NATAle È NoVITÀ - Parrocchia di Santa Croce in Padova

COMUNITÀ PARROCCHIALI
SANTA Croce
S. Alberto Magno
Santa Croce
Corso Vittorio Emanuele II, 166
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PADOVA
S. ALBERTO MAGNO
Via Marconi, 13/A
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E-mail: [email protected]
• DICEMBRE 2014 •
NATALE È NOVITÀ
L’immaginario collettivo ritiene che nella chiesa sia sempre
tutto uguale e ripetitivo. Vivendoci dentro invece a me sembra che ci siano novità continue, non tanto nei contenuti di
fede ovviamente, quanto nei metodi e nelle sensibilità.
Alcuni esempi: S. Croce e S. Alberto si stanno sempre più
trasformando in una unità pastorale. Non è cosa da poco.
I gruppi di catechismo dei più piccoli e dei rispettivi genitori
hanno già cominciato a ritrovarsi insieme, i cori cantano insieme, le feste patronali sono celebrate insieme, i giovanissimi e i
giovani si incontrano senza porsi
nemmeno il problema negli
ambienti dell’una o dell’altra
parrocchia, pian piano arriveremo ai sacramenti e a tante altre
attività insieme. Sta di fatto che i
confini sono ormai caduti.
Anche il catechismo non è
più lo stesso di 30 anni fa: si
chiama Iniziazione Cristiana
e coinvolge sempre più l’intera
famiglia nel percorso. Adesso, al
sabato, si vedono gruppi di bambini in una stanza e un gruppo ancor più numeroso di genitori nella stanza accanto.
Proprio in questi giorni è terminato il corso vicariale della
Caritas, per preparare alcuni operatori volontari: sta per partire infatti il centro di ascolto vicariale della Caritas,
tutto dedicato ai residenti delle nostre parrocchie. I
Parrocchiani in difficoltà potranno rivolgersi lì per ottenere il
sostegno necessario. Sarà uno sportello di discernimento e di
valutazione, di consiglio, di attivazione di tutti i servizi possibili nella nostra città. Anche di aiuto concreto per chi ne avrà
reale necessità.
Quest’anno è nato anche un gruppetto di presepisti. La
cosa è particolarmente curiosa perché proprio quest’anno
avevamo deciso di non impegnarci nella costruzione del presepio (per la precisione, sarebbe stato costruito solo un “presepietto” molto elementare) perché – lo potete immaginare
– il grande presepio richiede un lavoro immane. Avevamo già
deciso ma… si sono presentati dei parrocchiani dicendo: vi
vogliamo aiutare. Sarà un segno del cielo? Abbiamo pensato
di sì: il gruppetto si è messo subito all’opera e così anche
quest’anno avremo il nostro bel presepio, ormai ben conosciuto in città.
Come ultimo esempio, un gruppetto di genitori ha
cominciato a leggere insieme un vangelo, ad approfondire
ascoltare e pregare, nonostante
tutte le difficoltà di tempi e orari
legate alla vita di famiglia, ma con
determinazione e impegno.
Questi citati sono solo alcuni
aspetti legati alla vita parrocchiale.
La vera domanda è se anche
noi, a livello personale, saremo capaci di novità. Il Natale è
per sua natura una novità, è sconquasso delle certezze degli uomini,
che per esempio avevano sempre
immaginato Dio in cielo e lontanissimo dagli uomini: a questo punto
la grande fatica sarà quella di riconoscerlo, di accettarlo così com’è e
di fargli spazio. Questo Natale ci aprirà alla novità di Dio?
Cacciamo via allora i cattivi pensieri, quei pensieri che
facciamo quando prima di tutto guardiamo in malo modo a
noi stessi, tipo: non c’è niente da fare... sono fatto così… va
sempre peggio… ho perso la fede… tutta colpa di qualcun
altro… Ve lo immaginate se Gesù 2000 anni fa avesse “tediato” il mondo con parole di questo tipo, che in fondo sono solo
il segnale di una certa stanchezza e rassegnazione. Un vecchio parrocchiano di grande esperienza commentava il carattere di noi italiani, dediti con facilità all’autolesionismo, e oggi
ne paghiamo le conseguenze.
Se Natale è novità, cogliamo i segnali di freschezza e
seguiamoli. Forse la nostra società, intristita, sta attendendo
una nuova ripartenza dei cuori.
Buon Natale, buona novità!
don Moreno Nalesso
Sinodo sulla famiglia
Chiesa in cammino
Da più parti mi è stato chiesto un commento sul Sinodo sulla Famiglia,
che da molti è stato seguito solo attraverso l’ascolto dei mass media
che lo commentavano. Ecco alcuni brevi pensieri.
Le attese
Erano molte, ma spesso superficiali.
C’è un’aria di semplificazione che aleggia nel sentire generale: oggi anche i
problemi più complessi vengono ridotti
a cinque secondi di dichiarazione posti
a fine dibattito. Non è così che dentro la
chiesa si trattano i problemi complessi,
come quelli relativi alla famiglia di oggi.
Chi si attendeva che all’improvviso
fosse spazzata via non solo la ricchezza
di una tradizione secolare, ma addirittura la dottrina cristiana che emerge dal
vangelo probabilmente ne è rimasto
deluso e sono certo che questo non
fosse il desiderio neppure di Papa
Francesco.
Non possiamo dimenticare poi che
il sinodo è “mondiale”, non tocca solo
i problemi che noi sentiamo in Italia, o
nell’occidente. Nel documento preparatorio sono elencati i problemi che i
Vescovi si trovano davanti, ne cito solo
alcuni: “matrimoni misti o inter-religiosi, famiglia monoparentale, poligamia,
matrimoni combinati, sistema delle
caste, cultura del non impegno e della
presupposta instabilità del vincolo,
fenomeni migratori e riformulazione
dell’idea stessa di famiglia, pluralismo
relativista nella concezione del matrimonio, diffondersi del fenomeno delle
madri surrogate (utero in affitto). Ma
soprattutto in ambito più strettamente
ecclesiale, indebolimento o abbandono
della fede nella sacramentalità del
matrimonio.”
Metodo
Qui sta la vera novità di questo
Sinodo. Non ci sono state decisioni, e
d’altra parte non era questo lo
scopo, ma è stato aperto un
dibattito franco e sincero, come
aveva chiesto il Papa per “dare
soluzioni concrete alle sfide che
affrontano le famiglie”.
Si parla di dibattito perché
inevitabilmente i pensieri sono
tanti e diversi, e anche fra i
Vescovi, com’è stato evidente,
c’è chi si sentiva più impegnato
a difendere la dottrina della
chiesa, chi invece a “discernere i
segni dei tempi”. Scopo del
Sinodo era di far emergere il
2
materiale a partire dal quale alcuni
incaricati si impegneranno a trovare
delle soluzioni pastorali.
C’è un criterio che è emerso, e che
è contenuto già nel Concilio Vaticano
II. Si tratta di «aver accesso ad una
valutazione “graduale” e “pedagogica”
della famiglia contemporanea, nella
quale si apprezzano piuttosto i valori
che vi sono custoditi che non i limiti e
le mancanze che vi si manifestano».
Questo ha condotto ad affermazioni
di grande onestà, per esempio ad apertura di credito nei confronti anche di
famiglie sposate civilmente o conviventi, come si trova riportato al numero 27
della “relatio synodi”: “Quando l’unione raggiunge una notevole stabilità
attraverso un vincolo pubblico, è connotata da affetto profondo, da responsabilità nei confronti della prole, da
capacità di superare le prove, può
essere vista come un’occasione da
accompagnare nello sviluppo verso il
sacramento del matrimonio.” Detto con
altre parole, c’è un bene che può maturare, e qui per la chiesa si apre un
enorme campo di lavoro. Le situazioni
che prima si definivano con accezione
negativa come imperfette o irregolari,
quali sono le convivenze o il matrimonio solo civile, non sono da condannare, ma sono il punto di partenza per un
cammino di fede possibile, che porti
alla maturazione delle “scelte” di vita.
Non ho spazio per affrontare il tema
complesso legato a omosessuali e coppie gay, ma cito solo una domanda
posta dai cardinali a partire da quanto
già indicato nel Catechismo della
Chiesa Cattolica: «Siamo in grado di
accogliere queste persone, garantendo
loro uno spazio di fraternità nelle nostre
comunità?»
Un’immagine: la famiglia ferita
In un commento nella rivista
“Settimana”, il redattore Andrea Grillo
sottolineava che tante nostre famiglie
sono “ferite” dalla vita, non solo quelle
“irregolari”. Torna alla mente la famosa
immagine di Papa Francesco, che
immagina la Chiesa come “un ospedale da campo dopo la battaglia”. Ma
anche la stessa “famiglia Episcopale”
giunta a Roma per il Sinodo si è riconosciuta come una “famiglia ferita”, che
porta su di sé le piaghe della non
comunione, della mancanza di misericordia, della non chiarezza. Nessuno
quindi siede sul trono più alto a giudicare gli altri; ma tutti possono imboccare strade di crescita, a partire dal proprio stato di vita.
Il futuro
A partire dal Sinodo una nuova
consultazione si è avviata; teologi e
pastori cercheranno ora strade nuove.
La dottrina cattolica resta come punto
di arrivo per tutti, e nessuno la abbasserà: non è il punto di
riferimento a partire dal
quale si giudica tutto e
tutti, ma un obiettivo alto
a cui tendere. Verso essa
ci orientiamo sapendo di
essere persone/famiglie
ferite. E se partiamo con
questa umiltà, nella
Chiesa e nella parola di
Gesù troveremo tanta
misericordia, che – non
ho dubbi – si allargherà
ulteriormente grazie a
questo Sinodo.
don Moreno
«Sposarsi nel Signore»
Alcune idee sul matrimonio cristiano
Così potrebbe essere riscritta la parabola del buon
Samaritano se volessimo applicarla alla famiglia del nostro
tempo. Il seguito della parabola lo conosciamo tutti: sacerdoti, gente per bene, esperti della legge preferiscono tirare
dritto per non vedere e non avere problemi. Il recente
Sinodo sulla Famiglia, voluto da Papa Francesco, ha voluto
invece fermarsi – per il momento senza fare troppe analisi o
discorsi – per chinarsi e prendersi cura della famiglia.
In un tempo, il nostro, in cui i rapporti sociali si fanno
sempre più deboli e liquidi, mi sembra che il “prendersi
cura” possa diventare un buon antidoto contro una mentalità diffusa che tende ad esaltare, sì, la libertà personale, ma
a scapito del “per sempre”. Sarà anche per questa mentalità che il sacramento del matrimonio cristiano non gode di
molta stima nel nostro frangente storico. Il legame indissolubile che esso stabilisce tra un uomo e una donna sembra
apparire più un cappio al collo che, stringendosi, limita e
soffoca lo spazio vitale personale.
Massimo Recalcati, nel suo libro Non è più come prima.
Elogio del perdono nella vita amorosa, descrive con lucidità
sorprendente l’esito inevitabile del corso di queste idee: «al
posto del patto simbolico che lega gli amanti – di cui la fede
nuziale è un simbolo alto – si afferma un cinismo disincantato che vede ogni legame “a tempo”, destinato a scadere e
ad essere ricambiato da un nuovo legame. Si cerca il Nuovo
che rompa l’abitudine, la noia del familiare, l’ordinarietà
anonima delle nostre vite» (pag. 28). Da questo punto di vista
già il fatto che alcuni giovani, uscendo dalla semplice convivenza, decidano di celebrare le nozze almeno con il rito
civile può essere visto come un gesto di responsabilità nei
confronti del carattere pubblico del matrimonio e una presa
di coscienza del suo valore stabile.
Da parte sua, però, la fede cristiana ha la pretesa e la
gioia di dire una parola “in più” e di incastonare il legame
tra uomo e donna in un orizzonte più ampio, rinviandolo
così oltre il suo aspetto puramente giuridico, ed anche oltre
i limiti di cui è debitore ogni amore umano. Chi sceglie di
«sposarsi nel Signore» – non solo in chiesa! – non fa uno
sforzo moralistico o sovraumano per “condannarsi” ad una
fedeltà mortificante: accetta piuttosto che il proprio modo di
vivere e amare sia sorretto da Dio e possa con-formarsi,
prenda la forma di quell’amore con cui Gesù Cristo ama
ogni uomo e la sua sposa, la Chiesa. Fino a quel gesto definitivo e insuperabile che è la Croce, Gesù, nel suo modo di
agire e parlare, ha mostrato concretamente come l’amore
che vuole superare la barriera del nulla e del vuoto, non
rispetta le logiche e le mode del mondo, non si dissolve nel
tempo ma è capace di spendersi per ritrovarsi, di donare e
per-donare per rimettere in piedi, di dimenticarsi per rinnovare.
Chiesa in cammino
«Una famiglia scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che la spogliarono dei suoi
beni più preziosi (l’unità, la fedeltà, l’amore, la fecondità, la gioia di stare insieme…), lasciandola
ferita e sola, in mezzo alla strada…».
Una coppia di sposi cristiani sa che è questa misura
abbondante dell’amore di Dio quel “Nuovo” da cercare,
quell’oltre che allarga gli orizzonti, a volte sì, noiosi e abitudinari della vita, e trasforma due solitudini in compagni di
viaggio. In questo cammino, gli sposi cristiani non devono
fare tutto, inventarsi sempre qualcosa di nuovo, esagerare
per stupirsi. E sanno di non essere lasciati a se stessi. Per
questo, con il sacramento del matrimonio, la Chiesa pone
un segno sicuro della vicinanza di Dio, si prende cura e
benedice la dimensione delicata e sensibile degli affetti
umani, credendo e sperando che, a loro volta, gli sposi
possano diventare sacramento, segno e strumento, dell’amore sempre nuovo ed eterno di Dio.
don Fabio Frigo
Preghiera Comunitaria
SANTA CROCE
SS. Messe Feriali: ore 16.00 - 19.00
S. ALBERTO MAGNO
SS. Messe Feriali: ore 7.45
SS. Messe Festive: Sabato ore 17.00 - 19.00
SS. Messe Festive: Sabato ore 19.00
Domenica:ore 10.00 - 11.30 - 17.00 - 19.00
Domenica:ore 10.00 - 11.30 - 19.00
Confessioni: prima e dopo le SS. Messe
Confessioni: prima e dopo le SS. Messe
Prima Comunione 2015
Domenica 10 maggio, ore 10.00
CRESIMA 2015:
in Ottobre-Novembre
Prima Comunione 2015
Domenica 17 maggio, ore 10.00
CRESIMA 2015:
in Ottobre-Novembre
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Restauri
VITA NUOVA ALLA CANONICA
Era marzo 2014 quando l’impresa
incaricata mi ha chiamato per dirmi:
iniziamo i lavori! Innumerevoli erano
stati i contatti previ (iniziati nel 2009)
con i numerosi enti competenti, per i
tanti permessi necessari. In particolare
ha pesato il fatto di essere lungo il
percorso del tram, cosa che non auguro a nessuno, per le complicazioni
connesse. Un esempio basti per tutti:
siamo stati costretti a montare e smontare le impalcature di notte, mettendo
a dura prova la pazienza dei vicini,
senza contare l’aggravio dei costi.
I recenti terremoti ci avevano impensierito, per cui sono state legate tutte le
varie travature con speciali fasce di
metallo e perni vari, che creano quasi
un sistema antisismico: speriamo di
non doverlo collaudare mai! Tutti i
muri sono stati legati fra di loro, perché
si è visto che alcuni erano solo “appoggiati”, ma non facevano corpo unico.
Poi l’esterno: sono state scalpellate a mano e ridate le malte; ora tutta
la casa ha assunto un altro aspetto,
specie nel cortile interno dove prima
tutto era cadente. Anche i balconi in
legno sono stati restaurati.
Il sottoportico è un capolavoro:
qui è stato eseguito il vero “restauro”,
tutto è stato pulito e riportato ai colori
originari, un lavoro che ha occupato
molto tempo, ma che ha riconsegnato
pienamente la bellezza del palazzo.
Chi si sofferma sui capitelli della
facciata, puliti e consolidati, ne resterà
sorpreso dall’eleganza.
Che lavori sono stati eseguiti? Per
prima cosa si è messo mano al tetto,
il problema più grave. Dopo aver
sgomberato la soffitta da tanto materiale inutile accumulato negli ultimi
decenni, una decina di uomini hanno
lavorato ininterrottamente consentendomi di entrare in casa a Pasqua
senza più l’angoscia per l’acqua piovana sulla testa.
Ogni singolo componente della
copertura è stato staccato, portato a
terra, lavato e ripulito, riportato in
quota e rimesso al suo posto: si tratta
infatti di un edifico sottoposto a tutela
storica-artistica. Alcune parti lignee
sono state sostituite perché ammalorate dalle piogge; e poi ovviamente sono
stati montati le guaine e gli isolamenti.
4
venti del passato ora considerati
discutibili.
I commenti: ho sentito tanti “era
ora!”, perché effettivamente il palazzo
si presentava male, mentre aveva tutti
i numeri per essere anche bello; per
continuare con un “finalmente” riferito alle impalcature e allo sporco che
regnava verso la strada.
In realtà l’estetica recuperata è solo
un effetto collaterale: siamo partiti in
fretta con i lavori perché il tetto non
poteva più aspettare; né era possibile
un lavoro a stralci, dati i costi insopprimibili delle impalcature. Il vero problema, terminati i lavori, è che per il ben
Il terrazzino che prima era cadente è ora più solido e riparato dagli
agenti atmosferici; purtroppo si tratta
di pietra friabile: speriamo duri nel
tempo.
Quanto agli interni, è stato toccato solo il piano terra: sono state rinnovate le tubazioni dell’impianto di
riscaldamento, notevolmente arrugginite. Sono stati tolti i controsoffitti,
lasciate a vista le travature ripulite,
e lucidati i pavimenti. Sono state
possibili alcune migliorie quali la
riscaldabilità dei saloni di ingresso e
del 1° piano e interamente rifatto l’impianto elettrico del piano terra.
Alla fin fine, quanto agli interni, è
stata fatta riemergere tutta la bellezza
che la casa aveva già, sommersa da
decenni di deterioramento, e da inter-
noto patto di stabilità i contributi stanziati (2/3 della spesa) arriveranno con
parecchi mesi di ritardo. Nel frattempo
le imprese premono per avere i dovuti
pagamenti. Noi soldi da parte non ne
abbiamo, ma confermo che siamo
rimasti dentro il budget inizialmente
preventivato dei 300 mila euro.
Prossimo impegno? Rientrare velocemente dal fido bancario!
don Moreno
Il rinato Organo di S. Croce
spegne la prima candelina
ufficiale dello strumento. Ai partecipanti è stato proposto l’ascolto di
alcuni celebri brani per organo solo
tratti dalla letteratura organistica
barocca, romantica e tardo-romantica
ed un percorso teologico-spirituale
(dal titolo “Gesù rivela al mondo il
Volto di Dio”) inframmezzato dall’esecuzione di composizioni corali sacre di
autori classici e contemporanei.
Al contrario di molte altre realtà
parrocchiali nelle quali l’organo a
canne (quando c’è ed è funzionante)
spesso viene trascurato o lasciato ad
impolverarsi in un angolo della chiesa
per disinteresse o mancanza di musicisti adeguatamente formati, nelle
nostre comunità di S. Croce e S.
Alberto Magno gli organi ci sono e
vengono ben curati e valorizzati in
modo da permettere agli organisti di
entrambe le parrocchie di svolgere il
loro servizio nel migliore dei modi.
L’investimento richiesto per il
restauro dello strumento non è stato
affrontato inutilmente e fin da subito
ha dato i suoi frutti. Dal suo ripristino,
infatti, l’organo di S. Croce il sabato e
la domenica di ogni settimana ha
sempre fatto sentire la propria voce in
almeno un paio di celebrazioni; ha
inoltre allietato i momenti gioiosi e
festosi della nostra comunità (come
matrimoni, battesimi e anniversari) e
dato il suo commiato a persone a noi
care che ci hanno lasciato quest’ultimo anno.
E pensare che il nostro organo,
nonostante il frequente utilizzo, per
molti rimane ancora uno sconosciuto.
Prima di tutto per la sua collocazione
così discreta che a volte fa pensare ad
una sua assenza, ma anche a causa di
una scarsa conoscenza che molte persone hanno dello strumento in generale. Qualcuno ancora lo chiama pianoforte o non sa che per farlo suonare
sono state montate più di un migliaio
di canne metalliche e lignee di molte
forme, grandezze e timbri diversi.
L’organo in realtà è lo strumento più
imponente e complesso mai concepito
dall’uomo. Basti pensare che è composto non solo, come molti credono,
da una postazione (detta consolle)
dalla quale l’organista esegue la musica dando i giusti “comandi” su uno o
più manuali (tastiere simili a quelle del
pianoforte) e una pedaliera (che si
suona letteralmente con i piedi), ma
anche da uno o più corpi d’organo
consistenti ciascuno di alcune centinaia o migliaia di canne. Queste ultime,
nella nostra chiesa, sono ordinatamente disposte in due grandi stanze
collocate in posizione sopraelevata a
destra e a sinistra dell’altare maggiore,
Restauri
È ormai trascorso poco più di un
anno dal ripristino dell’organo della
chiesa parrocchiale di S. Croce che
dal settembre 2013 è tornato a funzionare perfettamente e a svolgere il suo
dovere anche durante le celebrazioni.
Per ricordare e festeggiare il suo ritorno, la sera del 24 settembre 2014, a
quasi un anno esatto dalla sua “rinascita”, l’organista Maddalena Murari e
la Cappella Musicale Fiorella BenettiFernando Pilli ci hanno finalmente
regalato un concerto d’inaugurazione
Non abbiamo, però, accantonato del
tutto questo strumento sostitutivo che
ora è tornato ad accompagnare le
prove della Schola Cantorum S. Croce
e alcune celebrazioni presso la chiesa
della Madonna della Salute.
Coglierei infine l’occasione per
ricordare e ringraziare a nome della
comunità il M° Egidio Bertazzo che dal
1952 al 2004 (più di mezzo secolo!)
ha dedicato tutti i sabati, le domeniche, i giorni di festa e molti altri giorni
feriali al competente e appassionato
servizio di organista liturgico e direttore della Schola Cantorum a favore
della sua comunità parrocchiale.
Senza dubbio un esempio di dedizione e professionalità per noi organisti
più giovani.
Enrico Bertazzo
nascoste dietro le finestre adornate da
pregiati e dorati stucchi raffiguranti
strumenti musicali.
L’organo, dotato di decine di registri (timbri diversi che vengono combinati assieme), per la sua versatilità,
varietà e potenza di suoni è quasi
paragonabile a una orchestra suonata
da un unico musicista. Non è difficile
capire l’enorme differenza che passa
tra il nostro strumento restaurato e la
vecchia tastiera liturgica amplificata
che lo ha sostituito per cinque anni.
Consolle in fase di restauro
5
Vita della Parrocchia
Cresime
Domenica 9 novembre abbiamo avuto l’onore
di avere la presenza a S. Croce dell’Arcivescovo
Mons. Giampiero Gloder, che quasi trent’anni fa
lavorò S. Croce nella veste di giovane cappellano.
Ora dirige a Roma la Pontificia Accademia
Ecclesiastica, l’istituzione che forma i Nunzi, i rappresentanti del papa presso i vari governi di tutto il
mondo.
Don Giampiero ha celebrato la Cresima di 13
ragazzi e si è poi intrattenuto in patronato con alcune famiglie.
Qualche giorno dopo ci ha inviato un lettera di
ringraziamento che qui pubblichiamo.
A S. Alberto invece la Cresima è stata celebrata
sabato 29 novembre, con la presenza di Mons.
Daniele Prosdocimo, Vicario per la Pastorale cittadina di Padova.
Roma, 13 novembre 2014
Caro don Moreno,
desidero ringraziare te, don Moreno, don Fabio, i
Cresimati, i Catechisti e l’intera Comunità Parrocchiale di
Santa Croce per il bel momento che abbiamo vissuto insieme di preghiera e di fraternità in occasione del Sacramento
della Confermazione.
Ritornare nella Parrocchia dove sono stato nei primi tre anni di sacerdozio - quasi trent’anni fa - è stata per
me una vera gioia, l’occasione di rivedere tanti volti che mi
hanno fatto riandare a situazioni, incontri, esperienze, che
ho vissuto. Vorrei dire, però, che è stato soprattutto un momento in cui ho ricordato al mio cuore il bene che ho visto e
che ho ricevuto - ed è molto -, così prezioso per chi inizia il
cammino di servizio al Signore nel ministero.
Auguro che i ragazzi e le ragazze che hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo in quel giorno sappiano impegnarsi ancora di più a crescere nell’amicizia con Gesù,
ascoltandoLo e incontrandoLo, e a partecipare con gioia e
con entusiasmo alla vita della Comunità. In questo, spero
possano essere accompagnati dall’esempio e dall’appoggio
dei genitori, dei padrini e delle madrine, che per primi dovrebbero vivere e testimoniare la fede nelle azioni di ogni
giorno e nella vita parrocchiale.
Da parte mia assicuro il ricordo nella preghiera e
chiedo di ricordarmi nelle vostre preghiere.
NOI ASSOCIAZIONE: Adesioni 2015
6
Qualche mese fa è capitato un signore in patronato e si è stupito di averlo trovato chiuso. La sua
memoria andava a 30 anni fa, a quando lui era ragazzo, c’era un campetto dove si poteva giocare
liberamente, come e quando si voleva.
In 30 anni però le cose sono molto cambiate. Oggi in patronato si entra come “soci” di una associazione
che si chiama NOI e poiché c’è un problema di responsabilità (il Presidente del NOI, che in questo
momento è il Parroco, è responsabile di tutto ciò che vi accade) si può accedere al patronato solo se ci sono dei volontari che
controllano le attività in corso.
Questa premessa per annunciare che le ultime domeniche di gennaio 2015 saranno dedicate all’iscrizione al NOI, prima
e dopo le S. Messe del mattino. Tutti quelli che frequentano il Patronato, bambini e adulti, devono essere soci di questa
Associazione per essere in regola con le leggi e l’assicurazione, per poter accedere al bar interno, usufruire degli ambienti e
della cucina, per partecipare al grest e giocare nei cortili. L’iscrizione fatta subito costa 5 euro per i bambini e 6 euro per gli
adulti. Da marzo la quota salirà a 10 euro.
Iniziazione Cristiana
famiglie legate a noi a motivo della
scuola, dei nonni, e del lavoro.
Da sabato 29 novembre infine è
partito anche un secondo gruppo di
Iniziazione Cristiana. Questo gruppo
non si è ancora dato un nome, anche
se c’è già qualche buona idea in proposito. Vi fanno parte oltre trenta bambini,
di S. Alberto, S. Croce, e poi di varie
Infine uno sguardo avanti al prossimo anno, perché già altri “compagni di
viaggio” si stanno preparando per partire da novembre del 2015 per un ulteriore percorso. Perché la fede continui
ad essere testimoniata alle nuove generazioni.
I ministri straordinari della comunione
a servizio della comunità cristiana
∙ Anticamente, al passaggio davanti al
Papa si bruciava uno stoppino per
onorare la regalità e la dignità. I
Ministri della Comunione sono
anch’essi umili strumenti di questa
dignità.
Iniziazione Cristiana potrebbe tradursi in «mai più senza la famiglia»: un
bambino non diventerà mai cristiano se
non ha alle spalle una famiglia che lo
accompagna. A questo si aggiunge un
«mai più senza la comunità», che dovrà
ritenersi impegnata anche con la testimonianza nella formazione di bambini
e genitori.
Il 15 novembre si è incontrato il
gruppo di bambini e genitori avviato lo
scorso anno, il gruppo “Gallicantus”; si
tratta di un gruppo numeroso, di circa
40 bambini con i relativi genitori. Ai
Il 22 novembre, vigilia di Cristo Re,
si è svolto un ritiro spirituale per i laici
che sono impegnati a portare l’Eucaristia a malati e anziani nelle nostre parrocchie, chiamati “Ministri straordinari
della Comunione”. Anche alcuni
Ministri di S. Croce vi hanno partecipato. Vi riportiamo alcuni pensieri proposti da don Gianandrea Didonna.
∙ Le ultime domeniche dell’anno liturgico fanno pensare alle “cose ultime”. L’uomo riconosce che tutte le
cose, anche le più belle di questa
terra, sono transitorie, destinate a
bambini di questo secondo anno è
stato consegnato il Vangelo domenica
23 novembre, durante la S. Messa,
grazie al quale e cominceranno ora il
percorso di scoperta di Gesù.
consumarsi. Contrariamente alla finitezza delle cose noi celebriamo la
regalità di Dio che è il Signore di tutto
e di tutti. Tutto ha fine fuorché l’AMORE, fuorché DIO che è amore,
Lui è il Signore di tutte le creature.
∙ I Ministri della Comunione, quando
portano il Pane consacrato sono portatori della regalità di Dio; d’altra
parte, chi riceve l’Eucaristia assimila
la potenza di Dio, diventa, per grazia
dell’Altissimo, partecipe della natura
regale di Dio, entra a far parte dell’eternità di Dio.
Vita della Parrocchia
Scherzandoci un po’ ho, abbiamo
notato che i genitori si sono presentati
tutti per il secondo anno, segno che sicuramente durante gli incontri precedenti
si sono portati a casa qualcosa di buono.
Un grazie va dato alle catechiste, che
hanno dovuto anche chiamare giovani
rinforzi per gestire i tanti bambini.
L’avvio è sempre difficile, quando
un’esperienza è nuova non si sa bene
cosa si trova, ma i genitori presenti
hanno colto l’occasione di una riflessione “per loro”, che come tanti si sentono
travolti dalle incombenze e dagli stress
quotidiani. I bambini invece si sono
divertiti a preparare tanti vagoncini: si
tratta pur sempre di un viaggio che inizia. Anche per questo secondo gruppo
un grazie ai catechisti che con un po’ di
trepidazione si sono messi a disposizione della comunità. Buon percorso a
tutti!
Da una anno il classico “catechismo” si è rinnovato. Ora il percorso si
chiama Iniziazione Cristiana, e non è
solo una modifica del nome, che lascia
tutto come prima, ma si tratta veramente di un cambio di impostazione.
∙ I Ministri hanno il compito del buon
Pastore che visita il suo gregge, lo
cura, sono un piccolo riflesso della
cura di Dio per il suo popolo.
Maria Antonia Zanon
Don Vittorino a S. Alberto, il Diacono
don Mariano e alcuni laici a S. Croce
sono disponibili a portare l’Eucaristia a
malati e anziani che lo richiedono. Basta
rivolgersi in parrocchia per chiedere la
loro presenza, anche con frequenza settimanale, per chi lo desidera.
Madonna della Salute
Merita una attenzione speciale anche la nostra chiesetta
dedicata alla Madonna della Salute. Grazie alla appassionata
disponibilità di Beppino Bressan infatti quasi tutti i giorni la
chiesetta è aperta per alcune ore alle visite e alla preghiera.
Per tutto ottobre vi abbiamo celebrato il Rosario e la S. Messa
feriale, con una buona partecipazione di fedeli, favorita
anche dal clima mite di questo autunno. Aggiungo che, con
mio gradito stupore, ho ricevuto parecchie telefonate che
chiedevano informazioni in occasione del 21 novembre,
giorno della Madonna della Salute, e naturalmente l’Oratorio
si è riempito in quella data speciale.
Noto, e mi piace far osservare anche a voi tutti lettori, che
ci sono persone che amano tantissimo questa chiesetta: c’è
chi porta i fiori, chi si informa delle celebrazioni, chi la desidera aperta… l’ultimo traguardo a cui ora stiamo puntando
è di fornire la chiesetta di una
bussola interna, in vetro.
La funzione della bussola
è duplice: consentire la preghiera con una porta che
tenga riparati dal forte rumore
che viene dalla strada; in
secondo luogo ci permetterà
di tenere aperto il portone di
legno esterno, per mostrare una chiesa “aperta” anche negli
orari in cui non sarà possibile la presenza di un custode. Già
alcuni parrocchiani e i volontari del gruppo “Chiese e Oratori
Aperti” mi hanno consegnato delle offerte per questo scopo.
Grazie a tutti.
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FESTE PARROCCHIALI
Vita della Parrocchia
Festa di S. Alberto
Festa di S. Croce
La tradizionale festa di S. Croce ha avuto anche
quest’anno il suo svolgimento.
È iniziata con la serata di karaoke del venerdì, che ha
avuto come invitata speciale Suor Antonella, che tante
mamme e ragazzi hanno voluto salutare, visto che aveva
appena cambiato parrocchia di servizio.
Il sabato ha visto invitato speciale don Pietro Lievore, che
con gioia ha celebrato la S. Messa nella nostra chiesetta della
Madonna della Salute, che tanto ha amato; gli anziani si
sono poi incontrati nel consueto pranzo di mezzogiorno; alla
sera infine i giovani si sono dati appuntamento con i loro
piatti tutti “spaziali”.
La festa di S. Alberto Magno ricorre il 15 novembre.
S. Alberto è stato un grande teologo tedesco del 1200, un
innovatore del suo tempo, dichiarato successivamente patrono degli scienziati. I suoi scritti sono una conferma che scienza e fede possono compenetrarsi, e non sono incompatibili.
S. Alberto insegnava tutto ciò nel 1200, e anche per questo
è detto “magno”, cioè “il grande”.
S. Alberto nella sua vita ha fatto di tutto: il provinciale dei
domenicani (l’ordine religioso a cui apparteneva), lo studioso, l’insegnante, il Vescovo; ha inventato norme che determinassero il merito delle persone (tema sempre attuale), ha
lavorato instancabilmente in tutta la sua vita.
È stata buona anche quest’anno la partecipazione all’Eucarestia solenne, e significativa la presenza del coro “misto”;
riuscito il successivo pranzo, al quale hanno partecipato circa
140 persone, compresi gli amici della comunità croata e di
Salboro. Un ringraziamento particolare al NOI ed ai giovani
di Santa Croce che hanno aiutato la preparazione delle sale
e la distribuzione del vitto.
E finalmente è arrivata la domenica, con la S. Messa
solenne delle 10.00 dedicata alla S. Croce, animata dal
nostro coro parrocchiale. Subito dopo, l’inaugurazione della
Canonica appena restaurata. Non poteva mancare il pranzo
comunitario, preparato dai nostri famosi chef.
Pochi giorni dopo, quasi a coronare il mese di settembre,
abbiamo inaugurato ufficialmente l’organo, con un bel concerto musicale e canoro.
Un grazie a tutti quelli che hanno collaborato alla buona
riuscita dell’edizione 2014 della festa.
Un caro ricordo di DON ESTERINO
Quest’anno la festa di S. Alberto
è diventata per noi l’occasione
per far memoria di don Esterino
Barbiero, primo parroco di questa parrocchia, tornato alla casa
del Padre il 19 agosto 2014.
Don Esterino era nato nel 1923 a
Villaguattera, prete dal 1947,
ebbe il suo primo incarico come
cappellano al Bassanello, che allora era decisamente una
grande parrocchia, piena di giovani.
Dieci anni dopo il Vescovo Bortignon lo inviava a S.
Alberto, parrocchia tutta nuova, che stava sorgendo proprio in quegli anni. Dal 1958 ne diventava ufficialmente
parroco.
Dopo la costruzione della chiesa, si preoccupò di abbellirla, affidando ad artisti importanti come Amleto Sartori
l’esecuzione delle opere più belle. Il risultato sarà una
delle poche chiese moderne ben riuscite. Poi penserà alla
canonica e alla casa del sacrestano e dei tanti preti che vi
abiteranno.
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Leggendo qua e là i vecchi bollettini contenuti nell’archivio parrocchiale, appare lampante come impiegò le sue
energie nella catechesi e nell’azione cattolica. I giovani e
le famiglie erano sempre nei suoi pensieri e il centro della
sua attività. Quanto alla liturgia, tutto doveva essere al
massimo della bellezza.
Don Esterino lasciò la parrocchia al compimento dei 75
anni, dopo 40 anni di dedizione, in un momento in cui
già si percepiva che le parrocchie stavano cambiando
fisionomia, a motivo delle trasformazioni sociali e culturali tuttora in corso.
Don Esterino è stato un uomo che ha dedicato tutta la
sua vita alla comunità parrocchiale che gli era stata affidata, mettendoci tutto il suo carattere forte e le sue
energie. Per questo la comunità di S. Alberto non lo
potrà dimenticare.
Una nuova campanella, che porta scritto il nome di don
Esterino e che segnerà l’inizio delle varie celebrazioni, è
stata collocata nel presbiterio in sua memoria. Lui che ha
dato inizio a questa comunità parrocchiale continuerà
così a dare inizio ad ogni celebrazione liturgica.
Notizie dall’Ecuador
culturale, criminalità, usura, violenza... Risorse e antidoti a questi mali sono la bontà e disponibilità di molta
gente che, magari non con denaro ma con il proprio
tempo, si fa in quattro per aiutare; la sete di formazione
umana, spirituale, biblica degli adulti; i molti giovani
presenti (metà della popolazione è sotto i 24anni) che,
seppur non ancora organizzati in gruppi parrocchiali,
guardano con gran speranza e desiderio al futuro.
Ci sembra di individuare alcuni strumenti con cui
lavorare nelle realtà in cui siamo impegnati: formazione
umana e cristiana (doposcuola, corsi per adulti, ecc.), il
lavoro (corsi di formazione professionale, diritti sindacali, ecc.), il risparmio (educazione al sacrificio costruttivo, alla programmazione, permettere di avere un piccolo capitale per spese previste o impreviste), la comunità e le forme organizzate.
Il lavoro non manca e la vostra simpatia - amici
della diocesi di Padova - accompagnamento e preghiera nemmeno. Su le maniche e... adelante!
Carità
Da gennaio 2013 sono stato inviato con altri due sacerdoti
nella nuova diocesi di San Jacinto de Yaguachi, in Ecuador.
Nuova nel senso che questa diocesi è appena nata: quattro
anni fa la grande diocesi di Guayaquil (porto principale, capitale
economica e città più grande del paese) è stata divisa. Ed ecco
quindi nascere una diocesi da 800mila abitanti con 43 parrocchie
e 50 preti (il che vuol dire circa 15-20 mila abitanti per parrocchia
e per prete! Padova, tanto per fare un confronto, ha un prete ogni
2-3 mila abitanti).
Siamo entrati nella parrocchia Nuestra Señora de los Angeles
(detta anche Porciuncula, fondata nel 1981) con il mandato di
accompagnare un barrio grande, l’Arbolito, a diventare parrocchia.
In novembre è arrivata Cristina Tono, laica di Salboro, a completare il gruppetto missionario padovano. In marzo, poi, le suore
terziarie francescane elisabettiane sono arrivate all’Arbolito
aprendo una comunità che si integra col suo bel carisma educativo e caritativo al lavoro di accompagnamento pastorale.
Una diocesi nuova: tutti ci sentiamo un po’ pionieri, poiché è
praticamente tutto da costruire e impostare, non solo e non tanto
a livello di strutture (aule, chiese, ecc.), quanto a livello di comunità, spiritualità diocesana, senso di appartenenza, formazione
dei laici, “strutture” parrocchiali di comunione (consigli pastorali
e affari economici, gruppo dei catechisti, gruppo Caritas parrocchiale, ecc.).
Don Mauro, Cristina, Jon e Diana, stanno “fondando” gruppi
Caritas; stanno coordinando alcuni progetti sociali come la fabbrica di ceri e candele, il taglio e cucito, una cooperativa di produttori di cacao di una parrocchia, un banco di alimenti, ecc. In
questo mese di ottobre aprirà il centro di ascolto diocesano in
uno stabile ex-poliambulatorio che dovremo riadattare e sistemare come “casa della Caritas” diocesana per corsi di formazione,
magazzino, casa di ospitalità per volontari, ecc.
Duràn (250 mila abitanti) è satellite di Guayaquil (2 milioni
500 mila persone). Le sfide sono quelle delle periferie urbane
delle grandi città: fragilità delle famiglie, povertà economica e
don Giampaolo Assiso
La Parrocchia di S. Croce ha inviato a don Giampaolo
per le necessità della sua nuova parrocchia la somma di
euro 2.500 raccolta grazie all’impegno delle nostre signore che hanno allestito l’annuale mostra-mercato missionario. Grazie a chi ha lavorato e contribuito.
Colletta alimentare
Sabato 29 novembre, i giovani delle
nostre parrocchie e gli scout di S. Croce
e Madonna Incoronata si sono offerti
come volontari per la “colletta alimentare” a favore del banco alimentare.
In tutta la provincia di Padova sono
stati raccolti 198.000 kg di cibo: nel
supermercato Alì della Sacra Famiglia,
dove erano in servizio i nostri ragazzi,
sono stai raccolti 1.476 Kg di merce, in
crescita rispetto agli scorsi anni.
Un grande grazie prima di tutto ai
cittadini donatori, ma anche al discreto
servizio prestato dai nostri giovani.
SCUOLA DI PREGHIERA
2014-2015
“Le domande di Gesù”
Tempo di preghiera
e accompagnamento
spirituale
per i giovani,
in Seminario Maggiore
5 per mille
Prima di tutto un grazie ai 274 parrocchiani che nel 2012
hanno devoluto il loro 5X1000 alla nostra Parrocchia.
Grazie a queste firme, pian piano crescenti nel numero, quest’anno abbiamo ricevuto Euro 11.540,40, utilizzati per sostenere le
iniziative del Patronato (i soldi che riceviamo hanno vincoli precisi, e possono essere utilizzati solo per questa finalità).
Se continuerete ad aiutarci per il futuro, potremo continuare a
proporre ulteriori progetti. Torno a segnalare, per quando sarà
tempo della dichiarazione dei redditi, il nostro codice fiscale:
80035630286
Grazie ancora
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EUROJAM 2014
DELLA FEDERAZIONE DELLO SCOUTISMO EUROPEO
in Normadia a Saint-Evroult-Notre-Dame-du-Bois
Patronato
…E C’ERAVAMO ANCHE NOI DEL PADOVA 3° “Santa Croce”
sia con le Guide del Riparto Altair che con le Scolte del Fuoco di Sirio!
Eurojam 2014: un grande raduno di circa 12.000 persone, provenienti da diverse nazioni, che hanno
vissuto la bellezza di un campo scout nei boschi della Normandia facendo esperienza di fraternità. La
Legge Scout, i sorrisi, la gentilezza gli uni verso gli altri sono stati per 10 giorni “la nostra lingua comune”.
Ecco cos’hanno scritto di questa
esperienza i Commissari Nazionali
della Branca Guide e della Branca
Esploratori dopo il rientro.
Ci hanno chiesto: quale la gioia
più grande dell’Eurojam appena vissuto? E noi: il sorriso!
E quale? Uno dei tanti, uno qualsiasi dei 12.000 sorrisi che sembravano
imperturbabili anche al maltempo e
che sui visi di Esploratori e Guide non
sono mai scomparsi, per tutta la durata del campo.
“Venite et Videte” è il motto evangelico che ci ha accompagnato, prima
nella preparazione e poi per tutta la
durata del campo, e voi guide ed
esploratori avete saputo cogliere
appieno queste parole, perché avete
dato fiducia al Signore che vi ha chiamato in Normandia, siete venuti ed
avete visto!
Cosa avete visto? Sicuramente il
suo volto “nel volto di ogni fratello”,
come dice il testo di un bellissimo
canto scout, avete capito che la fraternità non è solo un ideale, ma è uno
stile di vita, che la Legge non è solo
un decalogo, ma un modo di vivere la
propria quotidianità!
E cosa ci portiamo a casa, nel
nostre cuore dopo questi giorni indimenticabili? Sicuramente tanti sorrisi,
ma dietro ogni sorriso una persona,
un’amica, un fratello, un qualcuno che
riempie di signi­ficato la nostra vita,
ora più che mai!
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Non nascondiamo il tesoro di questa esperienza, ora dobbiamo andare,
prendere il largo, coinvolgere nelle
nostre squadriglie nuove guide e
nuovi esploratori, allargare i
nostri orizzonti ... allargare il
nostro cuore proprio come
abbiamo proclamato più
volte alla cerimonia di chiusura dell’Eurojam, un motto
che ora diventa il nostro
consapevole impegno:
“Veni, Vidi, Vado”!
Di seguito alcune delle
testimonianze raccolte tra le
Guide del nostro Riparto
Altair durante il campo.
Squadriglia Koala
“Venite et videte!”
Queste sono le parole che
hanno unito ben 12.000
scout e guide di tutta Europa.
Dalla mattina, in cui ci svegliamo, alla sera in cui ci
rintaniamo nei sacchi a pelo,
animiamo questo bosco con
una grinta che solo gli scout
possono avere.
Dopo il risveglio, sempre
“dolce e delicato”, è ora di
preparare una ‘deliziosa’ colazione. Al
fischio delle capo, preso il guidone,
corriamo all’alzabandiera. Dopo questo momento di serietà è una corsa
sfrenata verso i bagni, dove la carta
igienica è una specie estinta.
Superata la mattinata con risate in
squadriglia, arriva l’atteso momento
del pranzo... si mangia!
Il pomeriggio passa velocemente
tra piatti da lavare, legna da accatastare e soprattutto belle attività di riparto.
Dopo di che iniziamo a fare fuoco e
divoriamo ciò che resta delle scorte
della cambusa, comprese le onnipresenti baguettes.
Una canzone ci richiama al falò
della sera, nel nostro caso sostituito da
una torcia a vento. Dopo canti e bans,
esauste, torniamo nelle nostre tende
in cui chiacchieriamo della giornata
appena trascorsa, ascoltiamo una
delle tante storie della nostra vice
capo squadriglia ed infine ci addormentiamo serenamente.
Sofia, Cristina, Alice,
Elisa, Greta, Gioia, Belen
Squadriglia Pantere
I momenti più belli li viviamo
insieme durante la sera in tenda, che
sembrano dei pigiama party; tutte con
le teste vicine a confidarci fra luci soffuse delle torce; fino a quando le
nostre capo cantano il S. Giorgio. A
quel punto ci auguriamo la buona
notte.
La mattina, al risveglio, ci salutiamo con un BUONGIORNO e un
bacino sulla guancia, dopodiché
cominciamo le varie attività: fare il
fuoco, i vari servizi, cucinare e giocare.
Patronato
Quando qualcuno mi chiede di
parlare della vita in squadriglia prima
di tutto rispondo che è come una
famiglia; le squadrigliere non sono
solo compagne di mille avventure
vissute al campo o durante l’anno, ma
anche le amiche con cui condividere
emozioni e passioni. Sono sicura che
durante questo Eurojam stiamo non
solo rafforzando il nostro legame ma
anche imparando ad affrontare questa
grande avventura insieme. Come tutte
litighiamo anche noi a volte, ma sappiamo sempre risolvere e chiarire al
meglio tutte le situazioni.
Durante i pasti le chiacchierate continuano e molte volte basta uno sguardo per capirci.
Siamo una squadriglia molto allegra, ridiamo e cantiamo sempre. In
questi giorni stiamo imparando tante
cose nuove non solo all’interno del
nostro riparto ma da tutte le persone
GIOVANI E VENEZIA
A partire da questo novembre ha
avuto inizio anche il percorso del
gruppo giovani della parrocchia, ossia
dei ragazzi che hanno tra i 20 e i 21
anni. Obiettivo di quest’anno sarà una
ricerca spirituale per approfondire il
valore della fede e della Santa Messa.
Gli incontri, a cadenza mensile,
vedono una prima parte dell’attività
condotta in Parrocchia, nella quale ci
ritroviamo per svolgere un’attività di
comprensione e una seconda parte
nella quale usciamo dalla Parrocchia
per andare ad incontrare e conoscere
altre esperienze spirituali, tramite l’incontro con persone che possono aiutarci a maturare nella nostra crescita
spirituale.
La prima di queste tappe si è già
svolta in entrambe le parti il 16 e il 22
Novembre ed ha avuto come meta
Venezia, più precisamente l’isola di
san Giorgio, abitata dai monaci benedettini. In questo antico monastero
abbiamo avuto il piacere di conoscere
padre Biagio, che ci ha intrattenuti sul
significato e l’importanza
della Messa, facendo leva
sulla vita comunitaria e
l’impegno a non dare
mai spazio a prese di
posizione troppo egoiste
non solo nella vita reale,
ma anche nel coltivare la
propria vita spirituale.
Per mostrare la concretezza delle sue parole
il gruppo è stato invitato
a partecipare alla pre-
che incontriamo di tutte le nazionalità.
Ecco un breve riassunto di come stiamo vivendo questa magnifica avventura all’interno della squadriglia
PANTERE (PD 3) che saluta tutti con
il proprio urlo “PANTERE BLACK
POWER” che ci dona tanta energia e
voglia di fare.
Eleonora Pavan
ghiera in compagnia di tutti i membri
del monastero e, inoltre, a visitare
quest’ultimo: l’intera costruzione è
abitata da soli 4 monaci, i quali vivono semplicemente nella preghiera e
nella cura della loro dimora, offrendo
poi spunti di riflessione per tutti i visitatori.
Matteo Stabilini
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Nato fuori casa
Ogni anno viviamo quest’antica
e pur sempre nuova attesa
del tuo giorno oh Dio:
che un Bimbo
raccolga, stravolga,
rappacifichi il mondo,
in un abbraccio di pace.
Un bisogno,
ancor prima che un sogno,
da tutti avvertito,
come fine ultimo da taluni,
da altri pronti ad essere decapitati,
eppure…
AVVENTO - NATALE
Preparazione:
La S. Messa quotidiana con le letture e le preghiere.
Novena di Natale da Martedì 16 dicembre.
Il Canto della Stella: da parte delle Scout, 15 e 20 dicembre.
Giovani: lunedì 15 dicembre - Scuola di Preghiera alle ore 20.00 presso il Seminario Maggiore.
Celebrazioni Penitenziali:
Celebrazione Penitenziale Vicariale e Parrocchiale: giovedì 18 dicembre alle ore 21.00 a S. Leopoldo.
Scout - Veglia di Natale: sabato 20 dicembre - ore 16.00 a Madonna
Incoronata.
Giovani e adulti: mercoledì 24 dicembre tutta la giornata.
CELEBRAZIONI
• 24 dicembre - Notte di Natale S. Croce: SS. Messe ore 22.00 e 24.00
S. ALBERTO MAGNO: S. Messa ore 23.00
• 25 dicembre - Santo Natale - SS. Messe con orario festivo
• 26 dicembre - S. Stefano
S. Croce: SS. Messe ore 11.00 - 19.00
S. ALBERTO MAGNO: S. Messa ore 10.00
• 28 dicembre - Festa della S. Famiglia di Nazareth:
ricordiamo tutte le famiglie, le loro attese e preoccupazioni.
• 31 dicembre - S. Silvestro - SS. Messe di ringraziamento
S. Croce: SS. Messe ore 17.00 - 19.00
S. ALBERTO MAGNO: S. Messa ore 19.00
• 1 gennaio 2015 - Festa di Maria Madre di Dio
SS. Messe con orario festivo. Giornata Mondiale della Pace.
• 6 gennaio - Epifania del Signore - SS. Messe con orario festivo.
• Domenica 11 gennaio - Festa del Battesimo di Gesù
• 18-25 gennaio - Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: Gesù disse: «Dammi da bere». (cfr - Gv 4,7)
Quelle paffute manine aperte, ora,
ossa massacrate da chiodi insanguinati un giorno,
accolgono quei venti milioni di bambini
- un bimbo ogni quattro secondi
- da zero a tre anni morti all’anno:
- nati non nati, abortiti e insacchettati,
- fatti a pezzi nei cassonetti,
- congelati nei frigo, sepolti nei parchi,
- buttati a mare da boia in traghetti clandestini,
- lasciati in carrelli della spesa,
- accoltellati o pistolettati da padri folli,
- o da madri violentate e stuprate da insospettabili
altolocati,
- o da compagni di sballo, per gioco…
e il “censimento” pecca per difetto!
Tu dolce Bimbo
“nato fuori casa”
per sorte paradossale,
capisci il linguaggio muto,
i vagiti soffocati ed inascoltati
e sei lì per abbracciarli tutti.
Essi rivedranno la luce,
i prati e i fiori, godranno le tenerezze
gusteranno le carezze mai avute.
O Gesù che mai ti stanchi di perdonare,
guarda ancora a noi,
che, profondamente pentiti,
imploriamo la tua divina misericordia.
E con l’aiuto della mamma nostra
SVUOTACI dall’indifferenza,
superficialità, cecità, egoismo,
sordità, idolatria nuove,
per RIEMPIRCI
di solidarietà e pace
che solo tu certamente
ricostruire saprai.
Maria Antonia Zanon ofs
Concorso
Presepio In Famiglia
Il concorso “Presepio in famiglia” è ormai una tradizione consolidata sia per Santa Croce che per
Sant’Alberto Magno. Per partecipare basta lasciare i propri dati in sacristia, oppure comunicarli via e-mail
alla parrocchia. Una commissione vi farà visita ufficialmente.
Il più significativo sarà premiato domenica 18 gennaio, alla S. Messa delle 10.00, a Santa Croce.