Rassegna Stampa Pon Sicurezza 16 – 22 giugno 2014

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Lunedì 16 Giugno 2014
Cronaca / Cronaca
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Pietro Grasso alla giornata antiracket della Federico II
Le vittime di estorsione nel procedimento
penale -video
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di Redazione
PON Sicurezza
13/06/2014,
19:59 | Cremlino: "Le
truppe ucraine hanno
invaso i nostri confini"
09:46 | Allerta meteo nel
Sud Italia: rischio
idrogeologico in 4 regioni
09/06/2014, 21:21 | Lo
scrittore Erri De Luca
rinviato a giudizio per la
No Tav
08/01/2014, 16:43 | 'Una
spiaggia per nudisti a
Paestum' -video
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NAPOLI - La Federazione antiracket
italiana (FAI), in collaborazione con
l'Università Federico II, ha promosso
una giornata di studio sul tema "le
vittime di estorsione nel procedimento
penale", nell'ambito del Programma
Operativo Nazionale Sicurezza (Pon)
Sicurezza. Riflessioni e proposte
aventi l'obiettivo di rafforzare la
posizione delle vittime del racket nei
procedimenti penali hanno avuto come punto di partenza l'intensa attività processuale svolta dalle
associazioni antiracket a Napoli e in Campania. Ad
aprire i lavori, nell'aula Pessina della facoltà di
Giurisprudenza, il rettore dell'ateneo federiciano
Massimo Marrelli, che ha definito "problematiche di
rilevanza collettiva" quelle relative alla piaga
dell'usura, evidenziando l'importanza di attenersi al
principio etico del "rifiuto di logiche opportunistiche"
e di favorire processi di emulazione di quegli
i"imprenditori coraggio" che denunciano gli episodi
di taglieggiamento subiti. Tra i partecipanti al convegno il commissario
straordinario antiracket, Elisabetta Belgiorno, il
procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni
Colangelo, e il presidente della FAI, Pietro Grasso, che ha fatto riferimento all'esempio virtuoso di
Ercolano, considerato un modello da esportare per le modalità di contrasto alla piaga dell'usura. Ha concluso l'incontro l'intervento del presidente del Senato, Pietro Grasso, ex magistrato da sempre in
prima linea nella lotta al fenomeno estorsivo.
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15/06/2014, 10:56 | Salvini:
"Accordo con Renzi su
riforma Senato e Titolo V"
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Lecce, riparte dal cielo
la caccia ai rifiuti radioattivi
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Scacco a clan Scu 32
arresti a Taranto
di MAURO CIARDO Arriva sui cieli del Salento un «superelicottero» per la mappatura di
eventuali emissioni radioattive dai rifiuti interrati. Negli ultimi giorni - e
segnatamente nel fine settimana - molti salentini, soprattutto nel Nord
Salento e nell’area del Capo di Leuca, hanno visto sorvolare sulle
proprie teste un elicottero di colore giallo con un’insolita appendice
dotata di sensori ad alta definizione come il magnetometro e lo
spettrometrometro gamma-ray. Si tratta di un mezzo di proprietà della
società «Helica» di Udine, incaricata dal Ministero dell’Ambiente di
effettuare un controllo su quattro regioni italiane, Campania, Calabria, P
u gl i a e Sicilia, nell’ambito del Pon Sicurezza che prevede il
monitoraggio dell’impatto sull’ecosistema dovuto a reati ambientali, allo scopo di individuare fonti di
radiazioni e di inquinamento del territorio.
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cassa. È polemica La
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Un «ritorno», visto che l’insolita presenza era stata segnalata anche sul finire dello scorso gennaio nella
zona di Supersano. Il costo complessivo dell’operazione ammonta a otto milioni e 600mila euro e quella di
queste ore è la fase conclusiva del progetto, che ha visto il velivolo impiegare un sensore a raggi gamma
in grado di tracciare dall’alto una mappa a maglia del territorio sottoposto a screening, rilevando sia le
radiazioni generate da fonti naturali che quelle determinate da depositi clandestini di rifiuti. Tecnicamente,
il metodo utilizzato è quello dell’«airborne magnetico», cioè un sistema che mette in evidenza la variazione
della “suscettività” magnetica causata da cambiamenti nel contenuto di magnetite della roccia.
Taranto Nata dopo
lunga odissea
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nomi degli ammessi
Accanto a questo ci sono indagini di ampiezza dello spettro dei raggi gamma che misurano il valore dei
radioelementi naturali come potassio, torio e uranio. Altri parametri utilizzati sono quelli della conducibilità,
della densità e della concentrazione dell’elemento radioat tivo. I dati elaborati saranno trasmessi alla fine
all’Arpa regionale e non è escluso che possano essere utilizzati anche dalle forze dell’ordine impegnate in
questi mesi nella maxi inchiesta sul tombamento di rifiuti industriali, condotta dalla procura della Repubblica
di Lecce, che ha già visto il sequestro di diversi siti e il sorvolo di un’area a sud-ovest della provincia.
17 GIUGNO 2014
Gioco d'azzardo scatta
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Rifiuti nascosti, elicottero in volo
sul Salento in cerca di radiazioni
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Il mezo inviato dal ministero dell'Ambiente sta completando lo screening del territorio che
consentirà di individuare fonti radioattive tra cui discariceh abusive di rifiuti pericolosi. Un elicottero dotato di spettrometro sorvola da alcuni giorni il Salento: si tratta di un mezzo incaricato
dal ministero dell’Ambiente a captare le radiazioni emesse nell'aria da fonti naturali e da inquinanti
pericolosi contenuti nelle discariche abusive. L'elicottero, di colore giallo, trasporta complesse
attrezzature di rilevamento tra cui un magnetometro ed un spettrometro a raggi gamma ed è stato
avvistato negli ultimi giorni tra Calimera, Cavallino, Melendugno e Vernole; nelle scorse settimane ha
fatto tappa anche nel Sud Salento e nei comuni a Nord di Lecce. Il monitoraggio - che interessa oltre alla Puglia, anche Campania e Calabria - è finanziato con otto
milioni e 600mila euro derivanti dal Pon Sicurezza. In queste settimane l'elicottero è alla fase finale del
suo lavoro: attraverso un sensore a raggi gamma sta completando lo screening del territorio che sarà
consegnato all' Arpa Puglia.
I dati raccolti potrebbero contenere elementi preziosi per l'inchiesta sui rifiuti tombati illegalmente che
sta portando avanti la Procura di Lecce.
Foto di Gianluca Maggiore
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TAG: elicottero, rifiuti, ministero dell'ambiente, calimera, radazioni,
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La Marina militare scansiona i
fondali del porto: forse individuati
nuovi ordigni bellici
Potrebbero annidarsi anche degli ordigni bellici fra i 18 corpi estranei
rilevati in questi giorni sui fondali di Brindisi da una squadra della Marina
Militare impegnata nel Pon "Sicurezza per lo sviluppo": progetto
finalizzato a migliorare la sicurezza delle acque portuali delle regioni
meridionali strette nella morsa delle organizzazioni criminali
Gianluca Greco ∙ 18 Giugno 2014
BRINDISI – Potrebbero annidarsi anche degli ordigni bellici
fra i 18 corpi estranei rilevati in questi giorni
sui fondali di Brindisi, da una squadra della Marina Militare
impegnata nel Pon “Sicurezza per lo sviluppo”: progetto
finalizzato a migliorare la sicurezza delle acque portuali delle
regioni meridionali strette nella morsa delle organizzazioni
criminali (Puglia, Campania, Calabria e Sicilia). Tale obiettivo
viene raggiunto attraverso un’attività di controllo, monitoraggio e
mappatura dei fondali portuali e costieri, l’identificazione e
rimozione degli oggetti non riconducibili all’ambiente marino e
la realizzazione di un database dei fondali.
I costi di questo intervento sono coperti per il 50% con risorse provenienti dal Fondo europeo di
sviluppo regionale e per il restante 50 % con fondi nazionali assegnati al ministero degli Interni. La
squadra specializzata della Marina militare è arrivata a Brindisi martedì, dopo aver mappato e
bonificato i porti di Bari e Taranto. Una dimostrazione del lavoro svolto dai militari è stata fornita
stamani nello specchio d’acqua del Seno di Ponente antistante al castello Svevo, a margine di una
conferenza in cui sono stati illustrati i dettagli del piano, dall’ammiraglio di squadra Ermenegildo
Ugazzi, comandante della Marina Sud, dal capitano di vascello Francesco Giangregorio, capo
ufficio Servizi di presidio, e dal tenente di vascello Mirko Leonzio, capo del Nucleo Sdai (Servizio
Difesa Antimezzi Insidiosi).
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Ma prima di entrare nel dettaglio delle attività che fino a venerdì verranno espletate a Brindisi, è
opportuno descrivere le caratteristiche dei mezzi e degli strumenti di cui si serve in nucleo Sdai.
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Come qualcuno avrà
potuto notare
passeggiando fra
martedì e mercoledì sul
lungomare Regina
Margherita, le acque del
porto interno sono state
solcate in questi giorni
da un gommone a
cinghia rigida, l’Uss 10,
in grado di muoversi
autonomamente su
percorsi prepianificati o
in telecomando. Il mezzo,
equipaggiato con doppio
Side Scan sonar (a
scafo più rimorchiato),
ecoscandaglio e
telecamera, consente l’identificazione degli aggetti sui fondali marini senza che si debba
immergere un operatore, il cui impiego è soggetto a costi maggiori, rischi e tempi più lunghi e
viene riservato per particolari tipologie di operazioni. Il sistema è dotato di appositi bracci
manipolatori con i quali poter rimuovere piccoli oggetti ed effettuare operazioni subacquee
altrimenti eseguibili solo con un operatore umano.
Vi sono poi altri due sistemi utilizzati per la scansione dei fondali: Il Remus 100 (costato al
ministero circa 400mila euro), una sorta di siluro operativo fino a 100 metri di profondità, in grado
di condurre operazioni subacquee autonome su percorso pre-programmato adattativo, rilevando
con i propri sensori immagini acustiche dettagliate del fondale e la presenza eventuale di agenti
inquinanti; il Pluto plus con radioboa (costato al ministero circa 800mila euro), sistema semiautonomo costituito da un veicolo subacqueo dotato di sona e telecamera, il quale è controllato in
remoto da una stazione di controllo cui è connesso con un link radio attraverso una boa
rimorchiata, consentendo anche in questo caso l’identificazione di oggetti marini senza il ricorso a
un operatore umano.
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A Brindisi, le attività
sono state espletate: nel
porto interno, fra la
banchina centrale e la
dogana; nel porto medio,
fra il castello Alfonsino e
l’isola di Sant’Andrea;
nel porto esterno, fra le
località Punta Lunga e
Punta Sant’Andrea.
Come detto, al momento
sono stati rilevati 18
oggetti estranei
all'ambiente marino.
Alcuni di questi, in
particolar modo quelli individuati a ridosso della diga di Punta Riso, potrebbero essere dei
residuati bellici. Se così dovesse essere, il nucleo Sdai, di concerto con la Capitaneria di porto,
può immediatamente intervenire per bonificare la zona. Ma per definire una mappatura completa
dei fondali occorreranno dei giorni. I dati verranno poi trasmessi al ministero degli Interni, che a
sua volta li girerà agli enti locali.
101203
Tali sistemi sono controllati a distanza attraverso un sistema containerizzato di comando e
controllo: una stazione dalla quale vengono supportate le operazioni in mare. Tutti questi apparati
servono dunque ad individuare oggetti estranei ai fondali o non segnalati nei database. Potrebbe
quindi trattarsi di ordigni bellici, ostacoli pericolosi per la navigazione, carcasse di automobili,
relitti e altri tipi di oggetti. E’ la Capitaneria di porto dell’area in cui si opera a indicare le zone in
cui concentrare i
controlli.
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Le autorità civili e militari presenti alla conferenza stampa hanno mostrato grande interesse nei
confronti di questo progetto. Il presidente dell’Autorità portuale, Hercules Haralambides, ha in
particolar modo lanciato la proposta di una partnership fra la Marina Militare e l’Authority per
l’utilizzo di tali sistemi anche a ridosso delle banchine destinate a traghetti e navi. Ma si tratta,
almeno per il momento, solo di un’idea abbozzata durante la presentazione del programma. (Le
foto sono di Gianni Di Campi)
IL SISTEMA DI CONTROLLO E MONITORAGGIO DEL PORTO
porto
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Enel: legno
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"ecosotenibili". Fine
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CANALI
Non soldi sporchi
ma il risarcimento
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Politica | Cronaca | Economia e finanza | Dal mondo | Provincia | Istruzione e lavoro | Cyber, scienza e gossip | Cultura e tempo libero | Salute e benessere | Sport | Editoriali 18/06/2014, 12:35 | Mercato Napoli, De Laurentiis avrebbe fissa
Mercoledì 18 Giugno 2014
Un’altra conferma alle inchieste della Julie. Anche la redazione di Repubblica Napoli si è accorta degli scandali del consiglio regionale della
Campania. Un articolo a firma di Ottavio Lucarelli ricalca i contenuti degli approfondimenti della redazione di Julie Italia. In consiglio
regionale 56 indagati su 61.
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Pietro Grasso alla giornata antiracket della Federico II
Le vittime di estorsione nel procedimento
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13/06/2014,
19:59 | Cremlino: "Le
truppe ucraine hanno
invaso i nostri confini"
16/06/2014, 09:46 | Allerta
meteo nel Sud Italia:
rischio idrogeologico in 4
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08/01/2014, 16:43 | 'Una
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15/06/2014, 10:56 | Salvini:
"Accordo con Renzi su
riforma Senato e Titolo V"
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16/06/2014,
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10/06/2014, 13:58 | 15
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rifanno gli ingressi alla città della Ss. 115
L’Anas conferma, si rifanno gli ingressi alla città della Ss. 115
21 giugno, 2014 - 7:28 | Add a Comment
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Il sindaco Pasquale Amato e il vicesindaco
Daniele Balistreri sono tornati a Roma per
rendere operativi alcuni punti già abbozzati nel
viaggio della settimana scorsa. Nell’incontro al
ministero delle Infrastrutture, alla presenza del
direttore generale dell’Anas Di Bennardo,
l’Amministrazione è riuscita a ottenere quanto
richiesto, relativamente alla messa in sicurezza
della variante dal bivio di Marina di Palma fino a
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quello per Licata. L’Anas aveva proposto la
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realizzazione di due rotatorie, al bivio del cimitero e
a quello per Licata. L’Amministrazione ha
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sostenuto, invece, quanto era emerso nell’incontro di martedì con gli abitanti e i commercianti le cui attività
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sono dislocate sulla Strada Statale 115 ovvero quello di realizzare quattro rotatorie, con lo scopo di garantire
maggiore sicurezza e di permettere la visualizzazione delle insegne delle attività commerciali e produttive
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presenti, a coloro che percorrono la strada. La proposta è stata accolta ed entro la fine del 2014 sarà
presentato il progetto che sarà finanziato come opera di manutenzione straordinaria con la somma, già
stanziata, di quasi 5 milioni euro. L’inizio dei lavori è previsto nel 2015.
Altra richiesta è stata quella della sistemazione della strada statale 115 dal bivio di Gaffe a Licata. Qui il
ministero delle Infrastrutture e l’Anas predisporranno, entro il 10 luglio, l’impegno di spesa per un
ammontare di quasi 20 milioni di euro. Il progetto c’è già: l’inizio dei lavori è, comunque, previsto per la fine
del 2015 o al massimo nei primi mesi del 2016. Un’altra richiesta avanzata da Amato e Balistreri è stata la
riapertura della strada provinciale 123 per Campobello di Licata. Qui, però, trattandosi di una strada
provinciale, necessario è l’intervento della Regione. Per questa ragione ieri pomeriggio il Sindaco Amato si
è incontrato con il Presidente della Regione Rosario Crocetta, affinché venga inserito, all’interno della
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programmazione regionale, questo progetto e altre opere di urbanizzazione all’interno del paese. La
successiva tappa del tour romano è stata al Ministero degli Interni dove i due sono stati ricevuti dal Capo
della Segreteria e dal dirigente del Pon sicurezza, Caputo, per presentare un piano di opere di
urbanizzazione che siano il volano per contrastare la criminalità e l’illegalità.
L. A.
Archiviato in: EVENTI, Palma di Montechiaro, POLITICA, PRIMO PIANO, Provincia
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Scritto da Redazione
22-06-2014
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Inserito da Giovanni Giannone il 22 giugno 2014 at 14:07
Attualità
Elicottero alla ricerca di rifiuti
radioattivi pericolosi nel ragusano
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Akademy Campus
Molti ragusani oggi
hanno puntato lo
sguardo all’insù per
guardare un elicottero
giallo che volava a
bassa quota con
attaccato uno strano
“aggeggio”. Il velivolo ha
sorvolato con insistenza
Scicli, tra le 12:30 e le
14:30. Sappiamo che
molti sono curiosi di
sapere di cosa si tratta.
Molti i lettori che hanno
scritto alla nostra
redazione per segnalarci
lo “strano elicottero”.
Ebbene: si tratta di un
elicottero della “Helica”, azienda di telerilevamento aereo specializzata nella misurazione di
parametri fisici e geochimici del suolo terrestre, che per il ministero dell’Ambiente è impegnata in
una attività di monitoraggio in alcune zone del Sud Italia.
Di fronte alla probabilità non remota di una totale aggressione perpetrata da parte di individui senza
scrupoli ai danni dell’ambiente e della salute delle persone, appare chiara la necessità di
monitorare attentamente l’ambiente alla ricerca di situazioni sulle quali intervenire per
salvaguardare l’incolumità dei cittadini e la purezza del paesaggio.
Soltanto quando la mappa verrà analizzata dagli esperti dell’Agenzia Regionale per la Protezione
dell’Ambiente si potrà ottenere un quadro chiaro e preciso dello stato di salute del territorio e degli
eventuali rischi per la popolazione residente.
Compito del velivolo giallo è quello di mappare il territorio e di scandagliare il sottosuolo di cave
dismesse e misurare eventuali emissioni radioattive di metalli e gas. I dati raccolti permetteranno
di capire se queste aree sono state riempite in maniera illegale o se sono ancora utilizzate per
smaltire abusivamente rifiuti o sostanze tossiche. Il velivolo è dotato di sensori, in grado per
esempio di captare ogni tipo di radiazione, sia quella che potrebbe essere generata da fonti
naturali oppure quella determinata di depositi illegali di rifiuti.
Gli elicotteri dell’azienda «Helica», dotati di un sistema laserscan (LiDAR), stanno scansionando
un’area di 4.000 chilometri quadrati in alcune province della Campania, Sicilia, Calabria e Puglia.
PON Sicurezza
A Scicli in via Belfiore,9
101203
L’elicottero che sta eseguendo le indagini trasporta con sé, come si vede in modo chiaro nella foto
scattata poco fa a Scicli, un sensore a raggi gamma che dall’alto traccia una mappa (a maglia)
del territorio, rilevando ogni tipo di radiazione, sia quella generata da cause naturali sia quella
dovuta alla presenza di discariche clandestine di rifiuti.
Un'estate alternativa per i più piccoli. I
bambini saranno seguiti da uno staff di
animatori/istruttori. Tante e varie attività:
nuoto, animazioni, giochi sulla spiaggia
dance party. Per info: Akademy, viale dei
Fiori, Scicli - 338 19 51 991 - 393 32 01
251- [email protected]
Codice abbonamento:
L’operazione è resa possibili grazie ai finanziamenti europei nell’ambito del PON SICUREZZA che
prevede un fondo complessivo di 8 milioni e 600 mila euro per l’intervento di “monitoraggio
dell’impatto ambientale dovuto a reati ambientali”.