COMUNITÀ PARROCCHIALI SANTA Croce S. Alberto Magno Santa Croce Corso Vittorio Emanuele II, 166 Tel. e Fax 049.880.14.38 E-mail: [email protected] PADOVA S. ALBERTO MAGNO Via Marconi, 13/A Tel. e Fax 049.880.84.10 E-mail: [email protected] • DICEMBRE 2014 • NATALE È NOVITÀ L’immaginario collettivo ritiene che nella chiesa sia sempre tutto uguale e ripetitivo. Vivendoci dentro invece a me sembra che ci siano novità continue, non tanto nei contenuti di fede ovviamente, quanto nei metodi e nelle sensibilità. Alcuni esempi: S. Croce e S. Alberto si stanno sempre più trasformando in una unità pastorale. Non è cosa da poco. I gruppi di catechismo dei più piccoli e dei rispettivi genitori hanno già cominciato a ritrovarsi insieme, i cori cantano insieme, le feste patronali sono celebrate insieme, i giovanissimi e i giovani si incontrano senza porsi nemmeno il problema negli ambienti dell’una o dell’altra parrocchia, pian piano arriveremo ai sacramenti e a tante altre attività insieme. Sta di fatto che i confini sono ormai caduti. Anche il catechismo non è più lo stesso di 30 anni fa: si chiama Iniziazione Cristiana e coinvolge sempre più l’intera famiglia nel percorso. Adesso, al sabato, si vedono gruppi di bambini in una stanza e un gruppo ancor più numeroso di genitori nella stanza accanto. Proprio in questi giorni è terminato il corso vicariale della Caritas, per preparare alcuni operatori volontari: sta per partire infatti il centro di ascolto vicariale della Caritas, tutto dedicato ai residenti delle nostre parrocchie. I Parrocchiani in difficoltà potranno rivolgersi lì per ottenere il sostegno necessario. Sarà uno sportello di discernimento e di valutazione, di consiglio, di attivazione di tutti i servizi possibili nella nostra città. Anche di aiuto concreto per chi ne avrà reale necessità. Quest’anno è nato anche un gruppetto di presepisti. La cosa è particolarmente curiosa perché proprio quest’anno avevamo deciso di non impegnarci nella costruzione del presepio (per la precisione, sarebbe stato costruito solo un “presepietto” molto elementare) perché – lo potete immaginare – il grande presepio richiede un lavoro immane. Avevamo già deciso ma… si sono presentati dei parrocchiani dicendo: vi vogliamo aiutare. Sarà un segno del cielo? Abbiamo pensato di sì: il gruppetto si è messo subito all’opera e così anche quest’anno avremo il nostro bel presepio, ormai ben conosciuto in città. Come ultimo esempio, un gruppetto di genitori ha cominciato a leggere insieme un vangelo, ad approfondire ascoltare e pregare, nonostante tutte le difficoltà di tempi e orari legate alla vita di famiglia, ma con determinazione e impegno. Questi citati sono solo alcuni aspetti legati alla vita parrocchiale. La vera domanda è se anche noi, a livello personale, saremo capaci di novità. Il Natale è per sua natura una novità, è sconquasso delle certezze degli uomini, che per esempio avevano sempre immaginato Dio in cielo e lontanissimo dagli uomini: a questo punto la grande fatica sarà quella di riconoscerlo, di accettarlo così com’è e di fargli spazio. Questo Natale ci aprirà alla novità di Dio? Cacciamo via allora i cattivi pensieri, quei pensieri che facciamo quando prima di tutto guardiamo in malo modo a noi stessi, tipo: non c’è niente da fare... sono fatto così… va sempre peggio… ho perso la fede… tutta colpa di qualcun altro… Ve lo immaginate se Gesù 2000 anni fa avesse “tediato” il mondo con parole di questo tipo, che in fondo sono solo il segnale di una certa stanchezza e rassegnazione. Un vecchio parrocchiano di grande esperienza commentava il carattere di noi italiani, dediti con facilità all’autolesionismo, e oggi ne paghiamo le conseguenze. Se Natale è novità, cogliamo i segnali di freschezza e seguiamoli. Forse la nostra società, intristita, sta attendendo una nuova ripartenza dei cuori. Buon Natale, buona novità! don Moreno Nalesso Sinodo sulla famiglia Chiesa in cammino Da più parti mi è stato chiesto un commento sul Sinodo sulla Famiglia, che da molti è stato seguito solo attraverso l’ascolto dei mass media che lo commentavano. Ecco alcuni brevi pensieri. Le attese Erano molte, ma spesso superficiali. C’è un’aria di semplificazione che aleggia nel sentire generale: oggi anche i problemi più complessi vengono ridotti a cinque secondi di dichiarazione posti a fine dibattito. Non è così che dentro la chiesa si trattano i problemi complessi, come quelli relativi alla famiglia di oggi. Chi si attendeva che all’improvviso fosse spazzata via non solo la ricchezza di una tradizione secolare, ma addirittura la dottrina cristiana che emerge dal vangelo probabilmente ne è rimasto deluso e sono certo che questo non fosse il desiderio neppure di Papa Francesco. Non possiamo dimenticare poi che il sinodo è “mondiale”, non tocca solo i problemi che noi sentiamo in Italia, o nell’occidente. Nel documento preparatorio sono elencati i problemi che i Vescovi si trovano davanti, ne cito solo alcuni: “matrimoni misti o inter-religiosi, famiglia monoparentale, poligamia, matrimoni combinati, sistema delle caste, cultura del non impegno e della presupposta instabilità del vincolo, fenomeni migratori e riformulazione dell’idea stessa di famiglia, pluralismo relativista nella concezione del matrimonio, diffondersi del fenomeno delle madri surrogate (utero in affitto). Ma soprattutto in ambito più strettamente ecclesiale, indebolimento o abbandono della fede nella sacramentalità del matrimonio.” Metodo Qui sta la vera novità di questo Sinodo. Non ci sono state decisioni, e d’altra parte non era questo lo scopo, ma è stato aperto un dibattito franco e sincero, come aveva chiesto il Papa per “dare soluzioni concrete alle sfide che affrontano le famiglie”. Si parla di dibattito perché inevitabilmente i pensieri sono tanti e diversi, e anche fra i Vescovi, com’è stato evidente, c’è chi si sentiva più impegnato a difendere la dottrina della chiesa, chi invece a “discernere i segni dei tempi”. Scopo del Sinodo era di far emergere il 2 materiale a partire dal quale alcuni incaricati si impegneranno a trovare delle soluzioni pastorali. C’è un criterio che è emerso, e che è contenuto già nel Concilio Vaticano II. Si tratta di «aver accesso ad una valutazione “graduale” e “pedagogica” della famiglia contemporanea, nella quale si apprezzano piuttosto i valori che vi sono custoditi che non i limiti e le mancanze che vi si manifestano». Questo ha condotto ad affermazioni di grande onestà, per esempio ad apertura di credito nei confronti anche di famiglie sposate civilmente o conviventi, come si trova riportato al numero 27 della “relatio synodi”: “Quando l’unione raggiunge una notevole stabilità attraverso un vincolo pubblico, è connotata da affetto profondo, da responsabilità nei confronti della prole, da capacità di superare le prove, può essere vista come un’occasione da accompagnare nello sviluppo verso il sacramento del matrimonio.” Detto con altre parole, c’è un bene che può maturare, e qui per la chiesa si apre un enorme campo di lavoro. Le situazioni che prima si definivano con accezione negativa come imperfette o irregolari, quali sono le convivenze o il matrimonio solo civile, non sono da condannare, ma sono il punto di partenza per un cammino di fede possibile, che porti alla maturazione delle “scelte” di vita. Non ho spazio per affrontare il tema complesso legato a omosessuali e coppie gay, ma cito solo una domanda posta dai cardinali a partire da quanto già indicato nel Catechismo della Chiesa Cattolica: «Siamo in grado di accogliere queste persone, garantendo loro uno spazio di fraternità nelle nostre comunità?» Un’immagine: la famiglia ferita In un commento nella rivista “Settimana”, il redattore Andrea Grillo sottolineava che tante nostre famiglie sono “ferite” dalla vita, non solo quelle “irregolari”. Torna alla mente la famosa immagine di Papa Francesco, che immagina la Chiesa come “un ospedale da campo dopo la battaglia”. Ma anche la stessa “famiglia Episcopale” giunta a Roma per il Sinodo si è riconosciuta come una “famiglia ferita”, che porta su di sé le piaghe della non comunione, della mancanza di misericordia, della non chiarezza. Nessuno quindi siede sul trono più alto a giudicare gli altri; ma tutti possono imboccare strade di crescita, a partire dal proprio stato di vita. Il futuro A partire dal Sinodo una nuova consultazione si è avviata; teologi e pastori cercheranno ora strade nuove. La dottrina cattolica resta come punto di arrivo per tutti, e nessuno la abbasserà: non è il punto di riferimento a partire dal quale si giudica tutto e tutti, ma un obiettivo alto a cui tendere. Verso essa ci orientiamo sapendo di essere persone/famiglie ferite. E se partiamo con questa umiltà, nella Chiesa e nella parola di Gesù troveremo tanta misericordia, che – non ho dubbi – si allargherà ulteriormente grazie a questo Sinodo. don Moreno «Sposarsi nel Signore» Alcune idee sul matrimonio cristiano Così potrebbe essere riscritta la parabola del buon Samaritano se volessimo applicarla alla famiglia del nostro tempo. Il seguito della parabola lo conosciamo tutti: sacerdoti, gente per bene, esperti della legge preferiscono tirare dritto per non vedere e non avere problemi. Il recente Sinodo sulla Famiglia, voluto da Papa Francesco, ha voluto invece fermarsi – per il momento senza fare troppe analisi o discorsi – per chinarsi e prendersi cura della famiglia. In un tempo, il nostro, in cui i rapporti sociali si fanno sempre più deboli e liquidi, mi sembra che il “prendersi cura” possa diventare un buon antidoto contro una mentalità diffusa che tende ad esaltare, sì, la libertà personale, ma a scapito del “per sempre”. Sarà anche per questa mentalità che il sacramento del matrimonio cristiano non gode di molta stima nel nostro frangente storico. Il legame indissolubile che esso stabilisce tra un uomo e una donna sembra apparire più un cappio al collo che, stringendosi, limita e soffoca lo spazio vitale personale. Massimo Recalcati, nel suo libro Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa, descrive con lucidità sorprendente l’esito inevitabile del corso di queste idee: «al posto del patto simbolico che lega gli amanti – di cui la fede nuziale è un simbolo alto – si afferma un cinismo disincantato che vede ogni legame “a tempo”, destinato a scadere e ad essere ricambiato da un nuovo legame. Si cerca il Nuovo che rompa l’abitudine, la noia del familiare, l’ordinarietà anonima delle nostre vite» (pag. 28). Da questo punto di vista già il fatto che alcuni giovani, uscendo dalla semplice convivenza, decidano di celebrare le nozze almeno con il rito civile può essere visto come un gesto di responsabilità nei confronti del carattere pubblico del matrimonio e una presa di coscienza del suo valore stabile. Da parte sua, però, la fede cristiana ha la pretesa e la gioia di dire una parola “in più” e di incastonare il legame tra uomo e donna in un orizzonte più ampio, rinviandolo così oltre il suo aspetto puramente giuridico, ed anche oltre i limiti di cui è debitore ogni amore umano. Chi sceglie di «sposarsi nel Signore» – non solo in chiesa! – non fa uno sforzo moralistico o sovraumano per “condannarsi” ad una fedeltà mortificante: accetta piuttosto che il proprio modo di vivere e amare sia sorretto da Dio e possa con-formarsi, prenda la forma di quell’amore con cui Gesù Cristo ama ogni uomo e la sua sposa, la Chiesa. Fino a quel gesto definitivo e insuperabile che è la Croce, Gesù, nel suo modo di agire e parlare, ha mostrato concretamente come l’amore che vuole superare la barriera del nulla e del vuoto, non rispetta le logiche e le mode del mondo, non si dissolve nel tempo ma è capace di spendersi per ritrovarsi, di donare e per-donare per rimettere in piedi, di dimenticarsi per rinnovare. Chiesa in cammino «Una famiglia scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che la spogliarono dei suoi beni più preziosi (l’unità, la fedeltà, l’amore, la fecondità, la gioia di stare insieme…), lasciandola ferita e sola, in mezzo alla strada…». Una coppia di sposi cristiani sa che è questa misura abbondante dell’amore di Dio quel “Nuovo” da cercare, quell’oltre che allarga gli orizzonti, a volte sì, noiosi e abitudinari della vita, e trasforma due solitudini in compagni di viaggio. In questo cammino, gli sposi cristiani non devono fare tutto, inventarsi sempre qualcosa di nuovo, esagerare per stupirsi. E sanno di non essere lasciati a se stessi. Per questo, con il sacramento del matrimonio, la Chiesa pone un segno sicuro della vicinanza di Dio, si prende cura e benedice la dimensione delicata e sensibile degli affetti umani, credendo e sperando che, a loro volta, gli sposi possano diventare sacramento, segno e strumento, dell’amore sempre nuovo ed eterno di Dio. don Fabio Frigo Preghiera Comunitaria SANTA CROCE SS. Messe Feriali: ore 16.00 - 19.00 S. ALBERTO MAGNO SS. Messe Feriali: ore 7.45 SS. Messe Festive: Sabato ore 17.00 - 19.00 SS. Messe Festive: Sabato ore 19.00 Domenica:ore 10.00 - 11.30 - 17.00 - 19.00 Domenica:ore 10.00 - 11.30 - 19.00 Confessioni: prima e dopo le SS. Messe Confessioni: prima e dopo le SS. Messe Prima Comunione 2015 Domenica 10 maggio, ore 10.00 CRESIMA 2015: in Ottobre-Novembre Prima Comunione 2015 Domenica 17 maggio, ore 10.00 CRESIMA 2015: in Ottobre-Novembre 3 Restauri VITA NUOVA ALLA CANONICA Era marzo 2014 quando l’impresa incaricata mi ha chiamato per dirmi: iniziamo i lavori! Innumerevoli erano stati i contatti previ (iniziati nel 2009) con i numerosi enti competenti, per i tanti permessi necessari. In particolare ha pesato il fatto di essere lungo il percorso del tram, cosa che non auguro a nessuno, per le complicazioni connesse. Un esempio basti per tutti: siamo stati costretti a montare e smontare le impalcature di notte, mettendo a dura prova la pazienza dei vicini, senza contare l’aggravio dei costi. I recenti terremoti ci avevano impensierito, per cui sono state legate tutte le varie travature con speciali fasce di metallo e perni vari, che creano quasi un sistema antisismico: speriamo di non doverlo collaudare mai! Tutti i muri sono stati legati fra di loro, perché si è visto che alcuni erano solo “appoggiati”, ma non facevano corpo unico. Poi l’esterno: sono state scalpellate a mano e ridate le malte; ora tutta la casa ha assunto un altro aspetto, specie nel cortile interno dove prima tutto era cadente. Anche i balconi in legno sono stati restaurati. Il sottoportico è un capolavoro: qui è stato eseguito il vero “restauro”, tutto è stato pulito e riportato ai colori originari, un lavoro che ha occupato molto tempo, ma che ha riconsegnato pienamente la bellezza del palazzo. Chi si sofferma sui capitelli della facciata, puliti e consolidati, ne resterà sorpreso dall’eleganza. Che lavori sono stati eseguiti? Per prima cosa si è messo mano al tetto, il problema più grave. Dopo aver sgomberato la soffitta da tanto materiale inutile accumulato negli ultimi decenni, una decina di uomini hanno lavorato ininterrottamente consentendomi di entrare in casa a Pasqua senza più l’angoscia per l’acqua piovana sulla testa. Ogni singolo componente della copertura è stato staccato, portato a terra, lavato e ripulito, riportato in quota e rimesso al suo posto: si tratta infatti di un edifico sottoposto a tutela storica-artistica. Alcune parti lignee sono state sostituite perché ammalorate dalle piogge; e poi ovviamente sono stati montati le guaine e gli isolamenti. 4 venti del passato ora considerati discutibili. I commenti: ho sentito tanti “era ora!”, perché effettivamente il palazzo si presentava male, mentre aveva tutti i numeri per essere anche bello; per continuare con un “finalmente” riferito alle impalcature e allo sporco che regnava verso la strada. In realtà l’estetica recuperata è solo un effetto collaterale: siamo partiti in fretta con i lavori perché il tetto non poteva più aspettare; né era possibile un lavoro a stralci, dati i costi insopprimibili delle impalcature. Il vero problema, terminati i lavori, è che per il ben Il terrazzino che prima era cadente è ora più solido e riparato dagli agenti atmosferici; purtroppo si tratta di pietra friabile: speriamo duri nel tempo. Quanto agli interni, è stato toccato solo il piano terra: sono state rinnovate le tubazioni dell’impianto di riscaldamento, notevolmente arrugginite. Sono stati tolti i controsoffitti, lasciate a vista le travature ripulite, e lucidati i pavimenti. Sono state possibili alcune migliorie quali la riscaldabilità dei saloni di ingresso e del 1° piano e interamente rifatto l’impianto elettrico del piano terra. Alla fin fine, quanto agli interni, è stata fatta riemergere tutta la bellezza che la casa aveva già, sommersa da decenni di deterioramento, e da inter- noto patto di stabilità i contributi stanziati (2/3 della spesa) arriveranno con parecchi mesi di ritardo. Nel frattempo le imprese premono per avere i dovuti pagamenti. Noi soldi da parte non ne abbiamo, ma confermo che siamo rimasti dentro il budget inizialmente preventivato dei 300 mila euro. Prossimo impegno? Rientrare velocemente dal fido bancario! don Moreno Il rinato Organo di S. Croce spegne la prima candelina ufficiale dello strumento. Ai partecipanti è stato proposto l’ascolto di alcuni celebri brani per organo solo tratti dalla letteratura organistica barocca, romantica e tardo-romantica ed un percorso teologico-spirituale (dal titolo “Gesù rivela al mondo il Volto di Dio”) inframmezzato dall’esecuzione di composizioni corali sacre di autori classici e contemporanei. Al contrario di molte altre realtà parrocchiali nelle quali l’organo a canne (quando c’è ed è funzionante) spesso viene trascurato o lasciato ad impolverarsi in un angolo della chiesa per disinteresse o mancanza di musicisti adeguatamente formati, nelle nostre comunità di S. Croce e S. Alberto Magno gli organi ci sono e vengono ben curati e valorizzati in modo da permettere agli organisti di entrambe le parrocchie di svolgere il loro servizio nel migliore dei modi. L’investimento richiesto per il restauro dello strumento non è stato affrontato inutilmente e fin da subito ha dato i suoi frutti. Dal suo ripristino, infatti, l’organo di S. Croce il sabato e la domenica di ogni settimana ha sempre fatto sentire la propria voce in almeno un paio di celebrazioni; ha inoltre allietato i momenti gioiosi e festosi della nostra comunità (come matrimoni, battesimi e anniversari) e dato il suo commiato a persone a noi care che ci hanno lasciato quest’ultimo anno. E pensare che il nostro organo, nonostante il frequente utilizzo, per molti rimane ancora uno sconosciuto. Prima di tutto per la sua collocazione così discreta che a volte fa pensare ad una sua assenza, ma anche a causa di una scarsa conoscenza che molte persone hanno dello strumento in generale. Qualcuno ancora lo chiama pianoforte o non sa che per farlo suonare sono state montate più di un migliaio di canne metalliche e lignee di molte forme, grandezze e timbri diversi. L’organo in realtà è lo strumento più imponente e complesso mai concepito dall’uomo. Basti pensare che è composto non solo, come molti credono, da una postazione (detta consolle) dalla quale l’organista esegue la musica dando i giusti “comandi” su uno o più manuali (tastiere simili a quelle del pianoforte) e una pedaliera (che si suona letteralmente con i piedi), ma anche da uno o più corpi d’organo consistenti ciascuno di alcune centinaia o migliaia di canne. Queste ultime, nella nostra chiesa, sono ordinatamente disposte in due grandi stanze collocate in posizione sopraelevata a destra e a sinistra dell’altare maggiore, Restauri È ormai trascorso poco più di un anno dal ripristino dell’organo della chiesa parrocchiale di S. Croce che dal settembre 2013 è tornato a funzionare perfettamente e a svolgere il suo dovere anche durante le celebrazioni. Per ricordare e festeggiare il suo ritorno, la sera del 24 settembre 2014, a quasi un anno esatto dalla sua “rinascita”, l’organista Maddalena Murari e la Cappella Musicale Fiorella BenettiFernando Pilli ci hanno finalmente regalato un concerto d’inaugurazione Non abbiamo, però, accantonato del tutto questo strumento sostitutivo che ora è tornato ad accompagnare le prove della Schola Cantorum S. Croce e alcune celebrazioni presso la chiesa della Madonna della Salute. Coglierei infine l’occasione per ricordare e ringraziare a nome della comunità il M° Egidio Bertazzo che dal 1952 al 2004 (più di mezzo secolo!) ha dedicato tutti i sabati, le domeniche, i giorni di festa e molti altri giorni feriali al competente e appassionato servizio di organista liturgico e direttore della Schola Cantorum a favore della sua comunità parrocchiale. Senza dubbio un esempio di dedizione e professionalità per noi organisti più giovani. Enrico Bertazzo nascoste dietro le finestre adornate da pregiati e dorati stucchi raffiguranti strumenti musicali. L’organo, dotato di decine di registri (timbri diversi che vengono combinati assieme), per la sua versatilità, varietà e potenza di suoni è quasi paragonabile a una orchestra suonata da un unico musicista. Non è difficile capire l’enorme differenza che passa tra il nostro strumento restaurato e la vecchia tastiera liturgica amplificata che lo ha sostituito per cinque anni. Consolle in fase di restauro 5 Vita della Parrocchia Cresime Domenica 9 novembre abbiamo avuto l’onore di avere la presenza a S. Croce dell’Arcivescovo Mons. Giampiero Gloder, che quasi trent’anni fa lavorò S. Croce nella veste di giovane cappellano. Ora dirige a Roma la Pontificia Accademia Ecclesiastica, l’istituzione che forma i Nunzi, i rappresentanti del papa presso i vari governi di tutto il mondo. Don Giampiero ha celebrato la Cresima di 13 ragazzi e si è poi intrattenuto in patronato con alcune famiglie. Qualche giorno dopo ci ha inviato un lettera di ringraziamento che qui pubblichiamo. A S. Alberto invece la Cresima è stata celebrata sabato 29 novembre, con la presenza di Mons. Daniele Prosdocimo, Vicario per la Pastorale cittadina di Padova. Roma, 13 novembre 2014 Caro don Moreno, desidero ringraziare te, don Moreno, don Fabio, i Cresimati, i Catechisti e l’intera Comunità Parrocchiale di Santa Croce per il bel momento che abbiamo vissuto insieme di preghiera e di fraternità in occasione del Sacramento della Confermazione. Ritornare nella Parrocchia dove sono stato nei primi tre anni di sacerdozio - quasi trent’anni fa - è stata per me una vera gioia, l’occasione di rivedere tanti volti che mi hanno fatto riandare a situazioni, incontri, esperienze, che ho vissuto. Vorrei dire, però, che è stato soprattutto un momento in cui ho ricordato al mio cuore il bene che ho visto e che ho ricevuto - ed è molto -, così prezioso per chi inizia il cammino di servizio al Signore nel ministero. Auguro che i ragazzi e le ragazze che hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo in quel giorno sappiano impegnarsi ancora di più a crescere nell’amicizia con Gesù, ascoltandoLo e incontrandoLo, e a partecipare con gioia e con entusiasmo alla vita della Comunità. In questo, spero possano essere accompagnati dall’esempio e dall’appoggio dei genitori, dei padrini e delle madrine, che per primi dovrebbero vivere e testimoniare la fede nelle azioni di ogni giorno e nella vita parrocchiale. Da parte mia assicuro il ricordo nella preghiera e chiedo di ricordarmi nelle vostre preghiere. NOI ASSOCIAZIONE: Adesioni 2015 6 Qualche mese fa è capitato un signore in patronato e si è stupito di averlo trovato chiuso. La sua memoria andava a 30 anni fa, a quando lui era ragazzo, c’era un campetto dove si poteva giocare liberamente, come e quando si voleva. In 30 anni però le cose sono molto cambiate. Oggi in patronato si entra come “soci” di una associazione che si chiama NOI e poiché c’è un problema di responsabilità (il Presidente del NOI, che in questo momento è il Parroco, è responsabile di tutto ciò che vi accade) si può accedere al patronato solo se ci sono dei volontari che controllano le attività in corso. Questa premessa per annunciare che le ultime domeniche di gennaio 2015 saranno dedicate all’iscrizione al NOI, prima e dopo le S. Messe del mattino. Tutti quelli che frequentano il Patronato, bambini e adulti, devono essere soci di questa Associazione per essere in regola con le leggi e l’assicurazione, per poter accedere al bar interno, usufruire degli ambienti e della cucina, per partecipare al grest e giocare nei cortili. L’iscrizione fatta subito costa 5 euro per i bambini e 6 euro per gli adulti. Da marzo la quota salirà a 10 euro. Iniziazione Cristiana famiglie legate a noi a motivo della scuola, dei nonni, e del lavoro. Da sabato 29 novembre infine è partito anche un secondo gruppo di Iniziazione Cristiana. Questo gruppo non si è ancora dato un nome, anche se c’è già qualche buona idea in proposito. Vi fanno parte oltre trenta bambini, di S. Alberto, S. Croce, e poi di varie Infine uno sguardo avanti al prossimo anno, perché già altri “compagni di viaggio” si stanno preparando per partire da novembre del 2015 per un ulteriore percorso. Perché la fede continui ad essere testimoniata alle nuove generazioni. I ministri straordinari della comunione a servizio della comunità cristiana ∙ Anticamente, al passaggio davanti al Papa si bruciava uno stoppino per onorare la regalità e la dignità. I Ministri della Comunione sono anch’essi umili strumenti di questa dignità. Iniziazione Cristiana potrebbe tradursi in «mai più senza la famiglia»: un bambino non diventerà mai cristiano se non ha alle spalle una famiglia che lo accompagna. A questo si aggiunge un «mai più senza la comunità», che dovrà ritenersi impegnata anche con la testimonianza nella formazione di bambini e genitori. Il 15 novembre si è incontrato il gruppo di bambini e genitori avviato lo scorso anno, il gruppo “Gallicantus”; si tratta di un gruppo numeroso, di circa 40 bambini con i relativi genitori. Ai Il 22 novembre, vigilia di Cristo Re, si è svolto un ritiro spirituale per i laici che sono impegnati a portare l’Eucaristia a malati e anziani nelle nostre parrocchie, chiamati “Ministri straordinari della Comunione”. Anche alcuni Ministri di S. Croce vi hanno partecipato. Vi riportiamo alcuni pensieri proposti da don Gianandrea Didonna. ∙ Le ultime domeniche dell’anno liturgico fanno pensare alle “cose ultime”. L’uomo riconosce che tutte le cose, anche le più belle di questa terra, sono transitorie, destinate a bambini di questo secondo anno è stato consegnato il Vangelo domenica 23 novembre, durante la S. Messa, grazie al quale e cominceranno ora il percorso di scoperta di Gesù. consumarsi. Contrariamente alla finitezza delle cose noi celebriamo la regalità di Dio che è il Signore di tutto e di tutti. Tutto ha fine fuorché l’AMORE, fuorché DIO che è amore, Lui è il Signore di tutte le creature. ∙ I Ministri della Comunione, quando portano il Pane consacrato sono portatori della regalità di Dio; d’altra parte, chi riceve l’Eucaristia assimila la potenza di Dio, diventa, per grazia dell’Altissimo, partecipe della natura regale di Dio, entra a far parte dell’eternità di Dio. Vita della Parrocchia Scherzandoci un po’ ho, abbiamo notato che i genitori si sono presentati tutti per il secondo anno, segno che sicuramente durante gli incontri precedenti si sono portati a casa qualcosa di buono. Un grazie va dato alle catechiste, che hanno dovuto anche chiamare giovani rinforzi per gestire i tanti bambini. L’avvio è sempre difficile, quando un’esperienza è nuova non si sa bene cosa si trova, ma i genitori presenti hanno colto l’occasione di una riflessione “per loro”, che come tanti si sentono travolti dalle incombenze e dagli stress quotidiani. I bambini invece si sono divertiti a preparare tanti vagoncini: si tratta pur sempre di un viaggio che inizia. Anche per questo secondo gruppo un grazie ai catechisti che con un po’ di trepidazione si sono messi a disposizione della comunità. Buon percorso a tutti! Da una anno il classico “catechismo” si è rinnovato. Ora il percorso si chiama Iniziazione Cristiana, e non è solo una modifica del nome, che lascia tutto come prima, ma si tratta veramente di un cambio di impostazione. ∙ I Ministri hanno il compito del buon Pastore che visita il suo gregge, lo cura, sono un piccolo riflesso della cura di Dio per il suo popolo. Maria Antonia Zanon Don Vittorino a S. Alberto, il Diacono don Mariano e alcuni laici a S. Croce sono disponibili a portare l’Eucaristia a malati e anziani che lo richiedono. Basta rivolgersi in parrocchia per chiedere la loro presenza, anche con frequenza settimanale, per chi lo desidera. Madonna della Salute Merita una attenzione speciale anche la nostra chiesetta dedicata alla Madonna della Salute. Grazie alla appassionata disponibilità di Beppino Bressan infatti quasi tutti i giorni la chiesetta è aperta per alcune ore alle visite e alla preghiera. Per tutto ottobre vi abbiamo celebrato il Rosario e la S. Messa feriale, con una buona partecipazione di fedeli, favorita anche dal clima mite di questo autunno. Aggiungo che, con mio gradito stupore, ho ricevuto parecchie telefonate che chiedevano informazioni in occasione del 21 novembre, giorno della Madonna della Salute, e naturalmente l’Oratorio si è riempito in quella data speciale. Noto, e mi piace far osservare anche a voi tutti lettori, che ci sono persone che amano tantissimo questa chiesetta: c’è chi porta i fiori, chi si informa delle celebrazioni, chi la desidera aperta… l’ultimo traguardo a cui ora stiamo puntando è di fornire la chiesetta di una bussola interna, in vetro. La funzione della bussola è duplice: consentire la preghiera con una porta che tenga riparati dal forte rumore che viene dalla strada; in secondo luogo ci permetterà di tenere aperto il portone di legno esterno, per mostrare una chiesa “aperta” anche negli orari in cui non sarà possibile la presenza di un custode. Già alcuni parrocchiani e i volontari del gruppo “Chiese e Oratori Aperti” mi hanno consegnato delle offerte per questo scopo. Grazie a tutti. 7 FESTE PARROCCHIALI Vita della Parrocchia Festa di S. Alberto Festa di S. Croce La tradizionale festa di S. Croce ha avuto anche quest’anno il suo svolgimento. È iniziata con la serata di karaoke del venerdì, che ha avuto come invitata speciale Suor Antonella, che tante mamme e ragazzi hanno voluto salutare, visto che aveva appena cambiato parrocchia di servizio. Il sabato ha visto invitato speciale don Pietro Lievore, che con gioia ha celebrato la S. Messa nella nostra chiesetta della Madonna della Salute, che tanto ha amato; gli anziani si sono poi incontrati nel consueto pranzo di mezzogiorno; alla sera infine i giovani si sono dati appuntamento con i loro piatti tutti “spaziali”. La festa di S. Alberto Magno ricorre il 15 novembre. S. Alberto è stato un grande teologo tedesco del 1200, un innovatore del suo tempo, dichiarato successivamente patrono degli scienziati. I suoi scritti sono una conferma che scienza e fede possono compenetrarsi, e non sono incompatibili. S. Alberto insegnava tutto ciò nel 1200, e anche per questo è detto “magno”, cioè “il grande”. S. Alberto nella sua vita ha fatto di tutto: il provinciale dei domenicani (l’ordine religioso a cui apparteneva), lo studioso, l’insegnante, il Vescovo; ha inventato norme che determinassero il merito delle persone (tema sempre attuale), ha lavorato instancabilmente in tutta la sua vita. È stata buona anche quest’anno la partecipazione all’Eucarestia solenne, e significativa la presenza del coro “misto”; riuscito il successivo pranzo, al quale hanno partecipato circa 140 persone, compresi gli amici della comunità croata e di Salboro. Un ringraziamento particolare al NOI ed ai giovani di Santa Croce che hanno aiutato la preparazione delle sale e la distribuzione del vitto. E finalmente è arrivata la domenica, con la S. Messa solenne delle 10.00 dedicata alla S. Croce, animata dal nostro coro parrocchiale. Subito dopo, l’inaugurazione della Canonica appena restaurata. Non poteva mancare il pranzo comunitario, preparato dai nostri famosi chef. Pochi giorni dopo, quasi a coronare il mese di settembre, abbiamo inaugurato ufficialmente l’organo, con un bel concerto musicale e canoro. Un grazie a tutti quelli che hanno collaborato alla buona riuscita dell’edizione 2014 della festa. Un caro ricordo di DON ESTERINO Quest’anno la festa di S. Alberto è diventata per noi l’occasione per far memoria di don Esterino Barbiero, primo parroco di questa parrocchia, tornato alla casa del Padre il 19 agosto 2014. Don Esterino era nato nel 1923 a Villaguattera, prete dal 1947, ebbe il suo primo incarico come cappellano al Bassanello, che allora era decisamente una grande parrocchia, piena di giovani. Dieci anni dopo il Vescovo Bortignon lo inviava a S. Alberto, parrocchia tutta nuova, che stava sorgendo proprio in quegli anni. Dal 1958 ne diventava ufficialmente parroco. Dopo la costruzione della chiesa, si preoccupò di abbellirla, affidando ad artisti importanti come Amleto Sartori l’esecuzione delle opere più belle. Il risultato sarà una delle poche chiese moderne ben riuscite. Poi penserà alla canonica e alla casa del sacrestano e dei tanti preti che vi abiteranno. 8 Leggendo qua e là i vecchi bollettini contenuti nell’archivio parrocchiale, appare lampante come impiegò le sue energie nella catechesi e nell’azione cattolica. I giovani e le famiglie erano sempre nei suoi pensieri e il centro della sua attività. Quanto alla liturgia, tutto doveva essere al massimo della bellezza. Don Esterino lasciò la parrocchia al compimento dei 75 anni, dopo 40 anni di dedizione, in un momento in cui già si percepiva che le parrocchie stavano cambiando fisionomia, a motivo delle trasformazioni sociali e culturali tuttora in corso. Don Esterino è stato un uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla comunità parrocchiale che gli era stata affidata, mettendoci tutto il suo carattere forte e le sue energie. Per questo la comunità di S. Alberto non lo potrà dimenticare. Una nuova campanella, che porta scritto il nome di don Esterino e che segnerà l’inizio delle varie celebrazioni, è stata collocata nel presbiterio in sua memoria. Lui che ha dato inizio a questa comunità parrocchiale continuerà così a dare inizio ad ogni celebrazione liturgica. Notizie dall’Ecuador culturale, criminalità, usura, violenza... Risorse e antidoti a questi mali sono la bontà e disponibilità di molta gente che, magari non con denaro ma con il proprio tempo, si fa in quattro per aiutare; la sete di formazione umana, spirituale, biblica degli adulti; i molti giovani presenti (metà della popolazione è sotto i 24anni) che, seppur non ancora organizzati in gruppi parrocchiali, guardano con gran speranza e desiderio al futuro. Ci sembra di individuare alcuni strumenti con cui lavorare nelle realtà in cui siamo impegnati: formazione umana e cristiana (doposcuola, corsi per adulti, ecc.), il lavoro (corsi di formazione professionale, diritti sindacali, ecc.), il risparmio (educazione al sacrificio costruttivo, alla programmazione, permettere di avere un piccolo capitale per spese previste o impreviste), la comunità e le forme organizzate. Il lavoro non manca e la vostra simpatia - amici della diocesi di Padova - accompagnamento e preghiera nemmeno. Su le maniche e... adelante! Carità Da gennaio 2013 sono stato inviato con altri due sacerdoti nella nuova diocesi di San Jacinto de Yaguachi, in Ecuador. Nuova nel senso che questa diocesi è appena nata: quattro anni fa la grande diocesi di Guayaquil (porto principale, capitale economica e città più grande del paese) è stata divisa. Ed ecco quindi nascere una diocesi da 800mila abitanti con 43 parrocchie e 50 preti (il che vuol dire circa 15-20 mila abitanti per parrocchia e per prete! Padova, tanto per fare un confronto, ha un prete ogni 2-3 mila abitanti). Siamo entrati nella parrocchia Nuestra Señora de los Angeles (detta anche Porciuncula, fondata nel 1981) con il mandato di accompagnare un barrio grande, l’Arbolito, a diventare parrocchia. In novembre è arrivata Cristina Tono, laica di Salboro, a completare il gruppetto missionario padovano. In marzo, poi, le suore terziarie francescane elisabettiane sono arrivate all’Arbolito aprendo una comunità che si integra col suo bel carisma educativo e caritativo al lavoro di accompagnamento pastorale. Una diocesi nuova: tutti ci sentiamo un po’ pionieri, poiché è praticamente tutto da costruire e impostare, non solo e non tanto a livello di strutture (aule, chiese, ecc.), quanto a livello di comunità, spiritualità diocesana, senso di appartenenza, formazione dei laici, “strutture” parrocchiali di comunione (consigli pastorali e affari economici, gruppo dei catechisti, gruppo Caritas parrocchiale, ecc.). Don Mauro, Cristina, Jon e Diana, stanno “fondando” gruppi Caritas; stanno coordinando alcuni progetti sociali come la fabbrica di ceri e candele, il taglio e cucito, una cooperativa di produttori di cacao di una parrocchia, un banco di alimenti, ecc. In questo mese di ottobre aprirà il centro di ascolto diocesano in uno stabile ex-poliambulatorio che dovremo riadattare e sistemare come “casa della Caritas” diocesana per corsi di formazione, magazzino, casa di ospitalità per volontari, ecc. Duràn (250 mila abitanti) è satellite di Guayaquil (2 milioni 500 mila persone). Le sfide sono quelle delle periferie urbane delle grandi città: fragilità delle famiglie, povertà economica e don Giampaolo Assiso La Parrocchia di S. Croce ha inviato a don Giampaolo per le necessità della sua nuova parrocchia la somma di euro 2.500 raccolta grazie all’impegno delle nostre signore che hanno allestito l’annuale mostra-mercato missionario. Grazie a chi ha lavorato e contribuito. Colletta alimentare Sabato 29 novembre, i giovani delle nostre parrocchie e gli scout di S. Croce e Madonna Incoronata si sono offerti come volontari per la “colletta alimentare” a favore del banco alimentare. In tutta la provincia di Padova sono stati raccolti 198.000 kg di cibo: nel supermercato Alì della Sacra Famiglia, dove erano in servizio i nostri ragazzi, sono stai raccolti 1.476 Kg di merce, in crescita rispetto agli scorsi anni. Un grande grazie prima di tutto ai cittadini donatori, ma anche al discreto servizio prestato dai nostri giovani. SCUOLA DI PREGHIERA 2014-2015 “Le domande di Gesù” Tempo di preghiera e accompagnamento spirituale per i giovani, in Seminario Maggiore 5 per mille Prima di tutto un grazie ai 274 parrocchiani che nel 2012 hanno devoluto il loro 5X1000 alla nostra Parrocchia. Grazie a queste firme, pian piano crescenti nel numero, quest’anno abbiamo ricevuto Euro 11.540,40, utilizzati per sostenere le iniziative del Patronato (i soldi che riceviamo hanno vincoli precisi, e possono essere utilizzati solo per questa finalità). Se continuerete ad aiutarci per il futuro, potremo continuare a proporre ulteriori progetti. Torno a segnalare, per quando sarà tempo della dichiarazione dei redditi, il nostro codice fiscale: 80035630286 Grazie ancora 9 EUROJAM 2014 DELLA FEDERAZIONE DELLO SCOUTISMO EUROPEO in Normadia a Saint-Evroult-Notre-Dame-du-Bois Patronato …E C’ERAVAMO ANCHE NOI DEL PADOVA 3° “Santa Croce” sia con le Guide del Riparto Altair che con le Scolte del Fuoco di Sirio! Eurojam 2014: un grande raduno di circa 12.000 persone, provenienti da diverse nazioni, che hanno vissuto la bellezza di un campo scout nei boschi della Normandia facendo esperienza di fraternità. La Legge Scout, i sorrisi, la gentilezza gli uni verso gli altri sono stati per 10 giorni “la nostra lingua comune”. Ecco cos’hanno scritto di questa esperienza i Commissari Nazionali della Branca Guide e della Branca Esploratori dopo il rientro. Ci hanno chiesto: quale la gioia più grande dell’Eurojam appena vissuto? E noi: il sorriso! E quale? Uno dei tanti, uno qualsiasi dei 12.000 sorrisi che sembravano imperturbabili anche al maltempo e che sui visi di Esploratori e Guide non sono mai scomparsi, per tutta la durata del campo. “Venite et Videte” è il motto evangelico che ci ha accompagnato, prima nella preparazione e poi per tutta la durata del campo, e voi guide ed esploratori avete saputo cogliere appieno queste parole, perché avete dato fiducia al Signore che vi ha chiamato in Normandia, siete venuti ed avete visto! Cosa avete visto? Sicuramente il suo volto “nel volto di ogni fratello”, come dice il testo di un bellissimo canto scout, avete capito che la fraternità non è solo un ideale, ma è uno stile di vita, che la Legge non è solo un decalogo, ma un modo di vivere la propria quotidianità! E cosa ci portiamo a casa, nel nostre cuore dopo questi giorni indimenticabili? Sicuramente tanti sorrisi, ma dietro ogni sorriso una persona, un’amica, un fratello, un qualcuno che riempie di significato la nostra vita, ora più che mai! 10 Non nascondiamo il tesoro di questa esperienza, ora dobbiamo andare, prendere il largo, coinvolgere nelle nostre squadriglie nuove guide e nuovi esploratori, allargare i nostri orizzonti ... allargare il nostro cuore proprio come abbiamo proclamato più volte alla cerimonia di chiusura dell’Eurojam, un motto che ora diventa il nostro consapevole impegno: “Veni, Vidi, Vado”! Di seguito alcune delle testimonianze raccolte tra le Guide del nostro Riparto Altair durante il campo. Squadriglia Koala “Venite et videte!” Queste sono le parole che hanno unito ben 12.000 scout e guide di tutta Europa. Dalla mattina, in cui ci svegliamo, alla sera in cui ci rintaniamo nei sacchi a pelo, animiamo questo bosco con una grinta che solo gli scout possono avere. Dopo il risveglio, sempre “dolce e delicato”, è ora di preparare una ‘deliziosa’ colazione. Al fischio delle capo, preso il guidone, corriamo all’alzabandiera. Dopo questo momento di serietà è una corsa sfrenata verso i bagni, dove la carta igienica è una specie estinta. Superata la mattinata con risate in squadriglia, arriva l’atteso momento del pranzo... si mangia! Il pomeriggio passa velocemente tra piatti da lavare, legna da accatastare e soprattutto belle attività di riparto. Dopo di che iniziamo a fare fuoco e divoriamo ciò che resta delle scorte della cambusa, comprese le onnipresenti baguettes. Una canzone ci richiama al falò della sera, nel nostro caso sostituito da una torcia a vento. Dopo canti e bans, esauste, torniamo nelle nostre tende in cui chiacchieriamo della giornata appena trascorsa, ascoltiamo una delle tante storie della nostra vice capo squadriglia ed infine ci addormentiamo serenamente. Sofia, Cristina, Alice, Elisa, Greta, Gioia, Belen Squadriglia Pantere I momenti più belli li viviamo insieme durante la sera in tenda, che sembrano dei pigiama party; tutte con le teste vicine a confidarci fra luci soffuse delle torce; fino a quando le nostre capo cantano il S. Giorgio. A quel punto ci auguriamo la buona notte. La mattina, al risveglio, ci salutiamo con un BUONGIORNO e un bacino sulla guancia, dopodiché cominciamo le varie attività: fare il fuoco, i vari servizi, cucinare e giocare. Patronato Quando qualcuno mi chiede di parlare della vita in squadriglia prima di tutto rispondo che è come una famiglia; le squadrigliere non sono solo compagne di mille avventure vissute al campo o durante l’anno, ma anche le amiche con cui condividere emozioni e passioni. Sono sicura che durante questo Eurojam stiamo non solo rafforzando il nostro legame ma anche imparando ad affrontare questa grande avventura insieme. Come tutte litighiamo anche noi a volte, ma sappiamo sempre risolvere e chiarire al meglio tutte le situazioni. Durante i pasti le chiacchierate continuano e molte volte basta uno sguardo per capirci. Siamo una squadriglia molto allegra, ridiamo e cantiamo sempre. In questi giorni stiamo imparando tante cose nuove non solo all’interno del nostro riparto ma da tutte le persone GIOVANI E VENEZIA A partire da questo novembre ha avuto inizio anche il percorso del gruppo giovani della parrocchia, ossia dei ragazzi che hanno tra i 20 e i 21 anni. Obiettivo di quest’anno sarà una ricerca spirituale per approfondire il valore della fede e della Santa Messa. Gli incontri, a cadenza mensile, vedono una prima parte dell’attività condotta in Parrocchia, nella quale ci ritroviamo per svolgere un’attività di comprensione e una seconda parte nella quale usciamo dalla Parrocchia per andare ad incontrare e conoscere altre esperienze spirituali, tramite l’incontro con persone che possono aiutarci a maturare nella nostra crescita spirituale. La prima di queste tappe si è già svolta in entrambe le parti il 16 e il 22 Novembre ed ha avuto come meta Venezia, più precisamente l’isola di san Giorgio, abitata dai monaci benedettini. In questo antico monastero abbiamo avuto il piacere di conoscere padre Biagio, che ci ha intrattenuti sul significato e l’importanza della Messa, facendo leva sulla vita comunitaria e l’impegno a non dare mai spazio a prese di posizione troppo egoiste non solo nella vita reale, ma anche nel coltivare la propria vita spirituale. Per mostrare la concretezza delle sue parole il gruppo è stato invitato a partecipare alla pre- che incontriamo di tutte le nazionalità. Ecco un breve riassunto di come stiamo vivendo questa magnifica avventura all’interno della squadriglia PANTERE (PD 3) che saluta tutti con il proprio urlo “PANTERE BLACK POWER” che ci dona tanta energia e voglia di fare. Eleonora Pavan ghiera in compagnia di tutti i membri del monastero e, inoltre, a visitare quest’ultimo: l’intera costruzione è abitata da soli 4 monaci, i quali vivono semplicemente nella preghiera e nella cura della loro dimora, offrendo poi spunti di riflessione per tutti i visitatori. Matteo Stabilini 11 Nato fuori casa Ogni anno viviamo quest’antica e pur sempre nuova attesa del tuo giorno oh Dio: che un Bimbo raccolga, stravolga, rappacifichi il mondo, in un abbraccio di pace. Un bisogno, ancor prima che un sogno, da tutti avvertito, come fine ultimo da taluni, da altri pronti ad essere decapitati, eppure… AVVENTO - NATALE Preparazione: La S. Messa quotidiana con le letture e le preghiere. Novena di Natale da Martedì 16 dicembre. Il Canto della Stella: da parte delle Scout, 15 e 20 dicembre. Giovani: lunedì 15 dicembre - Scuola di Preghiera alle ore 20.00 presso il Seminario Maggiore. Celebrazioni Penitenziali: Celebrazione Penitenziale Vicariale e Parrocchiale: giovedì 18 dicembre alle ore 21.00 a S. Leopoldo. Scout - Veglia di Natale: sabato 20 dicembre - ore 16.00 a Madonna Incoronata. Giovani e adulti: mercoledì 24 dicembre tutta la giornata. CELEBRAZIONI • 24 dicembre - Notte di Natale S. Croce: SS. Messe ore 22.00 e 24.00 S. ALBERTO MAGNO: S. Messa ore 23.00 • 25 dicembre - Santo Natale - SS. Messe con orario festivo • 26 dicembre - S. Stefano S. Croce: SS. Messe ore 11.00 - 19.00 S. ALBERTO MAGNO: S. Messa ore 10.00 • 28 dicembre - Festa della S. Famiglia di Nazareth: ricordiamo tutte le famiglie, le loro attese e preoccupazioni. • 31 dicembre - S. Silvestro - SS. Messe di ringraziamento S. Croce: SS. Messe ore 17.00 - 19.00 S. ALBERTO MAGNO: S. Messa ore 19.00 • 1 gennaio 2015 - Festa di Maria Madre di Dio SS. Messe con orario festivo. Giornata Mondiale della Pace. • 6 gennaio - Epifania del Signore - SS. Messe con orario festivo. • Domenica 11 gennaio - Festa del Battesimo di Gesù • 18-25 gennaio - Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: Gesù disse: «Dammi da bere». (cfr - Gv 4,7) Quelle paffute manine aperte, ora, ossa massacrate da chiodi insanguinati un giorno, accolgono quei venti milioni di bambini - un bimbo ogni quattro secondi - da zero a tre anni morti all’anno: - nati non nati, abortiti e insacchettati, - fatti a pezzi nei cassonetti, - congelati nei frigo, sepolti nei parchi, - buttati a mare da boia in traghetti clandestini, - lasciati in carrelli della spesa, - accoltellati o pistolettati da padri folli, - o da madri violentate e stuprate da insospettabili altolocati, - o da compagni di sballo, per gioco… e il “censimento” pecca per difetto! Tu dolce Bimbo “nato fuori casa” per sorte paradossale, capisci il linguaggio muto, i vagiti soffocati ed inascoltati e sei lì per abbracciarli tutti. Essi rivedranno la luce, i prati e i fiori, godranno le tenerezze gusteranno le carezze mai avute. O Gesù che mai ti stanchi di perdonare, guarda ancora a noi, che, profondamente pentiti, imploriamo la tua divina misericordia. E con l’aiuto della mamma nostra SVUOTACI dall’indifferenza, superficialità, cecità, egoismo, sordità, idolatria nuove, per RIEMPIRCI di solidarietà e pace che solo tu certamente ricostruire saprai. Maria Antonia Zanon ofs Concorso Presepio In Famiglia Il concorso “Presepio in famiglia” è ormai una tradizione consolidata sia per Santa Croce che per Sant’Alberto Magno. Per partecipare basta lasciare i propri dati in sacristia, oppure comunicarli via e-mail alla parrocchia. Una commissione vi farà visita ufficialmente. Il più significativo sarà premiato domenica 18 gennaio, alla S. Messa delle 10.00, a Santa Croce.
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