ESOTICHE L’introduzione accidentale o volontaria di piante originarie di altre regioni geografiche (chiamate nel loro complesso ESOTICHE o ALIENE) e la loro diffusione in modo più o meno invasivo nei nostri habitat è un fenomeno che ha origini antiche e che talora crea problemi gravi nella gestione attuale del patrimonio naturalistico autoctono, in particolare nelle aree planiziali o fortemente interessate da disturbo antropico. Accanto a specie presenti da molto tempo e ormai naturalizzate nei nostri habitat e ad altre che non mostrano capacità di autosostentarsi ed espandersi (casuali) ve ne sono molte altre (invasive) che mostrano un’aggressività e una capacità di espandersi velocemente sconosciuta alle nostre piante autoctone, tali da creare grossi problemi nella loro gestione e contenimento. Secondo due recenti lavori di check-list sulle esotiche lombarde in generale e provinciali in particolare (2010), nel sondriese sarebbero presenti 185 esotiche, di cui 131 neofite, 34 archeofite e 20 di derivazione incerta (amaurogene), ma il quadro è destinato a mutare rapidamente considerata la gran quantità di specie (alcune talmente poco vistose da passare inosservate) in grado di insinuarsi nei nostri habitat, molti dei quali hanno ormai perso qualunque grado di naturalità. Solidago gigantea LE ESOTICHE NATURALIZZATE Piante introdotte da tempi più o meno antichi, in grado di formare popolamenti stabili nel tempo ma senza capacità spiccatamente invasive. Opuntia humifusa Centro-Nordamerica, sec. XVIII Hemerocallis fulva Cina, sec XVI Matricaria discoidea Asia NE, inizi’ 800 LE ESOTICHE INVASIVE Non sempre si tratta di piante di recente introduzione, ma anche di piante introdotte da tempo che per ragioni varie hanno acquisito la capacità di invadere in breve tempo gli ambienti naturali o antropizzati in modo progressivo e inarrestabile, ricoprendo in breve tempo superfici molto estese stravolgendo completamente la vegetazione autoctona . Robinia pseudacacia Nordamerica, 1601 Impatiens balfourii (Himalaya - inizi ‘800) Buddleja davidii (Cina – fine ‘800) LE ESOTICHE INVASIVE Reynoutria japonica Senecio inaequidens (Sudafrica fine ‘800) (Asia orientale- inizi ‘800) Sicyos angulatus (Nordamerica, inizi ‘700) Amorpha fruticosa (Nordamerica - sec. XVIII) ENDEMICHE ALPICHE Artemisia genipi Distribuite esclusivamente sull’arco alpino Androsace alpina Achillea moschata ENDEMICHE AD AREALE RISTRETTO Viola comollia Sanguisorba dodecandra ENDEMICHE AD AREALE RISTRETTO Saxifraga vandellii Androsace brevis Primula daonensis Saxifraga hostii subsp. rhaetica LA VALTELLINA COME “CROCEVIA” DELLA FLORA DELLE ALPI Per la sua posizione più o meno centrale nell’arco alpino, il territorio della provincia di Sondrio rappresenta il punto di incrocio tra specie che provengono da aree di distribuzione diversa nelle Alpi. Per molte di esse il sondriese rappresenta anche il loro limite di diffusione. Leontopodium alpinum SPECIE A DISTRIBUZIONE ALPINO-OCCIDENTALE Aquilegia alpina Saxifraga cotyledon Gentiana purpurea Campanula cenisia SPECIE A DISTRIBUZIONE ALPINO-ORIENTALE Pedicularis rostrato-capitata Nigritella miniata Valeriana supina SPECIE A DISTRIBUZIONE ALPINO-SETTENTRIONALE Saxifraga aphylla Dianthus glacialis Androsace chamaejasme SPECIE A DISTRIBUZIONE ALPINO-CENTRALE (RETICO) Crepis rhaetica Primula integrifolia Phyteuma hedraianthifolium SPECIE A DISTRIBUZIONE MERIDIONALE (PREALPINO-INSUBRICA) Erythronium dens-canis Allium ursinum Cyclamen purpurascens Primula vulgaris LE SPECIE RARE Le specie rare o poco comuni rappresentano in genere le entità più pregevoli di un territorio, ma spesso anche quelle più vulnerabili, che devono essere oggetto di particolari attenzioni e monitoraggi per valutarne le variazioni e le dinamiche interne ai popolamenti. Accanto a specie che sono poco diffuse per ragioni naturali o per cause intrinseche non sempre ben note, molte piante sono divenute col tempo poco comuni (quando non del tutto estinte), soprattutto a causa della contrazione dei loro habitat, alterati e manomessi dalle attività antropiche. In un recente lavoro del 2005 sono state censite nel territorio provinciale 409 specie definibili come rare, di cui 174 presenti con solo 1-3 segnalazioni o località note (RR, rarissime) e 235 con un numero di segnalazioni tra 4 e 15 (R, rare). Il numero di tali entità resta comunque in continua evoluzione, anche alla luce di alcuni ritrovamenti successivi al 2005 di grande interesse non solo per la provincia, ma anche per l’intero territorio lombardo GLI AMBIENTI UMIDI DI FONDOVALLE Sono tra gli habitat che più hanno subìto pesanti manomissioni e regressioni in seguito alla intensa espansione delle attività antropiche. Restano di un certo interesse solo l’area delle foci dell’Adda e del Mera, nota come Pian di Spagna, oggi Riserva Naturale, alcuni piccoli lembi di boschi ripariali (ad esempio la riserva del Bosco dei Bordighi presso Sondrio) e alcuni fossi e canali che tutt’ora intersecano le aree pianeggianti di fondovalle nelle porzioni inferiori di Valtellina e Valchiavenna. GLI AMBIENTI UMIDI DI FONDOVALLE. Le piante acquatiche Nymphaea alba Nymphoides peltata Nuphar luteum (foto G. Donadelli) Utricularia australis GLI AMBIENTI UMIDI DI FONDOVALLE: la flora effimera dei fanghi Limosella aquatica Elatine triandra GLI AMBIENTI UMIDI DI FONDOVALLE: piante che vanno e vengono Trapa natans Leucojum aestivum Typha minima (foto G. Donadelli) GLI AMBIENTI UMIDI DI FONDOVALLE: piante scomparse? Nel 1834 Massara segnalava la presenza di: Butomus umbellatus Marsilea quadrifolia Salvinia natans Sagittaria sagittifolia Queste specie acquatiche risultano oggi scomparse Epipactis palustris Blackstonia perfoliata Pedicularis palustris LE TORBIERE E LE ZONE UMIDE ALPINE Viola palustris "In questa località si trovava forse il più tipico esempio di torbiera alta delle Alpi Orientali lombarde. Dico “si trovava” perché in causa ad una profonda e prolungata estrazione di torba iniziata nel 1919 circa per contribuire per ben 10 anni all'alimentazione della fornace di Bormio, non rimangono che poche vestigia dall'aspetto primitivo". Così Giacomini, in una sua pubblicazione del 1939, lamentava il pessimo stato di conservazione del Paluaccio di Oga. Come nelle aree di fondovalle anche alle quote superiori le zone umide sono state col tempo eliminate o fortemente manomesse, decretando la scomparsa o la rarefazione di molte specie già rare di per sé, in quanto legate ad habitat poco comuni nei nostri climi e dagli equilibri delicatissimi. Andromeda polifolia LE TORBIERE E LE ZONE UMIDE ALPINE Trichophorum alpinum Orchis cruenta Vaccinium microcarpum Paludella squarrosa Drosera rotundifolia GLI AMBIENTI XEROTERMICI DEL BASSO VERSANTE RETICO Esposti pienamente a sud e spesso con substrati rocciosi subaffioranti che accentuano le condizioni di aridità, alcuni tratti del basso versante retico, qualora non messi a coltura, ospitano ancora esempi di vegetazione xerotermofila, costituita, cioè, da specie che esigono e/o tollerano condizioni ambientali caldo aride. Si tratta perlopiù di basse boscaglie, arbusteti e pratelli xerici, dove dominano cespi di graminacee spesso ispide e pungenti, piccole piante succulente e un contingente di altre specie caratteristiche, originarie soprattutto da ambienti mediterranei o substeppici, qui migrate al piede delle Alpi durante periodi climatici più miti e rimaste grazie al microclima favorevole ancora presente. Botriochloa ischaemon Sempervivum arachnoideum LA FLORA TERMOFILA DEL BASSO VERSANTE RETICO Fraxinus ornus Centranthus ruber Cytinus hypocistis Medicago minima Fumana procumbens LA FLORA TERMOFILA DEL BASSO VERSANTE RETICO Orchis papilionacea Orchis tridentata Anacamptis pyramidalis LA FLORA STEPPICA DEL BASSO VERSANTE RETICO Stipa pennata Pulsatilla montana Astragalus cicer GLI AMBIENTI XEROTERMICI NELL’ALTA VALTELLINA Oxytropis pilosa Hyoscyamus niger Cephalanthera rubra IL MICROCLIMA TERMOFILO DELLE FONTI TERMALI DI BORMIO Adiantum capillus-veneris Vinca minor LE COLTURE CEREALICOLE Legousia speculum-veneris Sin dai tempi della loro nascita nell’area mediterranea, le colture dei cereali sono state accompagnate da alcune specie che si sono adattate ai tempi e ai ritmi delle coltivazioni stesse. Con il passaggio dall’agricoltura tradizionale a quella intensiva, con largo impiego di sostanze chimiche, molte di queste specie sono scomparse o si sono molto rarefatte. Anche in Valtellina, nei campi di segale o di lino, dovevano crescere molte di queste piante, come riportavano le flore dell’ ‘800 e del ‘900, ma anche in questa zona si è assistito col tempo alla progressiva scomparsa, o quasi, della maggior parte di esse. Agrostemma githago Centaurea cyanus Consolida regalis LE ALPI OROBIE In posizione transiente tra le Prealpi e le Alpi più interne, la catena orobica mostra da un lato caratteristiche intermedie, con un clima umido tipicamente prealpino ed un ambiente dalle note già tipicamente alpine, ma dall’altro dimostra di avere anche una propria individualità, accentuata dalla presenza di piante strettamente endemiche evolutesi nel tempo. Una struttura geologica solo apparentemente uniforme, la presenza di piccoli ghiacciai residui e la mancanza (tranne eccezioni) di interventi antropici molto pesanti, rendono il versante orobico valtellinese uno degli ambienti più singolari ed interessanti della provincia. Il rif. Mambretti e l’alta Valle di Scais Anemone narcissiflora LE ALPI OROBIE LE SPECIE PREALPINE Bupleurum petraeum Potentilla nitida Corydalis lutea LE ALPI OROBIE Primula integrifolia Dianthus glacialis LE SPECIE ALPINE Pulsatilla vernalis Gentiana alpina (foto R. Marchini) LE “DOLOMITI INTERNE” Gran parte delle montagne dell’alta Valtellina, dalla Val Zebrù nel bormiese alla Val Federia nel livignese, sono modellate su rocce carbonatiche che creano quel caratteristico paesaggio di cime rocciose irregolari ed estesi pendii detritici così tipici delle Dolomiti. Unito alle catene che sconfinano poi nella bassa Engadina (Dolomiti Engadinesi) questo acrocoro di montagne viene definito oggi dagli ecologi del paesaggio come “Dolomiti interne” e rappresenta l’ultimo grande massiccio calcareo delle Alpi Orientali prima che lunghe catene montuose di natura silicea si dirigano poi verso ovest. Le specie calcìfile della provincia si concentrano quasi tutte soltanto qui, ad eccezione di alcune che si rinvengono anche in altre aree della provincia dove affiorano rocce calcaree (ad esempio in Val Malenco, in Valfurva e in Val San Giacomo). I grandi ghiaioni della selvaggia Val Paolaccia Laampi Vallegreti di Livigno Gli della Valle del Gallo CALCIFILE COMUNI E DIFFUSE… Horminum pyrenaicum Dryas octopetala Saxifraga caesia …CALCIFILE UN PO’ PIU’ RARE… Viola calcarata Crepis kerneri Ranunculus parnassifolius Androsace helvetica ….E CALCIFILE RARISSIME Polemonium coeruleum Minuartia biflora Crepis pygmaea Hymenolobus pauciflorus LE RARITA’ VALTELLINESI Rhaponticum scariosum Specie con pochissime località note Pedicularis foliosa LE RARITA’ VALTELLINESI Silene suecica Specie con pochissime località note Sedum Sedumvillosum villosum LE RARITA’ VALTELLINESI Orchis pallens Specie con pochissime località note Potentilla palustris LE RARITA’ VALTELLINESI Specie con pochissime località note Ononis rotundifolia Daphne alpina Willemetia stipitata LE RARITA’ VALTELLINESI Ranunculus hybridus Le specie “monolocalizzate” Campanula thyrsoides LE RARITA’ VALTELLINESI Polygonum alpinum Le specie “monolocalizzate” Coincya cheiranthos LE RARITA’ VALTELLINESI Sesleria ovata Le specie “monolocalizzate” Tragus racemosus Sesleria sphaerocephala Trientalis europaea LE RARITA’ VALTELLINESI Orchis laxiflora Le specie “ritrovate” (l’infaticabile Giancarlo…) Orchis coriophora LE RARITA’ VALTELLINESI Tulipa Tulipaaustralis australis Le specie “ritrovate” Callianthemum coriandrifolium Juncus arcticus Lysimachia nummularia Gentiana utriculosa LE RARITA’ VALTELLINESI Anemone ranunculoides Carex norvegica I nuovi ritrovamenti degli ultimi anni Ranunculus thora Lathyrus venetus LE RARITA’ VALTELLINESI Geranium palustre I nuovi ritrovamenti degli ultimi anni Orchis militaris LE RARITA’ VALTELLINESI Lysimachia nemorum (foto G. Donadelli) Moenchia mantica I nuovi ritrovamenti degli ultimi anni Prunella laciniata LE RARITA’ VALTELLINESI I nuovi ritrovamenti degli ultimi anni (bel colpo Gilberto…) Orchis provincialis Saxifraga bulbifera LE RARITA’ VALTELLINESI Dracocephalum austriacum I nuovi ritrovamenti degli ultimi anni (l’inarrivabile Romedi….) Dracocephalum ruyschiana LE RARITA’ VALTELLINESI Le ultimissime new entry (bravissimo Roberto) Lomatogonium carinthiacum Gentiana prostrata Epipogium aphyllum (foto R. Piazza) ….e l’avventura non può che continuare…. Grazie a tutti per l’attenzione Roberto Ferranti
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