04 DL NEWS 2014 VOL VII - Collegio Capitani Compartimento di

4 DL NEWS 2014 VOL VII DL NEWS 2014 VOL VII
DL NEWS
Foglio telematico a cura di Decio Lucano 5 febbraio 2014
Nel nostro salotto sono ospiti il prof. Silvestro Sannino, l'ing. Giulio Gennaro, la
scrittrice Anna Bartiromo, il col. Sante Tani, l'opinionista Lucilla Cechet, l'amm.
Bruno Spanghero, il comandante Flavio Scopinich, il filosofo Melisso di Samo...
con il suo interprete, e si discute di libri e appuntamenti.
Navigando tra porti , magistratura e politica
Sentenze di Tar, Consiglio di Stato , magistratura ordinaria, colpi di timone di
ministri che smentiscono la magistratura, ripicche di associazioni di categoria
come Assoporti di cui si dissociano i membri, comitati portuali pletorici, conflitti
di interesse, presidenti delle 24 Autorità Portuali senza... “ autorità “, consulenti
che scrivono , professori che dibattono , una marea di sizigie che ributta sui
moli la “84”, piani logistici e tavoli imbanditi di parole che abbiamo ascoltato 40
anni fa... Un affresco fantasmagorico che fa pendant con il clima italico.
A pagina 14 l'opinione sconfortata di Melisso di Samo .
Anche noi siamo abbacchiati. A Genova nel silenzio sociale pare che la
indispensabile ristrutturazione di Fincantieri sia ormai affondata nelle acque
putride del porto , mentre la diga foranea aspetta di essere proiettata a mare
insieme alla pala eolica ergonomica disegnata dal grande architetto Piano e
l'aeroporto viene declassato. Ma la Regione ha reclutato l'architetto Calatrava
per disegnare la collina della scienza agli Erzelli:ci mancava anche questa.
A Trieste invece le petroliere hanno regalato nel 2013 il primato di primo porto
del Mediterraneo con oltre 41 milioni di tonnellate di greggio movimentate verso
la Baviera ; 500 tankers hanno percorso il piccolo mare Adriatico, ogni unità ha
lasciato a Trieste oltre 60.000 euro. Ogni scalo realizza la sua vocazione. (DL)
CULTURA NAVALE E MARITTIMA
Un patrimonio di uomini e navi da conservare, una splendida iniziativa di Atena
e Università a Villa Cambiaso a Genova venerdi 20 giugno 2014
L'origine della nostra identità e della nostra cultura nazionale risalgono, di
certo, alla creazione delle prime Università intorno all'anno Mille, ma
certamente devono un grande tributo alla nascita dei liberi comuni e delle
Repubbliche Marinare. Prende corpo una grande Cultura navale e marittima e
si sviluppa con un crescente fiorire dei traffici, dei porti e degli arsenali dove
hanno un ruolo essenziale le navi come fondamentali mezzi di trasporto
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marittimo e fluviale.
Questo spiega la grande quantità e qualità di Università, Musei, biblioteche, enti,
associazioni e liberi cultori che studiano e conservano molteplici aspetti storici,
sociali, tecnici, industriali e commerciali della nostra cultura navale e marittima.
Nasce così l'idea tra Università di Genova e Atena, di organizzare un convegno
nazionale di Cultura navale e marittima invitando a presentare relazioni a
operatori, ricercatori e cultori della materia sui seguenti temi:
Archelologia Navale, Navi e traffici dall'antichità ai giorni nostri,Musei delle
navi e della Navigazione, Storia ed evoluzione dei porti, imbarcazioni da diporto,
imbarcazioni tipiche regionali, Progettazione e disegno tecnico navale, Arsenali
officine e corderie, compagnie armatoriali, le grandi navi da trasporto e da
crociera, navi e sommergibili militari, attrezzatura e strumentazione di bordo,
modellistica navale e documentazione tecnica, Letteratura e biblioteche, grandi
navi e viaggiatori, La nave nell'arte e nell'iconografia, apparati motori e sistemi
propulsivi, imbarcazioni da lavoro, mezzi offshore e subacquei, sistemi di
navigazione.
Le proposte di interventi contenute in 300 parole devono essere inviate entro il
15 marzo a : Segreteria Convegno, Gianfranco Damilano, Segreteria nazionale
ATENA c/ o Ditel Via Montallegro 1 16145 Genova, email
:[email protected] ; tel . 010 3532056
ILMARE NON E' UN “SETTORE” DELLO SCIBILE UMANO
di Silvestro Sannino
Un grande studioso e autore commenta i temi storici, scientifici della navigazione e
della nave con riferimento all'uomo e all'attualità anche meteorologica,Spesso ci
semtiamo dire : non me ne intendo, il mare è un settore che non mi appartiene...
Carissimo Decio, anche se con imperdonabile ritardo mi faccio vivo e per prima
cosa ti auguro un anno denso di impegni culturali e di soddisfazioni, in ottima
salute. Eccoti alcune mie osservazioni su argomenti vari che credo
interessino i nostri ospiti del salotto telematico.
Vittorio G. Rossi.
Ho letto la tua antologia su Vittorio G. Rossi con piacere ed attenzione
riprendendo anche i colloqui del tuo Marrubbio. Lo “scrittore del mare” merita
il tuo costante richiamo alla sua vita ed alle sue opere letterarie. I suoi giudizi
sono sempre perentori, secchi, fulminanti ma mai avventati o stonati. Traspare
in essi una forte tensione civile ed etica sorretta da una conoscenza del mondo
antropologico profonda, unica, inedita. Mi pare si possa dire che è Egli “uomo di
penna e di spada” e come tale le sua riflessioni virano sempre sul concreto per
cui il suo sferzante monito “parlare parole” dipinge bene la mentalità dell’uomo
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di mare, che conosce il mare da vicino ed ha confidenza con esso, che rimane
senza parole di fronte ai parolai di professione o di elezione che riescono a
parlare senza dire mai niente. Forse oggi V. G. Rossi sarebbe ancora più scettico
su questo tema. Egli ha sensibilità fine, chiara, aperta: l’orso che sogna la pera è
poesia pura, ispirata; ma anche la sua visione filosofica approda a felici sintesi,
sempre sorretta da buon senso, anzi dal senso della misura che è valore tipico
dell’uomo di mare. La lotta tra la morena, l’aragosta ed il polpo con atroce
destino già segnato, letta insieme alle considerazioni sull’eroismo è una potente
metafora della giungla antropologica dell’uomo di ogni tempo ed in particolare
di quello attuale. E sullo sfondo il mare è sempre là, solenne, maestoso, austero
ed a volte terribile che attira l’uomo ma non gli perdona distrazioni. Penso di
rileggere ancora i tuoi preziosi libri .
Alluvione in Sardegna.
Durante le recenti piogge alluvionali che hanno devastato la Sardegna facendo
numerose vittime mi è capitato di sentire su una importante rete televisva
nazionale un “presidente dei geologi” che commentava il nubifragio e cercava di
fornire una spiegazione scientifica invocando un riscaldamento del mare
Mediterraneo nella zona. Purtroppo queste affermazioni avventate sono sempre
più frequenti e destano non poche perplessità. In Italia il soggetto che ha
autorità nel campo è il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare
(CNMCA) oltre ad altri Enti che fanno capo al WMO (World Meteorological
Organization). Nel caso di specie si sono avuti circa 350 mm. di pioggia in poche
ore, molto di più di quello che si ebbe nell’alluvione di Firenze nel 1966 e nel
Piemonte albese nel 1994. Tutte queste zone si trovano lungo la stessa direttrice
meridiana e sono soggette ad una fenomenologia tipica dell’autunno secondo le
leggi della natura. Altra cosa è l’effetto devastante dovuta all’incuria dell’uomo
e/o all’ignoranza della probabilità di tali fenomeni. Ma qui ricadiamo nel solito
discorso sulla gestione della cosa pubblica, spesso avulsa da una visione corretta
e praticabile dei provvedimenti da adottare in merito.
Impegni di studio nel campo nautico
Spesso mi chiedi dei miei impegni nel campo nautico. Ho avuto notizia del
Convegno che l’Atena insieme alla Scuola Politecnica dell’Università di Genova
hanno programmato per il prossimo 20 giugno a Genova. Il titolo del Convegno,
come tu ben sai, è: Cultura Navale e Marittima; il titolo e gli argomenti su cui
verterà l’incontro di studio sono di ampio respiro e lasciano ben sperare di
uscire finalmente dal microcosmo e dai microlinguaggi tipici della tecnica navale
finora orientata solo agli interessi dei professionisti del settore.
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Il binomio nave/navigazione.
Personalmente ritengo quasi doveroso tentare di dare un contributo all'Atena in
tale direzione. Ho pensato di proporre agli organizzatori un intervento
incentrato sul binomio nave/navigazione e la sua influenza nello sviluppo
scientifico tecnologico. Dalle prime navigazioni sono nate e si sono sviluppate
l’Astronomia, la Geografia per non tacere della riflessione filosofica che fiorì in
quel di Mileto durante gli ozi invernali in cui i traffici marittimi venivano
sospesi. Per non dire dell’acceso dibattito cosmografico alla vigilia e durante le
Grandi Scoperte Geografiche ed i problemi che tali scoperte crearono nel campo
del Diritto e dei principi scientifici della navigazione. La latitudine crescente
introdotta da Mercatore per la sua Carta pone un problema di Matematica che
anticipa di oltre un secolo la soluzione con l’invenzione del calcolo infinitesimale
di Newton e Leibnitz. Lo studio della nave e dei suoi movimenti portano alla
creazione della teoria della nave, della dinamica dei fluidi e della resistenza al
moto da parte di P. Bouguer, di L. Euler, di D. Bernoulli, di H. Pitot, di Clairot e
tanti altri uomini di scienza che hanno firmato progressi fondamentali nel
campo scientifico. Ma anche sul piano politico e tecnologico si registrano tappe
importanti: gli osservatori di Greenwich e di Parigi furono fondati per risolvere
problemi di navigazione mentre il genio inventivo di pratici matematici come
J.Harrison e J. Hadley consentiva la realizzazione del cronometro e del sestante,
i cui significati scientifici vanno ben oltre l’impiego nautico. La lista è lunga:
Poisson per risolvere i problemi di deviazione della bussola magnetica esplora
importanti proprietà del magnetismo, utilizzate poi da Maxwell per predire
l’esistenza delle Onde Elettromagnetiche e stabilirne le famose equazioni. Le
leggi della termodinamica vengono esplorate e descritte per risolvere i problemi
della propulsione termica, turbine a vapore, motori Diesel, Turbine a gas sono
solo alcune soluzioni tecnologiche derivanti dalle esigenze navali. Ed il primo
sistema di regolazione tipo PID è stato realizzato da Minorsky nel 1922 per
risolvere il problema del governo automatico delle navi e su questo tema tu hai
fondato e diretto una imporatante rivista di Automazione Navale. Si il binomio
nave/navigazione ha avuto un ruolo importante nel progresso dello sviluppo
scientifico e tecnologico e forse sono nelle condizioni di proporre un tema in
merito. Mi piacerebbe avere un tuo parere al riguardo.
( Silvestro, chi in Italia ha la tua conoscenza storica e scientifica espressa anche in
tanti volumi su questi argomenti? Eppure si continuano a considerare “settore” le
cose di mare... DL )
L’Arte Nautica di Cristoforo Colombo.
Il saggio sull’Arte Nautica di Cristoforo Colombo, di cui hai avuto già notizia, è
in fase di preparazione e dovrebbe essere pronto per giugno; l’editore è
intenzionato a farne una edizione in lingua inglese per offrirlo ad un pubblico
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più vasto.
Se Dio vuole seguirà un altro saggio sul primo viaggio intorno al mondo, di cui
tra pochi anni si completerà il quinto secolo dell’evento che costituisce senza
dubbio la più grande e difficile impresa di navigazione di ogni tempo. In Italia,
oltre al resoconto di Pigafetta e ad una simpatica trattazione di Michele Vocino,
già direttore generale del Ministero della Marina Mercantile ed autore del
pregevole” La nave nel tempo”, non mi pare ci siano pubblicazioni in merito di
qualche rilievo.
San Paolo, la Bussola e i Grandi Navigatori.
San Paolo merita di essere portato a conoscenza del pubblico per i suoi risvolti
umani, religiosi, giuridici e di tecnica navale antica.
Anche il Viaggio ed il Naufragio .
Il libro di Smith conta ormai quasi due secoli e rimane ancora l’unica
trattazione notevole sul tema.
Anche questo sarebbe un saggio a naturale corollario dei miei interessi per la
storia della navigazione che potrebbe avere anche nell’origine e nella evoluzione
della bussola magnetica e dei sistemi di oreintamento un motivo per realizzare
un liberculo sull’argomento.
Ma ritornando alla esperienza e alla lezione di Vittorio G. Rossi e non
dimenticando che è l’uomo il protagonista di una millenaria attività mi affascina
l’idea di realizzare uno scenario dei grandi navigatori di ogni tempo mediante
agili ritratti della loro personalità umana, tecnica, professionale, culturale e
giuridica che potrebbero costituire modelli di riferimento per giovani e per meno
giovani.
Ora è proprio il momento di segnare il punto e mi congedo quindi con un
fraterno, affettuoso abbraccio
Silvestro Sannino
Shipping senza lobbyng power all'IMO = più leggi e più burocrazia;
pirateria e fucilieri prigionieri strategie sbagliate che paghiamo tutti
Caro Decio, condivido e sottoscrivo quanto dichiarato da Roberto Giorgi , (Ten
steps toward the better shipping del DL News 3 ) ,il problema vero è che lo
shipping non ha alcun lobbying power in IMO che si bea di imporre più leggi e
più burocrazia, troppo spesso contro il buon senso e la sicurezza. Anche quanto
dichiarato dall'Amm. Accame mi trova largamente d'accordo;in particolare ho
trovato e trovo inconcepibile adottare situazioni di ripiego e rischiose per
marittimi e soldati (ma "low cost" per gli stati) quali la militarizzazione delle
navi .Se si vuole combattere la pirateria lo si faccia sradicandola dalle basi,
inviando una task force con potere di attaccare le basi, invece cha fare una
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guerra di trincea sulle navi, cosa che al più riduce gli effetti ma che di certo non
debella la piaga; anche sui toni giustizialisti di taluni non si può che concordare
con l'Amm. Accame, ma se ricordiamo che gli stessi magistrati italiani
pretendono di poter giudicare in questioni di controspionaggio ed
antiterrorismo, nonostante si invochi il segreto di stato, beh, allora si capisce
quanto sia malata l'Italia.
Tornando alla vicenda marò sono convinto che l'errore fondamentale, che ha
compromesso ogni cosa, sia stato l'aver fatto rotta verso il porto indiano
(indipendentemente da dove fosse effettivamente la Lexie). Su questo per me
deve essere fatta piena luce: chi ha deciso l'inversione di rotta? Non mi pare sia
stato chiarito oppure mi è sfuggito stordito dalle grida delle varie parti.
Tornando alle grida, fermo restando il pieno supporto e vicinanza ai marò,
ritengo che le grida che si levano pro o contro facciano loro solo male, che ci
siano diversi soggetti che speculano sulla cosa, e questo è indegno.
Tutto quanto sopra prescinde dalle effettive dinamiche dell'accaduto, perchè
dovrebbe essere chiaro che, anche qualora i due marò avessero davvero sparato
e ucciso i pescatori, tale azione, essendo condotta con una divisa addosso e a
seguito di una decisione presa sulla scorta di motivazioni inerenti alla missione
loro affidata (decisone magari sbagliata a posteriori, ma non certo peregrina),
deve essere inputata allo stato italiano, e non certo a due soldati.
Sull'uso di nomi stranieri sfondi una porta aperta. Ricordo Ragusa ( non
Dubrovnik)!
Un caro saluto
Giulio Gennaro
Autostrade del mare, logistica integrata ed altri luoghi comuni
( facciamo almeno ricorso all'intelligenza del passato )
Caro Decio,giorni fa,salendo sulla Lanterna di Trieste ,attuale sede della Lega
Navale Italiana,mi sono venute in mente una serie di considerazioni di varia
natura ,più o meno opinabili,ma che penso possano essere oggetto di una
riflessione più o meno amara o costruttiva.
Premesso che la mia “ polemicità” risaputa sia sempre stata basata (e non lo dico
per autoreferenzialità) su una solida sincerità della ragione,mi chiedo quale sia
la necessità ,ad esempio,di conservare il meccanismo della Lanterna a La Spezia
e non nella sua sede naturale di Trieste.
In pratica,quando i ragazzini delle scuole o i visitatori salgono quella rampa di
scale che ti porta a trentatre metri di altezza,altro non possono fare che vedere il
panorama, per poi essere invitati a riprendere l'autobus e fare 500 km per
andarsene a vedere l'altra parte integrante del faro in Liguria. Ancorchè
qualcuno stia effettuando una propria battaglia sul Territorio Libero di Trieste,
da cui mi astengo dal fare miei personalissimi e forse da Te intuibili
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commenti,mi sembra che ancora la Sovranità del Tricolore rimanga inviolata
per cui, non trattandosi ad esempio del caso della Gioconda in Francia, penso
non dovrebbero esistere problemi nel riportare certi manufatti nella loro sede
naturale invece che creare dei padiglioni museali che mostrano in maniera
appiccicaticcia realtà geograficamenti distanti e spesso sovrapponibili ad altre
già esistenti.
In altre parti di Italia,non per fare una campagna campanilista,hanno avuto
almeno il buon gusto di fare una copia del David del Michelangelo da esporre in
Piazza della Signoria,tanto per non fare fare un viaggio a vuoto a migliaia di
turisti.....
Sempre da quella altezza,folgorato come San Paolo sulla via di Damasco,mi sono
davvero reso conto che tutti questi discorsi,simposi e seminari,facenti parte di un
ormai consolidato turismo itinerante di carattere istituzionale,contornato da
aperitivi,pranzi ed alberghi (penta)stellati e di cui sono professionalmente
"obbligato" ad analizzarne i contenuti,altro non sono che un corollario di
ahimè,quanto già studiato,sperimentato e costruito già da oltre due secoli da
sovrani illuminati . I quali già avevano pensato oltre ai trasporti navali,anche
alla loro movimentazione via terra, alla logistica portuale ed anche al benessere
dei lavoratori che erano chiamati a lavorare h 24 all'interno del porto con la
costruzione ed assegnazione di alloggi di servizio.
Sinceramente,di tutto questo,per mia stessa ammissione di ignoranza,ne sapevo
ben poco fino a due mesi fa,quando appunto mi sono messo a fare degli studi
storici sul porto di Trieste.Premesso che la mia indole mi fa certo più
simpatizzare con etnie e culture ispaniche e sud americane piuttosto che
austriache e teutoniche,non può non negarsi come il porto franco di Trieste
rappresentasse già alla fine dell'800,un esempio all'avanguardia sotto il profilo
della logistica integrata con movimentazione e conservazione di
materiali,fabbriche di iuta per costruzione sacchi contenitori e cantieristica
navale a disposizione delle navi di passaggio nonchè già una serie di collegamenti
ferroviari per il trasporto dei beni in varie parti dell'Impero (i famosi e tanto
decantati "corridoi" di mia trentennale memoria).
A ciò si aggiunga come il "progetto Trieste" fosse integrato con il porto franco di
Fiume e con altri porti del Nord Europa che costituivano,nel loro insieme, quel
sistema integrato di trasporto mare/terra di cui ancora oggi,nell'epoca delle
missioni spaziali su Marte,sembra un qualcosa di utopico , e le cattedrali nel
deserto presenti nelle nostre coste ne sono un degno esempio.
Pur non essendo mai stato un "talebano"delle autostrade del mare nella loro
interezza,qualora Tu li conosca, invita i dotti saccenti che vaticizzano su tali
argomentazioni, a studiarsi il sistema portuale Asburgico in modo tale che si
rendano conto di stare scoprendo l'acqua calda, e sperando che almeno
scopiazzino qualcosa dall'intelligenza del passato.
Un caro saluto
Sante Tani
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Tutti voglion Trieste, specialmente Venezia ,ma se perdiamo tutti i
treni, la logistica cambierà direzione
Caro Decio, dimenticavo di chiederti se hai avuto problemi visto il maltempo e le
inondazioni dellaLiguria. Per circa una settimana ho letto anche il Secolo XIX
ed ho visto quante grane vi sono capitate compreso il treno con la frana. Noi a
Trieste grazie al cielo abbiamo caldo e piove un poco ma niente di particolare. Ci
minacciano sempre neve ma per fortuna sono falsi allarmi. Non ci mancherebbe
altro che il maltempo! Abbiamo già parecchie minacce con il porto che non si
capisce bene come andrà a finire. Sono tutti arrabbiati con Monassi perché non
risponde agli appelli di Sindaco e Serracchiani. Chi lo sa cosa ha in testa?
Eppure mi sembra seria checché ne dicano...Anche noi del Polo Museale
abbiamo cercato di parlare con Regione e Comune ma in questo caso sono loro
che non ci hanno risposto. I nostri architetti hanno fatto un progetto bellissimo
di ripristino del Porto Vecchio andando ad imparare al Nord e ci hanno aiutato
le loro Università. Hanno lavorato gratis per due anni catalogando pietra su
pietra per poter rendere il progetto approvabile. Lo Stato avrebbe dovuto darci i
soldi (che ci sono) per mettere in sicurezza i magazzini protetti dall'Unesco, ma
la Regione non ci risponde. Io continuo ad essere ottimista perché comunque
qualcosa si muove, almeno gli operatori protestano e Portocittà si è ritirato, il
che di fronte all'abulia passata è già qualcosa. Continua la lotta fra chi vuole il
Punto Franco Vecchio e chi lo vuole abolire. E' difficile capire qualcosa in questo
momento perché gli strateghi usano tutti i mezzi mediatici per portare l'acqua al
proprio mulino. Dicono una cosa e ne pensano un'altra. Tutti voglion Trieste,
specialmente Venezia, ma nessuno la prende. Comunque chi dovrebbe trattare
con Venezia dovrebbe vender cara la pelle poiché noi abbiamo i fondali e loro
per fare la boiata dell'Off-shore (l'isola) dovrebbero spendere carretti di soldi ed
avrebbero comunque da dragare all'infinito, perché la laguna si insabbia
spessissimo, spendendo altre barche di soldi. Finirà che se aspettano ancora
perderemo tutti i treni e la logistica cambierà direzione. E sarà grave! Ciao
Lucilla Cechet
Marina Militare italiana, prima in Europa a sperimentare il green
diesel
Nota di Bruno Spanghero
Non voglio prendermi meriti non miei, ma a capo del dipartimento sistema nave
del Reparto progetti della Marina c'ero io quando iniziammo questa impresa,
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spronando gli ufficiali dell'ufficio apparati motori, che andarono a "ravanare"
tra le alghe di Marghera e quelle di Gela, senza mai perdere un colpo.
Il merito va agli ufficiali dell'Ufficio Apparati Motori del Reparto Studi Progetti
Mezzi Materiali della Marina che hanno continuato a credere nel progetto in
tutti questi anni.
Ricordando con piacere quel periodo e soprattutto congratulazioni alla Marina.
BS
http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/noti
zie/Pagine/20140129_foscari.aspx
Il pattugliatore Foscari prima nave della "Flotta Verde"
29 gennaio 2014 17.05
Si è conclusa oggi, ad Augusta – SR-la sperimentazione di un biocombustibile a
base di Green Diesel sul pattugliatore d’altura Foscari della Marina Militare italiana.
Il gasolio navale verde è una miscela formulata dalla Marina Militare con Eni,
contenente il 50% di F76 e il 50% di frazione bio di seconda generazione,
ottenuta da feedstock non in competizione col mercato alimentare. L'elevato
contenuto di biocombustibile di nuova generazione è un risultato di eccellenza
per il trasporto marittimo in generale. La produzione del gasolio navale verde
avverrá in Italia, nella bio- raffineria di Porto Marghera- VE - a partire da
marzo 2014.
I risultati delle prove sono eloquenti: il passaggio da un combustibile all'altro è
avvenuto senza alcuna variazione delle prestazioni e dei parametri
termodinamici dei motori di propulsione e dei generatori. La riduzione misurata
delle emissioni di anidride carbonica e di emissioni inquinanti è in linea con le
attese. Il nuovo prodotto è compatibile con le macchine e con i circuiti esistenti
senza apportare alcuna modifica e senza adottare particolari accorgimenti.
Il contrammiraglio Mario Culcasi, comandante delle Forze da Pattugliamento per la
Sorveglianza e la Difesa Costiera, ha evidenziato come “il passaggio al combustibile
navale verde è stato trasparente, impercettibile, lo scenario a bordo non è per niente
cambiato”.
La Marina Militare italiana è la prima in Europa a sperimentare
operativamente il green diesel, in anticipo anche rispetto alla scadenza europea
che prevede l’uso del 10% di frazione bio entro il 2020.
Ha condiviso la soddisfazione per il buon esito delle prove anche tutto il
personale tecnico dell’Eni che ha assistito e supportato le prove e che ha
commentato: “la sperimentazione di questo green diesel da parte della Marina
Militare è un banco di prova di assoluta eccellenza, in quanto la quota bio utilizzata
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per la formulazione del combustibile ha toccato il 50%”.
Navi militari eco-efficienti permetteranno in futuro di ridurre il consumo di
derivati petroliferi, contribuendo al raggiungimento degli impegni assunti
dall'Italia e dall'Unione Europea in campo internazionale sul contenimento delle
emissioni di inquinanti atmosferici e di gas serra, in accordo con le linee guida
della Strategia Energetica Nazionale.
Come allungare una nave passeggeri
Nota di Flavio Scopinich
Ecco un video interessante su come ad Amburgo presso i cantieri Blomm & Voss,
hanno allungato una nave passeggeri.
http://news.uk.msn.com/video-clips?videoid=011951a2-cb88-499c-b7051c23d62f149b&ap=True
Sono indignata! Due interventi senza bavagli di Anna Bartiromo
Sono indignata!
Sbandieriamo civiltà con bandiere sporche di ipocrisia; sosteniamo l'incoming
degli stranieri senza dar loro assistenza adeguata ventilando disponibilità di
possibili alloggi, vitto, assistenza sanitaria e lavoro che non c'è. (Ovvio se ciò
manca anche per molti di noi). Ci si preoccupa degli animali, multando
severamente coloro che li trascurano ma si concede ad un "pedofilo" dopo un
arresto veloce di uscire per buona condotta e tornare colà dove ha commesso il
reato; si continuano a buttare neonati nei cassonetti, nonostante l'informazione e
la prevenzione in proposito; i clochard affollano le stazioni e le piazze in totale
abbandono, spesso morendo di fame o di freddo in totale indifferenza; si uccide
all'impazzata, quasi fosse un gioco da ragazzi; ci si compiace di torture e
violenza con un sadismo illimitato; tuttora, c'è chi si professa felicemente
razzista perseguitando chi ha colore o religione diversa con aggressioni e
minacce e, adesso, per giunta, sta per arrivare sul mercato "una droga" che
induce al cannibalismo nella piena follia di chi la spaccia...
E, intanto, i politici si seggono tranquillamente a tavola per discutere
animatamente e litigare per una "Sedia" in più, non tanto, (forse), perchè non
sappiano realmente come far politica quanto, piuttosto, perchè consci, ormai, di
aver dato essi stessi il via ad un mostro di nome "anarchia" di cui non sono più
in grado di gestire le fila e a cui si sentono, in prima persona, ahimè asserviti.
...Chissà se Darwin, invece di farci risalire a degli animali, avesse proposto un
antenato più "umano" della nostra razza, saremmo riusciti ad essere degli emuli
più dignitosi, ad elevarci, a rispettarci maggiormente ed a migliorare senza
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abbrutirci in maniera tanto eccessiva da sconfinare allo stadio "brado" giusto
per non smentire i nostri avi, ovvero quelle povere bestie innocenti.
Anna Bartiromo
Avremo bisogno degli “uomini-libro “ come eroi non come esuli
E' vero, il mare non è amico di nessuno, a dirla con Vittorio G. R ossi,
ma se 'nemico' lo si vuol chiamare,bisogna riconoscergli una grande
onestà nel suo essere tale. Intendo che la pericolosità dei suoi mutevoli
aspetti, le tempestose impennate delle sue onde e il gonfiarsi
improvviso della sua rabbia dovuta alle asperità climatiche, sono cose
più o meno note e studiate che, in alcune situazioni, potrebbero o si
possono, a volte , evitare.
Ma come evitare l'amico-nemico che divide con te, magari i tuoi
giorni, le idee, le sofferenze con l'unico scopo di f...farti del male o solo
per prevaricarti o per fregarti sul lavoro o per qualsiasi altro subdolo
scopo se camaleonticamente ti pugnala alle spalle con un sorriso? No,
quello non lo riconosci, quello non lo puoi evitare perchè la sua è
davvero una cattiveria gratuita e imprevedibile, ma per il mare è
diverso. Il MARE è una forza di cui ben si conosce la natura e nel suo
nonessereamico non v'è nulla di intenzionale proprio in ragione di cio'.
Secondo punto- Uomini e libri, mi trovo ampiamente d'accordo che da
circa un quarantennio il libro (ovvero la categoria libro), langua
nell'abbandono più assoluto, ignorato e snobbato dai più che non si
rifanno affatto ai suoi contenuti ne' lo pongano meno che mai come
soprammobile su qualche scaffale. Colpa della cultura che è in
sensibile calo e dell'involuzione intellettuale che ne deriva. Tuttavia,
trovo che ciò non sia a caso. Leggere, significa, infatti, informarsi,porsi
domande, aprire alla mente nuovi orizzonti, migliorarsi, crescere e
fortificarsi...Si, perchè la CULTURA e' una forza; un mezzo per non
essere schiavi, per non subire, per essere in grado di combattere il
'NEMICO'con armi giuste al momento giusto onde non lasciarsi
eterogestire passivamente! E poi? Ahimè tutto questo non giova a chi
vuole comandare il mondo, ai folli pupari che ne vogliono reggere le
fila, a chi brama possedere le menti del POPOLO che quanto più
ignora, meno si ribella e più è facile da manipolare per fini
utilitaristicamente egoistici.
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Qualcuno obietterà che non siamo nel Medioevo. Infatti un altro
egoistico mezzo per asservire le menti è la droga.........Insomma
intendo che questa involuzione della cultura, mio carissimo e
stimatissimo amico Decio ,non è gratuita ma voluta, studiata e
mirata,secondo me. Prima o poi avremo bisogno degli 'uomini libro'
come eroi non come esuli!
Terzo punto- il Bilinguismo di cui si lamenta Verani. Lo capisco ma,
altro che bilinguismo, qui siamo in una vera “torre di Babele”!
Ciao a tutti e un affettuoso saluto con un mondo di auguri.
Anna Bartiromo
LIBRI E APPUNTAMENTI
Uomini e navi. Fincantieri, storia di un'azienda di stato
A Genova al Museoteatro della Commenda di Prè, giovedì 6 febbraio, alle ore
18.00, salone primo piano presentazione del libro
“UOMINI E NAVI. FINCANTIERI, STORIA DI UN’AZIENDA DI STATO”
di Alessandra Fava, Ediesse editore
Introducono:Gianni Carosio, Curatore Dipartimento Costruzioni Navali
Mu.MA,Enrico Pignone, Capogruppo Lista Doria Consiglio comunale
Il libro della giornalista Alessandra Fava è un'inchiesta su Fincantieri: parla
delle lotte dei sindacati e degli enti locali a difesa degli otto siti, tra Adriatico e
Tirreno; della precarizzazione del lavoro; delle scelte del management e della
recente acquisizione di Vard da parte del gruppo Fincantieri. Il volume contiene
anche nove lunghe interviste a lavoratori del cantiere di Sestri Ponente che
raccontano in prima persona la loro esperienza professionale e il ricorso sempre
più marcato ad aziende in appalto e subappalto. Le interviste restituiscono uno
spaccato di storia operaia e della cantieristica dagli anni Trenta ad oggi. Nella
lettura scenica verranno letti dei brani di queste interviste.
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Mia adorata Anna, lettere d’amore scritte negli anni di guerra...
Una ricerca d’archivio e un libro originale sulle crudeltà della seconda guerra
mondiale.
Il libro “ Mia adorata Anna “ di Marco Garello sarà presentato sabato 8
febbraio alle ore 16.30 al Castello di Nervi, Porticciolo.
Le storie sconosciute di Enrico, Guido, Renato e Fernando (detto Elvio) Garello
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tornano alla luce del sole grazie ad un’iniziativa editoriale intrapresa dalla Casa
Editrice “Pari o dispari” da poco costituitasi ad Alba. Introduce Decio Lucano,
presente l'autore con una mostra di sue personali opere artistiche.
Mostra Mercato d'Arte Moderna e Contemporanea
Si svolgerà dal 14 al 17 febbraio alla Fiera Internazionale di Genova la 10a
Mostra Mercato d'Arte Moderna e Contemporanea. www.artegenova.com
People profit planet for a sustainable maritime world
Al Galata Museo del Mare a Genova si è svolto il convegno in occasione della
Premiazione dei Promotori Award “People profit planet for a sustainable
maritime world” a cura dell’Associazione Promotori Musei del Mare Onlus
Sono imtervenuti Roberto Cazzulo, Chairman IACS e Mauro Gaggero,
Ricercatore presso Istituto di Studi sui Sistemi Intelligenti per l’Automazione
ISSIA-CNR.
Alla Tavola Rotonda moderata da Angelo Scorza hanno partecipato
Roberto Giorgi, Presidente V Ship ,Tom Strang, Vice Presidente Marine
Operations Costa Crociere ,Sadan Kaptanoglu, Managing Director Kaptanoglu
Ship Management ,Andrea Garolla, Presidente Gruppo Giovani Armatori di
Confitarma ,Valeria Novella, Gruppo Giovani Armatori di Confitarma
Ozge Ersoz, Business Development Manager RINA Turkey ,Gian Enzo Duci,
Presidente Assagenti Genova ,Alessandra Zampieri, Capo Unità Affari
Marittimi, Centro Comune di Ricerca CE
Nell'ambito del Convegno sulla sostenibilità del mondo marittimo è stato
consegnato il Premio Promotori Award a Mr. Efthimios Mitropoulos, IMO Past
Secretary General. Il premio ha lo scopo di valorizzare come modello positivo il
personaggio che negli ultimi dodici mesi si è distinto per l’impegno, il lavoro
svolto, gli interessi culturali legati all’ambiente e al mondo marittimo. Con il
patrocinio dei Giovani di Confitarma e della Youngship International Italia, in
collaborazione con Mu.MA.
Due appuntamenti importati di A Compagna
Venerdì 7 febbraio ore 17 a Palazzo Franchi- Giustiniani , Piazza Posta Vecchia
3 , Genova , a Compagna presenta il libro di Annamaria” Lilla “ Mariotti dal
titolo “ Tristan da Cunha , Magenes editore, un'opera che abbiamo recensito e
che insegna storia e costume attraverso la vita di una comunità unica nel mondo.
Martedì 11 febbraio ore 17 a Palazzo Ducale a Compagna organizza un
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incontro pubblico sul tema: “ La robotica di Genova: breve storia e prospettive”
a cura del professor Giuseppe Casalino.
Dossier
Le bonifiche in Italia: a chi interessa la difesa del suolo ?
Secondo il Programma nazionale di bonifica, curato dal ministero
dell’Ambiente, il totale delle aree riconosciute come Siti di interesse nazionale
(Sin) è arrivato negli anni a circa 180mila ettari di superficie, scesi oggi a
100mila solo grazie alla derubricazione dello scorso anno di 18 siti da nazionali a
regionali, facendo passare da 57 a 39 il numero di Sin. Soltanto in 11 Sin è stato
presentato il 100% dei piani di caratterizzazione previsti.
Sono, questi, alcuni dati contenuti nel dossier “Le bonifiche in Italia: chimera o
realtà?”, presentato a Roma da Legambiente nel corso di un convegno, dal quale
emerge uno scenario di grandi ritardi nelle attività di bonifica in Italia.
Anche sul fronte dei progetti presentati e approvati si segnala un forte ritardo:
soltanto in 3 Siti è stato approvato il 100% dei progetti di bonifica previsti. In
totale, sono solo 254 i progetti di bonifica di suoli o falde con decreto di
approvazione, su migliaia di elaborati presentati.
Se le bonifiche vanno a rilento, non si può dire la stessa cosa per il giro d’affari
del risanamento ambientale che si aggirerebbe intorno ai 30 miliardi di euro. Dal
2001 al 2012 sono stati messi in campo 3,6 miliardi di euro di investimenti, tra
soldi pubblici - 1,9 miliardi di euro, il 52,5% del totale - e progetti approvati di
iniziativa privata - 1,7 miliardi di euro, il 47,5% ,con risultati concreti davvero
inesistenti.
( da Tecnici, quotidiano di informazione scientifica e tecnica 31/1/2014 )
A chi interessa la difesa del suolo ? I geologi si sono ormai “ arresi “ ( La Stampa
1/2) La prima legge del 1989 era la più avanzata d'Europa, poi la sburocrazia ne
ha decretato il fallimento. Dalle autorità di bacino agli attuali distretti hanno vimto
cemento, burocrazia e business dell'emergenza. Ci aspetta la Natura che faccia il
suo corso, come sempre; la Tecnologia è andata avanti, ma la Natura è sempre
quella... e più subdola. (DL)
I filosofi che portavano i pesi dell'inconsistenza umana
Tractant fabrilia fabri
di M e l i s s o d i S a m o
Le autorità portuali , enti inutili quanto onerosi per i traffici...
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Orazio, nel secondo libro delle Epistolae, alla Ep I, v.116, riporta la seguente
frase (che probabilmente era un modo di dire comune): “Tractant fabrilia
fabri”, al modo indicativo; si tratta cioè di un’affermazione basata
sull’esperienza della realtà dei fatti; diciamo, di una semplice constatazione: i
fabbri s’impegnano nell’arte loro propria. Più tardi, col passare del tempo,la
massima è virata al congiuntivo con valore d’imperativo: “Tractant fabrilia
fabri”; cioè i fabbri facciano il loro mestiere senza allargarsi; in altri termini,
non v’impicciate di cose non di vostra competenza e che non siete in grado di
gestire.
In questa versione, e con questo senso esortativo o addirittura ammonitorio, la
citazione si ritrova, per esempio, in un forte discorso tenuto da Giacomo I
Stuart al Parlamento inglese nel 1609. Il Re, già Sovrano di Scozia (VI del nome)
era salito al trono d’Inghilterra nel 1603, essendo finita con la morte di
Elisabetta I la dinastia dei Tudor. In tal modo egli riunì per la prima volta sotto
la sua Corona tutti i territori britannici: Inghilterra, Scozia e Irlanda. Però i
sudditi inglesi, e i loro rappresentanti in Parlamento, erano recalcitranti, e non
poche difficoltà incontrò Giacomo nel tenere a bada i riottosi. In questo discorso,
dunque, il nuovo Re rivolgeva esortazioni ai Members of Parliament affinché
non gli creassero intralci, e cioè si attenessero strettamente ai limiti delle loro
competenze: soprattutto, di non impicciarsi degli affari del governo, cioè di
quello che poi Montesquieu, nel suo L’esprit des lois, avrebbe chiamato “Potere
Esecutivo”.
Ma, venendo ai giorni nostri, e nelle cose che più da vicino ci riguardano, ci si
rende conto sempre di più di quanto la massima citata, nella sua versione
esortativa, sia più che mai di attualità, ed applicabile ai più diversi campi.
Oggi la Politica, quella con la “P” maiuscola, che dovrebbe essere la più nobile
arte dell’Uomo, è sotto attacco concentrico, e purtroppo non se ne possono
ignorare le cause: però in genere ci si sofferma soprattutto sui suoi costi
spropositati, e ancor più – e con ragione! – a qualche caso di corruzione in varie
forme. Ma a me pare che altro motivo fondatissimo di critica sia il dilagare di
“politici”, il più delle volte “trombati” alle elezioni o che abbiano fin troppo ben
meritato dai Partiti, e non dalla Cosa Pubblica, in incarichi di responsabilità e
delicatissimi per i quali non abbiano alcuna preparazione od esperienza
specifica. Si assiste a un doppio fenomeno contrapposto: mentre nello sport, che
dovrebbe essere per def ini z ione amatoriale secondo l’etica risalente a de
Coubertin, si afferma un professionismo selvaggio, nella politica vige il principio
dilettantistico: meno ne sai e ne capisci, e meglio è; basta che servi gli interessi di
chi ti ha messo lì. (Ho in mente, naturalmente, alcuni dei
nostri porti. Vien fatto di dire, in napoletano: “
’A pazziella ‘mmane ê ccriature! ”)
( dal Notiziario della Guardia Costiera , aprile-giugno 2013 )
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