ESCHILO - Big Fat Fede

Jack e Matte
(in collaborazione con l’allegro sinfonico BigFatFede)
presentano…
ESCHILO
“Eschilo! Eschilo, ché qui si Sofocle! Ma non Tucidide scendendo per le scale Euripide!”
•
2 attori + coro
•
“Inventò” la tragedia
•
Stile = tende alla magniloquenza, alla solennità e alla creazione di neologismi
1) Prometeo incatenato (Attribuzione dubbia)
Innovativo nella struttura compositiva e sotto l'aspetto culturale; le parti liriche hanno
un rapporto 1/7 con quelle recitate. (In pratica gli attori lavorano, mentre il coro
sciopera per 6/7 dell’opera)
•
CORO: Oceanine (Figlie di Oceano, nipoti di Mare, sorelle di Onda)
•
TRAMA: C'era una volta Prometeo, un Titano che era stato incatenato ad una
rupe del Caucaso, per aver rubato il fuoco agli dei, donandolo ai mortali. A
incatenarlo è Efesto, in presenza di Kràtos (Potere) e Bìa (Violenza) (La quale
ha la stessa utilità di un soprammobile, visto che non spiccica mezza parola in
tutta la tragedia). Il Titano viene visitato dalle Oceanine, da Oceano e da Io,
che gli consigliano di abbandonare l'astio verso Zeus, il nuovo re dell’Olimpo.
Prometeo è preveggente e conosce un segreto che minaccia il trono di Zeus,
segreto che vuole barattare con la sua libertà. Zeus tenta di farglielo rivelare
con minacce, ma, non acconsentendo Prometeo, il dio (incazzato a bestia)
spalanca una voragine, e vi precipita il Titano, e, per buona misura, pure le
Oceanine.
•
Confronto tra il Prometeo di Eschilo e quello di Platone (Questo qui
l’Arrugginita lo vuole di sicuro, quindi meglio studiarlo, va là)
(Qui inserirò una frase, che sennò non viene giusta la formattazione del documento.
Ecco fatto.)
Eschilo
Platone
Prometeo = Filantropo punito da Zeus
(Aiuta gli uomini contro il volere degli
dei).
 Zeus = tiranno, e NON garante della
giustizia + protettore dei deboli e degli
oppressi.
 C’è il racconto del mito, ma si pone
l’accento sul fatto che il progresso
dell’uomo è dono divino. (Di qui,
Ruggio dixit, l’aggettivo italiano
“Prometeico”, che significa “che aiuta
il progresso”)
 Davanti alle Oceanine il Titano racconta
con
parole
molto
elevate
e
orgogliosamente che gli uomini <<
avevano occhi e non vedevano, avevano
le
orecchie
ma
non
udivano,
somigliavano a immagini di sogno […]
>>, una parte “negativa” seguita da una
propositiva volta alla prima persona <<
per loro scoprii il numero, la prima
conoscenza e i segni scritti… E aggiogai
le fiere senza giogo… E inventai il
cocchio… >> (pag. 265 ed. Bur, pag.11,
Prometeo (Dopo un lungo silenzio).
 Opera tragica: mette in luce il problema
umano, il mondo ostile che circonda i
mortali aiutati da pochi mezzi (Tἔχvη,
πυρ).




Nel Protagora (opera) Prometeo è
incaricato di assegnare le doti agli
esseri viventi e affida il compito ad
Epimeteo (detto: “il tordo”), che si
scorda dell’uomo (perché è tordo).
Prometeo quindi ruba la tecnica
(Tἔχvη) e il fuoco (πυρ) agli dei, e ne
fa dono all’uomo. Perciò è punito dai
suddetti con un supplizio esemplare:
viene legato a una rupe, presso la
quale ogni giorno sopraggiunge
un’aquila a mangiargli il fegato
(iecor-oris, ἧπαρ-ἧпατος), che gli
ricresce il giorno successivo. (Certo
che quest’aquila era insaziabile, ve’.
O rinasceva ogni giorno pure lei?)
È il racconto del mito.
Opera filosofica.
2) Persiani
L’unica tragedia Eschilea riguardante l’attualità (attualità? Ma se è roba del V sec
a.C. !). I Persiani sono presentati dal loro punto di vista, ma in realtà è quello dei
Greci, che appunto chiamano i Persiani col nome di barbari. (Difatti, i suddetti mica
si autodefinivano “Barbari”; e che eran, scemi?)
• CORO: anziani consiglieri del Re
•
TRAMA: Atossa = vedova di Dario
(Jack, la freccetta qui non
c’azzecca una mazza, ma te la lascio per compassione) racconta un sogno
funesto. Giunge un messaggero, che annuncia la sconfitta dell’esercito
persiano. Compare l’ombra di Dario, che spiega la ragione della sconfitta:
Serse ha peccato di ὕβρις, giacchè ha tentato di sottomettere popolazioni
destinate a vivere libere (Sarebbero i Greci), ha trascinato e ucciso i supplici
sugli altari di Zeus (Bestemmiando come un turco), ed ha inoltre oltraggiato
Poseidone (Spernacchiandolo in pubblico), costruendo un ponte di barche
sull'Ellesponto.
3) La trilogia di Laio ed Edipo, La Sfinge e i Sette nani contro Tebe
Le colpe commesse dalle generazioni precedenti inducono gli eredi a punire i
colpevoli, spesso perpetrando una nuova colpa. Si tratta di una sorta di ”faida”.
(Della serie: W i longobardi)
•
TRAMA: Laio espone Edipo, che è appena nato, ed il suddetto, una volta
cresciuto, uccide il padre e, (tanto per non farsi mancare niente) ha dei figli
dalla madre, Giocasta (= Incesto). Allorchè viene a sapere della sua
condizione, la madre si suicida, mentre egli è bandito e, poiché i figli non
intervengono in suo aiuto, li maledice. I due, chiamati Eteocle e Polinice,
decidono di regnare su Tebe un anno a testa, ma Eteocle, una volta re, non
vuole cedere più il regno a Polinice (Eh-eh), e questi (incacchiatosi alquanto)
organizza una spedizione con 7 eroi contro la città ed il fratello (Ma come si
volevano bene): i due si uccidono reciprocamente (Pum! Pem!), ma la città è
salva (Evviva!). Polinice è abbandonato insepolto per decisione del nuovo
tiranno Creonte e soltanto Antigone si oppone a ciò. (Quest’ultima parte è
stata probabilmente aggiunta da qualche Greco spiritoso che voleva collegare
la robaccia di Eschilo alla robaccia di Sofocle)
4) La trilogia delle Supplici
•
CORO: 50 figlie di Danao
•
TRAMA: Le 50 figlie di Danao si rifugiano ad Argo per evitare un matrimonio
forzato coi cugini, figli di Egitto, fratello minore di Danao. I cugini devono
sposarsi con le Danaidi per garantire il regno alla loro famiglia. Il re di Argo
tentenna: non offrire riparo alle Supplici = Zeus s’incacchia, offrire riparo alle
Supplici = probabile guerra contro l'Egitto. Dopo lunghe meditazioni (e molte
unghie mangiate), egli accetta di ospitare le Supplici, ma perde la guerra che si
scatena contro l'Egitto e le Danaidi sono dunque costrette a sposare i cugini. In
combutta fra loro, uccidono tutte i rispettivi mariti, tranne Ipermestra, che
preferisce essere vile piuttosto che omicida. (Furza, furza, un bell’applauso
per quest’aquila!)
5) La trilogia dell'Orestea: Agamennone, Coefore ed Eumenidi
Conferma l'adesione del poeta al partito democratico, giacché appoggia la decisione
di Efialte, democratico del tempo, di assegnare all'Areopago il ruolo di tribunale
penale per i diritti di sangue.
•
Agamennone - TRAMA: Clitemnestra è avvisata da un segnale concordato
con Agamennone che Troia è caduta e si è fatta la bua e, dopo la venuta di un
araldo, si prepara a mettere in iscena il delitto del marito e della sua neoconcubina Cassandra, insieme all'amante Egisto. Agamennone torna sul carro
trionfale, entra in casa e viene ucciso dai due. (Ottimo riassunto; ci piace, ci
piace) Clitemnestra è dunque tutta felice d’aver accoppato il marito.
•
Coefore - TRAMA: a 17 anni Oreste, figlio di Agamennone e vissuto fino ad
allora altrove, torna per reclamare l'eredità del padre e vendicarne la morte
(Vale a dire che desidera far schiattare Clite-minestra + Egisto). Giunto sulla
tomba del padre, vi lascia una ciocca di capelli, le orme dei piedi e una piccola
parte della stoffa del suo vestito, cucito dalla sorella Elettra. Quindi i due si
incontrano, e Oreste spiega alla sorella, che s’era recata sulla tomba del padre
con un gruppo di schiave chiamate Coefore (= il coro) le sue macabre
intenzioni. Oreste uccide dunque la madre ed il suo amante, ottemperando così
al volere di Apollo. (E di sua moglie A-gallina)
•
Eumenidi - TRAMA: i delitti di sangue commessi da Oreste scatenano la furia
delle Erinni (= il coro), che vogliono vendicare il matricidio. Oreste corre a
Delfi, dove Apollo lo invita a rifugiarsi ad Atene, sotto la protezione di Atena.
(O a Tebe, sotto la protezione di Teba. Ma, perché no, anche a Efeso, sotto la
protezione di Efesa. Oppure a Smirne, sotto la protezione di Smirna.) Atena si
schiera dalla parte di Oreste, ma le Erinni rinnovano le loro accuse; la dea
convoca dunque l’Areopago, per decretare la sorte di Oreste. I voti (grazie ad
Atena) risultano pari; ne consegue che, secondo la consuetudine, Oreste viene
assolto. Le Erinni protestano, ma Atena riesce a placarle, promettendo di
associarle al suo culto: le Erinni diventano “Eumenidi”, cioè “le Benevoli”.
Oreste comprende di essere bloccato: << egli commetterà un delitto orrendo se
ucciderà la madre, ma non meno se rinuncerà a vendicare il padre […]; >> ha
chiara coscienza di ciò, e in questo modo, tramite il πάθει μάθος (l’apprendimento
attraverso la sofferenza), capisce che l’ingiustizia è sempre radicata nell’uomo, e
che soltanto gli dei possono renderla giustizia. (Che bel giuoco verborum!)
ὕβρις
•
Serse ha peccato di ὕβρις.
•
Eteocle e Polinice hanno peccato di ὕβρις.
•
Le Danaidi hanno peccato di ὕβρις.
•
(A questo punto la vera domanda è: e chi è che non ha peccato di ὕβρις?)
Consiglio per lo studio (Della serie: Jack mi è diventato un professorone)
Mio consiglio è quello di provare a rispondere alle domande in fondo all’unità (pag. 97): è possibile
che ci possa porre una domanda del nostro libro come era successo per la scorsa verifica di
letteratura latina…
Buono studio.
(Sì, sì, certo, anche a te.)