valtorta (Bergamo), la Quadriglia
di Alessano (Lecce), il Carnaval d’allien
(Valle d’Aosta), I Krampuss dall’ Austria
e tanti altri ancora.
Una vetrina importante, il cui merito
va attribuito agli infaticabili dirigenti
della Pro loco di Tricarico (a partire da
Roberto Incudine e Rocco Stasi), che
hanno creduto fermamente nel progetto
di radunare gruppi e maschere aventi
valenza antropologica con l’obiettivo di
conservare e divulgare i riti legati al Carnevale.
Di questi eventi il Campanaccio di San
Mauro Forte è sicuramente uno dei più
importanti, per il suo significato antropologico e per la rilevanza che esso, da diversi anni, ha assunto nel panorama culturale e turistico della regione.
La Pro loco, con la sua presenza, ha
rinnovato uno degli impegni assunti al
momento della sua costituzione, cioè
quello di esportare il rito al fuori delle
mura cittadine, per farlo conoscere e fare in modo che siano sempre di più i visi-
Tre giorni
di riflessioni
ed eventi
culminati
in piazza
tatori interessati a raggiungere San
Mauro Forte in occasione della sagra che
si tiene ogni anno verso la metà del mese
di gennaio.
Quella di Tricarico è stata l’ultima tappa di un lungo viaggio, iniziato nell’ottobre del 2005, che ha visto i campanacci
della Pro loco presenti in tante manifestazioni a carattere regionale e nazionale a partire dai carnevali di Aliano, Tricarico, Satriano, Pisticci, Armento, Rionero, Lauria, alla Kermesse “Cantinando”
di Barile, alla sagra della “Città dei Sapori”di Brienza, alla manifestazione “Expo
Alleva” di Tito Scalo, al Campionato Nazionale di Morra di Pergola, alla Fiera del
Basento di Grassano Scalo, al raduno regionale degli allevatori di San Chirico
Raparo, alla “Notte della Magia” di Albano.
Presenza resa possibile grazie alla disponibilità dei tanti giovani (a Tricarico
a sfilare anche due ragazze, Donatella e
Isabella e una donna, Rosaria), che attraverso i campanacci testimoniano non solo l’attaccamento a una tradizione ma il
piacere e la voglia di condividere un percorso umano e culturale.
Antonio Corrado
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gli scampanatori di San Mauro durante la sfilata a Tricarico
Giovanni Pasciucco (Fdi): «Qui è come a Montescaglioso»
«Frane, Stigliano non è terra
di nessuno, la Regione intervenga»
STIGLIANO - «Le vicende della frana di
Stigliano, per come si stanno susseguendo, gettano sconforto su un territorio e, soprattutto, su una comunità
già piegata dall’isolamento e dallo spopolamento».
E’ il commento di Giovabni Pasciucco
di Fratelli d’Italia, che non punta il dito
sull’amministrazione comunale, bensì
agli Enti superiori, Regione e Provincia. «Quanto sta accadendo sul versante
della strada Acinello-Cogne in zona
Monte Serra ha il sapore della beffa. spiega- Un fronte territoriale ampio,
quanto e più del dissesto franoso di
Montescaglioso, che sembra avere me-
no dignità geo politica. Chissà se salirà
qualche potente a Stigliano a manifestare solidarietà, a spendere qualche
parola di conforto, ad informare i cittadini su come, tecnicamente e finanziariamente, si interverrà. Chiuso il Centro sociale, isolata la pompa di benzina,
persino parti di centro storico impercorribili al traffico. Alcune famiglie
fuori di casa, altre in pericolo. Ormai viviamo una situazione insostenibile.
Non ci sono informazioni tecniche precise, non si capisce come e dove iniziare
ad intervenire. Siamo alla commedia
degli equivoci e delle incomprensioni.
Per queste ragioni abbiamo chiesto e ot-
tenuto dal consigliere Rosa, di interrogare formalmente il presidente
della Regione, Marcello Pittella, e l’assessore competente per materia, per conoscere i dati tecnici della frana, perché
sia chiaro l’importo complessivo dei
danni prodotti ed, infine, per conoscere
tempi e modi degli interventi previsti.
Stigliano non è un feudo medioevale in
disarmo -conclude ironico- ma una cittadina strategica nella Collina materana, fatta di persone, che esigono pari opportunità».
La frana
che sta
assediando
l’abitato di
Stigliano da
un mese
GRASSANO Problemi per le famiglie dei defunti senza degna sepoltura
In Consiglio non si discuterà dei loculi
GRASSANO - Il presidente del Consiglio,
Antonio Carbone, ha convocato una seduta ordinaria, che si terrà, nella sala
consiliare di Palazzo Materi in corso Umberto I, oggi alle ore 18 (in seconda convocazione il giorno 2 maggio stessa ora),
per la trattazione del
seguente: Comunicazioni del sindaco e
del presidente del
Consiglio; lettura ed
approvazione verbali sedute precedenti;
determinazione indennità di funzione
al presidente del
Consiglio e gettoni
di presenza consi-
glieri comunali anno 2014; rendiconto
dell'esercizio finanziario 2013. approvazione; destinazione fondi assegnati con
Delibera Cipe 45 del 23 marzo 2012 –Rettifica.
Intanto i consiglieri di opposizione Armando Stola, Michele Liuzzi e Digrazia
Silvano auspicano che tra le comunicazioni del sindaco e del presidente del Consiglio venga affrontato l’argomento circa la situazione dei loculi nel cimitero di
Grassano come da loro richiesta depositata all’ufficio protocollo lo scorso 24
aprile.«Episodi recenti hanno evidenziato problemi circa la disponibilità di loculi
nel Cimitero di Grassano. -spiegano- Con
la presenza si chiede di riferire al prossimo consiglio comunale (previsto per il 30
Il municipio di Grassano
aprile) circa: la disponibilità dei loculi cimiteriali, le iniziative che si intendono
intraprendere per superare i problemi di
carenza, le azioni per prevenire eventuali future emergenze e i tempi attuativi
delle soluzioni programmate». Intanto
anche il Pd di Grassano pone l’attenzione
sulla questione loculi cimitero. «Non
possiamo ufficialmente partecipare ai
lavori -spiega Antonello Malvinni- ma in
sezione cerchiamo di non tralasciare i
problemi. Per la questione loculi avevamo risolto il problema con il sistema dell’autofinanziamento, cioè la vendita dei
loculi serviva a finanziare la costruzione
dei successivi. Auspichiamo una soluzione in tempi rapidi».
Giovanni Spadafino
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
BERNALDA
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
32
REDAZIONE: piazza Mulino,15
75100 Matera
Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466
[email protected]
TURSI Le domande si potranno presentare entro il 12, riguardano tecnici ed amministrativi
Vie Blu, quaranta “riassunzioni”
Bando aperto dal Comune capofila per la mitigazione del rischio idrogeologico
TURSI - È disponibile sul
sito internet della città di
Tursi, Comune capofila
dell’Area Programma Metapontino-Collina materana, il bando per gli impiegati tecnici ed amministrativi del Progetto Vie
Blu - Stralcio 2014, pubblicato il 28 aprile.
Con l’ausilio di tale personale, assunto dal Comune della città di Pierro per
il secondo anno consecutivo, saranno realizzati, sul
territorio provinciale, interventi di manutenzione
del reticolo idrografico, riduzione del rischio idrogeologico e di riqualificazione dei sistemi ambientali e paesistici.
«Un importante strumento di riqualificazione
ambientale -si legge in una
nota del Municipio- e di sostegno
all’occupazione
che consentirà agli impiegati iscritti nella short list,
circa 40 unità afferenti alle Aree Programma “Metapontino Collina materana” e “Bradanica-Medio
Basento”, nonché per
quelle residenti nel Comune di Matera, di chiedere la
riassunzione presentando
domanda al Comune di
Tursi.
La domanda di riassunzione, per i soli impiegati
che sono inseriti nella
short list regionale -si
spiega ancora nel comunicato ufficiale- dovrà essere
presentata direttamente
al protocollo od inviata a
mezzo raccomandata A/R
al Comune di Tursi entro il
12 maggio. Con l’attuazione di tale progetto, e con le
azioni messe in campo dalla Regione Basilicata, si
potrà intervenire su un
territorio vasto che sconta
il grave fenomeno del dissesto idrogeologico».
Si tratta di attività tendenti a mitigare il rischio
idraulico, a riqualificare
la rete ecologica e dei sistemi ambientali con la protezione e la prevenzione dal
rischio di incendi all’interno dei bacini idrografici.
«Al fine di consentire
agli impiegati di raggiungere gli otto mesi lavorativi per l'anno in corso -concludono dal Comune- e
rendere proficua ed effica-
ce la realizzazione unitaria del Progetto Vie Blu,
questo Comune capofila,
nell’ambito della dimostrata leale collaborazione
istituzionale con la Regione Basilicata, ha provveduto alla immediata pubblicazione dell’avviso per
tutto il personale della
Provincia di Matera, in
concomitanza con l’analogo per gli operai da assumere pubblicato dall’amministrazione provinciale».
L’avviso e lo schema di
domanda sono disponibili
sulla home page del sito internet del Comune di Tursi
nella sezione “Bacheca”.
[email protected]
Il sindaco Giuseppe Labriola
Il municipio di Tursi
MONTALBANO La richiesta di Pierro in consiglio provinciale
Rotatoria per la sicurezza di viale Sacro Cuore
MONTALBANO JONICO - Sono stati
numerosi i punti trattati nell’ultimo
consiglio provinciale del 28 aprile
scorso, quasi tutti a firma del capogruppo di Alleanza Materana Donato Pierro.
Il consigliere Pierro, eletto nel Collegio di Montalbano Jonico ha interrogato il presidente Stella sull’opportunità di rimuovere due situazioni di
pericolo alla viabilità pedonale e veicolare, che riguardano il tratto della
strada provinciale che attraversa il
territorio urbano di Montalbano;
specificatamente ha richiesto che la
Provincia si faccia carico della costruzione di due rotatorie per la mo-
derazione del traffico stradale sia all’incrocio con viale Sacro Cuore e sia
quello del quartiere Montesano. Sulla questione vi è stata ampia disponibilità dell’assessore al ramo Angelo
Garbellano e del presidente Stella.
L’altra interrogazione ripresentata a distanza di un anno ( nel frattempo nulla si è ottenuto) rivolta sia al
presidente che all’Assessore ai Trasporti Nicola Tauro, riguarda le Fal
(Ferrovie Appuro Lucane) che con i
propri autobus eseguono linee passeggeri Matera –Montalbano Jonico,
in varie ore della giornata attraversando il centro urbano di Scanzano
Jonico senza effettuare fermate; qua-
lora le Fal prevedessero una o più fermate a Scanzano Jonico, agevolerebbero la fruibilità di numerosi passeggeri offrendo loro maggiori collegamenti con la sede della città capoluogo di provincia e con Montalbano Jonico. Pierro ha poi sollevato con forza
la questione che si trascina da anni
con responsabilità condivise tra Provincia e Regione, che deve dare esecuzione e realizzazione completa al
“Parco naturale dei calanchi di Montalbano Jonico”. Infine è stato approvato all’unanimità l’odg sottoscritto
da numerosi consiglieri sul problema del dissesto idrogeologico.
[email protected]
TURSI Grande folla di fedeli per onorare una tradizione ormai millenaria nella Diocesi
La Madonna accolta in cattedrale
La statua della Vergine di Anglona portata in processione dal suo santuario
TURSI – Come ogni anno, da alcuni
anni, la domenica successiva alla
festa di Pasqua, è tradizione andare
verso il Santuario di Anglona per
prendere la statua della Madonna e
portarla a Tursi, per essere venerata in cattedrale. Una seconda statua
della Madonna di Anglona (che è una copia
dell’originale, realizzata su commissione
circa venti anni fa, da
don Vinzenzo Bernardo, che allora era rettore del Santuario) è
stata messa nella chiesa di Anglona e ci resterà fino al 18 maggio, quando la statua originale ritornerà di nuovo al suo posto.
Da alcuni anni i fedeli si alzano
presto al mattino svegliati alle sei
dal suono delle campane della cattedrale e si recano a prendere gli autobus per andare ad Anglona. Qui
dopo la messa celebrata alle sette
del mattino. La statua esce dal San-
Il vescovo
Nolè
ha celebrato
la Messa
La processione della Madonna a Tursi
tuario e viene portata a piedi in processione fino a Tursi percorrendo
circa due km. Il vescovo della diocesi di Tursi –Lagonegro, monsignor
Francesco Nolé, il sindaco Giuseppe Labriola con il gonfalone della
città di Tursi e il comandante dei carabinieri di Tursi, hanno aspettato
l’arrivo della statua, cara ai tursitani di ogni età, in prossimità delle
quattro palazzine, la cosiddetta
“Zona 164” che si trova fuori paese,
al di là del ponte “Famiglia Latronico”. La processione preceduta dai
fuochi d’artificio e dai canti tradizionali come “Curra Curra ‘ala Cap-
pelle” è arrivata ad incontrare il vescovo intorno alle 10.30. Qui dopo
che la statua era stata poggiata su
un tavolo addobbato per l’occasione
dagli inquilini di quel nuovo quartiere, mons. Nolé ha recitato la preghiera alla Madonna e poi la processione è proseguita. Davanti alle
mura imbiancate del campo sportivo “Angelo Cuccarese” gli abitanti
del popoloso quartiere di Santi
Quaranta, avevano preparato un
altro tavolo per la sosta della statua,
con palloncini colorati, coperte
esposte sui balconi delle case. Insomma un’accoglienza festosa, che
si ripete ogni anno. Poi la processione è proseguita verso il rione Petto,
per il cuore del centro storico. Infine davanti alla cattedrale e sono entrati in chiesa. Nolé, assieme ai parroci don Battista Di Santo e don Giovanni Messuti, ha celebrato la messa, davanti ai numerosi fedeli e devoti della Madonna di Anglona.
Salvatore Martire
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A Montalbano
si parla
di carcinoma
MONTALBANO JONICO - Si parla di prevenzione, sabato pomeriggio, a Montalbano Jonico, presso la
sala “Di Tommaso”
nella centrale piazza
Vittoria, in un incontro appositamente voluto dal locale Circolo
Acli con la partecipazione del Circolo del
Partito democratico.
Un incontro organizzato per sensibilizzare sul problema della prevenzione e dello
screening del carcinoma del colon-retto.
Modera e coordina
il giornalista Antonello Lombardi; introduce l’infermiera
professionale, Giovanna Cantanna; interverranno: Antonio
Cilona, Dirigente medico Medicina Int.P.O. di Policoro; Patrizia Lastella, Dirigente medico centro
malattie rare- Policlinico di Bari; Samanta
Papagni, Dirigente
medico Gastroenterologia- Policlinico di
Bari; Salvatore Rizzi,
Dirigente medico Gastroenterologia-Policlinico di Bari; Francesco Romito, Medico
anestesista rianimazione - Ospedale di
Matera; Luigi Bradascio, presidente Commissione Sanità della
Regione Basilicata e
Vito De Filippo Sottosegretario alla Salute. Un incontro molto
interessante,
vista
l’alta incidenza di
questa patologia nella popolazione lucana.
Anna Carone
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Mercoledì 30 aprile 2014
www.ilquotidianoweb.it
33
REDAZIONE: piazza Mulino,15
75100 Matera
Tel. 0835.256440 - Fax 0835.256466
POLICORO
[email protected]
POLICORO Cosa accade nella maggioranza? Assise rinviata in attesa di chiarimenti
La squadra di Leone scricchiola
Manca il numero legale in due sedute consecutive del consiglio comunale
POLICORO – Come mai la maggioranza di
centrodestra che amministra il Comune di
Policoro guidata dal sindaco, Rocco Leone non si è presentata, in buona parte alla
prima, lunedì sera, e in massa ieri alla seconda convocazione del consiglio comunale?
Pare che non ci fossero i numeri e memori di quanto accaduto l'altro ieri sera, il primo cittadino abbia preferito rinviare tutto
di qualche giorno; magari dopo un chiarimento interno, a questo punto necessario,
e perché no, anche dopo un rimpasto di
giunta. Una cosa é certa, al di là delle giustificazioni che si vogliono trovare o altro, la maggioranza di
centrodestra che amministra il
Comune di Policoro dal maggio
2012 è formata da due blocchi,
oseremmo dire due comparti
stagni, quello dei Trenta e di Impegno Comune da una parte e
quello di Forza Italia dall'altro.
Il primo blocco è vicinissimo alle posizioni del primo cittadino, mentre il secondo
ruota intorno alla figura del consigliere
regionale di Forza Italia, Paolo Castelluccio, che può contare su una pattuglietta di
tre componenti del parlamentino municipale: Domenico Bianco, Gianluca Modarelli (presidente del Consiglio) e Veronica
Lapadula.
I Trenta constano invece di quattro
scranni consiliari: Pinca Gorgoni, Montano, Sanasi e Lippo, mentre Impegno
Comune di tre: Ferrara, Porsia e Antonio Lauria. Ma, di recente, la maggioranza si è arricchita di un sostegno importante ai fini strategici, poiché il consigliere
Rocco Carrera è passato tra i banchi della
maggioranza dopo essere stato eletto nel-
l'Italia dei Valori di cui era capogruppo, lista che alle elezioni aveva sostenuto il candidato perdente del centrosinistra, Gianluca Marrese. Però la presenza di Carrera non era servita a non far venire meno il
numero legale nel corso dell'assise di lunedì scorso, in quanto Giovanni Lippo dei
Trenta, era assente per motivi personali.
Così è accaduto che Modarelli (che tutti
aspettavano di ritorno da Matera dove lavora) e Domenico Bianco non hanno partecipato alla seduta. Guardacaso entrambi
di Forza Italia.
Il Consiglio si era potuto insediare solo
perchè all'inizio della seduta
la consigliera Lapadula era
regolarmente seduta al suo
posto. Ma quando quest'ultima si era assentata dall'aula,
la minoranza aveva deciso di
far emergere che la maggioranza non era nelle condizioni
di garantire il numero legale.
Cosa é successo? Fibrillazione politica o altro?
Un dato è certo, però: la defezione dei
consiglieri guarda caso di Forza Italia era
stata. Mentre l'assessore solo Rocco Colucci del partito di Berlusconi era regolarmente al suo posto, ma senza diritto di voto
in quanto esterno come tutta la giunta.
Non resta che attendere la prossima seduta per capire se la frattura si sarà ricomposta. Non é possibile che Leone possa
pensare che basterà il solo ritorno di Lippo
per arrivare tranquillo fino al 2017, anno
in cui dovrebbe scadere naturalmente la
consigliatura.
Pierantonio Lutrelli
[email protected]
La consigliera
Lapadula
abbandona l’aula
LA DISCUSSIONE
«Argomento affrontato»
Il documento finanziario era stato spiegato
LUNEDÌ la discussione c’è stata, ma solo sul
primo punto, che poi nell’avviso era il secondo solo che prima dell’inizio dei lavori c’è
stata l’inversione della discussione dell’odg. Pertanto, l’assessore al Bilancio e lo
stesso sindaco Rocco Leone (nella foto),
hanno illustrato a grandi linee il documento contabile.
Entrambi hanno evidenziato le ristrettezze economiche,
che subiscono gli Enti locali
dal Governo centrale, il rispetto dei vincoli di bilancio, Patto
di stabilità europeo; le difficoltà che sta attraversando l’economia mondiale. Tuttavia, in
un contesto generale non
semplice entrambi nei loro interventi hanno evidenziato
come il Comune di Policoro ha
parametri economici/finanziari abbastanza solidi nel rispetto delle leggi che regolano il settore, garantendo alla
comunità la manutenzione delle strade, il
nuovo servizio di raccolta differenziata, la
presa d’atto del Regolamento urbanistico, il
bando sulla gestione del PalaOlimpia nella
zona Lido che fa il paio con l’esternalizzazione del servizio legale e un’attenzione particolare agli abilmente diversi. Inoltre è stato
fatto rilevare come per garantire alcuni ser-
vizi e centrare degli obiettivi si è tagliata la
spesa pubblica: 1.212,80 per il 2013 di spese
di rappresentanza; 200mila euro recuperati dalla pubblica illuminazione; 100mila
dalle notifiche della Tares; 48mila da un termostato del PalaErcole e altri tagli per un
totale di 500mila euro di soldi recuperati il bilancio.
I consiglieri di minoranza
del Pd, Fabiano Montesano e
Francesco Fortunato, insieme a quelli di Policoro Futura, Gianni Di Pierri e Policoro democratica, Carmine Vetere, hanno evidenziato le lacune politiche-amministrative della maggioranza, che
governa da maggio 2012:
mancata programmazione e
sviluppo della città con alcuni progetti del passato che si
sono arenati, tra questi la zona D7 a vocazione turistica e la piattaforma ortofrutticola;
lo scostamento enorme tra le previsioni di
spesa e gli impegni assunti, la carenza dei
servizi individuali. Non è seguita la votazione perché la minoranza ha fatto mancare il
numero legale.
Gabriele Elia
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROTONDELLA Primo maggio amaro, i sindacati hanno ottenuto un tavolo per il 13
ELEZIONI EUROPEE
Parte da Matera
e Nova Siri il tour
Si riapre la vertenza dei dipendenti per i servizi esternalizzati al Centro di Raffaele Fitto
Lavoratori Enea senza certezze
ROTONDELLA - Sarà un Primo Maggio amaro, per i lavoratori dei servizi esternalizzati del centro Enea Trisaia di
Rotondella.
Per tutti si prospettano pesanti tagli all'orario di lavoro
e, di conseguenza, al salario.
La denuncia arriva dalle segreterie regionali di Fisascat
Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs
Uil, che oggi alle 9 incontreranno i vertici Enea a Rotondella per un esame della vertenza. Il cambio di appalto nei
servizi di mensa e facchinaggio si sta rivelando più complicato del previsto, con da una
parte l'Enea che dichiara di
non avere fondi a sufficienza e
dall'altra le imprese appaltatrici che, a seguito dei tagli alla base d'asta delle rispettive
gare, hanno comunicato pesanti tagli orizzontali di orario e salario.
La “Lindoor Servizi”, ditta
che gestisce il servizio mensa
del centro ricerche Enea, ha ridotto drasticamente il monte
ore ai suoi 7 dipendenti, col risultato che se prima un addetto full time alla mensa lavorava per 40 ore settimanali, ora
ne farà solo 24, con una decur-
I lavoratori davanti al Centro Enea della Trisaia di Rotondella
tazione del salario e dei contri- oltre 300 euro.
Per i segretari di Fisascat,
buti di oltre il 50 per cento.
Stessa sorte per i 5 addetti al Filcams e Uiltucs, Aurora
servizio di facchinaggio (at- Blanca, Maurizio Girasole e
tualmente in disoccupazione Filippo Viggiano, i tagli e i sadopo essere stati licenziati il 4 crifici imposti ai lavoratori soaprile scorso proprio a seguito no inaccettabili.
I sindacati chiedono un indel cambio di appalto); dipendenti che, per via del taglio al- tervento tempestivo della Sol'orario di lavoro e del ricorso gin, in linea con quanto auspida parte della ditta subentran- cato nel mese di agosto, per
te, la Tecno Gf, al più “conve- consentire il ripristino del
niente” contratto multiservi- monte ore precedente, ma evizi, perderanno in busta paga denziano che a distanza di
quasi un anno la disponibilità
manifestata dalla Sogin di
spostare sui propri servizi
esternalizzati una parte dei lavoratori esternalizzati del
centro Enea non ha prodotto
nulla di concreto.
Intanto viale Verrastro ha
convocato un nuovo tavolo di
confronto su sollecitazione
dei sindacati per il 13 maggio
alle 11.
I segretari di Fisascat, Filcams e Uiltucs si augurano
che «sia quello risolutivo e che
non si debba assistere ancora
una volta al singolare comportamento di una pubblica amministrazione che, invece di
risolvere i problemi, affama i
lavoratori e le loro famiglie».
La vertenza dei lavoratori
esternalizzati presso il Centro
Enea della Trisaia di Rotondella rischia seriamente di incancrenirsi al punto tale da
determinare una situazione
socialmente insostenibile.
Dopo il recente incontro
chiarificatore, alla presenza
del sindaco di Rotondella
Francomano, si sperava che la
vertenza fosse risolta. Invece
il caso torna d’attualità
[email protected]
NOVA SIRI - Inizia domani, dalla fascia jonica al Materano, il tour elettorale dell’onorevole Raffalele Fitto, capolista al Sud per
“Forza Italia” per le prossime elezioni europee sarà in Basilicata.
In mattinata alle 10.30 a Matera è previsto
un primo incontro al cinema “Il piccolo”, alle 13.30 poi iniziativa all’hotel “Toccacielo”
di Nova Siri marina, dove si incontreranno
cittadini ed elettori dell'area ionica. Nel pomeriggio, alle 16.30, prima una tappa a
Montalbano Jonico, nella sala consiliare, e
poi, alle 18.30, al “Park Hotel”di Potenza dove è in programma un evento conclusivo
con gli elettori della città e della provincia alla presenza tra gli altri del candidato sindaco della città di Potenza, Michele Cannizzaro.
A tutti gli incontri prenderanno parte responsabili locali, provinciali e regionali del
partito.
«Si apre in questo modo la campagna per
le Europee di Forza Italia in Basilicata –ha
commentato l’onorevole Cosimo Latronico,
coordinatore regionale del partito- che intende rilanciare i temi di un’Europa che serva le cause della coesione, della giustizia sociale e dello sviluppo.
Raffaele Fitto saprà rappresentare in modo significativo tali problematiche da leader
meridionale di esperienza e di valore». Sullo
sfondo la freddezza della mancata tappa a
Policoro, città da sempre nevralgica per il
popolo azzurro nella provincia
[email protected]
RASSEGNASTAMPA
II I BASILICATA PRIMO PIANO
POLITICA
È CAMPAGNA ELETTORALE
Mercoledì 30 aprile 2014
Per De Luca serve una svolta in città con il
superamento di «un sistema politico
clientelare-affaristico»
Il programma di Dario De Luca
per far rinascere la «città triste»
Potenza, aperta la campagna elettorale del candidato di destra. Con Alemanno
L’ingegnere sostenuto da
Fratelli d’Italia, Per la città e
Popolari d’Italia contro un sistema clientelare affaristico»
l L’ingegnere Dario De Luca, candidato sindaco per Fratelli d’Italia,
Per la città e Popolari per l’Italia, ieri
ha parlato al suo popolo, al Motel
Park di Potenza, dove nel pomeriggio
ha fatto tappa anche l’ex sindaco di
Roma, Gianni Alemanno. L’occasione è stata fornita dall’apertura della
campagna elettorale di De Luca. L’altra «anima» del centrodestra che si è
divisa fra il suo nome e quello di
Michele Cannizzaro (sostenuto da
Forza Italia, Nuovo Centrodestra-Udc e Liberiamo la città). Divisi
anche loro, tanto per non essere da
meno del dilaniato Centrosinistra.
Quello presentato dalle liste che
sostengono la candidatura di Dario
De Luca a sindaco di Potenza «è un
programma fatto di proposte concrete e di programmi reali, non di
proclami elettorali» con «candidati
che mettono in campo la loro professionalità».
«Il mio impegno - ha affermato
Dario De Luca – è prima di tutto
quello di onorare gli impegni, promettendo solo ciò che si può onorare,
a partire dalla spesa pubblica, ovvero
da un tema da affrontare con estrema
onestà». Un riferimento è stato fatto
.
.
COMUNE
DI POTENZA
Il candidato
sindaco della
città capoluogo,
Dario De Luca
(FdI, Per la città,
Popolari per
l’Italia),
all’apertura della
sua campagna
elettorale con
lex sindaco di
Roma, Gianni
Alemanno
[foto Tony Vece]
alle politiche per le aree rurali, poichè «il Pd fonda una gran parte dei
suoi voti sulle campagne di Potenza,
che però oggi vivono ancora nel degrado».
De Luca vuole partire dai problemi
più sentiti di una «città triste», dalla
«qualità urbana scadente», ammalata di precarietà e insufficienza di
servizi. Con le famiglie che non ce la
fanno a tirare avanti. Ma soprattutto,
sottolinea De Luca, c’è bisogno di
una nuova etica politica, superando
«un sistema politico clientelare-affaristico».
Nel corso dell’incontro il consigliere regionale dei Popolari per l’Italia,
Aurelio Pace, ha spiegato che «questa
sarà la coalizione vincente, poichè è
l’unica vera novità dello scenario politico, senza “accozzaglie”, ma con il
coinvolgimento di persone serie, e
per questo non capisco i motivi per i
quali il resto del centrodestra non ha
sostenuto De Luca, una figura di qualità e di elevata professionalità».
Per il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Gianni Rosa, «candidati,
e i nostri sono liberi, sono in campo
con tre squadre che compongono
un’unica mente, per una battaglia di
cui Potenza ha bisogno per un cambio di passo». Alemanno ha evidenziato come il Sud sia «assente dalla
politica italiana» e ha contestato la
scelta del governo Renzi di «cancellare il reato di immigrazione clandestina».
Sindaci, sorteggiati i nomi sulla scheda
L’ordine dei candidati estratto a sorte nel pomeriggio di ieri
l È stato deciso l’ordine dei
nomi dei candidati sindaci che
sarà stampato sulla scheda elettorale per le amministrative nel
capoluogo di regione.
Il sorteggio è avvenuto nel pomeriggio di ieri dopo che la Commissione elettorale provinciale
aveva concluso il lavoro di verifica
della documentazione legata alle
liste. In particolare, nell’ordine sono stati estratti i nomi di Dario De
Luca, Roberto Falotico, Savino
PARTITI AL LAVORO SUI RICORSI PER CHIEDERE LA RIAMMISSIONE AD ACERENZA, MARATEA E NEL CAPOLUOGO LUCANO
Liste ricusate, la parola
passa al Tar di Basilicata
l Saranno i giudici del Tribunale
amministrativo regionale a decidere il
«destino» delle liste escluse ad Acerenza, Maratea e Potenza. Esattamente come avvenuto con le liste escluse
alle elezioni regionali.
I partiti coinvolti hanno già annunciato ricorsi, i candidati interessati come Dino De Angelis in corsa per la
carica di primo cittadino, li hanno già
depositati.
La campagna elettorale, dunque, resterà con il fiato sospeso almeno fino
alla fine della settimana ad Acerenza,
Maratea e la stessa
Potenza.
Le decisioni della Commissione
elettorale provinciale che hanno escluso la lista del Pd ad Acerenza, la lista
grillina a Maratea e la lista di «Azione
civile» a Potenza, quindi, finiscono a
carte bollate. Da un lato i partiti che
tentano di farle riammettere, dall’altro
i giudici amministrativi che dovranno
decidere sulla riammissione l’esclusione.
Un «verdetto» che potrebbe cambiare non poco gli scenari. In particolare
ad Acerenza dove, ora, in corsa c’è una
sola lista: quella capeggiata da Rossella Quinto (mentre quella capeggiata
da Rossella Foggetta è ricusata a causa
del ritardo nella presentazione). Il che
significa che se il quorum dei votanti
raggiungerà il 50 per cento più uno, nel
comune dell’Alto Bradano arriverà il
commissario e vi resterà sino ale nuove elezioni.
Acerenza, quindi, appare la situazione più complessa. Ma anche nel capoluogo per l’esclusione della lista di
«Azione civile» e di
quella di Sel gli
esponenti politici
sono pronti a dare
battaglia.
«Non possiamo buttare al vento due
anni di lavoro« taglia corto il candidato sindaco Dino De Angelis, annunciando che il suo ricorso al Tribunale
amministrativo sarà discusso, quasi
sicuramente, il 2 maggio prossimo.
Un’affermazione che, dopo la delusione per l’esclusione, lascia spazio alla
voglia di combattere. A desiderio di
provare - con tutti i mezzi previsti dalla
[a.i.]
legge - a tenere dentro la lista.
Il particolare
Bernalda, lista cambia simbolo e nome
Cambia simbolo e nome la lista di centrodestra in
corsa alle amministrative del 25 e 26 maggio al Comune di Bernalda. Non sarà più «Patto per la svolta», ma è
stata ribattezzata «Svolta di centrodestra».
Il cambio si è reso necessario in seguito all’input venuto
dalla Commissione elettorale, in quanto il marchio e il
nome «Patto per la svolta», si era già presentato alle
scorse elezioni comunali del 2010. È il secondo cambio
avvenuto nel giro di pochi giorni tra i 4 schieramenti
che si contenderanno la poltrona di sindaco.
Come già segnalato dalla Gazzetta, anche la lista civica
«Bernalda e Metaponto al Centro» era stata costretta a
modificare la propria icona, cancellando il campanile
della Chiesa Madre di Bernalda, in quanto ritenuto un
simbolo religioso, non consentito dalla legge negli appuntamenti elettorali. Entrambe le liste hanno immediatamente provveduto al cambio. La civica, guidata da
Domenico Tataranno, ha tagliato di netto il campanile,
mentre il centrodestra, capeggiato dal candidato sindaco Franco Carbone, si è visto costretto a modificare
non solo l’immagine, ma anche la denominazione. Resta naturalmente immutato lo schieramento, composto
da Nuovo centro destra, di cui è l’espressione Carbone,
Forza Italia, Fratelli d’Italia e Patto per la svolta. Senza
alcun intoppo di carattere burocratico e procedurale le
rimanenti due liste: Centrosinistra, guidata da Gennaro Collocola, attuale segretario cittadino del Pd, e “Destre unite”, con Massimo Perrone, sindacalista
[ang.mor.]
dell’Ugl, nel ruolo di candidato sindaco.
Giannizzeri, Luigi Petrone, Giuseppe Di Bello e Michele Cannizzaro. Non c’è il nome di Dino De
Angelis perchè la lista è stata
ricusata (anche se il candidato ha
annunciato il ricorso al Tar).
Dopo il sorteggio dei nomi dei
candidati primi cittadini si dovrà
provvedere al sorteggio dei simboli delle liste che sono collegate al
candidato primo cittadino del capoluogo. Il voto si terrà nella giornata di domenica dalle 7 alle 23.
CHIESTA LA RETTIFICA DEL SIMBOLO E DELL’ACRONIMO
Psi al Tar contro
il nome nella lista
«Socialisti uniti»
l « Non abbiamo intenzione di impedire la partecipazione alle elezioni della lista presentata dal
signor Antonio Femia, ma riteniamo non sia accettabile che il contrassegno della lista contenga
l’acronimo Psi. È un simbolo fuorviante che comunica
agli elettori un messaggio sbagliato, considerato che
l’unico partito socialista legittimato dalla presenza in
Parlamento che ha nella sua denominazione l’acronimo Psi è il partito socialista italiano rappresentato
da Riccardo Nencini». Motiva così il ricorso al Tar il
segretario regionale del Psi di Basilicata, Livio Valvano, dopo la decisione della Commissione elettorale
provinciale di ammettere la lista “Socialisti uniti” con
il simbolo Psi. «Riteniamo che sia stato commesso un
errore anche da parte di chi ha legittimato questa
situazione - continua Valvano - per questo abbiamo
chiesto solamente di rettificare il simbolo e non di
cancellare la lista. speriamo che il Tar, in pochi giorni,
accolga la nostra istanza prima dell’avvio della procedura elettorale, evitando così il rischio dell’annullamento delle elezioni a cose fatte». «È originale infine aggiunga il segretario regionale socialista consentire che ci siano due liste con l’acronimo Psi,
nonostante la denominazione dei partiti sia diversa.
Uno è il partito socialista italiano del senatore Riccardo Nencini, presente in parlamento che ha appunto
nel simbolo l’acronimo Psi, l’altro è il simbolo di un
movimento che si chiama “I socialisti” rappresentato
da Saverio Zavettieri che non è presente in Parlamento,
il cui acronimo Psi è chiaramente fuorviante e del tutto
slegato dalla denominazione del partito». Sulla questione la parola ora passa al Tar.
RASSEGNASTAMPA
BASILICATA PRIMO PIANO I III
Mercoledì 30 aprile 2014
Gianni Pittella: «C’è bisogno di più e non di meno «Occorre rendere convenienti e attrattivi gli
Europa. Ma un’Europa meno ragionieristica.
investimenti al Sud. Per nuove produzioni
Un’Europa che punti alla crescita»
innovative e poli di ricerca. E per creare lavoro»
Uno stop al patto di stabilità
Zone economiche speciali a Sud
Gianni Pittella (Pd) ha aperto a Potenza la sua campagna elettorale alle europee
ELEZIONI
EUROPEE
Sopra. Il
vicepresidente
uscente del
Parlamento
europeo,
ricandidato per
il Pd, Gianni
Pittella, ieri
sera a
Malvaccaro, a
Potenza, per
l’apertura della
sua campagna
elettorale in
Basilicata
[foto Tony Vece]
.
MIMMO SAMMARTINO
l «L’Europa non può significare solo politiche di austerità. C’è urgente bisogno di crescita. Serve una sospensione
temporanea del “patto di stabilità” per consentire investimenti in settori decisivi: infrastrutture, ricerca, cura del
territorio...».
Europa e Mezzogiorno, sono
le coordinate intorno alle quali
il
vicepresidente
uscente
dell’europarlamento, Gianni
Pittella (Pd), argomenta la propria ricandidatura. Ieri, aprendo la sua campagna elettorale
per le elezioni europee in Ba-
silicata, ha parlato nel centro
sociale di rione Malvaccaro, a
Potenza. È chiaro a tutti, in
particolare a chi crede fermamente che i populismi anti-euro e anti-europei non portano
da nessuna parte, che oggi «c’è
bisogno di più e non di meno
Europa». Il problema è capire
di che Europa si parla.
Il tetto del 3 per cento nel
rapporto debito/Pil non sta forse strangolando la nostra economia? Tenere a posto i conti è
una necessità. Impiccarsi
all’albero dei ragionieri, bloccando qualsiasi possibilità di
ripresa, è però altra cosa. «Non
c’è dubbio - osserva Pittella -
che si debba superare la mera
politica di austerità che, si badi, è stata imposta dai Governi
degli Stati membri». E l’Italia
dov’era quando sono state assunte quelle decisioni e fissate
quelle regole-capestro? E come
mai solo oggi si accorge che
certe cure stanno ammazzando
il paziente prima che lo faccia
la malattia? «Hanno pesato le
politiche dei governi di centrodestra dei vari Berlusconi,
Sarkozy e Merkel - spiega Pittella. - Ma ora, con il governo
Renzi, c’è la possibilità di andare a chiedere la sospensione
o almeno l’allentamento di quei
patti. Serve un’Europa meno
ragionieristica, più flessibile e
attenta alla crescita». D’altronde non ha aiutato, e non aiuta,
l’Italia il fenomeno diffuso
dell’evasione fiscale. Né il fatto
che «i fondi strutturali siano
stati spesso utilizzati poco e
male: da Sud a Nord. Usati, più
che per creare sviluppo, per
alimentare consenso e clientele».
Le contromisure? «Occorre
mettere in campo progetti infrastrutturali strategici - sostiene Pittella - pensati in dimensione interterritoriale. Capaci di guardare agli interessi
di più regioni del Mezzogiorno.
Penso, ad esempio, all’alta ve-
POTENZA LA PRESENTAZIONE «RICORDATI DI VIVERE» (BOMPIANI) ALLA PRESENZA DI FRANCO ADAMO (ASRL) E L’EUROPARLAMENTARE GIANNI PITTELLA (PD)
Claudio Martelli: un libro per affermare il dovere della memoria
l Claudio Martelli, già vicepresidente del Consiglio e Ministro della Giustizia, già vicesegretario socialista negli anni
Ottanta, giornalista, scrittore, conduttore televisivo, ha presentato ieri nel teatro Stabile di Potenza il suo ultimo libro
«Ricordati di vivere», edizioni Bompiani, nell’ambito di
un’iniziativa dell’Associazione socialisti riformisti lucani.
La presenza di Franco Adamo, presidente Asrl, e di Gianni
Pittella, vicepresidente vicario del Parlamento Europeo, candidato alle prossime elezioni europee, ha dato un significato
prevalentemente politico all’evento. Adamo ha ricostruito una
sua storia del socialismo italiano, con un’ottica molto critica
verso il passato e il presente, deplorando, in particolare, la fine
delle ideologie politiche e dei partiti. «Il libro di Martelli, - ha
STABILITO DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE
Errori in firme
bocciata anche
la lista di Sel
l Fuori anche Sinistra ecologia e Libertà.
Almeno per il momento, la lista del partito di
Niki Vendola resta fuori dalla competizione
per le amministrative nel comune di Potenza.
La Commissione elettorale regionale, infatti,
nella mattinata di ieri, ha ricusato la lista di
Sel apparentata con il candidato del Centrosinistra, Luigi Petrone. «Mancata certificazione dell’iscrizione nelle liste elettorali
per tre candidati» la motivazione alla base
della decisione di esclusione. Sulla quale, però, come prevedibile, i vertici del partito presenteranno il ricorso ai giudici del Tribunale
amministrativo regionale. «Noi abbiamo rinunciato al riesame davanti alla Commissione elettorale regionale per andare direttamente al Tribunale amministratico, certi
di poter dimostrare di avere ragione», precisa
l’assessore provinciale Paolo Pesacane.
Anche il futuro della lista dei Sel, quindi, è
appesa al «filo del ricorso». Con tutte le conseguenze del caso, considerato che se la decisione della Commissione elettorale dovesse
essere confermata, il Centrosinistra si troverebbe con una lista in meno: sette, invece,
di otto. Se, al contrario, l’indicazione dovesse
essere ribaltata le liste del Centrosinistra in
corsa rimarrebbero otto. Contro le quattro di
Falotico, e le tre più tre del Centrodestra,
divise fra Michele Cannizzaro e Dario De
Luca.
[a.i.]
detto Pittella – si basa sulla memoria, ma senza nostalgia, egli
afferma, infatti, che “Tutti sanno, nessuno ricorda. Io so poche
cose, ma le ricordo benissimo... senza memoria non c’è futuro,
lo sguardo anziché sollevarsi si inchina fino a terra, si incolla
ad un presente impoverito”, proprio perché senza memoria».
Il filo rosso della politica come vocazione, come scelta di
vita totalizzante, lega tutto il libro. Tra le tante figure ricordate da Martelli quella di Bettino Craxi, riportato alla memoria il progetto politico che lo vide protagonista, basato su
due parole chiave: «merito e bisogno» e la mancata riforma
della giustizia, tesa ad un maggior equilibrio tra i poteri dello
Stato.
[lor.col.]
LIBRI Adamo, Martelli e Pittella [foto Tony Vece]
locità. O ai collegamenti trasversali fra costa tirrenica e
costa adriatica. O ancora al potenziamento dei porti di Napoli
e Gioia Tauro. Su queste linee
dovrebbero lavorare gli Stati
membri. Con meno veti e più
poteri reali da parte dell’Europa: su materia come economia, lavoro, immigrazione, politica estera».
E per il Mezzogiorno che si
fa? Anche qui c’è bisogno di
pensare in grande. Di progettare azioni di portata straordinaria. «Va evitato che il Sud
d’Italia si riduca a un mercato
di consumatori di beni prodotti
al Nord - spiega Pittella. - Il
punto decisivo, anche per creare lavoro, è la capacità di attrarre investimenti. Rendendo
conveniente investire nel Mezzogiorno. Delocalizzare a Sud.
In Polonia ha ottenuto successo
un esperimento: la creazione
delle cosiddette Zef (Zone economiche speciali). Si tratta di
distretti che garantiscono
straordinari vantaggi (su fiscalità, costi, strutture) per chi
investe in loco. Questo va fatto
anche nel nostro Sud. Si potrebbero in tal modo calamitare capitali italiani e stranieri.
Far crescere nuove produzioni,
caratterizzate da qualità e forza
innovativa. Promuovere poli di
ricerca. E creare lavoro, soprattutto per i nostri giovani».
OTTIMISTA SULLA VITTORIA DI PETRONE, IL SEGRETARIO PROVINCIALE DEM ASSICURA «IL RINNOVAMENTO C’È STATO» ED IN PROVINCIA IL CENTROSINISTRA È UNITO
Pd, ex consiglieri transfughi
Molinari vuole «decisioni forti»
ANTONELLA INCISO
l Riunioni. Una dietro l’altra,
perchè la campagna elettorale è partita, perchè ci sono 55 comuni «da
conquistare». Per il Pd di Basilicata
sono giorni intensi. Preludio di scenari complessi, imprevedibili, di
cui le elezioni a Potenza saranno un
vero e proprio «banco di prova». I
vertici del partiti ne sono consapevoli ed Antonello Molinari, segretario provinciale, è uno di quelli
che ipotizza «decisioni forti».
Segretario, siete partiti con il
rinnovamento, poi avete accettato in lista gli ex consiglieri, ed
ora vi trovate con alcuni consiglieri uscenti del Pd che appoggiano apertamente Falotico.
Direi che definirla una situazione ingarbugliata non è eccessivo?
«La scelta che hanno fatto non
semplici consiglieri del Pd ma persone su cui il Pd ha investito, perchè
sono stati assessori, per me è politicamente incomprensibile. Nulla
da dire sul piano personale perchè
parlo di amici, ma sul piano politico
per me è una scelta incomprensibile. Quanto, invece, alla candida-
Antonello Molinari
.
tura di ex consiglieri nelle nostre
liste rilevo che si tratta complessivamente tra la lista del sindaco e
del Pd, di 5 o 6 persone su 60. Quindi,
non vedere l’evidente rinnovamento di 54 candidati su 60 mi sembra
assurdo. Per altro è compito della
politica, sempre e comunque, tutelare patrimoni di radicamento
territoriale ed esercitare nel contempo l’arte della mediazione. Nella
tipologia di scontro che abbiamo
davanti, tra l’altro, è evidente che la
scelta dei cittadini elettori verrà
effettuata guardando al candidato
sindaco e su queste profilo, Luigi
Petrone, rappresenta un rinnovamento inconfutabile rispetto agli altri».
Lei da segretario ha sempre
detto che il Pd non ha porte girevoli. Lo conferma anche ora?
«Sì».
Allora possiamo ipotizzare
provvedimenti nei confronti degli ex consiglieri passati dalla
parte dell’Altro Centrosinistra?
«Verificheremo».
Lo ha già detto in passato. Dovete ancora verificare?
«Mi hanno insegnato che quando
iniziano le regole in genere finisce
la politica, quindi, anche in relazione a queste vicende spero che il
Pd vorrà affidarsi per il futuro più
che alle regole, alla saggezza della
politica, assumendo ove necessario
perchè no decisioni anche forti».
Ora, comunque, la macchina
elettorale è partita. Con sei sindaci in corsa ed uno che potrebbe
tornare a correre è sempre
dell’idea della vittoria al primo
turno o ammette la possibilità
del ballottaggio?
«Credo che Petrone abbia tutte le
caratteristiche per vincere al primo
turno, però, non ho la possibilità di
prevedere le cose al 100 per 100. Noi
da parte nostra abbiamo fatto i maggiori sforzi possibili. non so dirle
quando, ma so che vinceremo».
Se le elezioni a Potenza saranno un banco di prova per il Pd,
ancor di più questo vale per la
Provincia dove i democrat appaiono divisi ed anche non poco.
«Su questo dissento perchè nei
piccoli e piccolissimi comuni ci sono dinamiche che non attengono
alla politica ma alle relazioni umane e familiari su cui si innesta anche e forse purtroppo la vicenda
elettorale regionale. Nei comuni
maggiori tuttavia dove c’è, invece,
un ragionamento politico più ampio non solo è unito il Pd ma tutto il
centrosinistra come nel caso di Venosa, Tito e Picerno».
Insomma, segretario il lavoro
per le amministrative sarà complesso. Lei oggi è al lavoro a Potenza. È questo il motivo perchè
non partecipa alla prima riunione allargata della corrente riformista che fa capo a Roberto Speranza o c’è altro?
«No comment per il momento».
RASSEGNASTAMPA
IV I BASILICATA PRIMO PIANO
«RIMBORSOPOLI»
LA CORTE DEI CONTI
Mercoledì 30 aprile 2014
LA CITAZIONE IN GIUDIZIO
Sono 28 i consiglieri che dovranno
difendersi davanti alla Corte dei conti
Archiviata solo la posizione di Di Lorenzo
La Procura contabile
accusa i consiglieri regionali
«Danni per 300mila euro»
l Per gli investigatori contabili sono «sprechi». La Procura regionale della Corte dei
conti ritiene che 28 consiglieri della Regione
Basilicata abbiano sprecato, nel 2010, circa
300mila euro. L’unico consigliere per cui è
stata chiesta l’archiviazione è Pasquale Di
Lorenzo. L’altra mattina la Procura regionale ha depositato alla Corte dei conti la
citazione in giudizio.
«Danno all’erario» lo definisce il procuratore regionale contabile Michele Oricchio
che ha firmato l’atto di accusa nei confronti
dei consiglieri. Il totale degli sprechi ipotizzati dalla Procura contabile: 16mila euro
per Autilio, 13mila per Carelli, 4mila per l’ex
governatore Vito De Filippo, 19mila per Prospero De Franchi, 18mila per Antonio Di
Sanza, 17mila euro per Roberto Falotico,
10mila per Gaetano Fierro, 9mila per Antonio Flovilla, 9mila per Vincenzo Folino,
8mila per Sergio Lapenna, 3mila per Innocenzo Lo Guercio, 5mila per Agatino Mancusi, 14mila per Rosa Mastrosimone, 5mila
per Franco Mattia, 2mila per Franco Mollica,
3mila per Michele Napoli, 20mila per Giacomo Nardiello, 2mila per Nicola Pagliuca,
7mila per il neo-presidente regionale Marcello Pittella, 3mila per Antonio Potenza,
15mila per Adeltina Salierno, 9mila per Donato Paolo Salvatore, 25mila per Vincenzo
Santochirico, 15mila per Luigi Scaglione,
4mila per Emilia Simonetti, 35mila per Gennaro Straziuso, 11mila per Rocco Vita e 7mila
per Vincenzo Viti.
«L’invito a dedurre», così si chiama tecnicamente l’atto che la Procura contabile ha
fatto notificare ai consiglieri, risale a gennaio. Alcuni consiglieri sono riusciti a fornire giustificazioni per alcune spese e le contestazioni sono state ridotte. Ma di poco. È il
caso di Emilia Simonetti: aveva pagato poco
più di mille euro per trasformare una ricerca
sul mondo del lavoro in un libro. Il pm contabile lo aveva considerato uno spreco. Ma
non era così: e quella spesa è stata riconosciuta come consentita.
La notifica dell’invito a dedurre fu accompagnata da un generico comunicato stampa.
Che non faceva alcun cenno al fatto che l’inchiesta era partita da un esposto anonimo (il
pm contabile lo definisce «specifico e concreto»).
«Al di là dei profili penali - precisa il magistrato contabile riferendosi all’inchiesta
della Procura della Repubblica denominata
«Rimborsopoli» - in questa sede ci si deve
MAGISTRATO Il procuratore regionale contabile Michele Oricchio ha
depositato l’atto di accusa per i rimborsi dei consiglieri regionali di
Basilicata. Ritiene che ci sia un danno all’erario di circa 300mila euro
[foto Tony Vece]
soffermare sull’inesistenza di alcun nesso di
causalità fra le spese contestate, e per le quali
si era ottenuto il rimborso attraverso un
meccanismo di anticipazioni e successive
rendicontazioni, e l’attività rappresentativa
svolta.
Le indagini del drappello della Guardia di
finanza hanno portato ad accertare - secondo
Oricchio - che nel periodo in esame oltre
4mila titoli di spesa portati a rimborso non
sono riconduvibili all’attività istituzionale,
con l’ovvia conseguenza che non possono
essere inseriti nella categoria delle spese di
rappresentanza e non sono rimborsabili, a
differenza di quanto è avvenuto».
L’esame della documentazione acquisita,
sostiene il procuratore Oricchio, «ha portato
all’emersione di un diffuso malcostume amministrativo».
Solo quattro consiglieri non sono incorsi
immediatamente nell’abuso rilevato: Maria
Antezza, Erminio Restaino, Vincenzo Ruggiero e Antonio Tisci. A Di Lorenzo venivano
contestate spese per 900 euro. Ma il procuratore ha i suoi conti in regola e ha archiviato
la posizione dell’ex consigliere regionale.
Ora saranno i giudici della Corte dei conti
a valutare il danno erariale.
E il processo penale va verso la decisione
Verdetto Gup nella prossima settimana
Ultime udienze per il procedimento sui rimborsi «scroccati» in Consiglio regionale
RIMBORSI Indagini sulla Regione
l Le udienze della settimana
prossima potrebbero essere le ultime prima della camera di consiglio. Rimborsopoli va verso la
decisione del gup.
I politici indagati, lo ricordiamo, sono Vito De Filippo (governatore dimissionario e attuale
sottosegretario alla Sanità), Vincenzo Santochirico (Pd, ex presidente del Consiglio regionale),
Antonio Autilio (Idv), Nicola Benedetto (Democratici di centro),
Luca Braia (Pd), Paolo Castelluccio (Pdl), Giuseppe D’Alessandro
(Pd), Pasquale Di Lorenzo (Fli),
Antonio Di Sanza (Pd), Roberto
Falotico (Udc), Antonio Flovilla
(Udc), Innocenzo Loguercio (Psi),
Agatino Mancusi (Udc), Attilio
Martorano (ex assessore esterno), Rosa Mastrosimone (Idv),
Franco Mattia (Pdl), Vilma Mazzocco (Democratici di centro),
Francesco Mollica (Udc), Michele
Napoli (Pdl), Giacomo Nardiello
(Sel), Nicola Pagliuca (Pdl), Mariano Pici (Pdl), Marcello Pittella
(Pd), Antonio Potenza (Popolari
uniti), Pasquale Robortella (Pd),
Vincenzo Ruggiero (La Destra),
Donato Paolo Salvatore (Psi),
Luigi Scaglione (Popolari uniti),
Alessandro Singetta (ex Api), Antonio Tisci (Pdl), Mario Venezia
(Fratelli d’Italia), Rocco Vita
(Psi), Vincenzo Viti (Pd). Coinvolti anche imprenditori e professionisti: Donata Santoro, Antonio Sanrocco, Rosa Amoroso,
Serena Marino e Francesco Marino. L’accusa: «Peculato». Secondo la Procura «hanno scroccato i
rimborsi al consiglio regionale
della Basilicata». Il pubblico ministero Francesco Basentini ha
chiesto il rinvio a giudizio per 37
dei 38 indagati. L’ex assessore regionale alla Sanità, Attilio Martorano, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato.
La Regione si è costituita parte
civile (per il tramite degli avvocati Pasquale Golia e Maurizio
Roberto Brancati). E ha creato
una situazione inedita: l’ente
contro se stesso. Chi ha firmato la
richiesta è la giunta uscente, ovvero presidente e assessori che
risultano tra gli imputati. Per loro non c’è costituzione di parte
civile. Il gup ha ammesso la richiesta per tutti gli imputati,
tranne che per coloro che hanno
votato la delibera che dava mandato all’ufficio legale regionale di
preparare la richiesta di costituzione di parte civile. La nuova
giunta non ha fatto lo stesso. E
ora per De Filippo e i suoi assessori non c’è richiesta di risarcimento del danno da parte della
Regione. La costituzione di parte
civile però potrà essere presentata alla prima udienza del dibattimento, se il giudice dovesse
decidere per il rinvio a giudizio. [f.
a.]
L’INCHIESTA
Raffica di convocazioni
dalla Guardia di finanza
Sentiti i collaboratori dell’ex governatore
l Alcuni collaboratori dell’ex presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo sono stati sentiti ieri
pomeriggio dalla Guardia di finanza di Potenza come
«persone informate sui fatti». C’è una nuova inchiesta sui rimborsi. Questa volta nel mirino c’è
l’ufficio di presidenza della giunta.
L’ufficio era finito già nella bufera durante l’inchiesta «Rimborsopoli» per la questione dei francobolli dell’ex presidente Vito De Filippo.
I francobolli non li comprò direttamente il presidente. Si trattava di poco più di 3mila euro in
francobolli con ricevute fiscali che gli investigatori
hanno definito «anomale» e senza intestazione. Tra le
48 schede informative dell’inchiesta sui rimborsi «a
go go» del consiglio regionale di Basilicata - compilate dai carabinieri e dagli investigatori della
Guardia di finanza - finì
in Procura anche quella
del governatore dimissionario Vito De Filippo. I
suoi rimborsi - secondo gli
investigatori - sono tutti in
regola. Tranne quei 3mila
euro in francobolli.
Le ricevute messe a rimborso da De Filippo - secondo gli investigatori della Guardia di finanza contengono delle anomalie
e provengono da tre tabac- GDF Finanzieri alla Regione
cherie di Potenza. In una
di queste il presidente - o chi per lui - nel 2011 risulta
aver acquistato 2.300 euro di valori bollati. Ma secondo i militari delle Fiamme gialle - la tabaccheria «risulta essersi approvvigionata con acquisti
di francobolli effettuati da Poste italiane per euro
1.200». Gli investigatori giungono a queste conclusioni: «Oltre a rilevarsi l’irregolarità relativa alla
mancata intestazione al cessionario (ovvero al presidente De Filippo, ndr) delle ricevute sulle presunte
vendite di francobolli (la legge regionale prevede che
tutta la documentazione giustificativa delle spese
debba essere intestata al consigliere che chiede il
rimborso, ndr), si rileva, di tutta evidenza, la sproporzione tra i francobolli acquistati e quelli ceduti».
Il dato di cui tengono conto però gli investigatori è
che la tabaccheria non è stata in grado di fornire
alcun documento inerente a possibili giacenze. I
francobolli in più potevano essere giacenze di magazzino? L’udienza preliminari di «Rimborsopoli»
per De Filippo si basa su questo. Dopo poco è finito
sotto accusa anche uno stretto collaboratore di De
Filippo.
E ora una raffica di convocazioni negli uffici della
Guardia di finanza preoccupa i collaboratori dell’ex
gover natore.
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I V
Mercoledì 30 aprile 2014
IL CASO
IL PROTAGONISTA
In passato tentò di acquistare
la squadra del Potenza calcio
RICONOSCIMENTO DI PATERNITÀ
DNA I giudici hanno dato incarico a un genetista di effettuare la comparazione del Dna
l Imprenditore in Olanda con un
occhio puntato su Potenza. E sul calcio
potentino. Nel 2010 cercò di comprare il
Potenza Sport club.
Dopo i primi contatti con Giuseppe
Postiglione, però, non se ne fece nulla.
Alcune stagioni fa, poco prima della
fusione tra Fc Potenza e Asc Potenza siamo tra il 2002 e il 2004 - Narcisi ebbe
anche contatti con entrambi i sodalizi
per un suo eventuale ingresso nel calcio
potentino. Non se ne fece nulla neanche
allora. Allora si parlò addirittura di un
suo intervento economico a salvaguardi
dell’Fc Potenza, soldi che non sarebbero
mai stati restituiti al mittente.
Ma di cosa si occupa Angelo Narcisi?
Di lui si sa molto poco se non che abita
a Den Haag in Olanda e che le sue
attività sono tutte domiciliate in Lussemburgo.
CALCIO
Narcisi
voleva
comprare il
Potenza
Sport club
.
Un ex paradiso fiscale nel quale molti
imprenditori cercavano di allentare la
pressione economica sui propri beni
scegliendolo come sede legale delle proprie attività. Narcisi è proprietario di
una società impegnata nell’import
export di ogni sorta di merce. Ora, quel
bimbo lasciato alle suore dell’orfanotrofio di Bari 56 anni fa, gira il mondo.
Imprenditore riesumato
«Quell’uomo è mio padre»
I giudici della Corte d’appello di Potenza hanno disposto l’esame del Dna
FABIO AMENDOLARA
l L’unico modo per stabilire «con
altissima probabilità» la paternità è
l’esame del Dna. Per questo i giudici
della Corte d’appello di Potenza hanno
stabilito la riesumazione della salma di
Giovanni Venneri, imprenditore potentino molto noto in città, morto alcuni
anni fa. A chiedere il riconoscimento di
paternità è Angelo Narcisi, 56 anni,
imprenditore che ha fatto fortuna prima in Belgio e ora in Olanda. Ha avviato
la causa per il riconoscimento della
paternità - una quindicina di anni fa per poter portare il cognome di quell’uomo sposato che, nel 1958, stando a quanto ricostruiscono i legali di Narcisi - gli
avvocati Raffaele Tripputi e Giovanni
Arcieri nell’atto con cui hanno istruito
il procedimento - ebbe una relazione con
una donna, dalla quale nacque Angelo.
I primi anni in orfanotrofio a Bari,
poi ad Andria. L’adolescenza a Venosa e
Avigliano. Fu Venneri - si legge negli
atti - a svelare ad Angelo che era suo
figlio. Le visite negli istituti erano saltuarie. Poi sempre più assidue. Venneri
GIUDICI La Corte d’appello ha disposto la riesumazione della salma dell’imprenditore
e Narcisi continuarono a sentirsi e vedersi nonostante la distanza. Narcisi
cercò fortuna all’estero. Ma scriveva e
telefonava. E spesso tornava a Potenza
per incontrare quell’uomo che gli aveva
detto di essere suo padre e che gli aveva
promesso - sostiene Narcisi - che un
giorno gli avrebbe dato finalmente il
suo cognome.
L’iter giudiziario è stato molto tormentato e in alcune occasioni è sconfinato anche nel penale. In primo grado,
dopo undici anni di causa, il Tribunale
ha dichiarato Angelo Narcisi figlio naturale di Venneri. La Corte d’appello
ora ha disposto la riesumazione della
LAURIA INCIDENTE SUL LAVORO IERI POMERIGGIO. VIGILI DEL FUOCO ALL’OPERA PER RIMUOVERE IL MEZZO
Betoniera finisce fuori strada
Autista ferito a una gamba
l La betoniera si è poggiata su
un fianco, poi è rotolata per la
scarpata - circa dieci metri di
dislivello - ed è tornata sulle
quattro ruote. Un giro completo.
Che è costato tanta paura e una
gamba rotta all’autista, un uomo
di Lauria di 59 anni, dipendente
di un’impresa che produce calcestruzzo.
Verso le 17.30 di ieri l’autista
stava andando verso il deposito
dei mezzi da lavoro della ditta di
calcestruzzo. All’uscita dello
svincolo di Lauria sud, Galdo,
sulla statale 19 delle Calabrie, ha
imboccato la strada del cantiere:
una strettoia in terra battuta.
Secondo una prima ricostruzione la betoniera sarebbe entrata con le ruote in una cunetta.
Sarebbe questa la causa del ribaltamento. La betoniera - che i
soccorritori hanno definito una
«betopompa» - si è ribaltat prima
su un fianco. È probabile che il
peso della betoniera abbia fatto
cedere il terreno. La cunetta sarebbe a quel punto un po’ franata.
E la «betopompa» - mezzo da
lavoro particolarmente pesante potrebbe essere finita giù.
Sul posto è intervenuta la polizia stradale di Lagonegro. Necessario anche lintervento dei
Vigili del fuoco di Lauria che
hanno riportato il mezzo sulla
strada. In serata però la «betopompa» era ancora sul luogo
dell’incidente. Per portarla via
sarà necessario l’impiego di un
mezzo speciale che, con molta
probabilità, arriverà non prima
di domani mattina.
Gli operatori sono stati impegnati per oltre tre ore. L’in-
tervento non è stato semplice. E
non è ancora concluso. L’uomo
percorreva quella strada quotidianamente. È strano quindi che
non abbia previsto i pericoli presenti sulla strettoia.
Ecco perché tra i presenti si era
fatta l’ipotesi del presunto cedimento della cunetta.
L’autista potrebbe non aver visto la cunetta - la strada non è
illuminata - ma potrebbe anche
non aver preso bene le misure. La
betoniera è uscita quindi di strada, ha fatto un giro completo su
se stessa, cadendo nella scarpata.
L’autista è stato sbalzato fuori
dall’abitacolo. È stato soccorso e
portato in ospedale a Lagonegro
in eliambulanza. La polizia stradale sta cercando di ricostruire
con precisione la dinamica.
[p. p.]
salma di Venneri. Narcisi l’aveva chiesto già in primo grado, ma i parenti di
Venneri si erano opposti. Scrivono i
giudici della Corte d’appello (presidente
Ettore Nesti, a latere Rocco Pavese e
Cataldo Collazzo): «Considerato che nel
giudizio diretto a ottenere la dichiarazione giudiziale della paternità naturale deve escludersi la necessità di
consenso dei congiunti per l’espletamento della consulenza tecnica sul Dna
della persona deceduta, non essendo
configurabile un loro diritto soggettivo
sul corpo di quest’ultima, in quanto non
è previsto da alcuna disposizione normativa il loro consenso per accertamenti per finalità di giustizia». E ancora: «In particolare - scrivono i giudici
- il regolamento di polizia mortuaria
prevede che le salme possano essere
esumate per ordine dell’autorità giudiziaria». I giudici spiegano di ritenere
«necessario» ai fini della decisione
l’esame del Dna. È per questo che hanno
disposto la riesumazione della salma di
Venneri e hanno nominato un consulente tecnico. Sarà un genetista a stabilire se Narcisi è il figlio di Venneri.
le altre notizie
POTENZA
DROGA E FURTO DI ENERGIA
Un giovane arrestato
dai carabinieri
n Rubava l’energia nella casa
in cui era detenuto agli arresti domiciliari. Non solo:
aveva trasformato l’abitazione in «un piccolo bazar»,
così lo definiscono i carabinieri, per lo spaccio di
stupefacenti.
Un uomo di 30 anni è stato
arrestato dai carabinieri a
Potenza con le accuse di
spaccio di droga e furto di
energia elettrica.
L’uomo aveva in casa, in
contrada bucaletto, circa 20
grammi di droga. I militari
hanno accertato che la casa
– dove l’uomo fino a dieci
giorni fa era detenuto agli
arresti domiciliari - era allacciata abusivamente alla
rete elettrica. Il consumo
non pagato ammonta a circa
4mila euro.
I militari dell’aliquota operativa hanno individuato il
posto in cui il giovane occultava un piccolo «bazar»
di sostanze stupefacenti. infatti il pusher era in possesso di diverse tipologie di droga suddivise in dosi, «destinate - sostengono i carabinieri - a soddisfare le svariate esigenze degli avventori».
SERVIZIO SANITARIO REGIONALE BASILICATA
AZIENDA SANITARIA LOCALE DI POTENZA
BANDO DI GARA PER ESTRATTO
Si rende noto che nei termini di legge sarà esperita dall’Azienda Sanitaria Locale di Potenza, con
sede in Potenza alla Via Torraca, 2, in esecuzione
della delibera n. 157 del 25/03/2014, una procedura aperta ai sensi del D.Lgs 12 aprile 2006,
n. 163, e s.m.i., per l’affidamento della fornitura
in modalità “service” di sistemi per infusione, occorrenti alle UU.OO. aziendali, ripartita
nei lotti sottoindicati, e per le spese presunte
annue, Iva esclusa, poste a base d’asta, riportate a fianco di ciascuno: Lotto 1 n. 9 Pompe di
infusione (pompe siringa) - € 65.000,00 C.I.G.
[5678400BE8]; Lotto 2 n. 3 Pompe volumetriche - € 40.000,00 C.I.G. [567840500C]; Lotto
3 n. 35 Pompe di infusione (pompe siringa)
- € 160.000,00 C.I.G. [56784071B2]; Lotto
4 n. 8 Pompe volumetriche per rianimazione
€ 50.000,00 C.I.G. [56784136A4]; Lotto
5 n. 18 Pompe volumetriche a doppia via
€ 185.000,00 C.I.G. [56784136A4]. La durata
della fornitura è stabilita in anni tre, con opzione
di rinnovo per anni 2. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa ai
sensi dell’art. 83 del D.Lgs 163/2006 e s.m.i.
Termine perentorio per la presentazione delle
offerte: ore 13,00 del giorno 05/06/2014. Per i
termini, condizioni e requisiti dei concorrenti, si
rinvia ai documenti di gara disponibili sul sito
Web: www.aspbasilicata.net sezione concorsi
- bandi - atti. Il bando di gara è stato trasmesso in data 16/04/2014, per la pubblicazione
sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee.
IL DIRETTORE GENERALE DR. MARIO MARRA
Per la pubblicità su
BARI: 080/5485111 - BARLETTA: 0883/531303
FOGGIA: 0881/772500 - LECCE: 0832/314185
TARANTO: 099/4532982 - POTENZA: 0971/418536
RASSEGNASTAMPA
VI I POTENZA CITTÀ
BUCALETTO
EMERGENZA AMBIENTE
Mercoledì 30 aprile 2014
RESIDENTI IN PRIMA LINEA
Diverse le segnalazioni senza risposte fatte dai
cittadini all’amministrazione comunale, alla
Polizia Municipale e all’ Ufficio Sanitario
PERICOLI PER LA SALUTE PUBBLICA
Nell’area si trovano rifiuti di ogni genere
compresi pezzi di eternit, oltre a ratti, topi,
cani randagi ed insetti che nidificano
Da bar a pattumiera del quartiere
Dopo lo smantellamento del prefabbricato l’area è diventata una discarica
SANDRO MAIORELLA
IMMAGINI ELOQUENTI DEL DEGRADO DELL’AREA
l Una volta era un bar, anche molto frequentato, oggi è diventata una sorta di discarica a cielo aperto dove puoi trovare di
tutto. La fotografia più nitida e reale dello stato
di abbandono in cui versa la Cittadella di
Bucaletto, sempre più un «corpo» a parte
rispetto al resto del capoluogo. A nulla sono
valse le segnalazioni fatte dai cittadini che
hanno chiamato in causa amministrazione,
Polizia Municipale e Ufficio Sanitario. A quattro mesi è più dallo smantellamento del prefabbricato che fungeva da bar la situazione è al
limite della sopportazione come denunciano i
membri dell’Associazione «La Nuova Cittadella» decisamente amareggiati per questo
trattamento. «È assurdo - ha commentato
Angelo Quaratino, membro del direttivo - che
nessuno faccia niente. Eppure il problema è
ben noto considerato che
abbiamo presentato diverse segnalazioni agli organi
competenti e
che ci sono
stati sopralluoghi in loco
anche da parte della Polizia Municipale». In
effetti basta uno sguardo per capire quanto sia
grave la situazione. «Dopo lo smantellamento
del prefabbricato-bar - ha spiegato Quaratino c’è stata una pulizia dell’area molto superficiale tanto che all’interno del perimetro si
può trovare di tutto, compresi pezzi di eternit
che facevano parte della struttura del bar. Per
non parlare degli dei topi che corrono tra
l’immondizia, dei randagi che l’hanno fatta
diventare la loro casa, degli insetti che nidificano tra i rifiuti». Una situazione limite a
pochi metri da abitazioni e attività commerciali. «È intollerabile che non si faccia
nulla. Il pericolo è costante per chi abita nella
zona, per i bimbi che giocano a ridosso di
questa struttura e rischiano di farsi male in
ogni momento. Chiediamo un intervento urgente di pulizia dell’area, di bonifica della
stessa altrimenti lo faremo noi a modo nostro.
Siamo pronti anche a rivolgerci al Prefetto di
Potenza per avere garanzie ne va dell’incolumità e della salute delle persone». Chiedono attenzione i residenti della Cittadella
stanchi di essere ignorati anche su questioni di
una certa urgenza che mettono a rischio la
salute pubblica.
LA RICHIESTA
«Vogliamo che si
provveda alla pulizia e
alla bonifica dell’area»
TAM TAM
Una battaglia dei
cittadini contro
l’indifferenza
.
Da Macchia Romana e Murate
grido di dolore verso i futuri eletti
di PASQUALE LAURENZANA *
D
RIFIUTI L’area dell’ex bar
diventata una discarica a cielo
aperto
a qualche giorno nella nostra città si
parla di un argomento scottante, un
problema che oggi è diventato una
rappresentazione teatrale drammatica, prima era solo una fiction cittadina (visto che
si protrae da 30 anni); questa mia, mi permetta di
chiamarla lettera aperta, è e vuole essere un tam
tam, per richiamare all'unione tutti i diretti
interessati per fare tutto ciò che la legge e "non
legge" ci permette contro delle decisioni ingiuste
a solo danno degli abitanti dei quartieri "Macchia Giocoli e Rione Murate".
È giunto il momento di tagliare quel crine di
cavallo che sostiene la spada di Damocle sulle
teste dei nostri signori governanti, e sì, amici di
Macchia Giocoli e di Murate, è arrivato il momento in cui bisogna unirsi ma "con coraggio" ed
affrontare l'ultimo atto di questa guerra che
ormai dura da moltissimi anni.....
Ascoltando le voci della strada, ascoltando in
giro nel nostro quartiere, mi sono reso conto
ancora una volta (ma lo sapevo già, solo che
volevo illudermi del contrario) di quanto servilismo ancora serpeggia, di quanti interessi
nascosti ancora ci sono, sono allibito, sentendo
che c'è ancora gente che tenta di sdrammatizzare
la situazione defilandosi da ogni tipo di azione
venga promossa contro i nostri illustri Politici,
guidati a loro volta, dal potere dei Sig. Dirigenti
che risiedono negli uffici comunali; sono allibito
vedendo che c'è ancora gente che aspetta in
finestra il "Portabandiera" del quartiere, si sentono affermazioni del tipo: "ma si, vedrai che non
possono fare niente,... ma figurati se possano
fare una azione del genere,.. ma dai, inutile fare
questa cosa, tanto non si risolve il problema,... io
non pago, che venissero a prendersi la casa,... io
pago perchè bisogna finirla,... è inutile consegnare, è da imbecilli consegnare le schede elettorali..... ecc. ecc". E questi commenti sono sempre gli stessi da 30 anni.
Io (e parlo di me senza fare nessun riferimento
ad altri) la casa, la mia casa, l'ho pagata con soldi
guadagnati col sudore, con privazioni continue, e
non ho nessuna intenzione di regalarla ai nostri
bravi Governanti, avrei voluto chiudere la par-
tita anni addietro, quando vi era la possibilità di
raggiungere accordi giusti, ma purtroppo la collettività "spesso guidata male" non lo ha permesso, oggi ci troviamo in una situazione che
oltre ad essere ridicola per la durata, è pericolosa
(grazie alle leggi e alle leggerezze di chi ha
giudicato, senza rendersi conto che magari ha
giudicato negativamente coloro che sono stati
vittime di situazioni e di interessi privati lucrosi,
come mai a distanza di tempo in una zona, una
volta agricola, oggi c'è una espansione rurale
quasi di lusso? ...forse perchè quelle vittime
hanno fatto da capro espiatorio?)... pericolosa
perchè ci sono i paladini della legge che essendo
dotati di paraocchi, stanno lì ad aspettare il via
per la corsa al podio di tutori della legge... e sono
quelli più ignoranti, quelli che non hanno cuore,
quelli che non hanno sentimenti, sono quelli dal
corpo freddo, sono quelli che si nascondono
dietro alla frase "ma questa è la legge"... A noi la
casa non è stata regalata "come in altre zone della
città". A noi ci hanno costretto a costruire nelle
zone scelte da quei dirigenti che guidano i vari
politici.... noi siamo quelli che comunque hanno
pagato senza discutere le opere urbane realizzate
(tra l'altro in modo maldestro "vedi le fogne, i
marciapiedi, le illuminazioni, le strade di accesso ecc. ecc.") e oggi chiedono che ripaghiamo
per l'ennesima volta le stesse cose?... ripaghiamo
quelli che erano e che sono i nostri diritti, diritti
che per alcuni sono stati gratis (e mi riferisco ai
quartieri confinanti)...
Concludo: attiviamoci, tutti, riuniamoci, discutiamo concordiamo insieme una strategia
utile alla difesa dei nostri diritti e delle nostre
case, c'è chi ha lanciato la proposta di consegnare
le schede elettorali, io concordo in pieno e aggiungo, cerchiamo di essere presenti tutti ai vari
comizi che tra un pò si terranno per le elezioni, e
fare azione di disturbo/protesta, per strappare
loro una promessa per la risoluzione del problema....
Bisogna gridare in faccia a tutti quelli che si
presentano che la percentuale dei votanti diminuirà e che si inizia la battaglia finale dove
soprattutto loro "futuri amministratori" non
avranno vita facile.
[* cittadino e residente di questa città]
RASSEGNASTAMPA
POTENZA E PROVINCIA I VII
Mercoledì 30 aprile 2014
INQUINAMENTO
ALLARME
Allarmanti i dati dei campionamenti
effettuati dall’associazione Punto Zero in
alcune abitazioni della città
SALUTE PUBBLICA
ANALISI
In meno di un anno l’associazione ha
campionato l’acqua in 12 comuni
trovando piccole e grandi anomalie
L’ansia scorre
dentro il rubinetto
Analisi
Che fine ha fatto
l’acqua più buona
di tutta Italia?
In una indagine condotta nel 2009 da Altroconsumo l’acqua del rubinetto di Potenza risultò
al primo posto nella classifica delle acque potabili
dei capoluoghi di Italia,
qualificandosi come eccellente a Potenza e Campobasso e in altre otto città del centro-sud. Sempre nel 2009 in Basilicata
l’acqua del rubinetto ha
avuto addirittura l’onore
di una propria etichetta,
con la campagna di Acquedotto lucano «L’etichetta dell’acqua del tuo
rubinetto», nel corso della quale venne inviato
agli utenti di tutti i Comuni lucani un volantino con
la descrizione dei valori
dei principali componenti
chimici, dal calcio al sodio. Ancora, nel 2013, Acquedotto Lucano elogiava la qualità della risorsa
idrica lucana, dopo aver
eseguito, nel 2012, 6.333
prelievi, contro i 901 controlli annui previsti dalla
norma vigente, che hanno portato all’analisi di
circa 107.500 parametri
chimici e di 16.569 parametri microbiologi.
Oggi, dopo i numerosi allarmi lanciati dalle associazioni di cittadini e dopo casi eclatanti come
quello di Tito, è lecito
chiedersi: ma che fine ha
fatto quell’acqua che fu
dichiarata la più buona
d’Italia?
Sos per le risorse idriche anche ad Avigliano
Punto Zero: «Tra le
sostanze pericolose
trovate, idrocarburi,
metalli, coliformi»
SANDRA GUGLIELMI
l AVIGLIANO. Metalli, coliformi, idrocarburi alifatici alogenati e clorurati cancerogeni e
non, policiclici aromatici. Èlungo l’elenco delle sostanze potenzialmente pericolose per la salute umana trovate in due campioni prelevati dall’Associazione Punto Zero in altrettante abitazioni private della cittadina
gianturchiana e resi noti sabato
sera nel corso di un incontro moderato da Francesco Giordano.
L’ingegner Silvana Baldantoni,
presidente
dell’Associazione
Punto Zero, Eros Greco, responsabile qualità del progetto Earth
G Basilicata ed il tenente della
Polizia Provinciale Giuseppe Di
Bello hanno snocciolato dati,
spiegando come è avvenuto il
campionamento da loro stessi effettuato e mostrando risultati di
analisi che, seppur non ritenuti
ufficiali (sono in attesa di conferma o smentita da parte degli
enti regionali deputati al controllo), sono state effettuate da
un ente certificato ed inserito
nel circuito Accredia, il Laboratorio Sca di Mesagne. «Non vogliamo fare terrorismo – ha esordito Giordano – ma informazione, perché sapere è un diritto di
tutti». «In meno di un anno – ha
spiegato la Baldantoni - abbiamo
campionato, su mandato di privati, l’acqua in 12 comuni ed in
tutti abbiamo trovato piccole e
grandi anomalie, sostanze che,
anche in esigue quantità, nel
corso del tempo, possono causare gravissime malattie. I risultati da noi ottenuti, sino ad ora,
sono stati sempre confermati».
Chissà se Avigliano, tra i comuni
sin’ora attenzionati da Punto Zero, farà eccezione. Nonostante
l’importante lavoro e le rilevanti
scoperte, il cammino dell’associazione e delle indagini sulle
acque non è stato semplice ed
agevole. «Abbiamo avuto diver-
se denunce- afferma Di Bello-,
come quella di Tecnoparco Val
Basento e quella annunciata dal
comune di Tito. Noi, tuttavia andiamo avanti nel tentativo di
avere una vera presa di coscienza della collettività, perché la
prevenzione e la salute sono una
cosa seria». «Ad Avigliano – continua il tenente -, non ci saremmo, sinceramente, mai aspettati
di trovare questi valori. Non siamo assolutamente ai livelli di Tito, ma non c’è neppure qui da
stare tranquilli. Da dove provengono le sostanze presenti nell’acqua? E’ importante ora ricercare
la fonte di quest’inquinamento.
Noi abbiamo dato un flash; la
palla passa adesso all’amministrazione che dovrà cercare di
capire e risolvere il problema».
«Non dimentichiamoci – sottolinea - che alcune delle sostanze
trovate possono agire direttamente sul dna nelle fasce più
deboli della popolazione, come i
bambini». «Dobbiamo stare con
gli occhi aperti – ha rincarato
Greco -, memori anche di quanto
avvenuto nella terra dei fuochi.
La pubblica amministrazione ha
sicuramente colpe enormi per lo
stato attuale dell’inquinamento
della Regione, ma non sottovalutiamo che ogni singolo cittadino non è immune da mancanze: un cambio d’olio di un trattore, ad esempio, con il liquido
versato nel terreno, può inquinare uno specchio d’acqua grande come un campo di calcio per
anni; figuriamoci cosa accade in
acque statiche come quelle delle
falde». «La presa di coscienza
colletiva è indispensabile – conclude –per tutelare noi, i nostri
figli ed i nostri nipoti». «Abbiamo immediatamente attivato –
ha detto l’assessore Ivan Santoro, intervenuto a nome dell’amministrazione comunale – tutti i
canali affinché si faccia chiarezza sul reale stato dell’acqua che
scorre dai rubinetti degli aviglianesi e siamo in attesa dei dati
dell’Arpab, dell’Acquedotto lucano e dell’Asp. Prima di creare
allarmismo cerchiamo di avere
certezze. L’amministrazione è
pronta a prendere, se fosse verificato l’inquinamento, tutte le
iniziative necessarie per tutelare la salute pubblica, senza fare
sconti a nessuno. Nel frattempo,
tuttavia, io e i miei figli continueremo a bere l’acqua potabile».
ACQUA Dati preoccupanti ad Avigliano secondo i
campionamenti effettuati da Punto Zero
[g.lag.]
POTENZA IL SEI MAGGIO CONVOCATO UN TAVOLO TECNICO CON LA REGIONE E LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
«L’Arpab controlla tutti i giorni
la qualità dell’acqua nei comuni»
GIOVANNA LAGUARDIA
‘‘
CAMPIONAMENTI
Vita: «Bisogna verificare le
procedure di campionamento
e di analisi dei campioni»
l Il sei maggio prossimo sarà convocato un tavolo tecnico alla Regione
con l’Arpab e le associazioni ambientaliste per fare il punto sulla questione
acqua, dopo i risultati allarmanti dei
campionamenti effettuati dai volontari
(prima del caso di Avigliano c’è da
ricordare quello, eclatante, di Tito). Nel
frattempo l’Arpab continua a tenere
sotto monitoraggio costante l’acqua potabile. Lo assicura il direttore generale
Raffaele Vita. «Stiamo controllando tutti i giorni in tutta la Basilicata. Abbiamo fatto analisi anche ad Avigliano e
torneremo a campionare anche a Tito. Il
nostro lavoro, del resto, è controllare la
qualità dell’acqua fornita da Acquedotto lucano. Quando riscontriamo dei
valori che non sono nella norma lo
comunichiamo all’Asp che emette i relativi provvedimenti». Intanto, però, i
campionamenti effettuati in vari comuni dalle organizzazioni di volontariato preoccupano non poco i cittadini.
«Il sei maggio prossimo - commenta
Vita - su nostra sollecitazione, si riunirà
un tavolo tecnico che vedrà la presenza
dell’assessorato regionale dell’Arpab e
delle associazioni ambientaliste. Il vero
problema è valutare la metodologia con
cui questi campionamenti vengono effettuati, perché il campionamento è una
fase delicatissima di una indagine di
questo genere e c’è bisogno di personale
altamente specializzato. Per quanto riguarda l’Arpab, oggi i nostri laboratori
sono assolutamente all’avanguardia, le
procedure concordate con l’Istituto superiore di Sanità e il personale espertissimo. Questi incontri sono importanti per garantire la massima trasparenza ai cittadini e per questo motivo
personalmente mi auguro che sia aperto anche alla stampa, anche se, non
essendo in casa Arpab non sono io a
decidere».
POTENZA SIGILLI ANCHE ALLA STRUTTURA CHE LI OSPITAVA, SITUATA PROPRIO IN CITTÀ, PER MANCANZA DEI REQUISITI IGIENICO SANITARI PREVISTI DALLA LEGGE
Il Corpo Forestale ha sequestrato nove cavalli
le altre notizie
AGRICOLTURA
Eletti i nuovi
Gli animali non avevano la documentazione necessaria. In corso le indagini per accertare la provenienza vertici Agia-Cia
l Nove cavalli sequestrati in piena città, a
Potenza, dagli uomini del Corpo Forestale dello
Stato e dai veterinari dell’Asp, perchè considerati di «dubbia provenienza» o perchè la
loro documentazione risultava incompleta. Gli
animali si trovavano in una struttura in una
zona periferica della città capoluogo, anch’essa
sottoposta a sequestro.
Secondo quanto riscontrato dagli agenti della
Forestale durante un controllo, infatti, la stalla
dove erano custoditi gli animali non era idonea
ad ospitare degli equini in base alle norme di
legge attualmente vigenti, perchè priva di spazio sufficiente, priva di illuminazione e con
un’aerazione insufficiente a garantire il benessere degli animali che vi si trovavano
dentro.
Per quanto riguarda i nove cavalli, invece, la
Forestale ha accertato diverse violazioni alle
leggi che riguardano l’anagrafe equina e la
sanità animale. Secondo quanto si è potuto
apprendere, infatti, alcuni dei cavalli non avevano il relativo «passaporto», un documento
divenuto obbligatorio per legge dal 2007 e che,
insieme al relativo microchip impiantato nel
collo, serve ad identificare ogni equide e ad
iscriverlo nell’apposita anagrafe dell’associazione allevatori. In mancanza di tale documento
un cavallo viene considerato «di dubbia provenienza».
Per altri animali la documentazione non era
comunque completa mentre in altri casi ancora
era la documentazione sanitaria a non essere in
regola. Il possessore dei cavalli, un uomo di
Potenza, è stato denunciato in stato di libertà
alla magistratura. Intanto proseguono le indagini del Corpo Forestale dello Stato per
verificare la provenienza degli animali sequestrati, per capire come sono arrivati a
Potenza e come mai la documentazione ritrovata era incompleta.
[f.a.]
n Rudy Marranchelli, imprenditore ortofrutticolo di Rotondella, titolare di un’azienda di circa 100 ha, è il nuovo presidente
regionale dell’ Associazione
giovani imprenditori agricoli
(Agia-Cia). L’ufficio di presidenza eletto si completa con
due vice presidenti: Chiara Gerardi, di Avigliano, titolare di
un’azienda avifaunistico-zootecnica e Giuseppe Pricolo, di
Grumento Nova, titolare di
un’azienda con circa 150 capi
bovini da latte.
RASSEGNASTAMPA
VIII I POTENZA E PROVINCIA
Mercoledì 30 aprile 2014
SAN NICOLA DI MELFI AI PROFESSIONISTI ILLUSTRATA LA STORIA DELLA FABBRICA COMINCIATA CON LA «PUNTO»
Settanta ingegneri lucani
in visita alla Fiat entusiasti
delle linee di produzione
«Mirate a ridurre l’affaticamento del lavoratore»
ALESSANDRO BOCCIA
INGEGNERI LUCANI IN
VISITA ALLA FIAT In alto
l’arrivo dei professionisti in bus
allo stabilimento di Melfi
l E’ durata più di tre ore la
visita di settanta ingegneri lucani, la prima in assoluto, allo
stabilimento Sata di San Nicola
di Melfi. Ad accogliere ieri mattina i professionisti, per lo più
ingegneri meccanici, partiti in
pullman da Potenza, c’era il direttore della Sata, Sebastiano Garofalo, che ha illustrato la storia
della fabbrica lucana cominciata
con la produzione della «Punto»
negli anni Novanta.
Il tour è poi proseguito all’in-
terno dello stabilimento con la
visita ai nuovi reparti di recente
sottoposti ad interventi di ristrutturazione in vista della produzione della «Renegade», la piccola Suv del marchio Jeep del
nuovo gruppo Fiat Chrysler Automobilies, che rappresenta il
primo progetto Usa ma di costruzione italiana e che troverà pieno
regime produttivo a Melfi insieme al «crossover» Fiat «500X».
L’iniziativa, che rientra nell’offerta formativa che l’Ordine degli
ingegneri di Potenza riserva ai
propri iscritti, si è dimostrata un
POTENZA GRAZIE A DUE BORSE DI STUDIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO
momento di grande valenza formativa per i professionisti lucani. «E’ stato per noi un grande
privilegio; la Fiat ci ha concesso
un’occasione unica per visitare
un’azienda all’avanguardia – ha
commentato
il
presidente
dell’Ordine degli ingegneri di Potenza, Egidio Comodo- ora la speranza è che ci sia una maggiore
collaborazione tra il nostro Ordine ed il gruppo. In futuro auspichiamo, infatti, l’introduzione
di nuove metodiche di collaborazione tra il mondo della produzione e dell’università così da
individuare percorsi di studio e
specializzazione che favoriscano
l’occupazione dei nostri laureati».
Quanto alle nuove linee di produzione, i settanta ospiti si sono
detti entusiasti. «Si tratta di linee
di produzione – ha spiegato Comodo - assolutamente innovative
dove l’elemento che ci ha maggiormente colpito è l’aspetto dello studio ergonomico, cioè il tentativo di ridurre al minimo l’affaticamento del lavoratore, dimostrando quindi un’attenzione mirata al dipendente».
POTENZA FP CGIL SU DON UVA, AIAS E CLINICA LUCCIONI
«La sanità privata
Giovani laureati a servizio
delle Pmi nei distretti industriali è in apnea
Per sfruttare le opportunità con i processi di digitalizzazione e la Regione è assente»
l Due borse di studio dalla
Cciaa di Potenza per laureandi
e neolaureati in grado di aiutare le Pmi dell’artigianato e
dell’agroalimentare a sfruttare
le opportunità attraverso processi di digitalizzazione. Iniziativa di Unioncamere e Google e il patrocinio del Mise. Il
Bando è online
La Camera di Commercio di
Potenza è tra gli Enti camerali
aderenti all’iniziativa di sistema «Sostegno alla digitalizzazione dei distretti e delle eccellenze del Made in Italy», finalizzata a sostenere le Pmi
operanti nei distretti industriali o, comunque, specializzate in produzioni di eccellenza. L’iniziativa, che è parte del
progetto di Google «Made in
Italy: Eccellenze in Digitale»,
ha il patrocinio del Ministero
dello Sviluppo Economico e si
inserisce all’interno della campagna e-Skills for jobs della
Commissione Europea.
Il progetto prevede la formazione di laureandi o neolaureati (due per ogni territorio interessato) che dovranno dimostrare di avere competenze di economia, marketing e management, competenze digitali orientate al web
marketing e avere conoscenza
della lingua inglese, del territorio e del contesto economico-sociale dell’area nella
quale si candideranno a operare. I giovani selezionati riceveranno una borsa di studio
di 6 mila euro e, dopo un percorso formativo realizzato da
Google e Unioncamere, in collaborazione con l’Agenzia Ice,
aiuteranno le imprese dei territori a sfruttare le opportunità
offerte dal web per far conoscere, nel mercato interno e a
livello internazionale, le eccellenze del Made in Italy. Dopo il
training formativo, i ragazzi
selezionati faranno base nelle
Camere di Commercio che aderiscono all’iniziativa. Il bando
completo è disponibile sul sito
www.unimercatorum.it.
Le
iscrizioni potranno effettuarsi
solo online con form disponibile al seguente link: ht-
tp://www.unimercatorum.it/eccellenze-in-digitale/.
«Uno degli obiettivi per le
Pmi del nostro territorio è
quello di aumentare il grado di
internazionalizzazione, agendo sulla leva delle competenze
digitali e sulle potenzialità del
canale e-commerce, ambiti che
ci vedono penalizzati rispetto
ai concorrenti internazionali dichiara il presidente della
Cciaa potentina, Pasquale La-
morte -. Al contempo, il progetto dà risposte concrete ai
giovani che su questi ambiti
sono dei forti acceleratori dei
processi e possono mettere a
servizio delle Pmi conoscenze e
competenze acquisite».
I settori su cui i borsisti
opereranno, nel potentino, sono l’artigianato e l’agroalimentare, nello specifico nel segmento di vino, olio e acqua
minerale.
PICCOLE E
MEDIE
IMPRESE
Sostegno alle
Pmi dalla
Camera di
commercio di
Potenza
POTENZA CON INGRESSO GRATUITO
Il 1° maggio in Basilicata
saranno aperti musei
e aree archeologiche
l Il Primo Maggio in Basilicata saranno aperti al
pubblico, con ingresso gratuito, alcuni musei ed aree
archeologiche: il Parco archeologico di Metaponto di
Bernalda, «in seguito agli eventi alluvionali di Ottobre
e Dicembre 2013, è parzialmente visitabile».
Lo ha reso noto la Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata: saranno aperti i musei archeologici
di Melfi, Venosa, Muro Lucano e di Potenza «Dinu Adamesteanu»,
dell’alta
Val
d’Agri e il museo archeologico
nazionale «Domenico Ridola»
di Matera; visitabile a Tricarico la sede espositiva di
Palazzo Ducale, il museo archeologico nazionale di Metaponto di Bernalda il museo
archeologico nazionale della Siritide, e a Maratea il
Palazzo De Lieto. Aperti i parchi archeologici di Venosa
e Grumentum, e le aree archeologiche di Policoro e
Metaponto.
l «Dopo aver per mesi sollecitato più volte la Regione ad
intervenire sulla drammatica situazione che stanno vivendo i
lavoratori della sanità privata, per affrontare in maniera organica e compiuta tutte le criticità esistenti su Don Uva, Aias e
Clinica Luccioni, nel primo incontro tematico convocato ieri
sulle Aias di Potenza e di Melfi la Regione Basilicata era
completamente assente al tavolo di confronto». Così Roberta
Laurino, segretario generale Fp Cgil Potenza.
«La Regione, infatti, - prosegue Laurino . ha deciso di scaricare sull’Asp di Potenza il tavolo sindacale ritenendo non
necessaria la propria presenza, come se problemi così complessi e critici potessero essere risolti per procura. Si tratta di
un fatto gravissimo che ci auguriamo non diventi una nuova
“cattiva pratica” considerato che
non si può più far finta di non
sapere cosa accade in queste strutture che utilizzano risorse pubbliche e offrono, al pari delle strutture pubbliche regionali, assistenza ai cittadini lucani. Sono questioni sulle quali non è più tollerabile il silenzio e l’immobilismo della Regione che consente, di
fatto, alle Aias di gestire “a mani
libere” un’attività così importante per la salute pubblica al di
fuori delle regole ed in violazione dei diritti dei lavoratori».
«Oltre alla questione connessa con la mancata corresponsione degli arretrati contrattuali derivanti dal Ccnl, per i quali
sono in corso le vertenze davanti alla magistratura, e al cumulo degli arretrati stipendiali in godimento per l’Aias di
Potenza, i lavoratori vivono quotidianamente un fortissimo
disagio. In particolare, la situazione che vivono i lavoratori
dell’Aias di Melfi è diventata ormai davvero insostenibile in
quanto, nell’assoluta indifferenza e in spregio alla correttezza
nei rapporti con i lavoratori e con le organizzazioni sindacali,
si continua a gestire l’associazione senza il rispetto di alcuna
norma.
«La situazione che
vivono i lavoratori
dell’Aias di Melfi è
diventata insostenibile»
FABBRICA
LUCANA Gli
ingegneri in
visita ai
nuovi reparti
di recente
sottoposti ad
interventi di
ristrutturazione
Le altre notizie
VILLA D’AGRI
SANITÀ
Nuova sede
per la Guardia Medica
n Da oggi nuova sede di Continuità Assistenziale (Guardia
Medica) a Villa d'Agri: il servizio si trasferisce dal Plesso
Ospedaliero ai nuovi locali di
via Roma 22, conservando ilnumero di telefono 0975/312280.
POTENZA
SINDACATO PENSIONATI
Rinviata per maltempo
«Non stiamo sereni»
n La prima delle iniziative di
Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil pensionati programmate nell’ambito della campagna di mobilitazione #nonstiamosereni,
prevista ieri mattina nell piazzale della Regionea Potenza, è
stata rinviata a data da destinarsi, a causa delle avverse
condizioni metereologiche.
POTENZA
COOPERAZIONE
Guidotti coordinatore
di «Generazioni»
n È Vincenzo Guidotti il primo
coordinatore di Generazioni
Basilicata, coordinamento regionale dei giovani cooperatori
Legacoop. Guidotti, 28 anni,
della Coserplast di Miglionico,
è stato eletto nell'assemblea costitutiva che si è svolta il 28
aprile a Potenza.
POTENZA INFORMAZIONI SUI SERVIZI RUOTI SALTA ANCORA IL CONSIGLIO
L’azienda sanitaria presente Stanza del sindaco
sui social network
occupata dall’opposizione
l L’Azienda Sanitaria di Potenza è presente
sui social network attraverso Twitter e Youtube a entrambi si accede dal sito www.aspbasilicata.it.
Accedendo ai due social network si possono
avere informazioni sui servizi sanitari
dell’Asp, in particolare sul canale Youtube è
possibile visionare delle produzioni video sui
servizi del Dipartimento Interaziendale di
Oculistica (sede Ospedale di Venosa), del
Centro di Riferimento Regionale di Chirurgia
dell’Obesità (sede Ospedale di Villa D’Agri),
del Centro di Riabilitazione Alcologica «Luigi
Viola» (sede Ospedale di Chiaromonte).
l Il consiglio comunale ancora non si tiene,
malgrado l’intervento nei giorni scorsi del prefetto di Potenza e l’opposizione occupa la stanza
del sindaco. «Si tratta - dice Ruoti Unita - dell'ennesimo atto di arroganza della maggioranza
consiliare in spregio alle normali regole democratiche, che conferma come a Ruoti sia in corso
un'emergenza democratica che deve investire le
istituzioni intermedie. Per manifestare l'assoluta contrarietà a questo annullamento abbiamo
deciso di occupare la stanza del sindaco sperando di sensibilizzare chi di competenza affinchè si ponga fine ad una situazione assurda
che stronca il libero dibattito democratico».
RASSEGNASTAMPA
X I MATERA CITTÀ
Mercoledì 30 aprile 2014
PUNTO E A CAPO
DI NUOVO INCERTEZZA
La Provincia ha sollecitato Potenza
sino a ieri non si sapeva ancora
E ORA CHE FARÀ LA REGIONE? ma
nulla sulla navetta che collega a Palese
È scaduto il servizio
di bus per l’aeroporto
Da Matera a Bari e viceversa, alla fine l’ennesima proroga
EMILIO SALIERNO
l Oggi scade il servizio di bus
navetta dall’aeroporto di Bari Palese a Matera (e viceversa) finanziato dalla Regione Basilicata. È la
quarta volta che va in scadenza
negli ultimi tempi - ma si è perso,
oramai, il conto esatto - e in tutti i
casi é stata la Provincia di Matera,
dopo aver ricevuto rassicurazioni
dalla Regione, ad assumersi l’impegno per la copertura finanziaria. Siamo oggi ad una scadenza,
ma non è ancora noto se il servizio
potrà continuare. Ci sarà l’ennesima proroga? Lo chiediamo a
Franco Stella, presidente della
Provincia.
«Credo che entro stamane possa arrivare da Potenza l’ok per
garantire il servizio. Noi da Matera abbiamo sollecitato e risollecitato in vista della scadenza,
ma sino ad oggi (ieri) non abbiamo avuto risposte. Come al solito,
la volontà del nostro territorio e
degli enti che li rappresentano,
rispetto alle necessità di questa
parte della Basilicata, cozza contro il muro». Appunto, c’è indubbiamente un problema di fondo
legato all’approssimazione con
cui sta andando avanti questa vicenda. Non è possibile che si possa
andare avanti a colpi di proroghe,
senza adottare un provvedimento
definitivo, un discorso che vale
anche per il collegamento dai centri materani con l’ospedale oncologico di Rionero in Vulture. È
evidente che tutto questo rientra
nel “capitolo” regionale dei servizi aggiuntivi, che devono essere
compresi nella riprogrammazione delle percorrenze sul territorio
lucano. La Regione Basilicata ha
fatto sapere, in più occasioni, di
non poter sostenere ulteriori costi, ma intanto deve dare risposte
agli utenti e perciò dovrebbe tornare ad assicurare il servizio, al-
meno così si spera.
Sulle continue incertezze e sui
conseguenti «tira e molla» relativi
alla conferma del servizio si è pronunciato, nei mesi scorsi, anche la
Camera di commercio ed in particolare il segretario generale Luigi Boldrin: «Non vogliono più garantire la navetta a causa dei pochi passeggeri che ne usufruiscono? Avrebbero ragione se ci fossero le condizioni per utilizzare
quei bus nel modo migliore, se ci
fossero più corse e non quelle presenti ad orari assurdi. Ma così
non è». La possibilità di azzerare
il servizio per l’aeroporto è oramai una costante, eppure viene
ribadito in continuazione che il
turismo in Basilicata è soprattutto Matera. Come si possa arrivare
a Matera, da Bari, se quel servizio
cessasse, in considerazione anche
del fatto che qui non c’è una stazione delle Fs, qualcuno dovrebbe
spiegarlo. Senza soffermarsi sulla
qualità del collegamento delle Fal.
Si parla di nuove opportunità per
Matera, di capitale della cultura
per il 2019, eppure si sta ancora a
discutere su uno dei pochi mezzi
che consente, a chi sbarca a Bari,
di arrivare nella città dei Sassi.
Il bus trasporta 10/12 persone,
sia in andata che in ritorno, e di
sicuro il numero non garantisce
la copertura dei costi del servizio.
Però è pur vero che andrebbero
fatte alcune cose per migliorare la
gestione e la funzionalità della navetta, ad esempio facendo collimare un po’ di più gli orari del bus
a quelli degli aerei. E poi il costo
del biglietto: tre euro da Bari a
Matera, quattro euro da Matera a
Bari. Forse perchè il ritorno si fa
in salita? Siamo di fronte a cifre
irrisorie, troppo basse sicuramente. Si provi ad aumentare il
prezzo, anche sino a otto/dieci euro e magari ci si avvicinerebbe il
più possibile a coprire le spese. Lo
shuttle da Fiumicino al centro di
Roma, e sono meno chilometri,
costa dieci euro. O si utilizzi un
mezzo più piccolo, con meno posti
e quindi costi di gestione inferiori.
SCALO PUGLIESE Aerei sulla pista di Bari Palese
SOPRINTENDENZA DECISIONE MINISTERO BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
LOTTA ALLA
EVASIONE
Militari del Nucleo di Polizia
tributaria all’opera per una
verifica fiscale
TRIBUTI PROVVEDIMENTO DELLA GUARDIA DI FINANZA NEI CONFRONTI DI UN’IMPRESA DI TRASPORTI
Frode fiscale per 3 milioni
sequestrato un immobile
Fatture false e omissione di imposte e contributi scoperte dopo un
procedimento penale
l Indebiti vantaggi fiscali
ottenuti con più azioni illecite e
la Guardia di Finanza interviene contro un’impresa di trasporti.
Su provvedimento del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Matera, il
Nucleo di Polizia tributaria ha
proceduto, la scorsa settimana,
al sequestro di un immobile
aziendale riconducibile all’attività di un’impresa che opera
sul territorio della provincia. Il
valore complessivo del patrimonio immobiliare sottoposto
dai militari delle Fiamme gialle a sequestro preventivo per
equivalente ammonta a circa
600 mila euro.
Secondo le accuse, l’imprenditore destinatario della misu-
ra coercitiva aveva posto in
essere un meccanismo fraudolento ideato, forse con il concorso di una «mente» che non è
stata ancora individuata, allo
scopo di consentire alla sua
impresa indebiti vantaggi fiscali e contributivi, quantificabili, nella sostanza, in circa 3
milioni di euro di materia imponibile. Per questo motivo era
già stato deferito alla locale
autorità giudiziaria.
Dall’esito di una verifica fiscale che risale al 2012 e quindi
dal successivo procedimento
penale avviato nei confronti
del titolare dell’impresa, per
una fittizia assunzione di manodopera straniera, il Nucleo
di polizia tributaria avrebbe
tratto spunti investigativi utili
a far emergere un «quadro contabile viziato». In particolare, i
militari avrebbero accertato
l’emissione di fatture false e
l’omissione totale o parziale di
versamenti di imposte e contributi, a favore di lavoratori
che stranieri non erano.
L’emersione del sommerso e
INTERVENTI PUBBLICI LETTERA DI STELLA E GARBELLANO ALLA REGIONE PER INTERVENTI
Museo Palazzo Lanfranchi E le complanari sulla statale
aperto anche nel giorno
99? A rimetterci sono le imprese
della Festa dei lavoratori
La Provincia sulla mancata realizzazione delle opere
l La Soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici della Basilicata ha aderito all’iniziativa del ministro
dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che in occasione del 1° maggio ha disposto
l’apertura e l’ingresso gratuito
dei musei, luoghi d’arte e siti
archeologici, assicurando l'apertura del Museo nazionale
d'arte medievale e moderna della Basilicata a Palazzo Lanfranchi per l'intera giornata, dalle 9
alle 20. In questa occasione i visitatori potranno accedere gratuitamente alle sale dove sono
esposte le collezioni permanenti
del Museo Arte Sacra, Pinacoteca D’Errico, Arte contemporanea (dipinti di Carlo Levi e
Luigi Guerricchio, fotografie di
Mario Cresci) e visitare la mo-
stra Restituzioni. Opere restaurate del territorio. Nell’ambito
di questa rassegna, allestita nelle sale del Museo dedicate all’Arte Sacra, sono esposte 12 importanti opere d’arte provenienti da
chiese della Basilicata restaurate da questa Soprintendenza nell'ultimo triennio. Sarà possibile
visitare, inoltre, la mostra La
grande bellezza. Macchine, manifesti, passioni promossa dalla
nostra Soprintendenza insieme
al Comune di Matera, alla Lucana Film Commission e alla Cineteca Lucana, allestita nella
Sala Levi. La mostra è un omaggio sentito e doveroso a Gaetano
Martino che, con passione, competenza e dedizione, insieme alla
sua famiglia, ha raccolto questo
straordinario patrimonio che
appartiene alla storia collettiva.
l «La grave crisi economica che si è
abbattuta sul territorio si aggrava di ora
in ora anche per i mancati interventi
promessi e purtroppo mai attuati. Sono
trascorsi tre anni da quando questa
Provincia evidenziava la necessità di
risolvere la questione della realizzazione delle complanari sulla Statale 99.
L’assenza di queste ultime, infatti, oltre
a penalizzare le aziende esistenti, pregiudica lo sviluppo di nuove iniziative
imprenditoriali».
Il presidente dell’ente di via Ridola,
Franco Stella, e l’assessore alle Infrastrutture, Angelo Garbellano, hanno
scritto al presidente e all’assessore alle
Infrastrutture della Regione, al sindaco
del Comune di Matera e per conoscenza
al capo compartimento dell’Anas Basilicata, sollecitando un intervento rapido per risolvere il problema.
«Un assetto viario inadeguato e incompleto dove il mancato rapido ac-
cesso alla statale 99 ha determinato un
pesante isolamento degli insediamenti
produttivi esistenti che ancora oggi devono affrontare numerose difficoltà. Un
problema – hanno evidenziato Stella e
Garbellano - che manifesta tutta la sua
gravità sul fronte economico ma anche
su quello sociale, considerando che l’intera area, persa l’ambizione di essere
considerata modello di sviluppo urbano
come era nei piani originali, ha finito
per diventare una zona caratterizzata da
disagi.
Nell’ottica di sostenere concretamente il rilancio del tessuto imprenditoriale
locale e considerata la strategicità che
l’infrastrutturazione del territorio ricopre per Matera 2019, si sollecita un
pronto intervento al fine di sbloccare
l’iter di realizzazione degli interventi
così come anticipato nel luglio dell’anno
scorso quando si dava per vicino il raggiungimento dell’ambito traguardo».
la lotta alle frodi fiscali, fa presente la Guardia di Finanza,
sono i fattori chiave che consentono di conciliare rigore ed
equità, garantendo, allo stesso
tempo, più risorse da destinare
alla crescita del nostro Paese.
Il sequestro preventivo per
equivalente,
preliminare
all’applicazione della confisca,
è lo strumento legislativo coercitivo utile a vanificare le «illecite manovre imprenditoriali» mirate ad impedire il recupero delle imposte evase. Il
provvedimento ablativo, sottolinea la Finanza, «generalmente disposto su somme di denaro
ed altro patrimonio mobiliare
ed immobiliare o altre utilità di
cui l’indagato abbia la disponibilità per un valore corrispondente al prezzo, al prodotto e al profitto del reato, è previsto per talune fattispecie criminose allorquando sia intervenuta condanna e sia impossibile identificare fisicamente
le cose che ne costituiscono
effettivamente il prezzo, il prodotto o il profitto».
le altre notizie
PREFETTURA SU PROTEZIONE INTERNAZIONALE
Indagine sulla disponibilità
di strutture per gli stranieri
n La Prefettura intende espletare un'indagine conoscitiva fra gli enti pubblici nonché di mercato nell'ambito del privato-sociale per l'individuazione
di strutture idonee ad accogliere cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, in attesa di inserimento nei centri governativi, ovvero
nel circuito Sprar. Le strutture di accoglienza dovranno avere una capacità ricettiva per un numero medio di20-50ospiti. I soggetti interessati sono invitati a presentare la propria manifestazione
di interesse utilizzando un apposito modello che
dovrà pervenire, esclusivamente tramite PEC, al
seguente indirizzo: [email protected] entro e non oltre le ore14 di oggi.
DOMANI TRA IMPRENDITORI E LAVORATORI
Al Paip 1 la visita pastorale
di mons. Salvatore Ligorio
n A conclusione della visita pastorale nella zona
Paip, domani mattina l’arcivescovo monsignor
Salvatore Ligorio incontrerà gli imprenditori e i
lavoratori nel piazzale antistante il capannone
dell’Azienda trasporti Santantonio, in via delle
Arti 1. Alle 11 presiederà la santa messa, concelebrata da alcuni presbiteri diocesani.
RASSEGNASTAMPA
MATERA CITTÀ I XI
Mercoledì 30 aprile 2014
SOTTO I RIFLETTORI
SUCCESSI OLTRE CONFINE
CARMELA COSENTINO
l I dieci minuti di applausi più
lunghi della loro vita. Dieci minuti di standing ovation che hanno messo i brividi. In uno dei tempi della musica quale la Berliner
Philarmonie musicisti e allievi
del Conservatorio materano “E.R.
Duni” diretto da Saverio Vizziello hanno colto il loro successo più
grande. Era la prima volta di un
conservatorio alla Filarmonica di
Berlino. «È stata un’esperienza
che, insieme alle esibizioni a New
York, a Gerusalemme e a Ginevra,
dimostrano il grande fermento
artistico e musicale che caratterizza il Conservatorio Duni», sottolinea Vizziello.
«I dieci minuti di standing ovation
per chiedere il
bis – commenta Paolo Verri, direttore del
Comitato Matera 2019 – sono
la testimonianza che la qualità artistica e
creativa
già
esiste sul territorio. Vale a dire che a Matera
non partiamo
da zero, ma abbiamo delle potenzialità che vanno
ulteriormente valorizzate in una dimensione più europea,
più internazionale».
Il concerto, al quale hanno assistito 900
paganti, trasmesso
in diretta da Trm in
quattro regioni meridionali, è stato il momento più esaltante della
trasferta di Matera 2019 in Germania. Due le tappe, Amburgo e
Berlino, dove l’Orchestra sinfonica composta da allievi e docenti e
diretta dal maestro Fausto Fun-
IL COMITATO 2019
«Matera non parte da zero, ma possiede
potenzialità che vanno valorizzate in una
dimensione più europea e internazionale»
ARTISTI INTERESSATI ALLA CITTÀ
«Armin Linke si è detto disponibile a costruire con il Comitato un progetto basato
sulla interazione fra arte visiva e pubblico»
Dieci minuti di applausi
nel tempio dei Berliner
L’Orchestra del Conservatorio Duni sul palco della Filarmonica
garoli si è esibita proponendo un
repertorio di alto spessore, che ha
spaziato da Bach a Mercadante, a
Rossini, e l’esecuzione dell’Inno
per Matera 2019 composto da Vito
e Mariano Paternoster e il Canto dei Sassi-Cartoline sinfoniche
da Matera del compositore Damiano D’Ambrosio, «in una felice relazione fra cultura accade-
mica – osserva Verri – e cultura
popolare che è stata recepita positivamente dal numeroso pubblico grazie anche alla sapiente direzione del maestro Fausto Fungaroli. Al direttore del Conservatorio il merito di aver portato la
nostra storia nel tempo della musica mondiale».
Si è chiusa così una settimana
DUE CONCERTI
AUTORI LUCANI
Allievi e docenti erano
diretti dal maestro
Fausto Fungaroli
Eseguiti brani
anche di D’Ambrosio
e Paternoster
VIGILIA DI UN
SUCCESSO
Le ultime prove dell’Orchestra del
Conservatorio a Berlino
CREATIVITÀ
TEDESCA
Sulla terrazza
di Tomas Saraceno e Paolo Verri con
Armin Linke
ECONOMIA LA CAMERA DI COMMERCIO HA ILLUSTRATO LE POTENZIALITÀ E I VANTAGGI
box elettorale
Expo 2015, le opportunità
per le imprese lucane
L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS
QUESTA SERA IN PIAZZETTA PASCOLI
Incontro dibattito sull’Europa
dei cittadini e dei diritti
n Organizzato dal Comitato L’Altra Europa con
Tsipras-Matera, si terrà oggi, alle 20, in piazzetta Pascoli, un incontro dibattito sul tema
“Europa dei cittadini, Europa dei diritti. Partecipano Silvana Arbia, Costanza Boccardi,
Domenico Gattuso e Claudio Riccio, candidati al Parlamento Europeo per la Circoscrizione Meridionale. Prima dell’incontro, alle
19, nello Shibuya Cafe’ Music Store in via
Ridola, è previsto un “aperiTsipras”.
Un Catalogo digitale può metterle in mostra
ENZO FONTANAROSA
l Manca un anno all’inaugurazione
dell’Expo 2015 a Milano. Un evento internazionale per il quale si prevede che nei sei mesi
della sua apertura, dal 1 maggio al 31 ottobre
del prossimo anno, avrà ben 20 milioni di visitatori, di cui 7 milioni solo di stranieri, oltre a
tutti i componenti delle diverse delegazioni
provenienti d’ogni dove, e i cui riflessi e benefici avranno ricadute ben più ampie dello
stretto territorio lombardo e della stessa manifestazione. Di potenzialità e vantaggi per le
aziende lucane in quel contesto, che non è una
fiera campionaria, se ne è parlato ieri nella
Camera di Commercio nel corso della presentazione di procedure, contenuti e opportunità
del Catalogo Ufficiale dei partecipanti all’Expo
2015. «Il catalogo è una piattaforma online che
permette alle imprese di iscriversi e di avere la
possibilità di essere contattate dai partecipanti
a Expo 2015 in diverse categorie merceologiche
che vanno dalla costruzione e allestimento dei
padiglioni ai servizi da offrire durante l'evento», ha spiegato Romina Rossini referente del
Catalogo dei partecipanti a Expo2015. Lo strumento digitale è già operativo dallo scorso 16
dicembre 2013: «Si sono iscritte già tre imprese
lucane, delle quali una è di Matera – ha anticipato Rossini – ci auguriamo che ce ne siano
di più dopo questo incontro». La piattaforma
informatica permette di «segnalare che si fa
parte di una rete di impresa. È importante che
le aziende si mettano insieme in modo da avere
spalle più grosse per far fronte a delle commesse che speriamo siamo importanti», ha
evidenziato Marco Romualdi, dirigente della
società Digicamere. Delle opportunità per le
imprese ha parlato Giacomo Braghi, coordinatore dei tavoli Expo 2015: «Queste sono non
solo all'interno del parco tematico Expo, per la
fornitura di prodotti e servizi ai padiglioni
degli Stati. C’è anche la possibilità di presentarsi al mondo o nel padiglione Italia o nelle
aree comuni, in singoli eventi o chioschi. Poi c'è
l'occasione che i territori hanno di attrarre e
fare continuare la visita in Italia al grande
flusso di visitatori attesi nei sei mesi
dell’Expo». La manifestazione di ieri ha visto
Matera prima tappa nel centro-sud del mo-
ricca di spunti e stimoli che ha
permesso alla città di farsi conoscere non solo per le peculiarità
del suo territorio, ma anche per il
suo valore artistico-musicale,
confermandosi un «luogo ideale
per sviluppare un dibattito su temi di portata universale come il
futuro della specie umana
nell’epoca di una nuova era geologica», come ha detto il fotografo
e regista Armin Linke, che ha
partecipato all’iniziativa “MaterameetsBerlino” organizzata dal
Comitato Matera 2019 sulla terrazza dello studio dell’artista Tomas Saraceno, invitato a Matera
per assaporare dal vivo la bellezza
e il fermento culturale che promana dalla città dei Sassi. Fra la
degustazione
di prodotti tipici lucani offerti dal ristorante La Muntagnola di Pino
Bianco, e alcuni intermezzi
musicali del
quintetto
di
fiati dell’Orchestra
del
Conservatorio
Duni, è stato
presentato il
territorio e illustrato il contenuto del Dossier di candidatura. «Abbiamo ricevuto risposte molto positive da parte di
tanti talenti creativi
che hanno espresso il
desiderio di proporre progetti di dimensione europea da inserire nel programma culturale – ha concluso Verri –
In particolare, proprio Armin
Linke che ha visitato Matera di
recente, si è detto disponibile a
costruire con il Comitato un progetto basato sulla interazione fra
arte visiva e pubblico».
mento divulgativo sulle straordinaria opportunità per imprese e professionisti insite
nell’Expo. Come hanno evidenziato il direttore
dell'azienda speciale Cesp Vito Signati e il
vicepresidente dell’ente camerale Pasquale
Lorusso, per i quali parte «un collegamento
tra Basilicata e Lombardia per promuovere
progetti ambiziosi e valorizzare le nostre risorse come turismo, agricoltura, cultura come
sta accadendo per la candidatura di Matera
2019». Un legame con la Camera lombarda,
consolidatosi per altre esperienze, che il presidente di quella materana Angelo Tortorelli
in una nota annuncia «che si intensificherà per
favorire la presenza di operatori all’Expo e la
iscrizione al catalogo dei partecipanti. Sono
certo che la Basilicata si distinguerà per qualità e vivacità in questa nuova sfida, che può
portare valore aggiunto all’economia locale».
INCONTRO
FORZA ITALIA
DIVULGATIVO
L’iniziativa
DOMANI INCONTRO NEL CINEMA IL PICCOLO
di ieri è stata
la prima tappa
nel centro-sud
per parlare
delle opporn Comincia da Matera, domani, con un incontunità deltro al cinema “Il Piccolo”, alle 10.30, la visita
l’Expo 2015
elettorale dell’on. Raffaele Fitto, capolista al
di Milano
Sud per “Forza Italia” alle elezioni europee.
Inizia da Matera la visita elettorale
di Raffaele Fitto in Basilicata
.
Alle 13.30, nell’hotel “Toccacielo” di Nova Siri Marina, Fitto incontrerà cittadini ed elettori dell'area ionica. Nel pomeriggio, alle
16.30, una tappa a Montalbano Jonico, nella
sala consiliare, prima di concludere la giornata a Potenza, alle 18.30, nel “Park Hotel”,
alla presenza tra gli altri del candidato sindaco Michele Cannizzaro.
RASSEGNASTAMPA
XIV I MATERA PROVINCIA
Mercoledì 30 aprile 2014
PISTICCI IL COMUNICATO DOPO LA DIFFIDA DI TECNOPARCO PER GLI ARTICOLI SULL’INQUINAMENTO IN VALBASENTO
«Adesso denunciateci tutti»
Sui social solidarietà ai giornalisti
Un hashtag su Facebook prende le difese di Miolla e D’Alessandro
Sinistra Ecologia e Libertà
. a chi ha scritto gli articoli»
«Tutela legale gratuita
DONATO MASTRANGELO
l PISTICCI SCALO. «Adesso denunciateci
tutti». Dal web arriva un no secco al bavaglio
alla stampa sui temi ambientali che riguardano
l’area industriale basentana. Dopo la solidarietà espressa dal Forum Ambientale Permanente ai giornalisti de La Gazzetta del Mezzogiorno Piero Miolla e della testata web Pisticci.com Roberto D’Alessandro e al tenente
della Polizia Provinciale Giuseppe Di Bello,
raggiunti nei giorni scorsi da una diffida e
risarcimento danni da parte della Tecnoparco,
per il presunto intento diffamatorio contenuto
in alcune frasi di un articolo sull’inquinamento in Valbasento, con particolare riferimento
alle attività di trattamento dei reflui svolte dalla società, i social network si scatenano e prendono le difese degli estensori degli articoli “incriminati”. Una presa di posizione netta sfociata con la pubblicazione di un hashtag pubblicato su Facebook recante, dopo il simbolo del
cancelletto la scritta TecnoparcoInquinaValbasento. Solidali con Miolla e D’Alessandro
anche le associazioni Act in Circus e Legambiente Pisticci ma anche tanti cittadini.
«È sempre più evidente - si legge nel comunicato pubblicato su Facebook - come le
istituzioni siano chiamate in maniera improcrastinabile a decidere quali debbano essere le
aspirazioni del territorio, partendo da un dato
di fatto incontrovertibile, cioè che in un'area
così piccola non è più possibile far coesistere le
enormi contraddizioni presenti e che annientano la legittima aspirazione dei cittadini a
vivere finalmente in un ambiente sano e sicuro.
Adesso denunciateci tutti #TecnoparcoInquinaValbasento».
La vicenda ha origine da un articolo a firma
di Miolla, pubblicato il 2 marzo scorso sulle
nostre colonne, nel quale il tenente Di Bello, nel
corso di un intervista sui temi ambientali, dichiarava tra le altre cose che «Tecnoparco è una
fonte certa di inquinamento in Valbasento».
L’articolo fu poi riproposto integralmente il 3
marzo sulla testata online Pisticci.com, diretta
da Roberto D’Alessandro. Una frase, quella di
Di Bello, che Tecnoparco, per il tramite del suo
legale Donatello Cimadomo, ha ritenuto essere
“espressiva di intento diffamatorio” e “lesiva
della reputazione e dell’immagine di Tecnoparco”. Di qui, dunque, la richiesta di risarcimento danni e la diffida ai giornalisti ad
intraprendere ulteriori iniziative pregiudizievoli per Tecnoparco Valbasento.
«Ciò che preoccupa tutti i cittadini,
aldilà del colore politico, é il tentativo,
maldestro e subdolo, di limitare la libertà di stampa ed il dirito di cronaca che la
società consortile tenta di mettere in atto chiedendo un risarcimento dei danni
e diffidando due giornalisti ed il pubblico ufficiale». Lo sostiene il circolo Sel Pisticci-Marconia che «stigmatizza e condanna con forza, invitando i due giornalisti a continuare la loro attività d`informazione come hanno sempre fatto con
precisione ed assoluta imparzialità. Nel
contempo, invitiamo il presidente della
Regione Basilicata, nella sua qualità di
rappresentante legale del socio al 40%
di Tecnoparco, a prendere le distanze
pubblicamente dall'assurda iniziativa di
Tecnoparco ed a condannare il tentativo di limitare la libertà di stampa. Nel
confermare che ci spenderemo sempre
e comunque per il diritto di cronaca, annunciamo sin d’ora la disponibilità ad
offrire tutela legale gratuita ai soggetti».
INDUSTRIE L’ingresso di Tecnoparco in Valbasento
POTENZA INVITO AL CONFRONTO SUL MERITO
MARCONIA L’UOMO DENUNCIATO PER STALKING DALLA POLIZIA
Ordine giornalisti e Assostampa Sommersa da telefonate
«Tecnoparco rinunci
alla richiesta di risarcimenti» dal suo ex datore di lavoro
l L'Ordine dei Giornalisti e l’Assostampa della Basilicata esprimono solidarietà ai giornalisti Roberto D’Alessandro e Pietro Miolla
dopo l'avvio di una richiesta di risarcimento a loro carico, da parte
del presidente del cda Tecnoparco Valbasento, in seguito ad articoli
pubblicati su un quotidiano e su una testata on-line, riguardanti
l'attività della stessa società e le sue possibili conseguenze sul
versante ambientale. Premesso che l'esercizio del diritto dovere di
cronaca e di critica non pretende alcun dogma di infallibilità, esso
deve garantire il proprio svolgimento fondato su buona fede, onestà
intellettuale, correttezza e completezza al solo fine di offrire ai lettori
la possibilità di crearsi una libera opinione. Cosa possibile dando
spazio alla pluralità delle voci, alla ricchezza del dibattito e alla
garanzia del diritto di replica nei modi e nei tempi dovuti. Ridurre
dissensi e critiche a materia di tribunale, accompagnata (come in
questo caso) da richieste risarcitorie, esprime un'idea assai discutibile della libertà d'informazione e della possibilità di sviluppare
un dibattito complesso in un Paese civile e democratico nel quale
l'informazione ha sovente aiutato a portare alla luce fatti di pubblico
interesse. Un Paese nel quale dovrebbe essere possibile affermare le
proprie legittime ragioni, le opinioni e i punti di vista, con argomenti
e riferimenti tangibili, senza la necessità di ricorrere a strumenti
coercitivi. Insieme alla solidarietà a D’Alessandro e Miolla, Ordine e
sindacato invitano il presidente della società Tecnoparco Valbasento
a rinunciare alle azioni legali intraprese scegliendo la strada del
confronto, anche serrato, sul merito delle questioni.
PIERO MIOLLA
l MARCONIA. Oltre 7 mila telefonate ed
un’infinità di sms. Così un rapporto di lavoro si è trasformato in un incubo per una
40enne di Marconia, vessata dal suo datore
di lavoro che premeva per far sì che la donna
diventasse qualcosa in più di una dipendente. Dopo circa 3 mesi di appostamenti,
personale del Commissariato di Pubblica
sicurezza di Pisticci, diretto dal commissario Gianni Albano, ha dato esecuzione
ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare per stalking a carico di un 61enne di
Altamura. Nei suoi confronti, il giudice per
le indagini preliminari Rosa Bia, del Tribunale di Matera, su richiesta del pubblico
ministero Franca Ventricelli, ha disposto
il divieto di avvicinamento alla vittima ed
ai luoghi dalla stessa frequentati a meno di
150 metri, nonché l’obbligo di non comunicare con la donna con qualsiasi mezzo,
telefono compreso. Allo stalker i poliziotti
sono arrivati dopo la denuncia della 40enne
che ha raccontato come che l’uomo la per-
POLICORO E L’OPPOSIZIONE ATTACCA L’ESECUTIVO MONTALBANO JONICO SULLE TRACCE DELLA MAGNA GRECIA
Forza Italia se ne va
tensioni in Consiglio
NICOLA BUCCOLO
l POLICORO. Segnali di crisi a
Policoro nella maggioranza di
centrodestra che amministra da
due anni? Si sono avvertiti nel
Consiglio comunale di lunedì sera
quando, dopo un dibattito molto
acceso di oltre due ore sul rendiconto del 2013, al momento della
votazione, risultando nella maggioranza già assente, oltre a Giovanni Lippo per motivi di salute
di un suo familiare, anche il gruppo di Forza Italia, costituito da
Domenico Bianco, Veronica Lapadula e dal presidente del Consiglio, Gianluca Modarelli, i consiglieri di opposizione Fabiano
Montesano e Francesco Fortunato (Pd), Gianni Di Pierri (Policoro Futura) e Carmine Vetere
(Policoro democratica) hanno abbandonano l’aula facendo venir
meno il numero legale. I tre consiglieri di Forza Italia, assenti ingiustificati, hanno agito, si sostiene nella maggioranza, per creare
problemi al sindaco Rocco Leone,
il quale è apparso molto tranquillo: «La nostra – ha affermato –
anche se avrà qualche numero in
meno, sarà una maggioranza ancora più granitica. Nessuna crisi». Il Consiglio è tornato a riunirsi nuovamente ieri pomeriggio
alle 18 in seconda convocazione.
Erano presenti solo i consiglieri di
opposizione. Dopo un’ora di attesa
la seduta è stata sciolta. Nella prima serata lungo dibattito sul rendiconto 2013. L’assessore al Bilancio, Massimiliano Scarcia, e il
sindaco Leone avevano presentato un’Amministrazione “virtuosa”, capace di ridurre le spese di
rappresentanza a soltanto 1212,80
euro, a mettere in atto una serie di
servizi che da tempo Policoro
aspettava (tra gli altri, differenziata, lavori stradali e di marciapiedi ridotti a gruviera, pubblica
illuminazione, servizi sociali,
grande sensibilità per i diversamente abili e riduzione delle spese
pubbliche). L’opposizione si è soffermata sulla mancata programmazione dello sviluppo.
Archeoparco, il fascino del Neolitico
promuove il territorio e l’ambiente
Nell’area di Andriace un interessante sito storico-culturale
l MONTALBANO JONICO. Un presidio culturale di alto profilo che, purtroppo, in pochi conoscono. Si tratta
dell’Archeoparco di Montalbano, gestito dal 2008 dall’Archeoclub d’Italia “Siritide”, in partnership con il Comune
Jonico. La struttura, definita un presidio culturale di alto profilo, si trova nel
bosco di Andriace ed è il più grande
“Archaeological open air museum”
d’Italia: è vivo e pulsante grazie a un
gruppo di studiosi che guidano il visitatore in un suggestivo percorso che
rappresenta un vero e proprio tuffo nel
passato, con tanto di capanne in paglia
ed ambientazione preistorica. All’interno dell’area demaniale in cui l’Archeoparco è ospitato è possibile visitare il
villaggio neolitico ricostruito a grandezza naturale, composto da due capanne e da altre strutture funzionali alle
attività quotidiane come il pozzo, così
come le aree di lavoro, il pagliaio e la
riproduzione di diversi contesti funerari relativi ai periodi Enotrio e Greco.
Si tratta, in buona sostanza, di una vasta
offerta culturale corredata da numerosi
laboratori didattici di archeologia sperimentale ed attività pratiche. All’inter-
no troviamo anche l’Ikria, ricostruzione
di una delle prime forme di strutture
mobili lignee utilizzate per manifestazioni e rappresentazioni teatrali di epoca greca ed, ancora, il Castra: un accampamento militare romano fortificato e ricostruito secondo i canoni dell’organizzazione dell’esercito romano, al
momento non ancora fruibile. L’obiettivo dell’Archeoparco è quello di veicolare una valorizzazione storico-antropologica del territorio, oltre che una tutela della natura per avvicinare gli studenti, le famiglie ed i turisti al patrimonio storico-archeologico ed ambientale di questo lembo di Magno Grecia
per far comprendere loro e sperimentare il quotidiano dell’uomo preistorico
nel villaggio neolitico. L’obiettivo, però,
è anche un altro: far conoscere le forme
di culto in un lasso di tempo che va dal
periodo preistorico a quello greco, attraverso la simulazione di un vero e
proprio scavo archeologico delle sepolture. Insomma, un vero e proprio tuffo
nell’habitat mediterraneo per conoscerne diversità vegetali e biologiche. Info e
prenotazioni, tel. 342 / 684.33.59 oppure
www.archeoparcodiandriace.it [p.miol.]
seguitava da 4 anni rendendone la vita un
inferno: accettata una proposta di lavoro, in
pochi mesi la donna si è ritrovata il datore
di lavoro alle calcagna con numerosi tentativi di approcci di natura sessuale. Di
fronte al rifiuto della donna, l’uomo ha dato
inizio a pedinamenti, appostamenti sotto
casa, telefonate ed sms. Cessato il rapporto
di lavoro, l’uomo ha tentato ripetutamente
di avvicinare la donna tanto da generare in
lei la paura anche di uscire di casa. In un
caso il pedinamento si è spinto fino a Taranto, dove la donna si trovava per accudire
la figlia ricoverata in ospedale. Dopo la denuncia sono scattate le indagini degli investigatori del Commissariato, dirette da
Albano, coordinate dall’ispettore capo Antonio Grieco, responsabile della divisione
anticrimine del Commissariato, e rese esecutive dall’assistente capo Maria Antonietta Tricarico che ha materialmente
svolto i pedinamenti nei pressi dell’abitazione della donna, fornendole anche un sostegno psicologico probabilmente decisivo
per il racconto fornito dalla donna.
le altre notizie
GRASSANO
IN CONSIGLIO COMUNALE
Si decide su indennità
e gettoni di presenza
n Convocato dal presidente Antonio Carbone, il
Consiglio comunale di Grassano si riunisce oggi, alle 18, nella sala consiliare di Palazzo Materi. All’ordine del giorno figurano la determinazione di indennità di funzione del presidente
dell’assemblea e i gettoni di presenza dei consiglieri comunali nell’anno 2014, l’approvazione
del bilancio di esercizio 2013 e la rettifica di destinazione dei fondi Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) già
[g.pon.]
assegnati.
NOVA SIRI
TRIBUTI E CONTO CONSUNTIVO 2013
Ultimo Consiglio comunale
prima della tornata elettorale
n Convocato dal presidente Antonio Melidoro, il
Consiglio comunale di Nova Siri si riunisce oggi,
alle 18. E sarà l’ultimo atto prima di cedere il
passo alla nuova Amministrazione che sarà eletta il 25 maggio. Ben 20 punti all’ordine del giorno,
tra cui la relazione sulle problematiche inerenti
il servizio di riscossione tributi in concessione
alla Censum spa e l’approvazione del conto consuntivo dell’anno finanziario 2013. E poi trasformazioni di superficie in diritto di proprietà della
quota-parte dell’area di sedime di fabbricati cor[pi.acc.]
renti nella zona Peep della Marina.
RASSEGNASTAMPA
Mercoledì 30 aprile 2014
LETTERE E COMMENTI I XV
CARMINE VACCARO *
DINO QUARATINO *
Il lavoro per i giovani
«Il governatore Pittella
ci dica a quale futuro pensa
per il teatro in Basilicata»
L
a delega sulla riforma dei servizi
per il lavoro e politiche attive del
Governo Renzi, molto ambiziosa,
sembra muoversi verso un modello centralista che dovrà, necessariamente, fare i conti con le competenze
decentrate a livello regionale e, soprattutto, senza risorse aggiuntive, ricordando
che in Italia si spende 1/10 della Germania,
che i Centri per l’impiego pubblici da noi
collocano solo il 2,67 % dei nuovi assunti
contro il 13% della Germania, che il 40%
del collocamento nel mondo del lavoro nel
nostro Paese passa per parentele e conoscenze, specie al Sud dove i giovani e le
donne rinunciano ad iscriversi alle liste di
collocamento. Ne ho discusso con i giovani
di Potenza nel Centro Sociale di rione
Lucania partecipando all’incontro “Il 25
aprile liberiamo i giovani dal bisogno”,
promosso dai Giovani socialisti. È stato
l’avvio utilissimo di un confronto che il
sindacato vuole tenere sempre aperto con
le giovani generazioni.
E ai giovani che hanno sollecitato di
“ascoltare le istanze di una generazione
che è priva di tutele e di rappresentanza e
che chiede risposte per il proprio futuro”,
ho detto che si deve anticipare il Programma Youth Guarantee modellandolo
sull’esperienza scandinava. Si deve puntare sulla formazione, solo così si potrà
colmare la discrasia tra domanda e offerta.
La novità incoraggiante è che il Governo
prova ad accelerare l'avvio del programma
sperimentale di apprendistato per gli studenti di quarta e quinta superiore. Bene
quindi la messa a punto di un piano per
coinvolgere le scuole a dialogare di più (e
meglio) con le imprese e ad offrire opportunità di formazione in azienda ai ragazzi (che vale anche per il conseguimento
del diploma) in analogia a quanto accade
in Germania, con il modello duale.
C’è bisogno però di una rivisitazione
dell’attuale sistema di accesso al lavoro,
soprattutto per i giovani, che deve trovare
le sue basi in 'buoni' e 'stabilizzanti' ingressi al lavoro, indirizzando coerentemente verso questi strumenti gli incentivi
fiscali e previdenziali senza la quale diventa effimera non solo una crescita occupazionale, ma soprattutto un aumento
dei posti di lavoro standard. Il lavoro non
standard aumenta le probabilità di transitare verso un impiego stabile. Inoltre,
con il Patto di Sistema Obiettivo Basilicata
2012 abbiamo individuato alcune misure
per non lasciare soli, specie i ragazzi e le
ragazze, ad affrontare l’emergenza precariato che sarà, anche per il nuovo anno,
uno dei temi centrali della questione lavoro. Dobbiamo ripartire da qui per puntare di più sull'apprendistato, per assicurare tutele a tutti i giovani precari che
ne sono privi, usare la leva degli incentivi
per trasformare la condizione di precarieta' in lavoro stabile. Resta, inoltre, da
comprendere come il Governo intenda
procedere rispetto al riordino delle tipologie contrattuali, pur ritenendo necessaria una semplificazione del quadro normativo, che la Uil ritiene debba reggersi
comunque su alcuni istituti e principi
fondamentali: il valore del contratto a
tempo indeterminato, l’eccezionalità del
contratto a termine connesso ad esigenze
temporanee e flessibili dell’impresa, la
forte vocazione formativa dell’apprendistato, ed un contratto incentivato normativamente che favorisca il consolidamento, nel tempo, del rapporto tra impresa
e lavoratore.
[* Segretario regionale Uil di Basilicata]
NICOLA SAVINO *
Tecnoparco chiede risarcimenti
E
gregio Direttore, siamo costretti nuovamente a
chiedere la pubblicazione di una replica a un
articolo a firma di Piero Miolla pubblicato nell’edizione di domenica 20 aprile che, come in altre
occasioni, contiene una serie di inesattezze e soprattutto non
ripropone, come correttamente avrebbe dovuto fare, i chiarimenti che sulla vicenda oggetto dell’articolo la scrivente ha
fornito con la nota del 6 aprile scorso.
Le analisi fatte eseguire dal Sindaco di Pisticci hanno
riguardato la frazione che viene appositamente trattenuta
nella vasca dalla quale è stata prelevata, posta prima dello
scarico allo scopo proprio di evitare che tale frazione giunga
allo scarico.
Oltre alle infondate affermazioni del Sindaco, per una
corretta informazione l’articolista avrebbe dovuto riportare
le precisazioni che la società aveva formulato sul punto
evitando così di ingenerare ingiustificate ed inutili preoccupazioni.
È chiaro a tutti, tranne a chi non voglia, che le analisi delle
acque e dei sedimenti del fiume Basento fatte eseguire dal
Comune per tutto il 2013 hanno sempre evidenziato testualmente che:
«...le acque del fiume Basento sono risultate conformi alle
prescrizioni del d.Lgs. 152/06 allegato 5 alla parte III Tab. 3
“valori limiti di emissioni in acque superficiali e in fognatura”
e non hanno subito significative alterazioni della composizione
chimico-fisica a carico dei reflui emessi dallo stabilimento
Tecnoparco Valbasento».
Le stesse analisi in un solo caso hanno evidenziato la
presenza di idrocarburi nei sedimenti in misura superiore ai
limiti di legge, e ciò a monte dello scarico della Tecnoparco;
dunque questo fenomeno non è ad essa attribuibile.
I controlli cui la società è costantemente sottoposta, anche
di recente, non hanno evidenziato il superamento dei limiti di
legge.
È del tutto fuori luogo, quindi, anche solo accostare le
attività svolte dalla società ai fenomeni di inquinamento, veri
e presunti, registrati in Valbasento.
È per questa ragione che la società ha dato ingresso alle
azioni legali per la tutela del proprio nome e per il risarcimento dei danni sin qui provocati, nei confronti di
quanti infondatamente le attribuiscono lo svolgimento di
attività in dispregio della legge.
[* Presidente Tecnoparco Valbasento]
FORUM AMBIENTALE PERMANENTE *
Ambiente e libertà di stampa
S
ui temi ambientali, occorre massima tutela per la libertà di informazione. Il Forum Ambientale Permanente del Comune di Pisticci esprime la sua solidarietà al giornalista de La
Gazzetta del Mezzogiorno Piero Miolla, al
direttore responsabile della testata Pisticci.com, Roberto D'Alessandro, e al tenente
Giuseppe Di Bello, raggiunti in questi giorni
da una diffida e richiesta di risarcimento
danni da parte di Tecnoparco, per il presunto
intento diffamatorio contenuto in alcune frasi di un articolo che trattava dell'inquinamento in Valbasento, nello specifico dove faceva riferimento alle attività di trattamento
reflui svolte dalla società.
Non è tollerabile che la libertà di cronaca, e
più in generale la libertà di espressione, siano oggetto di un'azione intimidatoria tendente di fatto a limitare anche quel diritto ad
un ambiente salubre che lo stesso FAP esercita per statuto. La questione dell'inquinamento nell'area industriale di Pisticci Scalo
è, infatti, al centro del documento programmatico - condiviso anche dal Sindaco di Pisticci, Vito Anio Di Trani, e dall'Assessore
comunale all'Ambiente, Pasquale Domenico
Grieco – presentato dal Forum nel corso di
una conferenza stampa tenutasi a Pisticci il 7
aprile scorso, durante la quale è stato invocato il principio di precauzione e quindi la
cessazione in Valbasento di tutte le attività
impattanti, pure in assenza di una valutazione completa e conclusiva del rischio.
Tecnoparco, seppur autorizzata e seppur
esercitando la propria attività secondo le norme di legge, rappresenta comunque una fonte
di inquinamento non più accettabile in un
quadro di sostenibilità esaurita. Per questo
motivo il FAP ha già chiesto una presa di
posizione forte da parte delle istituzioni, tendente a far prevalere le esigenze connesse alla
protezione della salute, dell'aria, dell'acqua e
del suolo, rispetto ai meri interessi economici. Peraltro, giova ricordare che Tecnoparco, assieme ad Eni, è sotto inchiesta da
parte della Direzione Antimafia di Potenza
per presunti reati di tipo ambientale.
Tra l'altro, è la stessa società valbasentana,
pure nata con tutt'altri scopi disattesi da tempo, a dichiarare annualmente al “Registro
europeo degli inquinanti rilasciati e trasferiti” (l'E-PRTR) - accessibile alla pagina http://prtr.ec.europa.eu/ - dati allarmanti se
messi in correlazione con la situazione di
degrado ambientale in cui già versa l'area,
individuata nel 2002 come Sito di Interesse
Nazionale (SIN) da bonificare.
Tra il 2002 e il 2012 Tecnoparco ha dichiarato di aver immesso in aria e in acqua diverse sostanze inquinanti (arsenico, cloruro,
mercurio, rame, nichel, piombo, azoto, zinco,
cromo, fluoruro, TOC), in quantità tali da
essere individuata fra i grandi impianti a
livello europeo obbligati a darne comunicazione a detto Registro, istituito con Regolamento CE N. 166/2006, recepito in Italia con
DPR n.157 dell'11 luglio 2011. Questo database
dovrebbe fornire "al pubblico, all’industria,
agli scienziati, alle compagnie assicurative,
agli enti locali, alle organizzazioni non governative e agli altri responsabili in campo
decisionale una solida banca dati per i raffronti e per le decisioni future in campo ambientale”, così si legge nel Regolamento che
cita anche la convenzione UNECE del 1998
sull’accesso alle informazioni, sottolineando
che “un più ampio accesso del pubblico alle
informazioni in campo ambientale e la diffusione di tali informazioni contribuiscono
ad un’accresciuta sensibilizzazione alle tematiche ambientali, a un libero scambio di
opinioni, a una partecipazione più efficace
del pubblico ai processi decisionali in materia ambientale e, in ultima analisi, a un
ambiente migliore”.
Il contributo che il mondo dell'informazione può dare in questa ottica è imprescindibile. In Valbasento è tempo di fermarsi. E'
tempo che le istituzioni regionali ripensino le
politiche industriali dando ascolto alle istanze provenienti dal territorio per le quali la
stampa svolge una irrinunciabile funzione di
mediazione tra i cittadini e le istituzioni. Ed è
proprio ai rappresentanti delle istituzioni
che il FAP, nel rinnovare la sua solidarietà a
Miolla, D'Alessandro e Di Bello, affinché facciano sentire la loro voce rispetto ad una
vicenda che mette a rischio la tutela di libertà
individuali, che riteniamo essere posta in
termini del tutto strumentali, tanto più che,
stando alle normative sopra menzionate, è la
stessa Tecnoparco a dover dichiarare tipologie e quantitativi di sostanze inquinanti.
[* Associazione di Pisticci]
N
el corso del Consiglio Regionale del 22 Aprile
2014 è stato ritirato un sub emendamento che
avrebbe erogato un contributo finanziario cospicuo al Centro di Drammaturgia Europeo di
Potenza. Il ritiro é stato quanto mai opportuno per evitare
la reiterazione di interventi improvvisati e frammentari,
che sostituiscono la necessaria organicità che devono avere le politiche culturali.
Interpretiamo il ravvedimento come un segnale impegnativo del Presidente Pittella a cambiare pagina per agire
non in modo arbitrario, ma in una logica di ampio respiro;
ciò ci spinge a sollecitarlo nuovamente, ma, se possibile,
con maggiore forza e determinazione, ad incontrare una
buona volta gli Operatori Culturali Teatrali che producono
in questo territorio, tra cui il Consorzio Teatri Uniti di
Basilicata, da mesi in attesa di un incontro programmatico,
non estemporaneo, per stabilire finalmente strategie e
sostegni indispensabili per realizzare programmazioni
condivise, stabili, che garantiscano un'offerta e consentano
e salvaguardino il mantenimento di posti di lavoro.
A tal proposito vale la pena ricordare quanto espresso dal
Senatore D'Andrea, capo-gabinetto del Ministro per la Cultura Franceschini, a proposito delle linee guida e delle
innovazioni della riforma della legge sullo spettacolo dal
vivo: «È necessario che tutti i soggetti istituzionali riposizionino al centro del proprio impegno, in maniera
sistematica e non solo sporadica, la promozione delle attività culturali, avendo di mira l'obiettivo di concorrere,
attraverso di esse, alla crescita della comunità e alla liberazione delle energie creative». Opinione quanto mai
opportuna che condividiamo in pieno.
Si riparta, quindi, dall'operato di quanti mettono in
campo oggi, nel presente, progetti e sinergie che dovrebbero essere considerati come autentici volani per la crescita culturale del nostro territorio e che invece, nella totale
assenza di un dialogo serio e permanente con le istituzioni
regionali, innanzitutto con il Presidente Pittella, rischiano
inevitabilmente di perire. L’assenza di pronunciamenti e di
impegni seri e coerenti in tal senso risultano, spiace dirlo, a
dir poco offensive.
Parliamo degli operatori culturali professionali della
Basilicata, e dunque parliamo anche del Consorzio Teatri
Uniti di Basilicata, possibile risposta, se abbiamo ben
compreso, all’esigenza espressa nello stesso Consiglio di
dotare la Regione di una “Agenzia teatrale” (che correrebbe
il rischio di essere un ulteriore ente inutile e dispendioso):
Il Consorzio Teatri Uniti di Basilicata ha infatti ottenuto il
riconoscimento ministeriale come organismo di distribuzione, di promozione e formazione del pubblico per le
attività teatrali, ma manca del sostegno certo da parte della
Regione Basilicata, determinante per rafforzare quello
ministeriale.
La costituzione del Consorzio Teatri Uniti di Basilicata,
lo ricordiamo per l’ennesima volta, è stata fortemente
voluta dalla Giunta regionale precedente, anche nella speranza di trasformare le nostalgie nei confronti della defunta Associazione Basilicata Spettacolo, in nuova propositività e radicale trasformazione etica e programmatica: il Consorzio nasce infatti da soggetti privati che tentano di elaborare e migliorare l’esperienza dell’A.B.S.,
provenendo in qualche modo tutti dalle sue ceneri.
Per evitare che si insinuino dubbi o malintesi, ciò che in
buona sostanza si chiede al Presidente Pittella è di esprimere una volta per tutte un parere sull’utilità o meno di
questo nostro Consorzio Teatrale, in modo da consentirci
di decidere se e come continuare ad operare. La risposta del
Presidente è quanto mai urgente, perché interessa non solo
il Consorzio ma anche, a cascata, il Ministero per i Beni e le
Attività Culturali (che attende di sapere se la Regione ha
interesse ad avere un circuito teatrale regionale), le compagnie teatrali professionali ed amatoriali (che il Consorzio dovrebbe poter distribuire sul territorio locale e
nazionale e coinvolgere in progetti innovativi), e i Comuni
capoluogo e della provincia di Potenza e Matera (a cui poter
proporre modelli innovativi di partecipazione).
Sia molto chiaro che non è intenzione del Consorzio
commettere gli errori del passato. Il Consorzio si guarda
bene dal porsi l’obiettivo nefasto del monopolio in campo
teatrale; al contrario intende diventare punto di riferimento operativo e democratico di programmazione organica, coerente e sinergica.
Pertanto, nello spirito pragmatico che ci contraddistingue, in vista delle imminenti decisioni che il Ministero ci
costringe a prendere, alla luce dell’impossibilità di proseguire le attività con la necessaria serenità, ritenendo
indispensabile ed urgente discutere anche di spazi, di
relazioni nazionali ed internazionali, di programmazione,
produzione, distribuzione, residenze e legge regionale, convinti che la mancanza di richiesta di partecipazione da
parte delle istituzioni sia in assoluto il peggiore di tutti i
mali, chiediamo, un incontro ufficiale con il Presidente
Pittella e l'audizione in IV Commissione, per esercitare il
sacrosanto diritto di dialogo e confronto.
Per parte nostra, ci impegniamo, sin da ora, a promuovere un confronto pubblico sulla politica per il teatro,
pronti a dare corpo e anima alla proposta del Presidente
Pittela di un Teatro Regione in cui chiamare ad esprimersi
pubblicamente soggetti organizzatori, operatori, istituzioni regionali, nazionali e comunali.
Un'occasione utile a raccogliere e fornire al Consiglio
regionale materiale di idee e proposte per legiferare organicamente, dando impulso e sostegno organico e lungimirante alle attività culturali nella nostra regione
[* Presidente Consorzio Teatri Uniti di Basilicata]
RASSEGNASTAMPA
corriere.it
Renzi: «Voto sul Senato il 10 giugno, basta rinvii. Mercoledì tocca alla Pa»
Il premier a Porta a Porta replica a Berlusconi: «Non so se sono simpatico, ma non sono tassatore. Se non riesco mi
faranno fuori, se riesco Italia leader mondiale»
di Redazione Online
Matteo Renzi, intervistato a Porta a Porta, replica a Silvio Berlusconi, che giovedì scorso, dallo stesso palcoscenico, lo
aveva definito «simpatico tassatore»: «Vedo che in questi giorni di ritrovata vivacità di Berlusconi gira la battuta del
simpatico tassatore. Lo ringrazio per il simpatico, ho dubbi di esserlo ma certo non sono un tassatore. Le uniche che
pagano più tasse sono le banche».
Il 10 giugno il voto sul Senato: «Siamo all’ultimo miglio»
Riguardo alla riforma del Senato, con la lettura del testo di riforma Costituzionale che prevede anche l’abolizione
del Consiglio nazionale dell’Economia (Cnel) e il superamento del Titolo V, Renzi sottolinea: «Siccome la polemica
era che l’iniziativa era solo a fine elettorale, vi mostriamo che non è così e arriviamo al 10 giugno per il voto in prima
lettura: mi dispiace, ma con 15 giorni in più nessuno si scandalizza. Basta che non sia un modo per rinviare», rassicurando: «Siamo all’ultimo miglio», restano «le questioncine tecniche». Ma «sul 98%» delle modifiche «c’è un accordo
molto ampio. Stiamo chiedendo ai senatori di fare uno sforzo importante».«Le riforme non saltano», assicura Renzi,
e in ogni caso lo scioglimento delle Camere dovrebbe essere non un un’arma, ma uno strumento a disposizione del
capo dello Stato, da usare «in casi eccezionali». Il che non significa che il presidente del Consiglio voglia «minimamente» sostituirsi a Napolitano, ma semplicemente che, a suo parere, «dobbiamo riabituarci ad andare a votare ogni
cinque anni».
«Va bene il compromesso, ma non tornino le indennità»
Sulla composizione della nuova Camera Alta, poi, una precisazione: «I senatori saranno in parte dei sindaci e in parte
consiglieri regionali, io avrei messo più sindaci, ma non sono le riforme di Matteo. A me va bene il compromesso,
purché non porti il Senato a riprendere le indennità» dallo Stato, invece che dalle Regioni stesse.
«Meno politici in giro ci sono, più si può combattere la disoccupazione»
Riguardo alla possibilità di ridurre anche il numero di deputati, una precisazione: «Non sono d’accordo: il punto non
è ridurre i costi della politica, non stiamo facendo le riforme solo per ridurli. Stiamo facendo questa rivoluzione per
eliminare il peso della politica nella vita di tutti i giorni. Meno politici in giro ci sono e più posti di lavoro per combattere disoccupazione giovanile», ci sono. Quindi «a partire dallo stop alle elezioni delle province, vogliamo portare
il numero delle persone che fanno politica più o meno al livello degli altri Paesi», e poi «semplificare l’iter delle leggi
ed evitare il ping pong tra Camera e il Senato e insieme».
«O posso fare cose o prendano un altro »
Riguardo all’assemblea dei senatori Pd di martedì mattina, il premier ribadisce: «Io non ci sto a tutti i costi. Io ci sto
se posso cambiare le cose. Se vogliono qualcuno che le cose le “abbuia” (affoga, ndr), prendano un altro. Io ci sto se
posso fare le cose che voglio fare».E, in vista delle elezioni europee, Renzi chiarisce di non avere particolari aspettative: «In questo momento, so che non ci crederete, non sto pensando alle elezioni europee come a un voto per prendere due punti percentuali in più: se volevo far questo mettevo il nome nel simbolo». Per il presidente del Consiglio,
«questa non è la mia sfida: la mia sfida è portare in Europa gente seria».
«Se non riesco mi fanno fuori, se riesco Italia leader mondiale»
La sensazione, però, è che «se non riesco, mi fanno fuori politicamente, ma più di così non posso fare. Vado avanti
perché penso che in questo Paese, se si riesce a risolvere alcune questioni come il fisco o la giustizia, si diventa un
paese leader mondiale».
Irpef e coperture: «Convinto di trovare 15 miliardi per il 2015»
Sul fronte delle coperture economiche per il taglio dell’Irpef, Renzi utilizza un paradosso: «Sono più convinto dei 15
miliardi del prossimo anno» per gli interventi fiscali » che degli ottanta euro che già sono in busta paga» e che scatteranno scattare con il mese di maggio.
Pil in crescita, 244 milioni per la scuola
Inoltre, «siamo talmente rigorosi e seri che a fine anno saremo molto più vicini all’uno» per cento di crescita del Pil
«che non allo zero virgola otto». Intanto, «il 2 maggio firmiamo un atto per la scuola e nel decreto sblocchiamo 244
milioni dal patto di stabilità».
Mercoledì presentata la riforma della P.a.
Per quel che concerne, invece, la riforma della Pubblica amministrazione, il premier annuncia: «Domani (mercoledì,
ndr) presentiamo i provvedimenti che noi proponiamo alla pubblica amministrazione con un metodo un po’ diverso.
Molte misure faranno discutere». L’obiettivo è beccare i fannulloni e farli smettere e valorizzare i tanti non fannulloni dando un premio a chi non è fannullone incentivando gli scatti di carriera e magari lo stipendio». C’è, però,
secondo il commissario alla Spending review Carlo Cottarelli, il rischio di 85mila esuberi tra i lavoratori statali. Per
RASSEGNASTAMPA
Renzi quella «è una cifra teorica che gli serve per dire i tagli necessari alla Pubblica amministrazione. Ma non si fa così. La
percentuale dei lavoratori del pubblico è simile agli altri Paesi. Nessuno verrà licenziato perché il Governo deve tagliare.
I dipendenti pubblici non devono lavorare di meno ma di più, però meglio». Comunque, l’ostacolo è impervio perché «è
molto più facile andare sulla luna che cambiare la Pubblica amministrazione in Italia».
Stipendi magistrati: «Protesta offensiva»
I magistrati, però, protestano per il taglio degli stipendi, una posizione che l’ex sindaco di Firenze ritiene offensiva: «La
storia dell’Anm che toccare lo stipendio dei magistrati sia un attentato alla libertà e all’indipendenza della magistratura
è offensiva per il decoro e dignità dei magistrati che non guadagnano quella cifra e per i cittadini. Mi auguro che ci sia da
parte della magistratura rispetto per leggi dello Stato». Per quanto riguarda il tema giustizia, «c’è uno spazio grande per
riformarla. Io vorrei partire dalla giustizia civile».
Marò, «ne parlerò con Ban Ki Moon»
Anche le questioni internazionali sul piatto del presidente del Consiglio: per i marò il «tribunale naturale è evidente che,
trattandosi di acque internazionali e venuta meno l’accusa di terrorismo» è quello «internazionale», dice Matteo Renzi
a Porta a Porta. «La detenzione arbitraria in India è inaccettabile», aggiunge, spiegando che parlerà del dossier anche
con Ban ki-moon.Con il segretario generale dell’Onu, che la prossima settimana sarà in Italia, parlerà anche della Libia:
«Chiederemo formalmente all’ Onu di prendersi cura della Libia non solo con inviati dei singoli Paesi, ma con un inviato
speciale dell’Onu».A proposito invece dell’immigrazione, il premier dice di essere colpito dalla «superficialità» con cui
se ne è parlato: anche per colpa nostra, ammette Renzi, per come è stata presentata la notizia» degli sbarchi «da parte del
governo» con «alcune valutazioni suonate allarmistiche».
29 aprile 2014 | 19:37