Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 1 di 43 INDICE 1 INTRODUZIONE.......................................................................................... 3 1.1 Obiettivi specifici della presente relazione ........................................................... 3 1.2 I contenuti della Relazione .............................................................................. 7 2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE .............................................................. 8 2.1 Ubicazione intervento ................................................................................... 8 2.2 Aerogeneratori di progetto ............................................................................ 10 2.3 Caratteristiche tecniche dell’intervento ............................................................. 10 2.4 Opere civili .............................................................................................. 11 2.5 Opere impiantistiche ................................................................................... 13 2.6 Durata, smantellamento-demolizioni, interventi di bonifica ...................................... 15 3 INQUADRAMENTO NORMATIVO E VINCOLISTICO .................................... 16 3.1 L’eolico in Basilicata –Pianificazione Energetica .................................................. 16 3.2 Il contributo dell’impianto eolico di progetto ........................................................ 20 3.3 Conformità al PIEAR................................................................................... 21 3.4 Normativa di riferimento territoriale, paesistica e ambientale ................................... 23 3.4.1 Piano strutturale di Potenza ................................................................................. 23 3.4.2 Regolamento Urbanistico di Melfi .......................................................................... 24 3.4.3 Patrimonio floristico e faunistico e aree protette ......................................................... 25 Aree Naturali Protette ............................................................................................. 25 Rete Natura 2000 .................................................................................................. 26 Programma IBA .................................................................................................... 28 3.4.4. Patrimonio culturale, ambientale e paesaggio ........................................................... 28 Il Codice dei Beni culturali ........................................................................................ 28 3.4.5 PAI ............................................................................................................... 30 3.4.6 Vincolo Idrogeologico ......................................................................................... 32 3.4.7 Tutela delle acque ............................................................................................ 32 3.4.8 Normativa di riferimento in materia di rifiuti ............................................................... 33 3.4.9 Vincolo sismico ............................................................................................... 34 3.4.10 Normativa di riferimento per la tutela e la salvaguardia della salute pubblica .................... 35 Inquinamento elettromagnetico .................................................................................... 35 Inquinamento acustico .............................................................................................. 38 Effetto delle Ombre .................................................................................................. 40 Sicurezza del volo a bassa quota ................................................................................. 40 CONCLUSIONI ............................................................................................. 42 TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 1 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 2 di 43 ALLEGATI STMG .......................................................................................... 43 TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 2 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 3 di 43 1 INTRODUZIONE 1.1 Obiettivi specifici della presente relazione Oggetto del presente studio è la proposta di variante al progetto dell’ impianto eolico costituito da 7 aerogeneratori nel comune nel comune di Melfi in località Torre della Cisterna(PZ), con proponente Torre Della Cisterna SRL, con sede in via della Chimica,61 a Potenza. La variante di progetto proposta consiste nello spostamento degli aerogeneratori denominati A4-A5 ed A9 dalle posizioni autorizzate a nuove posizioni prossime agli aerogeneratori A2-A8-A13 ed A14 che invece resteranno nelle medesime posizioni autorizzate con Decreto di giunta regionale n.635/2013. Oltre a tale spostamento (dei soli tre aerogeneratori A4-A5 ed A9) si prevede anche la riduzione dimensionale di tutti gli aerogeneratori considerando torri del tipo Vestas V117 con altezza al mozzo pari a 116.5m, invece delle torri Vestas V126 con altezza al mozzo pari a117 m. L’impianto originario in oggetto è lo stralcio del progetto di 24 aerogeneratori autorizzati con D.D. N.1622/2012 e D.D. n.635/2013 costituito da 7 aerogeneratori Su totale di 24 aerogeneratori proposti inizialmente dalla società Breathe Energie in Movimento srl, le 17 torri erano già state autorizzate con DGR. n.1622 del 27 novembre 2012, con la successiva determina 635/2013 sono state autorizzate le ulteriori 7 aerogeneratori denominati A2,A4,A5,A8,A9,A13 ed A14 che sono oggetto del presente progetto stralcio. Si precisa che tutti gli aerogeneratori sono stati autorizzati di potenza singola pari a 3.3Mw e dimensioni massime degli aerogeneratori pari a 126 m di diametro e 117 m di altezza al mozzo. L’impianto in virtù dell’ autorizzazione DGR n.1622/2012, e della successiva aggiudicazione per 51MW dell’asta relativa al riconoscimento dell’incentivo viene di fatto progettato come due lotti funzionali indipendenti per aerogeneratori di 3,3MW, di cui uno costituito da 17 aerogeneratori che resta in capo alla società Breathe, e l’altro costituito da 7 aerogeneratori, oggetto della richiesta di voltura alla società Torre della Cisterna srl. Per il campo eolico di Melfi (PZ) la società Breathe ha effettuato regolare richiesta di connessione a Terna S.p.A. (rif. STMG 090003338) ottenendo il benestare tecnico per la soluzione tecnica richiesta in data 25/03/2013. La stessa società in data 29/04/2013 ha richiesto lo spacchettamento della connessione e ha ottenuto in data 13/05/2013 la suddivisione della connessione in due pacchetti : - STMD-0900338 da 51 MW (per impianto autorizzato da Regione Basilicata con Delibera n.1622/2012 costituito da 17 aerogeneratori); - STMG 201300115 da 31,5 MW (per 7 aerogeneratori autorizzati con Dgr.n.635/2013 ora in capo alla società Torre Della Cisterna Srl),; In particolare per il progetto in esame si fa riferimento al pacchetto relativo a 31,5 MW, e relativa STMG (allegato alla relazione). In particolare i lotti funzionali saranno cosi definiti : • Lotto 1 in capo alla società Breathe Energia in movimento : costituito da 17 aerogeneratori A1-A3A6-A7-A10-A11-A12- A15-A16-A17-A18-A19-A20-A21-A22-A23-A24; TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 3 Relazione tecnica • Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 4 di 43 Lotto 2 :in capo alla società Torre della Cisterna costituito da i restanti 7 aerogeneratori A2-A8-A5A4-A9-A13-A14; Come indicato nella STMG inviata da Terna in data 13/05/2013 (Allegata alla presente relazione), si ribadisce che gli impianti dovranno condividere lo stesso stallo:”Collegamento in antenna 150 kV con la sezione a 150 kV della futura stazione elettrica RTN a 380/150 kV che sarà collegata in entra-esce sulla linea RTn a 380 kV “Matera-Santa Sofia”. In funzione di quanto appena esposto per il collegamento dell’impianto di Torre della Cisterna a alla SSE , la proponente utilizzerà lo stesso scavo per il tratto di collegamento del cavidotto alla SSE oltre allo stesso stallo. L’ alternativa di progetto è stata sviluppata basandosi sui seguenti principi: 1. Utilizzo per gli aerogeneratori di tecnologia più moderna ed efficienza maggiore 2. Riduzione dell’estensione areale sostanziale dell’effetto selva che potrebbe crearsi nella zona del progetto originario 3. Riduzione e razionalizzazione delle infrastrutture 4. Scelte progettuali che determinino minori interferenze con i vincoli di legge Il progetto originario come evidente dall’immagine a seguire si inserisce in un contesto dove è evidente la presenza di altre iniziative. Figura 1: Schema con indicazione degli impianti in iter, esistenti e del progetto originario di Torre della Cisterna(in grigio). TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 4 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 5 di 43 La proposta di delocalizzazione degli aerogeneratori denominati A4-A5 ed A9 è prevista quindi in modo tale da avere un layout contiguo e non frammentato e impegnando aree attualmente libere da altre iniziative. Figura 2: Schema della proposta di Variante con nuova posizione delle torri A4-A5-A9. Nel complesso si hanno quindi alcuni indubbi vantaggi e miglioramenti dal punto di vista ambientale correlate a: - Minore frammentazione dell’impianto e quindi contiguità tra le opere concepite secondo al proposta alternativa come unica fila comunque sulla stessa macroarea; - Riduzione aree impegnate dal progetto di variante rispetto al progetto originario(cfr.fig3); - Riduzione della dimensione degli aerogeneratori; - Migliore esposizione anemologica e quindi miglioramento complessivo della producibilità con conseguente riduzione dell’emissione di sostanze inquinanti in atmosfera; - Miglioramento complessivo delle opere di connessione meno frammentate e predisposte in maniera continua; TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 5 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 6 di 43 Figura 3:Aree impegnate dal progetto originario e dal progetto di Variante. Anche per questa resta inalterato il punto di connessione, si prevede infatti che l’impianto venga connesso in antenna alla sezione 150kv della futura Stazione Elettrica 380/150 kV da realizzarsi in Melfi sulla Linea “Matera-Santa Sofia”, in ottemperanza alla Soluzione rilasciata dalla Terna spa. Per il collegamento dei singoli aerogeneratori alla SE si prevede la realizzazione di un cavidotto interrato realizzato in prevalenza su strade esistenti che evita totalmente qualsiasi interferenza con vincoli di legge, a meno dell’interferenza con l’acqua pubblica n. 465 (Vallone Ricocco o Piani della Giostra) (tutelata ai sensi dell’art.142del D.lgs.n.42/04). Si precisa fin da ora che il cavidotto in corrispondenza dell’interferenza in parallelo con tale acqua sarà realizzato tutto su strada esistente e che in corrispondenza dell’interferenza si prevede lo staffaggio al ponte esistente o alternativamente scavo su strada (come meglio specificato nei paragrafi successivi cfr.3.4.4), pertanto non si ha mai un’interferenza diretta con il bene tutelato . TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 6 Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina Relazione tecnica 1.2 GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 7 di 43 I contenuti della Relazione La presente relazione illustra le modifiche apportate al progetto originario costituito da 7 aerogeneratori prevedendo una rimodulazione delle posizioni di soli 3 aerogeneratori denominati A4-A5 ed A9 e una riduzione dimensionale degli aerogeneratori da Vestas V126 a Vestas V117. Tabella : Coordinate aerogeneratori in sistema Gauss Boaga 2 84 X (est) Y (nord) Tipo Torre Potenza (MW) Altezza al mozzo (m) A2 2570606 4542673 Vestas V117 3.3 116.5 A8 2570935 4542486 Vestas V117 3.3 116.5 A13 2571370 4541868 Vestas V117 3.3 116.5 A14 2571651 4541505 Vestas V117 3.3 116.5 A4 2571297 4540333 Vestas V117 3.3 116.5 A5 2570542 4540119 Vestas V117 3.3 116.5 A9 2570231 4539640 Vestas V117 3.3 116.5 Attestata la presenza di altre iniziative imprenditoriali nelle stesse zone del progetto originario e la frammentazione dell’ impianto eolico originario, si propone un nuovo layout che va dall’area precedentemente occupata (contrada Spartone-Torre della Cisterna) dagli aerogeneratori A4-A5 ed A9, all’area denominata la Bicocca a prosecuzione dell’area impegnata dagli aerogeneratori A2-A8-A13-A14. Gli aerogeneratori saranno disposti su un areale complessivo ridotto e con notevoli miglioramenti in termini dell’effetto selva rispetto agli impianti autorizzati ed esistenti presenti nelle medesime aree,comunque rispettano le distanze previste dal PIEAR. Nello studio vengono motivate le scelte relative agli spostamenti degli aerogeneratori sul sito di installazione e vengono descritte le opere contemplate nella presente soluzione progettuale, riportando una sintesi degli studi progettuali, le caratteristiche fisiche e tecniche degli interventi e la descrizione della fase di realizzazione e di esercizio dell’impianto. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 7 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 8 di 43 2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE 2.1 Ubicazione intervento Le area scelta per la proposta dell’alternativa di progetto è ubicata nel territorio di Melfi in località “Torre della Cisterna”, in area collinare con quote che variano da 278 mt. a 592 mt. La stazione di consegna di futura realizzazione sarà invece posizionata in area pianeggiante in località Camarda in agro al comune di Melfi(PZ). I fogli catastali in cui ricade l’intervento sono: Fg.15,16,17,22,23,24,29,30,37,38,58,71,48,49,50,59,60. La distanza minima dal centro abitato degli aerogeneratori previsti in questa soluzione progettuale è a oltre 4 km (il riferimento è il Castello di Melfi). Località “Camarda ” Area Stazione di Consegna Area d’impianto progetto originario Area d’impianto proposta alternativa Figura 4: Indicazione aree interessate dal progetto originario e dalla proposta di Variante . L’area d’intervento si presenta con morfologia che va da pianeggiante, presso l’area di ubicazione della stazione di consegna a collinare, presso i punti in cui vengono allocati gli aerogeneratori. Gli aerogeneratori saranno dunque posizionati assecondando il profilo altimetrico collinare, evitando aree delicate da un punto di vista vincolistico e ambientale. La principale viabilità sul territorio e in particolare sull’area d’impianto è costituita da strade provinciali, strade comunali, interpoderali e strade sterrate che si diramano sul territorio e che dalle aree d’impianto vanno a confluire nelle principali arterie regionali rappresentate dalla SS 655, SS 658 e SP111, SP9, SP48 che fungono da nodi di collegamento tra i vari centri urbani lucani e tra essi e i centri del delle province pugliesi e campane con cui il territorio confina. La realtà esterna al centro urbano in cui si inserisce il progetto si limita a poche case sparse e a qualche masseria, molte delle quali solo saltuariamente abitate. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 8 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 9 di 43 Sono inoltre presenti sull’area particolari agglomerati urbani ormai abbandonati o completamente disabitate e in stato di abbandono o in parte solo saltuariamente abitate, rinvenibili lungo il tracciato delle strade sterrate che si dipartono dalla rete viaria principale portandosi verso i poderi. Dal punto di vista vegetazionale, salvo qualche formazione boschiva in corrispondenza dei toppi collinari sono presenti seminativi con prevalenza di colture cerealicole. Figura 5: Area Impianto torri A2-A8-A13-A14 Figura 6: Area Impianto torri A4-A5-A9 Figura 7: Area SSE. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 9 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 10 di 43 Le turbine di progetto sono state disposte ed orientate in modo da rispettare le prescrizioni indicate dal PIEAR (cfr.el.a.16.b.2.1). La distanza minima tra aerogeneratori sia pari almeno a 3 diametri di rotore; La distanza minima tra le file sia pari almeno a 6 diametri di rotore(in tal caso l’impianto sarà costituito da un'unica fila). Si osserva che gli spostamenti sono effettuati all’interno della macro area interessata che inglobava l’impianto e il punto di connessione dell’intervento originario. Per effetto degli spostamenti effettuati anche il tracciato del cavidotto subirà delle modifiche nel tracciato che seguirà comunque in prevalenza strade esistenti e che si ritengono comunque migliorative in quanto abbreviano il tracciato rispetto al punto di consegna. 2.2 Aerogeneratori di progetto L’aerogeneratore è una macchina rotante che trasforma l’energia cinetica del vento in energia elettrica ed è essenzialmente costituito da una torre, dalla navicella e dal rotore. Nel dettaglio, le pale sono fissate su un mozzo, e nell’insieme costituiscono il rotore; il mozzo, a sua volta, collegato al moltiplicatore di giri e successivamente al rotore del generatore elettrico. Tutti i componenti sopra menzionati, ad eccezione, del rotore e del mozzo, sono ubicati entro una cabina, detta navicella la quale, a sua volta, è sistemata su un supporto-cuscinetto, in maniera da essere facilmente orientata secondo la direzione del vento. Oltre ai componenti su elencati, vi è un sistema di controllo che esegue, il controllo della potenza ruotando le pale intorno al loro asse principale, il controllo dell’orientamento della navicella, detto controllo dell’imbardata, che serve ad allineare la macchina rispetto alla direzione del vento. Il rotore è tripala a passo variabile in resina epossidica rinforzata con fibra di vetro posto sopravvento al sostegno, con mozzo rigido in acciaio. Si sottolinea che le indicazioni tecniche dell’aerogeneratore descritto sono quelle relative alla tipologia di aerogeneratore di massima dimensione che la proponente intende adottare. Si precisa che l’aerogeneratore proposto presenta un’altezza complessiva pari a 175 m. nell’elaborato A17.13.5 sono riportate tutte le caratteristiche dell’aerogeneratore V117 della Vestas. 2.3 Caratteristiche tecniche dell’intervento La soluzione di progetto pertanto prevede la realizzazione in agro al comune di Melfi di 7 aerogeneratori per una potenza complessiva di 23.1 MW (aerogeneratori da 3,3 MW) e delle relative opere accessorie civili ed impiantistiche compresa una stazione elettrica di consegna nel Comune di Melfi (PZ) in località “Camarda ”. In sintesi, la soluzione progettuale contempla le seguenti opere: - Installazione di 7 aerogeneratori; - Realizzazione di 7 piazzole per il montaggio degli aerogeneratori; - Opere di fondazione relative agli aerogeneratori; In particolare sono poi previste le seguenti opere connesse agli impianti: Realizzazione di nuove piste di accesso ; TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 10 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina - Adeguamento di viabilità esistente; - Realizzazione di cavidotto in interrato per il collegamento delle turbine alla SSE; - Realizzazione della stazione elettrica di utenza per la trasformazione AT/MT. GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 11 di 43 Per il collegamento dei singoli aerogeneratori alla SE si prevede la realizzazione di un cavidotto interrato realizzato in prevalenza su strade esistenti. Per l’accesso al sito si prevede l’utilizzo della viabilità esistente (strade comunali, provinciali e statali ) e la realizzazione di nuovi tratti stradali di progetto per il raggiungimento dei singoli aerogeneratori. 2.4 Opere civili Fondazioni Aerogeneratore Le fondazioni degli aerogeneratori sono previste del tipo plinto diretto, non escludendo la possibilità di ricorrere a fondazioni del tipo indiretto su pali laddove non si riscontrassero caratteristiche del terreno sufficientemente buone. La realizzazione sarà effettuata in calcestruzzo armato di caratteristiche Rck 300 e con ferri di tipo Feb 44k. Ripristino area scavo plinto Figura 8: Rinterro e riprofilatura area plinto. Piazzola Per consentire il montaggio dell’ aerogeneratore sarà necessario adattare la piazzola alle specifich esisgenze di sito come indicato negli elaborati grafici al progetto. La realizzazione della piazzola avverrà secondo le seguenti fasi: 1. asportazione di un primo strato di terreno vegetale; 2. eventuale asportazione dello strato inferiore di terreno fino al raggiungimento della quota del piano di posa della massicciata stradale; 3. compattazione del piano di posa della massicciata; 4. realizzazione dello strato di fondazione o massicciata di tipo stradale, costituito da misto granulare di pezzatura compresa tra i 4 cm e i 30 cm, che dovrà essere messo in opera in modo tale da ottenere a costipamento avvenuto uno spessore di circa 50-60 cm. A montaggio ultimato, l’area attorno alla macchina (piazzola aerogeneratore) sarà mantenuta piana e sgombra da piantumazioni, prevedendo il solo riporto di terreno vegetale per manto erboso, allo scopo di consentire di effettuare le operazioni di controllo e/o manutenzione. L’area eccedente sarà invece in parte ripristinata prevedendo se necessario il riporto di terreno e la semina di specie erbacee. In analogia con quanto avviene all’estero non sarà realizzata nessuna opera di recinzione delle piazzole di TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 11 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 12 di 43 macchina, né dell’area d’impianto. Ciò è possibile poiché gli accessi alla torre dell’ aerogeneratore e alla cabina di consegna sono adeguatamente protetti contro eventuali intromissioni di personale non addetto. Figura 9: due foto tipo di una stessa piazzola vista in fase di cantiere e di esercizio: a lavori ultimati la piazzola d’esercizio verrà ristretta all’area strettamente necessaria alla gestione dell’impianto; l’area in eccesso verrà rinaturalizzata con riporto di materiale vegetale e riprofilatura del terreno con le aree limitrofe Strade d’accesso e viabilità di servizio L’accesso è particolarmente agevole perché le postazioni di tutte le turbine sono quasi direttamente raggiungibili dalle strade pubbliche, in particolare dalla strada S.P. 330. L’intervento prevede la massima utilizzazione della viabilità locale esistente, quella da realizzare consiste in una limitata serie di stradine e di piazzole in misura strettamente necessaria al fine di raggiungere agevolmente tutti i siti in cui verranno sistemati gli aerogeneratori. Dette stradine, la cui larghezza sarà di 5 m, saranno in futuro utilizzate per la manutenzione degli aerogeneratori e verranno realizzate seguendo l’andamento topo-orografico esistente del sito, cercando di ridurre al minimo eventuali movimenti di terra, utilizzando come sottofondo materiale calcareo e rifinendole con doppio strato di pietrisco. I corpi stradali ex-novo saranno realizzati posando una fondazione in misto cava (granulometria max. 60mm) dello spessore di 40-60 cm a cui verrà sovrapposto uno ulteriore strato superficiale di spessore di 10 cm di misto granulometrico stabilizzato (granulometria max. 30mm) e compattato fino a raggiungere in ogni punto un valore della densità non minore del 95% di quella massima della prova AASHO modificata ed un valore del modulo di deformazione non minore di 400 Kg/mq.Il corpo stradale verrà rinforzato interponendo, tra il terreno e quello successivo di fondazione, uno speciale geotessuto ad alta resistenza in grado di separare i due strati a diversa litologia, mantenendo invariate nel tempo le caratteristiche geomeccaniche del rilevato. Il geotessuto avrà porometria compresa fra 90 e 200 micron. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 12 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 13 di 43 Figura 10: esempio di viabilità - i tracciati verranno realizzati assecondando l’andamento morfologico dei luoghi, la finitura delle strade verrà realizzata con materiale drenante, le sistemazioni delle scarpate stradali verranno effettuate secondo l’angolo d’attrito del terreno (ove necessario si prevedranno sistemazioni con interventi di ingegneria naturalistica); ove necessario si prevedranno opportuni sistemi di raccolta delle acque meteoriche per il convoglio verso compluvi naturali. Opere provvisionali Le opere provvisionali riguardano sia la predisposizione delle aree da utilizzare durante la fase di cantiere come le piazzole per i montaggi delle torri e degli aerogeneratori ed il conseguente carico e trasporto del materiale di risulta, sia l’adeguamento e/o la realizzazione di nuova viabilità per giungere alle posizioni di installazione delle torri. Tali opere sono di natura provvisoria ossia limitate alla sola fase di cantiere. Questa fase sarà caratterizzata dalla realizzazione di: -piazzole a servizio del montaggio di ciascuna torre; -adeguamento della viabilità esistente (raccordi sugli incroci, allargamento della sede stradale, etc.) Montate le torri e installate su ciascuna delle loro sommità la navicella con il rotore e le pale, si procederà a smantellare i collegamenti ed i piazzali di servizio (opere provvisionali) in quanto temporanei e strumentali all’esecuzione delle opere, ripristinando così lo status quo ante. Altri manufatti Lungo il tracciato del cavidotto e delle nuove strade sterrate particolare cura sarà riservata alle scarpate, ai fini della migliore regimazione delle acque, e del miglior ripristino ambientale. Tali interventi consisteranno, in genere, nella realizzazione di opere di sostegno e lungo i corsi d'acqua opere di protezione spondale. Le opere saranno progettate tenendo conto delle esigenze degli Enti preposti alla salvaguardia del territorio. 2.5 Opere impiantistiche Cabine di macchina ed apparecchiature La cabina elettrica posta alla base dell'aerogeneratore è all'interno della torre dell’aerogeneratore. La dimensione della stessa è pari esternamente al diametro della torre dell’aerogeneratore, evitando perciò superfici coperte esterne . La Cabina di Macchina presenta il quadro di controllo dell'aerogeneratore, che fa parte della fornitura dell'aerogeneratore, il quadro Servizi ed Ausiliari di Bassa Tensione, il trasformatore BT/MT ed infine il quadro elettrico di Media Tensione. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 13 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 14 di 43 Il trasformatore, nel rispetto delle norme relative agli impianti di MT, è separato dal vano quadri da una robusta rete metallica intelaiata ed accessibile mediante porta esterna separata. Sono pure presenti, tra gli allestimenti elettrici, un impianto interno di illuminazione, un impianto equipotenziale ed un impianto di ventilazione forzata finalizzato al raffreddamento del trasformatore. Impianto di terra aerogeneratori L'impianto di messa a terra di ciascuna postazione di macchina è rappresentato da una sistema magliato in conduttori di rame nudo, collegati all’armature metallica del plinto di fondazione in cemento armato dell'aerogeneratore, e alla struttura metallica della torre. Il sistema di conduttori può in alcuni casi essere collegato con il sistema di messa a terra del cavidotto di media tensione. Il dispersore realizzato sarà in parte interrato ed in parte inglobato in calcestruzzo della fondazione. Cavidotto in media tensione L'energia elettrica prodotta dall’aerogeneratore e poi trasformata in media tensione all'interno di ciascuna cabina di macchina e verrà convogliata alla cabina di smistamento dell’impianto mediante cavi in media tensione interrati e da qui proseguirà verso la stazione di utenza. Il tracciato del cavidotto seguirà strettamente la viabilità esistente e di progetto, al fine di minimizzare l’occupazione del suolo. Il cavidotto viene dimensionato nel rispetto della norma CEI 11-17 e seguirà tipologie di posa diverse, a seconda della destinazione. Esso sarà costituito da cavi unipolari direttamente interrati, aventi come protezione meccanica un apposito tegolino, il quale dovrà essere in grado di sopportare, in relazione alla profondità di posa, le sollecitazioni derivanti dai carichi statici, dal traffico veicolari o da attrezzi manuali di scavo. La posa verrà eseguita ad una profondità di 1.20 m in uno scavo di profondità 1.30-1.50 m e larghezza alla base variabile in base al numero di conduttori presenti. La sequenza di posa dei vari materiali, partendo dal fondo dello scavo, sarà la seguente: • Strato di sabbia di 10 cm; • Cavi posati ad elica visibile di sezione 95 ÷ 400mm2 direttamente sullo strato di sabbia; • Posa tegolino di protezione; • Strato di sabbia di 30 cm; • Posa dei tubi in PEHD del diametro di 50 mm per inserimento di una linea in cavo di telecomunicazione; • Strato di sabbia di 20 cm; • Riempimento con il materiale di risulta dello scavo di 10 cm; • Nastro segnalatore; • Riempimento finale con il materiale di risulta dello scavo e ripristino del manto stradale ove necessario. Lungo tutto lo scavo dei collegamenti tra turbine e cabina di consegna sarà posata una corda in rame nudo 2 di sezione 50 mm per la messa a terra dell’ impianto. Tipologia di cavi Per la scelta del tipo di cavo si considera che il sistema elettrico sia di categoria B considerando il funzionamento con una fase a terra. Il cavo deve avere le seguenti caratteristiche: TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 14 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 15 di 43 • Tensione massima 36 kV; • Durata massima per ogni singolo caso di funzionamento con fase a terra fino a 8 ore; • Tensione di isolamento con schermo 18 kV. I cavi utilizzati sono del tipo RG7H1RX (ARG7H1RX) o RE4H1RX (ARE4H1RX) 18/36 kV e sono conformi alla norma CEI 20-13. Essi sono costituiti da un conduttore a corda rotonda compatta di rame rosso, semiconduttore interno in materiale elastomerico estruso, isolante ottenuto con mescola a base di gomma EPR (o polietilene reticolato) ad alto modulo, semiconduttore esterno in materiale elastometrico estruso pelabile a freddo, schermatura a nastri o piattine di rame rosso e guaina in PVC. I cavi MT sopra descritti, hanno una temperatura massima di funzionamento in condizioni ordinarie di 90°C ,ed una temperatura massima ammissibile in corto circuito di 250°C. Per una buona affidabilità del completo sistema è opportuno che i cavi siano corredati di adeguate terminazioni e giunzioni. Stazione Elettrica Utente 150/30kV La soluzione alternativa di progetto prevede la realizzazione della stazione di utenza non più separata o comunque condivisa con società proponenti di progetti ancora in itinere, ma la condivisione dello stallo con società che hanno già autorizzato la propria stazione di utenza. E' prevista la realizzazione di una stazione di trasformazione 150/30 kV, che raccolga l'energia elettrica prodotta dal parco eolico alla tensione di 30 kV per immetterla con collegamento in antenna, nella sezione a 150 kV della stazione elettrica a 150-380 kV di Terna S.p.A. collegata in entra esce sulla linea a 380 kV "Matera - S. Sofia" di Terna SpA. La tipologia dell’opera è del tutto simile a quella prevista e descritta nel progetto originario. 2.6 Durata, smantellamento-demolizioni, interventi di bonifica La durata di un impianto eolico è stimata mediamente pari a 29 anni ed in funzione dei parametri di sussistenza dei requisiti che ne hanno motivato la realizzazione. I parametri di sopravvivenza tecnica, sono tenuti sotto controllo attraverso operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria, le quali garantiscono che la produzione di energia elettrica avvenga in condizioni di sicurezza. Al fine di fornire le adeguate garanzie della reale fase di dismissione dell’impianto eolico, il progetto soddisfa i seguenti criteri: - verrà attivata una fideiussione bancaria necessaria per coprire gli oneri di ripristino del suolo nelle condizioni naturali, che sarà allegata agli schemi di Convenzione tra il Soggetto Proponente (Gestore) ed il Comune territorialmente competente. Tale polizza fideiussoria è stabilita in funzione alla normativa regionale vigente rispetto all’importo del valore delle opere da realizzare per l’esecuzione del progetto; - la struttura di fondazione in calcestruzzo verrà annegata sotto il profilo del suolo per almeno 1,5 m; - verranno rimosse le linee elettriche e conferite agli impianti di recupero e trattamento secondo la normativa vigente; - verranno effettuate tutte le comunicazioni, a tutti gli Assessorati regionali interessati, circa la dismissione e/o sostituzione di ciascun aerogeneratore. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 15 Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina Relazione tecnica GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 16 di 43 3 INQUADRAMENTO NORMATIVO E VINCOLISTICO Nel presente capitolo si valuta la conformità del progetto alla normativa vigente a carattere regionale, nazionale ed europea. 3.1 L’eolico in Basilicata –Pianificazione Energetica Il settore eolico ha iniziato a svilupparsi in Basilicata a partire dal 2001 con l’entrata in esercizio dei primi impianti realizzati tramite il provvedimento CIP 6/92. Sulla base dei dati 2005, sul territorio lucano sono installati 7 impianti eolici per una potenza di 76 MW e una produzione di circa 148 GWh. A questi impianti se ne sono aggiunti altri tanto che nel 2008 la potenza installata complessiva ha raggiunto i 198 MW circa. Nella tabella a seguire si riporta il dettaglio degli impianti in esercizio al 2008. Tabella : Impianti eolici in esercizio nel 2008 (elaborazione Regione Basilicata su dati GSE e Terna) Comune Provincia Aerogeneratori Potenza Installata (MW) Avigliano PZ 20 13,20 Brindisi di Montagna PZ 30 60,00 Campomaggiore PZ 7 10,50 Colobraro MT 3 2,55 Corleto Perticara PZ 11 9,35 Forenza PZ 36 23,76 Gorgoglione MT 5 3,25 Maschito PZ 8 + 28 15,84 Montemurro PZ 36 29,08 Rotondella MT 12 18,00 Vaglio Basilicata PZ 20 12,30 204 197,83 TOTALE Le previsioni del PIEAR – produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili Il PIEAR prevede per l’energia elettrica, come si è visto, un incremento di produzione che verrà conseguito ricorrendo esclusivamente alle fonti rinnovabili, e che avrà luogo in due distinte fasi: • nella prima, che si concluderà nel 2015, la produzione netta raggiungerà il 40% dell’incremento necessario a coprire il fabbisogno al 2020; • nella seconda, che si protrarrà fino al 2020, la produzione netta arriverà a coprire l’intero fabbisogno relativo al medesimo anno, eliminando quindi l’attuale dipendenza della Basilicata dalle altre regioni in merito all’approvvigionamento di energia elettrica. Tale proposito garantisce il conseguimento dell’obiettivo dell’UE di soddisfare, entro il 2020, almeno il 20% del fabbisogno energetico complessivo ricorrendo esclusivamente alle fonti rinnovabili. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 16 Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina Relazione tecnica GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 17 di 43 MW GWh ktep % Note 573,0 1.537,8 132,3 - 1 / Non rinnovabili 291,0 1.048,6 90,2 68,2 1 / Rinnovabili 282,0 489,2 42,1 31,8 1 Fabbisogno e.e. - 3.162,7 272,0 - 1 Saldo e.e. - -1.624,9 -139,7 -51,4 - Fabbisogno energetico - 13.351,2 1.148,2 - - Anno 2007 Produzione netta energia elettrica (e.e.) Anno 2020 - Scenario S1: nessun intervento spontaneo + nessun intervento PIEAR Risparmio energetico Produzione netta e.e. (= prod. netta e.e. 2007) - 0,0 0,0 0,0 - 573,0 1.537,8 132,3 - - Fabbisogno e.e. - 4.143,8 356,4 - - Saldo e.e. - -2.606,0 -224,1 -62,9 - Fabbisogno energetico - 15.838,7 1.362,1 - - Anno 2020 - Scenario S2: interventi spontanei + interventi PIEAR Risparmio energetico / E.E. / Altre fonti Produzione netta e.e. / Non rinnovabili (= non rinn. 2007) / Rinnovabili / Rinnovabili 2007 / Incremento rinnovabili 2008-20 (= |saldo e.e. S1| - risp. e.e. S2) - 3.167,7 272,4 20,0 - - 316,8 27,2 2,0 2 - 2.851,0 245,2 18,0 - 2.011,3 3.827,0 329,1 - - 291,0 1.048,6 90,2 27,4 3 1.720,3 2.778,4 238,9 72,6 - 282,0 489,2 42,1 17,6 - 1.438,3 2.289,2 196,9 82,4 - Fabbisogno e.e. (= fabb. e.e. S1 - risp. e.e. S2) - 3.827,0 329,1 - - Saldo e.e. - 0,0 0,0 0,0 - Fabbisogno energetico (= fabb. energ. S1 - risp. energ. S2) - 12.671,0 1.089,7 - - Rinnovabili / fabbisogno energetico - - - 21,9 - Rinnovabili / fabbisogno energetico - obiettivo UE - - - 20,0 - 1. Fonte dati a consuntivo 2007 su fabbisogno e produzione di e.e.:Terna. 2. Stima effettuata facendo riferimento allo studio “Scenari energetici nazionali al 2020” di ENEA – CESI ricerca. 3. Si assume che la produzione netta di energia elettrica da fonti non rinnovabili nel periodo 2008-2020 rimanga invariata rispetto a quella del 2007. Tabella: Verifica del raggiungimento dell’obiettivo dell’UE al 2020 di soddisfare almeno il 20% del fabbisogno energetico con le sole fonti rinnovabili (fonte: Regione Basilicata) Si osservi che i dati riportati nel presente paragrafo non tengono conto dell’autoproduzione di energia elettrica, delle iniziative della SEL e della produzione degli impianti sperimentali del Distretto energetico. L’insieme di queste voci non conteggiate corrisponde ad un’ulteriore aliquota di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, stimabile intorno ai 250 MW di potenza installata entro il 2020. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 17 Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina Relazione tecnica GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 18 di 43 La produzione di energia elettrica in Basilicata nel 2007 3.500 3.000 GWh 2.500 Fonti rinnovabili 2.000 Fonti non rinnovabili 3.163 1.500 Fabbisogno 489 1.000 500 1.049 0 Produzione netta Fabbisogno Deficit = 1.625 GWh (51%) Tabella :La produzione di energia elettrica in Basilicata nel 2007 (fonte: Terna) Nuova produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili PIEAR 2.500 Produzione netta (GWh) 2.000 1.374 1.500 Incremento 2016-2020 Incremento 2008-2015 1.000 500 916 916 Anno 2015 Anno 2020 0 Tabella : La nuova produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili prevista dal PIEAR (fonte: Regione Basilicata) TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 18 Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina Relazione tecnica GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 19 di 43 La produzione di energia elettrica in Basilicata: situazione al 2007 e previsioni al 2015 e al 2020 4.500 4.000 3.500 1.374 GWh 3.000 2.500 2.000 916 916 3.163 1.500 3.827 3.449 489 489 489 1.049 1.049 1.049 1.000 500 0 Prod. netta 2007 Fabbisogno 2007 Prod. netta 2015 Fabbisogno 2015 Prod. netta 2020 Fabbisogno 2020 Deficit: 2007 = 51% 2015 = 29% 2020 = 0% Fabbisogno Fonti non rinnovabili 2007 Incremento fonti rinnovabili 2008-2015 Incremento fonti rinnovabili 2016-2020 Fonti rinnovabili 2007 Tabella: Confronto tra la produzione di energia elettrica del 2007 e quelle previste dal Piano per il 2015 e il 2020 (fonti: Terna per dati a consuntivo, Regione Basilicata, per dati previsionali) La produzione energetica da fonti rinnovabili in Basilicata: situazione al 2007 e previsioni al 2015 e al 2020 1.400 1.200 1.148 1.119 1.090 ktep 1.000 800 600 400 239 200 121 42 0 Anno 2007 Anno 2015 Anno 2020 Rinnovabili / fabbisogno: 2007 = 3,7% 2015 = 10,8% 2020 = 21,9% > obiettivo UE Fabbisogno Produzione netta fonti rinnovabili Tabella: Confronto tra il fabbisogno energetico e la produzione energetica da fonti rinnovabili in Basilicata: situazione al 2007 e previsioni al 2015 e al 2020 (fonti: Terna per dati a consuntivo, Regione Basilicata per dati previsionali). TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 19 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 20 di 43 3.2 Il contributo dell’impianto eolico di progetto La realizzazione dell’impianto eolico di progetto è in linea con gli obiettivi della programmazione energetica ambientale internazionale, nazionale, regionale che prevede l’incentivo all’uso razionale delle fonti energetiche rinnovabili. In particolare, nella scelta dell’area d’impianto e nella delocalizzazione delle opere prevista con il presente studio si è tenuto in debito conto delle prescrizioni riportate al capitolo 1 dell’Allegato A del PIEAR. Inoltre, la realizzazione dell’impianto eolico di progetto rispecchia gli obiettivi del PIEAR che promuove, tra le altre cose, l’incentivo alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, favorendo la riduzione delle emissioni in atmosfera, in particolar modo di CO2. A seguire si riporta un calcolo indicativo delle emissioni evitate in atmosfera conseguenti alla realizzazione dell’impianto di progetto. Il previsto impianto potrà realisticamente immettere in rete energia pari a circa 69078 MWh/anno. Una tale quantità di energia, prodotta con un processo pulito, sostituirà un’equivalente quantità di energia altrimenti prodotta attraverso centrali termiche tradizionali, con conseguente emissione in atmosfera di sensibili quantità di inquinanti. In particolare, facendo riferimento al parco impianti Enel ed alle emissioni specifiche nette medie associate alla produzione termoelettrica nell’anno 2000, pari a 702 g/kWh di CO2, a 2.5 g/kWh di SO2, a 0.9 g/kWh di NO2, ed a 0.1 g/kWh di polveri, le mancate emissioni ammontano, su base annua, a: • 48493 t/anno di anidride carbonica, il più diffuso gas ad effetto serra; • 173 t/anno di anidride solforosa; • 62t/anno di ossidi di azoto, composti direttamente coinvolti nella formazione delle piogge acide. • 7 t/anno di polveri, sostanze coinvolte nella comparsa di sintomatologie allergiche nella popolazione; Considerando una vita economica dell’impianto pari a circa 20 anni, complessivamente si potranno stimare, in termini di emissioni evitate: • 969865 t/anno di anidride carbonica, il più diffuso gas ad effetto serra; • 3454 t/anno di anidride solforosa; • 1243 t/anno di ossidi di azoto, composti direttamente coinvolti nella formazione delle piogge acide. • 138 t/anno di polveri, sostanze coinvolte nella comparsa di sintomatologie allergiche nella popolazione; Considerando 1tep=11,628Mwh, si prevede il risparmio di 5941TEP/anno con un incremento di oltre il 20% rispetto a quanto previsto con il progetto originario. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 20 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 21 di 43 3.3 Conformità al PIEAR Con riferimento puntuale al piano di indirizzo energetico ambientale regionale (PIEAR) approvato con Legge Regionale n.1 del 19 gennaio 2010. è stata analizzata la rispondenza del proposto impianto di “grande generazione”, ai requisiti dello stesso piano riportati agli articoli 1.2.1.1-1.2.1.11 dell’appendice A del PIEAR (par.1.2 “Procedure per la costruzione e l’esercizio degli impianti eolici”). Nello specifico il PIEAR individua: a) le aree non idonee, all’interno delle quali non è consentita la realizzazione degli impianti eolici di macrogenerazione, ovvero quelle aree che per effetto dell’eccezionale valore ambientale, paesaggistico, archeologico e storico, o per effetto della pericolosità idrogeologica, il piano intende preservare (aree e siti non idonei); b) le aree idonee di valore naturalistico, paesaggistico e ambientale, ovvero le aree dei Piani Paesistici soggette a trasformabilità condizionata o ordinaria, i Boschi governati a ceduo e le aree agricole investite da colture di pregio (quali ad esempio le DOC, DOP, IGT, IGP, ecc.); in tali aree si consente esclusivamente la realizzazione di impianti eolici, con numero massimo di quindici aerogeneratori, realizzati da soggetti dotati di certificazione di qualità (ISO) ed ambientale (ISO e/o EMAS). c) le aree idonee, quelle che non ricadono nelle altre categorie. Con riferimento a quanto indicato all’art. 1.2.1.1 dell’Appendice A, circa “aree e siti non idonei”, si fa presente che: 1) L’impianto non interessa Riserve Naturali regionali e statali; 2) L’impianto ricade all’esterno di aree SIC e pSIC 3) L’impianto ricade all’esterno di aree ZPS e quelle pZPS 4) L’impianto ricade all’esterno di Oasi WWF; 5) L’impianto ricade al di fuori del buffer dei 1000m dai siti archeologici e storico-monumentali; 6) L’impianto è esterno dalla perimetrazione delle aree comprese nei Piani Paesistici di Area vasta soggette a vincolo di conservazione A1 e A2 ; 7) L’impianto insiste su seminativi e non interferisce con superfici boscate governate a fustaia ; 8) L’impianto insiste su seminativi e non interferisce aree boscate ed a pascolo percorse da incendio da meno di 10 anni dalla data di presentazione dell’istanza di autorizzazione del presente progetto; 9) L’impianto ricade a più di 1000m dalla fascia costiera; 10) L’impianto ricade all’esterno del buffer dei 150 m dalle Aree fluviali, umide, lacuali e le dighe artificiali. 11) L’impianto di progetto inoltre ricade all’esterno degli ambiti del PAI, per cui l’intervento è compatibile con esso. 12) L’impianto è esterno agli ambiti urbani come individuati dal Regolamento Urbanistico e PRG di Melfi ; 13) L’impianto non interessa le aree dei Parchi Regionali esistenti; 14) L’impianto non interessa le aree comprese nei Piani Paesistici di Area Vasta soggette a verifica di ammissibilità; TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 21 Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina Relazione tecnica GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 22 di 43 15) L’impianto non interessa quote superiori i 1.200 m di altitudine (la posizione delle torri si attesta ad una quota altimetrica media tra i 278 mt. e i 592 mt); 16) L’impianto non ricade in aree di crinale individuate dai Piani Paesistici di Area Vasta come elementi lineari di valore elevato ; Il PIEAR ai punti 1.2.1.3, 1.2.1.4 e 1.2.1.5 individua i requisiti minimi, tecnici, di sicurezza ed anemologici, che i progetti di impianti eolici di grande generazione debbano soddisfare. A seguire si verifica il rispetto dei suddetti requisiti. Turbin e Site Loc. Est [m] Loc. Nord [m] A02 2570606 4542673 A08 2570935 4542486 A13 2571370 4541868 A14 2571651 4541505 A04 2571297 4540333 A05 2570542 4540119 A09 2570231 4539640 Turbine Type VESTAS V117 3.33.300 VESTAS V117 3.33.300 VESTAS V117 3.33.300 VESTAS V117 3.33.300 VESTAS V117 3.33.300 VESTAS V117 3.33.300 VESTAS V117 3.33.300 Powe r [KW] Elevatio n a.s.l. [m] 3300 509.1 116.5 10.229 0.24 0.30 6.92 3100 3300 516.6 116.5 10.057 0.23 1.30 6.88 3048 3300 517.4 116.5 9.151 0.21 2.80 6.72 2773 3300 531.8 116.5 8.643 0.20 5.20 6.56 2619 3300 622.2 116.5 9.799 0.23 3.60 6.99 2969 3300 657.4 116.5 10.917 0.25 1.40 7.49 3308 3300 605.2 116.5 10.282 0.24 0.50 7.00 3116 (1) (2) Net AEP [GWh] Ev [kWh/anno* m3] MEAN VALUES Mean Wake Wind loss Spee [%] d [m/s] 2.16 2310 0 TOTAL (3) Hub Heigh t a.g.l. [m] Full load hours [MWh/M W] 2990 69.078 Con riferimento ai requisiti tecnici minimi individuati al paragrafo 1.2.1.3 ed alla tabella sopra riportata si fa presente che: a) La velocità media annua del vento misurata a 25 m dal suolo è superiore a 4 m/s; b) Le ore equivalenti di funzionamento di ogni aerogeneratore si attestano a valori superiori alle 2000 ore/anno (cfr.tab 1) c) La densità volumetrica di energia annua unitaria è uguale o maggiore di 0,2 kWh/(anno·mc), pertanto superiore al limite di 0,2 kWh/(anno·mc); d) In progetto si prevede l’installazione di 7 aerogeneratori (inferiore al limite di 30 torri) di potenza unitaria pari a 2MW. La potenza installata complessiva è pari a 20MW. Con riferimento ai requisiti tecnici di sicurezza individuati al paragrafo 1.2.1.4 si fa presente che: a) Gli aerogeneratori ricadono ad una distanza superiore ai 1000m dal limite degli ambiti urbani (rif. Allegati alla relazione di conformità al PIEAR); b) E’ garantita la distanza minima degli aerogeneratori da ogni abitazione (superiore a 2,5H) e sono rispettati i limiti di pressione acustica i limiti di Flickering-Shadow e la distanza di sicurezza in caso di rottura degli organi rotanti , restando di fatto invariate le posizioni rispetto al progetto originario; c) Dagli edifici è stata garantita una distanza superiore ai 300m Sono, altresì, rispettati i limiti di pressione acustica i limiti di Flickering-Shadow e la distanza di sicurezza in caso di rottura degli TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 22 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 23 di 43 organi rotanti, poichèl’incremento dimensionale dell’aerogeneratore non apporta incrementi che si discostano molto da quelli precedenti; In particolare intorno alla aree di buffer rispetto agli edifici (300m) e da abitazioni(2.5H = 437.5m) individuate dal centro degli aerogeneratori non sono stati riscontrati edifici e/o abitazioni come definite all’art.3 comma 2 e comma 3 del disciplinare LR n.1 del 19 gennaio2010 ovvero regolarmente censiti al catasto urbano.. d) La distanza minima dalle strade statali e dalle autostrade è superiore ai 300m, ed è tale da garantire il rispetto della distanza di sicurezza in caso di rottura accidentale degli organi rotanti; e) La distanza dalle strade provinciali è superiore ai 200m e comunque tale da garantire il rispetto della distanza di sicurezza in caso di rottura accidentale degli organi rotanti ; f) d bis) sarà garantita la distanza minima di 200m dalle strade di accesso alle abitazioni; g) Nel calcolo delle opere in c.a. si è tenuto conto della classificazione sismica del comune di Melfi osservando quanto previsto dall’Ordinanza n. 3274/03 e sue successive modifiche, nonché al DM 14 gennaio 2008 ed alla Circolare Esplicativa del Ministero delle Infrastrutture n.617 del 02/02/2009. L’impianto non ricade in aree a rischio idrogeologico o di esondazione (rif. tav Carta dei Vincoli: PAI – Elaborato A.16.a.4.1 del progetto originario). Ai punti 1.2.1.6, 1.2.1.7, 1.2.1.7, 1.2.1.8 e 1.2.1.9 dell’appendice A, il PIEAR definisce i criteri e gli accorgimenti che devono essere seguiti nelle diverse fasi, dalla progettazione alla fase di cantiere, esercizio, gestione e dismissione finale e che saranno adottate durante l’esecuzione dei lavori. 3.4 Normativa di riferimento territoriale, paesistica e ambientale In questo paragrafo viene definito il rapporto dell’opera con la normativa ambientale, paesistica e territoriale vigente e vengono individuati gli eventuali vincoli presenti sulle aree interessate dall’impianto e dalle relative opere accessorie. Gli strumenti presi in considerazione per l’individuazione dei vincoli sono il Regolamento Urbanistico di Melfi, il Piano strutturale di Potenza (che è per lo più di carattere indicativo date le scale ampie redatte a carattere regionale per lo stesso ), le leggi nazionali e regionali in materia di tutela dei beni culturali, ambientali e paesaggistici, le leggi in materia di inquinamento acustico, limiti di emissioni elettromagnetiche e le leggi in materia di rifiuti. Inoltre per l’individuazione delle aree sensibili dal punto di vista naturalistico si è fatto riferimento ai proposti Siti di importanza comunitaria individuati dal progetto Natura 2000 della Comunità Europea e ai parchi e riserve naturali presenti sul territorio regionale. 3.4.1 Piano strutturale di Potenza Le innovazioni della pianificazione territoriale di area vasta (già contenute nella LR 23/99) hanno introdotto in Basilicata un modello di co-pianificazione partecipativo e dialogico tra i diversi livelli di governo del territorio: tra il livello regionale e quello provinciale per la definizione delle strategie di sviluppo e tra il livello provinciale e quello inter-comunale per la attuazione delle azioni di piano. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 23 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 24 di 43 La LR. n.23/1999 assegna alla Provincia un ruolo di soggetto della co-pianificazione regionale nella formulazione di proposte relative alle vocazioni prevalenti del suo territorio nell’ottica della qualità culturale e ambientale, della competitività economica, della coesione sociale e della efficienza infrastrutturale. Il Piano Strutturale Provinciale di Potenza (PSP), in particolare, è l’atto di pianificazione con il quale la Provincia esercita un “ruolo attivo” di coordinamento programmatico e di raccordo tra le politiche territoriali della Regione e la pianificazione urbanistica comunale, determinando indirizzi generali di assetto del territorio provinciale intesi anche ad integrare le condizioni di lavoro e di mobilità dei cittadini nei vari cicli di vita, e ad organizzare sul territorio le attrezzature ed i servizi garantendone accessibilità e fruibilità. ll PSP ha valore di Piano di assetto del territorio con specifica considerazione dei valori paesistici, della protezione della natura, della tutela dell’ambiente, delle acque e delle bellezze naturali e della difesa del suolo, ma prefigura anche un ruolo di strumento strategico di governance multilivello. La definizione del PSP è stabilita dall’art. 13 della Legge Regionale 23/99 : 1.Il Piano Strutturale Provinciale (PSP) è l’atto di pianificazione con il quale la Provincia esercita, ai sensi della L. 142/90, nel governo del territorio un ruolo di coordinamento programmatico e di raccordo tra le politiche territoriali della Regione e la pianificazione urbanistica comunale, determinando indirizzi generali di assetto del territorio provinciale intesi anche ad integrare le condizioni di lavoro e di mobilità dei cittadini nei vari cicli di vita, e ad organizzare sul territorio le attrezzature ed i servizi garantendone accessibilità e fruibilità. ll PSP per quanto riportato nella stessa legge n. 23/99 ha valore di Piano Urbanistico-Territoriale, con specifica considerazione dei valori paesistici, della protezione della natura, della tutela dell’ambiente, delle acque e delle bellezze naturali e della difesa del suolo, salvo quanto previsto dall’art. 57, 2° comma , del D.Lgs. 112/98; esso impone pertanto vincoli di natura ricognitiva e morfologica. Il presente strumento ha solo valore di indirizzo, pertanto la conformità del progetto verrà valutata con gli effettivi strumenti urbanistici e territoriali vigenti. Da un’osservazione dei principali tematismi, riportati negli elaborati cartografici del PSP di Potenza e in particolare dalla Carta dei Vincoli si osserva che l’ area d’impianto non ricade in aree naturali protette , non interessa aree parco e/o riserve naturali e/o regionali come evidenziato nelle tavole A17.13.3.1 e A17.13.3.2. 3.4.2 Regolamento Urbanistico di Melfi La legge urbanistica regionale della Basilicata (Legge n.23/99) prevede due strumenti urbanistici che vanno a sostituire il classico Piano Regolatore Generale ovvero : -Piano strutturale comunale. Non è un piano né vincolistico, né prescrittivo , ma definisce il grado di trasformabilità e uso del territorio. -Regolamento urbanistico. Disciplina gli insediamenti esistenti sul territorio comunale e rappresenta uno strumento per tutelare, riqualificare e completare il territorio della città esistente oltre che regolare gli interventi in area agricola. Nel comune di Melfi è in fase d’attuazione tale strumento, si fa quindi riferimento al piano regolatore generale in vigore che viene comunque ripreso dal regolamento urbanistico. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 24 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 25 di 43 In particolare l’ambito d’applicazione di tali strumenti resta comunque quello urbano, ovvero quella porzione di territorio edificata riconoscibile come unità insediativa urbanisticamente e socialmente organizzata. Dalle tavole di trasposizione e attuazione del PRG attualmente in vigore riportate negli elaborati grafici del regolamento Urbanistico del comune di Melfi (cfr. A.16.a.2 elaborati grafici Stralcio dello strumento urbanistico generale ), si osservano le perimetrazioni che interessano l’ambito urbano e le relativa zonizzazione, si deduce che le aree in cui è previsto l’intervento non ricadono in esse, ovvero le aree interessate dall’impianto ricadono in zona agricola, quindi compatibile per quanto prescritto dalla normativa nazionale, che rende autorizzabili gli impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili su tali aree (rif. DLgs 387/2003). Si precisa inoltre che l’intervento ricade nella perimetrazione definita da delibera di giunta comunale n.14 del 29/04/2013 all’interno della quale il comune stabilisce aree non idonee alla fonti rinnovabili e in particolare alla fonte eolica. Si precisa che per quanto stabilito all’allegato 3 delle linee guida nazionali (MISE del 18/02/2010) e come confermato da alcune sentenze del Tar il comune non può prevedere la perimetrazione di tali aree pertanto si ritiene non ostativa la delibera sopra richiamata. Tuttavia gli aerogeneratori seppur visibili dal perimetro esterno del Castello di Melfi distano dallo stesso circa 4000 mt (cfr.el.A.17.2) coerentemente anche a quanto stabilito in termini di impatto visivo dalla determina comunale sopra richiamata. 3.4.3 Patrimonio floristico e faunistico e aree protette I principali riferimenti normativi sono: • la legge n. 394 del 6 dicembre 1991 “Legge quadro sulle aree protette”; • la legge regionale n.28 del 28/06/94 “Individuazione, classificazione, istituzione, tutela e gestione delle aree naturali protette in Basilicata”; • il DPR n. 357 dell’8 settembre 1997 “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”; • il DM 3 aprile 2000 “Elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciali”, individuati ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE, e successivi aggiornamenti; • Programma IBA Aree Naturali Protette La Regione Basilicata con la L.R. n.28 del 28/06/94 “Individuazione, classificazione, istituzione, tutela e gestione delle aree naturali protette in Basilicata” si è adeguata al dettato della legge n.394/91 “Legge quadro sulle aree protette”. Non sono presenti sulle aree parchi, riserve ed altre aree Naturali protette a carattere regionale e/o statale. Le aree più vicine risultano essere poste alla distanza di circa 12 km, quindi sufficientemente lontane dalle aree d’impianto e sono la riserva naturale statale di “Grotticelle” e la riserva naturale regionale “Lago piccolo di Monticchio”. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 25 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 26 di 43 Con legge regionale n.28 del 1994, successivamente modificata dalla LR/2005, è stato prevista l'istituzione del Parco Regionale del Vulture, ancora in fase di definizione. Sono state ipotizzate varie proposte di perimetrazione, passando da quattordici a cinque Comuni ed infine a nove: Atella, Barile, Ginestra, Melfi, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ruvo del Monte e San Fele. L’area d’impianto è comunque esterna a tale perimetrazione. Rete Natura 2000 Con la Direttiva 92/43/CEE si è istituito il progetto Natura 2000 che l’Unione Europea sta portando avanti per “contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione di habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri” al quale si applica il trattato U.E. La rete ecologica Natura 2000 è la rete europea di aree contenenti habitat naturali e seminaturali, habitat di specie, specie di particolare valore biologico e a rischio di estinzione. La Direttiva Comunitaria 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (cosiddetta “Direttiva Habitat”), disciplina le procedure per la costituzione di tale rete. Il recepimento della Direttiva è avvenuto in Italia nel 1997 attraverso il Regolamento D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357. Entro il 2004, l’Italia, come gli altri Stati membri, si impegnava a designare le Zone Speciali di Conservazione (ZSC) che avrebbero costituito la Rete Natura 2000, individuandole tra i proposti Siti d’Importanza Comunitaria (pSIC) la cui importanza sia stata riconosciuta e validata dalla Commissione e dagli stessi Stati membri mediante l’inserimento in un elenco definitivo. Fanno già parte della rete ecologica Natura 2000 le Zone di Protezione Speciale (ZPS), designate dagli Stati membri ai sensi della Direttiva Comunitaria 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici (cosiddetta “Direttiva Uccelli”). In attesa della designazione delle ZSC, gli Stati membri (e quindi in Italia anche le Regioni) avevano l’obbligo di “mantenere in un soddisfacente grado di conservazione” gli habitat e le specie presenti in tutti i pSIC. In considerazione di questi aspetti e della necessità di rendere pubblico l'elenco delle Zone di protezione speciale e dei Siti di importanza comunitaria, individuati e proposti dalle regioni e dalle provincie autonome di Trento e Bolzano nell'ambito del citato progetto Bioitaly e trasmessi alla Commissione europea dal Ministero dell'ambiente, per permetterne la conoscenza, la valorizzazione e la tutela ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE, il Ministro dell’Ambiente emano il DM 3 aprile 2000, periodicamente aggiornato con deliberazione della Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano. L’ultima deliberazione risale al 24.7.2003 e costituisce la “Approvazione del 5° aggiornamento dell’Elenco Ufficiale delle Aree N aturali Protette”, pubblicato nel Supplemento ordinario n. 144 alla Gazzetta Ufficiale n. 205 del 04.09.2003. L'Elenco raccoglie tutte le aree naturali protette, marine e terrestri, che rispondono ad alcuni criteri ed è periodicamente aggiornato a cura del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio. Nel contempo, in attesa di specifiche norme di salvaguardia per gli ambiti della Rete Natura 2000, la Direttiva prevedeva che “piani, programmi e progetti”, non connessi e necessari alla tutela del sito ma che incidono sulla tutela di habitat e specie del pSIC, siano sottoposti a specifica valutazione di tale incidenza. In Italia la procedura di valutazione di incidenza è regolata dal DPR 12 marzo 2003, n. 120 che ha TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 26 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 27 di 43 modificato ed integrato il DPR n.357/97. L’obbligo degli Stati membri a non vanificare il lavoro per il raggiungimento degli obiettivi della Direttiva è stato sancito più volte dalle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Con il DMA del 17 ottobre 2007, sono stati introdotti i criteri minimi per la conservazione delle ZPS. Tale decreto, alla lettera l dell’articolo 5, vieta la “realizzazione di nuovi impianti eolici, fatti salvi gli impianti per i quali, alla data di emanazione del presente atto, sia stato avviato il procedimento di autorizzazione mediante deposito del progetto. Gli enti competenti dovranno valutare l'incidenza del progetto, tenuto conto del ciclo biologico delle specie per le quali il sito e' stato designato, sentito l'INFS. Sono inoltre fatti salvi gli interventi di sostituzione e ammodernamento, anche tecnologico, che non comportino un aumento dell'impatto sul sito in relazione agli obiettivi di conservazione della ZPS, nonché gli impianti per autoproduzione con potenza complessiva non superiore a 20 kw”. La regione Basilicata, con DGR 4 giugno 2003, n. 978 “Pubblicazione dei siti Natura 2000 della Regione Basilicata”, ha individuato l’elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciali, individuati ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE in previsione della adozione ed attuazione delle <Linee guida per la gestione dei Siti Natura 2000> di cui al Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 03.09.2002. Con D.G.R. n. 2454 del 22 dicembre 2003 D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 – “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatica. Indirizzi applicativi in materia di valutazione d’incidenza.”, vengono stabiliti i principi e i criteri per la redazione dello studio d’incidenza cui sottoporre i piani e i progetti richiamati nell’allegato I della stessa delibera in ossequio alle prescrizioni del D.Lgs n.120/2003. Con DGR 9 ottobre 2006, n. 1484 “Legge regionale 2/95, art. 7 – Costituzione dell’Osservatorio regionale degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche”, è stata prevista la costituzione presso il Dipartimento Ambiente e Territorio, Ufficio Tutela della Natura, l’Osservatorio regionale degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche con lo specifico compito di promuovere le ricerche per la raccolta e l’elaborazione dei dati relativi alla fauna selvatica secondo le indicazioni e le direttive fornite dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS). In data 19 marzo 2007, con DGR n. 388 sono state approvate le “Misure transitorie in materia forestale per le aree della Rete Natura 2000 in applicazione del D.P.R. 357/97 e s.m.i.”. La transitorietà si riferiva alla entrata in vigore del DMATT di cui al comma 1226 dell’articolo unico della legge 296/2006. In particolare, venivano individuati gli interventi sulle aree boscate e sulle foreste che, in via transitoria, non erano da assoggettarsi a procedura di valutazione di incidenza. In applicazione del applicazione del Decreto Ministeriale MATT del 23/09/2002, con DGR 28 dicembre 2007, n. 1925 la Regione ha approvato le “Linee Guida per la gestione dei Siti comunitari di Rete Natura 2000”. Con DGR n.655 del 6 maggio 2008, in applicazione del D.P.R. 357/97, del D.P.R. 120/2003 e del Decreto MATTM del 17/10/2007, la Regione approva la “Regolamentazione sui tagli selvi colturali per le aree della Rete Natura 2000”. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 27 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 28 di 43 I siti natura 2000 più vicini al parco eolico sono: -SIC “Valle dell’Ofanto Lago di Capaciotti” a circa 1.5 km dall’area d’impianto; -SIC “Grotticelle di Monticchio” IT9210140 che dista circa 12 km dalle aree d’impianto; -SIC “Lago San Pietro”_ a circa 8 km dall’area d’impianto; -ZPS “Monte Vulture”-IT 9210210 che dista circa 13 km dalle aree d’impianto; Considerando anche le istituende aree, è inoltre presente il Lago di Rendina che dista comunque 15 km dalle aree d’impianto. Si può quindi concludere che il progetto in esame ricade all’esterno del perimetro degli ambiti della Rete Natura 2000. Programma IBA Nel 1981 BirdLife International, il network mondiale di associazioni per la protezione della natura di cui la LIPU è partner per l’Italia, ha lanciato un grande progetto internazionale: il progetto IBA. “IBA” sta per Important Bird Areas, ossia Aree Importanti per gli Uccelli e identifica le aree prioritarie che ospitano un numero cospicuo di uccelli appartenenti a specie rare, minacciate o in declino. Proteggerle significa garantire la sopravvivenza di queste specie. A tutt’oggi, le IBA individuate in tutto il mondo sono circa 10mila. In Italia le IBA sono 172, per una superficie di territorio che complessivamente raggiunge i 5 milioni di ettari.Sul comune di Melfi non sono presenti aree IBA , il progetto dunque è esterno al perimetro di aree IBA. 3.4.4. Patrimonio culturale, ambientale e paesaggio Il principale riferimento normativo è : • Il D.Lgs. n.42/2004 e ss.mm.ii recante il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio; Il Codice dei Beni culturali Il "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137", emanato con Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, tutela sia i beni culturali, comprendenti le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico, sia quelli paesaggistici, costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio. Il decreto legislativo 42/2004 è stato recensente aggiornato ed integrato dal DLgs 62/2008 e dal Dlgs 63/2008. Si precisa che gli aerogeneratori e le opere di progetto (strade e piazzole ) sono ubicate all’esterno di ambiti tutelati ai sensi del D.lgs 42/04 in particolare non interferiranno con aree boscate,aree archeologiche ed aree architettoniche o beni ricadenti tra quelli dell’art.142 dello stesso decreto. Si precisa inoltre che la proponente ha in corso di acquisizione i Certificati di Usi civici relativamente alle particelle interessate dalle opere. Per il tracciato del cavidotto invece si precisa che lo stesso interferisce planimetricamente con il corso d’acqua rientrante nell’elenco delle acque pubbliche, ovvero Vallone Ricocco e relative fasce di 150 mt dalle sue sponde (Elenco acque pubbliche n.465).Come di seguito evidenziato : TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 28 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 29 di 43 Figura 11: Individuazione interferenza planimetrica tra acqua pubbilca e cavidotto di progetto Si precisa che tracciato del cavidotto si svilupperà sul tracciato della strada esistente nell’area di buffer del corso d’acqua e in corrispondenza dell’interferenza prevedendo l’attraversamento dello stesso su sede della strada esistente (con scavo su strada o alternativamente con lo staffaggio in corrispondenza del ponte),tuttavia in ogni caso non si interferirà mai direttamente con il corso d’acqua (cfr. foto10 e 11). Si precisa che l’aerogeneratore A05 interferisce con la fascia di 150 m di buffer del corso d’acqua solo con la proiezione in minima parte dell’aerogeneratore e quindi fisicamente non si ha alcuna interferenza con lo stesso. Il tracciato del cavidotto e le opere saranno realizzati senza interferire con il tracciato del tratturo MelfiCastellaneta.Infine si fa osservare che l’opera si realizzerà in un contesto già fortemente caratterizzato da attività antropica, e l’opera si realizzerà su infrastruttura esistente, pertanto si ritiene che l’opera non determinerà(anche perché realizzata in interrato) un appesantimento ulteriore del contesto. Figura 12: Area relativa all’acqua pubblica n.645 . TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 29 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 30 di 43 Figura 13: Indicazione del tracciato interrato del cavidotto (rosso)su strada interessata acqua pubblica n.645(celeste) e relativa fascia di pertinenza. 3.4.5 PAI La normativa nazionale per la tutela del rischio idrogeologico La difesa del territorio dalle frane e dalle alluvioni rappresenta una condizione prioritaria per la tutela della vita umana, dei beni ambientali e culturali, delle attività economiche e del patrimonio edilizio. Al fine di contrastare l’incalzante susseguirsi di catastrofi idrogeologiche sul territorio nazionale sono stati emanati una serie di provvedimenti normativi, di cui il primo e più importante riferimento è rappresentato dalla Legge 18 maggio 1989 n. 183, Norme per il riassetto organizzativo e funzionale sulla difesa del suolo. Detta legge ha tra i suoi obiettivi: la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale nonché la tutela dell’ambiente. La normativa citata individua nel bacino idrografico l’ambito fisico di riferimento per il complesso delle attività di pianificazione, in tal modo superando le problematiche connesse alle delimitazioni territoriali di ordine amministrativo. L’articolo 17 della Legge 183/89 ha stabilito che “i Piani di Bacino Idrografico possono essere redatti ed approvati anche per sottobacini o per stralci relativi a settori funzionali”. Il primo Piano Stralcio funzionale del Piano di Bacino è costituito dal Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico, in quanto la definizione del detto rischio è prioritario nel contesto delle attività conoscitive e di programmazione previste dalla legge in parola. La legge 493/93 alla luce delle difficoltà metodologiche e procedurali, modifica la legge 183/89, consentendo la realizzazione del Piano di Bacino per stralci relativi a settori o “tematismi” ben distinti tra di loro (es. tutela delle acque, difesa dalle alluvioni, difesa dalle frane, attività estrattive, ...). Nel corso degli anni ’90 una serie di atti di indirizzo e coordinamento forniscono ulteriori elementi essenziali per la redazione dei Piani di Bacino, ed in particolare del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI). Tali elementi sono contenuti nei seguenti decreti: D.P.C.M. 23/3/90, D.P.R. 7/1/92, D.P.R. 14/4/1994, D.P.R. 18/7/95. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 30 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 31 di 43 A seguito dell’evento calamitoso di Sarno è stato emanato il D.L. 11 giugno 1998 n. 180 (“Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania”), convertito e modificato dapprima dalla Legge 267/98 e, in seguito, dalla Legge 226/99. Le norme citate hanno introdotto l’obbligo di adozione ed approvazione, da parte delle Autorità di Bacino nazionali, regionali ed interregionali o delle regioni stesse, dei Piani Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI). Da ultimo, il D.L. 12 ottobre 2000 n. 279, convertito nella legge 11 dicembre 2000 n. 365 (“Interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato e in materia di protezione civile, nonché a favore di zone colpite da calamità naturali”) ha stabilito che i Piani Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dovessero essere predisposti entro il 30 aprile 2001. Detti Piani devono in particolare contenere l’individuazione delle aree a rischio idrogeologico e la perimetrazione delle aree da sottoporre a misure di salvaguardia, nonché le misure medesime. Nello specifico, tale strumento di pianificazione fornisce i criteri per l’individuazione, la perimetrazione e la classificazione delle aree a rischio da frana e da alluvione, tenuto conto, quali elementi essenziali per l’individuazione del livello di pericolosità, della localizzazione e della caratterizzazione di eventi avvenuti nel passato riconoscibili o dei quali si ha, al momento, cognizione. I Piani Stralcio per l’Assetto Idrogeologico, elaborati dalla Autorità di Bacino, producono efficacia giuridica rispetto alla pianificazione di settore, ivi compresa quella urbanistica, ed hanno carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni ed Enti Pubblici nonché per i soggetti privati, ai sensi dell’articolo 17 della Legge 183/89. Nel corso dell’anno 2006, in attuazione della Legge 15/12/2004 n.308 (Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l’integrazione della legislazione in materia ambientale), è stato approvato il D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152, contenente una revisione complessiva della normativa in campo ambientale. In particolare in tema di difesa del suolo e di gestione delle risorse idriche la parte III del decreto introduce: una riorganizzazione delle strutture territoriali preposte alla pianificazione ed alla programmazione di settore basata sui distretti idrografici; le Autorità di bacino distrettuali quali soggetti di gestione di tali distretti; i Piani di bacino distrettuali quali strumenti di pianificazione e programmazione. La riforma prevista dal D.Lgs. 152/2006 non è stata, fino alla data odierna (settembre 2006), attuata, almeno per quanto riguarda la parte relativa alla difesa del suolo. Restano, pertanto, pienamente in vigore le ripartizioni territoriali, i soggetti, le finalità, le attività e gli strumenti di pianificazione e programmazione in materia di difesa del suolo e di gestione delle risorse idriche previsti dalle normative precedenti al decreto. L’AdB Puglia – il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) Il progetto in esame ricade nel territorio di competenza dell’Autorità Interregionale della Puglia che con delibera, con deliberazione n.25 del 15/12/2005 del Comitato Istituzionale, ha approvato il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.). Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) dell’Autorità di Bacino della Puglia, perimetra le aree a rischio idrogeologico e individua le misure di salvaguardia per i bacini regionali e per il bacino interregionale del Fiume Ofanto. In particolare il PAI divide il territorio in aree a pericolosità da frana, aree a pericolosità idraulica e stila, in base ai livelli di pericolosità, una carta del rischio. Per la pericolosità da frana il PAI prevede: TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 31 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 32 di 43 PG3: aree a Pericolosità da frana molto elevata PG2: aree a Pericolosità da frana elevata PG1: aree a Pericolosità da frana media e moderata Per la pericolosità idraulica si distinguono: AP: aree ad Alta Probabilità di inondazione MP: aree a Moderata Probabilità di inondazione BP: aree a Bassa Probabilità di inondazione Le aree a rischio sono suddivise in: R4: Aree a Rischio Molto Elelvato R3: Aree a Rischio Elevato R2: Aree a Rischio Medio R1: Aree a Rischio Moderato Come evidente dagli elaborati grafici relativi alla vincolistica (cfr. A.17.13.3.1 e A17.13.3.2 Elaborati grafici Carta dei Vincoli) l’impianto di progetto ricade all’esterno degli ambiti del PAI. 3.4.6 Vincolo Idrogeologico Il Regio Decreto Legislativo 30 dicembre 1923, n. 3267, “Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e terreni montani”, tuttora in vigore, sottopone a vincolo per scopi idrogeologici i terreni di qualsiasi natura e destinazione che, per effetto di dissodamenti, modificazioni colturali ed esercizio di pascoli possono con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque. Detto vincolo è rivolto a preservare l’ambiente fisico, evitando che irrazionali interventi possano innescare fenomeni erosivi, segnatamente nelle aree collinari e montane, tali da compromettere la stabilità del territorio. La normativa in parola non esclude, peraltro, la possibilità di utilizzazione delle aree sottoposte a vincolo idrogeologico, che devono in ogni modo rimanere integre e fruibili nel rispetto dei valori paesaggistici dell’ambiente. La proposta non interferisce con nessun area soggetta a vincolo idrogeologico e non interferisce direttamente con tracciati del tratturo. In particolare il cavidotto passerà sulla sede della strada EXSP303 regolarmente asfaltata non interessando direttamente il tracciato del tratturo Melfi-Castellaneta; si precisa che catastalmente la strada ha una sede diversa da quella del tratturo. 3.4.7 Tutela delle acque La normativa nazionale in tutela delle acque superficiali e profonde fa capo al D.Lgs. 152/99 disposto in recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole. Il D.Lgs 152/99 definisce la disciplina generale per la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee, perseguendo come obiettivi: • prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati; TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 32 Relazione tecnica • Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 33 di 43 conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi; • perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili; • mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. Il D.Lgs 152/99 demanda alle Regioni a statuto ordinario di regolamentare la materia disciplinata dallo stesso decreto nel rispetto delle disposizioni in esso contenute che, per la loro natura riformatrice, costituiscono principi fondamentali della legislazione statale ai sensi dell'articolo 117, primo comma, della Costituzione. Alle Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e di Bolzano viene chiesto di adeguare la propria legislazione nel rispetto di quanto previsto dai rispettivi statuti e dalle relative norme di attuazione. Il decreto D.Lgs 152/99 è stato integrato e modificato dal successivo D.Lgs 258 del 18_08_2000 e quindi dal D.Lgs 152/06. Il progetto in esame non rilascia scarichi idrici per cui non si prevedono forme di contaminazione. 3.4.8 Normativa di riferimento in materia di rifiuti I riferimenti normativi applicabili sono il D.Lgs n. 22/97 e successive modifiche e/o integrazioni per quanto riguarda i rifiuti in genere e, in particolare, il D.Lgs n. 95/92 relativo agli aspetti di gestione degli oli minerali usati. In particolare la manutenzione del moltiplicatore di giri e della centralina idraulica di comando, comporta la sostituzione, con cadenza all’incirca quinquennale, degli oli lubrificanti esausti ed il loro conseguente smaltimento secondo quanto previsto dalla normativa vigente (conferimento al Consorzio Oli Usati). Presso l’impianto non sarà inoltre realizzato alcuno stoccaggio di oli minerali vergini da utilizzare per il ricambio né, tanto meno, di quelli esausti. Altri componenti soggetti a periodica sostituzione sono le “batterie tampone” presenti all’interno degli aerogeneratori e nella cabina di centrale. All’atto della loro sostituzione le batterie verranno conferite, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, al COBAT (Consorzio Obbligatorio Batterie al piombo esauste e rifiuti piombosi), senza alcuno stoccaggio in sito. Durante l’esecuzioni dei lavori e al termine degli stessi si prevedrà un accurato monitoraggio delle aree attraversate dagli automezzi al fine di verificare se si è avuto lo sversamento di carburante e la contaminazione di alcune aree. In tal caso si provvederà allo smaltimento dei dispersi e alla bonifica dei siti secondo le prescrizioni dell’art.242 e segg. del D.Lgs 152/2006. Per quanto riguarda la produzione di materiale di scavo prodotto in corso di realizzazione dell’impianto, ci si riferisce al Piano di riutilizzo delle terre e rocce redatto ai sensi del D.Lgs.n.161/2012 nel quale saranno opportunamente dettagliate le quantità di materiale riutilizzato. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 33 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 34 di 43 3.4.9 Vincolo sismico Il territorio di Melfi è classificato in Zona 1 (Zona con pericolosità sismica alta) secondo la classificazione sismica del territorio nazionale, stabilita in forza dell’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2003, n. 3274, modificata in un primo tempo dall’O.P.C.M. 2 ottobre 2003, n. 3316 e successivamente dall’O.P.C.M. 3 maggio 2005, n. 3431 (tutte riguardanti la classificazione sismica del territorio nazionale e le normative tecniche per le costruzioni in zona sismica). Nell’esecuzione dei calcoli strutturali si terrà conto dei parametri sismici del territorio di Melfi. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 34 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 35 di 43 3.4.10 Normativa di riferimento per la tutela e la salvaguardia della salute pubblica Si riportano ora i principali riferimenti normativi applicata per la tutela la salute pubblica a seguito della realizzazione dell’impianto eolico. Date le caratteristiche del progetto, gli impatti potenziali derivanti dall'impianto in esercizio sono riconducibili a: -Intrusioni visive ( si rimanda all’elaborato A17.12 ); -Emissioni sonore; -Occupazione di aree; -Campi elettrici e magnetici; Si precisa che tutte gli edifici, abitazioni e strade a traffico intenso ricadono ad una distanza superiore a quella di sicurezza in termini di gittata massima che è pari a 233m (cfr.el. A.7). In particolare gli aerogeneratori saranno sempre a distanza superore rispetto a quanto prescritto dal PIEAR. Lo stesso impone che venga garantita una distanza minima dalle abitazioni pari a 2,5 volte l'altezza massima dell'aerogeneratore (altezza torre + lunghezza pala) e comunque non inferiore a 300m. Nel caso in esame l’altezza massima è pari a hmax=116.5m +58.5m =175m, per cui 2,5 hmax = 437.5m. Inoltre il PIEAR impone inoltre che venga garantita una distanza minima dagli edifici pari a 300m. Nella zona di interesse sono stati rilevati soprattutto edifici oggi adibiti per lo più ad attività agricole o dismessi e, mentre le abitazioni sono state rilevate in zone marginali rispetto all’impianto .Nei buffer individuati nell’elaborato A.16.b.1.2 non sono stati rilevati edifici e/o abitazioni regolarmente censiti al catasto urbano pertanto come già esplicitato al punto 3.3 è rispettata la conformità al Piear. Inquinamento elettromagnetico La normativa nazionale per la tutela della popolazione dagli effetti dei campi elettromagnetici disciplina separatamente le basse frequenze (es. elettrodotti) e le alte frequenze (es. impianti radiotelevisivi, stazioni radiobase, ponti radio). Il 14 febbraio 2001 è stata approvata dalla Camera dei deputati la legge quadro sull’inquinamento elettromagnetico (L.36/01). In generale il sistema di protezione dagli effetti delle esposizioni agli inquinanti ambientali distingue tra: effetti acuti (o di breve periodo), basati su una soglia, per cui si fissano limiti di esposizione che garantiscono - con margini cautelativi - la non insorgenza di tali effetti; Effetti cronici (o di lungo periodo), privi di soglia e di natura probabilistica (all’aumentare dell’esposizione aumenta non l’entità ma la probabilità del danno), per cui si fissano livelli operativi di riferimento per prevenire o limitare il possibile danno complessivo. E’ importante dunque distinguere il significato dei termini utilizzati nelle leggi (riportiamo nella tabella 1 le definizioni inserite nella legge quadro). TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 35 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 36 di 43 Tabella 1: Definizioni di limiti di esposizione, di valori di attenzione e di obiettivi di qualità secondo la legge quadro. Limiti di esposizione Valori di CEM che non devono essere superati in alcuna condizione di esposizione, ai fini della tutela dagli effetti acuti. Valori di attenzione Valori di CEM che non devono essere superati negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate. Essi costituiscono la misura di cautela ai fini della protezione da possibili effetti di lungo periodo. Obiettivi di qualità Valori di CEM causati da singoli impianti o apparecchiature da conseguire nel breve, medio e lungo periodo, attraverso l’uso di tecnologie e metodi di risanamento disponibili. Sono finalizzati a consentire la minimizzazione dell’esposizione della popolazione e dei lavoratori ai CEM anche per la protezione da possibili effetti di lungo periodo. La normativa di riferimento in Italia per le linee elettriche è il DPCM del 08/07/2003 (G.U. n. 200 del 29.08.2003) “Fissazione dei limiti massimi di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici generati alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti”; tale decreto, per effetto di quanto fissato dalla legge quadro sull’inquinamento elettromagnetico, stabilisce: • I limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la tutela della salute della popolazione nei confronti dei campi elettromagnetici generati a frequenze non contemplate dal D.M. 381/98, ovvero i campi a bassa frequenza (ELF) e a frequenza industriale (50 Hz); • I limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la tutela della salute dei lavoratori professionalmente esposti nei confronti dei campi elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 0 Hz e 300 GHz (esposizione professionale ai campi elettromagnetici); • Le fasce di rispetto per gli elettrodotti. Relativamente alla definizione di limiti di esposizione, valori di attenzione e obiettivi di qualità per l’esposizione della popolazione ai campi di frequenza industriale (50 Hz) relativi agli elettrodotti, il DPCM 08/07/03 propone i valori descritti in tabella 2, confrontati con la normativa europea. Tabella 2: Limiti di esposizione, limiti di attenzione e obiettivi di qualità del DPCM 08/07/03, confrontati con i livelli di riferimento della Raccomandazione 1999/512CE. Normativa DPCM Racc. 1999/512/CE Limiti previsti Induzione magnetica B ( T) Intensità del campo elettrico E (V/m) Limite d’esposizione 100 5.000 Limite d’attenzione 10 Obiettivo di qualità 3 Livelli di riferimento (ICNIRP1998, OMS) 100 5.000 Il valore di attenzione di 10 µT si applica nelle aree di gioco per l’infanzia, negli ambienti abitativi, negli ambienti scolastici e in tutti i luoghi in cui possono essere presenti persone per almeno 4 ore al giorno. Tale valore è da intendersi come mediana dei valori nell’arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio. L’obiettivo di qualità di 3 µT si applica ai nuovi elettrodotti nelle vicinanze dei sopraccitati ambienti e luoghi, nonché ai nuovi insediamenti ed edifici in fase di realizzazione in prossimità di linee e di installazioni elettriche già esistenti (valore inteso come mediana dei valori nell’arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio). Da notare che questo valore corrisponde approssimativamente al livello di induzione prevedibile, per linee a pieno carico, alle distanze di rispetto stabilite dal vecchio DPCM 23/04/92. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 36 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 37 di 43 Si ricorda che i limiti di esposizione fissati dalla legge sono di 100 µT per lunghe esposizioni e di 1000 µT per brevi esposizioni. Per quanto riguarda la determinazione delle fasce di rispetto degli elettrodotti, il direttore generale per la salvaguardia ambientale vista la legge 22 febbraio 2001, n. 36 e, in particolare, l’art. 4, comma 1, lettera h) che prevede, tra le funzioni dello Stato, la determinazione dei parametri per la previsione di fasce di rispetto per gli elettrodotti; visto il D.P.C.M. 8 luglio 2003, in base al quale il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare deve approvare la metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto, definita dall’APAT, sentite le ARPA; ha approvato, con Decreto 29 Maggio 2008, “La metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto degli elettrodotti”. Tale metodologia, ai sensi dell’art. 6 comma 2 del D.P.C.M. 8 luglio 2003, ha lo scopo di fornire la procedura da adottarsi per la determinazione delle fasce di rispetto pertinenti alle linee elettriche aeree e interrate, esistenti e in progetto. I riferimenti contenuti in tale articolo implicano che le fasce di rispetto debbano attribuirsi ove sia applicabile l’obiettivo di qualità: ”Nella progettazione di nuovi elettrodotti in corrispondenza di aree di gioco per l’infanzia, di ambienti abitativi, di ambienti scolastici e di luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore e nella progettazione di nuovi insediamenti e delle nuove aree di cui sopra in prossimità di linee ed installazioni elettriche già presenti nel territorio”. (Art. 4) Al fine di semplificare la gestione territoriale e il calcolo delle fasce di rispetto verrà introdotto nella metodologia di calcolo un procedimento semplificato che trasforma la fascia di rispetto (volume) in una distanza di prima approssimazione (distanza). Per la verifica ai limiti di emissione elettromagnetica vengono valutate le DPA (distanze di prima approssimazione) in accordo al D.M. del 29/05/2008 riportando per ogni opera elettrica (cavidotti, cabine elettriche e stazione elettrica). Dalle analisi si può desumere quanto segue: − per i cavidotti di distribuzione interna al parco la distanza di prima approssimazione non eccede il range di ±2 m rispetto all’asse del cavidotto; si fa presente che la posa dei cavidotti è prevista in luoghi che non sono adibiti a permanenze prolungate della popolazione e tanto meno negli ambienti particolarmente protetti, quali scuole, aree di gioco per l’infanzia ecc., correndo per la gran parte del loro percorso lungo la rete viaria o ai margini delle strade di impianto; − per i cavidotti di vettoriamento esterni al parco la distanza di prima approssimazione non eccede il range di ±3 m rispetto all’asse del cavidotto; − per la cabina di raccolta, la distanza di prima approssimazione è stata valutata in 5 m dal muro perimetrale della cabina. − per la stazione elettrica 150/30 kV, la distanza di prima approssimazione è stata valutata in ± 15 m per le sbarre in AT e 7 m per la cabina MT. Si fa presente tali DpA ricadono per la maggior parte all'interno della recinzione della stazione. I valori di campo elettrico rispetteranno i valori imposti dalla norma (<5000 V/m) in quanto le aree con valori superiori ricadono all'interno delle cabine MT ed all'interno della stazione elettrica il cui accesso è consentito al solo personale autorizzato TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 37 Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina Relazione tecnica GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 38 di 43 Inquinamento acustico La legge n.349 dell’8 luglio 1986, all’art. 2, comma 14, prevedeva che il Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della sanità, proponesse al Presidente del Consiglio dei Ministri la fissazione dei limiti massimi di accettabilità delle concentrazioni e i limiti massimi di esposizione relativi ad inquinamenti di natura chimica, fisica, biologica e delle emissioni sonore relativamente all'ambiente esterno e abitativo di cui all'art. 4 della legge 23 dicembre 1978, n. 833 In recepimento di tale articolo, il DPCM 01/03/91 ha stabilito i limiti massimi dei livelli sonori equivalenti, fissati in relazione alla diversa destinazione d'uso del territorio, demandando ai comuni il compito di adottare la zonizzazione acustica. Nelle more di approvazione dei piani di zonizzazione acustica da parte dei comuni, il DPCM 01/03/91 ha stabilito all’art. 6 i valori di pressione acustica da rispettare Tabella 3: Limiti di accettabilità provvisori di cui all'art. 6 del DPCM 1/3/91 (LeqA in dB(A)) Limite Zonizzazione Limite diurno Tutto il territorio nazionale 70 60 Zona A (DM 1444/68) (1) 65 55 60 50 70 70 1 Zona B (DM 1444/68) ( ) Zona esclusivamente industriale notturno La legge quadro n. 447 del 1995 definisce l’inquinamento acustico come l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno. All’art. 4, tale legge stabilisce che le Regioni debbano provvedere, tramite leggi, alla definizione dei criteri in base ai quali i Comuni possano provvedere alla classificazione acustica del proprio territorio. I valori limite di emissione, i valori limite assoluti di immissione, i valori di attenzione e di qualità validi per l’ambiente esterno dipendono dalla classificazione acustica del territorio che è di competenza dei comuni e che prevede l’istituzione di 6 zone, da quelle particolarmente protette (parchi, scuole, aree di interesse urbanistico) fino a quelle esclusivamente industriali, con livelli di rumore ammessi via via crescenti; tali limiti sono riportati nel DPCM del 14/11/1997. Il DPCM 14/11/97 indica i valori limite di emissione, i valori limite assoluti di immissione, i valori di attenzione e di qualità validi per l'ambiente esterno, riportati nella tabella 2. Con l’entrata in vigore di tale Decreto, i limiti stabiliti dal DPCM 01/03/1991, vengono sostituiti da quelli riportati nella tabella a seguire; restano in vigore i limiti stabiliti all’art. 6 del DPCM 01/03/1991 di cui alla tabella 20. 1 Zone di cui all’art. 2 del DM 2 aprile 1968 - Zone territoriali omogenee. Sono considerate zone territoriali omogenee, ai sensi e per gli effetti dell'art. 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765: le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestano carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi; le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A): si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore ad 1,5 mc/mq. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 38 Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina Relazione tecnica GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 39 di 43 Tabella 4: valori limite del DPCM 14/11/97 (Leq A in dB(A)) Emissione Classi di destinazione d'uso del territorio I II III IV V VI aree Immissione Qualità diurno notturno diurno notturno diurno notturno (06.00-22.00) (22.00-06.00) (06.00-22.00) (22.00-06.00) (06.00-22.00) (22.00-06.00) 45 35 50 40 47 37 50 40 55 45 52 42 55 45 60 50 57 47 60 50 65 55 62 52 65 55 70 60 67 57 65 65 70 70 70 70 particolarmente protette aree prevalentemente residenziali aree di tipo misto aree ad intensa attività umana aree prevalentemente industriali aree esclusivamente industriali Valori limite di emissione: il valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa; Valore limite di immissione: il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell'ambiente abitativo nell'ambiente esterno, misurato in prossimità dei ricettori; Valori di qualità: i valori di rumore da conseguire nel breve, nel medio e nel lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla legge. Con legge regionale n. 23 del 4-11-1986 e ss.mm.ii., la Regione Basilicata ha disciplinato le “Norme per la tutela contro l’inquinamento atmosferico ed acustico”. La legge da disposizioni per la redazione dei piani regionali di risanamento e prevede l’istituzione del comitato regionale contro l’inquinamento atmosferico (CRIA). In particolare all’art. 9, la stessa legge prevede che il CRIA si occupi di questioni relative all’inquinamento acustico relativo agli ambienti abitativi ed all'ambiente esterno con i compiti di: a) esaminare qualsiasi questione che abbia rilevanza nell' ambito regionale; b) esprimere, a richiesta, parere sui provvedimenti di competenza dei comuni, singoli o associati, o di altra pubblica amministrazione; c) formulare proposte alla Giunta regionale per l' effettuazione di studi, ricerche ed iniziative di interesse regionale nonché per l' esercizio delle funzioni spettanti in materia alla regione. La Regione Basilicata ha predisposto, altresì, le linee guida per la redazione dei piani di zonizzazione acustica ma non sono state ancora approvate. Ad oggi, il comune di Melfi non ha ancora adottato il piano di zonizzazione acustica per il proprio territorio. Pertanto, in ossequio a quanto previsto dal DPCM 01/03/91, si applicano i limiti validi per tutto il territorio nazionale (60dB(A) notturni – 70dB(A) diurni). In definitiva, ai fini della compatibilità acustica si è tenuto conto dei seguenti limiti: • limiti di immissione (pari a 60dB(A) notturni – 70dB(A) diurni); • limiti differenziali (pari a 3dB(A) limite notturno – 5dB(A) limite diurno). È stata fatta un’analisi sommaria della proposta alternativa di progetto dalla quale non si evincono particolari criticità visto le distanze degli aerogeneratori da abitazioni realmente abitate. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 39 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 40 di 43 Effetto delle Ombre Le turbine eoliche, come altre strutture fortemente sviluppate in altezza, proiettano un’ombra sulle aree adiacenti in presenza della luce solare diretta. Per chi vive in tali zone prossime all’insediamento eolico può essere molto fastidioso il cosiddetto fenomeno del “flicker” che consiste in un effetto di lampeggiamento che si verifica quando le pale del rotore in movimento “tagliano” la luce solare in maniera intermittente. Una progettazione attenta a questa problematica permette di evitare questo spiacevole fenomeno semplicemente prevedendo il luogo di incidenza dell’ombra e disponendo le turbine in maniera tale che l’ombra sulle zone sensibili non superi un certo numero di ore all’anno. In Italia, questo fenomeno è meno importante rispetto alle latitudini più settentrionali (come Danimarca, Germania) perché l’altezza media del sole è più elevata e, inversamente, la zona d’influenza è più ridotta. Sono soprattutto le zone situate ad est o ad ovest degli impianti eolici che sono più suscettibili a subire questi fenomeni all’alba ed al tramonto. E’ possibile stimare questi fenomeni tramite degli appositi software. In Italia e nel mondo non esiste alcuna norma o regolamento che regoli questo aspetto a livello nazionale. Come limiti di buona progettazione si assume il rispetto di 100 ore/anno. È stata fatta un’analisi sommaria della proposta progettuale alternativa dalla quale non si evincono particolari criticità visto le distanze degli aerogeneratori da abitazioni realmente abitate. Sicurezza del volo a bassa quota Poiché gli aerogeneratori si caratterizzano per “elementi” con significativo sviluppo verticale, possono costituite un pericolo per la sicurezza dei voli a bassa quota. Sono frequenti, infatti, i casi in cui veicoli ed elicotteri debbano portarsi a quote relativamente basse per poter effettuare la normale attività operativa ed addestrativa. Per la sicurezza dei voli a bassa quota, è necessario che le opere progettate siano: • rese visibili agli equipaggi di volo mediante l’apposizione di una particolare segnaletica; • rappresentate sulle carte aeronautiche utilizzate dagli equipaggi di volo per i voli a bassa quota. Lo Stato Maggiore della Difesa ha approvato la circolare n.146/394/4422 del 9 Agosto 2000, recante “Segnalazione delle opere costituenti ostacolo alla navigazione aerea”. La circolare suddivide gli ostacoli in verticali e lineari, stabilendo a seconda dei casi la tipologia di segnalazione (cromatica e/o luminosa) da prevedere, a seconda di se gli stessi ricadono all’intero o all’esterno del centro urbano. Vengono, altresì, individuati i casi in cui diventa necessaria la rappresentazione cartografica degli ostacoli per aggiornare le carte aeronautiche del territorio nazionale. Il D.M. 20/04/2006 regolamenta le modalità operative da utilizzarsi nelle imposizioni delle limitazioni alla proprietà privata negli intorni degli aeroporti militari. In relazione agli aeroporti civili la competenza all’espressione di nulla osta e pareri spetta all’ENAC il quale nell’apposizione di limitazioni alle costruzioni o nel rilascio di autorizzazioni fa riferimento alla normativa tecnica internazionale civile ICAO – Annesso 14. In ossequi a tale normativa internazionale l’ENAC ha elaborato il Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti e disciplinato ulteriormente le autorizzazioni relative agli impianti eolici con la Circolare del 25/02/2010, definiti ostacoli atipici. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 40 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 41 di 43 Lo Stato Maggiore dell’Aeronautica con la circolare SMA/446G.38.02-36 del 2/12/2010 ha ritenuto di puntualizzare le modalità di valutazione dei progetti di impianti da fonte rinnovabile, definendo gli stessi come ostacoli atipici. Con la circolare citata lo Stato Maggiore ha uniformato le modalità di individuazione delle aree aeroportuali da sottoporre a limitazioni aeronautiche a quanto indicato nell’Annesso 14 ICAO e alla Circolare dell’ENAC sopra richiamata. Con riferimento a quanto riportato nelle circolari richiamate, al fine di garantire la sicurezza del volo a bassa quota, gli aerogeneratori saranno opportunamente muniti di segnalazione luminosa e cromatica. Relativamente alla rappresentazione cartografica degli ostacoli, si provvederà ad inviare al C.I.G.A. – Aeroporto di Pratica di Mare, quanto necessario per permettere la loro rappresentazione cartografica. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 41 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 42 di 43 CONCLUSIONI Considerato il progetto per le sue caratteristiche e per la sua ubicazione, tenendo conto degli elementi indicati nelle prescrizioni del PIEAR della Regione Basilicata e delle indicazioni contenute nelle Linee Guida per la realizzazione di impianti eolici che altre regioni hanno emanato, si possono fare le seguenti conclusioni: In progetto si prevede l’installazione di 7 aerogeneratori; la risorse naturali utilizzate sono il vento e il suolo che si presenta attualmente dedicato esclusivamente ad uso agricolo; la produzione di rifiuti è legata alle normali attività di cantiere mentre in fase di esercizio è minima; non sono presenti attività o impianti tali da far prevedere possibili incidenti atti a procurare danni; non ci sono impatti negativi al patrimonio storico, archeologico ed architettonico. L’alternativa di progetto proposta si presenta coerente con la pianificazione energetica, ambientale e territoriale ai livelli comunitario, nazionale, regionale e comunale; la realizzazione del parco eolico proposto appare coerente con il principio di sviluppo sostenibile e di conservazione delle risorse naturali e sicuramente rappresenta un miglioramento della proposta iniziale sia in termini paesaggistici e ambientali sia in termini generali grazie all’incremento della produzione attesa di energia da fonti rinnovabili. L’intervento ricade solo per il tracciato del cavidotto in aree soggette a vincoli ex D.Lgs 42/2004 in particolare il cavidotto interferirà con il corso d’acqua riportato nell’elenco delle acque pubbliche denominato Vallone Ricocco (censito nell’elenco acque al num. 465) ,non sono soggette a rischio geomorfologico ed insiste su terreni geologicamente stabili e pertanto visto che questa proposta di alternativa di progetto supera integralmente la proposta originaria. In definitiva, si può concludere che l’alternativa di progetto proposta è conforme con le prescrizioni della normativa vigente a livello nazionale e regionale. TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 42 Relazione tecnica Codice Data creazione Data ultima modif. Revisione Pagina GE.MEL01.A9 21/03/2014 21/03/2014 00 43 di 43 ALLEGATI STMG TEN Project srl Via A. De Gasperi 61 - 82018 San Giorgio del Sannio (BN) – p.i. 0146594062 43 Spett.le Terna Spa Viale E. Galbani 70 00156 - Roma RACCOMANDATA A.R. OGGETTO: Richiesta di connessione per un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica da 82,5 MVA nel comune di Melfi (PZ) – cod. identificativo 090003338 - Richiesta suddivisione connessione Il sottoscritto Domenico Colangelo in qualità di amministratore unico della società Breathe Energia in movimento Srl con sede legale in Potenza (PZ) Viale del Basento 114 - c.f. e p.iva 01841500760 PEC [email protected] PREMESSO - che in data 27/12/2013 con Delibera n. 1622 la Regione Basilicata Dipartimento Attività Produttive, politiche dell’impresa, innovazione tecnologica ha autorizzato l’impianto eolico in località Isca della Ricotta per una potenza di 54,4 MW; - che in data 04/12/2012 con Delibera n. 1690 la Regione Basilicata Dipartimento Attività Produttive, politiche dell’impresa, innovazione tecnologica ha preso atto della voltura dell’autorizzazione rilasciata alla Licos Energia srl a favore della Breathe Energia in Movimento srl; - che in data 7/12/2012 con prot. 219362 la Regione Basilicata Dipartimento Attività Produttive, politiche dell’impresa, innovazione tecnologica ha preso atto della variazione della potenza dell’impianto da 54,4 a MW a 51 MW considerandola come variante non sostanziale; Tanto premesso, La Breathe Energia in Movimento srl CHIEDE Lo “spacchettamento” della connessione cod. id. 090003338 e la suddivisione in due pacchetti, rispettivamente da 51 MVA e 31,5 MVA, che saranno così utilizzati. - Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica per una potenza impegnata di 51 MW in agro del comune di Melfi (PZ) in località “Isca della Ricotta” già autorizzato dalla Regione Basilicata con Delibera n. 1622 del 27/11/2012; - Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica in agro del comune di Melfi (PZ) in località Isca della Ricotta - Fg.13 p.lle 18-245-46-56-48-49-242-51-305-306-43-42-39-308-181-182-183-238-167789; - Fg.12 p.lle 77-69-155-154-69-156-157-153-159-151-163-165-166-168-38-40-41; - Fg.21 p.lle 16; - Fg.22 p.lle 136-12-28-27-26-25-24—23-22-21-20-248-1-29-30-31-32-34-35-36-37-38190-191-192-193-204-205-206-207-208-209-5-138-9-69-8-89-96-97-69-70-71-72-73-7475-242—264-79-80-81-82-84-85-86-87-107-108-112-109-110-111-49-48-132-131-130129-128-127-126-125-124-123-122-141-56-153-154-184-185-189; - Fg.28 p.lle 112-120-117-114-115-116; - Fg.27 p.lle 29-26; - Fg.29 p.lle 102-109-2-355-5-347-348-345-346; - Fg.30 p.lle 67-68-70-71-72-73-74-75-76-163-165-77-3-39-40-41-42-43-44-45-46-47-177138-139-31-32-15-164-165-166-83-169-172; - Fg.38 p.lle 11-14-15; - Fg.23 p.lle 450-452-449--451-429-430-431-433-434-436-437-439-440 440-442-443-444-445446-448-57-89-90-91-92-93 93-94-95-96-97-98-99-58-59-60-61-62-63-64-65 65-66-67-68-69-7071-72-73-74-75-76-77-78-79 79-80-81-474-478-479-480-464; - Fg.24 p.lle 255-256-151 151-150-511-265-264-504-28-32-25-54-49-50 50-51-52-53-59-156- 157-158-160-60-19-82-44; - Fg.16 p.lle 32-33-35-110--286-171-172-41-111-113-39-223; A tal uopo, allega alla presente la seguente documentazione: - Modello 1 B per la variazione della connessione; - Distinta del pagamento degli oneri previsti per la variazione della connessione; - Delibera n. 1622 della Regione Basilicata Basilicata Dipartimento Attività Produttive, politiche dell’impresa, innovazione tecnologica; - Delibera n. 1690 della Regione Basilicata Dipartimento Attività Produttive, politiche dell’impresa, innovazione tecnologica; - Nota della Regione Basilicata Ufficio Energia del 7/12/2012 prot. 219362. In attesa di un Vs. riscontro, porgiamo cordiali saluti. Potenza, lì 29/04/2013 L’amministratore Unico Attenzione!! Si precisa che la vostra richiesta potrà essere accolta solo se inviata tramite l’apposito portale MyTerna. A tal fine dovrete registrarvi all’indirizzo: https://myterna.terna.it MODELLO 1b – Richiesta di variazione della connessione alla Rete di Trasmissione Nazionale Il sottoscritto (nome e cognome)…………………………………………………………………. .………………………………………………………..…………………………………………...... nato/a a ……………………………………….……, il ………………..……………………..…, residente in (indirizzo)………………………..………………(Città)…………… (prov. …)……., CAP………………….C.F………………………………..……..,P.I…………………………….., numero telefonico …….………………….………, numero di fax ………………………….…, posta elettronica certificata ………………………………indirizzo ………….………………………………………………………………….……, e-mail in qualità di …………………………………………………………………...……………………. ovvero Breathe Energia in Movimento srl La società /altro (denominazione/ragione sociale)………………………………………….…, del Basento 114 con sede legale in (indirizzo)….via …………………………………………………………….……., 01841500760 Potenza 85100 PZ (Città)…………,(prov.) ………, CAP………………,C.F. ………………………………………, 01841500760 P.I. …………………………………….……………, Indirizzo di fatturazione……………………………………………………………………………, 0972715279 0972715279 numero telefonico …………………………, numero di fax …………………………………...., posta elettronica [email protected] certificata……………………………, ………………………………………, ……………(legale in rappresentante persona o di soggetto indirizzo e-mail Domenico Colangelo …………… in munito dei qualità di necessari amministratore unico poteri)……………………………………………………………………… ……………………….…………………………………………………………………………….. 1 Associazione di categoria: Aiget Assoelettrica Confindustria Aper Anev Assosolare Federutility (Di seguito: il richiedente) Titolare di (Barrare la casella corrispondente compilando i relativi campi) Impianto già connesso x Impianto da connettere, con CODICE PRATICA dell’impianto per cui si richiede la 090003338 variazione: ……………………. Ubicazione dell’impianto (Regione, provincia, comune): Melfi (PZ) - Basilicata ……………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………………….. Tipologia dell’ impianto per cui si richiede la variazione (barrare casella di appartenenza): o impianto di generazione da fonte convenzionale o titolare di impianto cogenerativo ad alto rendimento ox titolare di impianto di generazione da fonte rinnovabile Geotermoelettrico Idroelettrico Fotovoltaico RSU Solare Termodinamico Biomasse x Eolico Centrali ibride Eolico Off-Shore o impianto corrispondente ad unità di consumo; o impianto appartenente a: rete con obbligo di connessione di terzi Cabina Primaria 2 Cabina Primaria di Raccolta merchant line altra rete CHIEDE: (nel caso di impianti già connessi) la modifica della connessione alla RTN dell’impianto (indicare tipologia di impianto e la fonte primaria energetica utilizzata) …………………..… ubicato a ………………………...… (Frazione (o Località) / Comune / Provincia) e con una potenza attuale di kW…….. In particolare chiede le seguenti modifiche: Variazione della potenza ai fini della connessione (indicare nuova potenza) …………… kW e/o Altro (specificare, ad esempio la presenza di altri impianti di produzione connessi mediante lo stesso punto di connessione)………………………. Oppure (nel caso di impianti da connettere) CHIEDE LA VARIAZIONE PER (Barrare la casella corrispondente compilando i relativi campi) x MODIFICA DI POTENZA - Spacchettamento in due impianti da 51 MW e 31,5 MW Nuova Potenza in immissione richiesta (al termine del processo di connessione) (kW): …………………………………………………….. Nuova Potenza nominale (kW): ……………………………………………………………………… Nuova Potenza relativa all’alimentazione dei servizi ausiliari (kW) Nuova Potenza richiesta in prelievo (al termine del processo di connessione) ( kW) Nuova Potenza termica complessiva installata (MW t)1 Descrizione dei gruppi di generazione (caratteristiche, numero e taglia): ………………………………………………………………………………………………………………….. 1 Per impianti termoelettrici. 3 MODIFICA DEI COMUNI INTERESSATI DALL’IMPIANTO Per la localizzazione dell’impianto indicare : - Comune (Prov.)……………………… …………………………………………………….. - Comune (Prov.)…………………………………… …………………………… - Comune (Prov) …………………………………………………………………………….. - Comune (Prov.)……………………………………………………………………………… - Località (eventuale)…………………………………………….. RICHIESTA DI NUOVO SCHEMA DI CONNESSIONE Indicare la motivazione per cui si richiede la nuova soluzione di connessione: ………………………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………. ……………………………………………………………………………………………………….. MODIFICA DELLA TIPOLOGIA IMPIANTO Indicare la nuova tipologia di impianto per il quale si chiede la variazione: ……………………………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………………………….. Per ogni tipologia di variazione, compilare i seguenti campi: Data prevista di avvio dei lavori di realizzazione dell’impianto: 09/2013 Data prevista di fine dei lavori di realizzazione dell’impianto: Data prevista di entrata in esercizio: 12/2013 31/12/2013 DICHIARA 1) di obbligarsi all’osservanza delle norme di cui al Codice di rete, che dichiara di conoscere e di accettare senza alcuna condizione o riserva; 2) di prestare il proprio consenso al trattamento e alla comunicazione a terzi dei suoi dati personali, nel rispetto della normativa vigente; 4 3) (eventuale) di autorizzare Terna a fornire i dati di cui alla presente richiesta ad altri richiedenti o altri gestori di rete ai fini dell’attivazione del coordinamento tra gestori e ai fini dell’eventuale condivisione dell’impianto di rete per la connessione; 4) di impegnarsi a comunicare qualsiasi successiva variazione relativa ai dati e alle informazioni contenuti nella presente richiesta (a titolo esemplificativo, denominazione e/o di titolarità dell'iniziativa in esame; in tale caso, la comunicazione di variazione di titolarità deve essere sottoscritta sia dal precedente che dal nuovo titolare); Asta GSE 5) (eventuale) di voler richiedere i seguenti incentivi previsti dalla normativa….. 6) Destinazione d’uso dell’energia elettrica prelevata ……………………………….…… 7) Destinazione commerciale presuntiva dell’energia elettrica prodotta ………………………………………………………………………………………………... 8) (Eventuale) che l’impianto potrebbe essere condiviso con altri richiedenti (indicare quali) e ai sensi dell’articoli 46 e 47 del D.P.R n. 445/2000, dichiara inoltre: Contratti di locazione 9) di avere la disponibilità, in forza di …………………….(indicare titolo giuridico) del sito oggetto dell’istallazione dell’ impianto di produzione 10) (per gli impianti cogenerativi) di rispettare/non rispettare le condizioni di cui al decreto ministeriale 4 agosto 2011, sulla base dei dati di progetto, evidenziando l’eventuale rispetto o meno della definizione di impianto di cogenerazione ad alto rendimento; 11) (per le centrali ibride) di rispettare/non rispettare le condizioni di cui all’art.8, comma 6, del d.lgs. n.387/03, sulla base dei dati di progetto; 12) di essere legale rappresentante o soggetto munito dei necessari poteri ai fini della presente richiesta di connessione. A tal fine, allega la seguente documentazione: documentazione di cui al Modello 2 “Documentazione da presentare per le Richieste o Modifiche di Connessione alla Rete elettrica di Trasmissione Nazionale” della sezione Modulistica del Codice di rete; copia della disposizione bancaria dell’avvenuto pagamento del corrispettivo pari a 5 - nel caso di variazioni per impianti già connessi, 2.500 euro (IVA esclusa) - nel caso di variazioni per impianti da connettere, 1.250 euro (IVA esclusa) dovuto a Terna e versato su: Banca Popolare di Sondrio IBAN IT90P0569603211000005500X72, SWIFTPOSOIT22 Inserire nella causale di pagamento : Richiesta di modifica eolico ………………….…….. di potenza (spacchettamento) …………….………. relativo all’impianto (tipo di impianto, di potenza espressa in kW) situato a 090003338 Melfi (PZ) - codice identificativo …………………………………………………….…………………... (Comune / Provincia) - Codice CRO - Documentazione progettuale degli interventi previsti secondo le indicazioni della norma CEI 0-2. - Piano particellare dell’opera per evidenziare le proprietà dei terreni sui quali l’impianto è destinato a insistere. - Certificazione antimafia ai sensi del d.P.R. n. 252/98. - (Solo nel caso di impianti appartenenti a reti con obbligo di connessione di terzi) Schema di rete da collegare alla RTN con le indicazioni di eventuali altri collegamenti della stessa alla RTN già esistenti, delle interconnessioni con altre reti con obbligo di connessione di terzi non RTN e delle connessioni ad altre reti di soggetti terzi. - Schema unifilare, firmato da tecnico abilitato, relativo alla parte di impianto allo stesso livello della tensione di consegna, ivi compresi i trasformatori dal livello della tensione di consegna ad altri livelli di tensione nonché i dispositivi rilevanti ai fini della connessione (dispositivo generale, di interfaccia, di generatore; punti di misura di produzione e di scambio) a prescindere dal livello di tensione a cui detti dispositivi e punti di misura appartengono. - Eventuale proposta del tipo di schema di collegamento alla RTN ed eventuali esigenze tecniche dell’utente che possano influire sulla definizione della soluzione di connessione. - Mappa in scala 1:200.000 con indicazione dell’area interessata dall’iniziativa. 6 - (Solo nel caso di impianti di generazione o corrispondenti ad unità di consumo) mappa in scala 1:50.000 ovvero 1:25.000 con individuazione puntuale del sito / dei siti dell’impianto. - (nel caso di Richiesta di Modifica della Connessione di impianti già connessi), la descrizione delle modifiche proposte e lo schema attuale di collegamento alla rete. - (Nel caso di impianti cogenerativi) una comunicazione analoga a quella di cui all’articolo 8, comma 2, del decreto ministeriale 5 settembre 2011, sulla base dei dati di progetto dell’impianto o delle sezioni che lo costituiscono. (eventuale) Il richiedente delega (indicare gli estremi identificativi del soggetto delegato) ad agire in suo nome e conto riguardo agli aspetti tecnici relativi alla connessione. 29/04/2013 Data………… Il Richiedente ………………………………………….. 7 BREATHE ENERGIA IN MOVIMENTO S.R.L. Data Stampa 30.04.2013 www.bancodinapoli.it Conto 1000/4495 - Potenza Bonifico Europeo Unico effettuato Tipologia Bonifico Europeo Unico Numero ordine di pagamento 5Y61120130424BOSEP122333142 Data ordine 24/04/2013 Conto corrente di addebito 1000/4495 Ordinante Breathe Energia In Movimento S.R.L. Beneficiario Terna Spa IBAN IT90P0569603211000005500X72 BIC/SWIFT POSOIT22ROM Banca BANCA POPOLARE DI SONDRIO SCPA Data contabile ordinante 24/04/2013 Data valuta ordinante 24/04/2013 TRN 0101077530735807480420004200IT Data regolamento 25/04/2013 Descrizione RICHIESTA DI MODIFICA DI POTENZA(SPACCHETTAMENTO)RELATIVO ALL'IMPIANTO EOLICO SITUATO A MELFI(PZ),COD.IDENTIFICATIVO 090003338 Debitore effettivo Creditore effettivo Identificativo bonifico Tipologia Importo 1.513,00 Commissioni 4,50 Totale operazione 1.517,50 Pagina 1 di 1
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