COME MIGLIORARE IL RATING BANCARIO DELLA PROPRIA IMPRESA Azioni e strumenti per ottimizzare il rapporto con la banca Reggio Emilia, 30 Ottobre 2014 GESTIRE IL PROPRIO RATING BANCARIO PER AMPLIARE L’ACCESSO AL CREDITO: LE AZIONI CHE L’IMPRESA PUO’ INTRAPRENDERE Agenda Il Rating Bancario Come le banche «leggono» l’impresa Fattori quantitativi: gli indici e le leve per migliorare il rating bancario Fattori qualitativi: informazioni a supporto dell’attribuzione del rating 3 Rating bancario Il rating è il giudizio espresso da una banca sulla probabilità che un’impresa, affidata o richiedente un affidamento, sia solvibile, in grado, quindi, di restituire il denaro preso in prestito. Migliore è il “punteggio” assegnato all’azienda, maggiore sono le possibilità che l’impresa acceda al finanziamento e spunti condizioni di maggior favore, pagando tassi di interesse inferiori. 4 Rating bancario Strumento di valutazione bancaria sintetica che raggruppa tutte le informazioni oggettive a disposizione della Banca ma che non incorpora quel corredo informativo che si può recepire conoscendo a fondo il cliente e il suo business 5 Occorre essere tra i selezionati 6 Rating bancario I modelli di rating utilizzati dalle banche tengono conto: Fattori quantitativi (bilancio e business plan) Fattori qualitativi sulla natura e tipologia di gestione e business Valutazione andamentale È fondamentale per l’impresa comprendere le logiche alla base del sistema di monitoraggio del rischio della singola banca, nonché procurarsi adeguati strumenti di consulenza, anche per «pilotare» la richiesta di fido verso gli istituti più sensibili ai punti di forza dell’affidata. Chiedere il proprio rating 7 Esempio: aspetti analizzati dalla banca Fattori di analisi Aspetti Peso del Fattore Peso dell’Aspetto 40% Analisi quantitativa Variabili discriminanti (indici di bilancio + altre) 100% Analisi di qualità dei bilanci Qualità dei bilanci 70% Certificazione dei bilanci 30% Management ed organizzazione interna 50% Andamento della relazione 25% Dati di ritorno della Centrale Rischi 25% Analisi del rischio per attività/area 30% Mercato 20% Concorrenza 20% Stabilità/Ciclicità settoriale 30% Indici di settore 50% Posizione competitiva (es. quota di mercato) 50% Analisi qualitativa Analisi del settore e dell’area territoriale Analisi di benchmarking 10% 25% 15% 10% 100% 8 Primo passo: conoscenza della propria situazione 9 E’ una questione (anche) di prospettiva! 10 Principali indici valutati dalla Banca 11 Fattori quantitativi Cruscotto 12 Fattori quantitativi 13 ROS Fatto 100 il fatturato il Ros esprime quanto reddito operativo la società ha prodotto. ROT Fatto 100 il capitale investito il Rot esprime quanto fatturato la società produce. ROCE Fatto 100 il capitale investito netto (attivo fisso + attivo corrente – debiti correnti) il ROCE esprime il reddito operativo che la società produce, può essere visto come il tasso di interesse che si ottiene investendo nella società e che servirà Fattori quantitativi L’indebitamento massimo sostenibile nella visione delle banche Se il debito finanziario attuale rispetta almeno due criteri su tre potrebbe essere sostenibile. 14 Fattori quantitativi 1) • • i) ii) CONTROLLARE L’INDICE DI INDEBITAMENTO E RIESPRIMERLO EXTRACONTABILMENTE: PFN / PATRIMONIO NETTO RIESPRESSIONE DEL PATRIMONIO NETTO A VALORI DI MERCATO RIESPOSIZIONE DEL PN «SOSTANZIALE»: L’indice migliora se: si allocano correttamente le poste di PN «sostanziale» (es. finanziamento soci non occasionale; prestiti subordinati; ecc.) si estinguono garanzie «collaterali» (permanenti) e si attuano apporti a Patrimonio Netto 15 Fattori quantitativi 2) FORNIRE INDICI CHE LA BANCA NON PUO’ CALCOLARE DAL BILANCIO 16 Fattori quantitativi 2) FORNIRE INDICI CHE LA BANCA NON PUO’ CALCOLARE DAL BILANCIO Ebitdar Canoni leasing Ebitda 158 (2.000) (1.842) 0,3% -3,6% -3,3% 8.254 (2.200) 6.054 9,6% -2,6% 7,0% 16.832 (2.500) 14.332 13,5% -2,0% 11,5% 14.831 (500) 14.331 Acc.to perdite su crediti Amm.ti materiali Amm.ti immateriali Totale ammortamenti e accantonamenti Reddito Operativo (Ebit) (110) (7.456) (569) (8.135) (9.977) -0,2% -13,3% -1,0% -14,5% -17,8% (32) (7.019) (521) (7.572) (1.518) 0,0% -8,2% -0,6% -8,8% -1,8% (43) (6.784) (445) (7.272) 7.060 0,0% -5,4% -0,4% -5,8% 5,7% 0 (3.015) 0 (3.015) 11.316 Oneri finanziari Proventi finanziari Altri oneri finanziari -2,0% 0,4% 0,0% -1,6% (914) 158 (267) (1.023) -1,1% 0,2% -0,3% -1,2% (1.253) 138 (513) (1.628) -1,0% 0,1% -0,4% -1,3% (1.465) 109 Gestione finanziaria (1.146) 243 0 (903) Gestione cambi realizzata Gestione cambi non realizzata Gestione cambi (20) (20) (40) 0,0% 0,0% -0,1% 1.125 200 1.325 1,3% 0,2% 1,5% (285) (400) (685) -0,2% -0,3% -0,5% 75 10 85 Gestione straordinaria Risultato lordo imposte 1.290 (9.590) (279) 2.847 (7.022) 2,3% -17,1% -0,5% 5,1% -12,5% (7) (2.548) (801) 326 (3.023) 0,0% -3,0% -0,9% 0,4% -3,5% (552) 4.880 (1.755) (860) 2.265 -0,4% 3,9% -1,4% -0,7% 1,8% (139) 9.821 0 0 9.821 Imposte correnti Imposte anticipate e differite Risultatato netto 17 (1.356) Grado di solvibilità e reddittività 3) MONITORARE ED EVIDENZIARE GLI INDICI DI BILANCIO i. EBITDAR = EBITDA + COSTI DI LEASING ii. AUTOFINANZIAMENTO GESTIONALE: RISULTATO NETTO + AMMORTAMENTI iii. CASH FLOW: CASH IS KING iv. GRADO DI COPERTURA DEGLI ONERI FINANZIARI -> MOL / ONERI FINANZIARI: In termini generali, si assume che l’azienda sia in una situazione critica quando questo indice è inferiore a 2. 18 Grado di solvibilità e reddittività 3) (segue) MONITORARE ED EVIDENZIARE GLI INDICI DI BILANCIO v. GRADO DI COPERTURA DEL DEBITO (DSCR) = FLUSSO DI CASSA OPERATIVO (ONERI FINANZIARI + RIMBORSO DEL DEBITO) Il DSCR migliora se: i) il rimborso del debito è strutturato in maniera tale da essere coperto dai flussi di cassa operativi (tramite riscadenziazione, ristrutturazione, ecc.) vi. GESTIONE DEL ROI: Un’impresa indebitata può aumentare la propria redditività finale (ROE), aumentando la sua posizione debitoria a patto che i benefici derivanti dal maggiore debito compensino i costi. ROI > i vii. COMPARAZIONE INDICI SOCIETA’ CONCORRENTI 19 Grado di indebitamento 4) OPERARE SULLA RIDUZIONE DEL CAPITALE INVESTITO NETTO A FINE ANNO 20 Fattori quantitativi 4) (segue) OPERARE SULLA RIDUZIONE DEL CAPITALE INVESTITO NETTO A FINE ANNO CIN = Capitale Fisso Netto + CCN complessivo A maggiori valori di CIN, corrisponderà una necessità di maggiori fonti finanziarie (PN o PFN) con riflessi negativi sulla redditività dell’azienda se l’azienda non produce maggior EBIT. 21 Fattori quantitativi 4) (segue) OPERARE SULLA RIDUZIONE DEL CAPITALE INVESTITO NETTO A FINE ANNO i) PIANIFICAZIONE DEI PAGAMENTI E DEGLI INCASSI AL 31 DICEMBRE ii) OPERAZIONI DI «WINDOW DRESSING» iii) GESTIONE DEL MAGAZZINO iv) CESSIONE PRO SOLUTO CREDITI IVA, D’IMPOSTA, VERSO PA v) LIQUIDAZIONE COMPENSI AMMINISTRATORI 22 Fattori quantitativi 4) (segue) OPERARE SULLA RIDUZIONE DEL CAPITALE INVESTITO NETTO A FINE ANNO Il Working Capital è una delle poche aree rimaste che possano produrre una significativa liquidità in un periodo relativamente breve senza un programma di ristrutturazione invasivo e strutturale 23 Fattori quantitativi 4) OPERARE SULLA RIDUZIONE DEL CAPITALE INVESTITO NETTO A FINE ANNO (segue) 24 Fattori quantitativi 5) RIESPRIMERE IL PATRIMONIO NETTO TANGIBILE A VALORI CORRENTI: PN TANGIBILE = PATRIMONIO NETTO – ATTIVITA’ IMMATERIALI i) CAPITALIZZAZIONE DI COSTI ESTERNI VS COSTI INTERNI ii) CAPITALIZZAZIONI R&D vs ONERI PLURIENNALI iii) RIESPOSIZIONE DEI VALORI DI MERCATO DI BREVETTI E R&D AFFINCHE’ SIANO INCLUSI NEL PATRIMONIO NETTO TANGIBILE iv) FORNIRE INFORMAZIONI QUANTITATIVE (IMPAIRMENT TEST) SU AVVIAMENTO 25 Fattori quantitativi 5) (segue) RIESPRIMERE IL PATRIMONIO NETTO TANGIBILE: PN – ATTIVITA’ IMMATERIALI v) RIESPOSIZIONE DEI CONTRATTI DI LEASING (vantaggio quando ammortamento è superiore alla durata) -> attenzione a PFN Costo storico Valore finanziato Ammortamento Durata leasing I anno II anno III anno IV anno V anno VI anno VII anno 100 100 7 anni 5 anni Maggior valore cespiti 100 86 71 57 43 29 14 0 Maggiori debiti Effetto a finanziari (a lungo) Patrimonio Netto (100) 0 (80) 6 (60) 11 (40) 17 (20) 23 0 29 0 14 0 0 26 Fattori quantitativi 6) RIVALUTARE LA COMPOSIZIONE DEL DEBITO SPOSTARE A MEDIO TERMINE I DEBITI A BREVE (EFFETTI POSITIVI ANCHE SUI COSTI FINANZIARI) L’ATTIVO IMMOBILIZZATO DEVE ESSERE COPERTO DA PN + DEBITI LUNGO PERIODO Bene Soddisfacente Male > 1 con PN > 70% delle Fonti >1 <1 27 Aspetti qualitativi La Banca valuta la capacità dell’azienda di adottare scelte strategiche coerenti ponendo attenzione, in particolare: • settore e “storia” dell’azienda; • tipo di governance; • organizzazione aziendale; • esistenza delle funzioni di controllo di gestione e di pianificazione pluriennale. Incidono poco sul modello di rating, però possono concorrere a far maturare la decisione di affidare l’impresa, specie se essa vive un periodo di difficoltà o è impegnata nel “passaggio generazionale” o sta affrontando operazioni straordinarie di ristrutturazione o sviluppo. Cosa fare: organizzare ed implementare le funzioni di controllo della gestione, di tesoreria, della pianificazione finanziaria, finanche orientata alla predisposizione di un business plan. 28 Posizionamento competitivo Confronto andamento mercato - andamento Alfa 89.293 7.800 7.600 7.400 7.200 7.000 6.800 6.600 6.400 6.200 6.000 5.800 5.600 90.000 86.783 7.558 82.657 88.000 86.000 6.898 84.000 82.000 6.347 80.000 78.000 2013 2012 TOTALE MERCATO 29 2011 Società Alfa Ricapitolando 1. PIANIFICAZIONE FINANZIARIA INDEBITAMENTO PER PREVEDERE 2. SVILUPPARE UN DIALOGO CONTINUATIVO E PERIODICO CON LA BANCA (CRUSCOTTI PERIODICI) 3. GESTIRE IL CAPITALE CIRCOLANTE NETTO IN CORSO D’ANNO E A FINE PERIODO 4. ALLUNGAMENTO DEL DEBITO FINANZIARIO 5. SIMULAZIONI – ANALISI DI SENSITIVITA’ PER LA VALUTAZIONE DELLA LEVA FINANZIARIA 6. STRUMENTI FINANZIARI 7. FINANZA AGEVOLATA 8. CONTROLLO ANDAMENTALE 30 IL RISPETTO DEL GRADO DI COME SCEGLIERE GLI STRUMENTI DI FINANZIAMENTO SULLA BASE DELLE ESIGENZE DELL’IMPRESA Agenda Factoring vs fido Leasing vs mutuo Finanza agevolata: alcune opportunità Monitorare dell’impresa: la situazione finanziaria Principali informazioni della centrale rischi Analisi andamentale e rating bancario 32 Factoring 33 Factoring Introduzione Factoring: contratto atipico che permette di smobilizzare dei crediti verso clienti mediante un pagamento anticipato da parte di società finanziarie specializzate. Modalità: cessione del credito specifica cessione dei crediti futuri in massa Tipologie: Pro solvendo: in tale caso, il factor si obbliga a pagare i crediti all’impresa cedente solo se il debitore ceduto assolve regolarmente al proprio adempimento (salvo buon fine o azione di regresso: art.1267 codice civile). Pro soluto: in tale caso, il factor si obbliga a pagare i crediti all’impresa cedente, garantendo all’imprenditore la certezza dell’incasso e pertanto assumendosi il rischio di insolvenza del debitore ceduto 34 Costi del factoring Il costo del factoring è normalmente dato da: Commissione percentuale sull’accordato Interesse passivo: a mercato possono variare dalle 0,5% al 1,5% dell’importo della fattura solitamente tasso variabile (tipicamente euribor 3 mesi) applicato trimestralmente + spread che può dipendere maggiormente dal merito creditizio del cedente (clausola pro solvendo) oppure dal merito creditizio del debitore ceduto (clausola pro soluto) Spese di incasso e gestione delle fatture previste a parte per la gestione tipica del rapporto o specifiche nel caso di insolvenza del debitore ceduto 35 Vantaggi del factoring Vantaggi tipici del factoring consistono in: Operazioni di window dressing di fine anno nelle operazioni di factoring configurate come pro soluto, al fine di migliorare il bilancio dell’anno, migliorando la PFN, riducendo il circolante e migliorando così il rating bancario Alleggerimento degli oneri per la propria contabilità gestione dell’incasso in capo al factor Riduzione delle spese legali per contenzioso legale relative alla fase di recupero crediti (gestita dal factor) In molti casi accesso a servizi accessori informazioni commerciali sulla propria clientela, rating bancario e verifica dell’affidabilità di potenziali nuovi clienti 36 Adempimenti per avviare un rapporto di factoring Documentazione: 1. Suggerimento. Oltre alla documentazione tradizionale: Statuto, atto costitutivo, patti parasociali; Verbali consiliari e/o delibere assembleari in cui siano previsti conferimenti di poteri; Eventuali procure speciali; Documenti identificativi dei titolari effettivi; Certificato della Cciaa, solitamente non anteriore a 3 mesi; Bilanci degli ultimi 3 esercizi Per il factoring possono essere richieste: Situazione economico patrimoniale aggiornata o business plan su richiesta dell’istituto finanziario; Elenco clienti, del fatturato annuo e concentrazione, nonché delle modalità e termini di pagamento o ritardi usuali di pagamento tollerati; Eventuale elenco dei fornitori e dettagli di cui al precedente punto (questo in caso di reverse factoring) 37 Adempimenti per avviare un rapporto di factoring 1. (segue....) Elenco delle garanzie ricevute e prestate: tipo, valore, nominativi garantiti; Affidamenti bancari già in essere: suddivisi per banca, tipologia di affidamento, accordato, utilizzo 2. Richiedere una copia del contratto di factoring attenzione alle clausole e ai termini di validità del contratto (garanzie, tipologie di factoring previste nel contratto quali pro-soluto e pro-solvendo, oneri dei contraenti, servizi inclusi nel rapporto) 3. Al momento di concessione della delibera: Firma del contratto di factoring: in media dai 7 ai 20 giorni lavorativi per l’ottenimento della delibera, a seconda dell’istituto, della tipologia e importo di finanziamento, del merito creditizio delle controparti; Verifica e firma delle condizioni economiche Emissione della lettera di inizio rapporto tra le controparti 38 Contratti di fornitura, notifiche, apertura dei c.c. Verifica nei contratti effettuati con la clientela di clausole di «non cedibilità del credito» In tal caso una richiesta al cliente di deroga agli specifici articoli del contratto al fine di usufruire della cedibilità del credito 2 o 3 giorni lavorativi, una volta firmato il contratto col factor, per l’apertura dei conti correnti l’anticipo della/e fattura/e Per ogni singola fattura o per il credito ceduto in massa, il factor effettuerà una notifica al debitore dell’impresa ai sensi dell’art 1264 codice civile (la notificazione non richiede forme specifiche, essendo sufficiente l’utilizzo di modalità idonee a rendere edotto il debitore circa la cessione ad un terzo del credito, quali PEC e raccomandata A/R) 39 Effetti contabili del fido vs factoring La società Alfa SpA presenta la seguente situazione dei crediti al 31/12/2014 • crediti commerciali non ceduti per € 100.000 Tali partite di circolante dovranno essere state finanziate attraverso una forma di finanziamento, tipicamente fidi di conto corrente, anticipi fatture, Ri.ba. o forme equivalenti di finanziamento a breve termine Ipotizziamo a fine anno pertanto di avere una situazione di: • fido di conto corrente accordato pari ai crediti commerciali: € 100.000 • Utilizzato per € 80.000, ad un tasso del 5% medio annuo sull’utilizzato; • e commissioni bancarie pari al 1% annuo sull’accordato Dettaglio di Stato Patrimoniale al 31/12/2014 C.II Crediti 1) Crediti verso clienti D. Debiti 100.000 4) Debiti v/banche 85.000 (80.000 +4.000 +1.000) Dettaglio di Conto Economico al 31/12/2014 B) Costi della produzione 7) Servizi C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI 17) Interessi e altri oneri finanziari 1.000 4.000 40 Esempio di factoring pro-soluto (OIC 15) Vediamo con un esempio quanto avviene in caso di cessione del credito (factoring) pro-soluto sul bilancio della stessa società Alfa: Ipotizziamo per semplicità che la società sia in grado di cedere pro-soluto tutto l’ammontare dei crediti in massa, ottenendo dal factor un anticipo pari al 80% dei crediti stessi. • crediti commerciali ceduti al factor con anticipazione per € 80.000; • oneri finanziari applicati pari al 5% medio sull’utilizzato in corso d’anno; • Commissioni passive del 2% sull’accordato annuo di € 100.000; Dettaglio di Stato Patrimoniale al 31/12/2014 C.II Crediti 1) Crediti verso clienti (factor) C.IV Disponibilità liquide 20.000 D. Debiti 5) Debiti v/altri finanziatori 74.000 (80.000 -4.000 -2.000) Dettaglio di Conto Economico al 31/12/2014 B) Costi della produzione 7) Servizi C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI 17) Interessi e altri oneri finanziari 2.000 4.000 41 0 Esempio di factoring pro-solvendo (OIC 15) Vediamo con un esempio quanto avviene in caso di cessione del credito (factoring) pro-solvendo sul bilancio della stessa società Alfa: Cessione pro-solvendo di tutto l’ammontare dei crediti in massa: anticipo pari al 80% dei crediti stessi. • crediti commerciali ceduti al factor con anticipazione per € 80.000; • oneri finanziari applicati pari al 5% medio sull’utilizzato in corso d’anno; • Commissioni passive del 1% sull’accordato annuo di € 100.000; Dettaglio di Stato Patrimoniale al 31/12/2014 C.II Crediti 1) Crediti v/clienti 20.000 D. Debiti 80.000 5) Debiti v/altri finanziatori 1) Crediti v/clienti (factor) C.IV Disponibilità liquide 80.000 75.000 Nota: segnalazione in Nota Integrativa del valore nominale dei crediti ceduti. Impostazione (80.000 -5.000) prevista anche da IAS/IFRS Dettaglio di Conto Economico al 31/12/2014 B) Costi della produzione 7) Servizi C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI 17) Interessi e altri oneri finanziari 1.000 4.000 42 Agenda Factoring vs fido Leasing vs mutuo Finanza agevolata: alcune opportunità Monitorare dell’impresa: la situazione finanziaria Principali informazioni della centrale rischi Analisi andamentale e rating bancario 43 Leasing 44 Leasing Introduzione Leasing: operazione mediante la quale una società finanziaria acquista, per conto di un’impresa industriale o commerciale, un bene mobile o immobile a questa necessario per lo svolgimento del processo produttivo, e alla stessa lo cede in godimento per un periodo in genere corrispondente alla sua intera vita economica Norme: legge n.183 del 1976 codice civile - combinazione degli schemi della vendita con patto di riservato dominio di cui all’art. 1523 del Codice Civile e del contratto di locazione (art. 1571 c.c.) A livello contabile: principio contabile internazionale IAS 17 principi contabili italiani (OIC 1) codice civile artt. 2424 (immobilizzazioni rappresentate «con separata indicazione» quelle concesse in locazione finanziaria) 2427 n. 22 (prospetto di raccordo in nota integrativa per leasing finanziario) 45 Leasing Tipologie Nella prassi, si distinguono 2 principali tipologie di leasing dal punto di vista degli effetti: Leasing finanziario: trasferiti in capo all’utilizzatore tutti i rischi ed i benefici connessi alla proprietà del bene, ed in cui la stessa proprietà del bene al termine del periodo di locazione può essere trasferita o meno all’utilizzatore Leasing operativo: utilizzo di un bene dietro il pagamento di un canone; non trasferisce all’utilizzatore tutti i rischi ed i benefici connessi alla proprietà del bene E’ dunque definito in via residuale, presenta una durata inferiore alla vita economica dei beni ed è molto più simile al contratto di noleggio 46 Esempio di contabilizzazione del leasing Vediamo con un esempio quanto avviene in caso di leasing contabilizzato con il metodo patrimoniale e il metodo finanziario sul bilancio della società Alfa. Effettuiamo dunque le seguenti ipotesi. Costo di acquisto cespite: euro 80.000,00 (ammortam. civilistico e fiscale in 3 anni) Data stipulazione contratto: 01/01/X Durata del contratto: 3 anni Periodicità dei canoni: mensile Scadenza 1a rata: 31/01/X Importo rata mensile: euro 2.453,00 Prezzo di riscatto: 1% del valore originario del bene: euro 800,00 Tasso di interesse annuo nominale: 7,08% Tasso di interesse annuo effettivo: 7,31% Tasso interno di rendimento su base mensile: 0,5898% Si dovrà pertanto calcolare il debito residuo di ogni anno equivalente al valore attuale delle rate di debito non scadute 47 Calcoli necessari alla contabilizzazione leasing Quote capitale totali dell'anno X 24.560,38 Quote capitale totali dell'anno X1 26.356,23 Quote capitale totali dell'anno X2 28.283,39 Rata Scadenza 01/01/X 1 2 3 31/01/X 28/02/X 31/03/X 2.453 2.453 2.453 1.981 1.993 2.005 472 460 448 78.019 76.026 74.021 1.981 3.974 5.979 4 5 6 30/04/X 31/05/X 30/06/X 2.453 2.453 2.453 2.016 2.028 2.040 437 425 413 72.005 69.977 67.936 7.995 10.023 12.064 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 31/07/X 31/08/X 30/09/X 31/10/X 30/11/X 31/12/X 31/01/X1 28/02/X1 31/03/X1 30/04/X1 31/05/X1 30/06/X1 31/07/X1 31/08/X1 30/09/X1 31/10/X1 30/11/X1 31/12/X1 31/01/X2 28/02/X2 31/03/X2 30/04/X2 31/05/X2 30/06/X2 31/07/X2 31/08/X2 30/09/X2 31/10/X2 30/11/X2 31/12/X2 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.453 2.052 2.064 2.077 2.089 2.101 2.114 2.126 2.139 2.151 2.164 2.177 2.189 2.202 2.215 2.228 2.242 2.255 2.268 2.281 2.295 2.308 2.322 2.336 2.350 2.363 2.377 2.391 2.405 2.420 2.434 401 389 376 364 352 339 327 314 302 289 276 264 251 238 225 211 198 185 172 158 145 131 117 103 90 76 62 48 33 19 65.884 63.820 61.743 59.654 57.553 55.440 53.314 51.175 49.024 46.860 44.683 42.494 40.292 38.076 35.848 33.606 31.351 29.083 26.802 24.507 22.199 19.876 17.541 15.191 12.828 10.450 8.059 5.654 3.234 800 14.116 16.180 18.257 20.346 22.447 24.560 26.686 28.825 30.976 33.140 35.317 37.506 39.708 41.924 44.152 46.394 48.649 50.917 53.198 55.493 57.801 60.124 62.459 64.809 67.172 69.550 71.941 74.346 76.766 79.200 88.308 79.200 9.108 800 800 0 0 80.000 p. risc. 31/12/X2 Importo rata Quota capitale Quota interessi Debito residuo Debito estinto 0 0 0 80.000 0 48 valore attuale delle rate di canone non scadute al termine dell’anno X = debito residuo allo scadere dell’anno X Interessi passivi totali dell'anno X 4.875,62 Interessi passivi totali dell'anno X1 3.079,77 Interessi passivi totali dell'anno X2 1.152,61 Effetti contabili del leasing Bilancio 31/12/X Metodo patrimoniale Stato patrimoniale Metodo finanziario Stato patrimoniale B.II Immobiliz. materiali 3) Attrezz. ind. e comm. 80.000,00 (-) F. amm.to 24.560,38 55.439,62 Conti d’ordine – Beni in leasing 55.439,62 Conto economico B) Costi della produzione 8) per godimento di beni di terzi 29.436,00 (= rata mensile di 2.453 x 12 mesi) Conto economico B) Costi della produzione 10) Ammortamenti e svalutazioni b) Ammort. immob. mat. 24.560,38 (= somma delle quote capitale rimborsate nell'anno) C) Proventi e oneri finanziari 17) Interessi e altri oneri finanziari 4.875,62 (= somma degli inter. passivi dell'anno) Bilancio 31/12/X1 Metodo patrimoniale Stato patrimoniale Metodo finanziario Stato patrimoniale B.II Immobiliz. materiali 3) Attrezz. ind. e comm. 80.000,00 (-) F. amm.to 50.916,61 29.083,39 Conti d’ordine – Beni in leasing 29.083,39 Conto economico B) Costi della produzione 8) per godimento di beni di terzi 29.436,00 (= rata mensile di 2453 x 12 mesi) D.5) Debiti v/altri finanziatori 55.439,62 D.5) Debiti v/altri finanziatori 29.083,39 Conto economico B) Costi della produzione 10) Ammortamenti e svalutazioni b) Ammort. immob. mat. 26.356,23 (= somma delle quote capitale rimborsate nell'anno) C) Proventi e oneri finanziari 17) Interessi e altri oneri finanziari 3.079,77 (= somma degli inter. passivi pagati nell'anno) 49 Effetti contabili del leasing Bilancio 31/12/X2 Leasing Metodo patrimoniale Stato patrimoniale B.II Immobiliz. materiali 3) Attrezz. ind. e comm. 800,00 (-) F. amm.to 800,00 0 Conti d’ordine – Beni in leasing 0 Conto economico B) Costi della produzione 8) per godimento di beni di terzi 29.436,00 (= rata mensile di 2453 x 12 mesi) 10) Ammortamenti e svalutazioni b) Ammort. immob. mat. 800,00 Metodo finanziario Stato patrimoniale B.II Immobiliz. materiali D.5) Debiti v/altri finanziatori 3) Attrezz. ind. e comm. 80.000,00 0 (-) F. amm.to 80.000,00 0 Conto economico B) Costi della produzione 10) Ammortamenti e svalutazioni b) Ammort. immob. mat. 29.083,39 (= somma delle quote capitale rimborsate nell'anno) C) Proventi e oneri finanziari 17) Interessi e altri oneri finanziari 1.152,61 (= somma degli inter. passivi dell'anno) Il leasing, nel caso di contabilizzazione col metodo patrimoniale, mantiene fino alla data di riscatto lo stato patrimoniale libero nel passivo da debiti finanziari (PFN) e nell’attivo da immobilizzazioni e comporta dei costi che tuttavia riducono l’Ebitda e l’Ebit, poiché inseriti nella voce B.8 Costi per godimento di beni di terzi. Attenzione poiché il metodo finanziario (principi IAS), invece comporta l’iscrizione sia di immobilizzazioni (CIN) sia di debito finanziario (PFN) 50 Effetti contabili del mutuo vs leasing La società Alfa SpA deve effettuare un investimento a medio termine di € 80.000, per cui deve scegliere un finanziamento tra mutuo e leasing con scadenza 3 anni. Si ipotizzi di utilizzare i dati del leasing relativi all’esercizio precedente, mentre relativamente al mutuo si ipotizzino le seguenti condizioni: Costo di acquisto cespite: euro 80.000,00 (ammortam. civilistico e fiscale in 3 anni) Data stipulazione contratto: 01/01/X Durata del contratto: 3 anni Periodicità dei canoni: mensile Scadenza 1a rata: 31/01/X Importo rata mensile: euro 2.473,02 (rata necessaria affinché mutuo e leasing presentino stesso livello di interesse annuo nominale/effettivo) Tasso di interesse annuo nominale: 7,08% Tasso di interesse annuo effettivo: 7,31% Tasso interno di rendimento su base mensile: 0,5898% 51 Calcoli necessari alla contabilizzazione mutuo Rata Quote capitale totali dell'anno X 24.808,43 Quote capitale totali dell'anno X1 26.622,45 Quote capitale totali dell'anno X2 28.569,12 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Scadenza 01/01/X 31/01/X 28/02/X 31/03/X 30/04/X 31/05/X 30/06/X 31/07/X 31/08/X 30/09/X 31/10/X 30/11/X 31/12/X Importo rata Quota capitale Quota interessi Debito residuo Debito estinto 0 0 0 80.000 0 2.473 2.001 472 77.999 2.001 2.473 2.013 460 75.986 4.014 2.473 2.025 448 73.961 6.039 2.473 2.037 436 71.924 8.076 2.473 2.049 424 69.875 10.125 2.473 2.061 412 67.815 12.185 2.473 2.073 400 65.742 14.258 2.473 2.085 388 63.656 16.344 2.473 2.098 375 61.559 18.441 2.473 2.110 363 59.449 20.551 2.473 2.122 351 57.326 22.674 2.473 2.135 338 55.192 24.808 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 31/01/X1 28/02/X1 31/03/X1 30/04/X1 31/05/X1 30/06/X1 31/07/X1 31/08/X1 30/09/X1 31/10/X1 30/11/X1 31/12/X1 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.147 2.160 2.173 2.186 2.199 2.212 2.225 2.238 2.251 2.264 2.278 2.291 326 313 300 287 274 261 248 235 222 209 195 182 53.044 50.884 48.711 46.525 44.327 42.115 39.891 37.653 35.402 33.138 30.860 28.569 26.956 29.116 31.289 33.475 35.673 37.885 40.109 42.347 44.598 46.862 49.140 51.431 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 31/01/X2 28/02/X2 31/03/X2 30/04/X2 31/05/X2 30/06/X2 31/07/X2 31/08/X2 30/09/X2 31/10/X2 30/11/X2 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.473 2.305 2.318 2.332 2.346 2.359 2.373 2.387 2.401 2.416 2.430 2.444 169 155 141 127 114 100 86 72 57 43 29 26.265 23.947 21.615 19.269 16.910 14.537 12.149 9.748 7.332 4.903 2.459 53.735 56.053 58.385 60.731 63.090 65.463 67.851 70.252 72.668 75.097 77.541 36 31/12/X2 0 80.000 2.473 2.459 15 89.029 80.000 9.029 52 Debito residuo allo scadere dell’anno X = debito iniziale – quote capitale pagate nell’anno Interessi passivi totali dell'anno X 4.867,81 Interessi passivi totali dell'anno X1 3.053,79 Interessi passivi totali dell'anno X2 1.107,12 Effetti contabili del leasing vs mutuo Bilancio 31/12/X Leasing Metodo patrimoniale Stato patrimoniale Bilancio 31/12/X Mutuo Stato patrimoniale B.II Immobiliz. materiali 3) Attrezz. ind. e comm. 80.000,00 (-) F. amm.to 26.666,67 53.333,33 D.4) Debiti v/banche 55.192 Conti d’ordine – Beni in leasing 55.439,62 Conto economico B) Costi della produzione 8) per godimento di beni di terzi 29.436,00 (= rata mensile di 2.453 x 12 mesi) Conto economico B) Costi della produzione 10) Ammortamenti e svalutazioni b) Ammort. immob. mat. 26.666,67 C) Proventi e oneri finanziari 17) Interessi e altri oneri finanziari 4.867,81 (= somma degli inter. passivi dell'anno) Bilancio 31/12/X1 Leasing Metodo patrimoniale Stato patrimoniale Bilancio 31/12/X1 Mutuo Stato patrimoniale B.II Immobiliz. materiali 3) Attrezz. ind. e comm. 80.000,00 (-) F. amm.to 53.333,33 26.666,67 Conti d’ordine – Beni in leasing 29.083,39 Conto economico B) Costi della produzione 8) per godimento di beni di terzi 29.436,00 (= rata mensile di 2453 x 12 mesi) D.4) Debiti v/banche 28.569 Conto economico B) Costi della produzione 10) Ammortamenti e svalutazioni b) Ammort. immob. mat. 26.666,67 (= 80.000 / 3 anni) C) Proventi e oneri finanziari 17) Interessi e altri oneri finanziari 3.053,79 (= somma degli inter. passivi dell'anno) 53 Effetti contabili del leasing vs mutuo Bilancio 31/12/X2 Leasing Metodo patrimoniale Stato patrimoniale B.II Immobiliz. materiali 3) Attrezz. ind. e comm. 800,00 (-) F. amm.to 800,00 0 Conti d’ordine – Beni in leasing 29.083,39 Conto economico B) Costi della produzione 8) per godimento di beni di terzi 29.436,00 (= rata mensile di 2453 x 12 mesi) 10) Ammortamenti e svalutazioni b) Ammort. immob. mat. 800,00 Bilancio 31/12/X2 Mutuo Stato patrimoniale B.II Immobiliz. materiali D.4) Debiti v/banche 3) Attrezz. ind. e comm. 80.000,00 0 (-) F. amm.to 80.000,00 0 Conto economico B) Costi della produzione 10) Ammortamenti e svalutazioni b) Ammort. immob. mat. 26.666,67 (= 80.000 / 3 anni) C) Proventi e oneri finanziari 17) Interessi e altri oneri finanziari 1.107,12 (= somma degli inter. passivi dell'anno) Il mutuo comporta a bilancio un aggravamento della PFN, poiché sono contabilizzati i debiti v/banche nel passivo di stato patrimoniale (SP), a differenza del leasing metodo patrimoniale che non contabilizza il debito in SP. Nel mutuo si ha un ammortamento coincidente con l’aliquota d’ammortamento civilistica del bene (in questo caso lo si ammortizza in 3 anni), e questo influisce sull’Ebit, non sull’Ebitda. Nel leasing la rata incide implicitamente sull’Ebitda e sull’Ebit, ma non ne risente la PFN in SP. 54 Argomenti Factoring vs fido Leasing vs mutuo Finanza agevolata: alcune opportunità Monitorare dell’impresa: la situazione finanziaria Principali informazioni della centrale rischi Analisi andamentale e rating bancario 55 Finanza agevolata: alcune opportunità 56 Finanza agevolata Cassa Depositi e Prestiti: Piattaforma Imprese Si tratta di: finanziamenti di spese di investimento e di esigenze di incremento del capitale circolante Per le imprese con meno di 3.000 dipendenti, attive su tutto il territorio nazionale e in qualsiasi settore di attività economica. Dotazione: 1. 2 miliardi di euro per PMI (meno di 250 dipendenti); 2. 2 miliardi di euro per Mid Cap (meno di 3.000 dipendenti); 3. 500 milioni per i contratti di rete; 4. 500 milioni per finanziamento operazioni su lettere di credito In sostanza si hanno condizioni favorevoli a livello di tasso di interesse passivo sui finanziamenti erogati. Si attendono a breve ulteriori dettagli, anche sulle banche partecipanti, a cui andrà rivolta la domanda di erogazione del finanziamento. 57 Finanza agevolata Cassa Depositi e Prestiti: Plafond PMI Si tratta di: finanziamenti di spese di investimento e di esigenze di incremento del capitale circolante Per le imprese con meno di 250 dipendenti, attive su tutto il territorio nazionale e in qualsiasi settore di attività economica. Dotazione: 16 miliardi di euro Anche in tal caso sono previste condizioni favorevoli a livello di tasso di interesse passivo sui finanziamenti erogati. E’ necessario richiedere un finanziamento ad una banca convenzionata. 58 Finanza agevolata Cassa Depositi e Prestiti: Plafond Beni Strumentali “Nuova Sabatini” Contributo in conto interessi da parte del MiSE (Ministero Sviluppo Economico), che copre parte degli interessi a carico delle imprese sui finanziamenti. Il contributo è pari ad un ammontare di interessi al tasso del 2,75% annuo, calcolati su un finanziamento di 5 anni con rate semestrali. La parte di interessi non coperta resta a carico dell’impresa. Possibilità di beneficiare della garanzia del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, fino all’80% dell’ammontare del finanziamento, con priorità di accesso. Importo finanziabile: da un minimo di 20.000 euro a un massimo di 2.000.000 di euro per ciascuna PMI beneficiaria, anche frazionato in più iniziative di investimento; E’ necessario richiedere un finanziamento ad una banca convenzionata. 59 Finanza agevolata SIMEST Si elencano le principali linee di intervento di Simest per agevolare l’accesso delle imprese italiane ai mercati esteri: Finanziamento agevolato per la realizzazione di programmi di investimento tramite apertura di strutture all’estero in paesi extra UE Finanziamento agevolato per studi di fattibilità e per programmi di assistenza tecnica collegati ad investimenti italiani in paesi extra UE Finanziamento agevolato a favore delle PMI esportatrici per il miglioramento e la salvaguardia della loro solidità patrimoniale al fine di accrescerne la competitività sui mercati esteri Finanziamento agevolato e assicurazione dei crediti all’esportazione Finanziamento agevolato per la realizzazione di iniziative promozionali per la prima partecipazione ad una fiera e/o mostra sui mercati extra UE Partecipazione di SIMEST Spa al capitale di imprese estere Per ulteriori dettagli sui singoli programmi, si rinvia a: SGB Studio Circolari http://www.sgbstudio.it/circolare-n-29-del-19062014-finanziamenti-e-agevolazioni-daparte-di-simest-spa/ 60 Confidi e Fondo garanzia PMI del MISE CONFIDI (esempio COFIRE) Attività di prestazione di garanzie per agevolare le imprese nell'accesso ai finanziamenti, a breve medio e lungo termine Offrono inoltre contributi in conto interessi sugli stessi finanziamenti garantiti e condizioni di accesso al credito agevolate FONDO GARANZIA PER PMI del MISE Destinato alle PMI di ogni settore per qualunque operazione finanziaria nell’ambito dell’attività imprenditoriale l’intervento del Fondo assistito dalla garanzia dello Stato abbatte il rischio sull’importo garantito fino a 2,5 milioni di euro. 61 Agenda Factoring vs fido Leasing vs mutuo Finanza agevolata: alcune opportunità Monitorare dell’impresa: la situazione finanziaria Principali informazioni della centrale rischi Analisi andamentale e rating bancario 62 Le principali informazioni della Centrale Rischi 63 Le principali informazioni della Centrale Rischi La Centrale Rischi è un sistema informativo sull’indebitamento della clientela di banche e di intermediari finanziari vigilati dalla Banca d’Italia. Le informazioni acquisite dalla Centrale Rischi hanno carattere riservato. Necessario effettuare una richiesta sottoscritta dal diretto interessato (persona fisica) o dal legale rappresentante della società (persona giuridica) alla Banca d’Italia Normalmente, dal momento di effettuazione della richiesta, sono necessari 4 giorni lavorativi per ottenere la documentazione da parte della Banca d’Italia. 64 Caratteri generali Gli intermediari sono tenuti a comunicare, ogni mese, alla Banca d’Italia i rapporti di credito e/o di garanzia con la propria clientela. Le segnalazioni mostrano dunque la situazione di ciascun cliente all’ultimo giorno del mese e debbono essere inviate entro il 25° giorno del mese successivo. Nel corso del mese, gli intermediari comunicano tempestivamente alla Centrale dei Rischi le informazioni: Sul passaggio a sofferenza, l’estinzione della sofferenza e sulla ristrutturazione di una o più linee di credito, che hanno interessato la propria clientela. La segnalazione non contiene importi e deve essere trasmessa entro 3 giorni lavorativi dalla data in cui si è verificato il passaggio a sofferenza o la ristrutturazione; La regolarizzazione dei ritardi di pagamento relativi ai singoli finanziamenti a scadenza 65 Caratteri generali Gli intermediari segnalano l’intera posizione nei confronti del singolo cliente se, a fine mese, è pari o superiore a 30.000 euro. I crediti in sofferenza e i passaggi a perdita di sofferenze vanno, comunque, segnalati a prescindere dall’importo. Gli intermediari non devono più inviare la segnalazione a partire dal mese nel corso del quale la posizione del cliente è scesa sotto la soglia di segnalazione oppure è estinta. Tuttavia, rimane lo storico delle segnalazioni. La Centrale dei Rischi censisce informazioni di carattere individuale che vengono classificate sulla base dei gradi di rischio. 66 Le categorie di censimento Le posizioni individuali di rischio sono comunicate alla Centrale dei Rischi sulla base di un modello di rilevazione articolato in cinque sezioni Crediti per cassa - - - - Rischi autoliquidanti Rischi a scadenza Rischi a revoca Finanziamenti a procedura concorsuale Altri finanziamenti particolari Sofferenze Crediti di firma - - Crediti di firma commerciali Crediti di firma finanziari Garanzie ricevute - Garanzie personali che l’intermediario segnalante ha ricevuto direttamente dai terzi Derivati finanziari - Contratti derivati negoziati sui mercati over the counter Sezione informativa - - - - - 67 Operazioni effettuate per conto terzi Crediti acquisiti da clientela diversa da intermediari debitori ceduti; Rischi autoliquidanti crediti scaduti Sofferenze-crediti passati a perdita Crediti ceduti a terzi Esempio di risposta 68 Esempi pratici: rischi a scadenza Filiale di Modena Durata originaria: 17 = oltre i 5 anni; Durata residua: 18 = oltre 1 anno Divisa: 1 = euro Import export: 8 = operazioni diverse da import/export Tipo di attività: 28 = aperture di credito in c/c. Stato del rapporto: 831 = rapporti non contestati – crediti scaduti o sconfinanti da più di 180 giorni Tipo di garanzia: 125 = assenza di garanzie reali e/o di privilegi 69 Esempi pratici: rischi a revoca e garanzie Filiale di Modena Tipo di attività: area non necessaria, poiché si tratta di aperture di credito in conto corrente Stato del rapporto: 830 = rapporti non contestati – crediti scaduti o sconfinanti da più di 90 gg e non oltre 180 gg Tipo di garanzia: 113 = ipoteca esterna Riguardo alla garanzia, si tratta di un ipoteca su 1 bene di valore complessivo per € 1.600.000 di proprietà di una società esterna (la Società Beta, controllata operativa da Alfa), in grado di garantire l’apertura di credito a c/c accordata ad Alfa per €100.000 e utilizzata per € 156.652 70 Agenda Factoring vs fido Leasing vs mutuo Cenni di finanza agevolata Monitorare dell’impresa: la situazione finanziaria Principali informazioni della centrale rischi Analisi andamentale e rating bancario 71 L’analisi andamentale 72 L’analisi andamentale Definizione L’analisi andamentale si basa sui dati di comportamento dell’impresa nei confronti della banca e del sistema bancario. Esamina l’andamento qualitativo/quantitativo dei rapporti tra banca e impresa, ossia: 1. Percentuale di utilizzo rispetto al totale dei fidi accordati; 2. Congruità tra utilizzi e operatività dell’impresa; 3. Tempi di incasso e pagamento; 4. Capacità dell’impresa di pianificare i fabbisogni finanziari e, pertanto, gli utilizzi Obiettivi Identificare la dinamica dell’indebitamento finanziario dell’impresa; Identificare capacità dell’impresa di attrarre capitale e grado di fiducia del sistema bancario circa la capacità di rimborso dell’impresa; Identificare le condizioni di tensione negli utilizzi, per prevedere future difficoltà finanziarie o default del debitore Valutare la qualità dei dati forniti dall’impresa 73 Strumenti di valutazione VALUTAZIONE DELLA CENTRALE RISCHI VALUTAZIONE DEL RAPPORTO BANCARIO Anomalie gravi (sofferenze, passaggi a perdita, procedure concorsuali) Analisi della movimentazione di c/c: rotazione fidi e lavoro appoggiato Tensione di utilizzo Variazione dell’appoggio di lavoro Numero di intermediari segnalanti Variazione del portafoglio commerciale Sconfinamenti sul sistema Analisi del portafoglio commerciale: sbf, ant. Fatture, insoluti Andamento e durata degli sconfinamenti Andamento del ricorso al credito e volumi 74 Scoring andamentale RISCHIO Autoliquidante Rischi a revoca Rischi a scadenza Conto corrente Finanziamenti Qualità del portafoglio Conto immobilizzato Scarsa movimentazione Rotazione SCORE ANDAMENTALE FINALE Ritardi Insoluti N. Operazioni avere Dare utilizzo medio 75 Rettifiche Insoluti elevati % Insoluti Alcune indicazioni per il miglioramento dello score 1. La presenza di elevati margini disponibili può ridurre di ¼ il rischio di insolvenza; 2. Un trend (crescente) di utilizzi più che proporzionale al fatturato (es. fatturato costante e utilizzi dei fidi cresciuti del 25%) comporta un incremento del rischio insolvenza anche di 3 o 4 volte; 3. Un’elevata rotazione degli affidamenti (in rapporto al fatturato) può ridurre di 8 volte il rischio di insolvenza 4. Un’elevata quota di lavoro in proporzione agli affidamenti concessi può determinare una riduzione sino a 6 volte del rischio di insolvenza 5. Un ammontare di insoluti abbastanza elevato può portare anche ad un raddoppio del rischio di insolvenza 76 Scoring andamentale e rating In casi normali, il peso dell’analisi andamentale dipende dalle dimensioni dell’azienda esaminata. Per le PMI, l’analisi andamentale assume un carattere preponderante, in quanto, solitamente, l’analisi quantitativa e qualitativa (posizionamento nel settore, nel mercato, fattori critici di successo , assetto proprietario e management) hanno minore rilevanza, a causa sia di bilanci in forma abbreviata ad impostazione fiscale sia di strutture amministrative semplificate. Suddividendo le imprese in 3 categorie principali: 1. Retail: operatori economici con fatturato < 2,5 o 5 milioni di euro 2. Corporate: medie aziende (mid corp.) con fatturato fino a 25-50 mln euro; grandi aziende (large corporate) con fatturato fino a 100 o 200 mln euro 3. Multinationals: aziende multinazionali con fatturato > 100 o 200 mln euro Si può affermare che le PMI rientrano nella categorie retail e corporate fino a 50 mln euro di fatturato. Retail e mid corp.: analisi andamentale ha peso preponderante, Large corporate e multinationals: analisi andamentale ha peso inferiore. 77 Un’indicazione di massima sul rating bancario Tenendo presente che ogni intermediario utilizza un suo modello di rating per la valutazione del merito creditizio di un’impresa è comunque possibile riassumere il peso delle 3 componenti principali nell’impatto sul rating finale di impresa: Quantitativa Andamentale Qualitativa Analisi Corporate Small business Quantitativa 50% 30% Andamentale 40% 65% Qualitativa 10% 5% 78 MIGLIORARE L’IMMAGINE DELL’AZIENDA AGLI OCCHI DELLE BANCHE: IL BUSINESS PLAN Agenda Quali aspetti evidenziare nel Business Plan Esempio di Business Plan 80 Il Business Plan Con Basilea 2 – e Basilea 3 - il Business Plan diventa un elemento importante, con il Bilancio, per la valutazione d’impresa. La sua valenza diventa sempre più forte ed è un elemento utilizzato dalla banca nell’assegnazione del rating, che determina la possibilità o meno per l’impresa di accedere al credito bancario Il Business Plan ha una doppia valenza: interna, in quanto è lo strumento che consente di razionalizzare ed esplicitare l’idea imprenditoriale; esterna, perché permette a terzi di valutare l’iniziativa economica, le sue potenzialità e i rischi ad essa connessi. 81 Il Business Plan 82 Il Business Plan - esempio A) DESCRIZIONE DELLA COMPAGINE SOCIALE E GOVERNANCE B) DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’ (O DEL PROGETTO) Settore di attività Descrizione sintetica del prodotto/servizio Punti di forza e di debolezza C) ASPETTI COMMERCIALI Vantaggi competitivi Mercato di riferimento Strategie commerciali Obiettivi di vendita 83 Il Business Plan - esempio Core Business Divisioni R&D Governance Punti di forza e debolezza 84 Il Business Plan - esempio Previsioni di fatturato Ipotesi principali ed effetti Giorni clienti Giorni fornitori Giorni scorte 85 Il Business Plan - esempio D) ASPETTI OCCUPAZIONALI E) GRUPPO DI APPARTENENZA F) PIANIFICAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA Descrizione dell'investimento da effettuare Descrizione dei finanziamenti Piano economico-finanziario e indici previsionali Piano di copertura finanziaria 86 Il Business Plan - esempio Investimento programmato e risparmi 87 Il Business Plan - esempio Conto Economico prospettico Stato patrimoniale prospettico 88 Il Business Plan - esempio Rendiconto finanziario prospettico 89 IL RATING PROPOSTO DA ALCUNE SOCIETÀ SPECIALIZZATE: ESEMPI PRATICI Dott. Corrado Baldini Il rating – Worst Case Società Alfa 91 Il rating – Società Alfa 92 Il rating – Società Alfa 93 Il rating – Società Alfa Società Alfa 94 Il rating – Società Alfa 95 Il rating – Best Case Società Beta 96 Il rating – Società Beta 97 Il rating – Società Beta 98 Il rating – Società Beta Società Beta 99 Il rating – Società Beta 100 CONTATTI dott. Corrado Baldini dott. Fausto Braglia dott.ssa Elena Iotti SGB & Partners Commercialisti www.sgbstudio.it [email protected] Via Emilia all’Angelo 44/B 42124 Reggio Emilia Tel: 0522 941069 fax: 0522 941885
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