PERIODICO INDIPENDENTE CULTURALE - ECONOMICO DI FORMAZIONE ED INFORMAZIONE DIREZIONE - REDAZIONE - AMMINISTRAZIONE - Via Lucifero 40 - Crotone 88900 - Tel.(0962) 905192 - Fax (0962) 1920413 Iscr.Reg.Naz. della Stampa n. 4548 del 12.02.1994 - ROC n. 2734 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Poste Italiane Filiale di Catanzaro - Gruppo 3° - mensile pubblicità inferiore al 50% - tassa pagata - tax paid Direttore Editoriale Pino D’Ettoris - Direttore Responsabile Tina D’Ettoris - Abbonamenti: euro 26,00 - Contributo Sostenitore euro: 50,00 - Estero euro: 100,00 c.c.p. 15800881 intestato a IL CORRIERE DEL SUD REGIONALE Sito Web: www.corrieredelsud.it - E-Mail: [email protected] - [email protected] - [email protected] ASSOCIATO ALL’USPI 1,00 Anno XXII N° 02/2014 - 15 Marzo UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Via Lucifero 40 - CROTONE - C Tel. 0962/905192 - Fax 1920413 REGIONALE Via Lucifero 40 - CROTONE Tel. 0962/905192 - Fax 1920413 80 euro in più al mese in busta paga per i redditi più bassi Il piano di Renzi per il taglio delle tasse «Per la prima volta – dice Renzi – sarà messa nelle tasche degli italiani una significativa quantità di denaro» Giorgio Lambrinopulos A rriva il piano Renzi per il taglio delle tasse. Obiettivo i redditi più bassi, quelli fino a 15mila euro, che potrebbero arrivare a intascare 80 euro in più al mese in busta paga. E nelle slides che il premier ha preparato per presentare le misure sul lavoro la copertina recita ‘Il lavoro svolta, la svolta buona’. Pero si deve notare che: Ci sono lotte interne al Partito democratico. Nonostante la convalescenza, Pier Luigi Bersani è arrivato a Montecitorio per votare la riforma di legge elettorale, ma non rinuncia a togliersi qualche sassolino dalla scarpa Nel PD hanno il terrore che se Renzi riesce a mettere a segno legge elettorale e riforme del lavoro e del fisco, loro vengono spazzati via». “Ho salvato il mio cervello per un pelo e non voglio consegnarlo adesso, mi si lasci libertà di pensiero”, attacca Pier Luigi Bersani in un intervista a Skytg24, “Ho fatto eccezione alla convalescenza per venire a votare e fare il mio dovere ma dico che questa legge va migliorata, ci sono cose che non mi convincono. Di certo l’unità del Pd scricchiola, come dimostrano anche le parole dello stesso Matteo Renzi che a Repubblica svela un piano contro di lui: “In questi giorni non si è discusso di donne, si è cercata un’operazione politica per dire che non controllavo il Pd”, ha detto il premier, “Usando il voto segreto, qualcuno ha tentato la rivincita cercando di farmi fuori, e ha perso la legge elettorale va ed è solo il primo passo”. Non c’è una congiura, ma certamente c’è qualcuno che anche all’interno del Partito democratico sta cercando di fare saltare il carro”, commenta amareggiato Roberto Giachetti ad Agorà, “Tutti quelli che hanno segnato la vita politica degli ultimi anni, non ci hanno mai consentito di approvare una nuova legge elettorale: questo accade perché un signore che si chiama Matteo Renzi ha deciso di caratterizzare la sua battaglia per la leadership del Partito democrati- co prendendo questa della legge elettorale come prima iniziativa ed è andato fino in fondo: se non c’era Renzi stavamo ancora in commissione al Senato a fare le audizioni di esperti...”. A far rallentare il governo - viene riferito da fonti parlamentari - il nodo delle coperture, anche se da Palazzo Chigi viene spiegato come si tratti di un rinvio dovuto solo a questioni tecniche. E in serata sempre da L Palazzo Chigi si precisa che coperture per le misure che verranno approvate in Cdm ci sono, sono solide e sono circa il doppio di quelle che verranno utilizzate. Come ha evidenziato anche l’Europa, l’esecutivo ha necessità di trovare risorse strutturali e non una tantum: in dubbio quindi - si spiega - la possibilità di utilizzare le entrate derivanti dai minori interessi sul debito che insieme alla spending review, avrebbero dovuto costituire l’ossatura del finanziamento. E “per la prima volta – dice Renzi - sarà messa nelle tasche degli italiani una significativa quantità di denaro”. Con buona pace non solo della leader Cgil Susanna Camusso ma anche del numero uno degli industriali Giorgio Squinzi: “Ce ne faremo una ragione”, chiosa il presidente del Consiglio, riferendosi ai veti incrociati. ‘’Lui se ne farà una ragione - replica poco dopo il numero uno di Viale Astronomia - noi però abbiamo una ragione sola: il bene del nostro Paese’’. Le pressioni per cambiamenti in corsa sono insistenti, con Confindustria che chiede apertamente interventi a favore delle imprese. Se il tanto agognato taglio dell’Irap non sembra però aver trovato posto, il governo - spiegano fonti vicine al dossier - è impegna- to a mettere in campo un corposo pacchetto di misure in aiuto del mondo degli imprenditori. Oggi sul tavolo del Cdm - fa sapere il viceministro all’Economia Enrico Morando - arriveranno lo sblocco dei pagamenti della P.a, provvedimento che non solo sana la situazione pregressa ma mette in campo un meccanismo per evitare che lo scenario si ripeta, e il decreto legge casa da 1,6 miliardi. Inoltre, sempre oggi, il governo dovrebbe approvare anche il Jobs act, che fra le altre misure dovrebbe prevedere sgravi per chi assume, a vantaggio appunto delle imprese. E resta alta la tensione tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi e le parti sociali in attesa di vedere quali saranno gli annunci del Governo su fisco e lavoro. Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi è tornato a chiedere interventi per la riduzione della parte di cuneo fiscale pagato dalle aziende perché questo sarebbe più utile alla crescita rispetto a ‘’qualche euro in più’’ nelle tasche dei lavoratori. E rispetto alle dichiarazioni del premier (abbiamo contro le parti sociali? ce ne faremo una ragione) ha ribadito che la ‘’ragione sola’’ delle imprese ‘’è il bene del Paese’’. Il Senato aspetta l’Italicum a giornata era iniziata con un’agitata assemblea dei deputati, convocata da Matteo Renzi al Nazareno, con le pasionarie delle quote rosa sul piede di guerra contro il premier. Il quale ha fatto sì delle aperture, annunciando che una prossima Direzione allargata ai gruppi (reclamata anche da un gruppo di donne) verrà chiamata a stendere «l’elenco delle modifiche prioritarie» da apportare alla legge elettorale, per sottoporle a Forza Italia prima del voto del Senato. Ma è stato assai duro nel richiamare i suoi: «Chi vuol votare contro dovrà spiegarlo bene fuori di qui». La Bindi gli grida che il Pd «è un partito ferito da quei cento voti mancanti sulle quote», ma il premier richiama tutti: sull’Italicum, votato dalla Direzione Pd, «non c’è da mantenere un patto con Berlusconi, ma un impegno chiaro che abbiamo preso come partito». E chi prova ad affossarlo si mette fuori. Una rivolta prevista, tanto che Renzi ha spedito in aula l’intero governo, e qualcuno fa notare che «senza il voto di ministri e sottosegretari le preferenze sarebbero passate». Gli uomini del premier per tutta la giornata hanno lavorato a blindare il gruppo, avvertendo i parlamentari che «in gioco non c’è solo il patto sull’Italicum, ma l’intera legislatura». Mentre lunedì sulle quote rosa si era evitato di dare indicazioni di partito, ieri l’indirizzo era chiaro: si deve votare no, e lo stesso capogruppo Roberto Speranza ha preso la parola per ricordarlo ai suoi. Cosi arriva la prima grande vincita del Presidente del Consiglio e resiste ancora l accordo con Silvio Berlusconi, approvato alla Camera l’Italicum. La riforma della legge elettorale ha ottenuto 365 voti favorevoli e 165 contrari. Il testo ora passerà all’esame del Senato. Immediato il commento di Matteo Renzi su Twitter: “Grazie alle deputate e ai deputati. Hanno dimostrato che possiamo davvero cambiare l’Italia. Politica 1-Disfattismo 0. Questa e la svolta buona”. L’Italicum ottiene il sì al termine di una maratona notturna e dopo una serie di votazioni ad altissimo rischio. L’intesa RenziBerlusconi regge e vengono respinti per il rotto della cuffia gli emendamenti che potevano minarla, soprattutto quello sulla doppia preferenza di genere dove Matteo Renzi evita lo scivolone per 20 voti soltanto e si vede costretto a schierare in Aula il governo a ranghi compatti, ministri e sottosegretari. Restano bloccate le liste dei candidati in Parlamento e si evita il peggio anche sull’emendamento per reintrodurre le preferenze, bocciato per 35 voti (264 sì contro 299 no). Ma sulle quote rosa, già nelle dichiarazioni di voto, il capogruppo del Pd Roberto Speranza avverte che “non consentiremo che Continua a pag 2 A cura di Paolo Monti Democrazia inquieta Popoli, religioni e partiti fra Oriente e Occidente Marcianum Press - pp. 208 €. 13,00 Nelle società contemporanee emergono insieme sia la fatica sia l’esigenza di riconoscersi entro efficaci rappresentazioni pubbliche e di trovare una sintesi nella rappresentanza democratica. Movimenti sociali di diversa natura e ispirazione, inclusa quella religiosa, assumono un ruolo nuovo, spesso decisivo. Gli studi raccolti in questo volume affrontano questa complessa relazione tra politica, società e religione, mettendo al centro le forme concrete in cui tale complessità cerca espressione per contribuire al dibattito sul possibile futuro della rappresentanza politica in società sempre più plurali. Cultura 2 Il senato aspetta l’Italicum ... Continua dalla prima nessun accordo ci fermi. Sulla questione di genere c’è bisogno di chiarezza, quanto avvenuto non rappresenta una pagina positiva della nostra democrazia”. La riforma della legge elettorale ha tagliato un primo traguardo. Buona notizia. Adesso conta come si va avanti. Diverse tra le critiche espresse nell’Aula della Camera hanno una fondatezza che l’onestà intellettuale non può rimuovere”. Lo afferma Gianni Cuperlo, leader della minoranza Pd, che critica certe affermazioni attribuite a Renzi a proposito di “complotti”: “Non si chiedono certo dei ringraziamenti, non è stagione. Ma almeno di evitare toni e parole impropri”. Ci sono Enrico Letta e Pippo Civati tra i 13 assenti ingiustificati del Pd che non hanno votato per la riforma elettorale. Trai deputati di Forza Italia cinque sono risultati assenti, uno si è astenuto ed uno ha votato contro. Lo si evince dai tabulati del voto. Protesta dei Cinque Stelle in Aula: i deputati del Movimento espongono cartelli con i ritratti dei leader del Pd e di Fi divisi da un cuore ross: “Grande sintonia Renzi-Berlusconi. Condannati all’amore”. La presidente Laura Boldrini ha ordinato la rimozione dei cartelli. Solo dieci voti hanno salvato ieri sera l’Italicum, e con esso il governo Renzi e la legislatura. Un margine più che esiguo, che dà la misura della faglia profonda che attraversa il Partito democratico e fotografa la sorda fronda di mezzo gruppo parlamentare contro il suo leader Un’avversione che, dice un parlamentare renziano, «ha spinto molti dei nostri a votare nel segreto dell’urna con l’intento preciso di far saltare il governo «È evidente che per una parte del Pd la priorità è l›accordo con Berlusconi», tuona Stefano Fassi- na. L’emiliano Maino Marchi, ex Pci doc, spiega più chiaramente di tutti l’allergia ideologica contro il premier: «C’è un problema di cultura politica nel Pd, le parole di Renzi sulle quote rosa segnalano una matrice culturale lontana dalla nostra». Ieri è tornato a parlare anche Bersani, che - in tono gioviale - ha mandato più di un siluro al suo successore. Ironizzando sulla «movida» renziana, sull’eccesso di annunci e il rischio di «dire più di quel che si fa», e di «lasciare l’ultima parola a Berlusconi». E agitando lo spauracchio dell’uomo solo al comando: «È moralità politica mettere il proprio “io” al servizio del “noi” e rispettare il collettivo». Hanno il terrore che se riesce a mettere a segno legge elettorale e riforme del lavoro e del fisco, loro vengono spazzati via». Quanti siano stati i franchi tiratori democratici è difficile calcolarlo visto che gli scambi incrociati sono stati molti. Sulla carta, almeno una settantina ha votato contro le indicazioni, anche se solo Rosy Bindi e il lettiano Francesco Boccia lo hanno dichiarato pubblicamente. Lettiani, bersaniani, bindiani hanno guidato la fronda, cogliendo al volo l’alibi della bocciatura delle quote rosa per vestire di abiti politically correct il tentativo di indebolire il premier e aprire la caccia a Renzi per riprendersi la «Ditta» scippata dall’intruso fiorentino. Davide Zoggia, dopo il voto di lunedì sera, confidava che in molti si erano messi d’accordo per votare a favore delle quote rosa in modo «palese», ossia alzando le dita per far controllare il loro voto, e attribuire ai renziani la responsabilità del no alle quote. Ok legge elettorale. Buon lavoro, migliorabile al Senato e il Nuovo Centrodestra sarà ancora protagonista”.Lo scrive su twitter il leader di Ncd e ministro dell’Interno Angelino Alfano. Direzione - Redazione - Amministrazione Via Lucifero 40 - 88900 Crotone Tel. (0962) 905192 Fax (0962) 1920413 Direttore Editoriale Pino D’Ettoris Direttore Responsabile Tina D’Ettoris Iscriz. registro naz. della Stampa n. 4548 del 12.02.1994 - ROC n. 2734 Servizi fotografici, fotocomposizione e impaginazione c/c postale 15800881 Intestato a IL CORRIERE DEL SUD Associato U. S. P. I. UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Sito Internet: http://www.corrieredelsud.it E-Mail: [email protected] - [email protected] [email protected] G. L. N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo La rinuncia di Benedetto, un anno dopo I l 28 febbraio cade il primo anniversario della storica rinuncia al Papato di Benedetto XVI: la dichiarazione pubblica di quella decisione epocale avveniva infatti esattamente un anno fa. Quei giorni e quelle settimane di sorpresa, di commozione e di agitazione li ricordiamo bene tutti: lì per lì sembravano non finire mai. Eppure, oggi, a rivedere uno per uno tutti gli eventi che da allora si sono susseguiti sembra sia passato non un anno ma quasi un secolo. E questo specialmente in Germania, la sua amata patria. Ma, d’altronde, come avverte pure il Vangelo (Luca 4,24 o Giovanni 4,44), nemopropheta in patria. Con la sua terra Joseph Ratzinger, prima da cardinale e poi da Pontefice, ha avuto sempre un rapporto altalenante, certo non nella sua natìa Baviera e al Sud in generale, dove continua a essere ricordato e stimato, ma nel resto del Paese sicuramente sì. Soprattutto, il ‘Paese legale’, se ci passate l’espressione, compreso quello interno al mondo ecclesiale. Anzi, qui – come sta emergendo drammaticamente in questi giorni ad alti livelli – la sua predicazione sembra avere fatto venire finalmente alla luce una spaccatura profonda e allarmante che, beninteso, forse si riscontrerà pure in altre realtà e altri contesti geografici, ma non con l’eco e i numeri cospicui che si vedono da queste parti. Prendiamo il magistero sui cosiddetti princìpi pre-politici non negoziabili ad esempio: diritto alla vita, centralità della famiglia, libertà di educazione e libertà religiosa. Che in Germania, come nel resto dell’Occidente, peraltro, vengono continuamente disattesi a ogni livello come nulla fosse. Nel corso degli anni, l’ampia riflessione sul tema del Pontefice ha cercato di dimostrare invece come una società che non solo non li difende, ma li combatte anche – e li combatte radicalmente – alla lunga non possa stare in piedi. Detto in termini più immediati e brutali possibili: è destinata a scomparire dalla scena del mondo. Benedetto XVI ha detto e spiegato questa analisi scioccante rimandando alle evidenze concrete della ragione umana – comune a tutti – alla forza della legge naturale – pure comune a tutti – e al peso della memoria storica continentale più recente, pure sotto gli occhi di tutti. Insomma: con strumenti e argomenti laici, comprensibili a chiunque e a ogni latitudine, facendo uso di una grammatica universale propria dell’essere umano in quanto tale, come ha rimarcato intelligentemente qualche osservatore parafrasando i suoi discorsi. E qual’è stata la ricezione di questa paziente e lunga riflessione da parte dei fedeli laici e poi dei suoi confratelli, vescovi e sacerdoti a un anno di distanza? Che, pare di capire, oggi la maggioranza dei ‘cattolici’ (virgolette d’obbligo) tedeschi preme, o premerebbe, per il riconoscimento di varie e plurali tipi di famiglie, chiedendo l’ammissione alla Sacra Comunione più o meno come si chiede il diritto alle ferie pagate in altro campo. Della serie: mi spetta per legge e guai a te se non me lo dai. Questo è l’esito della chiamata missionaria alla nuova evangelizzazione per l’Europa apostata: farsi secolarizzare dal mondo e dal suo principe, apertisverbis. C’è da rimanere esterrefatti. Anche perché poi tutto questo accade mentre in alcune regioni, come il Baden-Württemberg, si riscrivono i programmi d’istruzione scolastici sulla base della gender theory e chi, per esempio da ultimo a Stoccarda, prova a manifestare in piazza come può, fosse anche un’associazione di genitori, viene presa di mira, colpita e dispersa come si fa…coni Black Bloc al G8, avete presente? Sì, proprio quelli che danno fuoco a negozi e automobili trasformando una città in una trincea da guerra mondiale. Insomma: quanto sta accadendo a nostro avviso dimostra proprio tutta la lungimiranza e persino l’urgenza assoluta della questione dei princìpi non negoziabili. Se sono divisivi, se si accendono così tanto gli animi, se per fare una manifestazione sul punto non basta più nemmeno più il cordone della polizia allora dovrebbe essere ovvio che il nodo è proprio lì. Altri temi, pure importanti, non possiedono la stessa rilevanza centrale per la costruzione dell’identità ecclesiale, della società civile e della vita pubblica. E se non si riesce a mettersi d’accordo nemmeno sui minimi fondamentali, parlare di alleanze politiche e strategie di rilancio è pura utopia. Tra l’altro, non si capisce (o si fa finta di non capire) che l’attacco alle manifestazioni contro il gender non è solo un attacco al singolo tema in discussione nei parlamenti ma che è anche, e più aggressivamente, una negazione frontale della presenza di Dio nel mondo e delle sue ragioni, oltre che dei suoi diritti originari. Chi ritiene convintamente che queste manifestazioni non debbano avere luogo (contro ogni rispetto della libertà di espressione altrui, va da sè), quale che sia il motivo, riterrà pure che nello spazio pubblico certe posizioni non debbano mai entrare: è ovvio. Cioè che uno potrà pure pensarla diversamente dal programma di educazione alla diversità che viene imposto strumentalmente a scuola o dalla pseudo-cultura del pensiero unico che giganteggia sui mass-media, purchè si tenga ogni riserva per sè, nel piccolo recinto della sua coscienza, e possibilmente stia zitto. E‘ stupefacente, per dire il meno, che un simile lavaggio del cervello a trecentosessanta gradi possa attecchire nella comunità cristiana e persino in chi al suo interno vi ricopre incarichi di responsabilità. Ancora più stupefacente dopo gli otto anni passati, che peraltro, a dirla tutta, erano stati introdotti dai ventisette di Giovanni Paolo II, il Grande, come giustamente lo si ricorda, che nel suo testamento spirituale (Memoria e identità. Conversazioni a cavallo dei millenni, Rizzoli 2005) aveva già paragonato il comportamento del Parlamento europeo su questi temi, cioè la nuova questione antropologica, a un nuovo totalitarismo che usa i diritti dell’uomo contro l‘uomo. Scriptamanent: c’è scritto proprio così, nuovo totalitarismo. Ora, totalitarismo in italiano di solito vuol dire dittatura, Infatti poi abbiamo avuto la dittatura del relativismo, come l’ha chiamata notoriamente il suo successore, che ancora dura e va avanti alla grande. Ma si sa, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Omar Ebrahime Benedetto XVI con Papa Francesco Cultura N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo 3 I falsi miti del Novecento/5: Salvador Allende Dall’alleanza con Hitler ai Tribunali di sterilizzazione, il crollo di una icona del progressismo Julio Loredo I l “mito” di Salvador Allende (1908-1973) sta lentamente crollando. La sua elezione alla presidenza del Cile nel 1970 è ancora presentata come un evento epocale, pomposamente battezzata “la via cilena al socialismo”, la prova vivente che il comunismo poteva andare al governo per via democratica. Il suo rovesciamento ad opera di Pinochet l’11 settembre 1973, scosse le sinistre mondiali fino alle fondamenta, inducendole a farne un mito, che dura ancora oggi. Per mantenerlo vivo si continuano a pubblicare libri, come quello di Luciano Aguzzi, «Salvador Allende. L’uomo, il leader, il mito» (Ediesse, 2003), o si girano film, come Salvador Allende, di Patrizio Guzmán, una coproduzione tra Belgio, Cile, Francia, Spagna, Germania e Messico (2005). Oggi, però, questo mito comincia a crollare, demolito dai documenti che un solerte ricercatore cileno, Victor Farías (insegna storia all’Università del Cile), ha ritrovato negli archivi dell’exGermania Democratica e sta divulgando nonostante difficoltà ed ostracismi. Questi documenti svelano il vero Allende, che emerge come un mediocre studente di medicina e politico, oltre che fervente seguace delle teorie eugenetiche di stampo nazista, al punto da proporre nel 1938 un progetto di legge per sterilizzare i malati di mente. Antisemita dichiarato, egli acconsentì all’accordo segreto fra il governo del Fronte Popolare e la Germania nazista che concedeva a quest’ultima perfino l’uso militare di un’isola nel Pacifico. Il libro di Farìas su Allende anti-semita Farías, che nel passato si è interessato alle infiltrazioni nazionalsocialiste nel suo Paese («Los nazis en Chile», Santiago, 2006), ha cominciato a scovare documenti che dimostrano un imbarazzante connubio fra i socialisti cileni e gruppi hitleriani. Il suo libro «Salvador Allende: Antisemitismo y eutanasia» (Santiago, 2005) ha suscitato una fortissima polemica internazionale non ancora sedata. In seguito, ha pubblicato «Salvador Allende: el fin de un mito» (Santiago, 2006), con nuove e sorprendenti rivelazioni. Le ricerche di Farías sulle infiltrazioni naziste nella sinistra cilena prendono spunto da un fatto increscioso. Nel 1963 la Repubblica federale tedesca sollecitò presso il governo cileno l’estradizione di Walter Rauff, già ufficiale delle SS e responsabile di molteplici crimini di guerra, compresa la deportazione di centinaia di civili milanesi verso i campi di sterminio nel 1942. Stretto collaboratore di Adolf Eichmann, Rauff era uno dei responsabili per il funzionamento delle camere a gas. L’istanza tedesca fu, però, respinta dal presidente Eduardo Frei Montalva (DC). Nell’agosto 1972 Simon Wiesenthal tornò alla carica, consegnando all’allora presidente Salvador Allende un dossier su Walter Rauff e pregandolo di avviare la procedura di estradizione. Vista l’affiliazione politica del Presidente, il noto “cacciatore di nazisti” si aspettava un gesto amichevole. Con enorme sorpresa, Allende non solo rispose negativamente, ma rifiutò persino di discutere l’argomento. Racconta Farías: “Stavo scrivendo «I nazisti in Cile» quando Wiesenthal mi chiamò e mi chiese se sapevo chi fosse davvero Salvador Allende. Mi raccontò che quando era stato avviato il processo al nazista Walter Rauff, un uomo vicino a Adolf Eichmann, considerato l’ideatore delle camere a gas, lui aveva scritto al presidente cileno Allende affinché lo aiutasse a consegnarlo alla giustizia internazionale. Ebbene, la risposta di Allende era stata una lettera di una freddezza e di una distanza che gli apparve dolorosa e incomprensibile”. Farias decise allora di approfondire il perché di questo assurdo rifiuto, scoprendo “i numerosi vincoli delle istituzioni cilene [nei vari governi socialisti] con il fenomeno più abietto che ha conosciuto l’umanità e la decomposizione di un’icona costruita ad hoc dalla sinistra internazionale”. Questi vincoli, al suo parere, sono sintomo dei “contatti, coincidenze e perfino simbiosi fra il marxismo e il nazismo, i due movimenti generati dal totalitarismo radicale nel secolo XX. (...) Al di là del loro antagonismo verbale-ideologico, ambedue i totalitarismi in fondo coincidono”. Molto pericolose sono le idee esposte dal giovane Salvador Allende che, ad ogni piè sospinto, citava Cesare Lombroso, Nicola Pende ed altri noti razzisti sposandone esplicitamente le teorie. Allende difendeva l’idea secondo cui vi sono fattori genetici, e quindi razziali, che fanno propendere alla delinquenza e al vagabondaggio. In particolare, il futuro presidente socialista riteneva indiani, zingari, boemi e giudei “razze geneticamente predisposte alla delinquenza”: “Gli ebrei si caratterizzano per forme specifiche di delitti come la truffa, la calunnia e, soprattutto, l’usura. (...) Questo ci fa supporre che abbiano una predisposizione genetica alla delinquenza”. Citando numerosi documenti, Farias conclude: “Il giovane medico [Allende] si nutriva decisamente del razzismo scientifico più estremista dell’epoca e delle sue propaggini nell’antisemitismo, tanto da affermare che i supposti difetti degli ebrei non sono attribuibili, come nel caso di tutti gli esseri umani, a condotte e responsabilità individuali, ma a caratteristiche genetiche immodificabili”. Il libro di Farìas sulla fine del mito di Allende L’antisemitismo non è affatto estraneo al socialismo cileno. Intervistato dal giornalista Eugenio Lira circa i suoi odii più profondi, Carlos Altamirano, Segretario del Partito socialista e compagno politico di Allende, dichiarava senza mezzi termini di nutrire il suo rancore più grande per Mosè, dal quale trae nome la religione giudaica: “Mosè è un vecchio infelice, impotente e amareggiato che non ha fatto altro che traumatizzare l’umanità. (...) Vecchio mascalzone! Con i dieci comandamenti ci ha tolto ogni piacere della vita. Dovremmo avviare un movimento per spedire Mosè all’inferno!”. In veste di Ministro della sanità durante il governo del Fronte Popolare (1937-1941) Allende affidò a due noti razzisti, il dott. Eduard Brücher e il dott. Hans Betzhold, la messa a punto di un “Programma eugenetico” al fine di “rivendicare le qualità della razza”. Tra le misure di “ingegneria sanitaria”, Allende proponeva la sterilizzazione di tutti i malati di mente. Questa sterilizzazione Salvador Allende durante un comizio sarebbe stata imposta con la forza (“carattere punitivo”) tramite gli appositi “Tribunali di sterilizzazione”. Il dott. Brücher, segretario del Comitato scientifico che consigliava Allende, proponeva di sterilizzare 12mila “degenerati”, al fine di ottenere una “razza sana” nell’arco di duecento anni. Egli consigliava, inoltre, la sterilizzazione degli alcolizzati recidivi. Nel progetto del Ministro Allende, le malattie veneree e la tossicodipendenza diventavano reati penali, mentre i malati venivano considerati un “problema sociale” e quindi “costretti al trattamento”. Coerente con le sue teorie naturaliste, Allende, considerava l’omosessualità un problema esclusivamente somatico. Citando gli esperimenti di Steinach, Pézard ed altri, egli proponeva l’impianto coatto di tessuto testicolare nel ventre degli omosessuali al fine di “restituire al paziente un sesso definito”. Ma le ricerche del prof. Farias hanno portato alla luce documenti ancor più sconcertanti. Dal 1937 al 1941 il Cile fu governato dal Frente Popular, una coalizione dei partiti comunista, socialista e radicale. Scavando nell’Archivio storico del Ministero degli Esteri tedesco, Farias ha scoperto tre documenti che portano alla luce un episodio tenuto fino ad oggi strettamente nascosto: le trattative segrete della sinistra cilena col governo del Terzo Reich. Un telegramma datato 21 novembre 1938 dell’ambasciatore del Reich in Cile, von Schoen, rivela che il governo del Frente Popular si era impegnato a “fornire tutte le importazioni necessarie alle industrie sotto con- trollo statale della Germania, a inviare rame e ferro in quote da fissare, nonché a cedere alla Germania tutti i diritti di pesca ed altri sull’isola di Ipún, nel caso il Reich avesse concesso al Cile crediti per l’industria e materiale bellico per un totale di 150-200 milioni di Reichmark”. Poi in calce, l’ambasciatore nazista aggiunge una frase assai imbarazzante: “Per il solito corrotto, Grove, avrei bisogno di 500.000 pesos”. Marmaduke Grove era il capo del Partito socialista, nonché mentore politico di Allende. In un telegramma del 6 gennaio 1939 von Schoen informava che “le trattative con il Ministro delle Finanze, il Ministro degli Esteri e il Presidente del Frente Popular Grove aprono eccellenti prospettive”. Una nota datata 9 gennaio 1939 del consigliere Becker, del Dipartimento di politica economica del Reich a Berlino, solleva il velo su un aspetto assai inquietante di queste trattative: “I cileni coinvolti in questa operazione esigono che il tutto resti segreto, anche nei confronti dell’ambasciata del Cile nella capitale del Reich”. Detto a chiare lettere: la sinistra cilena stava negoziando direttamente con Adolf Hitler, in margine ai canali diplomatici. Il francobollo dedicato ad Allende dalla DDR Cultura 4 N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo Storia del teatro: il teatro del Seicento Da tutto questo si deduce che nel barocco, gli spettatori erano suggestionati da queste ricche immagini realizzate con molto impegno dai scenografi dell’epoca a servizio dei teatri. 5.3 Le forme teatrali del Seicento Quando si parla del teatro del Seicento, dal punto di vista formale, si intende il Melodramma o opera lirica. Con il termine Melodramma, si indica una forma di teatro musicale puro dove vi è una recitazione cantata, intonata per tutto lo spettacolo; tale tipologia di teatro si sviluppa dal barocco in poi. Nel rinascimento, non abbiamo un teatro musicale puro vero e proprio, ma forme di teatro, dove all’interno hanno convissuto elementi musicali con forme di teatro recitato. Ma nel periodo barocco, non si sviluppa soltanto il Melodramma, ma anche un teatro recitato: la commedia dell’arte1, che nel periodo rinascimentale veniva rappresentata nelle stanze a pagamento. Melodrammi e commedie dell’arte, durante il periodo barocco, venivano rappresentate nei teatri pubblici a pagamento, facendo la fortuna di molti impresari. Nel Sei-Settecento sia la produzione dei melodrammi che di commedie dell’arte è abbastanza copiosa entrambi vanno di pari passo. 5.4 Le origini del melodramma Le origini del melodramma sono da ricercarsi nello sviluppo drammaturgico dei drammi pastorali di fine Cinquenceto e da quello degli intermezzi rinascimentali fiorentini. Possiamo dire che il melodramma, nasce a Firenze all’interno della corte Medicea, poiché all’interno di questa corte, venivano allestiti gli intermezzi2, allo scopo di intrattenere il pubblico, in quanto mancava il sipario, si trattava dunque, di uno spettacolo nello spettacolo. A fine Cinquecento venivano già messi in musica i drammi pastorali, infatti anche nella corte medicea, venivano musicate le favole pastorali le quali venivano utilizzate come intermezzo. Tutto ciò giustifica, il perché, si dava il nome di “favola pastorale” alla prima forma di teatro musicale che eredita le caratteristiche del dramma pastorale del 500 e dell’intermezzo. La favola pastorale, come genere può essere facilmente musicato, poiché ha un contenuto lirico, e presenta cori danze e canzoni, quindi il linguaggio della poesia “fiorito e soave” e gli argomenti trattati, sono adatti alla musica. A tal proposito Doni, un teorico musicale del Seicento nel suo trattato sulla musica scenica scrive: Al linguaggio fiorito e soave gli si può concedere di avere la melodia in tutte le sue parti, massime perché vi si rappresentano deità, ninfe e pastori di quell’antichissimo secolo, nel quale la musica era naturale e la favella quasi poetica. 5.4.1 La camerata fiorentina La prima produzione degli intermezzi e di drammi pastorali risale alla “Camerata Bardi”, perché per la prima volta allestì gli intermezzi musicali, nel 1589 per la nozze di Cristina di Lorena con Ferdinando de “Medici”. Spinti dalla riscoperte e dall’amore verso la cultura classica greco-latina, nel XVI secolo, si riunirono nella casa di Firenze, del conte Giovanni Bardi, in via De Bonci, un gruppo di nobili per discutere, di scienze, arti, letteratura e musica. La prima riunione in casa Bardi, si tenne il 14 gennaio 1573 e vi parteciperanno il conte Bardi, i musicisti Giulio Caccini, Emilio De Cavalieri, Jacopo Peri, Vincenzo Galilei (liutista e padre di Galilei) e i poeti come Ottavio Rinuccini e Gian Battista Strozzi. Lo scopo della Camerata Bardi, fu quello di far rivivere la musica greca, nella quale era integrata anche la poesia, cercando di elaborare un teatro musicale. A causa di motivi politici, le riunioni in casa Bardi, non si effettueranno più e per discutere di cultura antica ci si riuniva in casa Corsi. I componenti di tale camerata, si erano preposti lo scopo di riportare l’antichità nella modernità e anche nel campo musicale succede la stessa cosa: l’antica tragedia greca riportata nella modernità. A quel tempo si pensava che l’attore greco reci- La commedia dell’arte è il teatro delle maschere sviluppandosi nel rinascimento. Gli intermezzi fiorentini erano degli spettacoli allestiti tra un atto e un altro di una commedia o tragedie recitate. Luisella Criniti Parte ottava Capitolo V 5.2.1 I meravigliosi fondali scenici realizzati dal Torelli Giacomo Torelli fu uno dei più importanti scenografi del teatro barocco, realizzò moltissimi fondali scenici per la rappresentazione di opere teatrali. Realizzò i fondali per l’opera Bellerofonte, un primo bozzetto rappresenta un po’ sullo sfondo la città di Matera, ma nella stessa scena veniva cambiato il fondale come se il personaggio andasse da Venezia alla città di Matera. Nel secondo bozzetto, troviamo il cortile regio e la mutazione della scena è data dalla grotta dei venti che cambia la scena perché viene presentato il mare agitato. Segue poi la scena del secondo atto che è ambientato nell’isola di Magista affacciata sul mare turbato che si vede sul fondale, nella stessa scena si vede la deliziosa boscareccia che cambia fondale con la casa di Venere. Altri bozzetti scenici sono quelli delle Nozze di Teti e Peleo (la scena dell’atto, prima rappresenta la Grotta di Chironte centauro costituito da sassi e scogli orridissimi), la Venere Gelosa (dove sulle quinte laterali si vedono file di alberi) e la finta pazza. Fondale dell’opera Bellerofonte 2 1 tasse le tragedie cantando, e allora che proprio così vengono riproposte queste tragedie antiche. Il pensare che gli attori greci, recitassero cantando, era sicuramente un errore storico, e nel fare tale errore, nasce il nuovo genere di teatro musicale cantato, chiamato “Melodramma”. La camerata Bardi da una parte sviluppa musicalmente gli intermezzi musicali fiorentini, dall’altra parte la camerata Corsi, ha reso autonomi dall’essere legati alle tragedie e alle commedie questi intermezzi, dando origine al Melodramma vero e proprio. Gli intermezzi fiorentini, quindi divennero spettacoli autonomi di teatro musicale vero e proprio, allestiti per un’intera serata. Questi intermezzi musicali, erano composti secondo lo stile del recitar cantando: il testo era cantato sulle note indicate dal compositore. Questo nuovo stile fu impiegato sui canti monodici accompagnati da uno strumento, rendendo comprensibile il testo all’ascoltare, al contrario delle altre forme vocali rinascimentali3. La forma vocale utilizzata durante il rinascimento fu quella del Madrigale4, che aveva una struttura musicale molto complessa rendendo il testo poetico incomprensibile all’ascoltatore. Con il recitare cantando si portò la musica alla purezza primitiva; la musica fù al servizio della poesia e non al contrario . Questa nuova forma fu impiegata nelle favole pastorali e nelle rappresentazioni sceniche e da essa nacquero le arie e tutte quelle forme che disegnarono la nascita dell’opera lirica. La prima opera messa in musica con il nome di favola pastorale e la “Dafne” su libretto di Ottavio Rinuccini e musiche di Jacopo Corsi e Jacopo Peri, a distanza di pochi anni, cioè nel febbraio del 1600, fu composta l’ “Euridice”. Scena atto primo nozze di Teti e Peleo grotta di Chironte centauro Il pubblico mostro subito grande interesse, verso la favola pastorale, che era un nuovo prodotto artistico, tutto ciò portò le corti ad imitare queste tendenza, per una politica di prestigio condotta dalle grandi famiglie. Le corti, presso i loro teatri, proponevano la favola pastorale, perché fare promozione culturale, voleva significare accrescere il loro prestigio, il loro fasto, il lustro del casato; così si imitavano tra di loro. Tutto ciò vuol dire, che queste rappresentazioni non solo venivano fatte a Firenze negli anni 16201630, ma anche in altre città come Mantova e Roma. 5.5 Lo sviluppo de melodramDurante il periodo rinascimentale era in voga lo stile polifonico fiammingo, per cui il testo poetico non era facilmente comprensibile all’ascoltatore a causa delle voci. 4 Il Madrigale è una composizione polifonica a più voci. 3 ma: Mantova e Roma Dopo Firenze le prime due città che anno contribuito allo sviluppo del Melodramma furono Mantova e Roma. A Mantova operò Claudio Monteverdi compositore di origine Cremonese. Nel 1590 entrò come violista e come componente della cappella del duca di Mantova; nel 1603 Francesco Gonzaga lo nominò maestro di cappella “della camera e della chiesa ducale”. Quando Vincenzo Gonzaga morì si trasferì a Venezia dove fu nominato maestro di musica della “Serenissima” e maestro di cappella di San Marco. Monteverdi compose moltissimi madrigali e le musiche per “l’Orfeo e l’Arianna”. L’Orfeo è una favola pastorale, su testo di Alessandro Striggio, composto in stile monodico fiorentino del recitar-cantando. La sua prima rappresentazione avvenne il 24 febbraio 1607 presso il Palazzo Ducale di Mantova in occasione del carnevale. La favola in musica Orfeo fu tratto da un racconto della mitologia greca: Orfeo sposa Euridice, che muore morsa da un serpente. A questo punto Orfeo decide di scendere nell’Ade per riprendersi Euridice placando con il suono della cetra, le divinità infernali. Plutone che governa il regno dei morti, permette ad Orfeo di riavere Euridice, a condizione che non si volta per guardarla prima di tornare sulla terra, in caso contrario la perderà per sempre. In quest’opera Monteverdi elaborò il <<recitar-cantando>> fiorentino e l’arioso, altro stile musicale, utilizzato nell’Arianna. L’Arianna a differenza dell’Orfeo (favola pastorale) è una tragedia composta su testo poetico di Ottavio Rinuccini; purtroppo non ci è pervenuta la partitura, tranne del celebre “Lamento di Arianna” in quanto l’opera si e perduta. Anche nell’Arianna utilizza non solo il recitar-cantando5 ma anche l’Arioso, così che il cantante deve passare da uno stile vocale ad un altro. Arioso e recitativo si alternano passando da uno stile vocale semplice ad uno più elaborato, cosa molto interessante che accade nell’opera monteverdiana. L’Arioso appartiene solo alle prime opere monteverdiane , perché il Monteverdi che qualche anno dopo, si trasferisce a Venezia, è diverso perché subisce l’influenza di tutte quelle trasformazioni che aveva subito il Melodramma a Venezia. Gli ariosi venivano assegnati al protagonista, i cori eseguivano i madrigali e l’orchestra con ampio organico, eseguiva i ritornelli strumentali e le sinfonie. A sua volta nell’orchestra d’archi, introdusse il tremolo e il pizzicato proprio nei momenti più cruciali dell’azione scenica. Altre opere da citare, che scrisse Monteverdi sono: Il ritorno di Ulisse in patria, Armida, Le nozze di Enea con Lavinia, La finta pazza Licari e l’incoronazione di Poppea dove l’orchestra non è molto vasta, ci sono molti personaggi, molti epiIl recitar-cantando è molto sillabico declamato quindi una recitazione intonata, l’Arioso ha una melodia molto più complessa più elaborata, più ornata. sodi e scene di carattere diverso: comico, drammatico, leggero e appassionato. Il coro risulta quasi assente, gli episodi dei cantanti sono brevi e numerosi. Monteverdi, aveva composto, in occasione delle nozze di Francesco Gonzaga con Margherita di Savoia, il Ballo delle Ingrate, che fu rappresentato a Mantova il 4 giugno 1608 al palazzo ducale. Tale balletto6 fu pensato per la corte e in questo, usava le danze come il minuetto, il Salterello, la pavana e gagliarda, che si alternavano ad episodi cantati. Il Ballo delle Ingrate, con testo poetico di Ottavio Rinuccini, fu pubblicato nel 1638 nell’ottavo libro di Madrigali. Quando nel 1613, si trasferì definitivamente a Venezia, scrisse gli ultimi tre libri di Madrigali (in tutto ne scrisse otto, di cui i primi cinque riguardano la polifona rinascimentale), nello stile monodico del basso continuo, tipico del barocco. Sono libri molto interessanti, perché attraverso questi si inaugura il teatro barocco da camera. L’ultimo libro di Madrigali risale al 1638, si tratta dell’ottavo libro dal titolo “Madrigali guerrieri e Amorosi” dove Monteverdi stesso scrive: “Madrigali guerrieri e amorosi con alcuni opuscoli rappresentatovi che saranno per brevi episodi rappresentati fra i canti senza gesta”. con ciò voleva dire che in questo ottavo libro presenta i madrigali di natura guerresca e amorosa con opuscoli rappresentativi e tali rappresentazioni saranno allestiti per due brevi episodi fra un madrigale (canto) e l’altro. Uno di questo è il famoso Combattimento di Tancredi e Clorinda il cui testo fu tratto dal XII canto della “Gerusalemme liberata” del Tasso. Non si tratta di un Melodramma ma di una forma di teatro da camera; viene utilizzato il recitar-cantando in stile monodico e rappresentato all’interno delle corti per intrattenere i signori, non ha quindi lo scopo del teatro. Nel caso del “Combattimento di Tancredi e Clorinda”, utilizza lo “stile concitato “ che, dal punto vista vocale è un intensa e rapida sillabazione, data dal ritmo pirrichio (cioè ritmo dato da crome ribattute).Attraverso lo stile concitato l’autore esprime l’agitazione del personaggio e la sua ansia psicologica di fronte al combattimento e per creare suspense, nel pubblico, utilizza il tremolo degli archi; questa forma di teatro da camera, si sviluppò nella Mantova degli anni 1620-1630. Bozzetto scenico della finta pazza del Torelli 5 6 Balletti erano forme di teatro musicale coltivato all’interno delle corti rinascimentali, approfondimento al capitolo 4. Cultura N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo N 5 Il card. Marx ed il No di Francesco alla “nuova idolatria del denaro” ella sua recente esortazione apostolica Evangelii Gaudium, pubblicata a chiusura dell’Anno della Fede il 24 novembre 2013, Papa Francesco ha dedica ben due paragrafi al tema dell’economia senza volto, utilizzando titoli molto eloquenti come No alla nuova idolatria del denaro (v. i punti 55-56) e No a un denaro che governa invece di servire (nn. 57-58). Due passaggi, in particolare, meritano di essere rilevati, entrambi contenuti nel capitolo secondo, nel quale il Pontefice analizza i motivi della crisi moderna dell’impegno comunitario. In tale contesto, nella sua diagnosi “anti-plutocratica”, Bergoglio individua un male sociale di fondo la cui estirpazione è necessaria per risollevare la società mondiale dalla «crisi finanziaria che attraversiamo». Alla sua origine, infatti, denuncia il Papa, «vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano! Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro ha trovato una nuova e spietata versione nel feticismo del denaro e nella dittatura di una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano. La crisi mondiale che investe la finanza e l’economia manifesta i propri squilibri e, soprattutto, la grave mancanza di un orientamento antropologico che riduce l’essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo» (n. 55). Questa degenerazione dell’economia, scrive il Papa, è dovuta all’abbandono dell’etica: «La si considera controproducente, troppo umana, perché relativizza il denaro e il potere. La si avverte come una minaccia, poiché condanna la manipolazione e la degradazione della persona. In definitiva, l’etica rimanda a un Dio che attende una risposta impegnativa, che si pone al di fuori delle categorie del mercato» (n. 57). Copertina dell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium Sulla scia del Santo Padre, sono molti gli osservatori che, dentro e fuori la Chiesa, stanno affrontando con la medesima chiave di lettura la drammatica situazione del sistema economico e sociale di oggi, che è in preda alla bramosia del consumo, dell’arrivismo e dello status symbol. In particolare sull’argomento è da segnalare il lungo commento sugli aspetti etico-sociali dell’Evangelii Gaudium pubblicato il 10 gennaio dall’Osservatore Romano, a cura dell’arcivescovo di Monaco e Frisinga Reinhard Marx, che è anche componente del Collegio degli otto Cardinali istituito da Papa Bergoglio per affiancarlo nell’opera di riforma della Curia (che, fra l’altro, si è riunito per la seconda volta, sempre sotto la guida di Francesco, dal 3 al 5 dicembre 2013). La tesi di fondo dell’articolo del porporato, richiamata nel significativo titolo da lui scelto, Oltre il capitalismo, è che una società come quella Occidentale dell’ultimo secolo, costruita sull’elogio del denaro e dell’avidità, è destinata come vediamo alla decadenza assoluta ed all’alienazione dei suoi membri. Il cardinale premette giustamente che l’attuale dibattito sulla crisi del capitalismo non nasce perché il Papa si è pronunciato con l’Evangelii Gaudium, «ma perché, a partire dagli anni Novanta, abbiamo sperimentato uno sviluppo sempre più acuto verso un capitalismo finanziario, che ha portato a una crisi catastrofica». Questa crisi, però, secondo il Card. Marx non ha finora portato ad una vera auto-critica e, di conseguenza, ad un nuovo orientamento sul modo di concepire la società e l’economia globale. Per questo è secondo lui molto positivo l’«esteso dibattito» suscitato dall’esortazione apostolica del Pontefice, un «documento pieno di dinamismo positivo e di incoraggiamento a testimoniare il Vangelo», che s’inserisce pienamente nella tradizione dei suoi predecessori, anche se il suo stile assomiglia «a un’esortazione profetica, a un incoraggiamento a pensare e ad agire in modo nuovo». E’ quindi l’economicizzazione di tutti gli ambiti della vita, la centralità del denaro, che il Papa critica duramente in tutta l’esortazione apostolica, sono i fattori da estirpare nella vita sociale per tentare la ricostruzione. L’economicizzazione, infatti, spiega l’arcivescovo di Monaco, «non ha significato e non significa altro che rendere il ritmo della società dipendente dagli interessi dello sfruttamento del capitale, e ciò a livello globale». Questo capitalismo selvaggio, in sostanza, è considerato come un “evento naturale” dagli artefici dell’attua- Cardinale Reinhard Marx le sistema economico, e il compito degli uomini e della politica non sarebbe di conseguenza che quello di adattarsi ad esso. Invece, scrive il Card. Marx, «pensare che da qualche parte esistano mercati puri, che fanno emergere il bene attraverso la libera concorrenza è mera ideologia». Contro le “strutture di peccato” che questa ideologia ha originato soprattutto nell’ultimo secolo, si erge quindi il monito dell’Evangelii Gaudium: «Il denaro deve servire e non governare!» (n. 58). Giuseppe Brienza Quello che spesso si dimentica di dire U na bomba ad orologeria con il conto alla rovescia già avviato sopra le nostre teste: così, semplificando e interpretando un po’ l’intervento giornalisticamente, si potrebbe definire il Discorso tenuto da Papa Benedetto XVI il 21 dicembre 2012 alla Curia romana in occasione dei rituali auguri natalizi, uno degli ultimi in assoluto del suo pontificato e forse il più rilevante dal punto di vista magisteriale. In quell’occasione, affrontando il tema dell’ideologia del gender (o ‘gender theory’, in inglese) in tutte le sue conseguenze pubbliche, specialmente educative, politiche e culturali il Pontefice faceva riferimento a un importante intervento recente del Gran Rabbino di Francia, Gilles Bernheim, che - come portavoce della comunità ebraica - obbligatoriamente sollecitato a dire la sua in riferimento al progetto di legge Taubira (poi approvato, il 20 aprile scorso), meglio noto come “Le mariage pour tous”, esponeva chiaramente, e ordinava in modo coerente, oltre che laico e interreligioso, una serie di obiezioni di natura giuridica, antropologica, filosofica e morale all’estensione di un riconoscimento pubblico quale è il matrimonio a coppie dello stesso sesso. L’intervento, passato praticamente sotto silenzio dopo qualche giorno di vivaci polemiche, è ora messo intelligentemente a disposizione di chiunque lo voglia leggere grazie a una meritoria iniziativa editoriale di Gabriele Mangiarotti di CulturaCattolica. it (cfr. G. BERNHEIM, Quello che spesso si dimentica di dire. Matrimonio omosessuale, omogenitorialità e adozione, Salomone Belforte & C., Livorno 2013, Pp. 66, Euro 10,00). Il saggio integrale di Bernheim è introdotto da una presentazione di monsignor Luigi Negri, Arcivescovo di FerraraComacchio, che riprendendo la riflessione sulle plurisecolari radici giudaico-cristiane della tradizione occidentale, riporta l’impostazione del discorso sull’evidenza perenne della legge morale naturale che precede la nostra esistenza e quindi confuta alla base ogni pretesa ‘dittatura del desiderio’ della società contemporanea ben rappresentata da certe espressioni del linguaggio ormai diventate di uso comune (“sento così, perciò questo è vero” oppure “la maggioranza sente così e perciò questo è vero”), sintomatiche del nuovo “totalitarismo tecnocratico” (p. 12) che tutto omologa e appiattisce nel nome di un egualitarismo estremo che non conosce confini né limiti. Su posizioni analoghe si trova anche un esponente di punta dell’ebraismo italiano come Giorgio Israel, docente presso l’università La Sapienza di Roma, che nel suo intervento da intellettuale laico (“La difesa della religione e della civiltà”) identifica significativamente nella teoria del gender “la punta di lancia di una battaglia ideologica volta a distruggere quello che viene chiamato l’’essenzialismo’ della cultura occidentale” (p. 14) e quindi il suo patrimonio culturale e spirituale (non solo meramente religioso) più autentico, citando come esponente di rilievo di questo percorso intellettuale l’influente filosofa statunitense contemporanea Donna Haraway, la più nota teorica del cyborg (un organismo cibernetico che è allo stesso tempo uomo e macchina) come metafora tipica della condizione umana post-moderna: “siamo di fronte a una battaglia ispirata a un’avversione profonda per le radici stesse della civiltà e della cultura occidentali che viene da lontano, fin da quegli anni sessanta del secolo scorso in cui gli studenti dei campus statunitensi scandivano lo slogan “From Plato to Nato” (“da Platone alla Nato”), che può far sorridere ma illustra meglio di lunghi discorsi l’ideologia in gioco” (p. 15). Il saggio vero e proprio di Bernheim che segue immediatamente dopo spiega come la lotta democratica contro l’ingiustizia e la discriminazione nulla abbia a che fare con le rivendicazioni politiche e legislative derivanti dall’ideologia del gender che invece – come tutte le ideologie nella storia – semmai si caratterizza proprio per una negazione radicale della realtà esistente e dei dati per così dire più fattuali. Così, il rischio “irreversibile” (p. 21) è quello di dare luogo a una confusione “di genealogie, di norme (il bambino-soggetto diventa bambino-oggetto) e di identità” (p. 21), una confusione che si rivelerebbe nefasta “per l’insieme della società e che fa perdere l’interesse generale a vantaggio di quello di una infima minoranza” (ibidem). Nella prima parte della sua trattazione (“Analisi delle argomentazioni dei sostenitori di una legge” pp. 23-43) Bernheim, prestando la voce e la penna ai suoi avversari, si pone delle domande significative e risponde pazientemente ad ognuna delle rivendicazioni politiche più diffuse in pubblico restando sempre – ed è qui il valore aggiunto della testimonianza – su un piano di laicissima logica argomentativa e razionale, mentre nella seconda (“Dietro le discussioni, il confronto di due visioni del mondo” pp. 45-54) affronta la questione da una prospettiva antropologica confrontandosi con idee come – tra le altre – quelle della scrittrice Simone de Beauvoir (1908-1986), che in Francia è stata una delle prime a teorizzare una distanza netta tra il femminismo biologico e naturale (donne si nasce) e il femminismo culturale e quindi artificialmente costruito (donne si diventa), fino ad arrivare alla più recente queer theory che si propone di “far sparire la differenza sessuale tra uomo e donna” (p. 47) sostenendo che “non essendo che una convenzione sociale, l’identità sessuale non è in alcun caso determinante per la psiche dell’individuo. Non bisogna, quindi, tenerne conto” (p. 47). La conclusione finale, drammatica nei toni, illumina però senza retorica l’effettiva posta in palio: “Di fronte a queste dilaganti rivendicazioni, è legittimo chiedersi se l’obiettivo dei mili- tanti non è la distruzione pura e semplice del matrimonio e della famiglia, come sono tradizionalmente concepiti. In questo obiettivo, il matrimonio omosessuale e il diritto all’adozione per le coppie dello stesso sesso non saranno che un mezzo per fare esplodere le fondamenta della società, per rendere possibile ogni forma di unione ed, infine, liberare l’uomo da una morale ancestrale e far sparire così definitivamente la nozione stessa di differenza sessuale” (p. 49). In appendice del libro, per approfondire ulteriormente il discorso a più voci, un contributo del rabbino di Torino Alberto Moshe Somekh e di suor Maria Gloria Riva, studiosa dell’arte moderna e contemporanea occidentale, che si concentra sul concetto di differenza sessuale commentando l’originale dipinto “Omaggio ad Apolinnare” - raffigurato in copertina - del pittore ebreo russo, poi naturalizzato francese, Marc Chagall (1887-1985) per dire che “con un anticipo di un secolo (siamo nel 1911-1912 quand’egli dipinge quest’opera) [Chagall] già affermava che la temperatura di un secolo, le battute o gli arresti di una generazione derivano proprio dal modo di concepire la coppia, la distinzione fra i sessi e la tensione costante della sessualità verso quel compimento che inevitabilmente per essere raggiunto la trascende” (p. 66). Omar Ebrahime 6 Informazione Regionale I volontari Lilt in piazza per la prevenzione oncologica dalla Sicilia A ugusta (CT) - Un gruppo affiatato e motivato di volontari, ovvero di “guerrieri”, come sono stati definiti dal promotore dell’iniziativa il presidente regionale della LILT (Lega Italiana Lotta contro i Tumori- sezione di Siracusa) Claudio Castobello, ha “asserragliato”, volendo mantenere la metafora bellica, la piazza Duomo di Augusta, domenica scorsa, per promuovere un evento solidale che coniuga insieme musica e spettacolo con N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo la prevenzione oncologica. La LILT- sezione di Siracusa, infatti, sta promuovendo un evento nazionale in collaborazione con la Sanremo Academy Productions, al fine di sensibilizzare e di diffondere sempre più capillarmente nel territorio aretuseo la cultura della prevenzione oncologica e, in particolare, con l’ obiettivo di aprire un nuovo centro diagnostico nella città di Augusta. Continuano, allora, le iniziative congiunte tra la LILT e la Sanre- mo Productions Academy diretta dal maestro Ermanno Croce che, dopo aver ospitato lo scorso anno gli artisti siracusani al teatro Ariston, approda in terra di Sicilia con due grandi spettacoli ed una selezione per i prestigiosi Sanremo Promo Awards. Il Teatro Città della Notte di Augusta ospiterà la 19^ edizione del concorso nazionale “Sanremo Promo Awards”, che avrà luogo nei pomeriggi del 21 e del 22 marzo con lo scopo di selezionare i migliori artisti del centro sud che accederanno alla semifinale nazionale nel mese di aprile a Milano, esibendosi davanti ad un pubblico di produttori e discografici. Dalla semifinale milanese usciranno i cinque finalisti che si contenderanno, infine, i Sanremo Promo Awards 2014. L’Accademy offre, inoltre, due spettacoli: il primo, che andrà in scena venerdì 21 marzo alle 21, si tratta di un musical dal titolo “Ciao Lucio”, nato da un’idea del maestro Ermanno Croce, in collaborazione con Iskra Menarini e Carmela Moffa. Un vero viaggio musicale attraverso le canzoni, i filmati e le testimonianze dirette, che ricordano Lucio Dalla, per far rivivere le molteplici eterne emozioni che il cantante bolognese ha regalato con i suoi brani; unico spettacolo riconosciuto ed approvato dai familiari di Lucio Dalla, che prevede anche una versione didattica proposta alle scuole nelle mattine di venerdì 21 e sabato 22 marzo, alle 10.30. Ancora una serata di solidarietà è in programma sabato 22 marzo alle 21, che ospiterà sul palco megarese il musical “I migliori anni della nostra vita”, in cui saranno proposti quei brani che hanno fatto crescere intere generazioni, le hits di successo di Battisti, Zero, Zucchero, Cocciante, inframmezzati dalla partecipazione straordinaria del noto cabarettista Giovanni Cacioppo. Un ricchissimo programma, due giornate intere di musica e spettacolo in favore della LILT “per un mondo senza più tumori”. Il ruolo delle donne infortunate e invalide sul lavoro R agusa - “Le donne sono madri, mogli, lavoratrici e anche badanti. Quando a questi aspetti si aggiunge anche quello dell’invalidità il quadro si complica. Ma noi siamo qui per lanciare un chiaro messaggio. Le donne non devono arrendersi. E noi siamo vicini a loro, così come facciamo da quindici anni a questa parte”. Lo ha detto il presidente nazionale dell’Anmil, Franco Bettoni, sabato 8 marzo a Ragusa, partecipando all’iniziativa promossa dal locale gruppo Donne, guidate dalla presidente territoriale Maria Agnello, con la collaborazione della presidente territoriale di Siracusa, Giorgia Lauretta. Un tema molto sentito dall’Associazione nazionale fra mutilati ed invalidi del lavoro quello de “Le abilità residue delle donne infortunate sul lavoro” che è stato affrontato nel corso di un incontro a cui hanno partecipato, oltre agli associati iblei, anche i presidenti dei Consigli territoriali provinciali siciliani assieme al neo presidente regionale Antonino Capozzo, ragusano, eletto appena ieri pomeriggio nel suo nuovo ruolo. “Per me è un grande onore – ha affermato Capozzo – avere concretizzato la mia prima uscita pubblica a Ragusa. Ho detto che sarò il presidente di tutti e mi assumerò in pieno questo impegno. C’è parecchio da lavorare nella nostra regione per superare i problemi legati ad una questione culturale che, purtroppo, investe donne e uomini infortunati e invalidi del lavoro. Nei prossimi giorni illustrerò il mio programma ma intanto voglio fare sentire la mia personale vicinanza a tutti gli associati iblei e non solo. Cercheremo di fornire risposte sempre più puntuali”. Nel suo intervento, Bettoni, intervenuto a Ragusa assieme al direttore generale dell’associazione nazionale, Sandro Giovannelli, ha ricordato che “una donna infortunata, proprio perché costretta ad essere inquadrata nei molteplici ruoli che ho già ricordato, ha maggiori difficoltà, rispetto ad un uomo, ad integrarsi. Se però questo percorso le viene in qualche modo agevolato all’interno del nucleo familiare, è all’esterno, nella società, che si riscontrano ostacoli a prima vista insormontabili. E noi stiamo lavorando proprio per questo. Per fare in modo che tale gap culturale possa essere colmato e superato. E’ un disagio che investe tutto il nostro Paese, da Nord a Sud. Le donne infortunate ed invalide perdono, spesso, il posto di lavoro o sono messe nella condizione di andarsene. Dobbiamo evitare che accada. La battaglia che conduciamo è una battaglia di genere. L’attenzione verso le donne, a maggior ragione verso le donne infortunate e invalide del lavoro, sarà sempre crescente da parte dell’Anmil”. Il direttore generale Giovannelli, ringraziando l’associazione di Ragusa per l’ospitalità, ha comunicato quali saranno le novità normative che potranno interessare a breve gli associati anche se è stata richiesta una maggiore attenzione da parte del nuovo Governo nazionale soprattutto perché, modificandosi continuamente gli assetti parlamentari, si rischia il blocco di percorsi legislativi già avviati, costretti a subire continui intoppi. La presidente territoriale di Ragusa, Maria Agnello, ha ringraziato i prestigiosi ospiti per avere accolto l’invito della sede locale dell’Anmil ricordando che “, per noi, l’8 marzo, è un momento particolare. Un momento in cui ricordiamo che le numerose battaglie che ci riguardano non sono finite. Ma siamo pronte ad andare avanti e ad affrontarle”. Al termine dell’incontro, una delegazione di soci Anmil, guidata dal presidente nazionale Bettoni e dal presidente regionale Capozzo, si è recata in viale del Fante per depositare una corona d’alloro dinanzi al monumento ai caduti sul lavoro realizzato dal maestro Franco Cilia, presente per l’occasione alla cerimonia. Un momento significativo e toccante che ha chiuso nella maniera più adeguata una giornata ricca di spunti. La delegazione dinanzi al monumento ai caduti di viale del Fante Volantari lilt A Etnapolis bambini “spettattori” con l’Opera dei Pupi C atania - A Etnapolis bambini “spett-attori” con l’Opera dei Pupi. Avvia percorsi inediti, infatti, la nuova generazione della storica famiglia Napoli che, sul palco di Etnapolis, in occasione della Festa della Donna, ha messo in scena uno spettacolo interattivo introducendo nuove tecniche teatrali per l’episodio “Vi cuntu e vi cantu… l’arrivo di Angelica a Parigi”. Insieme alla protagonista Angelica, infatti,che a Parigi fa innamorare di sé il conte Orlando, sul palco in veste di cavalieri e paladini sono intervenuti - armati di spada, elmetto e scudo - anche bambine e bambini del pubblico. Una sorpresa per grandi e piccini, veder trasformati i piccoli visitatori di Etnapolis, in veri paladini di Francia, protagonisti di qui “cunti” che hanno animato l’infanzia di generazioni di sici- liani. Davide Napoli lo aveva anticipato: “Coinvolgeremo anche il pubblico per far comprendere sia l’arte dei pupari dietro le quinte, ma anche le dinamiche di uno spettacolo che da sempre conquista gli spettatori con storie che sfumano nella leggenda”. L’Opera dei Pupi, tra l’altro, dal 2008 è stata dichiarata dall’Unesco fra i patrimoni dell’Umanità. Domenica pomeriggio, grande partecipazione ai laboratori creativi di pupi ecologici: è qui che, riciclando i cartoni dei negozi di Etnapolis, hanno preso vita pupi coloratissimi ispirati alle storie di “Orlando, Rinaldo e della Bella Angelica”. I personaggi leggendari della “Chanson de Roland” - ritagliati su cartoncino e dipinti con pennelli in colori vivaci – sono diventati il souvenir di una domenica spensierata trascorsa giocando in compagnia. EP, bambini spett-attori con i pupi dei Fratelli Napoli (ph. Gisella Lauria) INSERTO N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo Corriere Letterario A cura di Antonio D’Ettoris Olschki pubblica la rivista “Gradiva” A partire dal 2013 la rivista “Gradiva. International Journal of Italian Poetry” è pubblicata dalla Casa editrice Olschki in collaborazione con l’Associazione Gradiva. “Gradiva”, attualmente diretta da Luigi Fontanella, è uno dei più longevi periodici di poesia e poetologia italiana diffusi a livello internazionale. Pubblica sia testi originali che studi critici ed è particolarmente attenta alla produzione letteraria novecentesca e contemporanea. Fondata da Adriano Berengo nel 1976 come rivista di letteratura e psicanalisi, dal 1982 ha aperto le porte anche a nuove impostazioni critiche e a testi poetici inediti, per assestarsi nel 2000 sulla sola poetologia. Tra i suoi collaboratori può vantare, per il passato, Cesare Garboli, Dante Della Terza, Alfredo Giuliani, Glauco Cambon, Octavio Paz, Edoardo Sanguineti, Giuliano Manacorda, e attualmente Giorgio Baroni, Luigi Bonaffini, Alfredo De Palchi, Barbara Carle, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Jonathan Galassi, Laura Lilli, Valerio Magrelli, Plinio Perilli, Robert Pinsky, Rebecca J. West. Fedele alla sua vocazione internazionale, “Gradiva” dedica ampio spazio alla traduzione di poeti italo-americani e propone in versione inglese una selezione della migliore poesia italiana contemporanea. L’annata 2013 è costituita ancora da un fascicolo doppio, mentre a partire dal 2014 la rivista uscirà con cadenza semestrale in fascicoli singoli. La copertina di Gradiva 7 Lingua italiana: la Crusca interrogata risponde D opo quasi vent’anni dall’apparizione del volume La Crusca risponde (1995), ne appare il seguito: La Crusca risponde. Dalla carta al web (1995-2005), a cura di Marco Biffi e Raffaella Setti, con prefazione di Nicoletta Maraschio, da alcuni anni presidente dell’Accademia della Crusca. Il volume esce presso Le Lettere (pp. 260, € 22). Sono riportate le risposte a circa duecento nuovi quesiti sul lessico e sulla grammatica dell’italiano, fornite dagli esperti linguistici della celebre Accademia, i quali affrontano i più svariati casi di sintassi, etimologia, pronuncia, grafia, spaziando dai neologismi ai forestierismi, dal parlato allo scritto al linguaggio in uso nei nuovi mezzi di comunicazione. La “Consulenza Linguistica” della Crusca risponde - sia attraverso il semestrale La Crusca per voi, sia mediante il sito accademiadellacrusca.it - a domande che arrivano a centinaia ogni anno. Il dialogo con scuole e “amatori della lingua”, inaugurato dall’allora presidente dell’Accademia Giovanni Nencioni nel 1990 con la fondazione della rivista, è proseguito sotto la direzione di Francesco Sabatini e si è ampliato, grazie alla rete, in modo straordinario. In tal modo si è aperto a un pubblico vasto ed eterogeneo, perfino non italiano. Marco Bertoncini La copertina del libro “Navi uomini e deità nel Mediterraneo antico” P er l’edizione Capone è stato pubblicato l’ultimo lavoro di Orazio Ferrara :”Navi uomini e deità nel Mediterraneo antico”. Orazio Ferrara, nato a Pantelleria nel 1948, vive in provincia di Salerno. Il libro narra della affascinante storia degli uomini che vivevano sul Mediterraneo antico. Narra dei miti, dei riti, delle scoperte, delle battaglie, dei trionfi sul mare, delle navi che solcavano le azzurre acque di quello che i romani chiameranno poi Mare Nostrum. L’autore racconta di Melqart, Colui che estende l’orizzonte, che apriva nuove e sempre più lontane rotte ai marinai spingendoli a raggiungere quella sottile linea blu, dove il cielo incontra il mare, e della benefica Asherah, Colei che cammina sul mare, che al mattino indicava ai naviganti la via del giorno e alla sera quella della notte. Ma racconta anche della nave siro-palestinese di Ulu Burun della tarda Età del bronzo e del Elisabetta Piqué Francesco Vita e rivoluzione Lindau - pp. 384 €. 19,00 Muovendosi su un terreno che conosce molto bene, Elisabetta Piqué ci presenta il ritratto di un uomo di grande umiltà, gentile ma deciso, che ha più volte messo in gioco la sua vita durante la dittatura militare in Argentina, che si muove con naturalezza ai vertici del potere, senza mai perdere il suo formidabile senso dell’umorismo. Raccogliendo centinaia di testimonianze, spesso inedite, di persone a lui vicine, l’autrice delinea un affresco completo che per la prima volta abbraccia il passato, il presente e il futuro del Papa. Quasi una vita di Gesù è un saggio che ricostruisce, Georges Bernanos partendo dai testi autografi di Bernanos, un progetto Quasi una vita di Gesù da lui a lungo pensato, ma che si decise a scrivere San Paolo solo nei suoi ultimi mesi di vita, quando ormai era pp. 112 €. 7,90 gravemente ammalato. E infatti Bernanos morì prima di poter realizzare la sua Vita di Gesù e di essa abbiamo soltanto il frammento iniziale, che viene proposto in due pagine a stampa subito dopo l’Introduzione del curatore. Poche righe che però esprimono chiaramente il suo desiderio di scrivere una vita di Gesù per le persone semplici e umili: «Vorrei parlare di Gesù Cristo molto semplicemente agli uomini che non lo conoscono più, vorrei parlarne dalla soglia di una chiesa o dietro un pilastro, da povero uomo come gli altri». suo ricchissimo carico; dell’ammiraglio cartaginese Annone che, superato lo Stretto di Gibilterra, naviga in quel vasto e sconosciuto oceano, dove tramonta definitivamente il sole; della splendida Nike di Samotracia, esaltazione plastica del divino che scende e celebra l’uomo, spingendolo a cercare il suo destino più alto sul mare. Michele Gaetani La copertina del libro Sembra che la questione del Giudizio finale, Balmary, Marguerat Andremo tutti in paradiso quello in cui, alla fine dei tempi, Dio giudicherà i Paoline - pp. 194 €. 17,90 “buoni” e i “cattivi”, non sia più “di moda”. Dopo secoli di “terrorismo sacro” che ha alimentato la paura dell’inferno, lo spirito moderno ha preso le distanze dall’immagine di un Dio giudice. Tuttavia, l’idea che ci sia una ricompensa per le azioni che ciascuno ha compiuto nella propria vita continua a suscitare interesse e si fa interprete di una sorta di desiderio di rivalsa contro il Male, che pare assediare il nostro mondo. In queste pagine, la psicanalista Marie Balmary e il teologo Daniel Marguerat affrontano la questione alla radice: quella dei testi biblici, che – almeno all’apparenza – sono molto severi al riguardo (anche quelli evangelici). Sulla base di alcuni pionieristici studi recenti e Cappelletti, Ghelfi, Vicentini grazie a una lunga ricerca d’archivio, il volume Una storia silenziosa traccia un quadro articolato del collezionismo Marsilio - pp. 256 €. 28,00 privato a Ferrara nel XVII secolo, riportando alla luce personaggi e fatti di una realtà poco conosciuta ma ricca di novità e talenti, in cui il passato cinquecentesco è il motore e l’ispiratore di una cultura artistica originale e attrattiva per gli altri centri italiani, legata inizialmente alle presenze di Guercino, di Scarsellino e Carlo Bononi. I viaggi e i contatti di artisti, committenti e collezionisti contribuiscono ad alimentare una storia silenziosa ma avvincente. Ferdinando Montuschi Gli equilibri dell’amore Edb - pp. 144 €. 12,00 Le storie dei senza fissa dimora (clochard, senza tetMichele Capitani Romanzi non scritti to, barboni, come sono chiamati) sono tutte diverse, Edb - pp. 192 €. 16,50 interessanti, irripetibili, ma con alcuni tratti comuni: la povertà, la paura, la solitudine, i sogni. Un’intera letteratura, anche sociale, ritiene che le persone senza dimora abbiano fatto una scelta di vita e che la loro condizione è solo il frutto di una responsabilità personale. Sappiamo, e il libro lo testimonia con forza, che non è così. Al contrario emerge il disperato sforzo di tanti “invisibili per i più” di diventare “visibili”, poter accedere ai servizi sociali e sanitari, avere un alloggio modesto e un po’ di salute. Amare per dovere è la peggior sorte che possa capitare all’amore. Eppure accade spesso che la mancanza di consapevolezza di ciò che avviene nella vita affettiva e l’incapacità di cogliere i condizionamenti della propria storia e dei propri vissuti rendano faticosa la ricerca di un equilibrio tra la cura di sé e l’attenzione per gli altri. La capacità di accogliere, condividere e rendersi disponibili quando le persone e i fatti implicitamente lo richiedono è uno degli esiti naturali, ma non scontati, dell’accettazione incondizionata di se stessi e della costruzione armoniosa della propria identità personale. Gelosia e invidia: la paura di perdere ciò che Valentina D’Urso si ha e il desiderio di possedere ciò che non Psicologia della gelosia e si ha. Sono le emozioni più legate al posdell’invidia sesso, intervengono in molti nostri pensieri, Carocci - pp. 170 €. 14,00 nei nostri progetti, rimpianti, soddisfazioni e delusioni; in definitiva influiscono in modo significativo sul nostro grado di benessere. In questo volume gelosia e invidia sono inserite in un ampio quadro di processi emotivi e quindi esaminate singolarmente da vicino nel loro rapporto con l’ambiente culturale e con le situazioni concrete. L’indagine sonda le origini ‘concettuali’ del Fabrizio Ammetto doppio-concerto per due violini in Vivaldi, I concerti per due la natura, la disseminazione e la relazione violini di Vivaldi reciproca delle fonti, occupandosi anche Olschki - pp. XXXII-368 €. 38,00 dell’analisi delle composizioni. Seguono una descrizione dei concerti per due violini di Telemann e Bach, una ricostruzione - effettuata dall’autore - dei due concerti incompleti RV 520 e 526 di Vivaldi, un elenco completo delle edizioni moderne dei suoi concerti per due violini e una discografia scelta degli stessi. LIBRI DA LEGGERE 8 LIBRI INSERTO Cinzia Bearzot Il federalismo greco Il Mulino pp. 116 €. 11,00 L’antica Grecia ebbe nella polis la forma principale di organizzazione politica, e sulla polis è centrato il pensiero politico greco. Non meno importante però fu il federalismo. Il volume traccia un sintetico profilo di questa particolare forma di stato. è LEGGERE CULTURA Una casa senza biblioteca è come una fortezza senza armeria (da un antico detto monastico) a cura di Maria Grazia D’Ettoris Potere, politica, legge: l’eredità di Benedetto XVI “ Dedicato a Papa Ratzinger l’ultimo numero del Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa Potere, politica, legge: l’eredità di Benedetto XVI” è il titolo del “Focus” tematico dell’ultimo numero, appena pubblicato dalle Edizioni Cantagalli di Siena, del “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa” (anno IX, n. 4/ottobre-dicembre 2013, pp. 48), dedicato all’eredità di Papa Ratzinger, ad un anno dalla sua rinuncia al pontificato. Diretta da Stefano Fontana, questa rivista si avvale di collaborazioni internazionali ed è pubblicata anche in Spagna ed America Latina. Esce con cadenza trimestrale (4 fascicoli annui) a cura dell’Osservatorio Internazionale “Cardinale Van Thuân”, il cui presidente è Monsignor Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo di Trieste. Anche questo numero monografico, come di consueto, si apre con l’editoriale di Mons. Crepaldi, intitolato Il posto di Dio nel mondo. Il vescovo triestino vi sottolinea una delle specificità dell’insegnamento di Benedetto XVI, cioè quella di spiegare chiaramente come di fronte a Dio non esistano “neutralità”, né da parte delle persone né da parte delle società. «Costruire un mondo senza Dio - scrive Crepaldi - non vuol dire costruire un mondo neutro. Un mondo senza Dio è un mondo senza Dio e non un mondo neutro. In questo modo Benedetto XVI, che ha avuto sovente parole di apprezzamento per le società caratterizzate da una “laicità aperta”, ci ha insegnato a non illuderci che possa esistere una laicità che non accetti la centralità di Dio esimendosi dall’essere perciò contro Dio e contro l’uomo». Sullo stesso tema, ma da una angolazione diversa, verte il saggio del Direttore responsabile della rivista, il prof. Fontana, Le preoccupazioni di Benedetto XVI e la Dottrina sociale della Chiesa. A fronte dell’enorme, inedita, urgenza cui si trova di fronte oggi la Chiesa e la comunità internazionale, vale a dire la ricostruzione dell’umano a partire dalla riproposta di Dio, Fontana evidenza il fatto assolutamente «significativo che Benedetto XVI abbia insistito sulla legge morale naturale in una cultura che rifiuta il concetto stesso di natura». Ai vari aspetti del Magistero ratzingeriano sono quindi dedicati tutti gli altri contributi del nume- C ro, fra i quali Il contributo della Chiesa alla politica secondo Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, di Arturo Bellocq, docente nella facoltà di teologia della Pontificia Università della Santa Croce, Il diritto naturale in Benedetto XVI, del teologo bolognese don Gianluca Guerzoni e Carità e verità nella Deus Caritas Est del giornalista cattolico Fabio Trevisan. Il Bollettino DSC si riceve per abbonamento ma è anche reperibile nelle principali librerie cattoliche. Giuseppe Brienza La copertina del bollettino onservali nella tua Joseph Ratzinger Benedetto XVI Il posto di Dio nel mondo Cantagalli pp. 264 € 14,00 Un libro in cui è raccolto il pensiero di Benedetto XVI su tutto ciò che ha a che fare con la gestione della cosa pubblica, la legislazione ispirata ai principi fondanti la dignità umana, l’amministrazione e il bene comune, la società orientata ai principi di solidarietà e sussidiarietà, la democrazia, l’ordine internazionale, la buona politica, l’etica della politica, i diritti umani, la responsabilità del legislatore, i principi che devono ispirare i cattolici impegnati in politica. Georges Bensoussan L’eredità di Auschwitz Come ricordare? Einaudi pp. XIII-198 €. 20,00 “La memoria di Auschwitz è una memoria viva, non legata al solo martirologio. La commemorazione, come l’insegnamento, non portano da nessuna parte se si limitano a far riflettere sull’orrore. La loro importanza consiste nel riesame politico e non moraleggiante della nostra civiltà”, scrive Georges Bensoussan. Un libro fondamentale che ci invita ad adottare un approccio critico più lucido e diretto, perfino provocatorio: la Shoah è stata un’aberrazione imprevista e unica nel corso della Storia, o piuttosto una sua inevitabile evoluzione? B A cura di Bernardo Cervellera Asia La sfida del terzo millennio I dieci anni di AsiaNews Cantagalli - pp. 216 €. 13,00 Il volume pubblicato in occasione dell’anniversario dalla fondazione dell’Agenzia giornalistica AsiaNews ripercorre le tappe attraverso cui le pagine web di AsiaNews sono divenute sempre più una fonte indispensabile di informazione sulla vita sociale, politica, economica e religiosa in Asia.Con il messaggio di Papa Francesco ad AsiaNews. Erich Lehmann La guerra dell’aria Il Mulino pp. 230 €. 20,00 Il volume ricostruisce la vita e l’opera di Giulio Douhet (1869-1930), primo teorico del bombardamento strategico e difensore dell’indipendenza dell’arma aerea, scrittore militare di fama internazionale in particolare per il trattato “Il dominio dell’aria” (1921 ). La vasta documentazione inedita consente all’autore di ricostruire nel dettaglio la carriera di questo ufficiale intransigente il quale, pur di diffondere la sua visione della politica aerea e militare italiana, non esitò a entrare in rotta di collisione con i superiori, pagando persino col carcere le sue convinzioni. N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo Pierfrancesco Prosperi La demolizione di Auschwitz Leone pp. 280 €. 13,00 È soddisfatto di sé Roger Federman, contitolare della più importante ditta di demolizioni della California del 2015. Gli affari vanno a gonfie vele, è un uomo che si compiace di fare bene il suo lavoro; se c’è da distruggere qualcosa e far sparire i resti come se non ci fossero mai stati, lui è l’uomo giusto. L’amore per il suo lavoro gli consente anche di lenire il dolore per la morte della moglie, l’adorata Laura, stuprata e uccisa anni prima da un teppista. Tutta la sua vita però subisce una brusca svolta quella sera in cui, nella luce incerta del crepuscolo, vede avanzare verso la sua casa un ometto dall’aria stranamente, assurdamente familiare. Quarantacinque anni, altezza media, esile con tendenza alla pinguedine. Baffetti, occhiali a pincenez, occhi piccoli e scuri dal taglio sottile e inclinato che gli danno un’aria vagamente giapponese. D’un tratto ricorda dove lo ha visto: nelle vecchie foto in bianco e nero, nei filmati sulla Seconda guerra mondiale. È proprio Heinrich Himmler, il ministro degli Interni di Hitler. Oppure il suo fratello gemello... Emanuela Zuccalà Sopravvissuta ad Auschwitz Paoline pp. 155 €. 9,90 Quando fu liberata, con l’arrivo degli Alleati, Liliana Segre aveva 14 anni e pesava 32 kg. Come abbia potuto sopravvivere nell’inferno di Auschwitz in quelle condizioni, non sa spiegarselo ancora oggi. Non è mai più ritornata ad Auschwitz. Dopo tanti anni di voluto silenzio, la donna ha deciso di testimoniare per una serie di ragioni private e universali insieme: il debito verso i suoi cari scomparsi ad Auschwitz; la fede nel valore della memoria, e nella necessità di tenerla viva per tutti coloro che verranno dopo. L’esperienza inumana del periodo di deportazione, non ha condizionato la sua volontà di essere una donna di pace e di perdono. E racconta soprattutto per i giovani e per gli adulti che si occupano di giovani. Per tutti è importante conoscere ciò che successe allora e ricordare… perché simili aberrazioni della storia non si ripetano più. iblioteca A cura di Maurizio Bossi Giovan Pietro Viussex Olschki pp. XLII-352 €. 35,00 Fin dalla fondazione a Firenze nel 1819 del suo Gabinetto Scientifico Letterario, Giovan Pietro Vieusseux svolse un’intensa opera di mediazione culturale fra la penisola e l’Europa, favorendo così il progressivo formarsi nella prima metà dell’Ottocento di una moderna coscienza italiana. Attraverso le potenzialità di un’Italia in cerca di se stessa emerge dal volume un quadro complessivo e problematico di un’Europa in forte movimento. Giorgio Jossa Tu sei il re dei giudei? Carocci pp. 250 €. 21,00 Convinto che dopo la “riscoperta” del Gesù ebreo lo studioso non possa esimersi dal collocarne la vicenda nel contesto storico, e che le nostre fonti forniscano tuttavia alcuni dati storici essenziali, Jossa delinea uno sviluppo coerente della sua vita e del suo pensiero, in cui gli aspetti della personalità e i temi della predicazione non soltanto si intrecciano strettamente ma si modificano anche progressivamente. Ne risulta un’immagine complessiva in grado di spiegare in maniera convincente l’azione, i contrasti e la morte di Gesù. P. F. De Marchi, D. Galli Litigare è un’arte... che si impara Paoline - pp. 136 €. 12,00 L’ambiente scolastico è sempre più interessato da comportamenti conflittuali che possono sfociare in dinamiche disfunzionali e patologizzanti. Il progetto presentato dalle autrici è stato realizzato in alcune scuole medie inferiori a Novara negli anni scolastici 2005/2006 e 2006/2007 e prevede un percorso formativo per docenti (quattro incontri a cadenza settimanale) e uno per studenti (cinque incontri a cadenza settimanale). Domenico Fisichella Dittatura e monarchia Carocci pp. 415 €. 22,00 Sul piano internazionale il fascismo si muove tra Francia e Gran Bretagna da una parte, Germania dall’altra. Le sfide si susseguono su diversi terreni: delitto Matteotti, Patti lateranensi, depressione del 1939, imprese coloniali, guerra civile spagnola, legislazione razziale, seconda guerra mondiale. È in questo ampio scenario che si colloca il problema delle relazioni tra dittatura e monarchia. N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo Letteratura Mediterranea INSERTO Quando ci si può guardar soffrire e raccontare quello che si è visto, significa che si è nati per la letteratura. Specie rare Giovanna Crisà A lcune lettere inedite di Mendel e un drammatico episodio d’infanzia sono l’eredità che lega Antonia a suo nonno. Perso nel limbo fra ricordi e realtà, il vecchio Linnaeus combatte con la scomparsa della sua leggendaria memoria. Due biologi marini si innamorano sulla labile linea di confine fra terra e mare, ma devono fare i conti con la labilità dei sentimenti. Di racconto in racconto, Andrea Barrett applica il suo sapiente microscopio narrativo a queste e altre «specie rare», personaggi eccezionali per sete di conoscenza e anticonvenzionalità, ma comunissimi nella loro dolente umanità. Se la scienza è una lente d’ingrandimento che permette di leggere il grande libro della natura, la letteratura è un prisma con cui scomporre, analizzare e descrivere le mille componenti della vita. È così che l’amore per la scienza si combina alla scienza dei rapporti umani, producendo una straordinaria serie di storie Caterina Bonvicini Correva l’anno del nostro amore Garzanti pp. 266 €. 16,40 N Ti ricordi la Casa Rossa? M entre una madre perde inesorabilmente la memoria, il figlio non fa che ricordare, anzi impara a ricordare. Il racconto della Casa Rossa è questo viaggio inversamente proporzionale, perché ora il tempo non fa più da fissativo ma da solvente: il dissolversi delle memorie della madre è il set dei ricordi del figlio. Nell’itinerario percorso in direzioni contrarie c’è la ricerca di un appuntamento, la rinnovata speranza di incontrarsi in qualche fortunato luogo dell’anima. Come la Casa Rossa, nel Cilento, dove si trovano le radici e le memorie, assie- C me autentiche e mitiche, di una famiglia. Risalendo di ricordo in ricordo, Giulio Scarpati “riracconta” alla madre, affetta dal morbo di Alzheimer, la storia della sua famiglia: ripercorre tutte le tappe del consueto viaggio a Licosa, per anni loro meta estiva e luogo a lei particolarmente caro, fa il ritratto nitido della persona vitale che era prima di ammalarsi, percorre ogni possibile strada per farla reagire e restituirle i ricordi delle cose, dei nomi, di una vita intera. E attorno alla Casa Rossa, il cuore della memoria condivisa, ruotano gli aneddoti più malinconi- Born to run hristopher McDougall, giornalista, ex inviato di guerra e runner dilettante, in questo libro straordinario ci racconta il suo viaggio avventuroso sulle tracce dei Tarahumara, una popolazione che vive nei selvaggi Copper Canyon dello stato messicano di Chihuahua. I Tarahumara - «il popolo più gentile, più felice e più forte della terra» - sono i più grandi runner di tutti i tempi, capaci di correre decine di chilometri in condizioni estreme senza apparente fatica e senza subire infortuni. Il loro segreto consiste in una dieta frugale ma perfettamente equilibrata (se escludiamo il topo alla griglia e un distillato locale piuttosto alcolico di cui sono ghiotti), in una tecnica della corsa particolarmente efficace e in un atteggiamento mentale più simile alla saggezza del filosofo che all’aggressività a cui i nostri campioni ci hanno abituato. Coinvolgente e ironico, McDougall punteggia il suo racconto di aneddoti su grandi corridori del passato come Emil Zatopek o Roger Bannister, e di singolari scoperte, arricchite di consigli tecnici e dati scientifici, sul mondo delle ultramaratone. Sapevate che la dieta ideale per un ultramaratoneta è quella vegetariana? E che più le scarpe da running sono ammortizzate più sono pericolose, e che quindi il modo migliore di correre è indossare le scarpe peggiori? E avreste mai immaginato che i corridori raggiungono il picco della velocità a 27 anni, dopo di che comincia un lento ma inesorabile declino? Ma anche che a 65 anni, grazie all’allenamento, possono ottenere le stes- ci e più divertenti, a partire dal periodo della guerra e dai vecchi rituali cilentani, l’esplorarsi dei corpi, la scoperta del sesso. Passando per le vicende del Giulio angelo biondo, ragazzino sempre obbediente, al quale si contrappone l’alter ego Giulio il pazzo, meno inquadrato e più artista. Giulio Scarpati Ti ricordi la Casa Rossa? Mondadori pp. 140 €. 16,00 se prestazioni di quando ne avevano 19? G.C. Christopher McDougall Born to run Mondadori pp. 396 €. 17,50 Èdouard Bourdet Brendan O’Carroll I marmocchi di Agnes Beat pp. 384 €. 9,00 in cui l’invenzione romanzesca è intessuta di elementi reali, la curiosità scientifica è intrecciata alla passione, la storia è intimamente legata alla contemporaneità. Andrea Barrett Specie rare Dedalo pp. 288 €. 16,00 9 el giardino di una villa, Olivia e Valerio giocano felici. Sono cresciuti insieme e da sempre sono amici inseparabili. Eppure provengono da mondi molto diversi: Olivia è l’erede di una ricca famiglia di costruttori, mentre Valerio è il figlio del giardiniere e della cameriera. Differenze profonde nell’Italia violenta e instabile degli anni Settanta. Differenze che per due bambini come loro non significano nulla. Geraldine Brooks Annus mirabilis Beat pp. 334 €. 16,00 666: la peste da Londra arriva a Eyam attraverso un pezzo di stoffa. E la trasporta fino alla casa di Anna Frith, una servetta vedova con due bambini, che in cambio di qualche soldo ospita un giovane sarto innamorato di lei. Manipolando la stoffa, il sarto diventa la prima vittima della terribile malattia. Attraverso la voce e lo sguardo di Anna, assistiamo al drammatico e incalzante susseguirsi degli eventi. Dalle preghiere, gli abitanti di Eyam passano alle pratiche magiche e poi alla crudele caccia alle streghe, in un innarrestabile crescendo di ottusità e superstizione. 1 Sono passati tre anni dalla morte di Rosso, il marito, e la vita non risparmia i colpi bassi ad Agnes Browne. Frankie, la pecora nera della famiglia, la deruba di tutti i suoi averi e fugge in Inghilterra. Cathy, da bambina vivace e assetata di avventure, diventa donna e si fidanza con un poliziotto di Cork; Mark, che alla morte di Rosso ha fatto da padre ai fratelli, si sposa; il balbuziente e poco dotato Simon ottiene un posto da inserviente in ospedale grazie a un esilarante colloquio di lavoro; Rory, il figlio gay, subisce le angherie di un gruppo di skinhead, ma riesce a diventare un parrucchiere di successo e a conquistare l’amore di un collega; infine Trevor, il più piccolo e il più tardo di tutti, si rivela un bambino prodigio, un artista in erba, un «tesoro nazionale». E la resistenza di Agnes alla corte di Pierre, il bel francese, si fa sempre più debole… Agnes saprà affrontare tutto questo – drammi, tragedie, commedie – con lo spirito e l’ironia delle donne irlandesi, sempre pronte a regalare una battuta o una replica sferzante. Amity Gaige Il sogno di Schroder Einaudi pp. 280 €. 19,50 «Nel giro di poco tempo avrei avuto a che fare con un omicidio, con guerriglie tra narcotrafficanti e con un uomo senza un braccio che correva tenendo una ciotola di formaggio spalmabile sulla testa. ... In seguito mi sarei imbattuto in un Batman Scalzo, nel Nudista, nei Boscimani Kalahari, nel Mutilato delle Unghie dei Erik Schroder ha cinque anni quando “senz’altro bene che la mano di mio padre stretta fra le mie” attraversa la frontiera della Germania dell’Est per non farvi più ritorno; ne ha quattordici il giorno in cui, nella cupa cittadina operaia di Dorchester, Massachusetts, in cui è cresciuto, s’imbatte nel foglio che gli cambierà la vita. È l’opuscolo pubblicitario di un campo estivo sul lago Ossipee e mostra schiere di ragazzi americani felici e ben integrati. Per essere come loro a Erik basterà farsi come loro: un inglese impeccabile e senza accenti, una storia famigliare radicata nella cittadina immaginaria di Twelve Hills, a Cape Cod, un cognome di provata americanità. Anzi, il più americano dei cognomi, Kennedy, quello del presidente “Berliner” più amato dai tedeschi, col cui illustre ceppo potrà magari lasciar intendere una lontanissima parentela. E poco importa se per raggiungere lo scopo dovrà tagliare i ponti con il suo passato e chi ne ha fatto parte: ogni guerra ha i suoi caduti... Lucinda Riley Il profumo della rosa di mezzanotte Giunti pp. 640 €. 9,90 India, Darjeeling. È il centesimo compleanno di Anahita Chavan, per tutti Anni. La famiglia si riunisce per festeggiarla, ma la sua felicità non è completa perché intorno alla tavola manca uno dei suoi figli. Anche se un certificato ne testimonia la morte, Anni sa che non è così: i suoi poteri di sensitiva le dicono che non è morto da bambino, come tutti credono, ma che è ancora in vita. Quindi lascia ad Ari, uno dei nipoti, il compito di fare luce sul passato e gliene consegna la chiave: un manoscritto in cui ha raccolto la storia della sua vita. Inghilterra, Dartmoor. L’attrice americana Rebecca Bradley è ad Astbury hall sul set del suo nuovo film. Lord Astbury, schivo proprietario del maniero, si mostra fin troppo gentile nei suoi confronti e insiste sulla somiglianza tra Rebecca e sua nonna... Sarà il viaggio di Ari in Inghilterra e l’incontro con Rebecca a gettare nuova luce sul periodo inglese di anni durante la Prima guerra mondiale e sull’amore tormentato tra lei e Donald, erede di Astbury Hall. Un viaggio alla scoperta delle proprie radici che gli darà modo di scoprire che anche lui ha le stesse capacità sensitive della nonna e di svelare i segreti rimasti sepolti per intere generazioni. Religione 10 Via Crucis tra gli ammalati R agusa - Una Via Crucis rivolta ai malati e ai sofferenti. In grado di portare il messaggio di Cristo tra chi ha bisogno di sostegno, di una parola di conforto. E’ quella che è stata animata venerdì 7 marzo, la prima di questo periodo quaresimale, dal direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti, nei reparti dell’ospedale Civile di Ragusa. Un momento pregnante che, partecipato dai componenti della cappellania ospedaliera e dai volontari dell’Avo, ha coinvolto anche i medici e gli operatori sanitari oltre ai fedeli che non hanno voluto fare mancare il proprio affetto nei confronti dei numerosi pazienti del nosocomio. “E’ stato un momento molto sentito, bellissimo – dice don Occhipinti – un momento nel corso del quale è stata manifestata la sofferenza del Cristo in Croce che ha preso su di sé tutti i peccati del mondo. Se vogliamo, un accostamento ancora più pieno a questa cerimonia specifica della Quaresima per quanti vivono una situazione di grave difficoltà fisica e non solo”. Subito dopo, lo stesso don Occhipinti ha proceduto a benedire i malati presenti nei vari reparti. L’ufficio diocesano per la Pastorale della salute ha programmato un’altra Via Crucis per il 14 e 28 marzo e per l’11 aprile all’ospedale Maria Paternò Arezzo con inizio alle 17. All’ospedale Civile la Via Crucis tornerà il 21 marzo e il 4 aprile a partire dalle 16 ma sarà preceduta, alle 15,30, dalla preghiera della Divina misericordia. “Invitiamo i fedeli a partecipare – continua don Occhipinti – per fare sentire la propria vicinanza a chi si trova in un letto d’ospedale e ha bisogno di un caloroso segnale d’aiuto, anche soltanto in termini di presenza”. N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo Riflettiamo con iflettiamo con ii Libri ibri È una storia bellissima, talmente bella che sem- Gian Franco Svideroschi Il Papa e l’amico ebreo Cairo pp. 128 €. 10,00 bra nata dalla fantasia di uno scrittore. Invece è la storia vera di due ragazzi, uno cristiano e uno ebreo, cresciuti insieme in una cittadina polacca, Wadowice, tra gli anni Venti e Trenta, due amici per la pelle. La scuola, i compagni, i professori, gli amori, le simpatie e le inimicizie sono quelli di due ragazzi normali; ma l’epoca in cui vivono non lo è: l’antisemitismo, l’occupazione nazista, la guerra e le deportazioni cambieranno la loro vita per sempre. Tuttavia il legame che li unisce, le memorie condivise, si dimostreranno più forti di ogni altra cosa... Lo scontro tra le fedi cristiane che si apre con la Vincenzo Lavenia Riforma protestante e il perdurare del conflitto con Il catechismo l’islam contribuiscono in età moderna alla rinascita dei soldati dell’idea di guerra santa. Per iniziativa dei gesuiti, Edb - pp. 128 €. 9,80 tra Cinque e Seicento compaiono anche i primi catechismi destinati ai soldati, un genere che avrà vasta fortuna assumendo talvolta la forma del libretto illustrato e dello scritto epistolare o diaristico. Rispetto all’estemporanea predicazione bellica del clero cattolico medievale, si struttura così in modo nuovo il rapporto tra pietà cristiana e valore militare con l’intento di trasformare la sciagura della guerra in risorsa spirituale. Carlos Maria Antunes Attraversare la propria solitudine Paoline - pp. 116 €. 10,00 Il testo, che è una poetica presentazione della spiritualità cristiana, tratta della necessità di “attraversare la propria solitudine” per imparare a conoscere veramente noi stessi. Il silenzio e la solitudine che l’autore propone non hanno niente a che fare con il chiudersi in se stessi in un atteggiamento individualistico di intimità emotiva; anzi, si fanno ascolto e apertura all’Altro, agli altri, si fanno preghiera e accoglienza e sfociano in comunione. Quando abbiamo percorso il pellegrinaggio all’interno del nostro cuore, diveniamo “veggenti”, scopriamo attraverso la misericordia di Dio sperimentata nella nostra storia la bellezza e le potenzialità dell’altro. Ottanta piccole storie, tutte con protagoRosario Carello nista Papa Francesco, per raccontare dove I racconti di nascono il coraggio, la simpatia, la coerenPapa Francesco za, la forza, la fede dell’uomo chiamato nel San Paolo - pp. 136 €. 9,90 2013 a guidare la Chiesa. Ottanta aneddoti di vita, molti dei quali inediti, che ci aiutano a capire il pensiero e le scelte di Papa Francesco: la povertà, la sobrietà, il rigore personale, la tenerezza, la vicinanza alla gente. Storia dopo storia, dalla A alla Z, un viaggio avvincente che getta una nuova luce su una delle personalità più folgoranti del secolo: Jorge Mario Bergoglio. A. Ciucci, P. Sartor In cucina con i santi San Paolo pp. 160 €. 17,50 più amati. Le ricette che hanno segnato le vite dei santi o che a esse sono ispirate: dai mostaccioli che un’amica preparava a san Francesco al dolce preferito di Giovanni Paolo II, dai maccheroni di san Pio da Pietrelcina alla polenta per papa Giovanni XXIII. Sessanta modi di scoprire (e gustare) gli aromi e i sapori che hanno accompagnato i santi e i beati più amati. Sessanta ricette legate o ispirate alle vite dei santi In questo piccolo libro, il Patriarca di Venezia ci Francesco Moraglia invita a ripercorrere i primi passi di fede della co- Atti degli apostoli, gli munità cristiana. Un invito a “ripensare il nostro inizi della Chiesa modo di dire sì a Gesù Cristo”, in chiave personale Cantagalli e comunitaria. pp. 72 €. 4,50 La Via Crucis nei reparti Tomas Halik La notte del confessore Paoline pp. 280 €. 19,90 Il libro scaturisce dall’esperienza dell’autore che, trascorrendo molte ore in confessionale attraverso l’ascolto attento, paziente e di continuo discernimento ha potuto toccare con mano delusioni, vuoti interiori, crisi del “sistema religioso”. L’autore esprime la convinzione che le crisi (modi di pensare, esperienze, comportamenti), anche le “crisi di religione” non vadano evitate o eluse, ma attraversate e vissute come enormi finestre di opportunità che Dio apre per ciascuno. Invita dunque a non cercare un Dio accomodante, bensì a riscoprire il significato del prendere su di sé la propria croce. Anna Maria Canopi Dio amico dell’uomo Il Vangelo della fedeltà Paoline pp. 122 € 9,00 Il Vangelo non è altro che il mirabile documento della fedeltà e dell’amicizia di Dio nei confronti della creatura umana. Fedeltà e amicizia che, nella storia della salvezza, si sono concretizzate e manifestate in Gesù, Figlio obbediente fino al dono di sé sulla croce. Nella consapevolezza che Cristo e la sua Parola rinvigoriscono la fede di ogni credente per una risposta consapevole e generosa, l’autrice in questo libro, commentando alcuni brani di Vangelo, offre spunti di meditazione e di riflessione. I L ibri dello Encicliche di Giovanni XIII Edb pp. 256 €. 6,00 Nel 50° anniversario della morte, il volume raccoglie le otto encicliche firmate da papa Roncalli, rendendole accessibili al grande pubblico in formato tascabile e a prezzo contenuto. Il testo è fornito nella sola lingua italiana. Ad Petri cathedram. Sacerdotii nostri primordia. Grata recordatio. Princeps pastorum. Mater et magistra. Aeterna Dei sapientia. Paenitentiam agere. Pacem in terris. Emiliano Antenucci, Maria Gloria Riva L’arte del silenzio San Paolo - pp. 96 €. 12,50 Il silenzio è un dono di Dio, non lo si ‘acquista’ e neppure lo si ‘conquista’, ma lo si riceve in dono. Bisogna, però, desiderarlo e accoglierlo in cuore umile e povero, pieno di stupore. Per ‘insegnare’ il silenzio, è stato scelto un suggestivo percorso attraverso l’arte di un mistico: il beato Angelico. Conducendo dolcemente il lettore a contemplare gli affreschi del convento domenicano di San Marco in Firenze, suor Gloria Riva lo aiuta a cogliere la bellezza spirituale degli affreschi, così da fare un vero incontro con il mistero del Verbo incarnato. S pirito PTomas Halikapa Francesco Lumen fidei Enciclica sulla fede San Paolo pp. 115 € 2,50 Al termine dell’Anno della Fede, la prima, attesissima enciclica di papa Francesco, dedicata alla fede cristiana e all’identità dei credenti, in un’edizione completa e arricchita da introduzione e commenti. Introduzione e linee guida per la lettura di mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione. Francesco Non abbiate paura di sognare cose grandi Mondadori pp. 140 €. 9,90 Dal giorno della sua elezione, papa Francesco ha dato a tutti l’impressione di parlare un linguaggio semplice e diretto, espressione di un eccezionale carisma, capace di trasmettere la gioia e la forza del messaggio cristiano. Un Papa che fin da subito si è impegnato a parlare con tutti, con ogni mezzo a disposizione: non sorprende quindi l’enorme successo riscosso dal suo account su Twitter, con cui invia ogni giorno messaggi incisivi, appelli ed esortazioni. Enzo Pace Angelo Ficarra Un vescovo senza Chiesa Morcelliana pp. 160 €. 15,00 La vicenda del vescovo di Patti Angelo Ficarra (1885-1959), destituito e assegnato alla diocesi-fantasma di Leontopoli Augustamnica, è una pagina significativa della storia dei dimissionamenti forzati di vescovi in epoca moderna. Da uno spaccato particolare quale è la Sicilia di quegli anni, il caso Ficarra rende possibile comprendere non solo un capitolo della storia interna alla Chiesa italiana tra fascismo e rifondazione dello Stato democratico, ma anche della società nazionale intesa come articolazione del sistema politico e della società civile in tutte le sue espressioni, in particolare nel rapporto con il sacro e con il cattolicesimo. Valerio Lessi Pietro Sambi Nunzio di Dio Cantagalli pp. 215 €. 16,00 Questo libro ripercorre l’esperienza di monsignor Pietro Sambi, arcivescovo e nunzio apostolico dalla fede schietta e certa e dalle indubbie doti diplomatiche. Dalla campagna romagnola Sambi è inviato in Camerun, Israele, Cuba, Algeria, Nicaragua, Belgio e India. In ogni circostanza si distingue per un fervente amore alla Chiesa, per la capacità di tessere rapporti personali con tutti e conquistare con il suo vivace carattere romagnolo. N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo Informazione Regionale Nuove professionalità per il turismo enogastronomico dalla Sicilia C atania - Le opportunità dell’enogastronomia in Sicilia raccontata ai futuri chef e sommelierin un workshop formativo per chi, lasciati i banchi di scuola, dovrà fare i conti con il mondo delle imprese. Questo lo spirito delladue giorni organizzata dalla società Civita Srl, in collaborazione con l’Istituto Superiore Fermi-Eredia, partner nell’ambito del piano formativo G.I.A.R.A. (Generare Innovazione nell’Agroalimentare per Rafforzare le Aziende), finanziato da Fondimpresa, il fondo interprofessionale costituito da Confindustria Cgil, Cisl Uil. Guardare con consapevolezza ai mestieri del futuro, dunque, in un settore in forte crescita nonostante i tempi di crisi, e creare un legame sempre più solido tra mondo dell’impresa e mondo della scuola, mostrando quali possono essere le competenze vincenti. Così come sempre più indissolubile deve essere il rapporto tra chef e sommelier, cibo e vino, a loro volta, espressione di un territorio ancora tutto da scoprire. Una full immersion con due docenti d’eccezione: lo Chef Sebi Sorbello (componente del direttivo F.I.C. Federazione Italiana Cuochi) e il Sommelier Vittorio Cardaci (delegazione catanese della F.I.S.A.R. – Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori), rivolta a una settantina di studenti delle tre classi dell’area Cucina, dell’area Enologia e dell’area Sala dell’istituto. “Stare con i ragazzi è sempre un’esperienza bellissima,perché trasmettono il loro entusiasmo, la voglia di conoscere e andare avanti – racconta Sebi Sorbello – Noi abbiamo l’obbligo di avvertire i ragazzi, però, che per diventare dei bravi ristoratori non basta essere dei buongustai, Scuola: scambio culturale tra studenti catanesi e olandesi Catania - “L’idea di Europa viene rinsaldata ogniqualvolta giovani di nazionalità diverse si incontrano portando ciascuno il proprio patrimonio culturale”. Lo ha detto l’assessore ai Saperi e alla Bellezza condivisa Orazio Licandro accogliendo, con il prof. Alfio Pennisi, preside del liceo classico Nicola Spedalieri di Catania, gli allievi dell’Antonius college di Gouda, in Olanda, rimasti per qualche giorno nella nostra città per uno scambio culturale con i nostri liceali. A Catania sono stati ospitati, dalle famiglie dei nostri liceali, 25 alunni della scuola olandese, qui per studiare usi e costumi locali e festività regionali. Referente del progetto per lo 11 Spedalieri è stata la prof.ssa Paola Smecca, coadiuvata dai docenti Anna Reitano, Maria Grazia Marchisello, Annalisa Montironi e Vincenzo Cro. Lo scambio culturale era articolato in due fasi: nella prima gli studenti olandesi sono stati ospiti a Catania, visitando i nostri musei, i nostri monumenti Patrimonio dell’Umanità (hanno voluto scattare una foto ricordo davanti alla Chiesa di San Nicolò l’Arena), e hanno effettuato anche un’escursione sull’Etna, altro sito inserito dall’Unesco nella World Heritage List. Nella seconda fase saranno gli studenti dello Spedalieri a recarsi in Olanda per studiare il sistema didattico e lo stile di vita di quel Paese. serve fatica, passione, scuola. Noi, attraverso il cibo, raccontiamo un territorio rispettando la tradizione,rivisitandolo con un linguaggio moderno e innovativo ”. “Conoscere il vino e il territorio – ha aggiunto Vittorio Cardaci – assimilarne il concetto del consumo ragionato e del servizio è fondamentale, sono le basi di un mestiere che deve mettere insieme competenze di cucina, enologia e sala” . “Abbiamo creduto molto in questa attività mirata al rafforzamento del binomio menù-vino – ha sottolineato Nanda D’Amore di Civita – Ci è sembrato utile puntare un faro sull’enogastronomia perché è un settore che in Sicilia ha enormi potenzialità e ci sono forti segnali di crescita e di sbocchi lavorativi per i giovani. Non a caso si è voluto che i ragazzi della terza classe cucina preparassero dei piatti che, a loro modo, tra tradizione e innovazione, raccontassero un territorio, con la supervisione di un grande chef come Sebi Sorbello, per poi lasciare che i compagni della terza enotecnica abbinassero i migliori vini siciliani, consigliati da Vittorio Cardaci”. “Le scuole sono sempre più aziende che riescono ad andare avanti se hanno la capacità di intercettare nuovi flussi, nuove competenze, scommettendo sulla capacità di sviluppo e miglioramento – ha concluso D’Amore – e l’ istituto Fermi- Eredia ha contenuti e requisiti”. “Lo scopo del workshop – ha sintetizzato il preside Alfio Pe- trone–è stato quello di mettere insieme e far dialogare i ragazzi del settore cucina e dell’enotecnico per creare una figura più consapevole e qualificata”. “Negli anni abbiamo cercato di essere più incisi per quanto riguarda figure professionali nuove – ha proseguito il docente Felice Arona – che vanno incontro alle richieste del mercato del lavoro”. Al dibattito di oggi presente anche la presidente regionale di Confindustria Turismo e Alberghi, Ornella Laneri che ha annunciato l’avvio di un nuovo progetto in collaborazione con la Regione“Le Vie del Gusto” che partirà dalla scoperta di un pezzo di territorio, la tratta della circumetnea Riposto-RandazzoBronte, tra i più interessanti sotto il profilo paesaggistico ed enogastronomico. “Sin dal mio insediamento- ha spiegato Ornella Laneri – ho puntato sul turismo enogastronomico, ritenendolo uno dei principali motori di ripresa dell’economia perché lega l’agroalimentare, il turismo e i servizi”. “ In questo senso, Expo 2015 che quest’anno dopo quasi un secolo torna in Italia,con i suoi oltre 8 milioni di visitatori sarà un’occasione unica per la Sicilia – ha proseguito – perché la nostra Regione ha il numero maggiore di beni Unesco in Italia e un potenziale di crescita enogastronomico enorme”. “E’ fondamentale che i contatti tra scuola e impresa siano continui – ha concluso Giacomo Rota Cgil Catania in rappresentanza di Obr Sicilia organismo bilaterale assieme a Confindustria – cosa che avviene negli altri Stati da anni, noi abbiamo l’obbligo di fare vedere agli studenti cosa succede dopo,com’è il mondo delle aziende. Come sindacato riteniamo importantissimo che giovani diventino cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri. La partita dell’Enogastronomia, connesso a un turismo di qualità è certamente quella vincente.” Palazzo degli Elefanti: baby Consiglio approva “ordine del giorno” C atania - “ L’istituzione del Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni”. Questo l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal baby Consiglio dell’Istituto comprensivo Parini che per alcune ore, nella giornata dedicata alle donne, ha sostituito l’Assemblea cittadina. Nell’aula consiliare del Palazzo di Città infatti, la presidente Francesca Raciti e le consigliere Ersilia Saverino, Elisabetta Vanin, Erika Marco, Maria Ausilia Mastrandrea, Elena Ragusa, Beatrice Viscuso (coautrici con gli studenti dell’odg) e il consigliere Manlio Messina hanno accolto, in veste di tutors, i ragazzi che avevano chiesto di dar vita alla simulazione di una seduta consiliare, secondo i principi della cittadinanza partecipata e condivisa. Ha voluto dare il proprio sostegno all’iniziativa anche il sindaco Enzo Bianco, con la sua presenza in aula tra i piccoli consiglieri, assessori, sindaco (Simone Monasteri) e presidente del consiglio (Marta Molino), al fianco della presidente Raciti e dei componenti della Giunta: Valentina Scialfa, Orazio Licandro e Luigi Bosco. I tre assessori, titolari di Scuola, Saperi e Bellezza condivisa e Lavori Pubblici, han- no seguito passo passo, raccolto e fatto proprie tutte le sollecitazioni dei piccoli consiglieri, su temi come legalità, lotta alle mafie, al bullismo, alla violenza contro le donne, ma anche edilizia scolastica, verde pubblico, salute, sport, barriere architettoniche. “ Vi ringrazio di cuore – ha detto il sindaco Bianco rivolto agli studenti – per averci dato un esempio di buona amministrazione, come può essere anche l’approvazione all’unanimità, e in pochi secondi, di un ‘ordine del giorno’ così importante”. “E’ per noi un onore e un piacere – ha sottolineato la presidente Raciti – aprire l’aula consiliare alle scuole per far conoscere da vicino il senato della città, che è il luogo dove iniziano i dibattiti e si avvia la realizzazione di attività e opere che, mi auguro, possano seguire l’indirizzo da voi tracciato oggi, per un società a favore delle pari opportunità e contro ogni tipo di discriminazione.” Gli studenti che hanno partecipato all’incontro, guidati dalla preside Carmela Trovato e dagli insegnanti, sono, oltre a Marta Molino e Simone Monasteri: Lorenza Inserra, Giada Spampinato, Alice Narcisi, Giulia Testa, Rachele Greco, Pietro Arena, Giorgia Lucenti, Sofia Carpinteri, Giuseppe Barbarino, Matteo Mancino, Mario Razete, Anna Spitaleri (assessori); Simone Rau, Cristiano Scuderi, Giulia Donzì, Martina Massimino, Francesco Pennisi, Emiliano Pallone, Giuliana Nizzari (consiglieri). Attualità 12 N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo La persecuzione dei cristiani in Pakistan M entre nel mondo si prega per l’unità dei cristiani delle diverse confessioni non accenna a diminuire l’emergenza libertà-religiosa in Pakistan, dove ancora oggi i seguaci di Gesù che vogliano restare fedeli al Vangelo devono affrontare persecuzioni, intimidazioni e non di rado processi giudiziari di vario tipo fino a subire la condanna a morte. Da ultimo, la situazione potrebbe persino peggiorare se la recente proposta della Corte Federale della Shari’a di estendere la pena capitale anche ai supposti casi di blasfemia contro il Corano dovesse trovare riscontro a livello legislativo. Di fatto, Asia Bibi, la donna cristiana, madre di cinque figli, arrestata nel giugno 2009 in seguito a un’accusa artefatta di blasfemia verso il profetta dell’islam Maometto, è ancora in carcere e nemmeno la pressione mediatica internazionale sembra aver sortito alcun effetto. Per non dimenticarla, e soprattutto per informare sull’ignota quanto drammatica quotidianità dei cristiani dalle parti di Islamabad le associazioni dei cristiani pakistani in Italia hanno organizzato a Roma, presso il centrale Convento Gesù e Maria, una giornata di riflessione e denuncia dal titolo “Legge sulla blasfemia e pena di morte in Pakistan: una condanna per gli analfabeti”. Una delle cause dell’attuale situazione di sopruso e violenza generalizzata è infatti proprio l’analfabetismo che colpisce larga parte della popolazione e – all’interno di questa – in particolar modo le donne (solo una su due è in grado di leggere e scrivere correttamete). Soprattutto, scarsissima è la conoscenza dell’arabo (che è invece la lingua ufficiale del Corano): in tutta la nazione si stima che solo il 5% sia in grado di padroneggiarlo adeguatamente. In questo contesto di estrema povertà e miseria, quindi, incrementare ulteriormente la possibilità di essere processati per avere diffamato il libro sacro dell’islamismo apparirebbe come un totale non-senso logico e giuridico se non fosse per la pressione sociale e culturale che proprio i gruppi radicali Shahbaz Bhatti e fondamentalisti esercitano sul governo e sull’opinione pubblica. Una pressione che ha raggiunto oramai livelli spaventosi: oltre al caso di Asia Bibi (e senza parlare degli omicidi di quanti a livello politico ne avevano sostenuto la difesa, come il governatore del Punjab Salmaan Taseer (19442011) e il ministro federale per le minoranze religiose Shabhaz Bhatti (1968-2011)) le cronache degli ultimi anni registrano oltre 2500 vittime extra-giudiziarie e veri e propri pogrom, come quelli che provocarono la morte di sette cristiani a Gojra (in provincia di Faisalabad, nel Punjab), tra cui due bambini, bruciati vivi nell’agosto del 2009. Ne ha parlato approfonditamente Marta Petrosillo in rappresentanza dell’Associazione dei Pakistani Cristiani in Italia: la studiosa ha spiegato che nell’attuale quadro giuridico e sociale “neanche i bambini o i disabili mentali” possono considerarsi al sicuro, come dimostra il recente caso di Rimsha Masih, la ragazzina di 12 anni, affetta da un ritardo mentale (la sindrome di Down) che era stata accusata strumentalmente di aver bruciato delle pagine del Corano (in realtà le fantomatiche prove a suo carico erano state fabbricate dal suo stesso accusatore, un imam locale) e successivamente – con non poche difficoltà e l’intervento diretto nientemeno che del ministro dell’immigrazione canadese – è riuscita a trovare rifugio nel Paese nordamericano con la sua famiglia, per evitare il peggio. Insomma, “é sufficiente un’accusa, il più delle volte infondata, perché una persona possa essere arrestata. La norma non prevede l’onere della prova da parte dell’accusatore, è il presunto blasfemo che deve provare la sua innocenza. La polizia dovrebbe ricercare le prove ma l’alto numero di casi e la pressione della comunità ostacolano le indagini. Spesso l’accusato non può neanche contare sulla testimonianza di familiari e amici, perché se parlassero in sua difesa, rischierebbero di essere incriminati a loro volta. Le accuse non cado- no se non nei successivi gradi di giudizio, quando l’imputato ha trascorso già un lungo periodo in carcere. Younis Masih è stato rilasciato nel novembre scorso dopo essere stato assolto dall’accusa di aver insultato il profeta Maometto, [ma] si trovava in carcere dal settembre 2005”. D’altra parte, ha aggiunto Petrosillo, “a decidere l’apertura di un’indagine e l’esito di un processo, specie nei primi gradi di giudizio, è spesso la grande pressione esercitata sia sulle forze di polizia che sui giudici dei tribunali di primo grado, in molti minacciati e talvolta uccisi. Nel 1997, un anno dopo aver prosciolto un ragazzino cristiano di 11 dall’accusa di blasfemia, il giudice dell’alta corte di Lahore, Arif Bhatti, è stato ucciso perché, spiegherà il suo assassino, assolvendo un blasfemo aveva si era anch’egli macchiato di blasfemia”. E’ chiaro quindi che c’è un problema anzitutto culturale ed educativo - di dialogo, di comprensione e di confronto leale con l’altro, in quanto religiosamente diverso - alla base, ma in questo caso le altre leggi dell’Ordinamento dello Stato (che pure in teoria sarebbe repubblicano) e gli orientamenti sposati dalle Supreme Magistrature non aiutano affatto a fare chiarezza, anzi, sembrano peggiorare ancora di più le cose, come ha spiegato il successivo relatore. A seguire è stata infatti la volta del professor Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale, che affrontando il tema da una prospettiva squisitamente giuridica ha chiarito che la libertà religiosa, fin dalle sue prime codificazioni internazionali (a partire dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948), è stata sempre riconosciuta come un diritto innato, alla stregua del diritto alla vita, perchè fa da base, e coerentemente presuppone, tutti gli altri diritti, a partire dalla libertà di pensiero e di espressione. Non a caso oggi viene considerata come un caposaldo imprescindibile di un moderno Stato di diritto, almeno in Occidente. Viceversa la proposta della Corte pakistana sembra andare invece proprio nel senso opposto perchè non solo nega i fondamenti – teorici e pratici – che rendono possibile socialmente la libertà religiosa ma introduce addirittura un’ipotesi di reato penale “senza specificare in che cosa consiste la fattispecie del delitto di blasfemia” e quindi venendo clamorosamente al principio di tassatività (secondo cui uno Stato che si fondi sulla forza della legge deve indicare sempre e comunque chiaramente ai suoi consociati quali siano le attività riprovate penalmente e quali no). Altri rappresentanti della comunità pakistana, come Adan Farhaj e Jeem Phey Ghouri, hanno peraltro ricordato come storicamente la Repubblica nasca (nel 1947) con delle radici chiaramente multiconfessionali e come il padre fondatore stesso della Patria, Mohammad Ali Jinnah (1876-1948), avesse in mente non uno Stato islamico ma laico, che accogliesse tutte le realtà religiose presenti già allora al suo interno. Oggi invece Asia Bibi l’islamismo radicale (anche dopo l’opera di islamizzazione promossa dal generale Muhammad Zia ul-Haq (1924-1988), dittatore per un decennio (1978-1988)), sembra avere preso piede ovunque al punto che la secolare presenza dei cristiani, come quella di altre minoranze, viene sempre meno tollerata pubblicamente e molti sono costretti a fuggire in Paesi dell’Estremo Oriente come la Thailandia o le Filippine. Anche per questo i vari deputati presenti e intervenuti (tra cui Luca Volontè, Luigi Bobba, Elena Centemero e Massimiliano Fedriga) hanno promesso di richiamare nei prossimi giorni l’attenzione del Parlamento auspicando un pronunciamento - per una volta unanimemente bipartisan - che faccia luce su questo autentico dramma dimenticato dei giorni nostri e richiami concretamente l’attenzione dell’opinione pubblica, anzitutto nelle scuole e nei grandi mezzi di comunicazione sociale. Volontè, in particolare, ha fatto presente che tramite la piattaforma civica citizengo (www.citizengo.org) è già possibile firmare una petizione in sostegno di Asia Bibi che ha raggiunto le 15.000 sottoscrizioni e sarà consegnata personalmente alla stessa Bibi da una delegazione ufficiale in visita nel carcere dove attualmente si trova il prossimo febbraio. In conclusione, Attilio Tamburrini dell’Osservatorio per la Libertà Religiosa del Ministero degli Esteri e Luisa Capitanio Santolini, già deputato alla Camera, ora esponente dell’associazione Italia-Pakistan ISIAMED, hanno ricordato i recenti interventi del Pontefice in materia (Papa Francesco ha infatti denunciato più volte che oggi nel mondo contro i cristiani vi sono più persecuzioni di duemila anni fa, da ultimo nell’Angelus del 17 novembre) sottolinenando come quella attuale sia una “persecuzione diffusa” a livello capillare e non episodica che interessa - in modo diverso - praticamente tutti i continenti. Perchè le emergenze appaiono tali in tutta la loro gravità occorre però che se ne parli e qualcuno se ne faccia eco: dopo la giornata romana, a cui hanno partecipato in prima persona in veste di moderatori anche giornalisti di primo piano di Tv2000 e di Rai2, si spera che ora anche le altre realtà laiche più ‘impegnate’ di denuncia sociale - sempre attente alla tutela dei diritti umani, ma solitamente un po’ distratte sul campo religioso - ne tengano debitamente conto. Omar Ebrahime La rivoluzione del concepimento C hiamiamola quinta rivoluzione, la rivoluzione del concepimento. Paradigmatica al riguardo la storia di Thomas Beatie che alla nascita si chiamava Tracy Lagondino e aveva le caratteristiche fisiche del sesso femminile: cambia sesso e si sposa con Nancy con la quale vive in Oregon. Quando nel 2002 si fa asportare i connotati femminili, non lo fa in maniera radicale ma mantiene l’apparato riproduttore. Ad un certo punto decide di avere un figlio e, anatomicamente ne ha facoltà. Il colpo di scena è l’utilizzo di un ovulo della moglie e di sperma da donatore: voilà ecco il primo uomo (anagraficamente) in cinto. Dopo il terzo figlio ha deciso di fare l’isterectomia e chiudere definitivamente con le ultime parti della sua natura femminile. È sua una frase che la dice lunga sul dove ci stiamo dirigendo come umanità: «Avere un bambino non è né maschile né femminile. È semplicemente umano» (La Repubblica, 24-1-2014, pag. 39). Come se essere di sesso maschile o femminile non contasse più. Effettivamente, se si guarda alle statistiche negli Usa un bambino su cento nasce in laboratorio e in Inghilterra addirittura uno su cinquanta. Abbiamo messo in un angolo la natura. La uccideremo prestissimo: si sperimentano uteri artificiali e così la mater/paternità (in rigoroso ordine alfabetico) sarà a portata di tutti. Comincio a essere a favore dell’educazione sessuale nelle scuole, almeno si manterrà la memoria di come funzionavano le cose e chissà… Informazione Regionale N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo dalla Calabria C rotone - Pochi minuti dopo la sua proclamazione sul palco dell’Ariston, un altro premio è stato consegnato ad Arisa, vincitrice della 64esima edizione del Festival della canzone italiana con il brano “Controvento”. Si tratta del premio di “Casa Sanremo”, diretto da Vincenzo Russolillo, che Arisa ha ricevuto nel salotto del Festival, che per tutta la settimana della kermesse ospita i più importanti eventi collaterali al festival. E’ opera del maestro orafo crotonese Michele Affidato il premio ricevuto da Arisa nella notte di festeggiamenti per la vittoria conquistata con il brano “Controvento” che ha sbaragliato la concorrenza e si è piazzato sul podio prima di “Liberi o no” di Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots e “Ora” di Renzo Rubino. Il premio, che raffigura la lira, lo strumento musicale, realizzato con la tecnica della foglia d’oro su una lastra d’argento che poggia su una base di vetro fuso, lo scorso anno era andato a Marco Mengoni, vincitore del 63esimo Festival. Sono numerosi gli eventi che il maestro Michele Affidato ha impreziosito, durante l’ultimo Festival della canzone italiana. Oltre a quello di “Casa Sanremo”, l’orafo crotonese ha realizzato, quest’an- no, la “Palma d’Argento” per il premio speciale “Numeri Uno Città di Sanremo” ideato dal patron Ilio Masprone e destinato a quei personaggi ed interpreti che hanno contribuito a rendere famoso il festival nel mondo. Alla vigilia dell’inizio del Festival di Sanremo, la “Palma d’Argento” è stata consegnata, lo ricordiamo, a Pippo Baudo dal vicesindaco di Sanremo Claudia Iolli e dallo stesso Affidato, cui sono andati i complimenti e la stima dello storico e popolare presentatore che dopo aver salutato il pubblico così gli si è rivolto: “Ringrazio il Maestro. Se lo merita perché l’autore di questa opera è lui e se io vivrò un ricordo piacevole di questa ennesima gita a Sanremo lo dovrò a lui”. “Mi ha emozionato la considerazione che Baudo ha avuto nei miei riguardi – commenta Affidato - Ho avuto modo ci conoscerlo diversi anni fa e ritrovarmi a Sanremo per premiarlo insieme al vice sindaco di Sanremo per me non solo è stato un grande onore ma anche un riconoscimento al mio lavoro condiviso con i miei collaboratori”. Il maestro orafo Affidato ha inoltre realizzato i premi per l’evento “Dietro le Quinte”, anche Festival di Sanremo, ad Arisa la “Lira” di Affidato questi consegnati a personaggi del mondo della musica italiana: l’autore Franco Migliacci, lo storico vicedirettore di “Sorrisi e Canzoni” Rosanna Mani, il maestro e arrangiatore Fio Zanotti ed il manager di cantanti Pasquale Mammaro. Alla serata erano presenti, tra i tanti ospiti, Antonio Caprarica, Vittorio Sgarbi, Fegiz, Alba Parietti, Dario Salvatori, il segretario generale del premio e direttore di Rai Basilicata Fausto Taverniti, Marino Bartoletti e tanti altri personaggi della musica. In occasione di questo Festival, Affidato ha realizzato anche il premio per la Fipi (Federazione Internazionale Proprietà Intellettuale) consegnato a Federico l’Olandese Volante, presidente dell’Ansar (Associazione Nazionale Speaker Autori Radiofonici). Durante la settimana del festival Casa Sanremo è stata il fulcro delle iniziative che ha visto la presenza anche della Calabria. Ha infatti ospitato la serata delle eccellenze calabresi organizzata da GG Eventi diretta da Giuseppe Greco, nell’ambito della quale sono stati premiati le aziende I Greco, Amarelli, Montagna, lo chef Luigi Ferraro di Mosca, il Padron di Casa Sanremo Vincenzo Rusolillo. I premi erano, ancora una volta, di Michele Affidato. Testimonial della serata l’attrice Daniela Fazzolari di Centovetrine. Presenti anche Fausto Taverniti, direttore di Rai Basilicata, e Gianmaurizio Foderaro, voce di Rai Radiouno. A Casa Sanremo c’erano quella sera anche la look maker di Corigliano Calabro Continua il festival pianistico del Rotary e della Beethoven C rotone - Continua in un crescendo veramente favoloso il Festival Pianistico che la Beethoven in collaborazione con il Rotary Club di Crotone stanno proponendo ad una cittadinanza entusiasta. Erano veramente in tantissimi presenti nell’Auditorium del Liceo Musicale “O.Stillo”, sito in Largo Panella, Domenica 08 Marzo per applaudire il pianista Alexander Panfilov, alle ore 18.00. E gli applausi erano ampiamente meritati da parte dell’artista, poiché ha realizzato un concerto veramente all’insegna della grande tradizione dell’intramontabile Scuola russa. Proveniente e formatosi nella Scuola del M° Andrei Diev a Mosca, e già vincitore di moltissimi Concorsi Internazionali a Crotone era stato invitato poiché vincitore del I Premio Assoluto nel 51° Concorso Internazionale “A.Speranza” di Taranto. Un’esecuzione esemplare da grande virtuoso che per l’occasione ha proposto un programma che comprendeva: L.V.Beethoven – “Fantasia in sol minore op. 77” , “Sonata in fa minore op. 57” (“Appassionata”); Stravinskij “Trois Mouvements de Petrouchka” - Danse russe - Chez Petrouchka - La semaine grasse. Una lettura quella di Panfilov dell’appassionata di Beethoven particolare che tentava di scavare nei meandri più riposti dell’anima, creando sonorità taglienti, come un lampo gettato sul turbinio delle passioni che arrivavano proprio in fondo all’anima, anche se il tema riproposto era trasformato nella seconda idea espandendosi nobile e colmo sopra un compatto e cupo mormorio di un accompagnamento di terzine, per esplodere poi come furia cieca delle passioni violentando la materia sonora fino a parossismi espressionistici nell’ultimo tempo. Un materiale tematico quello utilizzato da Beethoven che si dilata come l’eco di una voce in una caverna e che Panfilov ha saputo utilizzare e trasmettere forte di una tecnica poderosa che dominava la tastiera traendone sonorità 13 insperate. In Stravinskij, invece ha evidenziato la parte strumentale dalla figura puramente coreografiche, Petrouchka è l’essenza vera nella quale il materiale melodico non rivela il più piccolo eccletismo di carattere folkloristico, liturgico, fiorito sul modello del bel canto. Il ritmo, la sensualità armonica, l’invenzione strumentale e la potenza sonora, sono l’essenza stessa della vita e delle opere. Qualità queste messe veramente in luce del pianismo trascendentale di Alexander Panfilov. Naturalmente bis a ripetizione sottolineati da applausi sentiti hanno concluso una serata all’insegna dei grandi appuntamenti artistici. Alexander Panfilov Affidato premia Arisa Anna Celestino che nell’anno del festival dedicato alla bellezza ha curato il centro benessere di Casa Sanremo e la “Multimediasystem produzione televisiva” diretta da Raffaele Minniti che ha ripreso con le proprie telecamere vari eventi nel festival. Nella settimana sanremese sono tanti gli artisti che Affidato ha incontrato in varie manifestazioni ricevendo appezzamenti per la sua arte orafa. “Sono onorato – conclude Affidato – di aver potuto contribuire anche quest’anno a realizzare delle opere per l’evento più importante della televisione italiana. Un successo la festa di Carnevale dei bambini dell’Oratorio Benedetto XVI P latania (CZ) - I bambini dell’Oratorio Benedetto XVI “Un tesoro per tutti” hanno portato per le vie di Lamezia Terme e Platania paese un’aria festosa e spensierata insieme ad una ventata di allegria e sano divertimento proponendo, nei giorni dedicati al Carnevale, musica, balli e maschere colorate, ma soprattutto un bellissimo carro allegorico ed un enorme pupazzo, alto più di quattro metri, costruito con le loro mani dopo alcuni mesi di lavoro e che rappresenta il noto conduttore televisivo Raffaele Bellakioma,. È stato proprio l’originale carro ad attirare l’attenzione e suscitare il compiacimento dei numerosi cittadini durante la sfilata dei bambini dell’Oratorio della parrocchia sia quando hanno attraversato le vie di Lamezia Terme e sia giorno 8 quelle di Platania dove sono stati presenti il sindaco Michele Rizzo con al seguito l’intera giunta comunale, il comandante Giorgio Carafa con i carabinieri della stazione di Platania, l’associazione “La Misericordia” di Lamezia Terme, con il suo Governatore Giovanni Scalzo e tantissima gente incantata dalla performance dei ragazzi dell’oratorio. «In un clima di festa – sottolinea il parroco del piccolo centro del Reventino don Pino Latelli - i bambini dell’Oratorio Benedetto XVI “Un tesoro per tutti, nel corso delle sfilate di carnevale, non solo sono stati in grado di dare un messaggio di speranza a tutti i giovani nel guardare il futuro con più fiducia, ma anche sono stati contagiosi nel trasmettere , attraverso la musica, i canti e i balli, un’atmosfera di spumeggiante allegria e di un entusiasmante sano divertimento». Il carro allegorico si è ispirato al noto personaggio televisivo di Lamezia Terme Raffaele Bellakioma, presente con la sua troupe alla sfilata di Platania a registrare la trasmissione “Noi siamo i giovani”. «I bambini dell’Oratorio – sottolinea la responsabile dell’Oratorio Maddalena Cimino – sono riusciti a lanciare un grido di speranza e infondere nel cuore fiducia a tanti giovani che vedono nel futuro solo buio e pessimismo». I bambini dell’oratorio, artefici dell’enorme pupazzo colorato, alto più di quattro metri, per realizzare la loro apprezzata opera, hanno lavorato più di due mesi, aiutati dalla responsabile dell’Oratorio Maddalena Cimino e dai volenterosi animatori Ferdinando Cimino, Angelo Buonarota, Antonio Mariano e Giovanni Butera, che, insieme al tecnico dei suoni Giuseppe Di Cello, hanno consentito l’ottima riuscita delle manifestazioni. A conclusione della partecipata sfilata di Platania, i presenti sono stati deliziati da una creazione artistica del Cake Design Ferdinando Cimino titolare della pasticceria “La dolce vita” di Platania. Informazione Regionale 14 dalla Calabria C rotone - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e la Vicepresidente Antonella Stasi hanno partecipato alla cerimonia di posa della prima pietra relativa al progetto “Antica Kroton” presso l’area antistante la zona industriale di Crotone. All’iniziativa hanno preso parte anche l’assessore regionale all’urbanistica Alfonso Dattolo, il consigliere regionale Salvatore Pacenza, il Presidente della Provincia di Crotone Stano Zurlo ed il primo cittadino Peppino Vallone. Il Progetto “Antica Kroton” punta a realizzare un sistema di sviluppo compatibile recuperando la vasta area archeologica di Crotone sia nella articolata porzione cittadina che in quella prospiciente l’ormai dismesso nucleo industriale. L’idea strategica è individuata nella valorizzazione integrata delle risorse culturali, turistiche, ambientali, da sviluppare nel progetto la cui idea forza è identificata nel recupero, nella conservazione e nella fruizione e valorizzazione del sito dell’An- tica Kroton, ponendo a base del progetto le ricerche effettuate recenti e passate, che denunciano l’esistenza di un patrimonio archeologico di inestimabile valore nel quartiere settentrionale di Crotone, in zona ex Montedison, vulnerabile e fortemente a rischio dall’espansione del nucleo industriale ad essa adiacente. Il recupero di queste aree e la loro bonifica in termini di disinquinamento, offrono una opportunità unica per la restituzione al patrimonio culturale mondiale di uno dei centri urbani archeologicamente più rilevanti della Magna Grecia e nel contempo, di definire un sistema integrato di sviluppo che pone al centro l’industria culturale sia con il recupero degli antichi mestieri d’arte, ormai in via i scomparsa, che lo sviluppo di professionalità “nuove” calibrate sulle necessità emergenti del settore, per la realizzazione e la gestione di un eccezionale “Attrattore Culturale” a livello di bacino del Mediterraneo quale l’Antica Kroton. Una precedente rimodulazione Donne in cammino I sola Capo Rizzuto - Si è svolta lunedì 10 marzo la giornata dedicata alle donne all’Istituto Comprensivo Karol Wojtyla, una giornata di memoria più che di festa dal titolo “Donne in Cammino”. L’evento, fortemente voluto dall’istituto, è stato patrocinato dall’amministrazione comunale di Isola, con la presenza attiva del vice sindaco con delega alla pubblica istruzione, Patrizia Battigaglia, impegnata in prima linea. La giornata è iniziata presso l’istituto sito in località Spartitore, proseguita poi con una lunga carovana che ha attraversato buona parte del paese, conclusasi poi con la manifestazione vera e propria nella villa comunale. All’evento ha partecipato anche l’istituto comprensivo di Botricello, infatti il vero obiettivo di questa giornata è quella di farla passare per tutte le località che ne sentono il bisogno, Botricello sarà dunque la prossima tappa. E’ intervenuto anche il sindaco Gianluca Bruno che ha voluto fare un saluto ai presenti: “Siamo qui oggi per celebrare La consegna ufficiale delle maglie la giornata della donna, questo deve essere un cammino duraturo per tutto l’anno. La donna ha un ruolo importante nella vita di tutti i giorni, ricordo anche che la mia giunta è composta prevalentemente da donne. Quello che mi auguro ora è che questa iniziativa venga raccolta da altri istituti scolastici e portati avanti, così come sta facendo ora Botricello che prenderà il testimonial”. Il vice sindaco Patrizia Battigaglia, con delega alla pubblica istruzione, ha mostrato per l’ennesima volta vicinanza alle scuola, puntando decisamente allo sviluppo della stessa: “L’iniziativa parte dal comune di Isola Capo Rizzuto e ci auguriamo possa percorrere tutta la Calabria, la maglia è il simbolo di una stafetta che dovrà portare il messaggio della donna in cammino. Io mi sento un esempio in quando donna”. Alla fine della manifestazione c’è stato il passaggio ufficiale delle maglie dall’istituto di Isola a quello di Botricello. N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo Antica Kroton, posata la prima pietra degli interventi, approvata dalla Giunta regionale, ha previsto l’assegnazione di 4,7 milioni per la bonifica dei suoli, 36 milioni di euro per operazioni di scavo archeologico e restauro, 9.8 milioni di euro per la realizzazione del Parco Archeologico, 14,5 milioni di euro per la realizzazione del teatro virtuale e museo multi sensoriale, per un totale di 65 milioni. Intanto, è stato completato il reclutamento dei docenti (35 in tutto) dei corsi di formazione del progetto Antica Kroton per 628 corsisti, 400 già ammessi e gli altri 228 che verranno individuati facendo scorrere le graduatorie, grazie ai finanziamenti aggiuntivi della Regione, che complessivamente ha stanziato un milione e 89 mila euro. Fondi in parte già erogati alla Provincia che si occupa della gestione dei corsi. Il percorso formativo, concordato con la Soprintendenza regionale, prevede anche tre mesi “on the job” in un cantiere dell’area archeologica. I corsi sono stati riservati ai percettori crotonesi di ammortizzatori sociali (mobilità in deroga ed ordinaria) ed è richiesta la frequenza per quattro ore al giorno ed i corsisti percepiranno un rimborso di 250 euro mensili, aggiuntivi ai sussidi sociali. “Con la posa della prima pietra – ha dichiarato il Presidente Scopelliti - diamo il via ad un intervento importante, un investimento corposo che offrirà una occasione di concreto riscatto economico e sociale per questa porzione di territorio che possiede un patrimonio che necessita di essere adeguatamente valorizzato in chiave culturale e turistica con il coinvolgimento di lavoratori e imprese locali. Sono contento di essere qui oggi insieme al Sindaco, al presidente della Provincia, ai consiglieri regionali, e ad Antonella Stasi che più di tutti ha tenacemente perseguito questo obiettivo seguendo in prima persona tutte le procedure. Ho anche sentito la parlamentare Dorina Bianchi, insomma , un vero e proprio gioco di squadra. Non si era mai visto prima - ha aggiunto Scopelliti - un investimento tanto cor- poso in questa parte di territorio perché un tempo la politica credeva che non vi fosse un adeguato ritorno in termini elettorali. Noi invece riteniamo che far riscoprire l’antica Kroton rappresenti un segnale forte che può ritornare utile al territorio e a tutta la regione promuovendo bellezze che oggi sono sconosciute e che meritano adeguata valorizzazione. Ieri abbiamo lanciato la campagna di comunicazione dedicata ai bronzi di Riace e ad altre 5 bellezze paesaggistiche della Calabria, una per ogni provincia. È nostra precisa volontà, dopo gli interventi adeguati, lanciare anche Sibari e l’Antica Kroton”. La Provincia accoglie i partecipanti al progetto Network Mediterraneo per l’eGovernment C rotone - Nella giornata di oggi il presidente della Provincia di Crotone Stano Zurlo, e l’assessore all’Innovazione tecnologica Gianluca Bruno, hanno accolto, nella sede istituzionale dell’Ente i diversi rappresentanti dei Paesi che partecipano attivamente al 3° meeting previsto nell’ambito del progetto “MEDeGOV” (Network Mediterraneo per l’eGovernment) di cui l’Ente intermedio è partner. Il progetto intende favorire l’interazione tra cittadini, imprese e istituzioni del bacino del Mediterraneo con le pubbliche amministrazioni. Interazione che, spesso, viene resa difficoltosa dalla distanza e da problemi di accessibilità. Al meeting di Crotone hanno partecipato, tra gli altri, Nikos Margaritis, Thanos Lolis, Maria Sidiropoulou, Dinos Papapolyzos per la Grecia; Suleiman Shaher Sindaco di Salfeet (Palestina); Ioannis Spandos, Nikolaos Xypolias per la Macedonia. L’iniziativa è co-finanziata dal Programma Enpi Cbc Med e dal Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) all’interno della Priorità 4 -promozione del dialogo culturale e della governance locale – Misura 4.3 (Miglioramento dei processi di governance a livello locale). I destinatari del progetto sono le autorità locali e regionali, i politici locali, regionali e nazionali e gli impiegati del settore pubblico. Beneficiari finali saranno i cittadini, le imprese, le pubbliche amministrazioni. Il progetto, che ha una durata di 30 mesi, è iniziato nel 2012 e si concluderà nel mese di luglio prossimo. “La Provincia di Crotone –dichiara il presidente Zurlo- in tema di eGovernmant intende facilitare e migliorare la vita delle persone e delle imprese che interagiscono con essa, nonché contribuire, attraverso la semplificazione e la trasparenza delle procedure, allo sviluppo sociale ed economico del territorio. Non a caso tra gli obiettivi figurano quelli relativi all’individuazione delle potenzialità delle infrastrutture di eGovernment esistenti all’interno delle pubbliche amministrazioni che partecipano al progetto; la segnalazione di eventuali ostacoli e criticità nell’adozione di sistemi di eGovernment; la realizzazione di una piattaforma pilota di eGovernment”. “Tra gli interventi a livello politico –dichiara l’assessore Gianluca Bruno- vi sono l’interattività dei servizi pubblici, la democrazia elettronica, l’efficienza della pubblica amministrazione, le capacità tecnologiche e la qualificazione delle risorse umane interne alla pubblica amministrazione”. Nel corso dei lavori del meeting crotonese tutti i partner hanno avuto modo di confrontarsi sulle tematiche oggetto del progetto, valutarne lo stato di avanzamento. La giornata di lavoro si è dimostrata, soprattutto, utile e proficua per la condivisione delle diverse strategie operative dell’eGovernment. Tutti i rappresentanti istituzionali dei Paesi partner hanno ringraziato il presidente della Provincia Zurlo per l’ospitalità loro riservata. Ai lavori hanno partecipato i responsabili del progetto dell’Ente nonché gli esperti esterni che collaborano con la Provincia. Economia N° 02/2014 - ANNO XXII - 15 marzo 15 A cura di Gianfranco D’Ettoris Affitti e condominio Confedilizia risponde La rubrica fornisce risposta solo a quesiti di interesse generale. Non saranno, pertanto, presi in considerazione quesiti né a carattere personale né relativi a questioni già pendenti innanzi all’Autorità Giudiziaria. I quesiti vanno inoltrati alla Confedilizia tramite le oltre 200 Associazioni territoriali aderenti alla stessa e presso le quali è possibile attingere anche ogni ulteriore informazione. Per gli indirizzi delle Associazioni consultare i siti www.confedilizia.it www.confedilizia.eu oppure telefonare al numero 06.67.93.489. PIU’ RIUNIONI FISSATE CON UN’UNICA CONVOCAZIONE La nuova normativa condominiale consente all’amministratore di fissare, con un’unica convocazione, più riunioni di condominio consecutive? Sì. La nuova formulazione dell’art. 66, ultimo comma, disp. att. c.c. stabilisce espressamente che “l’amministratore ha facoltà di fissare più riunioni consecutive in modo da assicurare lo svolgimento dell’assemblea in termini brevi, convocando gli aventi diritto con un unico avviso nel quale sono indicate le ulteriori date ed ore di eventuale prosecuzione dell’assemblea validamente costituitasi”. In argomen- to occorre, comunque, precisare che la giurisprudenza già da tempo riconosceva tale facoltà in capo all’amministratore (cfr. Cass. sent. n. 4846/’88). STUDIO PROFESSIONALE E OPZIONE PER LA CEDOLARE SECCA Il proprietario di un immobile locato a studio professionale può optare per la cedolare secca? La risposta è negativa. Immobili di questo tipo non sono ricompresi nell’ambito applicativo della cedolare secca (art. 3, comma 1, d.lgs. n. 23 del 14.3.’11). Confedilizia: approvata in via definitiva la delega per il nuovo catasto S ul problema del Catasto e di cui alla legge delega approvata, il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, ha dichiarato: “Se i principii della legge delega non saranno traditi dai decreti di attuazione, avremo un Catasto nella cui erezione l’iniziativa dei cittadini potrà dispiegarsi in diversi modi di controllo e di proposta a cominciare dalla possibilità, finora inesistente, di impugnare nel merito valori patrimoniali e rendite. Va riconosciuto ai Presidenti delle Commissioni Finanze, Capezzone e Marino, di essersi impegnati sugli aspetti della trasparenza e della partecipazione dei cittadini e quindi per assicurare un costruttivo contraddittorio fra le parti sociali interessate. Lo stesso modo di procedere, ne siamo certi, vorrà seguire l’Agenzia delle entrate/territorio sia in sede nazionale che locale così che possa nascere un Catasto partecipato, caratterizzato da giusti valori per l’applicazione delle imposte sugli atti di trasferimento e da rendite realmente derivate dai redditi accertati nel triennio 2011-2013, fermo che le stesse non potranno comunque superare i valori in essere”. Carlo Rovelli La realtà non è come ci appare Cortina pp. 241 €. 22,00 Tempo, spazio e materia appaiono generati da un pullulare di eventi quantistici elementari. Comprendere questa tessitura profonda della realtà è l’obiettivo della ricerca in gravità quantistica, la sfida della scienza contemporanea dove tutto il nostro sapere sulla natura viene rimesso in questione. Carlo Rovelli, uno dei principali protagonisti di questa avventura, conduce il lettore al cuore dell’indagine in modo semplice e avvincente. Claudio Balzaretti La cioccolata cattolica Storia di una disputa tra teologia e medicina Edb - pp. 96 €. 8,50 La pianta del cacao cresce solo in particolari condizioni climatiche e la sua zona d’origine è l’America centrale. Gli europei devono perciò attendere la scoperta del nuovo continente per gustarne il frutto, che compare sulla scena innanzitutto come bevanda, la cioccolata, e apre una singolare disputa che coinvolge la teologia e la medicina. La cioccolata è cibo, bevanda oppure medicina? Dai fondi europei non si può prescindere, ma bisogna farne un uso diligente T ra il 2007 e il 2013 l’Unione europea ha messo a disposizione dell’Italia poco più di 21miliardi di euro in Fondi per lo sviluppo economico, quelli che dovrebbero servire per gli interventi strategici come infrastrutture di trasporto, incentivi alle imprese innovative; ebbene, il nostro Paese ne ha usati, a fine periodo, meno della metà, cioè il 45,88%. Secondo il Comitato delle Regioni, organo consultivo in ambito europeo, il principale scoglio, nel nostro Paese , è la burocrazia, nella fase di valutazione dei progetti, in attesa di finanziamento. In realtà, nelle regioni italiane non ci sono professionisti in grado di far marciare progetti con i soldi di Bruxelles. Diversamen- te, i fondi strutturali richiedono una pianificazione “dal basso” che deve coinvolgere tutti gli attori politico-amministrativi, dal Governo nazionale, alle Regioni, alle Province, ai Comuni, fino ai sindacati e alle imprese. Ma c’è di più. Nel 2014 dovrebbe iniziare la programmazione per usare i fondi europei nel periodo 2014-2020 e, sempre, secondo il Comitato delle Regioni le regole per accedervi sono diventate, ancora, più complicate di quelle della programmazione 2013-2014(Cfr.Panorama del 28.02.2014). A questo punto, noi diciamo che se da un lato dai fondi europei non si può prescindere, dall’altro bisogna farne, anche un uso diligente. Vediamo come. Auspichiamo che le Istituzioni nazionali e locali si concentrino su come spendere tra il 2014 e il 2020, gli oltre 80miliardi di euro messi a disposizione del nostro Paese dall’Unione europea; ovvero, puntino su una logica di sviluppo nazionale, volta al rilancio degli investimenti con una semplice osservazione della realtà di disagio sociale: la dilagante disoccupazione, specie dei nostri giovani; le scuole fatiscenti, in attesa di restauro; le infrastrutture incomplete, il territorio dissestato e il patrimonio culturale in stato di abbandono. Tutte priorità, queste, che i fondi europei finanziano. S. R. Per il mondo che naviga in Rete, una cyber-sicurezza I n primis, prendiamo il fenomeno dei dati, i “big date”, ovvero, la nuova risorsa naturale, in un mondo sempre più digitale; stiamo parlando di un mercato da quasi 200miliardi di euro a livello mondiale-3miliardi in Italia - con crescite che superano il 20 per cento. Insomma, si registrano più dati nella Rete, che stelle in cielo. In sostanza, stiamo parlando di una leva tecnologica che può spingere alla crescita dei Paesi. Un bel mondo, Internet, semplice, complicato, divertente, pericoloso; tiene attaccati 110milioni di utenti, oltre due milioni, in Italia. A questo punto, però, dobbiamo dire, senza mezzi termini, che c’è il problema della sicurezza digitale. Solo nel 2013, il cyber-crimine, negli Stati Uniti, ha causato danni per 1.000 miliardi di dolla- U ri; e dopo, i recenti scandali sullo spionaggio informatico e i casi di furti di dati digitali. Ebbene, l’Unione europea ha messo a disposizione 85milioni di euro, per il 2014, per progetti di cyber-sicurezza, nell’ambito del programma di ricerca Horizon 2020. Obiettivo è sviluppare soluzioni di “information tecnology” che possano garantire un ambiente digitale sicuro ed affidabile in Europa. Ma c’è di più. Nel nostro Paese, in attuazione dell’art.3 del DPCM del 24 gennaio 2013, vengono adottati il “Quadro strategico nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico” ed il “Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica(Cfr. www,pubblica amministrazione24.ilsole24ore,com./), Poi, un nuovo software -che permetterà di individuare, in tempo reale e in modo automatico, i tentativi di furti di identità(ovvero, dati personali sensibili) e sventarli sul nascere-, è stato messo a punto, grazie al progetto “Web Pro ID”, coordinato dal gruppo di ricerca eCrime dell’Università di Trento. Il progetto, durato tre anni e finanziato dalla Commissione europea con 200.000 euro, è nato allo scopo di prevenire e contrastare la sottrazione di dati personali. Ancora, su Twitter, spesso viene riversata una mole incredibile di informazioni che, a volte non sono vere; ora, alcuni ricercatori europei stanno lavorando per un software, scova bugie, che si chiama Pheme. Salvatore Resta A cura della CONFEDILIZIA di Crotone - Via Lucifero 40 - Tel. 0962/905192 Sito Internet: www.godel.it/confediliziakr tilità J. F. Gayraud, C. Ruta Colletti criminali L’intreccio tra mafie e finanze Castelvecchi pp.187 €. 17,50 La «mano invisibile», regolatrice dei mercati, è una finzione. Ben altre mani fanno sentire il loro peso sul mondo reale e nei santuari della finanza, Wall Street in testa: sono quelle del crimine. L’incontro tra malaffare e «colletti bianchi» è una realtà che non interessa solo livelli marginali dell’economia, ma che ormai riguarda le aree strategiche del sistema. Jean François Gayraud e Carlo Ruta – tra i massimi esperti del fenomeno mafioso – in questo saggio in forma di dialogo raccontano le vicende dei «colletti criminali» negli ultimi cento anni, fino ai nostri giorni. Pierre Papon Facciamo il pieno di energie! Dedalo - pp. 64 €. 7,50 Lea, Felicia e Carola prendono il treno per trascorrere le vacanze di Pasqua dai loro nonni scienziati. Dal finestrino vedono le macchine sull’autostrada, campi di pale eoliche, una centrale elettrica... quante domande da fare al nonno! Durante il loro soggiorno in campagna le tre ragazze curiose scopriranno che cos’è l’energia e quanti tipi ne esistono: cinetica, meccanica, elettrica, eolica, nucleare, solare... e altre ancora. E soprattutto impareranno come funziona il fantastico monopattino ibrido del cuginetto Oscar. Andrea Miconi Teorie e pratiche del web Il Mulino pp. 180 €. 13,00 L’esperienza del web è oggetto di rappresentazioni diverse e parziali, spesso sfuggenti. Questo volume offre una ricostruzione delle analisi più significative che di tale esperienza sono state proposte, orientata da due convinzioni di fondo: la prevalenza della spiegazione rispetto alla misurazione quantitativa, che pure costituisce la moda del momento; la continuità delle questioni sollevate dalla network society con i nodi problematici su cui le scienze sociali si interrogano da tempo. Luciano Mirone Un “suicidio” di mafia La strana morte di Attilio Manca Castelvecchi pp. 235 €. 18,50 Viterbo, ore 11:00 del 12 febbraio 2004. Un uomo riverso sul letto. Per terra una pozza di sangue. Nel braccio sinistro due buchi. A pochi metri due siringhe da insulina. Il cadavere è quello di Attilio Manca, 34 anni, originario di Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, primo urologo italiano a operare il cancro alla prostata col sistema laparoscopico. I magistrati di Viterbo sono sicuri che si tratti di un decesso per overdose, causato dall’assunzione di eroina, alcol e tranquillanti. Peccato che il giovane medico sia un mancino puro. Quei buchi dunque si trovano sul braccio sbagliato. José Noriega Enigmi del piacere Cibo, desiderio e sessaulità Edb pp. 280 €. 26,00 La prima parte di questo libro si interroga sulle ragioni per le quali il cibo e il sesso attraggono gli esseri umani, sul ruolo dell’amore e sull’originalità di ciò che nella riflessione classica veniva denominata “ragione pratica”, ovvero il modo di pensare rivolto all’azione. La seconda parte affronta invece il rapporto tra fame, libido e “vita buona”, una vita nella quale non tutto è dato dall’inizio e in cui si deve raccogliere la sfida di costruire rapporti con gli altri e con il creato. Giuseppe Berta Produzione intelligente Un viaggio nelle nuove fabbriche Einaudi, pp. 158 €. 16,50 Giuseppe Berta riconosce il delinearsi di un nuovo modello, articolato intorno a un insieme di gangli di “manifattura intelligente”, all’interno di imprese in cui l’associazione produttiva si coniuga con l’alta qualità dei servizi e dell’assistenza. Un reticolo che travalica le precedenti linee di demarcazione territoriale grazie a cui si era conformata la rappresentazione delle differenti Italie economiche. Il disegno, però, è ancora embrionale: contribuire al suo assestamento è un passo decisivo verso il superamento della crisi. G. Brienza, R. Cavallo, O. Ebrahime Mandela, l’apartheid e il Nuovo Sudafrica La storia “ancora da scrivere” del Sudafrica di Nelson Mandela e del suo partito, l’African National Congress (ANC), rappresenta una ulteriore dimostrazione di quella decolonizzazione che, come scrive Rino Cammilleri nella Prefazione «fu solo l’inizio dei problemi dell’Africa lasciata a se stessa». Dopo una sintetica storia del Sudafrica contemporaneo, il libro documenta le poco conosciute implicazioni di Mandela e dell’ANC con il comunismo nazionale ed internazionale, le ombre che hanno accompagnato la fine dell’apartheid (dal dilagare della criminalità e dell’Aids alle scelte abortiste ed omosessualiste del nuovo Sudafrica) e, infine, la collocazione geopolitica di un Paese che s’interroga sul suo destino dopo la morte, avvenuta il 5 dicembre 2013, del padre della sua emancipazione. Giuseppe Brienza, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in “Ordine internazionale e diritti umani” all’università degli studi di Roma “La Sapienza”. Roberto Cavallo, giornalista pubblicista, esperto in geopolitica e diritto internazionale. Omar Ebrahime, studioso di Dottrina sociale della Chiesa, membro della Direzione dell’Osservatorio Internazionale “Card. Van Thuan”. I-88900 Crotone, via Lucifero 40 Tel. 0962/90.51.92 Fax 0962/1920413 www.dettoriseditori.it ISBN 978-88-89341-68-1 pp. 140 € 12,90
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