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VOLONTARIATO LIBERO
PERIODICO ANIMALISTA NUMERO 02
Grazie ai volontari che li hanno salvati e a chi ha aperto il cuore adottandoli.
To be contin
continued.
Volontariato libero è prodotto da
Una Zampa per la
la Vita
Vita
Fintanto che l'uomo continuerà a distruggere gli esseri
viventi inferiori, non conoscerà mai né la salute né la pace.
Fintanto che massacreranno gli animali, gli uomini si
uccideranno tra di loro. Perché chi semina delitto e dolore
non può mietere gioia e amore.
Pitagora
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Sommario
- Grandi occhi
occhi e sguardo irresistibile. Pag.1
Pag.1
- La voce degli animali .
Pag.2
Pag.2
- Animali famosi .
Pag.4
Pag.4
- Senza parole .
Pag.6
Pag.6
- Aumentano i rapimenti …
Pag.7
- Daniza .
Pag.9
- I richiami vivi .
Pag.10
. Levrieri .
Pag.11
Pag.11
- Chef Anselmò .
Pag.13
Pag.13
- I gatti e la musica .
Pag.14
Pag.14
- Ringraziamenti.
Ringraziamenti.
Pag.15
Pag.15
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Settembre 2014 - Numero 2
GRANDI OCCHI E SGUARDO IRRESISTIBILE
Una mia amica mi fa vedere un video tenerissimo su You Tube,questo
orsacchiotto dagli occhi giganti e buonissimi che mangia tenendo una
forchetta da una parte e il boccone di cibo dall’altra.
Come ovvio la prima reazione è stata: lo voglio! Scherzi a parte non
avevo mai visto un animale del genere e sono andata a
documentarmi.
Indoviniamo ,il Nycticebus ,questo è il suo nome, è un primate in via
di estinzione e chissà di chi è la colpa!(mi sarei stupita del contrario in
effetti,la coerenza umana è sconcertante!).
Già messo sotto pressione da: deforestazione, distruzione degli habitat, mancava il deliberato “prelievo” a
renderlo ancora più a rischio.
Lo chiamano anche Lori Lento, abita nelle foreste del sud est Asiatico,Cina e
Filippine,ed è vittima dei trafficanti di animali esotici che lo trasformano in
un orsacchiotto vivente da regalare.
Il Lori ha una caratteristica molto rara tra i mammiferi - è velenoso! Il suo
morso può causare forti gonfiori insieme a forti dolori. Volete sapere come i
bracconieri hanno ovviato a questo?Semplice tagliando una delle due lingue,
limando o alla peggio strappando i denti del piccolo per renderlo innocuo.
I suoi grandi occhi e l'irresistibile sguardo non lo hanno salvato dalle barbarie che solo la nostra specie sa
compiere.
I Lori sono animali difficili da addomesticare e sono protetti dalla Convenzione CITES che regolamenta il
traffico internazionale di specie protette. Persino gli zoo hanno difficoltà ad allevarli e a reperire i particolari
insetti, il nettare e le resine di cui si nutrono,per fortuna oserei dire.
Quasi tutti i Lori commercializzati illegalmente sono prelevati dalla foresta e molti muoiono a causa delle
squallide condizioni in cui arrivano al mercato degli animali domestici. Se anche riescono a raggiungere
un'abitazione privata, il proprietario non è in grado di soddisfare i bisogni alimentari, sociali e ambientali di
questi rari primati. Inoltre i nuovi padroni costringono spesso questa specie notturna a giocare durante il
giorno, disturbando così il loro ritmo di sonno-veglia.
Capisco che vedendo questa meraviglia non ci si possa non innamorare,ma documentiamoci e cerchiamo di
capire. I tanti video che passano sul web lo hanno penalizzato proprio per l’ignoranza della gente.
Speriamo che si riesca a salvare dal traffico di animali esotici questo orsetto che arriva a pesare al massimo
due kg.
1
LA VOCE DEGLI ANIMALI
Quasi tutti i bimbi sono incuriositi dagli animali nei circhi, forse i piccini
amano vedere animali “rari” da vicino e magari toccarli anche. Quale miglior
occasione se non quella di aspettare che arrivi il circo nella città? Anche
perché nel circo gli animali assumono atteggiamenti simpatici e divertenti,
fanno cose insolite al limite della loro natura. Personalmente fin da piccola il
mondo del circo non mi attirava,ci sono andata una volta sola senza più voler
ripetere l’esperienza.Non posso dire di capirne il perché:non mi piaceva
punto. Crescendo mi sono resa conto della differenza dello sguardo di un
animale da circo e di un animale in libertà, negli occhi di un animale da circo
c'è sofferenza!
Di certo un cucciolo di un felino non sogna di saltare attraverso un cerchio
infuocato. Allora per quale motivo lo farebbe? Perché sfidare le sue paure in
quel modo? Non certo per sua volontà, ma per la frusta in mano al domatore.
Ogni animale da circo è costretto a lavorare per divertire il pubblico che lo guarda, per far felice
economicamente il suo sfruttatore. Tutto questo avviene durante lo spettacolo … e dopo? Che succede?
L’animale viene ricompensato con un po’ di cibo e con una gabbia, che per ragioni logistiche, dovendo
essere idonea al trasporto, è di dimensioni ridottissime non permettendo i movimenti naturali
dell’animale. Un elefante in natura percorrerebbe 50km al giorno, ma nel circo oltre a stare nelle gabbie
che li contengono appena, hanno anche le zampe legate da grosse catene. Un ippopotamo ha bisogno di
immergersi nei bacini d’acqua, mentre nel circo ha due possibilità: stare in un camion se vuole ombra o
appena fuori, in un recinto precario in assenza di acqua sotto il sole cocente, tra i suoi escrementi. Per
entrare o uscire dal camion deve farlo in retromarcia; è l'unico movimento consentitogli.
Il circo è fortemente umiliante e priva l'animale stesso della sua
dignità.
- Oggettivamente il Circo ..
È giusto tenere un animale in prigione per tutta la vita?
Nel loro elemento naturale leoni e elefanti vivono e si muovono
sulle grandi distese africane. Quelli del circo arrivano a passare in
gabbia o in zone confinate fino a 23 ore al giorno, viaggiano
costantemente in tutte le situazioni atmosferiche ed in situazione di
stress.
È giusto negare agli animali il loro comportamento naturale?
In libertà gli elefanti sono intelligenti, curiosi e con una forte struttura sociale, i leoni sono cacciatori che
controllano un vasto territorio.
Nel circo tutto questo viene represso e conseguentemente si sviluppano comportamenti "neurotici" (come
dondolamenti, gesti ripetitivi e "pacing").
2
È umano negare agli animali il giusto esercizio?
In natura gli elefanti camminano fino a 50 km al giorno per cercare acqua e cibo. Nel circo gli elefanti non
hanno mai libertà di movimento, essendo chiusi in recinti (spesso elettrificati).
È giusto che la gente venga incoraggiata a ridere degli animali?
Originariamente il circo si basava esclusivamente sulle capacità degli esseri umani.
I circhi sono sicuri?
Il circo è un business pericoloso. Ogni anno molti animali muoiono o rimangono feriti, così come i loro
addestratori.
Gli animali nei circhi.
Nei circhi, gli animali, oltre ad essere prigionieri come negli zoo (spesso in condizioni ancora peggiori), sono
costretti ad addestramenti crudeli ed umilianti. Per un orso è naturale ballare o per le foche giocare con un
pallone? Per i grandi felini è naturale saltare attraverso un cerchio infuocato, considerato anche il terrore
atavico degli animali per questo elemento? Obbiettivamente, crediamo che non sia naturale!
Per stravolgere completamente l'istinto di un animale, è necessario ricorrere alla violenza. Per far alzare
alternativamente le zampe ad un orso si utilizzano piastre e pungoli elettrici (nel passato erano braci
ardenti), per far "sorridere" un pony lo si punge ripetutamente sul muso con uno spillone.
Liana Orfei, nota circense, spiega che :” La iena non la domi mai perché non capisce,puoi punirla cento
volte e lei cento volte ti assale e continua ad assalirti,non realizza che così facendo prende botte mentre, se
sta buona, nessuno le fa niente”. E ancora, la signora Orfei afferma che le foche possono essere
ammaestrate solo per fame e non si possono picchiare perché la loro pelle, essendo bagnata, è
delicatissima insomma con un pò di pesce ottieni quello che vuoi. Anche per insegnare alle tigri a salire sugli
sgabelli, si usano la fame e le botte, continua la signora Orfei poi ricomincia la storia con la carne finché la
belva si rende conto: “che se va sù riceve dieci-dodici pezzettini di carne, se va giù la picchiano, e allora va
su".
Alcuni circhi come gli australiani "Flyng Fruit", i canadesi "Cirque du soleil", i francesi "Les Colporteurs", gli
americani "Minimus", hanno scelto di non utilizzare più gli animali, valorizzando al meglio la bravura di
giocolieri, trapezisti, clown, comici, mimi, contorsionisti. Il circo senza animali è la direzione da seguire,
l'unica in sintonia con una società che si autodefinisce civile.
3
ANIMALI FAMOSI
La storia ha visto tanti animali protagonisti di azioni incredibili da farli diventare incredibilmente
famosi.Vorrei raccontare la storia di alcuni di loro,il cane Balto sarà la prima di una serie.
Balto (1922) era un Siberian Husky di proprietà di Leonard Seppala vincitore di tutte le più grandi corse di
cani da slitta.
Il 19 Gennaio 1925 scoppiò in Alaska, in una città di nome Nome una forte epidemia di difterite, e le scorte
di antitossina mancavano a causa di un epidemia scoppiata nel 1918. Il primo caso di difterite venne
segnalato su di un bambino Inuit, ma il medico visitandolo diagnosticò una tonsillite, perché nessun altro
membro della famiglia riportava sintomi di difterite. Il bambino morì il mattino seguente (la madre non
autorizzò all'autopsia e la cosa peggiorò la situazione) e da allora iniziarono a verificarsi molti altri casi
simili. Il primo caso ufficiale di malattia si ebbe però il 20 Gennaio 1925. Fu convocato un consiglio di
emergenza da Welch (il medico che visitò il bambino inuit) e si dichiarò
Nome in stato di quarantena. Fu ordinato un milione di fiale di antitossina,
ma la scorta più vicina che consisteva in trecentomila unità (9 kg in tutto) si
trovava ad Anchorage, la capitale, che distava da Nome più di
millesettecento chilometri. Anchorage non era collegata direttamente a
Nome, la ferrovia portava solo fino a Nenana a circa mille chilometri e le
pessime condizioni climatiche impedivano agli aerei di alzarsi in volo e gli
iceberg impedivano alle navi di attraccare.
L'antitossina che si trovava a Nenana distava seicento miglia da Nome, si
decise quindi di organizzare una staffetta con cani da slitta che
normalmente venivano utilizzati per trasportare la posta.
Uno dei mushers (ossia i conducenti di cani da slitta) era il
norvegese Leonhard Seppala, il guidatore più abile dell’Alaska, che con il
suo cane Togo, il più veloce della zona, fece 91 miglia da solo. L’ultimo
tratto venne però percorso da Gunnar Kaasen con l’altro cane di Leonhard
Seppala, Balto, che il proprietario considerava buono solo per portare la posta per brevi tratti.
Giunsero a Nome il 2 Febbraio 1925 dopo aver percorso 674 miglia in 127 ore ad una temperatura di circa 40°.
4
Balto per il fatto di essere arrivato a Nome con l'antitossina
venne onorato con un cortometraggio girato in quello stesso
anno e con una statua nel central park di New York.
Balto e Kasson fecero anche un giro degli Stati Uniti dove
vennero elogiati da tutti. Leonard Seppala però conscio di aver
fatto lui l'impresa più ardua assieme a Togo, riuscì ad ottenere
il giusto riconoscimento e si diresse col suo cane a fare lo
stesso giro di Kasson, mentre costui tornò in Alaska dopo aver
venduto i suoi otto cani. Dopo di ciò di Kasson non si seppe più
nulla, Balto e gli altri cani invece finirono nelle grinfie di una
persona che poteva esser tutto fuorché un amante dei cani.
Venivano tenuti alla catena in pessime condizioni igienico
sanitarie, maltrattati e costretti ad esibirsi in un locale.
Fortunatamente vennero notati da George Kimble che decise
di acquistarli,
organizzò una raccolta di beneficenza
attraverso la radio, ed una nelle scuole. Così, come Balto
aveva salvato dei bambini, ora erano dei bambini a salvare lui.
Dopo essere stati liberati, Balto e gli altri cani vennero portati nello zoo di Brookside a Cleveland dove
furono curati. Balto arrivò cieco, sordo e artritico: morì pochi mesi dopo all'età di 11 anni ,Togo morì invece
all'età di 17 anni.
Il corpo di Balto fu poi imbalsamato ed oggi è possibile ammirarlo al Museo di Storia Naturale a Cleveland,
invece il corpo imbalsamato di Togo si trova al Museo di Storia naturale di Wasilla in Alaska.
- Ma il pensiero va a tutti quei cani che trasportarono sul ghiaccio accidentato, attraverso tormente e acque pericolose,
l’antitossina necessaria a salvare la cittadina di Nome. -
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SENZA PAROLE
Hanno gli occhi profondi, quelli dell’innocenza. Gli occhi di chi è venuto al mondo per essere protetto dalla
propria madre e per imparare a cavarsela nelle difficoltà della natura selvaggia. Gli occhi di chi vede tutto
con stupore, ma allo stesso tempo impara dai propri errori, guidato dall’istinto. Così dovrebbe essere la vita
di una scimmietta nata e cresciuta in una foresta. Ma c’è chi è nato e cresciuto nell’inferno di un
laboratorio, soffrendo torture che sarebbero difficili anche solo da immaginare.
La People for the Ethical Treatment of Animals (Peta) ha diffuso parte di oltre 500 ore di filmati e di
centinaia di fotografie che mostrano gli esperimenti realizzati dai National Institutes of Health a partire dal
2007 negli Stati Uniti. Test che puntavano a comprendere le malattie mentali umane legate alla mancanza
di cure parentali.
Le immagini mostrano cuccioli di scimmie di Macaco Rhesus sottoposti a esperimenti devastanti per un
qualunque essere vivente.
Gli animali venivano sottratti in tenera età ai loro genitori, rinchiusi in gabbie sempre più piccole sino a
impedirne i movimenti, sottoposti a procedure mediche invasive come la somministrazione di farmaci per
via intracranica o la somministrazione di etanolo per creare dipendenze come quelle dell’alcolismo.
La Peta li ha definiti “abusi su minori” e altri frammenti video non lasciano molti dubbi su questo giudizio:
le scimmie adulte venivano pesantemente sedate mentre avevano i loro cuccioli fra le braccia. Questi
ultimi, non vedendoli reagire, arrivavano così a provare il dolore della perdita della propria madre.
«Ogni anno, da 40 a 60 scimmie nascono nei National Institutes of Health, molti di questi nutriti per essere
geneticamente predisposti alle malattie mentali. La metà di questi esemplari nati vengono sottratti alle loro
madri appena nati e mai più restituiti. Quelli sottoposti agli esperimenti soffrono di gravi stati d’ansia,
aggressività, depressione, diarrea, perdita di pelo e altri problemi mentali» scrive la Peta sul proprio sito.
Justin Goodman, direttore del dipartimento investigativo della Peta, ha definito le sofferenze legate agli
esperimenti «totalmente ingiustificate e scientificamente fraudolente». Questi test infatti sono inutili
perché sono questioni già state studiate sulle persone o che potrebbero esserlo in modi più efficaci. Inoltre,
non è detto che siano utili all’uomo.
Constantine Stratakis, direttore scientifico del National Institute of Child Health and Development, ha
dichiarato che i metodi di ricerca non sono attualmente in uso e che molti risalgono al 2009. Ma rimane il
fatto che per anni animali innocenti sono stati sottoposti a esperimenti che lasciano senza parole.
Una delle scimmie sottoposte ad esperimenti in una foto diffusa dalla Peta
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AUMENTANO I RAPIMENTI DEI CANI DI PROPRIETA’
Sono sempre di più gli amici a quattro zampe che finiscono nelle mani di individui senza scrupoli e
organizzazioni criminali. Un fenomeno dietro il quale si nascondono traffici di cani da combattimento o da
avviare all'accattonaggio, richieste di riscatto e, quando le vittime sono esemplari di razza, il traffico di
animali da compagnia di lusso. Per non parlare dei cani venduti come cavie per laboratori dediti alla
vivisezione. Sono numerosissime le segnalazioni dei cittadini e le ultime, pessime, notizie arrivano da Roma
e dalla Lombardia.
Le segnalazioni si moltiplicano e arrivano dalla capitale: da piazza di Spagna a via Ripetta, dal Pincio a via del
Corso, a Corcolle. Per questo il comune di Roma esorta i cittadini a "vigilare sui cani portati a spasso" ed
informa che per la città girano "camion sospetti". "Non lasciate incustoditi i vostri cani quando li portate a
spasso per strada, non perdeteli mai di vista, neanche quando entrate in un negozio, non lasciateli legati ai
ganci esterni. Secondo il nostro regolamento di Tutela degli Animali si può accedere negli esercizi
commerciali con i cani, eccetto in quelli che specificano il loro divieto all'ingresso".
In Lombardia la situazione non è migliore: sono circa 2000 i cani rapiti , con un picco nelle province di
Milano (in particolare nell'area nord-ovest), Varese e Como. A livello nazionale invece la situazione è di
17mila cani, il dato emerge dalle segnalazioni di associazioni o direttamente di chi è stato privato della
compagnia di un animale.
"E' un fenomeno allarmante,i cani di media e grossa taglia spesso sono inviati attraverso strutture
compiacenti all'estero, soprattutto Germania e Svizzera, destinati alla sperimentazione e vivisezione
cosmetica e farmacologica. O peggio rischiano di diventare carne da macello da usare durante
l'addestramento di cani da combattimento. I cuccioli invece vengono spesso rapiti da nomadi e destinati
poi al mercato dell'accattonaggio. Un mendicante che chiede l'elemosina accompagnato dai un cucciolo al
centro di Milano può arrivare a procurarsi fino a 400 euro al giorno."
Il fatto che siano i cagnolini a intenerire e stimolare la pietà di chi concede così la sua elemosina, deve farci
riflettere su come mai questi signori ai bordi delle strade siano sempre accompagnati da cuccioli. Che fine
faranno una volta cresciuti?
Vi sono poi furti su commissione, magari di cani particolarmente pregiati e di alto valore economico
destinati al mercato dei "ricchi", e infine i rapimenti a scopo di estorsione. Ma per lo più i cani sequestrati
non fanno più ritorno a casa. "Ai furti di cani e gatti si affianca il malcostume dei proprietari di ritenere
superflua la denuncia del rapimento degli animali. Molto spesso, infatti, si pensa che gli animali spariti non
possano essere ritrovati, sono le stesse forze dell'ordine a invitare i proprietari che vogliono presentare
denuncia a non farlo oppure a parlare di semplice smarrimento. Solo il 3% dei rapimenti viene denunciato,
mentre il 15% dei casi è denunciato come smarrimento.
Leggermente diversa la situazione nel Sud Italia dove invece è più frequente il fenomeno dello sterminio di
animali. Cani randagi e gatti di colonie feline spariscono in gran numero solo perché sono considerati troppi
e danno fastidio, nella Locride dopo una denuncia, gli inquirenti valutarono i fatti: "Un canile accoglieva
cani di dubbia provenienza, li faceva accoppiare e usava poi le cucciolate per produrre mangime
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per altri animali." Se ci siamo scandalizzati pensiamo che questa pratica è spesso adottata anche negli
allevamenti avicoli dove i pulcini finiscono nel tritacarne ancora vivi.
Oggi le denunce, non essendo inserite in un sistema elettronico nazionale, rischiano di rimanere «una
querela contro ignoti chiusa nei cassetti delle forze di polizia». Una strategia possibile la suggeriscono
proprio le associazioni: «Se il sistema dell’anagrafe canina nazionale venisse implementato, le forze
dell’ordine potrebbero accogliere la denuncia e trasmetterla anche alla Asl competente per il territorio.
Questa potrebbe segnare i campi degli smarrimenti e delle sparizioni». In questo modo il fenomeno dei
furti diventerebbe misurabile su scala nazionale.
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DANIZA
Ad oggi non si parla d’altro, quella di Daniza è una
delle tante morti senza giusta causa,non che la morte
sia più dolce in giusta causa, l’età ,la malattia
“potrebbero” giustificare la perdita di un essere
vivente chi esso sia,certo così la morte ha un sapore
amaro, molte sono le motivazioni della rabbia dei
tanti,voglio raccontarvi le mie …
Dal 1996 ad oggi la Provincia di Trento è stata partner, insieme ad altri enti di cinque progetti pluriennali
del programma dell’Unione Europea “LIFE” (lo strumento finanziario comunitario per la protezione della
natura e dell’ambiente ) per la conservazione dell’orso, la sua reintroduzione in natura e la gestione delle
interazioni tra l’uomo e gli orsi. Per un totale di quasi 12 milioni di euro.
Attualmente la Provincia di Trento è partner del progetto LIFE con Slovenia, Austria e Croazia, lanciato
quest’anno e che si concluderà nel 2019 per un valore di quasi 6 milioni di euro, che ha tra gli obiettivi:
promuovere l’ecoturismo valorizzando la presenza degli orsi, migliorare la gestione da parte delle autorità
locali delle relazioni tra orso e umani e promuovere soluzioni non- letali nella gestione degli orsi.
Alla luce degli scarsi risultati nella gestione corretta degli orsi da parte della Provincia di Trento negli ultimi
anni e della mancata applicazione delle buone pratiche riconosciute a livello internazionale sulla gestione
dei conflitti tra uomo e orso a fronte di finanziamenti europei mirati, la Commissione Europea sta
valutando, sui progetti passati alla luce del caso dell’orsa Daniza e degli altri orsi catturati e reclusi negli
anni scorsi, che la partecipazione della Provincia di Trento al progetto in corso , del valore economico di
ben 6 milioni di euro, sia sospesa.
Speriamo vengano evidenziati alla Commissione Europea i casi di cattura degli orsi nella Provincia di
Trento degli ultimi anni e il loro trasferimento in cattività in centri faunistici, ovvero zoo, della Provincia.
Tutt’altro che quanto finanziato da Bruxelles.
Proprio mentre a giugno di quest’anno la Commissione Europea ha lanciato la “Piattaforma europea sulla
protezione dei grandi carnivori” come orso, lupo e lince - specie rigorosamente protette dalla direttiva
comunitaria Habitat - per promuovere la loro coesistenza con l’ uomo, la Provincia di Trento caccia e
uccide impropriamente
un’orsa separandola dai propri cuccioli, solo perché ha espresso dei
comportamenti naturali come proteggere i propri piccoli in presenza dell’ uomo. Però i soldi comunitari
caspita se li hanno presi!!!!!!
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I RICHIAMI VIVI
Immagina di essere catturato, imprigionato, torturato, reso schiavo per
il resto della vita e costretto ad attirare involontariamente i tuoi simili,
perché siano uccisi. È quello che accade ogni anno a migliaia di piccoli
uccelli migratori trasformati in richiami vivi.L’utilizzo degli uccelli come
richiami è una pratica particolarmente crudele legata alla caccia.
Colpisce ogni anno migliaia di piccoli uccelli migratori come allodole,
cesene, merli, tordi, colombacci e pavoncelle. Gli uccelli utilizzati come
richiami vivi sono catturati, rinchiusi in piccole gabbie e sottoposti per tutta la vita a una detenzione
durissima. Questo segna la fine della loro libertà e l'inizio di un'esistenza di sofferenze. Sono tenuti
forzatamente al buio in modo che perdano la percezione del tempo e cantino fuori stagione. Il loro canto
splendido diventa strumento di morte. Vengono infatti utilizzati dai cacciatori, in autunno e in inverno,
come esche sonore per attirare altri uccelli selvatici, da abbattere a fucilate.
Considerando che:tra quelli che devo assolutamente evitare, vi sono coloro che vanno a caccia,stare vicino
a chi uccide per divertimento e non per necessità è cosa deprimente per quelli che hanno il mio stesso
spirito:come è possibile che in una terra così benestante e così ripiena di varietà di cibo ci siano ancora tipi
che vanno a caccia e fanno questo pure su terreni non propri? Quello di andare a caccia di animali che
appartengono a tutti, è uno dei tanti privilegi che piccoli gruppi di prepotenti riescono ad ottenere a spese
dei più deboli gravando su una maggioranza che vorrebbe rispettare gli animali, ma che per quieto vivere
lascia fare (dopotutto, chi ci rimette non è dei nostri). In questo loro sanguinario modo di divertirsi
chiameranno in ballo "democrazia", "tolleranza", "diritto allo svago", vogliono per loro quello che non
concedono ai più deboli. Ma in fondo, è sempre stato così, una maggioranza benestante e pacifica lascerà,
finchè è possibile, una sua minoranza prepotente libera di fare quello che vuole se non tocca le proprie
cose. Ma perchè certi mancano di rispetto ad una creatura più debole? La semplice noia può fare diventare
così crudeli?Questo mio prossimo che va a caccia sostiene di essere cristiano, va alla messa domenicale,
porta i bambini all'oratorio, partecipa alla processione in onore del santo patrono e a quelle delle varie
madonne sul calendario. Forse si confessa e si comunica almeno una volta l'anno, per non peccare.
Insomma, pare proprio un "cristiano". Forse per questo lui sente che nessuno gli può dire nulla circa
questo suo "diritto" di uccidere il suo prossimo più debole. A chi si deve l'incoscienza di questo cristiano?
Non credo ci voglia molto a saperlo,visto che la camera ha respinto la richiesta degli ambientalisti per
abolire la pratica dei richiami vivi,ritengo che questa scelta sia una gravissima ed imbarazzante infrazione
alle norme dell’Unione Europea.
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LEVRIERI
I Greyhound sono i grandi levrieri da corsa, ovvero una delle razze canine più abusate e sconosciute. Di
questi meravigliosi animali si parla pochissimo, anche in quei paesi dove i cinodromi e le scommesse sulle
corse dei cani sono legali e molto popolari, addirittura incentivate e promosse da una industria potente che
propone questo “spettacolo“come sano divertimento
per famiglie e considera questi cani alla stregua di
“macchine da corsa” da rottamare quando perdono
competitività o si “rompono”. Chi li alleva li considera
merce da consumo, l’abbattimento è prassi quotidiana
per gli addetti ai lavori. Nessun sentimento, nessuna
pietà. Nulla di nulla.
Il grande pubblico è all’oscuro di ciò che avviene nel
backstage delle corse e dei cinodromi,ignora o
semplicemente non si chiede quale sorte è riservata alle
migliaia di levrieri che ogni anno vengono uccisi legalmente dopo aver vissuto una vita di sofferenze e
prigionia. Guardando in profondità dentro questo mondo appare subito evidente che in nessun caso un
cucciolo viene allevato perchè abbia un futuro fuori dalle piste.
L’Irlanda è uno dei maggiori ‘produttori’ di Greyhound, con un carico annuo pari a 40.000/50.000 cuccioli.
Un allevamento intensivo alla ricerca illusoria e spasmodica del campione che porterà soldi e gloria al
fortunato proprietario/allevatore. Di questi cuccioli solo una metà ha speranza di arrivare ai cinodromi,
perché gli “altri” – i meno dotati – sono destinati alla morte ben prima dei 2 anni di vita.
Un levriero chiuso in gabbia
Dei levrieri che arrivano a correre in pista, almeno un terzo viene abbattuto a seguito di incidenti e infortuni
durante gli allenamenti e le gare. I rimanenti hanno una speranza di vita tra i 2 e i 4 anni … poi anche per i
“fortunati racer” la carriera termina in ogni caso con la soppressione. Definirli “fortunati” è un eufemismo
perché i Greyhound trascorrono la loro miserabile e breve vita in piccolissimi box di cemento dai quali
escono in funzione degli allenamenti e delle gare.
Intorno all’anno di età inizia il loro addestramento, una scuola durissima che nega qualsiasi libertà, anche
quella di giocare. Imparano solo ciò che serve per correre in pista, a seguire perfettamente al guinzaglio, a
viaggiare nei kennel (canili), a essere manipolati. Vivono quasi ininterrottamente indossando la museruola
che non viene tolta neppure durante i pasti – non perché aggressivi – ma perché non devono perdere
concentrazione.
Cemento e museruola questa è la loro vita che termina, quando il proprietario è compassionevole, con una
iniezione letale. Molto più spesso vengono lasciati morire di fame e di sete, metodo considerato di gran
lunga più “economico”, oppure vengono mutilati e abbandonati, ceduti per la sperimentazione o come
donatori “totali” di sangue (ovvero gli viene sottratto completamente il sangue che ha caratteristiche
particolari …), vengono venduti ai ristoranti asiatici o esportati per le piste in paesi come Spagna, Marocco,
Asia dove finiscono i loro giorni in condizioni spaventose.
Abbiamo detto che sono cani poco conosciuti, spesso considerati “stupidi”. Non lo sono affatto. I
Greyhound sono creature delicate nell’anima, gentili nei modi, dotati di una personalità poliedrica, con un
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carattere discreto e tuttavia “fermo”. Mai servili. Non chiedete a un levriero di riportarvi la pallina, lo farà
una volta per dimostrare che ha compreso la vostra richiesta ma non si ripeterà. Vivono come ombre al
fianco di coloro che ne diventano i fortunati proprietari. Mai invadenti. Potenti e robusti, a dispetto della
loro estetica filiforme e malgrado le dimensioni, sono perfetti compagni di casa, silenziosi e compassati.
Adorano acciambellarsi su divani o su comodi cuscini e sonnecchiano per lunghe ore al giorno. E le loro
esigenze di movimento sono esattamente le stesse di un qualsiasi altro cane.
Cuccioli di levriero
Non serve giardino e non servono ore di estenuanti passeggiate. La loro devozione è infinita, il contatto
fisico, il sentire vicino il proprio compagno umano è per loro un regalo inestimabile, loro che mai hanno
conosciuto attenzione o carezze. C’è chi da anni si occupa di reinserimento dei levrieri , un impegno portato
avanti con passione e determinazione, per dare una chance di salvezza a questi splendidi animali. Numeri
piccoli rispetto al dramma che vede decine di migliaia di levrieri abbattuti senza pietà ogni anno, ma
preziosissimi messaggeri di una “battaglia” che cerca finalmente di strappare il velo di silenzio che circonda
la realtà dei levrieri. Adottando uno di questi animali se ne salvano due: quello che giungerà in una famiglia
e quello che riuscirà a prendere il posto della salvezza in un rifugio.
Parafrasando il poeta Baudelaire “il Greyhound è quel nobile principe delle nuvole, che non si cura della
tempesta e se la ride dell’arciere. Poi, in esilio sulla terra, con le sue ali da gigante non riesce a camminare”.
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CHEF ANSELMO’
Cari ragazzi oggi voglio lanciarmi su una confettura decisamente aromatica, è ottima
per accompagnare e valorizzare formaggi stagionati e legumi lessati,quindi antipasto
con formaggi e composta di cipolle e poi linguine condite in modo veloce e stuzzicante.
Bon Appetit
Chutney di cipolle e pere con curry e rosmarino
INGREDIENTI
- 4 cipolle bianche.
- 2 pere.
- 4 cucchiai di zucchero di canna.
- 1 cucchiaino di curry.
- 1 rametto di rosmarino.
- 6 cucchiai di aceto di mele.
- Olio di oliva extra vergine.
- Sale.
PREPARAZIONE
Sfogliate il rametto di rosmarino e tritatene gli aghi. Affettate le cipolle finemente e sistematele in una
padella insieme a 4 cucchiai d’olio, poco sale e il rosmarino. Mettete il coperchio e cuocete a fuoco basso
per 15 minuti. Pelate le pere, dividetele in spicchi sottili e unitele alla base di cipolle, quindi proseguite per
una decina di minuti. A questo punto aggiungete il curry, mescolate con cura e dopo un minuto unite anche
lo zucchero e l’aceto di mele,passati 5 minuti levate dal fuoco.
Potete lasciare la salsa coi pezzetti di cipolla e pera oppure frullarla trasformandola in una morbida crema.
Linguine cacio e pere ai fiori di zucca
INGREDIENTI PER 4 PERSONEER 4 PERSONE
- 320 g di linguine
- 50 g di parmigiano grattugiato
- 50 g di pecorino
- 20 fiori di zucca
- 1 patata
- 1 scalogno
- 3 cucchiai di farina di frumento tipo 00
- olio
- sale
- pepe
- timo
Mettete sul fuoco l’acqua per cuocere le linguine leggermente salata. Tritate finemente lo scalogno e
rosolatelo con 2 cucchiai d’olio senza fargli prendere colore. Unite la patata tagliata a dadini piccolissimi e
fate cuocere per circa 5 minuti. Pulite 15 fiori di zucca e uniteli alle verdure, lasciandoli appassire per 5
minuti. Frullate le verdure (diluendo con un po’ d’acqua bollente) e ricavate un purè,se troppo denso,
rendetelo fluido con altra acqua. Mettete a lessare le linguine,tagliate a striscioline per il lungo i restanti
fiori di zucca. Infarinateli e tuffateli nell’olio bollente, finché non saranno croccanti. Scolateli su carta da
cucina e salateli. Scolate la pasta, versatela di nuovo in pentola e conditela unendo un po’ alla volta il
formaggio e abbondante pepe. Se serve, unite qualche cucchiaiata dell’acqua di cottura. Sistemate la pasta
al centro di ogni piatto, già ricoperto a specchio con la salsa, quindi decorate coi fiori di zucca fritti e un
rametto di timo.
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I GATTI E LA MUSICA
Chi non ricorda gli Aristogatti,il famoso film della Disney che aveva
come protagonisti un gruppo di mici eredi di una milionaria?E
come si possono dimenticare le divertentissime scene in cui la
banda del gatto Romeo si esibiva in una sfrenata jazz-session?Da
quel cartone animato si capiva che i gatti hanno uno spiccato senso
musicale,e in effetti è proprio cosi!
Chiunque viva con un gatto è pronto a giurare che ama la
musica:personalmente amo molto il rock e devo dire che i
maschietti di casa nonostante la musica alta dormono della
grossa,la femminuccia invece mi guarda con disappunto piegando
le orecchie, lei mi sa sia più da musica da camera,ma non divaghiamo. Pare che il gatto sia in grado di fare
una netta distinzione tra i generi,preferendo la musica classica o da camera.
Un micio placidamente addormentato sul divano mentre dallo stereo si diffondono le note di
Mozart,appare certo come un intenditore .Sa godersi la vita,viene da dire,ma è davvero così?I gatti amano
davvero ascoltare la musica classica?
Gli effetti della musica sugli animali e i misteri della musicoterapia non sono ancora stati spiegati fino in
fondo. Si sa per certo che le galline producono più uova e le mucche più latte se ascoltano musica
classica,così come le guarigioni sono più rapide se nella cura rientra anche Mozart o Bach.Questo ci fa
capire che “qualcosa” nella musica ha un influenza positiva sullo stato d’animo,umano e animale. E se
funziona per la gallina ,è impossibile che non sia lo stesso per il gatto,sensibile e dotato di senso artistico
per natura. Tutto questo ovviamente rimane nel campo delle ipotesi ma le preferenze musicali del micio si
possono spiegare anche in altro modo.
Il nostro piccolo amico possiede un udito tra i più fini in assoluto del regno animale. Le sue orecchie sono
“sintonizzate”sui più lievi rumori causati dai piccoli animaletti di cui va a caccia,ad esempio un flebile
squittio di un topolino.
Adesso capisco il perché dell’apparizione del mio gatto all’apertura del cassetto con i bombi buoni
all’interno, ma proseguiamo.
Noi possiamo percepire suoni fino a 20 mila cicli al secondo, i gatti arrivano fino a 65 mila cicli al secondo e
c’è chi pensa possano arrivare addirittura a 100 mila cicli al secondo ,riuscendo ad avvertire suoni che sono
alla portata solo dei pipistrelli. Inoltre i gatti possono distinguere con una precisione del 75% tra due suoni
che provengono da due fonti diverse,separate solo da 8 centimetri e distanti un metro da lui. Davvero
portentoso!E per tornare nel campo della musica,bisogna anche dire che il micio possiede il cosidetto
“orecchio assoluto”come pochi tra i più grandi direttori d’orchestra. Arturo Toscanini,ad esempio,aveva
questo dono,una capacità che permette di individuare le differenze tra due note quasi simili tra loro,diverse
solo di un decimo di tono.
Con un simile udito è comprensibile che il gatto detesti i rumori forti,i mici infatti non si trovano bene nelle
case dove la gente urla,le porte sbattono e la musica suona a tutto volume. Adesso dopo questo il mio
stereo dovrà darsi una bella ridimensionata ahime’.
E dal momento che il rock lo si ascolta a volume elevato,si capisce come il micio preferisca la musica da
camera,anche se per esperienza personale il piccolo di casa non batte baffo anzi dorme pacifico,tutto la
mamma adottiva.
Quando noi ascoltiamo la musica inevitabilmente ci rilassiamo,in genere la si ascolta dopo una giornata di
lavoro,oppure quando si ha del tempo libero e ci si vuole riposare sul serio, e se ci rilassiamo il nostro micio
si rilassa insieme a noi. Il gatto è in grado di percepire le nostre sensazioni e il nostro umore,lo fa leggendo i
messaggi che inconsciamente lanciamo con il corpo,messaggi che in questo caso gli fanno capire come
tutto sia a posto. Allora è inevitabile che,mentre siamo seduti in poltrona ad ascoltare la nostra musica il
nostro piccolo amico ci salti sulle ginocchia e si metta comodo. “Ti piace la musica dunque”,diciamo
accarezzandolo,lui alza il musetto ci guarda socchiudendo gli occhi e ci risponde facendo sonoramente le
fusa.
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RINGRAZIAMENTI
L’ultimo articolo è sempre il più difficile soprattutto se l’intenzione è quella di fare dei ringraziamenti:temo
sempre il lezioso/banale.
Avevo pensato di mettere le foto di inizio pagina dei pelosini adottati. A noi ci avete visti nella “puntata
precedente”.
Mi arriva un file e poi un altro,mi domando: ragazzi ma come avete fatto in poco tempo così a dare una
nuova casa a tante anime?
A oggi i tesserati sono tanti e mai avremmo immaginato un tale consenso,non possiamo che dire grazie!
Da poco Una Zampa per la Vita è diventata Onlus,mi ha sorpreso una telefonata di Massimo che con tanto
entusiasmo mi comunicava questo: siamo diventati Onlus! Io francamente con Giovanna ed Erika nel
disbrigo burocratico delle scartoffie non avevo dubbi!
Di lavoro c’è ne tanto,le notizie delle “anime” salvate ci allietano sempre ,ma dietro ci sono anche lacrime e
tristezza per chi non ce la fa!Ogni giorno ci si deve confrontare con le cattiverie che solo l’uomo riesce a
compiere.
Che dire: grazie a voi tutti e come si mette negli appelli di Facebook : UP!!!!!!!!
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